Silvio Premoli Università degli Studi di Verona – corso di Educazione degli Adulti.

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Silvio Premoli Università degli Studi di Verona – corso di Educazione degli Adulti

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Vi viene in mente qualcosa che sapete fare bene?

Intendo qualcosa che fa parte della vostra quotidianità in modo non solo professionale (cucina, sport, riparazioni, cura di animali o piante, dare indicazioni, fare sintesi, …).

Provate a fare degli esempi…

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Nuove epistemologie legittimano la pratica come processo in grado di produrre conoscenza.

orientamento situazionale e costruttivista della conoscenza

concetto di pratica come contesto generatore di saperi situati, localmente costruiti

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La produzione di conoscenza è possibile attraverso l’attivazione di dispositivi riflessivi nella pratica, concepita come attività culturale dove non è riscontrabile separazione tra pensiero e azione.

La produzione di conoscenza è possibile attraverso l’attivazione di dispositivi riflessivi nella pratica, concepita come attività culturale dove non è riscontrabile separazione tra pensiero e azione.

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La “svolta riflessiva”, introdotta da Schoen, propone una epistemologia della pratica che permette di riconoscere i processi e i modi attraverso i quali la pratica costruisce conoscenza.

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La riflessione nel corso dell’azione è la componente fondamentale di quell’arte appartenente al patrimonio esperienziale che consente ai professionisti esperti di riconoscere e gestire quei caratteri di complessità, conflitto di valore, unicità e indeterminatezza sempre più presenti nei contesti pratici.

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E’ proprio l’esperienza della sorpresa, il confronto con situazioni impreviste e incerte che sollecita nel professionista l’esigenza di riflettere nel corso dell’azione.

Di fronte ad una situazione incerta il professionista apre un’indagine che gli consente di passare da una situazione problematica all’elaborazione di possibili corsi d’azione attraverso una costante transizione tra il fare e il pensare

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“La conoscenza prodotta dalla pratica è una forma di conoscenza che si situa dentro le azioni, è una conoscenza che di dispiega negli schemi corporei, senza passare attraverso una comprensione esplicita” (Fabbri 2007:27).

Si tratta di una conoscenza tacita, non raccontabile, non articolata in discorsi, né formalizzata in schemi; è localizzata e fortemente radicata nel contesto nel quale si sviluppa e nelle azioni in cui si materializza.

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Concetto di tacit knowing di Polanyi

“possiamo conoscere più di quello che possiamo esprimere a parole”

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I poteri inespressi della persona interpretano il mondo operando la conversione dell’impatto tra il “nostro corpo” e le realtà in cui ci imbattiamo in una comprensione del loro significato

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“Una pratica professionale è l’attività di una comunità di professionisti che condividono le tradizioni di un mestiere” (Shoen)

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Una comunità professionale è la condivisione di convenzioni di azioni che includono mezzi, linguaggi e strumenti peculiari che operano all’interno di particolari tipologie di contesti istituzionali e che condividono “unità di attività” (visite ai pazienti, lezioni, ecc.) e un comune corpo di esplicita conoscenza professionale

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l’insieme di valori, prestazioni e norme in base ai quali attribuiscono un senso alle situazioni della pratica, formulano obiettivi e direzioni per l’azione e determinano che cosa rende una condotta professionale accettabile

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Tutto ciò che una comunità, un gruppo professionale, un aggregato familiare ritiene consolidato

richiama le intese implicite, gli assunti agiti, le convenzioni tacite, le relazioni implicite

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Quando qualcuno apprende una pratica viene avviato alle tradizioni di una comunità di professionisti e del mondo di pratica cui essi appartengono (Shoen)

La costruzione di una epistemologia professionale non è una conoscenza individuale, la conoscenza nella pratica è esercitata in setting istituzionali e attaverso l’apprendimento di pratiche consolidate.

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Legame tra appartenenza e sfondi operativi e teorici

Incessante processo di costruzione/decostruzione/ricostruzione di problemi, questioni, teorie, esperienze

Il sapere prodotto dalle comunità professionali è sempre l’esito di un dispositivo ERMENEUTICO dove è necessario condividere, negoziare, negare, sperimentare nuovi mondi possibili

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• Riscoperta del valore delle prospettive di ricerca in direzione del senso, del significato, del contesto

• Apertura verso un sapere ampio, non riduttivo-lineare-deterministico, capace di fare i conti con la realtà e la complessità della vita umana (valori, sentimenti, comportamenti, contesti)

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Dal greco antico, e ermeneutiche techne (= “l’arte dell’interpretare” decifrare il senso di un testo o di un evento

Interpretazione di un testo scritto: polisemia delle parole, che assumono diversi significati in base allo sfondo in cui sono collocate

Aleatorietà, imprevedibilità e complessità rischio dell’interpretazione, ma caratteristiche ineludibili dell’esperienza umana

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Il presupposto “la scelta del senso” L’azione umana come “quasi-testo”

(Ricoeur), in quanto viene esternata e si distanzia da chi la compie, come il libro dal suo autore

Il rapporto tra persona, ambiente sociale, situazione di vita, membri della famiglia, gruppi vicini, collocazione spaziale e temporale, viene inquadrato in una prospettiva di circolarità e reciprocità

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Complessità dell’oggetto di indagine; impossibilità di dare spiegazioni onnicomprensive

Sottoporre eventi educativi a processo ermeneutico, che coglie senso e significato in uno specifico contesto

Ogni evento educativo è un processo di (ri)costruzione del senso (Bertolini)

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Il formatore instaura un dialogo a partire dalla sua esperienza vitale (comprensione)

Formazione come ricerca di senso della vita e delle azioni: creazione di prospettive, attribuzioni di senso

La formazione propone significati e quindi capacità di decisioni e progetto

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Valorizzazione del soggetto come luogo di significazione della realtà

Il contributo del soggetto alla costruzione del proprio modello di interpretazione del mondo e di azione nel mondo

Capacità di investire di senso il reale

Centrale il contributo del soggetto

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Costruttivismo La partecipazione delle persone alla costruzione della realtà

Attenzione al modo in cui le persone interpretano e spiegano ciò che accade loro

Bruner: le culture (anche quelle organizzative e professionali) sono “un forum per negoziare e rinegoziare il significato, nonché per dare ragione dell’azione”.

I membri di una cultura hanno un ruolo nel processo di continua costruzione di essa: un ruolo attivo di protagonisti, non di spettatori.

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Le storie per essere utili necessitano di una cultura e di una pratica in comune tra chi le racconta e chi le ascolta

Sono transazioni sociali tra narratore e pubblico dove le parole usate sono determinate sia dal contesto in cui sono narrate che dal soggetto che narra.

(Fabbri, 2007)

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Le storie: uno dei modi più significativi costruiti dalle comunità di pratiche per scambiarsi il sapere accumulato proteggendo quelle abilità che nascono dall’esercizio quotidiano e sono sparse nell’agire quotidiano

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Apprendimento come pratica indissociabile da altre pratiche specifiche e peculiari di contesti storicamente delimitati

Relazione tra apprendimento e situazioni sociali in cui esso si verifica

Apprendere ha a che fare con il partecipare, con l’appartenere ad una comunità

(Lave, Wenger e Chaiklin, Lave)

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Ciò che i bambini diventano dipende dalle transizioni in cui sono implicati: sono le pratiche quotidiane attraverso cui i membri della società conoscono e attribuiscono un senso al mondo quotidiano del discorso e dell’azione che rendono il mondo pubblicamente disponibile e mutualmente comprensibile.

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Socializzazione processo interattivo a due vie tra la società e il nuovo membro, tra l’esperto e il novizio, in cui quest’ultimo svolge un ruolo attivo e si precisa come concausa dell’innovazione e del cambiamento, come un’attività di co-costruzione del mondo sociale, in cui sono implicati adulti e bambini, esperti e novizi.

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Descrittore di processi informali attraverso cui le persone apprendono e costruiscono conoscenza

Paradigma per ripensare e progettare una formazione basata sull’apprendere e sul conoscere in pratica

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Il ruolo connettivo e generativo della pratica: condividere una pratica consente nuove relazioni, definizioni e sviluppo di identità, riconoscimento

La rilevanza della socialità per lo sviluppo di un’identità collettiva

il riconoscimento che una parte significativa del sapere può essere appresa solo attraverso un processo sociale e situato

Il passaggio dall’apprendimento come fenomeno individuale a processo sociale partecipativo

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La vera teoria può nascere solo dall’azione e viceversa

La buona capacità di azione è legata strettamente alla capacità di riflettere su ciò che si fa

Il vero ostacolo al cambiamento è l’irriflessività (Shoen)

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Il focus principale della teoria trasformativa è la giustificazione delle ragioni per cui si verifica un apprendimento

prestare attenzione e sviluppare la “disponibilità ad argomentare” perché “faccio ciò che faccio” come condizione per la trasformazione delle pratiche