Apprendere per sempre gen silvio palladino

2
ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA SEZIONE DI FROSINONE WWW.ASSOAEROFR.IT [email protected] 1 Apprendere... sempre! Gen. B.A Silvio Palladino Negli anni sessanta, quando l'Aeroporto di Latina da sede della S.A.P. (Scuola Addestramento Plurimotori) divenne sede della S.V.B.A.E. (Scuola Volo Basico Avanzato Elica), ero in forza quale Istruttore di Volo di questa Scuola. All'epoca vi affluivano gli Allievi Ufficiali dell'Accademia Aeronautica, gli Allievi Ufficiali Piloti dei Corsi di Complemento, gli Ufficiali della Marina Militare, oltre al Personale Militare di altre Nazioni. Tutti provenivano dalla Scuola di Primo Periodo di Lecce-Galatina, dove avevano conseguito il Brevetto di Pilota di Aeroplano su velivolo North American T-6. A Latina effettuavano il Secondo Periodo e conseguivano il Brevetto di Pilota Militare. L'addestramento avveniva su velivolo Beechcraft C-45 e comprendeva, oltre alle manovre basiche, la navigazione diurna e notturna. La navigazione all'estero avveniva su Douglas DC-3 “Dakota”, attrezzato con strumentazione idonea, allo scopo di fornire una valida preparazione e un’esperienza compatibile con tutte le regole di volo, anche strumentale. Gli istruttori di volo avevano un compito molto delicato, di alta responsabilità. Dovevano sempre tener presente l'esperienza di volo conseguita dagli allievi su T-6; un aereo non tanto docile, sia nelle manovre acrobatiche che negli atterraggi. Anch'esso a carrello biciclo (o “triciclo posteriore”) come il C45 e il DC-3, era facile all'imbardata e altrettanto facile a capottare in atterraggio, in seguito ad errori anche banali o ad incorretto uso dei freni. La selezione doveva pur esserci, ma doveva essere motivata da incontrovertibili elementi, indicati con certezza e precisione. Di alcuni dei miei numerosi allievi, conservo ricordi cari e vividi. Un allievo mi è rimasto particolarmente impresso, tanto da farmi ricordare una situazione animata da un turbinio di sensazioni: incredulità, impossibilità, fatalità, testardaggine, unite a travisamento della realtà, a errata interpretazione degli strumenti e ad altro ancora. A quest’allievo avevo impartito delle esercitazioni di volo nel pre-decollo, prima che venisse affidato ad un altro Istruttore. Giorni dopo, fui chiamato dal Comandante dell'Aeroporto a partecipare a un Consiglio d'Istruzione, riguardante proprio il nostro allievo. Ascoltai con attenzione il parere degli altri Istruttori, tutti esprimenti dubbi sul suo proseguimento del corso. In effetti, nei pochi voli effettuati insieme, avevo considerato l'allievo calmo, riflessivo, ma un po' lento nelle esecuzioni; aveva bisogno di ripetere più volte la manovra, per fissarla. Tuttavia non mi sembrava un elemento da esonerare, per giunta tenendo in debito conto il Brevetto conseguito a Lecce. Pertanto, al Presidente del Consiglio d'Istruzione chiesi cinque voli di proroga, certo dell’idoneità dell'allievo a proseguire il corso. Il parere degli altri Istruttori fu negativo. Mi permisi di insistere e alla fine me ne furono accordati solo tre. Nel primo e nel secondo volo, raggiunse a malapena la sufficienza: aveva un’indubbia lentezza. Anche in me cominciava a farsi strada l'idea dell'esonero. Al terzo volo, dopo aver eseguito bene alcune virate normali e accentuate, effettuò i controlli interni

description

Il Gen. Palladino Silvio ricorda un importante episodio della sua attività come Istruttore di volo-

Transcript of Apprendere per sempre gen silvio palladino

Page 1: Apprendere per sempre gen silvio palladino

ASSOCIAZIONE  ARMA  AERONAUTICA  -­‐  SEZIONE  DI  FROSINONE  WWW.ASSOAEROFR.IT  -­‐  [email protected]   1

Apprendere... sempre! Gen. B.A Silvio Palladino Negli anni sessanta, quando l'Aeroporto di Latina da sede della S.A.P. (Scuola Addestramento Plurimotori) divenne sede della S.V.B.A.E. (Scuola Volo Basico Avanzato Elica), ero in forza quale Istruttore di Volo di questa Scuola. All'epoca vi affluivano gli Allievi Ufficiali dell'Accademia Aeronautica, gli Allievi Ufficiali Piloti dei Corsi di Complemento, gli Ufficiali della Marina Militare, oltre al Personale Militare di altre Nazioni. Tutti provenivano dalla Scuola di Primo Periodo di Lecce-Galatina, dove avevano conseguito il Brevetto di Pilota di Aeroplano su velivolo North American T-6. A Latina effettuavano il Secondo Periodo e conseguivano il Brevetto di Pilota Militare. L'addestramento avveniva su velivolo Beechcraft C-45 e comprendeva, oltre alle manovre basiche, la navigazione diurna e notturna. La navigazione all'estero avveniva su Douglas DC-3 “Dakota”,

attrezzato con strumentazione idonea, allo scopo di fornire una valida preparazione e un’esperienza compatibile con tutte le regole di volo, anche strumentale. Gli istruttori di volo avevano un compito molto delicato, di alta responsabilità. Dovevano sempre tener presente l'esperienza di volo conseguita dagli allievi su T-6; un aereo non tanto docile, sia nelle manovre acrobatiche che negli atterraggi. Anch'esso a carrello biciclo (o “triciclo posteriore”) come il C45 e il DC-3, era facile all'imbardata e altrettanto facile a capottare in

atterraggio, in seguito ad errori anche banali o ad incorretto uso dei freni. La selezione doveva pur esserci, ma doveva essere motivata da incontrovertibili elementi, indicati con certezza e precisione. Di alcuni dei miei numerosi allievi, conservo ricordi cari e vividi. Un allievo mi è rimasto particolarmente impresso, tanto da farmi ricordare una situazione animata da un turbinio di sensazioni: incredulità, impossibilità, fatalità, testardaggine, unite a travisamento della realtà, a errata interpretazione degli strumenti e ad altro ancora. A quest’allievo avevo impartito delle esercitazioni di volo nel pre-decollo, prima che venisse affidato ad un altro Istruttore. Giorni dopo, fui chiamato dal Comandante dell'Aeroporto a partecipare a un Consiglio d'Istruzione, riguardante proprio il nostro allievo. Ascoltai con attenzione il parere degli altri Istruttori, tutti esprimenti dubbi sul suo proseguimento del corso. In effetti, nei pochi voli effettuati insieme, avevo considerato l'allievo calmo, riflessivo, ma un po' lento nelle esecuzioni; aveva bisogno di ripetere più volte la manovra, per fissarla. Tuttavia non mi sembrava un elemento da esonerare, per giunta tenendo in debito conto il Brevetto conseguito a Lecce. Pertanto, al Presidente del Consiglio d'Istruzione chiesi cinque voli di proroga, certo dell’idoneità dell'allievo a proseguire il corso. Il parere degli altri Istruttori fu negativo. Mi permisi di insistere e alla fine me ne furono accordati solo tre. Nel primo e nel secondo volo, raggiunse a malapena la sufficienza: aveva un’indubbia lentezza. Anche in me cominciava a farsi strada l'idea dell'esonero. Al terzo volo, dopo aver eseguito bene alcune virate normali e accentuate, effettuò i controlli interni

Page 2: Apprendere per sempre gen silvio palladino

ASSOCIAZIONE  ARMA  AERONAUTICA  -­‐  SEZIONE  DI  FROSINONE  WWW.ASSOAEROFR.IT  -­‐  [email protected]

previsti. Correttamente, vista la lancetta dell'indicatore di carburante, si accorse della scarsità di benzina nel serbatoio numero uno. Di seguito, passò all'indicatore di carburante numero due e la lancetta segnalò il pieno. Tralasciò, però, di agire sul deviatore del serbatoio numero due... Tale manovra è importantissima, anzi è essenziale la sequenza delle due azioni:” Stessa posizione della lancetta dell'indicatore e del deviatore del serbatoio”! Eravamo a cinquemila piedi sul Circeo. Ero cosciente della prossima piantata di un motore per esaurimento del carburante nel serbatoio n.1, ma non parlai. Poco dopo, infatti, il motore tossì e si fermò. L'allievo pensò che io avessi chiuso il carburante per simulare una piantata motore. Ripeté i controlli del caso, persistendo nell'errore di non cambiare serbatoio. Pochi istanti dopo, si piantò anche il secondo motore! Rifece tutti i controlli menzionandone la sequenza ad alta voce, ma omettendo ancora: “Benzina, cambiare serbatoio”. Si limitava a guardare la lancetta posizionata sul pieno del serbatoio n.2 e passava oltre, nella sua “mentale checklist”, calmo e incredulo, confidando che tutto dipendesse da una manovra

intenzionale dell'istruttore. Intanto, però, controllava molto bene la discesa, la velocità e l'assetto del velivolo, pur continuando a ripetere i controlli senza mai pronunciare le parole chiave e agire di conseguenza. Poiché i motori rimanevano fermi, lo invitai bruscamente ad alzarsi, dovevamo lanciarci! Mi guardò, ma non era convinto, era come inebetito... Controllava i 100 nodi; eravamo ormai scesi a circa 2000 piedi e avevo deciso di intervenire. Per l'ennesima volta rifece i controlli, gridando finalmente: “BENZINA, CAMBIARE SERBATOIO”! Girò il rubinetto sul serbatoio n.2 e i fidi radiali Pratt&Whitney ripresero prontamente a brontolare. Rientrammo alla base soddisfatti. Io, come istruttore. Lui, come allievo: aveva appreso

qualcosa che non avrebbe dimenticato mai più. Proseguì il Corso, conseguì il Brevetto di Pilota Militare, fu assegnato al reparto di destinazione. Divenne un bravissimo pilota e rappresentò adeguatamente, anche all'estero, l'Aeronautica Militare Italiana. Gen. B.A. Silvio Palladino