Silvana Amato Biologa Nutrizionista - zerospreco.com · food losses. e il. food waste. I food...

52
Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Transcript of Silvana Amato Biologa Nutrizionista - zerospreco.com · food losses. e il. food waste. I food...

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

LA SICUREZZA ALIMENTARE NELLA TRASFORMAZIONE DEGLI AVANZI

ALIMENTARI

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

• Il 2 agosto 2016 sono state approvate al Senato le disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, meglio conosciute come Legge sugli Sprechi alimentari.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

• La norma intende favorire:- il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all'utilizzo alimentare delle persone;- il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale;e contribuire:

• alla limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti;

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

• al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, adottato ai sensi dell'articolo 180, comma 1-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonché alla riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;> ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

• Diventa così possibile anche in Italia per gli operatori del settore alimentare cedere gratuitamente le eccedenze alimentari a soggetti donatari i quali possono ritirarle direttamente o incaricandone altro soggetto donatario e destinare, in forma gratuita, le eccedenze alimentari ricevute, idonee al consumo umano, prioritariamente a favore di persone indigenti.

• Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per la destinazione ad auto - compostaggio o a compostaggio di comunità con metodo aerobico.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Spreco alimentare, esiste una definizione ?

Eccedenze, invenduti, scarti. La terminologia impiegata per categorizzare gli alimenti che diventano rifiuto è varia ed esprime un solo numero, quello che la FAO indica come il valore dello spreco alimentare nel mondo: 1, 3 miliardi di tonnellate di cibo che ogni anno diventano spazzatura.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Non esiste ancora una definizione univoca di“sprechi alimentari”.

Né a livello istituzionale né nella letteratura scientifica specializzata.• La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del

Parlamento Europeo considera lo scarto alimentare come«l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare,

che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinabili al consumo umano – sono destinati ad essere eliminati o smaltiti».

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Spreco alimentare nel mondo

Dal 1974 a oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50% ma solo di recente, complice la crisi economica globale, la questione è trattata come un vero problema.II 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti finisce in discarica. In Gran Bretagna si buttano tra i rifiuti 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile, per un costo annuale di 10 miliardi di sterline. In Svezia, mediamente ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato.La situazione non è molto diversa in Italia e per approfondimento vi rimandiamo al paragrafo successivo.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Spreco alimentare in Italia

Lo spreco alimentare in Italia è altrettanto preoccupante. Nel nostro paese, nel giro di un anno, si spreca tanto cibo quanto potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di tre quarti della popolazione italiana. Quando parliamo di sprechi alimentari entriamo in contatto con una realtà sconcertante che vede gli italiani come un popolo di spreconi: ogni anno gettiamo nella pattumiera 7,65 miliardi di euro in cibo non consumato.

Un anno di spreco alimentare in Italia sfamerebbe ben 44.472.924 abitanti, quasi 44 milioni e mezzo di persone.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

• La FAO ha commissionato uno studio sugli sprechi alimentare al Swedish Institute fof Food and Biotechnology (SIK), in cui è stato introdotta la differenza tra i food losses e il food waste.

I food lossessono le perdite che avvengono a monte della filiera alimentare (produzione , raccolto e prima trasformazione).

I Food Waste sono gli sprechi che avvengono nella parte finale della filiera alimentare (trasformazione industriale, distribuzione, consumo domestico(prodotti

scaduti) e ristorazione).

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Si tratta di una visione del cibo e della sua produzione che va in una direzione ben precisa: quella che considera il cibo come una merce, ovvero un bene dall’esclusivo valore economico.Ma può essere questa la giusta chiave di lettura ad un fenomeno dalla portata enorme sia dal punto visto dell’impatto ambientale, sia di quello sociale che economico , sia di quello ecologico , sia quello idrico? Probabilmente no !!In un discorso così complesso, già a partire dalla mancanza di una definizione univoca, è opportuno accostarsi al tema dello spreco alimentare rivalutando le questioni che attorno ad essa ruotano

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

IMPATTO AMBIENTALE Per produrre cibo che non verrà consumato vengono inutilmente utilizzate risorse naturali e generati rifiuti ed emissioni inquinanti nell'atmosfera. L'IMPRONTA del CARBONIO è l'indicatore usato per stimare le emissioni di gas effetto serra generate da tutti i processi

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

IMPATTO ETICO-SOCIALE Nei Paesi più sviluppati tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che soddisfino le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana. Nelle società in cui la disponibilità è abbondante e l'accessibilità al cibo è garantita, al contrario del fenomeno della denutrizione si assiste all'aumento dello spreco alimentare, anche sotto forma di eccessiva nutrizione.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

IMPATTO ECONOMICO Il valore di un bene è proporzionato alle risorse necessarie a produrlo, pertanto, l’impatto economico potrebbe essere stimato come “il valore che si perde con lo spreco”. Andiamo ora ad analizzare altre conseguenze di tipo economico. • Diminuzione del reddito disponibile • Maggior costo dello smaltimento rifiuti • Inutile consumo di energia con spreco di materie prime

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

L'IMPRONTA ECOLOGICA è un indicatore usato per stimare l'impatto dei consumi di una data popolazione sull'ambiente

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

L'IMPRONTA IDRICA è un indicatore specifico sia della quantità di acqua dolce effettivamente utilizzata, che della modalità con cui l'acqua viene impiegata

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Perdite e sprechi alimentari in ItaliaIn Italia, il fenomeno degli sprechi alimentari è stato trascurato fino a poco tempo fa. Letteratura specializzata e rilevazioni statistiche ufficiali sull’argomento sono, infatti, quasidel tutto inesistenti. L’indagine del 2011 di Segrè e Falasconi è stata la prima a fornireuna quantificazione dello spreco lungo tutta la filiera: 20 milioni di tonnellate dal campo al punto vendita.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Una stima dello spreco è stata ottenuta confrontando la quantità di cibo che ogni italiano ha a disposizione per tipologia di prodotto, secondo quanto riportato dalla FAO, con il consumo di cibo pro capite al giorno, secondo quanto sostenutodall’INRAN (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione). La percentuale di cibo in surplus è ottenuta dalla differenza tra quanto cibo è potenzialmente disponibile e quanto viene effettivamente consumato Una parte rilevante di questa percentuale è sicuramente classificabile come «spreco»

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Solo nella filiera dei cereali e del pesce si registrano percentuali di surplus inferiori al 50%:nel caso dei cereali questo avviene per via della minor deperibilità dei prodotti, mentre in quello del pesce per via del maggior livello di efficienza tecnologica della filiera.Secondo la SINU (Società italiana di nutrizione umana), la disponibilità calorica giornaliera per ogni italiano è di circa 3700 kcal, l’equivalente di oltre una volta e mezzo ilfabbisogno energetico quotidiano, per cui si genera un surplus di 1700 kcal che tendenzialmenteprovoca sovralimentazione o viene sprecato.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Ci sono però delle piccole azioni quotidiane che noi, cittadini e consumatori, possiamo mettere in atto per contribuire a ridurre lo spreco alimentare. Queste regole sono: • 1) Fare la lista della spesa e comprare solo lo stretto

necessario • 2) Comprare da produttori locali • 3) Scegliere prodotti di stagione sottoposti a controlli accurati • 4) Usare meno prodotti trasformati con più ingredienti • 5) Controllare la data sulle etichette per un corretto consumo

degli alimenti • 6) Riutilizzare e non buttare gli avanzi

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

La scadenza può essere indicata con due diciture: «da consumarsi preferibilmente entro…» - questa scadenza si chiama Termine Minimo di Conservazione (TMC) «da consumarsi entro… «questa dicitura è chiamata data di scadenza.

TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE E DATA DI SCADENZA

Il TMC è la data fino alla quale il prodotto alimentare , se adeguatamente conservato, mantiene le sue proprietà specifiche; esso deve essere indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…” seguita dalla data , non è un limite invalicabile !Il prodotto è meno deteriorabileLa data di scadenza è la data entro la quale il prodotto alimentare deve essere consumato; essa si indica con la dicitura “da consumarsi entro…”seguita dalla data.La normativa sulle etichettature , Regolamento Europeo 1169/2011 , indica che gli alimenti debbano riportare la data di scadenza quando sono “molto deperibili dal punto di vista microbiologico” es: latte fresco, yogurt, mozzarella…...

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

La nuova legge contro lo spreco alimentare prevede la possibilità di donare il cibo anche dopo la data del termine minimo di conservazione

TMC indicato sull’etichetta

Significa che nel periodo successivo gli alimenti sono ancora commestibili, ma registrano in modo progressivo un lento decadimento nutrizionale e organolettico.Si tratta di prodotti come: pasta, riso, biscotti ,salsa di pomodoro, marmellata, sottaceti… che riportano sull’etichetta l’indicazione del termine minimo di conservazioneLa data ha quindi per questi alimenti un valore orientativo e il consumo posticipato di qualche settimana o qualche mese non determina problemi per la salute, vediamo di considerare alcuni alimenti singolarmente

Silvana Amato Biologa Nutrizionista(**)indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente in ambiente asciutto al riparo dal sole

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Quando vanno consumatipesce e carne freschi sfusi se non hanno la data di scadenza?

Per la carne fresca il pesce fresco sfuso ,la legge non prevede una data di scadenza !

Ci sono però catene di supermercati che vendono questi alimenti confezionati in vaschette di polistirolo con un’etichetta, dove è indicata sia la data di confezionamento, sia quella di scadenza.

Nel cibo fresco con il passare del tempo si innescano alterazioni chimiche esi registra una crescita microbica in grado di cambiare le caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Il fenomeno riguarda tutti i prodotti anche se si avverte di meno negli alimenti secchi, come la pasta o il riso. In generale solo in alcuni casi però questa perdita del gusto associato all’incremento della carica microbica rappresenta un pericolo vero per la salute.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Per capire quando è meglio evitare il consumo di un alimento non basta valutarne il sapore, l’odore e la fragranza. Il cibo può essere contaminato da batteri patogeni come: Listeria, Campylobacter, Stafilococco o Salmonella che non modificano le caratteristiche sensoriali e fisiche, ma risultano ugualmente molto pericolosi per le persone anziane, le donne in stato di gravidanza e i bambini, soprattutto se vengono consumati crudi o poco cotti.Questi microrganismi patogeni possono essere presenti in quantità molto basse all’inizio del periodo di conservazione, e aumentare di numero, fino a diventare pericolosi, man mano che il prodotto «invecchia»

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Alimenti per i quali non è prevista la data di scadenza(**)

Intervallo consigliato se la temperatura di conservazione è inferiore a +4° C

Perdita di caratteristiche organolettiche se consumato nei giorni successivi

Rischio microbiologico

Pesce fresco azzurro max 2 giorni dalla cattura elevata

Ridotto perché tutti i prodotti vengono consumati cotti

Pesce fresco (salmone, orate, branzini…)

4-5 giorni dalla cattura elevata

Pesce fresco confezionato in atmosfera modificata

7-8 giorni elevata

Carne di manzo: tagli grossi, e parti intere

5-6 giorni elevata

Hamburger di manzo, carne trita, fettine di carpaccio

48 ore dal confezionamento

elevata

Bistecche o tagli di carne piccoli confezionati in atmosfera modificata

da 7 a 10 giorni elevata

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Perché le uova in vendita non sono tenutein frigo e sulla confezione

si indica “da conservare in frigorifero dopo l'acquisto”?Il fatto è che se si acquistano uova fredde c'è il rischio, naturalmente più d'estate che d'inverno, che si riscaldino nel viaggio, per poi essere di nuovo raffreddate a casa.

Questi shock termici possono favorire la rottura della cuticola esterna del guscio:evento da evitare, visto che è la maggiore protezione dell'uovo dal passaggio di batteri.

Se si acquistano uova già tenute in frigorifero bisognerà aver cura di non farle riscaldare nel viaggio dal negozio a casa.

Una volta a casa, nessun dubbio: vanno tenute al fresco. Il freddo rallenta i fenomeni di degradazione dell'uovo e lo sviluppo dei microrganismi. Hanno 28 gg di scadenza dopo la deposizione.Un altro “segreto di freschezza” è quello di preferire le uova confezionate nel cartone, che evita la formazione di condense all'interno della confezione e permette una conservazione più igienica delle uova (oltre ad essere in materiale riciclabile).

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

DISPOSIZIONE DEGLI ALIMENTI IN FRIGO

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Un valido aiuto nell’agevolazione del trasporto degli alimenti è rappresentato dalla borsa frigo, utile per conservare gli alimenti “al fresco” durante il trasporto.Basti solo pensare che nei cibi non trasportati in modo adeguato, la proliferazione dei batteri aumenta notevolmente, accelerando in modo irreversibile il deperimento degli alimenti stessi e di conseguenza la durata in frigo

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Alimenti in frigo Consumare entro Dove riporreCarni crude

Grosso taglioFettine, pollame e selvaggina

MacinatoCarpaccio

4 giorni3 giorni

1-2 giornisubito

Ripiano più basso

Carni cotteBolliti, arrosti, etc.

Ragu' in contenitore2 giorni

8 giorni max

Parte centrale

PesceCrudo o cotto (sigillato) 2 giorni max

Ripiano più basso

MinestreMinestroni

BrodiPaste

2-3 giorni2-3 giorni

2 giorni

Parte centrale

AffettatiAperti

Sottovuoto3 giorni

Secondo data scadenza

Parte centrale

FormaggiFreschi

StagionatiUova (nell'apposito contenitore)

2-3 giorniA lungo se ben protetti

20-30 giorni

Parte superiore

ScatolameChiusoAperto

Secondo data scadenza2-3 giorni in frigo

Parte superiore

VerdureCrude (in sacchetti bucherellati) 3-8 giorni

Cassetti in basso

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Cosa fare dopo l’apertura?

Quando si apre la scatola di pelati, di tonno, sughi vegetali o di carne ,il succo di frutta e sulla confezione compaiono scritte del tipo “dopo l’apertura consumare entro … giorni” oppure “dopo l’apertura conservare in frigorifero”, In questi casi conviene seguire l’indicazione, perché il decadimento organolettico così come l’incremento della carica microbica può essere molto rapido.Si consiglia di trasferire i prodotti in scatola in contenitori di vetro a chiusura ermetica e scrivere la data dell’apertura con la «nuova data di scadenza»

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

INSALATA IN BUSTA O IV GAMMA

Da anni ormai l'Industria di IV gamma e le aziende agricole produttrici di materie prime seguono per la quasi totalità disciplinari di produzione integrata, scegliendo le più idonee tipologie di materie prime, limitando fortemente l'utilizzo di fitofarmaci in campo o in serra, con conseguente riduzione dei residui di pesticidi ben al di sotto delle soglie consentite per la produzione tradizionale.Hanno raggiunto uno straordinario successoSi tratta di frutta e verdura mondata, tagliata, lavata e imbustata pronta all’uso.E’ comoda , evita scarti!

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Prima di metterla nel carrello è bene dare un occhio alla scadenza. Il consiglio è quello di scegliere il prodotto che scade più in là nel tempo e di consumarlo qualche giorno prima rispetto alla data indicata. Una volta varcata la soglia di casa l’insalata va conservata in frigorifero e consumata appena possibile.Un’altra cosa importante è osservare bene la confezione prima di servire a tavola, la presenza di foglie scure, annerite, o dai bordi marcescenti vuol dire che i batteri (Salmonella, Listeria e Yersiniaenterocolitica) sono in azione e che il prodotto potrebbe avere acquisito odori e sapori sgradevoli. La vita commerciale delle insalate, della frutta e degli ortaggi di IV gamma, nota come Shelf life, ha una media di 5-7 giorni.Importante il mantenimento della catena del freddo

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

I SURGELATII surgelati sono diventati il compagno indispensabile nella cucina di praticamente tutti gli italiani, dalle persone sole alle famiglie numerose: a consumarli è il 92% della popolazione, e 7 persone su 10 li utilizzano più volte alla settimana, sia come base per ricette raffinate sia per disporre di cibi più sani e controllati.Gli alimenti surgelati hanno un valore nutritivo simile a quelli originali e possono essere inseriti nella corretta alimentazione quotidiana.Inoltre è dimostrato come il consumo domestico di prodotti surgelati

e congelati rispetto agli omologhi alimenti a temperatura ambiente o da frigorifero può invece abbattere del quarantasette per cento gli sprechi.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Cosa sappiamo sul congelamento? Alcune idee sbagliate aumentano lo spreco alimentare.

• La congelazione è il procedimento di conservazione a una temperatura fra i -18 e i -25 gradi fatta con i classici congelatori casalinghi. Il processo di raffreddamento è più lento di quello della surgelazione(formazione di grandi cristalli di ghiaccio)

Per questo motivo gli alimenti hanno una conservabilità inferiore a quelli surgelati. La loro durata varia da 1 a 6 mesi. • La surgelazione , (formazione dipiccoli cristalli di ghiaccio)invece, è il procedimento industriale che consiste nel portare in maniera rapidissima l’alimento a una temperatura inferiore ai -20 gradi circa.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

AttenzioneGli alimenti congelati e, in particolar modo, quelli surgelati non sono sterili, infatti, anche se al di sotto dei zero gradi la crescita dei batteri viene bloccata, in realtà non muoiono ma rimangono in letargo fino allo scongelamento, il freezer va considerato come un tasto di “pausa” .Quindi occorre prendere sempre le dovute precauzioni igieniche.Congelazione degli alimenti Gli alimenti congelati hanno una durata che varia da 1 a sei mesi. Devono essere conservati negli appositi sacchetti di plastica o contenitori per i liquidi. Ricordarsi di applicare sempre una etichetta con la descrizione dell'alimento e la data della loro congelazione.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

VALORI NUTRITIVIGli alimenti surgelati vanno incontro a trasformazioni delle qualità nutritive e organolettiche. • Le proteine subiscono denaturazione divenendo più digeribili (nessuna perdita di qualità). • I grassi subiscono idrolisi e irrancidimento, soprattutto quelli polinsaturi e gli essenziali: non andrebbe quindi acquistato il pesce surgelato che contiene questi ultimi (salmone, sgombro, sardine) meglio fresco o in scatola.

• I glucidi subiscono un lento processo di idrolisi (nessuna perdita di qualità). • I minerali e le vitamine vengono in parte perduti durante il processo di scottatura o blanching per disattivare gli enzimi, tuttavia la perdita è inferiore rispetto ai prodotti in scatola. Il contenuto di vitamine dei surgelati è addirittura superiore rispetto ai prodotti freschi conservati per più di 24 ore.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Mentre sono nel congelatore, gli alimenti sono al sicuro!Una volta tolti dal freezer, il pulsante “pausa” si spegne e la vita dei batteri riprende. Gli alimenti vanno quindi consumati entro 24 ore dal completo scongelamento. Come regola generale, va tenuto presente che più è alta la temperatura ambiente e più i batteri si riproducono velocemente. Per questo, il consiglio è di scongelare i cibi lentamente, preferibilmente durante la notte in frigorifero, dove vanno tenuti fino al momento della cottura.La giusta posizione per lo scongelamento è in basso, su una griglia all’interno di un contenitore chiuso, in modo da non tenere il prodotto nel liquido (essudato)di scongelamento!Per uno scongelamento veloce il modo migliore sia quello di utilizzare dell'acqua se il consumo sarà quasi immediato.Si deve coprire l'alimento con della pellicola trasparente per poi "scaldarlo" sotto l'acqua fredda.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Congelamento dei cibi cottiPer quanto riguarda i cibi cotti, il congelamento deve iniziare subito dopo la cottura, per cui è necessario raffreddare molto velocemente l’alimento in questione, travasandolo in un recipiente diverso da quello di cottura e immergendolo in un bagno di acqua e ghiaccio.Il recipiente deve essere munito di coperchio, anche se questo può ostacolare il raffreddamento, al fine di proteggere l’alimento dalle contaminazioni dell’ambiente. Gli alimenti da congelare devono essere riposti in idonei contenitori alimentari con coperchio, in piccole porzioni, utilizzabili per intero dopo lo scongelamento, con indicazione del prodotto e della data di congelamento.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Appena freddi, i cibi devono essere posti nel congelatore, controllando che la temperatura sia inferiore a –18°C; durante il processo di congelamento non introdurre altri alimenti da congelare, ma attendere che il congelamento sia terminato.

Evitare di ricongelare i cibi cotti una volta scongelati.

Una sola eccezione...È possibile, invece, ricongelare un alimento che era stato congelato crudo, se viene sottoposto a cottura e ricongelato da cotto.

È preferibile consumare i congelati cotti entro 2 mesi dalla preparazione.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

MACCHINE PER IL SOTTOVUOTOTOGLI L’ARIA E….. ALLUNGHI LA VITA!

Un altro buon sistema per allungare la vita del nostro cibo e ridurre gli sprechi alimentari consiste nella conservazione sottovuoto. Gli alimenti sottovuoto messi negli appositi sacchetti, arrivano a durare fino a 5 volte più a lungo rispetto ai metodi di conservazione tradizionali.Mettere SV i cibi freschi o cotti consente di mantenerne intatte e a lungo le proprietà nutritive, ma anche il sapore e colore si conservano al meglio perché senza aria non c’è «ossidazione «, una reazione dovuta all’ossigeno che , oltre al colore, modifica le caratteristiche degli alimenti, inoltre c’è un controllo della maggior parte dei batteri aerobici ( per il controllo dei batteri anaerobici a livello industriale si aggiungono gas preservanti che ne rallentano lo sviluppo )e delle muffeAd esempio un pezzo di lasagna ,avanzata da una cena con amici ,messa SV si può conservare in freezer fino a 4 mesi!

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Formaggi FRIGORIFERO SalumiNormale Normale

15 - 20 giorni 5 Gradi sopra zero 7 - 15 giorni

Sottovuoto 25 - 40 giorni

Formaggi e salumi sottovuoto durano almeno il doppio

rispetto alla normale conservazione

Sottovuoto24 - 40 giorni

Carne CONGELATORE PesceNormale Normale

120 - 180 gg 18 Gradi sotto zero 90 -120 giorni

Sottovuoto 15 - 20 mesi

Carne e pesce sottovuoto conservati in freezer durano sino a tre volte rispetto alla

normale conservazione

Sottovuoto 10 - 12 mesi

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

Ogni giorno in Italia si producono 72mila quintali di pane. Se ne buttano via, ogni giorno, 13mila (due campi di calcio, riempiti e svuotati) per un valore annuo di oltre 43 milioni di euro.Dopo frutta e verdura ,il pane è il terzo bene alimentare più buttatoCon la Legge Gadda, che regola e semplifica le donazioni degli alimenti invenduti , anche il pane può essere donato, purché questo avvenga entro le 24 ore dalla produzioneMa sembra che anche da parte dei singoli cittadini ci sia una presa di coscienza infatti, il 46% degli italiani mangia il pane del giorno prima senza buttarlo, il 18% pur di conservarlo lo surgela, il 15% ne fa mangime per animali e il 12% lo grattugia.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

“Cucina degli avanzi”Un modo per dimostrare non soltanto quanto cibo oggi si può e si deve riutilizzare evitando il facile gesto del gettare via, ma anche di quanta saggezza avevano i nostri anziani e del loro approccio responsabile nei confronti del cibo. Un atteggiamento quasi sacrale non solo perché il cibo poteva non essere sufficiente (dunque la prudenza non era mai troppa), ma anche perché all’origine c’è una cultura del rispetto per tutto ciò che è produzione, lavoro e fatica degli uomini:

perciò non si deve sprecare!Ecco, oggi nella società moderna dei consumi, spesso disordinati ed eccessivi, occorre recuperare il valore del non spreco e del riuso di tutto ciò che può essere nuovamente riutilizzabile, a cominciare dal cibo che è la cosa più importante anche perché pone un problema etico, per le tante persone nel mondo che ancora soffrono la fame.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

lo spreco alimentare non potrà essere combattuto in modo strutturale e radicale fino a quando al cibo e alla sua produzione non verrà riconosciuto il valore di bene comune. La soluzione dunque è prevenire, a partire dalla vendite al ribasso del cibo in scadenza alla donazione dei prodotti invenduti, dagli accordi volontari con le imprese della ristorazione/distribuzione alla consegna gratuita delle eccedenze di cibo provenienti dalla ristorazione collettiva, luoghi dove si creano maggiori eccedenze alimentari e per evitare che il cibo somministrato ai bambini avanzi, la via maestra sembra essere quella dell’educazione-sensibilizzazione.La legge del «Buon Samaritano» (legge n. 155/203), infatti, rende possibile donare il cibo avanzato, che non è stato sporzionato e somministrato, ad organizzazioni senza fini di lucro (Onlus), in modo che possa essere recuperato e distribuito ai più bisognosi.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 870 milioni di persone (in pratica 1 persona su 8) non mangiano a sufficienza per poter essere considerate in stato di buona salute. Si tratta di un dato inaccettabile un problema etico-moraleRicordo di nuovo che circa un terzo della produzione alimentare mondiale finisce in pattume, appare evidente che una forte riduzione degli sprechi e un'attenta politica di riallocazione delle risorse alimentari disponibili potrebbero ridimensionare drasticamente il problema della fame nel mondo.

Dobbiamo organizzarci efficacemente per raggiungere questo obiettivo.

Silvana Amato Biologa Nutrizionista