Sicuri per la Vita

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ALEX DUE RUOTE IN SICUREZZA! Sport & Benessere BMX & ROLLERBLADE Zanardi In collaborazione con Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione – ufficio III - n° 1 aprile 2012 il coraggio di FRANCESCO TESTI SI racconta per noi

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Sicuri per la vita è un’associazione culturale nata a Verona nel 2008. La sua funzione è quella di “insegnare” ai giovani a divertirsi in modo sano e sicuro, in primis portando all’attenzione dei ragazzi i pericoli legati al consumo di droga ed all’abuso di alcool.

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ALEX

DUE RUOTEIN SICUREZZA!

Sport & Benessere

BMX & ROLLERBLADE

Zanardi

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2012

il coraggio di

FRANCESCO TESTISI racconta per noi

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editoriale p.05

la carta dello studente p.06

varese per l'educazione stradale p.08

con tenacia e determinazione p.10

l'aquila: iniziative ed eventi p.12

missione Bmx p.14

ragusa per l'integrazione sociale p.18

alex il guerriero p.20

in moto non si ha mai la precedenza! p.22

fratture degli arti ed incidenti stradali p.24

quattro ruote in linea p.26

lotta continua p.28

sicuri per la vita on the road p.30

venti corpi nella neve p.32

la pagina dello studente p.33

news ed eventi p.34

sommario

gerenza

Registrazione Tribunale di Verona n° 1781 in data 29/11/07

Per info e [email protected]

Direttore ResponsabileGian Pietro Caliari

Coordinamento redazioneMatteo Trombacco

Resp. Relazioni EsterneGiuliano Occhipinti

Coordinamento scientificoGian Luca Bighignoli

Hanno collaboratoZeno DelainiMauro PaiuscoAlberto Schoensberg

Progetto Graficofrdesign.it

StampaCentro Fotolitografico S.r.l.Viale dell' Industria 33/35 Caldiero Verona

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Editoriale

È un merito storico dell’Italia l’aver posto nell’agenda politica dell’Unio-ne Europea la sicurezza stradale. Lo fece durante la sua presidenza seme-strale dell’Unione del 2003, quando convocò, a Verona il 24-25 ottobre, un Consiglio Informale dei Ministri dei Trasporti europei, che all’unanimità adottò la Carta di Verona sulla Sicu-rezza Stradale.Che quell’intuizione italiana fosse fondata lo dimostrano almeno due fattori. Il primo che i successivi incon-tri ministeriali, fino al 2007, videro la partecipazione non solo dei Ministri dell’Unione Europea, ma anche dei Paesi dell’Accordo di Libero Scambio con l’Europa, come Svizzera e Islan-da, fino a includere la Federazione di Russia e gli Stati Uniti d’America.Il secondo fattore è, invece, che la si-curezza stradale rimane anche oggi, nonostante i progressi compiuti, una priorità per tutti i cittadini dell’Europa e, soprattutto, per i giovani.Ogni anno in Europa, si contano 1.300.000 incidenti stradali, che provocano più di 40.000 morti e 1.700.000 feriti. Si tratta di un costo umano altissimo, ma anche di un prezzo economico rilevante. L’importo diretto o indiretto è stimato in 160 mi-liardi di euro, che corrispondono al 2% del Prodotto Interno Lordo dell'Unione Europea (UE). Osservando ancora più attentamente le più recenti statistiche dell’Osserva-

torio Europeo sulla Sicurezza Stradale scopriamo che sono proprio i giovani di età compresa fra i 15 e i 24 anni a rappresentare la popolazione più colpita, con oltre 10.000 morti all’an-no. Non facciamoci, però, ingannare: non stiamo parlando delle famige-rate “stragi del sabato sera” – che pure non vanno sottovalutate – ma di incidenti quotidiani e che avvengo-no per di più nei centri urbani, dove si contano ogni anno, fra i giovani, 7.000 morti fra i pedoni e 8.800 morti fra i ciclisti e motociclisti. I dati dell’osservatorio confermano, inoltre, che: la stragrande maggioranza degli incidenti stradali avviene nei centri urbani; e che le ore maggiormente interessate siano quelle di punta del mattino (ore 7.00 - 8.30) e del primo pomeriggio (ore 13 - 14), coincidenti con la movimentazione degli studen-ti di ogni ordine e grado nel tragitto casa-scuola e scuola-casa. Le vittime e i feriti causati da incidenti stradali fra la popolazione scolastica (scuole elementari, medie e superiori) – come confermano le fonti europee anche nello scenario italiano –rappre-sentano il 4-6 per cento dell’insieme dei fruitori del sistema scolastico. Vale a dire che, in una scuola di medie pro-porzioni, di circa 1.000 studenti, può arrivare a contare fino a 1-1,5 vittime o feriti la settimana.Non è certo un caso, di fronte a que-sto scenario, che la Carta di Verona

sulla Sicurezza Stradale mettesse al primo punto l’impegno “ad adottare azioni specifiche rivolte ai giovani con-ducenti, per incoraggiarli a un miglio-re comportamento”.Potremmo chiederci che differenza passi fra un comportamento migliore e uno peggiore. Nel corso delle Storia molti pensatori e filosofi hanno cerca-to una risposta a questa domanda, dando fra loro anche risposte diverse. Uno fra questi, Max Weber, ha scritto che “è una caratteristica tipica dell’uo-mo considerare la responsabilità delle conseguenze del suo agire”.Fra un comportamento migliore e uno peggiore è questa la linea di sepa-razione: la responsabilità del nostro agire, che ci educa a valutare corret-tamente le conseguenze di ciò che facciamo.Potrebbe essere questa la prima re-gola di un ideale codice della strada. Potrebbe, soprattutto, essere il primo pensiero della nostra giornata, sia quando attraversiamo le strisce pe-donali sia quando ci mettiamo alla guida della nostra bicicletta o del no-stro motorino per andare o rientrare da scuola.Essere Sicuri per la Vita esige una qualità fondamentale: quella della responsabilità per se stessi e per gli altri. Un piccolo, forse, ma essenziale sforzo collettivo perché la nostra Euro-pa e le sue strade siano un luogo più sicuro per tutti.

A cura di Gian Pietro CaliariDirettore Responsabilewww.gianpietrocaliari.eu

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LA CARTA DELLO STUDENTE

Nasce per creare un legame tra il Ministero dell'Istruzione, dell' Università e della Ricerca e gli studenti: è il portale ‘IoStudio’, un sito web in cui le istituzioni si incontrano con i giovani per far conoscere le numerose op-

portunità messe a loro di-sposizione. Per poter cre-scere in modo più sano, consapevole e sicuro.

La ‘Carta dello Studen-te’ è un’iniziativa che promuove l’accesso

alla cultura e offre nuovi luo-ghi di confronto a tutti gli stu-denti, senza distinzioni di alcun tipo. Le agevolazioni, i concorsi e le iniziative proposti dal Ministero dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca (www.istruzione.it) e dai partner del progetto ri-conoscono lo status di studente e premiano la partecipazione atti-va alla vita scolastica e civile. Il progetto ‘Io-Studio - La Carta dello Studente’, inoltre, è stato realizzato anche grazie al contributo de-gli studenti e gli spazi web del portale e del forum sono progetta-

ti per crescere con l’aiuto e la partecipazione attiva dei suoi utenti.

La ‘Carta dello Studente’ con-sente, quindi, di poter usufruire di interessanti offerte e scon-tistiche su un’ampia varietà di servizi, come, ad esempio, cinema e teatro, treni, ostelli e viaggi, connessione internet, li-bri, musica, fi lm e giochi, musei e monumenti, oasi ecologiche, circhi e parchi divertimento, commercio solidale, tecnolo-gia, corsi di lingue, scuole guida e sport. Un servizio, la ‘Carta dello Studente’ che, di fatto, di-viene uno strumento fondamen-tale per poter vivere, nel modo

portunità messe a loro di-sposizione. Per poter cre-scere in modo più sano,

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più consapevole e partecipativo possibile, tutte le infinite oppor-tunità che la nostra società può fornire ai giovani per divenire buoni cittadini ed adulti respon-sabili e consapevoli.

All’interno del sito internet ‘Io-Studio’ è, inoltre possibile re-perire tutte le informazioni e conoscere le iniziative relative al mondo della scuola. Si potrà, quindi, consultare il calendario studentesco, conoscere i diritti e i doveri degli studenti e le mo-dalità per ricevere premi all'ec-cellenza, scoprire tutte le ini-ziative e i progetti legati ai temi dell’ambiente e della legalità.

All' interno della sezione ‘Io partecipo’, ancora, si potranno consultare schede informative, bandi di concorso, immagini e

documenti relativi a una serie di iniziative, eventi e progetti attuati dal Ministero dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con i suoi partner. Dallo spazio dedi-cato alle Consulte degli Studenti ai Forum associativi; dalla com-plessa realtà del fenomeno del bullismo alle numerose iniziative che prevedono un’attiva parteci-pazione degli studenti, median-te concorsi ed eventi ad hoc (il Giorno della Memoria, i concorsi di Agiscuola nella sezione cine-ma, la Giornata Mondiale del te-atro, la Giornata Internazionale

delle Donne, il progetto “Scuola e sport contro la violenza” e nu-merose altre). Le sezioni sono in continuo aggiornamento. All’interno del sito, infine, un’am-pia sezione è dedicata a news ed eventi dal mondo dell’istru-zione, ma non solo: al suo in-terno sono indicati i concorsi, gli eventi, le manifestazioni ed i premi dedicati agli alunni delle scuole d’Italia. Nonchè lo spor-tello virtuale S.O.S. Studenti, a cui rivolgersi per trovare rispo-ste alle problematiche legate alla vita da studente.

Il Ministro dell’Istruzione: Francesco Profumo

Francesco Profumo è nato a

Savona nel 1953. Nel 1977 si

è laureato in ingegneria elet-

trotecnica presso il Politec-

nico di Torino. Dal 1978 al

1984, ha lavorato come inge-

gnere progettista per il Centro

Ricerca e Sviluppo della Socie-

tà Ansaldo a Genova. Nel 1984

si è trasferito al Dipartimento

di Ingegneria Elettrotecnica

del Politecnico di Torino, dove

è stato Professore Associa-

to fino al 1995. É Professore

Ordinario di Macchine ed Azio-

namenti Elettrici e Professore

incaricato all’Università di Bo-

logna. Nel settembre 2003, il

Prof. Profumo diventa Preside

della facoltà di Ingegneria e,

nell’ottobre del 2005, ricopre

l’incarico di Rettore del Poli-

tecnico di Torino. Da agosto

2011 è Presidente del Consi-

glio Nazionale delle Ricerche,

dal 16 novembre Ministro

dell'Istruzione, dell'Università

e della Ricerca. È stato “Visi-

ting Professor” al Dipartimen-

to di Ingegneria Elettrica della

University of Wisconsin – Ma-

dison (Stati Uniti) nel periodo

1986/1988, al Dipartimento

di Ingegneria Elettrica e Infor-

matica della Nagasaki Univer-

sity (Giappone) nel periodo

1996/1997, al Dipartimento

di Ingegneria Elettrica della

Czhech Technical University di

Praga (Repubblica Ceca) nel

1999 e al Dipartimento di In-

gegneria Elettrica della Univer-

sità di Cordoba (Argentina) nel

2004 e nel 2005.

www.istruzione.it/studenti

Focus on:

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LA PROVINCIA DI VARESE PER L’EDUCAZIONE STRADALE

USP VARESE

Riportiamo, di seguito, i progetti rivolti all’educazione stradale po-sti in essere dalla Provincia di Va-rese. A dimostrazione di quanto sia necessario investire nella for-mazione non solo all’interno delle scuole, ma anche per strada

Azione 1: corsi per il consegui-mento del Certifi cato di Idoneità alla GuidaAl termine dell’anno scolastico, quale consuntivo dell’attività svol-ta, sono stati richiesti alle scuole secondarie di 1° e di 2° grado, statali e non statali, i dati defi ni-tivi riguardanti i corsi organizzati nonché i risultati degli esami di idoneità per il conseguimento del

certifi cato di idoneità alla guida del ciclomotore. Dalla rilevazio-ne, effettuata con il monitoraggio on line, emerge quanto segue:n.63 scuole di 1° grado – n. 110 corsi per n. 2539 studentin.38 scuole di 2° grado – n. 64 corsi per n. 1837 studenti.

Azione 2: progetti di educazione stradaleIn provincia di Varese• le Direzioni Didattiche e gli Isti-tuti 1° grado hanno realizzato 80 progetti che hanno coinvolto 17.763 alunni • gli Istituti di 2° grado hanno realizzato 33 progetti per 8294 studenti coinvolti

I migliori tra i progetti realizzati dagli Istituti mirano a far matura-re nei giovani la consapevolezza dell’assoluta validità del rispetto delle regole ed in particolare di quelle su cui si basa l’educazio-ne stradale. Si propongono di far rifl ettere su quegli atteggiamenti irresponsabili e trasgressivi che possono arrecare danni disastro-si ed irreversibili alla propria ed altrui vita. Le proposte riguardano percorsi formativi e trasversali sui temi della legalità, degli attuali rapporti tra i minori e le sostanze stupefacenti, alcool e sostanze alteranti, degli aspetti riguardanti le responsabilità penali ed am-ministrative. Costante appare il

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richiamo verso l’educazio-ne alla salute ed al rispetto dell’integrità psico-fisica; l’incentivo dei comporta-menti solidali e lo stimolo a costruire un pensiero critico nei confronti dei condiziona-menti e della costruzione di falsi miti.Si segnalano, quindi, alcune buone pratiche realizzate.

Azione 3: Progetti ed inizia-tive proposti da Istituzioni e Associazioni: Progetto ICARODall’anno 2001 il Ministero della Pubblica Istruzione promuove, in collaborazio-ne con la Polizia di Stato, il Ministero dei Trasporti e con il sostegno dell'Unicef, il “Progetto Icaro”, la cam-pagna di sicurezza stradale finalizzata a diffondere la cultura della legalità e a fa-vorire, da parte dei giovani, l’assunzione di comporta-menti adeguati sulla strada ma anche – e soprattutto – in seno alla società civile riscuotendo, da quando è in essere, particolare favore e interesse tra gli studenti. Per il corrente anno, contestual-mente al Progetto – rivolto agli alunni delle scuole pri-marie e giunto oramai alla 10° edizione – la Direzione Generale per lo Studente del M.P.I. ha promosso, in colla-borazione con i citati Mini-steri e la Fondazione delle compagnie di assicurazione per la sicurezza stradale

(ANIA) il concorso “La Cam-pagna la facciamo noi”, de-stinato esclusivamente agli studenti della Scuola secon-daria di II grado finalizzato all’ideazione di uno spot della durata massima di 60 secondi, volto a promuovere il rispetto della legalità sulla strada. Il Progetto 2011 è stato caratterizzato dalle at-tività didattiche formative ri-volte agli alunni delle scuole dell’infanzia e delle classi prime della scuola primaria di Varese. Il programma del-la manifestazione cittadina ha previsto, nella mattinata lo spettacolo teatrale sulla sicurezza stradale curato da EXPLORA, il Museo dei Bambini di Roma, il quale consente ad ogni bambino di conoscere ed apprendere divertendosi. Agli spettacoli sono stati invitati alunni, insegnanti e genitori degli alunni delle scuole coinvolte negli incon-tri, insieme alle autorità ed ai rappresentanti delle am-ministrazioni locali. In oc-casione dell’evento è stato presente il Pullman Azzurro. I trasporti e l’organizzazione logistica sono stati garantiti dalla Polizia di Stato.

Ruote SicureNell’ambito del progetto pro-vinciale di Educazione Stra-dale anche per l’Anno Sco-lastico 2010-2011 l’Ufficio, in collaborazione con la Pro-vincia di Varese, l’associa-

zione “La strada” e UNASCA autoscuole, ha promosso la partecipazione degli studen-ti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado della provin-cia ad una serie di manife-stazioni intese alla verifica, attraverso prove pratiche, del grado di apprendimento dei ragazzi che hanno fre-quentato i corsi CIG ed alla sensibilizzazione in materia educazione stradale per tut-ta la popolazione scolastica. Alunni coinvolti: circa 3000.

Azione 4: Progetto “Preven-zione degli infortuni da traf-fico auto veicolare. Inciden-za dell’assunzione di alcool e droghe”Il Progetto interistituzionale, attivato fin dall’anno scola-stico 2003-2004, è stato ideato per attuare, mediante un raccordo interistituziona-le, interventi di informazio-ne e formazione all’utenza scolastica sull’uso ed abuso di sostanze tossiche. L’orga-nizzazione vede l’impegno, mediante consulenze ope-rative, di ASL, Motorizzazio-ne, Prefettura, ACI, UNASCA, ANCMA, Provincia, Questu-ra, Polizia Stradale e Con-sulta degli Studenti. L’attività dell’Ufficio è stata principalmente finalizzata all’organizzazione di incon-tri d’aula con gli studenti, lezioni presso aziende ospe-daliere, pattugliamento not-turno e incontri tematici sul primo soccorso.

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CON TENACIA E DETERMINAZIONEFrancesco Testi, ex-concorrente del Grande Fratello (edizione n°7 ndr), ora personaggio in ascesa nel panorama televisivo italiano, ha da poco ultimato le riprese de "L'onore e il rispetto parte terza" ed è attualmente impegnato nel-la preparazione de "Il peccato e la vergogna 2". Francesco, in alcune interviste si racconta come una persona estremamente dedita e molto rigorosa rispetto ai suoi impegni profes-sionali.

Tenacia e rigore... Eri così anche ai tempi della scuola?Non proprio... Durante i cinque anni di liceo dividevo il mio impegno tra studio e sport, con maggior dedizione per il secondo. Se potessi tornare indietro, probabilmente mi dedicherei molto di più ai libri.

Ambizioni per il futuro? Sogni nel cassetto?Spero di lavorare quanto prima ad un progetto cinematografico. Cerco di impegnarmi per otte-nere una carriera stabile e gratificante, allora forse aprirò il cassetto.

Ti piacciono auto e moto? Chi sono i tuoi cam-pioni preferiti e perché? Cosa apprezzi partico-larmente di loro?Mi piacciono molto le moto stradali, ne avevo una che ho venduto perché non avevo più il tempo di divertirmici e perché lo consideravo un divertimento troppo rischioso. Seguo le gare di MotoGP, i cui campioni sembrano de-gli astronauti, se paragonati ai piloti comuni. Sono molto coraggiosi, dote fondamentale per viaggiare ai 350 Km/h su due ruote; ma, di loro, apprezzo più il talento. Il mio preferito è Valentino Rossi.

In Italia ogni week-end muoiono molti ragazzi sulle strade, a causa della droga e dell'alcool. Qual è il tuo punto di vista sul problema?Credo che i problemi siano diversi. Sulle due ruote sono morti in molti a causa dei proble-mi strutturali delle strade (dossi artificiali mal segnalati, guardrail mal progettati, ecc…) e trovo che, per quanto siano stati fatti dei pas-

si in avanti in tal senso, si debbano fare degli ulteriori sforzi per rendere più sicura la percor-ribilità dell'asfalto. Va detto, comunque, che le nostre strade sono concepite come percorsi ur-bani ed extra-urbani, non come piste da corsa, ecco perché una volta risolti i problemi struttu-rali tutto, o molto, dipenderà dal buon senso di chi starà alla guida... Gli incidenti, anche mortali, purtroppo possono capitare, per molte ragioni. Trovo intollerabile che l'uso di droghe e alcool siano tra queste. A tal proposito sono favorevole alla linea dura adottata da molti comuni per cercare di ridurne i danni causati. Questo è un dramma che non riguarda solo i più giovani, ma è proprio attraverso la loro crescita che si possono risolvere certi proble-mi. Mezzi di informazione intelligenti, come le vostre pubblicazioni, possono aiutare a capire nel dettaglio certe dinamiche e a far maturare in loro un maggior senso civico.

Quali consigli ti senti di dare ai nostri giovani lettori?Il mio consiglio è in realtà un pensiero: non credo sia da "nerd" divertirsi con coscienza ed entro certi limiti, credo piuttosto sia vero il contrario.

Intervista a Francesco Testi,

giovane attore veronese che, dopo

l’esperienza al Grande Fratello 7

ha saputo dimostrare di non

essere una meteora, ma un ragazzo

serio e determinato. A parlare per lui,

i suoi successi. Il suo sogno?

Il cinema

Di Matteo

Trombacco

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L'AQUILA: INIZIATIVE ED EVENTI

USP L'AQUILA

L’Uffi cio scolastico provin-ciale di L’Aquila, oggi Ambito Territoriale Provinciale, viene istituito come articolazione territoriale dell’Uffi cio Sco-lastico Regionale dal DPR n 347/2000, ed è una riforma

conseguente alla nascita delle istituzioni scolastiche autono-me. Funzioni prima esclusive degli uffi ci sono trasferite alle scuole; gli uffi ci, che manten-gono alcune funzioni di carat-tere amministrativo, ampliano

il loro campo di attività a sup-porto delle stesse istituzioni scolastiche autonome.I compiti assegnati a queste strutture sono ulteriormente precisati e implementati dalla Direttiva n. 7551 del 2006,

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che attribuisce alle stesse azioni di”… rac-cordo con autonomie locali e ASL per indi-viduare le condizioni per una migliore inte-grazione degli alunni diversamente abili” e di “… assistenza , consulenza, informa-zione – formazione fi-nalizzate allo sviluppo delle condizioni per la piena realizzazione dell’autonomia didat-tica, organizzativa e di ricerca delle Istituzioni scolastiche”.L’itinerario seguito dall’ufficio III°- ambito territoriale per la Pro-vincia dell’Aquila, con-formemente a quanto previsto dalla normati-va, tenendo conto del-le politiche scolastiche nazionali e delle linee d’indirizzo di specifi-ci settori, supporta le scuole della Provincia sostenendo diverse iniziative.I progetti, le attività, le azioni formative sono proposte e supporta-te, in gran parte, con la collaborazione degli enti locali, di istituzio-ni o associazioni del territorio, delle Univer-sità, dello stesso MIUR e si possono raggrup-pare in alcune macro

aree; si verifica spesso che alcune proposte progettuali siano tra-sversali ad esse.1) Area dell’educazio-ne ambientale e dello sviluppo sostenibile2) Area dell’educazio-ne alla salute3) Area dell’educazio-ne alla cittadinanza attiva e della Costitu-zione4) Area dell’istruzione e della formazione e dei rapporti con il mon-do del lavoro5) Area dell’integra-zione6) Area antropologica, storica, culturale e del-lo studio del territorio 7) Attività in specifi-ca collaborazione con Enti e Istituzioni

Si elencano gli in-terventi del biennio 2010/2012

Ed. Stradale(Informazione- Forma-zione- Progettazione)Consulta Provinciale degli studenti Dimensione Europea dell’IstruzioneBullismoFormazione e AggiornamentoInnovazione didatticaOrientamentoReti di scuole

Scuola e saluteIntegrazione (disabilità e stranieri)Per tutti gli ambiti so-pra citati sono state svolte attività di infor-mazione, formazione, progettazione, coinvol-gimento, documenta-zione.

Si ricordano, di segui-to, alcune tra le più si-gnificative attività che hanno visto l’Ufficio III° agire a sostegno e per la promozione dell’azione educativa delle scuole della Pro-vincia.“Earthquakes for kids” “Io, Francesco, gli altri e il Parco Sirente Velino”“Crescere insieme aL’Aquila”Energia sostenibilePremio Territorio AbruzzoScuola Amica Colla-borazioni con Guardia di Finanaza, Polizia di Stato, Camera di Com-mercio, Inail, di L’Aquila, Provinia di L’Aquila , Re-gione Abruzzo, Universi-tà di L’Aquila.

A cura di: Prof.ssa MARIA DI CESARE Prof.ssa IVANA CARRARODocenti presso USR ABRUZZO – A.T. de L’Aquila

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MISSIONE BMXA tu per tu con Mauro Paiusco, Verone-se, 26 anni di cui 20 dedicati allo sport, alla BMX per l’esattezza. Una passione conosciuta per gioco, trasformatasi, con il passare del tempo, in uno sport adrenalinico ed entusiasmante, fino ad arrivare ai massimi livelli in Italia con tre titoli nazionali; e dal 2005 al 2010 con il team nazionale. Nel frattempo continua l’attività di insegnamento della BMX con i ragazzini, consegue un brevetto di Maestro Di Ciclismo Fuoristrada della FCI e una Laurea in Scienze delle Attività Motorie Sportive. Presente anche nel mondo fitness, da quattro anni istruttore di Spinning e da poco titolare di una palestra.

Mauro, cosa ti ha spinto a raggiungere tutti questi obiettivi?Dedicare una vita allo sport, a 360 gra-di, cioè praticarlo e studiarlo per poi poterlo trasmettere agli altri é l’unica cosa che ho sempre voluto fare e che mi ha dato, giorno per giorno, lo stimo-lo ad andare avanti. Non appena ho raggiunto l’età per poter programma-re un minimo il mio futuro, la voglia di far capire agli altri quanto é bello ed importante fare sport, è stata subito forte. Questa voglia si é concretizzata, già da quando avevo 14 anni, nell’av-viamento dei più giovani alla pratica della BMX, in seguito col seguire corsi specifici della Federazione Ciclistica Italiana e, in ultimo, con il consegui-mento della Laurea in Scienze Motorie nel luglio 2009.

Cosa ti ha portato alla tua ultima scel-ta, la gestione di una palestra?Dai 15 anni in poi mi sono sempre alle-nato in palestra, la BMX richiede delle caratteristiche di forza esplosiva che solo il lavoro con i pesi può dare. Sono, quindi, sempre stato legato a questo mondo. Quattro anni fa ho frequentato un corso di Istruttore Spinning e da lì è iniziata la collaborazione con quella che è diventata la mia palestra; dopo vari step di avvicinamento, e la gui-

da del mio attuale socio, ho deciso di fare il grande passo. Sin dai primi giorni la sensazione di soddisfazione è stata forte e spero rimarrà immuta-ta per sempre. Qui ho la possibilità di trasmettere la mia filosofia di vita, im-prontata sui valori dello sport: quando parlo con le persone, dai bambini agli anziani, cerco sempre di far capire loro quanto sia importante l’attività fisica per una vita sana e di qualità. Molti po-trebbero pensare che io parli di attività sportiva agonistica, data la mia espe-rienza passata: io parlo di sport sotto qualsiasi forma, anche la più semplice ed avvicinabile da chiunque, non conta l’età di chi lo pratica, ma conta saper adattare il tipo di esercizio in base alle caratteristiche ed alle esigenze di ogni singolo individuo.

Perché praticare sport per vivere me-glio?Lo sport é energia, é salute, è socia-lizzazione con chi lo pratica affianco a noi; e sono innegabili i benefici che ha sulla nostra salute. Un’infinità di studi

Una vita dedicata

allo sport per poterne trasmettere

il valore

Di Gian Luca Bighignoli

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hanno dimostrato, e dimostrano quotidianamente, che già solo un’attività minima come una cammi-nata di 30 minuti, tre - quattro volte alla settimana, ha ripercussioni positive importanti sul benessere globale del corpo e delle sue funzioni primarie, come l’apparato cardio-vascolare. Andando poi nel dettaglio e nella ricerca della condizione ideale, il massimo è abbinare ad un’attività fisica basilare (camminare, andare in bici, correre ecc…) ad un minimo di attività in palestra con attrezzi guidati o liberi. Un potenziamento generale di tutti i distretti muscolari può incrementare ulteriormente la qua-lità della nostra vita quotidiana. Avere una buona forma fisica a livello cardio-vascolare e muscolare ci permette di compiere senza problemi e agevol-mente qualsiasi gesto abituale: entrare e uscire dalla macchina, scendere e salire le scale, sposta-re un qualsiasi peso in casa, stendere i panni sul terrazzo, piegare i pesanti piumoni invernali, fare uno scatto per non perdere il tram… e chi più ne ha più ne metta!

Perché, nonostante l’informazione odierna, si sente sempre parlare di obesità, che colpisce bambini e giovani che non fanno sport?La maggior parte delle persone é convinta che fare sport o qualsiasi attività motoria, sia una fac-cenda per chi deve riempire il tempo libero, per chi deve farsi bello, o per chi deve prepararsi per l’attività agonistica. Lo sbaglio sta proprio qui, in questa convinzione. Persone che lavorano 8-10 ore al giorno e poi stanchi si buttano sul divano e non si dedicano al proprio benessere. Sicura-mente avranno fatto del bene per la loro ditta o attività quel giorno, ma non l’hanno fatto per loro stessi, non hanno “investito” sulla propria saluta futura. Il futuro, questa è la chiave. Quando siamo giovani il nostro corpo reagisce a tutto, compen-sa qualsiasi nostra azione esterna. Ma è domani che ci verrà presentato il conto, se non avremo investito del tempo e dell’impegno nella cura del nostro corpo. Proprio per questo l’attività sportiva é importante per chiunque, per il dodicenne che ha un fisico in via di sviluppo, per l’uomo in piena carriera, per l’anziano in pensione che deve man-tenere efficiente il suo apparato cardio-vascolare e, ovviamente, per l’atleta olimpico. Tutti hanno davanti un futuro, chi breve chi lungo, ma tutti hanno davanti del tempo che vorranno trascorrere senza problemi fisici, ma con la sensazione di sta-re bene. Questo é il messaggio su cui vorrei che la gente ragionasse, che dovrebbe passare in una società che sta sempre più rubando il proprio tem-po libero con il lavoro, con internet, con il personal computer, le consolle di gioco e lo smartphone!

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RAGUSA PER L’INTEGRAZIONE SOCIALE

Riportiamo uno stralcio del pro-getto a cui sta partecipando at-tivamente anche l’Ufficio Scola-stico Provinciale di Ragusa dal titolo ‘Progetto per la prevenzio-ne della dispersione scolastica e la lotta alla marginalità sociale’.

“Negli scenari della società post-moderna il tema dell’educazione e/o della istruzione si intreccia sempre più frequentemente con una serie di altre dimensioni di natura sociale, politica ed eco-nomica (Alberici, 2005), mentre lo stesso concetto di cultura, in-tesa come patrimonio di nozioni,

modelli, valori e atteggiamenti, si è notevolmente trasformato in conseguenza dell’impatto dei nuovi scenari multimediali e tec-nologici. Nel nuovo paradigma della società della conoscenza, della società in rete si fa riferi-mento ad un vasto repertorio di abilità, cognitive, meta cogni-tive, affettive, relazionali, che determina l’esclusione o l’inclu-sione sociale delle persone. La scuola, l’università, la ricerca rappresentano i settori dove gli interventi elevano, in maniera determinante, la possibilità di esercitare i propri diritti di citta-

dinanza. Le conoscenze, le ca-pacità e l’immaginazione, così come il networking per la messa a fattor comune di esperienze, capacità e conoscenze e, quin-di, la capacità di apprendere, contano più dei capitali fisici, tecnologici e finanziari tradizio-nalmente al centro degli scenari economici ed organizzativi. Cen-trale diviene, dunque, il ruolo dell’individuo come risorsa, in cui l’identità professionale ri-chiama non solo abilità di ordine tecnico, ma anche un capitale umano da costruire e ricostruire lungo tutto l’arco dell’esistenza.

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Le indagini nazionali. Parlare di dispersio-ne scolastica implica il confronto con una serie di fenomeni e di indi-catori di ampia portata come «abbandono della scuola secondaria su-periore, proscioglimento dell’obbligo senza con-seguimento del titolo, ripetenze, bocciature, assenze ripetute e fre-quenze irregolari, ritardi rispetto all’età regolare, basso rendimento, as-solvimento dell’obbligo con qualità scadente degli esiti». Le analisi più accreditate su scala nazionale segnalano la permanenza di alcune sofferenze del sistema scolastico italiano: in particolare, esistono ancora forti differenze territoriali, il fenomeno è marcatamente più pre-sente nella popolazio-ne scolastica maschile, dipende ancora molto dal titolo di studio dei genitori, incide di più nel primo anno delle scuole superiori e nell'istruzio-ne professionale. Nelle scuole elementari la dispersione si attesta a livelli fisiologici e co-stanti nel tempo. Anche nelle scuole secondarie inferiori il trend si rive-la regolare e costante,

nonostante si registrino livelli più elevati rispet-to al precedente ciclo di studi Il tasso maggiore di drop out si registra invece nel primo biennio delle scuole secondarie superiori, con 4,65 ritira-ti ogni 100 alunni rego-larmente iscritti. Quanto alle dimensioni sommer-se, va almeno ricordato il modesto livello raggiunto nei processi di appren-dimento nella scuola media inferiore, dove si segnala che poco meno della metà dei licenziati riceve il giudizio di 'suffi-ciente'. La maggior parte delle interruzioni della frequenza scolastica si concentra negli Istituti Professionali e le regioni del Mezzogiorno si mo-strano la più problemati-che (9,9% nelle isole) e spesso senza una giusti-ficazione (6,5% interru-zioni non formalizzate).Diversi i risultati dei no-stri allievi della scuola primaria: lo studio IEA PIRS pone i nostri bam-bini di 9 anni all'ottavo posto al mondo come capacità di lettura, se-condi in Europa solo a Russia e Lussemburgo, risultati confermati an-che dal Rapporto dell’In-valsi “Rilevazioni degli apprendimenti 2008-09

nella scuola primaria. Aspetti operativi e prime valutazioni sugli appren-dimenti degli studenti”. Nel mettere a confronto i dati IEA-PIRLS Progress in International Reading Literacy Study) (forte-mente positivi per la scuola primaria italiana) con i dati OCSE-PISA (si-curamente preoccupanti per la scuola secondaria italiana) sorge sponta-nea una domanda: cosa succede ai nostri alunni tra i 9/10 anni della ri-cerca PILS e i 15 anni della ricerca PISA? Per-ché i nostri alunni che verso la fine della scuola elementare ottengono risultati positivi in modo omogeneo su tutto il ter-ritorio nazionale si tro-vano successivamente collocati tra i peggiori nel corso del primo anno della scuola seconda-ria?

Tassi di dispersione nel-la provincia di Ragusa. Gli abbandoni variano dal 10% degli Istituti Pro-fessionali, al 7,9% dei Tecnici, al 3,3% dei Li-cei, così come per le non frequenze si passa dal 18,7% dei Professionali, al 14,3% dell’istruzione tecnica, fino al 5,9% dei Licei.

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ALEX IL GUERRIERODurante la mia degenza all'ospeda-le di Berlino, ragionavo su cosa mi avrebbe atteso nel percorso riabili-tativo che mi accingevo a intrapren-dere e, ottimista come sono, mi ero figurato un percorso molto più facile di quello che poi ho dovuto compiere. Si perché, soprattutto all'inizio, la stragrande maggioranza delle per-sone a cui capita una disavventura simile alla mia vede davanti a sé l'in-valicabile ostacolo di dover affronta-re la vita e il rapporto con gli altri da "diverso", è spaventato dall'idea di non poter camminare in modo disin-volto senza le stampelle, quando in realtà dovrebbe prima preoccuparsi di trovare il modo di tirarsi in piedi. Pensa e si preoccupa che la coper-tura estetica delle sue future prote-si non possa essere all'altezza della situazione per apparire normali, si domanda se sarà in grado di dormi-re la notte con le protesi addosso al solo fine di apparire normali anche a se stessi quando ci si guarda allo specchio, dimenticando che le pro-tesi non potranno mai essere la mi-gliore alternativa rispondente ai no-stri desideri, ma semplicemente la migliore tra le alternative rimaste. Gli amici poi, nel desiderio di pro-spettarmi un futuro più roseo di quanto la situazione suggerisse al momento, continuavano a raccon-tarmi aneddoti ed episodi in cui avevano visto persone con ampu-tazioni fare comunque cose incredi-bili. Camminare normalmente tanto da imbrogliare anche l'osservatore

più attento, guidare la macchina, sciare, giocare a tennis, insomma in poche parole condurre una vita normale e, soprattutto, sembrare normali. Però purtroppo non tutte le ampu-tazioni sono limitanti allo stesso modo. Sopra o sotto il ginocchio fa la stessa differenza che c'è tra la notte ed il giorno, avere una gam-ba significa poter compensare alla mancanza dell'altra e in ogni caso, anche la lunghezza del moncone re-siduo, fa una differenza notevole.Quello che allora non potevo sape-re è che il mio tipo di amputazione pone notevoli problemi per un ritor-no ad una deambulazione corretta

Riportiamo uno stralcio di testo

scritto dall’ex pilota Alex

Zanardi, nel quale

racconta, dopo l’incidente

nel quale è stato

coinvolto, la difficile

riabilitazione e le problematiche

legate all’accettazione

della propria ‘nuova

condizione fisica’

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o quantomeno decente; raramente pa-zienti nella mia condizione riescono a trasformare le protesi in un ausilio che migliori la loro vita rispetto a quanto può fare la sedia a rotelle.Ovviamente la costruzione dell'invaso (cioè la parte che il paziente va a calza-re) è la parte più difficoltosa. Senza una protesi confortevole (anche se il termine confort andrebbe meglio definito come "accettabile" perché la protesi comoda non esiste), una persona non riesce a camminare e se non cammina non im-para ad usare le proprie nuove gambe. Ma se non impara, non può farsi quel minimo di esperienza per comunicare con il tecnico in un modo che sia per quest'ultimo comprensibile e indurlo quindi a modificare l'invaso laddove ne-cessario...insomma, all'inizio è un casi-no e spesso la gente si scoraggia prima di poter ritrovare l'entusiasmo generato dai primi timidi progressi.

È per questa ragione che credo, ancor più della testa dura, che quello che mi ha aiutato di più in questa vicenda, è stato soprattutto il "metodo" acquisito praticando tanto sport. È nello sport infatti che ho imparato a ragionare sui problemi da affrontare allineandoli uno per volta, a cercare di identificare le prio-rità che mi potessero avvicinare più rapi-damente possibile verso il traguardo.In qualche modo ci sono riuscito. Oggi più che mai mi rendo però conto che l'ostacolo principale che ho superato, è stato accettare l'idea che la vita per me era cambiata e che le protesi dovevano in qualche modo diventare un ausilio utile al sottoscritto per camminare e non soltanto uno scudo per sentirsi a proprio agio nel rapporto con gli altri. Certo, sono state e continuano ad essere anche questo: io stesso, anche se sono "Zanar-di", spesso riconosciuto ovunque, provo un po' d'imbarazzo nel mostrarmi senza

protesi, ma tuttavia oggi il mio problema non è certo quello di camminare senza le stampelle per apparire normale, o di trovare una copertura estetica dalla for-ma perfetta. In poche parole sono riuscito a "digeri-re" l'idea che gli altri potessero vedermi diverso, ad accettare il fatto che il mio handicap non può essere nascosto più di tanto, e che questo non deve essere motivo di vergogna da parte mia. Sem-bra stupido, lo so, ma credetemi, per un portatore di handicap, sentirsi costante-mente gli occhi della gente addosso, è un fardello enorme da portare. La cosa buffa è che oggi, ad esempio, potrei tranquillamente camminare senza ba-stoni per apparire "più normale", solo che mi stancherei molto più rapidamen-te e allora chi se ne frega, e mi tengo ben stretta la "migliore" tra le alternative rimaste. (www.alex-zanardi.com)

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... IN MOTO NON SI hA MAI LA PRECEDENZA!

A cura di Gian Luca Bighignoli

il motociclista in caso di scontro

ha sempre la peggio Quando si viaggia in moto, in cit-tà come su strada extra urbana o autostrada, è sempre d’obbligo “guardarsi” bene da quello che fanno gli altri. Purtroppo un mo-tociclista in caso di scontro con un’auto o camion ha sempre la peggio, di conseguenza la prima regola è fare la massima atten-zione a tutto ciò che accade attor-no a noi, anche quando abbiamo la precedenza ad un incrocio, o passiamo con il semaforo verde o stiamo percorrendo una strada primaria, c’è sempre la possibilità che dalla piccola stradina sulla destra sbuchi fuori un autista di-stratto, o che un mezzo che pro-cede nel nostro senso di marcia decida improvvisamente di fare inversione a “U”.Gli automobilisti, in caso di inci-denti di poco conto devono soltan-to preoccuparsi di compilare il mo-dulo di constatazione amichevole e far successivamente riparare il danno, mentre per il motociclista

anche un piccolo urto provoca quasi sempre una caduta, con an-nesse, nella migliore delle ipotesi, ammaccature ed escoriazioni. Non dimenticate di tenere sempre i fari accesi, perché è più facile essere notati, inoltre questi indu-cono gli automobilisti a pensare che state procedendo abbastan-za velocemente, di conseguenza fanno più attenzione. In città, che si sia in sella ad una moto o ad uno scooter, si ha la tendenza, destreggiandosi nel traffico, ad infilarsi in tutti i buchi. In questo slalom tra le auto la visibilità è molto ridotta, quindi la prudenza non è mai troppa, basta un lieve urto per sbilanciarci e per farci ca-dere, e le carenature delle moto o le bandine degli scooter costano molto care…Fuori città si viaggia decisamente più tranquilli, ma sale sensibil-mente la velocità, di conseguenza è importante fare attenzione alle intersezioni stradali e alle condi-

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zioni dell’asfalto, trovarsi ad affronta-re una curva, magari in piega con del ghiaino sul manto stradale non è as-solutamente piacevole! In autostrada la velocità aumenta, di conseguenza aumentano gli spazi di frenata, il ri-schio più grosso è che qualcuno deci-da improvvisamente di passare l’auto che lo precede proprio mentre state sopraggiungendo, occorre fare parti-colare attenzione quando sorpassate, fatevi notare, magari lampeggiando con fari abbaglianti e tenete sempre d’occhio tutto ciò che accade attorno a voi. Quando qualcuno mi chiede un consiglio utile da tenere sempre pre-sente, mi trovo spesso a ripetere che in moto non si ha mai la precedenza! Di conseguenza massima attenzio-ne a tutti e a tutto. Come abitudine, anche se le condizioni viabilistiche sembrano non necessitarne, il moto-ciclista esperto tiene sempre due dita della mano destra appoggiate sulla leva del freno anteriore, pronte e reat-tive. Inoltre, sempre facendo attenzio-ne alle condizioni del manto stradale, in caso di frenata di emergenza, evi-tate di pinzare di brutto sui freni pro-vocando il bloccaggio delle ruote, ma cercate di modulare gradualmente la frenata e se possibile evitare l’ostaco-lo passandolo ai lati.

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FRATTURE DEGLI ARTI ED INCIDENTI STRADALI

A cura di Alberto SchoensbergDiRiGente meDiCo UoC Centrale operativa di emergenza di Verona

Rx fratture

Il numero degli incidenti stradali in Ita-lia assume cifre da bollettino di guer-ra. A rimanere coinvolti sono ragazzi e giovani adulti. Spesso la strada è l’anticamera della sala operatoria. I motociclisti grazie alla protezione del casco sono soggetti sempre meno a traumi della testa ma sempre più a fratture degli arti inferiori. Gli arti inferiori, infatti sono più soggetti a traumi rispetto a quelli superiori, inol-tre , le lesioni di questi distretti, sono più importanti in quanto alla forza del trauma , si aggiunge quella esercita-ta dal nostro peso . L’ automobile con le cinture e gli air bags protegge la parte superiore del corpo, ma questi presidi niente possono per le gambe ed i piedi che subiscono direttamente l’impatto e la pressione dello scontro. Da un recente studio fatto dal Ministe-ro della Sanità emerge che le fratture dovute ad incidente stradale sono più frequenti nella fascia di età compre-sa tra i 18 ed i 44 anni ,l’incidenza è per gli uomini del 58%, mentre per le donne del 42%. Tra i ricoverati per in-cidente stradale si ha il 34,8% di frat-ture degli arti. Circa la metà delle frat-ture esposte(45,5%),è da attribuirsi a traumi da incidente stradale ,successi soprattutto con motoveicoli.La frattura è un’interruzione della nor-male continuità di una o più ossa che compongono lo scheletro. In medicina

sono numerose le distinzioni in merito all’origine della frattura. Noi prendere-mo in considerazione quelle di origine traumatica , nelle quali , lo spezzarsi del segmento scheletrico del tutto in-tegro e in salute è conseguenza diret-ta di un grave evento traumatico.Le fratture composte sono caratte-rizzate dall’assenza di spostamenti ossei (nel migliore di casi, si tratta semplicemente di una lesione della corticale, primo strato del tessuto os-seo). Quelle scomposte , solitamente di maggiore gravità, sono riscontrabili ogni qualvolta uno o più monconi o frammenti ossei si spostano in una zona diversa da quella dove erano originariamente situati. Frequente complicanza è rappresentata dalla fuoriuscita dell’osso, attraverso una lacerazione dei tessuti, anche perché il contatto con l’esterno è fonte di po-tenziali infezioni come le artriti ,di ori-gine batterica, in questo caso si parla di fratture “esposte”.La cura delle fratture semplici consiste nel porre in stretta aderenza ,da parte di personale specializzato, le estremi-tà delle ossa fratturate, mantenendo-le in tale posizione con un’adeguata ingessatura dell’arto leso.Si assiste così, alla formazione di nuo-vo tessuto osseo, mediante la prece-dente costituzione del callo osseo.La durata del periodo di guarigione

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dipende dal tipo di osso e dalla im-mobilizzazione . La calcificazione avviene nell’arco di una trentina di giorni per la ossa corte, mentre si passa ad un periodo che varia da tre a sei mesi per le ossa lunghe come il femore. Nel caso di fratture scomposte od esposte, eliminate le fonti di infezione,lo specialista ri-porterà i frammenti nella loro posi-zione naturale, mediante sofisticate manovre o se sarà il caso attraverso l’intervento chirurgico tempestivo .Qualora la frattura si presenti insta-bile sarà necessario procedere ad una “osteosintesi” o alla trazione dell’arto, at-traverso un sistema di pesi e di pulegge (la comune visione di “gamba appesa “ nei reparti di orto-pedia).L’osteosintesi è una metodica innovativa che permette di ac-celerare il recupero, la guarigione e la fase riabilitativa.Essa consiste nella congiunzione dei monconi ossei, a seconda del tipo di frattura, o con una protesi, o con un chiodo, con un fissatore esterno o, con placche metal-liche ,attraverso un intervento chirurgi-co. Spesso, anche

quando il quadro clinico è suggesti-vo per una determinata lesione, il soccorritore non è in grado di preci-sarne con esattezza la natura. Il do-lore e l’impotenza funzionale, par-ziale o totale, sono i sintomi comuni di questi traumi,la deformazione e l’atteggiamento anomalo della parte spesso completano il quadro. Complicanze frequenti sono riscon-trabili a carico di nervi o di vasi sanguigni(paresi,occlusioni,emorragie). I traumi del braccio sono caratteriz-zati dalle fratture di omero,che se

scomposte ,provocano,oltre al dolo-re una riduzione di lunghezza e un alterazione dei contorni. Il gomito può essere sede di fratture alla por-zione distale dell’omero, a quella prossimale dell’ulna e del radio. In corrispondenza del polso è frequen-te una frattura a carico della parte distale del radio e ulna. L’immobi-lizzazione dell’arto deve prevedere ove possibile,oltre al bloccaggio del segmento leso ,anche quello, delle articolazioni rispettivamente a mon-te e a valle della lesione.

Le fratture del femore se scomposte causano un ac-corciamento della coscia ,l’arto è ruotato esternamen-te con impotenza funziona-le. Non di rado la frattura provoca un’emorragia inter-na alla coscia,responsabile dello shock. Il nostro com-portamento di fronte ad una sospetta frattura di femore deve essere quello di allertare subito il 118, adagiare il paziente in posi-zione dorsale con l’arto frat-turato esteso,posizionare una coperta fra le gambe dell’infortunato, legare le gambe una all’altra,con bende cinghie o teli tagliati. Non applicare la fasciatura in corrispondenza del livello presunto della frattura.

Le buone regoLe deL primo soccorso ad una frattura:

1) evitare movimenti in genere. 2) immobilizzare la parte lesa nella posizione in cui si trova. 3) Bloccare le articolazioni al di sopra e al di sotto della frattura (esempio la frattura avambraccio: bloccare l'articolazione del gomito e del polso). 4) imbottire le stecche a contatto con la pelle. 5) Lasciare libere le dita degli arti per controllare che ci sia un buon apporto di sangue. 6) non si deve mai tentare di ridurre una frattura,e per il pericolo di emorragia e per l’alta incidenza di processi infettivi.

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QUATTRO RUOTE IN LINEA

Era l’inizio degli anni Novanta: la Germa-nia vinceva la Coppa del Mondo in Italia (1990), Bill Clinton veniva eletto Presi-dente degli Stati Uniti (1992), l’Irish Re-public Army annunciava il cessate il fuoco (1994), scoppiavano la Guerra del Golfo (1990-1991) e la guerra civile in Jugosla-via (1991). Contemporaneamente, a Ma-astricht nasceva l’Unione Europea. Erano anni di grande fermento, caratterizzati da avvenimenti planetari e stravolgimenti fino ad allora impensabili.Era il 1993 quando compii il mio primo viaggio europeo in compagnia solo di due amici: destinazione, la Ville Lumière. E proprio lì, nella Parigi di Baudelaire e del-la Tour Eiffel, a due passi dalla Cattedra-le di Notre-Dame, trascorremmo mezza giornata ad assistere allo spettacolo di una decina di ‘pazzi’ che, su pattini con ruote in linea, facevano slalom tra lattine vuote, salti su rampe a dir poco artigianali ed acrobazie di ogni genere tra panchine e passanti. Eravamo di fronte ad un roller team, un gruppo di appassionati di roller-blade: niente più tradizionali pattini quad, ai loro piedi, ma pattini che, per la posizio-ne delle ruote, appunto in linea, ricordava-no più quelli da ghiaccio.

Ora il rollerblade, che prende il nome dall’omonima azienda italiana che pro-duce i suddetti pattini, dopo una ventina d’anni è uno sport riconosciuto a tutti gli effetti, praticato da tutti, indistintamente da sesso ed età, e ritenuto un’attività fisi-ca ottimale per tenere in forma tutto il cor-po. Per di più divertendosi. Ma scendiamo nel dettaglio.I pattini in linea, oltre che mezzo di diver-timento, sono anche un ottimo strumen-to di fitness alternativo alla palestra, per mantenersi in forma all’aria aperta. Con l’in-line skating si possono, infatti, allena-re forza, resistenza, equilibrio e coordina-zione, rischiando molto meno di quanto si possa pensare. Il suo carattere di comple-tezza, inoltre, si esprime nella capacità di tonificare tutti i principali gruppi muscola-ri, da quelli superiori (pettorali, addomina-li e dorsali) a quelli inferiori (quadricipiti delle cosce, glutei, vasto mediale sopra il ginocchio) passando, naturalmente, per le braccia, che svolgono il non trascurabile ruolo di stabilizzatori dinamici del moto e che, con il collo e la schiena, partecipano attivamente al mantenimento dell’equili-brio e del movimento stesso. Nel poten-ziare, ancora, grazie al lavoro aerobico,

Arrivato in Italia

negli anni '90,il rollerblade

è divenutouna delle discipline

sportive più amate

dai giovani

Di Matteo

Trombacco

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l’apparato cardiovascolare e la resi-stenza, nello sviluppare e migliorare due qualità di base fondamentali per la vita di tutti i giorni, la coordinazione e l’equilibrio. Da non sottovalutare poi l’alto dispendio calorico, molto utile a chi sia interessato a bruciare i grassi in eccesso. Inizialmente è fondamentale imparare a stare in equilibrio, dapprima da fer-mi, poi appoggiandosi a qualcosa e, in seguito, percorrendo tratti a piccoli passi, sempre più lunghi e senza alcun appoggio. Una volta acquisita una cer-ta stabilità, è necessario ricercare la posizione corretta: testa alta, schiena diritta con ginocchia leggermente pie-gate. Da questa posizione si comincia a scivolare in avanti prima con una gamba e poi con l’altra, eseguendo il cosiddetto passo a spina di pesce. Se è fondamentale imparare a scivolare, al-trettanto lo é riuscire a frenare. Nei pat-tini per principianti vi è un freno tampo-ne, in genere posizionato alla base del piede destro: basta appoggiare il tacco a terra e sollevare l’avampiede per di-minuire la velocità fino a fermarsi. Nel rollerblade, inoltre, sono fonda-mentali le protezioni. I pattini, infatti, consentono di raggiungere velocità notevoli: per questo motivo è impor-tante, dato che si schettina sempre e comunque sul duro asfalto, indossare paragomiti, paraginocchia, parapolsi e caschetto. Utilizzando queste prote-zioni, che all’inizio fanno sembrare i pattinatori un po’ dei robot, ma della cui importanza si prenderà completa

consapevolezza alla prima, inevitabile caduta, il pattinaggio in linea diventerà un’attività ludico – agonistica sicura e divertente, adatta ad essere praticata da soli, ma anche in compagnia. Un modo nuovo, insomma, per riappro-priarsi degli spazi urbani, una mobilità nuova, assolutamente ecologica ed economica, che permette, inoltre, di

farsi nuovi amici.Quindi, cosa aspettate? Ci avvicinia-mo alla primavera, il sole ricomincia a splendere e la temperatura ad alzarsi. Niente di meglio, dunque, che inforcare i rollerblade e cominciare a prepararsi alla tanto temuta prova costume. Sem-pre stando attenti a dove si pattina, mi raccomando!

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LOTTA CONTINUAIn un momento di crisi come quello che sta vivendo il nostro Paese, tra le poche percentuali che si è lieti di vedere in calo, ci sono, senza dubbio, quelle relative al consumo di droga. Di fatto i numeri con-fermano che anche quest’anno appena trascorso ha seguito il trend del calo dei consumi di sostanze stupefacenti nel nostro Paese. Già l'anno scorso si era registrato un calo superiore al 20% dei consumi, dato che oggi è stato riconfer-mato con uno studio focalizzato su oltre 35mila giovani, il target più importante per il problema droga. Su un campione di 32.389 giovani di età compresa tra 15-19 anni, infatti, si è registrato un calo generalizzato dei consumi, seppur di misura inferiore rispetto a quello ri-levato nel 2008-2010. Le percentuali dei soggetti che assumono sostanze stupefacenti, in ordine all'uso dichiarato negli ultimi 12 mesi, hanno registrato i seguenti dati: eroina 0,6% (0,8% nel 2010), cocaina 2,1% (2,9% nel 2010); cannabis 18,2% (18,5% nel 2010); sti-molanti - amfetamine - ecstasy 1,3% (1,7% nel 2010); allucinogeni 2,3% (2,7% nel 2010). Questi dati sono stati presentati dal DPA, il Dipartimento Politiche Antidroga che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri durante l’annuale Rela-zione al Parlamento tenu-tasi lo scorso novembre. Una prima valutazione che si può fare è che, tali dati, confermerebbero, con buona evidenza, la

validità delle politiche antidroga, che hanno registrato in questi ultimi tre anni una riduzione persistente dei consumi di sostanze stupefacenti e alcoliche, mag-giormente nelle categorie più a rischio: ovvero tra i più giovani. Conseguenze di questa, anche una riduzione della mor-talità e della diffusione delle infezioni da hIV ed un contenimento delle epa-titi. L’altra faccia della medaglia, che si prospetta ad una analisi completa dei dati, è un positivo aumento degli utenti in trattamento, segnale quest’ultimo di una crescente necessità di interrom-pere il consumo di droghe. Immediata conseguenza di queste efficaci azioni è la riduzione degli incidenti, dei decessi e dei feriti in incidenti stradali correlati al consumo di alcol e droga, oltre che alla diminuzione delle infrazioni per la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti e/o alcol. Anche l'introduzione del drug test dei lavoratori con mansione a rischio ha rilevato una riduzione dei soggetti ri-sultati positivi. Sempre secondo i dati

Droga ed alcol

restano un problema

prioritario, una piaga sociale che

dev’essere assolutamente

debellata. Per questo

motivoil Senatore

Giovanardi, nonostante i nuovi dati positivi sul fenomeno

dipendenze, invita a non

abbassare la guardia

di Zeno Delaini

Responsabile del periodico

VeroSport

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del DPA anche i ricoveri nei reparti ospedalieri per vari motivi, sempre droga correlati. Il sistema generale di contrasto al traffico ed allo spac-cio ha fatto registrare, inoltre, la di-minuzione del numero dei detenuti per violazione del DPR 309/90, e contestualmente l'aumento dei tos-sicodipendenti usciti dal carcere in applicazione delle misure alterna-tive. Imperativo assoluto: perseve-rare e non mollare la presa. È ciò che ha affermato il Senatore Carlo Giovanardi: -“é necessario, però, non abbassare la guardia anche se esprimo grande soddisfa-zione per il calo dei consu-mi registrato soprattutto nei ragazzi che testimonia come stia maturando nei paesi Europei, compresa l'Olanda, la consapevolez-za del danno e del rischio della droga e della ne-cessità di mantenere co-stanti nel tempo politiche ed interventi veramente incisivi e contro qualsiasi uso di sostanze stupefa-centi e l'abuso alcolico.” E ancora:-“È opportuno e necessario – ha prosegui-to il Senatore - non intro-durre alcuna legislazione di tolleranza nei confronti del consumo di tali so-stanze E' da sottolineare inoltre la valutazione posi-tiva della strategia italiana anche del contenimento della mortalità rispetto

ai dati europei droga correlati. Da non dimenticare infine che sono sempre meno i tossicodipendenti che entrano in carcere: dal 2008 al 2010 si è registrato un decremen-to del 21,4% (da 30528 soggetti a 24008 soggetti) e sempre di più sono quelli ne escono per intra-prendere percorsi terapeutici al-ternativi. Dal 2008 al 2010 infatti, i dati hanno mostrato un aumento pari all'83% (da 1380 soggetti a 2526 soggetti). Per quanto riguarda il risultato raggiunto rispetto al calo dei consumi e al calo della morta-

lità ci troviamo di fronte ad trend positivo a favore dell'Italia, con uno "spread droga" per una volta tanto favorevole al nostro Paese". In oc-casione della V Conferenza Nazio-nale Antidroga era, inoltre, emersa la necessità di omogeneizzare le strutture dei Dipartimenti su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di raggiungere un’organizzazione efficiente, strutturata, in grado di coordinare gli interventi territoriali e coordinarsi al proprio interno in maniera efficiente ed efficace. Le Linee di Indirizzo che sono state

proposte ed elaborate anche sulla base degli orientamenti europei e vogliono rappresentare per tutte le Regioni e le Province Autonome, nel rispetto della loro piena autonomina, un punto di riferimento tecnico scientifico a cui ispirar-si per un miglioramento del sistema preventivo, assistenziale e riabili-tativo nel campo delle dipendenze da sostanze stupefacenti, da alcol ma anche da tabacco farmaci non prescritti e gioco patologico. Il mo-dello proposto infatti rap-presenta un prototipo di Dipartimento forte, ben strutturato integrato ter-ritorialmente orientato dotato di autonomie a e altamente specializzato.

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SICURI PER LA VITA ON ThE ROADNo al proibizionismo e si all’in-formazione e al divertimento sano. Si può riassumere così la campagna di sensibilizza-zione che in questi anni l’as-sociazione Sicuri per la vita ha condotto, con l’unico scopo di prevenire, o quantomeno ri-durre, gli incidenti per guida in stato di ebbrezza ed ecces-so di velocità, il tutto legato al tanto discusso divertimento notturno.L’esigenza è quella di sensi-bilizzare i ragaz-zi alla sicurezza stradale per sviluppare in loro l’attenzio-ne alle insidie ed ai pericoli presenti sulle strade. Abbia-mo cercato di infondere un comportamen-to consapevole, di informare ed educare i ra-gazzi cercando di indurre un cambiamento nei comporta-menti per pre-venire inciden-

ti stradali, evitando però la chiave della paura, del proibi-zionismo e del paternalismo; stimolando, invece, il senso di responsabilità, di autonomia e di convivenza civica.Per raggiungere l’obiettivo abbiamo coinvolto più sog-getti, enti ed istituzioni da un lato, gestori ed organizzato-ri dall’altro, integrando così professionalità e risorse di soggetti pubblici e privati. E

proprio così, il 15 marzo 2008 nella cornice meravigliosa di Villa Boschi, ad Isola della Scala, è nato il primo evento ufficiale di “Sicuri per la vita on the road”.L’evento ha visto la partecipa-zione di quasi 1.500 ragazzi che hanno ballato e si sono divertiti fino a tarda notte grazie anche alla straordina-ria partecipazione dell’ospite Gianluca Motta, dj e produ-

cer nazionale: la serata è stata caratter izzata anche da uno spettacolo piro-tecnico.Durante la se-rata, è stata effettuata una campagna di sensibilizzazio-ne alla sicurezza dei giovani sulle strade, nonché, in particolare, contro la guida in stato di eb-brezza e sotto sostanze stu-pefacenti. A tal fine, è stato al-lestito, in stretta collaborazione

A cura di Giuliano occhipinti

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con la Polizia Lo-cale di Verona che ha dato un prezio-so contributo gra-zie alle precise co-gnizioni tecniche, professionalità ed esperienza, uno stand Sicuri per la Vita, all’interno del quale è stato installato un mi-suratore del tasso alcolemico e sono stati distribuiti, a ciascun parteci-pante, una copia della nostra rivista e gadget utili come il gilet catarifran-gente ed gli alcol test “usa e getta”.Di fortissimo im-patto le foto appese alle pareti del gazebo relative a incidenti, tutti mortali, accaduti nel terri-torio veronese.Il 24 febbraio 2009, in occa-sione del carnevale, Sicuri per la vita, in collaborazione con altre due associazioni e con il Patrocinio del Comune di Verona, ha partecipato ad un evento cittadino in cui si è esibito il top dj italiano Claudio Coccoluto. Anche in questa oc-casione l’afflusso di ragazzi è stato molto importante, quasi 1.800, e la serata ha visto la partecipazione di Assessori del Comune di Verona e della Po-lizia Locale, che, all’interno di un proprio stand, ha promosso la campagna “prevenire sen-za reprimere”, permettendo ai giovani avventori, incuriositi dai meccanismi del misuratore alcolemico ed invitati a soffiare “senza rischi”, di conoscere le

conseguenze del ritiro patente per guida in stato di ebbrezza. Visto il successo dei suddetti eventi e la sensibilità dimostra-ta dai ragazzi durante le feste, lo staff di Sicuri per la vita ha deciso di collaborare con l’as-sociazione culturale A.G.I.F. ed il Comune di Verona, nel proget-to “Enjoy your Life”, un festival di musica che ha come motto “No drugs in life, no alcol on the road”. Sul palco si sono esi-biti artisti di fama nazionale ed internazionale, dai Planet Funk e Cassius a Christian Marchi nell’edizione del 2009. Il 2010 ha visto la partecipazione di Carl Craig, protagonista asso-luto della techno di Detroit, dei Motel Connection, ovvero, Samuel, già cantante dei Sub-sonica che alterna microfono, macchine, chitarre e giradischi, Pierfunk (fino ai primi due di-schi sempre dei Subsonica, l’artefice delle linee di basso)

e Pisti ai piatti, e gran chiusura con i Crookers, vero e proprio nome di culto per la scena dance!Durante il festi-val sono stati distribuiti ed uti-lizzati in tempo reale migliaia di etilotest monou-so ed, almeno altrettanti ragaz-zi, hanno potuto testare il loro li-vello di tasso al-colemico grazie all’etilometro a torcia fornito dal-la Polizia Locale di Verona. All’in-terno dello stand

della nostra rivista, oltre agli etilometri monouso, era possi-bile ritirare le copie della rivista e degli utilissimi gadget come il gilet catarifrangente.Una delle cose che ci colpisce di più è la poca informazio-ne sulle conseguenze di usi e abusi di alcol e droga, conse-guenze che il nostro personale, ma soprattutto gli agenti della Polizia Locale non esitano ad amplificare ai ragazzi trovati positivi agli alcol test, invitati sempre a trovare una soluzione per tornare a casa senza met-tersi alla guida, quali designare un amico del gruppo che non abbia bevuto, oppure chiamare i genitori od un taxi.Tutto ciò ci fa ben sperare ed è per questo motivo che verran-no organizzati e sostenuti dalla nostra rivista altri numerosissi-mi eventi “Sicuri per la vita on the road”.

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VENTI CORPI NELLA NEVESi dice che con le gambe sotto il tavolo si parli meglio. E che ci si intenda ancor meglio dopo un buon piatto di pasta e un generoso bicchiere di vino. Sarà per questo motivo che l’appuntamento è stato fissato per l’ora di pranzo all’inter-no dell’Osteria L’Anfora, in centro a Padova. E così, tra uno spaghetto allo scoglio ed un bicchiere di bian-co della casa, Giuliano comincia a parlare, finalmente più sereno dopo la corsa che, in precedenza, l’aveva portato da Treviso a Mon-tebelluna e da lì a Padova: “Amo mangiare e bere bene” esordisce Giuliano, che di cognome fa Pasini, di professione si occupa di comuni-cazione e che, da grande, vorrebbe fare lo scrittore a tempo pieno.

Già, perché Giuliano, all’anagrafe nato – “vecchio”, come dice lui – trentasette anni fa a Zocca, picco-lo comune del modenese che, tra

l’altro (e nient’altro!), ha dato i natali al Vasco nazionale, ma trasfe-ritosi da ormai undici anni a Treviso – città che ama, e nella quale vorrebbe far crescere il proprio figlio, se e quando verrà! –, ha re-centemente pubblicato un libro. Ma non stiamo parlando della solita opera prima, per capir-ci uno di quei libri che, sì, piacciono alla casa editrice, ma per i quali devi sborsare di tasca tua qualche migliaio di euro: assolutamente no! Giuliano ha, infat-ti, vinto un concorso, sbaragliando tremila

scrittori, o aspiranti tali, indetto dal Gruppo Mauri Spagnol, il se-condo a livello nazionale, che tra i suoi affiliati può vantare editori del calibro di Longanesi, Tea, Garzanti o Guanda.

La giustizia dei martiri, questo era il primo titolo del libro di Giulia-no, ora intitolato Venti corpi nella neve, ha almeno due particolarità: nato come un e-book è divenuto, nel giro di un anno, grazie alla Ti-meCrime, un libro vero e proprio; la seconda è che è veramente ben fatto e ben scritto. Sfogliando fre-neticamente le pagine si rimane rapiti dalla trama, dai personag-gi, dal linguaggio che dà vita a quest’opera prima. Un mix di Fran-cesco Guccini, Macchiavelli, ovvia-mente Loriano, e Giuseppe Genna, abilmente amalgamati con giallisti americani, miti greci, cantautori ita-liani e storie vere. “Dopo Omero e Virgilio – sembra scusarsi Giuliano – nessuno può più inventare nulla. Quello che ho scritto è una storia ambientata sull’Appennino tra Mo-dena e Reggio, che sono i luoghi dove sono nato: lì, tra quei monti, sono cresciuto a crescentine e rac-conti partigiani. L’Emilia – spiega – è sempre rimasta fedelmente legata alla propria tradizione par-tigiana… forse perché la strage di Marzabotto ci ha segnato tutti… sì, un po’ come quella del Prà Grand, che racconto nel mio libro”. Una miscellanea di passato e pre-sente, finzione e realtà, storie e colpi di scena, quindi, questo libro di Pasini, che fa presagire la nasci-ta di uno scrittore che, anche se forse non riuscirà a vivere di scrit-tura, sicuramente saprà regalare ulteriori, nuove emozioni.

Intervista a quattrocchi con Giuliano Pasini,

astro nascente del giallo made in Ita-ly: dopo aver vinto il premio IoScrivo 2011, finalmente è

uscito nelle librerie Venti corpi nella

neve, il suo primo, e già acclamato,

romanzo. Lo ab-biamo incontrato

per voi a Padova e, tra un bicchiere di

vino e l’altro, si è confessato…

Di Matteo Trombacco

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La scorsa estate sono stato spettato-re di un incidente che purtroppo ha visto coinvolto uno dei miei più cari amici.Per trascorrere un weekend diverso dai soliti avevo accettato l’invito di un amico di Brescia, conosciuto al mare. La serata era iniziata in allegria, con i suoi amici eravamo in giro per la città pronti per andare ad una festa orga-nizzata poco lontano.Presi i motorini, ci siamo diretti verso la festa quando all’ improvviso da un incrocio è sbucata una macchina che ha centrato lo scooter del mio amico, che per riservatezza voglio chiamare Marco. Io che ero li a pochi passi l’ho visto letteralmente volare in aria e ri-cadere rovinosamente a terra.Spaventati siamo accorsi in suo aiuto

aspettando l’arrivo dell’ambulanza.Nonostante la sua velocità non fosse elevata e portasse il casco Marco ha riportato delle lesioni sul volto che forse neanche il tempo potrà cancel-lare.E’ vero il casco era allacciato, ed era uno di quei bei modelli aperti, sicu-ramente di moda, ma come in questi casi non suffi ciente per evitare spia-cevoli situazioni.Per quanto mi riguarda io non ho sempre utilizzato un casco integrale, ma dopo questa esperienza ho capito che è decisamente più sicuro e che soprattutto non vale la pena di rima-nere sfi gurati in volto per così poco. Consiglio a tutti i ragazzi che hanno la mia età di usare il casco integrale, una scelta che anche Marco adesso rimpiange di non aver fatto.

Per questo primo numero de ‘La pagina dello studente’ abbiamo deciso di riportare il contributo di Dimitri Canato, un caro amico di ‘Sicuri per la vita’ che per primo parlò delle sue esperienze. Adesso Dimitri non c'è più. Per questo motivo vogliamo dedi-care a lui e alla sua famiglia, non solo questa pagina, ma tutta la nostra rivista. Ciao Didi!

IL CASCO INTEGRALEDimitri ci racconta di come una serata di festa si sia trasformata in un brutto, indelebile ricordo: colpa di un mancato rispetto della precedenza da parte di un automobilista, ma anche della ‘moda’ del casco aperto.di dimitri canato

LA PAGINA DELLO Studente

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NEWS&EVENTI un poliziotto per amico 2011/2012LA POLIZIA DI STATO, IN COLLABORAZIONE CON IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E CON L'UNICEF, BANDISCE L'EDIZIONE 2011/2012 DEL CONCORSO ‘UN POLIZIOTTO PER AMI-CO’, RIVOLTO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE D'INFANZIA, PRIMARIE E SECONDARIE DI I GRADO E AGLI ALUNNI DEL BIENNIO DELLE SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI.

scuola Volontariato: le rinnoVabiliUNA CAMPAGNA SUL RISPARMIO ENERGETICO E LA SOSTE-NIBILITà AMBIENTALE ChE È ANChE UN CONCORSO, ANZI DUE, DEDICATI A CLASSI E FAMIGLIE. é CIò ChE hA IDEATO ESTRA CON LEGAMBIENTE E GIUNTI PROGETTI EDUCATIVI PER LE CLASSI V DELLE SCUOLE ELEMENTARI E PER IL TRIENNIO DELLE MEDIE DI TOSCANA, UMBRIA, MARChE, MOLISE E ABRUZZO. SONO 646 LE CLASSI COINVOLTE, ALLE QUALE SONO STATI CONSEGNATI 1.900 KIT DIDATTICI: UNA COPIA DEL PICCOLO VOLUME ‘QUANTE ENERGIE! CO-NOSCERLE E USARLE BENE’, UNA GUIDA PER L’INSEGNAN-TE, UN CALENDARIO PERPETUO DA APPENDERE IN CLASSE CON VIGNETTE E CONSIGLI SUL RISPARMIO ENERGETICO E UNA LOCANDINA CON I DETTAGLI PER PARTECIPARE AL CONCORSO.

certamen sebinumL'ISTITUTO ‘DECIO CELERI’ DI LOVERE (BG) BANDISCE LA PRI-MA EDIZIONE DEL CERTAMEN SEBINUM, EREDE DEL CERTA-MEN CLUSONENSE, NATO CON L'OBIETTIVO DI VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE E LIN-GUISTICO DEL MONDO LATINO. IL CERTAMEN RIENTRA NEL QUA-DRO DELLE INIZIATIVE PREVISTE DAL MINISTERO DELL’ISTRUZIO-NE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE ECCELLENZE.

obbligo di targa per i ciclomotoriDAL 12 FEBBRAIO 2012 SCATTA L’OBBLIGO DEL-LA TARGA PER TUTTI I CICLOMOTORI IN CIRCOLA-ZIONE; IL DECRETO DEL MINISTRO DELLE INFRA-STRUTTURE E DEI TRASPORTI DEL 2 FEBBRAIO 2011 (GAZZETTA UFFICIALE N. 76 DEL 2 APRILE 2011), INFATTI, PREVEDE PER I CICLOMOTORI L’OBBLIGO DI SOSTITUIRE IL CONTRASSEGNO DI IDENTIFICAZIONE CON LA TARGA E IL CERTIFICA-TO DI IDONEITà CON IL CERTIFICATO DI CIRCOLA-ZIONE.

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