SICUREZZA URBANA E TERRITORIALE NELLA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA * FRIULI VENEZIA GIULIA...

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SICUREZZA URBANA E TERRITORIALE SICUREZZA URBANA E TERRITORIALE NELLA REGIONE AUTONOMA NELLA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA FRIULI VENEZIA GIULIA * * SECONDO PROTOCOLLO D’ INTESA Trieste, 5 luglio 2010

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SICUREZZA URBANA E SICUREZZA URBANA E TERRITORIALE NELLA REGIONE TERRITORIALE NELLA REGIONE

AUTONOMAAUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIAFRIULI VENEZIA GIULIA

**SECONDO PROTOCOLLO D’ INTESA

Trieste, 5 luglio 2010

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SUPERFICIE7858 kmq

POPOLAZIONE1.222.061 abitanti

4PROVINCE

218COMUNI

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TRIESTE6 Comuni

UDINE136 Comuni

PORDENONE51 Comuni

GORIZIA25 Comuni

LE PROVINCELA REGIONE

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REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

MINISTERO DELL’ INTERNO

LE PARTI CONTRAENTI

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UN PROTOCOLLO NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ E DELL’INNOVAZIONE

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Progetti afferenti:

1. la formazione e l’aggiornamento professionale congiunto;

2. la prevenzione sociale e le intese locali in materia di sicurezza integrata;

3. il supporto all’attività decisionale;

4. le sale operative delle Forze di Polizia e dei Corpi della Polizia locale;

5. la dislocazione coordinata dei presidi, che costituisce un nuovo progetto rispetto ai primi quattro previsti dal protocollo del 2007.

• Perfezionamento di un sistema integrato di collaborazione tra Stato e Regione, avviato con il primo Protocollo sottoscritto nel 2007, per il perseguimento di condizioni ottimali di sicurezza delle città e del territorio extraurbano.

• Innovazioni, rispetto al primo Protocollo di’Intesa, volte a definire più efficacemente alcuni aspetti della collaborazione interistituzionale.

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AREE DI INTERVENTO

COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE ANCHE CON GLI ENTI LOCALEANCHE CON GLI ENTI LOCALE

Formazione e aggiornamento professionale

congiunto

Supporto all’attività decisionale

Sale operative delle Forze di

Polizia e dei Corpi di Polizia locale

Piano coordinato di dislocazione dei

presidi

Prevenzione sociale e intese

locali in materia di sicurezza integrata

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FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE CONGIUNTO

OBIETTIVI

Sviluppare mirate attività formative, dirette alla Polizia locale con la collaborazione della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, volte a migliorare la professionalità di tutti gli operatori per garantire maggiore sinergia.

OGGETTO E STRUMENTI

• Aggiornamento professionale congiunto attraverso corsi relativi a polizia di prossimità; interconnessione delle sale operative; concorso nei servizi di controllo del territorio da parte della Polizia locale; utilizzo della videosorveglianza; disordine urbano e episodi di inciviltà; immigrazione; sicurezza del lavoro ecc…• Programmazione annuale di attività formative attraverso seminari, tavole rotonde, conferenze.

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PREVENZIONE SOCIALE E INTESE LOCALI IN MATERIA DI SICUREZZA

INTEGRATA

• Impegno delle Parti a potenziare il partenariato tra Enti Locali e Forze di Polizia attraverso la promozione di Patti Locali per la sicurezza finalizzati alla realizzazione di politiche e interventi integrati sul piano della prevenzione sociale, situazionale e comunitaria, al sostegno delle cui progettualità concorre la Regione. • COSPS: sede di confronto interistituzionale per la condivisione degli obiettivi integrati verso i quali indirizzare le progettualità

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SALE OPERATIVE DELLE FORZE DI POLIZIA E DEICORPI DI POLIZIA LOCALE

OBIETTIVO

Sviluppare le progettualità già avviate ai fini di una più ampia sinergia tra le sale operative delle Forze di Polizia e quelle dei Corpi di Polizia locale e di un migliore impiego delle risorse sul territorio e tempestività degli interventi.A Trieste, in virtù del primo Protocollo, è stata realizzata una sala operativa “virtuale interforze”; l’interconnessione in videoconferenza è già operativa anche ad Udine e in via di implementazione a Pordenone e a Gorizia.

STRUMENTI

• Adozione di un disciplinare operativo per definire le procedure relative all’attivazione del sistema di videoconferenza e dei flussi nei capoluoghi di provincia.• Possibilità di verificare la fattibilità di una sperimentazione in ambito regionale del NUE (Numero unico di emergenza europeo), coerentemente con le evoluzioni e gli aggiornamenti intervenuti nonché con l’esito della sperimentazione condotta in provincia di Varese.

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SUPPORTO ALL’ATTIVITA’ DECISIONALE

OBIETTIVO

Scambio informativo dei dati afferenti ai fenomeni di criminalità, alle situazioni di disordine urbano e agli episodi di inciviltà, al fine di supportare e orientare l’attività decisionale delle Parti, che si impegnano a condividerne l’attuazione attraverso gli strumenti di cooperazione istituzionale (ad es. CPOSP).

I dati afferenti la delittuosità delle province/comuni in possesso del CED del Dip. P. S. e ad episodi di inciviltà e degrado urbano rilevati dalle Polizie locali:

• sono concentrati in un archivio unificato presso la Prefettura di Trieste, che costituisce il nucleo centrale del “Sistema informativo comune”;• sono resi disponibili in forma statistica e attraverso sistemi che consentono la visualizzazione territoriale dei fenomeni.

MODALITA’ DI CONSERVAZIONE E DIFFUSIONE DEI DATI

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PIANO COORDINATO DI DISLOCAZIONE DEI PRESIDI

Si tratta di una nuova progettualità, già presente nel Protocollo con la Regione Veneto, con la quale le Parti concordano di valutare, secondo le linee di indirizzo formulate dal Ministero dell’Interno, gli interventi di natura logistica, strumentale o finanziaria in vista di una migliore distribuzione delle Forze di Polizia dello Stato e dei Corpi di Polizia locale nella Regione, al fine di assicurare una loro equilibrata presenza sul territorio.

STRUMENTI

• Programmazione di interventi finalizzati alla realizzazione di nuove infrastrutture o alla ristrutturazione di quelle esistenti, tenendo conto delle priorità in rapporto agli indici di sicurezza e alla economicità e razionalità di gestione, attraverso il contributo della Regione.• Impegno della Regione affinché, laddove necessario, la programmazione urbanistica contempli, tra le opere di urbanizzazione secondaria,i presidi delle Forze di polizia dello Stato e dei Corpi della Polizia locale.

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Responsabili del coordinamento generale

Rappresentante del Ministero dell’Interno

Rappresentante della Regione Autonoma del

Friuli Venezia Giulia

•Nomina dei Responsabili di progetto e, d’intesa, dei gruppi di lavoro paritetici• Promozione di verifiche periodiche, almeno annuali• Armonizzazione delle programmazioni definite dai responsabili di progetto• Inoltro della programmazione annuale dei progetti alle rispettive amministrazioni• Proposta alle Parti di integrazione della programmazione necessaria all’attuazione dei progetti• Promozione di modifiche ai contenuti dell’Intesa

MODALITA’ OPERATIVE

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Responsabili di progetto

Rappresentante del Ministero dell’Interno

Rappresentante della Regione Autonoma del

Friuli Venezia Giulia

•Proposta di programmazione annuale del progetto•Definizione operativa e programmazione tempistica delle diverse attività•Coordinamento e verifica del regolare funzionamento dei gruppi di lavoro paritetici previsti per tutte le progettualità, allo scopo di sostenere i responsabili di progetto con “expertice” dei rispettivi comparti

MODALITA’ OPERATIVE

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MODALITA’ OPERATIVE

GRUPPI DI LAVORO PARITETICI

Predisposizione delle Convenzioni per la formazione e della programmazione

annuale per l’aggiornamento

professionale

Predisposizione di studi e progettualità in

materia di prevenzione sociale e sicurezza

integrata

Definizione del disciplinare tecnico

operativo del sistema informativo comune

(SIC)

Predisposizione del piano di realizzazione e

ristrutturazione dei presidi

Predisposizione del disciplinare operativo per l’attivazione del

sistema di videoconferenza tra le

sale operative delle Forze di Polizia e della

Polizia locale

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DURATA E VERIFICHE

Il protocollo di intesa ha durata triennale ed è rinnovabile.

All’attuazione dei programmi sovraintende il Prefetto di Trieste in collaborazione con i Prefetti delle altre province e uno o più rappresentanti regionali.

La Regione attiverà apposite forme di contribuzione logistica, strumentale o finanziaria da destinarsi all’attuazione dei programmi previsti.

Il protocollo di intesa è aperto alla sottoscrizione di successivi accordi con altri soggetti, pubblici o privati, funzionali alla realizzazione degli obiettivi in esso previsti.

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