Sia Lombardia - Alcool-Newsletter - N. 2, Luglio 2011

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1 Notizie dal mondo dell’alcologia per i giovani… N° 2 – Luglio 2011 Ciao a tutti…eccoci al secondo numero! Speriamo che il primo vi sia piaciuto e abbia stimolato alcune riflessioni. Questa volta prenderemo in esame l’argomento alcol e alimentazione; inoltre, notizie e curiosità dal “mondo alcool” e una nuova leggenda metropolitana! Buona lettura! Alcool e salute (non solo fisica): informazioni, approfondimenti e curiosità Alcol e cibo...che relazione c’è? In questo numero vorremmo approfondire il significato del bere sociale e del rapporto tra alcol e cibo, visto che non solo il “mangiare insieme” ma a volte anche il “bere insieme” presentano importanti elementi di socialità. Una bella tavolata fra amici è infatti spesso accompagnata da vino o altre bevande alcoliche.

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Notizie dal mondo dell’alcologia per i giovani…N° 2 – Luglio 2011Ciao a tutti…eccoci al secondo numero!Speriamo che il primo vi sia piaciuto e abbia stimolato alcune riflessioni.Questa volta prenderemo in esame l’argomento alcol e alimentazione; inoltre,notizie e curiosità dal “mondo alcool” e una nuova leggenda metropolitana!Buona lettura!

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Notizie dal mondo dell’alcologia per i giovani… N° 2 – Luglio 2011

Ciao a tutti…eccoci al secondo numero! Speriamo che il primo vi sia piaciuto e abbia stimolato alcune riflessioni. Questa volta prenderemo in esame l’argomento alcol e alimentazione; inoltre, notizie e curiosità dal “mondo alcool” e una nuova leggenda metropolitana! Buona lettura!

Alcool e salute (non solo fisica): informazioni, approfondimenti e curiosità

Alcol e cibo...che relazione c’è? In questo numero vorremmo approfondire il significato del bere sociale e del rapporto tra alcol e cibo, visto che non solo il “mangiare insieme” ma a volte anche il “bere insieme” presentano importanti elementi di socialità.

Una bella tavolata fra amici è infatti spesso accompagnata da vino o altre bevande alcoliche.

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Partiamo allora dalla definizione di “bere sociale” per poi approfondire l’alcol dal punto di vista nutrizionale.

E’ indispensabile specificare che per “dosi consigliate” non si intende dire che esista una quantità di alcol innocua o benefica; piuttosto, si intende stabilire un limite di consumo socialmente accettabile e tollerabile per la salute fisica e mentale, limite oltre cui si cominciano a manifestare gli effetti dell’intossicazione (concetto che approfondiremo tra poco). L’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce, infatti, il limite di consumo giornaliero a basso rischio (basso rischio significa appunto che il rischio è sì basso, ma c’è) in circa 20-40 grammi di alcol al giorno per gli uomini e 20-30 per le donne, da consumarsi ai pasti e misurati in unità di 12 grammi circa, ovvero:

E’ da sottolineare che, per una serie di motivi che analizzeremo nei prossimi numeri, non dovrebbero assolutamente bere alcolici: - i minori di 16 anni; - le donne incinte; - chi assume farmaci psicotropi; - chi si mette alla guida di un veicolo.

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Prima che gli effetti di intossicazione si manifestino l’azione dell’alcol è comunque presente e dannosa, anche se non direttamente percepibile. E’ importante sottolineare come criterio di “accettabilità sociale” del bere l’assenza di danni fisici e di alterazioni del comportamento legati al consumo di alcol, un nodo piuttosto cruciale su cui abbiamo avuto modo di riflettere nel primo numero parlando di binge drinking. Come abbiamo appena visto, il bere sociale si attua prevalentemente ai pasti, quindi vale la pena di osservare più da vicino la composizione di questa sostanza. Una bevanda alcolica (un drink) contiene 7 kcalorie (kcal/grammo = apporto energetico medio di un alimento per grammo); per fare un paragone, una merendina in commercio ne contiene 4,12/g. Questo significa che l’alcool è ricco di calorie. Ma è anche nutritivo? Purtroppo l’apporto calorico di un alimento non va di pari passo con la sua capacità nutritiva. Infatti, nel caso dell’alcool, le calorie che contiene non sono dovute a proteine (presenti, ma in minima quantità), bensì a zuccheri. Le proteine sono importanti perché costituiscono i mattoni con cui il nostro corpo viene “costruito” (per esempio, i muscoli sono costituiti in gran parte di proteine),

mentre gli zuccheri non servono a nutrire e a “costruire” il nostro corpo, ma solo da combustibile, come energia immediata.

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Nel caso dell’alcol, addirittura “non è un buon combustibile, perché brucia troppo rapidamente” come dice “Alcol...non sbagliare strada - Progetto Strada e Dintorni - Azienda USL di Parma”. E’ anche per questo motivo che l’alcool, se ingerito in notevole quantità e per lungo tempo, possiede un effetto “ingrassante”. Nei soggetti che intraprendono l’astinenza dalle sostanze alcoliche si nota con evidenza un dimagrimento che non dipende da alcun cambiamento nell’alimentazione, ma esclusivamente dallo smaltimento e disintossicazione dell’alcool dal corpo. Arrivati a questo punto vediamo cosa succede nell’organismo una volta bevuto il nostro cocktail. Per poter proseguire senza intoppi nel discorso, partiamo da due concetti fondamentali:

Allora, cominciamo. Una volta ingerito, l’alcol arriva nello stomaco,

- dove viene assorbito rapidamente e già in piccola parte metabolizzato, - e dopo 5 minuti dall’ingestione è rintracciabile nel sangue; - il fegato metabolizza la quota maggiore di alcol. - L’alcol giunge poi nell’intestino, dove il suo assorbimento viene completato;

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- la fase di assorbimento può durare da circa 30 min (se si beve a stomaco vuoto) a 90 min o più, se si beve durante il pasto.

- i valori massimi a digiuno si raggiungono all’incirca tra i 45 e i 90 minuti;

La velocità di assorbimento dipende infatti da alcuni fattori:

Come abbiamo visto l’alcol viene assorbito, ovvero passa nel sangue attraverso le pareti di stomaco e intestino. Questo significa che la sua azione non riguarda solo questi due organi, ma tutto l’organismo, grazie alla circolazione sanguigna. Il cervello non è un organo isolato dal resto del corpo, perciò attraverso il sangue subisce l’azione dell’alcol. Vediamo più da vicino cosa succede nel cervello. Il 90% dell’alcol passa quasi immediatamente la barriera emato-encefalica, riesce cioè a oltrepassare la rete di piccolissimi vasi sanguigni che circonda e irrora il cervello, raggiungendolo: comincia ad agire su di esso e produce i suoi effetti

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anche sul comportamento – a seconda della quantità di alcool assunta, e quindi in circolo. La struttura di questi capillari riesce a bloccare molte sostanze (farmaci, ad esempio), ma non l’alcool, che riesce a passare attraverso le maglie, tra una cellula e l’altra.

La sensazione di euforia, di “testa pesante”, di sonno sono tutti segnali che la sostanza alcolica è giunta “a destinazione”: l’alcool comincia ad agire sul cervello. E’ questo il principio di intossicazione cui abbiamo accennato all’inizio: se la quantità di alcol ingerito è tale da aver raggiunto il cervello significa che abbiamo superato le “dosi consigliate”, l’intossicazione è in atto. Vediamo ora in quanto tempo e come viene eliminato l’alcol dal corpo. Ogni ora l’organismo umano smaltisce una certa quantità di alcool, e non di più. (la velocità di eliminazione è di 0,16 g/L/ora). Non esiste alcun mezzo o assunzione di sostanza (per esempio, una bella tazza di caffè o una doccia) che possa controbilanciare gli effetti dell’alcool, o accelerarne l’eliminazione dal corpo. E’ solo il tempo l’unico fattore che conta.

Nemmeno mangiare qualcosa a fine serata ci fa realmente “riprendere” dagli effetti di una bevuta. Come abbiamo visto nelle figure 3a e 3b, l’assorbimento è

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ritardato dalla presenza di cibo nello stomaco inducendo una sensazione come di “essersi ripresi”. Questa è appunto solo una sensazione, falsa e dovuta al fatto che il nostro organismo è impegnato nel processo di digestione. Siamo arrivati all’ultima tappa: come si elimina l’alcol dal corpo. Le vie di eliminazione sono le urine, l’aria espirata, il sudore, la saliva e le feci. Ecco spiegato perché dopo aver bevuto…si puzza di alcol! A questo punto, che fare? Come possiamo conciliare il divertimento e lo stare insieme, con la tutela della propria salute? Abbiamo visto cosa si intende per bere sociale e per “dosi consigliate”. Brindare significa festeggiare un momento o un evento e il loro significato, che non cambia in base al contenuto del bicchiere. Piuttosto che mettersi al volante subito, approfittiamo del tempo per chiacchierare ancora un po’ prima di riprendere la via di casa. A questo proposito, abbiamo in programma di pubblicare un numero monotematico di questa newsletter sul tema “alcool e guida” dove cercheremo di sviscerare tutti gli aspetti di questo importante argomento. Nel frattempo, in base anche a quello che abbiamo visto in questo numero, sottolineiamo che NON esistono limiti di basso consumo da considerarsi sicuri: le abilità alla guida risultano compromesse anche a livelli di consumo molto bassi, anche se consciamente non abbiamo una sensazione nitida di questa compromissione. Prima di mettersi alla guida, è indispensabile aspettare almeno 1 ora per ogni drink bevuto.

Che altro dirvi? Buona serata e buon divertimento!

Notizie, progetti e iniziative dalla rete e non solo Navigando in Internet, questo mese abbiamo scelto un progetto molto interessante tratto dal sito della Prefettura di Parma:

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Progetto di Prevenzione Primaria rivolto agli istituti superiori della provincia di Parma promosso dalla Prefettura di Parma

Il progetto ha preso avvio da una riflessione sulla scarsa percezione dei rischi connessi ai comportamenti trasgressivi, per esempio la guida in stato di ebbrezza alcolica. Rivolto agli studenti degli istituti superiori, si è posto come obiettivo principale lo sviluppo di una conoscenza critica in merito al consumo di alcol, alle problematiche correlate e alla Sicurezza Stradale (aspetti normativi, sanzionatori, medici e psicologici), con il conseguente (e atteso) sviluppo di comportamenti consapevoli e responsabili. Gli strumenti e i metodi scelti hanno voluto agire su due diversi livelli di trasmissione dei contenuti: un livello più teorico e conoscitivo, ed un secondo livello, più esperienziale, che ha previsto innanzitutto la possibilità di fare esperienze concrete.

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In particolare, i corsi informativi hanno approfondito soprattutto i meccanismi psicologici alla base dei comportamenti trasgressivi e il tema della guida in stato di ebbrezza alcolica. Il “Bus Simulatore di Guida” ha permesso di testare l'allungarsi dei tempi di reazione e la restrizione del campo visivo guidando in stato di ebbrezza alcolica. Le uscite notturne al sabato sera, infine, hanno permesso principalmente di vivere una serata dal punto di vista dei soccorritori e degli operatori della sicurezza stradale. Abbiamo potuto vedere in prima persona in una piazza della città diversi ragazzi cimentarsi con i simulatori di motocicletta e di automobile, sotto lo sguardo di alcuni Agenti di Polizia Stradale. Una Psicologa dell’équipe ci ha parlato del favorevole impatto che ha avuto il progetto, raggiungendo gli obiettivi che si era preposto con grande partecipazione ed entusiasmo. Una simile iniziativa è lodevolissima, indice di grande sensibilità da parte di un importante Istituzione dello Stato, ricca di risorse e punti di forza. Sarebbe auspicabile riproporre l’iniziativa in altre città italiane, perché i risultati ottenuti in merito alla sicurezza stradale e alla prevenzione della guida in stato di ebbrezza non sono lontanamente valutabili in termini monetari o statistici. La Prefettura di Parma ha attivato un lavoro di rete con gli altri attori istituzionali presenti sul territorio: Provincia, Comune, Polizia Stradale, AUSL, Ufficio Scolastico Provinciale, CRI. Per ulteriori informazioni visitate il sito www.prefettura.it/parma.

Sfogliando la stampa, per sentito dire o dai vecchi rimedi della nonna…sfatiamo alcuni luoghi comuni.

Nel primo numero vi abbiamo lasciato con una leggenda metropolitana molto diffusa che oggi sfatiamo:

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L’alcol non fa diventare persone sicure, non è una qualche pozione magica che ci modifica

fino a farci diventare la persona più in vista e popolare del momento.

Come abbiamo visto, l’alcol raggiunge il cervello provocando degli effetti. Tra questi, la

sensazione piuttosto netta di perdita delle inibizioni e del controllo abituali. E’ quindi un

effetto temporaneo legato alla presenza di alcol nel corpo, una sensazione che svanisce

quando lo abbiamo smaltito completamente.

L’alcol crea una sensazione di disinibizione, eccitazione e di aumento della capacità di

socializzazione salvo poi, superata la fase di euforia iniziale, agire come un potente

depressivo del sistema nervoso centrale, ovvero come un anestetico: attutisce fino ad

annullare l’attenzione del soggetto, lo addormenta, e – a dosi molto elevate – ne può

provocare il coma e l’arresto respiratorio; infatti, possiede un meccanismo molto simile a

quello di altre droghe, quando il soggetto va in “overdose”.

La sensazione di sicurezza senza il pieno controllo del comportamento si accompagna ad

una diminuzione della percezione del rischio e delle sensazioni di dolore, rendendo più

vulnerabile l’individuo alle conseguenze di gesti o comportamenti potenzialmente dannosi

verso se stessi e verso gli altri.

Proprio per questo motivo, quando si è bevuto troppo si fanno cose che al momento

sembrano davvero divertenti, ma che spesso sono stupide e potenzialmente pericolose.

Questo effetto anestetizzante è una sensazione che in diversi casi può essere

inconsciamente ricercata proprio perché ci permette di “non sentire” emozioni e

“dimenticare” pensieri spiacevoli o difficili da gestire…a volte scappare può essere la

soluzione più semplice ma anche la meno utile per diventare adulti sicuri di sé stessi.

Essere sicuri di sé stessi è una frase che si sente spesso, una sorta di obiettivo più o meno

realistico da raggiungere e a cui aspirare. Ci sentiamo di proporre l’interpretazione

leggermente diversa di “essere sicuri di chi si è”. Ciascuno di noi ha le proprie prerogative,

caratteristiche che lo rendono unico, capacità, passioni, interessi, preferenze, ma anche

difetti e limiti.

Infatti, essere forti e sicuri non significa essere perfetti, ma saper accettare chi siamo,

difetti compresi. Le inibizioni che sentiamo di avere non sono casuali, fuori luogo o

sbagliate ma parte di noi, servono e sono utili alla nostra personalità, a come

“funzioniamo”, per farci stare bene con noi stessi.

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Passato l’effetto disinibitorio dell’alcol rischiamo di sentirci anche molto a disagio per come

ci siamo comportati la sera prima, non riconoscendoci come la stessa persona il giorno

dopo.

Quindi…perché sforzarsi di essere qualcun altro? Meglio la libertà di essere se stessi.

…E per restare in tema di alcool e cibo, nel prossimo numero sfateremo un’altra diffusissima “urban legend”:

Libri, film, articoli per approfondire gli argomenti trattati

“Vorrei averti qui”, un film di Angelo Antonucci. Per contatti, proiezioni e informazioni: [email protected]

Alla prossima!

A voi la parola! A presto! Elena e Paolo