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SHAHRAZAD SOC. COOP
VIA MASSAUA, 1
70132 BARI
Tel. 328.4680065 - 328.0684342
Spett.Li Associazioni, Circoli culturali e C.R.A.L.
della Puglia
C.a. Presidenti/Coordinatori
Bari, 13.10.2016
Oggetto: Stagione di Prosa Comune di Bari 2016/2017 presso Teatro Petruzzelli, Nuovo
Palazzo, AncheRoyal – a cura dell’ Assessorato alle Culture del Comune di Bari e del
Consorzio Teatro Pubblico Pugliese.
Siamo liete/i di informarvi che anche quest’anno il Comune di Bari ed il Consorzio Teatro Pubblico
Pugliese ci affidano il servizio di promozione del pubblico riservando a soci, simpatizzanti, attivisti
di Associazioni, gruppi culturali e C.R.A.L. aziendali di tutta la regione appuntamenti importanti
con il grande Teatro.
L’offerta di quest’anno si compone di spettacoli in serale programmati presso il Teatro Petruzzelli
ed i Teatri Royal e Palazzo di Bari.
Qui in allegato i cartelloni con la specifica dei titoli corredati da note tecniche sulle compagnie.
Quest'anno sono previsti particolari sconti ed agevolazioni sugli abbonamenti per fasce
particolari di pubblico, nuclei familiari, gruppi.
Per ogni informazione è possibile rivolgersi ai numeri 328.4680065 - 328.0684342 dal Lunedì
al Venerdì (ore 9,00 / 13,00 e 15,00 / 19,00).
Certi del vostro amore per il teatro, vi ringraziamo per l’attenzione che vorrete rivolgerci.
Con i migliori saluti.
Per Shahrazad Spettacoli
La Presidente
Terry Marinuzzi
COMUNE DI BARI
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Stagione teatrale di Bari 2016/17
Teatro Petruzzelli
TEATRO PETRUZZELLI
mercoledì 28 e giovedì 29 dicembre 2016 ore 21.00
Familie Flöz
HOTEL PARADISO
Un’opera di Familie Flöz
Di Sebastian Kautz, Anna Kistel, Thomas Rascher, Frederik Rohn,
Hajo Schüler, Michael Vogel e Nicolas Witte
Una produzione di Familie Flöz, Theaterhaus Stuttgart, Theater Duisburg
La scorciatoia per il paradiso passa per l’inferno.
Strane cose accadono nel tranquillo HOTEL PARADISO, un piccolo albergo di montagna
gestito con pugno di ferro dalla anziana capo-famiglia. Ci sono quattro stelle che
orgogliosamente troneggiano sull‘entrata e una fonte che promette la guarigione di
malattie fisiche e psichiche. Ma si intravedono nubi all‘orizzonte. Il figlio sogna il vero
amore mentre combatte una dura battaglia con la sorella per mantenere il controllo
sulla gestione dell‘albergo. La donna del piano ha un problema di cleptomania e
il cuoco ha una passione, quella di macellare, non solo animali...
Quando il primo cadavere affiora, tutto l‘albergo scivola in un vortice di strani
avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui è impossibile fuggire. La
chiusura dell’albergo sembra a questo punto solo una questione di tempo. Si sa, un
cadavere non porta mai bene...Familie Flöz in versione noir! Un giallo sulle Alpi pieno
di umorismo, sentimenti travolgenti e un tocco di melanconia.
TEATRO PETRUZZELLI
lunedì 9 e martedì 10 gennaio 2017 ore 21.00
Virginia Raffaele
PERFORMANCE
scritto da Virginia Raffaele, Giampiero Solari,
Piero Guerrera, Giovanni Todescan
con Virginia Raffaele
regia GIAMPIERO SOLARI
Per la prima volta, Virginia Raffaele porta nei teatri le sue maschere più popolari:
Ornella Vanoni, Belen Rodriguez, il Ministro Boschi, la criminologa Bruzzone e tante
altre ancora. Donne molto diverse tra loro, che tra arte, spettacolo, potere e politica
sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea: la vanità,
la scaltrezza, la voglia di affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé. Il tutto
raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira, tipici
elementi che compongono lo stile di Virginia Raffaele.
I personaggi monologano e dialogano tra loro, anche grazie alle proiezioni video, in un
gioco di specchi e di rimandi. Qua e là, tra le maschere, in scena appare anche
Virginia stessa, che interagisce con le sue creature, come una sorta di narratore
involontario che poeticamente svela il suo “essere - o non essere”. La musica in scena
fa da punteggiatura allo spettacolo, accompagnando i personaggi nelle loro
performance, sottolineandone i movimenti, enfatizzandone le manie; conferendo alla
spettacolo un ritmo forsennato nel cui vortice i personaggi, Virginia e le varie chiavi di
lettura si confondono creando una nuova realtà, a volte folle a volte melanconica:
quella dello spettacolo stesso.
TEATRO PETRUZZELLI
lunedì 13 e martedì 14 febbraio 2017 ore 21.00
Mismaonda – Sardegna Teatro
Marco Baliani e Lella Costa
HUMAN di Marco Baliani e Lella Costa
collaborazione alla drammaturgia di Ilenia Carrone
e con David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis, Luigi Pusceddu
musiche originali di Paolo Fresu con Gianluca Petrella
scene e costumi di Antonio Marras
scenografo associato Marco Velli costumista associato Gianluca Sbicca
disegno luci di Loïc Francois Hamelin e Tommaso Contu
assistenti alla produzione: Agnese Fois e Leonardo Tomasi
regia di MARCO BALIANI
in collaborazione con Marche Teatro
«D’armi io canto e dell’eroe che, primo, dalle coste di Troia venne all’Italia, profugo per
suo destino». La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la
nascita dell’impero romano da un popolo di profughi: in una lectio magistralis tenuta
nell'aula magna dell'Alma Mater Studiorum di Bologna, Marco Baliani è partito dal mito
per interrogarsi e interrogarci sul senso profondo del migrare.
Poi l'incontro con Lella Costa e la reminescenza di un altro mito, ancora più folgorante
nella sua valenza simbolica e profetica: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle
rive opposte dell’Ellesponto.
Prende avvio così HUMAN, dal tema delle migrazioni e dalla volontà di raccontarne
l'<odissea ribaltata>.
Ma nel suo farsi vira, incalzato dagli eventi: al centro si pone lo spaesamento comune,
quell'andare incerto di tutti quanti gli human beings in questo tempo fuori squadra.
HUMAN debutterà al Ravenna Festival l’8 Luglio 2016 e sarà in tournée sui palcoscenici
italiani nella stagione 2016/17 per arrivare, nella stagione successiva, alle sedi
istituzionali d'Italia e d'Europa in forma di oratorio, nel tentativo di innescare un rito di
partecipazione sul significato profondo di UMANITA’. Le testimonianze dirette, i
brandelli di vita vissuta, le narrazioni tramandate e quelle elaborate sui fatti
contingenti; le riflessioni degli autori, i loro ripensamenti, i contributi in video o scritti
di quanti accetteranno di esprimersi sull’argomento contribuendo ad arricchirlo di
sfumature, faranno parte del diario di viaggio dello spettacolo che sarà possibile
seguire on line giorno dopo giorno sul sito: www.progettohuman.eu.
ESCLUSIVA REGIONALE
TEATRO PETRUZZELLI
sabato 25 marzo 2017 ore 21.00 domenica 26 marzo 2017 ore 18.00
Compagnia della Fortezza
SANTO GENET
Con Armando Punzo
E gli attori della Compagnia della Fortezza Aniello Arena, Placido Calogero, Rosario Campana, Eva Cherici,
Gillo Conti Bernini, Nicola Esposito, Alban Filipi, Pasquale Florio, Ibrahima Kandji, Carmelo Dino Lentinello,
Antonino Mammino, Edmond Parubi, Danilo Schina, Francesca Tisano, Alessandro Ventriglia, Giuseppe
Venuto, Qin Hai Weng
E con i giovanissimi Amelia Brunetti, Gregorio Mariottini, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja
Con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi e del contraltista Maurizio Rippa
Collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello
Collaborazione artistica Manuela Capece, Davide Doro, Alessandro Fantechi, Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello
Manoni, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Debora Mattiello, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Carolina Truzzi, Elena Turchi
Musiche originali eseguite dal vivo e sound design Andrea Salvadori
Scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
Costumi Emanuela Dall’Aglio
Aiuto regia Laura Cleri
Movimenti Pascale Piscina
Video Lavinia Baroni
Direzione tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli
Light designer Andrea Berselli
Suono Alessio Lombardi
Assistente alla regia Alice Toccacieli
Assistente alle scenografie Yuri Punzo
Drammaturgia e regia ARMANDO PUNZO
La Compagnia della Fortezza attraversa tutta l'opera di Jean Genet, l'autore francese
che con le sue parole ha saputo trasformare la materia vile in oro, strappare bellezza al
dolore, “creare buchi nella realtà”, trasfigurarla, immaginare collane di fiori lì dove
c'erano catene.
Partendo da una riflessione sulle logiche di inattualità che abitano la stanza-carcere in
cui opera la Compagnia, Genet offre la possibilità di raccontare del carcere come
teatro, come luogo inattuale, in cui si vive un tempo fuori dal tempo ordinario. Il
carcere ospitava le stanze segrete del castello di Irma, quel “castello interiore” pieno di
meraviglie che nella sua eccezionale ricerca coltiva da ventisei anni la Compagnia.
Innumerevoli specchi dorati inseguivano gli spettatori nei cunicoli densi di altarini,
velluti, pizzi e fiori, obbligandoli al confronto con la moltiplicazione di rifrazioni della
loro stessa presenza fino all'esplosione emotiva nel cimitero abbagliante dell'esterno,
tra violini, fiori, euforiche processioni e struggenti litanìe. Dopo avere attraversato
alcuni tra i più grandi teatri italiani, per i cui palcoscenici è stata ricostruita la stessa
atmosfera di estasi e rarefazione, la poesia, il barocchismo scenografico, l'eccesso
romantico, la musica trascinante, i costumi preziosi di Santo Genet ritornano adesso,
eccezionalmente, all'aperto, in una versione site specific nel merviglioso giardino del
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, dove un teatro totale darà forma visibile alla
bellezza, alla libertà interiore, alla perfezione morale, ovvero a quella Santità che
l'artista indaga da anni, in filigrana, nella sua radicale riflessione artistica.
TEATRO PETRUZZELLI
sabato 8 aprile 2017 ore 21.00
domenica 9 aprile 2017 ore 18.00
Nuovo Teatro
Laura Morante
LOCANDIERA B&B
Di Edoardo Erba
Liberamente ispirato a LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni
Regia ROBERTO ANDÒ
Miranda ha cinquant'anni. Vissuta all'ombra del marito, ora è rimasta vedova, è senza
figli e si ritrova a ricominciare tutto daccapo. Oltre ai debiti, il marito le ha lasciato solo
la casa paterna, su cui però grava un'ipoteca. Un po' per necessità, un po' per vincere
la depressione, Miranda ha l'idea di trasformarla in un bed and breakfast.
Il suo fascino misterioso - che negli anni del matrimonio ha coltivato poco e non sa
quasi di avere - la colloca subito al centro delle attenzioni maschili: dal padrone di casa
a un vecchio notaio, dall'uomo dell'impresa di pulizia a un giovane cliente dalla
sessualità ambigua: Miranda è corteggiata da tutti, ammirata, contesa.
Scopre che il gioco della seduzione le piace, la fa essere più donna di come si è mai
sentita. E diventa capace di utilizzarlo soggiogando gli uomini e facendosi aiutare da
loro a superare le difficoltà del presente.
Tutti la vogliono e lei incoraggia e si nega, si concede e scappa. Tutti si offrono di
portarla via di lì per incominciare una nuova vita. Ma al momento opportuno, quando
deve decidersi, prevale la sua concretezza: sceglierà la casa e chi in quel periodo
difficile le è fedelmente rimasto vicino.
TEATRO PETRUZZELLI
mercoledì 19 e giovedì 20 aprile 2017 ore 21.00
Compagnia Mauri Sturno - Fondazione Teatro della Toscana
Glauco Mauri, Roberto Sturno
EDIPO
Edipo Re - Edipo a Colono
Di Sofocle
Con Ivan Alovisio, Elena Arvigo, Laura Garofoli, Mauro Mandolini, Roberto Manzi, Giuliano Scarpinato
Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
Musiche Germano Mazzocchetti
Regie di ANDREA BARACCO - Edipo Re, GLAUCO MAURI - Edipo a Colono
A distanza di vent’anni la Compagnia Mauri Sturno ritorna a mettere in scena i due
capolavori di Sofocle, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo,
affidando la regia a due diversi registi: Glauco Mauri, per Edipo a Colono, e Andrea
Baracco per Edipo Re. Due registi, due generazioni a confronto, esempio di
collaborazione e di continuità, oltre che condizione indispensabile per il futuro del
teatro.
“Edipo re e Edipo a Colono sono due capolavori fondamentali nella storia dell’uomo,
per gli interrogativi che pongono alla mente e per la ricchezza di umanità e di poesia
che ci donano. La storia di Edipo è la storia dell’UOMO, perché racchiude in sé tutta la
storia del suo vivere. Edipo Re e Edipo a Colono sono due opere scritte in epoche
diverse della vita di Sofocle ed è nell’accostamento di questi due grandi testi che
poeticamente si esprime e compiutamente si racconta la “favola” di Edipo alla ricerca
della verità. Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le
tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del
suo agire. Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a
essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di
essere uomini. E’ questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi.
Convinti che il Teatro sia un’arte che può e deve servire “all’arte del vivere”
affrontiamo queste due opere classiche per trovare nelle radici del nostro passato il
nutrimento per comprendere il nostro presente, questo è il nostro impegno e il nostro
desiderio.”
Andrea Baracco, Glauco Mauri
Stagione teatrale di Bari 2016/17
FUORI ABBONAMENTO
ESCLUSIVA NAZIONALE
AncheCinema Royal
da martedì 8 a sabato 12 novembre ore 21.00
domenica 13 novembre ore 18.00
Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini / Associazione Non camminare scalza
DIGNITÀ AUTONOME di PROSTITUZIONE
Special Edition
uno spettacolo di LUCIANO MELCHIONNA
dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna
luci Gianni Caccia / costumi Michela Marino / fonico Luigi Di Martino
assistenti alla regia Andrea Caiazzo – Sara Esposito / amministratrice di compagnia Roberta Caldironi
/ organizzatore Antonio Cappelli / web promotion Diego Serra
La “Casa chiusa” dell’Arte, dove gli attori – come prostitute – sono alla mercé dello spettatore;
adescano e si lasciano abbordare dai clienti/spettatori che, muniti di 'dollarini' contrattano il
prezzo delle singole prestazioni con una ‘Strana Famiglia’ tenutaria della Casa. Conclusa la
trattativa, il 'cliente' si apparta con l’attore scelto in un luogo deputato dove fruirà di una o più
'pillole di Piacere': monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, un metodo
stupefacente sollecitato dalle parole: “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto.”
Per l’appuntamento di Bari un’edizione speciale interamente dedicata all’opera di Shakespeare.
ESCLUSIVA REGIONALE
Teatro Palazzo
giovedì 17 e venerdì 18 novembre ore 21.00
Spitfire Company
VLADIMIR MACBETIN
basato su Macbeth di Shakespeare
Concept, adattamento e regia di PETR BOHÁČ
con Jirí Štrébl Jindriška Krivánková, Klára Alexová, Tereza Havlícková, Lukáš Šimon, Marek Menšík
Musiche Matouš Hekela
luci Karel Šimek, Martin Špetlík
scene e costumi Lucia Škandíková
Proiezioni Eva Chudomelová, Mirenka Cechová, Petr Bohác
fotografia Michal Jancovský
Produzione Spitfire Company, Tereza Havlícková, Barbora Repická
Coordinamento Ludmila Vacková
Co-produzione Bezhlavi z.s. e Palác Akropolis
Spettacolo in ceco con sovratitoli in italiano
Saggio teatrale sulla manipolazione e ironia. L’opera più breve di Shakespeare, il Macbeth, nel
contesto della storia di Putin.
Che succede se il Macbeth, la più breve opera di Shakespeare, viene vista come la storia di un
tiranno solitario che sta provando a scappare nel momento della sua sconfitta? Si sente in
colpa? Può ammettere che il suo gioco di potere e vita sono alla fine= Vladimir Macbetin sta
aspettando, come i personaggi di Beckett, il suo ultimo salvataggio. È stato abbandonato
nell’atrio dell’aeroporto. Solo nella sua pazzia. Pazzo nella sua solitudine. Il Macbeth
shakespeariano è il registro per prototipi di uomini che hanno deciso di essere soli nel
raggiungere il potere assoluto.
Macbeth + Vladimir Putin = Vladimir Macbetin
Che succede quando due personaggi diventano uno? Che succede quando guardiamo al
governo di Vladimir Putin attraverso l’opera ultra conosciuta del bardo, piena di omicidi,
intrighi e fato tragico? Che tragedia è nascosta nel destino di Vladimir Putin= Possiamo trovare
delle risposte nei temi dell’alienazione, manipolazione, separazione, paura, sospetto e
ideologia.
ESCLUSIVA REGIONALE
Teatro Palazzo
lunedì 5 e martedì 6 dicembre 2016 ore 21.00
Fortebraccio Teatro
Roberto Latini
AMLETO + DIE FORTINBRASMASCHINE
di e con Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci e tecnica Max Mugnai
drammaturgia Roberto Latini, Barbara Weigel
regia ROBERTO LATINI
In collaborazione con L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, ATER – Circuito Regionale Multidisciplinare,
Fondazione Orizzonti d’Arte
Amleto + Die Fortinbrasmaschine è la riscrittura di una riscrittura. Alla fine degli anni ‘70 Heiner Müller
componeva un testo che era liberamente ispirato all’Amleto di Shakespeare.
Oggi, tentiamo una scrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmaschine di Heiner Müller.
Lo facciamo tornando a Shakespeare, ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio, con l’architettura di Müller,
su un palcoscenico sospeso tra l’essere e il sembrare.
Intitoliamo a Fortebraccio il nostro sguardo sul contemporaneo, la caccia all’inquietudine nel fondo
profondo del nostro centro, per riscriverci, in un momento fondamentale del nostro percorso.
Ci siamo permessi il lusso del confine e abbiamo prodotto da quel centro una deriva.
Una derivazione, forse; alla quale riferirci nel tempo, o che probabilmente è il frutto maturo di un tempo
che già da tempo è il nostro spazio.
Di Heiner Müller conserviamo la struttura, la divisione per capitoli o ambienti e componiamo un
meccanismo, un dispositivo scenico, una giostrina su cui far salire tragedia e commedia insieme.
Die Hamletmaschine è modello e ispirazione: Album di Famiglia; L’Europa delle donne; Scherzo; Pest a
Buda Battaglia per la Groenlandia; Nell’attesa selvaggia, Dentro la orribile armatura, Millenni.
Ci accostiamo alla potenza della sua intenzione trattandolo come un classico del nostro tempo.
La riflessione metateatrale e quindi culturale e quindi politica che ci ha sempre interessato, la capacità del
teatro di rivolgersi a se stesso, alla sua funzione, alla sua natura, per potersi proporre in forme mutabili,
mobili, è la voce dalla quale vorremmo parlare i nostri suoni.
L’Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a
mancare. Anche "Die Hamletmaschine”, ormai, da figlio è diventato padre.
Questo ha a che fare con la nostra generazione, da Pasolini in poi, con la distanza che misura condizione
e divenire, con il vuoto e la sua stessa sensazione.
Siamo Fortebraccio, figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto e arrivando in scena quando il resto è
silenzio, domandiamo: “Where is this sight?”