Sferisterio Opera Festival // 2009

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L’INGANNO | Lo Sferisterio compie 180 anni | Musicultura Festival | | Sferisterio Opera Festival | Presentazione del cartellone | | Aperitivi culturali | Spettacoli live | | Raccolta delle opere “Le stanze del Cardinale” | duemilanove SFERISTERIO M A G A Z I N E In collaborazione con Allegato al numero odierno de “Il Resto del Carlino”

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Esserci Comunicazione e Kryos presentano Sferisterio Magazine 2009 dedicato alla stagione lirica maceratese. Direttore: Carlo Scheggia.

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L’INGANNO

| Lo Sferisterio compie 180 anni | Musicultura Festival || Sferisterio Opera Festival | Presentazione del cartellone |

| Aperitivi culturali | Spettacoli live || Raccolta delle opere “Le stanze del Cardinale” |

duemilanove

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SFERISTERIOOPERA FESTIVALStorie e curiosità p. 26Il cartellone 2009 p. 30

LE OPEREDon Giovanni p. 32Madama Butterfly p. 38Traviata p. 44Le Malentendu p. 49Il trionfo del Tempoe del Disinganno p. 50

INCONTRO FESTIVALAperitivi culturali p. 54

GLI ALTRI EVENTISpettacoli live p. 58Tuttoingioco p. 60

LE STANZE DEL CARDINALE

p. 4

180 ANNI DELLO SFERISTERIO

p. 7

MUSICULTURAGiovanni Block vince l’edizione 2009 p. 12 Un brindisi speciale p. 17

PRESENTAZIONIVa in scena l’inganno p. 20La nuova vita dopoil naufragio p. 22Tutti mentono p. 24

Guercino, Cristo scaccia i mercanti dal tempio

Anticipazioni sugli eventi culturali allo Sferisterio di Macerata

distribuzione gratuita

Realizzato da:Kryos

Viale XX Settembre, 59 - 62010 Mogliano (MC)Tel. 0733 557383 - www.dentroleidee.it

Si ringraziano: l’azienda Scocco & Gabrielli, Evio Hermas Ercoli,

l’ufficio stampa di Musicultura, Maurizio Verdenelli, Claudio Fede, Marco Bragaglia, l’ufficio stampa di

Tuttoingioco, Claudia Vanni

La selezione delle opere della mostra Le stanze del Cardinale è pubblicata per gentile concessione del

Comitato Scientifico e dell’Amministrazione comunale di Caldarola

Foto e illustrazioni:Marco Piancatelli

Archivio di Pietro MoliniArchivio ufficio stampa Musicultura Festival – Foto CMR

Archivio fotografico RicordiArchivio fotografico del Touring Club Italiano

Stampa:Bieffe s.r.l. - Recanati

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BIGLIETTIT (+39) 0733 230735F (+39) 0733 261570boxoffi [email protected] Mazzini, 1062100 Macerata

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| Le stanze del Cardinale

La pubblicazione presenta in queste pagine le immagini della prestigiosa mostra “Le stanze del Cardinale” di Caldarola, curata da Vittorio Sgarbi.

L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 12 no-vembre, riunisce i grandi capolavori dell’arte rinascimentale appartenuti al Cardinal Pallot-ta, con artisti del calibro di Caravaggio, Guido Reni, Guercino, Mattia Preti, e riporta alla ribal-ta la cittadina di Caldarola, già protagonista del-le splendide mostre dedicate negli ultimi anni al genio di Simone De Magistris.

Dopo un meticoloso lavoro di ricerca negli ar-chivi pubblici e privati, e l’analisi degli antichi inventari, si è dunque riusciti a riportare a Pa-lazzo Pallotta le opere raccolte e custodite dal Cardinale. Il lavoro di ricerca è stato curato da Antonio D’Amico.Collezionista raffinato ed esperto, oltre che im-portante uomo politico del tempo, Il Cardinal Pallotta volle ricreare a Caldarola i superbi scenari artistici e architettonici della Roma pa-palina. Non solo. Consapevole della forza comu-nicativa dell’immagine, suggerì egli stesso agli

UNA SELEZIONE DI IMMAGINI DELLA MOSTRA DI CALDAROLA IN QUESTE PAGINE

LE STANZE DEL CARDINALE

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UNA SELEZIONE DI IMMAGINI DELLA MOSTRA DI CALDAROLA IN QUESTE PAGINE

LE STANZE DEL CARDINALEartisti le tematiche da affrontare nelle proprie opere.Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Caldarola, Mauro Capenti.Il terremoto del 1997 ha segnato questo territo-rio. Da allora l’Amministrazione ha lavorato non solo sul recupero dei beni immobiliari, ma anche sulla riscoperta di quelli culturali.Aggiungerei anche il recupero della memoria storica. Dal ’97 è stato necessario ripristinare il patrimonio architettonico, artistico e culturale, ma si è lavorato anche su quello umano per far scoprire ai cittadini stessi la storia del paese nel quale vivono.De Magistris prima ed ora Le stanze del Cardi-nale: Caldarola mostra in maniera organica il suo passato.L’esposizione di De Magistris ha avuto un grande successo, di risonanza nazionale. Ha permesso a tutti i curiosi di riscoprire un artista del nostro Comune, e il territorio stesso. Le visite vengono impreziosite dai saggi iniziali dei cataloghi del-le mostre, illuminanti, come quello di Rossano Cicconi che ci fa rivivere anche le atmosfere del Cinquecento e del Seicento.Quando è nata l’idea di allestire “Le stanze del Cardinale”?Tutto è partito da una ricerca di Antonio D’Ami-co e, grazie al contributo della Fondazione Ca-rima, è stato possibile riordinare un archivio, quello della Famiglia Pallotta, che tutti conosce-vano, ma nessuno aveva mai analizzato a fondo. D’Amico ha trovato moltissimi documenti, tra cui il testamento ed una lista degli arredi pre-

senti in ogni stanza, utile perché ci permette di ricostruire la memoria storica. Non solo, è stata ritrovata anche la quadreria dei cardinali Gu-glielmo ed Antonio.Quanto è importante questo avvenimento per il territorio?Mi auguro che abbia la stessa rilevanza del-l’esposizione di Simone De Magistris, con lo stesso flusso turistico di oltre 70 mila presenze, perché siamo di fronte ad una mostra di alto va-lore scientifico. Una ottima scelta è stata quella di destinare il piano nobile del palazzo ad area espositiva.Un pensiero vi lega all’Abruzzo.Si, infatti, 50 centesimi di ogni biglietto di in-gresso saranno devoluti per il restauro di un’ope-ra segnalata dalla Soprintendenza ai Beni Cul-turali della Regione Abruzzo, affinché si possa contribuire a riportare al loro splendore beni culturali danneggiati dal sisma del 6 aprile. L’opera sarà presto individuata e fotografata, per poterla mostrare ai visitatori e a coloro che ci aiutano nei lavori. Un ringraziamento speciale va proprio a tutti i volontari, giovani e meno gio-vani, che offrono il proprio tempo come custodi dell’esposizione.La mostra, promossa dal Comune di Caldarola in collaborazione con la Soprintendenza per il Pa-trimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il contributo di Regione Marche, Provincia di Macerata e Fondazione Carima, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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Sono passati 180 anni. Nel 1829, veniva inaugurato a Macerata lo Sferisterio, una delle opere più significative del tardo Neoclassi-

cismo europeo. Nella prima metà dell’otto-cento alcuni maceratesi benestanti avevano voluto dotare la città di una struttura per-manente per il gioco del pallone col brac-ciale e nello stesso tempo un’arena per lo ‘steccato’, la caccia al toro, tauromachia molto popolare nello stato pontificio. Il loro impegno e la loro generosità verranno più tardi immortalate da una enfatica iscrizione sul fronte dell’edificio: Ad ornamento della città, a diletto pubblico. La generosità di cento consorti edificò. MDCCCXXIX .In effetti agli inizi dell’Ottocento il gioco del pallone col bracciale era un divertimen-to molto praticato. Non mancavano veri pro-fessionisti ed anche il Piceno avevano come la Toscana e il Piemonte un autentico cam-pione, il conte Carlo Didimi di Treia. Fu un vero e proprio divo del gioco, acclamato dai tifosi contemporanei e idealizzato in nume-rosi letterati. Giacomo Leopardi, nel 1821, esaltò una delle sue tante vittorie nella can-zone A un vincitore nel pallone.

SFERISTERIO180 ANNI FAInaugurato il 5 settembre 1829 con l’aerostiere Francesco Orlandi

Guido Reni, San Sebastiano| 7SFERISTERIO

M A G A Z I N E

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La ‘Congregazione Pallonaria’ maceratese emise un vero ban-do di concorso e incaricò l’Ac-cademia Clementina di Bologna e l’Accademia Romana di San Luca di proporre il disegno ar-chitettonico migliore. Fu l’edifi-cazione cittadina più controversa di tutti i tempi. Il monumento, iniziato il 2 ottobre 1820 sui di-segni di Salvatore Innocenzi, fu subito sospesa per tre anni. Alla fine l’incarico venne affidato al giovane architetto Ireneo Alean-dri da San Severino. La pianta si distingue dagli altri Sferisteri eretti nello stesso periodo per la forma semiellittica. L’Aleandri eliminò la forma ellittica e quella retta, perché entrambe avrebbe-

ro compromesso la visuale del gioco. Preferì un modello semiel-littico, adatto alle caratteristiche di tutte le attività ginnastiche della prima metà dell’800.Ne risultò un monumento impo-nente. La particolare forma del-l’edificio - composto da campo da gioco, locali per vario uso, muro d’appoggio, palchi e balconate - fu studiata per adattarsi per-fettamente alle caratteristiche di tutte le attività ginnastiche della prima metà dell’800.

L’interno è impressionante: un’immensa arena (90 x 36 m) delimitata da due testate rettili-nee raccordate da un’ampia cur-va e maestoso muro rettilineo di fondo alto 18 metri e lungo quasi 90. E’ il famoso muro d’appoggio previsto dal regolamento del gio-co del pallone come battipalla. La vasta platea con fondo erboso è cinta da una gradinata rialzata in muratura, inizialmente conce-pita per ospitare le stalle per gli animali destinati al gioco della ‘caccia al toro’. Le 56 colonne doriche con base attica, in ordi-ne gigante, si sviluppano oltre al palco reale, sostengono i palchi e si concludono con una elegante balconata in pietra che fa da cor-nice dì chiusura. Una costruzione, di impronta neoclassica con reminiscenze palladiane, non solo maestosa e armonica in sé, ma anche in grado di integrarsi perfettamen-te nel tessuto urbano cittadino. L’armonica struttura garantisce una perfetta visibilità e un’insu-perabile acustica. L’inaugurazione venne affidata

nel 1988 l’ultima accoppiata

Carmen-Tosca

nel 1988 l’ultima accoppiata

Carmen-Tosca

| 180 anni dello Sferisterio

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al poeta “aerostiere” Francesco Orlandi, un allievo del conte bolognese Francesco Zambec-cari. L’Orlandi girava l’Italia con un pallone a doppia camera con la parte superiore riempita di idrogeno e quella inferiore fun-zionante come una mongolfiera con l’aria riscaldata tramite un fornello. Non sappiamo se que-

sto personaggio sia morto nel suo letto. Anche a Macerata la sua esibizione per l’inaugura-zione fu parecchio movimentata e rocambolesca. Il 5 settembre 1829, provò ad alzarsi con la sua mongolfiera. Il maltempo impedì un’ascesa tranquilla e dopo esser-si sollevato dall’interno del com-plesso urtò la muratura a causa

del troppo vento. Venne sbalzato a terra senza conseguenze fisiche mentre alla fine il pallone si invo-lò da solo. L’aerostato, trasportato dal vento, venne ripescato dopo giorni in Adriatico davanti alle spiagge di Grottammare.

Evio Hermas Ercoli

LA LIRICA ENTRA IN ARENACON L’AIDA DI VERDI NEL 1921Lo Sferisterio passa con gli anni dall’originaria destinazione sportiva e quella di palcoscenico per la musica lirica. L’Aida di Giuseppe Verdi fu la prima opera rappresentata nel 1921, sotto gli auspici della Società Cittadina, guidata al conte Pieralberto Conti.L’arena venne trasformata in un vero e propria teatro all’aperto. Si costruì un vastissimo palcoscenico parabolico, con l’orchestra disposta subito a ridosso, e attorno vennero collocate poltrone e sedie numerate. Nel mezzo del muro si aprì una grande porta per consentire il trionfo del conquista-tore egiziano. Plinio Codognato, cartellonista dell’Aida di Verona, e il pittore Emilio Lazzari fecero i manifesti. Con la marcia trionfale salirono sulla scena oltre mille comparse, in-sieme a cammelli, cavalli e buoi. Aida venne interpretata da Francisca Solari e nelle vesti di Radames cantò il grande tenore Alessandro Dolci. L’Aida venne replicata per 17 serate. Si ebbero sopra le 70.000 presenze; un record mai eguagliato. L’anno successivo si allestì La Gioconda, ma le cose non andarono bene e l’esperienza venne sospesa.

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ARENASFERISTERIO

Da giugno ad agosto, le melodie accompagnano i maceratesi nei mesi estivi iniziando con Musicultura per seguire con lo Sferisterio Opera Festival e concludere con i concerti live.

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| Musicultura

GIOVANNI BLOCKVINCE MUSICULTURA ’09Edizione speciale con venti candeline per il festival della canzone popolare e d’autore

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GIOVANNI BLOCKVINCE MUSICULTURA ’09Edizione speciale con venti candeline per il festival della canzone popolare e d’autore S

ipario sceso sul-la XX edizione di Musicultura. Eletto il vincitore assoluto del Festival, Gio-

vanni Block, che con il suo bra-no “L’aquilone” si è aggiudicato il Premio Banca Popolare di An-cona di 20.000 euro dopo aver già conquistato sabato 27 giugno il Premio UniMarche per il mi-glior testo.Grazie al pezzo “Quest’amore”, in-vece, a Carmine Torchia sono an-dati il Premio Siae per la migliore musica e il Premio AFI per la mi-gliore interpretazione e il miglior progetto discografico. Alle CordePazze, in-fine, è stata conferita la Targa della critica – Premio Camera di Commercio di Mace-rata, per la canzone “Sono morto da 5 mi-nuti”.

Iniziato venerdì 26 giugno, il Musicultura Festival si è conclu-so domenica 28 giugno, all’Arena Sferisterio di Macerata. Condotto da Fabrizio Frizzi, il festival è stato seguito da Radio Uno Rai, con dirette e special curate da Gianmaurizio Foderaro e Carlot-ta Tedeschi.Il 26 giugno un’esibizione tutta al femminile: la poetessa liba-nese Joumana Haddad, che con la partecipazione dell’attrice teatrale Tiziana Bagatella e l’ac-compagnamento delle note della violinista H.e.r., ha incantato la platea con i componimenti del

suo libro “Adrena-lina”, anticipando l’ingresso di un’altra artista, Beatrice An-tolini. Poi, i Gocoo: undici musicisti giapponesi che hanno picchiato su quaranta tamburi

ALBO MUSICULTURA FESTIVALLe sei edizioni che si sono tenute allo Sferisterio sono state vinte da:2004 Giua Petali e mirto2005 Simone Cristicchi Studentessa universitaria2006 Davide de Gregorio Il frutto proibito2007 Pilar Gente che resta2008 Folco Orselli L’amore ci sorprende2009 Giovanni Block L’aquilone

sul palco anche una

artista maceratese,

Beatrice Antolini

PFM e Cristiano De André cantanoi brani di Fabrizio De André

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da oltre 30 annila cultura dell’abitare

Galleria del Commercio, 6 - 62100 Macerata (MC)Tel. 0733.235338 - Fax 0733.232498 - [email protected]

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taiko, portando il pubblico dell’Arena alle origini del ritmo e del suono. A seguire Vinicio Capossela, che proprio come Musicultura ha festeggiato allo Sferi-sterio i suoi vent’anni di attività rimettendo insieme il gruppo con cui ha registrato il suo primo album “All’una e trentacinque circa”. È toccato all Banco del Mutuo Soccorso, invece, concludere il primo ap-puntamento, con una delle più pagine più significa-tive del rock italiano.Anche la seconda serata del festival, quella del 27, ha regalato uno spettacolo unico al pubblico dello Sferisterio. Il primo protagonista è stato Lello Voce, che con il sottofondo musicale di Frank Nemola ha incantato la platea con alcuni estratti de “L’esercizio della lingua”. A seguire, il turno di Irene Grandi, un vulcano d’energia che ha dato vita ad un’applauditis-sima performance, per lasciare la scena, poi a Paola Turci. La cantante ha aperto il sipario su un set sulle morti bianche ideato dalla direzione artistica di Mu-sicultura. Ad esso hanno preso parte anche Simone Cristicchi e il Coro dei Minatori di Santa Fiora, che con i loro “Canti di miniera, d’amore, vino e anar-chia” hanno anticipato l’ingresso degli alti protago-nisti del set:Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo, ovvero

la Leggenda New Trolls. Dulcis in fundo lui, il mito del folk rock: Donovan, che ha concesso ai presenti un assaggio del suo tour europeo in programma per il 2010 ed è stato premiato con la targa UniMarche

A sinistra:il patron Piero Cesanelli festeggiai venti anni di Musiculturacon tutto il suo team.

In alto:Giovanni Block riceve il premio UBI Banca Popolare di Ancona da Corrado Mariotti, presidente della Banca Popolare di Ancona

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| Musicultura

alla carriera. Infine domenica 28 giugno la fi-nalissima. Ad aprire lo spettaco-lo, dopo la presentazione dei fina-listi in gara, è stato Sergio Zavoli, che ha regalato al pubblico degli estratti della sua ultima prova letteraria, “La parte in ombra”. Toccante l’incontro del grande giornalista con il suo amico, mostro sacro del cinema, ospite a sorpresa: Ettore Scola. Per i vent’anni del festival, inoltre, non poteva mancare un omaggio al grande Fabrizio De Andrè, pri-mo firmatario insieme a Giorgio Caproni del Comitato Artistico di Garanzia. A suggellare il connu-bio tra il Faber e il Festival, Cri-stiano De Andrè, che ha proposto in anteprima un assaggio del tour

estivo “De Andrè canta De An-drè”. Successivamente, sul palco è stata la volta di Matthew Lee, uno dei rock’n’roll man più com-pleti e carismatici del panorama musicale internazionale e di Ali-ce, che ha trasmesso ai presenti

le emozioni nate dal sodalizio artistico con Franco Battiato. In-fine, il momento forse più atteso: la PFM-Premiata Forneria Mar-coni, con un inevitabile ulteriore omaggio al Faber e la sorpresa di un Cristiano De Andrè di nuovo sul palco per cantare con la sto-rica band “Il Pescatore”, renden-do la conclusione di questa XX edizione di Musicultura degna di essere inserita negli annali della storia della canzone.

Sergio Zavoli ha incantato il

pubblico con il suo ultimo lavoro

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Come ogni anno, dal 26 al 28 giugno si è svolta a Macerata “MUSICULTURA”, il Festival della canzone popolare e d’au-tore che è giunto alla sua XX edizione. Per un compleanno speciale, si è pensato di organizzare un brindisi altrettanto memorabile. La sera del 26 giugno, l’Arena Sferisterio ha brillato infatti di 2500 calici di vino spumante marchigiano che cinquanta som-melier hanno versato a tutto il pubblico presente in sala. Il di-rettore artistico dell’evento, Piero Cesanelli, chiamato sul palco dal presentatore, Fabrizio Friz-zi, ha approfittato dell’occasione per chiamare sul palco i suoi più stretti collaboratori: Ezio Nan-nipieri, vicepresidente dell’as-sociazione Musicultura, Andrea

Biti, produttore tecnico, e Concia Lucente, responsabile del settore letterario del festival. Un tintin-nio di bicchieri e poi, ovviamen-te, ancora esibizioni live. Un evento da Guinness dei pri-mati con il quale la Regione Marche ha voluto omaggiare uno dei più importanti testimonial marchigiani in Italia e nel mon-do, quale è Musicultura, con un altro rappresentante della cul-tura e della tradizione locale, il vino.L’iniziativa, promossa dall’As-sessore alla Cultura e Turismo, Vittoriano Solazzi, e dall’ Asses-sore all’Agricoltura e Vice Presi-dente, Paolo Petrini, ha visto la partecipazione delle enoteche regionali gestite da ASSIVIP, VINEA e di AIS Marche.

BRINDISI SPECIALECON 2500 PERSONE

nella pagina accanto:in alto, Alice dopo la sua esibizionesotto, le Cordepazze ricevono il premio della critica consegnato da Cinzia Fiorato e Giuliano Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Macerata

sopra:Donovan in una sua improvvisazione

in basso: Carmine Torchia riceve il premio AFI per la migliore interpretazione e progetto discografico da Leopoldo Lombardi.

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1979 Foto archivio Molini

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SFERISTERIO OPERA FESTIVAL

1979 Foto archivio Molini

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Il Sof ricomincia da 3. Dopo Il viaggio iniziatico, Il gioco dei Potenti e La Seduzione ecco L’Inganno. Pier Luigi

Pizzi continua così ad affrontare

i temi centrali (dunque teatrali) dell’uomo e della sua avventura terrena. E in questa quarta edi-zione di Sferisterio Opera festival si spinge oltre: nella terra di Nes-

suno dove regna la Morte. “Amo-re e morte: questo è un archetipo ancestrale” scriveva nella dram-matica solitudine dell’agosto 1950, Cesare Pavese. Sarebbero

VA IN SCENA L’INGANNO

Caravaggio, Maddalena penitente

| Sferisterio Opera Festival

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state le confessioni ultime affi-date a quel diario letterario che è “Il Mestiere di vivere” pubbli-cato dopo la morte dello scrittore, cui lui deciderà di lì a poco di consegnarsi. “Verrà la Morte ed avrà i tuoi occhi…”.Gli occhi dell’Inganno, il tema di Pizzi: “Dietro ogni inganno c’è una tensione vitale, il sen-so stesso della vita è dato dalla presenza costante della morte”. Così Don Giovanni se ne va, non pentito, nella dannazione eterna tra vapori sulfurei e lampi san-guigni che lui stesso evoca come tutti i personaggi grandi e male-detti (tra questi c’è Oscar Wilde) e in tutte le tragedie annunciate. Madame Butterfly è vittima in-nocente e nel harakiri ritrova ca-tarsi e purezza. Violetta è ingan-nata dal padre ipocrita di Alfredo Germont, ma accetta con dignità il proprio disperato destino. Don Giovanni, Butterfly, la Traviata: figure tragiche e soprattutto con-sapevoli. Non fuggono davanti alla fine, non si sottraggono come la Ginestra leopardiana, alla lava inesorabile dello “sterminator Vesevo”. ….e piegherai/sotto il fascio mortal non renitente/il tuo capo innocente:/ ma non piegato insino allora indarno/codarda-mente supplicato innanzi/al fu-turo oppressor…

Pizzi indaga, attraverso un car-tellone variegatissimo (al cine-teatro Italia c’è “Le Malentendu” di Camus) gli aspetti più dolorosi e la tensione più critica legati al tema dell’Inganno. E ci trova la Morte. Che ci insegue ogni giorno “come una tentazione assurda” scrive ancora Pavese. La Fine ha gli occhi dell’inganno che è millenario e che nasce dalla vi-sta umana, il senso dominante. Sensibile al solo campo elettro-magnetico, gli occhi scorgono ben poco della realtà: una Matrix che possiamo trasformare soltan-to dentro noi stessi. Così di fronte all’auto-inganno si stende il velo dell’illusione che nasconde infi-

niti universi vivi ed intelligenti. Lo spazio ed il tempo sono creati dalla fallace luce elettromagne-tica: questi ci appaiono continui ed invece sono limitati e con bu-chi, neri e bianchi.Possiamo svelare noi il grande Inganno che Pizzi “mette in car-tellone” quest’estate all’Arena e dintorni? Stando ai progressi della Fisica è mission possible ma solo in teoria (“La cura” di Battiato è purtroppo solo una bellissima canzone): tutto resta ancorato al cuore e al tempo. Non a caso il Sof – che si apre con la conferenza tematica di Philippe Daverio, un gradito ri-torno dopo “La seduzione” del 2008 - si chiude con l’Oratorio di Handel: “Il trionfo del Tempo e del Disinganno”. Solo il tempo in definitiva può svelare l’infinito Mistero, l’Inganno. A patto che sia ancora Galantuomo!

un nuovo tema centrale dell’uomo per la 45a edizione

dello Sferisterio

MAURIZIO VERDENELLIHa lavorato con La Nazione, Il Corriere della Sera e Il Messaggero. Inviato speciale, ha diretto redazioni in Umbria, Abruzzo e Marche. Ha fondato l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria. Come responsabile della Comunicazione della Cassa di Fabriano ha lanciato in Europa il cd “conto coranico”, primo strumento d’integrazione da parte del sistema bancario italiano e d’alfabetizzazione economico-finanziaria per i la-voratori extracomunitari nel Paese.

VA IN SCENA L’INGANNO

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| Sferisterio Opera Festival

LA NUOVA VITADOPO IL NAUFRAGIO

L’inganno non potreb-be esistere senza seduzione. La beffa, il gioco, i desideri

traditi, le speranze che vacillano. Sono questi gli elementi dell’in-ganno. E fra tutti primeggia la seduzione. Nel Così fan tutte di Mozart addirittura seduzione e inganno diventano la stessa cosa, anzi un elemento serve a dare vi-gore all’altro e viceversa. Ferrando e Gugliemo travestiti (eccolo l’inganno) provano per scommessa a conquistare il cuore ognuno della fidanzata dell’altro, Fiordiligi e Dorabella (la sedu-zione), e ci riescono. Ma quando l’inganno è svelato la realtà ritor-na prepotente. La seduzione e l’inganno si muo-vono insieme, e questo poi vale ancor di più quando l’oggetto del desiderio è costituito dal denaro.Le cronache degli ultimi mesi hanno smascherato l’inganno del Mercato. Quello delle azioni che salgono sempre, del credito facile, della liquidità sempre a disposi-zione. Tutti possono guadagnare comprando azioni, fondi e obbli-gazioni (ecco di nuovo la sedu-zione). Un inganno, una forma di desiderio, che rimanda alla truffa

delle azioni Jungfrau nel terzo Atto della Lulu di Alban Berg dove il coro si meraviglia di come “tutti guadagnano, perfino le banche” per poi costernato constatare che “tutti perdono” quando le azioni crollano a zero.L’inganno è svelato.

“È inspiegabile dove siano fi-niti tutti questi soldi”. La stessa domanda che si fanno oggi i mi-gliaia di clienti truffati dal finan-ziere americano Bernard Madoff e in generale i milioni di investi-tori in tutto il mondo che hanno visto dimezzarsi il valore delle

Guercino, Lot e le figlie

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azioni della maggiori società del pianeta. Come è possibile che una sola persona abbia ingannato tante persone? Una truffa da 65 mi-liardi (!) di dollari, una delle più grandi frodi finanziarie di tutti i tempi. Madoff era un uomo ri-

spettato e stimato, tanto da essere anche stato il presidente del Na-sdaq, il listino dei titoli tecnologici statunitensi. Quando la catena di S. Antonio (l’inganno) è stato sco-perto, la maggior parte dei clienti è stata colta da meraviglia, eccolo uno degli elementi dell’inganno: la meraviglia. La meraviglia delle due coppie del Così fan tutte nello scoprire quanto il loro amore è precario; la sorpresa di scoprire che le azioni della ferrovia Jungfrau non sono altro che un pezzo di carta. La meraviglia ci riporta con pre-potenza alla realtà. L’inganno dà la possibilità quindi di ripartire. L’inganno non potrebbe però fun-zionare se la vittima non collabo-rasse. Il cinema, il teatro, un con-certo non potrebbero funzionare se lo spettatore non entrasse nella sala pronto a farsi ingannare. Lasciarsi sedurre dall’inganno.

L’autoinganno. Goethe coglie la questione e la mette nella penna del giovane Werther che in una delle tante lettere in cui racconta la tormentata passione per Carlot-ta, che lo porterà al suicidio, scri-ve: “Infelice! No sei forse pazzo? Non inganni forse te stesso?”.E in effetti la maggior parte del-le volte l’ingannato è lui stesso complice dell’inganno perché non ha voluto vedere la realtà. “Le persone truffate - scrive Stephen Greenspan, l’autore di ‘Annali di creduloneria: perché siamo ingannati e come evitarlo’ - non ascoltano i segnali di allar-me perché sono in conflitto con quello che credono”. Quello che vogliono credere e sperare si po-trebbe aggiungere.L’inganno diventa quindi il ter-reno in cui anche la vittima è re-sponsabile, perché la seduzione prevale sul senso di realtà. Allora l’inganno svelato diventa libe-razione e l’aprirsi di una nuova possibilità. La nuova vita dopo il naufragio.

LA NUOVA VITADOPO IL NAUFRAGIO

L’inganno non esiste senza seduzione

CLAUDIO FEDELombardo, è giornalista professionista. Ha lavo-rato a Milano per l’agenzia radiofonica del Cor-riere della Sera e a Londra per Bloomberg tele-vision, inoltre ha contribuito al lancio di alcune iniziative editoriali in Italia. Oggi vive in Irlanda dove si occupa di comunicazione aziendale e col-labora con diversi quotidiani e settimanali.

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TUTTI MENTONO

L’inganno è un tema fondamentale che percorre l’intera arte scenica e rappre-

sentativa e quella in generale, sin dalle sue origini. Nello stes-so concetto di rappresentazione, sia essa narrativa, figurativa o di altra natura, l’inganno è in realtà la finzione stessa che ad essa è sottesa. Rappresentare è fingere, ingannare lo spettatore, il letto-re, il fruitore di un’opera d’arte. Questo sublime inganno, si esal-

ta poi nell’arte cinematografica se pensiamo che, in realtà, lo stesso movimento delle immagi-ni nel cinema percepito dall’oc-chio umano è un vero proprio inganno, dovuto a una sorta di difetto-limitazione; la persisten-za retinica. I 25 fotogrammi che

scorrono di fronte allo spettatore, gli fanno percepire il movimento illusorio delle immagini, solo per tale inganno. Nell’Arte scenica fin dalla tra-gedia greca, passando per la commedia dell’arte e arrivando anche alla drammaturgia con-temporanea, il tema dell’ingan-no s’incarna nelle varie figure di mentitori e ingannatori, da Pseudolo di Plauto ad Arlecchi-no come maschera popolare e ai personaggi pirandelliani, che

rappresentareuna scena, un’operavuol dire fingere

Mattia Preti, La vedona della sacra scrittura

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MARCO BRAGAGLIANato nel 1970, si occupa di comunicazio-ne e di regia teatrale e cinematografica. Laureato in pittura con il massimo dei voti all’Accademia di belle Arti di Macerata, è stato allievo del maestro americano Al-lan Kaprow. Lavora come Art Director nel gruppo Fornari (Fornarina, Hvana, Bar-leycorn) e con Caterina Aimone ha ideato il Fornarina Urban Beauty Show. Ha scritto e diretto lo spettacolo teatrale “Crossword” che il prossimo anno diventerà un film a Los Angeles.

usano l’inganno come unica pos-sibilità per andare avanti e per mettere in movimento la mac-china del racconto. In un mondo aperto solo ai detentori del pote-re, il servo scemo usa l’inganno per sopravvivere e per accedere all’universo femminile. L’ingan-natore si serve della somiglianza fisica del sosia, per depistare e mandare in confusione lo status quo. Molta della drammaturgia di Goldoni, Marivaux e Moliere è percorsa da tali figure, e anche certa narrativa che presenta apici di perfezione in romanzi come il Revisore di Gogol. E tale inganno poi, dal plot narrativo, si estende ad inganno posto come condizio-ne di ogni atto del rappresentare. L’arte figurativa, la pittura e la scultura, tentando di riprodurre in modo realistico la natura, sono percorse dalla finzione, con l’ec-cezione delle avanguardie, che cercheranno di eliminare l’in-ganno di una riproduzione della realtà, con la rappresentazione di altri mondi e dimensioni magari avulsi dalla forma. Rappresenta-re la realtà è fingere, mentire a colui che guarda. Si pensi a pitto-ri come Veermeer, ai fiamminghi del ‘400, ad artisti come Hans Holbein e al suo uso di immagini anamorfiche (nei due Ambascia-tori) volto ad ingannare chi guar-da. Finzione e inganno, verranno poi riproposti dalla Pop Art e, recentemente, dall’Iperrealismo

e da espressioni figurative come il Trompe l’oeil.Una delle espressioni artistiche in cui l’inganno è centrale è poi quello del melodramma, il cui universo ruota attorno al tenta-tivo dei vari personaggi, di sot-trarsi dai rigidi schemi repressivi

del potere e del destino. Fingere e ingannare è l’unica possibilità, anche in questo caso, per realiz-zare i propri sogni d’amore, ma queste sono armi che anche il Potere usa per uscire vincitore da ogni situazione. L’enfasi supre-ma, melodrammatica e barocca dell’opera dell’ottocento e del novecento, si pone come apoteosi della menzogna, accettata dallo spettatore a priori, come codice

di rappresentazione. Si pensi ad opere come la Tosca e La Mada-ma Butterfly di Puccini o al Ballo in Maschera di Verdi, con i loro continui inganni, perpetrati dai personaggi, a scapito degli altri e dello spettatore in sala. L’inganno è alla base anche del-l’atto poetico, come ci ricorda bene il poeta portoghese Pessoa. Il poeta è un mentitore, uno che inganna gli altri ma soprattutto se stesso, non accettando con ras-segnazione l’immobilità brutale della realtà, costruendo, pertan-to, un mondo diverso in cui poter fuggire e nascondersi. Rappre-sentando nuove dimensioni in cui vivere altre possibili esistenze (si pensi a questo proposito alla teoria narratologica dei mondi possibili). L’atto poetico è puro inganno dei sensi e della pura ragione, mediante un universo di suoni e parole, che ci portano fuori della realtà quotidiana.

TUTTI MENTONO

Pessoa diceva:“anche il poeta è un mentitore”

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STORIE E CURIOSITÀ SUI COMPOSITORI

La morte del composito-re austriaco, avvenuta all’età di soli 35 anni, è oscurata da leggen-

de romantiche e farcita di teorie contrastanti. Anche l’effettiva causa del decesso di Mozart è materia di congettura, e va dalla trichinosi all’avvelenamento da mercurio, dalla febbre reumatica alla sifilide. Una leggenda vuole che Mozart sia stato avvelenato, per gelosia, dal compositore ita-liano Antonio Salieri. La diceria è priva di fondamento, tuttavia il poeta e scrittore russo Alek-sandr Sergeevic Puskin scrisse nel 1830 “Mozart e Salieri”, un brevissimo dramma in versi, in cui il compositore italiano, roso dalla gelosia, fa commissionare dall’artista austriaco un’opera, il Requiem, per poi uccidere l’au-tore, spacciare il brano per suo, suonarlo al funerale di Mozart e poter sentire: “Anche Salieri è stato toccato da Dio”.

MOZARTINGANNATO?

la morte del musicista è oggetto

di congetture

Caravaggio, San Francesco in meditazione

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STORIE E CURIOSITÀ SUI COMPOSITORI

Leggendario è il rappor-to tra Giacomo Puccini e l’universo femminile; donnaiolo, come amava

definirsi, “un potente cacciatore di uccelli selvatici, libretti d’opera e belle donne”. Ma il composi-tore toscano non era un classico don giovanni: era cordiale, ma timido e la sua natura sensibile lo portava a vivere i contatti con le donne in maniera approfondita. Il suo primo grande amore fu Elvira Bonturi, moglie del commercian-te lucchese Narciso Geminiani, dal quale aveva avuto due figli,

Fosca e Renato. La fuga d’amore di Giacomo ed Elvira, nel 1886, fece scandalo a Lucca. Si dice che tutte le protagoniste delle opere pucciniane si rispecchino sempre e solo in questa donna. Il compositore rimase sempre le-gato a lei, anche se cercò spesso relazioni extraconiugali. La pri-ma fu con Cesira Ferrani, prima

interprete di Manon Lescaut, cui seguì quella, più importan-te, con il soprano romena Hari-clea Darclée, che cantò Manon Lescaut alla Scala nel 1894. Fu poi la volta di una giovane tori-nese nota come Corinna (sarta torinese, vero nome Maria Anna Coriasco), della londinese Sybil Beddington, sposata Seligman, della baronessa Josephine von Stengel di Monaco di Baviera, e di Rose Ader, soprano di Oden-berg. Meno importanti sono con-siderate le relazioni con i soprani Emma Destinn e Maria Jeritza.

Giuseppe Verdi rap-presenta per molti italiani l’icona del patriottismo contro

l’oppressione straniera. Soste-nitore dei moti risorgimentali (pare che durante l’occupazio-ne austriaca la scritta “Viva V.E.R.D.I.” fosse letta come “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”), diventò membro del primo parlamento del Regno d’Italia (1861-1865), eletto come

Deputato nel Collegio di Borgo San Donnino, l’attuale Fidenza, e, successivamente, senatore a vita dal 1874. Fu anche consi-gliere provinciale di Piacenza. La nuova Italia unita resta al di sotto delle sue aspettative, tanto

che dall’epistolario e dalle testi-monianze dei suoi contempora-nei traspare una disillusione, un disincanto verso la realtà. La sua vita è caratterizzata dall’arte, ma anche dall’alta statura morale e la condotta civica. Verdi fa parte, ed è il pupillo, della Società Filo-drammatica di Busseto, organi-smo molto politicizzato, delinea-to da una naturale propensione verso la musica, e da forti spinte patriottiche.

PUCCINI SEDUTTORE

IL DISINCANTO DI VERDI

amante dei motori, della cucinae delle donne

patriottico, sostenne i moti risorgimentali

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PRIMA MONDIALE DI “LE MALENTENDU”

Mattia Preti, Clorinda libera Olindo e Sofronia

| Sferisterio Opera Festival

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Dopo La seduzione è l’ora dell’Inganno. È l’accattivante tema della 45esima edizio-

ne della stagione lirica “Sferiste-rio Opera Festival” di Macerata, voluto dal direttore artistico Pier Luigi Pizzi. Riproposta, quindi, la formula del festival monotematico, con opere molto celebri e di sicuro richiamo. Si parte con una conferenza intro-duttiva di Philippe Daverio il 23 luglio, per dare subito spazio, in serata, alla prima del Don Giovan-ni di Wolfgang Amadeus Mozart, al teatro Lauro Rossi, con regia scene e costumi di Pier Luigi Pizzi (che a quest’opera si dice partico-larmente legato, perché trent’anni fa con il Don Giovanni debuttò come regista a Torino), e direzione di Riccardo Frizza. La giornata se-guente, il 24 luglio, viene proposta allo Sferisterio Madama Butterfly di Giacomo Puccini, assente da dieci anni dalla programmazione maceratese, sempre con la regia di Pier Luigi Pizzi e la direzione di Daniele Callegari. Il 25 luglio, invece, è la volta del secondo titolo

riservato all’Arena, con La Tra-viata di Giuseppe Verdi, regia di Massimo Gasparon e direzione di Michele Mariotti. Poi una prima assoluta mondiale. Il 26 luglio, al cine-teatro Italia, va in scena Le Malentendu dall’ope-ra di Albert Camus, composta da

Matteo D’Amico, per la stagione maceratese, con il ritorno alla regia di Saverio Marconi e la di-rezione di Guillaume Tourniaire. Conclude la stagione, il 9 agosto all’Auditorium San Paolo, l’orato-rio sacro Il trionfo del Tempo e del Disinganno, di Georg Friedrich Händel, con la direzione di Dan Rapoport. “Tra i molteplici significati della parola inganno - spiega il Diret-tore Artistico Pier Luigi Pizzi pre-sentando la stagione - vogliamo analizzare quelli più profondi e dolorosi: dietro ogni inganno c’è una tensione vitale, e il senso stes-

so della vita è dato dalla presenza costante della morte”. In Don Giovanni, il cavaliere spa-gnolo si prende gioco delle donne e le ama in maniera superficiale solo per aggiungerle al suo lungo catalogo. Al tempo stesso scherza con la morte, che inevitabilmente avrà la meglio. Madama Butterfly è vittima dell’inganno perpetrato da Pinkerton che, cinicamente, la sposa appena quindicenne per poi lasciarla e ritornare in America. La ragazza, per ritrovare l’onore perduto, decide di uccidersi. An-che un’altra donna, Violetta, viene ingannata. Questa volta siamo in Traviata ed Alfredo Germont, pa-dre di Giorgio, porta la protagoni-sta a cedere al suo ricatto.Le malentendu (Il malinteso) già nel titolo anticipa il tema della storia, un’opera tragica che si concentra sull’assurdità della condizione umana. Conclude il cartellone, Il trionfo del Tempo e del Disinganno, oratorio sacro di Händel, intriso di “ossessioni ingannevoli che attraversano i se-coli”, come ha dichiarato lo stesso Pier Luigi Pizzi.

PRIMA MONDIALE DI “LE MALENTENDU”

al San Paolo,Il trionfo del Tempo e del Disinganno

Le altre opere in programma sono Don Giovanni, Traviata e Madama Butterfly. L’opera di Puccini fu proposta nel ‘67, anno di riapertura dello Sferisterio.

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| Sferisterio Opera Festival

L’OPERA FU RAPPRESENTATA SOLO NEL ‘91

DON GIOVANNI32 | SFERISTERIO

M A G A Z I N E

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Non si può parlare del Don Giovanni sen-za un riferimento agli stili di vita del

compositore Wolfgang Amadeus Mozart e del librettista Lorenzo Da Ponte che si rispecchiano pienamente nella figura del ce-lebre gentiluomo spagnolo. En-trambi, infatti, erano uomini di mondo, sempre pronti a godersi i vari momenti della giornata.Il Don Giovanni (titolo origina-le: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527) è con-siderato uno dei massimi capo-lavori della storia della musica, della cultura occidentale e dello stesso Mozart. Dramma giocoso diviso in due atti, è stato com-missionato dall’imperatore Giu-seppe II, ed è andato in scena

a Praga nel 1787 con un grande successo. È la seconda delle tre opere italiane che il compositore scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte: precede Così fan tutte (K 588) e segue Le nozze di Figaro (K 492). Un mistero aleggia intorno al se-stetto finale, quello che porta la cosiddetta morale (“Questo è il fin di chi fa mal”). Alcuni storici sostengono che per la rappresen-tazione viennese Mozart l’avreb-

be soppresso, facendo termi-nare il Don Gio-vanni con lo sprofondamen-to all’inferno

del protagonista; secondo altri, questo taglio sarebbe stato già praticato in occasione della pri-ma praghese; altri infine negano che Mozart abbia mai accordato una simile amputazione.

23, 28, 30 LUGLIOORE 21Q

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la figura del seduttore ricalca quella di Mozart

I PRECEDENTI1991: regia e direzione di Gustav Kuhn

Mattia Preti, Resurrezione di Lazzaro

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| Sferisterio Opera Festival| Sferisterio Opera Festival

Don Giovannidi Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)

libretto di Lorenzo Da Ponte

(Il dissoluto punito, o sia Il Don Giovanni)Dramma giocoso in due atti KV 527

Prima:Praga, Nationaltheater, 29 ottobre 1787

Teatro Lauro Rossigiovedì 23, martedì 28, giovedì 30 luglio 2009 ore 21:00

Don Giovanni Ildebrando d’ArcangeloDonna Anna Myrtò PapatanasiuDon Ottavio Marlin MillerDonna Elvira Carmela RemigioLeporello Andrea ConcettiMasetto William CorròIl Commendatore Enrico IoriZerlina Manuela Bisceglie

DirettoreRiccardo Frizza

Regia, Scene, CostumiPier Luigi Pizzi

Disegno LuciSergio Rossi

Complesso di palcoscenicoBanda Musicale “Salvadei”

OrchestraFondazione Orchestra Regionale delle Marche

LA TRAMAAtto IÈ notte. Leporello attende, in un giardino, il suo padrone che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per farla sua. La tentata violenza non riesce e la donna riesce ad allon-tanare il nobiluomo dalla sua stanza, facen-dolo scappare fino all’esterno, dove il servo lo attende. Sopraggiunge allarmato il Commen-datore, padre di Anna, che dopo aver mandato la figlia a chiamare i soccorsi, sfida a duello Don Giovanni, rimanendo mortalmente ferito. Don Giovanni e Leporello fuggono, mentre Anna scopre il cadavere del padre e, assistita da Don Ottavio, fa giurare a quest’ultimo di compiere le sue vendette.Intanto, Don Giovanni si appresta a fare nuove conquiste, ma si imbatte in Donna Elvira, una nobile dama da lui sedotta e abbandonata po-chi giorni prima. Lei chiede amore al cavaliere che, imbarazzato, fugge e lascia il povero servo a fornire spiegazioni, rivelando la vera natura dell’uomo. Ma Elvira non si dà per vinta.Poco oltre, Zerlina e Masetto festeggiano le loro nozze e Don Giovanni si accinge a se-durre la donna, promettendole di sposarla. La giovane contadina sembra acconsentire quan-do sopraggiunge Donna Elvira, che la mette in guardia dalle arti malefiche di Don Giovanni e la porta via con sé. Intanto arrivano Donna Anna e Don Ottavio che chiedono a Don Gio-vanni aiuto per rintracciare l’ignoto assassino del Commendatore ed ancora una volta Donna Elvira invita a diffidare del cavaliere. Donna Anna ha riconosciuto dalla voce di Don Gio-vanni l’uccisore del padre, ricorda al fidanzato la sua promessa e poi parte.

34 | SFERISTERIOM A G A Z I N E

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Don Giovanni, per sedurre Zerlina, ordina a Leporello di organizzare una grande festa in onore del matrimonio ed il servo invita anche tre persone in maschera. Si tratta in realtà di Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, ac-corsi per arrestare l’uomo. Iniziano le danze e Don Giovanni trae in disparte Zerlina che, però, urla fuori scena e tutti si precipitano in suo soccorso. Don Giovanni scarica la colpa della tentata violenza su Leporello, ma Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, gettate le maschere, lo accusano apertamente e cerca-no di arrestarlo. Il dissoluto riesce tuttavia a fuggire.

Atto IISul far della sera, Leporello cerca di prendere le distanze dal padrone, ma Don Giovanni lo convince a tornare al suo servizio attuan-do una nuova impresa: scambiare con lui gli abiti in modo tale che mentre il servo distrae Elvira, egli possa corteggiare impunemente la sua cameriera. La donna cade nel tranello e si allontana con Leporello, mentre il cavalie-re intona una serenata al suo nuovo oggetto di desiderio. Giunge però Masetto, in compagnia di altri contadini armati a caccia del nobile. Sfruttando il suo travestimento, Don Giovanni disperde la compagnia e prende a botte Ma-setto. Leporello, intanto, non sa più come af-frontare Donna Elvira e cerca di fuggire, ma si trova circondato da Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, i quali, credendolo Don Gio-vanni, vorrebbero giustiziarlo. Leporello svela la sua identità e fugge verso il cimitero dove lo aspetta Don Giovanni, che ascolta, ridendo, le disavventure del suo servo. La risata è in-terrotta da una voce minacciosa, proveniente

dalla statua funebre del Commendatore. Don Giovanni sfida le potenze dell’al di là ed invita a cena la statua parlante. Tutto è pronto per la cena, quando irrompe Donna Elvira, che ten-ta disperatamente d’ottenere il pentimento di Don Giovanni, ma viene solo derisa. Mentre si allontana, grida terrorizzata fuori scena e Le-porello va a vedere cosa sia successo. Rientra pallido come un morto: fuori dalla porta c’è la statua del Commendatore. Don Giovanni a testa alta prega di far entrare il convitato. La statua chiede la mano del nobile che, senza timore, gliela porge. Il Commendatore invita Don Giovanni a pentirsi, e di fronte al rifiuto trascina l’uomo con sè in un abisso di fiamme infernali. Giungono gli altri personaggi e Le-porello riferisce l’orribile scena appena acca-duta, svelando la morale del dramma.

Foto di scena del Don Giovanni rappresentato nel 1991 allo Sferisterio. Archivio Molini

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| Sferisterio Opera Festival

LO SPARTITO FU PIÙ VOLTE MODIFICATO. NE ESIST ONO 4 EDIZIONI

MADAMA BUTTERFLY38 | SFERISTERIO

M A G A Z I N E

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La composizione del-l’opera fu complessa e venne interrotta più volte, fino al dicembre

1903 quando fu completata in ogni sua parte. La “prima” alla Scala di Milano, però, fu un fia-sco totale e Gia-como Puccini corse subito al riparo, ritirando lo spartito e por-tando una accu-rata revisione. Furono eliminati dei dettagli, mentre alcune scene e situazioni vennero modificate.

La nuova veste di Madama But-terfly nel 1904 fu accolta con successo, ma nonostante tutto il compositore toscano continuò a lavorare sullo spartito, fino ad arrivare a quattro differenti edi-zioni a stampa. Nella versione

definitiva del 1906 Mada-ma Butterfly si stabiliva nel re-pertorio, diven-tando in breve

volgere di anni una delle parti-ture più rappresentate di tutta la storia dell’opera.

I PRECEDENTI1999: regia di Henning Brockhaus, direttore Massimo De Bernart1991: regia di Mauro Bolognini, direttore Elisabetta Maschio1984: regia di Antonio Taglioni, direttore Filippo Zigante1978: regia di Beppe Menegatti, direttore Nino Bonavolontà1972: regia di Beppe Menegatti, direttore Gianfranco Rivoli (foto in basso)1967: regia di Carlo Azzolini Acly, direttore Vittorio Machì

24, 31 LUGLIO2, 5, 7 AGOSTOORE 21Q

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la prima alla Scala di Milano fu un insuccesso

LO SPARTITO FU PIÙ VOLTE MODIFICATO. NE ESIST ONO 4 EDIZIONI

MADAMA BUTTERFLY

Guercino, Il suicidio di Catone l’uticense

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| Sferisterio Opera Festival

Madama Butterflydi Giacomo Puccini (1858-1924)

libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa, dal dramma Madame Butterfly di David Belasco

Tragedia giapponese in tre atti

Prima:Milano, Teatro alla Scala, 17 febbraio 1904

Sferisteriovenerdì 24, venerdì 31 luglio, domenica 2, mercoledì 5, venerdì 7 agosto 2009 ore 21:00

Madama Butterfly Raffaella AngelettiMadama Butterfly (7/8) Alessandra CapiciSuzuki Annunziata VestriKate Pinkerton Nino BatatunashviliF.B. Pinkerton Massimiliano PisapiaSharpless Claudio SguraGoro Thomas MorrisIl Principe Yamadory Andrea Zaupa

DirettoreDaniele Callegari

Regia, Scene, CostumiPier Luigi Pizzi

Disegno LuciSergio Rossi

Complesso di palcoscenicoBanda Musicale “Salvadei”

OrchestraFondazione Orchestra Regionale delle Marche

| Sferisterio Opera Festival

LA TRAMAAtto IA Nagasaki, in una casa in collina, il tenente della marina americana Pinkerton, attende il corteo nuziale della sua sposa, la geisha Cio-cio-san. Goro, intanto, gli mostra la casa e gli fa conoscere i servitori, compresa Suzuki, cameriera di Cio-cio-san. Giunge Sharpless, console americano, a cui Pinkerton rivela la sua morale libertina e dichiara di voler sposa-re questa donna secondo la legge giapponese, per poi avere il diritto di ripudiarla. Nel frat-tempo, la giovanissima Cio-cio-san, quindi-cenne, esprime la sua gioia ed il suo amore alle amiche e, appena entrata, presenta i pa-renti al futuro marito. Terminata la cerimonia nuziale, arriva lo zio bonzo che maledice la nipote per aver rinnegato la religione degli avi, ma Pinkerton lo scaccia e rimane solo con Butterfly.

Atto IIButterfly parla con Suzuki in una stanza della casa, mentre Pinkerton è partito, prometten-do di tornare in primavera. Da tre anni non dà notizie, ma Butterfly, tenace, lo attende fiduciosa. Sharpless giunge con l’intenzione di leggere una lettera del tenente, in cui an-nuncia l’arrivo ed il suo nuovo matrimonio con una connazionale, ma dopo inutili ten-tativi, rinuncia a riferire il messaggio. Goro intanto propone nuovi facoltosi pretendenti a Butterfly, considerata dalla legge giappone-se ormai donna libera, ma la ragazza rifiuta tutti, anche il nobile e ricco Yamadori. Quan-do Sharpless cerca di prepararla alla notizia dell’abbandono, Butterfly gli mostra il figlio

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CURIOSITÀPuccini arrivò a possedere un’imbarcazione che chiamò “Cio-cio-san”, dal nome della piccola protagonista di Madama Butterfly, con addirittura installato un piccolo pianoforte

Il compositore toscano era un grande appas-sionato dei motori, ma non della guida - si legge in una nota al museo dell’automobile di Torino -. Amava farsi fotografare accanto alle sue vetture, adorava acquistarle e possederle, ma a guidare erano quasi sempre autisti o fidi amici. I suoi biografi affermano addirittura che non avesse la patente, anche se è esistito un “Permis de Libre circulation Internationa-le” rilasciatogli dal Touring Club Italiano nel 1906.

di cui Pinkerton ignora l’esistenza, mentre al porto sta approdando una nave americana. La donna, felicissima, si prepara per festeggiare il ritorno dell’amato.

Atto IIIÈ l’alba, Butterfly, dopo aver aspettato in piedi tutta la notte, va a dormire. Poco dopo Pinkerton, accompagnato dalla moglie ameri-cana, Kate, arriva per prendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, e portarlo negli Stati Uniti. Contempla la casa ed incerto si allon-tana mentre Butterfly fa ingresso con il figlio. Sharpless le consiglia di affidare il bambino al tenente e lei, a malincuore, accetta. Privata di tutti i suoi amori, la donna si uccide con un pugnale. Intanto Pinkerton, preso dal rimor-so, torna indietro per chiedere perdono, ma è troppo tardi.

Foto di scena della Madama Butterflydel 1978 allo Sferisterio. Archivio Molini

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| Sferisterio Opera Festival

PREMIO ABBIATI PER L’EDIZIONE STORICA DEL ‘92

LA TRAVIATA44 | SFERISTERIO

M A G A Z I N E

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“La colpa è mia o dei can-tanti?” È la domanda che Giuseppe Verdi si è fatto all’indomani della

prima di Venezia segnata da un insuccesso. Ma il compositore di Busseto, dentro di sè, la risposta la conosceva bene: ci voleva una compagnia di cantanti più all’altezza. Nessun cam-biamento sostanziale all’opera e un nuovo debutto nel 1854. Il giudizio del pubblico veneziano, a distanza di quattordici mesi, fu ribaltato, per dirlo con le parole usate da Verdi: “Allora fece fia-sco, ora fa furore.”

Nel tempo, La traviata non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto “reper-torio”. Opera in tre atti, su libretto di Francesco Maria Piave, è tratta dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio), “La signora delle

camelie”. Vie-ne considera-ta l’opera più significativa e romantica di Verdi e fa parte

della “trilogia popolare” assieme a Il trovatore e a Rigoletto. L’in-successo iniziale fu dovuto anche alla scabrosità dell’argomento, tanto che la censura permise la rappresentazione della storia solo con l’ambientazione retrodatata al

I PRECEDENTI2003: regia di Henning Brockhaus, direttore Daniele Callegari,

scenografia Josef Svoboda1999: regia di Henning Brockhaus, direttore Lu Jia, scenografia Josef

Svoboda1996: regia di Henning Brockhaus, direttore Massimo De Bernart,

scenografia Josef Svoboda1995: regia di Henning Brockhaus, direttore Massimo De Bernart,

scenografia Josef Svoboda1992: regia di Henning Brockhaus, direttore Gustav Kuhn, scenografia

Josef Svoboda1987: regia di Attilio Colonnello, direttore Baldo Podic1984: regia di Mauro Bolognini, direttore Daniel Oren1978: regia di Roberto Laganà, direttore Edoardo Muller1976: regia di Franca Valeri, direttore Maurizio Rinaldi1970: regia di Giuseppe De Tommasi, direttore Luigi Toffolo

25 LUGLIO1, 4, 6, 8 AGOSTOORE 21Q

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è l’operapiù romantica

di Verdi

Cantarini, L’allegoria della pittura

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Page 48: Sferisterio Opera Festival // 2009

| Sferisterio Opera Festival

La traviatadi Giuseppe Verdi (1813-1901)

libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio

Melodramma in tre atti

Prima:Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853

Sferisteriosabato 25 luglio, sabato 1, martedì 4, giovedì 6, sabato 8 agosto 2009 ore 21:00

Violetta Valery Mariella DevìaFlora Bervoix Gabriella ColecchiaAnnina Silvia GiannettiAlfredo Germont Alejandro RoyGiorgio Germont Gabriele VivianiIl Marchese di Obigny William CorròIl Dottor Grenvil Luca Dall’Amico

DirettoreMichele Mariotti

Regia, Scene, CostumiMassimo Gasparon

Disegno LuciSergio Rossi

Complesso di palcoscenicoBanda Musicale “Salvadei”

OrchestraFondazione Orchestra Regionale delle Marche

| Sferisterio Opera Festival

LA TRAMAAtto IUna serata mondana tra aristocratici sta per iniziare a casa di Violetta Valery. Il visconte Gastone de Letorières, amico di Alfredo Ger-mont, lo introduce con il proposito di conosce-re la padrona di casa, sua segreta passione. Dopo le attenzioni di Alfredo, Violetta rim-provera il suo protettore, il Barone Douphol, di non aver avuto la stessa sollecitudine del giovane e, per drammatizzare, propone un brindisi collettivo. La festa va avanti con le danze che si aprono nel salone accanto. Tutti accorrono, ma un colpo di tosse frena Violet-ta, assistita da Alfredo che approfitta del mo-mento per confidarle il suo amore. La donna propone una semplice amicizia, ma poi con-cede un appuntamento per il giorno seguente. Rimasta sola, medita incerta sulla proposta, ma decide infine di continuare a vivere come ha sempre fatto, come una cortigiana, e di ri-nunciare ad essere amata seriamente.

Atto IIVioletta e Alfredo vivono felici da tre mesi nella casa parigina di campagna della donna, ma la serenità ha vita breve. Annina, la ser-va, rivela di essere stata a Parigi per alienare alcuni beni per finanziare la vita quotidiana ed Alfredo corre nella capitale per trovare una soluzione adeguata. Nel frattempo arri-va il padre d’Alfredo che chiede a Violetta di lasciare il figlio, accusandola duramente di volerlo spogliare delle sue ricchezze. Ve-nendo a conoscenza della realtà, capisce la situazione ma le chiede lo stesso il sacrificio per non mettere in pericolo il matrimonio di

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Page 49: Sferisterio Opera Festival // 2009

sua figlia. Violetta cerca una alternativa, ma deve cedere. Rimasta sola, scrive dapprima al barone Douphol, poi ad Alfredo per an-nunciargli la sua decisione di lasciarlo che. Di rientro da Parigi, Alfredo entra di corsa nella stanza, agitato, perché ha saputo della presenza del padre. Propone a Violetta di an-dare a conoscerlo ma lei, dopo essersi fatta giurare l’amore, fugge. L’uomo si insospettisce e quando vede un invito per la festa a casa di Flora, decide infuriato di andarci, nonostante le suppliche del padre.Repentino cambio di scena ed ecco la sala di ballo, dove c’è Violetta, accompagnata dal barone. La notizia della separazione già circola. Alfredo insulta in maniera indiretta la donna, suscitando le ire del barone che lo sfida ad una partita a carte. Alfredo incassa una grande somma. Violetta chiede di parlare con l’uomo per dirgli di essere innamorata di Douphol e Alfredo, chiamati tutti i presenti, getta ai suoi piedi una borsa di denaro come segno di pagamento per la vita passata insie-me. Tutti gli inveiscono contro, mentre arriva il padre che lo rimprovera del fatto, e il baro-ne decide di sfidare a duello Alfredo.

Atto IIIVioletta è ormai in fin di vita, provata dalla tisi. Al suo capezzale, la fedele Annina ed il medico. La donna rilegge una lettera di Gior-gio Germont che afferma di aver detto tutta la verità al figlio e che il suo amato sta tornando da lei. Arriva Alfredo e quindi il padre, che manifesta il suo rimorso. Alfredo le promet-te di portarla via da Parigi, mentre Violetta sembra riacquistare le forze, si alza dal letto ma subito dopo cade esanime.

In alto La traviata del 1987le due foto a seguire sono relative alla rappresentazione

del 1992 con un enorme specchio semovente che vale allo Sferisterio il premio Abbiati della critica musicale.

Archivio Molini

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Page 50: Sferisterio Opera Festival // 2009
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45. Stagione Lirica 2009

Cine-teatro Italia26, 29 luglio - ore 21.00

Le MalentenduMatteo D’Amico

Direttore Guillaume TourniaireRegia Saverio MarconiScene Gabriele MoreschiDisegno Luci Valerio TiberiMaria Davinia RodriguezLa Mère Elena ZilioJean Mark MilhoferMartha Sofia Soloviy

Prima esecuzione assoluta dall’opera di Albert Camus, scritta nel 1943.

Il lavoro di Camus rappresenta l’esordio teatrale dello scrittore francese, e Pier Luigi Pizzi lo ha commissionato a Matteo D’Amico per comporlo in musica e pro-

porlo agli spettatori del festival maceratese. “Le malentendu” inizia in modo semplice, ma si sviluppa con una complessità crescente, concentrandosi sull’assurdità della condizione umana. La trama è ispirata ad un fatto di cro-naca del 1935: un uomo torna dopo vent’anni a trovare la madre e la sorella senza rivelare la propria identità. In seguito ad un malinteso le due donne, che gestiscono un albergo, lo uc-cidono per derubarlo. Solo dopo scoprono che egli altro non era che figlio e fratello, e sceglie-ranno esse stesse la morte. Lo spettacolo viene rappresentato per la prima volta a Parigi, al Théâtre des Mathurins, nel giugno del 1944, ma sulle scene europee, la tragedia è stata scarsamente ripresa.

LE MALENTENDUCOMPOSTO IN MUSICA IL LAVORO DI CAMUS

Copia da Guercino, Giaele e Sisara

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| Sferisterio Opera Festival

IL TRIONFO DEL TEMPOE DEL DISINGANNOPIETRA MILIARE DEL REPERTORIO BAROCCO

Guercino, Sibilla Samia

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45. Stagione Lirica 2009

Auditorium San Paolo9 agosto - ore 21.00

Il trionfo del tempo e del DisingannoGeorg Friedrich Händel

Direttore Dan RapoportRegia Pier Luigi PizziIl Piacere Alexandra ZabalaIl Tempo Filippo AdamiLa Bellezza Cristina BaggioIl Disinganno Sara Allegretta

OrchestraFondazione Orchestra Regionale delle Marche

Il Trionfo del Tempo e del Disinganno è il biglietto da visita di Georg Friedrich Händel, che compone questo suo primo oratorio all’età di 22 anni, su libretto del

Cardinale Benedetto Pamphili. Ne esistono tre versioni, le prime due in italiano ed una tradotta in inglese nel 1757. Rappresenta sicuramente una delle pietre miliari del repertorio barocco.Quattro sono i personaggi di questo lavoro: Il Tempo, il Disinganno, la Bellezza e il Piacere.

Prima parte - Bellezza si contempla allo spec-chio chiedendosi per quanto tempo ancora sarà così affascinante e Piacere le promette eterna giovinezza, in cambio di fedeltà. Tempo e Disin-ganno cercano di farla ragionare con argomen-tazioni incalzanti mentre Piacere esalta la spen-sieratezza della gioventù. La scena si trasporta successivamente nel regno di Piacere, ma Tem-po e Disinganno non danno tregua, cercando di spingere Bellezza alla riflessione e al “piacer sincero” di una vita di penitenza. Ma lei appare sempre attratta dallo scambio di Piacere.

Seconda Parte - Tempo svela lo specchio della verità. Bellezza rifiuta di guardarlo e domanda una dilazione al pentimento, mentre Piacere compie un estremo tentativo di seduzione. Bel-lezza, messa alle strette, ragiona e, spogliando-si di tutti gli ornamenti, infrange lo specchio ingannatore e fa voto di terminare la vita in solitudine come monaca in un chiostro. Tempo e Disinganno celebrano il proprio trionfo, Bel-lezza maledice il momento in cui ha conosciuto Piacere, che si allontana sdegnato. Bellezza im-plora, in conclusione, l’aiuto dell’angelo inviato-le da Dio per accogliere la sua conversione.

CURIOSITÀL’inganno del tempoDa giovane, pare che Händel fosse bellissimo: alto, snello, biondo e con gli occhi azzurri, ma andando avanti con gli anni soffrì di obesità, depressione, miopia e artrite. Per contrastare la miopia, il compositore si affidò alle mani di un chirurgo, Lord Taylor, fatto arrivare da Londra per sottoporsi ad un intervento. Sfor-tunatamente, l’operazione non riuscì e lo rese cieco, condizione che contribuì ad aggravare anche la sua depressione.

L’inno della UEFA Champions League è ispi-rato al suo inno di incoronazione “Zadok the Priest”.

IL TRIONFO DEL TEMPOE DEL DISINGANNOPIETRA MILIARE DEL REPERTORIO BAROCCO

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INCONTROFESTIVAL

Ritornano gli aperitivi culturali dal 22 luglio agli Antichi Forni. Saverio Marconi, Matteo d’Amico, Quirino Principe, il Vescovo Giuliodori, Moreno Morbiducci, Pier Luigi Pizzi e tanti altri tratteranno il tema dell’ inganno.

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Page 56: Sferisterio Opera Festival // 2009

| Incontro festival

Vi inganneran-no, ma almeno vi offriranno da bere. E vino, non

acqua. Tornano anche que-st’anno gli aperitivi culturali,

evento collaterale dello Sfe-risterio Opera Festival che si tiene dal 22 luglio al 9 agosto, alle 12, agli Antichi Forni di Macerata. Un inizio speciale è riservato proprio

allo Sferisterio, monumen-to neoclassico che 180 fa è stato inaugurato. A rendere omaggio alla storia dell’Are-na ci sono, alle 18 (unico ap-puntamento serale) lo storico

ORE 12: SPAZIO ALL’APERITIVOTORNANO DAL 23 LUGLIO GLI INCONTRI CULTURALI AGLI ANTICHI FORNI

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DAL 22 LUGLIOAL 9 AGOSTOORE 12Q

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Evio Hermas Ercoli, matta-tore delle prime edizioni di questi aperitivi, ed il diret-tore artistico dello Sferisterio Opera Festival. Nei quattro giorni seguenti, ogni incon-tro anticipa l’opera che va in scena alla sera con interventi di critici, giornalisti e registi. Il 23 luglio, infatti, Lorenzo Arruga, musicista, scrittore ed autore di pièces teatrali, dà un assaggio del Don Gio-vanni di Mozart che in serata viene proposto al teatro Lau-ro Rossi; il 24 Carla Moreni, critica giornalista del Sole 24 Ore, presenta Madama Butterfly di Puccini, mentre il 25 Paolo Scotti del Gior-nale (foto qui in basso) in-troduce La Traviata di Verdi.

Doppio ospite il 26 luglio, con l’anteprima mondiale de Le Malentendu di Camus, spiegato proprio dal compo-sitore Matteo D’Amico e dal regista Saverio Marconi. Gli appuntamenti, non si esau-riscono con questa prima

settimana, ma vanno avanti quasi giornalmente, affron-tando il tema della stagione lirica, l’inganno, da più punti di vista. Atteso l’aperitivo del 28 luglio, con Moreno Mor-biducci, uno dei due gemelli del goal insieme a Giovanni

Pagliari, che riportò grazie alle sue reti la Maceratese in serie C. L’ex calciatore affronta l’inganno nel calcio, tra finte e dribbling, insie-me al giornalista Giancarlo Trapanese. Ma ecco anche l’appuntamento con il criti-co cinematografico Claudio Gaetani, che parla di “bar-bari e geishe”, con l’astrofi-sico Angelo Angeletti per “le verità” della scienza, e con Luigi Domenico Cerqua, pre-sidente della Corte di assise di Milano (foto in basso, con a sinistra l’avvocato Stefa-nia Cinzia Maroni e a destra l’avvocato Vando Scheggia ed Evio Hermas Ercoli), con un titolo che già dice molto: “Madama Butterfly, tra turi-

ORE 12: SPAZIO ALL’APERITIVOTORNANO DAL 23 LUGLIO GLI INCONTRI CULTURALI AGLI ANTICHI FORNI

attesa la giornata riservata al calcio, l’inganno tra finte

e dribbling

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Page 58: Sferisterio Opera Festival // 2009

Mogliano (MC)Piazza Garibaldi • Tel. 0733 557399 • Chiuso il lunedì

Ristorante tipico • Pizzeria

Page 59: Sferisterio Opera Festival // 2009

smo sessuale e prostituzione giovanile”. C’è ancora spa-zio per il regista Massimo Gasparon che con il sopra-no Mariella Devia presenta i retroscena della Traviata, per il giornalista enogastro-nomico Carlo Cambi con “la cousine du regard”, per il musicologo Cristiano Veroli (“Gli inganni musicali”) e per il prof. Giacomo Magrini (“Sempre più saggi sono gli ingannati”). Ultimi date con la professoressa Assunta Cio-ci, con una esposizione sulla cultura greca (“Nessuno mi ha accecato”), Mons. S.E. Claudio Giuliodori, con un incontro dal titolo “Verità del tempo e tempo della verità”,

il musicologo ed autore Qui-rino Principe che parla degli “inganni nella forma simbo-lica”, per concludere con il Maestro Pier Luigi Pizzi che il 9 agosto, giorno di chiu-sura del Festival, anticipa le novità del cartellone per la stagione del 2010.

In senso orario dalla sinistra in alto:Quirino Principe (in piedi), Carlo Cambi,

Massimo Gasparon, il Vescovo di Macerata Mons. Claudio Giuliodori ed una foto

dell’aperitivo servito nell’enoteca comunale degli Antichi Forni.

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Page 60: Sferisterio Opera Festival // 2009

Gli spettacoli allo Sfe-risterio non si esau-riscono con la sta-gione lirica. Dopo

Ferragosto sul palco dell’Arena maceratese salgono alcuni pro-

tagonisti della musica italiana. Dà il via, il 18 agosto, il cantau-tore romano Claudio Baglioni, con il tour del “Gran Concerto – Q.P.G.A.”. “Gran Concerto” è uno show fortemente innovati-

vo e altamente spettacolare con il quale, per la prima volta, è la dimensione live ad anticipare i contenuti di un album ancora inedito. In pratica, si tratta di un vero e proprio “Ineditour”

BAGLIONI, CAPOSSELA, DE ANDRÉ, BRIGNANO

AGOSTO, MESE DISPETTACOLI LIVE

| Incontro festival

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Page 61: Sferisterio Opera Festival // 2009

nel corso del quale gli spettatori sono i primi ad ascoltare i brani del nuovo doppio cd di Baglioni, che uscirà dopo l’estate a com-pletamento dell’impegnativo “quadrigetto” Q.P.G.A. La mu-sica è legata in modo particolare ad immagini pensate, filmate, trattate, montate e riprodotte per creare, non una didascalia o un semplice commento alle canzoni, ma una fusione delle due arti che si danno reciprocamente valore, come due facce di una stessa medaglia. Il secondo concerto è quello di Vinicio Capossela, che torna a Macerata il 25 agosto, con uno spettacolo diverso da quello presentato durante le serate del-la stagione invernale nei teatri d’Italia. Lo stesso Capossela ha così annunciato il suo Tour esti-vo: “Saranno pochi i concerti all’aperto che faremo quest’esta-te per liberarci dalla gabbia del solo show e abbaiare alla luna, danzare come baccanti, predi-

care al vento e alla polvere, e far prendere un pò d’aria al Mino-tauro”!Ultimo appuntamento con la mu-sica è il 27 agosto, quando sul palcoscenico dello Sferisterio si esibisce Cristiano De André con il tour in omaggio al padre, con un’anima rock ed una più acu-stica e intimista. Cristiano canta e parla di quello che di Fabrizio De André si è ascoltato, riletto con gli occhi di un compagno di viaggio unico. Ma anche di quel-lo che di Fabrizio De André non si sa, raccontato dal suo erede reale e morale. Chiude la rassegna live, il 30 agosto, nella giornata di festa del patrono (San Giuliano) di Mace-rata, il comico Enrico Brignano con “Le parole che non vi ho det-to”. Il suo esilarante spettacolo mette in luce, con la sua impa-reggiabile e mai scontata ironia, tutte le ansie, le paure, i vizi e le insicurezze dell’uomo di oggi, senza mai cadere nella volgarità.

A sinistra:Claudio Baglioni

Sotto:Cristiano De André, Vinicio Capossela, Enrico Brignano

Page 62: Sferisterio Opera Festival // 2009

Di lato, in senso orario dall’alto:Bruno Gambarotta, Antonio Caprarica, Paolo Crepet.

Nella pagina seguente, in alto: Giampiero Mughini e un fotogramma della trasmissione con Tito Stagno che commenta lo sbarco sulla luna. In basso: Gianni

Vattimo, Massimo Cacciari ed Enrico Ghezzi.

AL VIA LA BIENNALE DI ARTE, PENSIERO E SOCIETÀ

TUTTO IN GIOCO

CIVITANOVA MARCHE ALTA (MC)10 LUGLIO / 6 SETTEMBRE 2009

BIENNALE DI ARTE, PENSIERO E SOCIETÀGRANDI MOSTRE | MUSICA | TEATRO FILOSOFIA | LETTERATURA | MATEMATICASCIENZA | INTRATTENIMENTO | DEGUSTAZIONI

COMUNE DICIVITANOVA MARCHE

info: 0733.271836 www.tuttoingioco.it

Hanno aderito:

Valentina Aprea Stefano BartezzaghiOliviero BehaAlberto BevilacquaGiorgio BolondiEnrica Bonaccorti Achille Bonito OlivaMassimo CacciariAntonio CapraricaAdriana CavareroPaolo Crepet Umberto CuriPhilippe DaverioRoberta De MonticelliMassimo DonàMaurizio FerrarisGianfranco FiniAlfonso FrigerioBruno GambarottaEnrico GhezziGiulio Giorello

Sergio GivoneAntonio GnoliGiordano Bruno GuerriVladimir LuxuriaGiacomo MarramaoPaolo MassobrioGiampiero MughiniPiergiorgio OdifreddiFlavio OreglioEnnio PeresRoberto SaniTito StagnoLuca TeleseCarlo ToffaloriMario TozziEnrico VaimeNicla VassalloGianni VattimoMarcello VenezianiAngelo VentroneDario Vergassola

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con il sostegno di: in collaborazione con:

Lunghissima la carrel-lata di ospiti a Tuttoin-gioco, biennale di arte pensiero e società, or-

ganizzata da Fondazione Carima e Comune di Civitanova Marche, con la direzione artistica di Evio Hermas Ercoli. Dopo il primo weekend con Oliviero Toscani, Achille Bonito Oliva, Oliviero Beha e Giordano Bruno Guerri (sul tema dell’arte in gioco) il programma della manifestazione continua con altri otto fi ne setti-mana per altrettanti temi.Omaggio alla musica nella secon-da settimana. Dal 17 luglio Um-berto Curi, Enrica Bonaccorti, Piergiorgio Odifreddi e Philippe Daverio si cimentano su quattro aspetti diversi del pentagramma: la fi losofi a, la vita, la matematica e l’arte della musica. La politica invece è il fi lo conduttore del weekend che si apre il 24 luglio. Coordinati da Marina Valensise e Angelo Ventrone sono prota-gonisti delle conferenze Valen-tina Aprea, Roberto Sani, Luca Telese e Marcello Veneziani (il venerdì), Bruno Gambarotta (il

CIVITANOVA MARCHE ALTA (MC)10 LUGLIO / 6 SETTEMBRE 2009

BIENNALE DI ARTE, PENSIERO E SOCIETÀGRANDI MOSTRE | MUSICA | TEATRO FILOSOFIA | LETTERATURA | MATEMATICASCIENZA | INTRATTENIMENTO | DEGUSTAZIONI

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Sergio GivoneAntonio GnoliGiordano Bruno GuerriVladimir LuxuriaGiacomo MarramaoPaolo MassobrioGiampiero MughiniPiergiorgio OdifreddiFlavio OreglioEnnio PeresRoberto SaniTito StagnoLuca TeleseCarlo ToffaloriMario TozziEnrico VaimeNicla VassalloGianni VattimoMarcello VenezianiAngelo VentroneDario Vergassola

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Page 63: Sferisterio Opera Festival // 2009

sabato) e Antonio Caprarica (la domenica).Il 31 luglio è la volta del ballo e, in particolare, del tango con un vero Festival tributo alla mi-longa. Protagonisti delle perfor-mance sono la coppia Cappussi y Flores e il Quarteto El Enter-riano fra le più note formazioni di tango al mondo. Le dissertazioni su ballo, eros e coppia invece ve-dono alternarsi due intellettuali del calibro di Paolo Crepet (il venerdì) e Alberto Bevilacqua (la domenica).

Agosto si apre con un primo fi ne settimana all’insegna delle pa-role: i giochi lessicali di Stefano Bartezzaghi (7 agosto), la comi-cità ricercata di Flavio Oreglio (8 agosto) e l’ironia di Enrico Vaime (9 agosto) animano le tre giornate.

Si prosegue a ferragosto con un vero e proprio festival della ma-tematica, con spazi espostivi e di intrattenimento insieme ai rac-conti e ai gialli matematici di Ro-berto Ghattas, che intervista Car-lo Toffalori (14 agosto) e Claudio Bartocci (15 agosto). Seguono gli enigmi di Franco Di Mare che in-tervista Ennio Peres (16 agosto). Sempre nel weekend di Ferra-gosto, Civitanova Alta è sede di un torneo nazionale di burraco e degli spettacoli di Tony Binarelli e di Serena Abrami.

24, 31 LUGLIO2, 5, 7 AGOSTOORE 21Q

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nove fi ne settimana all’insegna di

spettacoli, musica, incontri, conferenze

AL VIA LA BIENNALE DI ARTE, PENSIERO E SOCIETÀ

TUTTO IN GIOCO

PENSIERO IN GIOCORifl essione e divertimento coincidono. Civitanova Alta dedica tre giorni al gioco imprevedibile del Pensiero. Abbattute le tradizionali barriere accademiche, l’attività inutile e improduttiva per eccellenza apre uno spazio di libertà e felicità. Il 4-5-6 settembre si mettono in gioco i più grandipensatori e fi losofi italiani. Lezioni magistrali con tre nomi d’ecce-zione: Massimo Cacciari, Gianni Vattimo e Giulio Giorello. Intervi-ste esclusive: da Ferraris alla Cavarero, da Marramao alla Vassallo, da Givone alla De Monticelli e poi musica e parole negli imprevedi-bili concerti jazz del Massimo Donà Quintet. Tutte le sere Umberto Curi ed Enrico Ghezzi presenteranno il loro cineforum fi losofi co. Per fi nire al caffè letterario performance degli stessi protagonisti della giornata con brani classici di fi losofi a ed un buon vino di contorno.

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Il 21 agosto spazio alla Scienza con i laboratori ideati dall’equipe del professor Giorgio Bolondi del-l’Università di Bologna: Gabriele Agazzi (venerdì) con “Probabil-mente...DeFinetti”, Giorgio Dendi (sabato) con “Tuttingioco” segui-to dallo stesso Bolondi su “Dai giochi alla matematica e ritorno”, Gianmarco Todesco (domenica) con “Animazioni iperboliche”. Tre sono gli appuntamenti dello spazio spettacoli in queste gior-nate: Tito Stagno che rievoca il quarantennale dello sbarco sulla luna alle 21.30 di venerdì, Nada con il concerto “La vita è un gio-co” il sabato e Mario Tozzi che conclude il weekend con lo spet-tacolo “Gaia scienza in gioco”.Il 28-29-30 agosto sono dedicati all’Eros con un cast eccezionale: Giampiero Mughini il venerdì,

Debora Caprioglio con un testo di Valeria Paniccia il sabato, Al-fonso Frigerio, Vladimir Luxuria e Dario Vergassola la domenica.A chiudere la Biennale invece è un vero e proprio Festival del Pensiero che prende corpo dal 4 al 6 settembre (nel box a fianco).Conferenze ogni sera quindi, ma anche spettacoli, teatro, musica, intrattenimenti, laboratori scien-tifici e creativi (organizzato dalla Clementoni) e caffè culturali (in collaborazione con la Libreria Arcobaleno e Agendae res) per nove fines ettimana con altret-tanti temi da “mettere in gioco”.

Tuttoingioco è realizzato grazie al contributo di Banca Marche e alle partnership con I Guzzi-ni per i giochi di luce progettati da Giacomo Tolozzi, Giessemme Service per i giochi d’acqua, FBT per i service audio delle con-ferenze, Pellegrini Garden per il verde del Festival, Ambiente Arredamenti per gli allestimenti di palcoscenico. Cantine Fonte-zoppa, Acqua Nerea e Varnelli sono sponsor dei caffè scientifici e culturali. Media partner della manifestazione è Il Resto del Carlino. La radio ufficiale di Tuttoingioco è Radio Linea n°1.

CLEMENTONI PERI PIÙ PICCOLIUno spazio dedicato interamente ai ragazzi è quello che Clementoni gestisce a tuttoingioco nell’area educativo–creativa allestita all’in-terno dell’ex liceo classico. Qui, tutti i week end, quattro istruttori sono a disposizione dei più piccoli insieme ai giochi Clementoni più conosciuti e apprezzati. Da Sapientino e Teddy a Smart TV. Ampio spazio è dedicato ai laboratori creativi con i prodotti Creaidea e Art&Craft dove, mentre le bambine creano ciondoli, braccialetti e oggetti ornamentali, i maschietti costruiscono e decorano mac-chinine, lavagne e tanti altri oggetti. L’appeal è garantito dal forte traino delle licenze più quotate del momento di cui Clementoni è licenziatario, dalle Winx a Hello Kitty, dalle Princess a Barbi, per passare attraverso i capisaldi Disney con Winnie the Pooh, Cars e La Casa di Topolino.

| Incontro festival

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Cinque mostre permanenti si di-spiegano per l’in-tera durata della

Biennale diventandone la struttura portante.

Fra queste spicca la mostra/performance di Oliviero To-scani intitolata Razza Uma-na/Italia. Lo stesso fotografo sarà presente a Civitanova Marche per fotografare gli spettatori della Biennale nel penultimo weekend (28-30

agosto). Alla fine si avrà una mostra nella mostra, all’inter-no della quale i frequentatori rovesceranno la loro identità: da fruitori a soggetti dell’ope-ra d’arte. Razza Umana è rea-lizzata grazie al contributo di Gesuelli & Iorio SpA.Un’altra importante proposta è invece indissolubilmente legata all’arte moderna e alle correnti estetiche del No-vecento. Più di sessanta ca-polavori assoluti: da Balla a Boccioni; da Depero a Soffi-

ci; da Carrà a De Chirico; da Pannaggi a Scipioni; da De Pisis a Morandi; da Licini a Burri; da Vedova a Schifano; da Manzù a Ceroli. Una ras-segna di richiamo internazio-nale vivacizzata al suo inter-no da continue ‘perfomance’ di artisti, critici ed attori fra i quali Walter Corda, Rodol-fo Craia e Marco Di Stefano. Sponsor unico di Novecento è Cesare Paciotti.

IN MOSTRATOSCANIE IL NOVECENTO

In alto:Lucio Fontana, Concetto spaziale - Attese, 1966Idropittura su tela, cm 81x65,5

A lato:© La Sterpaia_RAZZA UMANA

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| Incontro festival

Il terzo progetto espositivo vede un originale omaggio ai Piccoli teatri. Fondali, sce-ne, costumi e personaggi dei teatrini del settecento pro-venienti dalla straordinaria collezione Zanella-Pasquali-ni arrederanno i locali della Pinacoteca comunale e del-l’ex Sacrario.Di grande valore documen-tale Nemici per gioco? Im-magini e simboli della lotta politica in Italia. Una mostra di materiali grafici inediti a testimonianza dello scontro ideologico del dopoguerra in

un allestimento scientifico curato dal professor Angelo Ventrone del Centro di Docu-mentazione sui partiti politici delle Marche in età contem-poranea. Di altrettanto valore Tra i banchi di scuola. Vita scolastica italiana tra Otto e Novecento. La mostra curata dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Univer-sità di Macerata si propo-ne di illustrare la vita della scuola elementare e popolare dell’Italia unita dell’Otto e Novecento, attraverso un’am-pia offerta di arredi scolastici originali, materiali didattici e

scientifici, giochi e giocatto-li tradizionalmente utilizzati per i momenti di ricreazione e doposcuola.

Razza Umana e Novecento sono visitabili fino al 30 set-tembre dal martedì al giove-dì dalle 18.00 alle 23.00 e il venerdì sabato e domenica dalle 19.00 alle 24.00. Per vedere le altre tre mostre in-vece c’è tempo fino al 6 set-tembre, tutti i venerdì, saba-to e domenica sempre dalle 19.00 fino a tarda notte. Il biglietto d’ingresso cumula-tivo costa 5 euro.

In alto:Lucio Fontana, Concetto spaziale - Attese, 1966

Idropittura su tela, cm 81x65,5

A destra:Mario Schifano, Esso, 1974

Acrilico su carta intelaiata, cm 100x70,7

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