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SEZIONE: PIANO TERRITORIALE TURISTICO PRESENTAZIONE ITINERARIO “STRADA DELL’ARCHITETTURA”

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SEZIONE:

PIANO TERRITORIALETURISTICO

PRESENTAZIONE ITINERARIO“STRADA DELL’ARCHITETTURA”

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PRESENTAZIONE

Si presenta agli Enti locali la proposta di itinerari del Piano Territoriale Turistico per le

osservazioni attinenti l'ipotesi del percorso “Strada dell’Architettura”, all'interno del

tematismo Itinerari culturali e storici, che dovranno pervenire entro il 20 maggio

2005 presso la Provincia di Treviso - Agenzia per la Cultura e il Turismo - Viale Cesare

Battisti, 30 Treviso.

Si allegano allo scopo:

- cartografia del percorso;

- legenda dei siti di interesse specifico censiti;

- percorso raccontato dell’itinerario: Strada dell’Architettura;

- delibera di adozione con allegato protocollo d'intesa.

Entro il termine previsto per la presentazione delle osservazioni (20 maggio 2005) si

chiede ai Comuni di inoltrare anche il protocollo d’intesa (in duplice esemplare)

sottoscritto dal Sindaco o da un suo delegato.

Il materiale che viene consegnato è l'estratto della documentazione inerente l'analisi

specialistica “Strada dell’Architettura” sviluppata dagli analisti arch. Italo Rebuli

(supervisore), arch. Piergiorgio Ditadi (capogruppo), arch. Nadia Barisan, arch. Gianni

Bellotto, arch. Marzia Martignago, arch. Michele Zonta dell’Ordine degli Architetti

Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Treviso.

Il materiale nella sua completezza è depositato presso gli uffici provinciali - Agenzia

per la Cultura e il Turismo, Villa Gasparini - Viale Cesare Battisti, 30 Treviso ed è a

disposizione per la consultazione.

Augurando ai convenuti un proficuo lavoro confido in una risposta da parte di tutti i

soggetti interessati nei tempi stabiliti.

Luca ZaiaPresidente della Provincia di Treviso

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Ideazione Progetto

Assessore ai Beni Culturali e Turismoprof. Marzio Favero

Gruppo di lavoro

Dirigente del Settore Promozione del Territoriodott.ssa Diana Melocco

Dirigente del Settore Gestione del Territoriodott. Carlo Rapicavoli

Responsabile dell'Unità Operativa Programmazione Turisticadott.ssa Elena Bisiol

Responsabile dell'Unità Operativa Beni Culturaliarch. Francesca Susanna

Per la parte amministrativa e organizzativadott.ssa Gloria Toffolo - dott.ssa Alessandra Cohn - dott.ssa Federica Profili

Responsabile dell'Unità Operativa Sistema Informativo Territoriale Integrato (S.I.T.I.)geom. Giuseppe Schiavinato

Ufficio S.I.T.I.dott. Claudio Scantamburlo - arch. Margherita Gnocato - dott. Luca Cauduro

Responsabile dell'Unità Operativa Tutela e Valorizzazione Beni Storici e Ambientaliarch. Silvia Roma

Responsabile dell'Unità Operativa Urbanistica e Valutazione Impatto Ambientalearch. Marco Parodi

Responsabile dell'Unità Operativa Agricoltura Agroalimentare e Sviluppo Ruraledott. agronomo Paolo Pagnani

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Piano Territoriale Turistico - Strada dell'Architettura

ITINERARI DELL’ARCHITETTURA

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Gruppo di lavoro

arch. Italo Rebuli(supervisore)

arch. Piergiorgio Ditadi(capogruppo)

arch. Nadia Barisanarch. Gianni Bellotto

arch. Marzia Martignagoarch. Michele Zonta

PREMESSA

Il territorio della provincia di Treviso è un territorio dove l’architettura è presente in manie-ra pressoché continua, con edifici ed opere relativi a tutti i periodi storici, a partire daiPaleoveneti fino ai giorni nostri.

Un territorio così ricco di elementi di architettura si presta ad essere visitato (e anche “esplo-rato”) da parte della moltitudine di turisti che frequentano l’intera provincia.

La mole di esempi che possiamo trovare sparsi sull’intera provincia di Treviso necessitano,per la loro fruizione, di una opportuna catalogazione, organica e organizzata, in modo dacostruire degli itinerari, tematici o meno, che permettano la visita dei monumenti e dei luo-ghi paesaggistici degni di nota.

In questo lavoro si è privilegiato un itinerario che possa essere percorso in poco tempo, rive-lando al visitatore una serie di “eccellenze” di indiscutibile pregio architettonico ed ambien-tale, non tralasciando comunque episodi di una architettura che potremmo definire mino-re, ma non meno importanti delle altre per l’impatto che hanno o che hanno avuto sul tes-suto urbano e sociale della provincia di Treviso.

Potremo definire questa prima ricerca quasi come una sperimentazione, da estendere all’in-tero territorio provinciale, presentando percorsi tematici a tutti i livelli, interconnessi tra loroe con gli altri percorsi del Piano Territoriale Turistico, per poter dare al turista, dal più smali-ziato al più interessato, l’opportunità di vedere ciò che realmente desidera, nell’arco ditempo che più gli aggrada.

IL PROGETTO

Obiettivo della ricerca è stato definire un percorso turistico atto ad invogliare l’utente, il cit-tadino, alla conoscenza delle valenze architettoniche e paesaggistiche dell’ambito territo-riale di studio con la volontà di indurre la curiosità del turista oltre la semplice conoscenzadei “monumenti” storici che usualmente vengono indicati, per avvicinarlo piuttosto a con-testi, paesaggi ed architetture “minori”, poco noti ma che non sono da trascurare in quantotestimonianza di origini, culture, trasformazioni sociali che hanno segnato il nostro territo-

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rio mediante espressioni urbanistiche ed architettoniche che ancor oggi narrano di epocheantiche, via via fino al moderno.

La nostra realtà locale presenta un territorio molto variegato, influenzato dai sistemi oro-grafici, acquiferi, dalle diversificazioni determinate dalle coltivazioni, dalle tipologie ediliziee dalle reti viarie, entro una organizzazione storica del paesaggio che a volte è molto pre-sente, radicata e leggibile - come nel caso delle zone con agro-centuriato-, mentre a volte èsolo sottesa.

Lo studio ha messo a disposizione una catalogazione delle emergenze individuate graziead un’indagine documentale e visiva: un corpus di informazioni integrato da supporti car-tografici e bibliografici.

PRIMO STEP

La prima parte della ricerca svolta è servita per tracciare un percorso che interessasse leemergenze architettoniche “eccellenti”, ampliato e integrato con la segnalazione di altrimanufatti pregevoli per epoca, stile, impianto e contesto ambientale, rilevati direttamentesul territorio.

Essi hanno costituito, insieme ai primi, il database di partenza.

L’itinerario indicato raccoglie una serie di riferimenti di carattere architettonico ed ambien-tale di notevole suggestione, che vanno dal X al XX secolo con una maggiore concentrazio-ne di emergenze riferite ai secoli XVII e XVIII, con sporadiche testimonianze di architetturamoderna.

Nella prima fase i due centri storici maggiori (Asolo in primis e Castelfranco) sono stati con-siderati come un unicum. Essi potrebbero essere analizzati successivamente in manierapuntuale in quanto, valutata la loro estensione, complessità e la concentrazione di elemen-ti di interesse, non è stato possibile in questa fase di studio analizzarli nella totalità delle loroarticolazioni, poiché sarebbe stato necessario un tempo ben superiore a quello previsto perlo svolgimento della ricerca. Per questi due ambiti territoriali, si è proceduto con l’indicarealcune emergenze particolari e degli esempi presenti al di fuori dei nuclei storici, limitan-dosi, per questi ultimi, ad una descrizione generale dei luoghi.

Il primo step ha visto completati i seguenti punti:

· Individuazione dei comuni interessati ed interessanti;

· Veloce ricerca bibliografica degli elementi presenti;

· Sopralluoghi sul territorio per raccogliere le informazioni necessarie e la verifica succes-siva dei dati raccolti;

· Creazione di una scheda tipo per la raccolta delle informazioni;

· Schedatura di massima delle emergenze più importanti;

· Screening dei periodi storici;

· Individuazione su supporto cartografico adeguato (CTR) degli elementi raccolti e catalogati;

· Individuazione di un primo percorso di interconnessione di tali elementi;

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1. Elenco comuni interessati

Partendo dalle indicazioni fornite in partenza e dall’analisi delle emergenze sul territorio èscaturita una lista dei comuni che contengono elementi catalogabili. Tali comuni e luoghiindividuati, quali Cima del Grappa, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Borso delGrappa, Possagno, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Altivole, Vedelago, Riese Pio X, Maser,Monfumo, Asolo, Castelfranco Veneto sono stati integrati in seconda fase con San ZenoneDegli Ezzelini, Fonte Alto e Castello di Godego. I comuni di Monfumo e di Cavaso, anche senon compaiono dal percorso della strada dell’architettura di primo livello, ricompaiono nelpercorso “secondario” da suggerito ad un turista desideroso di “approfondimento”.

2. Catalogazione mediante schedatura

La scheda di catalogazione comprende una serie di informazioni che costituiscono unacompagine corposa rispetto all’obiettivo finale del lavoro, utile nel caso in cui si vogliacostruire una banca dati varia come quella che si sta costruendo. Da queste informazionisono state poi estratte e selezionate quelle di interesse per il percorso turistico.

All’interno della scheda ci sono una serie di codici e campi che individuano l’oggetto rile-vato in base a vari criteri, ad esempio:

COD. SCHEDA, ID e LIVELLO

La catalogazione segue una numerazione progressiva a tre cifre per ciascun elemen-to rilevato, preceduta da una lettera alfabetica che individua il Comune di apparte-nenza (questa numerazione viene considerata come codice di lavoro standard).

Tale indicazione, sulle schede definitive in consegna come secondo step, è stato sosti-tuito da un numero a due cifre che corrisponde all’elenco degli elementi di primo esecondo livello.

Il livello di importanza (1 per primario, 2 per secondario) che discrimina le emergenzedella strada dell’architettura primaria rispetto alle “deviazioni” di approfondimento èriportato immediatamente sotto l’ID della scheda.

TIPOLOGIA

Gli edifici sono stati suddivisi per tipologie, quali:

VI VilleMO MonumentiPA PalazziCH Chiese e/o architettura ecclesiaticaAI Archeologia industrialeMD Architettura modernaAM AmbienteRU RusticiBO BorghiCS Centro storico

Quest’ultima categoria riguarda organismi edilizi non singoli, ma più complessi comela città e/o il territorio comunale.

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PERIODO STORICO

Pur nel limite dei pochi punti individuati in fase finale si è coperto un vasto arco sia diperiodi storici sia di tipologie e stili architettonici. Infatti lo studio e l’analisi sono statesufficienti per una conoscenza dell’intero territorio e all’interno di ogni scheda è statoriportato il periodo storico di appartenenza, in modo da poter usare l’informazionenel caso di utilizzo di criteri di ricerca particolari all’interno del database.

ACCESSIBILITÀ

Per quanto possibile si è cercato di accompagnare ogni scheda con notizie relativeall’accessibilità dell’elemento architettonico, riportando anche notizie riguardo ladotazione di aree e/o servizi inerenti quali aree di sosta, tipo di percorso, orari, ecc.

SECONDO STEP

Una verifica intermedia del lavoro ha portato ad una revisione di esso, per incontrare le esi-genze rivolte ad un turista che si trattiene non più di un giorno, al massimo un giorno emezzo, e che pertanto ha la necessità e la volontà di visitare i monumenti e l’architetturastoricamente ed architettonicamente più importanti.

Questo ha portato ha selezionare una serie di emergenze primarie (il cui interesse può esseredefinito extra-territoriale) alle quali si accompagna una seconda serie, che presenta notevolicaratteri di interesse storico architettonico ambientale, ma i cui elementi tipologici trovano laloro logica di esistere all’interno del tessuto storico e sociologico dello specifico territorio.

In conseguenza sono stati definiti due percorsi: uno primario che individua le architetturericonosciute da tutti per la loro valenza storico architettonica, ed uno secondario rivolto alturista che vuole approfondire la conoscenza locale del territorio. Questo permette comun-que di toccare varie realtà che hanno caratterizzato il nostro tessuto sociale, oltre alle chie-se, alle ville ed ai palazzi, anche borghi, architetture moderne ed architetture industriali.

PERCORSO

Individuati i punti primari, è stato creato il percorso, valutato basandoci su un livello difacile e veloce percorribilità così da permettere la visitabilità, nel più breve tempo pos-sibile, delle emergenze architettoniche.

L’esigenza di dover soddisfare una fruibilità piuttosto “veloce” non garantisce però untracciato armonico e/o di valenza ambientale, e ci porta purtroppo a passare all’inter-no di zone industriali ed a percorrere strade molto trafficate e pericolose.

La strada dell’architettura così individuata risulta costituita da due anelli: uno si svi-luppa in pianura e l’altro lungo la pedemontana con punto di snodo/incontro nel cen-tro storico di Asolo.

Individuata la “strada dell’architettura” è stato individuato un secondo percorso, chepossiamo definire secondario: si tratta di una serie di anelli che vanno ad interessareemergenze architettoniche che, secondo l’analisi, hanno valenza architettonica equi-parata alle emergenze individuate nel percorso primario, anche se meno conosciute.

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Il secondo step ha visto completati i seguenti punti:

· Individuazione delle emergenze architettoniche suddivise in primarie e secondarie;

· Ricerca bibliografica puntuale degli elementi individuati;

· Ricerca presso il F.A.S.T. di foto storiche per la lettura del territorio;

· Accesso agli uffici tecnici comunali per indagini sugli elementi individuati;

· Schedatura delle emergenze individuate e rilievo fotografico;

· Individuazione su supporto cartografico adeguato (CTR) degli elementi raccolti e catalogati;

· Individuazione della strada dell’architettura;

· Individuazione di un percorso secondario alla strada dell’architettura.

TERZO STEP

Il lavoro si è concluso con la realizzazione dello storyboard, costituito da un diario di viag-gio, corredato da una mappa del percorso e da schede di catalogazione. Il percorso, comepremesso, è stato realizzato mediante due anelli aventi come cerniera e/o punto d’incontroil piazzale Ca’ Vescovo di Casella d’Asolo, di fronte alla Fabbrica Scarpa di Zanuso: questo èil punto di partenza e di arrivo.

1. DIARIO DI VIAGGIO

Il diario di viaggio (storyboard) è stato realizzato mediante una sequenza di foto dell’itine-rario seguito, che descrivono la strada dell’architettura, analizzando le criticità, le valenzepaesaggistiche ed emozionali, indicando inoltre le architetture “minori” presenti nelle real-tà locali, e rimandando alle schede l’approfondimento delle emergenze architettonichecatalogate.

Si fa notare che le strade previste dall’itinerario progettato permettono di raggiungere unaemergenza da un’altra in un tempo medio di circa 15-20 minuti, ridotti a pochi minuti nelcaso le emergenze si trovino tutte nella stessa zona. La durata di percorrenza di un anellopiuttosto che dell’intero percorso dipende molto dal tempo che si desidera dedicare adogni emergenza.

Primo anello: PEDEMONTANA

La partenza del primo circuito è stata stabilita dal piazzale della fabbrica Scarpa a Casellad’Asolo, alla base della strada del Forestuzzo, la quale porta direttamente in centro ad Asolopassando davanti all’Ospedale e ai principali parcheggi. Essendo una specie di passaggioobbligato, questo punto coincide anche con l’arrivo e con la partenza del secondo anello,formando una cerniera ideale tra i due circuiti.

I due anelli possono essere percorsi in qualsiasi senso di marcia: il percorso ivi descrittoparte da Asolo, per proseguire verso Fonte, San Zenone degli Ezzelini, Crespano del Grappa,Borso del Grappa, Cima Grappa, Crespano, Paderno del Grappa, Possagno, Cavaso delTomba, Castelcucco Monfumo e ritornare ad Asolo, in località Casella.

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Salendo verso Asolo lungo il Forestuzzo si può notare il Tabernacolo Molini che risale al1500 e presenta affreschi di buona fattura. Proseguendo è visibile sulla sinistra Ca’Bevilacqua detta la Pignera per il grande pino marittimo che le sta davanti. Lungo ilForestuzzo si trova il parcheggio presso l’ospedale sul quale si affaccia la Seicentesca VillaMazzanghet, e proseguendo verso il centro storico sempre sulla destra si trova l’autorimes-sa comunale. Si accede al centro di Asolo attraverso Porta Loreggia o Portello diCastelfrando, la cui origine risale al Medioevo.

L’integrità del borgo asolano unita al carattere romantico del paesaggio hanno da secolirichiamato su questi colli un turismo d’eccezione. Tra ‘800 e ‘900 la frequentazione di intel-lettuali ed artisti ha suggerito il rimodellamento dell’ambiente secondo il gusto del tempo,creando e diffondendo - anche attraverso la pittura e la letteratura- un “mito” che continuaa nutrirsi di quelle citazioni colte.

Attraversata Porta Loreggia ci si immette nella via di Borgo Novello dedicata a RobertBrowning, che conduce alla Piazza Maggiore. Subito dopo la Porta troviamo sulla sinistraVilla Freya, che fu per molti anni abitazione dell’esploratrice Dame Freya Stark, e il cui giar-dino è un’importante zona archeologica; e sulla destra la nota Fontanella Zen, che insiemealla Rocca rappresenta il simbolo di Asolo. Si giunge così sulla Piazza Maggiore dove si apro-no la Cattedrale risalente al VI s., ma il cui impianto attuale è dovuto all’intervento di restau-ro operato nel corso del XVIII s. dal Massari; la Loggia del Capitano, edificio del XV s. ora sededel Museo Civico, che presenta una facciata con scene di battaglie; la Fontana Maggiore lacui acqua sgorga ancora dall’acquedotto romano. Salendo lungo via Cornaro, dominatadalla torre del Castello, si arriva a Palazzo Beltrami (sede municipale), opera settecentesca diGiorgio Massari, che qui in Asolo ha lasciato notevoli testimonianze della sua attività diarchitetto. In Contrada Canova si trovano Casa Duse e Porta dello Spirito Santo. Questa stra-da, che parte dalla piccola Piazza d’Annunzio, su cui affaccia Palazzo Beltramini, scendeverso ovest fino all’imbocco del Foresto di Pagnano e di quello del Casonetto. La grandecasa rossa venne acquistata da Eleonora Duse per farne la propria dimora, ma essa non laabitò mai in quanto morì durante una tournèe in America subito dopo averla acquistata.Dopo la Porta dello Spirito Santo una serie di edifici si affacciano sulla sinistra: PalazzoGalanti (ora Hotel Cipriani), la casa del pittore veneziano Mario De Maria, quella del poetaGuido Pusinich e infine la Casa Puppi Gobbato, ancora intatta dopo cinque secoli.

Scendendo da Asolo lungo il Foresto di Pagnano troviamo prima la Chiesa di SantaCaterina, poi sulla sinistra Palazzo Perusini-Pasquali in cui dormì Napoleone la notte del 10marzo 1797; più avanti il Palazzo Beltramini-De Mattia-Filippin che conserva al suo internoun camino cinquecentesco opera dello scultore Francesco Graziolo, e un affresco trecente-sco rappresentante la Crocifissione. Da Palazzo Beltramini-De Mattia-Filippin si vede il“Fresco” di Villa degli Armeni. Proseguendo sulla destra vediamo la Casa Longobarda, casacostruita dal Graziolo per se stesso e la famiglia, caratterizzata da una grande varietà di cita-zioni culturali. Di fronte al piccolo edificio si imbocca a sinistra la Rialta di S. Anna che portaall’omonima Chiesa e Convento; nel retro trova posto il cimitero che ospita la tomba diEleonora Duse e di Freya Stark.

Continuando il percorso sulla destra si nota la Settecentesca Villa Flangini, Paladini, Rossi eal termine del Foresto in corrispondenza dell’incrocio a sinistra in località Pagnano vi è ilMaglio, all’interno del quale è ancora presente l’attrezzatura fabbrile che utilizza la forgia, laola e il maglio unicamente attraverso l’energia idraulica, con opportuni registri di regola-zione e canaletti di derivazione del corso d’acqua maggiore. Una volta attraversato il pontein direzione di Fonte si trova subito sulla sinistra Villa Carniel risalente al XVI sec.

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Proseguendo verso Fonte si può ammirare il Monte Grappa in direzione nord. Questa stra-da si snoda sulla dorsale dei colli Asolani, offrendo molti scorci paesaggistici sia verso sudche verso nord.

Si giunge a Fonte Alto, alla Chiesa parrocchiale di San Pietro, all’interno della quale si pos-sono ammirare l’affresco sul soffitto della navata di Gian Battista Canal e la pala di SanGiovanni Evangelista di Jacopo da Ponte. Dal piazzale della chiesa si può godere la vista delpaese. A Fonte si possono ammirare anche Villa Pasini, risalente al 1600 circa, di stile manie-rista, e Villa Nervo, del secolo XVII, attuale sede municipale.

Si prosegue il percorso in direzione Crespano: lungo Via dei Fontanazzi, in direzione ovest,poco fuori dal centro e vicino al bivio per Crespano si nota un edificio “folcloristico” connumerosi reperti della vita artigiana e contadina appesi in facciata. Via dei Fontanazzi offredelle viste panoramiche del contesto collinare locale e del Massiccio del Monte Grappa par-ticolarmente suggestive. Lungo questa via sulla sinistra si intravede il santuario dellaMadonna del Monte, chiamata anche Chiesetta Rossa. Questa sorge sui resti del castellaredi Ezzelino da Romano, risalente al XIII sec.

Dopo il santuario, immettendosi a sinistra sulla strada che collega San Zenone a Crespanoe percorrendo la strada in direzione sud verso il centro di San Zenone si trovano sulla destrail parco e la Villa degli Armeni. Continuando il percorso sul lato sinistro si trova il complessodi Villa Marini Rubelli: da notare sulla facciata principale i Telamoni monocromatici sotto aidavanzali delle finestre e le due divinità femminili inserite in finte nicchie.

Il centro di San Zenone si trova in corrispondenza con l’incrocio con la Strada StataleBassanese. Posta ad est rispetto all’incrocio con la Bassanese è Villa Di Rovero: per anni que-sta villa è stata il cuore pulsante del paese, cultura, politica economia e giustizia trovavanoil loro volto quotidiano entro le mura di questo bellissimo complesso che ancor oggi si fanotare a chi entrando in paese, provenendo da Montebelluna, volge il suo sguardo a nordest; con i suoi annessi sembra dominare il territorio circostante, come il castello sul borgo inepoca medioevale, la grande scalinata che attraversa la cedrera contribuisce a donarleancor più questo senso di autorità-austerità. Verso la fine del ‘700 divenne luogo di culturae scienza, in essa soggiornarono i fratelli Riccati di Castelfranco, celebri matematici e archi-tetti come Francesco Maria Preti, lo storico bassanese Giambattista Verci, il famoso editoreGiuseppe Remondini, il poeta bassanese Jacopo Vittorelli.

Ritornando verso nord e proseguendo il percorso in direzione Crespano si attraversanocampagne coltivate a vigneto ed altro: le zone che si attraversano sono legate ad una cul-tura produttiva di tipo contadino, sullo sfondo si possono ammirare il Monte Tomba e lependici del Grappa. Lungo la Pedemontana in direzione di Borso del Grappa è tipico trova-re antichi insediamenti definiti “colmelli”.Tali borghi avevano valenza amministrativa propriaed erano costituiti da abitazioni e da edifici destinati alla produzione agricola.

Dal centro di Sant’Eulalia si vede in direzione nord l’omonima chiesa in stile neoclassico:all’interno della sacrestia della chiesa di S.Eulalia è custodito il sarcofago di Caio Vettonio, unveterano romano della gens Fabia. Il piccolo nucleo del paese si sviluppa su un incrociodella pedemontana: tale strada risulta abbastanza trafficata in quanto collega la zona indu-striale di Borso con gli altri paesi localizzati ad est. Lungo la strada verso il Grappa si trova-no insediamenti industriali recenti che contrastano fortemente con l’ambiente collinare emontano.

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Per andare sul Monte Grappa si può percorrere una strada che passa da Semonzo (o addi-rittura quella che proviene da Cavaso) che però durante la stagione invernale può esserechiusa a causa della neve. La strada più agevole è quella che parte dal centro di Romanod’Ezzelino ed arriva sulla cima con una percorrenza di circa 28 km; il percorso presenta scor-ci paesaggistici ed ampie vedute panoramiche, in particolare si vedono i Colli Asolani e die-tro il Montello. All’incirca all’altezza del campo Solagna ci sono le trincee della grande guer-ra, segue una strada “serpeggiante” con splendido percorso immerso nel bosco. Lungo lastrada sono visibili cavità ed anfratti usati nel periodo della guerra. Arrivati in cima si incon-tra sulla sinistra la Caserma Milano, affiancata dall’ingresso della galleria Vittorio EmanueleIII, un’importante opera di ingegneria militare oggi parzialmente visitabile, si prosegue edopo l’ultimo tornante si giunge ad un piazzale dove posteggiare l’auto, da qui si proseguea piedi verso il Sacrario, edificato nel 1935 per onorare i combattenti del Grappa su proget-to dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Il monumento ècostituito di due parti: il corpo centrale, presso il quale sono custodite le spoglie di 12.615combattenti italiani, e la Via Eroica, lunga 250 metri, che conduce al Portale Roma, massiccioedificio progettato dall’architetto Alessandro Limongelli, sopra il quale è stato costruitol’Osservatorio. Dal piazzale si gode uno splendido panorama e in giornate particolarmentelimpide la vista si estende fino alla provincia di Venezia.

La discesa dal Monte Grappa può avvenire sia verso Cavaso, che verso Semonzo o in alter-nativa si ritorna per la ex statale 141 Strada Cadorna, percorsa durante l’andata.

Si prosegue in direzione Crespano, appena varcato il territorio comunale sulla sinistra siincontra Villa Manfrotto Canal del secolo XVII, attualmente in corso di restauro per realizza-re un ristorante; subito dopo lateralmente rispetto alla villa si sviluppa il Colmello Gherla,caratterizzato da una serie di edifici caratteristici costruiti in pietra locale. Lungo la stradaprincipale prima di arrivare in centro si possono ammirare una serie di villette in stile liberty.

In corrispondenza del semaforo, facendo una deviazione rispetto al percorso, girando adestra e proseguendo per circa 200 m, si può ammirare sulla destra Villa Canal detta “LaBiblioteca”, proseguendo sempre sulla destra si trova Casa Roberto Andolfato, interessanteper i porticati in mattoni faccia a vista; subito dopo sulla destra c’è un interessante borgo, ilBorgo San Pio X, che conserva ancora l’impronta architettonica originale in pietra locale.Proseguendo sulla sinistra si può ammirare Ca’ Biotti, oggi collegio, un tempo casa-aziendarisalente al XVIII secolo. Proseguendo ad un certo punto sulla sinistra c’è Via San Paolo, daqui si può raggiungere la Chiesa di San Paolo sul Lastego, chiesa del XII secolo, da questa viainoltre delle stradine conducono sul fiume Lastego, dove si possono trovare dei mulini, tra iquali spicca l’opificio Andreatta.

Proseguendo il percorso principale da dove l’avevamo lasciato, subito dopo il semaforo siincontra a sinistra il Municipio, secolo XIX. a destra l’edificio della filanda, recentementerestaurato per ricavarvi unità residenziali; subito dopo la curva a destra, rientrante rispettoalla strada è visibile Casa Mantovani Orsetti, villa del XIX secolo. Proseguendo si arriva alDuomo, opera dell’architetto Giorgio Massari. Il Duomo si sviluppa al centro di una piazzaparticolarmente interessante dal punto di vista architettonico. Sul retro della piazza in dire-zione sud c’è il borgo Piave che conserva caratteristiche tipologiche della zona. Sulla piazzasi affaccia l’Ex palazzo reale, all’interno del quale si trova il Museo della Grande Guerra ed ilCentro di documentazione sul Grappa. Proseguendo il percorso, subito dopo la curva a sini-stra è visibile ciò che rimane dell’antica chiesa di San Marco, della quale degna di nota è lapeculiarità del campanile della chiesa che fa corpo unico con la facciata; da qui si può gode-re anche la vista della Chiesa di San Pancrazio, risalente al XI secolo.

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Si prosegue verso il tempietto della Madonna del Covolo, la strada è costeggiata da una filadi cipressi e sulla destra si possono notare dei rustici interessanti.Tra i cipressi a destra si tro-vano i capitelli della via Crucis con rappresentazioni scultoree a bassorilievi. La strada ter-mina su un piazzale: sullo sfondo chiude il panorama la chiesa che si staglia sui boscosi pen-dii del Monte Grappa. Esistono diversi spazi di sosta il più grande dei quali si trova sul piaz-zale sopra la chiesa ai piedi del campanile. Il Santuario della Madonna del Covolo venne rea-lizzato tra il 1804 ed il 1809, su disegno di Antonio Canova e sotto la direzione di Gio:BattaZardo detto Fantolin, cugino dello scultore; sul modello di questo successivamente ilCanova costruì il tempio di Possano. Particolarmente interessante è anche la torre campa-naria, visibile sul lato est costruita dall’architetto Fausto Scudo nel 1937.

Scendendo sulla sinistra si scorge un’edicola, l’edicola di Nogarè, piccolo oratorio la cui ori-gine risale alla seconda metà del XII secolo a ricordare l’apparizione della Vergine ad unapastorella sordomuta. Scendendo lungo la via, verso sud-est, si possono ammirare i profilidei colli asolani.

Passato il centro di Crespano si prende la strada in direzione di Paderno del Grappa per rag-giungere Villa Fietta, rimaneggiata nel corso degli anni ed il cui aspetto odierno si deveall’architetto Giorgio Massari. Da Villa Fietta ci si ri-immette sulla strada pedemontana perraggiungere il centro di Possagno.

Ai piedi del paese si trovano le fornaci: la realtà produttiva di Possagno si basa sulla produ-zione di laterizi. Esistono insediamenti sia di archeologia industriale che di nuova realizza-zione (questi ultimi di impatto particolarmente forte sul territorio). In centro a Possagnosulla destra troviamo la Gipsoteca Canoviana, all’interno della quale troviamo numerosi col-lezioni delle opere di Antonio Canova, particolarmente interessante dal punto di vista archi-tettonico è l’ala progettata dall’Architetto Carlo Scarpa. Proseguendo il percorso sulla sini-stra imbocchiamo la salita verso il Tempio: il Tempio del Canova si erge alto sull’abitato diPossagno con la sua candida mole che si staglia netta su di uno sfondo ancora verde: il turi-sta che arriva a Possagno, da qualunque direzione provenga, lo vede solenne, sopra di uncolle, ai piedi dei monti.

Si prosegue il percorso verso Cavaso, ad un certo punto in prossimità di un incrocio sullasinistra si trova il colmello Obledo: per raggiungerlo bisogna svoltare verso le pendici delMonte Tomba. Qui si possono ammirare Villa Bianchi Premoli e Villa Bianchi Sartorio.

La strada Pedemontana passa successivamente per il centro di Caniezza sul quale si affac-ciano il municipio e l’antica locanda Alla Posta. Ad un certo punto sulla sinistra si trovanoindicazioni per il Monte Tomba, si imbocca la strada e da qui si raggiunge la Chiesetta Alpinasul Monte Tomba, costruita nel 1960 su progetto dell’Architetto Pietro Celotto.

Da qui torniamo indietro in direzione Possagno e raggiungiamo la Chiesetta di SantaGiustina. Passato il centro di Possano si gira a sinistra: quando si trova una piccola edicola sigira a destra per via Fornaci. La strada conduce alla zona delle fornaci: per raggiungere lachiesa di Santa Giustina bisogna girare sulla seconda strada a destra costeggiando lo stabi-limento produttivo. Si attraversa un borgo con architetture rurali molto particolari: da nota-re l’edificio tondo sull’incrocio, in corrispondenza del quale si svolta a sinistra. La strada sisnoda attraverso una piccola valle per poi concludersi in corrispondenza della Chiesetta,risalente al XII s. Scendendo dalla chiesa di Santa Giustina, poco dopo il borgo si gode unapanoramica di Possagno: la campagna è purtroppo caratterizzata da enormi fabbricatiindustriali che si stagliano in modo violento sul paesaggio collinare.

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Si prosegue lungo la Vallorgana in direzione Castelcucco: sulla sinistra è visibile il “Pareton”,la famosa cava di argilla al centro di grandi polemiche che vedono coinvolte la popolazio-ne della zona e le ditte che producono laterizi. Lungo la Vallorgana, a circa metà strada traPossagno e Castelcucco, verso ovest possiamo vedere i resti di un’antica fornace, ora inabbandono. Subito prima del centro di Castelcucco a sinistra si trova la strada per l’Oratoriodi San Bartolomeo. L’avvicinamento alla radura dell’Oratorio è piacevole, in quanto la stradasi snoda tra i boschi di nocciolo; non è raro incontrare scoiattoli e altri animali tipici dellazona. L’Oratorio di San Bartolomeo è anteriore al 1000, di origine longobarda con chiesa set-tecentesca a pianta pentagonale.

Si scende dall’Oratorio e si gira a sinistra verso il centro di Castelcucco dove possiamo vede-re diversi oratori, alcuni in buono stato, frutto di recenti restauri. Dal centro del paese si pro-segue in direzione ovest verso Paderno del Grappa. Lungo la strada di fronte alla villaPerusini, troviamo la chiesa di Santa Lucia, un edificio romanico del XIII secolo. Guardandoverso nord, poco oltre la chiesa di Santa Lucia, troviamo il cancello della Villa Perugini, splen-dido esempio di arte settecentesca. Per raggiungere l’oratorio della villa, proseguire pocooltre e prendere la strada a destra. Da qui si prosegue seguendo il corso del Torrente Muson:la strada è poco trafficata e ricca di punti di vista paesaggistici. Lungo tale strada troviamol’Antica Latteria a Castelcucco, detta il “Casel”, ora trasformato in un museo dell’attivitàcasearia della zona. Ai margini del paese troviamo la Chiesa di San Giorgio: interessante è ilborgo più antico che si sviluppa intorno alla chiesa.

All’estremità sud di Castelcucco, ubicato in Colmello Posa, l’oratorio di San Gaetano, restau-rato di recente. Si trova sull’incrocio con la strada che verso est porta a Monfumo. Più a sud,a Pagnano troviamo la Chiesetta di San Martino di Pagnano, risalente ai secoli VII VIII, si trat-ta di un piccolo oratorio altomedievale di campagna. L’edificio necessita di un restauro. InVia Chiesa si sviluppa un antico borgo, che fu nel XII s. stazione di Templari e patria delladinastia dei Torretto, gli scultori che furono i maestri di Canova. Percorrendo la via si puòvedere sulla sinistra un antico lavatoio a cui si accede scendendo per una ripida scala in pie-tra. Si arriva alla Canonica con antistante il sagrato della Chiesa Parrocchiale. La Chiesa di S.Giovanni Battista, sorta sui resti del castello dei Maltraverso, contiene al suo interno interes-santi opere degli scultori Torretto. Dove ora sorge la sacrestia rimangono le tracce di unachiesa dei Cavalieri Templari. Eleganti le strutture di Casa Talamini-Mara e di Villa Salis-Zambaldi-Filippin. Da qui si prosegue in direzione Monfumo, ad un certo punto si trova unincrocio, girando a destra si arriva alla località “La Valle” di Monfumo, dove si può raggiun-gere l’ex miniera di lignite: il comune si sta interessando a sistemare l’area al fine di realiz-zare un percorso naturalistico, vista la suggestività del luogo. Se invece di girare proseguia-mo dritti raggiungiamo il centro di Monfumo dove si trova la Chiesa parrocchiale, luogo dacui si partono anche dei “sentieri natura”. Proseguendo lungo la strada principale ad un certopunto si trova un incrocio, in corrispondenza del quale c’è un’edicola, si svolta a destra e poisubito di nuovo a destra e si prosegue fino a raggiungere Villa Cà Corniani Scotti Cardellini,opera dell’Architetto Scamozzi, sul retro della quale si trova l’oratorio di San Rocco: la Villanon è attualmente agibile ed urge di un restauro accurato. Altro sito interessante da vede-re sia dal punto di vista architettonico che dal punto di vista paesaggistico è la chiesa inlocalità Castelli.

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Torniamo indietro verso il Foresto del Casonetto che collega il centro storico di Asolo alForabosco e a Monfumo scendendo verso Nord, e proseguiamo sulla strada che porta versoCasella d’Asolo, In prossimità dell’incrocio con la Castellana troviamo l’ingresso alla fornacedi Casella d’Asolo. Proseguendo arriviamo all’incrocio con la strada bassanese e si ritorna alpunto di partenza, da cui si diparte il secondo anello.

Secondo anello: PIANURA

Anche il secondo circuito può essere percorso in qualsiasi senso di marcia: qui siamo parti-ti da Casella d’Asolo, passando poi da Altivole (loc. San Vito), Riese Pio X, Castello di Godego,Castelfranco, Vedelago, Altivole, Maser e ci siamo ricollegati con Asolo, loc. Casella.

La cerniera tra i due anelli di percorso è costituita da una zona a traffico abbastanza eleva-to. L’incrocio può comportare tempi di attesa piuttosto lunghi. E’ consigliabile passare all’in-terno della zona industriale costeggiando la fabbrica di Zanuso (ex Brion Vega, ora Stonefly)ed uscire a sud della zona industriale.

A Casella D’Asolo non si può non notare la Fabbrica di Zanuso, costruita attorno agli annisessanta (1963/1967). Attorno alla fabbrica si è sviluppata la zona industriale: è forte il con-trasto tra questo fabbricato, ben progettato sia nei volumi che nell’uso dei materiali, con lesue pertinenze caratterizzate da aree verdi ed aree carrabili giocate su dislivelli e terrazza-menti, in contrapposizione ai nuovi capannoni: monotoni parallelepipedi che si elevano dapiazzali asfaltati e che non hanno nessun legame con il territorio storicizzato.

Proseguendo verso San Vito di Altivole si notano parecchi capannoni industriali. Si rag-giunge la Piazza di San Vito: essa è chiusa verso est dalla Chiesa Arcipretale di SS. Vito e CC.MM. Un breve giro intorno alla piazza potrebbe far scoprire alcuni edifici di pregio: la VillaCostanzo, Giauna-Bernardo di origine Seicentesca e la cui cancellata di ingresso è attribuitaal Canova; il caratteristico edificio timpanato che ospita un ristorante e l’antico capitellodedicato alla Madonna della Rosa.

Proprio sulla piazza c’è l’Osteria da Wilma il locale conserva al suo interno un tavolino su cuiCarlo Scarpa appose la propria firma nel periodo in cui sovrintendeva ai lavori di costruzio-ne della vicina Tomba Brion; subito dopo l’antico palazzetto si svolta a destra imboccandola strada che conduce alla tomba Brion dell’arch. Carlo Scarpa. La tomba si estende su unterreno di circa 2000 mq, disposto ad L intorno a due lati del vecchio cimitero di San Vito: sitratta di un giardino cintato, all’interno del quale, lungo un percorso libero, sono costruitiepisodi architettonici legati da un comune tessuto simbolico ed artistico. Qui, appartatarispetto al monumento si trova anche la tomba di Carlo Scarpa: vi si accede dal cimitero par-rocchiale.

Proseguendo verso Riese Pio X troviamo un albero votivo in corrispondenza di un incrociodella antica centuriazione romana che si sviluppa ad est. All’ingresso del paese di Riese sivede in fondo alla strada la casa/museo di Pio X. Nelle vicinanze si trova Villa ZorziGradenigo Venier (XVIII s.): costituisce il nucleo centrale della nascita e dello sviluppo dellacomunità di Riese fin dalle sue origini, ivi in diverse occasioni trovarono ospitalità il cardinalA.G. Roncalli e il Papa Giovanni XXIII, venuto per le solenni celebrazioni di Riese in Onore diPapa Pio X, fu sede, inoltre, del comitato celebrativo per la beatificazione di Papa Sarto.

Proseguendo il percorso in corrispondenza dell’incrocio per Poggiana si nota la VillaGradenigo. La strada verso Poggiana è caratterizzata da un paesaggio campestre. In questa

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zona si percorrono i vecchi tracciati della centuriazione romana. Arrivati al centro del paesesi nota sulla destra la Chiesa e di fronte ad essa si trova un severo palazzo in stile neoclassi-co. proseguendo lungo la strada tra Vallà e Castello di Godego si trova un’antica barchessa(casa Avogadro), in avanzato stato di degrado.

Arrivati a Castello di Godego, in corrispondenza con l’incrocio con via Roma si trova VillaPriuli, attualmente sede della biblioteca comunale. Nei pressi c’è l’oratorio di Sant’Antonio.Proseguendo si trova la Barchessa Mocenigo, è uno degli edifici appartenenti al complessodella famosa Villa Priuli (XVI s.), ristrutturata nel ‘700 da F. M. Preti. Più avanti si trova VillaMocenigo- Garzoni- Martini, conosciuta anche come la Villa di Godego. Ciò che resta è frut-to di una ricostruzione dell’antica villa, crollata, per opera del Preti. Il complesso di questaVilla, tutto circondato da mura, comprende un vasto parco romantico con laghetto. Il com-plesso è in stato di degrado.

In corrispondenza con l’incrocio con la statale che va da Rossano a Castelfranco si prende asinistra Via San Pietro. In corrispondenza di questo incrocio si trova una interessante villaliberty. Proseguendo si raggiunge il Sacello di San Pietro, risalente al VII s. e rimaneggiatonell’VIII e XVII secolo, è ubicato all’interno di un’area di verde pubblico parzialmente attrez-zato, lungo le rive del torrente Muson, dal prato antistante la chiesa parte un percorso natu-ralistico denominato “Sentiero Natura Prai”.

Si prosegue in direzione di Castelfranco Veneto: la città antica di Castelfranco è circondatada alte mura in cotto costeggiate da un fossato perimetrale. Da notare la Torre Civica conl’Orologio del 1499, che costituiva la porta di ingresso della città. Siamo in Borgo Treviso; davisitare il Teatro, la Casa del Giorgione, il Duomo e, fuori dalle mura, Piazza Giorgione con ilPaveion. Fuori dalle mura si possono inoltre ammirare anche: ex Palazzo del Monte di Pietà,ora Biblioteca, il Palazzo del Municipio con affreschi del Castagnola, Casa Costanzo, con fregirinascimentali, Palazzo Bovolini Soranzo e Palazzo Spinelli Guidozzi, affrescati in facciata,Palazzo Riccati e la Chiesa di Santa Maria Nascente, riedificata nel 1777 su una antichissimapieve precedente alla fondazione della città. Notevole è il Parco di Villa Revedin, attualmen-te di proprietà dell’Università di Padova, si estende su 7,63 ettari e conta un patrimonioarboreo di oltre mille individui, appartenenti a 65 specie; circa 35 esemplari hanno un’ètàcompresa fra i 75 e i 125 anni, mentre 44 fra i 50 e i 70 anni.Tra le specie presenti ve ne sonoalcune molto rare.

Sulla strada verso nord si incrocia l’uscita dall’Ospedale Civile, un nodo critico per l’elevatotraffico. Più a nord, l’incrocio regolato da semaforo con la statale che porta a Istrana ed aTreviso: è un punto piuttosto critico, ma un passaggio obbligato per andare in direzionenord verso Fanzolo. Dopo circa 500 metri troviamo l’incrocio con la strada Postumia vecchia.Percorrendo questa strada si va verso la Villa Emo. Lungo la Postumia vecchia si aprono oriz-zonti pianeggianti su campi coltivati. La Chiesa di San Floriano interrompe la strada, che sistringe e la costeggia sulla sinistra.

Dopo qualche chilometro si raggiunge il centro di Fanzolo, famoso appunto per Villa Emo.Nelle vicinanze dell’incrocio si trova la Chiesa di Fanzolo. Dietro sulla destra c’è la Canonica,palazzo tardo rinascimentale. Sulla sinistra troviamo l’asilo, fabbricato interessante dei primidel Novecento. Poco dopo possiamo ammirare Villa Emo, opera dell’Architetto AndreaPalladio. Le dipendenze della villa posizionate a sud. costituiscono un interessante repertodi architettura rurale. La strada costeggia Villa Emo ed il fossato: a sud si notano le case deicontadini.

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Proseguiamo verso Barcon e raggiungiamo la Barchessa di Villa Pola, opera dell’ArchitettoG. Massari. La prorietà dell’antica Villa Pola è costeggiata da un alto muro in sassi e mattoni.La strada costeggia il muro.

Proseguiamo verso il centro di Vedelago, e attraversato l’incrocio al centro del paese, sullastrada che porta ad Albaredo ci si ritrova immersi in un paesaggio agreste: la strada costeg-gia infatti campi coltivati. Giunti all’incrocio per raggiungere il centro di Albaredo si devegirare verso est. Albaredo possiede una serie di ville di notevole pregio, prima fra tutte laCanonica, poi Villa Grimani Morosini Pozzobon ed i suoi annessi, Villa Gritti, Villa GrimaniMorosini con gli annessi e l’antica aia in mattoni. Notevolmente interessante è anche lachiesa.

Dopo il centro si prosegue e si raggiunge Ca’ Corner della Regina, a Cavasagra. Verso la finedel 1400, Caterina Cornaro, Regina di Cipro, cedette il Regno alla Repubblica Veneta otte-nendo in cambio i feudi di Asolo e Castelfranco, che nei secoli successivi divennero il piùcospicuo patrimonio di famiglia. La villa di Cavasagra è il frutto di una serie di interventi erecuperi, che hanno portato alla trasformazione della preesistente costruzione cinquecen-tesca realizzata sotto la probabile direzione di Vincenzo Scamozzi, passando per gli inter-venti voluti da Gerolamo III Corner, che volle un “palazzo” di campagna a pianta quadratasecondo il progetto dell’architetto Giorgio Massari, e quelli di Giovanni Corner, vescovo diCastelfranco, affidati a Francesco Maria Preti che sistemò il pronao tetrastilo e successiva-mente costruì le Barchesse, fino ad assumere l’attuale conformazione.

In corrispondenza dell’incrocio con la strada che porta verso sud alle Sorgenti del Sile, si puòammirare una vecchia Osteria con portico: tutt’intorno un interessantissimo ambiente natu-rale. Nel centro di Cavasagra si possono ammirare la chiesa con l’annesso campanile e ilcimitero, la canonica, un particolare capitello votivo vicino al cimitero, la severa costruzionedell’asilo di epoca fascista. Vale la pena di effettuare una breve deviazione a nord versoCasacorba, vecchio nucleo rurale con un antico colmello ed una piccola chiesa.

Proseguendo da Barcon verso Fanzolo, si nota un interessante edificio rurale con corte edaccesso ad arco lungo la strada verso Caselle di Altivole, vicino alla frazione di Edificio. Giuntinel centro di Caselle d’Altivole: lungo la strada, oltre alla Chiesa di S. Michele, opera dell’ar-chitetto settecentesco Francesco Maria Preti, si possono vedere la casa Canonica,Villa Pisanie Villa Pasqualigo; proseguendo verso Altivole si trova sulla sinistra la Torre Mozza.Interessante è sottolineare che tale strada appartiene al Reticolato Romano: gli storici indi-viduano la parte meglio conservata della centuriazione nel comune di Altivole e in quellicircostanti. Osservando una qualsiasi carta stradale del comune, si rileva come gran partedelle strade, si intersechino ortogonalmente, riflettendo in molti casi l’antico reticolo di kar-dines e decumani. Uno dei cardini più evidenti e meglio conservati del territorio asolano ècostituito dalla Schiavonesca, che, partendo da Riese Pio X, attraversa il territorio meridio-nale di Caselle, interrompendosi al confine con Busta.

Giunti al Centro di Altivole si possono ammirare una serie di edifici di pregio, tra i quali VillaFietta Giacomelli, la Torre Colombera, Villa Bardellini Zon Tittotto e poco lontano in direzio-ne sud la Villa Van Axel. Percorrendo la strada che porta al Barco della Regina Cornaro, tro-viamo un curioso filare sul retro di Villa Fietta Giacomelli, con un piccolo edificio religiosonel mezzo. Raggiungiamo il Barco della Regina Cornaro: l’edificio sorge isolato, in mezzo aicampi coltivati. Nella campagna di fronte al Barco si può nota un roccolo, molto antico.

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Proseguendo verso Maser, si attraversa il centro di Madonna della Salute, si attraversa la stra-da Bassanese, dopo di che si gode una bella vista sulle colline asolane. Interessanti lungo ilpercorso che conduce alla Villa Barbaro sono il Mulino di Coste, nelle vicinanze del quale sitrova un’edicola realizzata sul fronte di un’abitazione con decorazioni a fresco sullo sfondoe sulla volta, inoltre in corrispondenza con Via G. Verdi è visibile un bagolaro, un albero tra icui rami si trova un capitello, che ricorda il culto ai numi tutelari dei boschi, molto radicatoin Coste. Proseguendo il percorso, quando si arriva nel centro a Maser, si può ammirare sullasinistra Ca’ Nani, villa del XVII/XVIII secolo, attualmente sede del Municipio, all’interno si pos-sono ammirare i pavimenti alla veneziana e le travature lignee dipinte, di fronte è visibile l’e-dificio di un mulino, del quale la parte interessante è l’interno, in quanto conserva integri isuoi macchinari.

La chiesa parrocchiale di Maser, a sud rispetto al percorso principale, è del XVIII secolo, all’in-terno ci sono tele attribuite alla scuola del Veronese;nelle vicinanze della chiesa si trovanol’Asilo Clotilde Giacomelli (XX secolo) e Villa Calvi (XVIII) secolo. Se si devia verso nord, e siimbocca la strada per Monfumo, in corrispondenza della Forcella Mostaccin, si dipartonouna serie di sentieri naturalistici, nonché percorsi della guerra 1915-1918 tutti ben segnala-ti ed attrezzati, in loco una mappa li segnala, indicando anche i tempi di percorrenza.

Raggiungiamo ora il Tempietto Barbaro o Chiesa del Redentore e la Villa Barbaro Volpi,opere dell’Architetto Andrea Palladio, all’interno si possono ammirare gli affreschi di PaoloVeronese e gli stucchi di Alessandro Vittoria, da visitare anche nelle immediate vicinanze ilMuseo delle Carrozze.

Riprendiamo il percorso e andiamo in direzione di Asolo, ripercorrendo per un tratto il per-corso già svolto; in località Coste poco prima di arrivare alla Chiesa parrocchiale si trova sullasinistra Ca’ Pesaro, la cui parte interessante è il portico ed il loggiato a sud, non visibili dallastrada, segue la Cappella Pio X (XX secolo) dell’Arch. Mario Bruno; a destra si trova VillaSernagiotto (secolo XVIII), dietro alla chiesa, sempre sulla destra proseguendo il percorso, sitrova la casa canonica, villa risalente al XVII secolo, di cui rimane originale il settore centrale.

La strada che prosegue verso Crespignaga è costeggiata da ville venete: si trovano nell’or-dine sulla destra Villa Fabris (XVII secolo), non direttamente visibile dalla strada in quantoarretrata rispetto alla strada e nascosta da alberi, subito dopo a sinistra Villa Pastega (XVIIsecolo). Deviando a destra si può raggiungere la chiesa parrocchiale che conserva all’inter-no una pregiata “Madonna col bambino” della Scuola di Cima da Conegliano e pitture diGiovanni Battista Canal. Subito dopo il centro di Crespignaga si trova Villa Bolzon (XVII seco-lo). Proseguendo sulla destra si può ammira la torre colombera di Villa Querini (XVII secolo);subito dopo sulla sinistra in corrispondenza della curva si trova Villa Pellizzari, di origine cin-quecentesca, recentemente restaurata. Di fronte, sulla destra proseguendo il percorso, èpossibile raggiungere, imboccando Via Gorghesana,Villa Pasina, interessante per il giardinoe per la particolare posizione panoramica dalla quale è possibile vedere chiaramente laRocca di Asolo.

Entriamo nel territorio comunale di Asolo dove troviamo Villa Rinaldi: il complesso è di ori-gine cinquecentesca, ma venne rimaneggiato e ampliato nel corso del seicento. Il corpocentrale della villa presenta al suo interno affreschi del Celesti, del Liberi e del Diziani.

Da qui proseguiamo verso l’incrocio con la strada Bassanese piuttosto trafficata, ma l’im-missione è regolata comodamente da un semaforo. Proseguendo verso ovest notiamo sulla

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destra Villa Loredan, Trentinaglia: la prima residenza nobiliare risale al seicento, ed apparte-neva alla famiglia Razzolini di Asolo; verso la metà del settecento l’edificio venne ampliatoe abbellito ricavando un salone passante distribuito su due piani con soffitto attualmenteaffrescato da Noè Bordignon.

Proseguendo, a sinistra ritroviamo la Fabbrica di Zanuso, punto di partenza e di arrivo.

2. MAPPA

Nella mappa sono state localizzate con un bollino e con il codice di riferimento alla schedadi catalogazione le emergenze architettoniche:

· il bollino rosso indica le emergenze di livello 1;

· il bollino verde le emergenze di livello 2.

La strada dell’architettura è stata evidenziata con il colore ciano: da questa si dipartonodelle deviazioni, che potremo definire “percorsi secondari”, indicate con il colore magenta.Tali deviazioni conducono ad emergenze architettoniche e/o paesaggistiche non costi-tuenti parte della convenzione, ma comunque schedate, perché certamente non sono diminore importanza; queste potrebbero essere integrate in un secondo momento all’inter-no del percorso della strada dell’architettura.

3. SCHEDE DI CATALOGAZIONE

Le schede sono state realizzate come già esplicato in precedenza e contengono tutte lenotizie utili riguardanti le diverse emergenze.

CONCLUSIONI

L’analisi del territorio ha portato alla conclusione che, vista la complessità, la diversità e lamolteplicità di realtà storiche, architettoniche, pittoriche e paesaggistiche, soprattutto alivello locale, si potrebbero altresì realizzare degli itinerari per precisi tematismi, e comun-que la strada dell’architettura andrebbe estesa all’intera provincia, creando un percorsoprincipale che colleghi emergenze notevoli e correlando a questo una serie di anelli secon-dari che portino a conoscere le realtà locali così da permettere l’approfondimento dellaconoscenza del nostro territorio.

Il lavoro complessivo svolto fino a questo momento, frutto di una notevole quantità di datiraccolti, ci porta a ritenere necessario uno studio più approfondito del territorio che coin-volga, non solo l’amministrazione provinciale, ma anche quelle comunali. In questo modo, iltessuto storico che caratterizza i nostri paesi (non solo quelli coinvolti dalla strada dell’ar-chitettura), può diventare importante, oltre che per gli abitanti stessi, anche per coloro chevogliono approfondire la conoscenza dei luoghi attraverso tutta quell’architettura definita,in modo un po’ sbrigativo,“minore’.

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SCHEDE DI ANALISI

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G I U N T A P R O V I N C I A L E G I U N T A P R O V I N C I A L E Delibera adottata nella seduta del 29/03/2005 iniziata alle ore 10,30

COMPOSIZIONE DELLA GIUNTA DALLE ore 10,40 COMPOSIZIONE DELLA GIUNTA DALLE ore 10,40

Presiede il Presidente Luca Zaia Presiede il Presidente Luca Zaia

SONO PRESENTI GLI ASSESSORI: SONO PRESENTI GLI ASSESSORI: Leonardo Muraro Fabio Gazzabin Mario Piovesan Marzio Favero Mirco Lorenzon Noemi Zanette Paolo Speranzon Stefano Busolin SONO ASSENTI GLI ASSESSORI: SONO ASSENTI GLI ASSESSORI: Ubaldo Fanton

SEGRETARIO: Luigi De Martin SEGRETARIO:

N. Reg. Del. 176 N. Reg. Del.

N.Protocollo 28869 /2005 N.Protocollo

OGGETTO: P.T.T. - Adozione tracciato dell' itinerario "La strada dell' Architettura".

Richiamata la deliberazione consiliare n. 60/83030 del 24.11.2003 esecutiva, con cui è stato approvato lo Schema di Piano del Piano Territoriale Turistico, sostanzialmente articolato in 15 itinerari; Dato atto che nel corso del 2003 si è proceduto - anche mediante collaborazioni esterne di alta specializzazione - ad acquisire gli elementi necessari per la definizione specifica e scientifica di alcuni itinerari, e precisamente: - I luoghi della Grande Guerra - La Via Claudia Augusta Altinate - Itinerari del vino - area del Prosecco e Colli di Conegliano - Percorsi Archeologici; Dato atto che nel corso dello stesso 2003 si è proceduto - sempre mediante collaborazioni esterne di alta specializzazione - ad acquisire gli elementi necessari per la definizione specifica e scientifica di ulteriori itinerari, e precisamente: - Completamento degli itinerari del vino (percorsi area Piave, Montello e Colli Asolani); - Itinerari dell'Architettura (Comprensorio fra Castelfranco, Asolo, Possagno); - Itinerario del Turismo Ciclistico Agonistico; Considerato che il lavoro svolto ha doverosamente tenuto conto degli indirizzi, linee guida e matrice, e specificatamente degli "indicatori" (sia turistici che urbanistici) di cui all'allegato 5 della deliberazione consiliare sopracitata, in base ai quali il percorso doveva essere selezionato in relazione a specifiche qualità sia degli oggetti (luoghi ed edifici) che degli ambienti (paesaggistici e urbani); Visto che per l'itinerario individuato come "Strada dell'Architettura" l'apposito Gruppo di lavoro interno ha provveduto a trasferire su supporto informatico le analisi prodotte dai

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consulenti esterni e successivamente a "collaudare" mediante sopralluogo sul territorio, il percorso proposto, rilevando quanto segue: 1) la campagna non presenta particolari criticità; 2) la zona collinare presenta visuali e ambientazioni pregevoli; 3) gli attraversamenti urbani di recente formazione non hanno elementi di particolare disordine urbanistico salvo puntuali eccezioni; 4) lungo il tracciato è presente un'adeguata offerta turistica integrata che va, comunque, arricchita ed animata; Ritenuto, in base alla situazione complessiva valutata, di individuare il percorso che si estende dal massiccio del Grappa sino alla città di Castelfranco; Dato atto che con la sopracitata deliberazione consiliare si è dato mandato all'Assessore di Reparto per l'attivazione dei necessari tavoli di concertazione e di confronto con il territorio per una definizione condivisa del P.T.T., riservandosi il Consiglio Provinciale la definitiva approvazione del Piano al termine della fase delle consultazioni (in esecuzione di tale mandato, il piano è stato presentato il 14.1.2004 alle Associazioni di categoria, a Camera di Commercio, Consorzio di Promozione Turistica e UNPLI e in quella sede è stato espresso da tutte le componenti apprezzamento per i contenuti e la metodologia del Piano, tanto che il 25.2.2004 è stato sottoscritto un apposito protocollo d'intesa con cui sono stati definiti anche il modello condiviso di gestione del mercato turistico e i reciproci ruoli delle diverse componenti, per l'istituzione del distretto turistico locale trevigiano; sul presupposto della condivisione dello schema di Piano presentato, le Associazioni stanno sostenendo la coprogettazione e attuazione, da parte della Provincia, in collaborazione con gli Enti Locali e i diversi portatori di interessi, del P.T.T.); Ritenuto, in vista della presentazione ora al territorio (e quindi, in primis, ai Comuni) dell' itinerario "La strada dell'Architettura", di definire specificatamente le azioni di competenza dei vari soggetti coinvolti (Provincia, Comuni e altri soggetti: Associazioni, Comunità Montane, ecc.) e fissare i contenuti fondamentali del Protocollo d'Intesa relativo alla realizzazione e gestione del percorso da parte di Provincia ed EE.LL. (contenuti che sono sostanzialmente i medesimi già concordati per i due itinerari già realizzati nel corso del 2004), fermo restando che le singole specificità territoriali saranno autonomamente definite dall'Assessore di reparto con ciascun Comune; Ravvisata l'opportunità che il progetto del Piano Territoriale Turistico confluisca nella programmazione territoriale della Provincia di Treviso e che le analisi prodotte dagli analisti, ed elaborate dal S.I.T.I. Provinciale (in forma completa), vengano recepite in tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dell'Amministrazione Provinciale stessa; in quella sede - e specificatamente in sede di approvazione del P.T.C.P. - si procederà anche alla definitiva approvazione del Piano Territoriale Turistico nella sua intierezza, ai sensi di quanto previsto al punto 4 della sopracitata deliberazione consiliare n. 60/2003; Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale, n. 63/102215/2004 del 22.12.2004 avente per oggetto "Bilancio di previsione per l'esercizio 2005, Bilancio pluriennale 2005/2007 e Relazione previsionale e programmatica"; Vista la Deliberazione della Giunta Provinciale, n.

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722/102223/2004 del 22.12.2004, avente per oggetto "Piano esecutivo di Gestione 2005. Approvazione"; Dato atto che il presente provvedimento è di competenza della Giunta Provinciale ai sensi dell'art. 48 del D. Lgs. 18.8.2000, n. 267; Visto il parere di regolarità tecnica espresso dal Responsabile del Servizio interessato, ai sensi dell'art. 49 del D. Lgs. 18.8.2000, n. 267; Dato atto che il parere in ordine alla regolarità contabile e all'impegno di spesa non è richiesto in quanto l'atto non comporta diminuzione di entrata, impegno di spesa e non concerne gestione del patrimonio; Dato atto che il Segretario Generale ritiene che il provvedimento rientri in una attività amministrativa conforme alla Legge, allo Statuto ed ai regolamenti; Ritenuto, stante l'urgenza, di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 134, comma 4, del D. Lgs. 18.8.2000, n. 267, data la necessità di presentare quanto prima l'itinerario al territorio; Con voti unanimi espressi nei modi e nelle forme di legge,

D E L I B E R A D E L I B E R A D E L I B E R A

1) di adottare - ai fini della presentazione al territorio - il tracciato dell'itinerario denominato "Strada dell'Architettura", articolato, per le motivazioni di cui in premessa, nell'elaborato grafico che viene allegato sub a) alla presente deliberazione;

2) di dare atto che il percorso è la risultante delle scelte, considerazioni e motivazioni di cui alle analisi redatte dai consulenti incaricati dall'Amministrazione, in atti presso il Settore competente, con le ulteriori valutazioni autonomamente svolte dall'Amministrazione Provinciale e riportate in premessa;

3) di definire le azioni di competenza dei vari Soggetti coinvolti nella realizzazione e gestione dell'itinerario - inteso come ecomuseale - come da scheda già allegata alla deliberazione di Giunta Provinciale n. 317/51692/2004 del 29.06.2004 ed in atti presso gli uffici dell'Agenzia per la Cultura ed il Turismo;

4) di approvare lo schema tipo del Protocollo d'intesa da sottoscrivere con i Comuni interessati dal tracciato, per la realizzazione e gestione dell'itinerario, nel testo che viene allegato sub b) al presente provvedimento, autorizzando espressamente l'Assessore di Reparto alla definizione - d'intesa con ciascun Comune - degli aspetti legati alle specificità del relativo territorio e di ciascun Comune;

5) di dare atto che il progetto del PTT confluirà nella programmazione territoriale della Provincia di Treviso e che le analisi prodotte dagli analisti, ed elaborate dal S.I.T.I. Provinciale (in forma completa), verranno recepite in tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dell'Amministrazione Provinciale stessa; in quella sede - e specificatamente in sede di approvazione del P.T.C.P. - si procederà anche alla definitiva approvazione del Piano Territoriale Turistico nella sua intierezza, ai sensi di quanto previsto al punto 4 della sopracitata deliberazione consiliare 60/2003;

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6) di dare atto che l'adozione del presente provvedimento non comporta oneri immediati a carico del Bilancio Provinciale e che - previa approvazione del quadro economico da parte dell'Amministrazione Provinciale - si procederà con successivi provvedimenti all'impegno delle risorse necessarie;

7) di dichiarare la presente deliberazione, stante l'urgenza, con separata votazione unanime, immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 134, comma 4 del D. Lgs. n. 267/2000 data la necessità di presentare quanto prima l'itinerario al territorio.

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO

Luca Zaia Luigi De Martin

La presente deliberazione è stata pubblicata all'albo pretorio, ove rimarrà affissa per 15 giorni consecutivi, con inizio dal giorno , nonché comunicata nel giorno stesso ai Capi Gruppo consiliari, a norma dell'art. 125 del D. Lgs. 18.08.2000 n. 267

IL SEGRETARIO GENERALE

L. De Martin

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Allegato pareri in testo integrale di cui all'art. 49 D.Lgs. 18.8.2000 n. 267

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Settore..............: E Promozione Territorio/Pol.Formative Servizio.............: BH UOA Beni culturali Unità Operativa......: 0042 UOA Beni culturali Ufficio..............: ACUL Cultura/TempoLibero/ArchFotografico C.d.R. ..............: 0027 Beni culturali

PARERE TECNICO (art. 49 D.Lgs. 18.08.2000 n. 267) _ !_! NON RICHIESTO in quanto atto di mero indirizzo _ !X! FAVOREVOLE in ordine alla regolarità tecnica _ !_! NON FAVOREVOLE in ordine alla regolarità tecnica

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__ Allegati SI data 24 marzo 2005 IL FUNZIONARIO RESPONSABILE D. MELOCCO ========================================================================== SETTORE RISORSE ECONOMICO FINANZIARIE E PATRIMONIALI A) PARERE CONTABILE (art. 49 D.Lgs. 18.08.2000 n. 267)

_ _ !X! non richiesto in quanto !X! non comporta diminuzione di entrata l'atto: _ !X! non comporta impegno di spesa _ !X! non concerne gestione del patrimonio _ !_! FAVOREVOLE in ordine alla regolarità contabile ed all'impegno di spesa _ !_! NON FAVOREVOLE in ordine alla regolarità contabile ed all'impegno di spesa per i seguenti motivi

______________________________________________________________________

______________________________________________________________________ _ Accertamento/Impegno !_! PRENOTATO(giuridicamente non perfezionato) N° _________________ _ !_! ASSUNTO (giuridicamente perfezionato) ________________________________________________________________________

data 24 marzo 2005 IL FUNZIONARIO RESPONSABILE G. MASULLO

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PIANO STRATEGICO DELLA PROVINCIA DI TREVISO

_____________________________________ Sezione: Piano Territoriale Turistico

PROTOCOLLO D'INTESA tra PROVINCIA DI TREVISO e

COMUNE DI ........................... per

LA REALIZZAZIONE DEL PIANO TERRITORIALE TURISTICO E LA COSTRUZIONE DEL "SISTEMA TURISTICO TREVIGIANO"

ITINERARIO:"STRADA DELL'ARCHITETTURA"

L'anno 2005 addì ............. del mese di ......... presso ....................................................................

t r a

- la Provincia di Treviso nella persona del

.............................................. a ciò autorizzato

dalla deliberazione di Giunta Provinciale n.................

del...........................

e

- il Comune di .........................................

nella persona del .................................................;

P r e m e s s o

- che nella Marca trevigiana è in corso la realizzazione del Piano Strategico; - che il Piano Territoriale Turistico rappresenta uno strumento che si inserisce all'interno della progettazione ed azione integrata del Piano Strategico per la Marca Trevigiana in corso di realizzazione per il sostegno allo sviluppo locale; - che le azioni e i progetti di intervento definiti nel presente protocollo vanno a formare parte integrante del Piano Strategico; - che in data 24.11.2003 con deliberazione n. 60/83030/2003 il Consiglio Provinciale approvava lo schema di Piano del Piano Territoriale Turistico, sostanzialmente articolato in 15 itinerari;

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- che con il provvedimento medesimo si dava mandato all'Assessore di Reparto per l'attivazione dei necessari tavoli di concertazione e di confronto con il territorio e quindi con i Comuni, le Comunità Montane, le Associazioni di Categoria e gli altri soggetti coinvolti nella promozione del territorio; - che in data 14.1.2004 si è tenuto, in conformità a quanto indicato nell'informativa sottoposta alla Giunta Provinciale il 29.12.2003, un incontro tecnico con le Associazioni di categoria più sopra elencate; - che in detto incontro l'Assessore di Reparto poneva in evidenza la volontà dell'Amministrazione Provinciale di intendere tale Piano come strumento di governo condiviso del territorio per la costruzione di un prodotto territoriale-turistico; - che l'Assessore rilevava inoltre l'esigenza di mettere in sintonia servizi di accoglienza e promocommercializzazione con il prodotto turistico (eventi, itinerari eco-museali, ecc.); - che veniva sottolineato il carattere di "proposta" dello schema di Piano Territoriale Turistico presentato, che si prefigge di valutare con attenzione tutte le proposte che arriveranno dai diversi soggetti che a qualunque titolo operano nel campo della cultura e del turismo e in generale della promozione del territorio; - che i convenuti hanno espresso ampio apprezzamento per i contenuti e la metodologia del piano nonché per le sinergie che la Provincia intende attivare anche con gli Enti Locali i quali restano i primi soggetti istituzionalmente preposti alla tutela, valorizzazione e sviluppo del territorio anche in chiave turistica; - che in data 25.2.2004 veniva sottoscritto tra Camera di Commercio, Consorzio di Promozione Turistica, Associazioni di categoria ed UNPLI un apposito protocollo d'intesa con cui venivano definiti il modello condiviso di gestione del mercato turistico e i reciproci ruoli dalle diverse componenti, per l'istituzione del "Sistema turistico locale trevigiano"; - che con deliberazione di Giunta Provinciale n....................del......................è stato approvato l'itinerario "Strada dell'Architettura"; - che risulta ora necessario definire ruoli e collaborazioni reciproche tra la Provincia di Treviso e il Comune di ............................................... per la realizzazione e gestione di detto itinerario;

si conviene quanto segue

__________ Articolo 1

CONDIVISIONE DELLO SCHEMA DI PIANO E SPECIFICATAMENTE DELL'ITINERARIO DENOMINATO "STRADA DELL'ARCHITETTURA"

La Provincia e il Comune di ................................................. condividono in via generale lo schema del Piano Territoriale Turistico elaborato dalla Provincia di Treviso al fine della identificazione e costruzione di un prodotto territoriale-turistico in chiave eco-museale e si impegnano specificatamente per la realizzazione e la gestione dell'itinerario "Strada dell'Architettura";

__________ Articolo 2

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MODELLO DI GESTIONE DEL MERCATO E DEL "PRODOTTO" TURISTICO

La Provincia e il Comune di ...................................... si impegnano a condividere un modello di gestione del mercato turistico che risponda a criteri di armonizzazione, valorizzazione e sviluppo del S.T.L. e che trasformi il turismo in una risorsa per la cultura (in senso ampio intendendosi l'insieme dei valori del territorio e quindi il paesaggio, il patrimonio storico-architettonico ed artistico, i prodotti artigianali, le attività culturali, l'enogastronomia, il folclore ecc.).

Per il raggiungimento di tale obiettivo i contraenti:

- condividono la definizione del "prodotto turistico" come combinato degli itinerari eco-museali del Piano Territoriale Turistico e della rete degli eventi che si svolgono nel relativo territorio;

- condividono altresì l'individuazione concreta del tracciato dell'itinerario "Strada dell'Architettura" quale risulta dall'allegato sub a) e si impegnano - ciascuno per quanto di propria competenza - a garantirne l'accessibilità e un'agevole e gradevole fruizione da parte del turista, mantenendone i parametri turistici e urbanistici;

- si impegnano reciprocamente a realizzare e gestire detto itinerario nella logica di una stretta integrazione tra ospitalità, siti ed eventi turistici accettando e rispettando i principi di uno sviluppo sostenibile;

- si obbligano reciprocamente a realizzare una rete segnaletica ed informativa efficiente ed adeguata sui siti in cui si sviluppa il percorso secondo i modelli approvati dalla Giunta Regionale, concordando un assetto complessivo omogeneo che non crei inquinamento visivo;

- si impegnano a definire una strategia a medio - lungo termine a favore di uno sviluppo turistico etico e sostenibile del singolo territorio.

__________ Articolo 3

DEFINIZIONE DI ITINERARIO ECOMUSEALE

I contraenti condividono la definizione di itinerario ecomuseale come sistema di salvaguardia e promozione integrata del territorio, da realizzare mediante:

1. gestione in network tra soggetti pubblici e privati regolata da apposite intese, convenzioni, accordi di programma, forme associative, ecc. 2. predisposizione di una segnaletica efficace 3. tutela attiva del territorio 4. manutenzione e implementazione del percorso 5. accessibilità garantita dei luoghi di interesse storico artistico ed architettonico 6. materiale informativo corrispondente 7. information Point efficienti

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8. integrazione fra ospitalità, siti ed eventi turistici 9. azioni di feedback.

__________ Articolo 4

DEFINIZIONE DEI RUOLI E DELLE SPECIFICHE AZIONI

Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al precedente art. 3, la Provincia e il Comune si impegnano reciprocamente come segue:

Obiettivo n. 1

La Provincia promuove le proposte di itinerario, coordina i diversi portatori di interesse pubblici e privati definendo carichi reciproci e modalità di accordo.

Il Comune aderisce al coordinamento provinciale, propone integrazioni e correzioni contenutistiche, si fa parte diligente nella attuazione degli accordi sottoscritti; tramite apposite convenzioni funge da agevolatore di processo per la Provincia nei confronti di soggetti terzi.

Obiettivo n. 2

La Provincia dispone i cartelli tematici di ingresso ai Comuni compresi nell'itinerario e le frecce per i siti fondamentali (garantisce cioè l'indicazione degli elementi di base del "prodotto turistico" tematico).

Il Comune dispone la cartellonistica accessoria (didascalica) o indicante ulteriori elementi significativi nel rispetto della grafica predisposta dalla Provincia e previo accordo tecnico con la Provincia stessa; autorizza i privati ad agganciarsi al percorso purché rispettino le condizioni minime per l'adesione al progetto stabilite dalla Provincia. Il tutto secondo i modelli approvati dalla Giunta Regionale.

Obiettivo n. 3

La Provincia mette a disposizione dei Comuni le proposte di tracciato con rilevanti attrattori e detrattori urbanistici, invita le amministrazioni comunali ad avvalersi dell'ufficio Urbanistico Provinciale per una verifica della coerenza dei loro PRG con l'adesione all'itinerario eco museale.

Il Comune si impegna a mutuare i criteri previsti nello schema di piano approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 60/83030/2003 del 24.11.2003, provvedendo a recepire nei propri strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica le determinazioni del caso. Allo scopo trova nell'Ufficio Urbanistica Provinciale un servizio consulenziale. Predispone le azioni per

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ridurre l'impatto dei detrattori, salvaguardare e valorizzare gli attrattori.

Obiettivo n. 4

La Provincia coordina le azioni volte a salvaguardare, restaurare, migliorare i beni culturali interessati dal tracciato sia come componenti fondamentali, sia come componenti complementari. Aggiorna l'elenco dei siti paesaggistici, architettonici, storici utili per implementare l'itinerario ecomuseale.

Il Comune si impegna a garantire, in toto o in quota parte, la salvaguardia, il restauro, il miglioramento dei beni culturali individuati come risorsa primaria dell'itinerario ecomuseale. Propone eventuali integrazioni dei siti individuati nell'itinerario in collaborazione con la Provincia.

Obiettivo n. 5

La Provincia valorizza primieramente i luoghi che sono a disposizione per la fruizione sia dei cittadini sia dei turisti. Può riservarsi di valutare, per situazioni particolari d'eccezionalità, una partecipazione diretta alla gestione dell'apertura dei siti importanti.

Il Comune si impegna - per quanto di propria competenza - a garantire l'accessibilità e la fruibilità dei luoghi inseriti nell'itinerario. Qualora detti luoghi non fossero a disposizione del visitatore, la loro segnalazione e promozione verrà rinviata a quando le condizioni per una fruibilità turistica saranno ripristinate.

Obiettivo n. 6

La Provincia predisporrà le guide all'itinerario e il catalogo della ricettività turistica (alberghi e altre strutture).

Il Comune potrà predisporre guide e materiale informativo specifico, purché in sintonia con i contenuti e la linea grafica proposti ed autorizzati dalla Provincia.

Le azioni di cui al presente obiettivo dovranno essere concordate con il Comitato di Gestione della Strada.

Obiettivo n. 7

La Provincia gestisce direttamente gli IAT, cura la formazione e l'aggiornamento del personale proprio e dell'UNPLI in relazione all'itinerario. Gli IAT distribuiscono, oltre al materiale generale, le guide specifiche dell'itinerario.

Il Comune mette a disposizione la sede IAT e garantisce il flusso di informazioni turistiche agli operatori provinciali (anche per l'aggiornamento delle pagine web della Provincia).

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Obiettivo n. 8

La Provincia coordina i Comuni, le istituzioni e le associazioni che promuovono eventi lungo l'itinerario, garantendo l'integrazione fra spettacoli, luoghi e servizio di ospitalità. In merito agli operatori privati stimola la nascita dei club di prodotto per garantire unità di offerta e qualità del servizio.

Il Comune sostiene le attività di rete promosse dalla Provincia, garantendo il proprio apporto in quota parte agli eventi significativi utili a valorizzare l'itinerario.

Obiettivo n. 9

La Provincia cura col CISET il monitoraggio dei flussi e dell'efficacia delle strategie di marketing perseguite.

Il Comune si impegna a valutare i report dell'Osservatorio provinciale del turismo e, di conseguenza, a correggere assieme alla Provincia e al Consorzio di Promozione Turistica le azioni mirate a costruire un prodotto turistico di qualità e posizionabile sul mercato italiano e straniero.

__________ Articolo 5

PARAMETRI/INDICATORI TURISTICI E URBANISTICI

Le parti concordano che il tracciato dell'itinerario "Strada dell'Architettura" è stato definito avendone verificato il rispetto degli indicatori/parametri turistici prefissati, salvo l'esistenza di specifiche criticità legate a singoli segmenti del territorio. Il Comune di ........................................... si impegna ad attivarsi per realizzare le iniziative necessarie a superare le criticità relative ai sottoelencati aspetti: - la tendenza al degrado e a situazioni di compromissione (costruzioni/vegetazione/cartelloni/recinzioni/destinazioni incompatibili/inaccessibilità) valutando le possibili alternative, integrazioni, interventi di tutela e valorizzazione, con riferimento a: - risorse turistiche generali:

paesaggi estesi pianeggianti paesaggi estesi collinari paesaggi ristretti collinari aree urbane centrali aree urbane periferiche edifici e complessi di valore storico e paesaggistico corsi e specchi d'acqua parchi naturalistici ..................

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- risorse turistiche puntuali:

siti eccellenti e relativi percorsi punti visuali punti di sosta ed accoglienza attrezzature complementari e di servizio ...................

Per tale finalità il Comune si impegna a collaborare alla definizione della progettazione di dettaglio riguardante: - i singoli oggetti, circuiti, aree ed ambienti di interesse (testimonianze monumentali e/o elementi rappresentativi della storia e cultura veneta) - gli interventi di valorizzazione - i percorsi, punti visuali pregevoli, i punti di sosta ed accoglienza - le attrezzature complementari e di servizio

Eventuali vicende che - nel prosieguo - dovessero determinare il venir meno degli indicatori/parametri turistici e urbanistici, autorizzeranno la Provincia di Treviso a modificare l'itinerario ora individuato.

COMUNE DI.................... PROVINCIA DI TREVISO

............................. ............................

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L'allegato sub A)cui fa riferimento il provvedimento

di Giunta Provincialen. 176/28869/2005 del 29.03.2005

è l'elaborato grafico, in formato A3,

inserito nella presente cartella.