Sette Gorn I NATALE DEL SIGNORE - redentoresesto.it · Il bambino, i bambini e la poesia Gli auguri...

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CAMBIO DI ORARIO S. Messe di Natale e S. Stefano SONO ALLE 8.30, 11.00 E 18.00 È Natale se rinasci Cambiare, rinascere, rivivere: è questo il senso profondo del Natale di Gesù in noi O ggi viviamo la gioia del Natale di Cristo! Non ci siamo arriva all’improvviso, l’anno liturgico ci ha preso per mano, ci ha pre- parato, ci ha chiesto di aprire il cuore. La nostra Parrocchia ha vissuto il tempo dell’Avvento come occasione propizia per incammi- narci insieme con fede, verso il Mistero che la Grazia del Natale custo- disce e offre. In queste sei semane abbiamo fao spazio nei nostri cuori alla Parola di Dio, abbiamo permesso al Mistero tenerissimo di Dio di venirci a visitare con la sua Grazia, con la sua bellezza. Abbiamo cercato di custodire il silenzio, perché il rumore e l’assillo delle nostre ore freneche non prendessero il sopravvento sul desiderio di intrat- tenerci con Dio. Abbiamo dato spazio alla catechesi, che ci chiedeva il coraggio d’imparare la preghiera del cuore, la preghiera di chi si abbandona fiducioso nelle mani di Dio. Di tale orazione abbiamo spe- rimentato la forza che purifica, che libera il cuore e restuisce la Pace. Abbiamo aperto le braccia per accogliere nella solidarietà le povertà del mondo, i poveri che hanno il volto di Cristo, nato povero e rifiu- tato fin dall’inizio. Abbiamo sostenuto proge di carità per ricordarci che l’Amore per Cristo è fao di cose concrete, di ges che partono DOMENICA 25 DICEMBRE 2016 NATALE DEL SIGNORE ANNO XX N°15 - WWW.REDENTORESESTO.IT SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. REDENTORE E S. FRANCESCO IN SESTO SAN GIOVANNI - STAMPATO IN PROPRIO AD USO INTERNO REALIZZATO DA ALCUNI VOLONTRI Un Presepe che parla di un Dio vicino LO TROVI IN CHIESA VICINO AI CONFESSIONALI ORARI S. MESSE: Feriali: 18.30; Prefestive: 18.00 S. Messe: 8.30; 10.00; 11.30; 18.00 (il 25 e il 26 Dicembre le S. Messe seguiranno i seguenti orari: 8.30; 11.00; 18.00) CONFESSIONI: Sabato dalle 15.30 alle 18.00; LODI: 8.30; CONTATTI: Via Monte S. Michele 130, Sesto San Giovanni (Mi) Tel. 02 22476590; Mail: [email protected] SCUOLA MATERNA: Via Monfalcone 54, Sesto San Giovanni (Mi) Tel. 02 2483006; CARITAS: In via Monfalcone tutti i giovedì dalle 10.00 alle 12.00 Crescendo insieme: venerdì dalle 10.00 alle 12.00 G I orn I Sette Parrocchia SS. Redentore e S. Francesco Parroco di Don Gianni Pauciullo dall’inmità del cuore e si trasformano in fa visibili, eviden. Que- sto è quello che la Parrocchia ha offerto a tu coloro che hanno avu- to cuore, tempo, voglia di arrivare al Natale. L’offerta era per tu e ciascuno l’ha vissuta come ha potuto, secondo il desiderio del proprio cuore, le condizioni di vita, le difficoltà del momento. Poi Dio queste cose le co- nosce anche meglio di noi. Ora la gioia del Natale, la meta a cui ci siamo prepa- ra, ci richiama da un lato ad una conversione comunitaria, ma anche resta un invito a qualcosa da vivere nell’inmo del profondo. “Ora è il tempo del mio natale: Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca dallo Spirito di Dio, che nasca così piccolo e così libero da essere incapace di aggredire, di odiare, di minacciare. Così umile e ingenuo da ragionare con il cuore” (Ermes Ronchi). La Parrocchia potrà rinnovarsi nella gioia e nella bellezza del Natale di Cristo solo se la tua anima sarà disposta a cambiare, a rina- scere dentro, a rinnovarsi davvero. Santo Natale a tu, cari parrocchiani! L a nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca dallo Spirito di Dio.” SEGRETERIA PARROCCHIALE: Martedì, mercoledì: 10.00 - 12.00 e 16.00 - 18.30 Lunedì, giovedì, venerdì e sabato: 16.00 - 18.30 Domenica la Segreteria è chiusa. ORATORIO DON BOSCO: Da lunedì a venerdì dalle 16.30 alle 19.15. Sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00 OSGB. Mail: [email protected] SITO: Trovi tutti gli articoli di questo numero sul sito: www.redentoresesto.it - CERCATECI SU FACEBOOK! LETTERA DAL PERÙ Gli auguri di Don Andrea IL NATALE E I BAMBINI Santo Natale! Cristo nasce perchè io nasca nuovo... Un grande grazie a tu i parrocchiani che, con faca, im- pegno e generosità, hanno allesto i “segni” della Gioia del Natale nella nostra Chiesa: grazie a chi ha preparato il presepe, ha appeso la stella, ha preparato il Vin brulè dopo la S. Messa di mezzanoe, ha pulito la Chiesa e a chi ha preparato il presepe in Oratorio! D.G.

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CAMBIO DI ORARIO

S. Messe di Natalee S. StefanoSONO ALLE 8.30, 11.00 E 18.00

È Natale se rinasciCambiare, rinascere, rivivere: è questo il senso profondo del Natale di Gesù in noi

Oggi viviamo la gioia del Natale di Cristo! Non ci siamo arrivati all’improvviso, l’anno liturgico ci ha preso per mano, ci ha pre-parato, ci ha chiesto di aprire il cuore. La nostra Parrocchia ha

vissuto il tempo dell’Avvento come occasione propizia per incammi-narci insieme con fede, verso il Mistero che la Grazia del Natale custo-disce e offre. In queste sei settimane abbiamo fatto spazio nei nostri cuori alla Parola di Dio, abbiamo permesso al Mistero tenerissimo di Dio di venirci a visitare con la sua Grazia, con la sua bellezza. Abbiamo cercato di custodire il silenzio, perché il rumore e l’assillo delle nostre ore frenetiche non prendessero il sopravvento sul desiderio di intrat-tenerci con Dio. Abbiamo dato spazio alla catechesi, che ci chiedeva il coraggio d’imparare la preghiera del cuore, la preghiera di chi si abbandona fiducioso nelle mani di Dio. Di tale orazione abbiamo spe-rimentato la forza che purifica, che libera il cuore e restituisce la Pace. Abbiamo aperto le braccia per accogliere nella solidarietà le povertà del mondo, i poveri che hanno il volto di Cristo, nato povero e rifiu-tato fin dall’inizio. Abbiamo sostenuto progetti di carità per ricordarci che l’Amore per Cristo è fatto di cose concrete, di gesti che partono

DOMENICA 25 DICEMBRE 2016NATALE DEL SIGNOREANNO XX N°15 - WWW.REDENTORESESTO.ITSETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. REDENTORE E S. FRANCESCOIN SESTO SAN GIOVANNI - STAMPATO IN PROPRIO AD USO INTERNO

REALIZZATO DA ALCUNI VOLONTRI

Un Presepe che parladi un Dio vicinoLO TROVI IN CHIESA VICINO AI CONFESSIONALI

ORARI S. MESSE: Feriali: 18.30; Prefestive: 18.00 S. Messe: 8.30; 10.00; 11.30; 18.00 (il 25 e il 26 Dicembre le S. Messe seguiranno i seguenti orari: 8.30; 11.00; 18.00)CONFESSIONI: Sabato dalle 15.30 alle 18.00; LODI: 8.30; CONTATTI: Via Monte S. Michele 130, Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 02 22476590; Mail: [email protected] SCUOLA MATERNA:Via Monfalcone 54, Sesto San Giovanni (Mi) Tel. 02 2483006;CARITAS: In via Monfalcone tutti i giovedì dalle 10.00 alle 12.00Crescendo insieme: venerdì dalle 10.00 alle 12.00

GIornISette

Parrocchia SS. Redentore e S. Francesco

Parrocodi Don Gianni Pauciullo

dall’intimità del cuore e si trasformano in fatti visibili, evidenti. Que-sto è quello che la Parrocchia ha offerto a tutti coloro che hanno avu-to cuore, tempo, voglia di arrivare al Natale. L’offerta era per tutti e ciascuno l’ha vissuta come ha potuto, secondo il desiderio del proprio cuore, le condizioni di vita, le difficoltà del momento. Poi Dio queste cose le co-nosce anche meglio di noi. Ora la gioia del Natale, la meta a cui ci siamo prepa-rati, ci richiama da un lato ad una conversione comunitaria, ma anche resta un invito a qualcosa da vivere nell’intimo del profondo. “Ora è il tempo del mio natale: Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca dallo Spirito di Dio, che nasca così piccolo e così libero da essere incapace di aggredire, di odiare, di minacciare. Così umile e ingenuo da ragionare con il cuore” (Ermes Ronchi). La Parrocchia potrà rinnovarsi nella gioia e nella bellezza del Natale di Cristo solo se la tua anima sarà disposta a cambiare, a rina-scere dentro, a rinnovarsi davvero.Santo Natale a tutti, cari parrocchiani!

“La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca

dallo Spirito di Dio.”

SEGRETERIA PARROCCHIALE:Martedì, mercoledì: 10.00 - 12.00 e 16.00 - 18.30Lunedì, giovedì, venerdì e sabato: 16.00 - 18.30Domenica la Segreteria è chiusa.ORATORIO DON BOSCO: Da lunedì a venerdì dalle 16.30alle 19.15. Sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00OSGB. Mail: [email protected]: Trovi tutti gli articoli di questo numero sul sito: www.redentoresesto.it - CERCATECI SU FACEBOOK!

LETTERA DAL PERÙ

Gli auguri diDon AndreaIL NATALE E I BAMBINI

Santo Natale!Cristo nasce perchè io nasca nuovo...

Un grande grazie a tutti i parrocchiani che, con fatica, im-pegno e generosità, hanno allestito i “segni” della Gioia del Natale nella nostra Chiesa: grazie a chi ha preparato il presepe, ha appeso la stella, ha preparato il Vin brulè dopo la S. Messa di mezzanotte, ha pulito la Chiesa e a chi ha preparato il presepe in Oratorio! D.G.

Natale del Signore

Il 25 Dicembre celebriamo il Mistero della nascità di Gesù, il Dio con noi, che entra nel tempo e nella storia.

Per proporre alla comunità delle ce-lebrazioni curate e solenni, il Consiglio Pastorale Parrochiale ha scelto, in comunione con il Parroco, già dall’anno scorso, il seguente orario delle S. Mes-se: 8.30; 11.00; 18.00.

S. Stefano

Il 26 Dicembre ricordiamo S. Stefano, primo testimone dell’Amore di Cristo. Primo martire cristiano, e pro-prio per questo viene celebrato subito dopo la nascita

di Gesù. Fu arrestato nel periodo dopo la Pentecoste, e morì lapidato. In lui si realizza in modo esemplare la figura del martire come imitatore di Cristo; egli contempla la gloria del Ri-sorto, ne proclama la divinità, gli affida il suo spirito, perdona ai suoi uccisori. Saulo testimone della sua lapidazione ne raccoglierà l’eredità spirituale diventando Apostolo delle genti. Le S. Messe si celebrano il seguente orario: 8.30; 11.00; 18.00.

25DIC

26DIC

A Natale la Parola è un bambinoche non sa parlare.L’Eterno è un neonato,

appena il mattino di una vita.Ecco il prodigio più grande: Dio di carne.Parola rivoluzionaria:l’impensabile di Dio,la vertigine della storia,il perno che segna un primo e un dopo nel conto degli anni.A Natale ha fine l’eterno viaggiodi Dio in cerca dell’uomo e ha iniziola più grande avventura:diventare Verbo e figlio di Dio.

La rivoluzione del Natale di CristoUna poesia di Ermes Ronchi ci aiuta a comprendere la forza dirompente del Natale

L’insegnamento del presepeAnche dei piccoli particolari delnostro presepe possono aiutarci adavvicinarci con fede al Natale

Innanzi tutto molte grazie ai tanti, tantissimi, che hanno collaborato alla realizzazione del presepe ed al montaggio della stella sul sagrato! Poi proviamo a pensare: Gesù Salvatore è sempre accanto ad ognu-

no, ma a Natale ricordiamo la Sua nascita, la Sua incarnazione mortale, e per noi è bello rimarcare che viene anche nella nostra città, nel nostro quartiere. Lo sentiamo ancora più vicino! Infine, se guardiamo il presepe, osserviamo che tutte le figure presenti: uomini, donne, pecore ed agnellini, guardano verso la Nativita’; solo una è impegnata per gli affari suoi: sta bru-cando! Quale di queste figure ci rappresen-ta? Anche tra le pecore presenti nel dipinto sopra l’altare, c’è chi osserva la scena e chi se ne disinteressa.

Resp. Presepedi Giancarlo Galbiati

Un regalo stupendoGli auguri del Seminarista Davide

Carissimi,non essendo riuscito domenica scorsa ad augurarvi personal-mente un felice e santo Natale, vi raggiungo attraverso il Set-

tegiorni con un breve pensiero. Zaccaria parla di un «sole che verrà a visitarci dall’ alto», i magi puntano lo sguardo in alto verso la stella, gli angeli cantano «la gloria di Dio nell’alto dei cieli»… oggi, in ogni tempo, in ogni luogo, questo Alto è incredibilmente vicino! L’attesa è “termi-nata”, Gesù è nato: lo sguardo e il sorriso del Bambino nella culla del presepe ci invitano a rispondere a quelle braccia aperte, ci invitano a portarlo al cuore e a portare con noi il suo Amore.È bello come di fronte al desiderio di Dio di farsi uomo, questa comuni-tà abbia risposto il suo «eccomi», ciascuno secondo le sue possibilità, secondo i propri compiti, secondo la propria vocazione. Vedere la pre-senza del Signore in mezzo a questa comunità è un regalo stupendo!Ringraziamo Dio per il dono di una festa serena, lontano dalla guerra e dalla miseria, e preghiamo per coloro che vivranno un Natale nel dolore e nella paura: la Luce doni loro speranza per un futuro migliore.Buon Natale a tutti noi.

Seminaristadi Davide Colombo

Il presepe nella nostra Parrocchia: Gesù nasce qui, tra le vie del nostro quartiere.

Il bambino, i bambini e la poesiaGli auguri di Natale di don Andrea Gilardi

Ci avevano insegnato bene, da piccoli: per Na-tale ci vuole la poesia.

Non intendo tutto l’apparato scenografico di alberelli, babbi natale appesi ai balconi, mu-siche tradizionali, pacchetti e nastrini, la neve che vien giú, perfino il presepe (dal piú ar-tigianale al piú umile). Va beh.

Fidei donum in Perùdi don Andrea

Questi son dettagli, piacevoli, ma dettagli. Ci vuole proprio la poesia. Ovvero quelle parole, le piú belle che l’animo umano possa esprimere nella sua forma piú alta nobile e gentile, per dire quello che in fondo ci sfugge: cioé che il Natale di Gesú é un mistero grande, superlativo, bellissimo. E decisamente troppo per noi, abituati come siamo a tan-te bassezze. Supera le leggi della materia, del mercato, dei poteri. E ci spiazza. Ce l’hanno insegnato bene, da piccoli. Quando prima del pranzo natalizio il bambino recita la poesia: non era uno scherzo, né un gioco, era proprio una cosa seria. Una finestra aperta sul mistero. E, non a caso, ci vuole proprio la voce di un bambino.Ora, io non so se questo gesto si usa ancora. Forse no. Forse perché é difficile l’arte del ricordare, dell’imparare a memoria. O forse per-ché la poesia ci é scappata. O meglio, ammutolita dalle tante immagini pericolose, che a guardarle di nuovo (ve ne lascio una tra tante, qui accanto, che ha girato il mondo... ma davvero c’é solo l’imbarazzo della scelta), ci fa sentire pena. Per il bambino e per noi stessi. Tanto che viene istintivo abbracciare il proprio figlio, e proteggerlo. E poi di nuovo richiudersi nell’indifferenza, nelle chiacchiere da paese, nel solito tran tran e in quel silenzio irresponsabile del “non tocca a me”. E cosí si spe-gne la poesia. In questo Natale, il Bambino ci faccia ricordare i bambini. Semplicemente. Di qualunque popolo. A loro spetta il futuro. Chissá che tante polemiche inutili, e sterili pregiudizi, e cattiverie gratuite fi-niscano una buona volta nel cestino della spazzatura. Chissá che animi arrugginiti e senza gentilezza, facili alla superficialitá e alla mediocritá, ricordino il messaggio di misericordia (é cosí facile dimenticarsi giá del giubileo appena concluso), che invita a una grande pace. Chissá che il Natale ci cambi sul serio. E non sará fuori posto se, tra un “Bianco Natal” e “Tu scendi dalle stelle” e tutte le dolcissime canzoni natalizie, ci mettiamo per esempio anche un “Bambini”, di Paola Turci. Per esem-pio. . Buon Natale, don Andrea

Per ciascuno di noi Natale non è sempre la stessa cosa. Il suo signi-ficato cambia negli anni e nelle circostanze.Ma per quest’anno, per alcune delle nostre catechiste, che cos’è il

Natale, e che “regalo” vorrebbero ricevere da Gesù Bambino?Vittoria, catechista: “Per me il Natale è ricordarsi che Gesù è venu-to per tutti, non solo per i cattolici: per tutti gli uomini di questa terra. I doni vorrei li portasse ai bambini che in questo momento si trovano tra le macerie della guerra e dei terremoti. Vorrei che oltre ai giocattoli, si portasse un Vangelo anche agli adulti affinché si riflettesse su cos’è l’amore, la solidarietà e la misericordia.Barbara, catechista: “Condivido parole non mie: Natale è ogni vol-ta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano, ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro, ogni volta che volgi che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone, ogni volta che speri con quelli che soffrono, ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua de-bolezza. Natale è ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te (Madre Teresa di Calcutta).Antonella, catechista: “Il Natale è festeggiare la nascita di Gesù. Il Dio che è sceso sulla terra per farsi uomo e per star-ci vicino. Salvandoci tutti i giorni. Vorrei che questo potesse entrare nel cuore delle persone, di tutti, anche delle persone senza scrupoli”.Alice, educatrice: “Natale è dimenticarsi delle fatiche, sofferenze, stanchezze e gioire della nuova nascita. Come per una mamma quando incontra per la prima volta gli occhi di suo figlio. Tutto il resto perde di senso. Spero che Gesù Bambino quest’anno si ricordi di portare un dono a chi ha nel cuore odio e rancore, che porti lo sguardo di un bambino innocente che possa con-vertire il loro cuore”.Giada, catechista: “Per me il Natale è la gioia di vivere la venuta del Signore dopo una lunga attesa. Questa venuta testimonia il grande pro-getto che Dio ha disegnato per tutti noi, affinché ciascuno lo viva in modo personale. A Gesù Bambino chiederei di portare il tempo alle persone fortunate per donarlo ai bisogno-si, che siano in guerra, affamati, terremo-tati o semplicemente persone sole”.

Il Natale secondo alcuni di noiPensieri sul Natale e richieste a Gesù bambino

E’ Natale, è Natale,chi sta bene e chi sta male:

c’è chi mangia il panettone, lo spumante ed il torrone:

ed invece in qualche terra i bambini fan la guerra.

Caro mio bel Bambinellofa’ che il mondo sia più bel-lo e con gli uomini in letizia

tutti in pace ed amicizia.Ad ognuno fai trovare

ogni giorno da mangiare.Della neve ogni fiocco

tu trasformalo in baloccoche poi cada lì vicino

ad ogni piccolo bambino.Manda a tutti il proprio

dono e fammi essere più buono.

Fotonotizie... di NataleAlcune immagini di sabato e domenica scorsa in occasione dello spettacolo del gruppo “SuperAmici & co” e Feste dell’O-SGB e della Scuola Materna

Lo scorso fine settimana la parrocchia ha vissuto dei momenti belli di fraternità, gioia e grande partecipazione. Molte fa-miglie sono state presenti agli eventi organizzati per il tradi-

zionale agurio natalizio. In modo particolare due realtà, come la Scuola Materna parrocchiale e l’OSGB, hanno visto tanta gente, tanta partecipazione e tanto impegno. Ma anche lo spettacolo del gruppo “Super amici & Co” racconta la bellezza dell’impegno per il Bene dei nostri ragazzi. È il segno di una comunità viva, che cresce e cammina nella gioia.

Il freddo pungente dell’invernoNatale è nascita e rinascita... scomoda

Casa S. Francescodi Mirko Mara

tri, che dice cose scomode contro i forti e si fa carico delle condizioni dei deboli. Per un paio di giorni don Mugnaini lo accompagna casolare per casolare a conoscere le famiglie. Quello è il posto e la gente che Dio ha scelto per lui. Decide che nella vita e nella morte sarebbe stato parroco di Barbiana”. (“L’esilio di Barbiana” di Michele Gesualdi)Questo è il Natale: sapere che dal niente tutto può rinascere ripartendo da capo. Dalla grotta delle nostre miserie, dal fango e dal puzzo dei no-stri peccati e delle nostre ferite, che spesso ci sembrano senza senso, può nascere Gesù. “Le ferite del nostro cuore diventano feritoie da cui il Signore passa per costruire nuove strade” (Don Samuele Marelli). Al-lora è evidente che il Signore è lontanissimo dai messaggini vuoti che mandiamo a Natale, è l’opposto di quel buonismo conformista che di-pinge un Natale carico di frasi fatte e tradizioni vecchie. C’è la forza del Natale nell’esempio di don Milani, quel prete che sceglie la speranza e non la rabbia di fronte all’ingiustizia subita. Quell’uomo che nella so-litudine, circondato da “silenzio e bosco”, tra la diffidenza della gente e la cattiveria dei superiori, scorge vie di speranza e sa intravedere il progetto di Dio. Ci vogliono miracoli per saperlo fare. Ma pensiamo a Maria: un’adolescente in fuga da un esercito, lontana da casa, dove ormai la reputano una poco di buono, in compagnia solo del marito, con un figlio nel grembo che sta per nascere e neanche un alloggio disponibile… come poter intravedere il progetto di Dio? Come fare? Come credere che il progetto di Dio possa passare anche attraverso tanta sofferenza? Oggi mi chiedevano preghiere per una mamma di trentun’anni, Mariana, che, dopo anni spesi a cercare di rimanere gravida, ha scoperto al settimo mese di gestazione, un tumo-re. Preghiamo per lei! O pensiamo alle sofferenze dei siriani di Aleppo, ai bambini che hanno perso i genitori o peggio, alle mamme e ai papà che hanno perso i figli. Come credere che in queste sofferenze assurde ci sia il progetto di Dio? Dio non è un masochista, il nostro Dio “non spiega la sofferenza, la vive”. Il nostro Dio non gode del male, ma se lo carica sulle spalle e se lo inchioda sulle mani e i piedi. L’altro giorno al doposcuola nell’Oratorio di Legnano dove svolgo il mio servizio, Sara e Amal dovevano disegnare un quadro futurista per arte. Sara ha fatto una serie di triangoli e cerchi, poi si è avvicinata a me e mi ha detto: “Ti piace?”. Io ho guardato il disegno e, senza pensar-ci troppo, ho detto: “Sembra un albero di Natale!”. Sara non l’aveva visto l’al-bero. Eppure tra quei segni apparen-temente senza senso, si nascondeva un bell’albero di Natale. Allora è giusto che Natale sia a dicembre. È giusto che faccia freddo e che il nostro non sia un Natale “comodo”, un Natale vuoto, un Natale da “centro commerciale”. Il nostro è il Natale di chi crede anco-ra che da quella grotta una spe-ranza possa rinascere. Di chi non si spaventa degli ostacoli e guarda alla meta. Di chi non vede ferite ma feritoie. Santo Natale!Un abbraccio di pace

Un po’ di AmoreL’esperienza al Binario 21

Quando pensiamo al binario 21 della Stazione Centrale di Milano, subito affiorano in noi ricordi di un passato fin troppo triste e tragico per appartenere alla storia umana, la storia di un passa-

to ancora spaventosamente vicino.Lì dove un giorno partivano quei carri bestiame che trasportavano tutt’altro che animali, oggi c’è un bisogno di riscatto, c’è il sentore di quella carità di cui tanto ha parlato san Paolo nelle sue lettere. Oggi il binario 21 accoglie e non deporta, abbraccia una realtà ancora scomoda come un tempo, quella dei profughi e degli immigrati clande-stini che approdano in queste città sperando di trovare un porto sicuro.Martedì 22 e 29 novembre io e la mia ragazza Eleonora abbiamo deciso di partecipare a questa iniziativa. Abbiamo voluto consegnare anche

Casa S. Francescodi Tony Di Matteo

noi un pasto caldo ed un po’ di accoglienza a chi, con umiltà, chiede “ho sete e ho fame” e, come quel pescatore, abbiamo visto volare via questi nomi e queste storie annotate nei lunghi registri comunali, quasi mai comprese. Non sapevamo a cosa saremo andati incontro quella sera, ma una volta arrivati al memoriale, ci è stato subito chiaro che dovevamo essere li; che quel piccolo aiuto era il minimo che potessimo fare, ma soprattutto che noi, tutti noi, siamo persone molto fortunate, anche semplicemente per il solo fatto di avere un letto caldo in cui po-terci riscaldare la notte (e non una brandina blu della Protezione Civile).Il nostro parrocchiano Giuseppe, professore alla scuola secondaria di secondo grado, insieme alla sua collega Mirella e alla coordinatrice del servizio di assistenza Elisa, hanno reso possibile questa esperienza, questo aiuto reciproco. Oggi mi rendo conto di essere in debito nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato ad affacciarci su questa cruda, ma vera, realtà. Ringraziamo Giuseppe, Mirella ed Elisa, ringra-ziamo don Gianni senza il quale non saremmo venuti a conoscenza dell’evento, ma soprattutto ringraziamo tutti i parrocchiani che hanno contribuito con moltissimi alimenti alla colletta per questi ragazzi che hanno trovato un po’ di amore.

Il freddo pungente dell’inverno accompagna l’arrivo di un altro Na-tale. Curioso che il Natale arrivi con un tempo così, no? Una festa di gioia, di amore… ci si vuole tutti bene, si mandano i messaggini con

scritto: “Buon Natale a te e alla tua famiglia”, si desidera la pace nel mondo… e ci trastulliamo alla ricerca di frasi fatte “da cerimonia” per scrivere bigliettini di auguri. Ormai ci siamo abituati a recitare una par-te, a vivere tradizioni e consuetudini senza più cercarne il senso. Qual-che settimana fa, incontrando don Antonio, un mio amico don, gli ho visto tra le mani un libro. Un libro su un sacerdote straordinario: don Lorenzo Milani. Proprio di questi tempi, in un dicembre di sessant’anni fa, a questo giovane uomo intelligente e di origini borghesi, provenien-te da una famiglia ebrea, poi convertito e ordinato sacerdote, veniva chiesto da mamma Chiesa di trasferirsi in uno sperduto paesino di montagna. Una frazione di un buco di paese, sui monti sopra Firenze. Aveva parlato troppo e aveva deciso di far studiare gli operai della sua Parrocchia a San Donato. La curia aveva deciso di farlo morire così, spe-dendolo su una chiesa-bara a far le messe in una Cappella frequentata da tre nonnine sull’orlo della sordità. Racconta Michele Gesualdi, uno dei primi ragazzi per i quali don Lorenzo organizzerà in canonica una scuola tutta particolare:“Nei pressi di Vicchio il camioncino si guastò e fu costretto a fermarsi per essere riparato. Don Lorenzo dovette continuare a piedi la ricerca della sua nuova Chiesa. Intorno a sé niente, solo silenzio e bosco. Sa bene che in quel niente tutto deve rinascere ripartendo da capo. “Se faccio fiasco anche lassù”, aveva scritto a don Rossi, “non mi resterà che farmi monaco, di quelli murati vivi per salvarmi almeno l’anima”. Men-tre cammina verso la sua Chiesa lotta in solitudine con la coscienza. Nel frattempo il cielo si oscura e si scatena un violento temporale. Ar-rivò che era quasi buio, bagnato e infreddolito. Non c’era nessuno ad accoglierlo. Entrò in Chiesa, si inginocchiò nell’ultima panca vicino alla porta, pregò con la testa tra le mani. (…) Quando si rialzò era già un uomo diverso. Diverso dal ricco benefattore dei poveri, diverso dallo stesso Cappellano di San Donato. Come Giacobbe, aveva vinto la lot-ta con l’Angelo, ma ne era uscito sciancato. (…) Per quelle famiglie fu grande la sorpresa nel vedere il nuovo parroco così giovane, gentile nell’aspetto, socievole, essere stato sbattuto lassù, quando la settimana prima don Mugnaini aveva annunciato che, dopo la sua partenza, la parrocchia non avrebbe più avuto un prete fisso. (…)I commenti si sprecarono e non mancarono osservazioni maliziose: “Chissà quante ne ha fatte là dove era prima, se così giovane e bello lo hanno mandato quassù?”. Ed ancora: “Vuol fare scuola ai ragazzi, e io dovrei mandare il ragazzo a scuola dal prete? Non ci penso nemme-no, me lo rovina! Lui è come gli altri preti, amico dei padroni, non dei contadini”. Nessuno viene sfiorato dal dubbio che l’esilio a Barbiana è il prezzo che gli fanno pagare proprio perché è un prete diverso dagli al-