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SERVIZIO RESOCONTI BOZZA NON CORRETTA 1/30 CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ IL- LECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE GIOVEDÌ 16 LUGLIO 2009 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA INDICE Audizione del dottor Angelo Ferrillo, responsabile regionale di «Terra dei fuo- chi», accompagnato dal dottor Gianluca Manco. Pecorella Gaetano, Presidente ………………………………………………… D’Ambrosio Gerardo (PD) ……………………………………………………. De Angelis Candido (PdL) ……………………………………………………. Ferrillo Angelo, responsabile regionale di «Terra dei fuochi» ………………. Izzo Cosimo (PdL) ………………………………………………………………

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SERVIZIO RESOCONTI BOZZA NON CORRETTA

1/30 CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ IL-

LECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI

RESOCONTO STENOGRAFICO

MISSIONE GIOVEDÌ 16 LUGLIO 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

INDICE

Audizione del dottor Angelo Ferrillo, responsabile regionale di «Terra dei fuo-

chi», accompagnato dal dottor Gianluca Manco.

Pecorella Gaetano, Presidente …………………………………………………

D’Ambrosio Gerardo (PD) …………………………………………………….

De Angelis Candido (PdL) …………………………………………………….

Ferrillo Angelo, responsabile regionale di «Terra dei fuochi» ……………….

Izzo Cosimo (PdL) ………………………………………………………………

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

La seduta comincia alle 13.50

PRESIDENTE. Signor Ferrillo, lei è responsabile regionale di «Terra dei fuochi» e mi

pare che abbiate fatto oggetto di alcune riprese il fenomeno degli incendi notturni ap-

piccati per eliminare immondizie e in particolare copertoni.

Vorrei sapere innanzitutto se, in queste occasioni, ci siano stati interventi della

forza pubblica, dell' autorità giudiziaria, per impedire di registrare, o se invece abbiate

potuto registrare tranquillamente, in assenza di chicchessia.

ANGELO FERILLO, responsabile regionale di «Terra dei fuochi». Interventi ce ne

sono stati, però non in misura sufficiente, rispetto alla mole di fenomeni criminali che

si verificano sul territorio. Molte volte abbiamo registrato la carenza di risorse (uomini

e mezzi) da parte dei vigili del fuoco e delle stesse forze dell' ordine, nella fattispecie la

polizia e i carabinieri.

Parlo della mia zona di residenza, la provincia di Napoli nord: Giugliano, Villa-

ricca, Qualiano, in cui abbiamo due commissariati (carabinieri e polizia). Tra poco sarà

inaugurato il terzo commissariato a Villaricca.

Si parla di due sole pattuglie «volanti» per il turno notturno, una in forza ai ca-

rabinieri e l’altra in forza alla polizia.

Allo stato dei fatti, le forze dell' ordine sono in grande difficoltà

nell’intervenire, qualora i cittadini segnalino questo tipo di problematiche. Anche alcu-

ni vigili del fuoco, tramite le testimonianze video che abbiamo registrato mantenendo

la riservatezza della privacy, dichiaravano di non essere in numero sufficiente per sop-

perire alle esigenze dell' intero territorio.

PRESIDENTE. Vorrei sapere come fate a essere tempestivamente presenti dove si ve-

rificano questi incendi.

ANGELO FERILLO, responsabile regionale di «Terra dei fuochi». È presto detto: ab-

biamo stabilito una rete informatica su internet, tramite la quale i cittadini dislocati sul

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3/30 territorio, qualora si manifesti un fenomeno del genere, ci avvisano mediante e-mail,

sms, telefonate o altri modi consueti.

Ad esempio, c'è un amico che fa parte della nostra associazione, che abita in

una zona panoramica, sui Camaldoli, e ha tutta la situazione sotto controllo. Non vo-

lendo, stiamo svolgendo un compito che spetterebbe alle istituzioni e in particolar mo-

do alla Protezione civile. Abbiamo istituito un sito che è un punto di raccolta informa-

zioni e, se vogliamo, è anche un' unità speciale di gestione di questa crisi e di questa

emergenza.

I roghi, talvolta, si verificano in vicinanza dei centri abitati, non solo nelle zone

abbandonate di campagna o poco controllate. Si parla di Scampia, territorio cittadino

del comune di Napoli, di Giugliano, località Ponte Riccio, dove, oltre alla zona ASI

(Area sviluppo industriale), ci sono abitazioni, oppure di Casoria, altro sito interessato

da questo fenomeno.

Le persone, insomma, hanno il fumo in casa, quindi sono direttamente interes-

sate. Non ci vuole un mezzo speciale per intervenire, o per sapere dell' evento.

Avendo tempo a disposizione, avendo sposato questa causa, ci stiamo dedican-

do alla raccolta di prove di reato inconfutabili, dal momento che i fatti dimostrano con-

tinui fumi neri che si levano dal suolo e non sono imputabili a fabbriche o industrie

(peraltro non sono presenti sul territorio), bensì a incendi indiscriminati, incontrollati e

dolosi di rifiuti speciali, tossici e nocivi, ovvero tutti quei rifiuti che non rientrano nei

rifiuti solidi urbani.

Non si tratta di malcostume, o di un fenomeno culturale antropologico, come si

potrebbe pensare. Queste componenti, magari, sono anche presenti nel fenomeno glo-

bale; tuttavia, questo fenomeno è imputabile prevalentemente a un’economia «in ne-

ro», che deve smaltire «in nero».

Si tratta di un intero indotto economico, che va dal gommista (prima sono stati

citati i copertoni) a chi ha un’impresa di termoidraulica e produce resti di lavorazione

(tubi di rame ricoperti da guaine di coibentazione).

Sapete benissimo che il rame è ritenuto «l’oro rosso», ha un costo e un mercato

nero, ragion per cui questi materiali vengono riciclati in modo illegale, recuperando il

rame e bruciando le guaine e le plastiche.

Come abbiamo documentato, questa attività avviene un po' su tutto il territorio

regionale: un rogo l'abbiamo individuato proprio ora sull’autostrada Salerno-Reggio

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4/30 Calabria, venendo qui. Sappiamo che sono roghi tossici, perché partono dal suolo e si

trovano in aree delocalizzate. Non può essere, quindi, l’incendio di un capannone, ma

potrebbe essere un incendio di altro tipo di materiale. Insomma, si tratta di roghi la cui

unica ipotesi di reato è quella dell’incendio di rifiuti, per le aree in cui si trovano.

Spesso, quando ne abbiamo avuto il tempo e le condizioni ce l’hanno permesso,

siamo arrivati fin sul posto per riprendere quello che bruciava. Si evince dai video che

si bruciano copertoni e carcasse di elettrodomestici.

Molte volte le finalità degli incendi sono due: per smaltimento e per far perdere

le tracce della provenienza del rifiuto. Ad esempio, se ho una fabbrica che produce «in

nero» calzature e manifatture in genere di pellame o tessile, devo per forza smaltirne i

residui «in nero». Se ci sono dei segni che possono permettere di risalire alla produzio-

ne, questi scompaiono con l'incenerimento che, però, lascia spazio ad altri scarichi e

quant’altro. Il fenomeno, quindi, è molto complesso.

In particolar modo, ci sentiamo di denunciare – fino ad ora non abbiamo sentito

voci nella pubblica opinione di questa parte del reato – che purtroppo la maggioranza

di questi fenomeni si verifica nei campi Rom localizzati sul territorio, o nei loro pressi.

Comunque, si manifestano in tutte le zone degradate, o lontane dai centri abitati

e poco controllate. Il fenomeno, però, ha una particolare gravità nei campi Rom, dove

dal calar del sole, in tutti i periodi dell'anno, fino all'alba si producono incendi a ciclo

continuo. È come una centrale che non si ferma mai.

PRESIDENTE. Ho capito. Vorrei sapere se, nel momento in cui ricevete una segnala-

zione, non la trasmettiate anche all’autorità di polizia.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Certamente: è

stata sporta una denuncia, in cui specifichiamo questi fatti. Al momento, chiamiamo

sempre tutte le forze dell'ordine, telefonicamente.

PRESIDENTE. Le chiedo anche se queste forze dell’ordine intervengano sempre.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Molte volte non

intervengono, perché i vigili del fuoco – sono due le caserme che competono la nostra

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5/30 zona, quella di Scampia e quella di Monte Ruscello – sono fuori per altri tipi di inter-

vento.

PRESIDENTE. Non ci ha detto niente riguardo a carabinieri e polizia.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Carabinieri e po-

lizia non intervengono quasi mai: ci dicono di chiamare i vigili del fuoco.

PRESIDENTE. Il problema non è di spegnere l'incendio, ma di individuare i responsa-

bili.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Infatti abbiamo

pronta una citazione per grave condotta omissiva anche nei confronti delle forze del-

l'ordine locali, perché, ogni volta che chiamiamo, riscontriamo questo scaricabarile tra

la polizia, le forze dell'ordine e i vigili del fuoco. La prima telefonata che si fa è ai vigi-

li del fuoco; poi, provvediamo a chiamare Polizia, Carabinieri e qualche volta anche il

Corpo forestale dello Stato. Ebbene, ogni volta ci sentiamo rispondere che dobbiamo

chiamare i vigili del fuoco, perché, se non li chiamiamo, loro non intervengono.

Da parte nostra sottolineiamo che si tratta sempre degli stessi posti. Non stiamo

parlando di luoghi diversi e bisognerebbe svolgere un'attività di controllo per prendere

in flagranza di reato questi criminali, Il decreto n. 90 del 2008, istituito dall'attuale Go-

verno, prevede l'arresto, in flagranza di reato. Puntualmente, però, ci troviamo di fronte

a questo scaricabarile di responsabilità tra le forze dell'ordine e i vigili del fuoco. Molte

volte, ci viene detto che non hanno pattuglie per intervenire. Questa è una situazione

paradossale e drammatica.

Voglio fare un richiamo alla denuncia che abbiamo sporto. In base ai fatti ap-

pena detti, si denunciano seri danni per la salute dei cittadini sottoposti a questi fumi

nelle aree indicate, sulla base dei dati emersi dagli studi condotti dall'Istituto superiore

di sanità e dall’OMS. Inoltre, sussiste una contaminazione di tutta la catena agroali-

mentare. Come ben sapete, il problema del latte alla diossina può essere facilmente ri-

condotto anche a questo tipo di fenomeni.

Per di più, i danni sono anche biologici, esistenziali, morali, economici e al-

l'immagine dell'intero territorio.

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6/30

Pertanto, in base alle normative vigenti, visti gli articoli di legge 32 della Costi-

tuzione, 40 del codice penale, 2043, 2050, 2051, 2053 e 2059 del codice civile, chie-

diamo l'adozione di provvedimenti urgenti e cautelari a carattere di straordinarietà e ai

fini della salvaguardia della salute e della sicurezza pubblica.

La mancata adozione di tali misure integrerà gli estremi dei già gravi reati o-

missivi a carico della pubblica amministrazione competente, in riferimento al codice

penale.

Riteniamo che uno dei tanti modi per risolvere la questione (che va al di là del-

l'emergenza, poiché questa è una questione che risale a vent'anni fa, come già testimo-

niano i rapporti di Legambiente, i rapporti ecomafia e le varie denunce dei cittadini),

sarebbe quello dell’istituzione di un'unità di crisi per coordinare tutte le forze sul terri-

torio (comuni, province, regioni) affinché si affronti il problema a 360 gradi.

Partendo da queste economie, che producono i loro rifiuti «in nero», o dalle e-

conomie legali, che smaltiscono per abbattere i costi, bisogna cercare di risolvere il

problema alla radice, così impedendo alla criminalità locale o extracomunitaria di fare

da manovalanza per questo tipo di smaltimento.

Le consegno un dossier, con allegata una breve descrizione dei fatti, assieme ad

alcune copie per tutti i presenti.

PRESIDENTE. Vorrei sapere se abbiate presentato una denuncia alla procura della

Repubblica, per omissione di atti d'ufficio, o se vi siate limitati a un atto politico.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Abbiamo pre-

sentato alla procura della Repubblica una denuncia a carico d’ignoti, per reati contro

l'ambiente. In base ai documenti prodotti, il prossimo passo sarà….

GERARDO D’AMBROSIO. Mi scusi, vorrei chiedere se abbiate anche indicato, in

questa denuncia, tutte le località, note e precise, in cui questi roghi di solito avvengono.

Lei parlava prima, ad esempio, di campi Rom: vorrei sapere se ne abbiate indicato

l’ubicazione.

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7/30 ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Sì, queste locali-

tà sono specificate e la ringrazio per la domanda, che mi offre la possibilità di precisar-

lo.

COSIMO IZZO. Quando provvedete a comunicare alle autorità di polizia dell’incendio

in corso, vorrei sapere se lo facciate verbalmente, comunicando soltanto che c'è un in-

cendio, o se invece indichiate qualcosa di più particolare in riferimento al sito ed even-

tualmente, atteso che vi rechiate anche sul posto, comunichiate anche quello che può

essere un sospetto sul materiale che viene incendiato.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. La ringrazio per

questa domanda, che trovo molto pertinente. Tengo a precisare che, ogni volta che in-

tervengono i vigili del fuoco, viene redatto un verbale d'intervento, dal quale scaturisce

una notificazione alla procura e alla prefettura di notizie di reato.

I vigili del fuoco riscontrano il materiale che sta bruciando, per cui penso che il

Comando generale provinciale dei vigili del fuoco abbia faldoni enormi, relativi a in-

terventi di questo tipo.

Questa è una delle tante cose che evinciamo con questa denuncia e ci chiediamo

per quale ragione, se le istituzioni sanno, nessuno intervenga. Nell'ultimo anno, solo a

Scampia, i vigili del fuoco hanno fatto circa 4.000 interventi, di cui l’80 per cento circa

per spegnimento di incendi di rifiuti, con una percentuale di rifiuti speciali. I dati sono

in possesso del comando provinciale dei vigili del fuoco. Inoltre, abbiamo fatto una se-

gnalazione unica, mediante una petizione di 700 firme, denunciando questo tipo di rea-

to a carico di ignoti, alla sede della procura della Repubblica di Napoli. Tuttavia, è im-

possibile da parte dei cittadini fare una dichiarazione scritta di quello che sta brucian-

do, anche perché non compete loro.

PRESIDENTE. Vogliamo capire se c'è un disinteresse da parte delle forze dell’ordine.

Vogliamo sapere, ad esempio, se, quando telefonate, comunichiate specificamente che

in una certa località si sta sviluppando un incendio con fumo, oppure se vi limitate a

fare una comunicazione dopo l’intervento.

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8/30 ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Il disinteresse lo

possiamo riscontrare da parte dei vigili del fuoco, in alcuni casi. Non voglio giustifica-

re i vigili del fuoco, ma sono costretti a intervenire nei campi Rom decine di volte al

giorno, in particolar modo in quelli di Giugliano e di Scampia.

Molte volte – è una testimonianza che ho raccolto con una telecamera che pun-

tava a terra senza riprendere le persone e si sentono solo le voci – la centrale operativa

a volte degrada la priorità di questi interventi, perché non possono stare sempre nel

campo Rom: non appena si allontano, tornano a incendiare.

PRESIDENTE. Voi sapete che esiste un reparto speciale dei carabinieri, il NOE.

Quando si sta verificando un incendio, voi venite avvertiti e, chi vi avverte, vi comuni-

cherà il posto preciso. Ebbene, le chiedo se facciate la stessa cosa con i carabinieri e

con la polizia.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. È matematica-

mente impossibile farlo ogni volta. Chiamiamo i carabinieri, il 113 e il 115, però al

numero del NOE non risponde mai nessuno. Aggiungo che, nel momento in cui fac-

ciamo la telefonata d’emergenza, al 113 e al 112, specifichiamo il posto dove si sta ve-

rificando l’incendio. Addirittura, facciamo di più: sul sito internet, che adesso è diven-

tato un portale, abbiamo raccolto su una mappa digitale – usiamo una tecnologia GPS –

ogni singolo luogo che è stato oggetto, fino a oggi, del nostro intervento. Sono stati

censiti, quindi, oltre 400 siti da bonificare e da verificare, non presenti nei rapporti uf-

ficiali – questo è specificato nel foglio che vi ho dato – con tanto di coordinate GPS.

Abbiamo chiesto anche alla procura di ascoltarci, perché abbiamo del materiale utile

per fare intervenire direttamente le forze dell'ordine, o i commissariati per la bonifica.

Ripeto che si tratta di siti che non sono presenti nei rapporti ufficiali ARPAC e

del Commissario per l’emergenza.

COSIMO IZZO. Al di là dei complimenti per questa attività che svolgete, alla luce di

questo censimento che fate dei siti, vorrei che ci chiarisse se ci sono siti ricorrenti.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Sono sempre gli

stessi.

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9/30

COSIMO RIZZO. Le chiedo se, come associazione, non abbiate avuto l'idea di esporre

alle autorità e alla magistratura questa ripetizione di incendi, che avvengono sempre

nello stesso sito. Non ho capito se lo abbiate già fatto, o meno.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Nella denuncia

di novembre 2008 è stato specificato tutto ciò.

CANDIDO DE ANGELIS. Nel materiale bruciato non ci sono solo copertoni. Le chie-

do che cosa si bruci d’altro.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. I rifiuti speciali

bruciati in questi incendi sono i più svariati possibili. I copertoni sono una parte del

problema, perché, come si è accertato da parte di questa Commissione nella riunione

che si è tenuta in prefettura in questi giorni…

CANDIDO DE ANGELIS. Mi scusi, la interrompo per chiederle se, secondo voi, si

tratti di una questione di criminalità organizzata, oppure di rom. Lei ha fatto un pre-

supposto preciso, poco fa.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Il fenomeno è

complesso. Secondo noi dietro tutto ciò si cela un sistema: lo rivelano la sistematicità

degli eventi, l’esistenza di un indotto economico, come testimoniano anche le opera-

zioni della procura di Torino fatte un mese fa, che hanno smantellato una banda italo

rumena che faceva traffico e ricettazione di rame per un valore di 8 milioni di euro al-

l'anno, 22.000 euro al giorno. Non dimentichiamo che Torino è una città quattro volte

più piccola di Napoli e provincia.

Se solo volessimo citare il settore specifico del rame, qui in Campania, in parti-

colare nella provincia di Napoli, immaginate di quali cifre stiamo parlando: cifre forse

quattro volte superiori a quelle di Torino, quindi siamo nell’ordine dei 30 milioni di eu-

ro all'anno. A questo, poi, bisogna aggiungere il mercato degli altri metalli (acciaio e

ferro) che vengono ricavati. Pensate che, nell'incendio dell’altra sera nel campo Rom di

Giugliano, dove i vigili del fuoco sono intervenuti per merito nostro – i vigilantes all'e-

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10/30 sterno del campo non volevano farci passare, tanto che ho ricevuto anche intimidazioni

verbali – abbiamo trovato che stavano bruciando (ho girato alcuni video) resti di clima-

tizzatori, privati delle parti interne per bruciare le carcasse e per separare le materie

plastiche dall’anima di metallo. Immaginate l’inquinamento che si sta producendo!

Mentre siamo qui a preoccuparci di ben altri problemi, noi abbiamo definito

questa come la vera emergenza della Campania.

PRESIDENTE. Grazie.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Signor presiden-

te, le chiedo di farci sentire la vostra vicinanza, poiché abbiamo ricevuto minacce, non

limitate alle sole intimidazioni verbali. Personalmente, ho subito un inseguimento e ho

dovuto rottamare una macchina. Hanno cercato più volte di scoraggiarci in questo tipo

di attività che svolgiamo.

Vista l’attività condotta fino ad ora, senza mettersi contro le istituzioni e cer-

cando sempre il dialogo e un modo civile di servire la cittadinanza, penso che sarebbe

il minimo.

PRESIDENTE. Faremo veramente quello che è possibile fare, anche parlando di nuovo

con il questore, che abbiamo sentito questa mattina.

ANGELO FERRILLO, responsabile regionale di “Terra dei fuochi”. Ringrazio la

Commissione e buon lavoro.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa l’audizione

La seduta termina alle 14.15

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11/30

Audizione della dottoressa Ornella Capezzuto, responsabile regionale di

WWF Italia, accompagnata dal dottor Alessandro Scovotto

De Angelis Candido, Presidente ………………………………………………

Capezzuto Ornella, responsabile regionale di WWF Italia …………………….

Izzo Cosimo (PdL) …………………………………………………………….

Piscitelli Salvatore (PdL) ………………………………………………………

Pecorella Gaetano (PdL) ………………………………………………………..

Scovotto Alessandro, presidente WWF Salerno ………………………………..

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CANDIDO DE ANGELIS, INDI

DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

La seduta comincia alle 14.20

Audizione della dottoressa Ornella Capezzuto, responsabile regionale di

WWF Italia, accompagnata dal dottor Alessandro Scovotto

PRESIDENTE. Do la parola alla dottoressa Capezzuto.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Voglio ringraziare

la Commissione per la sua presenza. Effettivamente, in questi ultimi anni e special-

mente in questo ultimo periodo, a seguito della legge n. 123, riteniamo che il dialogo e

la possibilità di comunicare quello che le associazioni fanno sul territorio, quello che

vedono e quello che denunciano, abbia subito una grave interruzione.

Possiamo dire di essere, in questo momento, una regione a regime speciale, in

cui la legislazione ha praticamente interrotto ogni possibilità di partecipazione dei cit-

tadini alle decisioni che vengono prese sul territorio, fatto che riteniamo molto grave.

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12/30 Viviamo sicuramente un blocco della legislazione di Aarhus, che invece prevede la

partecipazione dei cittadini a tutte le decisioni prese sul territorio.

Ci tengo ad approfittare di questa possibilità per rispondere all’accusa, troppo

spesso rivolta, per cui sono i cittadini napoletani che hanno contribuito alla situazione

di emergenza e di crisi della regione Campania. In rappresentanza di tanti cittadini

campani, soci dell'associazione e di tutti quelli che ci sono vicini nelle nostre azioni,

tengo a dire che, dopo lo sfacelo e dopo tutto quello che è avvenuto in Campania a

causa di una pessima gestione del problema rifiuti, dopo tutte le decisioni assunte, ad-

dossarne la responsabilità ai cittadini campani mi sembra veramente qualcosa di inde-

gno.

Ritengo che i cittadini campani abbiano pagato, di fatto, e che continuino a pa-

gare sulla propria salute, visibilità e immagine. Aggiungo che continueranno a pagare

se, così come previsto fino ad ora, si realizzeranno i programmi che sono stati presen-

tati per risolvere la situazione di emergenza in Campania. Riteniamo che questa emer-

genza non sia finita. Sicuramente è stata tolta l'immondizia dalle strade e dal centro di

Napoli, ma non è stato ancora risolto il problema che il WWF, come associazione, se-

gue da vent'anni. Già nel 1994 facevamo grandi campagne d’informazione (che poi è

un compito precipuo dell'associazione: informazione e sensibilizzazione dei cittadini)

sul problema dei rifiuti, per fermarne l'avanzata. Proprio così si chiamava la nostra

campagna che ebbe un gran successo.

Purtroppo, ha avuto grande successo tra i cittadini, ma molto meno nelle istitu-

zioni, con cui abbiamo sempre cercato di dialogare e di portare avanti la visione del

problema rifiuti. Ho portato un libro, che vi lascio, riedito lo scorso anno, che riguarda

il problema dei rifiuti, grazie al quale abbiamo avuto la possibilità di incontrare e sen-

sibilizzare i cittadini.

Riteniamo che ci siano oggi e potevano esserci in passato altri modi per gestire

l'emergenza rifiuti. Purtroppo, per come è andata a finire, dobbiamo pensare che

l’essere arrivati a questo punto dell'emergenza probabilmente è stato frutto di un in-

sieme di interessi che ha portato tutta la situazione in un vicolo cieco, in una via senza

uscita. L’unica soluzione per gestire oggi il problema rifiuti sembra sia quella di con-

vincere molta parte dei cittadini che si può ricorrere soltanto all’incenerimento e alle

grandi discariche sul territorio. Noi, invece, riteniamo che si poteva fare diversamente

e abbiamo avuto modo di dimostrarlo. Ho portato e vi lascerò un dossier, dove dimo-

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13/30 striamo tutte le azioni, le prese di posizione e le osservazioni che abbiamo fatto, a ma-

no a mano che i vari documenti e i diversi piani sono stati presentati.

Mi riferisco, ad esempio, alle osservazioni del primo piano Pansa, che è stato il

Piano regionale dei rifiuti; mi riferisco al piano dei rifiuti speciali della regione Cam-

pania che, purtroppo, è un piano che non c'è; mi riferisco quindi al gravissimo proble-

ma dei rifiuti speciali che, così come ha detto l'associazione che mi ha preceduto, non

vengono in alcun modo censiti. Non sappiamo quanti ce ne siano veramente, che fine

facciano e come vengano veicolati. Abbiamo, quindi, portato agli atti tutte queste os-

servazioni.

Inoltre, per questa ragione, abbiamo presentato osservazioni di reclamo alla

Commissione europea nonché osservazioni sulla situazione dei siti di stoccaggio in

Campania. Crediamo che, ancora oggi, non si possa pensare di uscire dalla situazione

in cui versa la Campania con un programma sicuramente sovradimensionato, rispetto

alla quantità di rifiuti che si produrrebbero in regione se si applicasse un corretto ciclo

dei rifiuti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

PRESIDENTE. Vorrei chiedere se la posizione del WWF, rispetto alla eliminazione

dei rifiuti (posto che siamo tutti d'accordo che occorra educare a produrre meno rifiuti)

sia favorevole ai termovalorizzatori e alle discariche, o se preveda altre soluzioni.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Mi sembra estre-

mamente semplicistico schematizzare in tal modo un problema che è veramente ampio.

L’anno scorso, in piena emergenza, l'azione che si proponeva per risolvere il problema

era quella di accendere l’inceneritore di Acerra. Non è quella la soluzione: la prima co-

sa da fare, l'anno scorso, era bloccare tutti i prodotti usa e getta, inserire immediata-

mente il vuoto a rendere, dividere immediatamente il secco dall'umido…

PRESIDENTE. Ci sono settanta milioni di tonnellate sul territorio. Le chiedo cosa ne

dovremmo fare e se dovremmo forse lasciarle dove sono.

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14/30 ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Quella sarebbe una

bella questione da affrontare con il contributo di tutti, perché, allo stesso modo, non mi

si può dire che si possono bruciare così come sono, quelle balle.

PRESIDENTE. Io le sto chiedendo qual è la soluzione proposta dal WWF per l’attuale

situazione in cui si trova la Campania.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Non tocca a noi,

che non abbiamo provocato il danno, fornire soluzioni semplici. Riteniamo che occorra

riprocessare e vedere di recuperare quanto più possibile. L’unica sorte per

l’indifferenziato, probabilmente, potrà essere quella di farne CDR.

Non per questo, però, possiamo pensare di realizzare un'impiantistica per ince-

nerimento così rigida e che la regione Campania si troverà sul proprio territorio per i

prossimi cinquanta anni.

Pertanto, se e quando si farà una raccolta differenziata come si deve, ci trove-

remo quattro inceneritori – come da programma – che non avranno nulla da bruciare,

se saranno state rispettate le normative europee, e verremo a raccogliere i rifiuti proba-

bilmente del resto del Meridione d'Italia. Si tratta di un problema complesso, che può e

deve essere affrontato.

PRESIDENTE. Vorrei chiedere che cosa stia facendo il WWF sull’educazione e

l’incentivazione dei cittadini alla raccolta differenziata.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Facciamo campa-

gne di informazione e di sensibilizzazione. Per quel che riguarda Napoli (che conside-

riamo uno dei problemi più gravi della Campania, essendo molto indietro con la rac-

colta differenziata), fino allo scorso anno il comune ancora pensava di poter fare a me-

no della raccolta differenziata, tanto che, per tanti anni, pur sollecitato, non ha avviato

nessun piano serio al riguardo.

Abbiamo costituito un osservatorio napoletano sulla raccolta differenziata «por-

ta a porta», che pure a Napoli è partita e sta dando anche buoni risultati. La speranza è

che questa raccolta, nonostante si dica che a Napoli non si sa fare la differenziata, vada

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15/30 molto bene: nei quartieri in cui è stato avviato il «porta a porta», si parla di una raccol-

ta differenziata intorno al 70-75 per cento.

COSIMO IZZO. Vorremmo sapere da dove trae questo dato.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Basta andare sul si-

to dell’ASIA, per vedere i quartieri dove è stata fatta la raccolta differenziata. Le parlo

dei quartieri in cui è stato applicato il «porta a porta». Siamo 100 mila persone, in am-

pliamento. Posso dirle che, contrariamente a quello che viene detto, i cittadini napole-

tani rispondono benissimo, sono interessatissimi e motivatissimi, più di coloro i quali

gli fanno fare la raccolta differenziata «porta a porta».

Del resto, penso che la vergogna che c'è stata buttata addosso non ha limiti.

Avendo istituto e portato avanti questo osservatorio, cioè essendo presenti con i

nostri banchetti nei quartieri in cui viene portato avanti il «porta a porta», posso dirle

che i cittadini sono soddisfatti, vedono sicuramente migliorato il tenore di vita e aderi-

scono a questa iniziativa. Penso che il problema stia in chi fa questi progetti, su come

intenda portarli avanti e se riesca a portarli avanti.

SALVATORE PISCITELLI. Vorrei sapere che tipo di collaborazione avete da parte

delle amministrazioni locali, in queste campagne di sensibilizzazione sul sul tema.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Purtroppo scarso:

ogni volta che ci troviamo a parlare di campagne di informazione e di comunicazione,

ci troviamo di fronte anche a problemi economici dell’amministrazione, che ci dice di

non avere fondi proprio per tali campagne. Ci rendiamo conto che in un’attività del ge-

nere, invece, la comunicazione è fondamentale.

COSIMO IZZO. Quindi nessun tipo di aiuto…

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Non a noi, come as-

sociazioni, semmai a società che possono collaborare direttamente con le aziende.

Con questa premessa, intendo dire che gli illeciti, in Campania, sono una realtà

estremamente intricata, connessa anche a come si è realizzata la gestione dei rifiuti,

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16/30 quindi a ciò che è stato il fallimento di 14 anni di commissariamento. Sarebbe andata

diversamente, se non fosse esistito questo tipo di gestione da parte del Commissariato,

che ha deresponsabilizzato gli enti predisposti (comuni e province) e in parte gli stessi

cittadini. Probabilmente sussiste una parte di inciviltà insita in ognuno di noi, ma non è

quella che sicuramente ha determinato la situazione in cui ci siamo trovati.

Il WWF si è costituito parte civile nel processo Romiti più 27, proprio perché ci

sembrava doveroso chiedere conto di tutto ciò che è avvenuto sul territorio, rispetto al-

la situazione emergenziale.

Riguardo al piano della differenziata di Napoli, abbiamo prodotto osservazioni,

che troverete allegate.

Per quanto riguarda le illegalità puntuali, tengo a soffermarmi sulla gravità del-

la situazione dello stoccaggio dei rifiuti delle ecoballe, sul territorio campano, senza

alcuna autorizzazione. Ci chiediamo come sia possibile che tutti questi materiali siano

ancora sul suolo campano e costituiscano discariche abusive a cielo aperto, come tutto

ciò venga tollerato. Riteniamo che non esista alcuna autorizzazione comunitaria per i

siti di stoccaggio in cui si trovano questi materiali, per cui chiediamo che sia eseguito

un conteggio ben preciso, si determini da quanto tempo siano attivi e se siano state av-

viate le procedure di VIA. Se, come riteniamo, si tratta di discariche abusive, bisogna

investire l'autorità giudiziaria del problema degli stoccaggi provvisori che, in realtà,

sono stoccaggi definitivi e quindi costituiscono discariche abusive a cielo aperto.

Un altro punto che vogliamo sottolineare è quello degli incendi sul territorio

campano. Costantemente, riceviamo telefonate di nostri soci e di cittadini che ci segna-

lano tutto il percorso dell'asse Nola-Villa Literno, tutta la zona a confine fra la provin-

cia di Napoli e Caserta, in cui queste segnalazioni sono veramente continue, nonché

quelle situazioni addirittura in qualche modo legali, in cui sono stati stoccate grandi

quantità di copertoni e che sono state soggette a incendi.

Abbiamo presentato ultimamente – lo trovate in allegato – un ricorso per un in-

cendio doloso avvenuto in una fabbrica nella zona di Marcianise. L’abbiamo fatto in-

sieme al Coordinamento regionale rifiuti, che è un coordinamento di associazioni che

sono insieme, da un lato, per recepire il sentire dei cittadini e le attività da essi promos-

se, una volta riuniti in comitati.

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17/30

In varie realtà sono sorti tantissimi comitati a difesa della salute del proprio ter-

ritorio. Questo coordinamento regionale (CORERI) con il WWF, ha fatto alcune azio-

ni, tra cui il ricorso per l’incendio dell’ECORET di Marcianise.

Altre situazioni che riteniamo illegali sono quelle per cui la legislazione attuale

prevede di sistemare discariche in aree protette. Riteniamo questo fatto estremamente

grave: mentre la Regione Campania, da un lato, è la regione a livello nazionale con più

aree protette e più parchi sul territorio, dall’altro, con estrema facilità, localizza l’unico

spazio per fare le proprie discariche proprio nelle aree protette.

Ci sembra una grande contraddizione, anche non tenendo conto che si va contro

tutte le normative europee, che non consentono di stoccare rifiuti in aree protette.

Anche su questo abbiamo fatto ricorso alla Comunità europea e abbiamo avvia-

to un ricorso giudiziario per quanto riguarda il caso di Serre, che poi è andato a buon

fine, ma anche contro la decisione di aprire Pianura, nonché Terzigno (che purtroppo è

stata aperta, in questi giorni).

Alla stessa maniera, sottoponiamo a voi il problema dell'impianto di Acerra. Ri-

teniamo che l'impianto di Acerra non garantisca la salute dei cittadini, sia per le emis-

sioni, sia per quello che probabilmente…

PRESIDENTE. Vorrei sapere quali dati avete, sulle emissioni.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. I dati sono gli ulti-

mi forniti dalla stessa ARPAC. In appena 60 giorni di funzionamento – sono soltanto

prove dell'inceneritore – l’ARPAC ha già denunciato ufficialmente più di dieci supe-

ramenti di limiti di emissione.

PRESIDENTE. Lei intende superamenti sulle ventiquattro ore.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Si tratta di prove

dell’impianto.

PRESIDENTE. I superamenti sono calcolati sulle ventiquattro ore.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Sì.

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18/30

CANDIDO DE ANGELIS. Volevo chiederle se avete partecipato anche voi alle prote-

ste per Acerra. Abbiamo visto che dovevano iniziare i lavori nel 2001, si è entrati nel

2004-2005 con l’esercito, a seguito di molte proteste.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Non abbiamo parte-

cipato direttamente alle proteste sul campo, ma abbiamo sicuramente condiviso le pro-

blematiche che riguardano l'inceneritore di Acerra.

CANDIDO DE ANGELIS. Abbiamo effettuato un sopralluogo all'interno del termova-

lorizzatore e abbiamo visto tutte le centraline e tutti i meccanismi di sicurezza. È chiaro

che lì deve entrare una filiera di controllo che deve garantire la salute dei cittadini, ma

non credo che questo sia il problema.

A fianco sorge una centrale elettrica a olio di palma, le cui emissioni non sono

certamente minori. Però, su quell'impianto – abbiamo chiesto anche al sindaco che non

ci ha saputo rispondere – non sappiamo se ci siano state grandi proteste. Questa cosa ci

è balzata subito agli occhi e ci siamo domandati perché tante proteste sul termovaloriz-

zatore e nessuna su quella centrale elettrica.

ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente del WWF Salerno. Rispondo a questa do-

manda con alcuni atti. Una critica che non ci è mai piaciuta è quella per cui le associa-

zioni ambientaliste, a maggior ragione il WWF, non sono intervenute quando c'erano le

discariche abusive, ma erano presenti contro le discariche dei rifiuti.

Per statuto, non facciamo protesta fisica rispetto a una struttura che legalmente

deve essere attivata, ma quello che scientificamente e tecnicamente cerchiamo di fare è

di dire che la data soluzione è per noi sbagliata specificandone i motivi.

Tra l’altro, non ci limitiamo a questo: ad esempio, la discarica di Basso

dell’Olmo, una discarica realizzata nelle vicinanze dell’oasi del WWF di Persano vici-

no all'autostrada, è stata molto osteggiata e contestata, tanto che fu bloccata l'autostra-

da. Ebbene, noi non abbiamo partecipato a queste manifestazioni e ci siamo sentiti ac-

cusare dai cittadini che non tutelavamo la nostra oasi.

Alla prima pioggia torrenziale, da quella discarica (non abusiva, bensì control-

lata) usciva…

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19/30

CANDIDO DE ANGELIS. Scusate, ma vi avevo chiesto se sapevate qualcosa di quella

centrale elettrica.

ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente WWF Salerno. Cerchiamo di sapere tutto

quello che succede in una matrice ambientale in cui sorge un sito, sia esso il sito «oa-

si», oppure il sito «città» e quant’altro. Quando si fa una valutazione di impatto am-

bientale e ci vengono mostrati dei dati…

PRESIDENTE. Mi scusi, ma forse non siamo stati chiari. Avete condotto – giustamen-

te, dal vostro punto di vista - un’iniziativa politica e scientifica contro l'inceneritore,

quando a duecento metri di distanza sorge un impianto che produce fumi in atmosfera,

da quello che abbiamo potuto constatare, più pericolosi o per lo meno della stessa peri-

colosità. Le domandiamo se ci siano state iniziative del WWF in relazione a quest’altro

impianto.

ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente WWF Salerno. Rispetto a quell’impianto

specifico non so, perché non lo conosco, ma vi posso riferire su tutti gli impianti che si

trovano a Salerno e zone limitrofe. Abbiamo la possibilità di gestire un nucleo di 30 at-

tivisti, i quali ci avvertono e noi interveniamo. A differenza di altri, ci siamo dotati di

un decreto di vigilanza ambientale, con il quale il prefetto ci nomina guardie giurate

ambientali. Così, facciamo noi gli interventi. Se è possibile far passare alcune foto, vi

mostro alcune delle attività che abbiamo svolto.

Salerno è una provincia felice. Oltre alle forze di polizia deputate (NOE e Cor-

po forestale dello Stato) ci sono altre forze di polizia che intervengono a ogni chiamata.

Anzi, c'è competizione tra di loro nel trovare più reati ambientali. Abbiamo il Coman-

do provinciale dei carabinieri e il Comando provinciale della Guardia di finanza che,

ogni volta che c’è una segnalazione, inviano le pattuglie e ci coadiuvano nella nostra

attività.

PRESIDENTE. Sui fuochi non intervengono.

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20/30 ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente WWF Salerno. Vi sto parlando della provin-

cia di Salerno.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Abbiamo un'asso-

ciazione sul territorio e la provincia di Salerno ha un nucleo di guardie ambientali…

PRESIDENTE. Non autonomo, immagino.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. No, non autonomo:

però è più forte che in altre zone. Non si può dire che siamo intervenuti in una zona sì e

nell’altra no: deve considerare, signor presidente, che siamo un’associazione di volon-

tari e interveniamo dove abbiamo la forza di intervenire, ragion per cui non possiamo

intervenire su tutte le aree.

CANDIDO DE ANGELIS. Ieri abbiamo fatto anche un sopralluogo aereo da Napoli ad

Acerra e abbiamo visto grandi aziende agricole, bellissime, la gioia degli occhi, inter-

vallate da discariche. Sorge spontanea l’esigenza di capire come sia potuto succedere,

nell'arco di decenni.

Il problema non è risolto, in quanto oggi abbiamo avuto un'audizione molto im-

portante dell’amministratore dell’ASIA, che ci ha fatto capire meglio determinate si-

tuazioni. Qui a Salerno abbiamo parlato con il sindaco che, per certi versi, ci ha tran-

quillizzato: alla fine si può essere più o meno d'accordo sul termovalorizzatore, però ha

fatto un progetto industriale e ambientale giusto (sta rifacendo l'impianto del compost,

fa molto bene una differenziata spinta).

È chiaro che se il termovalorizzatore di Acerra, che non è la panacea di tutti i

mali, fosse partito nel 2001, probabilmente avremmo meno ecoballe, probabilmente si

poteva ragionare anche in maniera diversa. Oggi, secondo me, va messo un punto e

portato avanti un progetto, che però è ancora molto nebuloso.

Ovviamente diremo la nostra su questo tipo di situazione, però è chiaro che un

punto va messo.

Oggi la situazione drammatica è rappresentata dalla zona Napoli-Caserta, per

cui si sta spingendo timidamente su certe situazioni e sul problema della differenziata.

È chiaro che voi diventate, secondo me, importanti – l'ho detto ieri in occasione

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21/30 dell’audizione di un’altra associazione ambientale di Caserta – in un progetto di edu-

cazione ambientale nelle scuole, di concerto con le amministrazioni comunali, provin-

ciali e regionali.

Rimaniamo sconcertati anche noi, per certe situazioni.

ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente WWF Salerno. Il problema dei rifiuti urbani

è uno dei tanti problemi di questa regione. Non dobbiamo dimenticare il problema dei

rifiuti speciali non pericolosi, che le aziende gestiscono. Negli ultimi due anni – è il

rapporto del 2006 – da 6 aziende zootecniche che scaricavano nel fiume Sele siamo ar-

rivati a 18; dai 13 scarichi di frantoi oleari del 2005 siamo arrivati a 26.

Insomma, il problema è un’illegalità diffusa, che stiamo cercando di capire se

sia dovuta a una troppa burocratizzazione degli atti.

Chiedevamo a qualcuno perché trasportasse illecitamente i propri rifiuti e ci è

stato risposto che la camera di commercio di Napoli, per rilasciare il titolo per il tra-

sporto in conto proprio, impiega due mesi. Al che ho chiesto perché, anziché portare i

calcinacci a un centro di recupero (dove potrebbero diventare del pietrisco utile per

l’isolamento delle strade) li buttassero sulle rive di un fiume. Ebbene, mi è stato rispo-

sto che per avere un'autorizzazione di impianto recupero, in regione Campania, occor-

rono da 6 a 12 mesi.

CANDIDO DE ANGELIS. In Lazio, per avere un permesso, ci hanno impiegato tre

anni.

ALESSANDRO SCOVOTTO, Presidente WWF Salerno. Molte volte capita che, an-

che chi non vuol delinquere, a causa di una amministrazione troppo burocratica, lo fa

perché non può risolvere altrimenti.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Vorrei intervenire

per rispondere al senatore De Angelis, che ha affermato di vedere un atteggiamento ti-

mido da parte nostra. Sicuramente sarà così, però anche noi ci chiediamo perché, ri-

spetto a questa situazione così grave, mentre con tanta forza si è deciso di intervenire

sull’apertura di Acerra e di discariche (ed era pure necessario, arrivati a un certo pun-

to), non si sia intervenuti con altrettanta forza a far sì che si realizzassero gli impianti

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22/30 di compostaggio. Nella filiera dei rifiuti, se non si fanno gli impianti di compostaggio,

non abbiamo vie d’uscita.

Finalmente siamo usciti dal commissariamento per le bonifiche, ma ci chiedia-

mo quando si darà avvio alla bonifica dei territori e come si tuteleranno i territori boni-

ficati.

Allo stesso modo, ci domandiamo perché non intervenire sui rifiuti speciali con

programmi che permettano di controllare queste merci, che viaggiano senza alcun con-

trollo. Se una ditta lavora certi prodotti, sicuramente dovrà avere in parallelo gli atte-

stati di smaltimento per quei prodotti.

PRESIDENTE. Le domando se sia a conoscenza che l’azienda per il recupero e il tra-

sporto dei rifiuti di Napoli, a fine anno, chiuderà perché non vengono pagate le tasse

sulla raccolta dei rifiuti.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Se capisco bene, lei

parla dei cittadini napoletani che non pagano le tasse.

PRESIDENTE. Se i cittadini non pagano le tasse, l'azienda chiude. Questo è un dato

che oggi ci è stato rappresentato.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Sono certa che il

dottor Fortini possa aver rappresentato questo dato e che effettivamente si trovi in que-

sto tipo di difficoltà. Però andrei più a monte, per capire se l’azienda ASIA sia orga-

nizzata in maniera adeguata, o abbia fatto quello che doveva fare, in questi anni, per

non trovarsi in questa situazione. Non possiamo, ogni volta, scaricare tutto sui cittadi-

ni.

PRESIDENTE. Se i cittadini non contribuiscono, si tratta di un dato obiettivo. Siccome

lei parlava delle bonifiche, le faccio osservare che le bonifiche costano. Purtroppo, sus-

sistono tanti aspetti che vanno esaminati, poiché ciascuno osserva solo dal proprio pun-

to di vista, mentre noi abbiamo una visione, dopo aver ascoltato una cinquantina di

persone, un po' più complessa e articolata.

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23/30 ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. Ne siamo contenti e

speriamo di vedere i frutti di questa vostra attività. Ve lo auguriamo per voi e per noi.

PRESIDENTE. Speriamo di non aver lavorato per niente.

ORNELLA CAPEZZUTO, responsabile regionale di WWF Italia. La storia precedente

non ci dà buone speranze.

PRESIDENTE. Nel ringraziarvi ancora, dichiaro conclusa l’audizione.

La seduta termina alle 14.30

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24/30

Audizione del dottor Michele Buonuomo, responsabile regionale Legam-

biente

Pecorella Gaetano, Presidente………………………………………………….

Buonuomo Michele, responsabile regionale Legambiente…………………….

De Angelis Candido, …………………………………………………………..

De Toni Gianpiero (IdV)……………………………………………………….

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25/30

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA

La seduta comincia alle 14.35

Audizione del dottor Michele Buonuomo, responsabile regionale Legam-

biente

PRESIDENTE. Do la parola al responsabile regionale di Legambiente, dottor Michele

Buonuomo.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Ci è stato richiesto

espressamente, dato il tempo limitato, di fare buon uso dei pochi minuti che intendo

rubarvi.

PRESIDENTE. Peraltro volevo ringraziare Legambiente, la cui pubblicazione «Eco-

mafie», anche l'ultimo rapporto, rappresenta una fonte di conoscenza importante. I dati

sui procedimenti pendenti li evinciamo più da voi, che non dai magistrati.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Non mi soffermerò su

alcuni dati generali, poiché sono a conoscenza della sua partecipazione alla presenta-

zione del rapporto Ecomafia nazionale.

Purtroppo, poiché ancora una volta buona parte del materiale raccolto nel rap-

porto riguarda la nostra regione, che vanta la «maglia nera», almeno dal punto di vista

numerico, del numero dei reati legati ai cicli fondamentali dei rifiuti, delle acque e del

cemento, vorrei svolgere un discorso che parte da alcune richieste a questa autorevole

Commissione, le stesse che vi saranno state rivolte anche in altri ambiti da Legambien-

te.

Per noi rimane fondamentale, per quanto riguarda il «che fare», l'introduzione

dei reati ambientali nel codice penale e una repressione certa, con pene certe, per far

fronte alla miriade di interessi che oggi si accalcano sull'ambiente.

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26/30

Crediamo che sia necessario conservare la possibilità delle intercettazioni tele-

foniche e, per quanto riguarda la nostra regione, che sia necessario dare vita a un'ope-

razione di maggiore controllo del territorio, o per lo meno di alcuni territori, in partico-

lare della zona nord della provincia di Napoli e il sud della provincia di Caserta.

Questo perché, molte volte dobbiamo registrare la difficoltà oggettiva a inter-

venire, da parte delle forze dell'ordine, per mancanza di uomini, di risorse e di strumen-

ti.

Detto questo, sono stato audito tutti gli anni da questa Commissione e non vor-

rei ripetere le stesse cose che, tra l'altro, sono state già rappresentate egregiamente da

quanti mi hanno preceduto: dal WWF, al comitato «Terra dei fuochi».

Vorrei mettere in luce due aspetti: uno positivo (che credo possa essere emble-

matico) e un timore riguardante questa provincia. Ho portato con me i sei rapporti an-

nuali dell'Osservatorio provinciale su ambiente e legalità, proposto, promosso e gestito

da Legambiente e istituito dalla provincia di Salerno, che personalmente ritengo uno

strumento molto utile.

Vi sarete sentiti dire, in queste ore, che la situazione della provincia di Salerno

è diversa da quella di Napoli e di Caserta. Nonostante le difficoltà, ritengo che nella

provincia di Salerno, molto estesa, il controllo sia migliore, poiché esiste un controllo

che parte dal basso, dalla stessa popolazione, che è più pronta a raccogliere e recepire

alcune indicazioni.

Non a caso, dei 551 comuni campani, oltre 300 fanno un'ottima raccolta diffe-

renziata e di questi oltre il 50 per cento sono i comuni della provincia di Salerno e di

Avellino.

La stessa città di Salerno può vantare, per l'anno 2008, una percentuale di rac-

colta differenziata superiore al 45 per cento, che la fa diventare la città capoluogo di

provincia più virtuosa dopo Novara, vale a dire la più virtuosa in assoluto a sud del

Piemonte.

Sul sindaco abbiamo lavorato molto, per convertirlo sulla via di Damasco della

raccolta differenziata. Lui ha usato parole molto dure, per alcuni anni, nei miei con-

fronti, poiché insistevo sulla necessità di avviare la raccolta differenziata.

Oggi è convinto e credo che i risultati siano ottimi, al punto che, probabilmente,

per l'anno 2009 la città di Salerno potrà raggiungere anche il 70 per cento di raccolta

differenziata: una vera e propria rivoluzione.

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27/30

È difficile trovare Legambiente, nelle cronache degli ultimi due o tre anni, da-

vanti a una discarica. Nonostante che noi non amiamo le discariche, è impossibile tro-

varci davanti all'inceneritore di Acerra, anche se riteniamo che quell'inceneritore, ben-

ché necessario nella situazione attuale, sia entrato in funzione con grave ritardo, come

il senatore De Angelis affermava, non a causa delle legittime proteste dei cittadini. Il

conflitto ambientale, a volte, serve anche a migliorare certe proposte.

Ci siamo opposti all’inceneritore di Acerra per due motivi fondamentali: per il

luogo prescelto (una situazione già ad altissima conflittualità e con gravissimi proble-

mi) nonché per le modalità con cui è stata assegnata quella gara. È stato chiesto a una

società di indicare il luogo dove collocarlo, laddove l’indicazione dei luoghi adatti do-

vrebbe essere appannaggio delle istituzioni che rappresentano i cittadini.

CANDIDO DE ANGELIS. Le chiedo se sarete anche contrari all'eventuale termovalo-

rizzatore di Salerno.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. C’è una dialettica a-

perta con il sindaco e credo che su queste posizioni stiamo guadagnando anche l'auto-

revole consenso di membri dell’amministrazione provinciale. So che avete incontrato

anche il neoassessore Giovanni Romano che, in veste di sindaco di Mercato San Seve-

rino, è stato additato a livello nazionale come tra i più virtuosi.

CANDIDO DE ANGELIS. Esiste in quel caso un problema di gestione, un problema

filosofico sul piano regionale dei rifiuti nonché un problema di ambiti territoriali. Mi

sembra che sul termovalorizzatore ci sia unità di intenti. La gestione è un altro ragio-

namento. La mia domanda era precisa e sono d'accordo con lei sulla gara e probabil-

mente anche sulla localizzazione.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. La tecnologia adotta-

ta in prima istanza è stata migliorata, grazie anche al conflitto ambientale.

CANDIDO DE ANGELIS. Alla fine, portare avanti certe situazioni così importanti per

un territorio attraverso il confronto è l'unica soluzione, diversamente si creano situa-

zioni di disagio, come è accaduto in questo caso. La domanda che compendia un po'

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28/30 tutta la situazione filosofica dei rifiuti, è la seguente: vorrei sapere se sarete d'accordo

sulla localizzazione e sull’eventuale termovalorizzatore di Salerno.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Le dico che, in gene-

rale, non amiamo i termovalorizzatori, ma non li demonizziamo. Esistono tanti pro-

blemi ambientali e vorremmo che gli inceneritori ne rappresentassero uno ulteriore.

Se potessi scegliere – non me ne voglia male Ornella Capezzuto – credo che sia

più necessario un secondo inceneritore in provincia di Napoli che non in provincia Sa-

lerno, poiché il rischio è che l’inceneritore in provincia di Salerno possa inficiare un

processo esemplare. che sta portando a risultati eccezionali dal punto di vista della rac-

colta differenziata e che credo, in prospettiva, debba diventare il modello da offrire an-

che alle altre province, compresa la provincia di Napoli, che al momento ha necessità

di un impianto di incenerimento.

Personalmente viaggio esclusivamente con i mezzi pubblici, facendo salti mor-

tali. È una mia testimonianza personale e non mi sognerai mai di chiedere che tutte le

persone che si muovono nella nostra regione e nel nostro Paese debbano usare esclusi-

vamente mezzi pubblici. Questa è la mia situazione personale: io non amo gli inceneri-

tori, ma credo che possano essere una necessità storica, per gli errori commessi negli

ultimi 30-40 anni. Se avessimo applicato un modello diverso nella produzione delle

merci, oggi non avremmo bisogno di inceneritori.

Questo vale anche per gli ospedali: se prevenissimo una serie di patologie, pro-

babilmente avremmo bisogno di meno posti letto. Mi guardo bene, però, dall’invitare a

diminuire i posti letto negli ospedali.

PRESIDENTE. Se fossimo nella Repubblica di Platone tutto questo sarebbe possibile.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Però dobbiamo aspi-

rare alla Repubblica di Platone.

PRESIDENTE. Assolutamente sì. Però dobbiamo anche risolvere i problemi di oggi,

con un progetto.

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SERVIZIO RESOCONTI

29/30 MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Mi sembra che la no-

stra organizzazione abbia sempre dato segni di pragmatismo.

PRESIDENTE. Occorre un progetto di cambiamento culturale. La sola produzione di

meno rifiuti non risolve il problema dell’eliminazione dei rifiuti. Allora, bisogna con-

vincere la gente che si può andare a prendere il latte con la bottiglia.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Anche questo richie-

derebbe un piccolissimo investimento, a fronte dei grandi investimenti che si fanno a

posteriori. La regione Campania ha fagocitato miliardi di vecchie lire, anzi si parla di

oltre 2 miliardi di euro. È una cifra sottostimata, perché i costi sostenuti da tante am-

ministrazioni comunali, piccole o grandi, e da tante società non verranno mai calcolati.

Ebbene, per la prevenzione non c'è mai un investimento. Legambiente e WWF

portano avanti le proprie iniziative di riduzione e di raccolta differenziata, veramente

senza risorse pubbliche; dobbiamo confidare molto spesso sulle pochissime risorse che

può offrire qualche imprenditore illuminato.

Prevenire e modificare un retaggio culturale errato, richiederebbe un investi-

mento veramente serio da parte del nostro Paese.

GIANPIERO DE TONI. Anche combattendo le organizzazioni malavitose.

MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Assolutamente sì.

Questo rappresenta uno dei punti caratterizzanti la nostra iniziativa. Non a caso, lo

stesso termine «ecomafia» o «Terra dei fuochi» sono stati coniati da Legambiente, nel

corso degli anni, proprio perché è fondamentale avere un atteggiamento di rigore e-

stremo nei confronti degli atteggiamenti deviati.

PRESIDENTE. Grazie, anche se sul terreno abbiamo davvero problemi enormi. Quan-

do ci viene detto, come ci è stato detto questa mattina, che il 50 per cento dell'attività

economica nella Campania è nelle mani della criminalità organizzata – per cui, para-

dossalmente, se facciamo sparire la criminalità organizzata scompare la metà della

produzione e dell'attività economica della Campania – il problema è davvero grande.

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SERVIZIO RESOCONTI

30/30 MICHELE BUONUOMO, responsabile regionale Legambiente. Purtroppo, molto

spesso la moneta cattiva scaccia quella buona, per cui è difficile competere, è difficile

poter essere concorrenti delle holding criminali.

PRESIDENTE. Anche perché fanno dei prezzi migliori, di solito.

Nel ringraziare il dottor Buonuomo, dichiaro conclusa l’audizione.

La seduta termina alle 14,55.