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THE ABC COMPANY E COME COMBATTERLA, NATURALMENTE

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T H E A B C C O M P A N Y

FARMACO

RESISTENZA

E COME COMBATTERLA, NATURALMENTE

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Diciamo farmacoresistenza e subito pensiamo agli antibiotici. Capita anche a voi? A noi succede, ma non è del tutto corretto. Vediamo intanto cos'è, secondo il dizionario Definizione Treccani: "La perdita, transitoria o definitiva, da parte di forme viventi (microrganismi, cellule di tessuti, parassiti, insetti ecc.), della preesistente sensibilità a sostanze chimiche (antibiotici, chemioterapici, antimicotici, antiparassitari o altro) capaci di provocarne la morte o di inibirne l’accrescimento e la moltiplicazione". Nella maggior parte dei casi, il fenomeno è imputabile a meccanismi di mutazione e selezione, con la conseguente sopravvivenza di ceppi o linee resistenti al composto chimico in questione; più raramente ad altre cause, come il progressivo adattamento biologico nei confronti dell’azione lesiva esercitata dal farmaco, dall’ antiparassitario o altro. In sostanza: più chimica usiamo nel nostro corpo, meno ne potremo usare in futuro. Qualsiasi “anti” preso nel momento sbagliato, ovvero quando non ce ne sia bisogno, peggiora il problema. Ma è così grave la questione? Qualcuno si pone il problema ed è giusto rispondere: sì «La situazione è seria. Alcune delle infezioni più comuni e più pericolose del mondo risultano resistenti ai farmaci, la cosa più preoccupante è che non rispettano le frontiere nazionali. Ecco perché l'Oms sta incoraggiando tutti i Paesi a mettere punto sistemi di sorveglianza adeguati che possano fornire dati al sistema globale» commenta Marc Sprenger, direttore dell'Antimicrobial Resistance Secretariat dell'Oms. Si parla, per capirci, già di 500 mila casi l'anno, con una proiezione di dieci milioni di morti l'anno nei prossimi decenni. Dieci milioni di morti significa una intera Lombardia che scompare ogni anno.

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Come siamo arrivati a tanto? Dove abbiamo sbagliato? Anno 1957 Renato Carosone lanciate una canzone che risuonerà per sessant'anni, Pigliate na pastiglia.È l'era del boom economico, l'abbandono della terra, l'industrializzazione di una nazione. E se prima, quando avevi mal di testa, prendevi una tisana ed andavi a letto (se potevi permettertelo), adesso si "piglia" una pastiglia. Questa tendenza si è espansa a qualsiasi ambito, ma in uno, in particolare ha fatto irruzione e danno: la cura dei malanni di stagione. Prima dell'arrivo dell'influenza, quella vera, ci sono i raffreddori, che, come l'influenza, sono virus, non batteri. Certo, in alcuni casi, in un corpo debilitato può insorgere ANCHE un'infezione batterica. Ma nel dubbio molta gente e non pochi medici, hanno preferito esagerare con il bombardamento chimico. Il risultato è stato contrabbandare il principio che l'antibiotico fosse una sorta di panacea universale. Ma non ci si è fermati qua. Oltre alle malattie del corpo, si è cominciato a clinicizzare ogni disturbo dell'anima. Lo sguardo va, ancora, a tempi più semplici. E forse più felici. A furia di sfumare la linea di demarcazione tra patologia, condizione, sentimento e semplici fasi della vita ormai ogni pianto chiama una pillola magica. Un mercato miliardario. Che però ha il non piccolo problema di generare, anch'esso, farmaco resistenza. E quando poi i farmaci servono davvero (la depressione clinica uccide), si rischia di restare senza armi. Oltre a rendersi conto del pericolo troppo tardi, persi in una nebbia chimica in cui diventa impossibile sondare gli abissi dell'animo umano.

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Tutto ciò premesso, come se ne esce. Naturalmente. Vedete, dobbiamo tornare a creare uno spazio di intervento in cui si prende qualcosa, sì. Ma di naturale. Facciamo un esempio? Possiamo avere problemi, talvolta, a dormire. Prima di arrivare ai sonniferi (altra cosa che genera resistenza) dobbiamo abituarci a compiere alcuni passi, anche analitici. Primo: cos'è che non mi fa dormire? Il meccanismo sonno veglia è complesso. Magari faccio cose sbagliate. Dormo con il cellulare vicino? Circondato da distrazioni? Mangio in maniera irregolare, caricando troppo la cena? Queste riflessioni devono indurmi ad alcuni cambiamenti. Ma non agiscono nell'immediato. Ed io ho gli occhi aperti e sono le due. Cosa faccio? Una tisana è un'ottima soluzione. Prima ancora dell'effetto delle erbe, dei fiori e dei frutti, il solo liquido caldo fa ricordare al nostro cervello il periodo in cui dormivamo di più in assoluto: i primi mesi di vita. Il ciclo di vita del neonato è, sostanzialmente, regolato da poppata e sonno. La prima a logica precede il secondo. Quindi nella fase più cruciale del nostro sviluppo si è innescato un meccanismo di riconoscimento per cui, dopo l'assunzione di un liquido caldo, si dorme. Questo riflesso è stato cementato dalle camomille prese per anni quando non riuscivamo a dormire (e sulla cui utilità molto si potrebbe dire). Le tisane, se fatte seriamente, sono invece un'alternativa efficace nei casi leggeri di insonnia. E, qualora il fenomeno peggiorasse, consentono di evitare il ricorso immediato alle molecole più forti.E per i mali di stagione? Visto che ci avviciniamo all'Inverno è bene affrontare il discorso, senza falsi moralismo: soffrire ha senso solo se questo ci segnala qualcosa.

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Il dolore fine a se stesso non è necessariamente una condanna senza appello.Prendiamo alcuni sintomi: la tosse. Storicamente è stato un sintomo curato in maniera irresponsabile (il talidomide nasce come cura per la tosse). Usando persino oppiacei. Non è un caso che baby sitter con pochi scrupoli usassero gli sciroppi per addormentare i bambini. Oggi abbiamo alcune opzioni per evitare questo. Per esempio il nostro sciroppo a base di estratto di lumaca. Qual è la differenza? Il metodo di approccio. Molti sciroppi, invece di fluidificare e consentire al corpo di espellere naturalmente il catarro, sedano solo il riflesso di tossire. Per farlo usano dei mio rilassanti, in alcuni casi. E questo è sicuramente efficace, ma anche un po' esagerato per una tosse comune. Heluma Tus invece, naturalmente, fluidifica il catarro, lasciando che l'organismo lo espella. Ultima considerazione sulla guerra chimica senza quartiere: se la farmacoresistenza è un fenomeno che colpisce gli esseri umani, la sanitarizzazione delle case parte dai pavimenti ed arriva al nostro sistema immunitario. Case troppo pulite, ossessivamente cosparse di agenti chimici, fanno sentire molto soli i nostri sistemi immunitari. Che, presi da tedio esistenziale, si concentrano su quello che hanno a disposizione: il nostro corpo. L'esplosione delle malattie autoimmuni e delle allergie non è un'opinione, ma un fatto. E questo è stato più volte collegato con l'eccessiva ed ossessiva sanitarizzazione degli ambienti. Forse sarebbe il caso che la finissimo con il Vietnam dei pavimenti ed utilizzassimo delle alternative naturali che non distruggono il microbiota, ma lo fanno sviluppare naturalmente. Come, ad esempio, i nostri amati Microorganismi Effettivi. Che, come vedete, sono la risposta finale ad un problema, estremamente grave, confermando quanto la Natura sia straordinaria!