Senzationi

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si tratta di un compito di psihologia

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Quasi tutti i maestri religiosi hanno trasmesso un insieme di articoli di fede. Ci che il Buddha insegn, invece, un sistema sperimentale. Se vogliamo imparare a vivere una vita felice, necessario che ci trasformiamo in maniera radicale, e per un cambiamento cos fondamentale, anche la fede pi sublime non basta. Occorre sperimentare la legge naturale, il Dhamma, direttamente all'interno di noi stessi: allora ci riuscir facile vivere in conformit a questa legge.Dobbiamo renderci conto personalmente della nostra natura effimera e mutevole, e capire che ogni tentativo di manipolarla non solo futile, ma crea sofferenza. Una volta compreso questo, diventa spontaneo generare in noi quel distacco che ci permette di rimanere sereni in mezzo a tutte le vicissitudini della vita. La chiave di questa percezione diretta vedana; la sensazione, perch attraverso di essa che noi entriamo veramente in contatto con il mondo. Ogni volta che avviene il contatto con uno dei sensi fisici o con la mente, si manifesta una sensazione nel corpo. A questo punto hanno inizio i nostri comportamenti errati; dunque a questo punto che dobbiamo rettificare le nostre azioni. Invece di lasciare che la sensazione ci conduca alla bramosia, dobbiamo fare in modo che essa susciti in noi la saggezza che liberer la nostra mente dalla sofferenza.Per poter arrivare a ci, tuttavia, dobbiamo comprendere chiaramente che cosa sia una sensazione, e dove occorre cercarla.Il Buddha la classific tra gli aggregati mentali, insieme alla coscienza (viana), alla percezione (saa) e alla reazione (sankara).Nel definirla, per, egli parl di vedana, la sensazione, non come di un fenomeno soltanto mentale, ma anche fisico. E' la mente che sente, ma ci che essa sente inscindibile dall'elemento fisico.La sensazione fisica, strumento di liberazioneL'aspetto fisico della sensazione riveste una particolare importanza per il meditatore. Se osserviamo soltanto a livello mentale, non ci rendiamo conto della sensazione al momento in cui si manifesta nel corpo; e, nel buio dell'ignoranza, reagiamo ciecamente ad essa, intensificandola ancora di pi. Prima che ci rendiamo conto, quella fuggevole sensazione ha assunto le proporzioni di un fuoco divorante, diventata un'emozione cos forte da sconvolgere la mente. Come conseguenza, ci ritroviamo a parlare e ad agire in modi errati, di cui pi tardi ci rammaricheremo. Se invece osserviamo la sensazione a livello fisico e ne diventiamo consapevoli non appena essa sorge, possiamo impedire che abbia luogo la reazione.La nostra schiavit nasce dal fatto che, per ignoranza, reagiamo alla sensazione fisica e le permettiamo di trasformarsi in un fenomeno mentale che sopraffa la ragione. Ma se impariamo ad osservare le sensazioni fisiche, possiamo affrancarci dalla servit della reazione, ed essere liberi dalla sofferenza. Osservando le sensazioni fisiche, il meditatore entra in contatto con il livello pi profondo della mente, quello inconscio, e pu cos impedire che li si formino le reazioni. Non solo: questa osservazione rappresenta anche il mezzo per liberare ed eliminare i contenuti dell'inconscio, e per estirpare i vecchi condizionamenti mentali che vi si sono accumulati.Tutte le cose che sorgono nella mente sono accompagnate da sensazioni.Assumendo l'atteggiamento di un osservatore imparziale, il meditatore fa s che emozioni e complessi profondamente repressi emergano a livello conscio, manifestandosi come sensazioni fisiche; ponendosi come testimone di queste sensazioni, senza reagire ad esse, egli permette ai vecchi complessi di dissolversi. A questo proposito il Buddha si esprime cos:Il meditatore, esercitandosi ad osservare la transitoriet delle sensazioni fisiche piacevoli, il modo in cui esse perdono forza, si attenuano e poi cessano, e anche la maniera in cui egli si distacca, si libera in tal modo dal condizionamento interno che lo porta a desiderare le sensazioni piacevoli.Cos pure, quando il meditatore continua a osservare le sue sensazioni fisiche sgradevoli, e ne coglie il carattere impermanente egli si libera dal condizionamento che gli suscita ripugnanza verso ogni sensazione sgradevole.Osservando poi con costanza le sensazioni neutre che si manifestano nel suo corpo e rendendosi conto che, cos come sorgono, esse si dissolvono, il meditatore elimina il condizionamento che gli faceva ignorare queste sensazioni neutre e la loro caratteristica di sorgere e passare.Pertanto, osservando le sensazioni del suo corpo, il meditatore libera la sua mente dal desiderio incontrollato, dall'avversione, dall'ignoranza, e cio da tutto ci che la rende impura.Osservare le sensazioni fisiche il modo pi diretto di sperimentare l'impermanenza di noi stessi. Anicca, il termine pali per indicare l'impermanenza, non va compresa soltanto in riferimento a ci che sta fuori di noi, e cio alle altre persone e al mondo che ci circonda.Dobbiamo renderci conto che anche noi siamo fenomeni transitori, che ci dissolviamo ogni attimo. Quando si fa l'esperienza diretta di questo fatto, ecco che attaccamento ed egoismo diventano impossibili, e noi impariamo a vivere distaccati dal nostro io. Il Buddha descrive ancora cos questo processo:Nel cielo soffiano venti diversi, vengono da oriente e da occidente, dal nord e dal sud, carichi di polvere o senza polvere, freddi o caldi, uragani impetuosi o brezze gentili - molti sono i venti che soffiano.Cos in questo corpo sorgono sensazioni che sono piacevoli, spiacevoli, neutre. Quando un meditatore pieno di fervore, mantiene salda la sua capacit di comprensione, egli, da vero saggio, giunge a capire tutte le sensazioni. Una volta consapevole delle sensazioni, gi da questa vita egli viene liberato da tutte le impurit. E dopo la sua morte, stabilizzatosi in Dhamma, proprio perch ha penetrato tutte le verit riguardanti le sensazioni, egli raggiunge lo stadio indescrivibile oltre il mondo condizionato (nibbana).Il Buddha riteneva la consapevolezza della propria realt corporea cos importante, che definiva spesso la tecnica di introspezione da lui insegnata: la consapevolezza diretta al corpo. I nostri stessi corpi sono testimoni della verit. Se ci impegniamo nell'osservazione delle sensazioni fisiche, come insegna la meditazione Vipassana, possiamo avanzare da una verit che conosciamo per sentito dire all'esperienza diretta della verit. E quando incontriamo la verit faccia a faccia, essa ci trasforma: allora nasce in noi la fede autentica, non basata su di una credenza cieca, ma sulla nostra personale esperienzaLe perceptioneLe percezioni insensibili, come il suono delle singole onde del mare, sono appercepite dal soggetto nella forma unificata del muggito del mare. Il suono delle stesse onde, per, non sentito da tutti nello stesso modo: questo dimostra non soltanto il ruolo determinante del soggetto, ma anche la diversit fra gli individui, ciascuno dei quali osserva l'Universo da un punto di vista particolare.G. W. Leibniz, Nuovi saggi sull'intelletto umano, PrefazioneD'altronde vi sono mille segni che fanno giudicare che vi sono a ogni momento una infinit di percezioni in noi, ma senza appercezione e senza riflessione, cio cambiamenti nell'anima di cui noi non ci accorgiamo perch le impressioni sono o troppo piccole o troppo numerose o troppo congiunte, sicch non si riesce a distinguerle se non in parte; ci nonostante esse non cessano di far sentire i loro effetti e di farsi sentire almeno confusamente nel loro insieme. [...] Cos vi sarebbero in noi percezioni delle quali non ci accorgiamo subito, non derivando l'appercezione che dall'avvertimento dopo un qualche intervallo, per piccolo che sia. E per meglio giudicare delle piccole percezioni che non sapremmo distinguere in una folla [di percezioni] sono solito servirmi dell'esempio del muggito o rumore del mare dal quale si colpiti quando si sulla riva. Per intendere questo rumore bisogna che se ne percepiscano le parti che lo costituiscono, cio il rumore di ogni singola onda, bench ciascuno di questi brusii non si faccia conoscere che nell'insieme confuso di tutte le altre onde, cio dentro questo muggito stesso, e non potrebbe essere notato, se questa onda che lo produce fosse sola. Perci bisogna che si sia turbati, almeno un poco, dal movimento di ogni singola onda e che si abbia una qualche percezione di ciascuno di questi rumori, per quanto lievi siano, o altrimenti non vi sarebbe neppure quello di centomila onde, perch centomila niente non possono fare qualche cosa.[...]Quanto pi, infatti, si attenti a non trascurare nulla di ci che possiamo determinare, tanto pi la pratica risponde alla teoria: ma soltanto la Suprema Ragione, a cui non sfugge nulla, in grado di comprendere distintamente tutto l'infinito, tutte le ragioni e tutte le conseguenze. Il nostro potere sull'infinito si limita a conoscerlo confusamente, e a sapere quanto meno, distintamente, che c'. Diversamente noi giudicheremmo malissimo della bellezza e della grandezza dell'Universo, n potremmo disporre di una fisica efficace, che spieghi la natura delle cose in generale, e ancor meno di una buona pneumatica, che abbracci la conoscenza di Dio, delle anime e delle sostanze semplici in genere.Tale conoscenza delle percezioni insensibili serve anche a spiegare perch e come due anime umane, o, in generale, di una stessa specie, non escano mai perfettamente simili dalle mani del Creatore, e abbiano ciascuna un rapporto originario con il particolare punto di vista da cui guarderanno l'Universo. Del resto, questo una conseguenza di quanto ho gi osservato degli individui: e, cio, che la loro differenza non mai esclusivamente numerica.(G. W. Leibniz, Scritti filosofici, UTET, Torino, 1967, vol. II, pagg. 173-174, 178)UNA VOLTA CALIBRATA LA MENTE MULTIDIMENSIONALE AL CERVELLO DI TERZA DIMENSIONE LA NOSTRA COSCIENZA E QUINDI LE NOSTRE PERCEZIONI, SI SONO ESPANSE ENORMEMENTE. CON IL RISVEGLIO DELLE PERCEZIONI SOTTILI, IL VOLUME DELLE INFORMAZIONI NASCOSTE DIETRO I LIMITI DEI CINQUE SENSI FISICI, VENGONO IN SUPERFICIE DELLA CONSAPEVOLEZZA E CREANO UNA TRASPARENZA NELLA NOSTRA REALTA.Questa onniscienza nella vita quotidiana serve per aprire un varco in ci che resta delle illusioni di limite e separazione. Cos come abbiamo talenti speciali che usiamo nel quotidiano, cos certe percezioni sottili diventeranno pi forti e saranno disponibili subito alla nostra coscienza vigile. Ciascuno di noi possiede queste percezioni sottili quale parte della propria vera natura multidimensionale.Tantissimi tra noi userebbero apertamente le percezioni sottili se non avessimo subito il giudizio di coloro che temevano ci che non erano in grado di capire. Nel frattempo sempre pi persone si stanno risvegliando e ora c meno giudizio. Quindi sempre pi gente fa coming out rispetto alle proprie capacit percettive sottili, da poco attivate o nascoste da tanto tempo.ATTIVARE LE NOSTRE PERCEZIONI SOTTILIUna delle chiavi principali per ripristinare le nostre percezioni sottili innate ascoltare la vocina silenziosa che ci sussurra nella mente, nel cuore e nel corpo. Il corpo fisico usa i cinque sensi per informarci su quello che udiamo, vediamo, sentiamo, odoriamo e tocchiamo. Allo stesso modo ci allerta sulle informazioni che risuonano alle frequenze sottili della coscienza superiore. Fondendoci con il SE Multidimensionale, facendo il download delle informazioni ed integrandole dentro la tuta terrestre di terza dimensione, noi costruiamo il nuovo sistema operativo multidimensionale per rendere disponibili queste percezioni sottili. Allora il cervello, che il nostro computer biologico, pu segnalare al corpo di rispondere alle frequenze di informazioni che erano oltre la soglia del nostro vecchio sistema operativo di terza dimensione.Ricordate, non si tratta solo di elevare la coscienza. La espandiamo. Espandendo la coscienza, i pensieri, le aspettative e le percezioni, riceviamo informazioni, non solo dalla quarta, quinta e sesta dimensione e oltre, ma anche dalla seconda e dalla prima e dalle realt quantiche.Quando abbiamo iniziato ad esplorare gli estremi dellindividualit, ci siamo separati dal corpo, dagli istinti animali, dal SE, dagli altri, dallo Spirito, dal Cielo, dal pianeta e da tutta la Natura. Una delle percezioni innate, animali, che abbiamo perso era il nostro istinto.ISTINTIListinto, che una sapienza innata, una capacit di seconda dimensione basata sul nostro s primitivo che in grado di sintonizzarsi con il pianeta per sapere dove trovare acqua, quale cibo pu guarirci o avvelenarci, e dove sia localizzata la nostra trib. Gli animali selvaggi sanno quale cibo mangiare e quale cibo far loro del male. Gli animali sanno quando un predatore vuol dar loro la caccia o semplicemente condivide la stessa pozza dacqua. Abbiamo perso alcune abilit basiche durante la ricerca dellevoluzione.Listinto di solito una sensazione fisica, che il nostro s logico dellemisfero sinistro stato educato ad ignorare. Per, con la riconquista del Pensiero Unitario, noi iniziamo a diventare amici intimi della nostra tuta terrestre. Risvegliandoci, cominciamo a renderci conto di NON essere il nostro corpo. NOI siamo DENTRO il corpo. La forma fisica una delle tante forme che circondano la coscienza. Ma senza il corpo fisico non possiamo continuare il Gioco 3D. In altre realt in cui abbiamo avuto una coscienza tribale, o in cui dovevamo sopravvivere dalla terra, il nostro istinto era una delle percezioni pi importante. Listinto in grado di mettere insieme le informazioni dei cinque sensi che si trovano appena al di sotto della soglia di percezione. Per quando una visione distante, un suono silenzioso, un odore lieve e la vicinanza di qualcuno o qualcosa che non possiamo toccare arrivano insieme allemisfero destro, listinto mette insieme queste informazioni per aiutarci a navigare nella terza/quarta dimensione.EMPATIALempatia la capacit di sentire le emozioni di unaltra persona. E una capacit condivisa dalle societ tribali primitive, i branchi di animali e gli stormi di uccelli. Un esempio di empatia lo d il nostro cagnolino quando si avvicina a consolarci se siamo tristi. Altri esempi sono quando una madre capisce i bisogni non verbalizzati di un neonato oppure la profonda conoscenza di un guaritore rispetto a quello che sente un suo paziente.Lempatia unaltra delle nostre percezioni animali, in cui dobbiamo porre attenzione nel corpo per ricevere e comprendere queste percezioni. Darwin descrisse le quattro emozioni basiche degli animali quali mezzi di sopravvivenza. Lobiettivo di sopravvivenza della paura di creare uno stato di fuga o lotta; la tristezza crea un legame allinterno del branco/banco/stormo; la felicit richiama la procreazione della specie; e lo scopo della rabbia di abbattere le barriere. Il nostro s animale di terza dimensione fa uso delle emozioni allo stesso modo. Tendiamo ad essere pi empatici con le persone che amiamo. Per la parte complicata dellempatia che sentiamo le emozioni di un altro dentro il nostro corpo, come se fossero nostre. Quindi, per evitare confusione, necessario comprendere le nostre emozioni prima di poter differenziarle da quello che sente unaltra persona.INTUIZIONELintuizione unaltra forma di sapienza corporea, che ci d le risposte sotto forma di sensazioni di pancia senza bisogno di pensare. Lintuizione la capacit di combinare le percezioni della visione, delludito della propriocezione (la posizione che occupate nello spazio) e dellolfatto. Tutte queste capacit derivano dalle funzioni cerebrali che vanno oltre ci che viene considerato normale. Molte persone usano quotidianamente le proprie intuizioni, ma le chiamano fortuna.Lintuizione assomiglia allistinto, tranne che richiama messaggi, risposte e protezione da quelle che potreste chiamare Spiriti Guida.Listinto e lempatia vengono percepite con la coscienza diurna di onde cerebrali beta. Invece ci vuole la coscienza in onde alfa per avere accesso allintuizione. Percepiamo unintuizione quando pensiamo fuori dagli schemi, oltre i limiti del pensiero quotidiano di terza dimensione. Lintuizione pu arrivare come un avvertimento o un messaggio dall alto, ma se siamo nel risveglio, ci rendiamo conto che i messaggi arrivano dal nostro interno, anzich dall alto.Per ricevere le intuizioni pi profonde, necessario avventurarsi dentro i luoghi nascosti della mente inconscia e del cuore ferito. Se non riusciamo a leggere chiaramente le nostre stesse emozioni, noi proietteremo quella lettura falsata sulle intuizioni rispetto agli altri, ottenendo informazioni infondate.In altre parole, se guardiamo il mondo con lenti scure, o con unaura fumosa, sembrer che il mondo esterno sia sporco o fumoso. Poich non siamo consapevoli delle lenti scure che indossiamo, non ci rendiamo conto che loscurit e la mancanza di chiarezza dentro la nostra coscienza. La paura irrisolta, la rabbia e la tristezza colpiscono la nostra visione della realt e ci fanno sentire che arrendersi al SE Multidimensionale pu essere pericoloso.TELEPATIALa telepatia la capacit di leggere, o di sapere, i pensieri di unaltra persona. Un esempio quando rispondiamo ad una domanda che non stata ancora formulata. E una capacit di quarta e quinta dimensione, che una conseguenza naturale dellandare oltre le restrizioni del tempo di terza dimensione per entrare nel tempo di quarta dimensione, che pi fluido. Oppure una conseguenza naturale dellentrare nella coscienza di quinta dimensione dove tutta lesistenza si miscela nellunit con lUNO.Molti di noi hanno avuto delle esperienze telepatiche, come per esempio quando sappiamo che ci stanno per telefonare ed in effetti accade. Possiamo pensare che sia una coincidenza, riconoscere che stiamo risvegliando le percezioni sottili, oppure ci rendiamo conto che stiamo finalmente riconoscendo ci che accade ormai da tanto tempo. Quando realizziamo che stiamo riprendendo una capacit innata piuttosto che una nuova abilit, possiamo tornare pi facilmente al SE.Quando viviamo un momento di telepatia, possiamo fare un respiro profondo di gratitudine per la trasformazione che ci riporta al SE. Essere grati per il momento che state vivendo duplicher quel momento allinfinito. Inoltre, comunicando regolarmente con il S interiore, i messaggi telepatici non sembreranno pi unici.Quando la coscienza si espande per includere completamente il SE Multidimensionale, diventa semplice comunicare con le espressioni superiori del nostro SE Galattico e Celeste. E grazie a queste comunicazioni che ci rendiamo conto di essere ADESSO, e di essere SEMPRE stati, UNO con tutta la vita.CHIAROUDIENZALa chiaroudienza la capacit di sentire suoni e comunicazioni dalla quarta dimensione e oltre. Con la pratica, possiamo tutti comunicare con le realt che risuonano alle frequenze oltre la terza dimensione.La chiaroudienza differisce dalla telepatia in quanto la chiaroudienza di solito di riferisce alle comunicazioni con gli esseri di dimensione superiore che non si possono essere visti con i sensi fisici, mentre la telepatia di solito si riferisce ad una comunicazione non verbale con esseri della stessa dimensione.Il channeling una forma di chiaroudienza. Esistono due tipi di channeling: inconscia e conscia. Nel channeling inconscio, chiamato trance medium, il ricevente, chiamato canale, lascia la forma di terza dimensione al messaggero, che usa quel corpo come collegamento con la terza dimensione. Con questo tipo di channeling, il canale non sente il messaggio, anche se vengono usate le sue corde vocali. C chi ha bisogno di registrare o di trascrivere il messaggio canalizzato dal canale. Edgar Casey un esempio di trance medium.Invece, durante il channeling conscio siamo sempre consapevoli del corpo fisico e presenti nel quotidiano, anche se ci troviamo in uno stato di coscienza espansa. Poich stiamo usando la coscienza multidimensionale, la coscienza di terza dimensione e quella di quarta dimensione ed oltre, difficile ricordarsi del messaggio se non lo manifestiamo velocemente nella vita fisica trascrivendolo sotto forma di lettera, poema o canzone. Lespressione artistica come il disegno, la pittura, la danza, larchitettura, la ginnastica, ecc., viene percepita spesso attraverso la chiaroudienza.Possiamo attivare la chiaroudienza ascoltando la silenziosa voce interiore. Ascoltando il SE, noi calibriamo la coscienza a quella risonanza. E vitale ricordare che ci sono tante dimensioni al di sopra della terza, incluso il Piano Astrale Inferiore della quarta dimensione, che il regno della paura e delloscurit. E poi, il fatto che una persona sia morta e parli dalla quarta dimensione, non significa che conosca pi cose di quelle che conosceva quando era in vita nella terza dimensione. Quindi importante che noi ci atteniamo SOLO ai messaggi che ci arrivano dalla frequenza dellamore incondizionato.Inoltre, i messaggi dalla quarta dimensione hanno una sequenza temporale diversa rispetto al piano fisica e quelli della quinta dimensione e oltre, ci arrivano come flash di luce dallADESSO dellUNO. Dovremo poi tradurre questi messaggi in linguaggio di terza dimensione per integrarli nel quotidiano e condividerli con gli altri.Il nostro cervello che traduce questi messaggi come un computer. Contiene solo le informazioni che abbiamo scaricato, quindi sar difficile tradurre un messaggio di luce se i concetti sono assolutamente nuovi per la mente di terza dimensione. Quando il canale/medium lascia la forma fisica per permettere ad un essere superiore di usare la propria voce, il canale non ha bisogno di tradurre il messaggio. In questo caso, il canale non ha bisogno di comprenderlo.In ogni caso, per quanto positivo sia questo essere che stiamo canalizzando, pericoloso lasciare il corpo. Molti canali che lo hanno fatto, hanno scoperto che cos. Quando vuotiamo la forma, indeboliamo il sistema immunitario e prendiamo energie che non appartengono alla nostra forza vitale.Risvegliando, scaricando ed integrando il SE Multidimensionale, sempre pi canalizzazioni ci arriveranno dallaspetto di dimensione superiore del nostro SE. E importante ricordare che noi abbiamo una risonanza del nostro SE su molti pianeti, galassie e dimensioni. Avendo attivato le percezioni sottili, possiamo imparare a comunicare con queste parti, pur rimanendo nella tuta terrestre e fisica.CHIAROVEGGENZALa chiaroveggenza la capacit di vedere gli oggetti che risuonano alla quarta dimensione e oltre. Espandendo la coscienza, le percezioni si espandono oltre i confini dello spettro fisico della luce. Quindi possiamo vedere oggetti ed esseri nella quarta dimensione e oltre. La chiaroudienza ludito multidimensionale e la chiaroveggenza la vista multidimensionale.Noi percepiamo in modo diverso le varie dimensioni perch queste risuonano a differenti frequenze della luce. Una delle esperienze di chiaroveggenza pi comuni la percezione dei fantasmi. Secondo la mentalit ed il sistema di credenze di terza dimensione, noi pensiamo che un fantasma sia un essere morto. Tuttavia, la morte unillusione, perch vuol solo dire che la persona tornata a risuonare ad una frequenza superiore.La quarta dimensione laura del pianeta Terra, ed anche laura di ciascuna persona. Percepiamo diverse frequenze ponendo lattenzione sulla risonanza correlata alla nostra aura. Cos come noi abbiamo macchie scure e chiare nellaura, anche Gaia le ha. Ci sono molti luoghi di potere sulla Terra, dove le persone hanno espanso la propria frequenza, radicando quellespansione nel pianeta e tornando a Casa, nellestasi e nellamore incondizionato.Invece ci sono altri luoghi sulla Terra in cui lingiustizia, la crudelt, la paura e la rabbia hanno lasciato delle cicatrici sul volto di Gaia, macchiando la Sua aura. Quando avremo attivato il talento della chiaroveggenza, possiamo facilmente distinguere la differenza tra questi due luoghi. Risvegliando la chiaroveggenza e la chiaroudienza, ci viene richiesto di intraprendere uniniziativa, creando un tunnel di luce che attraversi il nostro Piano Astrale Inferiore individuale per radicarlo nel corpo di Gaia. Liniziativa di ripulire il nostro Tunnel di Luce ci insegna a differenziare tra le voci e le visioni delle diverse dimensioni e frequenze. Il nostro obiettivo di ripulire costantemente la coscienza per poterci connettere con le frequenze di luce pi alte possibile, e con i grandi esseri che risiedono in quella luce.Progredendo in questo processo, ci ricordiamo che nella quinta dimensione e oltre NON c tempo, NON c spazio e quindi non c separazione. Perci ogni persona, luogo, situazione che incontriamo un aspetto dellUNO del nostro SE pi grande che risiede nel QUI dellADESSO.CHIAROSENZIENZALa chiarosenzienza il termine collettivo che raccoglie tutti i sensi psichici. Quando siamo chiarosenzienti, possiamo avere accesso a tutti i sensi sottili dellodorato, delludito, della vista e del tatto. La chiarosenzienza viene avvertita come un sentimento, accompagnato da una sensazione fisica. Potremmo sentire lodore di qualcosa che non c, percepire una sensazione visiva veloce di qualcosa con la coda dellocchio, sapere qualcosa che un attimo prima ignoravamo, arrivare per un secondo in unaltra realt e/o sentirci improvvisamente confusi e disorientati.Spessissimo, grazie alla chiarosenzienza, sperimentiamo le realt alternate, parallele e di dimensione superiore. Ci sono diversi tipi di realt alternate. Una di queste sono chiamate vite passate. Per il tempo e lo spazio sono unillusione tipica della terza dimensione. Quindi, quando eleviamo la coscienza anche solo fino alla quarta dimensione, spesso iniziamo a vivere in unesistenza che non pi coerente con la vita di terza dimensione a cui eravamo abituati.Entrando nella coscienza di quarta o quinta dimensione, possiamo guardare dallalto la frequenza di terza dimensione per percepire qualsiasi ambito temporale che vogliamo. Da questa percezione possiamo osservare le nostre incarnazioni sulla Terra di terza dimensione come se allineate su una ruota del tempo. Dal nostro punto di vista delle dimensionisuperiori, questa ruota non condizionata dal tempo, ma quando entriamo in uno di questi periodi, siamo limitati dal movimento cronologico del tempo di terza dimensione.La chiarosenzienzia pu essere sperimentata come una Conoscenza che arriva alla coscienza. Se riusciamo a fidarci di quella conoscenza, essa pu guidarci attraverso i tanti ostacoli della vita 3D. Questa guida interiore ci dirige anche verso una migliore Conoscenza del nostro SE. Meglio conosciamo il s, meglio riusciamo a discriminare tra le sensazioni interiori che ci arrivano da unaltra persona e quelle che derivano dal nostro s.Come in ogni relazione, lamore incondizionato e la fiducia sono alla base dellintimit. Essere in intimit con il proprio s un concetto sconosciuto ai pi, ma ricordando ed abbracciando il vero SE Multidimensionale, la nostra abilit di entrare in intimit con tutta la vita si espande in modo esponenziale.TELECINESILa telecinesi una capacit di quarta e quinta dimensione che ci permette di spostare oggetti nello spazio senza usare il corpo fisico. Per il s di quarta e di quinta dimensione, la mente, le emozioni e le intenzioni sono pi potenti dei muscoli. Quindi possiamo spostare gli oggetti combinando pensieri ed emozioni con unintenzione consapevole. Spesso ci si riferisce alla telecinesi come alla mente che governa la materia.In altre parole, con un uso consapevole delle capacit telecinetiche, possiamo spostare e/o influenzare la materia con il potere della mente. Per anche le emozioni giocano un ruolo importante nella telecinesi. La telecinesi consapevole una delle percezioni sottili meno comuni. Spesso invece noi influenziamo la materia con la mente/emozioni in modo inconscio. Per esempio, chi pi predisposto per la telecinesi, a volte spegne o accende i lampioni per strada anche solo camminandoci sotto.Queste persone potrebbero sentirsi inclini verso le arti marziali o sport quali il tennis, il baseball, il golf, in cui il potere dellintenzione pu essere usata in modo consapevole per dare una direzione alla corsa della palla o la forza del colpo delle arti marziali. Anche gli artisti che lavorano con lintaglio o la scultura potrebbero avere un talento latente verso la telecinesi, perch manipolano la materia con le mani, ma anche lintenzione della mente/emozioni inconsce possono avere una parte fondamentale nella loro opera.Un altro tipo di telecinesi inconscia il poltergeist. Un poltergeist non un fantasma, ma il movimento della materia attraverso lintenzione inconscia di una persona viva. Spesso questa persona un adolescente inconsapevole della forza delle emozioni estreme. La paura, la rabbia e il dolore possono essere molto potenti. Purtroppo, usate in modo inconscio per manipolare la materia, di solito spaventa la persona che ha involontariamente creato quel movimento. Lemozione forte un elemento importante nella telecinesi perch lemozione energia in movimento. Guadagnando maestria sulle emozioni, possiamo usare le emozioni basate sullamore per elevare in modo consapevole e amorevole la frequenza della materia in modo che sia meno gravata dal tempo e dallo spazio. Possiamo poi spostarla senza il limite del peso e della massa di terza dimensione.Se possiamo collegarci consapevolmente con la coscienza quantica, possiamo usare la manifestazione istantanea del pensiero quantico per teletrasportare la materia ovunque nellUniverso, in un istante! E stato provato che il nostro DNA spazzatura funziona come un wormhole, in cui i messaggi, ed eventualmente la materia, pu essere istantaneamente teletrasportata in qualsiasi luogo. Il tipo di teletrasporto simile a quello usato in Star Trek. La materia viene portata a livello quantico, dove pu essere essere spostata oltre il tempo e lo spazio, e poi ristrutturata nel luogo prescelto.Tutte le percezioni sottili ci permettono di percepire in modo consapevole le frequenze pi alte della realt che coesistono con noi nella vita quotidiana. Quando crediamo di poter sperimentare in modo conscio le dimensioni superiori, la nostra coscienza si espande verso di esse. La nostra frequenza di coscienza stabilisce la frequenza delle percezioni. Poich possiamo sperimentare solo ci che percepiamo, la realt che percepiamo la realt che noi viviamo.Il paragrafo qui sopra la chiave per bi-locarsi verso altre realt, pur mantenendo la tuta terrestre fisica. Per esempio, vorreste fare un viaggio su Venere?le raprezentationiIl mondo rappresentazionaleA cura di Marina ParisiIl mondo rappresentazionale una raccolta organica di esperienze passate, di impressioni relativamente durature, una costellazione di percezioni e di immagini, che il bambino coglie dalle sue varie esperienze, e che a sua volta gli fornisce una sorta di mappa cognitiva, una specie di panorama soggettivo nel quale egli pu evocare quellinsieme di personaggi e di eventi che costituiscono il teatro della sua esperienza (Greenberg, Mitchell, 1986)A) Sebbene il concetto di rappresentazione abbia da sempre suscitato in psicoanalisi interesse clinico e speculazioni teoriche, una sua soddisfacente sistematizzazione ha avuto inizio soltantodal 1956, quando Sandler fu invitato da Anna Freud ad assumere la direzione di un progetto di ricerca conosciuto come Hamstead Index Projet; una ricerca attivanata con lobiettivo di rendere pi chiari alcuni concetti psicoanalitici. Negli anni che seguirono furono pubblicati numerosi scritti, e tra questi ebbe particolare risonanza il lavoro sul Mondo Rappresentazionale di Rosemblatt e Sandler del 1962.Partendo dai concetti di mondo interno e mondo esterno come descritti da Freud nellultimo capitolo del Compendio, gli autori si proposero di andare oltre una differenziazione puramente descrittiva tra interno ed esterno per avvicinare il problema del mondo del bambino da un punto di vista differente. Costruirono cos un modello teorico in cui la percezione degli oggetti del mondo esterno non avrebbe potuto aver luogo serva lo sviluppo, allinterno dellio del bambino, di una serie sempre pi organizzata e complessa di rappresentazioni della realt esterna e delle sue interazioni con la realt stessa.Da allora, per, il concetto di rappresentazione, spesso al centro del dibattito sui modelli di sviluppo della mente, stato anche interessato da importanti cambiamenti teorici. Infatti mentre inizialmente Sandler lo aveva usato nellambito del modello strutturale di Freud, in seguito egli stesso ha progressivamente modificato le sue idee. Influenzato dal lavoro Winnicott, della Mahler, e di altri studiosi dello sviluppo, al primato delle pulsioni e del conflitto intrapsichico, ha sostituito la centralit degli affetti e delle relazioni interpersonali reali. Cos modificato, il concetto di rappresentazione mentale ha suscitato un crescente interesse tra i ricercatori contribuendo al dibattito sullo sviluppo della psicopatologia (Erode 1983-88), e diventando un argomento di interesse comune tra psicoanalisi e psicologia evolutiva (Sandler 1960-62-78-90;Stern 1985-93).B) Il concetto di rappresentazione, cos come stato riformulato recentemente, comprende due aree di significato: una prima area non esperenziale, cio una organizzazione interna stabile, o una mappa che raccoglie ed integra le immagini mentali e le disposizioni relazionali del s e degli altri, ed una seconda struttura di tipo fenomenologico o esperenziale dove si collocano in ogni momento i contenuti e le caratteristiche cognitivo-affettive delle esperienze personali.Quando un bambino sperimenta numerose e diverse interazioni con la propria madre, la madre che lo nutre, la madre che gli parla, la madre che lo sgrida e cos via, egli si crea, sulla base delle interazioni, una rappresentazione della madre che fuori dallesperienza soggettiva, cio uno schema o un insieme di regole che sebbene esista al di fuori dellesperienza soggettiva, ha la funzione di organizzare i dati dellesperienza soggettiva stessa. Daltra parte, sebbene sia lo schema della madre a dare vita ad una serie di memorie, pensieri o fantasie su di lei, esso una rappresentazione qualitativamente differente dalle immagini o dalle esperienze soggettive incluse in quelle stesse memorie, pensieri o fantasie. In questo senso il modello di mente proposto da Sandler si diversifica notevolmente dal concetto di Internal working model di Bowlby.Si ipotizzano dunque due tipi di rappresentazione: una rappresentazione esperenziale nel presente ed una non sperenziale sempre pi stabile ma nello stesso tempo in continuo sviluppo.C) Non appena comincia a conoscere se stesso ed il mondo in cui vive, il bambino in grado di sviluppar modalit stabili per rappresentare la propria esperienza. Agendo ed interagendo con il mondo esterno in una moltitudine di modi che gradualmente gli diventano familiari egli impara a distinguere fra se stesso e gli altri, a creare limiti, ed a sviluppare capacit di discernere tra ci che immaginato e ci che reale.Alle prime rappresentazioni rudimentali, distorte o parziali, per linterferenza di fantasie e di bisogni, o per unorganizzazione cognitiva ancora in via di sviluppo, gradualmente subentrano altre rappresentazioni, pi articolate e realistiche, ed il mondo soggettivo del bambino si popola di rappresentazioni sempre pi differenziate di attivit, sentimenti, e relazioni.Ben presto, tutte le relazioni del bambino con il mondo esterno vengono mediate da rappresentazioni psichiche, mentre queste a loro volta verranno modificate, o distorte per esigenze adattive da pressioni che sorgono dallesterno, o da richieste interne.D) In che modo, per, le rappresentazioni forniscono al bambino quelle indicazioni guida che gli sono necessarie per unappropriata appropriata attivit adattiva o difensiva? Abbandonato il punto di vista di Freud dove il conscio e linconscio erano pensati come regioni della mente, Sandler distingue tra rappresentazioni consce ed inconsce e sviluppa un modello della mente basato sulle rappresentazioni, a cui attribuisce, soprattutto a quelle inconsce un ruolo centrale in molti aspetti della vita psichica sia normale che patologica.Sandler ipotizza che il bambino, molto presto nella sua vita, possa contare su sofisticate modalit per analizzare quanto gli accade, e che attraverso un operazione mentale che chiama manipolazione, possa agire sugli eventi modificandoli o mascherandoli, prima che diventino consci.Con questo modello, egli contribuisce anche a chiarire concetti che a lungo sono stati al centro di controversie in psicoanalisi come quelli di fantasia e di difesa. Con la teoria delle rappresentazioni infatti, la fantasia non definisce pi una qualsiasi esperienza soggettiva, ne pi in primo piano se essa preceda o no la rappresentazione, ma diversamente diventa il prodotto di una complessa operazione mentale che attraverso la manipolazione inconscia di esperienze soggettive costruisce una storia coerente.Particolarmente interessanti sono anche le implicazioni del concetto di rappresentazione per descrivere le connessioni fra lorganizzazione mentale del singolo e le interazioni connessioni che avverrebbero ad opera di pratiche difensive tendenti ad usare le rappresentazioni corno simulazioni di relazioni per prevedere, prevenire, manipolare gli effetti sulle e delle relazioni reali.In questo modello infatti le difese vengono riproposte come processi mentali complessi, dove gli stati emotivi possono essere scandagliati, ed interpretati con anticipo, per rispondere con azioni o sentimenti, e modificare quelle rappresentazione del s che sono sentite inaccettabili, prima che diventino consce. La protezione, ad esempio, ridefinita come una rappresentazione del se e dellaltro che pu essere cambiata, permettendo al s di ripudiare la qualit non voluta nella rappresentazione dellaltro, la formazione reattiva un cambiamento nella rappresentazione del s del sentire o di una azione nel suo opposto; e ancora, lo spostamento una rappresentazione del s mascherata dal cambio dei protagonisti.Particolarmente interessante, inoltre, notare come sono stati ripensati i meccanismi di identificazione: lidentificazione primaria ad esempio rivista in funzione difensiva, come un cambiamento nella rappresentazione di s sul modello di alcuni aspetti dellaltro, ed in chiave comunicativa, attraverso le identificazioni fugaci o di risonanza, come un modo per veicolare empatia. Dellidentificazione proiettiva invece, Sandler mette in luce non solo glia spetti intrapsichici che guidano le modifiche interne delle rappresentazioni del s e dellaltro in interazione, ma anche gli aspetti interpersonali che laccompagnano, e che portano alla manipolazione esterna dellaltro costringendolo, per cos dire, a funzionare in modo da riflettere le caratteristiche proprie non volute, a funzionare in modo da riflettere le caratteristiche proprie non volute, e consentendogli cos di sperimentare nellaltro quegli aspetti del s sentiti indesiderabili o poco conosciuti.E) In tempi pi recenti, e sviluppando un lavoro che si pu considerare complementare a quello di Sandler, anche la psicologia evolutiva, si interessata al mondo rappresentazionale del bambino per studiarne le unit di base.Stern infatti, abbandonando le precedenti ipotesi teoriche, dove le rappresentazioni avevano come perno lazione ed erano organizzate per sequenze di immagini, ha creato un nuovo modello, dove il bambino sviluppa il suo mondo rappresentazionale utilizzando le dinamiche del sentire. Un modello originale che stato definito, con parole prese a prestito dalla musica, di natura sinfonica per avere come nucleo centrale gli stati di attivazione, il crescere e decrescere delle emozioni, e gli stati motivazionali.Come si pu vedere da quanto detto finora il concetto di rappresentazione particolarmente interessante per le sue dirette implicazioni con le dinamiche interattive.Col concetto di rappresentazione infatti viene dato un ulteriore apporto nella direzione di chiarire pi precisamente il ruolo assolutamente centrale delle interazioni precoci nella costituzione della mente soggettiva.Come indica Stern il punto di partenza delle rappresentazioni nel momento emergente che identifica il senso dellesperienza vissuta. Il bambino costruisce le sue rappresentazioni dallesperienza di essere con un altro regolatore del s, a partire dalle ripetizioni di eventi interattivi emozionalmente carichi. Il momento emergente individua linterazione, che viene memorizzata per segmenti in rappresentazioni schematiche di vario tipo, e in modo globale in una rete o in schemi di essere con. Un volta costruiti gli schemi possono essere ripensati e ricombinati per impegnare il bambino nel gioco, o per creare fantasie e rappresentazioni difensive.Laspetto pi interessante di questa ipotesi teorica di aver proposto a ricercatori e psicoanalisti sia un modo per pensare come lesperienza precoce di un bambino possa essere schematizzata e memorizzata in una forma proto-narrativa, sia un legame di continuit tra questa e la successiva esperienza narrativa. Laver individuato come punto di partenza della rappresentazione lesperienza dellessere insieme con laltro in funzione di regolatore del s, permette anche di capire meglio come si possa ritrovare nella dinamica intera t ti va nell a coppi a o nell a famiglia la riattualizzazione di rappresentazioni interne che vengono riproposte nelle relazioni reali attuali.BibliografiaBretherton I. (1994), Infants Subjective World of Relatedness: Moments, Feeling Shape. ProtonarrativeEnvelopes, and International Working Models, Infant Mental Healt Journal, vol. 15, n. 1.Emde R. (1988), Development terminable and interminable, International Journal of Psycho-Analysis, 69,23-42.Emde R. (1994), Developing Psicoanalytic Representations of Experience, Infant Mental Healt Journal, vol.15, n. 1.Greenberg J. R. e Mitchell S. (1986), Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica, Il Mulino, Bologna.Sandler J. e Rosemblatt B. (1962), Il concetto d mondo rappresentazionale, in J. Sandler (a cura di) (1980),La ricerca in psicoanalisi, vol. 1. Boringhieri, Torino.Sandler J. (1991), Linconscio e il mondo rappresentazionale. in M. Ammanniti e D.N. Stern (a cura di)(1991), Rappresentazioni e narrazioni, Laterza, Roma.Sandler J. (1994), Fantasy, Defense, and the Rapresentational World, Infant Mental Healt Journal, vol. 15,n. 1Stern D. (1990), Il vissuto e la rappresentazione degli affetti nellesperienza soggettiva del bambino, in M.Ammanniti, N. Dazzi (a cura di) (1990), Affetti. Natura e sviluppo delle relazioni interpersonali, Laterza,Roma.Stern D. (1994), One Way to Built a Clinically Relevant Baby, Infant Mental Healt Journal, vol. 15, n. 1.Stern D. (1995), La costellazione materna, Boringhieri, Torino.ll pensieroL'atteggiamento con cui ci poniamo nei confronti della realt un potente agente di trasformazione della realt stessa. C molto che possiamo fare per interagire con la vita e contribuire a orientarla verso direzioni per noi pi adatte e, soprattutto, gioiose.La qualit della nostra vita dipende dallidea che ne abbiamo. Lopinione e laspettativa che abbiamo nei confronti degli altri influenza in modo determinante i nostri rapporti. Ci che pensiamo di noi stessi condiziona ci che di fatto diventiamo.Tutto parte dalla mente.La realt quello che : n bella n brutta, n buona n cattiva. Ma i pensieri che coltiviamo rispetto a qualcosa determinano la modalit con cui questa stessa cosa verr recepita e vissuta, che influenza a sua volta il nostro comportamento, le nostre azioni e gli effetti delle nostre azioni.E lo stesso meccanismo del boomerang, o del popolare proverbio chi semina vento raccoglie tempesta. E come il boomerang sfrutta leggi fisiche ben precise per tornare allo stesso punto di partenza da cui viene lanciato, cos il pensiero, non per magia o per cattiveria, si trasforma in realt, ma perch anche lui sottoposto a leggi, leggi psicologiche che, in modo quasi matematico, portano una persona in una direzione piuttosto che in un altra.Quando i nostri pensieri si soffermano pi del necessario su qualche cosa che ci irrita o ci ferisce, scatta automaticamente un meccanismo per cui ci sentiamo minacciati e lorganismo si prepara al contrattacco: si libera adrenalina nel sangue, i muscoli si contraggono, diventiamo diffidenti, suscettibili, tesi. Se provate, solo come esperimento, a pensare a qualche cosa di sgradevole, non potrete non notare tutta la serie di cambiamenti interni che avvengono anche a livello fisico ed emotivo. Se qualcuno che non vi conosce vi incontra quando siete in questa situazione, difficilmente si sentir a suo agio con voi, forse penser che la vostra aggressivit rivolta verso di lui (ladrenalina in circolazione viene ancora percepita a livello subcosciente dalla maggioranza delle persone, non dimentichiamo che qualche cosa dellistinto animale ancora attivo in noi), e a sua volta agir con diffidenza e circospezione. A questo punto latmosfera si fa elettrica, e basta la pi piccola scintilla per far scoppiare un malinteso e rinforzare il pensiero negativo che era alla base di tutta la transazione: Ecco, lavevo detto io che era il caso di stare in guardia. Cos si pongono le basi per il perpetuarsi di un processo automatico, per cui ogni pensiero diventa una profezia autorealizzantesi e ogni risultato negativo raggiunto conferma e rafforza lesigenza di difesa, diventando causa di un ulteriore insuccesso.Lo stesso processo funziona anche in direzione opposta, per fortuna, e sta a noi capire il meccanismo e invertire la direzione di marcia.Quando siamo tranquilli, ottimisti, aperti e fiduciosi, ci presentiamo in modo molto diverso, la muscolatura, soprattutto quella del volto, pi distesa, in circolazione non c adrenalina, non siamo sulla difensiva e quindi non destiamo sospetto, anzi ispiriamo simpatia. Allora anche il nostro interlocutore si pu rilassare e ogni forma di comunicazione pu avvenire senza interferenze interne, non necessariamente connesse alla realt che stiamo affrontando.Se capiamo questo processo possiamo forse intravedere come anche su scala pi grande ogni nostro pensiero, di fatto, determina la nostra vita. Se siamo convinti che trover mai lavoro, non proveremo neppure a cercarlo, e allora non c pi da stupirsi se rimarremo disoccupati.Se il pensiero che ci tortura non sono abbastanza bravo per, non ci preoccuperemo neppure di colmare le lacune e perfezionare le nostre capacit. Se pensiamo che nessuno mi guarda, sicuramente non proveremo a fare niente per attirare lattenzione e linteresse di chicchessia. Si potrebbe andare avanti per ore, ma credo che tutti possono, senza difficolt, attingere numerosi esempi dalla propria storia personale.Siamo tutti purtroppo pi o meno vittime di tutta una serie di pensieri negativi, di fatto infondati, che ci condizionano e limitano nellespressione e realizzazione delle nostre reali capacit. Il primo passo per estirpare questi pensieri infestanti dal giardino della mente riconoscerli, mantenendo vigile lattenzione, e poi sostituirli, procurandosi quelle esperienze necessarie a sviluppare nuove convinzioni. Ogni esperienza positiva diventa una piattaforma di partenza su cui costruire un atteggiamento pi aperto e fiducioso nei confronti della vita, che a sua volta ci permetter di crearci esperienze sempre pi incoraggianti e soddisfacenti.I quadrifogli vanno cercati. Se ci non proviamo neppure, come potremo mai trovarli?

La MemoriaQuando avveniva che la sventura stava per abbattersi sul suo popolo, il Baal-Shem Tov usava ritirarsi in raccoglimento in un dato punto del bosco. Ivi giunto, accendeva un fuoco e recitava al cielo una preghiera: e il miracolo si compiva, e la sventura era scongiurata.Gli anni passarono: e tocc al suo discepolo, il Maghid di Mesritsch, intervenire per scongiurare le sventure che via via, minacciose, si profilavano. In quei momenti, il Maghid si recava nel bosco e diceva: Signore del cielo, prestami ascolto. Come vada acceso il fuoco non lo so, nessuno me lo ha insegnato oppure l ho dimenticato. Per la preghiera sono ancora capace di recitarla, e credo che baster. E il miracolo si compiva.Gli anni passarono, nubi cariche di sventura si addensavano.Dal suo ritiro nascosto nel bosco Rabbi Moshe Loeb di Sasow diceva: Non so come vada acceso il fuoco, non conosco la preghiera: perch nessuno mi ha insegnato il modo e le parole, oppure perch io stesso li ho dimenticati. Per il luogo so come trovarlo, e forse baster.E ancora il miracolo si compiva.Poi tocc a Rabbi di Rizin scongiurare le minacce che incombevano sul suo popolo. Seduto su un pancaccio, si prese il capo fra le mani e mormor: Non so come vada acceso il fuoco, non conosco la preghiera, non so pi trovare quel punto nel bosco: niente di tutto questo so, nessuno me l ha insegnato oppure l ho dimenticato.Tutto quel che so fare, tener viva la memoria di questa storia: baster?Dalla tradizione orale dei Hassidim

PresentazioneIl percorso tocca ambiti diversi tra loro, la filosofia, la sociologia, la storia, la letteratura latina, greca e italiana; tutti gli argomenti trattati sono uniti da un filo che li lega indissolubilmente: il concetto secondo cui la memoria storica necessaria e corre il rischio di non esserlo pi.In quanto sapere essa ha subito gli influssi dei cambiamenti della societ, in particolare, nellet postmoderna teorizzata da Lyotard, il sapere della memoria storica diventato una conoscenza che si identifica con il concetto di informazione: questo non fa che renderla alle dipendenze della potenza insidiosa dei mass-media.Lantico principio secondo il quale lacquisizione del sapere inscindibile dalla formazione (Bildung) dello spirito, e anche della personalit, cade e cadr sempre in disuso questa la realt del mondo in cui viviamo: la societ non richiede pi allindividuo di essere, la giustificazione a tutto ci data dal fatto che il sapere viene e verr prodotto per essere venduto, e viene e verr consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato.Dunque oggi si parla di sapere funzionale al guadagno, la memoria viene cos spezzettata e usata a proprio piacere.Al termine del mio corso di studi mi sono accorta di essere prossima alla fine portando in me uneredit; mi sono resa conto del duplice volto della memoria, aedo ma contemporaneamente storico, ho allora cercato di individuare chi, oggi, si preso lonere nella nostra societ di salvaguardare la memoria del passato.Ho individuato un testimone in Primo Levi, cantore sofferto del nostro secolo che aveva lasciato parte dellanima ad Auschwitz, ma a questo punto, riflettendo su quelleredit che ho acquisito, ho concluso che io e altri che hanno percorso il mio stesso iter di studi siamo clandestini in questa nuova societ. Cos riconoscendo quegli ideali che mi hanno paradossalmente ancorata alla concretezza in questi anni, nata lintenzione di questo percorso: analizzare la memoria storica, cercando di diventarne custode.La memoria una mappa criptata il cui codice daccesso la volont di ricordareViviamo in tempi ove la memoria storica serpeggia tra levocazione del passato, la visualizzazione del presente, il vaneggiamento del futuro.Il nostro tempo, e in particolare la seconda met del XX secolo in cui la memoria con la dimenticanza stato spesso strumento consapevole dei nuovi saperi, stato caratterizzato da uno sviluppo tecnologico e scientifico vertiginoso che ha avuto ricadute immediate sulla vita quotidiana e sulla societ in genere. Il filosofo francese Jean-Franois Lyotard individua la caratteristica fondante della nostra epoca chiamata postmoderna nel venir meno delle grandi narrazioni metafisiche illuminismo, idealismo, marxismo- che avevano giustificato ideologicamente la coesione sociale e ne avevano ispirato le utopie rivoluzionarie. Si assistito dunque al progressivo declino del pensiero totalizzante: sin dallUmanesimo luomo aveva reperito una ragione dessere, una legittimazione dicendosi erede di unantichit venerabile, luomo moderno a cavallo fra lOttocento e il Novecento si sentiva votato alla fiducia nel progresso in quanto incarnava il punto di arrivo della storia, mentre alluomo postmoderno non rimane che lo scetticismo: gli si pone ora, in un mondo in cui c la dissoluzione delle verit, il problema di reperire criteri di giudizio e di legittimazione che abbiano valore locale e non universale.La storia tramandata dalla tradizione si configura quindi come strumento di ricerca per una continuit, un mezzo che attraverso la memoria storica definisce la coscienza di ci che accaduto al fine di interpretare ci che .Avere una memoria storica ha costituito in passato un alto obiettivo per una societ di uomini imprigionati e attanagliati da un paradosso: il desiderio di poter dimenticare ci che stato, lambizione di ricordare e trovare una continuit con ci che avvenuto, cercando cos di trasporre nella prassi la definizione degli antichi di storia maestra di vita.Troviamo come rappresentanti dei due poli opposti del paradosso due filosofi: Nietzsche e Hegel.Il primo ritiene che linfelicit delluomo sia causata dal pesante fardello del passato: egli vive in modo storico ed portato inevitabilmente a rendersi conto del fatto che lesistenza solo un ininterrotto essere stato. Cos, Nietzsche afferma che ci che non storico e ci che storico sono ugualmente necessari per la salute di un individuo, di un popolo e di una civilt.Dunque loblio necessario alla vita, la possibilit di dimenticare il passato funzionale al presente. La storia basata sulla memoria storica deve servire la vita, mentre rischia di paralizzarla e incatenare luomo al passato offrendogli niente pi che unarida istruzione senza vivificazione.Nietzsche scrive: solo per la forza di usare il passato per la vita e di trasformare la storia passata in storia presente, luomo diventa uomo; la visione di questo filosofo non certo ottimista: egli, infatti, intende proporre queste considerazioni (chiamate da lui stesso inattuali) per smascherare e criticare la societ in cui vive, una societ malata della malattia storica il cui promotore stato Hegel. Questultimo ha portato luomo a considerarsi passivo epigono del passato, lo ha portato allidolatria del fatto.I contemporanei di Nietzsche rappresentano un generazione di eunuchi caratterizzati da una personalit debole destinata ad essere cancellata dalla storia e dalla memoria.Essi sono criticati in quanto credono di essere i vincitori al culmine del processo storico ma essi non sanno che riconoscere ci che nel passato grande e va preservato e tramandato possibile solo con la massima forza del presente, solo nella pi forte tensione delle qualit pi nobili: Nietzsche non crede certo al progresso di cui si vantano gli uomini del suo tempo.Dunque luomo deve saper limitare la memoria del passato fin dove essa non limita la vita e deve saper far uso dellantistorico, cio la forza e larte di poter dimenticare, e del sovrastorico, ossia larte e la religione, cio le potenze che distolgono lo sguardo dal divenire, volgendolo a ci che d allesistenza il carattere delleterno e dellimmutabile.Simmetricamente opposta la concezione della storia e del passato di Hegel.Egli rappresenta il versante storicistico per cui la realt stessa la storia. La filosofia strettamente legata alla storia che rappresenta lorizzonte e la dimensione fondamentale della realt stessa.La filosofia dunque deve volgersi al passato, poich solo con lo sguardo rivolto al passato si pu comprendere il presente: c infatti uno stretto legame tra le due dimensioni temporali, esse sono connesse dalla necessit che determina il divenire storico.La concezione hegeliana di storia essenzialmente ottimista: la realt divenire, processo; tale processo governato dalla razionalit che progredisce verso una meta che intende raggiungere, essa progresso verso la libert.Ma tutto ci che avviene nella storia opera di Dio. Analizzare il passato significa comprendere che esso la realizzazione del piano di Dio, anzi la storia ben pi di questo, essa la rappresentazione del processo divino, assoluto, dello Spirito nelle sue forme pi alte, del graduale processo attraverso il quale raggiunge la sua verit, lautocoscienza.La storia come luogo del divino non pu che essere positiva e orientata al progresso. Il contenuto stesso della storia razionale. Il processo storico lattuarsi della libert dello Spirito attraverso lumanit.Innanzitutto, nella storia lo spirito divino vive come Spirito del mondo (Weltgeist), che si incarna di volta in volta nello spirito di un popolo.Lo spirito nella storia non infatti un singolo, ma un individuo determinato di natura universale, cio lo Spirito che vive nella coscienza di un popolo (Volkgeist), costituito da tutti quei caratteri unitari e specifici che formano unidentit storica.La storia, in quanto mutamento implica anche il tramonto di ci che stato bello, la rovina di ci che stato potente, ma dalla morte rinasce la vita, lo Spirito che agisce nella storia ringiovanisce.Cos, quando lo Spirito di un popolo giunge al suo compimento, lascia spazio allaffermarsi dello Spirito di un altro popolo: da questa tensione di forze, il morire e il rinascere, scaturiscono la crescita e il progresso della civilt umana.Per Hegel perci, volgere lo sguardo al passato non altro che guardare la storia della libert.La memoria storica costituisce quindi un sapere, oggetto di analisi rispetto alle trasformazioni sociali, culturali, economiche e politiche.Dunque si pone la questione: in quale misura la memoria storica oggettivamente utile alluomo?Secondo Lyotard e quindi in unottica sociologica postmoderna, le conoscenze storicheinvece di essere diffuse in virt del loro valore formativo o della loro importanza politica (amministrativa, diplomatica, militare), vengano fatte circolare negli stessi circuiti della moneta, e lopposizione che le definisce cessi di essere sapere/ignoranza per divenire la stessa della moneta, conoscenza dei mezzi di pagamento/conoscenza dei mezzi di investimento: dato ci quanto il sapere storico utile al sistema sociale, oppure quanto esso disfunzionale al sistema stesso?In questa analisi ritagliata nella contemporaneit informatica e globalizzata scompare luomo etico lasciando campo libero alla desertificazione della memoria storica che pu e deve riapparire in brandelli funzionali al sapere economico: nel mio percorso recupero al contrario lidea di uomo che ambisce a ripercorre il suo passato, cerca di prevedere ci che sar ma, alla fine, desidera pi di ogni altra cosa di non essere ci che stato.A questo punto fondamentale rintracciare la virtus ovvero il vero valore dellatto del ricordare.Si pu infatti facilmente dimostrare quanto e come la memoria storica come fonte di conoscenza non sia stata tuttavia produttrice di sapienza: luomo stolto, impegnato nelle sue guerre politiche, religiose, territoriali ha dimostrato di non aver imparato ad evitare ci che nel passato lo ha penalizzato.Il problema la motivazione alla memoria.Non importante solo ci che si ricorda o latto di ricordare in s: il nodo fondamentale il motivo consapevole che porta un uomo a porsi davanti al suo passato e alla storia, cercando di trarre da essa una strategia di comportamento per la vita nel futuro.I MEZZI DI TRASMISSIONELEPICA: LA COSCIENZA DEI VALORI DI UNA CIVILTALa memoria di un popolo nasce e acquista consistenza laddove esso abbia maturato una coscienza dei valori che lo contraddistinguono.La consapevolezza del possesso di un patrimonio culturale da salvaguardare e tramandare ai posteri, offre il punto di partenza da cui sviluppare una riflessione e uninterpretazione della propria realt passata e presente. Cos, ogni popolo, ogni cultura in differenti modi crea dei mezzi che attraversano il tempo e superano la mortalit delluomo rendendo immortali ed eterni i valori e le azioni degli uomini.La memoria storica dunque non tramandata unicamente dalla storiografia, anzi, nella storia ha avuto un ruolo assolutamente fondamentale la trasmissione orale, di padre in figlio.La poesia epica della Grecia arcaica ne offre un esempio.Grazie agli studi di Milman Parry, si giunti alla conclusione che Iliade ed Odissea non siano altro che il punto di arrivo e cristallizzazione di una lunga tradizione orale.Lo studioso americano scopr che i cantori popolari serbi e croati, i guslari, erano in grado di memorizzare e recitare in pubblico canti eroici delle dimensioni dei poemi omerici, grazie ad espedienti mnemonici come le espressioni formulari (chiamate da Parry gruppi di parole), del tutto analoghe alle formule e agli epiteti ricorrenti nei poemi omerici.Anche il metro usato per la poesia epica, lesametro, funzionale alla memorizzazione e concorre perci a confermare la teoria oralista elaborata da Parry.Secondo tale teoria il canto epico o pi precisamente la sua esecuzione era basata su un nocciolo narrativo definito nellOdissea (VIII, v. 481) una , una via, una traccia che era possibile scegliere allinterno della tradizione, e sul repertorio di formule.Dunque elementi imprescindibili dalla poesia epica erano le occasioni di esecuzione e i cantori: gli aedi e i rapsodi.Evidenziare laspetto collettivo della poesia epica fondamentale: essa infatti non solo precede ogni forma di letteratura scritta ma anche la storiografia vera e propria; essa stessa si pone, in quanto veicolo di trasmissione dei valori e della memoria, come prima forma di storiografia.In Letterature romanze del medioevo (1985) Alberto Vrvaro trattando della poesia epica scrive: lepica stabilisce un rapporto primario fra la sua materia narrativa ed una qualche vicenda storica di rilievo per la comunit che la ricorda, sicch essa si distingue dallaltra narrativa proprio perch il suo non un rapporto generico con la realt bens con avvenimenti storici precisi che siano reali o presunti importa meno-Luditorio ha un ruolo molto importante: laedo Femio nellOdissea afferma di cantare per costrizione del suo pubblico (i Proci), esso quindi sottomesso al controllo sociale, laedo infatti definito (Od. XVII, v. 385) come ossia come un lavoratore per la collettivit al pari degli indovini, dei medici e dei carpentieri e anche Esiodo (Erga 25 s.) pone laedo accanto a figure artigianali come il vasaio.Gli aedi non rivendicano la paternit dei loro pezzi, essi infatti sono tramiti tra la divinit e il mondo terreno e non poeti, vagando di citt in citt, improvvisano secondo il pubblico e secondo le esigenze del momento modificando di volta in volta lenorme bagaglio di canti memorizzati; il loro legame fondamentale, la loro azione ispiratrice non sentita come limitazione delloriginalit individuale del cantore.La Musa infatti lautorit divina riconosciuta dalla collettivit su cui si fonda lesecuzione del canto epico; il legame con la divinit sentito fortemente tanto che gli aedi sono tutti pi o meno caratterizzati da menomazioni fisiche cui data una grande carica simbolica e divinizzante: la tradizione stessa ricorda un Omero cieco.La funzione e la rilevanza sociale della figura dellaedo si pu comprendere attraverso i due aedi che compaiono nellOdissea: Demodoco ( Od. VIII) e Femio ( Od. XXII).Dal poema omerico possiamo risalire a quali potevano essere i repertori e le occasioni in cui essi eseguivano le loro improvvisazioni: Demodoco ad esempio canta in occasione di un banchetto della contesa insorta fra Achille e Odisseo, poi, durante dei giochi in piazza, accompagnato da giovani feaci che ballano, canta gli amori di Ares e Afrodite, infine, canter la storia del Cavallo di legno.La poesia epica dunque costituisce una sorta di collettiva: attraverso gli eventi e le gesta memorabili essa trasmette il patrimonio di valori storici, culturali e religiosi del popolo cui appartiene. Essa si delinea anche come una sorta di mediazione tra i valori degli aristocratici, i , che desiderano autorealizzarsi ed eternarsi nella memoria di avi eroici, e i valori di una pi eterogenea societ.Molto interessanti dal punto di vista antropologico sono i risultati degli studi di Eric A. Havelock, che, discendendo dalle ricerche di Parry giunse ad interpretare lepica greca arcaica come una enciclopedia ecumenica o enciclopedia tribale, serbatoio e raccolta dellinsieme delle conoscenze e dei modelli culturali della civilt in cui assolve una funzione educativa, in quanto depositaria del sapere collettivo.La poesia epica infatti ha anche un aspetto prescrittivo: nellIliade, ad esempio, Achei e Troiani agiscono secondo comportamenti che sono descritti con abbondanza di particolari: lesecuzione di un sacrificio o di un rito funebre, la vestizione di un guerriero, le fasi di un duello, un atto di supplica, lo svolgimento di unambasceria, la costruzione di una nave.Tutti questi casi rappresentano un esempio delle situazioni, delle competenze, degli atti che tramandano e sanzionano, secondo schemi tendenzialmente standardizzati, le consuetudini sociali, comportamentali e tecnologiche del gruppo umano che le condivide e in cui ritrova la propria identit.Tuttavia, il valore educativo e la funzione di depositaria della memoria collettiva della poesia epica, muta ben presto a causa dello stretto legame con la societ.Muta luditorio e muta di conseguenza anche il ruolo del cantore: egli deve tener conto delle nuove forze equilibranti della polis e prendere atto che linteresse per la sua poesia si sta spostando gradualmente sul livello estetico-formale.Il cantore non rappresenta pi valori morali sentiti attuali dalla societ, ora il suo compito quello di eseguire fedelmente il testo memorizzato.Allesperienza episodica e profetica dellaedo che compone i suoi pezzi, si oppone il carattere istituzionale e meccanico dei rapsodi, i nuovi cantori, i recitatori di professione dei poemi omerici e, pi tardi, di quelli esiodei.Per i rapsodi loccasione in cui esibirsi lagone in cui il vincitore riceve un premio in denaro.Naturalmente la nuova figura far sorgere diverse problematiche; Platone nel dialogo Ione definisce lesecuzione dei poemi omerici da parte del rapsodo un , un abbellimento al testo.La critica ai rapsodi di Platone si riferisce in primo luogo alla loro attivit esegetica: essi non sono altro che lodatori di Omero e non posseggono alcuna .Lo scopo della recitazione dovrebbe essere quello di interpretare ed eventualmente modificare gli aspetti immorali del mito ma questo impossibile nel caso dei rapsodi poich essi non conoscono profondamente i contenuti della poesia che recitano.Lo sviluppo della polis e della letteratura scritta portano a mutamenti anche radicali: la memoria viene progressivamente riposta nella pagina scritta, in particolare, nel V secolo emerge la figura del primo storico, Erodoto, definito da Cicerone pater historiae.Sebbene egli non sia cronologicamente il primo storico, prima di lui cera stato ad esempio Ecateo di Mileto, Erodoto il primo storiografo di cui abbiamo lopera conservata interamente e di cui abbiamo potuto ricostruire metodo e fonti.

Ci che di fondamentale importanza per analizzare il valore storico-antropologico delle Storie, sono i viaggi compiuti dallo storico.Nel proemio egli definisce con precisione i confini e gli scopi che intende perseguire e afferma che la sua opera lesposizione delle sue ricerche. Erodoto dunque si riferisce alle esperienze dei suoi viaggi e non usa il termine nellaccezione di storia, ma in unaccezione pi vicina allorigine di tale parola, ossia la radice del verbo vedere.Egli vuole riferirsi ad una delle fonti principali delle sue ricerche, la visione diretta, .Ma Erodoto si serve anche di altre fonti, cio la raccolta di notizie presso i dotti, i viaggiatori, si serve, grazie ad interpreti, dei racconti edellesperienza di testimoni: egli, si pu dire, fa della memoria una fonte.Erodoto, comunque, fa comprendere al suo lettore quando egli ritiene affidabile la tradizione orale raccolta e quando, invece, egli non la ritiene portatrice di fatti reali.Questo infatti il campo di ricerca di Erodoto: la realt, e pi precisamente, la realt umana.Nel proemio precisa con chiarezza che i fatti umani e gli meravigliosi costituiscono lambito della sua trattazione poich essi sono degni di essere ricordati nel tempo; egli dunque dichiara quali siano le motivazioni principali delle sue ricerche: in primo luogo affidare alla memoria le azioni degli uomini, perch esse conservando il , la gloria, non cadano nelloblio; in secondo luogo indagare e scoprire quali furono le cause dello scontro fra due civilt: quella greca e quella persiana.La storiografia di Erodoto stata definita totale in quanto larco di argomenti toccati nelle Storie davvero molto ampio: geografia, etnografia e religione sono solo alcuni degli argomenti che arricchiscono le sue ricerche. Egli non esita a risalire a origini leggendarie quando lo ritenga utile, a tentare ingenuamente il calcolo cronologico: egli assume diversi ruoli di volta in volta: il ruolo di storico, cronista, etnografo, geografo, turista.Egli alterna e seleziona gli argomenti che ritiene siano importanti da tramandare sebbene, in qualche caso, egli stesso dubiti della veridicit di ci che riporta dicendo di non credere ciecamente a tutto ci che gli viene raccontato.Cos nella parte che segue immediatamente il proemio Erodoto, inaugurando il compito che per eccellenza attribuito alla storiografia, la ricerca delle cause, si serve, seppur con distacco, della tradizione mitica per narrare le origini del conflitto fra Greci e barbari, concludendo poi con lidentificazione di un punto dinizio della rivalit con la dominazione del lidio Creso sulle citt greche dellAsia Minore.Un altro dato non deve essere trascurato: i libri di Erodoto erano oggetto di lettura pubblica; questo fatto molto importante se si pensa oltre che al valore ideologico dellopera, che si pone come esempio, anche alle innumirabiles fabules (come sono state definite da Cicerone) a contenuto morale come la discussione sulla vera felicit degli uomini o sullinvidia degli dei.Erodoto, dunque, servendosi in molti casi della memoria collettiva come fonte, affida alla memoria non solo fatti degni compiuti da uomini degni, ma anche un patrimonio di alti valori morali. LIMMAGINELepoca attuale ha visto un cambiamento radicale dei mezzi di interpretazione della realt e di trasmissione della memoria.E innegabile che lindiscussa protagonista del XX secolo, in grado di influenzare modi di vita e di pensiero degli uomini, stata, ed tuttora, limmagine.Dunque, non pi la semplice testimonianza di una pagina scritta, ma la rappresentazione fedele della realt catturata e immortalata dalla tecnica fotografica.La fotografia nasce nella prima met del XIX secolo come forma darte accanto alla pittura da cui ha ereditato le regole di composizione e inquadratura e lo studio delle luci.Ben presto per, lestremo realismo possibile grazie alla tecnica fotografica, soppianter la pittura nel compito di rappresentazione della realt.Il ruolo della fotografia, subisce subito una dicotomia: da una parte forma darte, dallaltra testimone affidabile della realt.Cos la fotografia viene innalzata a manifesto delloggettivit, rappresentazione svestita da ogni soggettivit, e cominciano a diffondersi i rportages e le fotografie documentarie.La prima esperienza pi significativa matura a partire dal 1850 a Firenze dove la famiglia Alinari, si dedica al censimento per immagini di bellezze artistiche: da questa esperienza scaturir la fotografia sociale, infatti, i fotografi fiorentini non si limitarono a palazzi, edifici ed opere darte, ma cominciarono anche a fotografare scene di vita quotidiana in citt come in campagna, personaggi di rilievo come Garibaldi o anche la gente comune che si incontra per strada come gli scugnizzi napoletani o i venditori ambulanti.Il vocabolario dellimmagine comincia ad imporsi gradualmente, la fotografia senza bisogno di commenti parla a chi la osserva, testimonia e porta la memoria visiva del preciso momento in cui essa stata scattata.Acquista ben presto popolarit tra i neonati fotografi la fotografia diretta che avr grande successo per limportanza assunta nel campo sociale.Essa, infatti, non si pone lobiettivo di giudicare la realt, ma semplicemente di mostrarla per quello che , lasciando a chi guarda il compito di trarre le conclusioni.Il ruolo del fotografo diviene quello di testimone della societ in cui opera, la fotografia diventa documento attendibile che non abbellisce n peggiora il mondo, lo mostra semplicemente come .Esponente massimo di questo atteggiamento fu il fotografo tedesco August Sander.A partire dal 1910, egli cominci a creare un archivio di ritratti di suoi connazionali senza distinzione di classe sociale fino ad arrivare ad un totale di 40000 ritratti.Lintero progetto originario era costituito da venti volumi con il titolo di Uomini del XX secolo ma Sander riusc a pubblicare un solo volume nel 1929, in quanto successivamente opera e archivio furono confiscati dal regime nazista.I gerarchi del regime, infatti, si resero conto che un tale affresco della societ, cos crudamente oggettivo contrastava con la retorica razziale e celebrativa della propaganda ufficiale.Laffermazione della fotografia sociale accompagna levidenziarsi della figura del fotoreporter.Solo a partire dal 1925, per, si pu parlare di vera e propria stagione del reportage, in quellanno infatti lindustria tedesca Leica immette sul mercato una nuova macchina fotografica, di pi piccole dimensioni, facile e veloce da usare.Pochi anni dopo cominciano ad essere sempre pi frequenti i servizi fotografici che compaiono sulle riviste, nasce la figura del fotogiornalista. La Germania si attesta come la patria di questo nuovo modo di pensare la fotografia, da l provengono i fotogiornalista pi famosi, come Erich Salomon o Felix Man.Con lavvento del nazismo la situazione cambia radicalmente: i giornali illustrati diventano uno strumento di propaganda del regime e numerosissimi i fotografi sceglieranno di espatriare, molti altri saranno costretti allesilio.Il nuovo centro del fotogiornalismo e della fotografia in genere, si trova ora negli Stati Uniti: qui si svilupper una nuova e grande stagione artistica.Importante da ricordare lanno 1936, in cui venne fondata la rivista Life destinata a diventare modello per tutte le riviste illustrate.Molto interessante inoltre la campagna fotografica commissionata e finanziata dal governo sempre nel 1936, sul territorio rurale americano.Il fine di questa iniziativa era quello di testimoniare ed evidenziare la drammatica situazione della campagna americana dopo la crisi economica del 29.In realt i fotografi ingaggiati ottennero ben pi importanti risultati: grazie alla lezione della fotografia direttae alla fusione di oggettivit e partecipazione dellautore al tema, quelle fotografie divennero rappresentanti universali di quellepoca, simboli di una condizione sociale condivisa dallumanit in quel preciso momento storico.Le vicende belliche, infine, contribuirono ad affermare il ruolo sociale affidato ai fotoreporter: dapprima la guerra civile spagnola, poi il secondo conflitto mondiale, portarono alla luce figure divenute quasi leggendarie come Robert Capa o Henri Cartier-Bresson.I cosiddetti fotografi di guerra si evidenziano come una figura eroica, in grado di sfidare il pericolo e lorrore per rendere testimonianza ai propri contemporanei e ai posteri di ci che luomo in grado di fare.Tuttavia lepoca dei grandi totalitarismi dimostrer anche che la presunta onest e oggettivit della fotografia solo unapparenza.La propaganda dei regimi fascista e nazista ne danno la concreta dimostrazione.E ormai accertato che molte fotografie sfruttate a scopi documentari furono in realt vere e proprie messe in scena.Si evidenzia dunque la naturale ambiguit della fotografia: essa pur partendo dalla realt, ne offre in realt una rappresentazione strettamente dipendente dal punto di vista, essa dipende da vari fattori che vanno dalle qualit formali delle immagini alla capacit dellautore di cogliere lessenza della realt che sta cogliendo.E lintenzione del fotografo che determina la fotografia, essa caratterizzata dalla genialit del suo autore.Da documento la fotografia diventa arte manipolatoria di un una realt parziale e apparente.Ci si pu domandare a questo punto quale sia oggi il ruolo della fotografia e dellimmagine nella nostra societ.Troviamo fotografi come Daniel Schwartz o Mary Ellen Mark che hanno raccolto leredit dei grandi fotoreporter del passato, testimoniando non pi gli eventi, affidati ora alla televisione, ma i drammi e le condizioni di vita di quegli uomini che vivono al confine con i paesi ricchi dellOccidente.Accanto a questi ci sono i nuovi protagonisti che rielaborano il linguaggio finora sviluppato.La fotografia ha ora carattere pi visionario, tesa ad evidenziare la natura ambigua della realt, talvolta a sostituirsi ad essa riproducendo fatti e immagini mai esistite: in questa linea si colloca ad esempio il fotografo spagnolo Joan Fontcuberta, arrivato a produrre intere documentazioni fotografiche di avvenimenti mai accaduti.LImmaginazzioneImmaginazione. Una parola che ho sempre visto come uno scrigno in cui sono racchiuse meraviglie. Un contenitore di bellezze sempiterne scolpite nella assenza di cose, oggetti, materia.Limmaginazione crea ci che non esiste, scompone la realt e la rimescola, evoca immagini indipendentemente dalla presenza delloggetto cui si riferiscono. Se ci fermiamo ad osservare la vita in ogni suo aspetto, ci accorgiamo che tutte le realizzazioni umane discendono da una intuizione. E che cos lintuizione, se non un germoglio dellimmaginazione? Essasi colloca alla base di tutte le creazioni artistiche, ne il fondamento imprescindibile, se non ci fosse stata questa superiore facolt umana il mondo non sarebbe mai stato quello che conosciamo.Sarebbe incolore, un inferno in cui luomo non avrebbe scampo alcuno. Se togliamo la facolt immaginifica sparisce lumanit, la sua parte migliore. Una volta un poeta disse che al di sopra dellintelligenza abita limmaginazione: la prima indiscutibilmente umana, la seconda parte dalluomo per trascenderlo. Quando misuriamo la nostra capacit di comprensione con una grande opera letteraria, altro non facciamo che celebrare limmaginazione.Un mio vecchio professore e amico mi consigli, da ragazzino, di riempire la mente di figure, immagini, vita sognata. Poich la vita immaginata pi concreta di quella che viviamo. Disse: Non leggete avidamente. Leggete con lentezza. E quando finalmente incontrate una grande immagine, per carit di Dio, chiudete il libro. Non andate avanti. Godetevela un po, quella immagine. Portatela a letto, al bagno, al ristorante. Non lasciatela scappare. Giocateci un po.Stravolgetela se necessario. Modificatela a vostro piacimento. Appropriatevene. A questo serve la letteratura. S, serve davvero a questo.Mi ha sempre incuriosito la nascita delle idee e la loro evoluzione e, sin da bambinetto, mi divertiva leggere favole. Ricordo con piacere le favole di Gianni Rodari, il pi grande scrittore di libri per ragazzi che abbiamo avuto. Grammatica della fantasia un saggio meraviglioso, dove Rodari indossa i panni del mentore. Ci prende per mano e ci fa vedere dove e come nascono le immagini che poi ritroviamo nella forma di romanzi, racconti, favole, poesie. Le immagini camminano sulle spalle dei personaggi, ci guardano e tentano di fagocitarci.Limmaginazione si fa carne, diventa la Bovary, Anna Karenina, Pierre Bezukhov, Pap Goriot, il baron de Charlus e il suo vizio. Si fa poesia, ho in mente le anime dolenti e sempre pencolanti sullorlo del baratro di C. Baudelaire e il suo Spleen, oppure limmaginifico vate G. DAnnunzio e limmedesimazione panica che d vita ad un poetare dove le immagini si addensano. Diventa persino materia filosofica, Aristotele nel De Anima la definisce come cosa altra dalle sensazioni. La dimensione sensibile rappresenta il nutrimento dellimmaginazione e attraverso i nostri sensi percepiamo il mondo, comunichiamo con esso.Nella storia del pensiero occidentale vi sono quattro grandi sistemi filosofici: Platonico, Aristotelico, Kantiano ed Hegeliano. Ebbene, ciascuno nato da unimmagine, dallesigenza di cercare la verit e di definire il mondo ordinandolo. Agli albori del Novecento limmagine divenne lemblema dei movimenti Avanguardistici, nei campi dellarte ma anche del pensiero speculativo. La prima volta che sentimmo pronunciare la frase limmaginazione al potere, era il 1909 e il Futurismo cominci a farsi largo.Il Manifesto del futurismo, redatto da Filippo Tommaso Marinetti, permeato dai concetti di velocit e immagine. Negli anni sessanta il filosofo/politologo tedesco Herbert Marcuse, riprese il concetto dellimmaginazione al potere donandolo agli studenti sessantottini. I quali attribuirono a quella locuzione un significato profondamente rivoluzionario. Il piedistallo su cui si erge il monumento dellarte, in tutte le sue declinazioni, limmaginazione. I paesaggi dellanima hanno preso forma grazie alle intuizioni artistiche, mentre scrivo ascolto lAdagietto di G. Mahler (V sinfonia) e quello che ho appena affermato si fa di una concretezza sublime.Limmaginazione nutre larte e dallarte discendono i contorni di ci che non si vede. Tutto ci che vi di superiore nelluomo, gli invisibili spazi interiori, i panorami della nostra spiritualit, sono il felice esito di tutte le figure/immagini che attraversano la nostra mente. Michelangelo e Raffaello, Leonardo e Leon Battista Alberti devono ringraziare il loro ingegno immaginifico.Il progresso dellumanit in campo scientifico legato a questa facolt, tutto nasce da unimmagine e intuizione. La dimensione post-mortem stata variamente rappresentata, la conosciamo solo attraverso le immagini che luomo si dato. Penso al viaggio oltremondano di Dante, prima della Commedia non si aveva idea di come potevano apparirci lInferno, il Purgatorio e il Paradiso. Il contributo allimmaginario collettivo stato davvero notevole. E cos anche le arti figurative: le innumerevoli scene sacre tratte dalle vicende bibliche.Lestrema religiosit che appartiene alla musica, prima ho citato lAdagietto di Mahler. Potrei continuare ricordando che se la pittura ha disegnato limmagine di Dio, la musica lo ha evocato illuminando la sua essenza. Nella forma musicale del Requiem ha raggiunto vette espressive assolute: Mozart, Verdi e Brahms. Laccrescimento perpetuo dello spirito, sostenuto dallimmaginazione, ha trovato un luogo privilegiato anche nel teatro. Nelle opere di W. Shakespeare, del nostro L. Pirandello, A. Checov, H. Ibsen sino ad arrivare, attraversando gli anni, al teatro di Eduardo De Filippo, Carmelo Bene e la coppia Fo/Rame. In conclusione, quella che si soliti definire come la facolt di elaborare liberamente e con fantasia i dati dellesperienza e i pensieri, in realt una cosa pi semplice: il motore della vita.Immaginazione[2]. la parte dominante delluomo[3], maestra di errori e falsit, furba abbastanza da non esserlo sempre, perch sarebbe regola infallibile di verit se fosse infallibile nel mentire. Ma essendo per lo pi falsa, non d alcun segno di questa qualit, dando lo stesso carattere al vero e al falso. Io non parlo dei matti, parlo delle persone pisagge, ed attraverso loro che limmaginazione ha il grande diritto di persuadere gli uomini. La ragione ha un bel gridare, essa non pu dare il prezzo alle cose[4].Questa superba potenza nemica della ragione, che si diverte[5] a controllarla e a dominarla per mostrare quanto essa possa in ogni cosa, per luomo una seconda natura. Ha i suoi felici, i suoi infelici, i suoi sani, i suoi malati, i suoi ricchi, i suoi poveri. Fa credere, dubitare, negare la ragione. Ferma i sensi, li rende attivi. Ha i suoi folli e i suoi saggi. E nulla ci d di pi ai nervi[6] che il vedere come essa riempia i suoi ospiti di una soddisfazione molto pi piena e intera della ragione. I saggi immaginari stanno bene con se stessi attraverso limmaginazione come i veri saggi non possono ragionevolmente fare. Guardano gli altri con superiorit. Discutono con forza e sicurezza, gli altri con timore e incertezza, e una certa gaiezza nel viso d loro spesso un vantaggio nellopinione degli ascoltatori, tanto grande il favore di cui i saggi immaginari godono presso i giudici della loro stessa specie. Essa non pu rendere saggi i folli, ma li rende felici, superando la ragione che non pu che rendere ben miseri i suoi amici[7]. Lei li copre di gloria, mentre la ragione li copre di vergogna.Chi d la reputazione, il rispetto e la venerazione alle persone, alle opere, alle leggi, ai grandi, se non questa facolt dimmaginare? Tutte le ricchezze della terra sono insufficienti senza il suo consenso. Non direste forse che questo magistrato la cui venerabile canizie impone rispetto a tutti governi se stesso con una ragione pura e sublime, e che egli giudichi la vera natura delle cose senza fermarsi a quelle vane apparenze che non colpiscono che limmaginazione dei deboli? Guardatelo iniziare un discorso con tutto lo zelo, rinforzando la solidit della sua ragione con lardore della sua carit; eccoci pronti allascolto con un rispetto esemplare.Ma se la natura ha dato al predicatore che si presenta al pubblico una voce roca e un aspetto strano nel viso, se il suo barbiere lha rasato male e per di pi il caso ha fatto s che si sporcasse, qualsiasi grande verit egli annunci, io scommetto sulla perdita di seriet del nostro senatore[8].Il pi grande filosofo del mondo su una panca pi larga di quanto ci sia bisogno, se ha sotto di s un precipizio, vinto dalla sua immaginazione anche se la sua ragione lo convince che al sicuro[9]. Molti non riuscirebbero a sostenerne il pensiero senza impallidire e sudare.Io non intendo enunciare tutti i suoi effetti. Chi non sa che la vista dei gatti, dei topi, schiacciare un pezzo di carbone, e cos via, fanno uscire la ragione dai gangheri? Il tono della voce colpisce persino i pi saggi e cambia leffetto di un discorso e di un poema. La simpatia o lostilit cambiano il volto della giustizia, e quanto un avvocato ben pagato in anticipo trova pi giusta la causa che difende[10]! Quanto un suo gesto ardito sembra migliore ai giudici, vittime di tanta apparenza! Che buffa la ragione, quando il vento la scuote, e in tutte le direzioni. Potrei parlare di quasi tutte le azioni degli uomini che non barcollano quasi per altro che per i suoi scossoni. Infatti la ragione stata costretta a cedere, e la pi saggia prende come suoi quei principi che limmaginazione degli uomini ha temerariamente introdotto ovunque.[Chi volesse non seguire altro che la ragione, sarebbe pazzo a giudizio della maggior parte delle persone. Bisogna, poich cos piaciuto, lavorare tutto il giorno e faticare per dei beni riconosciuti come immaginari. E quando il sonno ci ha rinfrancati delle fatiche della nostra ragione immaginaria e posto in una ammirevole calma, bisogna subito distruggerla e alzarsi per andare a correre dietro le nuvole e piegarsi alle impressioni di questa dominatrice del mondo[11].]Questo mistero da tempo ben noto ai nostri magistrati. Le loro toghe rosse, i loro ermellini, di cui si vestono come gatti impellicciati, i palazzi dove giudicano, i fiordalisi[12], tutto questo augusto apparato era strettamente necessario; e se i medici non avessero sottane e pantofole, e se i dottori non avessero berrette quadrate e toghe di quattro misure pi ampie del necessario, non avrebbero mai ingannato il mondo che non pu resistere a questo sfoggio cos autentico. Se i magistrati possedessero la vera giustizia e se i medici possedessero la vera arte della guarigione, non saprebbero che farsene di berrette quadrate; la maest di queste scienze sarebbe di per s molto venerabile, ma non essendo che scienze immaginarie, devono utilizzare questi strumenti per colpire limmaginazione, e cos in effetti ottengono rispetto. Soltanto gli uomini di guerra non si travestono in questo modo, perch hanno un potere effettivo: loro si impongono con la forza, gli altri mascherandosi. per questo che i nostri re non hanno cercato questi travestimenti. Non si sono coperti di abiti straordinari per apparire come re. Si sono fatti scortare da guardie e uomini darme. Queste truppe armate che non hanno mani e forza che per loro, le trombe e i tamburi che li precedono, e queste legioni che li circondano, fanno tremare i pi saldi. Non hanno labito, hanno semplicemente la forza. Bisognerebbe avere una ragione ben fine per guardare come qualsiasi altro uomo il Grande Signore circondato dal suo superbo serraglio di quarantamila giannizzeri[13].Noi non riusciamo neppure a vedere un avvocato in sottana, col berretto in testa, senza formarci unopinione positiva della sua abilit.Limmaginazione dispone di tutto, crea la bellezza, la giustizia e la bont che il tutto del mondo. Sarei ben lieto di vedere quel libro italiano di cui non conosco che il titolo, che da solo val pi di molti libri: Dellopinione regina del mondo[14]. Lo sottoscrivo senza conoscerlo, salvo il male che vi pu essere dentro.Ecco pi o meno gli effetti di questa facolt che inganna, che sembra esserci stata data apposta per indurci necessariamente in errore[15]. Noi abbiamo ben altre idee in merito.Le impressioni a cui siamo abituati da tempo non sono le sole in grado di ingannarci, il fascino delle nuove ha lo stesso potere. Da qui vengono tutte le dispute tra gli uomini, che si rimproverano o di seguire le false impressioni dellinfanzia, o di correre temerariamente dietro alle nuove. Chi tiene il giusto mezzo[16], si faccia avanti e ne dia la prova. Non c principio, per naturale che sia, anche dopo linfanzia, che non si possa far passare per una fatua impressione, o dellistruzione o dei sensi[17].Visto che, dicono alcuni, sin dallinfanzia avete creduto che un baule vuoto quando non vedete niente dentro, avete creduto possibile il vuoto. una illusione dei vostri sensi, resa pi forte dallabitudine, che deve essere corretta dalla scienza. E altri dic