SENATODELLA REPUBBLICA · 80-100persone delMovimento italiano tran-sessuali, cheeffettuavano...

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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA 329" SEDU"fA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO MERCOLEDì Il NOVEMBRE 1981 (Pomeridiana) Presidenza del presidente FANFANI CONGEDI ..... ,Pag. 17237 DISEGNI DI LEGGE Assegnazione . .. Presentazione di relazioni . 17237 . 17237 Discussione: «Delega al Governo della Repubblica per la ristrutturazione dell'Amministrazione fi- nanziaria» (1114); «Unificazione dei ruoli organici del per- sonale dell'Amministrazione delle finanze» (47), d'iniziativa del senatore Santalco; «Nuove norme sull'ordinamento e la ge- stione del gioco del lotto» (50), d'iniziati- va del senatore Santalco; «Norme per la sistemazione di talune si- tuazioni in seno all'Amministrazione fi- nanziaria» (116), d'iniziativa del senatore Santalco; «Elevazione della competenza degli in- tendenti di finanza. Modifica dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repub- blica 4 febbraio 1955, n. 72» (280), d'ini- ziativa del senatore Bausi e di altri sena- tori: PRESIDENTE ..... MARSE1J..I (PCI) SANTALCO(DC), relatore SCEVAROLLI (PSI) ... . 17269 . 17270 . 17280 . 17276 INDICE INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI Annunzio di interrogazioni . . . . ,Pag. 17283 Svolgimento di interpellanze e di interroga- zioni sull'invio di un contingente militare italiano nel Sinai: . 17254 . 17264 . 17262 17250, 17268 . 17259 . . . 17261 . . . 17265 17247, 17267 . 17264 . . 17243 COLOMBO, ministro degli affari esteri CoNTI PERSINI (PSDI) DELLA BRIOTTA (PSI) «<GRANELLI (DC) . . . LA VA1J..E (Sin. Ind.) ORLANDO (DC) . PIERALLI (PCI) Pozzo (MSI-DN) «oSPADACCIA (Misto-PR) «<VALORI (PCl) ... PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE Convocazione . . . . . . . . . . . . 17237 SU UN INTERVENTO DELLA POLIZIA NEL. LE ADIACENZE DI PALAZZO MADAMA PRESIDENTE .... 17237, 17239, 17240 ROSSANDA (PCl) ... 17238 «oSPADACCIA (Misto-PR) ... 17237, 17238 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

329" SEDU"fA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDì Il NOVEMBRE 1981(Pomeridiana)

Presidenza del presidente FANFANI

CONGEDI . . . . . ,Pag. 17237

DISEGNI DI LEGGE

Assegnazione . . .Presentazione di relazioni

. 17237

. 17237

Discussione:

«Delega al Governo della Repubblica perla ristrutturazione dell'Amministrazione fi-nanziaria» (1114);«Unificazione dei ruoli organici del per-sonale dell'Amministrazione delle finanze»(47), d'iniziativa del senatore Santalco;«Nuove norme sull'ordinamento e la ge-stione del gioco del lotto» (50), d'iniziati-va del senatore Santalco;«Norme per la sistemazione di talune si-tuazioni in seno all'Amministrazione fi-nanziaria» (116), d'iniziativa del senatoreSantalco;«Elevazione della competenza degli in-tendenti di finanza. Modifica dell'articolo5 del decreto del Presidente della Repub-blica 4 febbraio 1955, n. 72» (280), d'ini-ziativa del senatore Bausi e di altri sena-tori:

PRESIDENTE . . . . .MARSE1J..I (PCI)

SANTALCO(DC), relatoreSCEVAROLLI(PSI) . . .

. 17269

. 17270

. 17280

. 17276

INDICE

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Annunzio di interrogazioni . . . . ,Pag. 17283

Svolgimento di interpellanze e di interroga-zioni sull'invio di un contingente militareitaliano nel Sinai:

. 17254

. 17264

. 1726217250, 17268

. 17259. . . 17261. . . 17265

17247, 17267. 17264

. . 17243

COLOMBO,ministro degli affari esteriCoNTI PERSINI (PSDI)

DELLA BRIOTTA (PSI)«<GRANELLI (DC) . . .

LA VA1J..E (Sin. Ind.)ORLANDO (DC) .PIERALLI (PCI)

Pozzo (MSI-DN)«oSPADACCIA(Misto-PR)«<VALORI (PCl) . . .

PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE

Convocazione . . . . . . . . . . . . 17237

SU UN INTERVENTO DELLA POLIZIA NEL.LE ADIACENZE DI PALAZZO MADAMA

PRESIDENTE . . . . 17237, 17239, 17240ROSSANDA (PCl) . . . 17238

«oSPADACCIA(Misto-PR) . . . 17237, 17238

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~ 4

Senato della Repubblica~

~ 17237 ~ VIII Legislatura

llNoVEMBRB 1981329" SEDUTA (pvmerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

P.residenza del presidente F A N F A N I

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 17).

Si dia lettura del processo v.erbale.

V I G N O L A, segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta pomeridianadel giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi

P RES I D E N T E. Hanno chiesto con-gedo i senatori Anderlini per giorni 7, Boni-vel' per giorni 3 e Di Nicola per giorni 4.

Parlamento in seduta comune, con.vocazione

P RES I D E N T E. Ricordo che il Par-lamento in seduta comune è convocato perdomani 12 novembre 1981, alle ore 10,30, conil seguente ordine del giorno: «Votazioneper l'elezione di un giudice della Corte Co-stituzionale ».

Disegni di legge, assegnazione

PR E S I D E N T E. Il seguente disegnodi legge è stato deferito.

~ in sede referente:

alla 2" Commissione permanente (Giusti-zia):

ROSI ed altri. ~ «Norme in materia diriconoscimento di mutamento di sesso»(1621), previa parere della la Commissione.

alla sa Commissione permanente (Pro-grammazione economica, Bilancio, parteci-pazioni statali):

«Assestamento del bilancio di previsionedello Stato per l'anno finanziario 1981»(1617) (Approvato dalla Camera dei deputa-ti), previ pareri della 1', della 2a, della 3a,della 4a, della '6a, della 7\ della 8a, della '9a,della lOa, della 11a e della 12a Commissione.

Ai sensi dell'articolo 39, primo comma, delRegolamento, le Commissioni in sede consul-tiva dovranno esprimere il parere alla saCommissione entro martedì 17 novembre1981.

Disegni di legge, presentazione di relazioni

P RES I D E N T E. A nome della 2aCommissione permanente (Giustizia), in data11 novembre 1981, il senatore Cioce ha pre-sentato la relazione sul disegno di legge:« Delega al Presidente della Repubblica perla concessione di indulto» (1577).

Su un intervento della polizianelle adiacenze di Palazzo Madama

P RES I D E N T E. Ha chiesto di parla-re il senatore Spadaccia a norma dell'artico-1084, quinto comma, del Regolamento. Ne hafacoltà.

* S P A D A C C I A. Ho chiesto la parola,signor Presidente, per esprimere la mia pro-testa e il mio sdegnQ per ciò che è accadutooggi intorno alle 14 davanti all'Aula di Pa-lazzo Madama. Gli unici fatti che conosco. . .

,p RES I D E N T E. Davanti alla porta.

S P A D A C C I A. Certo, davanti a PalazzoMadama. L'unico fatto che conosco ~ e a

Senato della Repubblica ~ 17238 ~ VII I Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

questo mi attengo senza entrare nel meritoe nella polemica degli avvenimenti ~ è cheuna carica è stata effettuata dalla polizia in-torno alle 14 di oggi ai danni di un gruppo di80-100 persone del Movimento italiano tran-sessuali, che effettuavano una manifestazio~ne regolarmente autorizzata davanti al Sena~to della Repubblica. Credo che siano moltianni ormai che davanti al Senato non avven~gono cariche da parte della polizia.

Ho altri strumenti regolamentari per inda-gare come senatore sulla dinamica degli av~venimenti. Quello che qui mi preme denun-ciare come allarmante è che la prima cari~ca della polizia dopo anni dinanzi al Senatoavviene in maniera, me lo si consenta, odiosaai danni di una minoranza che fra tutte è cer-tamente la più esposta e la più massacrata,perchè è una minoranza con problemi perso-nali drammatici che si riassumono addirit-tura nei dati della propria individualità per-sonale e sessuale. Allora mi domando se que-sta carica del1a polizia è stata ,determinatada fatti gravi, oggettivamente rilevanti, o dalfatto che la società finora ha reagito controi drammi di questa minoranza respingendolie rimuovendoli, e spesso col massacro; dalfatto che a dare scandalo questa volta nonfossero normali categorie di cittadini, maun'anormale minoranza sessuale.

Questa minoranza aveva ricevuto, attraver-so un disegno di legge approvato dalla Came-ra dei deputati e ora al nostro esame, un se-gno di tolleranza dal Parlamento della Re-pubblica italiana. Non entro nel merito deiproblemi che affronteremo durante la discus-sione in Aula su questo provvedimento, mami limito solo a segnalare ~ perchè non puònon coinvolgere la nostra responsabilità ~

il fatto che una minoranza, proprio mentrecon fiducia si rivolgeva a questo ramo delParlamento, ancora una volta non ha avutosegni di tolleranza bensì i segni della repres-sione, della ripulsa, della negazione e addi-rittura del massacro.

Fermi, denuncie, prognosi di 5-6 giorni; ilvicesegretario del mio Partito anche lui fer-mato e non, come mi era stato detto da unsuo funzionario, accolto per informazioni,bensì fermato. Ma non è questo il problema:

il fatto più grave è che una carica della po-lizia sia avvenuta proprio in quest'occasionee nei confronti di quella minoranza. Quan-te volte non ci è capitato anche personalmen~te di essere apostrofati?

M A R C H I O. Insultavano i poliziottiquelLe persone ~ non so se donne o uoml~

ni ~ e questo non è possibile.

P RES I D E N T E. Interverrò io poi epreciserò, senatore Marchio, non interrompa.

S P A D A C C I A. Poche settimane fasiamo stati apostrofati come buffoni. Si trat~tava di sfrattati esasperati per le loro condi~zioni e a nessuno di noi e a nessun agente dipolizia, in Piazza Montecitorio, è venuto inmente di chiedere lo scioglimento di quellamanifestazione. Abbiamo reagito col dialogoe quando tali appellativi si sono fatti più fre-quenti, abbiamo replicato verbalmente e cisiamo allontanati. NuJJa è accaduto. Il Par-lamento non era stato certamente offeso,non erano stati offesi gli altri organi delloStato. Questo intendevo segnalare, signorPresidente.

R O S S A N D A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Su quale argomento?

R O S S A N D A. Desidero fare una di~chiarazione, a nome del nostro Gruppo, suquesto stesso argomento.

P RES I D E N T E. In via straordina~ria, sebbene la procedura non contempli ta-le eventualità, per dimostrare al senatoreSpadaccia che il Senato si attiene semprea criteri di grande equanimità e tolleranza,]e concedo la parola.

R O S S A N D A. La ringrazio, signorPresidente. Io desideravo esprimere, ancheda parte del nostro Gruppo, una viva preoc-cupazione per quello che è avvenuto. Deside-riamo avere delle informazioni più precise,ma il fatto che si sia sviluppata una carica

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17239 ~

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

della polizia contro un gruppo di manifestan-ti è in sè una cosa molto grave; e che questacarica si sia effettuata nei riguardi di personeche si trovano in una condizione di sostanzia-le discriminazione nella vita civile e che han-no avvicinato, devo dire molto civilmente, neigiorni scorsi il nostro Gruppo parlamentareper presentare i loro problemi, per chiedereun riconoscimento di condizioni dd vita pos-sibili, la cessazione di una serie di vessa-zioni e di discriminazioni, nella vita quoti-diana e nel lavoro, ci rende particolarmentepreoccupati, come sarebbe giusto essere sedovessimo temere che la polizia abbia avutoquasi un atteggiamento vendicativo nei ri-guardi di questa minoranza. Desideriamoquindi esprimere una preoccupazione moltoviva ed avere ulteriori chiarimenti sullo svol-gimento dei fatti.

P RES I D E N T E. Mi consenta, ono-revole collega, di cominciare da lei a dire chenon riesco a capire per quali motivi la poli-zia dovesse vendicarsi contro i transessuali.Proprio questo non lo capisco: è l'argomen-to ultimo che lei ha portato. Ma veniamo al-la situazione.

Nei giorni scorsi alcuni esponenti di que-sto movimento hanno chiesto di essere rice-vuti dalla Commissione giustizia ~ ed anchedai Gruppi, lo ha dichiarato l'onorevole Ros-sanda e mi ha fatto piacere ~ che si occupadel disegno di legge trasmesso dalla Camerain data, mi pare, 8 ottobre (quindi non cen-t'anni fa, ma 1'8 ottobre), e sono stati ricevutie ascoltati non dando luogo a nessun incon-veniente. Naturalmente, il presidente dellaCommissione ha spiegato come stanno le co-se in fatto di lavori in questo momento da-vanti alla Commissione stessa e non ha af-fatto negato di voler esaminare l'argomen-to; anzi ha potuto affermare che ne era giàstato iniziato l'esame, anche se qualche di-versità di opinioni si registrava circa la ra-pida approvazione del testo trasmesso dallaCamera. Sugli argomenti che si sono dibat-tuti a favore o contro di una rapida approva-zione io non entro perchè non spetta a meinterferire nei lavori delle Commissioni. Ag-giungo ~ e l'ho annunziato poc'anzi ~ chenei giorni scorsi, mi pare due giorni fa, il

Gruppo della DC del Senato, e precisamenteil senatore Rosi, ha presentato un disegno dilegge sulla stessa materia che la Commissio-ne prenderà in esame abbinandolo al prov-vedimento approvato dalla Camera.

Comunque la Commissione ha assicurato irappresentanti ricevuti che avrebbe procedu-to con la massima sollecitudine, facendo an-che presente che naturalmente la Commissio-ne giustizia ha al proprio esame altri argo-menti ~ già iscritti nel calendario dei lavoridell'Assemblea per decisione della Conferen-za dei presidenti dei Gruppi ~ che sono diuna certa importanza: non voglio dire semaggiore o minore (torno a ripetere, nonspetta a me dare giudizi sui lavori delle Com-missioni), ma di una certa importanza, qua-le, ad esempio, il passaggio dall'indulto al-l'amnistia, eccetera.

Questa mattina, quando si è verificatol'avvicinarsi al Senato di questo gruppo didimostranti, la polizia ha ritenuto bene, co-me sempre fa IÌn queste circostanze, di invi-tarli a non occupare il marciapiede antistantela porta d'ingresso del Senato, ma a ritirarsiin quel tratto di via che porta a piazza Na-vana. Questo è avvenuto sempre e da tutti èstato rispettato. Alcuni anni fa ~ alcuni diloro forse ricordano perchè erano alla fine-stra ~ un gruppo di ufficiali che sollecitavaalcuni provvedimenti relativi al pensiona-mento anticipato premeva sull'ingresso delSenato. Io uscivo dal Senato e mi permisi dichiedere al questore di riportare l'ordine espingere quei dimostranti nella corsia ago-naIe, riservata alle dimostrazioni. Questo perl'antefatto.

Stamattina non sono intervenuto; però,sentendo il baccano ~ ma questa ormai è di-ventata una delle armonie che circondano ilavori parlamentari ~ ho invitato il vice pre-sidente Morlino a ricevere una rappresentan-za dei dimostranti. Il vice presidente Morli-no Ii ha ricevuti e credo che li abbia intratte-nuti abbastanza a lungo spiegando ~ presen-

te anche il relatore del provvedimento in que-stione, senatore Jannelli ~ come stanno lecose e invitandoli ad avere fiducia nella so-lerzia della Commissione, che loro sanno conquanto zelo in queste ultime settimane siaimpegnata nei lavori parlamentari.

Senato della Repubblica ~ 17240 ~ VIII Legislatura

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

Mi risulta ~ ma questo l'ho appreso dopo,perchè alle 13,30 io non ero più in Senato ~

che ad un certo momento, verso le 14 circa,la polizia ha premuto sui dimostranti perchèsmettessero di rivolgere ingiurie al Senato.Su questo punto non ci sono equivoci. Non sisono limitati a gridare « buffoni », hanno ag-giunto «pagliacci» e « razzisti ». Ora io do-mando se in questa situazione noi possiamoprotestare contro la polizia che richiama icittadini, anche quelli che difendono una cau-sa giusta ~ su questo non ha dubbi la no-stra Commissione ~ a moderare il loro lin-guaggio. Sembra, sembra perchè non ho po-tuto fare un'inchiesta, o meglio risulta, al-meno dalle prime notizie che ho raccolto,che uno dei dimostranti abbia levato una se-dia o qualche cosa del genere contro uno de-gli agenti e a questo punto si è verificatoqualche fermo, non so a carico di chi.

M A R C H I O. Anche i tavoli e i bicchieridel bar.

P RES I D E N T E. Questo non lo sa-pevo.

M A R C H I O. Dopo aver insultato i se-natori, anche la polizia. . . Se lui si vuoI farinsultare, si faccia insultare. Io per fortunaero lontano altrimenti la rincorsa gliela avreifatta fare io a quegli amici suoi. (Interruzio-ni dall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. Senatore Marchio. . .

M A R C H I O. E mica sono Maria Go-retti!

P RES I D E N T E. Ma questo lo sap-piamo e non abbiamo dubbi in materia.

M A R C H I O. Se tu ti vuoi fare insul-tare, Valori, io no.

P RES I D E N T E. Senatore Marchio,riportiamo la questione nei termini in cui ilsenatore Spadaccia ha ritenuto opportunosollevarla ed io ho creduto mio dovere, infor-mando l'Assemblea, di precisare. Attraverso

altri strumenti, senatore Spadaccia e anchelei, onorevole collega Rossanda, potranno in-terrogare il Ministro dal quale dipende la po-lizia sull' andamento delle cose. Io non sopiù che questo e naturalmente mi riservo iostesso, nell'espletamento delle mie funzioni,di domandare chiarimenti al Ministro com-petente. Una cosa debbo dire: i dimostran-ti fino ad ora non sono mai scesi, al-meno da quello che mi risulta, a queste ba-lorde insinuazioni nei confronti dei senatori.Io credo che la polizia. . .

S P A D A C C I A. Questo devo conte-stare. . .

P RES I D E N T E. Lei non si riconoscetra i senatori? Mi pare di sì. . .

S P A D A C C I A. Devo contestare che al-tri dimostranti non si siano comportati nellastessa maniera. . .

P RES I D E N T E. Perchè, lei seguequesto sistema quando va alla Camera?

S P A D A C C I A. No. Io sono stato spessoal Senato e alla Camera in altrettali dimostra-zioni e nessuno è intervenuto.

P RES I D E N T E. A questo punto iodebbo dire: male. Se non sono intervenutidebbo dire: male.

S P A D A C C I A. Contro questa mino-ranza. . .

P RES I D E N T E. Senatore Spadaccia,perchè vuoI insistere a dire che ci sia unaspecie di partito preso? Se ci sono prove, leesibisca. Per quanto riguarda questa mino-ranza, la Camera ha proceduto, nei terminiche ha creduto opportuno, ad approvare ilprovvedimento: esso è davanti a noi da me-no di un mese e 10 stiamo esaaninando; senon ci fossero stati l'amnistia e altri provve-dimenti, a quest'ora il disegno di legge forsesarebbe stato già approvato.

Quindi su questo punto, salvo il ricorso adaltri strumenti, la questione è chiusa.

Senato della Repubblica ~ 17241 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

Svolgimento di interpellanze e di interroga-zioni sull'invio di un contingente militareitaliano nel Sinai

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca la svolgimento di interpellanze e di in~terrogazioni sull'invio di un contingente mi-litare italiano nel Sinai.

Se ne dia lettura.

V I G N O L A, segretario:

VALORI, BUFALINI, PIERALLI. ~ Al Mi~

nistro degli affari esteri. ~ Per sapere inbase a qualli considerazioni ill.Governo abbiamanifestato l'intenzione, oLtremodo grave,di partecipareaJlla forza pllurinazionale chedovrebbe operare nel Sinai, in attuazionedegli accordi di Camp David.

GM iJnterpe11anti chiedono di conoscere leragioni che hanno mosso H Governo itailia~no a compiere quello che può essere consd~derato come un passo indietro IiÌspetto al-l'iniziativa europea preannunOÌiata daJJa di~ch:iarozione sul Merna Oriente del Wirtice diVenezia, in quanto iìa supporre che la soJu-zione del problema mediorientale possa- es~sere trovata negli accordi di Camp Davidmentre tutte le più recenti prese di posi-zione, non solo del mondo arabo, ma anchedi GoveIiIJ!Ìeuropei, sottolmeano che :ill cen-tro dcl problema è la questione pallestinese.

Gli interpellanti chiedono, infilne, di cono-scere quali Mti e quali passi il Governo ita-liano Jntenda compiere verso l'Organdzzazio-ne per la liberazione della Pa1lestina perriJconoscerne ,}a[legittima espressJone del po--polo palestinese e per facilitare di conse-guenza nuove iniziative per 1la soluzione delproblema mediorientale, secOllJJOOle indica-zioni dell'ONU, nell'interesse deililapace, del~la sicurezza del Mediterraneo e deIrl'Itailia,come vengono sollecitate Stia da Paesi euro-pei che da Paesi arabi.

(2 -00357)

POZZO, CROLLALANZA, FILETTI, FINE-STRA, FRANCO, LA RUSSA, MARCHIO, MI-TROTTI, MONACO, PECORINO, PISANÙ,

PISTOLESE, RASTRELLI. ~ Al Presiden-te del Consiglio dei ministri ed al Ministrodegli affari esteri. ~ Per avere tutti i chia-rimenti in ordine alla posizione del Gover-no sul problema della partecipazione italia-na alla costituenda forza multinazionale dipace nel Sinai e per conoscere entro qualequadro di impegni internazionali la politi-ca estera italiana intenda concorrere al man-tenimento della pace nella sicurezza dellaregione del Medio Oriente.

(2 - 00359)

GRANELLI. ~ Al Presidente del Consigliodei ministri ed al Ministro degli affari este-ri. ~ Tenuto conto dell'importanza che haper la politica estera italiana la dichiarazio-ne del Consiglio europeo di Venezia relativaad una pace giusta e globale nel MedioOriente ed al coinvolgimento, nella trattati-va, dell'Organizzazione per la liberazione del-la Palestina, l'interpellante chiede di sapere:

1) per quali ragioni il Governo italianoha deciso, senza informare preventivamenteil Parlamento come aveva assicurato, l'inviodi forze militari italiane nel Sinai in anti-cipo rispetto alla decisione formale, e pos-sibilmente collegiale, di altri Paesi europei,che avrebbe accentuato il significato di pacedell'intervento, nella fase di attuazione del-l'accordo tra Egitto ed Israele, e ridottoripercussioni negative nei rapporti con glialtri Paesi arabi;

2) quale significato assume il comuni-cato di Palazzo Chigi in ordine ad un even-tuale viaggio privato di Arafat in Italia, chesembra escludere, in contrasto con le ripe~tute dichiarazioni fatte anche da precedentiGoverni, qualsiasi contatto con l'autorevolerappresentante dell'OLP che si è di recenteincontrato con il Ministro degli esteri fran-cese e con importanti personalità di variGoverni europei;

3) quale giudizio esprime il Governo sulproblema, non escluso in via di principioin impegnative dichiarazioni in Parlamento,del riconoscimento dell'OLP quale rappre~sentante di primo piano del popolo palesti~nese ai fini di un coinvolgimento di tuttele parti interessate ad un negoziato globaledi pace.

Senato della Repubblica ~ 17242 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

L'interpellante ritiene che un chiarimentosu tali importanti aspetti della nostra poli-tica estera sia urgente per consentire all'Ita-lia, nell'ambito europeo e nelle relazioni bi-laterali, di sviluppare una iniziativa quali-ficata per favorire in Medio Oriente una pa-ce globale realistica che garantisca sicurez-za e cooperazione tra tutti i popoli e tuttigli Stati della regione.

(2 -00360)

LA VALLE, ANDERLINI, GOZZINI. ~ AlPresidente del Consiglio dei ministri ed aiMinistri degli affari esteri e della difesa. ~

Per sapere:in quale politica per H Medio OruiOOte

Siiinserisca la precipitosa e fretto[osamentealI.1Q1:UllJciatadecisione di inviare un contin-geQ1:temilitare i,taLiano nel Sinai;

se tale d'nvio, nedla misura in OOIiservaa garan1'ke il ritiro is'raeliano dal SinaJ oc-cUlparo, venga accompagnato daJlla ferma ri-chiesta di un '�1'mro di Israele 'aJIlche da tut-ti gli altri territori occupatli neiJ.[a guerradel 1967, ivi compresa Ja parte araba diGerusaJemme, secondo le ddiberazio'l1:Ì del-'l'ONU;

se, nel prendere la citata decisiione, :ilnostro Governo >abbia tenuto conto de1le ri-perC'l1Jssioninegative che essa suscita in nu-merose capitali arabe, con le quaJi è ,inte-resse dell'Ita1i<a mantenere rapporti non solod'mnicizia, ma anche di reciproca fiduciae di collaborazione;

se sianO' state avviate consuJItailioni condette capiitaili per precisare i termini di unapolitica v()lLtaaLla sdluzione de\Ha questionemediorientale, che superi i 'ld;miJtie gJi uni-lateraftismi dell' ormai esauri<to « processo dipace» di Camp David e valga a coinvolgererotlti i protagonisti della crisi (isroo1iani,Paesi arabi, pallestinesi e grandi potenze)nelila ricerca e neLla rea1izzazione di unasdluzione equa per tutti;

se, aIliChe in relazione aJ nuovo rudlodhe l'ItaLia si appresta a svolgere neil:la zonacon una presenoo militare e anche alJo sco-rpo di diradare ogni sospetto sul suo signd-£]aato, il Governo non intenda procedereEillla f]nstaUlrazione di regolari rappoJ:1ti di-

pJomatioi con J'OrganizZiaziOt11leper J'a libe-razione della Pa!lestina, secondo i1 suggeri-mento formulato a]l'interno dieillo stessoOonJSiglio dei m:iJnistri.

(3 -01633)

ORLANDO. ~ Al Ministro degli affariesteri. ~ Per conoscere come l'mizialtd.va delGoverno peT la partecipaZlione dei1Il'Italia, in~Siieme ad altri Paesi europei, aillI.aforza pIu-niln:aZlionalenel Sinai si inser:iJsca nel quadroddJJla polimca per il Medio OrieIDJtealla lucedei nuov.i sviluppi emersi fin ,qUJesti uLbi,mitempi:

1) pro})lemi del dopo Sadat;2) dichiarazioni di Arefat sul1[a coesi-

stenza tm arabi ed is-rae1iani;3) dichiarazione degli ex Presidentli de-

gli Stati Uniti Ford e Carter sclJa questio-ne paJestinese;

4) contenuti del piano saudiita di me-dilazione;

5) confronto tra il piano saudita e l'dni-Z1ialtivaeuropea del Vertice di Venezia;

6) esiti della recente visita a Riad deJPresidente di turno deJl Consiglio ewropeoe MindJstro degli esteri britannico, Ilord Car-mngton.

(3 - 01644)

MALAGODI. ~ Al Ministro degli affariesteri. ~ Per conoscere i motivi e le moda-lità della partecipazione italiana alle forzedi tutela della pace nel Sinai.

(3 -01645)

DELLA BRIOTTA, CIPELLlNI, BONIVER,MARAVALLE. ~ Al Ministro degli affariesteri. ~ Dopo l'annuncio della partecipa-zione italiana alla forza multinazionale dipace che, assieme a quelle di Francia, In-ghilterra ed Olanda, dovrebbe assistere allosgombero dei territori del Sinai secondo gliaccordi di Camp David, considerato il trau-ma provocato dalla tragica scomparsa delPresidente Sadat;

ricordato lo spirito della dichiarazionedi Venezia;

sottolineati i contenuti, accettabili pertutti, del piano saudita,

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17243 ~

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

gli interroganti chiedono di sapere comeintenda muoversi il Governo, sul piano po~litko e della diplomazia, per rafforzare ilprocesso di pace nella zona e per raggiun-gere una soluzione equa e ragionevole chetenga conto sia del diritto di Israele di vi.vere in pace e nella sicurezza, sia del di~ritto del popolo palestinese alla sua auto.determinazione.

(3 -01646)

CONTI PERSINI, PARRINO. ~ Al Mini-stro degli aftari esteri. ~ Per COIllOScere con

qu~li modalità H Governo ,italiJall.lointendepartecipan;~ a!lla forza mUlltinazioITaJ1edi pa~ce nel Sinai secondo gli accordd di CampDavid, cOlliSliderando la nostra adesrione ~la({ ,dichiarazione di Venezia» per una iilllÌzia-viva di pace ne\! Medio Opiente da partede]la CEE.

(3 - 01648)

SPADACCIA,STANZANI GHEDINI. ~ AiMinistri degli affari esteri e della difesa. ~

Per conoscere le motivazioni delle decisio-

ni del Governo in medto aMa partecipa-mone di fane armate italiane ali1a forzamuJltinazionaJe nel Sinai per garantìre 1aattuazione degli accordi tra Egitto e Israele.

(3 ~ 01649)

V A L O R I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* V A L O R I. Signor Presidente, onorevolicolleghi, onorevole Ministro degli affari este-ri, credo necessario chiarire anzitutto le ra~gioni e gli obiettivi che hanno spinto il Grup~po comunista a rivolgere l'interpellanza dicui oggi si discute. Non J'abbiamo fatto soloperchè ritenevamo giusto che il Senato ot-temperasse all'impegno, che il Governo stes~so aveva assunto, di discutere i propri orien~tamenti in Parlamento prima di una deci-sione definitiva, nè solo per ribadire unanostra posizione negativa, già espressa incomunicati ufficiali di partito, al progetto dipartecipazione italiana alla forza multinazio-nale del Sinai. Lo abbiamo fatto per cercareun confronto con le altre forze politiche e

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con il Governo e per invitare il Governo stes-so ad un'ulteriore riflessione su questo pro-blema, sulla base dei più recenti sviluppi del~la situazione mediorientale nonchè dei col-loqui e dei contatti che vi sono stati in Eu-ropa.

In effetti invitiamo il Governo a rinviareuna decisione che consideriamo sbagliata, pe~ricolosa, ma anche avventata, precipitosa edintempestiva. Ormai, a distanza di un suffi-ciente periodo di tempo, un giudizio su CampDavid può essere pronunciato. Voglio ricor-dare, onorevole Colombo, che gli stessi giudi-zi del Governo italiano sulla questione diCamp David sono stati sempre molto cauti.Voglio ricordare ancora come lei, nell' ottobredel 1979, dichiarava che di fronte al pro~cesso di divaricazione che si era creato nelmondo arabo si rendeva da parte italiana ne-cessario «cogliere e incoraggiare ogni ele~mento suscettibile di giovare alla ricompo~sizione dell'unità araba, che viene giudicataindispensabile perchè si possano compierepassi definitivi verso la pace nel Medio Orien-te ». Tralascio altre dichiarazioni rilasciateda altri ministri degli esteri, ma di spiritoanalogo: parlo dell'onorevole Moro, parlodell'onorevole Forlani, dell'onorevole Mal-fatti, sempTe estremamente cauti sulla que-stione mediorientale e aperti ~ vorrei citarea questo proposito il Presidente del Senatoquando era Ministro degli esteri ~ alle istan~ze, alle necessità e ai problemi del mondoarabo.

Credo di non interpretare male la linea deiGoverni italiani se la riassumo in un giudiziocondizionato su Camp David, condizionatocioè alla possibilità di sbocchi più ampi e po-sitivi. Ora la situazione è tale da confern1arela nostra valutazione dei pericoli e dei rischiche la manovra di Camp David comportava:dico queste cose perchè il Governo nella suadecisione si richiama sempre a Camp David.

Onorevoli colleghi, ci sono due cose chenon possiamo sottovalutare in relazione aquell'accordo. Camp David si concretizza do-po il memorandum del 10 ottobre 1977, ab-bandonandone il principio informatore di uncoinvolgimento in una conferenza internazio-nale di Israele e di tutti i paesi arabi, per as-sicurare la pace e la coesistenza tra tutti i

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3291'- SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 198'1

popoli e gli stati della regione, riconoscendoi diritti dei palestinesi. Quel memorandum,affidava agli Stati Uniti e all'URSS il compitodi promuovere oongiuntamoote gli incontrinecessari.

C'è stato qui, onorevole Colombo, qualcunonella Democrazia cristiana che ha sollevatoun'ipotesi, cioè che lo stesso processo di di-stensione sia andato in crisi nel momento incui si rovesciava questa linea per la politicamediorientale proponendosi due cose: l'e-marginazione dell'URSS e la fuoruscita del-l'Egitto dal campo arabo. Pronunciamo ungiudizio sereno su Camp David, sui suoi ri-sultati, e lei sa che da parte nostra sono sta-ti visti gli aspetti negativi, ma non abbiamo'nascosto l'interesse per eventuali sviluppipositivi. Camp David non ha impedito gli in-sediamenti israeliani nei territori occupati;non ha impedito l'intervento e la tragedia delLibano; non ha impedito l'attacco israelianoalla centrale nucleare dell'Irak; non ha miti-gato la posizione egiziana; non solo ha impe-dito un superamento delle divaricazioni delcampo arabo, ma addirittura difficoltà cre-scenti si manifestano negli stessi rapportitra Egitto e Israele per l'attuazione degli ac-cordi.

Se vogliamo, quindi, essere realisti il pro-blema non è di richiama:rci ad' un astratto,ipotetico spirito di Camp David per giusti-ficare la decisione italiana, ma dobbiamo te-ner presente che è necessario condurre laquestione mediorientale fuori dalle secchedi Camp David. Questo è il senso di una seriedi prese di posizione dei paesi: europei, dellaComunità europea, ma anche, come ella sa,di alcuni ambienti non ultimi degli Stati Uni-ti d'America..

n punto di riferimento, dunque, per le de-cisioni del Governo italiano non può essereun astratto riferimento agli auspici sugli svi-luppi di Oamp David, ma l'attuale realtà in-ternazionale. Del resto a noi sembrava, ono-revole Ministro degli esteri, che anche il Go-verno italiano in un primo momento se nefosse reso conto; basti riguardare il resocon-to sommario della Commissione esteri. n mi-nistro Colombo stesso aveva posto una seriedi riserve nei confronti della richiesta egi-ziana per l'invio di un corpo simbolico di

truppe italiane a presidio dei confini conIsraele. n Governo pensava alla correspon-sabilità degli altri paesi europei, alla posi-zione in cui si collocherebbe un'eventualepartecipazione nei confronti del processo diCamp David, all'interpretazione che ne pote-vano dare i paesi arabi.

Allo stato dei fatti, onorevole ministro Co-lombo, non esiste nessuna delle tre condi-zioni che ella ha citato. Non esiste ancora, al-meno per ora, quella copertura della Co-munità europea e dei paesi europei cui il Mi-nistro si riferiva. Lei sa che alouni paesi 'so-no nettamente contrari a questo intervento,altri pongono delle condizioni, altri ritar-dano le loro decisioni. Negli stessi incontriche ci sono stati in queste settimane si è ve-rificata una molteplicità, una diversità di po-sizioni.

Allora c'è da domandarsi come mai e per-chè il Governo italiano, già di fronte a que-sto problema, abbia voluto precipitare le co-se. A chiarire del resto con nettezza la que-stione fra una corresponsabilità europea nel-l'operazione e la realtà dei fatti, c'è stata lastessa posizione israeliana. Gli israeliani han-no posto e pongono con discorsi ufficiali dellecondizioni abbastanza precise per la parte-cipazione di paesi europei alla forza multi-nazionale: riconoscere Camp David comeunica base di riferimento per il futuro; rifiu-tare ogni progetto alternativo; non richia-maJrsi al vertice di Venezia e non accettare,neanche'come ipotesi di lavoro, il piano Fahd.

Voglio ricordare, onorevole Colombo, quel-lo che il Ministro della difesa israeliano hadetto al parlamento israeliano: «Sono ottoi punti del piano Fahd; noi rispondiamo conotto villaggi israeliani nelle terre occupate daIsraele ». Questa è stata la risposta sprezzan-te per una delle questioni delle quali conmaggiore interesse si discute oggi.

Questa è una realtà della quale dobbiamotener conto. Ma c'è su questa questione unacomprensione e un superamento delle divari-cazioni da parte dei paesi arabi? Non c'è. Ipaesi arabi sono stati abbastanza moderatinel considerare la decisione europea. Hannodetto che questa decisione europea si collocain una linea assolutamente opposta a ogniprogetto di pace globale nel Medio Oriente.

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11 NOVEMBRE 1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

Ma il mondo arabo ci ricorda un'altra cosa:ci ricorda il vertice di Venezia. Il mondo ara-bo ci ricorda il richiamo del documento diVenezia alle risoluzioni 242 e 338 dell'ONUsul diritto all'esistenza e alla sicurezza di tut-ti gli Stati della regione, ivi compreso Israe-le, e sul diritto alla giustizia per tutti i po-poli, ciò che implica il riconoscimento deidiritti incomprimibili del popolo palesti-nese.

Ora, la premessa sulla quale si basano tut-to lo spirito e tutte le cose delle quali si di-scute in questi giorni è: solo entro i limiti diCamp David, niente al di fuori di Camp Da-vid, niente r.iconoscimento dei diritti legitti-mi del popolo palestinese, niente partecipa-zione dei palestinesi alle trattative. Non c'èquindi una giustificazione per la decisionedel Governo italiano.

Ma io vorrei anche dire che questa decisio-ne è ancora più sbagliata, se si tiene contodelle novità che la situazione presenta rispet-to al quadro di qualche tempo fa. Non ri-chiamiamoci solo a Camp David, vediamo gliavvenimenti successivi. Dalla Francia è ve-nuta la dichiarazione sui princìpi a cui siispira la politica estera nel Medio Oriente, il-lustrata da Mitterrand e dal ministro degliesteri Cheysson; non bisogna richiamarsi aMitterrand solo quando fa comodo bisognaanche ricordare che il ministro degli este-ri Cheysson è andato nel Libano e si èincontrato con i dirigenti della resistenzapalestinese. Dalla Grecia è venuto il ricono-scimento dell'OLP, dalla Gran Bretagna èvenuta la missione Carrington, dal mondoarabo ~ questa è la cosa più interessante se-condo noi ~ sono partiti altri segnali sia daparte dell'OLP durante e dopo il viaggio diArafat in Cina e in URSS (ricordiamo cheArafat tra l'altro è stato ricevuto in Giappo-ne), sia da parte di Hussein di Giordania nelviaggio che ha fatto negli Stati Uniti, sia, infi-ne ,con il piano Pahd che rappresenta unasvolta profonda di tutta la questione medio-rientale, con gli echi che esso ha avuto. Nonè che noi vogliamo sposare il piano Pahd: di-ciamo però che è un'ipotesi di lavoro interes-sante e importante, come hanno detto paesiarabi e come dicono paesi europei.

Su questo, onorevole Ministro, le chiedia-mo nella sua risposta una presa di posizioneprecisa. Si tratta infatti di sapere cosa pensal'Italia in proposito. Ma c'è un altro aspettoestremamente significativo nell'atteggiamen-to dell'Arabia saudita. Ho accennato primaal tentativo di emarginazione dell'Unione So-vietica dal settore mediorientale: non vi diceniente, onorevoli colleghi, il fatto che propriol'Arabia Saudita affermi che per una paceglobale nel Medio Oriente occorre il coinvol-gimento dell'Unione Sovietica? Ritorniamocioè, sotto certi aspetti, alle ipotesi di unapresenza delle grandi potenze, formulate asuo tempo nel memorandum dello ottobre1977.

Ecco perchè riteniamo che le decisioni sia-no sbagliate, avventate e precipitose e insi-stiamo nel credere che la via da percorreresia invece quella indicata da queste molte-plici iniziative a cui l'Italia deve contribuire,perchè sia percorsa la via del negoziato tratutte le parti. Ho partecipato ieri mattina auna tavola rotonda su tale questione in cuiha parlato il rappresentante dell'OLP in Ita-lia; egli ha invocato un ruolo dell'Europa maha detto subito: sappiamo che l'Europa nonha nè la forza nè la possibilità nè l'utilità diimporre una sua soluzione nel Medio Oriente.Ha poi aggiunto: noi chiediamo all'Europadi svolgere profondamente un ruolo di me-diazione in questa situazione, ruolo che l'Eu-ropa può svolgere.

La decisione che viene presa non consen-te questo ruolo di mediazione, perchè i casisono due, onorevole Colombo: o voi andatenel Sinai accettando le condizioni israeliane,e allora rompete ogni ponte col piano Pahd,col vertice di Venezia, con i paesi arabi, conuna prospettiva futura; oppure voi non le ac-cettate, ma allora l'iniziativa di per se stes-sa è destinata a cadere e si dimostra preci-pitosa, sbagliata e intempestiva.

Vorrei ora sottolineare il problema (e miavvio alla conclusione) dei rapporti conl'OLP da parte del Governo italiano. Lei, ono-revole Ministro, è stato molto equilibrato ~

nè da parte nostra vi è stata una forzaturaalla Commissione esteri su questo argomen-to ~ ma qui bisogna anche decidersi. La que-stione deve uscire finalmente dal limbo delle

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dichiarazioni di buona intenzione. Quanti so~no i paesi che già riconoscono l'OLP, paesi ad-dirittura legati da vincoli ben precisi con lapolitica americana? Dal nostro punto di vi-sta siamo convinti che qui c'è il nocciolo del~la questione ed ecco perchè siamo nettamen~te contrari all'iniziativa del Governo italia~no: infatti non solo questa iniziativa non tie-ne conto dell'esperienza fallimentare di CampDavid, non solo non tiene conto delle nuoverealtà, delle nuove proposte del mondo ara~bo e dei passi compiuti da alcuni paesi euro~pei, ma va nella direzione opposta a una ne~cessaria iniziativa italiana verso l'OLP.

Onorevole Colombo, ci dica quello che ellavuoI fare in questo senso; ci precisi quali ini~ziative vuole prendere. Ella ha detto che itempi non sono maturi per il riconoscimento,mentre noi riteniamo che i tempi siano statiabbondantemente superati: la Francia ha as-sunto una sua iniziativa, ha mandato il mini-stro degli esteri a parlare con i dirigenti del~l'OLP; altri paesi hanno ricevuto Arafat; èbastato parlare in Italia di una possibilità diun viaggio di Arafat, non invitato dal Gover~no italiano ma per un convegno in Italia, edè uscito fuori un comunicato molto stranoda parte di Palazzo Chigi sulla questione.Ora, onorevole ministro Colombo, dobbiamotener conto che qui si tocca la questione es-senziale perchè se una questione mediorien~tale esiste, è perchè esiste una questione pale~stinese.

Non si può dimenticare che vi sono un mi~lione e mezzo di palestinesi cacciati dal ter~ritorio oggi governato da Israele; che vi sonotre milioni e mezzo di palestinesi in tutto ilmondo arabo. Quando si parla del Libano,non si può dimenticare che vi sono mezzo mi~lione di pa:lestinesi nel Libano; è inutile cita-re le cifre riguardanti la Giordania e altripaesi. A ciò si deve aggiungere addiritturaquello che è stato ricordato da un collega delnostro Gruppo, dal senatore Vecchietti, neldibattito alla Commissione esteri, cioè chefra qualche anno in Israele la maggioranzadella popolazione sarà araba, e non di ori~gine israeliana-ebraica. Allora il problemadei palestinesi non si può accantonare e difronte ad esso qualche cosa bisogna fare,qualche iniziativa bisogna prendere.

Non possiamo ignorare questa realtà. Ara-fat ha detto una volta: «La pace e la guerracominciano in Palestina» ed ha aggiuntouna cosa sulla quale vale la pena di riflette-re. «Abbiamo proposto due soluzioni; nel1969 formulammo la nostra prima opzione:uno Stato democratico e laico nel qualeebrei, cristiani e mussulmani potessero con~vivere su un terreno di uguaglianza; ma essafu respinta in blocco. Nel 1974 e nel 1977 of~frimmo una seconda soluzione, nella qualesottolineavamo che eravamo pronti a costi-tuire il nostro Stato palestinese indipenden~te in qualsiasi luogo da cui gli israeliani sifossero ritirati e che fosse stato liberato,qualsiasi luogo ». Qui nasce l'ipotesi sullaquale bisogna discutere di uno Stato palesti-nese. L'intervista è stata concessa nel 1981.

Dobbiamo quindi concludere che ogni so~luzione che prescinda dalla questione palesti~nese è illusoria: di questo si deve rendereconto il Governo italiano. Non si tratta diuna sistemazione di profughi, di una questio-ne di formule, ma si tratta di una questioneimprescindibile per porre termine a un tor~mentato processo storico e inserirsi risolu-tamente, come vuole l'OLP, nel processo didiplomatizzazione che essa stessa ha sceltonel corso di questi anni e che ha cercato difavorire. Ecco perchè chiediamo al Governocosa vuoI fare in questa direzione al fine diaffrontare in modo essenziale la questionedella pace nel Medio Oriente.

Onorevole Ministro, cosa si oppone a que-sto? In questi giorni si sono avute varie indi~screzioni di stampa; noi non ne siamo infor~mati, ma debbo dire che, se non siamo infor-mati di tutte le realtà e di tutte le pressioniche sono state fatte sul Governo italiano,neanche il Governo italiano è molto informa~to su quello che c'è attorno a questa questio-ne, nè è informato sulle reazioni israeliane esu quelle del mondo arabo. Si parla ufficial~mente di passi compiuti dagli Stati Uniti diAmerica sugli ambasciatori dei paesi che do-vrebbero partecipare alla forza multinaziona~le nel Sinai. Cosa ci può dire in proposito?Cosa sono questi passi? Di che si tratta? Qua~li sono i condizionamenti?

Esiste un obiettivo degli Stati Uniti ~

non siamo noi a dirlo, lo ha detto il pre-

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j 1 NOVEMBRE 1981329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

sidente Reagan ~ volto a unire Egitto, Israe-le e una parte del mondo arabo in un di-segno militare, non solo politico, in chiaveantisovietica. È possibile che questo pianosia destinato a fallimento, ma vorrei porreuna questione: l'Europa cosa ha a che farecon esso? Per questa strada non si arriveràad una situazione di sicurezza nel Mediterra-neo, ad una situazione stabile nel MedioOriente. Possiamo subordinare a questo pia-no la politica italiana, la politica estera delnostro paese? Alla vigilia del vertice euro-peo, chiediamo ancora una volta al Gover-no italiano di seguire una linea di soluzio-ne del problema mediorientale secondo gliinteressi dell'Europa e la sicurezza del Medi-terraneo, e di operare di conseguenza le ne-cessarie scelte. Ogni altra soluzione si in-serirebbe in una diversa strategia, ostile almondo arabo, nociva alla causa della disten-sione, della pace e della sicurezza nel MedioOriente; sarebbe un atto profondamente sba-gliato e pericoloso, oltrechè precipitoso einopportuno.

Onorevole Ministro degli esteri, il Presi-dente del Consiglio si lamenta del fatto chespesso lo definiamo come il primo dellaclasse in alcune scelte di politica estera. Cer-to la decisione presa il 10 agosto su Comi-so, questa decisione affrettata, potrebbe an-che dimostrare questa tendenza, ma voglia-mo evitare questa espréssione nei confron-ti del Presidente del Consiglio. Quello cheperò non possiamo evitare è di sottolinea-re che per responsabilità di questo Gover-no l'Italia non sarà, come abbiamo dettoqualche volta, il primo della classe, ma ècomunque in coda per le iniziative di poli-tica estera rispetto a tutto il resto d'Euro-pa. E noi le chiediamo, al termine di que-sto dibattito, di rassicurarci almeno sullacapacità e possibilità di iniziativa italianaed europea su questo problema. (Applausidall' estrema sinistra. Congratulazioni).

P O Z Z O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

P O Z Z O. Signor Presidente, onorevoleMinistro, onorevoli colleghi, noi riteniamo

di porre con la nostra interpellanza, presen-tata a nome di tutto il Gruppo del Movimen-to sociale italiano-destra nazionale, un inter-rogativo di fondo che aiuti in un certo sen-so il Governo ad uscire definitivamente dal-le nebbie londinesi della recente visita delPresidente del Consiglio e del Ministro de-gli esteri, ed a parlare in termini di asso-luta chiarezza.

Ci rendiamo perfettamente conto di quan-to le ambiguità e le contraddizioni della no-stra politica interna concorrano a rendereincerte le iniziative in politica estera, anchequando esse sembrano contrassegnare unasorta di realistica e positiva disponibilità aridisegnare le linee di comportamento delnostro Governo dinanzi ai movimenti di as-sestamento in atto nel mondo politico inter-nazionale, cioè in termini di difesa opera-tiva della pace mondiale e di messa a pun-to dei necessari dispositivi di sicurezza neirapporti Est-Ovest, per esempio in Europa,ma soprattutto nel Medio Oriente e nel Me-diterraneo. Sicchè i nostri interrogativi cir-ca la dichiarazione di disponibilità del Go-verno italiano alla partecipazione di nostreforze armate alla forza di pace internazio-nale che dovrà controllare le penisola delSinai dopo il ritiro delle truppe israeliane,previsto per la primavera del 1982, non vo-gliono minimamente suonare pessimistici oallarmistici, ma sono rigorosamente realisti-ci, responsabili, rivolti contestualmente allaproblematica interna del nostro paese e aquella internazionale.

Noi ci chiediamo quale peso possa avere,per esempio, la fluidità nei rapporti tra ilGoverno Spadolini e il Partito comunista,instauratasi anche recentemente con la di-sponibilità comunista per un confronto sul-la legge finanziaria, nel quadro di decisio-ni internazionali che implicano invece as-sunzioni di responsabilità che sono alterna-tive a scelte di fondo di questo genere. Cichiediamo fino a che punto la pressionecomunista su questo Governo, esercitata at-traverso un'alternanza di minacce o di ri-chiami discorsivi, come quelli del senatoreValori, possa deteriorare e comprometterela piena coerenza e libertà della presenza epartecipazione italiana ad una forza milita-

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329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

re di pace che, bene o male, rappresentapur sempre un impegno serio e responsabi~lità morali, politiche e civili nei confronti dinostri uomini inviati in una regione esplo~siva come il Sinai. Si dovesse anche limi~tare, come si dice, a poche unità della no~stra marina militare incaricate di pattuglia~re Ja zon<\ di Sharm el Sheick, una missio~ne di così alta importanza dovrebbe comun~que imporre l'adesione almeno morale e ci~vile di tutte le forze politiche.

Ma, signor Ministro, noi abbiamo l'im~pressione che nemmeno in una circostanzacome questa le forze che sostengono ilGoverno siano tutte d'accordo col Gover~no stesso. Si dice che almeno cinque mini-stri avrebbero, secondo indiscrezioni di stam-pa non smentite, espresso riserve circa lapartecipazione italiana alla forza di pace nelSinai. Siamo di avviso, nel dichiararci favo~revoli alla missione di una rappresentan-za delle nostre forze armate in tale dispo-sitivo militare internazionale di pace, cheessa però debba stimolare un momento dieccezionale solidarietà ed unità nazionale.Non ci sembra che possano essere tollera-bili giochi politici o fughe di responsabili-tà nè a livello di governo nè a liveUo del-le forze politiche di potere, nel momento incui si decide che una rappresentanza quali-ficata dei nostri militari venga comandataad un necessario, ma in una certa misurarischioso, dovere.

Il Governo ha già ribadito che l'operazio-ne, subordinata alla condizione di una con-vergenza britannica, francese e olandese, par~te da una posizione rigorosamente comunefra gli europei, rifiutando la parte di pri-mi della classe per eccesso di zelo filo-ame-ricano. Noi contestiamo al Governo che nonc'era nessuna necessità comunque di mo-strare zelo verso gli americani, perchè il qua~dro politico mondiale è tutto in movimen-to e l'Italia non può non tenerne conto enon può non tener in conto, in particola~re, gli eventi molto gravi della crisi me-diorientale che hanno reso sempre più esplo-siva la situazione; ultimi in ordine cronolo-gico: il blitz aereo libico della Sirte, la mor~te per assassinio di Sadat, la conseguentevendita degli Awacs all'Arabia Saudita, le

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manovre americane in Egitto che sono ap-pena iniziate per poi proseguire in Sudan,Somalia e Oman.

Si tratta di un quadro complesso, dram~matico, nel quale i sondaggi per la pace fraIsraele e gli arabi avvengono in uno statodi confusione generale, che rende semprepiù urgente il coordinamento fra i paesi del-la Comunità europea e gli Stati Uniti; il chefrancamente non ci sembra che si sia veri~ficato e in ogni caso non si è verificato perintero e al momento giusto. Ma un fatto ètener conto dei vari elementi di movimen-to e di stimolo verso nuovi assetti dellasicurezza e della pace nel Mediterraneo edun conto è ~ come afferma l'onorevole Si-gnorile del Partito socialista, e non sololui, perchè tutte le interrogazioni e le inter~pellanze, al di fuori della nostra, chiedonoin definitiva le stesse cose da più parti po-litiche ~ rifiutare la partecipazione alla for-za di pace nel Sinai perchè essa cambiereb-be !'immagine dell'Italia nel Medio Oriente.

Meglio bilanciare questa vecchia e con~traddittoria immagine, cara all'ultimo decen~nio della nostra politica estera, anzi ~ so-

stiene Signorile ~ meglio controbilanciareogni sospetto di mutamento di indirizzo diquella linea ambigua e pericolosa che ci hafin troppo ,legati alle avventure di Gheddafinel Medio Oriente, in Africa, in particolarein Etiopia, con il riconoscimento dell'OLPche viene sollecitato pesantemente dal Par-tito comunista e da tutte le parti politiche,compresa una parte della Democrazia cri-stiana, se devo ritenere che il senatore Gra~nelli, autorevolmente come sempre, rappre-senta l'opinione del partito di maggioranzarelativa.

E allora, essendo i comunisti alla testadi questo processo di contestazione dellescelte del Governo fino al punto di minac-ciare, nella stagione delle marce antiameri-cane e antimilitariste, il loro rifiuto alla for-za di pace e insieme la richiesta di ricono~scimento dell'OLP, questa sollecitazione sispinge fino all'appello alla piazza che noiabbiamo denunziato e che è stato pubblica~to sull'« Unità» del 31 ottobre scorso, conun tono diverso certamente da quello di-scorsivo e cauto del senatore Valori di oggi.

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329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO Il ~OVEMBRE 1981

Comunque sono gli atti ufficiali del Partitocomunista quelli che contano, quelli con iquali si chiede la mobilitazione delle orga~nizzazioni del partito contro la partecipa-zione delle forze armate italiane alla forzamultinazionale di pace nel Sinai, definendo~la un'avventura di guerra.

Ciò che noi teniamo a sottolineare in que~sta circostanza è che la posizione del Par-tito comunista riflette, con quel documentopubblicato sull'« Unità» del 31 ottobre scor~so, gli interessi, la strategia, le posizioni uf~ficiaJi dell'Unione Sovietica in proposito. Laminaccia esplicita di mobilitare l'apparatodi base del Partito comunista è in piena sin~tonia con i segnali di avvertimento che l'im~perialismo sovietico fa pervenire ai popolimediterranei attraverso Gheddafi.

La Libia viene invitata dall'Unione Sovie~tica proprio in questi giorni ad aprire nuo-ve basi e a considerare le manovre america-ne in Egitto come una prova generale del~la invasione del territorio libico. Va soloricordato, a questo proposito, che vi sonogià 1.300 consiglieri militari sovietici in Li~bia e che tutto il territorio formicola di mez~zi corazzati forniti dall'Unione Sovietica, aiquali si aggiungono gli armamenti pesantivenduti, contrabbandati o scambiati com~mercialmente in tutti questi anni dai variGoverni italiani.

In un quadro siffatto le nostre preoccu.pazioni maggiori sono rivolte all'influenzache la pressione comunista continua ad eser-citare sul Governo del nostro paese ed allamancanza di risposta politica a questa sortadi permanente ricatto del Partito comunista,esercitato con durezza sulle scelte di politi~ca estera che il Governo è tenuto ad assu~mere, in linea con i suoi impegni verso gliStati membri della CEE, con le sue allean-ze, con i suoi propri e naturali interessi incampo internazionale.

~oi riteniamo molto grave e significati-vo che il Partito comunista abbia così sco-pertamente minacciato di ricorrere ad unacampagna di intimidazione e di pressionepsicologica, politica e propagandistica perimpedire la partecipazione delle forze arma-te della nazione ad una operazione multina-zionale che viene richiesta dagli Stati inte-

ressati proprio a garanzia del pacifico svol~gimento della riconsegna della penisola delSinai, giusta gli accordi di Camp David.

La nostra posizione è dunque molto at-tenta, molto serena, rivolta allo sviluppo de~gli eventi secondo un'ottica realistica e nonpreconcetta degli sforzi che devono esserefatti in Medio Oriente per porre fine al con-flitto arabo-israeliano e, quindi, delle neces~sarie iniziative e della partecipazione italia-na, muovendo da una chiara visione del no~stro ruolo in Europa a livello comunitarioe nel mondo occidentale, come elemento diriequilibrio tra le aspirazioni politiche uni~tarie dell'Europa e un nuovo assetto dei rap-porti Est-Ovest, che privilegi la sicurezzarispetto a scontate formule pacifiste o neu~traliste o di disimpegno, che rappresentanovere e proprie coperture al piano di espan-sione politica e militare e di destabilizza~zione nel Mediterraneo, in Europa e in Afri-ca da parte dell'Unione Sovietica.

Tutto ciò considerato, ci auguriamo cheil Ministro degli esteri voglia fornire le no~tizie che riterrà, quanto più necessariamen~te e approfonditamente 10 riterrà, circa icolloqui avuti con il Ministro degli esteribritannico sulla questione dei rapporti Est-Ovest, sul previsto viaggio del presidenteSpadolini in Polonia e sulle divergenze chela stampa ha annotato tra le posizioni del-lo stesso ministro Colombo e quelle del Pre~sidente del Consiglio, che sarebbero affio~rate nel corso dei colloqui londinesi, conriferimento al problema della cooperazionepolitica che va sotto il nome di piano Gen~scher-Colombo, che secondo dichiarazioni at~tribuite al presidente Spadolini «sembraincontrare scarsi entusiasmi ».

In particolare chiediamo di conoscere conchiarezza la posizione del Governo rispettoal problema del riconoscimento dell'OLP,richiesto dal Partito comunista e da moltealtre parti politiche in questa circostanza,dichiarando da parte nostra la più apertadiffidenza nei confronti di questa organizza-zione per tutte le ragioni che più volte ab.biamo motivato, e che coinvolgono la lottacontro le centrali del terrorismo internazio-nale e le necessarie misure di cautela e disicurezza che raccomandiamo, anche su que-

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17250 ~

11 ~O~BRE 1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sto punto, proprio come contributo al raf~forzamento delle condizioni di sicurezza nelMedio Oriente e nel Mediterraneo. (Applau~si dall' estrema destra. Congratulazioni).

G R A ~ E L L I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. ~e ha facoltà.

* G R A ~ E L L I. Signor Presidente,onorevole Ministro, onorevoli colleghi, hofatto ricorso allo strumento dell'interpellan-za sia per poter esprimere con compiutezzail mio pensiero in ordine ad una questionedi grande delicatezza sia per usufruire po~sitivamente di un dibattito parlamentare im~portante come questo in ordine alla diffici-le e delicata situazione che si è creata nelMedio Oriente.

~on c'è dubbio che la situazione in questaregione del mondo così vicina a noi e cosìdeterminante per il destino della pace, nonsolo locale ma mondiale, pone, soprattuttodopo il grave attentato che ha portato allamorte il presidente Sadat, dei problemi diestrema importanza circa il futuro dei con~flitti che sono in atto. È evidente che, oltrea questo rischio di destabilizzazione e di ag-gravamento, si sono messi in movimento davarie parti degli spunti e delle iniziative chepotrebbero anche creare delle situazioni nuo-ve, da non lasciar cadere ~ soprattutto dalpunto di vista europeo ~ rispetto all'obiet~tivo di costruire una pace globale, giusta eduratura, nel Medio Oriente.

Mi riferisco all'insieme di avvenimenti chemolto opportunamente il collega Orlando nel-la sua interrogazione ha diligentemente elen~cato, cioè non solo alle importanti dichiara-zioni di ex-presidenti degli Stati Uniti comeFard e Carter, che hanno riconosciuto per laprima volta l'opportunità di una diversa va~lutazione del problema palestinese, non soloalle dichiarazioni di Arafat a Tokio, che co-minciano ad aprire uno spiraglio sul proble~ba del riconoscimento dell'esistenza delloStato di Israele come elemento di equilibriodell'intera zona, ma anche all'interessantepiano dell'Arabia Saudita, uno dei paesi ara~bi più moderati, in ordine al raggiungimentodi un equilibrio più stabile e di più ampiorespiro nel Medio Oriente.

A me sembra che questi fattori di preoc-cupazione e questi elementi di novità si in-treccino e creino una condizione estremamen-te favorevole per un'iniziativa europea più de~cisa, che tra l'altro si muova non su un ter-reno astratto, ma su un terreno che ha giàavuto le bue fondamenta nella decisione delConsiglio europeo di Venezia del giugno 1980,dove tutti i paesi della Comunità sono staticoncordi nel dire che bisognava procedere,dopo i primi risultati raggiunti, verso una pa-ce globale che riconoscesse un'entità statalepalestinese, e che bisognava coinvolgere nel~la trattativa tutte le parti interessate e quin-di anche, per il ruolo di primo piano che es-sa esercita, l'Organizzazione per la liberazio~ne della Palestina.

Faccio riferimento proprio a queste deci~sioni del vertice di Venezia, che sono addi-rittura di respiro più ampio di quella che èstata !'iniziativa dell'Italia, che pure in quelperiodo non a caso svolgeva la funzione im-portante di presidente di turno della Comu-nità. Devo dire con tutta franchezza che, pro-prio in riferimento a queste decisioni di Ve-nezia e alla situazione che è venuta a orearsinel Medio Oriente, ho registrato con una cer-ta perplessità e con qualche preoccupazionela decisione del Consiglio dei ministri diesprimere in maniera unilaterale, almeno peril momento, sotto il profilo formale la dispo-nibilità dell'Italia a partecipare alla forzamultinazionale di garanzia nel Medio Orien-te, nel quadro dell'attuazione degli accordi diCamp David. Voglio essere molto preciso suquesto punto. Anche nel dibattito che stiamosvolgendo sono emerse posizioni diverse chenon sono nuove: ci sono state forze politicheche hanno contestato dagli inizi gli accordi diCamp David come non suscettibili di rag~giungere obiettivi importanti per la pace inMedio Oriente. Ricordo che la nostra posi~zione è sempre stata quella di ritenere inveceestremamente importante il dialogo tra Egit-to ed Israele ed estremamente utile un accor~do che portasse a primi risultati di pace, acondizione che questi risultati non fosseroconsiderati conclusivi, ma fossero il primopasso di un processo graduale verso la solu-zione di tutti gli altri problemi.

Non credo quindi che questo sia il momen~to di dare spazio a polemiche O a considera~

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zioni sugli accordi di Camp David: sarà lastoria a giudicare con più pertinenza. Quel~lo che dobbiamo valutare noi è se i risultatiche sono stati raggiunti in un primo accordodi pace tra Egitto e Israele sono suscettibilidi quella evoluzione ulteriore che a Veneziaè stata sottolineata e in quale misura le de~cisioni che andiamo a prendere favorisconoo non favoriscono questo processo.

Inviterei ~ invito me stesso, ma invito tut-ti ~ a riflettere sul problema della parteci~pazione dell'Italia e di altri paesi europei al~la forza multinazionale di pace in MedioOriente, perchè questo è un problema di unacerta delicatezza. Non si può in maniera sche~matica atteggiarsi in posizioni favorevoli ocontrarie. Noi dobbiamo avere anche la pre-occupazione che una mancata risposta daparte dei paesi europei sulle garanzie da for~nire per l'attuazione di questa parte dell'ac-cordo di Camp David potrebbe costituire unpretesto per la non restituzione all'Egitto deiterritori del Sinai e per l'arresto di quei datipositivi che noi avevamo raggiunto con quel~!'intesa.

Pertanto non c'è una posizione pregiudi~ziale, di principio, contrastante con la ne-cessità di favorire, anche sotto questo profi-lo, questa tappa di pace che è estremamenteimportarnte. Questo, anche per le dichiara~zioni che lei, signor Ministro, ha fatto allaCommissione esteri del Senato e in altresedi, era risaputo. Non oredo che fosse ne~cessaria una riunione del Consiglio dei mini-stri per affermare il principio che l'Italia nonsi sarebbe sottratta al suo dovere di dare uncontributo anche alla forza multinazionaledi garanzia e di pace per la restituzione deiterritori del Sinai all'Egitto, qualora questofosse stato concordemente deciso ed avviatoalla risoluzione.

Quello che non sono ancora riuscito a ca-pire ~ e san sicuro che le dichiarazioni delMinistro porteranno elementi di maggiorecomprensione ~ è il perchè di una riunionedel Consiglio dei ministri che in maniera for~male, autorevole, solenne, dichiara la dispo-nibilità dell'Italia a compiere questo passo,prima che altri paesi europei insieme con noi~ o !'intera Comunità economica europea ~

avessero assunto una posizione di questo ge-nere.

Questo è un elemento di obiettiva preoccu~pazione per due motivi, signor Ministro: ilprimo riguarda l'Europa più che il MedioOriente. Non c'è dubbio che una decisione deiDieci di compiere un atto di rilievo, comequello di mettere a disposizione delle forzeper garantire l'attuazione di un accordo dipace, elaborata in modo tale che questo av~venimento non si trovasse in contraddizionecon le dichiarazioni di Venezia, avrebbe raf~forzato la cooperazione tra i paesi membridella Comunità sul terreno della politica este-ra. Questa non sarebbe stata una dichiara~zione di principio, ma un atto concreto deiDieci che in una situazione delicata, comequella del Medio Oriente, non solo avrebbeconsentito di compiere un atto di presenzae di garanzia per l'attuazione di un accordo,ma, per il modo e nel contesto nel quale que~sta decisione collegiale poteva essere presa,avrebbe favorito un ulteriore sviluppo diquesta cooperazione.

Il secondo è che una decisione dei Dieci, ocomunque una decisione più collegiale deipaesi che sono portati a compiere questo in-tervento nel Medio Oriente, collocata, comedicevo prima, all'interno della dichiarazionepolitica di Venezia, avrebbe forse impeditoquella diffidenza e quella ostilità di altri pae-si arabi verso questo passo di alcuni paesieuropei che rischia di mettere in grave diffi-coltà l'attuazione delle dichiarazioni di Ve~nezia.

Pertanto mi sembra che, sia per rafforzarela cooperazione in politica estera tra i paesidella CEE, con un atto di rilievo, sia per nonentrare in contraddizione con le dichiarazio-ni di Venezia e mantenere aperto un dialogocon tutti i paesi arabi per risolvere anche glialtri problemi che in questa prima tappa nonsono risolti, forse sarebbe stata preferibileuna battuta di riflessione, un atteggiamentodi attesa e comunque una decisione collegia-le dei paesi della Comunità. Dobbiamo regi-strare, invece, una decisione soltanto del-l'Italia, che altretutto, da quanto risulta do-po i colloqui londinesi, è ricollegata ancoraa questo contesto: infatti si afferma espli-citamente che non sarà possibile questo in-tervento senza la solidarietà dei Dieci espres-sa con decisioni ufficiali. Il che lascia ancorain piedi l'interrogativo sulle ragioni che han-

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no portato a una riunione del Consiglio deiministri per una decisione così solenne.

Credo, signor Ministro, che questo puntonon sia di scarsa importanza perchè noi dob-biamo tener presente anche quanto sta avve-nendo sul piano della diplomazia nel MedioOriente, che è di grande peso rispetto allastessa dichiarazione di Venezia. Il piano Fahddell'Arabia Saudita, con i suoi punti abba-stanza articolati e precisi, indica una stradache non è molto lontana da quella che già ilConsiglio europeo di Venezia aveva cercatodi individuare. A questo approccio, a questainiziativa dei paesi arabi più moderati, noidobbiamo dedicare come italiani e come eu-ropei il massimo dell'attenzione e dobbiamofare in modo che ogni nostra iniziativa noncada in contraddizione con quelle che eranostate le scelte di fondo europee, certo tenen-do conto anche delle dichiarazioni di statisti-che non possono essere trascurate.

Per esempio di fronte alla dichiarazione delpremier israeliano Begin, secondo cui l'ac-cordo .con l'Egitto è l'ultima concessione fat-ta ai paesi arabi e quindi al di là di quellanon ci sono altre possibilità, vedo riemergerenell'interpretazione israeliana una visione ri-duttiva di pace limitata nel Medio Oriente,che è in contrasto sia con lo spirito origina-rio degli accordi di Camp David sia con le po-sizioni europee sia con le posizioni dell'Ara-bia Saudita. Mentre quando vedo che Arafatesprime apprezzamento per il piano saudita~ ed egli non può dimenticare che in quelpiano c'è anche il punto relativo al riconosci-mento di tutti gli stati della regione, e quin-di per la prima volta si apre uno spiraglio an-che per un reciproco riconoscimento traIsraele e il popolo palestinese, il che è impor-tante ~ devo dire che la decisione in ordinealla partecipazione dell'Italia e di altri paesieuropei alla forza di pace nell'attuazione del-l'accordo di Camp David non può discostar-si politicamente da questa apertura. E sareb-be addirittura inaccettab.ne se sotto il profi-lo politico questo intervento dovesse esserein aperta contraddizione con le indicazionipolitiche di Camp David.

Ma c'è un secondo punto, signor Ministro,sul quale voglio attirare la sua attenzione. Leisa, come sappiamo tutti noi, che nei giorni

scorsi c'è stata un'iniziativa da parte di unaassociazione per invitare in Italia Arafat aun convegno su un tema del tutto particola-re. Non entro ora nel merito di questa deci-sione, nè discuto sugli atteggiamenti che ilGoverno del nostro paese dovrebbe assumererispetto a decisioni di questo genere. Cre-do che un governo dotato dei suoi poteri edel suo senso di responsabilità non si sentavincolato per nulla da quanto avviene nellasfera privata: quindi la forma, i modi, l'op-portunità di intendere l'occasione della venu-ta di Arafat in Italia per stabilire dei con-tatti, al livello che si ritiene più opportuno,sono punti aperti. Non chiedo dei pronuncia-menti su questa materia. Però mi è sembratostrano che Palazzo Chigi dovesse emanare ad-dirittura un comunicato ufficiale per dire chein ogni caso la Presidenza del Consiglio o ilGoverno nel suo insieme, non ho capito bene,non avrà in quella occasione. . .

C O L O M B O, ministro degli esteri.Non c'è un comunicato ufficiale.

G R A N E L L I. Però questo fatto haavuto una certa risonanza e una certa impor-tanza nell'opinione pubblica del paese. Co-munque c'è stato un comunicato in cui si in-tendeva dire che non ci sarebbe stata alcunapossibilità di contatto tra Arafat e il Governoitaliano.

Ora io trovo questa dichiarazione in con-trasto con alcuni atti importanti di altri go-verni europei. Ricordo il contatto diretto delministro francese Cheysson con Arafat; ierio l'altro ieri a Londra lord Carrington, che èattualmente Presidente di turno della Comu-nità economica europea, non ha escluso uncontatto con Arafat anche in ordine all'at-tuazione del piano dell'Arabia Saudita. Quin-di anche a questo proposito ritengo ci siastata un po' di frettolosità nel dire che inogni caso un contatto non ci sarebbe stato,quando non si chiedeva nemmeno il contra-rio. Non è che si debba pretendere che il Go-verno italiano in occasione della visita di unesponente politico riconosca automaticamen-te l'opportunità di un contatto: questo ri-mane neJla sfera della valutazione responsa-bile del Governo. Ma l'importante è non di-

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menticare che tra le decisioni condivise dalGoverno italiano e conclamate a Venezia viè il coinvolgimento dell'Organizzazione perla liberazione della Palestina nel negoziatodi pace.

Questo è un elemento importante, che aprela via all'ultima riflessione che voglio fare, inrelazione al riconoscimento dell'OLP, que~stione discussa da molto tempo. Per quantoriguarda le polemiche circa i primi dellaclasse, credo che molti sarebbero disposti,anche in questo Parlamento, a riconoscere al-l'Italia un ruolo di primo della classe, se fa~cesse un riconoscimento di questo genere. Suquesto terreno dobbiamo mantenere una po-sizione di prudenza, ma non dobbiamo di-menticare le posizioni dei Governi preceden~ti: mi riferisco al Governo Cossiga, al Go~verno Forlani e a dichiarazioni fatte da unsuo predecessore, l'onorevole Malfatti, pro-prio qui in Senato, quando affermò che nonc'era nulla in contrario, sul piano del princi-pio, a stabilire un rapporto anche diretto conl'Organizzazione per la liberazione della Pa-lestina e che quindi anche per la visita diArafat in Italia il problema era di tempi, dimodi, di opportunità, ma non di principio.

Devo dire che non sono d'accordo con ilventilato riconoscimento dell'OLP, anticipa~to dalla stampa in base alle indiscrezioni sul~la riunione del Consiglio dei ministri: noncredo che si tratti di bilanciare una decisioneunilaterale per quanto riguarda la forza mul-tinazionale di garanzia nel Medio Oriente conun riconoscimento unilaterale dell'OLP. Re~sto dell'opinione, che ho avuto modo in altreoccasioni di esprimere in Parrlamento, chel'Italia deve compiere ogni sforzo perchèquesto riconoscimento, se possibile, avvengada parte di tutti i paesi europei in confor~mità con le decisioni prese a Venezia e, nelcaso in cui non fosse possibÌile, avvenga am-che da parte dei paesi europei disponibili,ma sempre nell'ottica di portare nell'insiem0l'Europa ad assumere un atteggiamento po-liticamente efficace in ordine al problema delriconoscimento. E questo perchè non possia-mo dimenticare che siamo alla vigilia di duegrandi avvenimenti: il Consiglio europeo diLondra, che è molto importante sotto que~sto profilo e il vertice dei paesi arabi a Fez,

dove il piano dell' Arabia Saudita sarà og-getto di discussione.

Penso che sia estremamente importante,da parte del Governo italiano in primo luo~go e poi del Consiglio europeo a Londra, es-sere molto precisi sulla politica europea inordine al problema del Medio Oriente e col-locare anche l'eventuale intervento collegia-le di paesi europei nel Medio Oriente, nelquadro della forza di garanzia per l'attuazio-ne degli accordi di Camp David, solo in que~sta prospettiva di evoluzione della situazionegenerale nel Medio Oriente.

Non si tratta di fare assumere all'Europaun atteggiamento velleitario, sganciato dalcontesto delle relazioni internazionali; nonoccorre immaginare cioè che !'iniziativa euro-pea debba avere come fine di escludere gliStati Uniti o altre grandi potenze da un pro~cesso di pace che deve essere il più ampiopossibile: si tratta solo di evitare che CampDavid e il piano saudita appaiano come ele~menti alternativi e non complementari, chequindi Camp David resti una pace limitata edeffimera e che passi ad altre mani, cioè aipaesi arabi, l'iniziativa di quella visione glo~baIe e generale della pace nel Medio Oriente,che era stata adottata dagli europei.

Ora mi auguro, signor Ministro, che il di~battito che si sta svolgendo in quest'Aulaper il quale bisogna dare atto al Governo e alPresidente del Senato della massima tempe-stività, in ragione dell'urgenza di questi pro-blemi, serva non tanto ad alimentare le pole-miche ma a chiarire un atteggiamento rigoro~so dell'Italia, escludendo qualsiasi atto uni-laterale che comprometta la sostanza delladichiarazione di Venezia e ribadendo la no~stra volontà di compiere uno sforzo, comeeuropei, per realizzare un chiarimento anchenei confronti degli Stati Uniti, per evitareche tra le due sponde dell'Atlantico vi siapolemica su temi che invece richiedono unacooperazione, allo scopo di rilanciare nel Me-dio Oriente non una soluzione di forza, mauna soluzione negoziata.

Credo che queste preoccupazioni siano dicarattere generale e le sarò grato, signor Mi-nistro, della sua risposta, perchè credo chealla vigilia dei due vertici che ho ricordatosia interesse dell'Italia non abbandonare

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quello sforzo di pace nel Medio Oriente fon-dato sul riconoscimento dei diritti dei po~poli, ma anche di quelli degli stati, in un cli-ma di sicurezza e di pace reale. (Applausi dalcentro) .

P RES I D E N T E. Il Governo ha facol~tà di rispondere alle interpellanze e alle in-terrogazioni.

C O L O M B O, ministro degli affari este-ri. Signor Presidente, onorevoli senatori, rin~grazio gli interpellanti e gli interroganti chehanno sollecitato questo dibattito e ricordo,solo perchè è mio dovere procedere a questoadempimento, che il giorno 4 novembre hochiesto ai Presidenti delle Commissioni af-fari esteri della Camera e del Senato di po-ter riferire su questi temi in adempimentoa un impegno che avevo assunto in prece-denti discussioni sia alla Camera che al Se-nato.

Per inquadrare correttamente i problemisollevati proprio dagli onorevoli interrogan-ti in merito alla Forza multinazionale e degliosservatori nel Sinai, mi sembra necessariopremettere alcuni elementi di precisazionerelativi ai precedenti nel cui contesto si po-ne la richiesta di partecipazione alla Forzastessa, formulataci sia dai Governi di Egittoe di Israele che dagli Stati Uniti d'America.Ciò credo sia utile per la migliore compren-sione di tutta la materia e soprattutto aifini di quegli orientamenti operativi che og~gi intendo esporre anche in conformità conl'impegno, che avevo preso il 21 ottobre, ditornare a informare il Parlamento sugli svi-luppi connessi alla eventuale partecipazioneitaliana alla Forza multinazionale.

Il trattato di pace tra Egitto e Israele del26 marzo 1979 si qualifica principalmente inrelazione alla normalizzazione dei rapportibilaterali tra i due paesi, al negoziato perl'autonomia palestinese e, con riferimento aquanto interessa particolarmente in questasede, al ritiro israeliano e alla smilitarizza~zione del Sinai.

La creazione della forza multinazionale siriallaccia direttamente al problema della si-stemazione definitiva del Sinai, nel quadro

delle relazioni pacifiche avviate tra il Cairoe Tel Aviv. Con il trattato di pace Egitto eIsraele hanno infatti dato corso al necessa-rio approfondimento della questione e han-no tracciato uno schema di azione che hastabilito nei dettagli i termini del ritiro iSTae-liano dalla penisola e le garanzie necessarieper il rispetto degli impegni assunti dai duepopoli.

Con testualmente alla firma del trattato, ilpresidente Carter aveva assunto l'impegno,nei confronti del presidente Sadat e del pri-mo ministro Begin, di fare tutto il possibileaffinchè il Consiglio di sicurezza delle Nazio-ni Unite intraprendesse l'azione necessariaallo stazionamento di personale dell'ONUnelle zone ,designate. Nel caso in cui il Con~siglio di sicurezza non fosse riuscito a dareattuazione alle disposizioni previste dal trat-tato, il presidente Carter aveva impegnatod1rettamente gli Stati Uniti ad adottare leopportune misure per garantiTe la creazionee il mantenimento di una forza multinazio-nale sostitutiva.

Un ulteriore seguito operativo è costituitodal protocollo istitutivo della Forza multi.nazionale, sottoscritto il 3 agosto ultimoscorso a Washington da Egitto e Israele co-me parti interessate e dagli Stati Uniti co-me parte garante.

Per quanto concerne gli sviluppi sul terre-no l'operazione dello sgombro israeliano con-sta di due fasi: la prima si è esaurita il 26gennaio 1980 ed ha comportato il ripiegamen-to israeliano dalla metà occidentale della pe-nisola del Sinai e la restituzione all'Egittodei pozzi petroliferi del Golfo di Suez. Laseconda fase prevede i'evacuazione totaledel Sinai entro l'aprile 1982, cioè entro treanni dallo scambio degli strumenti di ratificadel trattato di pace. L'esaurimento di questaseconda f8Jse comporterà il ritorno dell'Egti:t-to alle sue frontiere internazionali.

La Forza multinazionale si inserisce nel-l'insieme delle clausole volte a garantire ilrispetto della normativa creata in ordine alritiro israeliano dal Sinai che, come è noto,prevede quattro zone di sicurezza, di cui tresituate nel Sinai ed una in territorio israe-liano a ridosso della comune frontiera con

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l'Egitto. Nella realizzazione di questo qua-dro assume valore !'impegno diplomaticopromosso nei mesi scorsi dal Governo egi-ziano nel tentativo di fare approvare dal Con-siglio di sicurezza delle Nazioni Unite unaforza di pace nel Sinai sotto l'egida del-l'ONU. Tale sforzo egiziano si è arenatoquando è risultato certo che sarebbe comun-que andato incontro ad un veto sovietico, el'Egitto ha allora accettato di ripiegare sul-la Forza multinazionale sostitutiva come so-luzione da mantenere in vigore fin quandonon sarà possibile inquadrare la forza nel-l'ambito societario.

Secondo le infonnazioni conferiteci pre-liminarmente la Forza comprenderebbe com-plessivamente circa 2.500 unità. Le intesesul Sinai prevedono che la Forza multina-zionale e di osservatori venga costituita entroil 20 marzo 1982 e che assuma le proprie fun-zioni entro il 25 aprile successivo.

In vista di tali scadenze assume rilevan-za la costituzione della Forza multinaziona-le, costituzione ~ sottolineo questo perchèmi pare importante per un giudizio comples-sivo che ciascuno di noi deve poter dare ~

a cui è subordinato il completamento del ri-tiro israeliano dal Sinai, cioè se non c'è For-za multinazionale non c'è ritiro israelianodal Sinai.

Un paese come il nostro, che ha fatto del-la pace e della sicurezza il suo più alto etenace obiettivo di politica internazionale,non poteva restare a margine, prescindendodalle stesse possibilità di un coinvolgimentodiretto all'iniziativa, di un evento di tale por-tata che realizza nei fatti per la prima voltain 15 anni il ritiro di Israele dai territori oc-cupati nel 1967 e consolida in modo deter-minante le prospettive di pace tra due paesiche fino a ieri si affrontavano come nemici.Per questo motivo abbiamp tenuto ad espri-mere anche in Parlamento la nostra valuta-zione positiva sulle intese per lo sgomberototale dal Sinai, che per noi si inquadranosoprattutto nell'attuazione della risoluzionen. 242 del Consiglio di sicurezza. Siamo pron-ti a riconfermare ai protagonisti diretti ditale operazione (Egitto e Israele) il nostroappoggio pieno e leale.

A queste nostre posizioni di fondo si rial-laccia l'eventuale partecipazione italiana al-la forza di pace per il Sinai. Essa si inqua-dra a nostro avviso nelle responsabilità cheanche su di noi incombono, quale paese conuna specifica dimensione mediterranea al.tre a quella europea e atlantica, di recareun fattivo contributo alla pacificazione diun'area alla quale, in definitiva e per tantiversi, è legata la nostra sicurezza. Che nonsi tratti di una mera espressione verbale madi una responsabile visione deUa realtà con-temporanea dovrebbe risultare a tutti chia-ro ove si consideri il perenne travaglio ditensioni e di lotte che contraddistingue il pa-norama mediorientale. Senza inutili velleitàma al tempo stesso senza ingiustificate ri-nunce abbiamo pertanto preso in considera-zione, con spirito aperto, la possibilità diuna nostra partecipazione alla Forza multi-nazionale per il Sinai a seguito soprattuttodell'invito formale che i Governi direttamen-te interessati, Egitto ed Israele, insieme alGoverno americano, ci hanno rivolto, valu-tando che tale invito dovesse venire da noiesaminato nella prospettiva di un suo inse-rimento nel più ampio contesto europeo.Vorrei sotto1ineare che questa è stata la po-sizione italiana sm dall'inizio, essendo statinoi interpellati per primi potrei dire ed aven-do sempre subordinato l'esame di questa si-tuazione alla partecipazione di altri paesieuropei e ad un contesto politico europeoin cui si inquadrasse un'eventuale iniziativadi questo tipo.

A coloro che pervicacemente continuanoa muovere critiche o parole di condanna al-le intese egizio-israeliane, desidero far rile-vare che è attraverso di esse che Israele si èimpegnata per via negoziale a restituire al-l'Egitto i territori egiziani occupati con laguerra del 1967.

Ricordo inoltre che a suo tempo il trat-tato di pace tra Egitto ed Israele è stato sa-lutato dai paesi della Comunità europea nel-l'ambito della cooperazione politica europeacome un'applicazione corretta nelle relazio-ni tra Egitto ed Israele della risoluzione242 del Consiglio di sicurezza. Nè va dimen-

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ticato che quel trattato fu salutato come unprimo passo ~ e lo ha ricordato anche il se-natore Granelli ~ nella direzione di un re-golamento globale mirante a porre fine atrent'anni di ostilità e di diffidenza reci-proca.

Sulla tela di fondo che ho descritto, sepossibile più complessa e delicata che mai,anche nel contesto generale di una situazio-ne internazionale turbata da gravi tensioni,con li riflessi che ho detto per quanto ri-guarda il completamento dello 'sgomberoisraeliano dal Sinai e la connessa formazionedi una Forza multinaziOlIlale di pace, si ècollocato all'inizio dell'autunno il drammati-co evento dell'assassinio del presidente Sa-dato Possiamo ben dire che questo eventocon le prospettive che ha aperto e le urgen.ze che ha determinato ha costituito un nuo-vo punto di svolta in Medio Oriente, non dis-simile per importanza da quello prodottodalla storica visita di Sadat a Gerusalemme.

La scomparsa di Sadat ha aperto la fasein corso in ordine alla quale si devono an-cora delineare con precisione ruolo, com-portamento e collocazione dei vari protago-nisti. Di ciò sono apparrsi consapevoli tut-ti coloro che hanno assistito alle esequie delPresidente egiziano ed hanno partecipato aiprimi contatti dipLomatici con i nuovi re.sponsabili del Cairo e con gli altri interve.nuti. Allora si cominciò subito a valutarel'ampiezza e direi la gravità dei problemicreati dalla 'Scomparsa di un leader presti.giosa, che comunque si era collocato al cen-tro ~ per autorevolezza, ampiezza di vedutee coraggio politico ~ del complesso sistemadei rapporti e contrapposizioni che caratte-rizzano la situazione mediorientale. La cosìampia partecipazione alle esequie da partedei paesi con più estese responsabilità in-ternazionali, ad eccezione, per i ben notimotivi, dell'Unione Sovietica, dimostra an-zi che il tragico evento...

V A L O R I. Di tutti gli arabi te del po-polo egiziano. Non è una cosa da niente.

C O L O 1\1 B O, ministro degli affariesteri. Il popolo egiziano c'era; era una cir-

costanza particolare quella nella quale l'ec-cidio è avvenuto e le esequie sono avvenute.E poi, onorevole amico, se posso esprimer-mi così, è proprio questa circostanza che de-ve far riflettere tutti su quello che accade.

V A L O R I. Certo tutti, ma tutti.

C O L O M B O, ministro degli affariesteri. Ebbene, la così ampia partecipazio-ne alle esequie da parte dei paesi con piùestese responsabilità internazionali, ad ec-cezione, per i ben noti motivi, de]l'UnioneSovietica, dimos1Jra anzi che il tragico even-io del Cairo aveva avuto un'immediata valu-tazione comune in ordine alla sua possibileincidenza sugli equilibri già così precari nelMedio Oriente; e ognuno sa quanto delicatianche sul piano mondiale. La partecipazio-ne, si ricorderà, fu totale e al massimo li-vello di rappresentatività statuale e politi-ca per quanto riguarda in particolare i die-ci paesi della Comunità europea. Per l'Italiain quell'occasione accompagnai al Cairo ilPresidente della Repubblica.

I Dieci paesi europei diedero allora subi-to una dimostrazione importante e da tuttisottolineata del grado di coinvolgimento sen-tito dall'Europa non solo nelle vicende di ungrande paese amico come l'Egitto, ma neglisviluppi della situazione mediorientale nelsuo complesso, preoccupati che anche l'ini-ziale processo di pace in atto potesse esserecompromesso dallo svolgimento di imprevi-sti avvenimenti.

Questo impegno e questo coinvolgimentotrovano da tempo la grande maggioranza del-le forze politiche del nostro paese concordipur sulla base di diverse valutazioni, da cuinaturalmente discendono giudizi ed orien-tamenti differenziati. È questo un segno si-gnificativo, che di per sè credo non potrànon essere apprezzato, della progressiva ma-turazione della Comunità europea a un sen-so di responsabilità verso l'esterno, e in par-ticolare verso l'area mediterranea, conformealle sue tradizioni storiche ed ai suoi stes-si interessi. Mentre così spesso sottovalutia-mo, forse per un eccesso di dialettica e po-

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lemica fra noi, ciò che il nostro paese fa epuò fare sul piano internazionale e più spe~cificameIlite europeo, credo che per un at-timo dobbiamo soffermarci sul risultato ~

di cui la così importante presenza comuni-taria al Cairo del 10 ottobre fu espressione~ di uno sforzo non certamente solo n'Ostro,ma anche nostro, di portare l'Europa ad in-vestirsi pill da vicino per quanto le competedei problemi della stabilità e dell'avveniredi vaste aree ad essa adiacenti e determinan~ti per gli equilibri mondiali e dei problemidi pace e di sviluppo di popoli delle cui vi-cende st'Oriche non sarebbe nè giusto, nèPQssibile per noi disinteressarci.

Orbene, nei colloqui politici intessutisi alCairo il 10 ottobre emersero "subito con evi-denza due problemi del resto fra loro conse-guenziali e intimamente connessi: quello del-la situazione particolarmente delicata creata-si in Egitto in una fase politica, economicae sociale particolarmente complessa a segui~to della scomparsa di Sadat e quello del vua.to che si poteva creare nella precaria situa~zione di non pace - non guerra che caratte~rizza il Medio Oriente, a seguito di lina parali~si nello svolgimento del ruolo centrale che co-munque, quale che sia il giudizio sulla po-litica di Sadat, l'Egitto vi stava svolgendo,conformemente del resto al suo peso, alla suaimportanza e alle sue tradizioni. Il puntualeadempimento delle intese sul Sinai è venutocosì ad assumere il ruolo di fattore determi-nante e di elemento di verifica nei riguardidei due problemi più immediati posti dal do-po Sadat: quello del superamento in Egit-to delle inevitabili difficoltà connesse alladelicata fase di transizione al vertice delloStato e quello della correlata possibilità dinon fare interrompere o arretrare, ma piut~tosto fare avanzare, il processo di norma-lizzazione avviato tra il Cairo e Tel Aviv.L'evoluzione della situazione mediorientalea seguito della scomparsa del Presidente egi-ziano ha pertanto indotto i paesi europei acui erano state indirizzate domande di par~tecipazione ad intensificare la loro concer-tazione in materia di Forza multinazionaleed ha fatto maturare una prima evoluzio-ne in senso positivo sulla Forza multina-

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zionale. Nelle successive riunioni di coope-razione politica sono così emerse prospetti-ve concrete di partecipazione alla Forza daparte della Francia, della Gran Bretagna edei Paesi Bassi, oltre che dell'Italia.

In base alle consultazioni avutesi, la parte-cipazione europea alla Forza multinazionaledovrà certo servire a garantire la smilitariz~zazione del Sinai e la sicurezza della comunefrontiera tra Egitto e Israele, che è un risul-tato positivo del trattato di pace tra i duepaesi; dovrà altresì apparire, per quanto ciriguarda, collegata ed inquadrata in quellavisione globale della soluzione del problemadel Medio Oriente quale discende dai prin-cìpi contenuti nella dichiarazione di Veneziadel 13 giugno 1980 e dalle successive presedi posizione comunitarie.

Per quanto concerne più da vicino la po-sizione dei quattro paesi che potrebbero par-tecipare alla Forza, essi non hanno manca-to di far rilevare tra l'altro agli Stati Unitiche, ai fini che li concernono, la Forza multi~nazionale esiste solo allo scopo di mantenerela pace nel Sinai a seguito del ritiro israelia-no e che non ha altri compiti al di fuori diquesto. Il problema della partecipazione allaForza non ha pertanto nulla a che vederecon l'Alleanza atlantica, la sua delimitazio-ne geografica, la possibilità dell'ampliamen-to della sua sfera di azione istituzionale. £impensabile perciò che tale Forza possa ser-vire come supporto operativo per scopi diqualsiasi altra natura. Appare di conseguen-za del tutto infondata la preoccupazione cheessa, proprio perchè diretta a mantenere lapace alle frontiere tra Egitto e Israele, rap-presenti una minaccia per i paesi terziarabi.

In realtà e per quanto ci riguarda, il pro-blema di una nostra adesione all'iniziativasi inquadra negli stessi obiettivi di garan-zia della pace e non di difesa, specifici delcontesto atlantico, che hanno determinatola decisione dei Governi precedenti di ade~rire e di confermare la nostra partecipazio-ne alla Forza delle Nazioni Unite operantenel Libano meridionale. £ nelle intenzionieuropee che l'eventuale partecipazione allaForza multinazionale nel Sinai venga rivistanel caso in cui risultasse possibile sostituir~

Senato della Repubblica ~ 17258 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

la con un'analoga iniziativa delle NazioniUnite. Sull'argomento, comunque, proseguo-no le consultazioni dei quattro paesi europeinell'ambito dei Dieci, nonchè con gli StatiUniti, anche alla luce di talune critiche checi sono state rivolte sia da parte araba, siapiù recentemente e con motivazioni oppostedai responsabili israeliani. Nel corso dei col-loqui italo~britannici conclusi ieri sera a Lon-dra sono stati confermati gli orientamentidelineati si nei giorni precedenti tra i quattropaesi. Sulla base di essi, il coinvolgimentoeuropeo nel Sinai deve rimanere coerentecon la posizione comune dei Dieci sul MedioOriente, quale scaturita dalla dichiarazionedi Venezia, che prevede garanzie per l'esi-stenza e la sicurezza di Israele; ma, conuguale enfasi, giustizia per il popolo pale-stinese e per il suo diritto all'autodetermi-nazione.

Inoltre, la decisiane dei quattrO' paesi dipartecipare alla Forza dovrà essere adotta-ta in stretta conoerta e can il pieno avallopolitico dei Dieci. Il coinvolgimento dei pae-si della Camunità nel Sinai non patrà oheavvenire eon il pieno consenso dell'EgittO' edi Israele altre che degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda più da vicino la po-sizione dell'Italia, desidera ricordare che il30 ottobre ultimo scorso il Cansiglio dei mi-nistri, come già altri Governi avevano fatto,ha espresso un orientamento favorevole allapartecipazione del nostro paese alla forzamultinazionale nel Sinai, insieme a:11aFran-cia, alla Gran Bretagna, ai Paesi Bassi, qua-lora tale partecipaziane trovi una base ap-propriata che, oltre a fare salve le procedu-re is,tituzionali e gli accardi relativi aÙe in-tese pratico-legali, sia conforme con la bennota posizione di fando che i quattro Go-verni, insieme agli altri Stati membri dellaComunità, hanno sulla questione medio-orientale.

In definitiva, la nostra decisione di prin-cipio in favore della partecipazione alla For-za multinazionale insieme ad altri paesi co~muniltari viene da noi inquadrata nel cante-sta dell'azione europea intesa a facilitare ogniprogresso in direzione di un regolamentodi pace nel Medio Oriente.

Qualcuno ha rilevato ~ come il senatore

Granelli ~ il perchè di questa decisione da

parte del Consiglio dei ministri. In veritànon vedo come io stesso avrei potuto con-tinuare le discussioni in sede internazionalesenza avere dettagliatamente informato ilConsiglio dei ministri e senza avere avutodal Consiglio dei ministri una autorizzazio-ne di massima a proseguire. Del resto, men-tre noi dobbiamo seguire questa pracedurache è propria del nostro ordinamento costi-tuzionale, altri paesi, come per esempio laFrancia, hanno deciso e pubblicamente an-nunciato la loro partecipazione attraversola voce non solo del Ministro degli esteri,ma del presidente della Repubblica Mitter-rand, inserendola nello stesso quadro in cuinoi stessi l'abbiamo inquadrata.

Non ci appaiono giustificate le osservazio-ni mosse da qualche parte secondo le qua-li il Governo. aderendo alla Forza, compie~rebbe un passo indietro rispetto alle posi-zioni europee fatte valere a Venezia. A taleproposito mi sembra opportuno far rileva-re come la posizione dell'Italia sul proble-ma mediorientale è internazionalmente bennota e va misurata, al di là di ogni tentati-vo di forzatura di parte, alla luce delle pre-se di posizione che il Governo ha assuntonei pertinenti fori internazionali e di fron-te al Parlamento.

Con riferimento all'altro aspetto sollevatoin numerose interpellanze cui oggi rispondo,quello del riconoscimento dell'Olp da partedel Governo italiano, mi sembra opportunofornire le seguenti precisazioni. I rapportitra il nostro paese e l'Organizzazione per laliberazione della Palestina sono venuti in-staurandosi attraverso opportuni contattifin dal 1974. Essi si sono poi concretati alivello politico in successivi incontri avvenutinegli ultimi anni con alti esponenti dell'Or-ganizzazione. Tra i più significativi ricordoquelli del capo del dipartimento palitico del-

l'OLP, Faruk Kaddoumi, con i ministri degliesteri, onorevole Forlani nel 1977, onorevo-le Malfatti nel 1979 e con me stesso nel mar-zo del corrente anno.

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17259 ~

32~ SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Inoltre, in coerenza con il nostro ricono--scimento del ruolo crescente svolto dal-l'OLP nel contesto internazionale, l'ambascia-tore italiano in Libano, su mia istruzione,e proprio dopo la riUlIlione del Consiglio deiministri in cui abbiamo parlato della Forzainternazionale, ha di recente incontrato ufoficalmente a Beirut per la prima volta ilpresidente dell'Organizzazione Yasser Arafat.

A parte i risvolti politici che comporte-rebbe nel nostro ordinamento, come in quellidi altre democrazie occidentali, il riconosci-mento de jure di un'entità politica che nonsi identifica nè in uno Stato territoriale, nèin un'entità rappresentativa quale un Gover-no in esilio, la nostra posizione resta quelladi inserire l'evoluzione già così largamentepositiva del nostro rapporto con l'OLP in unaprospettiva più ampia, che investa recipro-camente i popoli e gli Stati della regione.

Certamente sono elementi di questa evo-luzione anche alcune indicazione contenutenel piano di pace proposto dall'Arabia Sau-dita e alcune dichiarazioni rese da YasserArafat sui popoli e sugli Stati della Ifegio.ne, dichiarazioni che non ci sono certamen.te sfuggite (Applausi dal centro).

L A V A L L E. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

L A V A L L E. Signor Presidente, si-gnor Ministro degli esteri, onorevoli colleghi,non metto in dubbio, nè ho mai messo !indubbio, quali fossero le intenzioni del Go-verno italiano nel momento in cui si appre.stava a partecipare alla forza multinazionalenel Sinai e non ho dubbi ~ sarebbe gravis-simo averli ~ sul fatto che l'intenzione diquesta decisione politica non fosse quelladi contribuire alla pacificazione della zona.Ci mancherebbe che non fossero state que-ste le !intenzioni! Ma il problema che dab.biamo discutere non è tanto quello delleintenzioni, quanto quello del concreto signi-ficato politico che la decisione assume nelcontesto III cui essa si pone.

Da questo punto di vista, per essere moltoschietto, ritengo che l'annuncio del 30 otto-bre (qui non si fa questione del fatto che il

11 NOVEMBRE 1981

Governo discuta al suo interno certe decisio-ni; si fa questione della pubblicità, dell'ufoficiaLizzazione che si dà a determinate inten-zioni prima ancora che diventino realtà ope-rative; e che un governo decida di dare pub.blicamente e clamorosamente annuncio del-la propria partecipazione a una forza mili.tare multinaz,ionale è un fatto politico ul.teriore rispetto alla discussione e alla deci.sione interna, in via preliminare, dello stes-so Governo), in cui clamorosamente e pre-maturamente si dava pubblicità alla decisio-ne italiana, sia stato un infortunio della po-litica estera italiana poichè ha comportatoa brevissima distanza di tempo una rispostadi uno degli Stati che ci aveva invitato, cioèdi Israele, con la quale ci ha fatto sapereche non gradiva questa partecipazione nellamisura in cUli qualunque paese partecipantea questa forza nutrisse nei confronti dellasoluzione del problema mediorientale qual-che prospettiva, qualche intenzione che an-dasse al di là degli stretti Hmiti degli accordibilateral,i israelo-egiziani e si ispirasse ad al-tre prospettive o ad altre impostazioni, co.l1!e ad esempio quelle dei Dieci di Veneziao quelle, ancora più seV'eramente giudicateda Israele, dal piano dell'Arabia Saudita.

A questo punto, il significato politico dellla partecipazione alla forza multinazionalenon siamo noi a doverlo dedurre: questo si.gnificato politico viene dato dalla stessa in-terpretazione lisraeliana. Cioè, nel momentoan cui Israele dice di accettare dei parteci-panti alla forza multinazionale solo a condi-2Jione che essi rinuncino a qualsiasi pro.spettiva di soluzione globale nel MedioOriente che vada al di là dei limiti del rap-porto già stabilito tra Israele e l'Egitto, ilproblema non è più che Israele non accettila nostra partecipazione, iÌl problema è chequesta partecipazione noi non la possiamopiù dare. Infatti, se dopo queste dichiara-:zJioniufficiali israeliane noi riusciamo a ot-tenere di partecipare a questa forza, il si-gnificato politico che inevitabilmente si de-duce da questo fatto è che abbiamo accet-tato il condizionamento, il limite, il veto diIsraele riguardo alle prospettive ulterioridella soluzione mediorientale. Questo è ilproblema come si pone oggi.

Senato della Repubblica ~ 17260 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ringrazio il Ministro dei precedenti checi ha illustrato, ma il problema non è deiprecedenti ma deHa situazione come -si po-ne oggi, cioè che cosa dobbiamo decidereoggi. Dopo che Israele ha detto che nes-suna partecipazione alla forza sarà ammes-sa che possa lontanamente fare supporreuna prospettiva pol<itica diversa da quellaconsacrata nel rapporto bilaterale già sta-bilito tra Egitto e Israele, a questo punto,qualora mettessimo piede nel Sinai con unanostra forza militare, questo, dal punto divista politico, vorrebbe dire aver datosod-disfazione a tale preoccupazione di Israe-le. A questo punto, siamo noi che non pos-siamo più andarci.

La nostra interrogazione non era rigidanell'opposizione alla forza multinazionale,ma dopo quello che è successo mQ pare im-possibile che possiamo continuare a perse-guire questo obiettivo proprio per il signi-ficato poJitico nuovo che è venuto ad assu-mere per la presa di posQzione di uno deimaggiori partners interessati alla vicenda,che è Israele. Allora non possiamo più na-sconderei, come facciamo sempre, dietro ladeeisione collegiale europea: va benissimoche noi facciamo questo e ci confortiamodel concerto con gli alleati europei, ma quic'è un problema che riguarda la nostra scel-ta e !il nostro modo di contribuire alla ge-n.erale decisione europea; per cui ei deveessere una chiarissima presa di posizione inbase alla quale pivendichiamo fino in fon-do ,la prospettiva del comunicato dei Diecidi Venezia e facciamo vedere quale connes-sione e affinità ci sia tra tale piano e quel-lo dell'Arabia Saudita e quindi leghiamo aquesto qualsiasi nostra iniziativa militaree non militare nella zona, fuori del cud.quadro è assolutamente preclusa una nostrtipartecipazione alla Forza.

Vorrei far notare a questo proposito chel'affinità tra ,la posizione dei Dieci e il pia-no dell'Arabia Saudita è stata vista con mol-ta lucidità da Israele che ha capito perfet-tamente che il piano saudita è un'articola-zione del piano europeo di Venezia. Adessomi pare che non ho il tempo per trattarequesto temo e non voglio provocare il Pre-sidente a togliermi 1a parola, ma se si fa-

cesse, come do ho fatto, una sinossi tra ,ipunti europei di Venezia e gli otto punti delpiano dell'Arabia Saudita, si vedrebbe chequesti punti corrispondono in modo moltoprofondo; sono moltosimiH, hanno delleanalogie di limpostazione e anche di pro-spettiva politica.

Poi c'è un'altra ragione per cui oggi nonsi può porre un problema della nostra par-tecipazione ed è che lo stesso ritiro dalSinai, nella nuova situazione di tensioneche si è creata, dopo l'uccisione di Sadat ed.opo le ultime vicende, rischia di coinvol-gerei in una situazione che è tutt'altro chepacifica e tranquilla. Non siamo affatto si-curi che nell'aprile del 1982 avverrà il ritiroisraeliano dal Sinai. Sono successe nel frat-tempo altre cose: è successo per esempioche una grande quantità di coloni israelia-ni sono andati in queste settimane nel Sinaicon la intenzione non nascosta di opporsQfisicamente al ritiro israeliano quando ver-rà il momento; questo è sempre successoin Israele ~ H « Gush Emunin » ha semprefatto questo ~ ma la cosa grave e nuova èche queste iniziative non sono minimamen-te ostacolate dalle autorità centrali israelia-ne. La risposta di Sharon agli otto punti del-l'Arabia Saudita: «Faremo otto nuovi inse-diamenti, uno per ognuno dei punti dell'Ara-bia Saudita », rischia di tradursi anche innuovi insediamenti addirittura nel Sinai. Ilrischio allora è che lì si giochi un gioco del-le parti in cUli da un lato il Governo israe-liano dichiari la propria disponibilità a ri-tirarsi dal Sinai e dall'altro organizzazioninon uffioiali, non governative, lavorino con-tro il l'itiro israeliano e non siano però inrealtà ostacolate dal Governo.

Per queste ragioni credo che il problemaadesso è di dire che nella nuova situazionenon possiamo farci coinvolgere in questofatto anche per non aggiungere un nuovoelemento ~ questa è la mia riflessione con-clusiva ~ a quella tendenza che da un po'di tempo mi pare si rilevi nella nostra po-litica estera, la tendenza cioè a una cre-scente militarizzazione. Gli infortuni neiquali ogni tanto incorriamo nella nostra po-litica estera sono sempre nel senso di unaopzione di carattere militare. Pare che le

VIII LegislaturaSenato detta Repubblica ~ 17261 ~

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

cose più importanti che facciamo, su cuiprecorriamo gli eventi, in cui dimostriamouna nostra disponibilità, siano sempre dicarattere militaTe. Sia che si tratti dei mis-sili, della forza multinazionale nel Sinai odella bomba al neutrone (e qui andrebbeaperto Uti altro capitolo sulle diverse posi~zioni del Ministro degli esteri e del Mini-stro della difesa), nella politica estera ita-liana vi è una conflittualità tra una opzio-ne di carattere militare e una opzione dicarattere politico, probabilmente all'inter-no del Governo, che fa pendere sempre piùla nostra politica verso l'opzione militare.

Ritengo che questa tendenza vada rove~sciata e credo che ciò comporti una ricon-siderazione generale delle scelte e delle me~todologie della politica estera del nostropaese.

O R L A N D O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

O R L A N D O. Signor Presidente, ono-revole Ministro, la risposta a una interro-gazione così articolata, come quella che hopresentato, ha dato modo, per ,ragioni diequilibrio rispetto alle altre interrogazioni,di dedicare la maggior parte della esposi-zione al problema centrale, quello delJa ade-sdone alla forza multinazionale nel Sinai, edi esprimersi con molta cautela e prudenzasulle altre questioni che sono state qui sol-levate e che non possono non essere stret-tamente coHegate con la prima.

Debbo rilevare che il fatto che il Mini-stro abbia insistito sulla sostanziale bila-tera1dtà dell'accordo, sia pure con la me-diazione americana, fra Israele ed Egittoqualifica a intervenire perchè si ottenga

~ questa è la preoccupazione che è statadel resto manifestata dal collega Granelli ~

la normalizzazione dei rapporti che non puòche verificarsi nel momento in cui la se-conda fa.,e dello sgombero del Sinai si siaconclusa.

Credo quindi che sia un'operazione giustaquella di dare adesione aHa forza plurina-zionale nella realistica prospettiva da arri~yare alla normalizzazione dei rapporti tra

Israele ed Egitto. Certo vi sono delle diver-sità di posizioni con altri colleghi di altriGruppi che hanno parlato dello stesso al'-gomento, ma noi abbiamo sempre detto, so-prattutto in occasione del dibattito che siè svolto nel periodo in cui H suo dicastero,onorevole Ministro, era diretto dall'onore-vole Malfatti, che gli accordi di Camp Davidsono stati determinati dalla volontà di pacedi un paese come l'Egitto, il più provato,fra tutti i paesi arabi, da quattro guerrecon Israele e da decine e decine di migliaiadi morti; tanto è vero che, al momento delritorno di Sadat da Gerusalemme, ben cin-que milioni di egizi ani si sono stretti in~torno a lui. Ma 10 stesso Sadat ~ si legga

alla pagina 319 delle sue memorie ~ ha

sempre dichiarato, cito testualmente, che«la pace nella regione medi orientale è unrisultato che si può ottenere soltanto risol.vendo la questione palestinese e ottenendo10 sgombero dei territori occupatd da Israe-le nel 1967 ». Questa è la ragione per laquale la mia parte politica ha sempre insi-stito sul fatto che le speranze di pace ~

del resto questo era il senso della dichia-razione di Venezia ~ sono strettamentecollegate alla risolu:done ddla questione pa-lestinese.

Ecco la ragione per la quale in questainterrogazione da me presentata mi sonosforzato di mettere in evidenza quanto siaprevalente !'interesse di mantenere fermala dichiarazione di Venezia per tutti glisviluppi futuri che possano derivarne.

Il collega La Valle ha detto che la di~chiarazione di Venezia è in contraddizionecon la rigidità della posizione assunta re-centemente da Israele. Ebbene, io dico chequando la ripulsa israeliana dovesse for-malizzarsi è certo che i paesi europei nonpossano c non debbano tornare indietro ri~spetto alla dichiarazione di Venezia.

Ma ci sono altri passi in avanti che oc-corre segnalare. Vi sono le dichiarazioni,ricordate dal collega Valori , dei due expresidenti degli Stati Uniti, Fard e Carter,sulla questione palestinese; vi sono i con~tenuti del piano saudita di mediazione e laloro stretta relazione con la dichiarazionedel vertice di Vene:oia; vi sono le dichiara~

Senato della Repubblica ~ 17262 ~ VIII Legislatura

Il ~OV~BRE 1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

zioni rese a Riad dal ministro inglese, lordCarrington, e vi sono infine le dichiara-zioni fatte ieri sera dal Presidente degliStati Uniti Reagan sull'importanza e !'in-teresse che per gli Stati Uniti riveste il pia-no saudita ed in particolare la reciprocitàdel riconoscimento dell'esistenza di Israelee il diritto all'homeland dei palestinesi.

Per questo, senza enfatizzare ~ così co-me accade quando ragioni di politica ,in-terna si fanno prevalenti rispetto a quelledi politica estera ~ il problema della par-tecipazione europea alla forza multinazio-nale del Sinai, preferisco guardare più lon-té!no e vedere come questa nostra adesionenon sia in contraddizione con le possibilitàche invece si aprono in questo momento perl'inizio di un negoziato globale.

Proprio oggi a Riad il Ministro degli este-ri saudita ha sottoposto all'esame dei suoicolleghi del Golfo Persico il piano Fahd, ri-promettendosi poi di riproporlo all'atten-zione dei capi di Stato arabi che si riuni-ranno prossimamente in Marocco, perchè

~ e con questo concludo, signor Presiden-te ~ il primo interesse al mantenimentodepa pace nella regione, prima ancora del-le superpotenze e prima degli stessi paesieu!,opei, risiede nell'interesse alla pace chehanno i paesi stessi della regione. E innan-zitutto occorre che vi sia accordo tra i go-verni dei paesi arabi se si vuole seriamen-te ,persegui1re la volontà di pace delle popo-lazioni più interessate.

Ecco perchè, signor Presidente, mi augu-ro che questo annunciato vertice dei paesiar~bi possa porre fine alle controversie in-terne al mondo arabo, essendo stati talvoltai palestinesi le prime vittime di queste con-troversie. Non dimentichiamo la repressio-ne giordana del 1970, come non dobbiamodimenticare la repressione siriana nel suddel Libano del 1976. Sono questi fatti cheoccorre ricordare perchè si rafforzi il con-vincimento che i diritti dei palestinesi nonvengano strumentalizzati nè dalla politicadei gove:cni arabi nè dalla politica degli Sta-ti estranei alla regione.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

D E L L A B R IOT T A. Signor Pre-sidente, signor Ministro, onorevoli colleghi,le vicende degli ultimi dieci giorni sonovalse a restituire la discussione intorno aquesto tema ai suoi termini reali, sgombe-rando il campo dalle accentuazioni mera-mente propagandistiche secondo le quali ilSinai starebbe per trasformarsi in una piaz-za d'armi della NATO. Non credo che siacosì: ce l'ha detto l'onorev01e Ministro, isocialisti non credono che sia cosÌ. Nonstiamo riesumando la politica delle canno-niere per regolare questi problemi. Si trat-ta più semplicemente di un intervento dipace di portata limitata, idoneo a risolvereproblemi per due paesi che sono in pacein ottime relazioni; non ci va la NATO; par-teciperanno, se la decisione potrà avere se-guito, paesi NATO ed altri; si parla di Co-Jombia} di Uruguay, delle Figi, forse del-l'Australia e della Nuova Zelanda; ci si va,come ha detto l'onorevole Ministro, nelquadro di un contesto europeo. Non è giu-sto parlare di un intervento militare confini militari.

Si dioe che l'adesione italiana è stata trop-po precipitosa e che ancora una volta ab-biamo voluto essere i primi della classe;chi dice questo non riesce a discutere i pro-blemi di politica estera, separandoH da sco-rie propagandistiche, forse per fare appa-rire la partecipazione italiana come una ri-prova della non volontà di operare per lapace. Ci si dimentica che è stato il Presi-dente della Repubblica francese ad aprireil dibattito con una dichiarazione fatta nelcorso di l;na conferenza stampa a Cancundicendo: «dopotutto non vedo perchè nonsi debba andare nel Sinai ». Quando si fan-no riferimenti, lo si è fatto anche in que-st'Aula da parte del senatore Valori, percontrapporre ciò che si fa altrove rispettoa fatti di casa nostra, occorre essere alme-no documentati.

DELLA BRIOTTAdi parlare.

Domando V A L O R I. Cheysson è andato a par-lare con Arafat.

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17263 ~

329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

D E L L A B R IO T T A. Scusi, sena~tore Valori, lei ha parlato di Mitterrand eio non ho parlato di Cheysson. Se si parladi «primi della classe », il P'residente deHaRepubblica francese in questo caso è il pri-mo .deLla classe e noi siamo in ottima com-pagni.a.

V A L O R I. Io ho citato uno fra i tanti.

D E L L A B R IOT T A. Ha parlatodel Presidente della Repubblica f.rancese.

V A L O R I. Legga le dichiara:cioni fat-te da Mitterrand sull'argomento.

D E L L A B R IOT T A. Adesso milasci par.lare, per cortesia; io ho ascoltatolei. Confermo le dichiarazioni di Mitterrandche ho citato prima. È vero che in una si.tuazione complessa come è quella del Me-dio Oriente ogni atto, ogni dichiarazione,contiene elementi di ambiguità e può esse.re variamente interpretata. Ci si chiede seil ritiro delle forze israeliane dal Sinai, cheè funzionale all'invio della forza di pace,avviene nel quadro della piena attuazionedegli accordi di Camp David, secondo il ca~lendario concordato a suo tempo e defi-nito a Londra nella scorsa estate, o se inve.ce si tratta di un elemento che possa con-tribuire alla soluzione dei problemi delMedio Oriente nella linea della dichiara~io-ne CEE del giugno 1980.

È importante che non si diano alibi aIsraele e che si operi perchè Camp Davidnon sia la principale, diciamo l'unica, piat-taforma per risolvere i problemi del MedioOriente. Ne eravamo già convinti. L'assassi-nio del presidente Sadat ha rivelato l'amopiezza della crisi in Egitto e la preca'rietàdi quell'accordo, con il rischio enorme diveder piombare queLla regione nel caos, conla conseguente asfissia energetica per il no-stro paese molto di più che per l'Europa.Diamo Wl giudizio positivo del piano Fahd:non è rivoluzionario, ma realistico e va as-secondato. Non a caso le nuove iniziativetranquiLlizzano molto di più :l'Egitto chenon Israele; ci sono per entrambi ragionidi politica interna: l'ampiezza della crisi

egiziana, di cui nessuno credo voglia ralle-grarsi, e nello stesso tempo la concorrenzaaccentuata dei due schieramenti ,politiciisraeliani sui temi di politica estera.

Dal punto di vista italiano resta la giu-stezza della scelta proprio al fine di faci-litare l'auspicata, definitiva soluzione delp:wblema mediorientale di cui i rapportiEgitto-Israele sono un aspetto. Dioiamo chesi fanno alouni passi avanti: Camp Davidè finito, lo sanno anche gli israeliani, i qua-li, per motivi complessi, devono insisteree circosoriverne gli effetti. Di qui le lororiserve sul:l'invio della forza di pace, cheinsieme agli USA vede impegnati altri pae-si. È finito Camp David, ma si tratta didecidere se deve finke positivamente, sepuò far avanzare positivamente la situa-zione, o se Camp David deve restar.e unepisodio fine a se stesso o addirittura sedebba essere rimesso in discussione.

Stando così le cose, diventa puro nomi.nalismo dal punto di vista di italiani e dieuropei discutere se ci muoviamo nel sensodi Camp David o in quello della dichiara-zione CEE del giugno 1980. Diciamo sempli-cemente che si parte da Camp David, masi cerca di andare oltre, che vanno asse~candate tutte le iniziative che spingono inquesta direzione. Israele deve rendersi con-to che la politica di Reagan è forse diversada quella sperata; l'Egitto ha appena se-polto il suo grande leader che aveva por-tato a casa la pace, ma aveva anche isolatoil suo paese dal mondo arabo. Siamo inp['esenza del piano Fahd, sostenuto dagliStati Uniti e dall'Europa, ma respinto daIsraele contestualmente al rifiuto dell'in-tervento delle forze di pace; d'altra parte10 stesso Arafat, dopo essersi pronunciatopositivamente, non riesce forse a farlo ac-cettare dall'OLP. Conosciamo l'atteggiamen-to critico dei paesi del fronte della fer-mezza, atteggiamento dove forse prevalgo-no considerazioni tattiche più che riservedi fondo, per tacere delle prese di posizio-ne libiche drasticamente negative. Ci si muo-ve ~ credo che tutti possiamo dicl1iararcid'accordo ~ in un quadro assai sfaccettato,dove dominano l'estrema incertezza e il ner-vosismo, a cui si aggiungono le ultime no-

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17264 ~

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

tizie sull'incidente aereo israelo-saudiano diieri l'altro.

Per noi socialisti è essenziale che siachiaro l'obiettivo finale di costruire basisolide di pace nel Medio Oriente, conside-rando Camp David come un atto positivo,ma andando oltre, nello spirito di Venezia,facilitando le azioni in corso. Noi ritrovia-mo nell'azione del Governo italiano questaimpostazione e chiediamo che essa sia man-tenuta coerentemente.

C O N T I P E R S I N I. Domando diparlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

C O N T I P E R S I N I. Dichiaro diessere socldi.sfatto della risposta data dalMinistro degli esteri, onorevole Colombo.pJ:"endo atto della coerente decisione delGoyerno di voler contribuire, «senza inu-tili velleità, ma anche senza ingiustificaterinuncie ,) (diceva il Ministro) ad attuarecompiutamente gli accordi di Camp Davide di estendere tali intese a tutti i protago-nisti della scena mediorientale. Prendiamoatto che gli accordi della dichiarazione diVenezia vengono intesi dal Governo italia-no come un logico completamento degli ac-cordi di Camp David e che in tale contestosi inserisce la decisione dell'Italia sull'in-vio di una forza multilaterale nel Sinai.

S P A D A C C I A. Domando di pa:dare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* S P A D A C C I A. Per una volta nonrimprovererò al ministro degli esteri Co-lombo di essere stato eccessivamente felpa-to e cauto nella dsposta alle interrogazionie alle inteI1peHanze. Ci muoviamo su unterreno minato e la cautela è necessaria;proprio per questo tuttavia, mentre pJ:"en-do atto che alcune preoccupazioni sono dis-solte dalla risposta del Ministro in ordineal carattere multinazionah~ dell'iniziativa ealla conseguente necessità di un concertocon gli altri paesi europei, in coerenza conla dichiarazione di Venezia, non sono del

tutto soddisfatto della parte deLla rispostache riguarda l'annuncio che è stato dato dalConsiglio dei ministri.

Io sono un unilateralista convinto, ma ununilateralista che si muove sempre in dire-zione della pace. Quella dichiarazione misembrava eccessivamente unilaterale e misembrava tale da pregiudicare, non da fa-vorire, la situazione che si era determinata.Perchè? Perchè sembrava un segnale disvincolamento dalle posizioni precedente-mente assunte; e come tale è stato raccoltoda alcune parti, da alcuni settori di questoParlamento, ma che soprattutto come talepoteva essere raccolto dai nostri interlo-cutori internazionali. Noi abbiamo lasciatoper una settimana che questa interpretazio-ne circolasse: la prima smentita l'abbiamoavuta al termine dei colloqui italo-inglesi,dando quindi anche l'impressione che que-sta correzione di linea sia venuta in seguitoalle pressioni dei nostri intePlocutori euro-pei, dei nostri partners della CEE.

Proprio perchè la situazione esige il mas-simo di prudenza poss1bile, credo che 11 se-gnale che abbiamo lanciato sia stato daquesto punto di vista pericoloso. Per il re-st<;>,non ritengo che possiamo, come Eu-ropa e come Italia, disinteressarci del de-stino di Camp David. Certo, la nostra impo-stazione è che Camp David non si riduca auna pax americana limitata a Egitto e Israe-le, perchè, se così fosse, questo segnerebbeil fallimento di Camp David. Non disinte-ressarsi di Camp David significa, partendodi lì, recuperare il dialogo e svilupparlocon gli a1tri necessari interlocutori delloscacchiere mediorientale. Qui è stato ci-tato Mitterrand ma eviterò di strumentaliz-zarIa, tirandolo a brandelli quando mi in-teressa e respingendolo quando non mi in-teressa; prendo atto che ci sono posizionieuropee ~ già richiamate qui da altri col-leghi ~ che si muovono contemporanea-

mente in direzione di un intervento multi-nazionale che colmi la deprecabile, ma pur-troppo effettiva, assenza delle Nazioni Uni-te, eppure si pongono il problema di que-sto recupero del dialogo con gli altri inter-locutori necessari dello scacchiere medioorientale. Sono state qui citate le iniziative

Senato della Repubblica ~ 17265 ~ VIII Legislatura

329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

francesi, Je dichiarazioni del ministro degliesteri inglese; credo che anche l'I taIia nondebba limitarsi a registrare in maniera no~tarile la dichiarazione di Venezia, ma deb~ba muoversi in questa direzione.

Anch'io prendo atto con favore dell'ulti-ma parte delle dichiarazioni del ministroColombo, relative all'OLP. Devo qui ribadi~re quello che ho sempre sostenuto in tuttii miei interventi di politica estera relativialla questione mediorientale: sono per ilriconoscimento il più ufficiale possibile ~

scusate l'espressione contraddittoria ~ del-

l'Organiz'lazione per la liberazione della Pa~lestina. Ben vengano quindi gli incontri coni rappresentanti dell'OLP, con cui non te~ma i 'rapporti ufficiali: temo le situazionicome quelle che si sono verificate nel pas~saio, e dalle quali stiamo solo ora faticosa~mente uscendo, per cui all'ost.racismo versol'qLP corrispondeva un sistema torbido dirapporti con le organizzazioni palestinesi,affidati ai poteri occulti: tra un incontroufficioso e un altro del Ministro degli esteri,i rapporti permanenti passavano attraversole varie P2 di questo Stato e di questo re~gime, con i loro segretari generali del Mi~nistero degli esteri probabilmente affiliati,sic1:lramente con i loro servizi segreti, anzicon i dirigenti delle varie fasi dei servizisegreti, con i loro traffici d'armi e via diseguito.

Da questa situazione dobbiamo uscire perrecuperare limpidità, perchè è evidente cheoggi paghiamo lo scotto dei l'apponi torbidiche abbiamo avuto, che hanno fatto dell'Ita~lia non solo terreno di scorrerie di servizisegreti pro-palestinesi, ma anche zona francadi servizi segreti anti~palestinesi. Gli ultimifatti drammatici, come l'uccisione a Romadi esponenti dell'OLP, dimostrano come ilnostro paese abbia pagato questa politica.

Con la speranza che la nostra prudenza siadavvero in tutte le direzioni e porti in tuttele direzioni una politica di pace, con la spe~ranza che l'intervento europeo ,possa esserein questa direzione davvero proficuo perrecuperare il dialogo, per non restringerloai soli interlocutori egiziani e per non asfis~siare quanto di positivo c'è in Camp David,con la speranza quindi che tutto quanto

non si risolva in una sola pax americana,rivolgo l'auspicio che ci si possa muoverein una direzione di dialogo e di pace.

P I E R A L L I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

P I E R A L L I. Signor Presidente, ono-revole Ministro, debbo riconfermare, dopoaveda ascoltata, il giudizio e l'opinione ne-gativa che hanno i comunisti italiani sullacondotta del Governo a proposito della que~stione deHa forza multinazionale nel Sinaie anche una certa insoddisfazione per il sen~so generale del suo discorso. Se non mi sba-glio, lei ha molto 'accentuato, non voglio di~re circoscritto, le motivazioni della parteci~pazione italiana alla piena attuazione degliaccordi di Camp David, pur non escludendouna possibile seconda fase di più ampio coin-volgimento; mentre noi non possiamo di~menticare che gli accordi di Camp David han~no lasciato iI1I'isolta, hanno contribuito a in~cancrenire la questione V'era, essenziale, delproblema meriorientlale che è la questionepalestinese e che questi accordi hanno in-contrato l'ostilità di tutti gli altri paesi ara-bi, salvo l'Egitto, paesi arabi moderati o no,filo occidentali o no, e che da tutto questoè nata la stessa dichia:mzione di Venezia del-la Comunità economica europea.

Del resto mi pare, onorevole Ministro, chel,ei stesso, quando ,replicò respingendo il no~stro ordine del giorno sul Sinai in Commis~sione esteri, aveva legato la questione dellaforza multinazionale a ben altri fìattori, ri~cordati dal coHega Valori e che ricordo an~ch'io: una co:r.responsabilità genera:le deipaesi della Comunità europea, il 'rapportotra l'iniziativa europea e gli accordi di CampDavid e le interpretazioni che ne avrebbe~ro dato gli altri paesi arabi. Questo ce l'hadetto il 21 ottobre. Sarpevamo benissimo cheerano in corso delle consultazioni tra i pae~si europei, ma nessuno così ufficialmente,come il Govermo italiano, aveva ancora an~nunciato la propria disponibilità a parteci-pa1'e alla forza multinazionale nel Sinai. Eb~bene il Governo italiano ha preso questadecisione il 30 ottobre. Lei dice, onorevole

Senato della Repubblica ~ 17266 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE 1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Mind'stro, che doveva informare il Consigliodei ministri. Certamente che doveva infor-mare il Consiglio dei ministri, ma si potevaanche dire al Consiglio dei mmistri la ve-rità. In nove giorni quei nodi e quei dubbi,che ella stesso aveva avanzato in Commis-sione esteri, non erano stati nè sciolti nèrisolti e si poteva quindi, nel Consiglio deimilnistri, rinvi,are questa solenne decisione.

Il senatore GraneHi si è chiesto anche luiperchè il Governo ha agito così e ha dettodi non essere riuscito a capire il perchè.Credo che si possa riuscire a capire il per-chè se si tiene conto che c'erano state delleresistenze negli altri -paesi della Comunitàeconomica europea. E non si sfugge all'im-pres,sione, per noi quasi alla certezza, che siè fatto questo annuncio così so:lenne e cosìufficiale per forzare la mano a quei paesieuropei che resistevano a dare una cauzio-ne a un'iniziativa che, per la sua skssa na-tUJra, li avrebbe in qualche modo allontana-ti dalla dichiarazione del Vertice di Veneziae li avrebbe avvicinati troppo a CaIPp Da-vid e quindi a rinviare :la soluzione vera delproblema mediorientale che consiste nellacreazione di uno Stato nazionale palestinesee nel garantire la ooesisten2Ja pacifioa di que-sto Stato con Israele, ricondotto ai confmidel 1967.

Quindi, onorevole Ministro, lei non ha fu-gato, nemmeno nella dinamica dell' esposizio.ne, le nosttre riserve e le nostre oritiche. Nelmigliore dei casi, credo si possa dire che ladecisione del Governo italiano, come del re-sto ha scritto anche una parte della stam-pa legata a orientamenti governativi, sia sta-ta prematura. La nostra opinione ~ e ci pa-re che i fatti lo abbiJano dimostrato ~ è chela decisione italiana ha creato abbastanzaguai all'insieme della Comunità europea eh..;è oggi diventata il bersaglio di tutti: primadei paesi arabi contrari agli accordi di CampDavid, poi, dopo il viaggio del Minist,ro de-gli esteri inglese lord Carrington a Riad eil suo apprezzamento ~ ben più calorosodel suo, onorevole Ministro ~ per il pianodel principe Fahd, non solo degli israeliani,come lei ha detto, onorevole Ministro, maanche degli Stati Uniti d'America, :il cui se-gretario di Stato si è preoccupato di far sa-

pere che intendeva raffreddare la posizionedi lord Cé\lI'I'Ìngtone degli altri paesi europeia proposito e della dichiarazione di Veneziae del piano Fahd per la soluzione del pro-blema medi orientale. Abbiamo avuto anchela dichiarazione di Begin il quale ha dettotestualmente che se i britannici, gli italiani,i fr'allcesi e gli olandesi vogliono partecipa-re alla forza multinazionale nel Sinai devo-no dichiarare che non si tmtta e non si trat-terà della dichiarazione del Vertice di Ve-IlIezia dei paesi della Comunità economicaeuropea.

Per quanto riguarda il nostro paese, daLondra il Presidente del Consiglio e lei quici avete fatto sapere che ,in qua1che modovi hanno fatto posto e siete rientrati nelgruppo della CEE. Ma che cosa vuoI direesattamente la sua affernlazione? Noi nonl'abbiamo colta bene fino in fondo. VuoI di-re che se non c'è l'accordo di tutti e dieeii paesi della CEE non si realizza questa par-tecipazione alla forza multinazionale? Ri-tengo che, come Italia, potremmo portareun contributo più positivo avendo in mentedue cose.

Innanzitutto c'è UJD.problema di atteggia-mento politico anche di fronte aile reazioniisraeliane e alle reazioni americane. Lei hadetto una volta in Commissione, proprio inoccasione del bilancio, onorevole Ministrodegli esteri, che nOlIlè vero che quando nonc'è accordo tra gli Stati Uniti e gli alleatieuropei la soluzione dei :pToblemi aperti nel-la scena internazionale sia più facile, anzipuò essere più difficile. Noi possiamo anchecomprendere questa sua affermazione. Ma al-lam, perchè accordo ci sia, bisogna che nonci siano prevaricazioni e imposizioni di li-nea da paJ:1tedegli Stati Uniti d'America aglialleati europei. E io credo che noi dovrem-mo schierarci con chi in Europa cerca difare comprendere agli Stati Uniti che unpuro approccio strategico-militare per il con-frOl11tocon l'URSS non porta ad UJD.asolu-zione politica e stabHe dei conflitti apertinell'area mediorientale. Dobbiamo operareinsieme ai paesi arabi, non sOiltanto l'OLP ~

che non è un paese a:ncora, ma lo sarà ~

o la Siria, ma anche 1'Arabia Saudita, ilKuwait e la Giordania che pensano e hanno

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detto che per una soluzione globale, dura-tura e pacifica non si può escludere dallatrattativa la stess,a Unione Sovietica. Que-sto è una primo problema e un primo atteg-giamento politico che secondo noi dovrebbeessere preso.

La seconda questione è che si deve darein qualche modo una concretezza d'inizia~tiva, alla stessa dichiarazione di Venezia. Leiha parlato col capo del dipartimento politi~co dell'OLP. Io ho avuto occasione, parte-cipando al consiglio nazionale palestinese,di parlare insieme ad esponenti di partiti so-cialisti e socialdemocratici de:! Belgio, del~l'Olanda e della Repubblica federale tedesca,con il presidente dell'OLP Arafat che ci hadetto: noi abbiamo applaudito il vertice diVenezia e la sua rkonferma a Lussemburgo;quello che non riusciamo a vedere è chedalla dichiarazione la CEE passi ad un'ini~ziativa concreta. Pensiamo che è venuto iltempo di passare ad un'iniziativa concretaper « dare gambe» alle dichiarazioni di Ve~nezia.

Infine, onorevole Ministro degli esteri, anoi sembI1a che sia arrivato il momento diinvitare ufficialmente in Italia il Presidentedell'OLP per aver contatti e discussioni allivello più alto possibile. Questo ci sembraun atto positivo. Sentiamo che una spintain questa direzione, anche se non in questitermini, è venuta da parte di esponenti del-la maggioranza che hanno parlato oggi e ciauguriamo che ne vogliate tener conto. (Ap-plausi dall'estrema sinistra. Congratulazioni).

P O Z Z O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

P O Z Z O. Signor Presidente, onorevoleMinistro, intendo anzitutto dare atto allaPresidenza dell'Assemblea e al Governo diel-la tempestività e della opportunità di que-sto dibattito. Quanto alle comunicazioni delMinistro degli esteri, mi pare che l'asl}Jira~zione ad una chiarezro totale, quale avevamorichiesto, sia andata in gran parte delusa maè doveroso da parte nostra dare atto allarelazione del mi:nistro Colombo di una di~sponibiHtà forse nuova, inedita a seguire

con maggiore realismo ciò che si muove nelquadro europeo e mondiale, nel senso di unpunto di svolta innegabile iln linea con lanecessità di accelerare tutti gli strumenti ei dispositivi di ,sicurezza a salvaguardia del~la pace.

A questo proposito, nella stringatezza chesi deve ad una 'replioa contenuta in così po-chi minuti, voglio ricordare testualmente ladichiarazione del Ministro qUlando ci ha ri-cordato che «il ,ritiro israeliano è subordi-nato aHa presenza della forza multinaziona~le» e quindi anche alla partecipazione ita-liana, che è stata richiesta formalmente daipaesi interessati in un più ampio contestodi interesse europeo. Voglio anche ricocda-re, condividendola, la citazione che riguar~da l'assassinio di Sadat « che ha costituitoun punto di svolta nell'intera situazione me~diorientale» e il riconoscimento che negliincontri avvenuti in occasione del funeraledi Sadat la misura della disponibilità alcoinvolgimento dei Dieci ha avviato l'Euro~pa a intervenire in un processo di rafforza~mento delle condizioni di pace in MedioOriente.

In queSIto senso abbiamo interpretato e in~terpretiamo la decisione di 'Offrire la dispo-nibilità italiana per una forza di pace inter-nazionale nel Sinai e in questo quadro ab-biamo espresso e ribadiamo la nostra dispo~nibilità in positivo, come gruppo politico.

La nostm opposizione e la nostra insod-disfazione per le dichiarazioni del Ministrovengono tuttavia OOII1valddatedalle «omis-sioni », dai t,roppi silenzi del Ministro suiproblemi sollevati nel1a nostra inteI1pellan-za, sia a proposito dei rapporti con il Par~Hto comunista italiano che a proposito delriconoscimento dell'OLP.

Nel momento in cui per la prima voltasi chiede ai cittadini italiani in uniforme ilcompimentto del proprio dovere in condi-zioni certamente atipiche rispetto alla nor~male routine di caserma, riteniamo necessa~ria ribadire tutti i valori nazionlali ed euro-pei in uno spirito di consapevolezza e diunitarietà che, a nostro avviso, è mancatoa livello governativo. Non abbiamo registra~to infatti in questo dibattito una testilID'O~nianza certa di tale consapevolezza da par-

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17268 ~

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

te di tutte le fone che sostengOil1o la com~pagine governativa sul'la decisione anticipatadel Governo. Per questo esprimiamo insod~disfazione e insieme preoccupazione.

G R A N E L L I. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* G R A N E L L I. Signor Presidente, ono-revole Ministro degli esteri, evidentementefra le mie preoccupazioni non vi era la cri-tica alla piena legittimità di una sedutadel Consiglio dei ministri convocata per di-scutere su una relazione del Ministro de-gli esteri, esprimendo pieno sostegno poli-tico a questa iniziativa del nostro paese sulpiano internazionale. La mia preoccupazioneera diversa. L'interpretazione data da tuttala stampa itaHana, senza alcuna smentita,alla decisione del 30 ottobre era quella diuna decisione esplicita nel senso della par-tecipazione dell'Italia aI,la forza multina-zionale nel Sinai; ad accreditaiI'e questo hacertamente contribuito un insieme di indi-screzioni che ,suggerivano di controbilancia-re questa decisione con il riconoscimentodell'Organizzazione per la liberazione dellaPalestina.

Le do volentieri atto, onorevole Ministro,della dichiarazione da lei fatta oggi che va-le in qualche misura come interpretazionecorretta e autentica de11e decisioni dei 30ottobre: si è trattato di una decisione diprincipio, che può diventare operativa so-lo se strettamente collegata e inquadrata nel-la decisione politica del vertice di Veneziadel 13 giugno 1980 e se vi è ~ come lei hasottolineato ~ la concertazione esplicita deiquattro paesi europei ÌiIlteressati, oltre all'av-vallo dei Dieci della Comunità economicaeuropea. Questa è una affermazione, a mioavviso, politicamente rilevante perchè, an-che se usciamo dal rituale del collegamen-to con i documenti, rimane esplicito il fattoche non è possibile partecipare a una forzamultinazionale nel Sinai ,se questa opera-zione sdgnifica avallare una pace separatatra Egil\:to e Israele che sarebbe un ostacoloall'allargamento del processo di pace aglialtri paesi arabi. In altri termini, non si

può pagare questo intervento ~ gli europeinon possono farlo ~ a prezzo della rinunciaalla dichiarazione di Venezia; il che signi-fica ri.solvere il problema palestinese e com-volgere l'OLP in una pace globale ed equache riconosca i legittimi diritti del popolopalestinese.

Questo è un importante elemento che do-vrebbe far riflettere sulla seconda parte del~le sue comunicazioni, signor Ministro, chemi lascia meno soddisfatto, cioè la parterelativa ai rapporti con l'Organizzazioneper la liberazione della Palestina e alle ini-ziative politiche riguardanti in generale lasituazione nel Medio Oriente.

Vorrei esortarla, se possibile, onorevoleMinistro, ad una riflessione di questo genere.La mia impressione è che la stessa decisio-ne della forza multÌiIlazionale nel Sinai, cuiè legata in mamera decisiva l'attuazione del-la prima parte degli acoordi .di Camp David,non potrà diventare realtà se sul piano po-litico non emergerà, con maggiore forza, lacapacità europea di collegarsi con le altreproposte di pace che ,sono emer.se nell'area~ mi riferisco al piano dell'Arabia Saudita~ e se t'Europa non riprenderà UiIl dialogocon i paesi arabi propnio nel momento incui .i più moderati si oppongono non soloana pace separata ma anche all'allargamentodi questa pace.

Lei ha detto una cosa di rilievo, signorMiiIlistro, quando ha richiamato il fatto cheil passo dell'ambasciatore italiano pressoArafat dopo la decisione del Consiglio deiministri ha un indubbio rilievo politico ri~spetto anche a questo problema. Conoscobene le difficoltà per giungere ad un rico-noscimento formale della realtà dell'OLPanche dal pUiIlto di vista del collegamentocol nostro ordinamento, ma il problema cheprevale non è giuridico bensì politico; que-sta situazione giuridica non ha impedito alMinistro degli esteri francese di rendere piùintensi i collegamenti t,ra il suo Governo el'Organizzazione per la Liberazione della Pa~lestina. Questa difficoltà giuridica non haimpedito a lord Carrington, che in questoperiodo svolge la funzione di P,residente del-la Commissione economdca europea, di an-dare a Riad e manifestare una attenzione

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17269 ~

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particolare al piano dell'Arabia Saudita, non~chè propoJ1si un contatto più diretto con lostesso A,rafat per convincere tutte le partiin causa a fare uno SOOlrZOper guardare aiprocessi di pace nel Medio Oriente in manie~ra più globale e meno parziale.

~Mipermetta quindi, signor Presidente, diinsistere ,su questa 'seconda parte. A mio av~virso è necessaria UiIla più intensa d.niziativaitaliana ed europea di carattere politico piùche giuridico, perchè vengano stretti mag~giori contatti con 1'Or~izzazJione della li~berazione della Palestina, con il Governo del~1'Arabia Saudita, coo i paesi arabi che nonaccettano la pace sepalI'ata, con le stesserealtà degli Stati Uniti, perchè la mia im~pressione è che se 1'ac~do di Camp Da~vid dovesse limitarsi ad una pace separatafinirebbe anch'esso per disgregarsi. Quindi,mentre le do atto della dichiarazione rela~tiva 'alle coodizioni necessarie perchè l'Ita~lia partecipi alla forza multinazionale nelSinai, vorrei sottolineare ancora una voltala mia modesta sollecitazione ad una maggio~re iniziativa politica, per dare attuazione al~la dichiaraziane dd. Venezia e aprire la viaad un processo globale di pace nel MedioOriente.

P RES I D E N T E. Lo svolgimento,del'le interpellanze e delle interrogaziani èesaurita.

Discussione dei disegni di legge:

« Delega al Governo della Repubblica per laristrutturazione dell' Amministrazione fi-nanziaria» (11 t 4 ) ;

« Unificazione dei ruoli organici del perso-nale dell' Amministrazione delle finanze»(47), d'iniziativa del senatore Santalco;

« Nuove norme sull'ordinamento e la gestio-ne del gioco del lotto» (50), d'iniziativadel senatore Santalco;

« Norme per la sistemazione di talune situa-zioni in seno all'Amministrazione Unan-ziaria» (116), d'iniziativa del senatoreSantalco;

« Elevazione della competenza degli inten-denti di finanza. Modifica dell'articolo 5del decreto del Presidente della Repubbli-ca 4 febbraio 1955, n. 72 » (280), d'iniziati.va del senatore Bausi e di altri senatori

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca la discussione dei disegni di legge: « De~

lega al Governo della Repubblica per la ri~strutturazione dell'Amministrazione finanzia-ria »; «Unificazione dei ruoli organici delpersonale dell' Amministrazione delle finan~ze », d'iniziativa del senatore Santalco; « Nuo~ve norme sull'ordinamento e la gestione delgioco del lotto », d'iniziativa del senatoreSantalco; « Norme per la sistemazione di ta-lune situazioni in seno all'Amministrazionefinanziaria », d'iniziativa del senatore San~talco; «Elevazione della competenza degliintendenti di finanza. Modifica dell'articolo 5del decreto del Presidente della Repubblica4 febbraio 1955, n. 72 », d'iniziativa dei se~natori Bausi, Rosi, Avellone, Gusso, Beor-chia e Damagio.

Come loro ricordano, la discussione fu rin-viata per consentire alla la Commissione dipronunziarsi sul testo proposto all' Assem~blea dalla Commissione finanze e tesoro. So~no giunti i pareri sia dalla la che dalla 5aCommissione. Invito il senatore segretario adare lettura dell'uno e dell'altro.

V I G N O L A, segretario:

«La Commissione affari costituzionali,pronunciandosi definitivamente sul testo ela-borato dalla Commissione finanze e tesoro,dei disegni di legge nn. 1114, 47, 50, 116 e280~Aesprime parere favorevole alle seguen-ti condizioni:

1) che sia sostituito all'articolo 2 il pa~rere della commissione prevista dal primocomma dell'articolo 17 della legge n. 825 del1971 con quello delle competenti Commissio~ni della Camera e del Senato;

2) che sia soppresso l'articolo 3 inquanto il potere delegato è ampiamente con~ferito in base all'articolo 2, mentre occor-rerebbe formulare criteri e direttive ade~guate per disciplinare i pubblici uffici in rap~

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17270 ~

11 NOVEMBRE 1981329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

porto alla sperimentazione e ai risultati ot.tenuti per effetto della prima delega che nonpotrebbero non essere contenuti in uno spe-cifico disegno di legge;

3) che sia circoscritto all'articolo 4, ter-zo comma, !'istituto dell'avocazione;

4) che sia soppresso, all'articolo 5, ilcomma relativo all'assegnazione in posizionedi fuori ruolo dei magistrati ordinari ammi-nistrativi presso l'ufficio legislativo del Mi-nistero;

5) che sia soppresso all'articolo 5 l'ulti-mo comma che tende a potenziare, in modoperaltro generico, le attribuzioni del Con-siglio di amministrazione del Ministero;

6) che sia identificato nell'ultimo com-ma dell'articolo 6 un sicuro criterio direttivoper l'esercizio della delega relativa alla ge-stione del gioco del lotto salvo lo stralcio del-la materia che potrebbe formare oggetto diautonomo disegno .di legge;

7) che in luogo di quanto disposto dalterzo comma dell'articolo 6 sia istituita unasezione staccata del Provveditorato generaledello Stato;

8) che all'articolo Il siano soppressi ilquarto e quinto comma e sia introdotto alprimo comma un criterio di coordinamentocon la normativa riguardante !'insieme del-la dirigenza statale;

9) che all'articolo 12 siano soppressi ilsecondo, terzo, quarto comma e conseguen-temente le parole di riferimento contenutenel primo comma;

10) che all'articolo 13 siano soppressi icomma terzo e quinto, coordinando il secon-do comma dello stesso articolo con l'articolo10 della legge 11 luglio 1980, n. 312;

11) che si sopprima l'intero articolo 16;12) che all'articolo 17 si sostituisca il

quarto comma con il testo originario del Go-verno;

13) che al terzo comma dell'articolo 20siano formulati più adeguati criteri per laselezione delle aziende con cui stipulare lepreviste convenzioni.

Oltre a tali condizioni si raccomanda chenella formulazione della delega di cui al se-sto comma dell'articolo 5 non sia contraddet-

to il sistema stabilito nella collocazione delservizio centrale degli Ispettori tributari dicui alla legge 24 aprile 1980, n. 146 ».

« La Commissione bilancio e programma-zione economica, esaminato il testo che laCommissione finanze e tesoro propone al-l'Assemblea in ordine ai disegni di legge intitolo, per quanto di propria competenza,mentre esprime parere favorevole in ordineallo slittamento al 1982 della clausola finan-ziaria (articolo 28 del testo della Commis-sione), richiama le osservazioni critiche giàespresse nel precedente parere emesso indata 9 dicembre 1980, sul disegno di leggen. 1114.

In sostanza si ritiene che la caratteristicatipologica degli impegni di spesa previstidall'articolo 27 sia tale da consigliare l'ado-zione di una modulazione della norma basatasui criteri stabiliti dall'articolo 18, primocomma, della legge 5 agosto 1978, n. 468 ».

P RES I D E N T E. Dichiaro aperta ladiscussione generale.

:È:iscritto a parlare il senatore Spadaccia.Ne ha facoltà.

S P A D A C C I A. Signor Presidente, ri-nuncio a parlare.

P RES I D E N T E. ~ iscritto a parlareil senatore Marselli. Ne ha facoltà.

M A R S E L L I. Signor Presidente, si-gnor Ministro, onorevoli colleghi, il relatore,come aveva già fatto in Commissione, hamesso in evidenza nella sua relazione presen-tata all' Aula i continui, lunghi, ingiustificatirinvii deHa ristrutturazione dell'Amministra-zione finanziaria ed ha citato le conseguenzedeleterie per il paese dell'inefficienza dellevecchie strutture di questo Ministero. Le cau-se individuate sono molte, alcune valide, altreno. In complesso si è trattato però della sot-tovalutazione di un problema di così vastaimportanza. Si tratta di ritardi dovuti ad in-capacità politica oltre che tecnica? Io nondirei. La questione è assai più complessa; ep-pure le denunce e gli avvertimenti non sono

I

mancati. Il relatore ha citato il senatore Vi-

Senato della Repubblica ~ 17271 ~ VII I Legislatura

32~ SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

sentini; altri uomini politici, studiosi di pro-blemi amministrativi potrebbero essere ri-cordati ed i giudizi sarebbero ancora più pe-santi. Hanno certamente influito, di volta involta, la precarietà della situazione politica,crisi di Governo, instabilità, rapido cambia-mento di ministri, leggi errate riguardantiin particolare la dirigenza statale.

Queste inadempienze sono state pagate acaro prezzo soprattutto dai lavoratori a red-dito fisso. Certo le responsabilità politicheesistono e non si possono ignorare e io nonvoglio ripetere considerazioni che risultanonella relazione del collega Santalco riguar-danti il Ministero delle finanze. Ma in temadi ritardi mi sia consentito ricordare adesempio che l'attività del Consiglio dei mi-nistri è ancora oggi disciplinata da un de-creto del novembre 1901. È avvenuto tuttoper caso, mi domando? Lo dubito. La consi-dero piuttosto una scelta politica funzionalead un certo modo di governare.

E in questo periodo si parla molto di ri-forme istituzionali più o meno ampie; mameglio sarebbe, a mio avviso, adeguare il piùrapidamente possibile l'ordinamento stata-le alle norme previste dalla Costituzione re-pubblicana che in alcuni parti, a quanto pa-re, è tuttora di viva attualità.

Prendiamo comunque atto che finalmenteè al nostro esame il disegno di legge per laristrutturazione del Ministero delle finanze.È un fatto importante anche se i tempi diattuazione a nostro avviso sono troppo am-pi, troppi dilatati, mentre la situazione del-l'amministrazione finanziaria necessita di in-terventi rapidi, di trasformazioni urgenti chesi sviluppino in un disegno coerente rispon-dente a indirizzi razionali di rinnovamento.

Ma questa ristrutturazione in che rappor-to è con il progetto generale di riforma a suotempo presentato dal ministro Giannini?Credo che il lavoro, l'elaborazione, le indica-zioni e l'apporto delle forze politiche nel cor-so della discussione che a suo tempo si èsvolta qui al Senato non debbano essere di-spersi. Anche nel dibattito svoltosi in Com-missione più volte ci siamo richiamati a partidel «rapporto Giannini» che consideriamocome punto di riferimento per un reale rin-novamento dell'amministrazione pubblica

nel suo complesso, da svilupparsi nell'am-bito di un disegno generale unitario. Ci pareche spunti interessanti a questo riguardosiano contenuti anche nella relazione dellacommissione istituita dal Governo e presie-duta dal professor Piga.

Oggi ci è offerta l'occasione di dare l'av-vio alla riforma dello Stato con la ristruttu-razione dell'amministrazione finanziaria, in-terpretando le esigenze nuove che provengo-no dalla società italiana. Non dobbiamo de-ludere le aspettative delle forze sociali e pitìin generale dell'opinione pubblica nel darel'avvio alla costruzione di un nuovo Stato. Sicorre il rischio, a mio avviso, di non rispon-dere pienamente a questo processo di rinno-vamento, di ripetere errori che non per-metterebbero di modificare radicalmente lasituazione esistente. C'è assoluta necessità dicambiare, non è più pensabile di razionaliz-zare l'organizzazione amministrativa attua-le. E c'è da osservare poi che l'attuazione spe-cifica delle norme in discussione è affidataattraverso la delega al Governo o, meglio, aifuturi Governi. L'approvazione del disegnodi legge al nostro esame equivale quindi adun'affermazione di volontà politica delle for-ze che compogono la maggioranza governa-tiva attuale, che dovrà essere ulteriormenteverificata nell'altro ramo del Parlamento enei momenti in cui si procederà all'attua-zione della delega.

Ma quali garanzie possono essere offerteper l'avvenire? Ci sarà la necessaria volontàpolitica di rispettare i principi sanciti nellalegge di delega? Le proposte innovative dellacommissione Piga saranno discusse, tenutein qualche considerazione oppure sarannomesse in disparte? Sono dubbi legittimi, ono-revoli colleghi, suggeriti dall'esperienza delpassato, dubbi avvalorati dai segnali preoc-cupanti che provengono dalla situazione po-litica attuale, che non può certo considerarsicome la più idonea a riforme di questo tipo.Eppure la riforma dello Stato, oltre che unobbligo costituzionale, è un compito impre-scindibile per far uscire il paese dal grave epreoccupante stato di crisi di cui si parladiffusamente.

Tuttavia il cammino di questa legge nonsarà facile: più sarà innovativa e più aumen-

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teranno le resistenze. Bisogna averne co~scienza.

Qualche accenno del relatore è piuttostosignificativo e direi illuminante. Da qui di-scende l'esigenza, come ho già ricordato, diavvalersi di tutto il materiale esistente: delrapporto Giannini, del documento votato dalSenato, dei contributi che provengono dalsindacato, delle risultanze delle varie com~missioni di studio, utilizzando cioè tutte leforze disposte a battersi e ad operare per ilrinnovamento dell'amministrazione finan~ziaria. Ma la mia impressione è che questoprovvedimento non ha avuto il rilievo chesarebbe stato necessario anche durante la di-scussione in Commissione. So che il relatoreè di avviso diverso, perchè ha parlato di am-pio dibattito, il che mi sembra eccessivo: c'èuna punta di ottimismo.

Qualche tentativo per avere un dibattitopiù ampio è stato fatto. :E.vero che ci sonostate audizioni dei sindacati del personale delMinistero, che è stato costituito un comitatoristretto che, a mio parere, ha avuto peròun'attività poco soddisfacente. Le stesseCommissioni parlamentari che hanno espres-so pareri ~ mi riferisco in modo specificoalla la Commissione ~ inizialmente non han~no approfondito i problemi e le implicazio-ni di carattere generale contenute nel prov-vedimento stesso. Certo, i giudizi e le posi~zioni sono divergenti. Passando ad analiz~zare alcune questioni contenute nella leg~ge ~ che non può certo essere considerata{( una piccola rivoluzione degli uffici delletasse », come induce a credere il titolo di unarticolo comparso su un giornale finanzia-rio ~ le più rilevanti novità sono rappre~sentate dall'istituzione del segretario gene-rale e dalla riorganizzazione delle direzionigenerali di finanza quali organi di coordina~mento degli uffici centrali e periferici.

Sulla figura del segretario generale sonostate espresse molte perplessità e riservecirca le attribuzioni previste che, a giudiziodi molti studiosi, dovrebbero essere più li-mitate. Può diventare, come si teme, il se~gretario generale, il vero arbitro dell'attivitàdel ministero? Soprattutto, non ci pare ri-solto il rapporto tra il segretario generale eil gabinetto del Ministro, che può e deve

svolgere la sua funzione e che dovrà trovarela sua collocazione all'interno dell'ammini-strazione finanziaria, pur con la separazionedei ruoli e con l'autonomia del personale.Quali conseguenze può avere nell'attività lamancata definizione di questo rapporto? Ri-tengo che, se non opportunamente definite,queste situazioni possano dare adito nel futu-ro ad inconvenienti. A questo riguardo sareb-be interessante conoscere l'esperienza del~l'attività del segretario generale al Ministerodegli esteri e a quello della difesa, natural-mente se le attività esercitate sono le mede~sime. Se c'è qualcosa da precisare, si facciasubito, prima di provocare ulteriori guasti.

Ma l'innovazione più importante è senz'al~tro costituita dal decentramento dell'attivitàoperativa del Ministero, con la creazione del-le direzioni regionali di finanza, che dovran~no svolgere compiti di direzione e coordina-mento dell'attività degli uffici finanziari com~presi nella regione e di coordinamento conl'attività di polizia tributaria della guardiadi finanza. Un fatto apprezzabile ritengo siala riduzione delle direzioni generali; si puòconcordare sia sul numero che sulle funzio-ni, ma dovranno anche qui essere ben defi-niti i rapporti con il segretario generale. So-no questioni molto delicate per le implica~zioni future.

Un'osservazione che desidero fare riguardail coordinamento dell'attività dei vari servizidell'amministrazione centrale e di questi conil comando generale della guardia di finan-za per l'attività tributaria, svolto dal segre-tario generale e dal Ministro.

È questo un aspetto rilevante nel campodell'attività tributaria. Qui andrebbe scioltoil nodo se la guardia di finanza debba es-sere esclusivamente adibita a compiti di po-lizia tributaria, per la lotta alle frodi e al-l'evasione, oppure continuare ad operare co-me ora avviene. Ci possono essere pareri con-trastanti su questa attività della guardia difinanza, ma domando fino a quando potràessere consentito che soltanto la decima par~te dell'organico della gua~dia di finanza siadestinata a compiti di polizia tributaria.Troppi adempimenti gravano su questo cor-po: guardia di frontiere, guardia costiera,ordine pubblico, difesa militare del paese!

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Certo una diversa utilizzazione pone pro-blemi di un migliore addestramento ed eleva-mento professionale di tutti i finanzieri, colpotenziamento quindi delle attuali scuole dipolizia tributaria che sono oggi insufficien-ti per assicurare un generale adeguamentodella professionalità nei vari campi di atti-vità. Non è certamente un compito facileda risolvere; ma è una strada obbligata sesi vuole limitare la vasta area di evasionefiscale che ancora oggi esiste nel paese. In-fatti le frodi fiscali, oltre ad avere aspettidi ampiezza preoccupante ~ mi riferisco alnumero delle frodi ~ hanno anche un in-cremento notevole sul piano della qualità:sistemi sofisticati, altamente specializzati,usati da persone di notevole qualificazioneprofessionale, che per essere scoperte devo-no essere combattute ad armi pari.

A volte però dobbiamo lamentare anchecorruzione, degenerazione di alti ufficiali del-la guardia di finanza, negligenze, insuffi-cienti metodi e mezzi di controllo, farragi-nosità delle documentazioni da produrre chenon scongiurano le frodi o i falsi. Voglio quiricordare lo scandalo dei petroli che è costa-to circa 2.000 miliardi, e la vicenda non èancora conclusa. Sono tutti aspetti intima-mente legati alla ristrutturazione dell'ammi-nistrazione finanziaria, che in ogni momen-to mette a nudo le sue gravi manchevolezze.

Ma quali modificazioni operative sono pre-viste nella futura attività della guardia difinanza? Quali misure saranno attuate permigliorarne l'efficienza? L'aumento degli or-ganici non può bastare! Per quanto riguar-da il servizio per la programmazione e ilcoordinamento della attività di informatica eper la vigilanza sulla loro attuazione, pre-visto all'articolo 5, punto b), della legge, po-sto alle dirette dipendenze del segretario ge-nerale, vorremmo comprendere meglio inche cosa consistono le competenze delle di-rezioni generali relativamente al punto a) delsecondo comma dell'articolo 6 riguardo ({ aiservizi per l'attuazione e la gestione delleattività di informatica ». Quali limiti ha ilcoordinamento del segretario generale? Que-sta attività, che consideriamo essenziale alfine dell' ammodernamento dell' amministra-

zione finanziaria, ci fa porre degli interroga-tivi.

Da chi sarà espresso il giudizio sulle ap-parecchiature esistenti nell'amministrazionee nelle singole direzioni generali? Chi daràle opportune valutazioni sulla professiona-lità del personale dipendente? Chi provvede-rà al suo costante aggiornamento in relazio-ne alle nuove tecniche e ai nuovi impieghi?Chi sceglierà gli impianti? Chi provvederàagli studi d'analisi e programmazione? Laamministrazione pubblica oggi dispone diquesto personale? Lo dubito, onorevoli col-leghi, anche perchè la stessa struttura uni-versitaria, alla quale verosimilmente si puòpensare di fare ricorso, non dispone di unnumero sufficiente di persone qualificate ingrado di dare giudizi organizzativi di ampiorespiro come esperienza e preparazione.

È vero che dal gennaio 1981 sono stateinsediate due sottocommissioni per lo stu-dio e il coordinamento delle iniziative di au-tomazione e per l'esame dei progetti chesono proposti dalle singole amministrazio-ni; ma queste commissioni da chi sono com-poste? Hanno i loro membri sufficiente pre-parazione? IJ provveditorato generale delloStato, in questo settore, che funzione svol-ge? Ha qualche struttura specializzata peroperare gli acquisti? Esistono intese e col-legamenti con il CNR? Ecco uno dei moti-vi del nostro dissenso per il servizio di eco-nomato autonomo del Ministero delle fi-nanze.

Non sono questioni da poco, se si tieneconto che l'obiettivo di fondo dell'ammini-strazione finanziaria è quello di realizzareun servizio informatico efficiente, opportu-namente decentrato e coordinato. Si puòobiettare che è un compito da perseguiregradulamente: certo, lo riconosciamo, mapredisponendo subito i programmi necessa-ri anzichè attendere, nuovamente imprepa-rati, la scadenza della convenzione con laSOGE!. Io non credo che all'atto della sca-denza della convenzione, e cioè fra circa 18mesi, l'amministrazione finanziaria potrà su-bentrare totalmente alla SOGEI, ma mi pa-re legittimo chiedere che sia preparato giàda oggi un piano di subentro reale, fissan-done i tempi di attuazione.

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In primo luogo credo che debba essereesaminata la situazione del personale spe~cializzato in compiti di meccanografia, a suotempo assunto dall'amministrazione finan~ziaria, e il modo più idoneo per recuperar~ne la professionalità. Quando si parla direcupero di capacità professionale è chiaroche bisogna provvedere a corsi di aggiorna~mento e di addestramento, che da soli sonoperò insufficienti per la preparazione delpersonale; occorre quindi anche esperienzadiretta di lavoro e, soprattutto, ci sembraopportuno che i dirigenti del Ministero eser~citino il controllo e la partecipazione ai mo-menti decisionali dei programmi da partedella SOGE!.

Le carenze devono essere eliminate conuna costante azione quotidiana e i difettinell'organizzazione dell'attività, oggi nume-rosi, devono essere corretti con interventiprecisi. Intanto l'obiettivo immediato do-vrebbe essere quello dell'integrazione tra isottosistemi che fanno capo ai diversi cen~tri informativi, in modo che i dati raccoltipossano essere utilizzati dai vari settori su~perando !'incomunicabilità tra le varie reti.

Per quanto riguarda la definizione giuri~dica delle diverse posizioni professionali, peri problemi retributivi e di carriera comunia tutta la pubblica amministrazione, sarebbeauspicabile una soluzione di ordine genera~le per evitare di affrontare il problema persettore e per singolo Ministero.

Noi trattiamo diffusamente di questi ar~gomenti perchè riteniamo che colmare i ri~tardi e correggere gli errori sia fondamentaleper vincere la sfida dei prossimi 10 anni,con l'avvento della « società delle informa~zioni », con le implicazioni di carattere anchenegativo che dovranno essere affrontate. Nonso se oggi esistano dei dati statistici sull'in~formatica delle pubbliche amministrazioni;in caso negativo sarebbe utile provvederealla raccolta di notizie precise. Questo con~sentirebbe di agire in un quadro complessi-vo, valutando la possibilità di utilizzazionedei vari sistemi informativi e di far uso diesperienze varie con vantaggi sensibili an-che ai fini della spesa. È in corso in questigiorni la conferenza nazionale indetta dalCNEL che ha per tema !'informatica nella

riforma della pubblica amministrazione. Èindubbiamente un contributo importante aun aspetto che riguarda la riforma della pub~blica amministrazione in generale e ora puòrappresentare un aiuto anche all'ammini-strazione finanziaria.

I problemi da affrontare nell'amministra-zione finanziaria sono innumerevoli; ognisettore ha gravi insufficienze e, malgrado!'impegno del personale, si verificano ritar-di nell'espletamento dei compiti istituziona-li. Voglio citare l'enorme arretrato esisten~te nelle volture catastali e gli accatastamentidi unità immobiliari non eseguiti. Si parladi milioni di pratiche: circa 4 milioni diimmobili non accatastati e altrettante voltu-re non eseguite; ma a parere del Ministroquesti dati sono ancora superiori. Anche inquesto settore non mancano le proposte dimodifica, ma per ora nulla di concreto èstato fatto.

n nostro Gruppo ha partecipato attiva~mente alla discussione di questa legge, hapresentato in Commissione numerosi emen~damenti con il fine di migliorarne il conte-nuto e soprattuto di approfondire i variproblemi. La discussione sugli emendamentiin Commissione c'è stata e, a nostro giudi-zio, ha dato anche risultati positivi perchèin larga misura le proposte di modifica so-no state accolte. La nostra azione politicala condurremo anche qui questa sera inter~venendo non solo nella discussione genera-le, ma riproponendo nostri emendamenti.Non c'è nulla di strumentale e nessun atteg~giamento inteso a ritardare l'approvazionedel provvedimento: la nostra è una lineadi coerenza e di rigore nel rispetto di undisegno complessivo e unitario per la rifor-ma dello Stato. Ecco perchè, ad esempio,sulle questioni che riguardano il personaleabbiamo presentato numerosi emendamentisoppressivi.

Continuiamo a batterci perchè la ristrut-turazione dell'amministrazione finanziariasia affrontata nell'ambito di princìpi gene~rali e di norme comuni ad altri ministeri,ciascuno dei quali ha peculiarità proprie: male particolarità vanno ricondotte ad un qua~dro generale di comportamento per tuttal'amministrazione dello Stato. Si parla di ri~

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forma del Ministero del tesoro, del Ministerodel bilancio e di quello della pubblica istru-zione. Ma quale sarà la linea di condotta co-mune per la riforma e la ristrutturazione diquesti ministeri? Secondo il nostro orienta-mento le varie norme e !'introduzione disistemi nuovi devono tener conto anche deiriflessi negativi che essi possono avere sul-l'amministrazione pubblica in generale. Nonbisogna mai perdere di vista la necessità diperseguire l'omogeneità e la perequazione,da realizzarsi il pill rapidamente possibile.

Non voglio addentrarmi oggi in esami par-ticolareggiati che avremo modo di fare nelcorso della discussione sugli emendamenti,ma riteniamo sia urgente provvedere all'ap-provazione della legge-quadro per il pubbli-co impiego da tempo in discussione alla Ca-mera: ci sembra questo il modo più correttodi affrontare il problema. È una questionegiuridica sì, di carattere normativa, anche,ma soprattutto di carattere morale.

Sono nodi anche questi che si rinviano daanni e la cui soluzione diventa sempre piùdifficile. La Commissione affari costituzionalidella Camera ha iniziato da tempo la discus-sione sul disegno di legge n. 768, presentatoalla Camera dei deputati in data 8 ottobre1979, che è poi la legge-quadro sul pubblicoimpiego. È stato costituito un comitato ri-stretto che ha predisposto il nuovo testo e,pertanto, la discussione potrebbe essere ri-presa e conclusa in tempi brevi.

Quali ostacoli si frappongono perchè que-sto avvenga? Ufficialmente non si conosconoma, se esistono, non c'è motivo di non infor-mare il Parlamento perchè l'approvazione diquesto provvedimento sarebbe un precisopunto di riferimento non solo per l'ammini-strazione dello Stato ma anche per i comunie le province. Gli ostacoli non mancheranno,ci sarà da discutere e da modificare qualchenorma! D'altra parte non si può continuarea perpetuare o addirittura ad accentuare ledifferenze che esistono nei trattamenti eco-nomici e nelle norme giuridiche.

Negli anni passati si è parlato molto digiungla retributiva e ora di fatto si ritornaai comportamenti che l'hanno generata. Par-liamo di mobilità del personale, ma un osta-colo obiettivo è costituito dalle differenze

nelle normative e nelle retribuzioni e anchenell'indennità di fine servizio, liquidata in ag-giunta a quella erogata dall'ente di previ-denza, oltre ovviamente a motivi di ordine ge-nerale, quale la casa. Un esempio assai ne-gativo l'abbiamo registrato nell'amministra-zione finanziaria con l'assorbimento del per-sonale delle ex imposte di consumo, che hacontinuato a godere dello stesso trattamen-to economico maturato in precedenza, conle differenze, note a tutti, nei confronti delvecchio personale dell' amministrazione fi-nanziaria. Un altro esempio di dimensioneben più ampia è la situazione che si registranelle USL per quanto riguarda il personaleamministrativo di varia provenienza. Non sicapisce in che modo si potrà gingere alla pe-requazione retributiva, all'unificazione deicontratti, a normative più giuste senza unalegge-quadro che dia sostegno alla contratta-zione.

Sempre riguardo al personale, per quantoconcerne la dotazione organica complessivadell'amministrazione finanziaria, di cui all'ar-ticolo 14, che prevede un aumento di 20.000unità, vorrei chiedere al Ministro se sonocompresi in quest'aumento i precari ora inservizio, per i quali mi pare che sia statoavviato alla Camera dei deputati un provve-dimente che dovrebbe essere approvato piut-tosto rapidamente per risolvere anche que-sto grave problema.

Se le nostre informazioni sono esatte, esi-ste un testo all'esame della la e della sa Com-missione della Camera che già domani, qua-lora sia confermata la convocazione della 6aCommissione della Camera, potrebbe essereapprovato. Questo è motivo di soddisfazionee a tal riguardo abbiamo presentato in Com-missione degli emendamenti che riproponia-ma in Aula.

Il problema è in via di rapida soluzione.Ma resta da risolvere la questione della diri-genza, del suo stato giuridico, nell'ambitodell'intero apparato amministrativo pubbli-co. È un tema estremamente delicato, sulquale le posizioni sono differenti e che vaulteriormente approfondito. Non è questa lasede per farlo nè mi pare che si possa ridurreil problema all'inserimento della dirigenzanella legge-quadro e alla contrattazione trien-

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naIe, oppure rinviarlo alla disciplina legisla-tiva vigente che finora non è mai stata orga-nica e predeterminata.

In ogni caso non si può più dilazionare lasoluzione di questo problema, nell'interessedella dirigenza e dell'amministrazione sta~tale. Vi sono degli ostacoli da rimuovere edobbiamo realisticamente dire che non sonopochi. Quindi è necessaria una diversa scel-ta, una diversa formazione, una diversa sele-zione, una diversa preparazione del persona-le dirigente. Occorre poi definire la respon-sabilità del dirigente, spesso affrontata inmodo poco approfondito o con giudizi som-mari che non possono, a mio avviso, essereaccettati.

Si sa che da tempo il Ministero per la fun-zione pubblica avrebbe dovuto presentare ildisegno di legge per la ristrutturazione delladirigenza statale. A che punto è la questione?Ne ha parlato il ministro Darida quando erapreposto al Ministero per la funzione pub-blica. Non vi sono state novità, che io sap-pia, in questi ultimi tempi. È ovvio che, cosìoperando, passano gli anni nell'inerzia e siaggravano le situazioni. Non ci pare quindiopportuno vedere il problema della diregen-za dell'amministrazione finanziaria risoltofuori dal contesto generale, che è quello pre-visto dall'articolo 133 della legge n. 312 del1980, che prevede appunto l'emanazione diun apposito provvedimento che avrebbe do-vuto essere approvato entro il 30 giugno del1980. Ma sappiamo bene come finiscono leleggi che dovrebbero disciplinare questa ma-teria. Tuttavia speriamo ancora che ci siaun ravvedimento e che presto di ciò si possadiscutere alle Camere.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ab-biamo presentato emendamenti anche sugliarticoli relativi al programma di interventistraordinari per assicurare disponibilità dialloggi al personale dell'amministrazione fi-nanziaria perchè non siamo convinti di que-st'impostazione. Non neghiamo che il proble-ma esista però riteniamo che il Ministeronon abbia capacità di spesa in tempi brevi,cioè in cinque anni, quando i coefficienti direalizzazione che di anno in anno vengono fis-sati dal Ministro del tesoro si aggirano attor-no al 30 per cento degli stanziamenti.

Quindi i costi aumenteranno in modo sensi-bile vanificando i programmi e nello stessotempo si porrà un grave problema che ri-guarda la manutenzione sia ordinaria chestraordinaria degli immobili. Chi provvede-rà poi alla progettazione degli edifici, alla di-rezione dei lavori, ai collaudi? Il Ministerodelle finanze si doterà di organismi atti a que-sti compiti? Di fatto il Ministero, se la leggeprocederà come è stata impostata, si costitui-rà una massa patrimoniale da gestire con tut-ti i problemi che si porranno.

Ma, al di là di questa considerazione, mipare che l'aspetto più negativo sia quello cheriguarda la frantumazione degli interventiper la casa. Ogni Ministero sarà indotto adinterventi analoghi e con quali conseguenze,signor Presidente e onorevoli colleghi? Qua-le sia la situazione del problema della casaè noto a tutti; se ne parla molto; si è in attesadell'approvazione di un nuovo piano, ma ledifficoltà sono notevoli e la situazione si fasempre più drammatica. Non c'è accordonella maggioranza di Governo e la coperturafinanziaria è un problema assai grave da ri-solvere.

Queste sono le considerazioni che noi ab-biamo inteso fare su questa legge di delegae il nostro atteggiamento sulla legge non po-trà cambiare, ritengo, a meno che non ci sia-no mutamenti consistenti, rispetto a quelloespresso in Commissione. Daremo cioè votocontrario. (Applausi dall' estrema sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Scevarolli. Ne ha facoltà.

S C E V A R O L L I. Signor Presidente,onorevoli colleghi, approda finalmente in Au-la il disegno di legge governativo per la ri-strutturazione dell'Amministrazione finanzia-ria. Dopo il mancato esercizio da parte delGoverno della delega conferitagli dagli artico-li 1, ultimo comma, ed 11 della legge 9 otto-bre 1971, n. 825, per l'adeguamento e il rior-dinamento dell'Amministrazione finanziariaalle esigenze della riforma del sistema tribu-tario attuando le altre disposizioni della stes-sa legge n. 825, ci troviamo ora di fronte adun disegno organico che, seguendo a non po-chi anni di distanza la realizzazione della ri-

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11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

forma del sistema impositivo, tende a risol~vere, sulla base delle esperienze già maturatee sempre attraverso lo strumento della legi~slazione delegata, il fondamentale problemadi provvedere lo Stato di appropriate strut~ture personali e materiali per lo svolgimento,nel modo più consono e proficuo, della fun-zione fiscale: funzione primaria, inutile sot~tolinearlo, perchè su di essa si fonda l'ali-mentazione e la possibilità di esercizio, inqualsiasi misura, di tutte le altre funzionidello Stato.

Va subito dopo detto che in uno Stato mo-derno la disciplina delle strutture ammini-strative deve qualificarsi in termini di fun-zionaJità e semplificazione del rapporto Sta~to~cittadino. Il carattere democratico di unariforma dell' amministrazione ~ di una qual-siasi pubblica amministrazione ~ si misura,

in particolare, in termini di vantaggi che nederivano all'intera comunità e non, semplice~mente, ai suoi dipendenti. Ciò dobbiamo di-re per la deludente esperienza del passato,perchè troppe volte le cosiddette « riforme »

si sono risolte nella sola migliore sistemazio-ne giuridica ed economica del personale di-pendente di organismi pubblici. Che i pro~blemi del personale vadano anch'essi af~frontati nell'ambito di una riforma non èdubbio, ma solo nel quadro organico di unavisione che ponga in primo piano, come do-vuto, le esigenze della funzione. Finalmenteciò è accaduto col disegno di legge in esame:ci sembra infatti di poter affermare che essocerca di risolvere in modo equilibrato, ed inchiave funzionale alla generale rifondazionedelle strutture operative di coordinamento,gli specifici problemi del personale, dandoad essi spazio non maggiore del giusto.

Il Governo ed il Parlamento hanno infattiripensato in modo globale 1'organizzazionee l'attività di un'intera branca amministrati~va dello Stato, nella sua struttura centrale enelle sue articolazioni periferiche. Questo diper sè è un fondamentale dato politico, checomporta l'abbandono della disdicevole tec-nica che- ha caratterizzato in passato gli in-terventi di riforma degli apparati pubblici:quella di contrattare ogni singola riforma,ogni piccola o grande modifica, con gli appa-rati e gli interessi già consolidati all'interno

delle strutture esistenti. Nel disegno di leggein esame è lo stesso problema della sussi~stenza di quegli apparati e di quegli interessiche viene messo in discussione.

La logica « aggiuntiva » ~ del settore nuo~vo che si affianca in qualche modo ad un'am-ministrazione che resta modellata su vecchischemi monolitici ed autoritari ~ sembra fi-nalmente far posto a una logica « sostituti-va ». Sono le stesse strutture portanti delsettore che vengono rimodellate al fine direnderle funzionali alle attuali esigenze del~lo Stato.

L'assoluto rilievo che assume il disegno diriforma dell'Amministrazione finanziaria èapprezzabile sotto due particolari profili.

Sotto un primo aspetto va sottolineato chetale disegno è il primo che interessa global~mente, come già accennato, un'intera brancadell'Amministrazione statale, per realizzarequella ristrutturazione di organi ed uffici cheil rapporto Giannini e 1'ordine del giorno ap-provato dal Senato il 10 luglio 1980 indica-vano come prioritaria al fine di recuperare,sul piano della funzione amministrativa,quella concreta governabilità del paese checostituisce preciso impegno del Governo edel Partito socialista italiano.

La riforma dell' Amministrazione finanzia~ria costituisce quindi il banco di prova, la ve-rifica concreta degli stessi indirizzi genera~li emersi in quel rapporto ed approvati inquell'ordine del giorno; essa potrà quindiporsi anche quale punto di riferimento dellanon procrastinabile ristrutturazione degli al-tri settori dell'Amministrazione statale, in-formati a criteri superati dalla stessa attua-zione dell'ordinamento regionale.

Al riguardo occorre dare atto alle propostedal Governo. così come al lavoro della Com-missione, di notevole equilibrio istituzionalee di fondamentale coerenza al disegno gene~rale ed alle linee riformatrici della pubblicaamministrazione abbozzate nei ricordati attiprogrammatici e riprese dal Presidente delConsiglio dei ministri in occasione del di~battito sulla fiduda.

L'altro aspetto sotto il quale va conside-rato il rilievo della riforma in esame è datodaUa peculiarità propria dell'Amministrazio-ne finanziaria di essere l'unica con la quale

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329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

tutti i cittadini, uomini e donne, vecchi e gio-vani, ricchi e poveri, debbono in qualche mo-do confrontarsi per la verifica di una loroposizione personale.

Tutti i cittadini vengono a trovarsi, inve-ro, nello scorrere della loro vita all'internodella comunità organizzata, in una mutevoleposizione fiscale: di obbligo sostanziale e/osoltanto formale, di esenzione, di agevolazio-ne, di non imponibilità, eccetera, che è com-pito appunto dell'Amministrazione di accer-tare e valutare.

Tali considerazioni costituiscono la neces-saria premessa per una valutazione globaledel disegno in esame, che, come emerge daquanto già detto, è sostanzialmente positiva.Le norme proposte sembrano infatti idonee,nel loro insieme, ad indirizzare il Governosu linee confacenti alle esigenze cui la rifor-ma deve rispondere.

L'atto è certamente perfettibile, come tut-te le cose umane; in esso non mancano sma-gliature e vischiosità, ma, nel suo complesso,costituisce un grosso scossone, premessa diun vigoroso recupero di funzionalità nel de-licalo settore della finanza pubblica dopoun troppo lungo ed astratto indugiare delleforze politiche sul tema della crisi dell'am-ministrazione.

I tempi previsti per l'esercizio della dele-ga potrebbero al riguardo apparire troppolunghi, data l'urgenza del riordino dell'Am-ministrazione: tuttavia non possono trascu-rarsi la complessità della materia da elabo-rare e l'incidenza delle soluzioni tecniche daadottare su altri più estesi settori, che sug-geriscono di lasciare spazi di riflessione etempi di rettifica non ristretti.

Al Gruppo socialista interessa mettere inevidenza alcune linee ed alcuni risultati dinotevole importanza che concretamente ve-dono la luce attraverso l'approvazione del di-segno di legge n. 1114.

Va anzitutto ribadito che è la filosofia difondo del disegno di Jegge che ci trova pie-namente consenzienti. Senza entrare in ec.cessivi dettagli non può infatti disconoscersil'opportunità di un massimo decentramentodelle attribuzioni, in modo da realizzare ilcriterio organizzativo di affidare ad ufficiperiferici equi ordinati compiti operativi ed

agli uffici centrali di livello regionale onazionale ~ compiti pressochè esclusivi distudio, indirizzo, coordinamento, program-mazione e raccordo. Sono senz'altro da ap-provare, per la loro estrema utilità, la pre-vista unificazione, in ciascun ufficio opera-tivo, di attività omogenee ed il superamen-to di anacronistiche disarticolazioni, che,ostando ad una visione unitaria e globale del-la posizione fiscale dei singoli, agevolano lepossibilità di evasione.

Anche al livello centrale le modifiche nonsono di poco conto. È rimarchevole sottoli-neare che in un settore statale, neppure de-pauperato da trasferimenti di funzioni alleregioni, le direzioni generali invece di cresce-re diminuiscono e si accorpano in un quadrounitario e funzionale.

Il coordinamento amministrativo emerge asua volta con chiarezza come funzione tipi-ca dell'amministrazione centrale e si pun-tualizza nella figura ~ nuova per l'Ammini-strazione finanziaria ~ del segretario gene-rale, non quale diaframma tra gli apparatiburocratici e la natura politica dell'azione diGoverno, ma quale momento di sintesi trail contingente e !'istituzionale. L'apertura del-la carica ad elementi che per essere estra-nei all' Amministrazione finanziaria ~ masempre altamente qualificati ~ possono rap-presentare in modo più deciso gli indirizzi edorientamento del Ministro va ascritto a me-rito delle forze riformatrici.

Jnnovazione da non sottovalutare è quellaconcernente un servizio, facente capo al se-gretario generale, per « lo sviluppo della co-scienza civile e !'informazione del contri-l'mente »; è questo un punto sul quale avre-mo occasione di ritornare, anche in sede diillustrazione di alcuni emendamenti. Si vuo-le qui solo rilevare che la delega data inmateria al Governo è ampia e si auspica chesia ampiamente esercitata.

In uno Stato democratico il rapporto traapparato ed amministrato deve poter esserechiaro e diretto; quale giusta premessa diun'inesorabile azione repressiva dell'evasio-ne, occorre che ad ogni cittadino, di qual-siasi livello di cultura e di censo, venga of-ferta la possibilità di avere chiariti, in qual-siasi momento ed occasione, fuori di astru-

Senato della Repubblica ~ 17279 ~ VII I Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

si tecnicismo, in termini non da « iniziati »,senza alcun onere ~ senza cioè la necessitàdi un' onerosa mediazione professionale ~

quali siano i presupposti ed i limiti dei suoidoveri contributivi. Ci auguriamo che il Go~verno rifletta adeguatamente sul punto e,nell'esercizio della delega, realizzi questo ser-vizio, che vede il suo atto di nascita con lastessa legge di delega, come servizio opera-tivo settorializzato con articolazioni autono-me presso ciascun ufficio tributario e, al li~mite, configuri una specie di contribuenteche affianchi il potere impositivo rendendolopiù comprensibile e quindi più vicino al cit-tadino.

Come si è già accennato, il disegno di leggenon ha trascurato i problemi del personale.Va detto tuttavia, con riferimento alla ristrut~turazione delle carriere, che l'essere venuti in~contro alle legittime aspettative di coloroche operano nel settore circa il riconos~imen~to di professionalità specifiche ha un sensosolo in quanto l'Amministrazione possa con-cretamente recuperare quella capacità de~cisionale e responsabilizzazione personaledei dirigenti, anche a livelo periferico, che,in un ordinamento accentrato e sostanzial-mente deresponsabilizzante qual è quello chesi vuole riformare, risultano attualmente ap-pannate.

La nostra adesione al disegno di legge inesame non ci impedisce di metterne in rilie-vo alcuni limiti.

Un primo tema riguarda le relazioni esi.stenti tra i vari uffici tributari e tra questie la direzione regionale di finanza. Non èdubbio che la linearità del disegno organiz-zativo della riforma imporrebbe un'assolu-ta omogeneità tra i vari uffici tributari. Tan~ta più efficace infatti può risultare l'azio-ne di coordinamento affidata alla direzioneregionale di finanza quanto meno differen-ze di competenza e di dimensioni sussistonotra gli uffiti cui tale azione deve dirigersi.

Sotto altro profilo parrebbe opportunoche ogni ufficio tributario presenti una strut-tura non eccessivamente complessa ed unadimensione produttiva e controllabile, siaad evitare fenomeni di congestione ~ ra-gione non ultima di aprossimazioni, quantomai da temere nell'azione tributaria, oltre

che occasione mimetica di possibili inquina-menti ~ sia per rendere il più possibile age~vole l'accesso al cittadino.

Il contatto di questi con l'Amministrazio-ne deve essere favorito ed incoraggiato, co~me momento essenziale per l'instaurazionedi un rapoprto di fiducia e per l'effettiva for-mazione di una coscienza civile che apprezzil'attività fiscale non come cieca vessazione,alla quale occorra comunque ed aprioristi~camente opporsi con ogni mezzo e sotterfu~gio, ma come servizio essenziale della comu~nità organizzata, la cui efficienza ed il cuicorretto funzionamento costituiscono vantag-gio e garanzia di tutti, valendo ad assicura~re sul piano effettuai e che l'adempimentodel dovere costituzionale di contribuzione al~la spesa pubblica risulti coerente alle valuta-zioni di equa ripartizione operata dallegisla~tore e non si risolva, di fatto, in arbitri edinammissibili sperequazioni.

È in questa prospettiva che abbiamo chie-sto, in sede di Commissione, che fosse pre~vista l'istituzione, nei maggiori centri urba~ni, di più uffici tributari, dimensionati sullecircoscrizioni comunali, e la soppressione diingiustificate ed artificiose competenze del~l'ufficio provinciale, che non solo contraddi-cono la chiarezza del disegno riformatorema possono risultare foriere di non trascu-l'abili disfunzioni.

Il primo suggerimento è stato accolto, conconseguente modifica del primo comma, let-tera a), dell'articolo 9, anche se avremmo pre-ferito che, più opportunamente, fosse stabi-lito l'obbligo e non la possibilità di istituireuffici dimensionati sulle circoscrizioni co-munali e che non si fosse fatto cenno adun equivoco « collegamento funzionale » conl'ufficio provinciale. Le altre indicazioni nonsono state seguite.

Non vogliamo mettere in discussione lestesse configurazioni di un «ufficio provin~ciale », cioè la previsione di competenze spe~cifiche dell'ufficio avente sede nel capoluo-go di provincia che valgano a differenziarlodagli altri uffici operativi; non crediamo op-portuno, peraltro, affidargli compiti non ri-spondenti ad esigenze di funzionalità o ad-dirittura con queste non compatibili, quali,in particolare, «la rappresentanza unitaria

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329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

degli uffici finanziari della provincia », « lefunzioni di difesa e rappresentanza dell'Am-ministrazione finanziaria innanzi alle Com-missione tributaria anche per tutti gli altriuffici tributari della provincia» e « tutte lefunzioni attualmente svolte dalle Intendenzedi finanza e non attribuite ad organi ed uffividiversi ».

Non è dubbio, infatti, che tali attribuzio-ni non costituiscono utili forme di decentra-mento ma inspiegabili forme di accentra-mento.

Altro tema sul quale intendiamo richia-mare l'attenzione dell'Aula concerne le mo-dalità di gestione degli alloggi di serviziodei quali è programmata la costruzione ol'acquisto. Molto opportunamente la Com-missione, in ciò modificando l'originario di-segno governativo, ha voluto che il regimed'uso degli alloggi di servizio fosse di ca-rattere pubblicistico, in coerenza con i ge-nerali princìpi in materia, per assicurare mo-di di gestione e disposizione degli alloggimedesimi appropriati alle loro finalità fun-zionali.

L'assegnazione della casa di abitazione aldipendente viene attuata con lo strumentopubblicistico della concessione e non conquello privatistico della locazione proprioperchè risponde ad un interesse della stes-sa Amministrazione, ponendosi come mezzoper assicurare la necessaria mobilità delpersonale e la funzionalità degli uffici; essamira ad escludere, infatti, attraverso unaconveniente soluzione del problema della si-stemazione abitativa dello stesso personale,possibili riflessi negativi sulla prestazionedel servizio.

Con queste considerazioni, dichiaro sind'ora il voto favorevole del Gruppo socia-lista, rinnovando l'apprezzamento al Gover-no ed in particolare al Ministro delle finanzeper lo sforzo compiuto. (Applausi dalla si-nistra) .

P RES I D E N T E. Dichiaro chiusala discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

S A N T A L C O, relatore. Signor Pre-sidente, desidero innanzitutto ringraziare i

colleghi Marselli e Scevarolli per il loro, in-tervento ed anche per il contributo che han-no dato in sede di esame in Commissionedel disegno di legge ora in discussione.

Il disegno di legge al nostro esame, che èstato presentato durante il secondo GovernoCossiga dal ministro Reviglio, a seguito diaudizioni di rappresentanze sindacali e diapprofondimento in Commissione ha subìtoimportanti modifiche migliorative.

Attraverso un ampio confronto sono statiaccolti in Commissione parecchi emendamen-ti presentati da parte dei colleghi di variGruppi parlamentari.

Il provvedimento come è stato licenziatot1alla Commissione detta princìpi e criteridirettivi ed i limiti di tempo entro cui do-vrà essere completata la riforma dell'Ammi-nistrazione finanziaria. Viene fissato il prin-cipio che il completamento dei progetti diautomazione in corso e l'estensione dell'in-formatica a importanti settori del Ministero,nei quali finora non hanno trovato appli-cazione le moderne tecniche di elaborazionedati, dovranno realizzarsi nel quadro di undisegno unitario.

La nuova struttura dell' Amministrazionefinanziaria è ispirata al criterio del massi-mo decentramento di tutte le funzioni ope-rative negli uffici periferici e della comple-ta responsabilizzazione di tutti gli impiegatidi qualsiasi livello, evitando al massimo so-vrapposizione di attribuzioni e di competen-ze o forme di avocazione di competenze chederivano dalla sostituzione di un organosovraordinato nell'attività propria di quellosottordinato.

La delega prevede il potenziamento delconsiglio di amministrazione del Ministero,l'istituzionc del segretario generale alle di-rette dipendenze del Ministro, con il qualecollabora al coordinamento dell'attività deivari servizi dell'Amministrazione centrale edi questi con il comando generale della guar-dia di finanza, per la parte che riguardal'attività tributaria, e con l'Amministrazioneautonoma dei monopoli di Stato. Nell'ambitodell'ufficio del segretario generale vengonoistituiti importanti servizi, quali quelli pergli studi di politica tributaria e per l'ana-lisi fiscale, per la programmazione e il coor-

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dinamento dell'attività di informatica, perla vigilanza sulla loro attuazione, per l'uti~lizzazione degli indicatori produttivi ai finidella migliore utilizzazione degli uffici cen-trali e periferici, per la programmazione eil controllo dell'Amministrazione dei mono-poli di Stato, per lo sviluppo della coscienzacivile, per !'informatica del contribuente.

È stato collocato nell'ambito dello stessoufficio il servizio centrale degli ispettori tri-butari. Le attuali dodici direzioni generali,in cui è suddivisa l'Amministrazione finanzia-ria, vengono ridotte a cinque, raggruppan-do in esse funzioni omogenee quali quelleper i servizi inerenti alle imposte sul red-dito, all'imposta sul valore aggiunto, alletasse e alle imposte indirette SUEli affari, aitributi locali, alle entrate speciali; per i ser-vizi inerenti ai diritti doganali e alle impostedi fabbricazione e sui consumi; per i servizi~nerenti al catasto, alla consulenza tecnica,alla conservazione dei registri immobiliarie alla valutazione della proprietà immobilia-re; per i servizi inerenti all'amministrazionedei beni del demanio e dei beni patrimonialidello Stato; per i servizi relativi agli affarigenerali, all'amministrazione, alla formazio-ne .e al perfezionamento del personale.

Il provvedimento elenca inoltre, come i col-leghi avranno potuto constatare, le compe-tenze attribuite alle direzioni generali, tracui le funzioni di indirizzo, programmazione,coordinamento delle attività degli organi pe-riferici. Le direzioni generali vengono arti-colate in direzioni centrali non superiori adieci, che si suddividono in divisioni.

Di rilevante importanza è l'istituzione pres-so la direzione generale degli affari gene-rali di una sezione staccata del provvedito-rato generale rello Stato. Per la verità la6a Commissione era dell'avviso di ~prevede~re un 'ufficio economato, autonomo dàl Prov-veditorato generale dello Stato. La 1a Com-missione )ha ritenuto di sottolineare, nel pa-rere espresso stamane,la necessità di~evitarelo smembramento del Provveditorato gene~rale dello Stato suggerendo la creazione diuna sezione staccata per il .Ministero dellefinanze. Ciò consente di dotare lo stessodi un'ampia autonomia operativa per laprovvista di materiale di cancelleria e di

beni mobili, mezzi tecnici e di servizio oc-correnti per il funzionamento degli uffici fi-nanziari: autonomia indispensabile per unaagile e dinamica amministrazione finanziaria.

Tra le innovazioni previste dalla legge, nelquadro del decentramento amministrativo,assumono grande rilievo le direzioni regio-nali di finanza e la loro organizzazione in-terna, modulata in servizi corrispondenti pernumero e competenza alle direzioni centrali.

Pur prevedendo l'unitarietà della direzioneregionale di finanza, sono stati stabiliti, alfine di assicurare la massima celerità nel~l'espletamento dei servizi e anche per le ne~cessità operative della CEE, diretti rappor-ti di servizio reciprocamente tra la direzionegenerale delle dogane e il direttore del ser-vizio doganale della direzione regionale difinanza. Si è pervenuti a questa conclusionedopo un approfondito esame.

Sulla scorta delle direttive impartite dal-l'Amministrazione centrale e in considerazio-ne degli elementi forniti dal previsto co~mitato tributario regionale, alla direzione re-gionale di finanza è affidato anche il com-pito di predisporre il piano annuale degliaccertamenti tributari. Si tratta di una di-sposizione di notevole importanza, destina-ta ad accentuare il decentramento delle fun-zioni anche ad alto contenuto decisionale,che è nello spirito della riforma, e ad avvi~cinare e ad adeguare l'azione concreta degliuffici tributari alla realtà economica e socia~le delle località in cui essi operano.

S.empre nello spirito di un più ampio de-centramento amministrativo, trova giustifi-cazione il trasferimento del contenzioso insecondo grado, relativamente ai tributi co-munali e provinciali, dalla competenza delMinistro delle finanze a quella del direttoregenerale di finanza e conseguentemente, peril contenzioso di primo grado, agli ufficitributari.

Il provvedimento si occupa poi degli ufficiperiferici da porre alle dipendenze della di-rezione regionale di finanza. Essi si distin-guono in uffici tributari, centri di servizio,uffici tecnici erariali, circoscrizioni dogana-li. Gli uffici tributari devono esercitare lefunzioni attualmente attribuite agli uffici di-strettuali delle imposte dirette, agli uffici del

Senato della Repubblica ~ 17282 ~ VIII Legislatura

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

registro e agli uffici imposte sul valore ag-giunto, nonchè alle intendenze di finanza inmateria di imposte dirette, tasse e imposteindirette sugli affari, di contenzioso relativoai tributi comunali e di applicazione del-l'articolo 26 della legge 7 gennaio 1929, n. 4,escluse le competenze attribuite alle direzio-ni regionali di finanza e ai centri di ser~vizio.

I predetti uffici tributari devono svolge-re un'attività di accertamento dei tributi eprovvedere alla riscossione diretta e coattivadi tutte le entrate erariali. È prevista la sud-divisione del territorio nazionale in distret~ti, in ognuno dei quali deve essere istituitoun ufficio tributario. Nella determinazionedei distretti e nella scelta della sede degliuffici tributari si deve tener conto del nu-mero dei contribuenti, del gettito dei tribu~ti amministrati, del tipo di insediamentoeconomico~produttivo, nonchè della consi~stenza demografica, dell'importanza dellestrutture sociali e amministrative esistenti,della facilità delle comunicazioni e in ognicaso della maggiore possibile aderenza alleparticolari esigenze locali.

Gli uffici con sede nel capoluogo di pro-vincia assumono la denominazione di ufficitributari provinciali che, oltre alle funzionidegli uffici tributari, hanno attribuite: la rap~presentanza unitaria degli uffici finanziaridella provincia; le funzioni di difesa e dirappresentanza dell'Amministrazione finan~ziaria innanzi alla commissione tributariaanche per tutti gli altri uffici tributari dellaprovincia; le competenze in materia di at~tuazione di provvedimenti concernenti iltrattamento economico accessorio, relativo alpersonale in servizio in tutti gli uffici peri-ferici; le competenze devolute alle intenden-ze di finanza ~ che vengono soppresse ~in materia di collocamento a riposo delpersonale e di liquidazione del trattamentodi quiescenza relativo al personale in servi-zio negli uffici periferici e infine tutte lefunzioni attualmente svolte dall'intendenzadi finanza e non attribuite ad organi e ad uf~fici diversi.

Nei maggiori centri debbono essere istitui~ti ~ su questa esigenza c'è stato un ampiodibattito in Commissione ~ altri uffici tri-

butari. Tra le competenze loro assegnate so-no escluse quelle espressamente attribuite aisoli uffici tributari provinciali, ai quali so-no funzionalmente collegati: avranno perciòle stesse competenze degli altri uffici tri-butari.

Jnnovazione rilevante è l'istituzione di una<.hrezione regionale di finanza, di un comita~to tributario regionale con potere consultivo,che conCOI're ad analizzare le strutture eco~nomiche della regione per determinare e ag~giornare ,indici e dati obiettivi di capacitàcontributiva, ad aillaldzzare i risultati setto~riali complessivi dei gettiti delle imposte, an-che per individuare le aree di evasione fi~scale, e ad indicare le linee programmati.che per l'attività di accertamento tributario.

Fanno parte del comitato tributario, pre-sieduto dal direttore regionale di finanza,rappresentanti dell'Amministrazione finan~ziaria, lil comandante del nucleo di poliziatributaria della guardia di finanza e i rap-presentanti della regione, delle province, deicomuni, delle camere di commercio e delleconfederazioni nazionali dei sindacati dei la-voratori.

Particolare rilievo meI1itano anche gli ar-ticoli che si occupano del programma di in-terventi straordim.ari per l'acquisizione di be--ni immobiLi, nonchè del programma di in-terventi straordinari per assicurare la dispo~nibilità di alloggi al personale del Ministerodelle finanze. A questo proposito va chiaritoche si tratta di alloggi per il personale inservizio.

Come si evince chiaramente da quanto sin-teticamente ho esposto e da quanto .i colle~ghi hanno detto ~ mi pare che tutti abbia~mo concordato sulla bontà del1provvedimen-to al nostro esame, tranne piccole propo-ste di modifiche che non intaccano le li~nee generali ~ siamo di fronte ad un im-portante provvedimento legislativo, che ten~de a realizzare una riforma di ampio respi-

'ro per la ristrutturazione deH'apparato -am-ministrativo preposto all'applicazione dellenorme tributarie che dovranno assiCUTare leentrate necessarie per garantire l'ordinatosvdluppo del paese. Diamo una prima spal-lata all'arcaica struttura dello Stato.

Senato della Repubblica ~ 17283 ~ VIII Legislatura

11 NOVEMBRE1981329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Mi augu,ro che dopo questo dibattito ~

che in Aula non è stato ampio come in Coll1~missione ~ il provvedimento possa essereapprovato dal Senato e, insieme, faccio unaltro augurio, signor Presidente: questoprovvedimento, del quale si parla da anni,ha trovato molti inciampi per la strada; spe~

1'0 che nel suo iter non iIllcontri altri osta-coli, nell'interesse del paese. (Applausi dalcentro).

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella d:i:scussione alla prossima seduta.

P RES I D E N T E. Invito il senatoresegretario a dare annunzio delle interroga-zioni pervenute alla P.residenza.

V I G N O L A, segretario:

Interrogazioni, annunzio

GUALTIERI. ~ Al Ministro della sanità.~ Per conoscere:

a) se risponda a verità che nella regioneCampania, sulla base di una legge regionaleadottata subito dopo il terremoto per fron~teggiare la situazione di emergenza che si eracreata, si sia prevista l'utilizzazione di ambu-lanze e di personale al di sopra delle dotazio-ni di organico;

b) se risponda a verità che per il perso~naIe così utilizzato è stata prevista, finito ilperiodo di emergenza, l'assunzione nei ruolidelle Unità sanitarie locali della Campania;

c) se sia vero che ciò ha prodotto la for-mazione di numerose cooperative di servi-zio utilizzanti ambulanze in gran parte usatee spesso prelevate dai depositi di macchinedestinate alla distribuzione, senza le previstecaratteristiche di sicurezza e di attrezzature;

d) se sia vero che di tali cooperative so-no entrate a far parte alcune migliaia di per-sone (6~7.000) con qualifiche varie (autisti,barellieri, eccetera) senza i prescritti titolidi qualificazione professionale;

e) se sia vero che la Regione si accingead ampliare i propri organici fino all'assor-bimento di tutti i soci delle cooperative, ac-

quisendo anche le ambulanze che sono servi-te all'operazione;

f) che cosa il Ministro intenda fare perimpedire tale inaccettabile evenienza.

(3 ~ 01650)

MOLA, FERMARIELLO. ~ Al Ministro del~la marina mercantile. ~ Per sapere:

se non intenda adottare urgenti ed effi~caci iniziative per l'immediata attuazione del-l'accordo sindacale dell'agosto 1981 sul~a ri-duzione dello straordinario dei marittimi de1~le società ({ Caremar », ({Toremar» e ({SiTe-mar », attraverso J'assunzione di nuovo per~sonnle navigante, rimuovendo così la causadello sciopero in corso e, quindi, del gravedisagio degli utenti;

se non nutra qualche dubbio circa l'uti~1ità del suo Dicastero, dal momento che es~so mostra di non riuscire a garantire nem-meno la deliberazione degli atti governativinecessari all'attuazione di un semplice ac~corda sindacale stipulato con l'approvazionedel Ministero stesso.

(3 -01651)

CALARCO. ~ Al Presidente del Consiglio

dei ministri. ~ Per sapere perchè, ad oltretre mesi dal'l'entrata in vigore della leggen. 416 (Disciplina delle imprese editrici eprovvidenze per l'editoria), non è stato at-tuato j} ({ servizio dell'editoria)} previsto dal-l'articolo 10 della legge predetta.

L'interrogante ritiene, pertanto, che le tri-sti vicende occupazionaLi del groppo «Riz~zoli~Corriere de1la Sera)} e quelle di « PaeseSera », ove fosse stato tempestlvamente co~stituito il servizio dell'editoria, vi avrebberotrovato un trasparente e competente orga~no istituzionale al di sopra delle parti, se~condo lo spirito e la lettera de1la recentelegge n. 416.

(3 - 01652)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta

D'AMICO. ~ Al Ministro di grazia e giu~stizia. ~ A conoscenza dell'oggettiva gravità~ per le conseguenze negative che ne deri~

Senato della Repubblica ~ 17284 ~ VIII Legislatura

329a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 11 ~NOVBMBRE '1981

vano ~ della situazione di limitata possibi-lità operativa esistente nel Tribunale per iminorenni della regione Abruzzo e nella cor-rispondente Corte d'appello, a motivo del-!'insufficienza dell'organico di quegli uffici,rimasto immodificato nel tempo pur in pre-senza di un crescente carico di lavoro;

ritenendo tale problema meritevole diparticolare attenzione perchè riguarda, comeopportunamente posto in risalto in atti uffi-ciali, una regione «in ritardo nell'organiz-zazione dei servizi e delle strutture necessa-rie per sostenere famiglie ,e minori in diffi-coltà » e laddove si ricorre ancora largamen-te all'affidamento di detti minori ad istitutia regime convittuale che, pur assolvendo ameritorie funzioni di supplenza, non sonoconsiderati in linea con le vedute del1a mo-derna pedagogia,

l'interrogante chiede di conoscere qualiprovvedimenti il Ministero ~ cui la lamenta-ta situazione risulta documentalmente e re-sponsabilmente esposta con relazione 28 ot-tobre 1981, n. 285, rimessa dal presidente delTribunale interessato ~ intende adottaresottolineandone l'ineludibilità e l'urgenza.

(4 - 02379)

SCHIANO. ~ Al Ministro delle poste e del-le telecomunicazioni. ~ Premesso:

che l'ufficio postale di Tencarola, in co-mune di Selvazzano, è stato oggetto di bensei rapine avvenute, rispettivamente, 1'11 gen-naio 1973, 1'11 febbraio 1975, il 26 marzo1977 e, le ultime tre, nei giorni 1° agosto, 8settembre e 4 novembre del corrente anno1981;

che la rapida successione delle ultimetre rapine, a distanza di un mese l'una dal-l'altra, ha creato un giustificato panico sianella popolazione che negli impiegati del-l'ufficio postale, che attua1mente è chiuso,con grave disagio per gli impiegati e perl'utenza;

che l'ubicazione dell'ufficio postale diTencarola e la situazione topografica circo-stante si prestano particolarmente a facili-tare azioni delittuose di rapina;

che l'attuale insostenibile situazione po-trebbe essere superata positivamente munen-

do l'ufficio di attrezzature protettive dotatedi vetri a prova di proiettile;

che, di fronte ai danni complessivi dellesei rapine, ammontanti a quasi 24 milioni, sipone una previsione di spesa di circa 15 mi-lioni per dotare l'ufficio postale delle predetteidonee attrezzature di sicurezza,

l'interrogante chiede di conoscere per qua-li motivi non si sia provveduto finora ad in-stallare i dispositivi di sicurezza e qualiprovvedimenti, ed entro quali termini tempo-rali, il Ministro intenda assumere nel casospecifico.

(4 -02380)

FOSCHI. ~. Ai Ministri del lavoro e della

previdenza sociale e del tesoro. ~ Premesso

ohe i titolari di pensione dell10Stato che han-no maturato anche un minimo di n. 780 mar-che settimanali INPS per lavoro svolto pres-so datori di lavoro al di fuori dello Statohanno diritto al minimo pensionistico INPS,im conformità al,la sentenza n. 34 della Cor-te costituzionale;

tenuto conto, peraltro, che coloro i qua-li (sempre pensionati statali) hanno accan-tonato contriibuti settimanali INPS inferiori,anche se di poco, al citato numero di 780marche, non hanno maturato il minimo dipensione (attualmente di lire 212.000 mensi-li) e quindi non sono beneficiari delle moda-lità 'ed entità de1il'indicizzazione prevista per]l minimo stesso;

considerato che per i menzionati titola-ri di posizione assicurativa INPS alI di sottodi tale minimo viene accordato un aumen-to soltanto in percentuale, che spesso si tra-muta in importi irrisori,

l'interrogante chiede di conoscere sei Ministri competenti non ritengano oppor-tuno ed equo, in sede di rivaluta:zione dellepensioni INPS, rivedere l'attuale meccani-smo di indicizzazione accordando anche aititolari di pensioni inferiori ai minimi unadeguamento più corrispondente al deterio-ramento effettivo causato dal fenomeno in-flattivo.

(4 -02381)

VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17285 ~

329" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 11 NOVEMBRE 1981

SEGNANA. ~ Al Ministro dei lavori pub-blici. ~ Per conoscere quali siano g;li orien-tamenti del Ministero in ordine aHa realiz-zazione del progetto di sistemazione dellastrada statale n. 349, {{ della FI1icca », nel1trat-to compreso fra le località Sindech e Car-bonare.

I relatirvi lavori sono necessari per e1irmi-nare i pericoli di valanghe, di frane e di ca-dute di massi che compromettono ,la viabi-1ità ed hal1JIlo originato spesso la chiusuradel traffico.

I rappresentanti deHe popolazioni localie la comunità montana dell'alta Vallsuganahanno soNecitato da ,tempo la realizzazionedi tali lavori, data ,l'importanza ddl'arteriache collega l'altopiano di Lavarone con Tren-ta e la provincia trentina con que~la vicen-tina.

Il pIlogetto dell'opera, che prevede una gal-Leria artificiale di metri 160, una gaJJeria inroccia di metri 440 e tre viadotti, è statogià elaborato dal compartimento ANAS diBolzaoo.

Si tratta, pertanto, di inserire l'opera nelpiano di interventi per il prossinno esercizio.

(4 - 02382)

P RES I D E N T E. Il Senato torne-rà a riunilrsi in seduta pubblica oggi, alleore 21, con lo stesso ordine del giorno.

La seduta è tolta (ore 20,55).

Dott. FRANCESCO CASABlANCA

Consigliere preposto alla direzione delServizio dei resoconti parlamentari