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SENATO DELLA REP UB~ BL ICA V LEGISLATURA Soa SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO MARTEDì 17 DICEMBRE 1968 (Pomeridiana) .~~~~~~ Presidenza del Vice Presidente MACAGGI, indi del Vice Presidente SPATARO e del Vice Presidente GATTO INDICE DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione. . . . . Pago 2939 MARCORA . PIERACCINI SECCHIA * TORTORA . Pago 2970 2988 2961 2999 GOVERNO Seguito della discussione sulle comunicazioni: ANDERLINI BERGAMASCO . CIFARELLI . FRANZA . LOMBARI . INTERROGAZIONI 2951 2939 2979 2974 2996 Annunzio. . . . . 3003 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di. scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DBL SBNATO (1150)

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SENATO DELLA R E P UB~ BL I C A

V LEGISLATURA

Soa SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDì 17 DICEMBRE 1968(Pomeridiana)

.~~~~~~

Presidenza del Vice Presidente MACAGGI,

indi del Vice Presidente SPATARO

e del Vice Presidente GATTO

INDICE

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione. . . . . Pago 2939

MARCORA .

PIERACCINI

SECCHIA

* TORTORA .

Pago 2970

298829612999

GOVERNO

Seguito della discussione sulle comunicazioni:

ANDERLINI

BERGAMASCO .CIFARELLI .FRANZA .LOMBARI .

INTERROGAZIONI

29512939297929742996

Annunzio. . . . . 3003

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di.scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DBL SBNATO (1150)

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Senato della Repubblica ~ 2939 ~~ V Legislatura

S(}' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

Presidenza del Vice Presidente MACAGGI

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 16).

Si dia lettura del processo verbale.

M A S C I A L E, Segretario, dà letturadel processo verbale della seduta del giornoprecedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os~servazioni, il processo verbale è approvato.

Annunzio di presentazionedi disegno di legge

P RES I D E N T E. Comunico cheè stato presentato il seguente disegno dilegge di iniziativa dei senatori:

CIPELLINI, ARNONE, ALBERTINI, DINDO e

FORMICA. ~ « Benefici di carriera in favore

dei dipendenti civili dello Stato ex com~battenti, reduci, mutilati, invalidi ed assi~mila ti e norme relative all'esodo volonta~ria}} (371).

Seguito della discussionesulle comunicazioni del Governo

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il seguito della discussione sulle comu~nicazioni del Governo.

È iscritto a parlare il senatore Bergama~sea. Ne ha facoltà.

BER G A M A S C O. Signor Presidente,onorevole Presidente del Consiglio, onorevo~li colJeghi, si svolge oggi dinanzi alle Ca~mere ,la discussione che è mancata nelloscorso giugno. Infatti il Governo presiedu~to dall'onorevole Rumor, che si presenta anoi, è, nelle sue linee fondamentali, il Gover~no che il Paese doveva aspettarsi dopo leultime elezioni generali politIche. Potevanon essere gradito, ma il sua avvento avreb~

be risposto ad una corretta prassi democra~tica.

Si sono così perduti inutilmente, o SI sonoguadagnati, secondo i punti di vista, sei me~si di tempo.

I partiti del centro--sinistra si erano pre~sentati all'elettorato col chiaro e dichiaratoproposito di costituire essi, ed essi soli, unGoverno a lungo termine, forse un Governodi legislatura; avevano ottenuto la maggio~ranza, sia pure, avuto riguardo alloro com~plesso, sensibilmente ridotta di numero; sta~va dunque ad essi di mantenere !'impegno edi costituire il Governo.

Non lo hanno fatto; il Partito socialistasi è sottratto a quell'impegno, adducendoun motivo che a noi allora era parso nonvalido, come abbiamo avuto occasione didire in quel tempo e come gli avvenimentidi questi giorni pienamente confermano.

Tutto infatti era stato rinviato al congres~so del PSI, già fissato per il mese di otto~bre, dal quale si attendeva un chiarimentodella posizione di quel Partito.

Poi il congresso ha avuto luogo e si è con-cluso con un nulla di fatto; non è stato pos-sibile approvare in quella sede un qualsiasIdocumento che rispecchiasse le idee unanimidel Partito o, almeno, di una larga maggio~ranza di esso. E la situazione rimanevaquella che era, cioè confusa e in larga par~

tf' contraddittoria.

Dopo di che, con una mancanza di logicache trova riscontro solo nella mancanza dilogica dimostrata in maggio, si è improv~visamente accettato di ritornare al poteree di dar vita ad un nuovo così detto orga~nico Governo di centro~sinistra.

Anzi, non appena presa, dopo cinque o seimesi di dilazioni, per volontà cosciente o perforza di inerzia, una decisione, si è dimostra~ta una fretta poco decente, di cui testimoniala secca risposta data aIle richieste quasIultimative che gli venivano fatte dal Pre~sidente Leone, che pure aveva diritto a ri~

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Senato della Repubblica ~ 2940 ~ V Legislatura

50' SEDUTA (pomerid.) ASSEl\1BLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

canoscenza a più di un titolo; quasi che lapermanenza al potere del Governo Leone peruna settimana di più, o per un giorno di piùfosse diventata una iattura per il Paese, dalmomento che erano ormai pronti coloroche si erano decisi a sostituirlo.

Al Governo Leone non eravamo stati ingrado di accordare la nostra fiducia, per piùdi un motivo, ma soprattutto per il carat~tere interuocutorio che gli si era voluto daJ'1ee che esso stesso aveva accettato, come con~tinuatore e preparatore dei Governi di cen-tro-sinistra.

E oerto quel carattere interlocutorio glilegava le mani e gli impediva di andare al dilà dell'ordinaria amministrazione, affrontan~do i gravi problemi che interessano il Pae-se e che ancora stanno dinnanzi a noi.

In realtà, a nostro avviso, non è che il Go-verno Leone per il fatto di mancare di unamaggioranza precostituita, non potesse onon volesse affrontare quei problemi; tan-to è vero che si è presentato in Parlamentocon un programma che li comprendeva tutti,un programma che avrebbe potuto occupa-re un'intera legislatura.

p. vero piuttosto che il Partito socialistapensava che quei problemi non dovesseroessere toccati senza la sua presenza al Go-verno; pur essendo conscio che fosse neces-sario risolverli, esso non era per intantodisposto a farlo, ma nemmeno permettevache altri lo facesse, come si è visto anche inoccasione di un provvedimento di caratterecontingente, il decreto sugli incentivi, chesolo a mala pena e con molte mutilazioni hapotuto percorrere il suo cammino innanzjal Parlamento.

Qui sta la vera causa della paralisi legisla-tiva, che ha contraddistinto il tempo del Go-verno Leone e che ha permesso di panlare diun vuoto di potere, sul quale ha lungamen-te insistito la grande stampa italiana, invo-cando l'avvento di un Governo assistito dauna maggioranza precostituita ed alla qualela stampa straniera, in presenza peraltro disituzioni ben diverse ed abituata ad altreprocedure e ad altri costumi, faceva eco. Intale stato di cose senza dubbio non si puòche essere d/accordo sulla necessità di un Go-verno appoggiato ad una maggioranza orga-

nica, a condizione però che l'azione di esso,del cosiddetto Governo stabile, valga a darerazionali soluzioni ai suddetti problemi enon soluzioni destinate a peggiorare la si-tuazione. Ma di questo parlerò più innanzi.

Intanto basti osservare che il comporta-mento dei partiti dell'attuale maggioranzadal maggio in poi, e soprattutto nella fasefinale, è stato tale da giustificane il giudiziopiù negativo e le più gravi preoccupazioniper l'avvenire.

Non questo il popolo italiano era in dIrit-to di aspettarsi.

La situazione, infatti, sul piano internonon era certo migliorata sotto nessun aspet-to, anche se il deterioramento non era chela conseguenza delle premesse poste dalleamministrazioni precedenti, ed era netta-mente peggiorata sul piano esterno.

Degli avvenimenti internazionali deJloscarso agosto il Senato ha già avuto occa-siane di occuparsi. Si è avuta una brusca ebrutale rottura della politica di distensio-ne, ormai in corso da anni, e per la primavolta si è visto profilarsi una minaccia di-retta in direzione del nostro Paese, sia dallato dell'Europa danubiana, sia da quellodel Mediterraneo, ed ara nan passa quasisettimana senza che il comunista marescial-lo Tito, nostro vicino, ci avverta dei pericoliai quali siamo esposti, con una chiarezzainconsueta ai nostri uomini di Governo.

Può essere sgradevole paDlare di questecose, può essere fastidioso che eventi anoi estranei e indipendenti dalla nostra vo-lontà vengano a turbare i sottili giochi poli-tici dei nostri partiti ed a metterli in pre-senza di situazioni imbarazzanti, ma la l eal-tà è quella che è e non vale negarla (1 igno-rarla.

Sul piano interno, al di là del manifestoscadimento dell'autorità dello Stato ~ quel-

l'autorità che è inseparabile dalla libertà,non dimentichiamolo mai ~ del crescentedisordine che J:1egnain molte branche deHaPubblica amministrazione, sinistramente il-luminato dal ripetersi degli scandali nei piùdelicati settori, del continuarsi e del mol~tiplicarsi degli scioperi e delle agitazioni sin-dacaH, che ricordano ormai un periodo in-fausto della nostra storia, si è levata una

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V LegislaturaSenato della Repubblicu ~ 2941 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

imponente andata di protesta, di cui è dif~

ficHe dire in quale misura dipenda dallenastre insufficienze, in particalare quelle delsistema scolastica, a in quale misura abbiaradici più profande; di cui è difficile cam~prendere in cancreta le rivendicazioni e lemete finali, di cui è impassibHe valutarel'importanza e la gravità, attuali e paten~ziali.

Sona canstataziani dalarase, ma abbietti~ve e largamente presenti armai nella cascien~za del Paese.

Vasti strati della papalaziane giunganO' acantestare i valari fandamentali camuni atutte le farze demacratiche e che stannO' amante delle loro div'ergenze a mostrano in~differenza e disinteresse per essi. AvremmO'valuto che tutti ne avesserO' cascienza, casìcame nai la abbiamO' bene avvertita.

Per una situazione consimile sano certoinadeguati i palliativi e i mezzi che pone adispasizione rardinaria amministrazione. Oc~corre guardare in faccia can grande sensodi responsabilità la situaziane ed affrontarlacon una politica realisticamente adeguata.

Non sembra che H Governo, e prima di es-sa, i partiti che la campongono e dai qualitrae la sua arigine, abbiano sentito a suffi-cienza tutto ciò e valutinO' adeguatamentei pericoli che ne canseguono per le nostrestesse istituziani. Carne scriveva l'altro gior-no il massima giornale inglese, il « Times ",pur così maderato e prudente ed anche, sipuò aggiungere, non certo avversaria dellapolitica di centro~sinistra, «sano questi isegni premanitori delle crisi della demo~crazia; se si supera un certo punto nan viè demacrazia che possa resistere".

Dica che non ci sembra che quei pericolisiano stati tenuti presenti anche per quan-ta è avvenuto ancora nei giorni scarsi e peri mO'di in cui si è svalta la recente crisi. Ab~biama vista il persistere di una mentalità,di atteggiamenti, di ubbie che veramentenon sono di stagiane e che speravamo su-perati.

Per 19 giorni il Presidente incaricata hadiscusso con partiti e can esponenti di correnti; si sana succedute direzioni di partiti,direttivi di gruppi e di sottagruppi, commis-siani di esperti; si sono viste farmarsi allean-

ze fra correnti di partiti diversi e parallela-mente disfarsi salidarietà di partiti; si so-no contrapposte a lungo tesi male concilia~bili tra loro, a volte opposte, veUeità parti-colari, ambiziani personali.

Noi non sattovalutiamo le difficoltà cheha incontrato l'onorevole Rumor. Egli dove-va mettere d'accorda non già tre partiti,ma, come è stata giustamente sottolineato,un partito e due federaziani di partiti, inrealtà tredici partiti. Partiti veri, o megliogruppi di patet'e, non semplici correnti mi-noritarie, le quali possono sì disappravarela linea voluta dalla loro maggioranza, maad essa in definitiva si adeguano, mentrequi ciascuno pr,etendeva di essere saddisfat-to sul piano pragrammatico non meno chesu quello della partecipazione al potere,pronti, in casa diverso, ad appartarsi ed arendere ancara più precaria, per non direimpassibile, la formazione del Governo. Dob~biamo dave atto all'anorevole Rumor di que-sta sua fatica, ma dobbiamo altamente de-plorare che egli abbia dovuto sottoporvisi.

In una trattativa multilaterale di questogenere è chiaro che i criteri che presiedonoalla scelta delle persane e alla destinazionedei vari Dicasteri non possono più esserequelli dei meriti e delle competenze, masono invece quelli imposti dalle pretese dellemolte cantrastanti volontà e dalla neces-sità di soddisfarle e di equilibrarle perquanto possibi,le.

Assistiamo così all'esclusione. dal Ministe-ro di personaggi che avevano dato alte pro~Ve della loro capacità e allo spostamentO'di altri, che avevano bene operato in un de-terminato settare e la cui apera era giun~ta a mezza via ~ come nel caso delJa rifor-ma tribu taria ~ ed ad una inflazione dinuovi nomi, certa tutti rispettabilisimi, madi cui sono ignate le doti e le capacità am~ministrative. Tutto ciò in un Ministero giàpletorico nel quale vi sono sei ministri sen-za portafogliO', due dei quali addirittura de-finiti ministri con incarichi speciali, di cuinon si riesce a comprendere il futuro com-pito.

Per i Sottosegretari poi si è superato ogniragionevole limite, creandone un numeroche sarebbe di per sè ridicolo, sle non fosse

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Senato della Repubblicu

soa SEDUTA(pomerid.)

~ 2942 ~ V Legislatura

ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

invece chiaro esempio di cattivo costume.Il Ministero ha debuttato con questo attodi autentica debolezza, provocando fra l'al-tro la protesta e la minaccia di dimissionidi un Ministro, che era stato fino a ieri capo-gruppo della DC alla Camera dei deputati.

Ma tutto ciò ha un'importanza ancora re-lativa. Peggio per quanto riguarda la formu-lazione del programma, il programma che ciè stato esposto dal Presidente del Consiglio.Riservandomi di passare fra breve al me-rito di esso e limitandomi a parlare delmO'do col qualle è stato fatto, occorre rile-vare quanto segue.

È giusto, è comprensibile che quando piùforze politiche ~ siano esse tre o siano tre-

dici ~ si mettono insieme per concordareun programma di comune lavoro, questodebba tener conto delle diverse istanze edivenire quindi un programma di compro-messo sulle scelte e sulle priorità.

Ma è anche giusto che quando più forzepolitiche si mettono insieme, la reciprocafiducia, che dovrebbe avere l'una nell'altra,dovrebbe essere tale da indurle a scegliereinsieme le cose che devono esseJ:1e fatte e legrandi linee del modo in cui devono esserefatte. E non pretendere cavillosamente l'im-pegno sui piccoli particolari e sugli ultimidettagli con una mentalità non sociale, nonsolidale, ma curialesca e contrattualistica,quasi a presupporre una cattiva volontà al-trui di mantenere gli impegni assunti e apJledisparre le cose per rinfacciare futureinadempienze. Col che, fra l'altro, vengonopregiudicate la libertà ed il prestigio del fu-turo Governo, per non parlare di quelli delParlamento, così veramente ridotto ad orga-no di registrazione.

Seppure, in taJi condizioni, il compromes-so sul pragramma, di per sè inevitabile, rie-sce ancora ad essere un compromesso, unaschietta applicazione della regola del do utdes, e non si trasforma invece in un com-promesso di parole, di frasi polivalenti checiascuno rimane poi libero di interpretarea modo suo.

Il che va detto prima di tutto a propositodella prima le più grossa difficoltà politicache il Governo doveva superare e, cioè, quel-la della delimitazione della maggioranza.

17 DICEMBRE 1968

È questa una espressione che risale al con-gl1esso di Napoli della DC e che è nata, salvoerrore, dalla fertile fantasia dell' onorevoleMoro, maestro insuperabile in questo gene-re di cose. L'onorevole Moro, per l'appunto,soleva ripetere che la maggioranza di cen-tro-sinistra era chiusa al PCI, come purealle destre ed al PLI; in un secondo tempo,con una sfumatura che non abbiamO' dimen-ticato, diceva « anche» al PLI.

Ora non solo è scomparso 1'« anche», madi delimitazione non si parla più almeno informa espressiva. L'onorevole Rumor, nelcorso deHa formazione del Governo ha dettoche il suo Governo avrebbe avuto una mag-gioranza autosufficiente, ma che, ciò rite-nuto, « sarà possibile non chiudersi pregiu-dizialmentle a qualsiasi apporto anche dellaopposizione parlamentare che non contrad-dica agli indirizzi di fondo della politica dicentro-sinistra ».

Parale non molto diverse ha pronunciatoieri in quest'Aula.

Che la maggioranza sia autosufficiente,heninteso nell'ipotesi che rimanga compat-ta, è un dato di fatto, un dato numerico,che era superfluo sottolineare. Ma qualisono gli apporti che il Presidente del Consi-glio attende dai partiti di opposizione e, inol-

tl'e, da quale direzione li attende? Apportidi voti, apporti di idee, apparti di colla-borazione politica? I primi evidentementenon sono determinanti, e non possono averr1levanza, a meno che non si parli di doversostituire con essi temute defezioni di votinella maggioranza.

Gli apporti di idee, le buone iniziative le-gislative provenienti dall'opposizione, di re-gola non dovrebbero essere respinte mai, al-meno nei limiti in cui si ritengono accetta-bili, anche se, purtroppo, è accaduto in pas-sato qualcosa di diverso. E allora di cosaesattamente si tratta?

Noi patremmo anche illuderci che, dira-mando quell'invito a dare degli apporti sisia pensato a noi, a:lle nostre proposte dilegge, per esempio, relative alle immunitàparlamentari o al sottogoverno, presenta-te nella passata legislatura, ripresentate inquesta, che non erano del tutto spiaciute alpresidente Leone e che il presidente Rumor

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2943 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

non ha nominato, o alla nostra proposta dilegge urbanistica o all'altra, che sarà presen-tata in questi giorni, in tema di riforma dellascuola.

Ma naturalmente così non è. Il problemache oggi sovrasta ,la situazione italiana, chedivide la stessa maggioranza, che divide ilPaese e, si potrebbe aggiungere, che divideil mondo, è quello dei rapporti col comu-nismo. È il prob1ema politico essenziale, ilproblema di fondo.

I nostri dubbi non provengono tanto dalleparole pronunciate dal Presidente del Con-siglio, il quale ha pur ricordato i temi fon-damentali della libertà e della democraziaed ha ripetuto che qualsivoglia confusione,evidentemente in quella direzione, sarebbeinconcepibile, riecheggiando le parole da luistesso pronunciate nel recente congressodella DC.

In. presenza però della scomparsa non ceroto casuale della formula di delimitazionedella maggioranza, divenuta ormai quasi unaclausola di stile, i nostri dubbi si legitti-mano piuttosto con la composizione etero-genea della maggioranza di cui il Governoè l'espressione, una parte della quale, incampo democristiano non meno che in cam-po socialista, si dichiara apertamente favo-revole al cosiddetto dialogo ~ espressioneanche questa quanto mai equivoca ~ col

PCI, in attesa di più strette collaborazioni.Non occorre ricordare ora le eloquenti di-chiarazioni provenienti dalle correnti dellasinistra DC e quelle di parte socialista, inparticolare quelle recenti del senatore Bro-dolini, ora Ministro.

E, pertanto, i nostri dubbi permangonoin attesa di vedere e di giudicare in rela-zione ai futuri sviluppi della situazione.

Se quel punto essenziale dovesse rimanerenell'equivoco, altri equivoci discendenti dalprimo si ritroverebbero nei più svariati cam-pi, poichè tutti i nostri grandi problemi,interni ed esterni si inseriscono in quellaprospettiva.

La politica estera, per esempio.

Le dichiarazioni fatte ieri a questo ri-guardo dal Presidente del Consiglio sonostate, per la verità, abbastanza chiare esoddisfacenti, e più lo sarebbero state se

fosse possibile considerarle a sè stanti, iso-late dal discorso nel quale sono inseritee dall'ambiente dal quale provengono.

Anche prima della costituzione del Go-verno, l'onorevole Rumor aveva dichiaratoche i partiti della maggioranza « hanno con-cordemente riaffermato le loro scelte di pacenel quadro delle tradizionali alleanze ed ami-cizie ». Ma il Vice Presidente del Consiglio,onorevole De Martino, aveva subito aggiun-to allora che « la parte del programma ri-guardante la politica estera è meno lontanada quella del suo Partito e più aperta diquanto non fosse un tempo ».

Il che fa supporre che, nonostante lechiare affermazioni, qualche cosa possa es-sere cambiata nello spirito col quale la nuo-va politica estera viene condotta.

Non serve proprio a nulla dire che laalleanza atlantica è alleanza difensiva e chei suoi impegni sono circoscritti ad una de-terminata area. Così è, così è stato fin dal-l'inizio per precise norme del trattato e nes-suno ha mai pensato che potesse essere al-trimenti. E, allora, cosa stanno a significarequelle precisazioni? Cosa significa metterel'accento sui limiti dell'alleanza e non sul-l'alleanza stessa, in una circostanza solennecome è la presentazione di un nuovo Go-verno?

Non vorremmo che si accettasse sì unaalleanza della quale obiettivamente non pos-siamo fare a meno, ma che si tendesse adare ad essa una interpretazione avara, unainterpretazione restrittiva, restrittiva s'inten-de degli obblighi, non restrittiva dei dirittiche da essa ci provengono.

È un'impressione alla quale, tenuto contodi discorsi pronunciati da varie parti e dellastessa composizione del Governo, non siriesce del tutto a sottrarsi e forse non siriuscirà a sottrarsi nemmeno fuori dei nuoviconfini.

Il momento per le novità sarebbe partico-larmente mal scelto. Certo, come abbiamogià detto altre volte, e come torniamo a ri-petere, !'improvviso rinnovarsi di una poli-tica aggressiva da parte dell'Unione Sovieticain Europa, alla quale si accompagnano daun lato una orchestrata campagna di mi-nacce, e dall'altro un considerevole aumento

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V LegislaturaSenato della Repubblzc£I ~ 2944 ~

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomend.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

delle spese militari, non deve distoglierci dalperseguire una politica di pace e dall'auspi~care il ritorno della distensione.

Le due cose però non vanno confuse: ladistensione non dipende da noi, dipendesoltanto da chi ha distrutto la reciproca fì~ducia, che è appunto la base indispensabiledella distensione. Ma la pace dipende ancheda noi; se vogliamo veramente difenderla enon soltanto con vane parole, è necessarioevitare che si crei in Europa un vuoto dipotenza, è necessario erigere e mantenereuna posizione, quale appunto è rappresen~tata o può essere rappresentata dalla NATO,da una posizione dell'Occidente, politica emilitare, che non lasci sussistere dubbi suipericoli a cui andrebbe incontro un'even~tuale aggressione.

Non dimentichiamo che l'alleanza atlan~tica, difensiva com' era, circoscritta territo~rialmente come era, ha mantenuto la pacein Europa durante vent'anni. La manterràancora, ma occorre che continui ad esisterenella sua piena efficienza, sorretta dalla fe~deltà indiscussa dei suoi componenti.

Per questo non possiamo che plaudire allarecente e pur tardiva risoluzione del Con~siglio atlantico e al tono fermo di essa. Conl'adesione del nostro Governo e anche diquello francese, il Consiglio ha posto in ri~lievo le gravi conseguenze che avrebbe unaaggressione ad altri Paesi socialisti e suquelle di gravità estrema che avrebbe unattacco ad un Paese membro della NATOed a Berlino Ovest.

Se all'ammonimento si accompagnerà unrafforzamento dello schieramento occidenta-le, sul piano morale non meno che su quellomateriale, siamo convinti che un grande ser~vigio sarà stato reso alla causa della pace.

L'onorevole Rumor ha parlato dell'Europae ne ha parlato con fervidi accenti.

Noi non soltanto pensiamo che l'unità po~litica europea sia oggi una necessità storica,per le ragioni ideali che l'onorevole Rumorha ricordato, per interrompere l'evidente de~cadenza del nostro vecchio continente, perridargli nuove possibilità di vita e di svilup~po, per restituirgli quella sicurezza che èstrettamente legata alla sua coesione ed an~che per creare un equilibrio all'interno della

stessa alleanza atlantica. Noi abbiamo fedenell'Europa. Questa fede noi, e non noi sol~tanto, abbiamo riaffermato solennemente unmese fa all'Aja in occasione del ventenniodel Movimento Europeo, presente il nostroMinistro degli affan esteri.

Ma questa fede deve divenire nuovamenteoperante, nonostante tutte le difficoltà chesi frappongono. Non possiamo fermarci alpunto a cui siamo giunti, interrompere l'at~tuazione dei Trattati di Roma nelle partiespresse e nelle parti implicite, senza correreil rischio di vedere tutta l'opera compiutasin qui divenire vana. Anche per questo sia~ma grati all'onorevole Rumor di aver fattosua l'iniziativa che era anche nostra, per laelezione a suffragio universale diretto deimembri del Parlamento europeo.

Una riunione ad alto livello è prevista perla prossima primavera, con la partecipazionedella Gran Bretagna e di altri Paesi europeiestranei alla Comunità, e vogliamo sperareche in quell'occasione il Governo ed il Mi~nistro degli esteri si faranno portatori edinterpreti della ferma volontà italiana di co~struire l'unità politica europea.

Si dice, ed il punto rimane tuttora oscuro,che il trattato di non proliferazione nuclearerappresenti un nuovo inciampo sulla via del~l'unità europea, destinata a comprendere Na~zioni non atomiche, come l'Italia, e altredotate di armi atomiche come la Francia ela Gran Bretagna, se sarà possibile esten~dere a questa ultima i trattati europei, comeè nei nostri voti.

Del trattato cosiddetto anti~H. l'onore~vale Rumor ha detto di essere deciso a fìr~marlo e, per la verità, a ciò si dicevano de~cisi anche i suoi predecessori, che facevanosolo una questione di data.

Al riguardo nello scorso luglio avevamoespresso certe riserve relative soprattutto al~le prospettive di un disarmo generale, allegaranzie, ai controlli, alle possibilità di svi~luppo economico e, pertanto, sociale, allaquestione, appunto, europea. Chiedevamo deichiarimenti, che speravamo tali da consen~tirci di trasformare in voto favorevole lanostra astensione di allora.

Poi tutto il processo di approvazione deltrattato è stato bruscamente interrotto, per

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~~ 2945 ~

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

noi e per tutti, dagli avvenimenti cecoslo~vacchi. Sarebbe stato puerile pretendere chequesti non dovessero influire sul trattato;tanto hanno influito che il Senato ameri~cano ha a sua volta sospeso la ratifica.

Da parte nostra non possiamo che deside~rare, convinti come siamo che una disciplinadegli armamenti nucleari sia senz'altro ne~cessaria, che giorni più sereni consentanopresto di riprendere il discorso interrotto,ma non pensiamo che quei giorni siano an~cara giunti.

Il Presidente del Consiglio ha parlato del~le regioni e le ha poste anzi al primo puntodelle priorità. Ne ha parlato in relazione allalegge finanziaria che, in ossequio all'artico~lo 22 della legge elettorale, deve precederele prime elezioni regionali, fissate per la finedel prossimo anno ad una data che in questaoccasione è stata ribadita.

La legge finanziaria deve infatti precederele elezioni e sarebbe stato anzi molto benpreferibile, per motivi evidenti, logici e cro~nologici, posporre la stessa legge elettoralealle altre leggi, la finanziaria e quella riguar~dante la determinazione delle funzioni attri~buite alle regioni.

Aggiungo che il problema regionale, se~condo noi, avrebbe dovuto e dovrebbe essereinquadrato in quella riforma generale dellaPubblica amministrazione, che riguarda tan~to la struttura dello Stato, quanto quelladegli enti locali, di cui da tanto tempo siparla e che avrebbe dovuto veramente esserela riforma prima, premessa di tutte le altre.

Ricordiamo a questo proposito la nostraproposta di una inchiesta parlamentare sullasituazione degli enti locali che avrebbe po~tuta dare buoni e illuminanti risultati, maalla quale nella passata legislatura non si èvoluto dar corso.

Dovrebbe altresÌ essere inquadrata nellariforma tributaria, poichè se è vero che que~sta non dovrà importare un aumento del~l'imposizione, salvo il reperimento e la re~pressione delle evasioni, e se la strutturadegli enti locali rimarrà invariata, sarà inevi~tabile un nuovo aggravio, di cui non si cono~sce per ora l'ammontare, probabilmente in~gente, che verrà ad aggiungersi agli altri.

Nè si dica che un massiccio trasferimentodi funzioni dal centro alla periferia potrebbe

comportare anche un trasferimento della spe~sa, che dovrebbe pertanto rimanere invariata,perchè l'esperienza, da ultimo quella dellaregione a statuto speciale Friuli~Venezia Giu-lia, ci insegna che non si effettuano nellaspesa compensi, ma che l'una spesa si ag~giunge all'altra.

Per questo pensiamo che la riforma regio-nale avrebbe dovuto seguire in ordine ditempo quella generale delle strutture statalie locali, o meglio costituire un aspetto diessa.

Invece la si vuoI far precedere alle altre,che sono bensÌ annunciate, ma non abboz~zate e previste a breve scadenza, salvo lalegge sull' ordinamento della Presidenza delConsiglio.

Come si può attuare l'ordinamento regio~naIe lasciando insoluta, per esempio, la que~stione delle provincie, dicendo che il pro~blema sarà riconsiderato nel quadro dellaristrutturazione di tutti gli enti locali e deiloro compiti? Questo quando nella maggio~ranza vi è pure chi pensa che l'attuazione del~le regioni acquisterebbe senso e valore solose accompagnata dal1a soppressione delle

I provincie.I nostri motivi di avversione a questa ri-

forma, almeno nel modo in cui la si conce-pisce e nel tempo in cui la si vuole attuare,rimangono inalterati.

Sarebbe inutile ripetere ora cose tantevolte dette e ridette e indagare a questopunto sul fondo del problema soprattuttonei suoi aspetti politici. Si può solo aggiun~gere che le ultime elezioni politiche hannoin certo senso peggiorato la situazione, pre~annunciando una futura spartizione delle re~gioni italiane, che sono istituzioni politiche,fra i due maggiori partiti, prefigurando quel~la che si suoI chiamare repubblica conci~liare, che pure il Presidente del Consiglio hadetto di non volere. Prospettiva della qualemolto ci preoccupiamo e che non dovrebbepreoccupare noi soli. In questo momento in~teressa sapere se il Governo è già in pos-sesso di sufficienti dati finanziari per potersiorientare, dati finanziari che il presidenteMoro riteneva indispensabili cosÌ da nomi~nare un'apposita commissione per accertarli.Non solo, interessa sapere se la conoscenzadi tali dati è considerata sufficiente per la

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stessa istituzione delle regioni che, a pre~scindere da tutti gli altri motivi, deve esseresubordinata in ogni caso ad un severo ac~certamento della spesa ed anche alla valu~tazione circa l'opportunità di destinare unagrossa somma all'attuazione di questa rifor~ma, quando esistono ben altre esigenze piùpressanti di questa, per le quali mancano imezzi, come il nuovo Governo ha potuto con~statare durante la ricerca dei fondi destinatiad un pur modesto miglioramento delle pen~sioni.

Ugualmente contrari ci trova il referen~dum, del quale l'onorevole Rumor ha parlato,pur non includendolo nella lista della prio~rità.

È un altro grave motivo di dissenso, perragioni abbastanza intuitive sulle quali è inu~tile dilungarsi oggi ma che saranno spiegatea loro tempo. Mi riferisco naturalmente alreferendum abrogativo delle leggi, non aquello costituzionale, nè a quello relativo allemodifiche dei confini regionali, che ci tro~verebbero consenzienti.

L'attuazione di questo istituto, che avevainiziato il suo iter legislativo nella passatalegislatura ed era poi stato insabbiato, ri~torna nel programma del nuovo Governo.Si è voluto vedere una connessione fra que~sto disegno di legge e quello sul divorzio. Aquanto sembra, le due cose dovrebbero cam~minare insieme e, cioè, nel momento stessoin cui il Parlamento si dispone ad approvareeventualmente una legge, dovrebbe anchepensare a predisporre i mezzi per farla abro~gare. Infatti in ogni caso occorrerà appro~vare prima la legge del divorzio e poi sotto~porla al referendum abrogativo.

Circa il divorzio poi, va osservato che es~so costituisce un altro profondo motivo dIdivisione in seno alla maggioranza e in se~no al Governo e che appare veramente trop~po disinvolto l'accorgimento, non già di ri~versare la responsabilità di questa decisioneal Parlamento, al quale tale responsabilitàcompete, ma di pretendere di lavarsene sem~plicemente le mani, rinunciando quindi ilGoverno ad avere un' opinione propria suuna questiane che interessa in alta misura ilPaese.

Vi sono, purtroppo, molto innanzi nellascala delle priorità, i problemi dell'Università

e della scuola, che attraversano un periodoparticolarmente tempestoso e che pr'esenta~no ai nostri occhi grande rilievo poichè nellascuala e nelle Università si formeranno i fu,turi italiani, nascerà la nuova classe dirigen~te che dovrà dare un volto all'Italia di do~manI.

L'onorevole Rumor ha posto innanzi treprincìpi che ci trovano pienamente consen.zienti: l'autonomia della scuola, la partecipa~zione, la graduale generalizzazione del di~ritto allo studio contro ogni pratica discri~minazione.

Sono i princìpi ai qualI si ispira anche ildisegno di legge liberale, che sarà pr'esentatoin questi giorni alle Camere e che vogliamoaugurare i venga preso in seria considera~zione dal Governo.

Qualche riserva dobbiamo fare su alcunipunti del progetto, almenO' così come è statotraociato nelle sue grandi linee per la scuo"la e per l'Università, ma non è passibile scen~dere in questo momento nei dettagli di unproblema complesso del quale dovremo poilungamente accuparci.

L'essenziale è che ci si accinga veramen~te ad affl'ontare in modo organico e con lar~ghezza di vedute il problema scolastico cheha importanza vitale per il Paese.

Per quanto riguarda la politica agricola,mentre alcuni spunti ci trovano consenzienti,come quello dell'adeguamento ai nuovi in~dirizzi della politica comunitaria, sempretenendo conto delle nostre particolari esi~genze, come il previsto fondo di solidarietànazionale, sul quale sono tuttavia necessariulteriori chiarimenti, altri spunti ci lascianoperplessi ed altri ci trovano decisamente con~trari.

Fra questi, in particolare, la condanna del~la mezzadria che sembra pronunciata alme~no in linea di principio; quella stessa mez~zadria che era già stata regolata con la leg~ge del 1964. In un momento in cui tanto siparla di partecipazione e si cerca di crearlanei più diversi campi e di diffonderla intutte le forme, si sopprime questa partecipa~zione che è antica di secoli e che ha cosìsolide fondamenta in tante parti del nostroPaese. La si condanna, a quanto pare, anchenell'ipotesi che siano proprio le parti interes"

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sate a volerla, che esse siano pienamentesoddisfatte di essa: interviene allora la forzaa vietarla. Così il provvedimento appare nonsolo assurdo, ma assume anche un carattereparticolarmente odioso.

Vi è infine, sempre in campo agricolo, laistituzione dell'albo professionale dei colti-vatori, che si presenta in un inciso dall'aria Iinnocente, ma che potrebbe nascondere al-.cune sgradevoli idee destinate ad andare lon-tano.

Comprende, il programma governativo,l'aumento delle pensioni.

È questo un adeguamento doveroso difronte all'entità delle pensioni attuali e so-prattutto dei minimi di pE.nsione.

Si tratta di un aumento in realtà assaimodesto dal punto di vista dei pensionati,di fronte anche al continuo aumento delcosto della vita, e tuttavia assai oneroso perchi deve pagarlo.

Ritenevamo preferibile il nostro progetto,che prevedeva dei minimi di 27 o 30 milalire e che avrebbe importato una spesa dicirca 3.400 miliardi di fronte ai 2.400 delprogetto governativo, entrambi con un au-mento scalare in tre anni. E riteniamo an-che che si potesse far fronte a quella spesacon le entrate ordinarie come si convienetrattandosi di spese correnti, poichè la co-pertura di esse con l'accensione di debitiche si è voluto fare è cosa scorretta.

Infatti, considerato un aumento annuo del-le entrate erariali di circa 800 miliardi, su-scettibili di diventare 900 per l'abituale dif-ferenza fra preventivo e consuntivo e forsepiù di 1.000 miliardi con qualche possibileeconamia, si sarebbe potuto destinare allepensioni una parte di quelle spese, pur te-nendo il debita conto della dilatazione dellealtre spese nell' ordine di circa 500 miliardiall'anno e cioè circa la metà del tatale.

Avremmo anche voluto che, insieme al-le pensioni, fosse affrontato, o almeno av-viato, l'esame della riforma degli Enti previ-denziali, che sembra invece rinviata ad unsecando tempo.

Comunque si deve consentire in questa ini-ziativa del Governo che ha compiuto un pas-so a lungo atteso e invocato ed ha, non di-

ciamo reso piena giustizia a una benemeri-ta categaria di cittadini, ma almeno resol'ingiustizia esistente meno stridente.

Il Presidente del Consiglio, verso la finedella sua esposizione ha accennato ad unproblema che assume in questo momentoparticolare importanza in sè, per le sue im-plicazioni, per le passioni che si agitanO' in-tarno ad esso: il problema del SIFAR.

Ricordiamo a questo proposito che eraparso a noi adeguato provvedimento quellodi investire dell'indagine la Commissione del-la Difesa dell'altro ramo del Parlamento, do-ve la questione era stata prima sollevata. Ciòal duplice fine di fare piena luce sulle respon-sabilità, che sono responsabilità politiche, edi tutelare eventuali segreti interessanti lanostra sicurezza.

Il Governo dichiara ora di accettare l'in-chiesta parlamentare che il Governo Moroaveva da parte sua respinto. Non resta quin-di che procedere alla nomina di essa col vi-vo augurio che sia possibile finalmente farpiena luce sulla dolorosa e delicata vioenda.Ciò anche per allontanare ogni ambra di so.spetto dalle nostre forze armate e per riaffer-marne l'indiscusso e indiscutibUe prestigiO'.

L'attuaziane di un programma così vastoe, in linea generale, l'attuazione di una poli-tica sociale di largo l'espiro, importa, comeè avvio, un notevole sforzo finanziario.

Purtroppo sappiamo che la situazione at-tuale della finanza pubblica non è tale daconsentire larghezze e che sarà quindi ne-cessaria una accurata scelta e ponderazionedelle spese veramente necessarie, o almenoutili, riservando rigorosamente ad 'esse le ri-sorse disponibili.

La situazione era già difficile aHa fine dellapassata legislatura e la vicenda della leggepensionistica lo conferma; non si può certoritenere che sia migliorata nel frattempo.

Infatti il bilancio di previsione del 1969,del quale dovremo oocuparci fra non molto,presenta un disavanzo complessivo di 1.700miliardi ai quali ne va aggiunto un altro mi-gliaio per spese fuori bilancio, pagate col ri-corso al mercato finanziario e 318 miliardiper disavanzo delle aziende autonome. Si ha

così un disavanzo globale di 3.046 miliardirispetto ai 2.006 dell'anno precedente.

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Inoltre è ben nota la situazione grande~mente deficitaria degli Enti locali.

È un disavanzo che solo con la possibilitàdi differenziazione fra bilancio di competen~za e bilancio di cassa può essere fronteg~giato senza mettere nel guai la moneta.

E allora come reperire i maggiori oneri ne~cessari?

Qualche economia si potrebbe forse fare,ma non certo tale da mutare i dati fonda~mentali del quadro.

D'altra parte la possibilità di accrescere leentrate, se non in senso immediato, almenoin prospettiva, resta legata alla sItuazionE;economica del Paese, alla sua possibilità dicreare nuova ricchezza, in una parola, allamisura degli investimenti dai quali dipendo-no il reddito nazionale, le entrate dello Sta-to, la possibilità di sostenere le spese socialie di creare nuovi posti di lavoro.

Ma nuovi investimenti presuppongono ri~sparmio, quel risparmio che oggi è un feno- !meno quasi esclusivamente familiare, pokhèle aziende private riescono a risparmiare amalapena e non sempre quanto necessita perun minimo di autofinanziamento e talvoltaneanche per un adeguato ammortamento,mentre il settore pubblico ha un risparmioaddirittura negativo.

Ed è questo un altro punto dolente dellasituazione poichè il risparmio è sempre statoconsiderato con diffidenza, se non con osti~lità, dai governi di centro-sinIstra e vi è datemere che 10 sia ancora.

Non certo a parole, poichè l mmistri re-sponsabili, l'onorevole Colombo in particola-re, ma anche a suo tempo il Presidente Mo-ro, non hanno lasciato mancare al rispar~miatori e agli imprenditori gli invitI e leesortazioni ad effettuare mvestimenti e adaffrontare i rischi connessi.

Ma i fatti parlano in modo diverso. L'anda-mento della borsa, ormai stremata, testi-monia quotidianamente dI questa riluttanzaagli investimenti; la borsa che, fin quandoesiste un'economia di mercato va considera-ta strumento essenziale di esso, come dicevaanche l'onorevole Scoccimarro quando eraministro delle finanze.

La lamentata fuga all'estero di capItali, or-mai non più solo dei grossi, ma anche dei

medi e dei piccoli risparmiaton, ha ripresoin larga misura. Si può deplorare il fatto,ma non si può negarne la logicità. Il capitale,già lo diceva Luigi Emaudi, è come un tI-mido coniglio che, quando fiuta un pericolo,si l'in tana o scappa.

Di conseguenza gli investimenti nel 1968hanno dimostrato un aumento inferiore aquello registrato nel 1967, che pure non erastato sufficiente a riportare il livello comples-sivo degli investimenti ai livelli raggiunti pri~ma della crisi economica 1963~64.

Si avrebbe infatti un aumento dell'S percento contro 1'11,2 per cento del 1967 e lasituazione peggiora se si escludono gli inve~stimenti nell'edilizia.

La stessa attività produttiva segna un ral-lentamento nei primI otto mesi di quest'an-no e solo in questi ultimi due meSI sembraaccennare ad un lieve miglioramento, di cuiè difficile dire se possa rappresentare unatendenza.

Una situazione siffatta non può alla lunganon ripercuotersi sulla nostra capacità com~petitiva sul piano internazionale.

Ebbene all'origme dI tutto ciò vi è certa~mente un fatto fiscale e vi è lo smodato dre-naggio compiuto dalla mano pubblica (Stato,enti locali, enti parastatali) sul mercato fi-nanziario. Vi sono i 20.000 miliardi assorbitidalla mano pubblica sul mercato finanziariocontro i 9.000 previsti dal piano; in menodi due anni la consistenza delle azioni è ri-masta ferma, mentre il numero dei titoli areddito fisso è aumentato di parecchie mi-gliaia di miliardi.

Come diceva il Governatore della Bancad'Italia: « Nelle imprese a partecipazione sta~tale il crescente ricorso all'indebitamentonon ha posto seri limiti all'espansione deglImvestimenti. Nelle imprese private il com-portamento è stato diverso secondo la diJf~

l'ente situazione finanziaria, le grandi impre~se private hanno potuto anche esse seguireuna politica di espansione degli investimentiin quanto godevano inizialmente di un favo-revole rapporto, ora notevolmente ridottosi,fra mezzi propri e immobllizzi: altrettantonon hanno potuto fare le imprese private me..die e piccole per le quali il rapporto inizialeera meno favorevole}).

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E ancora: «L'ordinamento tributario co.stituisce una delle cause principali della si~tuaz10ne illustrata perchè spegne !'interessedelle imprese a ricercare capitali di rischioe quello delLe famiglie a provvedervi. Cresco.no le alee alle quali le imprese sono sotto.poste e, nonostante ciò, i farnitori di capi.tali che fossero disposti ad assumerle vengo-no scoraggiati da una legislazione punitiva ».

Vi sono poi le nazionalizzazioni, palesi osurrettizie ~ in particalare, fra queste, l'ulti~

ma e più damorosa ~ che hanno scossa pro-fondamente la fiducia dei risparmiatori. Ilche pone tra l'altro anche il pvoblema nonrisolto dei rapporti fra il principe e i grandifeudatari, cioè fra lo Stato e i condottieridelle grandi imprese statali; problema cheil Governo non si è posto.

Vi sona, nello sfondo del quadro, le inoer~tezze di natura palitica, le minacoe che ven-gono profferite e che suscitano allarme, idubbi sulla possibilità di sopravvivenza inI talia di un'ecanomia libera.

Sembra a noi che rimedi atti a migliorarela situazione siano una revisiane del isistemafiscale, una riforma della struttura delle so~cietà per azioni ed una disciplina legislativaper i fondi comuni di investimentO'. A con-dizione però che la rifarma delLe società,preannunciata dal Governo e non particolar~mente illustrata, sia saggiamente canoepitae che ai fandi di investimentO' sia riservatoun trattamento fiscale analogo a quello vi-gente negli altri Paesi della CEE, senza diche si compirebbe opera vana.

Non è un rimedio, ma sola un momentaneoespediente quello proposto nel programmadi accelerare i tempi della spesa. Essa daràrespira in sede di prima applicazione, ma siesaurirà non appena sarà stato impressoil nuavo ritmO'. Anzi è un espediente che indeterminati casi può rivelarsi anche perico-loso, perchè, se applicato con troppo impeto,potrebbe dar vita a spinte inflazionistiche,come ha detto in una determinata occasio-ne lo stesso Governatore della Banca d'Italia..

NemmenO' la programmazione è stata iltoccasana od ha offerto validi rimedi, soloche si mettano a confronto le cifre del Pia.no, quelle dei bilanci e le altre rilevazianistatistiche.

Basti citare, tenuto presente il consuntivodei primi tre anni di attuazione del Pianoquinquennale, il dato relativo all'incrementodel reddito nazionale che è risultato, in ter-mini reali, del 5,8 per cento rispetto al 5 percento previsto; il dato di incremento deiconsumi che è del 5,2 per cento in entram-bi i casi, sempre in termini reali, e quellodegli investimenti che era del 10 per centonel Piano è stata invece del 7,4 per cen-to circa. Quindi con un reddito maggioratorispetto alle previsioni, coi consumi stabili,si è avuto invece dell'aumento degli investi-menti che era logico attendersi, un calo nantrascurabile, dovuto evidentemente ad espar~tazioni a prezzi eccedenti di merci, che nontravavano più assorbimento sul mercato in~terno.

Strettamente connessa al mancato rilanciodegli investimenti, ma ancor più preoccu~pante, è la situazione dell'occupazione che,contrariamente alle previsioni del Piano diun aumenta di 480 mila posti di lavoro neltdennio, segna la diminuzione di 60 milaposti di lavoro e lascia disoccupati un buonnumero di giovani çlelle nuove leve.

Vi è un ultimo punta al quale vorrei ac~cennare ed al quale ha accennato, ma moltobrevemente, anche il Pvesidente del Consi~glio: la cosiddetta dif,esa del sualo.

Da molti anni ormai si ripetono in Italiacalamità naturali, che cantinuiamo a quali-ficare eccezionali, ma che ormai sembranodivenute una regala.

Se questo sia imputabile all'opera o allainerzia degli uomini, al mancato disbosca~mento, alla mancata regolamentazione deifiumi e via dicendo o se sia dovuto piuttastoa veri eventi di forza maggiore che semb:ra-no perseguitarci, non è il caso di discutere inquesta sede, ma sta di fatto che una dupliceazione deve essere intrapresa, sia per preve-nire nella misura del possibile tali calami-tà, sia per fronteggiarle con rapidità ed dfi.cada quando si verificano, e non soltantoper rimediare in parte alle lara oonseguenze,come si sual fare coi consueti decreti-legge.

Due di questi sono proprio ora dinanzi anoi, relativi alle recenti alluvioni del Pie-monte.

Avrebbero dovuto essere oonvertiti in leg-ge in questi giarni, ma sarà difficile farlo per

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il cancorr'ere di altri impegni parlamentari,per i congressi di partiti previsti in questoperiodO', per l'approssimarsi delle ferie nata~lizie.

Il collega Girauda ha dunque ieri invitatoil Gaverno a rinnavare i decreti. Per partenastra in questa casa non ci opporremo, te~nuto conto degli impedimenti sopra citati,ma all'espressa candizione che il fatto nancastituisca precedente in nessun casa.

Infine vorrei accennare ad un'altra dellepO'che cose che mancanO' nel programma go.vernativo e che avremmO' desiderato vederviinclusa. Nulla è stata detta circa quella leggeper la tutela del nostra patrimania naturaleed artistico, che sembrava di imminente pre~sentazione nella scarsa legislatura e per laqual'e aveva lavarata nan senza merita laCommissiane di parlamentari e di espertipresieduta dall'onorevale Franceschini.

VogliamO' sperare che l'omissione sia do~vuta al desideriO' di nan appesantire ulte.riormente il già gravosa discorsa, ma che ilGoverna pensi di non trascurare questa ini-ziativa della quale il Paese grandemente habisagna.

Abbiamo data una scarsa ai punti salientidel pragramma gavernativo, soffermandaciin particalare su quelli che presentanO' aspet-ti negativi, negativi in sè e anche per le con-seguenze politiche che passanO' derivarne, manan pretendiamO' certo di aver esaurito loesame di un programma casì vasto e com~plessa; ci troviamO' un'altra valta di frontead un programma di legislatura e farse dipiù legislature con una spesa complessivacarrispandente a molti bilanci dotati di lar~ghi avanzi.

Ma praprio questa ampiezza dà la passi~bilità, varrei dire, impone la necessità dioperaJ:1e delle scelte, di stabilire delle prio~rità, anche fra cose che sana tutte importantie urgenti.

A nostro avvisa, i problemi della scuola equelli delle pensioni dovrebbero avere la pre-cedenza su agni altro e, con essi, davrebberoessere portate innanzi quelle misure che so~nO' già pJ:1onte, come la rifarma tributaria equella delle società per aziani.

La scala delle priorità stabilita dal Go-verno è invece molta diversa; essa calloca,

per esempiO', le regioni al prima posta e lascuola al nana a al decima. Essa potrà carri-spandere, pertantO', alle attese dei partiti del-la coalizione, came dice il Presidente delCansiglia, ma non carrisponde nè alle attesenostre, nè pensiamo, a quelle del Paese.Inaltre, accantO' alle iniziative legislative enan meno importante di esse, vi è un'azianepalitica che il Governa dovrà svolgere in que~sto mO'menta difficil,e e che dipenderà inparte dalle circostanz'e, che nan passano. es~sere ora previste.

All'onorevo.le Rumor è riuscita di compie~re una sforzo unitario portandO' al Governatutte le correnti della Demacrazia cristianae la maggiar parte di queUe del Partita so-cialista, altI'e il Partita repubblicano.

Ma l'onarevole De Martino, accettando lacarica di Vice Presidente del Consiglio haconfermata la validità delle prospettive poli~tiche della sua carrente, che non sona quelledella maggioranza del sua partito e nemme-no quelle della Democrazia cristiana. Il dis-sidio che travagliava il Partito socialista ita-liana non è dunque ancora composta e si ètrasferita casì dalla sua sede naturale di par-tito a quella di gaverna.

D'altra parte l'unità formale che la Segre-teria dell'anarevole Rumor era riuscita adare alla Democrazia cristiana, appare aggiscossa e, prapria durante la crisi governa-tiva, si è aperto in quella che sembrava unquadra idilliaco una squarcio, che ha per~messa di intravvedere, sia pure per un mo-mento, i drammatici contrasti e le vialentepassiani che ancora e sempre si agitanO' nelfanda di quel partita.

Anche se tutta è stato prontamente messoa tacere, le assemblee di partito e il rinnovodella segreteria sono scadenze ravvicinatesuscettibili di far ridivampare il fuocO' checava satta la cenere.

Si riuscirà in seno al Governa a supera~re i diversi e gli opposti punti di vista, a fartacere lie carrenti, ad imprimere aU'azianegovernativa qudl'indirizzo unitaria che contanta fatica si è potuta dare al sua aspettoesteriare? Riuscirà il Presidente del Consi~glia nel corsa dello svalgimenta del sua pro-gramma, a garantire la difesa della legge ela tutela dell'ardine pubblico, come ha detto

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Senato della Repubblica ~ 2951 ~ V Legislatura

50' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

di volere fare, a front.eggiare la minacciosaondata di protesta, a ridare linearità e lim-pidità alla nostra politica estera?

Ce lo auguriamo nell'interesse del Paese,anche se non ci riesce di credere che a que-sta riedizione del centro~sinistra, tanto pre~caria, tanto visibilmente dilaniata da ,laten-ti contrasti, possa riuscire quello che nonè riuscito alle edizioni precedenti, al giova-ne oentro-sinistra del '62 e del '63 che par-tiva con tanto entusiasmo per l'allargamen-to dell'area democratica, per rabbassamen-to del comunismo, per la moralizzazione del-la vita pubblica, per imprimere un grandio-so slancio allo sviluppo e all'inciviHmentodel Paese.. Sogni lontani!

Ma anche se una certa unità potrà ,essereconservata, in ogni caso nulla sarà fatto se,nella sua azione, il Governo non saprà se-riamente operare, mettendo da parte le con-cezioni astratte che sono di ostacolo allacomprensione dei bisogni reali, liberandosidai complessi che fiaccano la volontà e leenergie, bandendo la demagogia inganna-trice e distruggitrice, rifiutando ogni inizia-tiva, respingendo ogni cedImento che pos-sano ulteriormente compromettere, in unamaniera o nell'altra, le sorti della nostra de-mocrazia.

Che, nelle condizioni attuali, il Governopossa dar vita a una politica di questo tipoci appare, purtroppo, ancor meno proba-bile.

Dovremo, dunque, regolarci di conseguen-za, e batterei ancora con tutte le nostreforze, appassionatamente, liberi da pregiudi-zi e da rancori, ma vigili al possibiLe evolver-si della situazione, convinti come siamo chela via della salvezza per la nostra Patria èancora aperta e che la rinuncia e la rassegna-zione, nelle condizioni presenti, significhe-rebbero tradimento.

Forse non saremo soli.Sappiamo che nella Democrazia cristiana,

nel Partito socialista italiano, nel Partito re-pubblicano italiano vi sono forze ~ non tut-te purtroppo, ma molte sì ~ che si rendo-no conto della situazione reale. Sappiamoche nel Paese vi è un movimento nelle opi-nioni, oggi in parte distorte e fuorviate, masuscettibili di essere recuperate e volte albene.

Come altre volte è avvenuto nella storiaitaliana quando un momento veramente cri-tico arriva, quando una scelta di importan-za vitale si presenta, la divisione delle opinio-ni non si identifica più ooi confini consuetidei partiti, ma passa attraverso di essi, li di-vide, a volte li travoLge, associando forzetradizionalmente contrarie e dissociandoforze tradizionalmente affini.

Un momento consimile forse è alle viste.È dovere di tutti prepararsi ad esso, delGoverno in primo luogo, per la parte che loriguarda. Sarà possibile aHara evitarlo o su-perarlo, ne siamo certi. Ma non c'è più moltomargine per gli errori. (Applausi dal cen-tro-destra. Congratulazioni).

,p RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Anderlini Ne ha facoltà.

A N D E R L I N I. Credo mi sarà con-sentito, signor Presidente e onorevoli col-leghi, di proporvi, prima del discorso im-pegnativo che ho intenzione di fare, una se-rie di considerazioni sulle condizioni nellequa:li si svolge il nostro dibattito e sulle con-dizioni nelle quali siamo arrivati a questodibattito.

Non sarò certamente io a meravigliarmidel fatto che un dibattito sulla fiducia siaristretto in limiti di tempo che non vannooltre le 48 ore, nè da parte del Gruppo del-la sinistra indipendente ci sono state o cipossono essere obiezioni di sorta alla so-spensione dei lavori del Parlamento in rap-porto al congresso del Partito socialistaitaliano di unità proletaria; la sospensionedei lavori del Parlamento in questo caso èdoverosa. Però mi preoccupa e ci preoccu-pa il fatto che se si dà un'occhiata al calen-dario dei lavori del Parlamento della Repub-blica per quanto si riferisce alle settimane,ma forse sarebbe più opportuno dire aimesi prossimi, noi vediamo che tale calen-dario non è del tutto rispondente alle pro-fonde esigenze di presenza del Parlamentonella vita politica del Paese. Non starò quiad entrare nei dettagli; conosciamo tutti laproposta che è stata avanzata dal senatoreGiraudo. Io sono qui a nome della sinistraindipendente a dirvi che sostanzié1llmentenon ci opponiamo nemmeno alle prospetti-

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Senato della Repubblica ~ 2952 ~~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

ve che quella proposta contiene, tuttavianon possiamo non rribadire il fatto che, anostro giudizio, il Parlamento dovrà, neiproslsimi mesi, trovare il modo di esseremolto più attivamente presente di quantonon lo consentano le ipotesi che si fannogià oggi sui tempi possibili dei nostri lavo-ri. Questo, onorevole Rumor, non per rac~cogliere la frase, che pure c'era nel suo di-scorso introduttivo, relativa ai problemi chesi pongono per accelerare i lavori dei duerami del Parlamento, ma per sottolineareun principio che era del tutto assente dalsuo discorso, il principio che se c'è unaforza politica nel Parlamento italiano cheha costantemente avuto di mira ed avrà co-stantemente di mira nel prossimo futuro iproblemi della presenza attiva del Parla-mento, questa fO'rse sta a sinistra, e non èlecito a nessuno parlare di ostruzionismodeLle opposizioni, caso mai si dovrebbe par~lare di un sabotaggio della maggioranza o,se vuole, delle maggioranze che finora sisono susseguite al Governo del Paese.

Così sono già, facendo questa affermazio-ne, al secondo punto della mia dichiarazio~ne preliminare. In realtà è dalla metà delmarzo scorso che il Parlamento deLla Re-pubblica è stato messo nelle condizioni dinon poter funzionare: le elezioni, il disim-pegno, i limiti di fronte ai quali ci siamotrovati durante il Governo Leone (si diceva:questo è un Governo a termine), poi que~sto dibattito raccorciato, ci saranno le va~canze natalizie; il mese di gennaio probabil-mente sarà occupato dai decreti da conver~tire e il mese di febbraio, a quello che sidice, sarà occupato dai bilanci, dai cong,res-si dei Partiti ~ doverosa sospensione ~.Ecco che, se non si fa unO' sforzo comune

~ e certo non sarà l'opposizione di sini-

stra a sO'tt'rarsi alle sue res'ponsabiIità ~

per ovviare a questi inconvenienti, c'è ri~schiO' davverO' che il sO'lco o la distanza chesi vanno creando tra le istituzioni e la realtàdel Paese si apprafondiscano ulteriarmen-te. Se è vero che questa è, corne lei stesso,onorevole Rumor, ha riconasciuto, il peri~colo più grave che cO'rre la democrazia ita-liana, cammette~emmo un grave errare senon facessimo, ciascuno nel proprio ambito,il nostra dovere per colmare questo vuoto.

Sono così al di là dellimine e passo entra~re, a questo punta, nel merito del dibattitopolitico. Stamane gli onorevoli senatori Va-lori e Chiaromonte hanno rifatto, in terminipolitici assai vivaci, la storia, se volete lacronaca, della vita politica italiana degliultimi dodici mesi. Siccome io non ho in~tenzione di rubarvi trO'ppo tempo e soprat~tutta non voglio ripetere le cose già dette,mi limiterò anche qui ad una canstatazioneche risulta appunto da quello che i senatoriValori e Chiaramonte hanno ampiamenteillustrato. Da una parte abbiamo avuto, ne~gli ultimi mesi, un Paese in rapidissimomovimento. Moro ha detto al Consiglio na~zianale del sua Partito che le case si muo-vono molto più rapidamente di quanto noistessi non pensiamo,: abbiamo avuto il mo-vimento studentesco che ha portato avantile sue rivendicazioni con una forza che pro~babilmente nella maggioranza nessuno osolo pochi sospettavano; abbiamo avuto igrandi sciaperi nazionali od anche regionali;ed è significativo che le regioni comincinoa muoversi anche su questo terrena comeregiO'ni. Abbiamo avuto il dramma di Avo~la; la sensaziane, tutti, di un Paese in rapi-da, rapidissima crescita.

Al livello invece delle responsabilità go~vernative, dO'po il19 maggiO', abbiamo avutoil disimpegno, il Governo Leone, quanto di~re una rinuncia ad assumere responsabilità,il drammatico congresso dell'EUR del Par-tito sacialista, che, camunque lo si vogliagiudicare ~ e il mio non è un giudizio to~talmente negativo ~ non è oertamente uncongresso che abbia dato una spinta allasoluzione dei problemi reali del Paese; l'al~tro drammatico Cansiglio della Democraziacristiana e poi questo Governo dell' anore-vole Rumor, il quale si è presentata dicendoci che sostanzialmente egli si propone dicolmare il vuoto che esiste tra Paese realein rapida movimento (anche voi su questopunto dell'analisi siete d'accorda) e le re-spansabilità della maggioranza delle forzedi Governo. Direi che il titolo del « Popolo»

di oggi è la interpJ1etazione, oltre che più au-torevale, più giusta del discorso di Rumor.Il titolo del « Popolo » di oggi dice chiara-mente che can il suo discorso l'anorevole Ru~mar ha valuto gettare un pante tra la realtà

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del Paese in movimento e l,e forze politichedella maggioranza. Ecco, il punto che io ver~rei cercare di cogliere, l'elemento che forsestarà al oentro delle cose che ha intenzionedi dire è proprio questo: è credibile l'affer-mazione fondamentale contenuta nel discor~so dell'onorevole Rumor? Ci sono elementiper i quali il Parlamento, nel sua insieme,

l' apposiziane, il Gruppo della sinistra in-dipendente, abbia una qualche ragione perprendere sul serio le cose che l'onorevoleRumor ci ha detto, questa i,potesi fonda~mentale del suo discorso?

La risposta da parte nostra la conoscetegià, la nostra risposta è no. Non è credibileche con questo Governo, con le forze chelo compongono, can il programma che cisiete venuti a proporre voi possiate gettareun ponte tra il Paese reale in movimentoe le responsabilità che competono al Gover-no della Repubblica. UscendO' dall'Aula ierisera, dopo che il Presidente del Consiglioaveva finito il suo discorsa, un collega delPartito sacialista mi ha detta: ma sei me~si fa patevamo fare lo stesso Governo! Edio vorrei dire al compagno De Martino, ioche non voglio dare armi alla destra del suoPartito cantro di lui, che tuttavia mi pareohe l'affermazione fatta da queJ collega con-tenga molti elementi di verità. Sei mesi fa,all'indomani del 19 maggiO', molto prababil~mente si saI'ebbe potuto fare un Governocome questa. E noi, che pur abbiamo apprez~zato e dato un giudizio positivo ~ nè stia~

ma a penti l'cene ~ del disimpegno che ilcompagno De Martino ha propugnato e haimposto al suo stesso Partito, dobbiamo direoggi che la politica del disimpegno ha pur~troppo approdato a una soluzione totalmen~te negativa.

« Credibilità del discorso» e « schiettezzanei programmi» ha detto il Presidente delConsiglio. Io cercherò di dimastrarvi come,a nostro giudizio, a giudizio di chi vogliacandurre un esame obiettivo, spassianato deltesto stesso del discorso del Presidente delConsiglio, non sia credibile il vostro tenta~tivo e nan siano schietti i pragrammi che ciavete presentato.

IÈ credibile ~ ecco il punto politico piùscottante ~ la fine della delimitazione della

maggioranza nei termini in cui ce l'ha pre-sentata l'onarevale Rumor? È vero che neltesto del discorso del PI'esidente del Consi-glio la parola « delimitazione» non ricorrepiù; ma chi rilegge il testo ~ ed io mi sonopreso la cura di farlo con una certa atten~ziane ~ trova che la paginetta dedicata aquesto problema è piena di una serie dipesi e di contrappesi «Non chiudendosi adapporti» si dice; si parla però di ({autosuffi~cienza», di ({distinziane», di ({differenzia~zioni» e di ({limite tra colora che difendonola libertà e la democrazia e coloro che nestannO' al di fuari», il che è un modo perrichiamarsi addirittura al veochio concettodi « area demacratica ».

Saranno comunque i fatti, ed alcuni fattivi citerò tra poco, a dimostrare fino a chepunto sarete capaci di resistere, chiusi nel-,J'ambito della vostra maggioranza, o se nonsarà il Paese a costringervi, con le grassebattaglie ohe sono già in atto, ad aprirvi ver-so un contatto con le forze della sinistra,pena, ripeta una frase del discorso dell' ono-revole Rumor, i gravi rischi per le istituzio-ni democratiche nel nostro Paese.

,È credibile l'impegno alla moralità pub~blica, !'impegno alla funzionalità della Pub~blica amministrazione, l'impegno cantro glisprechi, !'impegno verso lo sfaltimenta delcentralismo burocratico, quando, anorevo-li colleghi ~ non vorrei fare del qualunqui~sma a buon mercato ~ vi presentate con 56Sottosegretari, con 4 o 5 Ministri senza por~tafoglio ed alcuni senza incarica e quandoavete dato negli ultimi tempi della crisiuno spettacolo che non giova certamente alprestigio delle istituzioni democratiche?

Si parla nel discorso di Rumar di credi~bilità e di schiettezza dei programmi. Ebbe-ne, è schietto, per esempio, il vostra pro~gramma sulla Federconsorzi? Io non so co-me il compagno De Martina e gli uominiche gli sono vicini abbiano pO'tuta accetta-re la saluzione che Rumor ci ha presentatoieri sera. In sostanza si dice: ripresentiamoil vecchio disegno di legge Moro con qual~che madifica sui rapporti tra Federconsorzie cansarzi agrari; poi rivedremo un po'la struttura della Federconsorzi sulla basedi una revisiane generale della legge che

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riguarda la caaperaziane. Attenti, compagnicooperatari, c'è il rischia che nel rivederiela legge sulla cooperazione si vada a peg-giorare addirittura le condiziani esistentidella cooperazione, magari per partire di lìe fare qualche casa ~ non si sa bene cosa

~ in direzione della rFederconsorzi.Del resto, il fatto che questo punto del

programma, che tutti consideravanO' qualifi-cante, sia ad un livella assai mediocre è te-stimoniata dal fatto che l'onarevale Bonami,che pure era partito lancia in resta forseperchè preoccupato di akune decisiani chesi andavano a prendere, oggi si diohiarasaddisfatto della politica che il Gaverno èvenuta a proporci.

PossiamO' dunque essere soddisfatti? Oè schietto, è credibile il vostro programmasulle regioni? Onorevale Rumor, io non lenascondo che questa è forse la parte checonsidero meno negativa del sua discorso.Tuttavia, varvei fare con lei un certo discar-so. Innanzitutto lei ci ha dato un'interpreta-ziane dell'articola 22 della legge elettorale,in base alla quale lei ritiene necessaria lapromulgazione di una legge finanziaria pri-ma che si arrivi all'istituziane dei consighregionali. Badi che la lettera dell'articolo 22nan dice questo, dice che il Gaverno pre-senterà prima delle elezioni una legge finan-ziaria. Non c'è una canditia sine qua nonnel testo della legge. Lei poi ha detta ~ ecredo giustamente ~ che non ci si può li.mitare ad una legge finanziaria di purostralcio, che è necessaria una legge finanzia-ria di caspicue dimensioni. Ha parlato addi-rittura della necessità di mettere in attouna serie di leggi-quadro, di leggkarnice.Ora, tenuto conto delle cose che dicevo al.l'inizia ~ mi sono riferito ai mesi di gen-

naio e di febbraio, poi potremo pensare al-l'aprile, al marzo, alle vacanze estive ecce-cera ~ è lei in condizioni, nella sua :replicadi fissare una data precisa per la presenta-zione delle leggi che ritiene indispensabiliper l'attuazione dell'ordinamento costituzio-nale, ed è lei in grado di fare una dichiara-zione netta nel senso che, in agni casa, nel-l'autunno 1969 il pO'polo italiana sarà chia-mato ad eleggere, così come dettano Ja let-tera e la spirito della Castituzione, i con-sigli 'l"egionali?

Questo è una di quei punti sui quali mal.to probabilmente, se le vostre intenzianihanno un minimo di serietà, la delimitazionedella maggioranza salterà nei fatti. E delresto è già saltata. Se si è fatta quakhemodesto passa in avanti in questa direzionee se aggi siamo al punto di avere già appro-vato una legge elettorale, questa si devesoprattutto alla tenacia con la quale la si~nistra si è battuta su questo terreno, all'ap-parta determinante dei vati e dell'azionepalitica generale che la sinistra ha svoltonel Parlamento e nel Paese.

Ma prima di entrare in quelli che consi-dera i problemi forse più scottanti, quellidi carattere economico generale, mi consen.ta, onarevole Rumor, di dire che ieri sera,alla fine del sua discorso, qualcuno di noiha avuto !'impressione che dalle 83 cartelledel suo intervento ne fosse stata sfilataqualcuna. Infatti, appare incredibile, onore-vole ,Presidente del Consiglio, che lei nelle83 cartelle del suo discorso non abbia tro-vato la maniera di fare nemmeno il più pic-cola cenno ai problemi della sanità, che so~no stati al centro del dibattito politico ita~liano degli ultimi anni. Il senatore Mariattinominò nel '66 una commissione mista diparlamentari e di tecnici che studiò il pro-blema della 'realizzazione dell'assistenza sa-nitaria di base, cioè di quella che chiamiamoil sistema di sicurezza sociale. Quella com-missione ha cO'ncluso, credO' positivamente,i suoi lavori alla fine del 1967. Che cosaintendete fare dei risultati di quella com-misiane? Dobbiamo forse ricominciare dac-capo? E gli impegni che a questo propositoesistono nel piana qurnquennale, inerentialla realizzazione del servizio di sicurezzanazionale, del servizio sanitario di base,dove stanno? Sono fuori dal vostro pro-gramma? Avete rinunciato a questa linea,oppure ~ e forse è !'ipotesi più probabile

~ i contrasti interni drammatici che si ac-

ceserO' nel precedente Governo tra il Ministro della sanità e il Ministro del lavara suquestioni di competenza (Mariotti era perl'assistenza sanitaria di base fatta dal Mi-nisterO' della sanità, mentre Basco non vole-va si toccassero le prerogative del Ministerodel lavoro), appure, dioevO'... (Interruzianedel senatare Marcora). Arriva tra paco a que.

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ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sto punto, senatore Marcora. Ma il fenomenopotrebbe riprodursi. Potrebbe darsi che que~sta volta l' onDrevole Brodolini dica unacosa e il nostro caro amico R1pamonti nedica un'altra, può darsi in sostanza ohe nonsiano d'accordo nemmeno loro due. Ed èmolto probabile che sia così anche perchènDn si tratta ~ rendiamocene conto ~ difatti personali. Non sono certo la cattiveriadi Mariotti, la testardaggine di Bosco, ilbuon senso di Ripamonti, o la generasità oil senso della socialità di Brodolini che po~iranno aiutarci a risolvere tali questioni. Sitratta delle .forze reali che stanno dietro aqueste posizioni. Quando un Ministro si ac~canisce nel difendere le posizioni di prero~gativa del suo Ministero non è che lo facciasolo a titolo personale, lo fa perchè dietrO'di lui ci sono delle forze, come ad esempioquella della burocrazia ministeria:le. Ma nonvi è sDlo la forza della burocrazia ministe~riale, ci sono forze molto vaste dietro que~sti problemi, quelle che, per esempio, han~no impedi,to all' Dnarevole Mariatti di farela sua riforma sanitaria, quelle di cui eraleader il Sottosegretario alla sanità nel pre~cedente Governa, l'anDl1evole Valpe, che ar~ganizzava i convegni dei gestori delle clini~che private o delle cliniche gestite dagli ar~ganismi clericali contro il MinistrO" dellasanità. Nan vorJ1ei che nai fossimo arrivatia canoellare questo paragrafo dell'attivitàdel Governa nel timore che nel prossimo fu~turo passano scoppiare di nuovo canflittitra l'onarevole Brodolini, questa volta, el'anorevole Ripamonti.

Come anche un'altra pagina che devonoaverle sfilato dalle 83 deve essere quellasul Mezzagiorno. Possibile che solo diecisquallide righe vi abbiano fatto riferimento?Ne ha parlato stamattina il collega Chiara~monte e non voglio insistere su questo, per~chè dovrei ripetere le CDse che egli ha detta.Possibile che questo Governo di centro~sini~stra, che si presenta carne tentativo di farequel ponte tra il Paese reale e la realtà del~le forze di Gaverno, non abbia niente da dir~ci sulla drammatica situazione del Mezzo-giorno, tra l'altro tragicamente rivelatadaWeccidio di Avola? Abbiamo tutti da~vanti agli occhi questa situazione. IPossj;bi.

le, onorevole Presidente del Consiglio, cheella non abbia trovato la maniera ~ e que.sta pagina debbono avergliela proprio sfi~lata ~ di dirci almeno una parola sul pro~blema delle Belle arti, dei beni culturali?Ma come, da anni è stata nominata una Com-missione parlamentare di indagine! È arriva~ta alle sue conclusioni ed aspettavamO' laemissione delle leggi relative. Il patrimonioartistico, archeologico e naturale italianosta andando alla malora. Abbiamo tenuto,poi, giorni fa a Firenze un convegno, presen~ti la maggior parte dei sovrintendenti ita-liani che hanno denunciato ~ e badate che

eranO" uomini paliticamente molto lontanida noi ~ lo stato di sfacelO' in cui si trovaquesto settore della Pubblica amministra-zione. Le cose sono già prante, non man-cherebbe che pracedere avanti, ed invecenon una parola. Debba pensare che qualchegenio maligno abbia veramente sottrattoqualche cartella al sua discorso. Nonvoglio insistere oltre, sebbene i colleghi quiaccanto a me mi suggeriscano la totale man~canza di riferimenti alla legge sulla pubbli~ca sicurezza e a quella sull'emigrazione. Nonvoglio insistere oltJ1e,nè, onorevole Presiden~te del Consiglio, le chiedo che su ognuno diquesti punti ci venga a rifare qui tutta la sto.ria, o a portare le sue cartelle a cento; il sen-so delle questioni siamo tutti in condizionidi capirlo. Basta avere la capacità di impri-mere alle cose che si dicono un certo signifi-cato; questo è quello che conta, è questoquello che ha significato politico.

L'al'gomento, però, sul quale intendereisoffermarmi un po' più ampiamente è quelloche riguarda la politica economica; anche,qui ella se l'è cavata con un testo assai sbia~dito, forse uno dei peggiori testi che ci siamai capitato di leggere in questi ultimi anni.Si vede che i suoi consiglieri di politica eco.nomica o non sono suoi consiglieri, anche sesuoi Ministri ~ e lei credo che mi intenda

~ oppure sono reticenti, non ancora adusa~ti, oppure ancora vogliono nascondere qual~che cosa.

Mi domando a questo punto, di fronte adun profilo politico-economico come queJloche ella ci ha disegnato, cosa ne pensi il miocaro amico Donat Cattin, il quale, contro la

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politica economica impersonata dall'onore-vole Colombo e dal Governatore della Bancad'I talia Carli, si è, anche recentemente du~rante la discussione sul decretone alla Ca~mera, scagliato con una violenza polemicadel resto pienamente giustificabile. Cosa nepenserà a questo punto la sinistra democri~stiana, ohe pure ella è riuscito a fare pri~gioniera nel suo Governo? Vede, è sbiaditoil suo discorso, e tuttavia come altrettantiicebergs affiorano quae là in quelle quindicirighe i pilastri di una politica economicafacilmente individuata e individuabile, quel~la che fa appunto capo all'onorevole Colom~bo e al Governatore Carli; riaffiorano i ta~bù, i miti ai quali quella politica economicaè legata. Quali sono questi miti? Bisogneràdirlo con molta franchezza. Innanzituttoquello della stabilità monetaria. Non dicoche il problema non esiste; ma io dico chel'onorevole Colombo ed il Governatore Car~li hanno mitizzato il tema della stabilitàmonetaria e se ne servono ogni volta chedevono dire di no. Vi ricordate quando quial Senato (io non c'ero era nell'altro ramodel Parlamento) aumentaste di 75 miliardilo stanziamento per le pensioni? Sembravache si fosse giunti alla fine della lira. Oggiinvece si scopre che è possibile impegnarealtri 400 miliardi; ve lo hanno fatto scopri~re i contadini, gli operai con i loro scioperi.Lo scoprite anche perchè il Ministro deltesoro americano Fowler è venuto a dirviche era ora che la domanda globale venisseun po' sollevata in un Paese che aveva le ri~serve valutarie che tutti conosciamo e cheha rischiato di dover rivalutare la sua mone-ta, se è vero che a Bonn, America, Franciae Inghilterra ci hanno chiesto di rivalutarela lira; è una gabbia questa politica econo~mica, dentro la quale volete costringere il,Paese, e se alla fine vengono fuori gli scio~peri nazionali o regionali, o i fatti di Avola,i responsabili sono coloro che hanno det~tato le linee di questa politica economicainsieme con il Ministro degli esteri, che poine trae per suo conto e a suo modo le con~seguenze.

Un altro mito che domina la nostra poli~tica economica e che sta anche scritto nelsuo discorso, onorevole Rumor, è quello del

pareggio della bilancia dei pagamenti. Sem-bra che tra poco 1'1talia sia tra le nazioniche devono fare attenzione alla condizionedella propria bilancia dei pagamenti. Siamoa quattro miliardi di dollari di riserve, sia~ma a 1.500 miliardi di capitali esportati.Se volete tener d'occhio la bilancia dei pa~gamenti, fate attenzione all'esportazione dicapitali (questo è il tema essenziale) e nonall'aumento delle pensioni, che potrebbe tut~t'al più far crescere di cento miliardi le no-stre importazioni di carne. Di questo si trat~ta, signor Presidente del Consiglio: 400 mi~liardi di aumento alle pensioni significhe~ranno probabilmente 1O().150 miliardi di car~ne in più. Si tratta infatti di gente che an~cara oggi mangia carne sì e no una voltala settimana, e con l'aumento potrebbe arri~vare a mangiarne poco di più.

Un altro dei miti che domina la politicaeconomica è quello che riguarda l'incremen~to del reddito nazionale. Ella sa, onorevolePresidente del Consiglio, che Galbraith, chenon è certamente un rivoluzionario, e che èstato uno dei più stretti collaboratori diKennedy, ha scritto un ottimo libro su que~sto argomento. È arrivato a dire che glieconomisti americani ed anche quelli euro~pei hanno mitizzato talmente l'incrementodel reddito nazionale per cui, quando sen~tiamo che è aumentato del 5, 6 o 7 per cen-to, ci prostriamo davanti a « sua maestà l'in~cremento del reddito ». Ma lei sa meglio dime, onorevole Rumor, e lo dovrebbero sa~pere i suoi consiglieri, in particolare il Mi~nistro del tesoro, che non è un dato quali~ficante in sè l'aumento del reddito naziona~le; può darsi benissimo il caso, come si dànel nostro Paese, che da una parte aumen~ta il reddito nazionale e dall'altra aumentala disoccupazione. È così che può aumentarea ritmo alto il reddito nazionale e contem-poraneamente il divario tra le zone più svi~luppate e quelle meno sviluppate; aumentail reddito nazionale e cresoe il divario tra in~dustria ed agricoltura. Per questo non biso~gna lasciarsi guidare dal mito dell'incremen~to del reddito nazionale. Sarei molto felicedi poter rinunciare anche ad un punto del~l'incDemento del reddito nazionale se que~sto potesse servire a risolvere i drammatici

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17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

problemi della vita sociale del nostro Paese,il divario tra Nord e Sud, la differenza tral'agricoltura e l'industria, le distanze africa~ne che ancora esistono dal punto di vistasociale in un Paese come il nostro; perchè,vede, lei ha parlato di una politica di pienaoccupazione, ma non ha enunciato nessunodei termini in cui si può concretare, oggi,in Italia, la politica della piena occupazione.

La politica della piena occupazione comin-cia con delle riforme assai modeste, comeper esempio l'abolizione del sistema con ilquale l'INPS riscuote oggi i contributi, che,come è noto, penalizza le aziende che han-no un grosso numero di dipendenti, mentrefavorisce le aziende che hanno un altovalore aggiunto. Essa passa anche per l'abo-lizione dei massimali (rpeccato che non cisiano l'onorevole Bosco o l'onorevole Bro-dolini), quelli che favoriscono la FIAT, perintenderci, che fissano i limiti contributivialla retribuzione giornaliera di 2.500' lire.Passa per una diversa politica delle parte-cipazioni statali, che lei non ha enuncIatonei suoi termini concreti, perchè le parteci-pazioni statali siano strumento effettivo discelte positive in direzione della piena oc-cupazione.

Nè io starò a dire che nessuna di questescelte è stata compiuta (l'A1fa-Sud è unascelta in questa direzione). Ma quante al-tre scelte fanno le partecipazioni statali nel-le direzioni opposte!

Onorevole President,e del Consiglio, farela politica della piena occupazione significaanche tener d'occhio le piccole o medieindustrie che sono la polpa occupazionaledi ogm sistema economico e non dimenti~care i problemi dello sviluppo tecnologico,ma nella misura in cui si possono tenered'occhio in un Paese come il nostro, che nonpuò pretendere di godere dell'intera gam-ma dello sviluppo tecnologico più avanzato,e deve compiere invece alcune scelte fonda-mentali, magari in cooperazione (la coopera-zione tra la Francia e l'Inghilterra per ilConcord è una cosa abbastanza seria da que-sto punto di vista).

Onorevole Presidente del Consiglio, biso-gna avere il coraggio di dire che per farela politica della piena occupazione a un cer-

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to momento, in taluni casI, e necessario ri-oorrere al coltello che taglia: alla naziona-lizzazione, per dirla con la parola giusta.Quando un monopolio come quello dell'Eri-dania si comporta come si sta comportandoin questi mesi, in queste settimane, in tuttauna vasta zona del Paese, ebbene, il prov~vedimento da adottare, la decisione da pren-dere, 1'arma da usare può anche essere quel-la della nazionalizzazione, se vogliamo faresul serio e dare ai potentati economici lasensazione che in Italia c'è un potere politi-co che sa perseguire una propria politicaseriamente.

Il fatto è che in realtà troppa gente nonvuole la piena occupazione, troppa genteche sta anche all'interno del suo Governo,onorevole Rumor. Non vuole la piena occu-pazione perchè essa aumenta il potere con-trattuale dei sindacati in maniera conside-revole.

Nel 1963, nel 1964, quando ci siamo avvi-cinati in maniera considerevole alla pienaoccupazione, il salto delle retribuzioni sala-riali è stato del 12-13 per cento, il più altosalto che si sia registrato negli ultimi anniin un Paese come il nostro. È chiaro che nonsi vuole questo aumento di potere dei sin-dacati.

Per ciò che riguarda gli altri aspetti del-la politica economica, io non starò a dirlecome questo relegal'e in secondo piano lariforma fiscale sia veramente un fatto cherende scarsamente credibile la sua ipotesidi un Governo rinnovatore. Vorrei invecepermettermi di entrare un momento in undettaglio, che poi non è nemmeno un det-taglio. Questa faccenda dei fondi comuni diinvestimento, come sta? Il ragionamento chevien fatto è che le borse stanno male; a que-sto proposito è bene leggere quanto scrivo-no i giornali finanziari stranieri più autore-voli, ed in Italia anche il «Corriere dellasera}}, il quale scrive cose molto interes-

santi in merito. Oggi la borsa italiana nonesiste più, è una finzione.

Per rivitalizzare la borsa, dunque, faccia-mo i fondi comuni di investimento. Ma nonera affatto questo il ragionamento con ilquale si è arrivati ad individuare nei fondicomuni di investimento uno dei possibili

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V LegislaturaSenato della Repubblicc, ~ 2958 ~

soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

elementi di rivitalizzazione del mercato fi~nanziario in Italia; noi siamo partiti, tuttala pubblicistica di questi anni sta a dimo~strarlo, dalla necessità di una riforma dellesocietà per azioni, per farne una cosa radlcal~mente diversa da quelle che esse attualmen~te sono. Solo come un momento successivodella riforma del diritto societario si è postoil problema dei fondi di investimento. Voiinvece venite qui e capovolgete la situazio~ne. Lei lo ha detto esplicitamente, onorevo~le Presidente del Consiglio: prima i fondidi investimento, poi vedremo di fare la ri~forma delle società per azioni. Io vorrei checi si rendesse conto di che cosa significaquesto. Significa prdbabilmente tentare didare una boccata di ossigeno ad un organi~sma che sta ai limiti tra la vita e la morte,senza che venga preso nessuno di quei prov~vedimenti seri che andavano presi, sia purenell'ambito di una concezione capitalisticadelle strutture fondamentali dell'economiaitaliana; stiamo parlando infatti di societàper azioni.

Così per quanto riguarda la legge urba~nistica. I suoi riferimenti sono la legge pon~te, la 167, sono lo stimolo ai comuni, comese i comuni avessero bisogno ~ qualcuno

sì in verità ~ di essere stimolati (ma seli avete messi nella condizione di non poteragire!). La nuova legge urbanistica è rinvia~ta a un tempo avvenire, con l'elencazionedi alcuni punti molto generali che sono daconsiderarsi positivi: indifferenza dei pro~prietari rispetto alla destinazione delle areefabbricabili, nessuna possibilità di costru~zione al di fuori delle aree indicate dai pia~ni regolatori, presenza delle amministrazio~ni locali e così via.

Però, onorevole Rumor e onorevole DeMartino, di queste formulazioni generali (in~differenza dei proprietari rispetto alla de~stinazione dei suoli eccetera) io sento par~lare dal 1962. E sulla specificazione di que~sti criteri generali in un testo di legge urba~nistica, compagno De Martino, fu fatta lanotte di San Gregario. Come potete pensareche a otto anni di distanza, dopo la leggeSullo che è rimasta nelle condizioni chesappiamo, dopo la notte di San Gregario,sia credibile quanto voi ci venite a dire,

cioè che volete rendere i proprietari indif~ferenti rispetto alla destinazione dei 5uohedificatori? Non è credibile. Rischia di es~sere una mistificazione; e secondo me è unamistincazione.

E vengo ai due argomenti con i qualivorrei concludere questa parte del mio di~scorso: la scuola e il SIFAR. Non dirò chenel vostro programma scolastico tutto èda considerarsi negativo. Certo a me dispia~ce assai quel riferimento alla legge Leone,perchè se tutto il programma che ci avetepresentato si riduce a qualcosa di simile altesto Leone, del quale dite che è una « si~gnificativa indicazione », allora tutto si svuo~ta di significato. Così, onorevole Rumor, iovorrei che lei mi chiarisse quella parte delsuo discorso laddove dice che per l'univer~sità deve esservi un massimo di autonomiae un minimo di controllo (e la frase mi tro-va consenziente fino a questo punto) «finoa quando non sarà decisa l'abolizione delvalore legale del titolo di studio »,

D E M A R T I N O, Vice Presidentedel Consiglio dei ministri. VuoI dire che nonci sarà piÙ il controllo.

A N D E R L I N I. Vorrei che l'onore~vale Rumor mi chiarisse questo punto che,dico la verità, mi ha lasciato alquanto per~plesso. Così pure lascia assai perplessi ilfatto che l'obbligatorietà dei dipartimentiviene rinviata ad un secondo tempo. Ci vo~lete dare per lo meno un termine per que~sto secondo tempo? Non vorremmo infattiche questo termine fosse, come capita spes~So in questi casi, tanto lungo da essere elu~siva della -realtà del problema che ci sta difronte.

Ma soprattutto voi non avete detto nien~te sulle questioni più scottanti che stannGal centro del dibattito sulla scuola oggi,come quella del diritto di assemblea e deldiritto allo studio. Badate che i giovani de~gli istituti medi, anche di quelli romani(molti di noi hanno figli che frequentanola scuola media superiore), se lo stanno con.quistando questo diritto. Cosa volete fare?VoIete trovare un uomo di buona volontàcome il senatore Codignola, che tra qualche

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tempo presenti una legge di amnistia pergli studenti che andranno a conquistarsigIUstamente il diritto di assemblea? O vole-te decidervi a dire che la circolare Scaglianon ha senso e che dovete fare anche inquesto senso un passo avanti? Ma possi-bile che dobbiate prendere esempio dallaFrancia gollista, dalla legge Faure che questecose ha esplicitamente riconosciute? Guar-date la differenza: dopo due mesi la leggedi riforma dell'università francese era fatta.Diciamo tutto il male che volete del regimegollista; se io fossi in Francia sarei avversa-no di questo regime. ma le cose là vengonofatte. Inoltre, onorevole Rumor, vuoI direperchè lei ha insistito per ben due voltenel dire che la riJforma delle università deveprecedere quella per la scuola media? Io hosempre pensato che le due cose dovesseroandare di pari passo e che se c'è una priori-tà da dare è queUa per il biennio della scuo-la media. Vi rendete conto delle condizioniche abbiamo creato? Ci lamentiamo che inostri figli, perchè sono anche nostri .figli,siano scatenati nel modo che conosciamo ~

avete detto anarcoide~, ma sapete che lariforma della scuola media dell'obbligo èdel 1962, che nel 1965 sono usciti da questascuola per la prima volta i ragazzi che ave-vano compiuto il triennia, e che ora siamonel 1968 e le strutture del biennio sono lestesse, cioè quelle vecchie che risalgono al1945 quando non risalgono al 1923, cioè al-l'epoca di Gentile? I ragazzi sono impazien-ti, rompono i banchi, i vetri. D'altro cantocosa volete, con quali argomenti li possiamoconvincere che devono stare buoni, che de-vono andare con calma, che bisogna rispet-tare le regole fondamentali della convivenzademooratica?

C'è un punto del suo programma che citrova consenzienti ed è quello relativo allaabolizione dell'istituto magistrale e alla suatrasformazione. Io mi sono domandato pe-rò come farà lei a vealizzare questo puntoquando si sa che la maggioranza degli isti-tuti magistrali in Italia oggi è tenuta daorganizzazioni clericali con le quali il suoMinistero della pubblica ist'ruzione si scon-trerà molto duramente, con una vicendache rischia di somigliare molto a quella che

ha visto Mariotti scont'rarsi contro i pro-prietari delle cliniche private o clericali neltentativo di riforma delle st'rutture sanita-rie del Paese. Ce la farete, siete in gradodi farcela da soli? Io credo che nemmenolei, onorevole Rumor, si faccia illusioni suquesto punto e la proclamata autosufficien-za della sua maggioranza, se non è un modop2r non fare ~ ipotesi che io considero più

probabile ~ salterà non appena verranno alnodo le questioni che ci sono.

Ultimo di questi argomenti specifici, epoi cercherò di trovare una conclusione, èquello del SIFAR. Onorevole Rumor, io misono riletto stanotte due o tre volte il testodel suo discorso che riguarda il SIFAR. Leisa che questo è un argomento che io hola presunzione di conoscere un po' da vi-cino e sul quale ho avuto modo di intratte-nere più volte il Parlamento. Lei ha dettoche si deve fare !'inchiesta «affinchè cessiogni polemica e ogni possibile dannosa spe-culazione in materia tanto delicata ». Macon chi se la prende? Se la prende con ilcollega senatore Jannuzzi, e mi spiace chenon ci sia, se la prende con il senatore Parrio con 1'onorevole Schiano che tutti sannomolto amico del Vice Presidente del Consi-glio onorevole De Martino? Si aggiunge poi:« ... e venga chiarito ogni ragionevole dub-bio sul retto funzionamento dei nostri isti-tuti anche al fine di salvaguardare il presti-gio delle Forze armate e delle forze dell'ordi-ne ». Ma chi ha messo in forse il prestigiodelle Forze armate? Forse coloro che han-no denunciato le malefatte di De Lorenzo,del SIFAR, le schedature, i fascicoli che an-cora sono in giro o gli uomini che hannofatto queste cose?

Signor Presidente del Consiglio, le inchie-ste parlamentari si fanno in primo luogoper accertare la verità e la parola verità nonricorre nelle sue dichiarazioni.

G I A N Q U I N T O. Ha già assoltotutti con le sue dichiarazioni.

A N D E R L I N I. E ancora, onorevoleRumor, sempre per ciò che riguarda il SI-FAR, .lei ha detto: «commissione d'inchie-sta che, per tale suo oggetto, suoi fini e mo-

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dalità di composizione e di funzionamentosia utile agli scopi dianzi indicati », cioè gliscopi che vi leggevo poco fa, non per accer~tare la verità ma perchè cessi ogni polemi~ca, «nel quadro della doverosa tutela del~la sicurezza dello Stato, e possa fornire alGoverno e al Parlamento appropriate indi~cazioni su quelle modifiche» eccetera. Lei sa,onorevole Rumor, che su questo ultimo pun-to io ho avuto uno scontro abbastanza du~ro con il suo predecessore, onorevole Moro,a proposito degli omissis. Se lei con questafrase vuole dire, come è molto probabileche voglia dire, che la rivelazione degli omis~sis del rapporto Manes è un attentato allasicurezza dello Stato lei dovrebbe avere con~tra l'intero Parlamento della Repubblica. Secon questa frase lei vuole coprire gli in~trallazzi, le compiacenze, le compromissioni,gli attentati alle istituzioni, i reati che sonostati effettivamente commessi, lei non ci po~trà trovare consenzienti e dovrebbe averecontro di sè la totalità del Parlamento ita-liano.

E badi che non sto sognando, non stofacendo ipotesi arbit<rarie se è vero che an~cara al posto di Capo di Stato maggiore ge-nerale abbiamo un uomo come il generaleVedovato il quale non si perita di fare i no~ti discorsi sulle « pecore nere » da persegui~re nell'ambito delle struttur:e militari; e«pecore nere» sono quei pochi, anzi nontanto pochi, ufficiali che hanno avuto il co~raggio di tenere la testa alta e di mettere ilprestigio e la salvaguardia delle istituzionial di sopra degli interessi di parte, di criccao di categoria o dei singoli uomini politicial cui servizio essi si erano posti. Forse che

'per sicurezza dello Stato lei intende chenon si debba sapere che fine hanno fatto ifascicoli? E badi che io non dico l'interno deifascicoli, non li voglio neanche vedere, nonmi interessano i pettegolezzi raccolti da uo~mini come De Lorenzo e i suoi accoliti, mami interessa sapere che fine hanno fatto i40-50 fascicoli che sono scomparsi, tra i qua~li c'era anche il suo, onorevole Rumor. E ionon so se qualcuno lo abbia già fatto o sipI1epari a farlo, ma può darsi comunque che

domani quel fascicolo serva cont'ro di lei.Vogliamo accertare dove stanno questi fa~

scicoli, che fine hanno fatto? Non è dicendono che si può pensare di difendere la sicu~rezza dello Stato.

A questo punto dovrei toccare i problemidi politica estera ma non lo faccio perchèsono molto vicino alla scadenza del miotempo. Le uniche cose che vorrei chiedereal compagno De Martino sono queste: dovesono finite la Grecia e il Portogallo che nonpiù di un mese fa egli ci diceva che nonavrebbero dovuto far parte di un'alleanzaatlantica rinnovata? Le abbiamo cancellatedalla carta del Mediterraneo? Come è statopossibile per i socialisti accettare questorinvio della firma del trattato di non proli~ferazione? L'onorevole Medici chiese unapausa di riflessione, incomprensibile pernoi ma comprensibile per un Governo elau~dicante di quel genere, mezzo Governo sì emezzo no. Voi però siete nella pienezza deivostri poteri, e perchè avete accettato di rin~viare la firma del trattato di non prolifera-zione? State ancora meditando? Avete bi~sogno ancora di riflettere su questo punto?Ecco perchè, alla luce di quello che un me~se fa si diceva ~ anche sulla stampa è venutaqualche indiscrezione ~ e cioè del ricono~

scimento della Cina, del riconoscimento diHanoi (niente di tutto questo è avvenuto),Riccardo Lombardi è rimasto vox clamansin deserto (e direi nemmeno clamans in Par-lamento perchè molto probabilmente saràuno dei silenzi importanti pure essi nel cor~so di questo dibattito); ecco perchè diventapoco credibile la vostra politica estera quan~do parlate di distensione e di pace, alleanzaatlantica. In realtà siete o rischiate di diven~tare rapidamente prigionieri della gabbiadel Patto e sarà Nenni a dover intervenire adifendere in Parlamento la politica controla quale egli ha tuonato per almeno oltreun decennio nella vita del nostro Paese.

E vengo al tentativo di trovare una con~elusione. Mi pare di aver dimostrato che lavostra ipotesi di un Governo che faccia daponte tra la realtà del potere ed il Paese siaquanto mai fragile, inesistente. Qualcunoha fatto anche un'altra ipotesi alla qualevi dirò che anch'io, per qualche giorno, hocreduto: che si sarebbe trattato di una riedi~zione del primo tentativo Moro, uno sposta~

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Senato della Repubblicc ~ 2961 ~ V Legislatura

soa SEDUTA (pomerzd.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

mento a sinistra dopo la pausa ~ come al~

lara ~ del Governo estivo, il primo Gover~no Leone. Campagna De Martino, mi dispia~ce dover dire che, a mio parere, questonon è nemmeno il primo Governo Moro;infatti voi siete molto più arretrati rispet~to a quelle posizioni. E la distanza tra il di~re e il fare, tra le spinte che ci sono nel Pae~se e le vostre posizioni, tra la carta dei vo~stri discorsi e i fatti, le cose che avvengo~no in Italia rischia di aumentare, è aumen~tata invece di diminuire.

Ciò che di più ci avvilisce è la mortifica~zione che da tutto questo viene per quellaparte della sinistra socialista che pure siera battuta per il disimpegno e che al con~gresso dell'EUR aveva dato la sensazioneche qualcosa di nuovo stesse maturando.Ci mortifica la posizione della sinistra de~mocristiana e le sue contraddizioni conquanto diceva lO~lS giorni fa e la coper~tura che è andata ad offrire oggi.

Badate, non siamo tra coloro che offronocoperture gratuite a nessuno, nemmeno aicompagni e agli amici che amiamo e chestimiamo. Tuttavia noi siamo convinti cheprima o poi non le singole persone ~ ognu~

no poi ha un suo destino individualema le forze reali che sono in gioco ed inmovimento faranno saltare la gabbia diquesto centro~sinistra. Infatti non è un ca~so che in Italia le cose siano andate così.V,ede, compagno De Martino, l'Italia non èla Svezia dove sono ipotizzabili una grossasocialdemocrazia, una gestione corretta delsistema capitalistico aggiornato, avanzatis-sima; l'Italia non è l'Inghilterra e nemme-no la Prancia: l'Italia è quella che è, Paeseper un terzo Mitteleuropa, per un terzo Me~diterraneo, o se volete Africa, e per un terzoa mezza strada. Questa è l'Italia, piena diquesti drammatici squilibri. E se si potevapensare che l'operazione di unificazione ~

due anni fa (e l'hanno pensata anche i de-mocristiani e l'hanno temuta per un certoperiodo) ~ voluta da Nenni avrebbe por~

tato ad una grossa socialdemocrazia e aduna piccola formazione socialista, i fattihanno smentito questa ipotesi e continue-ranno a smentirla. Non a caso la sinistra ita-liana è andata avanti il 19 maggio: perchè

la realtà italiana impone delle soluzioni dra~stiche, efficienti, rapide e ~ consentitemi ~

rivoluzionarie nel senso più profondamen~te democratico del termine. Voi non sietecapaci di queste soluzioni. Ecco perchè pri~ma o poi, e più prima che poi, le forze cheoggi l'onorevole Rumor presume di averingabbiato perchè ha trovato loro un postoal vertice della sua politica di centro~sini~stra, abbandoneranno quelle posizioni, ver.ranno insieme a noi, insieme a tutta la sini~stra italiana a combattere fino in fondo lebattaglie per il progresso civile, morale, po-litico, sociale del nostro popolo. (Vivi ap-plausi dall' estrema sinistra. Congratula~zioni).

P RES I D E N T E . È iscritto a par~lare il senatore Secchia. Ne ha facoltà.

S E C C H I A. Signor Presidente, onore-vole Presidente del Consiglio, onorevoli col~leghi, uno degli aspetti, se non l'aspetto chepiù ha colpito nelle dicMarazioni del Pre~sidente del Consiglio, è la completa, assolu~ta e certamente valuta mancanza di unaqualsiasi indicazione concreta di come il Go.verno Rumor intenda affrontare i problemiche sommuovono il Paes,e e che al di là del~le rivendicazioni economiche, sodali e cultu-rali pongono in primo piano i rapporti fralo Stato e i cittadini. Non sono mancate, èvero, anzi sono state ripetute delle generichefrasi, alle quali da venti anni il Parlamentoè abituato, sulla valorizzazione dei diritti deicittadini, sullo sviluppo della libertà e dellademocrazia, sul rispetto della dignità uma~na e dei lavoratori, ma non si è detto nulladi concreto, di preciso su che cosa si inten-de fare in proposito. Non è stata neppure

I accennata come indispensabile, urgente eimmediata la necessità di una profonda ri~forma della legge degli ordinamenti di pub-blica sicurezza; non una parola sullo statu-to dei diritti dei lavoratori. Si è accennato,è vero, al diritto di assemblea, ma non vor-rei che questo significasse, anche se non sot-

tovaluto l'importanza della possibilità pergli operai e per i lavoratori di riunirsi nelle

officine e nelle fabbriche, l'accantonamento

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2962 ~

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

del progetto di legge sullo statuto dei lavo-ratori, perchè i lavoratori in base alla nostraCostituzione vogliono non soltanto potersiriunire, ma vogliono avere maggiore poteredecisionale nelle officine e nelle fabbricheche oggi non possono più considerarsi deifeudi dei padroni. Non una sola parola suAvola e sul quotidiano, sistematico, brutale,violento intervento delle forze di polizia intutte le manifestazioni dei lavoratori e de-gli studenti.

Quando noi parliamo di questi interventi~ e questo è già stato accennato prima di

me dal collega Anderlini ~ non intendiamo

affatto svalutare 1'opera di queste forze, nètanto meno sminuire il loro prestigio. Lo ri-petiamo ancora una volta: noi ci riferiamoai responsabili politici, a chi ordina, a chicomanda, a chi predispone quegli interventiin quelle forme che tutti conosciamo. Percui tutte le parole sulle libertà, sulla digni-tà dei cittadini suonano vuote e false, risuo-nano soltanto come rituali giaculatorie diobbligo. Quando non si indicano le misureconcrete che si intendono adottare è la so-stanza che viene a mancare.

Ma il discorso dell' onorevole Presidentedel Consiglio è ancora più aggravato dalladichiarazione fatta che questo Governo « siassume ciò che è permanente dell'esperienza passata così ricca e feconda di elementipositivi ». Ma sino ad oggi la politica segui-ta nel regolare i rapporti tra i cittadini elo Stato è ricca e feconda di discriminazio-ni, di arbìtri, di intervento metodico, costan-te delle forze di polizia nelle controversiedel lavoro, nelle violazioni delle autonomiedei comuni, degli enti locali, nell'autorita-rismo, nell'accentramento antidemocratico.

L'onorevole Presidente del Consiglio ha ac-cennato a una nostra rigida e unilateraleconcezione dello Stato. Ma in base alla no-stra Costituzione ~ e questo non è lecito

ignorarlo ~ nei conflitti del lavoro il nostroStato fondato sul lavoro dovrebbe s,emprecollocarsi dalla parte dei lavoratori. E quan-do l'onorevole Rumor ha parlato dei compi-ti delicati e importanti delle forze di poli-zia ~ importanza e delicatezza di cui, lo ri-peto, noi non abbiamo mai dubitato ~ non

ha avuto una sola parola che precisasse qua-li devono essere questi compiti, che cosa leforze dell' ordine devono e possono fare eche cosa non possono ,e non devono fare. El'apprezzamento senza riserve di ciò che si-nora hanno batto non può che essere inter-pretato come un invito a continuare a farIa,mentre invece tutto ciò che sinora hannofatto deve essere fondamentalmente cambia-to se si vogliono stabilire i rapporti tra loStato e i cittadini sulla base che la Costi-tuzione detta e che il Paese oggi esige.

Ecco perchè in questo intervento vogliosoffermarmi quasi esclusivamente sui rap-porti tra i cittadini e lo Stato, non perchèsottovaluti le altr,e riforme fondamentaliche stanno davanti a noi, non perchè sot-tovaluti i problemi sui quali miei colle-ghi e compagni si sono soffermati prima dime, ma perchè non può esserci, a propositodei rapporti tra i cittadini e lo Stato, unprima e un dopo.

Noi non possiamo mettere a posto le co-scienze nostre ripetendo la vecchia canzo-ne che soltanto quando saranno realizzatele fondamentali riforme di struttura dellasocietà, i rapporti tra i cittadini e lo Statomuteranno. No, questi rapporti devono mu-tare oggi, se v,eramente vogliamo vivere indemocrazia; devono mutare oggi, se ci staa cuore l'avvenire del nostro Paese; devonomutare oggi se verament,e si vuole porre ma-no alle altre riforme perchè, se è vero chele riforme di struttura determinano il mu-tamento dei rapporti sociali e dei rapportitra i cittadini e lo Stato, è altresì vero chedei rapporti civili, democratici tra i cittadi-ni e lo Stato facilitano, aiutano, favorisconola realizzazione di altre riforme che posso-no invece essere impedite o ritardate dal-!'impiego della violenza dello Stato. Non di-rò neppure che queste ,riforme non costino,perchè in effetti tutte le riforme, e quelleeconomiche e quelle politiche, hanno un co-sto sociale; nessuna riforma, neppure la piùlimitata, può realizzarsi senza che essa pro-vochi o sanzioni uno spostamento di un de-

terminato equilibrio politico, senza che in-

tacchi il potere di determinati gruppi do.

minanti.

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Senato della Repubblica ~ 2963 ~. V Legislatura

17 DICEMBRE 196850' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

È questo il motivo per cui poco SI e ri-formato in questi anni anche sul terrenodei rapporti tra i cittadini .e lo Stato chenon esigono certo particolari stanziamenti,ma che esigono delle soelte politiche ben pre-cise. Oggi si urtano e sono destinate a scon-trarsi s.empre più duramente due tendenzeche si manifestano apertamente in Italia ein tutti i IPaesi capitalisticamente sviluppa-ti: una tendenza accentratrice, autoritaria,espressione della concentrazione monopoli-stica e del potere del grande capitale che siurta contro la politica di libertà, di demo-crazia, di autogoverno. D'altra parte, assi-stiamo ad un possente sviluppo della co-scienza democratica, alla esigenza semprepiù sentita di una effettiva partecipazionedei cittadini alla diJ:1ezione della via del Pae-se nelle officine, nelle scuole, nei comuni,negli enti locali, nelle associazioni econo-miche e sindacali e negli stessi partiti.

Le giovani generazioni si stanno ribellandoai vecchi miti e impongono al mondo una evo-luzione, un più rapido cambiamento, una ra-dicale trasformazione di vecchie strutture edi arcaici princìpi che hanno ormai fatto illoro tempo; tuttavia la violenza repressiva ela violenza aggressiva delle forz.e dello Sta-to sono ancora le caratteristiche prevalentianche in Italia, sono l'espressione del nuovoautoritarismo nell'epoca del dominio dei mo-nopoli e delle grandi conoentrazioni indu-striali e finanziarie, perchè la violenza ~ losappiamo tutti ~ non si esprime soltanto conle micidiali raffiche di mitra, come ad Avola.Le violenze della polizia, dei reparti speciali,dei caschi blu, dei paracadutisti non sono chel'aspetto più esasperante e più evidente edesplosivo degli arbìtri quotidiani che nelleforme più diverse i lavoratori subiscono nel-le fabbriche, i contadini e i braccianti nelle 'campagne, i giovani studenti nelle scuole, cheogni italiano subisce col dominio delle granditecniche commerciali e con i mezzi di infor-mazione della radio, della televisione, dellapubblicità, della grande stampa cosiddettaindipendente.

Bisogna riformare le leggi di pubblica si-CUIiezza,il codice di procedura penale, defini-to dal suo autore il più fascista dei codici,

democratizzare l'esercito ed i regolamentidelle Forze armate, adeguar li alla lettera e al-lo spirito della nostra Costituzione.

Occorre decidere, una volta per tutte, che leforze di polizia devono essere estranee, nonpossono, non devono in alcun modo inter-venire nelle controversie del lavoro e nondevono intervenire aJ:1mate nel corso di ma-nifestazioni sindacali e politiche che sono le-gittime, che sono previst,e dalla Costituzione.I cittadini hanno il diritto di manifestare.Quindici giorni or sono tutto il Paes.e si èmosso e si è commosso, da ogni parte si èalzato lo sdegno per un grave eccidio, unodei tanti, così frequenti nel nostro Paeseche ha conquistato la sua indipendenza aprezzo di tanto sangue versato dalle classilavoratrici, dagli operai, dai contadini dal-l'unità d'Italia in poi.

Non sottovalutiamo il fatto che a differen-za di altri tempi lo sdegno e la vivace deplo-razione sono stati questa volta unanimi, men-tre ancora dieci o quindici anni or sonoquesti delitti o queste fucilazioni sul postosenza processo potevano avvenir,e e ripeter-si con terribile e tragica frequenza senza su-scitare l'indignazione generale. Suscitavanol'indignazione dei lavoratori e delle co-scienze più avanzate. Che oggi vi sia la con-danna generale è indice dell'avvenuta matu-razione della coscienza civile e democraticadei cittadini, anche di quelli abituati un tem-po per principio a schierarsi sempre dallaparte del potere costituito, dalla parte dichi teneva nelle mani il fucile e dalla partedi chi ordinava di sparare. Non sottovalutia-mo la commozione generale che si è manife-stata apertamente 15 giorni or sono, ma nonvorrei che quella commozione fosse soltan-to un fatto passeggero, emotivo e si risol-vesse in una specie di sfogo all'italiana. Èora di finirla con le lacrime e con le com-mozioni generali a scadenza fissa, con le piùvive deplorazioni specie quando si tratta di,rabberciare in qualche modo un Governoqualsiasi, attirando dentro, insieme ai volon-tari, dei recalcitranti e dei renitenti sia pureinclini alla resa, salvo poi a lasciare che lecose seguano il loro corso come prima, senon peggio di prima.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2964 ~

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMELEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

È oggi, nel mO'menta in cui questo v,ecchiaGaverna si pr1esenta, che devanO' essere presedelle misure canorete, pratiche, immediate,atte ad impediI'e che quello ed altri anala-ghi delitti passanO' ripetersi. Queste misurecancrete, pratiche, immediate, nai le dabbia-ma chiedere ed esigere aggi. Le devanO' chie-dere tutti i demacratici che siedanO' in que-st'Aula, anche calora che credanO' in questaGaverna. Ma misure cancrete, pratiche edimmediate le chiediamO' nai dell'appasizianedi sinistra, le chiedanO' e le reclamanO' i la-varatari, i giovani, gli aperai, i cantadini, idemacratici tutti, tutti calara che sincera-mente hannO' valuta ed hannO' vatato la na-stra Castituziane.

L'eccidiO' di Avala non è casuale, nan è unincidente, ma è un anellO' di una lunga cate-na; fa parte di un sistema. È vera, da qual-che annO' nan c'eranO' dei mO'l'ti, ma nonc'era e nan c'è la praibiziane di usare la via-lenza, anzi, vi è tutta una scuala per l'eser-ciziO' della vialenza, vi sano dei carpi parti-calarmente addestrati e trappa lunga sareb-be la elencaziane delle via lenze degli ulti-mi due anni. Se agni valta che si usa vialen-za nan ci scappanO' i mO'l'ti, questa nan è me-rita di chi ha ardinata le cariche. Troppa lun-ga sarebbe l'e!encaziane degli ultimi due an-ni. la mi limiterò, abusandO' farse per qual-che minuta della vastra pazienza, ad elen-care le vialenze degli ultimi due mesi. Il 15di settembre decedeva all'ospedale di Nuorail giovane murataDe di 23 anni Vittaria Giua,colpita a mO'l'te da un calpa di maschettadella Palizia, mentre alla testa dell'interapapalaziane rivendicava il passessa di pa-scali cantestati pressa Siniscala. E qui, sul-la Sardegna, per gli anni 1967-1968 ci sareb-be da fare v,eramente un lunga discarsa: damesi e mesi intere zane sana sattapaste auna situaziane di illegalisma, di stata d'asse.dia, di caprifuaca che nessun banditismapuò giustificare, là dave il pauperisma au-menta, l'emigraziane ha assunta aspettI dimassa e la tanta decantata rinascita eca-namica è rimasta una pura illusiane.

Sedici settembre: vialenze e cariche can-tra i braccianti di Caserta, in sciapera per il

rinnava del cantratta di lavara; due feritigravi, quattrO' arresti.

Diciatta settembre: mabilitaziane di re.parti in assettO' di guerra per impedire nel-l'Astigiana la manifestaziane dei cantadinidanneggiati dalla grandine.

Ventuna settembre: cariche della Paliziaa Padava cantra i lavaratari della «Bar-letti ».

Ventitrè settembre: interventO' della Pah-zia cantra i giavani manifestanti davanti adun cinematagrafa a Pisa, dave si praiettavaun film esaltante la guerra di sterminiO' nelVietnam.

Ventiquattro settembre: interventO' a Pisacantra gli aperai della Marzatta e della « SanGabin »; feriti, cantusi, 18 denunciati.

Ventisei settembre: carica cantra gli ape.l'ai della Sip-siemens a L'Aquila; carica can-tra i giavani aperai di una fabbrica del-l'Aspis in pravincia di Ancana.

Prima attabre: attacca a Marcianise; lacelere è entrata nella fabbrka accupata, pra-vacanda incidenti e feriti.

Tre attabre: carica vialenta in una mani-festaziane di studenti a Balagna; numerasiferiti.

Dadici attabre: carica cantra gli studen-ti manifestanti a Genava, can squilli di trom-ba preannuncianti il peggiO'.

Quattardici attabre: Carabinieri e Paliziacanha gli aperai della « Lancia », accupataa Tarina.

Sedici attabre: a Casenza manifestazianein strada cantra l'Ente di sviluppa; inter-venti della Palizia; aperai arrestati; 20 de-nunciati.

Ventitrè attabre: carica cantra gli studen-ti a Maddalani.

Ventisei attabre: carica cantro gli studen-ti a PalermO', Messina ed Agrigenta; nume-rasi arresti.

Ventisette attabre: vasta aziane natturnadi rastrellamentO' a Enna, nan cantra dei pe-ricalasi banditi, ma per arrestare 98 pastarie piccali allevata l'i che avevanO' chiesta dipater usufruire pravvisariamente, sinchè du-rava la carestia, di riochi pascoli vincalati.

Ventatta attabre: cariche cantro gli stu-denti a Brindisi.

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Senato della Repubblica ~ 2965 ~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

Ventinove ottobre: cariche contro gli stu-denti ad Agrigento.

Trenta ottobre: cariche contro gli operaidella fabbrica Fulvia Ottavi di Latina; 4arresti.

Primo novembre: ripetute violente cari-che a Palermo; 10 studenti feriti. A Napolicariche contro gli studenti manifestanti; unogravemente ferito, alcuni arrestati.

Due novembre: a Catania, a Bronte, aRandazzo, altri 8 pastori arrestati; nei pres-si di Bronte un gruppo di questi pastori fu-rono arrestati, furono rinchiusi, incatenatiper un'intera notte in una stalla, prima diessere tradotti nelle carceri.

Otto novembre: cariche contro gli studen-ti manifestanti a Bologna.

Nove novembre: intervento contro gli stu-denti a Potenza. 35 operai e studenti denun-ciati a Fabbrico, in quel di Reggia Emilia.

Undici novembre: cariche a Bologna; unascuola occupata; 4 studenti feriti.

Tredici novembre: 44 mandati di compa-rizione contro gli studenti di Rimini.

Quattordici novembre: cariche contro glistudenti a Nuora.

Quindici novembre: cariche contro glistudenti a Reggio Emilia.

Sedici novembre: cariche contro lavorato-ri e studenti a Firenze; 47 studenti feriti.

Diciotto novembre: cariche della poliziaa Forlì.

Diciannove novembre: cariche violentecontro gli studenti a Torino; feriti e contusi;alcuni arresti; 23 denunoe.

Ventuno novembre: altri pastori in provin-cia di Catania arrestati.

Ventidue nov,embre: 105 operai denunciatia Siena perchè occupavano la fabbrica Fra-mosa.

Venticinque novembre: cariche contro stu-denti manif'estanti a Pescara.

Ventisei novembre: a Terni reparti di po-lizia e carabinieri invadono una scuola oc-cupata; cariche contro gli studenti; a Ur-bina cinque studenti feriti; a Chieti carichecontro gli studenti; a Ravenna cariche con-tro gli studenti con una decina di feriti; ven-tisei novembre, ripetute violente cariche aPalermo contro gli operai dell'azienda me-

,

talmeccanica dell'ESP!. Ventisei novembre:la polizia caccia violentemente 100 ragazzedalla fabbrica {{Aeternum» di Roma.

Due dicembre: abbiamo Avola.Tre dicembre: cariche a Milano contro

i lavoratori che manifestano la loro solida-rietà.

Sette dicembre: cariche violente controgli studenti a Genova.

Dieci dioembre: nuove cariche a Genovacontro operai e giovani studenti che mani-festano uniti per il diritto di assemblea nellefabbriche e nelle scuole; numerosi feriti, f'er-mati e denunciati.

Undici dicembre: sciopero ad Iglesias, ca-riche, tre giovani arrestati.

Quattordici dioembre: cariche della po-lizia a Sanremo contro giovani manifestantidavanti al cinema Ariston.

Praticamente è il diritto di manifestazio-ne che in Italia non esiste. Gli incidenti e iconflitti insorgono ogni volta che, con spie-gamento intimidatorio di forze armate, sivuole impedire ai lavoratori o agli studentidi manifestare nelle strade. Quando tali spie-gamenti non avvengono non accadono maiincidenti di rilievo. Ebbene, in qual modo ilavoratori e i giovani possono esprimere laloro volontà e il loro pensiero, possono atti-rare l'attenzione dell'opinione pubblica sulleloro rinvendicazioni economiche, sindacali o

I politiche, in qual modo possono esprimerela loro volontà di pace, la loro volontà diavere una scuola libera e moderna se nonmanifestando?

Dall'ottobre del 1966 al giugno del 1968quasi diecimila operai e studenti sono staticondannati o al momento dell'amnistia era-no in attesa di giudizio: per agitazioni sin-dacali 125 condannati e 5.169 in attesa di giu-dizio; per agitazioni politiche 84 condanna-ti e 847 in attesa di giudizio; per agitazionistudentesche 9 condannati e 3.170 in attesadi giudizio. Queste sono le cose che devo-no essere mutate. Si tratta di un sistema.Non si risolvono i problemi sociali con lerepressioni, con la polizia, con i tribunali;si devono mutare radicalmente i rapportifra lo Stato e i cittadini i quali, malgrado j

progressi ,e le conquiste fatte dalla Libera-

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Senato della Repubblica ~ 2966 ~ V Legislatura

soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

zione in poi, sono rimasti sostanzialmentequelli di un tempo.

« Bisogna finirla ~ non sono parole mie~ con l'avere due Stati, uno legale e unoreale, uno scritto sulla carta e uno contrad~dittorio e diverso vivente nelle istituzioni.Bisogna finirla con il divorzio tra il forma~lismo giuridico e la realtà operante delleforze sociali. Lo Stato liberticida ha datoper primo l'esempio dell'inosservanza siste~matica dei suoi impegni costituzionali ».Queste parole sono state pronunciate dal~l'onorevole Guido Gonella 22 anni or sono,il 27 aprile 1946, al primo Congresso nazio~le della Democrazia cristiana, quando i pro~positi di rinnovamento dell'Italia sotto laspinta delle forze vittoriose della Liberaz1o~ne erano, si può dire, generali o prevalentiin tutti i partiti di massa. E propositi altret~tanto avanzati furono allora espressi dal~l'onorevole Rumor e da altri colleghi delsuo Governo.

Purtroppo oggi siamo ancora qui a batter~ci per oUenere, con quelle economiche, an~che le riforme delle leggi di pubblica sicu~rezza che da venti anni avrebbero dovuto es~sere del tutto cambiate. Vi è in questo, com~pagni e amici della sinistra, una responsa~bilità anche nostra e a questa responsabIlitànon potremmo oltre sottrarci, anche se daventi anni noi lottiamo alla opposizionecontro i Governi della Democrazia cristiana,contro i Governi nei quali la Democraziacristiana ha avuto sempre il peso dominantee determinante. Non potremmo sottrarci setollerassimo che ancora una volta restino adormire negli archivi delle Commissioni iprogetti di riforma delle leggi di pubblicasicurezza e dei codici fascisti, dei regolamen~ti militari e degli ordinamenti di quegli isti~tuti che servono al potere dominante comestrumenti di repressione delle forze dellavo~ro e delle forze della cultura. È vero, non clsiamo limitati a denunciare le responsabilitàpolitiche dei Governi diretti dalla Democra~zia cristiana e l,e responsabilità dei suoi al~leati di ieri e di oggi, ma abbiamo fatto se~guire delle proposte concrete, dei progetti

legislativi; e, a prova dell'azIOne da noi svol~ta, quanti progetti di riforma delle leggI di

17 DICEMBRE 1968

pubblica sicurezza, per il disarmo delle for~ze di polizia (peraltro presentati anche dacompagni socialisti), quanti progetti, quantidiscorsi a proposito dell'ordinamento delleforze di polizia, delle forze armate e delle lo~ro necessaria, indispensabile democratizza-zione, e quanto larga è stata la nostra azio~ne per convincere, per persuadere di questanecessità gruppi e correnti di orientamentiprogressivi esistenti in ogni partito demo~cratico!

È tuttavia un fatto che questa nostra azio-ne non ha fino ad oggi raggiunto lo scopo,forse perchè non è stata continua, tenace,permanente al fine di mobilitare tutti i la-voratori, tutta la gioventù, tutti i democra-tici per portare a soluzione questi problemi,per dare pratica attuazione ad un precisoimperativo dettato dalla Costituzione demo~cratica.

Ci siamo ostinatamente battuti per adegua~re le leggi alla Costituzione e quel tanto cheè stato realizzato lo è stato per le forti lottesostenut'e dai lavoratori, che si sono semprescontrati, però, con la resistenza aperta deiGoverni a maggioranza democristiana. È su~perfluo fare la storia di tutti quei disegm di'legge regolarmente affossati in ogni legIsla-tura. Fatto sta che noi ci troviamo semprenella situazione paradossale di una Italiadove vige una Costituzione tra le più avanza~te in materia di diritti e di libertà e in paritempo è vigente e vi,ene spesso applicata unadelle leggi di polizia tra le più offensive deidiritti di libertà, quella legge di polizia chefu il pilastro, uno degli strumenti essenzia-li della dittatura fascista.

Da parte nostra non abbiamo lasciato tra~scorrere neppure un mese dall'inizio del la-vori di questa quinta legislatura e abbIamosubito ripresentato il disegno della nuovalegge di pubblica sicurezza. Chiediamo chesia discusso immediatamente e abbiamo ildovere di mobilitare il Paese perchè vengadiscusso, approvato al più presto afhnchèsi finisca con l'avere due Stati, uno legale eduno reale, uno scritto sUllla Carta costituzio.naIe e uno effettivo basato su istituti e Olga~nismi che costituiscono un vero e proprioStato nello Stato.

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V LegislaturaSenato della Repubblico ~ 2967 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Mi riferisco anche al SIFAR. L'onorevolePresidente del Consiglio ha accennato al1ainchiesta parlamentare, ma ne ha accennatocon tali limitazioni, con tali confini che, co~me è già stato rilevato, dà l'impressione cheSI voglia di fatto impedire una effettiva in~chiesta. Il problema è importante non s01~tanto per ciò che è accaduto e poteva acca-dere nel 1964, ma per ciò che potrebbe sem~pre accadere o essere tentato in avvenire.Non nascondiamoci dietro un dito. Sappia-mo tutti quali sono i legami del SIFAR odel SID con i servizi della NATO da cui pra-ticamente dipende. Questo è l'aspetto cht; anoi forse più interessa. Non credo che ciinteressi molto sapere, come è stato detto,chi di noi era schedato e non schedato. .Koncredo che, dopo tutte le discussioni e le ri-vendicazioni dei mesi scorsi, vi sia ancoranecessità di dare una dimostrazione del le-gami di questi servizi con lo straniero.

Le interferenze tra i servizi NATO e quel-li dello Stato Maggiore italiano sono infinite,anche per l'accentrarsi nelle stesse personedi funzioni diverse e la subordinazione aicomandi americani è tale che a quegli uffi.ciali, in via privata, avevano chiesto spiega-zioni circa le disposizioni ricevute, circa ]

preparativi del luglio 1964 e fu loro rispostoche quei preparativi rientravano nella messaa punto del piano di sicurezza interna sta-bilito nel quadro degli accordi NATO di in-tesa con le Forze armate americane di stan-za in Italia e nel quadro di un'intensa ope-razione di carattere nazionale.

Non occorre conoscere alcunchè di riser-vato o di segreto per affermare che gli ac-cordi NATO ~ e mi riferisco agli accordi pa~lesi, non a quelli segreti, che pure esistono

~ includono le funzioni di polizia e i ser~

vizi informativi tra i Paesi aderenti allaNATO. Non c'è che da leggere il rapportotenuto dal generale Liuzzi, ,ex Capo di Statomaggiore dell'esercito, nel convegno interna~zionale di studi sulla NATO tenuto a Pavianel 1967; c;,tw quindi testi che ognuno può

procurarsi in biblioteca, non sono dei segre-

ti. Questo generale nel suo rapporto diceva:({ Sta di fatto che per la prima volta nellastoria è stata creata un'alleanza militare tra

Nazioni rette a regime democratico, la qua-le, pur avendo carattere difensivo, è in gradodi intervenire tempestivamente e con pienaefficacia ... », eccetera. ({

L'efficacia ~ è sem~pre il generale Liuzzi che parla ~ deriva es-

senzialmente dall'integrazione dei comandi edelle forze ». Sempre nello stesso rapporto ilgenerale Liuzzi afferma che la NATO non pre~vede di dover fronteggiare soltanto !'ipote-si di un conflitto totale contro l'eventualitàdi minacce minori. E qui non si parla nep~pure più di aggressione ma di minacce. Èstata da qualche anno creata una forza mo-bile de frappe che è area-terrestre ed è co-stituita da unità di diverse Nazioni. Essa èaviotrasportabile e può intervenire con im-mediatezza in qualsiasi regione. L'Italia, haconcluso, vi partecipa con diversi reparti.Quanto poi a quelli che possono essere l ti-pi di impegno e d'intervento nessuno puòaver dimenticato quanto dichiarò appenadue anni or sono il capo della CIA AlanDulles: ({ Noi non possiamo ragionevolmen~te limitare la nostra reazione contro la stra-tegia comunista ai casi in cui siamo invItatidal Governo al potere. Dobbiamo essernoi (cioè praticamente lo Stato MagglOreamericano) a decidere quando, come e doveagire ». Dopo di che è svanito qualsiasi dub-

bio sulla presenza americana nella trama eneJl'organizzazione di colpi di Stato comequello di Grecia e sulla gravità della funzio-

ne di certi servizi in Italia e soprattutto

sulla gravità degli impegni assunti dal no-

stro Paese e rinnovati in modo così drastico,come da tempo non avveniva, nelle dichiara-zioni di ieri sera del Presidente del Consiglio.Cito le sue parole: ({ Il Governo conferma lavalidità della nostra partecipazione al~'Al-

leanza atlantica e l'assolvimento leale degliimpegni concordati che ne derivano ». Os~

servo di sfuggita che i limiti e la portata di

quelli impegni non sono mai stati portatia conoscenza, naturalmente, del Parlamentoitaliano. Poco o nulla ha detto 1'onorevole

Presidente del Consiglio sul programma del-

l'attuale Governo in politica estera. E que]poco, come è già stato osservato dai miei

compagni Chiaramonte e Valori, è di estre~

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Senato della RepubblicCt ~ 2968 ~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

ma gravità, perchè sono scomparsi comple-tamente quegli accenni, sia pure timidl, adelle iniziative tendenti ad imbastire, siapure nel quadro dell'Alleanza atlantica, unapolitica estera italiana nazionale, tesa a sal~vaguardare la pace ed a mantenere il nostroPaese al di fuori delle avventure belliche, aldi fuori di impegni che potrebbero essepegravidi di disastrose conseguenze per l'Ita~

lia. È scomparso infatti qualsiasi accennoalla revisione del Patto atlantico e degli im~pegni NATO, qualsiasi traccia dei dibattitiche negli scorsi mesi si erano sviluppati an~che in Italia, e da più parti, sulla necessitàquanto meno di una revisione. Di quei pro~positi non c'è più alcuna traccia, neppurenelle parole, neppure in quelle frasi fumoseche così frequentemente sapete trovare.

Presidenza del Vice Presidente SPATARO

(Segue S E C C H I A ). Tutto è rimastodimenticato sulle tavole rotonde, o megliodeve essere finito sotto a quei tavoli. Incambio l'onorevole Presidente del Consigliosi è soffermato insistentemente sull'impegnoper l'unità europea. Sappiamo tutti di qualeEuropa si parla: si tratta di uno spicchIO diEuropa; l'unità europea che si vuole costrui~re non è altro che l'unità di alcuni Paesi; èun blocco che spezza in due il Continente,dal che si rivela non come una forza unitaria,indipendente, atta a sviluppare una conse~guente politica di pace, ma di fatto comeuno strumento della NATO.

Più che sorprendenti, addirittura sbalor~ditivi ~ lo ha già rilevato il mio compagnosenatore Chiaromonte ~ sono stati gli ac~cenni al quadro internazionale, turbato inparticolare nell'area europea per la presen~za ~ è stato detto ~ della flotta sovieticanell'area mediterranea, per i continui attidi guerra nel Medio Oriente e così via. Manon è forse dal 1945 che la sesta flotta ame~ricana si è insediata nel Mediterraneo e nonse n'è più andata? Che cosa ci sta a fare?Si tratta forse di un mare americano? Sindai più lontani tempi nel Mediterraneo cisono greci, spagnoli, italiani, turchi, arabi,ma gli americani non ci sono mai stati. Dav'enticinque anni si sono insediati e spadro~neggiano, il che urta contro gli interessi ditutti i popoli abitanti le rive del Mediterra~neo ed in particolare contro gli interessi delnostro Paese che, oltrettutto, ha posto a di~sposizione di quella flotta e dei suoi coman~di Napoli e non soltanto questa città.

Dalla descrizione che ieri ci ha fatto l'ono-revole Rumor sembrerebbe che i pericoliper l'Europa, per il mondo siano nati, comeè già stato rilevato, dopo gli avvenimentì ce~coslovacchi. Si è forse dimenticato l'onor'e~vale Rumor che il Patto atlantico è sortocinque anni prima del Patto di Varsavia? Siè dimenticato dell'avvenuto riarmo dellaGermania Occidentale, i cui generali hannoservito Hitler e fanno parte dei comandiNATO? Non c'è nessun avvenimento, perquanto deprecabilee deprecato, che pos-sa far dimenticare la responsabilità dellacreazione dei blocchi contrapposti, respon~sabilità che ricade esclusivamente sugli Sta-ti Uniti d'America e sull'imperialismo. Rlma-ne viva, ha detto l'onorevole Presidente de]Consiglio, l'aspirazione al superamento deiblocchi, ma in qual modo si concretizza taleaspirazione al superamento dei blocchi,quando il nostro Paese è parte essenziale diuno di questi blocchi, del più possente bloc-co militare? Infatti gli stessi sostenitori de]Patto atlantico affermano che si tratta de]trattato di alleanza militare più forte chesia mai stato sottoscritto dopo la secondaguerra mondiale; esso è la più gigantescaorganizzazione bellica che sia mai esistita.

C'è forse bisogno di ricordare che il Pat-to atlantico e i blocchi militari del Sud~estasiatico portano la pesante responsabilitàdell'aggressione, delle guerre, dei colpi diStato reazionari, dalla Corea al Vietnam, al-l'America latina, all'Indonesia? E qui in Eu-ropa non è forse grazie a questo blocco, nonè forse grazie all'imperialismo americano e

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2969 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

al suoi alleati che si reggono regimi fascistie reazionari come quelli della Grecia, de]Portogallo, della Spagna? Non una settima-na durerebbero questi regimi s'enza l'aiutoeconomico e militare degli Stati Ul1lti e deiloro alleati. Non è ancora conclusa la pacenel Vietnam, dove l'imperialismo america-no ha condotto per anni una guerra di ster-minio, e già si finge di ignorare chi è statol'aggressore, chi sono stati gli autori di queibombardamenti sterminatori che anzichè an-nientare un popolo gli hanno dato forza,vigore, eroismo, gli hanno dato la solidarietàdei Paesi socialisti e di tutti i popoli civili.

E che cosa aspetta anche oggi l'Italia ariconoscere la Repubblica democratica de]Vietnam del Nord? Ma non voglio continua-te, anche se l'amico Chiaramonte mi avevainvitato a sviluppare argomenti di politicaestera, perchè non voglio abusare del vostrotempo. Se veramente l'attuale Governo aspi-rasse al superamento dei blocchi ben altrasarebbe la strada da percorrere. Intanto oc~correrebbe che le Forze armate italiane ri-tornassero ad essere indipendenti e ad esse-re esclusivamente al servizio del nostro Pae-se. Soltanto così esse potrebbero conservareil loro carattere nazionale e aspirare allapiena, completa fiducia del popolo. Quandogli Stati maggiori nazionali e i servizi adessi affidati sono integrati in Stati maggiorie in servizi stranieri è inevitabile che essitendano a perdere di vista gli interessi na-zionali i quali non risiedono nel potenzialemilitare dei comandi NATO, nel SIFAR, nelSID, ma nello sviluppo della democrazia,

del'la libertà, del benessere del Paese e nellapolitica di pace. Le spese militari aumenta-

no, ma non una sola parola ha avuto il Pre-sidente del Consiglio ~ ed anche questo è

già stato rilevato ~ per le conseguenze del-

le terribili alluvioni che hanno devastato vaste zone del Piemonte, e del Biellese in par-ticolare, distruggendo parte di una secolare

mdustria vanto e forza del nostro Paese.Popolazioni disperate e cittadini di ogni ce-to sociale attendevano un'assicurazione e de-gli interventi adeguati. Invece silenzio. Eanche qui vengono alla luce gli aspetti au-toritari e accentratori del Governo. Le pro-

vincie e i comuni sono stati esclusi comple-tamente dal giudizio sulla valutazione deidanni, sono stati esclusi dall'erogazione del-le provvidenze e daH'impostazione di un pia-no concreto di difesa del suolo.

Per quanto riguarda, onorevole Presiden-te, la ripresentazione da parte del Governodei decreti sulle alluvioni, tenuto conto del.le particolari contingenze, della situazionedi forza maggiore determinata dalla crisidi Governo, noi ci siamo dichiarati d'accor-do sull'espediente della loro ripresentazione.Ma sia ben chiaro che questo non deve as-solutamente costituire un precedente. Si trat-ta per noi veramente di quelle eccezioni chedevono confermare la norma.

Perchè ~ e ho finito, onorevoli colleghl ~

ho insistito così a lungo, sviluppando prati-camente un solo tema, sulla necessità delleriforme delle leggi di pubblica sicurezza, deiregolamenti e degli ordinamenti delle Forzearmate? Perchè riteniamo impossibile tes-sere dei rapporti di reciproca, di piena fi-ducia tra lavoratori e Forze armate senza cheil loro ordinamento e la loro disciplina sIa-no ispirati ai princìpi basilari della nostraCostituzione. Non che abbiamo poi eccessivafiducia nella carta scritta e nei regolamenti.Da tempo e non da oggi sappiamo che nonsoltanto le leggi di pubblica sicurezza, i re.golamenti e gli ordinamenti che disciplina-no e ispirano le Forze armate, ma le stessecostituzioni hanno valore e durata soltantoquando sono l'espressione dei reali rapportitra le forze vitali del Paese. Ma è proprio suquesti reali rapporti che voi vi sbagliate sefingete di non vedere o se sottovalutate leprofonde aspirazioni del popolo italiano. Inpochi Paesi esiste oggi nelle masse lavora-trici una profonda e matura coscienza nonsoltanto democratica, ma socialista comenel nostro. Che nelle classi dirigenti non siachiara questa visione lo possiamo compren-dere, ma sappiamo bene che anche tra divoi vi sono uomini che hanno occhi per vede-re e quanti nei vostri partiti hanno a cuorel'avvenire del Paese non possono ignorareche questi rapporti di forza non si possonovalutare contando soltanto gli scanni su cuisedete voi o su cui sediamo noi, e neppure

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Senato della Repubblica ~ 2970 ~ V Legislatura

50' SEDUTA (pomerid.) ASSEMELEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

contano i dieci milioni di voti che l'opposi~zione di sinistra rappresenta. L'opposizionedi sinistra rappresenta oggi assai di più, rap-presenta milioni di giovani che non hannodiritto di votare, ma che sanno di essere l'av~venire del Paese e vogliono contare, rappre~sentano anche migliaia e migliaia di uominie di donne che hanno votato ancora per voiper tradizione, per fede religiosa o politicaed anche perchè, ancora una volta, mossi dal~le suggestioni più diverse, vi hanno rinnovatola fiducia, hanno creduto nei vostri pro~grammi elettorali.

Un grande italiano, il De Sanctis, in unsuo discorso ebbe a dire: «La maggioranzalegale è essa che deve governare, ma perchèun Governo sia accettato dalla coscienzapubblica si richiede che la maggioranza le-gale sia insieme maggioranza reale nel Pae~se, altrimenti del sistema parlamentare c'èsoltanto l'apparenza ". Nessun Paese si ada~gia e si stabilizza sulle definizioni legali; visono oggi nel Paese, nelle officine, nei campi,nelle scuole, nelle università, nelle famigliepossenti forze nuove che premono, che si ,fanno avanti, che vogliono ed hanno il di~ritto di contare e nessuno si illuda di poler-le spingere indietro con la forza delle armi.b nessuno può illudersi di poterle oltre trat-tenere promettendo delle riforme di strut-tura, delle riforme sociali che non si realiz-zano mai. Noi questa illusione non l'abbia-mo mai avuta e non l'abbiamo. Ecco perchèsentiamo di esprimere qui le più profondeaspirazioni delle grandi masse del popoloitaliano nel dire di no e nel non dare treguaall'attuale Governo. E questo facciamo, que-sto faremo nell'interesse dell'Italia e del suoavvenire. (Vivi applausi dall'estrema sinistra.Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E . È iscritto a parla-re il senatore Marcora. Ne ha facoltà.

M A R C O R A . Onorevole Presidente,onorevole Presidente del Consiglio, onorevo~li Ministri, onorevoli colleghi, il dibattitodelle forze politiche del Paese e la stessadiscussione in quest'Aula richiedono un'ana~lisi della situazione politica italiana ed in-ternazionale che colga il valore del disinte-

resse della società civile verso la vicenda po-litica e ne tragga una indicazione in posilivoin funzione dell'equilibrio democratico delPaese.

C'è nei Partiti una tendenza al congela-mento delle posizioni politiche accompagna-ta ad una crescente incapacità di immagina-zione nella risoluzione dei vizi di fondo del-la società e delle questioni poste dal rapidoevolversi dei rapporti sociali e culturali deipopoli e tra i popoli. C'è nella società civileaccanto all'incomprensione per la vita pub-blica una diffusa prostrazione che impedIsceai gruppi più vivi di prendere coscienza pre-cisa di sè e del potenziale politico che essitengono dentro. Inserita in un quadro dirapporti internazionali e condizionata dallapolitica delle zone di influenza, questa real-tà si traduce in immobilismo politico capa-ce solo di creare e moltiplicare tensioni in-soddisfatte. Compito di un sistema politicodemocratico è quello di non la;ciare spazioa tensioni legittime e insoddisfatte, di impe-dire quei momenti di vuoto di potere all'in-terno nei quali abbiano margini di mano~vra e capacità di incidenza forze e tenden-ze reazionarie e di dare piuttosto una rispo-sta politica alla tensione, alla volontà, alleidee per quanto confuse e disarticolate chehanno preso forma nella società. Su un taleobiettivo politico, e non tanto sulla quanti-tà del programma o sulle misurazioni eco-nomistiche, si può e si deve verificare l'ade-sione alle dichiarazioni del Governo. Non èpuntando sul riformismo settoriale ma po-nendo una forte carica di volontà politicatale da ridare al sistema democratico la suafunzione di garanzia politica ai cittadini ealle forze sociali che è possibile ridurre lafrattura tra classe politica e società civile.Ed è secondo questa logica e attraverso que~sto metodo che la terza esperienza di un Go-verno di centro-sinistra potrà liberarsi dallacondizione di mera forma di collaborazionetra forze politiche ohre le quali non esistepossibilità alcuna di rigenerazione, di raf-forzamento della libertà.

La crisi di Governo ha ancora di più evi-denziato la stanchezza del Paese ed i limitidi una azione politica che si illude di risol-vere i problemi che travagliano la società.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2971 ~~

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

Qui dobbiamo stare attenti a non ripetere

un errore storico che molte classi politichehanno compiuto e pagato a caro prezzo,giacchè nel momento in cui il programmi~sma diventa la carta assorbente dell'inquie~tudine, i problemi non vengono risolti e, sene esistono le condizioni, si creano le pre~messe per la rivoluzione o, più realisticamen~te, per la reazione come riflesso contrario.In ogni caso il sistema democratico parla-mentare viene liquidato.

Ecco perchè mettere intorno ad un tavologli esperti per preparare in pochi giorm leriforme non sollecita la società a capire ilmondo politico quando quest'ultimo non è incondizione di indicare vere soluziom e vererisposte agli interrogativi che vengono daogni parte.

Crediamo profondamente nella possibili-tà che la società e le forze che in essa agi~scono occupino uno spazio politico nuovo,dato loro da anni di progressivi processi dimodifiche culturali che hanno inciso sulletradizionali strutture del nostro Paese.

Ma, a parte gli aspetti negativi di questavia che vanno discussi in un diverso conte~sto che approfondisca i motivi del ruoloche oggi i partiti e le forze politiche gioca~no nei confronti del Governo e del Parlamen~to, questa crisi può e deve arricchirsi di unsignificato innovato re se il Govlerno che neè uscito non costituirà il preludio di mo~menti più gravi, ma sarà invece in grado direggere lo sforzo pesante e difficile, di darealla società uno spazio nuovo e quindi unsignificato diverso alla lotta politica.

Questo Governo non può fare la terza fal~sa partenza programmatica del centro-sini~stra, perchè in tal caso questa politica cor~rerebbe il rischio di essere squalificata e de-hnitivamente battuta nel Paese.

Questo Governo deve essene quello che,aggiustato il tiro dopo il colpo lungo e ilcolpo corto, abbiamo sempre chiesto chefosse: e cioè non una semplice formula nu~merica ma una politica, un'indicazione stra-tegica in grado di incanalare le esigenze dirinnovamento e di democrazia del Paese, ap-poggiandosi alle grandi forze storiche e po-polari. E questo uscendo dalle élites senza

cadere nel velleitarismo radicale di sinistrache spesso nel nostro Paese è stato anarchi-co ed inconcludente, anche se ricco di fer-menti intellettuali e rivoluzionari, e inca~pace di produrre non soltanto una rivolu-zione ma neppUlìe una evoluzione. Per le bat-taglie che la Democrazia cristiana ha fattosiamo da sempre convinti che il centro-sini~stra per segnare un salto di qualità deve ave-re il pieno sostegno delle forze popolari. Sequesto sostegno mancasse ai partiti di cen-tro-sinistra, il programma del Governo, giàviziato da un certo sviluppo della crisi, di-venterebbe programmismo, sommario di co~se e di problemi. Come è già stato detto inaltra sede, non si possono sacrificare gli idea-li alla responsabilità ed agli incontri di po-tere; dobbiamo sostituirvi il dialogo e gHincontri sulle idee, superando la penosa fa~se del rimbalzo dell'accusa di mirare soltan-to all'incr,emento del potere. Se non riuscia-mo a rinnovare certe coordinate mentali nel~le quali siamo soliti incasellare i problemi,non potremo capire il significato positivodella contestazione sociale e faremo un di~scorso di potere che interesserà tutt'al piùsoltanto noi.

Negli anni scorsi molti problemi non sonostati affrontati, ma ciò è dovuto non allaforza ineluttabile delle cose o soltanto allaresponsabilità degli uomini, ma alla inca~pacità di collocare nel suo giusto significatoun nuovo e più giusto ruolo del potere. Perquesto bisogna qualificarsi su uno spartitonuovo dove i singoli punti del programmaabbiano un tono diverso. Questo tono sonole libertà intese nel senso in cui le hannocapite e sofferte gli uomini della Resistenza,i Costituenti, le forze popolari; le libertà co-me espressione di lotte civili e sociali, dallelibertà faticosamente riconquistate a quelleinvocate dai caduti nelle lotte del lavoro, ul~timi quelli di Avola.

È in grado questo Governo di centro-si-nistra, con le caratteristiche indicate, di da~re libertà e autonomia alla società, di fareun discorso innovatore che crei diversi rap-porti fra le forze politiche, la società e leistituzioni? Sentite le dichiarazioni program-matiche del presidente onorevole Rumor,

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possiamo trarre una conclusione generalepositiva.

Occorre allora analizzare il discorso pro-grammatico, che a nostro giudizio si artico-la su quattro problemi fondamentali: lascuola, la politica economica, la politica isti-tuzionale, la politica estera. Gli studenti e ilmaggio di questo anno hanno dimostratoche nei momenti di crisi della società lascuola diventa l'ambito in cui maggiore èla tensione.

Da sempre è stata la classe dirigente chesi è creata il tipo di scuola necessario alsuo perpetuarsi. Ci sembra che oggi le at-tuali istanze sociali, il diffuso desiderio dipartecipazione alla gestione della cosa pub-blica, l'aumentato potere di critica del cit-tadino abbiano rotto questo binomio classedirigente-scuola per iniziare a porre l'altro:scuola-società.

Dovrebbe riuscire naturale ripensare cheper superare l'attuale costante corsa alla ri-forma di una società sempre in arretrato èla scuola a porre quelle struttur,e in cui do-mani si troverà a vivere ed operare, mante-nendo aperto quello spazio di libertà checonsenta alle nuove generazioni di prevedereed attuare i nuovi riferimenti sociali. Il pro-blema non si riduce a dare un nuovo vestitoalla scuola del Ministero, ma si avvia a solu-zione ponendo le basi per una scuola che siaquella voluta da coloro i quali sono i prota-gonisti della sua articolazione.

Per quanto riguarda la politica economica,resta per noi fermo e costante il rifenmentoalla politica di programmazione democrati-ca, nella quale si configurano sia la struttu-ra che il tipo del sistema economico da noiauspicato. Ciò soprattutto perchè il pianoresta per noi un fatto politico e non unasemplice esigenza di razionalizzazione del si-stema economico.

Il discorso sugli strumenti di attuazionedel piano non può limitarsi alla ricerca dimeccanismi formali attraverso i quali ope-rare le scelte, ma deve completarsi e quali-ficarsi in una precisazione dei rapporti in-terni e di potere fra i vari livelli di decisio-ne politica.

Il ruolo della regione, degli enti locaìi nel-la programmazione è il discorso centrale che

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si presenta alla responsabilità del Governo.Ma nell'attuale situazione del Paese, un al-tro problema è per ora più urgente: quellodella occupazione, uno dei risvolti del di-scorso sulle libertà. Attorno a:ll'obiettivo diun livello elevato dell'occupazione, che co-stituisce un potenziale pieno di libertà pertutti, devono essere articolate le iniziativedi politica economica.

In rdazione a questi problemi è la stessastruttura istituzionale, basata sull' ordina-mento centralista, che agisce da barrieracontro cui si arresta ogni concreta possibi-lità di soluzione.

Deve essere chiaro che il discorso sulleistituzioni non si riduce agli apparatI mini-steriali appesantiti nella loro azione, :ma siallarga a compr,endere anche altri centri: leregioni, i comuni, le strutture parastatali,la previdenza sociale. Il problema della ri-forma istituzionale si ricollega al recuperodi quella dimensione autonomistica che fudella Costituente repubblicana e deve porsicome problema non solo giuridico, ma es-senzialmente politico.

In questo ambito le regioni diventano unmomento di verifica per una nuova articola-zione istituzionale che risolv,e e conclude ladiffusione del potere in una dimensione nuo-va, più coerente con la dimensione della vitadella società civile.

Se si vuole che l'istanza della partecipa-zione non si esaurisca in una esigenza qua-lunquistica ma assuma una dimensione po-litica, il varo della struttura regionale è unaoccasione per il Governo e per le forze po-litiche che lo ispirano di dare una rispostapoliticamente valida ad una attesa ormai ra-dicata nella società.

La politica interna però non può essereavulsa dalla politica internazionale. Sturzoci ha insegnato che essa non è un fatto diélites illuminate ma è un fatto di popolo.La distensione aoquista significato se, oltreil discorso dei rapporti delle forze contrap-poste, si fanno più frequenti i contatti cul-turali e commerciali a livello di popoli; là siincontrano e si integrano. L'incontro delleeconomie nazionali nel MEC ha già dato ori-gine a vistosi accordi aziendali che modifi-cano certe situazioni particolari. Questo non

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può non accadere per gli altri settori dellasocietà. Dobbiamo allora chiederci cosa si-gnificano certi atti di politica economica eistituzionale nei confronti della politica in-ternazionale. Rispondere a questo interroga-tivo significa capire la nuova funzione dellaNazione nel mondo moderno, limitata in al-to dal sovrannazionale e in basso dalle auto-nomie. Di fronte alla minaccia del prevaleredelle for:oe della conservazione bisogna intutto il mondo aiutare le forze di movimentoe di progresso. A Est ed a Ovest ci sono nuo-vi corsi che vogliono uscire dallo schema ri-gido e a questi dobbiamo rivolgerci. Per que-sto dobbiamo mantenere sempre più fre-quenti rapporti culturali, economici e politi-ci con i Paesi dell'Est e, senza uscire dall'Al-leanza atlantica, chiedere che i Paesi che sitrovano in essa siano retti democraticamen-te. Dobbiamo isolare la Grecia dei colonnel-li. Questo è un modo serio di aoquistare cre-dibilità in politica internazionale e di abbat-tere muri e cortine.

Ma il discorso torna alle forze politiche, atutti i partiti che sono chiamati a scelte chenon lasciano margine di manovra e di tempo.

N E N C ION I. Mandaci le bande diBassetti a isolare la Grecia!

M A R C O R A. Anche attraverso le armifornite da qualche compiacente Nazione al-

l'interno del Patto atlantico!

La realtà sociale è andata assumendo ne-gli ultimi anni caratteristiche più decise, siè fatta più aggressiva ed ha posto una seriecontinua di richieste alla classe politica. Learticolazioni tradiz.ionali della vita socialesono saltate per essere sostituite da organi-smi, da ambiti nuovi in cui è via via venutain luce con maggiore efficacia la carica diprotesta che permeava tutto l'assetto socia-le. Le forze sociali pill diverse hanno acqui-SIto nuove dimensioni e, reclamando una piùconcreta partecipazione alla determinazionedelle linee di sviluppo della società, SI sonoposte in contrasto con le esistenti struttura-zioni ai potere.

Il voto del 19 maggio, con la sua rinnova-ta carica di protesta e la sua domanda di ra-

dicali mutamenti, è la testimonianza più ve-ra e significativa di un dissenso che può as-sumere forme e dimensioni ancora pIÙ vi-stose e penetranti. Per questo il problematorna ai partiti. Nel momento in cui la so-cietà pone chiaramente la richiesta di unanuova articolazione del potere i partiti di-ventano arbitri di quella evoluzione. Le alter-native sono due: da una parte la repressione,la difesa ad oltranza delle vecchie strutturedi potere, dei privilegi codificati; dall'altral'azione liberante che fa emergere una nuo-va dimensione dei rapporti sociali.

È qui che noi crediamo che si colloch1 ilproblema dei rapporti con il Partito comu-nista. Noi rifiutiamo soprattutto due tiPI didiscorso nei confronti del Partito comunistaitaliano. Da una parte non accettiamo il di-scorso della discriminazione che chiude leforze democratiche in una cittadella lascIan-do fuori tutte le forze di opposizione e inparticolare quelle comuniste; i rapporti colPartito comunista non possono essere defi-niti solo e genericamente sul piano di unacorretta dialettica parlamentare. Dall'altraparte rifiutiamo il discorso di strumentaliz-

zazione a livello contrattualistico del Partitocomunista invitandolo a diventare magariinquilino del piano meno nobile del centro-sinistra oppure facendo appello al fatto chetanto siamo tutti nella stessa barca perchèanche il Partito comunista è nel sistema de-mocratico parlamentare; nè possiamo d'al-tronde mercanteggiare la libertà religIOsacon il Partito comunista quasi che possa

diventare il Partito conciliare italiano. Sap-piamo bene che anche il Partito comunistaha tensioni e contraddizioni e se la societàè movimento esso non può chiudersi nellamaschera di ferro del suo apparato. Ma è ne-cessario creare le condizioni politiche in cuicostringere il Partito comunista a misurarsicome forza capace di abbandonare le posi-zioni di privilegiata e sterile opposizione econtribuire in modo positivo a determinarenuovi equilibri istituzionali e democraticinel Paese.

Se noi diamo una forte carica popolaredi libertà al programma di Governo ~ e que-sto può essere dato solo dar partitI di cen-

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tra-sinistra, chiaramente impegnati a farlo ~

allora anche il Partito comunista farà i con-ti con tutta la società in posizione di mag-giore chiarezza. Se mancheranno nuovemaggioranze nei partiti di centro-sinistra equesti continueranno a essere dominati dauna tendenza sterile al feudalismo dei grup-pi, l'auspicata qualificazione non ci sarà edanche il Partito comunista potrà continuarea giocare a nascondersi di fronte ai proble-mi della società e a non stabilire rapportisul piano positivo con le altre forze politiche.

Ci auguriamo quindi, per il bene di tuttoil Paese e per un profondo rinnovamentcdella politica italiana, che questo Governofronteggi gli impegni assunti e li onori. Perquanto ci riguarda lo aiuteremo con la mas-sima lealtà. Grazie. (Vivi applausi dal centroe dalla sinistra. Molte congratulaziom).

P RES I D E iN T E. È iscritto a par-lare il senatore Franza. Ne ha facoltà.

FRA N Z A. Onorevoli colleghi, l'ono-revole Rumor presenta al Senato il suo Ga-binetto per la fiducia in un momento in cuiil sistema rivela non soltanto difficoltà rea-li, come egli stesso ha riconosciuto in altrasede, ma deterioramenti così gravi e rilevan-ti da imporre, per la salvaguardia dell'ordinecostituito, iniziative radicali e urgenti, primache nel settOl1e amministrativo, in quello ful-craIe dell'efficienza dei pubblici poteri. Nonbasta il rilancio dei partiti nè la ricerca diiniziative rinnovatrici degli organi e degli isti-tuti nel campo particolare delle funzioni edelle attribuzioni. Non si tratta soltanto, co-me ha detto l'onorevole Rumor, di porre ripa-ro allo stato di inquietudine che si riflette inmolti settori della vita sociale, ma di fron-teggiare una situazione di eccezionale con-fusione che prende la coscienza e le cose.

Ormai non siamo più in grado di ricono-scere i confini e i limiti delle rivendicazionile quali, se di natura sindacale, vanno svin-colandosi dal rigore connesso alla situazio-ne economica per assumere contenuti ledaspetti di aperta e manifesta autonomia po-litica con accenti di aperta sfida allo Statodemocratico e costituzionale, se di altra na-tura, quale la protesta studentesca, vanno

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assumendo sempre pm nette qualificazionidirette ad affrettare i tempi dello sfacelo.

In una situazione come l'attuale, di incon-testabile anarchia, è certamente difficileimboccare utilmente la strada delle scelteper l'attuazione di una linea politica nuo-va ed innovatrice nè le scelte possono tor-nare utili, proficue ed aderenti alla realtàallorquando vengono deliberate sotto l'im-pulso e la forza intimidatrice dell'azione dipiazza. Le riforme richiedono un impegnodi serietà, uno sforzo costruttivo di elabora-zione, di meditazione e di formulazione le-gislativa. Esse non possono essere frutto disuperficialità ed improvvisazione.

L'esplosione delle rivendicazioni di ognitipo è una delle conseguenze nefaste del mo-roteismo, della dottrina praticata duran-te cinque anni dal centro-sinistrismo. Mail moroteismo fu il rimedio alle debolezzedi una coalizione tra partiti maturata sulpiano inclinato della convenienza egocentri-ca nell'esercizio del potere e non basata, co-me avrebbe dovuto essere, sul contenuto diuna scuola e sulla purezza di un pensÌ!ero ori-ginale di contemperamento di opposte econtrastanti concezioni. Mi sembra dunquedi dover affermare che la ragione delle agi-tazioni in atto che coinvolgono ogni statoe ceto sociale di ogni derivazione va inter-pretata, per gli opportuni conseguenti ri-medi, non con metodo empirico, così comeè stato sempre fatto durante l'arco del tem-po della legislatura precedente a questa, macon profonda meditazione ed organicamentealla luce di un pensiero originale del qualenon mi sembra di scorgere >le linee nel pro-gramma e negli uomini di questo Governo.Perciò ogni riforma si risolverebbe in unaulteriore spinta verso il caos totale dellaNazione. In ogni modo, per attuare anchepiccole, limitate e modestie riforme di strut-tura, è necessario assicurare innanzitutto egarantire stabilmente una situazione di tran-quillità nella vita del Paese. Io non so sequesto Governo potrà farlo. Noi riteniamoche, intrinsecamente debole per la sua com-posizione correntocratica, non potrà farlo.Ne deriverà che potranno essere attuate leriforme che avranno predisposto i man-danti delle agitazioni e i sostenitori palesi e

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occulti dei mandanti. Primo nostro dovere,in questo momento, dovrebbe essere quel-lo di impedire che vengano varate riformeda considerare come un primo passo versoulteriori riforme; il che creerebbe uno statod'animo di costanti aspettative e di perma-nente tensione morale con prevedibili nega-tive ripercussioni sulla vita dello Stato e sulcorretto andamento della cosa pubblica. Oc-corre quindi tornare alla normalità. Occor-re che tutto e tutti rientrino nell'ordine co-stituito e legislativo, ma il Governo Rumorè esso stesso espressione clamorosa dellaanormalità costituzionale caratterizzata dalpresente momento della vita nazionale. Igoverni di coalizione sono sempre più de-boli e meno efficienti dei governi monoco-lore. Il Governo Moro è passato alla cro-naca politica come il governo dell'immo-bilismo, ciò proprio a causa della sua ete-rogeneità per diversificazioni di derivazionidi dottrina e metodo di pratica dell'azionepolitica. L'onorevole Rumor ~ e con luigli artefici interessati di questo Governo ~

ha dato vita a una coalizione ancora piùdebole della precedente perchè Governo dipartiti costituiti da gruppi correntocratici.Su questo Governo si addenseranno e pe-seranno ancor più le ombre e le foschie cherendono plumbeo l'orizzonte nazionale. Daciò trarranno ulteriori spinte demolitoriee più sensibili vantaggi le forze della sov-versione. Questo Governo, costituito dalledelegazioni dorotee, morotee, fanfaniane,centriste, tavianee, forzanoviste e basistedella Democrazia cristiana e dalle delega-zioni autonomiste, tanassiane, demartinia-ne, e non so quali altre, del Partito sociali-sta italiano, non può essere considerato nep-pure ortodossamente Governo costituziona-le nella sostanza. Sul che non sorge dub-bio. Il Presidente del Consiglio incaricatodal Capo dello Stato non ha avuto pratica-mente la possibilità di scelte per la colla-borazione nè nelle designazioni dei ministrinè per l'elaborazione del programma di go-verno. L'onorevole Rumor ha dovuto subirela scelta altrui, cioè una scelta esterna par-titica e correntocratica. Contro la sostanzadella volontà costituzionale la conseguenzadi ordine politico è che il Presidente del

Consiglio non è messo in condizione, comeconseguenza fondamentale e inderogabiledell'investitura di potere connessa alla no-mina presidenziale, di garantire, come esigel'articolo 95 della Costituzione, l'unità del-l'indirizzo amministrativo e il coordinamen-to dell'azione dei ministri divisi tra lorodalle diverse derivazioni e formazioni ideo-logiche e particolarmente divisi corrento-craticamente.

L'onorevole Rumor, costituendo questoGoverno così debole perchè così tanto di-viso, fin dal momento della sua nascita, nel-la situazione in cui versa l'Italia oggi, ha ac-cettato consapevolmente il peso di una re-sponsabilità che trascende quella di ordinepolitico per assumere consistenza di respon-sabilità di carattere costituzionale. Ora dun-que un primo problema da sollevare è quel-lo di ordine costituzionale nel senso del-l'aderenza al dettato costituzionale dall'api-ce alla base. Questo richiamo ai principi vafatto a tutti indistintamente i responsabilidella direzione politica nazionale e non im-plica la responsabilità dei partiti o dei sin-dacati o degli organi amministrativi ma diquelli costituzionali. Il Presidente della Re-pubblica ha nominato un Presidente delConsiglio il quale, se sorgerà necessità difarlo, e se avrà la forza di farlo, allol1quan-do vorrà far uso delle leve del potere ~ lequali costituzionalmente all'atto della no-mina dovevano essere affidate alle sue manisoltanto, il che non è avvenuto ~ verrà accu-

sato di autoritarismo e dovrà subire una cri-si di governo.

Ma l'articolo 92 della CostituzIOne, chepone attraverso la nomina un rapporto di-retto ed inalterabile di corresponsabilitàtra Capo dello Stato e Presidente del Consi.glio dei ministri, intende attuare un princi-pio per il quale il Presidente del Consigliosa che tutte le leve del potere, ai fini del.l'unità d'azione e del coordinamento, sononelle sue mani. Il trasferimento di siffattipoteri in un rapporto di mezzadria è controlo spirito della Costituzione. Eppure in que-sto momento è quanto mai sentita la neces-sità di un governo pienamente e totalmen-te costituzionale, capace di imporre il ri-spetto della legge e di ristabilire l'ordine

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pubblico, per troppo lunga tolleranza gra~vemente compromesso.

Un richiamo ai princìpi costituzionalicoinvolge naturalmente anche una presen~za attiva del Parlamento a tutela delle pro~prie prerogative sul piano delle corres'P0n~sabilità. L'esperienza storica consiglia allamaggiore possibile vigilanza nelle rivendi-cazioni costanti ed appassionate dei pro~pri poteri nel campo legislativo e nello stes-so controllo dell'azione dell'Esecutivo perquanto riflette le iniziative dei ministri,perchè esse confluiscano nella linea di uni-taria azione politica e risultino il più ipos~sibile lontane e purificate dall'incidenza de]~le posizioni delle correnti parti,tocratiche.

Compito del Parlamento è quello di met-tere l'Esecutivo in condizione di infrenarel'azione dei partiti e di condurre nell'alveosuo proprio l'azione dei sindacati: ogni de-bolezza e tolleranza potrebbe riuscire de~leteria.

Ciò detto, è da sperare che con la costi~tuzione del Governo Rumor vada ad esau-rirsi la carica di scioperi e di disordini chesi è abbattuta sull'Italia con la finalità disostenere e potenziare la spinta comunista.Ma è da temere che nei prossimi mesi, ovenon si dimostri con i fatti che non esistelegittimazione nè legalizzazione alcuna del~le vio'lenze sindacali e studentesche e chesulle pretese di disarmo della polizia nonè possibile aprire un discorso, la situazionepossa ulteriormente aggravarsi. In quel~l'istante verrà il momento della verità perl'onorevole Rumor e per l'onorevole DeMartino, alter ego incostituzionale del Pre-sidente del Consiglio.

Nei prossimI mesi si faranno sentire sul-l'andamento dell'economia italiana le re~centi misure di austerità adottate dalla Fran-cia, tendenti a stimolare i consumi internie ad estendere ed ampliare i mercati diesportazione. Dunque alle misure di auste-rità da tempo in atto negli Stati Uniti d'Ame~rica e nell'Inghilterra verranno ad aggiun-gersi quelle francesi, il che non potrà noninfluenzare la nostra bilancia commercialela quale è sensibilizzata negativamente dal-le esportazioni oltre cortina e nei Paesi de-pressi i quali fruiscono di continue dilazlO~

ni nei pagamenti da parte degli esportatoriitaliani, garantiti dal sistema in atto del-l'assicurazione e del finanziamento dei cre-diti all'esportazione per effetto del'la leggen. 31.

Questo sistema altera i risultati della bi-lancia dei pagamenti per la componente or-mai artificiosa della bilancia commerciale.

Gli indirizzi di politica autarchica dellaFrancia e dell'Inghilterra e 'la forte espan~sione mercantile del Giappone e della Ger-mania, che possono offrire condizioni divendita all'estero di larga concorrenza, van-no seriamente considerati al cospetto di unamanifesta debolezza della domanda inter-na, dell'andamento insoddisfacente degliinvestimenti delle imprese private e delgraduale rallentamento della spesa pubbli-ca destinata all'incentivazione.

Vi è da registrare ancora l'insufficienteestensione territoriale delle imprese indu-striali ed il debole processo innovativo checaratterizza l'apparato industriale, deriva-to dalla sfiducia e dalla situazione di so-spetto, connessi agli indirizzi di nazionaliz-zazione occulta che hanno carat,terizzatol'ultima fase de'lla politica di centro~sinistra.

In questa situazione psicologica gli indi-rizzi della ristrutturazione industriale conl'istituzione, annunziata dall'onorevole Ru~mor, di un fondo IMI~CIPE difficilmente de-termineranno una ripresa nel senso auspi~cato.

Altro motivo di preoccupazione è il prean-nunciato indirizzo di contenimento dellaspesa pubblica. La spesa pubblica, anchequando registrò la sua più arlta fase di espan~sione, subì nei fatti rilevanti arresti per ilgioco dI formazione di ingenti residui pas-sivi costituiti prevalentemente da spese de-stinate alla politica di incentivazione eco-nomica. Si consideri che i residui passivi al31 dicembre 1967 ammontavano a 5.168 mi-liardi. Se si tiene conto delle amministra-zioni autonome, il volume complessivo deiresidui ammonta a fine 1967 a 6.589 mi-liardi. I residui ad oggi raggiungono la ci-fra di quasi 8.000 miliardi.

Le misure che questo Governo si proponedi adottare per svelti re le procedure al finedi affrettare i tempi di utilizzo della spesa

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17 DICEMBRE 196850' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

pubblica dovrebbero implicare modifiche eabrogazioni di innumerevoli leggi che regola~no il campo delle procedure e dei controllitecnici, amministrativi, contabili, finanziari,di legittimità e politici insorti nel corso dicento anni di legislaziane per la regolamen~tazione della spesa pubblica.

la non so prevedere quando ciò potrà es-sere fatto e con quali concreti risultati. Cer~tamente il limitato sviluppo industriale e ilritardo ecoessivo delle opere pubbliche com-promettono lo sviluppo equilibrato della eco~nomia e perciò temo che se al pratico conte-nimenta già in atto dell'utilizzo della spesapubblica andranno ad aggiungersi qualchealtra limitazione nell'espansione della spesae inattuali rigorismi nell'applicazione dellalegge ponte la situazione difficilmente regi-strerà fasi confortevoli di ripresa. E ulte-riori disarmonie nello sviluppo ecanomicopotrebbero avere gravi ripercussioni sullaoccupazione.

Da qualche anno non trascurabili evolu-zioni si vanno manifestando nella composi~zione delle leve di lavoro in cerca di un pri~ma impiego. Nell'aprile del 1967, parlandosul bilancio dello Stato, dissi che la riformadella scuola media aveva gettato il semedella rivolta nel mondo giovanile. Dissi chein questi primi anni della riforma un milio-ne e 600 mila giovani in più rispetto al quin~quennio precedente avevano abbracciato lavia degli studi impegnativi nelle scuole me~die superiori abbandonando la via tradizio~naIe delle attività primarie e secondarie e gliindirizzi cannaturali agli ambienti familiari.Abbiamo schiuso la via a richieste di lavoronelle attività terziarie ed ora è nastro doveretrovare le soluzioni per potenziare il collo-camento nei settori terziari, senza di chenessuna forza potrà contenere la spinta e laesplosione di centinaia di migliaia di giova-ni che avranno superato il traguardO' dellascuola media superiore e dell'università. Igiovani che si agitanO' oggi nella scuala han-no l'occhio fisso al domani, al lavoro e al~!'impiego ben remunerato del domani.

Questo è problema prioritario rispetto adogni altro, poichè il problema dell'occupa-zione oltre ad essere un fatto sociale prima-

ria va considerato anche quale componentefondamentale della tensione in atto. Bisognaevitare che i giovani in attesa del primo im~piego lavarativo vengano utilizzati domanie strumentalizzati dane forze di eversioneche da tempo condizionano la vita nazionalee che ormai assurgono a potere costituentee di alternativa nella contrapposizione traPaese reale e Paese legale.

Dei problemi particolari indicati nel pro-gramma di Governo ci occuperemo, oon tut~to l'impegno necessario, nel momento in cuii relativi disegni di legge verranno all'esamedel Parlamento.

Ci preme soltanto acoennare ad alcuni deitemi posti in discussione. L' onorevole Ru~mol' ha fatto cenno all'elefantiasi che insi-dia lo Stato e perciò si propone innanzi tut-to di dar mano ad un nuovo ordinamentodello Stato che però egli vede attuabile nellaardi tura del regionalismo. Ma stia attento

l' onarevale Rumar, paichè se è vero che leregioni a statuto speciale e tutti gli altri ar-gani e istituti statali e parastatali sorti finqui nulla hanno sottratto ai poteri centrali,maltiplicando anzi il fenomeno deprecatodell'elefantiasi, non gli riuscirà facile sradi~care poteri ed attribuzioni in un sistema par-titocratico nel quale insorgono naturalmenteparticolarità ed interessi da conservare eproteggere.

Ma una legge da fare e con urgenza è cer-tamente quella relativa all'ardinamento del-la Presidenza del Consiglio soprattutto perun necessario regolam~nto delle funzioni daattribuir si alla Vicepresidenza e ai Ministrisenza portafaglio. Allo stato dei fatti vigeuna prassi diretta a sattrarre poteri ed at-tribuzioni proprie della Presidenza del Can-siglio e trattasi di una prassi di incidenzacostituzionale paichè vengono attribuiti po~teri dispositivi e decisori dai quali derivanoconseguenze giuridiche che incostituzional-mente permeano la vita dello Stato e i rap~porti fra Stato e cittadini. Tutto ciò an~

dI'ebbe corretta ed eliminato.

Per le altre rifarme vorrei dire che essepresentano aspetti partkolari che vorrò ap-pena sottalineare. Le innovazioni in settoridelicati e vitali come quello deUa famiglia,

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2978 ~

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

della scuola, dei diritti dei lavaratori, dellestrutture, dei rapporti contrattuali nel set~tore agraria vannO' malto meditate. Ad esem~pio la riforma della scuola nan può nantener conta dei risultati certamente positiviche la scuola attuale ha dato. AbbiamO' unaclasse dirigente preparata che è all'altezzadei compiti del tempO' presente; ciò è lade~vale pradatto dell'indirizzo scalastica vigen~te. Facciamo dunque in modo che questopatrimonio di cultura che rende stimabilianche all'estero i professionisti usciti dallascuola italiana non vada dispersa a causadelle riforme che si annuncianO'.

Una rifarma del diritto di famiglia nonpuò ledere il principia dell'autorità e dellaresponsabilità del capo famiglia e dei rap~porti tra i coniugi e la prole, piuttasta an~drebbero considerate ad ogni effettO' sul pia-no della parificazione alle famiglie di deri~vazione matrimoniale quelle ~ ormai innu-

merevoli ~ costituitesi con rapporti di con~ I

vivenza per libera volontà dei conviventi or-ganizzate con un impegno di moralità chele rende degne di tutela giuridica.

Per uno statuto dei lavoratari occorre at-tuare integralmente il regolamentO' dettatodalla Costituzione della Rcepubblica, tenutoconto, in questi limiti, delle esperienze inatto e delle legislazioni di ogni parte delmonda. È una rifarma questa che per es-sere fatta bene richiede un impegno consa-pevale e responsabile, libero cioè dalle sug~gestioni e da pressioni senza di che lo sta~tuta dei lavoratori sarà un atto legislativodi parte non rispondente agli interessi ge~nera li.

Per l'agricoltura, dilacerata da anni da ri~forme continue e profonde, dirò soltanto cheandiamo reclamando un momento di stasi edi ripensamento in attesa di una armoniz~zazione della legislazione per tutte le Na~zioni del MEC.

E mi si consenta infine di fare un accennoagli indirizzi di politica estera. Da qualchetempo, anche prima della presa di posizionesovietica nei confronti della Nazione ceco~slovacca, sua alleata nel Patto di Varsavia,l'equilibrio di farze nel mare Mediterraneotra le Potenze del Patto atlantico e quelle del

Patto di Varsavia e l'equilibrio nell'Adriaticotra l'Italia da una parte e la Jugaslavia el'Albania dall'altra, avevano subìto sensibilialterazioni. La Russia ha ormai attuato nelMediterraneo una dislocazione permanentedi una flotta moderna e considerevole confinalità che, se fossero integralmente paci~fiche, poichè dal Mediterraneo nessuna di~retta minaccia può essere indirizzata al ter-ritorio metropolitano russo, non giustifiche~l'ebbero una dislocazione di forze navali cosìrilevante e gli oneri finanziari che questo fat~to di presenza attiva comporta per il bilanciodella Russia. Per fronteggiare la nuova edimprevista situazione la NATO ha installatoa Napoli il Marairmed allo scopo di sorve-gliare l'attività delle forze sovietiche nel Me~dit1erraneo. Questo fatta è stato interpretatointenzionalmente dalla Russia come azioneprovacatoria della NATO e ne è derivata,come i giornali italiani hannO' riferito, ri-portando il pensiero della stampa ufficialedell'URSS, l'accusa all'Italia di consentirel'utilizzazione del sua territorio per la dislo~cazione di navi, aeroplani e missili dellaNATO. Da siffatta impostaziane si è giuntialle minacce non larvate in quanto, si assu~me, l'Italia minaocerebbe la sicurezza deipopoli del Mediterraneo.

Nell'Adriatico l'equilibrio di forze risultaessere nettamente favorevole alla Jugoslaviae all'Albania.

Non è un mistero che la Cina ha attuatoil dislocamento di basi missilistiche in AI~bania. La stampa italiana alcuni giorni faha riportato il riferimento di un esperta in-glese di cose navali, Andrew Wilson, il qualeafferma che il dislocamento dei missili d~nesi in territorio albanese costituisce unaminaccia anche per l'Europa occidentale.

La stessa fonte fa sapere che la Cina in~vierà in Albania anche contingenti militari.

Non è un segreto che l'URSS a sua voltaha dotato la marina jugoslava di un centi~naia di motosiluranti, molte delle quali lan~ciamissili, contro solo otto moto siluranti ita-liane. L'accordo navale bilaterale fra URSSe Jugoslavia si risolve in una apertura allaingerenza ed alla collaborazione militare fraURSS e Jugoslavia con le interpl'etazioni che

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17 DICEMBRE 1968SO' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

i recenti fatti cecoslovacchi consentono. Tut~to ciò è estremamente pericoloso per l'in~dipendenza dell'Italia. Ebbene il Governoignora questa situazione e non ci dice nullanel momento della sua presentazione al Se~nato.

Il Governo tace per far cosa gradita aicomunisti i quali da tempo ormai condizio~nano i Governi nei rapporti con l'URSS. Manoi siamo preoccupati. La stampa italianada tempo si occupa giornalmente del pro~blema della sicurezza italiana.

La presenza dell'onorevole Nenni al Dica..

stel'O degli esteri accresce la nostra preoc~cupazione per i riflessi che questo fatto puòavere nei rapporti internazionali e nell'or~ganizzazione della nostra difesa.

Noi non possiamo dire se l'onorevole Nen~ni abbia o meno la coscienza della serietàdella situazione. Se egli dovesse ritenere ilcontrario, che cioè la nostra parte vede pe~ricoli inesistenti, ce lo dica francamente, mase egli dovesse condividere la nostra appr'en~sione, ci dica quali misure ritiene di doversuggerire al Governo nel momento in cuiil problema della difesa nazionale verrà indiscussione: se intende cioè proporre il po~tenziamento delle nostre forze armate dimare, di terra e di aria, ed in quali limiti;se intende invece ricorrere all'ausilio deglialleati ci dica in quale caso ed in quali li~miti. L'onorevole Nenni dovrà dire al Paesese egli, uomo di sinistra, ritiene o no dipoter attuare una politica cosiddetta di de~stra per quanto riflette il potenziamento,che noi riteniamo indilazionabile ed urgen~te, delle nostre Forze armate ai fini della si~curezza dell'Italia e della pace internazionalebasata ancora oggi sull'equilibrio di forzeper i due blocchi che si fI'Onteggiano. L'ono~

l'evo le Nenni dovrà dirci se i silenzi e leriserve mentali -che noi intravvediamo nelledichiarazioni di Governo, e che gli attri~buiamo, nei confronti del Patto atlantico edella revisione attiva della NATO, abbianoo no ragione di essere nella condotta dellapolitica estera.

Onorevoli colleghi, l'onorevole Rumor ri~volge un appello alla coscienza del Paese.Per una rispondenza occorre il consenso ditutto il popolo. È un consenso che sgorga

dalla constatazione di vedere interpretatetutte le istanz'e e cioè i caratteri distintivitutti dell'epoca nella quale s'intende ope~rave.

L'onorevole Rumor per assidersi al centrodelle opinioni e delle correnti ideali del po~polo italiano al quale rivolge il suo appellodovrebbe saper considerare e valutare tuttoil passato come parte integrante del pre>-sente. Questo insegnamento che ci viene dauno dei più grandi pensatori italiani, il Vico,del quale ricorre il tricentenario della na~scita, va interpretato ed attuato nel sensoche occorre intendere il concetto che la co~noscenza si identifica con l'esperienza sto~rica, un'esperienza tratta naturalmente dal~la realtà storica, quale prodotto dei vari mo~vimenti ideali e delle varie successioni chene costituiscono il tessuto connettivo.

Ma noi vediamo la realtà italiana e su~biamo dignitosamente l'affronto della con~giura del silenzio sulle idee che professanodue milioni di italiani; constatiamo che que~sto patrimonio ideale viene respinto o uti~lizzato clandestinamente. Tutto ciò contra~sta con un appello a tutto il popolo italianoe noi vorremmo che così non fosse.

In ogni modo noi siamo qui al nostro po~sto nell'ordine democratico e non vorremmoche debolezze di Governo e pericoli incom~benti ci dovessero trascinare su strade nonconnaturali ai nostri intendimenti.

La nostra sfiducia nel Governo ha anchequesto fondamento di valutazione politicae vorremmo essere in errore nell'interessesuperiore della Nazione italiana. (Applausidall' estrema destra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par~lare il senatore Cifarelli. Ne ha facoltà.

C I FAR E L L I. Onorevole Presidente,ono:pevoli membri del Governo, onorevoli

colleghi, noi repubblicani siamo stati viva~cemente critici del disimpegno. Noi abbia~mo ritenuto che, subito dopo le elezioni del19 maggio 1968, la situazione del Paese com~portasse il dovel'e di tirarsi su le manicheed immediatamente cominciare a lavorareper affrontare i complessi problemi che sipongono per il nostro Paese.

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17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Ecco perchè noi repubblicani, nel mo-mento nel quale viene ricostituita rallean-za, e quindi la maggioranza parlamentare,tra i tre partiti di centro-sinistra (Democrazia cristiana, Partito socialista italiano ePartito repubblicano italiano), di ciò siamosoddisfatti, onde siamo orientati ad espri-mere per il Governo presieduto dall'onore-vole Rumor il nostro voto favorevole.

Però, prima di parlare del nuovo Gover-no, a nome dei repubblicani ritengo dove-roso esprimere un sentito ringraziamentoal senatore Giovanni Leone per aver affron-tato in un momento difficile la l'espansabilità del Governo ed averlo guidato con al-ta dignità, da vir c01Zsularis. Di quel Gover-no, nel giugno scorso si disse che era « sbia-dito", ({balnear'e", ma già allora io osser-vai in quest'Aula che in ogni caso sarebbestato {{ i1 Governo del nostro Paese". E ifatti hanno dimostrato, sul piano interna-zionale come all'interno, che un Governo èsempre un Governo, cioè non può che por-si, sempre e dovunque, nella pienezza delleproprie responsabilità. Sono le esigenze del-lo Stato e gli avvenimenti imprevedibili delmondo che ci circonda a creare, volta pervolta, i presupposti e i modi dell'estrinseca-zione del senso di responsabilità e della ca-pacità politica del Governo. Anche di questeconsiderazioni si so stanzia il ringraziamen-to del Partito repubblicano italiano al se-natore Leone, per la sua fatica presiden-ziale.

Il giudizio positivo sul nuovo Governo dicentro-sinistra, che noi esprimeremo con ilvoto di fiducia al termine di questo dibat-tito, vorrei sintetizzarlo questa sera in treaggettivi; questa nuova compagine, che na-sce dalla ricostituita coalizione dei tre par-titi di centro-sinistra, merita, invero, di es-sere giudicata ({ matura ", « concreta" e ({re-sponsabile ".

È una edizione matura del centro-sinistra.Chi ha vissuto le varie successive vicendeprogrammatiche del centro-sinistra, primacon l'appoggio esterno dei socialisti, poi conla partecipazione piena degli stessi, sotto lapresidenza dell'onorevole Moro, sa quantoforte era la tendenza a comprendere nellavolontà di azione rinnovatrice tutti i pro-

blemi della vita itaHana. Onde una criticagià allora fu giustamente mossa ed era ap-punto questa: che il centro-sinistra, per labaldanzosità dell'impostazione, rischiava diperdere di vista i dati di fatto, i limiti esi-stenti nella effettiva situazione del Paese, iquali devono essere invece reaHsticamentevagliati e sempre tenuti presenti per poverecostruire qualcosa di politicamente validoe duraturo nel tempo.

Questo in presenza è un centro-sinistramaturo, perchè ha al suo attivo le espe-rienze delle precedenti formazioni di Gover-no basate su questa maggioranza e l'esameche è stato compiuto, e direi sofferto, deilimiti che all'azione di Governo sono forte-mente posti dalla realtà dell'Italia di oggi,nel mondo che ci circonda, realtà economica,sociale, strutturale e direi anche spirituale.

Nella storia del mondo si alternano i mo-menti giacobini e i momenti storicistiCl. Imomenti di ispirazione giacobina sono quel-li nei quali si ritiene che con la rivoluzione,con un drastico cambiamento dell'esistenteequilibrio, con uno slancio generoso, in unagiornata fatale e fatata, si possa cambIare,e per sempre, il corso della storia.

I momenti storicistici sono quelli nei qua-H prevale il rispetto del passato e il sensodella continuità, e si sottolinea che passoa passo, magari quando sembra che nullacambi, in realtà la scena del mondo si tra-sforma.

La verità forse sta nella sintesi dell'unae dell'altra impostazione della politica edello Stato. Non sarò certamente io, nè tan-to meno a quest' ora, a ulteriormente di-squisire su certe affascinanti posizioni. Maanche questo insieme di considerazioni faparte del nostro giudizio allorchè motivia-mo la fiducia che intendiamo esprimere aquesto Governo di centro-sinistra con laaggettivazione di «maturo ".

Il Governo che ora affronta il giudizio delParlamento è un Governo che vuole essereconcreto. Questo è un argomento fondamen-tale da tener pres'ente: in realtà non bastaessere concreti ma occorre volerlo essere.Cioè non si deve subire, come pure è acca-duto, che sullo slancio riformatoJ1e si im-ponga la realtà limitatrice, ma si deve il più

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17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (po.merid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

possibile avere a priori la consapevolezzadi tale realtà, per adeguare alla stessa lo sfor-zo possibile, per far corrispo.ndere la tena-cia dell'impegno alle difficoltà che si sa didover superare.

Da questo punto di vista ritengo che si sa-rebbe fuori strada se nelle analisi dell'am-pio programma di Gov,erno che ieri il Pre-sidente del Consiglio ha letto in questa Aulaci si volgesse a elencare i problemi che nonsono stati esaminati o, peggio, le notazionisu certi problemi che sono state messe daparte. Al contrario, una mia osservazionecritica è che troppo nella problematica cheieri ci ha qui presentato l'onorevole Rumorha ceduto all'illusione della completezza ealla tendenza sottile per le sfumature e ipassaggi. In realtà questo Governo di centro-sinistra nasce da un accordo politico voltoa individuare in termini realistici alcunipunti nodali della situazione italiana, qualerisulta all'indomani delle dimissioni del go-verno Leone, per far corrispondere ad essil'azione .politica della rinnovata maggioran-za, sempre con la vigile volontà di inqua-drare ogni intervento ed ogni soluzione inuna continuità di sviluppi e in una serie diimpostazioni che formano il quadro di quel-la generale azione di rinnovamento, di pro-gresso sociale ,di modernizzazione dello Sta-to, di intransigente difesa della libertà, checostituisce la politica di centro-sinistra.

Infine, è un Governo che vuole essere re-sponsabile, cioè un Governo che indica ~ e

noi qui le abbiamo sentite ~ alcune priori-tà nel suo programma e si impegna a per-seguirle e rispettarle. Io debbo dire a nomedei repubblicani che se dovessimo indicarela priorità delle priorità fra quelle che quiha enunciato, nell'ultima parte del suo di-scorso, il Presidente del Consiglio, noi la in-dicheremmo nella scuola, nella riforma uni-versitaria. È chiaro che un Governo devegovernare, che i problemi hanno diversa ma-turazione in fatto e di strumentazione legi-slativa. Ed evidentemente non ci si develasciar coartare da pressioni di piazza, maneppure si possono dimenticare le scadenzeimmediate e il sorgere delle esigenze cOolfluire della vita nazionale. Però se c'è unimpegno programmato che ha un significato

altamente qualificante, se c'è una riformache ha un'urgenza spirituale generale, chedeve essere come il colpo di barra, per farein modo che cambi la situazione che si ètanto deteriorata nella parte più sensibikdel complesso nazionale, cioè tra i giovanie nel mondo della cultura, questa è la ri-forma dell'università. Ed è una riforma stu-diata, martellata, ormai matura.

Noi riteniamo, lo ribadisco, che ,la indica-zione delle priorità, così come è stata fattanel programma del Governo, costituisce unagiusta motivazione del nostro voto favore-vole ed anche del giudizio positivo dell'opi-nione pubblica. Essa rappresenta un'espres-sione particolare di responsabilità nella stes-sa enunciazione programmatica. In relazio-ne ad essa, come ho testè detto, noi solleci-tiamo che sia posto in primo piano lo sfor-zo necessario per portare al più presto allaapprovazione del Parlamento, e quindi allaconcretizzazione nel Paese, la riforma uni-versitaria, destinata ad essere il punto dIsvolta del mondo della scuola.

Ulteriore dimostrazione del senso di re-sponsabilità col quale il Governo considerai problemi in presente noi repubblicani laidentifichiamo nella rigorosa disamina che,nelle trattative fra i tre Partiti, è stata fattadella situazione economico-finanziaria delPaese. Con responsabile cura sia il Presi-dente del Consiglio designato sia coloro checon lui hanno affrontato il compito di ela-borare il programma del Governo in forma-zione hanno tenuto conto dei dati più im-portanti della situazione economica e finan-ziaria del nostro Paese. Io vorrei pregarel'onorevole Presidente del Consiglio, in sededi replica, di presentare almeno qualcuno diquei dati all'opinione pubblica anche alloscopo che risulti dimostrato e controllatoquanto noi repubblicani da tanto tempo ri-petiamo e cioè il monito di non andare ol-tre pur considerando certe esigenze urgentie umanamente prementi (e qui mi riferiscoalle pensioni), nelle spese correnti. L'incre-mento di queste spese va creando nel nostroPaese una situazione sempre più grave quan-to a utilizzazione delle disponibilità nazio-nali. Noi ribadiamo un'esigenza tutt'altro cheteorica, il cui soddisfacimento risponde ad

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17 DICEMBRE 196850"- SEDUTA (pomend.) ASSEM!3LEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

esigenze motivate, dimostrate tante volte eincontrovertibili per chiunque ponga mentecon serietà ai dati della situazione concretadella nostra Italia.

Da questo punto di vista voglio sottolinea-re che nel programma dell'onorevole Rumorc'è una parte, caratterizzata da dinamicaoriginalità, che non può essere sfuggita aicolleghi comunisti e ai loro alleati che que-sta mattina hanno ripreso la polemica suglistabilimenti che si chiudono, sulla disoccu-pazione che aumenta, sull'esigenza di misu-re occupazionali che non si sa poi indicarealtrimenti che nella solita panacea della iriz-zazione. Dunque nel programma che ci è sta-to esposto vi è il proposito di affidare al

Ministro del lavoro, sia con una responsabi-lità attiva di Governo, sia con una strumen-tazione particolare, nella quale si inserisco-no certi cospicui fondi che sarebbero affida-ti in gestione all'IMI e posti sotto il contraI.lo del Comitato interministeriale per la pro-grammazione, il diuturno sforzo volto a farcorrispondere, ad ogni passo indietro che ilprogresso tecnologico, la congiuntura inter-nazionale, il p:remere stesso di un moderno elibero merc::tto che si va sempre più amplian-do, comportino in termini occupazionali, lapossibilità di pronta e adeguata creazione dinuove occasioni di lavoro, soprattutto me-diante nuovi stabilimenti industriali.

Però nulla cade dal cielo e la famosa man-na appartiene alle leggende sacre del popo-lo d'Israele. È chiaro perciò che rigorosa-mente deve corrispondere alla produzionedella ricchezza il risparmio deHa stessa pernuovi investimenti. È per questo che la limi-tazione delle spese pubbliche correnti e losforzo avverso la verticalizzazione dei consu-mi costituiscono elementari esigenze, dove-ri inderogabili politici e morali proprio neiconfronti di coloro per i quali, affastellandobisogni vari a casaccio e demagogicamenteproclamando di voler provvedere alla difesadell'occupazione, troppo spesso nulla si fada parte dell' opposizione che valga a pro-durre nuova occupazione, attraverso gli in-vestimenti pubblici, in termini di infrastrut-ture e di interventi della mano pubblica eattraverso gli investimenti privati, che sonoda stimolare e potenziare.

Questa parte del programma a noi repub-blicani preme sottolineare, perchè è validamotivazione del nostro giudizio sull'atteggia-mento responsabile del Governo che si è co-stituito, in relazione ai problemi più urgen-ti nel nostro Paese.

All'atteggiamento responsabile del Gover.no deve corrisponderne uno altrettanto re-sponsabile del Parlamento. Ne ha fatto uncenno molto discreto il Presidente del Con-siglio con l'appello affinchè le impostazionidel Governo, attraverso l'elaborazione e lapresentazione dei disegni di legge trovinoadeguata possibilità di diventare realtà, at-traverso l'attività normativa del Parlamen-to. Ha detto il Presidente Rumor, sottoli-neando gli "forzi di rinnovamento dei Rego-lamenti, in atto nei due rami del Parlamen-to, a cura del nostro Presidente, Fanfani, edel Presidente della Camera, Sandra Perti-ni, che lo snellimento dei lavori parlamenta-ri è senza dubbio auspicabile. Esplicltandoe andando oltre, lasciatemi dire, colleghi,che ~ e questo deve essere il grandeimpegno politico dei tre Partiti della ri-costituita maggioranza (una maggioranzaha il diritto di essere t'aIe in quanto COID-pie pienamente il proprio dovere) ~ se

noi non riusciremo a fare in modo cheil Parlamento, nei tempi previsti, e co-munque il più sollecitamente possibile, tra-duca in leggi il materiale normativa rimessoalla sua deHberazione in attuazione del pro-gramma di Governo, porremo in essere unapericolosissima strozzatura in danno delloStato. Ancor peggio: accresceremo nel Paesequel deterioramento degli ideali di libertà edel rispetto delle istituzioni democraticheche costituiscono per l'avvenire di un po-polo ~ e noi italiani siamo fra i pochi po-poli liberi del mondo contemporaneo ~ laragione di preoccupanti interrogativi. Quan-do si postula una chiara e ferma volontà po-litica, questo vale per il Parlamento non me-no ohe per il Governo, per il quale più diret-tamente tale volontà politica si estrinsecacome compàttezza nell'azione e coerenza neipropositi. Io auguro all'onorevole Rumor diessere nella guida del nostro Paese, semprein quello stato di grazia politico che CarloSforza identificava in un equilibrato insie-

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17 DICEMBRE 196850' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

me di energia e di fantasia. Fantasia senzadella quale non si può fare una politica lun-gimirante e creatrice; energia, senza dellaquale non si può essere il punto di raccoltae il motore responsabile dell' opera di tuttoun complesso ministeriale.

Però all'iniziativa e all'azione del Gover-no occorre che corrisponda l'attuosa vo-lontà politica in Parlamento. Sia consen-tito, onorevoli colleghi, a me e al collegaPinto, che costituitamo un raggruppamen-to politico dal punto di vista numericocerto non schiacciante in questa Assem-blea, di rivolgervi un cordiale e calorosoappello affinchè l'azione del Parlamento,per moderna efficacia, risulti all'altezza deinostri storici doveri. Giacchè sono a par-lare dell'aspetto parlamentare dei problemiche si pongono al Governo, vorrei parlareper un istante della proposta che ieri sera èstata fatta dal collega Giraudo. Il collegaGiraudo si è riferito ai tre decreti-legge chesono all'esame del Senato per la conversio-ne sotto il rigore del termine stabilito dal-l'articolo 77 della Costituzione della Repub-blica. Ora, è evidente che i dati cronologicidella situazione nella quale il Parlamento sitrova, le disponibilità di tempo e le dispo-nibilità politiche mi pare consiglino un'at-tenta considerazione, e direi una considera-zione positiva, della proposta che il collegaGiraudo ha fatto.

Però occorre che ribadiamo nella ma-niera più solenne e, se consentite, piùdrastica, che, se il Governo fa e presentanuovi decreti-legge in luogo di quelli chesono già all'esame per la conversione, siavrà un fatto necessitato che dovrà costitui-re veramente un'unica e chiarissima eccezio-ne; affinchè non accada nemmeno lontana-mente che si possa pensare che noi abbiamodimenticato sia il precetto costituzionale sial'intento dei Costituenti che tennero presen-te tutto il precedente andazzo dei decreti-legge onde dettarono una norma chiara e ri-gorosa per definire validamente tutta la ma-teria.

Proseguendo l'esame del concreto sforzoche si è fatto per conseguire una formula-zione programmatica concreta, voglio rife-rirmi alla richiesta del Partito repubblica-

no che ci fosse affidata la cura particolare,con le connesse responsabilità, delle pubbli-che finanze. Al riguardo la motivazione fon-damentale attiene al fatto che la riforma tri-butaria, già tanto studiata ed elaborata, giàmessa a punto dai precedenti Governi dI cen-tro-sinistra può ritenersi al limite del varo,in modo che oggi occorre soprattutto la vo-Jontà politica che la porti all'esame e all'ap-provazione del Parlamento. Ed è un compi-to urgente ed importante.

Al riguardo dobbiamo tener presente che,se altre ragioni di necessità e di urgenza nonci fossero, basterebbero a motivare la prio-rità fondamentale gli impegni che l'Italiaha assunto nell'ambito comunitario. NOI nonpossiamo procedere, invero, alle armonizza-zioni comunitarie del nostro sistema tribu-tario, se non attraverso la riforma tributa-ria ed anche, aggiungo, attraverso la connes-sa riforma delle società per azioni. E siamoinadempienti ed in criticato ritardo nell'am-bito della CEE.

Della riforma tributaria un altro aspettonon meno urgente e grave va considerato.Un sobrio cenno, limitato ad un rigo nel te-sto, ne ha fatto il presidente Rumor: si trat-ta del problema della finanza locale. Parla.re di questo significa contemplare un bara-tro. L'entità delle occorrenze ci fa accappo-nare la pelle. Ma è chiarissimo, onorevolicolleghi, che non si può andare più oltrecon siffatta situazione della finanza locale,che noi conosciamo essere disastrosa.

Ho in tasca una lettera del sindaco di unacittà della Sicilia, tutt'altro che di seconda-ria importanza. Da essa risulta che la suaimmediata, assillante preoccupazione è diriuscire ad ottenere che le terze quote dicerti mutui a ripiano del bilancio comunale,già concessi dalla Cassa depositi e prestiti,vengano il più possibile acquisite dalle c.as-se comunali. Giacchè, per i crediti che giàvantano verso quel comune, altri organismimutuanti sono pronti ad agire in modo chei milioni incassabili dalla Cassa operepubbliche passino come una bistecca sotto ilnaso di un affamato che a malapena possaconsiderarne la forma e sentirne l'odore.E tutto ciò mentre, in quel comune, il perso-nale è in sciopero ad oltranza dato che non

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17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerzd.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STE" rOGRAFICO

percepisce lo stipendio dal mese di settem~bre e mentre nelle strade si accumula l'im-mondizia. È chiaro che da ogni settore delSenato mi mento l'accusa di stare a ripeterecose a tutti note; ma essere d'accordo nel d~

tenere, nel considerare e nel diagnosticare,non significa essere d'accordo nel provvede-re. E quando in relazione ad una legge vi èda fare i conti con l'autonomia comunale ~

cioè, molto spesso, con errate esasperazionidell'autonomia comunale ~ ci si tro\<a a

fronteggIare straordinarie difficoltà, suscita~trici di demagogia.

Inoltre, sempre can rifenmento alla ri-forma tributaria, bisagna considerare cheessa costituirà il presupposta di quella leg-ge finanziaria regionale della quale eviden~temente non si può, in moda assoluto, rin~viare la elabarazione e l'approvazione, sevogliamo tener fede all'impegna, che è giànella legge e che viene ribadito nel pro-gramma esposta dall'onarevole Rumor, diprocedere alla realizzazione delle regioni astatuto ordinario mediante l'elezione deiconsigli regionali entro l'anno 1969. Eviden-temente la legge finanziaria regionale casti-tuisce l'inderogabile presupposta di una re-sponsabile attuazione delle regioni. E sa-vemo proprio nai repubblicani, regionalisticanvinti, da sempre miranti alle trasforma~ziani strutturali della Stata che il regiana-lismo bene inteso camporta, a levare l'al~larme contro la tendenza facilonesca chedice: facciamo comunque le elezioni regio-nali ed il resto verrà da sè.

Non ce la sentiamo di acquisire nel Paesedelle realtà elettive che non potranno più es-sere nè controllate nè inquadrate, se primanon viene attuato quel che prima deve essereattuato, e cioè il complesso delle leggi quadrofondamentali, la legge sull'ordinamento e suipoteri della Presidenza del Consiglio previ-sta dall'articalo 95 della Castituzione, e an~zitutto la legge finanziaria regionale, desti-nata a farnire alle regioni, con serietà e concautela, quanto ad esse occorre, senza chevada a ramengo il nostro Stata.

Quanto sono andato rapidamente espo-nendo, drca le cannessioni e le implicanzedella riforma tributaria, vale a parre in luceil valore della partecipazione dei repubbli-

cani alla rinnovata coalizione di centro-si-nistra e la responsabile nostra individua-zione in essa. L'ha detto prima: il PresidenteRumor ci ha esposta, forse contro le sue in-tenzioni, un programma molto vasto, che sipresterebbe a un lungo discorso. Ma io nonho l'intenzione di fare a mia valta un lungodiscarso. Ritengo invece utile sottolinearealcuni altri punti di rilievo caratterizzante,a caminciare da una che farse è stato ogget-to di dimenticanza nell'esposizione del Pre~sidente e che attiene ad una problematicasulla quale va posto in particolar mado loaccento.

Mi riferisca, onarevole Presidente del Con-siglio, come già fu acquisito nelle trattativeper la farmazione del Governo, a ciò chesi deve fare per la salvaguardia dei beniculturali.

Nai sappiama che Se c'è una Cenerentalain Italia è proprio tutta l'Amministrazianedelle belle arti, che pur deve provvedere acompiti immensi, giacchè il complesso deibeni culturali castituisce un impegno gran-dissimo di civiltà, una respansabilità enor-ne e anche, perchè no?, un grande interessedel nostro Paese. Intanto va perendo tuttociò che costituisce ~ usiamo l'espressiane

ottocentesca ~ la bellezza d'Italia, anchequella tale bellezza che era cara al Manzoniche incominciò il suo libro famoso descri-vendo: « Quel ramo del lago di Como. . . ».Ebbene, quel ramo del lago di Coma rischiamagari anch'esso la distruziane per una raf-fineria, una cava dilaniatrice, un irrazionaledisboscamento . . .

Su questi argomenti vi è" ormai una let-teratura vastissima e disperante. Vaglio ci-tare soltanto i tre valumi della Cammissioneparlamentare presieduta dall'onorevole Fran-ceschini. Ci sono le 84 dichiarazioni generaliche conclusero perspicuamente l'opera diquella Commissione. Non vi è stata peròalcuna attuazione nè narmativa nè ammini~strativa! Al Ministro della pubblica istru-zione del Governo Leone, mediante un'inter-pellanza in Senato, fu chiesto di predispor-re d'urgenza almeno akune narme applica-tive dei suggerimenti della CommissianeFranceschini. Finora a tale richiesta nullaè seguito in cancreto. Abbiamo sottoposto

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17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

all'attenziane degli altri due partiti del cen~tr~sinistra la necessità che il pragrammadel Gaverna Rumar si impegni al riguardaanzituttO' quanto a patenziamenta dell'Am~ministraziane pubblica campetente, mediantegli strumenti necessari in uamini, in mezzi,in stanziamenti per la difesa dei monumenti,delle bellezze naturali, del paesaggiO', deicentri starici. Abbiamo chiesta nella stessatempO' che sianO' sallecitati nell'ambito par~lamentare alcuni disegni di legge già maturi,e anzituttO' quella, già elaborato da tempO',destinata ad essere la necessaria e urgentelegge~quadro per i parchi nazionali e natu~

l'ali.Vorrei aggiungere un'altra cosa. È chiaro

che il Gaverna avrà le priarità da rispettare;ma vi sana di quelle priarità che scaturi~scono dalla cascienza e s'impangona su qual~siasi altra cansideraziane. QuandO' legga cheè stata castituita a Vienna un camitata perla difesa di Venezia e vedo che in Italia

siamO' malto lantani, malgradO' vari gene~rasi sfarzi dell'apiniane pubblica più sen~sibile, da un'azione concreta, di Stato, di~retta a salvare dalle acque e dal t-empa

l'unicum fra le città del mondo Venezi a, ,una delle più grandi testimonianze della ci~viltà italiana, ho ragione di essere estrema~mente rattristato.

Chiedo pertanto al Presidente del Consi~glio che, nella sua replica, vaglia precisaresu questo punto l'intesa raggiunta tra i par~titi della coalizione di centro~sinitsra, e conciò confartanda quella parte dell'apinionepubblica la quale, anche al di là degli stec~cati di partito ~ perchè siffatti problemi diciviltà sona indubqiamente a monte di qual~siasi prablema di schieramento palitica ~

ritiene che non dobbiamO' eludere i nostrJdoveri di fronte alle future generazioni delnastro Paese e di fronte alla cultura inter~nazional-e, alla nastra staria e alla civiltàdel mondo.

Un altro argomenta, onorevole Presidente,che noi repubblilcani avremmo voluto espli~citamente considerato nel suo discorso pro~grammatico, onde ci auguriamo che possaessere oggetto di integrazione, è il proble~ma del miglia re assettO' della radia e della

televisione. È nota la polemica vivace chenOli repubblicani abbiamo condotto circala situaziane di gruppi di potere contrappo~sti e circa la problematica interna di questogrande servizio pubblica al quale la Cartecostituzionale, con una notissima sentenza,ha ricOinosciuto di poter agire ed esis tere incondizioni di monopolio, semplicemente inquanto lealmente assolva ad una funzionedi pubblica utilità.

A L BAR E L L O Voi non potete la~mentarvi, pel'chè La Malfa c'è ogni minutoed in ogni occasione alla televisione! (Com~menti dall'estrema smistra).

C I FAR E L L I. Che c'entra La Malfa?la nan l'ha nominato e lei la legge nel miapensiero. L'importante non è parlare al Go~verno, come se si fosse all'opposizione...DOiveroso è ragionare in termini precisi edire quelle che sono le verità, le quali noncambiano dal Governo all' opposizione. Essemeritano un seria giudizio politico, col pro~posito di passare ad un'azione politica cherisolva i problemi sollevati.

Ecco perchè abbiamo sottoposta all'atten~ziane degli altri due partiti nelle trattativedi Gaverna questo problema della Rai~TV,giacchè in siffatta delicata settore dabbia~ma non solo assicurare la piena attuazionedelle regole democratiche, ma dobbiamo an~che conseguire una oculata amministrazio~ne che elimini certa faciloneria e certo an~dazzo, spessa criticabile, nella gestione difondi che sono di larghissima entità.

Alcune mie notazioni riguarderanno orauna parte del programma in relazione allaquale non vi è certamente stata nè una pre~terizione, nè una mancata articolazione:dico la politica per il MezzoglOrno. Vorreiche ascOlltasse le mie parole il simpatico egenavese neoministra per il Mezzagiarna,onorevole Taviani. Era qui poco fa, ma oranon lo vedo: spero che avrà notizia deIJemie argomentaziani dal resoconto della se~duta.

In sintesi: a mio giudizio, per il Mezzogior~no non basta quello che è stato sfumata~mente esposto nel programma del Governo.È da rilevare, invero, che per il Mezzogior~

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V Legislatura

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no siamo in un momento nel quale, forseperchè moltissimo se ne è parlato in pas-sato, sembra che tutto sia deciso, scontato.Il Mezzogiorno non fa notizia, direbbero icronisti. In relazione ai problemi del Mez-zogiorno o vi è la polemica per il troppoohe si è promesso e non si è conseguito an-cora, o vi è una specie di sufficienza, comese tutto fosse stato detto e quindi tutto vifosse diventato ordinaria amministraziane.Invece, no. Nel Mezzogiorno oggi vi è unasituazione caratterizzata dal moltissimo chevi si è realizzato, ma anche dal moltissimoche vi resta da fare. E più difficile è talesituazione, in quanto si sono realizzate de-terminate premesse dello sviluppo, si sonoraggiunti notevoli traguardi per il decolloeconomico, sociale e civile; un lungo di-scorso dobbiamo fare, al più presto, sullaripresa, con miglioramenti, dell'azione peril Mezzogiorno. Intanto alcune concretizza-zioni non debbono essere dimenticate, nonpossono tardare. Anzitutto, onorevole Ru.mar, è già all'esame del Senato quel dise-gno di legge, presentato dal Governo Leone,che prima faceva parte di quel complessodisegno di legge che noi, per brevità, colo-ritamente chiamavamo 11 ({ disegnone »,

comprendente un complesso di provvedi-menti di incentivazione e di sostegno perl'economia nazionale. OJ1bene questo dise~gno di legge, il quale consentirà di portareinnanzi, sulla base del piano di coordina-mento già vigente, la politica soprattuttodi incentivazione industriale, ma anche perl'artigianato, per la pesca, per i migliora-menti agrari, affidato alla Cassa per il Mez-zogiorno, è evidentemente un disegno dilegge che va ripreso ed al più presto tra-dotto in una norma operativa.

Chiedo GlilPresidente del Consiglio di vol-gere subito la sua attenzione a questa esi-genza, anche perchè gli organi responsabilidella attuazione delle vigenti indicazioniprogrammatiche hanno già tenuto contodella prevedibile approvazione dello stan-ziamento proposta dal Governo Leone ehanno fatto calcoli sulle relative disponi-bilità. Se questa previsione fosse posta nelnulla si arresterebbe tutta una varia atti-vità economica nel MezzogiornO', che deriva

dalla previsione come dall'attuazione dellemisure incentivatrici Ma vi è di più: staper scadere il quinquennio del primo Pianodi coordinamento, cioè del primo program-ma di interventi ordinari e straordinari peril Mezzogiorno. La legge 26 giugno 1965n. 717, che previde la ripresa dell'azione me-ridionalista per 15 anni, provvide però afinanziare solo per un quinquennio que-st'azione. È evidente che si deve provve-dere agli stanziamenti per gli altri due quin-quenni, dal 10 gennaio 1970 al 31 dicembre1980.

Sarà forse questa l'occasione per rimedi-tare su alcune norme, soprattutto per eli-minare certe macchinosità e pastoie chesono di ostacolo all'efficiente operare inconcreta. E sarà pure, quella del finanzia-mento ulteriore della legge n. 717 del 1965,1'occasione migliore per eliminare o almenoridurre una situazione, (questo soprattuttovorrei segnalare at1l'attenzione del ministroTaviani) che si è andata sempre più dete-riorando fra campaniIismi e velleitarismi.Il giusto criterio dell'operare per concen-trazioni industriali, turistiche, agricole, siè traS1formato in una diffusione di concen-trazioni tale che, in definitiva, ci ricorda ilfamoso detto che una croce di cavaliere nonsi nega a nessuno. Nel Mezzogiorno, oggi,tra nuclei e aree di industrializzazione, tracomprensori qualificati in un modo o nel-l'altro, la dispersione e :ill disordine sonocrescenti, divenendo sempre più inadegua-ti i mezzi ai fini, in una reviviscenza di quelclientelismo e di quel pressappochismo chegià in passato sono stati veri flagelli delMezzogiorno, onde bisogna Iiberarsene unabuona volta per sempre.

Per quanto riguarda l'università, cioè lariforma della quale noi repubblicani abbia-mo sottolineato l'urgenza primaria, eviden-temente ]1 necessario ampio discorso 10 fa-remo quando saranno all'esame le normerelative. Però, io voglio sottolinear,e di fron-te alla pubblica opinione che avere impo-stato l'esigenza del ({ pieno tempo» da par-te dei docenti universitari, significa volerpone in essere un salto qualitativo di stra-ordinaria importanza, che porterà a tuttoun clima diverso ,direi anche ad una mora-

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lità dIversa nell'ambito universitario. Evi~dentemente si porranno gravi esigenze strut~turali sia in uomini che in mezzi d'azione,e saranno notevoli le ripercussioni sullapubblica opinione oltre che sul più o menoristretto mondo universitario. Perciò, quan~do diciamo priorità massima alla riformauniversitaria e vogliamo questa qualificatadai punti che sono stati acquisiti nel pro~gramma (il pieno tempo, i dipartimenti, leincompatibilità politico-amministrative, lapartecipazione di tutte le componenti delmondo universita'rio all'autonomo governodell'Università, e così via) è chiaro che ab~biamo la consapevolezza sia di una riformaormai matura, sia di una riforma estrema-mente incisiva.

Onorevole Rumor, se in relazione a que-sta riforma il Governo al più presto saràall'opera, evidentemente di fronte al Paeseil discorso dovrà essere più chiaro di quan-to non lo sia di solito, forse per le stesse esi-genze della discussione fra politici. Bandoai tatlicismi, ai tecnicismi, ai neologismi dif.ficili della maniera di parlare di certi poli-tici e sociologi; parliamo con chiarezza alPaese. Debbo aggiungere un'altra notazione:noi repubblicani condividiamo l'appello al-la partecipazione giovanile e alle giovanigenerazioni che si impegnino, al di là dellaprotesta, su quelli che sono i grandi temidel nostro tempo. È un appello che noi au-spichiamo venga accolto al più presto e a talfine sottolineiamo !'importanza di normemoderne che trasformino la partecipazionedei giovani dalla sua estrinsecazione assem-bleare a quella rappresentativa, dalla par-tecipazione corale alla scelta dei rappresen-tanti alle relative responsabilità. Questosalto qualitativo dalla protesta verso l'as-sunzione di responsabilità noi lo dobbia-mo assicurare ai nostri figli, ed esso deveandare di pari passo con la realizzazionedegli strumenti operativi senza i quali effet-tivamente la nostra scuola attuale è moltosimile all'inferno, lastricato, come voi sa-pete, di buone intenzioni.

Quando si parla dei giovani e si auspicache le ~oro proteste siano orientate a far sor-gere davvero un mondo nuovo, viene sponta-neo il trapasso ai problemi di politica estera,

e innanzitutto a quello della costruzione del-l'Europa umta, Anche al riguardo brevi nota-zioni, onorevole Rumor.

Anzitutto, per noi repubblicani è impor-tante il fatto che venga responsabilmenteaccolta per la politica di distensione la co-stante nostra linea politica la quale, tenen-do conto della dura realtà dei blocchi, ac-centuata gravemente dall'invasione della Ce-coslovacchia, pastula proprio tra i blocchisforzi di avvicinamento, di eliminazionedelle cause di tensione e dei motivi di diffi-denza. In questo senso la firma del trattatocontro la proliferazione nucleare costituisceun passaggio importante.

Ma vi è soprattuto ~a costruzione euro-I pea. In relazione a questa noi repubblicani

esprimiamo la massima soddisfazione perla volontà di rinnovare al più presto la de-legazione del Parlamento italiano in senoal Parlamento europeo, con la rappresen-tanza di tutte le componenti politiohe delnostro Parlamento. Così pure sottolineiamola volontà di elaborare al più presto le nor-me occorrenti per realizzare, almeno perquanto concerne l'Italia, l'elezione a suf-fragio universale e diretto dei rappresen-tanti italiani nel Parlamento europeo.

Ma di fronte a questo, non va dimenti-cato che è buio l'orizzonte della Comunità.Per non stare in eterno ad attendere cheil Presidente De Gaulle rivolga un po' dipiù la propria attenzione verso l'Occidenteo tragga dallle vicende politiche, sociali, mo-netarie della Francia ragioni di oculata esaggia prudenza, a noi pare che bisognaperseguire soprattutto un'intesa attiva, con-tinua e costruttiva nei confronti dell'Inghil-terra.

È nostra convinzione che sia necessariofare tutto il possibile perchè non tardi ilgiorno dell'ingresso dell'Inghiherra nellaComunità europea, e già molto si può farecurando che permanentemente siano messea punto convergenze di politica estera fral'Italia e l'Inghilterra, sicchè si stabiliscauna intesa, più o meno formalizzata, voltaa confrontare e concordare l' orien tamen todell'Italia e dell'Inghilterra sui problemimaggiori, a cominciare dai rapporti tra gliStati Uniti e l'Europa. E ognuno sa !'impor-

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Senato della Repubblicu ~ 2988 ~ V Legislatura

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

tanza degli interrogativi che circa la poli~tica estera degli Stati Uniti si pongono perIl trapasso della presidenza da Johnson aNixon; sarà diversa, e fino a qual punto,la politica americana nei confronti delrEu~ropa dell'Est o dell'Ovest, nel quadro gene-rale degli equilibri mondiali?

Mi fermo qui, onorevole Presidente, ono-revoli membri del Governo, onorevoli col~leghi, e credo di avere assoJto il dovere che,come repubblicano, qui avevo di motivare ilgiudizio che esprimeremo attraverso il votofavorevole. Giudizio positivo verso questarinnovata coalizione di centro~sinistra.

Il Governo Rumor prende l'avvio in unasituazione internazionale molto grave e inuna situazIOne interna che può dare aditoa: sbocchi pl'eoccupanti, malgrado che, adesempio, certi aspetti economici possanogiusti.ficare un cauto ottimismo.

Per doveroso rispetto della verità, dob-biamo anche dire che questa esperienza dicentro-sinistra viene ripresa sulla base diun difficile accordo che segue ad un grandetravaglio; con non poche lacerazioni dellequali rimangono i segni, con varie difficol-tà negli stessi partiti partecipanti, alle qua-li non vorrò fare un riferimento più espli-cito in ossequio alla discrezione nei rap~porti fra partiti che non deve essere maisottovalutata.

E quindi io terminerò il mio discorso conquesto augurio: che ex opere operato, cioèche nell'urgenza stessa e nel travaglio del-l'azione politica concreta, affrontando i pro-blemi nella loro dura complessità qualiogni giorno si presentano, i partiti che conil Partito repubblicano italiano assumonooggi l'onere di dare base di maggioranzaparlamentare a questo Governo della Re~pubblica trovino il massimo di generositànelle loro componenti, il massimo di con-cordia nell'azione, il massimo di responsa~biJità necessario per portare innanzi un'ope~ra di così grande importanza. (Applausi dalcentro e dalla sinistra).

P RES I D E N T E È iscritto a par-lare il senatore Pieraccini. Ne ha facoltà.

P I E R A C C I N I. Onorevole Presi~dente, onorevoli colleghi, il Governo che si

presenta alle Camere chiude un periodo de-licato e difficile che si è iniziato dopo il 19maggio; un periodo caratterizzato da unprofondo travaglio delle forze politiche aUaricerca della giusta interpretazione del votopopolare.

Non abbiamo nulla da nascondere se di-ciamo che questo travaglio è stato partico~larmente intenso nel Partito socialista; enon a caso, perchè il Partito socialista sitrova nelle posizioni più esposte di tutto loschieramento politico italiano. Esso espri-me, nello stesso tempo, l'ansia di milioni dicittadini che desiderano, vogliono, attendo-no una profonda trasformazione sociale, de~mocratica della nostra società, e l'esigenzaugualmente profonda che questa trasforma-zione avvenga nel rispetto, anzi, più che nelrispetto nella espansione delle libertà demo-cratiche. Quindi da una parte esso deve as~solvere a questo suo fondamentale ruolodi partito che porta in sè la volontà di ri~forma di larghissimi strati della società ita~liana, anzi, si può dire, che ri.assume in sèla volontà di riforma dell'intera sinistra ita-liana; ma d'altra parte esso ha il compito digarantire la stabiJità delle istituzioni demo~cratiche perchè senza questa stabilità nonsi apre la via delle riforme, ma si apre lavia delle avventure totalitarie e della crisidi tutta la società. Come vedete, è un ruolodifficile da svolgere; ma è il nostro ruolo.Non vi è quindi nulla di strano se dopo il19 maggio, di fronte a un voto che ha espres-so a nostro avviso questa inquietudine, que~st'ansia e questa aUesa, il travaglio del Par~tito socialista è stato intenso ed è stato ca~ratterizzato da un dibattito largo, ampio,lungo, approfondito. Il nostro ritiro dal Go.verno, il nostro stesso congresso sono natidall'esigenza di un esame della realtà ita~liana per trovare le vie più idonee a rispon~clere alle sue necessità.~

Ora si è ricostituito il Governo, e si è ri-costituito sulla base della collaborazione or~ganica dei democristiani, dei socialisti e deirepubblicani; questo è potuto accadere perdue ragioni: perchè è stato possibile accor~darei su un programma di riforme della so-cietà e sulle priorità che questo program-ma comporta e perchè ~ ed è la secondaragione ~ l'analisi della situazione ci ha

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Senato della Repubblicc. ~ 2989 ~

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ancora una volta dimostrato che, nelle at~tuali condizioni, non esiste nessun'altra so~luzione che sia più avanzata di questa sulpiano democratico.

Si è molto parlato, in questi giorni, anchein quest'Aula nel dibattito, delle correnti deipartiti e si è scoperto che, dopo la lungapolemica che si è fatta sulla «partitocra-zia», siamo ormai arrivati ad un nuovo pe~ricolo per il Paese, per le istituzioni demo-cratiche, il pericolo della ({ correntocrazia }).

A riprova di ciò si è citato il fatto che l'equi~librio fra le varie correnti democristianee socialiste si è raggiunto nella formazionedel Governo con un dosaggio fra le corren~ti democristiane e socialiste, quasi fosseroesse stesse partiti. La partecipazione di tut-te le correnti democristiane e di larga partedello schieramento socialista, rappresente-rebbe ~ per i nostri critici di sinistra ~

appunto la traduzione in termini pratici diGoverno di una lotta che si sarebbe risoltaormai puramente colla spartizione del pote~

re. Questo sarebbe una prova della debolez-za del Governo che si è formato.

Ora, anche qui noi certo non vogliamoignorare il pericolo che esiste per i partitidi trasformare le loro correnti in forze cri~stallizzate, in frazioni organizzate ed ammet-tiamo che se si continuasse a camminare suquesta strada corre:remmo il rischio appun-to di trasformare la lotta politica in puralotta per il potere. Sappiamo che questopericolo c'è e dobbiamo dire con tutta chia-rezza che bisogna opporsi ad esso, battersiaffinchè esso sia eliminato dalla vita dei par-titi democratici. Però vogliamo anche direche non ci pare che la partecipazione al Go-verno di un largo schieramento di correntidemocristiane e socialiste sia la dimostrazio-ne di una debolezza e di una pura e sem-plice degenerazione della lotta politica; in-vece ci pare di poter dire che può trattarsidi un elemento di garanzia di stabilità del.la coalizione di maggioranza, di quella sta-bilità che è necessaria proprio per la politicadi riforme che tutti noi rit'eniamo necessaria.

Presidenza del Vice Presidente GATTO

(Segue P I E R A C C I N I). Il Governoche si è formato non ignora le difficoltà cheattraversiamo. IJ Presidente del Consiglionon si è nascosto e non nasconde al Paese,con il discorso che ieri ha fatto qui in Se-nato, che attraversiamo un'ora grave e cheabbiamo di fronte difficoltà notevoli. Noisocialisti pensiamo che abbia fatto benis-simo a dirlo perchè crediamo che la realtàvada affrontata guardandola in faccia e nonnascondendola. Noi vogliamo aggiungere chepensiamo, come il Presidente del Consiglio,che il Paese traversi un' ora difficile e chesiamo di fronte ad una crisi abbastanza pro-fonda della società. Siamo di fronte, infat-ti, ad uno squilibrio crescente tra 10 svilup-po economico e sociale del Paese e le suestrutture, l'organizzazione dello Stato, ilritmo stesso della vita parlamentare e po-litica: una società del ventesimo secolo è

retta dalle strutture del secolo decimonono.Il problema degli strumenti di guida diUna società non è un problema tecni-co e nemmeno un problema puramentegiuridico, ma è un problema politico per~chè l'organizzazione di uno Stato riflet-te la sua economia, le sue forze sociali,i suoi equilibri di forze. La società nostra,la società di oggi, non si rispecchia più nellesue strutture; donde il disagio di larghissi-mi strati sociali, la protesta dei giovani, ladelusione di molti. E gli stessi partiti, di-ciamocelo, sono investiti da questa crisi,perchè anche in essi il peso della tradizionee delle antiche esperienze, delle loro stess'ecostruzioni ideologiche fa da freno aHa ne-cessaria azione di rinnovamento, al bisognoprofondo di guardare con occhi nuovi larealtà nuova. E questa crisi che tocca an-che i partiti, sia chiaro, non tocca solo quel-

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Senato della Repubblica ~ 2990 ~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

li di maggioranza ma tutti i partiti, tuttolo schieramento politico, perchè abbiamo difronte appunto una trasformazione socialeche esige strumenti nuovi ed espressioninuove anche nella vita politica.

P A L A Z Z E S C H I. Vene siete ac~corti stamattina. (Interruzione del senatorePerna).

P I E R A C C I N I" No, ce ne siamo ac~corti da molto tempo e speriamo che Ve l1eaccorgiate anche voi fino in fondo. (Applau~si dalla sinistra. Interruzioni dall'estremasinistra). Pensate a voi stessi e non credia~te di ,essere padroni della verità e di esserecapaci di risolvere questa crisi della societàitaliana, perchè il dialogo che voi proponetenon può essere certo basato sul rifiuto apriori delle ragioni altrui...

IP RES I D E N T E . Per ora è meglioche non dialoghi.

P I E R A C C I N I . ... il dialogo si puòfare soltanto s.e si guarda in faccia la realtàcoraggiosamente tutti quanti. (Applausi dal~la sinistra e dal centro).

C'è un'ansia che è testimonianza della cre~scita democratica del popolo ed è ansia dipartecipazione viva e diretta del cittadinoalle scelte politiche e allo stesso eserciziodel potere che si esprime nell'atteggiamen~to del giovane dinanzi alla scuola e alla so~cietà, del lavoratore nella fabbrica e nell'uf~ficio, del cittadino di fronte allo Stato. Madinanzi a quest'ansia la capacità reale dirinnovamento è stata scarsa nella classe po~litica e dobbiamo dirlo con il chiaro corag~gio che esige, nell'ora che attraversiamo, lasituazione odierna. Ci sono le resistenze delmondo conservatore, ci sono le resistenze ditutti coloro che non vogliono alcun muta~mento nella società, e noi lo sappiamo. Maabbiamo bisogno anche noi di acquistare lachiara consapevolezza dell'urgenza di que~st'opera di rinnovamento e abbiamo bisognodi elaborare una politica che sia valida perla costruzione di uno Stato democraticoadatto a dirigere questa aspirazione di auto-governo e di autonomia del popolo nel no~

stro tempo. E l'inquietudine che ci pervadenon è del resto un fenomeno nostro, ma èun fenomeno internazionale poichè in tuttoil mondo, negli Stati comunisti come inquelli occidentali, come in quelli del terzomondo, l'urgenza di una nuova organizza~zione sociale e politica, la ricerca di formedi partecipazione attiva dei cittadini alle de~cisioni collettive è viva, è pressante. Ciò au~menta la nostra responsabilità, non l'atte~nua certo, ne abbiamo piena consapevolez~za, perchè non bisogna farsi illusioni: nonsi vive nell'inerzia e non si vive nel rinviodelle soluzioni. O si dà a questa crisi chenoi traversiamo, e che è presente nell'inte~l'O schieramento degli Stati nel mondo, unasoluzione democratica, o si apI'e la via a so~luzioni autoritarie. Questo è il problemache abbiamo di fronte.

Io credo che si debba essere d'accordo conl'individuazione fatta nel discorso del Pre-sidente del Consiglio di tre grandi campi diazione prioritaria sui quaH agire per muo~versi sulla via del rinnovamento democra-tico della società, e cioè la riforma delloStato, la piena occupazione, la scuola. Ilrinnovamento dello Stato ci porta appuntoal tema decisivo degli strumenti di Gover~no e vorrei dire che ci impegna tutti, a par~tire dal Parlamento, poichè noi parlamentariper primi abbiamo il dovere di rendere agi-li, rapidi, incisivi i nostri lavori. I Presiden-ti Fanfani e Pertini lodevolmente posero ilproblema della riforma dei :RJegolamenti al~l'indomani del 19 maggio; ma dobbiamoportare presto a compimento quest' opera,perchè non possiamo, sia che si militi nellamaggioranza o nell' opposizione, esimercidalla nostra parte di responsabilità di dareun nuovo impulso agli organi rappvesenta-tivi per eliminare intorno a loro ogni ombradi discredito, proprio perchè crediamo ne~gli organi rappresentativi come strumentoessenziale di direzione deI.la vita democra~tica del Pa.ese.

Penso che sia giusto avere individuatonell'ordinamento regionale la leva per lacostruzione del nuovo Stato, perchè i,l nuo~va ordinamento, se vuole andare incontroa quelle esigenze profonde di cui parlavoprima, deve per forza basarsi sul decen-

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V LegislaturaSenato della Repubblico ~ 2991 ~

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

tramento, sulla molteplicità dei centri de-cisionali del Paese, sull'avvicinamento del-le decisioni stesse ai cittadini, allla società.Ecco perchè non è vera la critica, che ci èstata rivolta dalle forze antiregionaliste, dal-le forze di destra, secondo la quale metterele regioni tra le priorità di un programmagovernativo vuoI dire compiere un errore inquanto significa ~ così è stato detto ~ ritar-

dare problemi più urgenti per risolvere pro-blemi che urgenti non sono affatto. Non è co-sì. Il nuovo ordinamento regionale deve eSse-re un'occasione, deve essere come il puntofocale intorno a cui rimeditare e ripensaretutta l'organizzazione dello Stato, dal comu-ne sino al Governo, ai Ministeri, al Parla-mento; deve essere cioè la leva che per-mette di costruire questo tipo diverso disocietà che è ormai necessario al posto delvecchio Stato burocratico e accentrato. Na-turalmente fare le regioni significa imporsiun severo impegno, perchè avrebbero ra-gione gli antiregionalisti, se le regioni nonle facessimo non con una visione organica,generale della società, come un punto diforza per ottenere la riforma stessa piùgenerale di questa società, ma le facessimocome fine a se stesse o come meri organidi decentramento democratico amministra-tivo, se le facessimo veramente, come qual-cuno teme, con una spesa ulteriore da ag-giungere alle altre spese della burocrazia,come un anello burocratico nuovo, da ag-giungere agli anelli vecchi. Mancheremmodavvero al nostro compito. Ma non è cosìche intendiamo l'azione regionalista. Noi laintendiamo anzi come creazione di un cen-tro vitale di impulso e di propulsione dellavita del Paese, resa, tra l'altro, ancor piùnecessaria dalla programmazione democra-tica che proprio nella misura regionale hauno dei suoi elementi essenziali.

Io penso dunque che indicando nell'attua-zione dell'ordinamento regionale una dellepriorità del programma di Governo, abbia-mo risposto giustamente all'esigenza primadella riforma ddlo Stato.

Ma naturalmente non basta limitarsi ~ equesto è già implicito in ciò che ho dettosinora ~ all'istituzione delle regioni, allalegge finanziaria regionale, all'ordinamento

delle competenze regionali. Bisogna accantoa questo agire sui punti che sono ormaiindividuati come strozzature nelrattuale si-tuazione del nostro Paese. Debbo dire cheanzichè continuare ad accarezzare !'idea diun astratto disegno di riforma generale ditutte le strutture amministratÌ've e burocra-tiche dello Stato ~ cosa estremamente dif-ficile da realizzare, poichè è estremamentedifficile concretare una legge capace di dareimmediatamente volto ad un ordinamentocompletamente rinnovato sulla base di quel-lo che abbiamo oggi ~ sarebbe invece op-portuno concentrarsi su alcuni punti chiave,che del resto sono ormai evidenti a tuttinoi. Basta citarne qualcuno. Penso peresempio alla legge di contabilità; penso alsistema dei controlli; penso alle lentissimeprocedure decisionali di molti pubblici po-teri; penso a questi meccanismi che ren-dono molto spesso vana la stessa azionepolitica, la stessa azione programmatica,perchè rendono lenta e difficile anche l'at-tuazione di quello che è già deciso.

Credo quindi che accanto all'azione perle regioni ci si debba concentrare nello sfor-zo di rompere queste strozzature che ren-dono lenta l'azione di rinnovamento delPaese.

Il secondo grande campo d'azione è statoindividuato nella piena occupazione. Ora,parlare di piena occupazione significa par-lare in generale della politica economica.È certo che porre il problema della pienaoccupazione significa in realtà proporre tut-ta intera la problematica della program-mazione.

Debbo dire, a questo proposito, che riten-go urgentissima un'azione per la costruzio-ne degli strumenti della politica di piano.Noi abbiamo un piano quinquennale di svi-luppo con le sue luci, con le sue ombre,con la realtà che si è allontanata dalle pre-visioni in vari settori, mentre in altri set-tori ha visto realizzarsi le previsioni. Pos-siamo dire, per l'esperienza che abbiamo

I fatto, che una delle ragioni della difficoltàdi attuazione della politica che il piano hadelineato, sta proprio nella mancanza de-gli strumenti idonei alla guida di una poli-tica di piano. E qui acquista un partico-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2992 ~

50"- SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

lare rilievo la legge sulle procedure che èstata citata tra le priorità del Presidentedel Consiglio ed intorno alla quale vi èstata una lunga lotta negli anni passati.La legge delle procedure, infatti, dietro que-sto suo nome dimesso, è una legge fonda-mentale che muta rapporti di potere, peresempio, tra Ministeri, che crea strumenticapaci di coordinare la politica economica,che dà al Ministero del bilancio e dellaprogrammazione e più ancora al Comitatointerministeriale della programmazione eco-nomica dei poteri necessari alla guida dellapoJitica di piano.

Voi potrete discutere sul fatto se sianopoteri sufficienti o insufficienti; si potrà di-scutere sulla idoneità della legge, (interru-zione dall'estrema sinistra), ma certamentenon potete nessuno disconoscerne !'impor-tanza e l'urgenza. Ecco perchè dico chebisogna farla subito. I poteri che la leggesulle procedure delinea possono essere di-scussi in Parlamento, esaminati, approfon-diti, modificati: questo è un discorso aperto.Noi stessi, debbo dirlo, sentiamo l'esigenzadi un certo numero di modi,fiche alla leggeche è stata presentata dal Governo Leonee che si discosta in alcuni punti, per esem-pio proprio sul problema delle regioni, dal-la legge da me presentata nella scorsa legi-slatura. Altri approfondimenti possiamo an-cora fare alla luce della successiva espe-rienza, ma credo che dobbiamo dirci cheè giunta l'ora di affrontare questo proble-ma, altrimenti bisogna avere ben chiara laconseguenza di un ulteriore ritardo: la po-litica di piano rischia di essere una meraprevisione difficilmente attuabile nellarealtà.

Dobbiamo inoltre dire che questo proble-ma di dotare dei necessari strumenti la po-litica di piano con la legge sulle procedure,è collegato anche al rafforzamento delle al-tre strutture della programmazione: biso-gna che vengano potenziate, rinnovate, resepiù forti, a partire dallo stesso Ministero del-la programmazione che è stato faticoso co-struire, ma che ha ancora bisogno di mag-gior forza e di uomini, perchè, dinanzi allosviluppo della politica di piano, esso è ini-doneo, così come si trova oggi, ad adem-

piere a tutte le sue responsabilità. Ricordoper esempio ~ e questa è una esperienzadiretta ~ come sia stato difficile metterein moto la cosiddetta programmazione con-trattata, non tanto per difficoltà politiche,ma per la mancanza di personale, che do-veva essere un personale scelto, qualificatoe numeroso abbastanza per seguire i varisettori delle attività economiche, i vari pro-blemi del Mezzogiorno e così via.

Lo stesso si può dire per gli altri istitutidella programmazione (l'ISCO, gli istitutistatistici) che abbisognano di potenziamen-to, di rinnovamento, di rafforzamenlo. Ab-biamo fatto un'esperienza un po' amara:noi, Governo e Parlamento, abbiamo vo-luto costituire l'

{{ Istituto studi dellaprogrammazione» come uno strumentosvincolato dalle pastoie dei vecchi con-trolli burocratici, affinchè potesse muoversirapidamente, dinamicamente, attrarre for-ze intellettuali giovani, capaci di dare uncontributo vivo alla politica di piano; po-co per volta invece noi lo vediamo mi.nacciato di essere inghiottito proprio inquel meccanismo di controllo burocraticoe già si è reso difficile il suo cammino.

Ecco dunque che anche nella politica dipiano noi dobbiamo prestare la massima at-tenzione, con la massima urg,enza, ai pro-blemi della costruzione degli strumenti perattuarla.

Nella legislatura scorsa noi mettemmo inmoto, con la conferenza triangolare sull'oc-cupazione e quella sul lavoro femminile,un meccanismo che, attraverso la collabora-zione dialettica e libera dei sindacati,dei datori di lavoro e del Governo, dovevadar vita ad un processo democratico perl'attuazione dei grandi obiettivi del piano,il primo dei quali è appunto quello dellapiena occupazione, strettamente connessocon l'obiettivo dello sviluppo del Mezzo-giorno. Ebbene, da queste conferenze nac-que !'idea, che ricordavo prima, della COll-trattazione programmata per condurre gliinvestimenti, nel dialogo costante tra Go-verno, imprenditori e sindacati, sul binariodel piano. Questo indirizzo deve essere ri-preso e con vigore se appunto vogliamoattuare l'obiettivo della piena occupazione.

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Senato della Repubblica ~ 2993 ~ V Legislatura

sO" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

Ed io devo dire che noi ormai siamo statidi fronte ad una sosta troppo lunga e chenon può essere ulteriormente procrastinata.

Una politica di piena occupazione richie-de fra l'altro anche un'intensa opera delMinistero del lavoro per affrontare la situa-ZIOne di crisi dei vari settori. A questo pro-posito raccomandiamo la pronta attenzionesu due settori che appaiono particolarmentetoccati dalla situazione attuale: il settoretessile, per cui siamo in attesa della ripre-sentazione della nuova legge, ed il settoredello zucchero. Una azione del Ministero ènecessaria per sollecitare la creazione dinuovi posti di lavoro ed il mantenimentodegli attuali laddove si producono crisi lo~cali. È necessario altresì procedere allacreazione di quel sistema di sicurezza so-ciale che è un preciso impegno del piano,ma che esige un notevole sforzo da partedel Governo e del Parlamento. La legge sul-le pensioni che il Governo ha annunciatopensiamo che si debba vedere in questoquadro e the debba essere intesa come unatappa di questo processo di costruzione delsistema di sicurezza sociale e non già comefine a se stessa. La sicurezza sociale esigeuna vasta opera in due campi essenziali,in quello della previdenza ed in quello del-la sanità. Noi vorremmo che fossero tenutiben presenti entrambi. Ci auguriamo anzidi sentire parlare dei problemi della sa-nità di cui ~ non potendo si evidentementeparlare di tutto ~ non si è parlato affattonel discorso di presentazione del Governo.Noi sappiamo che questi due aspetti sono lt:due facce della costruzione del sistema del-la sicurezza sociale. E proprio per la gra-vità e l'importanza del oompito che essoha sulle spalle noi auguriamo al nuovo Mi-nistro del lavoro, al nostro compagno Bro-dolini, un fecondo lavoro; così l'augurIo no-stro va anche al nuovo Ministro della ~anità,af.finchè i due aspetti del problema della si-curezza siano portati contemporaneamenteavanti.

La garanzia dei diritti dei lavoratori nellafabbrica dovrà coronare questa opera nelcampo dei rapporti di lavoro con una legge,da farsi al più presto, che si riallacci alla l'i.forma stessa dello Stato dando al lavoro la

dignità di libera esplicazione dell'attività delcittadino.

Il terzo grande problema, veramente chia-ve, è quello della scuola, e noi siamo d'ac-cordo con la priorità da accordare alla lÌ.forma universitaria. Attendiamo adesso che,al di là dei princìpi che sono stati elencatie che ci sembrano interessanti ed impor-tanti, si giunga all'elaborazione dei testinecessari per attuare questi stessi princìpi.Pensiamo che sia intanto necessario agirecon misure immediate e rapide in tuttoquel vasto terreno dove la stessa legisla-zione attuale consente un'azione decisa dirinnovamento.

Dinanzi alla contestazione che dilaga nel-la scuola, noi dobbiamo saper dare la rispo-sta giusta con la costruzione della nuovauniversità democratica; ed è una risposl8che esige di essere data al più presto. Peròvogliamo anche sottolineare l'urgenza dellariforma della scuola media superiore, per-chè evidentemente non può restare unastrozzatura anacronistica in un sistema sco-lastico riformato ai due estremi: quellodella scuola media dell'obbligo e quello del-l'università. È evidente che il problema del-la ,scuola media superiore rischia di diven-tare come l'anello mancante di un sistema:se noi non riuscissimo a chiudere al piùpresto questa catena di riforma potremmocompromettere l'intero sistema della scuo-la rinnovata.

Così raccomandiamo di prestare una par-ticolare attenzione all'istruzione professio-nale, non solo perchè sono in corso anchein questo campo vaste agitazioni e occupa-zioni degli istituti professionali in tutta l'Ita-lia, ma perchè proprio nel quadro del di-scorso generale della politica di pieno im-piego, della politica di piano, della politicadi sviluppo economico del Paese l'istruzioneprofessionale è un ,elemento essenziale. Noisiamo ~ lo sappiamo ~ in una situazionedivenuta ormai anacronistica anche in qU(o-sto campo, con competenze divise fra ilMinistero del lavoro e il Ministero dellapubblica istruzione, con titoli che si equi-valgono e non si equivalgono, che apronoe non aprono la possibilità di ulteriori studisuperiori, insomma con un'incertezza e, di-

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Senato della Repubblica ~ 2994 ~ V Legislatura

17 DICEMBRE 1968soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

ciamo, una disorganizzazione, una mancan-za di coordinamento che debbono essere alpiù presto eliminate. Noi vogliamo pensareche anche qui sia possibile chiudere unafase di preparazione della riforma che è du-rata a lungo.

Dobbiamo infine esprimere la nostra con-cordanza ed approvazione per una serie didecisioni che il Governo ha annunciato, co-me quella della presentazione della leggeper i rendiconti della Federconsorzi, !'in-chiesta sui servizi di sicurezza nel luglio del1964, il referendum, l'Alto Adige, la revi-sione del Concordato, mentre troviamo cor-retta l'affermazione del Presidente del Con-siglio che là dov,e (come sul terreno dd rap-porti di famiglia e del matrimonio) non c'èun accordo fra i partiti di Governo, debbaessere libero il Parlamento e debbano es~c-re liberi i partiti e i Gruppi nel Parlamell todi dare la soluzione che la maggioranza delParlamento vorrà.

Un particolare rilievo ha il programma. dipolitica estera. Si è cercato di dire, soprat-tutto da parte comunista ed in genere dallaestrema sinistra, che il programma nelcampo della politica estera non sala nunreca novità ma anzi è nettamente COll-servatore. Ora, innanzi tutto io cr.;do chesi debba sottolineare come la presenza diun ministro socialista al Ministero degliesteri sia garanzia di una politica di pacee di distensione. Tale è stata infatti !'ispi-razione dell'opera politica dell'onorevoleNenni in tutta la sua vita. (Commenti dal-l'estrema sinistra). In secondo luogo dob-biamo dire che il programma di Governo haconfermato la volontà dell'Italia di agiresu tutti gli scacchieri come fattore di pacenei punti critici del mondo, dal Vietnam alMedio Oriente; certo con le possibilità limi-tate che il nostro Paese ha, che purtropponon sono determinanti, ma facendo peròuso di tutte queste sue possibilità. Il pro-gramma di Governo ha dato dell'Alleanzaatlantica quell'interpretazione difensiva egeograficamente delimitata che risponde og-gi ad un'esigenza di mantenimento dell'equi-librio della pace nel mondo. Non c'è dub-bio, infatti, che noi possiamo continuare adauspicare ~ e come socialisti l'auspichia-

ma e vogliamo lavorare per giungervi ~ il

superamento dei blocchi contrapposti; manon c'è dubbio altresì che nella situazioneodierna la pace si garantisce attraverso ilmantenimento dell' equilibrio fra i blocchiesistenti.

Ecco perchè ci pare che in un mondoche è organizzato così come oggi è orga-nizzato, in cui certo non si hanno di fronteal Patto atlantico delle politiche del Pattodi Varsavia caratterizzate da riduzioni diarmamenti o da riduzioni di forze, un'inter-pretazione così precisa dell'Alleanza atlan-tica, delimitata geograficamente, ripeto, eintesa come strumento difensivo, rispondanon ad uno spirito offensivo, 'ma alle esi-genze difensive.

P E R N A. Nelle dichiaraziÙ'ni dell'ono-revole Rumor si dice: «Resta inteso che iproblemi che si pongono fuÙ'ri dell'area at-lantica, e che non siano comunque Ù'ggettodi preventivo. esame da parte dei Governialleati, saranno esaminati in riferimentoagli rinteressi del Paese e al tema fÙ'nda-mentale dell'equilibrio mondiale. . . )}.

,P I E R A C C I N I. Io credo. infattiche ogni problema debba essere oggetto dipreventivo esame. Sarebbe un nonsenso seil Governo ci dicesse che tutti i problemial di fuori di questa area del Patto non sa-ranno nemmeno oggetto di un preventivo.esame. Sarebbe una singolare posizione dipolitica estera. (Interruzioni del senatÙ'rePeJYnae del senatore Valori).

PRESIDENTEtore Pieraccini.

Continui, sena-

P I E R A C C I N I. Non potete certo 50-,stenere che l'azione dell'Italia anche neglianni passati sia stata un'azione bellidsta,un'azione nOonindirizzata alla ricerca dellapace e a favorire la distensione.

A L BAR E L L O. Siete stati le mo-sche cocchiere del conflitto arabo-israelia-no. (Richiami del Presidente).

,

P I E R A C C I N I. Non siamo statiaffatto le mosche cocchiere del conflitto ara-bo-israeliano.; noi abbiamo difeso. gli in-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 2995 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ter,essi della pace nel Medio Oriente (ap'"plausi dalla sinistra) perchè abbiamo con,molta chiarezza difeso il diritto all'esisten~za del popolo d'Israele, ma abbiamo anchedetto che la difesa dell'esistenza del popo~lo d'Israele non passa certo attraverso loschiacciamento del mondo arabo o attra~verso la sopraffazione e lo sfruttamentodel mondo arabo. Con molta chiarezza inparticolare noi socialisti ~ e ci saremmo.augurati che tutti avessero fatto così ~ ab~

biamo detto che la pace passa anche in,quel caso non attraverso le armi, ma attra~verso 1'aocordo e la coesistenza pacifica de~gli arabi e degli israeliani. (Applausi dallasinistra e dal centro).

La forte sottolinea tura della necessità diuna politica di unità democratica dell'Euro~pa e di parteoipazione ad essa della GranBretagna riconferma del resto la nostra vo-lontà di operare per creare nel mondo unnuovo equilibrio fondato non soltanto sul~la pace, ma sulle forze democratiche chedella pace debbono essere le garanti.Pernoi socialisti infatti la causa della pace èstrettamente congiunta alla causa della li~bertà e la nostra azione nel Governo, nelParlamento, in ogni sede lin cui possiamoessere presenti è sempre stata e sarà sem~pre la difesa della libertà dei pO'poli, do~vunque essa sia conculcata o sia minaccia~ta: in Grecia e in Brasile come mesi fa inCecoslovacchia, dovunque e in qualsias~ al~tra Paese si ripeta la minaccia alla libertà.

Siamo dunque, nonostante le scelte diprecise priorità ~ così come questo mio di~scorso, necessariamente sintetico, è venutoillustrando ~ dinnanzi ad un compito com~plesso e difficile e ad un programma vastoche ci impegna tutti ed impegna certo inprimo luogo la maggioranza, consapevoleche un fallimento di questa esperienza apri~r,ebbe una crisi gravissima e toglierebbe,per dirla con le parole del Presidente delConsiglio, ogni «credibilità» alle forze de~mocratiche.

Ma il programma impegna anche le oppo~sizioni, a partire proprio dall'opposizionecomunista; infatti, al di là dei giudiZJi sullapolitica generale, al di là dei giudizi sul pro~gramma ed anche al di là di ogni confusione

tra maggioranza e opposi2Jione, che non gio-verebbe certamente alla necessaria dialetticademocratica, lo sforzo per creare una societànuova, una scuola nuova, una piena occupa~zione nell' eliminazione degli squilibri territo~riali del Paese, una sicurezza sociale, impegnatutti. Giustamente il Presidente ha osservatoche una maggioranza deve essere autosuffi~ciente, altrimenti non esiste, si dissolve ecrolla, ma egli ha anche osservato che essanon deve chiudersi ad un dialogo costrut~tivo ed all'apporto costrutviva den'opposi~zione. È questo un discorso s'erio, è questa,la ricerca, in un'ora così difficile del Paese,

\

di un dialogo che, anche nella divergenzaa volte profonda delle apinioni, sia co-struttivo e dia al Parlamento una nuo~va capacità di lavoro, un lavora fatto ap-punto di un esame serio delle proposte co~strutti.ve da qualunque parte vengano. Cisono molti campi ~n cui è necessario che simanifesti questa volontà concreta di costrui~re insi,eme con uno sf.orzo democratico, inuna Italia che superi questa crisi che è insie~me di crescenza e di arretratezza, che ri~sponda alle esigenze del tempo nuovo, incui, al di là delle divisioni ideologiche e po~litiche, si possa lavorare insieme nel Parla~mento per la soluzione di gravi problemia partire, come ricordavo prima, dal funzio-namento stesso degli organi parlamentari,con una volontà di renderli strumenti dina-mici per l'opera di rinnovamento, al fine digiungere allo sviluppo di una politica eco-nomica e sociale del Paese che assicuri lapiena occupazione e alla creazione del siste~ma di sicurezza sociale.

Eoco un impegno per tutti. perchè l'orache passa richiede !'impegno di tutti. Per-ciò noi del Gruppo socialista del Senatosentiamo le pesanti responsabHità che ab-biamo sulle spalle; sentiamo la crisi pro-fonda che attraversa la società italiana, enon vogliamo essere una forza puramentenumerka, un elemento da registrare nelcomputo dei voti della maggioranza. Laadesione che diamo al Governo è r ade~sione di un Gruppo che vuole essere inveceuna forza viva, propulsiva, di stimolo delGoverno stesso e di tutti i pubblici poteriin questa opera difficile che ci attende. Vo-

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Senato della Repubblica ~ 2996 ~ V Legislatura

soa SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

gliamo essere un elemento che partecipaattivamente ed in prima persona, con ilproprio contributo, alla costruzione della,società nuova che è l'esigenza dell' ora. Inquesto spirito noi diamo il nostro voto alGoverno con l'augurio che operi rapida-mente ed energicamente sulle linee trac~ciate dal programma. E noi, attraverso ilnostro lavoro, la nostra opera, cercheremodi far sì che le speranze del popolo italianonon siano deluse. (Vivi applausi dalla sini~stra. Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Lombari. Ne ha facoltà.

L O M BAR I. Onorevole Presidente,onorevole Presidente del Consiglio dei mi-nistri, onorevoli senatori, sarei lieto di poterdare alla valutazione conclusiva della fati-cosa gestazione del Governo dell'onorevoleRumor l'apporto del mio voto favorevolesenza alcuna riserva di natura politica, dinatura programmatica, di natura struttura-le; ma con rammarico sono costretto a fa-re dei rilievi che sono utili a tutti, princi-palmente al Governo. Per cui sono solleci-tato subito, onorevole Rumor, a soffermar-mi brevemente sulla struttura del suo Go-verno, richiamando la sua attenzione suquanto è accaduto nel dosaggio della sceltadei ministri e dei sottosegretari e per il fat-to che sono state disattese le indicazioni deidirettivi dei Gruppi parlamentari e perchèè a conoscenza del Parlamento, della stampae dell'opinione pubblica che questa scelta hacostituito un Governo che presenta evidentisquilibri regionali di rappresentanza parla-mentare dei partiti governativi, in particolarmodo della Democrazia cristiana, i cui grup-pi hanno manifestato il loro disappunto, of-fuscando così prima della nascita ufficialel'orizzonte politico del suo Governo, che habisogno di serenità e di efficienza per realiz~zare gl'immensi impegni programmatici as-sunti dinanzi al Parlamento.

Sono sicuro però, signor Presidente, che lasua ben nota volontà e capacità politica, ric~ca di esperienza a tutti i livelli, saprà correg-gere profondamente questi obbligati dan-nosi abituali dosaggi e questi squilibri re~

gionali della rappresentanza politica, impe-gnando i suoi ministri a tenere continui con-tatti diretti con i parlamentari in modo darecepire facilmente tutte le esigenze della no-stra comunità nazionale, con particolare dili-genza e preferenza per quelle regioni insuf-ficientemente rappresentate nel Governo, inmaniera da dare lampante prova che il suoGoverno è un Governo nazionale, che amagovernare con giustizia e con eguaglianzaassoluta su tutto il territorio nazionale peril bene supremo delle nostre popolazioninell'assoluto rispetto e nel pieno adempi-mento alla norma costituzionale. (Interru-zione del senatore Albarello).

M A S C I A L E. Lo dica al suo capo-gruppo! (Richiami del Presidente).

L O M BAR I. Signor Presidente, mirendo conto della gravità delle mie profondepreoccupazioni, ma con estrema franchezzadebbo dichiarare che sarebbe assai più gra-ve se, indulgendo ad un erroneo criterio disolidarietà e venendo meno a quei doveridi lealtà cui ci lega la fiducia accordataci dal-l'elettorato, non venisse sottoposta alla suaattenzione una realtà assai triste, e cioè chei contrasti delle vite di uomini e di correntipolitiche hanno deteriorato e rallentato ilpasso di marcia del centro-sinistra, indebo-lendo il credito, il consenso e la fiducia versola formula, con il rischio di aprire una brec-cia nello schieramento democratico metten-do in serio pericolo la Democrazia italiana.

Signor Presidente, per convalidare quantovado dicendo ed anche per l'avvenire del suoGoverno è opportuno prendere in seria va-lutazione la cronistoria delle conseguenze del-l'esito in sede regionale delle elezioni po-litiche del 19-20 maggio dell'anno 1968, percui, pur avendo dato l'elettorato italiano una

'larga maggioranza alla formula ed ai pro-grammi di centro-sinistra, non fu possibilericostituire un governo tripartito perchè latensione fra i partiti della maggioranza par-lamentare e governativa della precedente le-gislatura si aggravò fino al punto da sfociarein una pericolosa e profonda crisi politicae ministeriale. In tal modo venne offuscatonel nostro Paese in maniera abbastanza pe-

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V LegislaturaSenato deUa Repubblica ~ 2997 ~~

17 DICEMBRE 196850" SEDUTA (pomerzd.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sante e pericolosa l'orizzonte democraticoper le discordie politiche, per gli scontri po~lemici, per i contrasti di valutazioni o di opi~nioni talvolta aspri e talvolta anche giustio poco apprezzabili per l loro nsvoltI perso~nalisticI tra gli uomini e le correnti politi~che dei partiti della stessa maggIOranza dicentro~smistra della passata legislatura.

Inoltre bisogna ammettere che al fondodella crisi politica inseritasi sulla crisi mi~nisteriale o VIceversa c'è uno stato di ma~lessere e di insoddisfazione dell'opinionepubblIca nazionale, di cui abbiamo ognigiorno testimonianze sempre più allarman~ti dovute alla mancata soluzione degli im~menSI problemi della nostra società, cheoggi si trovano dinanzi al suo Governo; alcu~ni di essi in mani-era addirittura di preminen~za assoluta; primo tra tutti la rivalutazionee la difesa dello Stato e della vita democrati~ca della nostra Repubblica; immediatamentedopo vengono i problemi economici e so~ciali; le pensioni; la sanità, la riforma uni~versitaria e della scuola media superiore;le regioni a statuto ordinario; la democra~tizzazione della vita dello Stato e dei rap~porh socialI; l'instaurazione dI un nuovorapporto nel mondo del lavoro e nelle azien~de tra Imprenditori e lavoratori; i maggio~ri investimenti per nuovi posti di lavoro;il rilando globale della politica economicameridionalista; la necessità impellente dimigliorare la nostra agricoltura col1inareche attraversa una profonda crisi; la rifor~ma previdenziale; la regolamentazione deldiritto di famiglia; eccetera.

Onorevoli senatori, Il Governo del1'onore~vale Rumor, dinanzI a tutti questi immensiproblemi, che sono fondamentali per unoStato di diritto e che richiedono più legisla~ture per la loro realizzazione, ha preferitoselezionare i problemi plil urgenti ed allar~'manti formulando così un programma dipriorità: la riforma delle università e dellascuola media superiore, le regioni a statutoordinario, la continuità e la stabilità dellapolitica economica con maggiori investI~menti per nuovi posti di lavoro; le pensio~ni, la riforma tributana, la riforma dellaprevidenza sociale

Manca nella dichiarazione programmaticade] nuovo Governo dell'onorevole Rumor,

con mia somma meraviglia, la riforma sani~taria, della cui necessItà ed urgenza parle~rò brevemente in seguito.

Onorevoli colleghi, molte di queste leggidel programma del nuovo Governo già so~no state portate nella passata legislaturadinanzi all'attenzione ed all'approvazionedel Parlamento ed a mio modesto modo diosservare esse non solo assorbiranno tuttoil tempo della V legislatura, che già si è ri~dotto approssimativamente a quattro anni,ma richiederanno per l'approvazione defi~nitiva una forte e limpida volontà politicada parte del nuovo Governo di centro~sini~stra dell'onorevole Rumor, meritandosi co~sì quella fiducia, oggi abbastanza scossanell'opinione pubblica, di cui abbiamo as~soluto bisogno per fare entrare gli allarman~ti fermenti della coscienza popolare, speciedelle giovani generazioni, in una nuova so~cietà più giusta nel riconoscimento dei la~vori e delle necessità dell'uomo, più eguali~taria nelle esigenze economiche delle variecomponenti della comunità nazionale, piùschietta e solidale nei rapporti umani, piùferma e decisa nella condanna dell'ipocrisia,della violenza e degli abusi di poteri.

Signor Presidente, facilmente può con~vincersi che il mio intervento sulle comu~nicazioni del suo Governo è sincero e bre~ve, anche per il tempo gentilmente conces~somi dal mio Gruppo: non è un interventodi opposizione o di contrasto per svilire ilsuo difficile operato, ma serve Ul11camentea richiamare l'attenzione di tutta la nostraclasse politica responsabile, perchè nel no~stro Paese sta accadendo, da qualche tem~po in qua, che i riflessi delle crisi politicheministeriali delle forze democratiche nelgiuoco dei loro rinvii, delle loro esitazionie della loro incapacità di parlare un 1in~guaggio univoco schiettamente democrati~co, finiscono per servire a deteriorare e col~pire involontariamente e duramente, se nonmortalmente, la nostra democrazia parla-mentare repubblicana.

Onorevoli colleghi, a mio modesto parere,oggi, la formula di Governo di centro~sini~stra non solo è assolutamente necessaria,ma essa esige anche una in discutibile sta~bilità, che deve essere garantita da una for~te unanime volontà politica in modo da po-

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V LegislaturaSenato de.z!a Repubblica ~ 2998 ~

17 DICEMBRE 196850" SEDUTA (pomend.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

ter realizzare l'impegno programmatico delnuovo Governo, che la nostra società, inpiena agitazione ed evoluzione, attende an-siosamente pèr dare alla comunità nazio-nale una organizzazione politica, economica-sociale evo Iuta e progredita nel lavoro, nel-la sicurezza sociale, nella giustizia, nella di-gnità umana, nella libertà.

Questo mio intervento, signor Presidente,sulle dichiarazioni pro grammatiche e strut-turali del primo effettivo Governo organicodella V legislatura, (perchè il secondo Go-verno Leone è stato un Governo di attesaper far decantare e chiarire la nostra offu-scata situazione politica in seguito all'es1toelettorale del 19-20 maggio 1968), non è unintervento sterile e polemico, ripeto ancorauna volta, ma esso serve a giustificare laconcessione della mia sincera e spontaneafiducia; però per le valutazioni da me espo-ste essa è una fiducia critica, ma utile e ne-cessaria non solo per tutta la nostra class€'politica parlamentare e governativa respon-sabile, ma anche per le opposizioni, e diestrema destra e di estrema sinistra.

Signor Presidente, a questo punto è op-portuno domandarci se i sei mesi approssi-mativi del secondo Governo Leone hannochiaramente e definitivamente sgombratol'orizzonte democratico politico post-eletto-rale del maggio 1968 dalle nubi che lo offu-scavano! La sua autorevole comprensionemi consentirà certamente di esporre il miomodesto personale parere: dubito; mfatti,basta citare, come del resto ho fatto, la cro.nistoria della vita politica dei partiti di cen-tro-sinistra di questi ultimi mesi e delladifficilissima gestazione del suo Governoper dubitare della stabilità della volontàpolitica. Questa volontà politica di cui ilsuo Governo ha assoluto bisogno per rea-lizzare almeno il suo programma priorita-rio deve essere stabile e di lunga durata, inmaniera da rimuovere i miei dubbi, le mieperplessità.

Sinceramente parlando, mi auguro, signorPresidente, di essere smentito dai fatti con-creti non solo per il nostro avvenire demo-cratico, ma anche per il bene supremo del-la nostra comunità nazionale, che attendespasmodicamente da molti anni una vitaserena, laboriosa, giusta e libera.

Signor Presidente, nella esposizione del-l'ordine di priorità del suo programma nonha fatto alcun accenno alla riforma sani-tana, che è fondamentale per la sicurezzasociale. Per non tediare gli onorevoli colle-ghi e lei, tralascio, per adesso, tutti gli al-tri problemi prioritari del suo programma,di cui possiamo discutere in seguito nei det-tagli per una loro migliore soluzione; nonposso, però non soffermarmi brevementesulla mancata inclusione nel suo program-ma prioritario della assoluta necessità del-la riforma sanitaria per dare ul'gente corso alcapitolo settimo della sicurezza sociale del-la programmazione, approvato dal Parla-mento nella passata legislatura.

Signor Presidente nel nostro Paese, leorganizzazioni, le strutture e le competenzesanitarie indispensabili per tutelare la sa-lute pubblica si presentano ancora OggI di-sorganizzate nei mezzi, nelle strutture emaggiormente nelle competenze, pur aven-do costituito circa dieci anni or sono e pro-priamente nell'agosto 1958, per volontà emerito del Presidente del Consiglio dei mi-nistri pro tempore onorevole Fanfani, sem-pre sensibile interprete delle esigenze sani-tarie di una società sana sotto ogni aspetto,il Ministero della sanità con la legge 15 mar-zo 1958, n. 296, pubblicata nella GazzettaUfficiale del 24 aprile 1958. Però il tan toatteso Ministero della sanità, ancora oggi, èsprovvisto degli strumenti e delle sue spe-cifiche competenze indispensabili per la vi-gilanza e tutela della salute pubblica e del-1'individuo secondo la norma costituzionaledell'articolo 32 della nostra Costituzione re-pubblicana. In Italia non è difficile consta-tare che l'azione dello Stato nel campo sa-nitario non ha quell'efficacia, quella coeren-za e quella funzionalità che dovrebbe avere,perchè la competenza statale in questo cam-po è ancora frazionata fra i diversi Mim-steri, quali specialmente il Ministero dellavoro e della previdenza sociale, l'Ammini-strazione dell'interno ed altri oltre al Mini-stero della sanità.

Questo frazionamento, con conseguente

dispersione di mezzi, è una delle principaliragioni della confusione della nostra attua-le assistenza sanitaria, con il disagIO e le in-soddisfazioni non solo per le organizzazioni

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Senato de,zza Repubblica V Legislatura~ 2999 ~

17 DICEMBRE 196850' SEDUTA (pomend.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sanitarie e della classe medica, ma anchedella nostra popolazione nazionale partico~larmente di quella sofferente.

In uno Stato moderno e specie nella Re~pubblica italiana, essenzialmente fondata sullavoro ed in cui la popolazione attiva è,nella stragrande maggioranza, formata damasse di lavoratori, l'igiene e la sanità dellavoro non possono pIÙ essere considerateoggi avulse dalla igiene e dalla sanità gene~

l'aIe della popolazione e della singola per~sona.

Per queste brevi e fondamentali con~siderazioni di natura strettamente sanita~na, mi permetto dI invitare il Governo del~

1'onorevole Rumor ad impegnarsi di pre~sentare, al più presto, m Parlamento, un di~segno dI legge che attui 1'auspicata unifica~zione presso il Ministero della sanità, cuispetta istituzlOnalmente la competenza pri~maria e generale di tutte le competenze dimateria sanitaria ed affine ancora spettantiad altre amministrazioni civili dello Stato.

Onorevole Presidente, onorevoli senatori,l'esame e l'approvazione di questo dIsegnodi legge è urgente, perchè esso è indispen~salbile per dare efficace corso al capitolo 7°della sicurezza sociale della programmazio~ne, eliminando così dannose interferenze dipluralità di organismi, tra loro spesso inconcorrenza, avendo la stessa funzione: in~fatti nella passata legislatura molto spessosi sono verificati conflitti di competenza dan~nasi ed insanabili in diversi Ministen, coriparticolare frequenza ed asprezza tra il Mi~nistro del lavoro e previdenza sociale e Mi~nistro della sanità.

Onorevole Presidente, onorevoli senatori,avviandomi alla conclusione del mio mode~sto e breve intervento, dovuto anche allabrevità del tempo gentilmente concessomidal mio Gruppo, mi permetto, dopo averabusato abbastanza della vostra pazienza ebontà, di formulare i più vivi e sinceri au~guri per un efficiente proficuo lavoro al Go~verno di centro~sinistra dell'onorevole Ru~mar, il quale oggi si trova dinanzi ad im-mensi problemi ed al piÙ difficile banco diprova, impegnando correnti politiche e uo~mini qualificati a prendere posizioni chiaree decise sulle COse concrete e sulle urgenti

esigenze economiche, sociali e politiche, del~la nostra comunità nazionale.

Sono sicuro, però, signor Presidente, chela sua volontà e la sua capacità politica, ric~ca di lunga e profonda esperienza, sapràguidare con mano forte e sicura il suo pri~mo Governo organico di centro~sinistra del~la V legislatura e così saggiamente da far~gli superare brillantemente la difficile e du~ra prova, per il bene supremo della nostracomunità nazionale e della democrazia par~lamentare della Repubblica Italiana. (Ap~plausi).

P RES I D E N T E È iscritto a par~lare il senatore Tortora. Ne ha facoltà.

* T O R T O R A. Signor Presidente, in~nanzitutto, in via del tutto eccezionale, vo~glio esprimere 1'adesione del Gruppo sociali~sta alle proposte del senatore Giraudo, rela~tivamente ai tre noti decreti~legge, due pergli alluvionati e uno per il pagamento del~1'mtegrazione del prezzo all' olio di oliva.

Con questo mio intervento, molto breve eschematico, non valuterò il senso globaledelle dichiarazioni programmatiche espresse,per conto del Gov,erno, dall'onorevole Ru~

mol', ma intendo soltanto toccare un proble~ma specifico da sottoporre all'attenzione delGoverno per la sua delicatezza ed anche perla sua gravità. Sono certo, d'altronde, che ilsaper collocare problemi specifici nell'ambi~io del contesto generale, delineato secondola volontà politica espressa dal nuovo Go~verno, rappresenti un fatto positivo, cioè unmetodo di lavoro concreto.

Il problema che 10 esporrò si riferisce allasituazione del settore bieticolo~saccarifero,problema che si pone con immediatezza, eche esige per la sua natura, per la realtà cheesso offre, un intervento energIco di caratte~re nsolutivo perchè, se per un qualsiasi mo~tIVO dI incertezza venisse abbandonato a sestesso, potrebbe offrire aspetti inquietanti

La situazione attuale del settore è ben no~ta: VI sono state massicce azioni sindacali,sostenute da significative manifestazioni, lar~gamente unitarie, di solidarietà delle popola-zioni interessate.

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V LegislatUlaSenato della Repubblica ~ 3000 ~

soa SEDUTA (pomend.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

Recentemente, il gruppo Eridania ha deci~so di licenziare 410 operaI stabili e di trasfe~rime altri 132. Tale misura, però, è l'ulti~ma, in ordine di tempo, dI tutta una serie diprovvedimenti cosiddetti di ristrutturazione,che hanno già provocato altri numerosi li~cenziamenti e la smobilitazione di taluni sta~bilimenti; il che significa la cessazione di unaimportante fonte di lavoro per molte mi~gliaia di lavoratori stagionali che nell' agri~coltura non possono trovare il pieno soddi~sfacimento delle proprie esigenze sociali.Quest'operazione di ristrutturazione è statacondotta dall'Assozucchero in modo gra~duale.

In provincia di Ferrara, che è la mia pro~vincia, sono stati chiusi ben cinque impor~tanti stabilimenti, uno dopo l'altro, nel girodi pochi anni, approfittando soprattutto delfatto che il monopolio saccarifero ha potu~to imporre il proprio disegno programmati~co senza essere ostacolato, senza essere co~stretto neppure ad una trattativa concretacon le altre forze interessate al processo diristrutturazione di un così importante set~tore economico e sociale.

I lavoratori e i produttori agricoli si sonocosì sempre trovati di fronte al fatto com~piuto, senza poter disporre di efficaci mezzidi pressione idonei a modificare questo di~segno, o meglio, a imporre calcoli e relativefinalità secondo gli interessi preminenti del~la collettività.

Quando un problema poi viene lasciato aisoli rapporti di forze, fra le parti in contra~sto, si può facilmente rilevare, nel nostrocaso, che i lavoratori e nello stesso tempo icontadini vengono automaticamente a tro~varsi in una condizione di inferiorità, poichègli operai agiscono in stabilimenti aventi at~tività produttive stagionali, per cui, termina~ti i lavori di campagna, viene a mancare co~me mezzo di pressione l'arma dello sciopero,mentre per i produttori dI bietole il loropotere contrattuale è così scarso, così facil~mente ricattabile, anche in rapporto alla po~litIca di contingentamento, che non possonomai, così come non hanno mai potuto, jm~porsi per la tutela dei loro mteressi.

Pertanto, di fronte al procedere SIcuro,freddo e sistematico dell'azione degli indu~

striali, i lavoratori, i produttori, le popola~zioni ed i loro orgal11 rappresentativi hannoreagito nell'unico modo possibile: respingen-do fermamente i licenziamenti, occupando lefabbriche e assicurando agli occupanti la piùlarga solidarietà.

Il problema ha così aoqmsito una nuovadimensione, cioè la dimensione più giustasul piano politico: non più azione difensivaed episodica fatalmente condannata all'esau~rimento, ma presa di posizione frontale edunitaria, tale da non poter essere Ignoratae comunque tale da far saltare i piani delmonopolio saccarifero, che nel corso del~l'estate e dell'autunno aveva fatto i calcolibasandosi sulla particolare e delicata situa-zione politica italiana.

L'estate e l'autunno sono trascorsI, le at~tese superate. Oggi noi ci troviamo di fl'ontead un Governo che SI presenta con una fisio~nomia e con una volontà politica organichee ben precise. A questo Governo, a nome delGruppo socialista, a nome dei lavoratori edei contadini, io sottopongo lo scottante pro~blema, invitando anzitutto alla meditazionesu taluni aspetti significativI, cioè su quegliaspetti programmatici esposti dallo stessoPresidente del Consiglio, m rapporto allapolitica di programmazione che si dimostrav,eramente valida se è in grado di affronta~re e risolvere questioni come questa.

L'onorevole Rumor ha affermato, a nomedel Governo che chiede la nostra fiducia, chela politica della programmazione ruota in~torno all'asse della piena occupaZIOne. Orbe~ne, è invece da rilevare che il monopolio sac~carifero, agendo in senso del tutto autono~mo, ha attuato una politica dI ristrutturazio~ne per conseguire la massima efficienza spe~culativa sul piano nazionale ed anche euro-peo, ottenendo minon costI di produzione,non soltanto tramite una maggiore raziona~lizzazione degli impianti, ma anche e soprat-tutto con il minor carico possibile di costisociali, facendo cioè pagare l'operazione ailavoraton ed ai produttori di bietole da zuc~chero. Ciò facendo, ha agito assolutamenteindisturbato e in assoluto dispregio del cri~teri fissati dalla politIca di plano.

Noi abbiamo affermato che abbiamo volu~to e che vogliamo una programmazione de~

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V LegislaturaSenato della RepubblÙ Cc ~ 3001 ~~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mocratica, che la politica di piano non si fasoltanto calcolando esattamente le diversevariabili che condizionano lo sviluppo eco~nomico, ma puntando soprattutto sullo sfor~zo che deve essere chiesto a tutto il Paese,a tutti i cittadini, ciascuno nell'ambito delleproprie responsabilità e delle proprie possi~bilità, chiamando tutti alla democratica edattiva partecipazione alle decIsioni program~matiche.

Orbene, dobbiamo obwttlvamente con~ta~tare che, nel caso specifico, abbiamo inveceil disegno programmatico di un'industriasettoriale a carattere monopolistico che peròinfluenza per i suoi nflessl l' economia na~zionale, impostata e portata alla sua faseesecutiva senza che intervenisse la condizio~ne posta dalla politica di piano, oggi leggedello Stato. In altn termini, Il meccanismoprevisto da questa polItIca, che noi intendIa~ma come una svolta di grande portata ri~spetto a metodi che ponevano il mondo dellavoro e quello agricolo al margini dei cen~tri decisionali, non è scattato, cioè le deci~SlOm degli imprendItori sono state adottateumlateralmente ed OggI dovrebbero esseresoltanto subìte dai lavoratori e daI produt~tori agricoli.

Faccio rilevare ai rappresentantI del Go~verno che già nei mesi scorsi l' Assozucche~ro ha rifiutato di sottoscrivere un impegno,già concordement,e elaborato negli incontritriangolari, di discutere l programmi plunen~nali di ristrutturazione, provocando con ciòi noti scioperi unitari nazIOnalI delle cate~gorie dei lavoraton. Sono venuti quindI i li~cenziamenti e la chiusura ancora di altristabilimenti. Siamo perCIò al cospetto di unmondo imprenditonale che, per tradizione,ammette soltanto la protezIOne e l'aiuto del~lo Stato, ma che ritiene incomprensibile enaturalmente inaccettabile qualsIasi manife~stazIOne o metodo che possa mettere in di~scussione i propri obiettIvI e le proprie fì~nalità.

Per ciò, signon Mimstri che vi accingetead affrontare compitl gravosi e difficili, que~

sto problema rappresenta un banco di pro~

va. Sappiamo che la politIca di programma~ZlOne nell'era del mercati sovrannazIOnali,

nell'era del progresso tecnico deve esserecomunque fatta; si deve stabIlire chi la fa eper conto di chi. O la fanno o la impongonodeterminati circoli imprenditoriali e finan~ziari secondo i loro interessi, oppure la pro~grammazione è democratica. In questo caso10 Stato guida lo sviluppo economico orien~tando le scelte pubblIche e private per eli~minare squilibri e contraddizioni della no~stra sOCIetà, appunto quegli squilibn deter~minati dalle forze dI mercato lasciate a sestesse. E non voglio fare la triste storia, bennota a tutti, dell'industria saccarifera ita-liana.

NOI socialisti non dubitiamo di questaazione di guida e di orientamento del nuo~va Governo; essa sarà perseguita, ne siamocerti, con la massima energia. Però oggi, difronte alla realtà che ho sommariamenteesposto, chiediamo con energia, per le esi~genze che essa pone, che il Governo dia pro~va immediata di questa sua volontà ricon~ducendo la vertenza entro la logica della po~litica di piano.

Secondo l'opinione di noi socialisti ~ chedel resto è l'opinione espressa dai sindacatie, sul piano locale, da tutti i partiti, esclusisoltanto quelli (peraltro incerti e confusi)che per la loro natura politica sono i difen-sori degli interessi del monopolio saccari~fero ~ si tratta innanzi tutto di agire per ot~tenere dagli industriali il ritiro dei licenzia~menti e di ripostare la vertenza al suo puntodi partenza, benchè la situazione sia già com~promessa dai precedenti numerosi licenzia~menti e dalle smobilitazioni di stabilimentigià effettuate negli anni scorsi e anche nel~

l'anno in corso.n Governo dovrebbe poi prendere deci~

sioni Immediate avocando a sè il diritto dimtervento e di controllo sui piani di ristrut~turazione del settore saccarifero convocandouna riunione o una conferenza di tutte leforze interessate alla positiva soluzione deiproblemi del settore. Si deve considerareche secondo il piano settennale di ristruttu~razione dell'industria saccarifera sono pre-visti da parte dello Stato contributI all'in~dustria stessa per oltre 80 miliardi di lire.Inoltre a questa industna verranno erogatigli aiuti di adattamento previsti dal Regola~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3002 ~

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

mento comunitario. Orbene, riteniamo im-pensabile, secondo l nostri stessi impegnipolitici, che per tale processo di ristruttura-zione, fatto anche con i soldi della colletti-vità, le scelte e le relative decisioni esecuti-ve siano lasciate in esclusiva agli industria-li, portati fatalmente ad agire secondo la lo-gica del massimo profitto. Questi aIUti, uni-tamente al meccanismo per le ripartiziomdel contingente fissato all'Italia dal MEC,debbono essere invece strumenti di pressIO-ne, non già per una visione semplicistica omassimalistica del problema, ma per l'attua-zione di una politica seria di potenzIamen-to del settore bietlcolo-saccarifero, secondola realtà nazionale ed europea che ci sta difronte. Pertanto SI dovrebbe condizionare lacorresponsione del contributI dello Stato edegli aiuti comunitari, per l'adattamento eper la diminuzione del costI, a garanzie diprecise contropartite per quanto riguarda ilmantenimento dell'occupazione della mano-dopera, essendosI gIà raggiunto, a seguitodelle precedenti misure di organizzazione, unelevato grado di rendimento del lavoro a tut-to scapito dei livellI dI occupazione. Par al-lelamente si pone Il problema della bietiLOI-tura rapportato al contmgente di produzio-ne dello zucchero stabilito dagli organismicomunitari.

Non starò in questa sede ad analizzaretale problema, però riteniamo, onde evitaregravi contraccolpi nelle zone agricole inte-ressate e per le quali ancora non si apronoaltre prospettive produttive, che si impon-gano iniziative energiche per ottenere la re-visione del livello di contingenze della pro-duzione dello zucchero, sicchè, scusatemi iltermine francese, sia elevato ad un plafondrapportato al fabbisogno del consumo na-zionale pl'evisto, per il 1970, ad oltre 15milioni di quintali.

Inoltre, per la difesa stessa del bieticolto-re, debbono essere i comitati regIOnali della

programmazione, unitamente agli enti di svi-

luppo, a determinare, secondo un piano ela-borato in sede dI programmazione naziona-le, i contingenti per singole fabbriche in

str,etta connessione con le carattenstiche

agronomi'Che e produttive delle varie zone.

Infine, signori Ministri da queste vicendee da tutte quelle che si sono registrate nel-la tormentata storia di questo settore (tor-mentata naturalmente per i contadini e peri lavoratori), è maturata nella coscienza ditutti i democratici l'esigenza di perveniregradualmente alla pubblicizzazione dell'in-dustria saccarifera. In un recente convegno,tenuto a Ferrara ed al quale hanno parteci-pato i rappresentanti politici e i parlamen-tari di tutte le parti, sono state preannun-ciate proposte di legge da socialisti, demo-cristiani e comunisti per il conseguimentodi questi obiettivi. L'industria saccarifera hasempre rapinato l'agricoltura. I produttoriagricoli hanno un potere contrattuale irri-levante e questa industria SI è rafforzata epotenziata al tranqUIllo tepore del protezio-nismo di Stato.

Oggi paghiamo questi erro n e li paga lacollettività non già gli azionisti. Ieri, nel-l'ambito del riconoscente protezionismo fa-scista, con la vendita dei soli sottOprodOttI,venivano coperti i costi di produzione. Tut-to il resto era profitto netto. Si sono costrui-te fortune colossali mentre l'agricoltura pian-geva così come piange tuttora. Oggi, con

l'aiuto dello Stato e con quello comunita-rio, si vorrebbe porre nparo a questa doratapigrizia modernizzando e strutturando il set-tore, rendendolo competitivo, agendo ancorauna volta soltanto ai danni della collettivItà.Ieri, come oggi, i contadini che sono i piùnobili protagonisti di questa storia sono an-cora una volta i più sacrificati, l più dImen-ticati: il loro reddito è eloquente.

Signor Presidente, signori Ministn, nellamia provincia per lo svolgersi drammaticodella vertenza, i sindaci di Ferrara, Iolanda,Bondeno ed Argenta hanno requisito le fab-briche occupate dagli operai.

Il consiglio di amministrazione dell'EnteDelta padano, che è un organismo democra-tico perchè rappresentativo, ha unanimemen-te deliberato di essere disposto a gestire glizuccherifici e ne ha chiesto l'autorizzazioneal Ministero dell'agricoltura.

Esso lo gestirà per conto dei produttoridi bIetole, cioè degli eterni dimenticati, diquelli che invece dobbiamo con la nostra

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3003 ~

17 DICEMBRE 196850a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

politica elevare a nuova dignità. Questa è lastrada giusta. Imbocchiamola con questoprimo atto facendo concedere dal Ministerodell'agricoltura l'autogestione all'Ente di svi~luppo Delta padano e, se sarà il caso, agli al~tri enti di sviluppo, se la situazIOne avrà unasua evoluzione. A questo proposito vale lapena di ricordare che con la politica di pia~no ci siamo proposti di determinare entro uncerto periodo di tempo la parità di redditofra l'agricoltura e gli altri settori. Questapolitica, per l'urgenza posta dalla realtà, habisogno di iniziative concrete. Riteniamo,secondo le nostre e le altrui esperienze, chenon si potrà mai conseguire questo scopo senon consentiremo, attraverso appropnatI in~terventi, al produttore di aggiungere al red~dito agricolo quello commerciale ed indu~striale. Per ora la maggior parte della tortaè stata goduta soltanto dal mondo indu~stnale. E noi tutti conosciamo le condizionidella nostra agricoltura a causa di questotipo di politica. I pochi risultati III questocampo sin qui ottenuti sono modesti ma si~gmficativi. Gli enti di sviluppo esprimono alriguardo le iniziative più interessanti e posi~tive; si muovono però fra molte difficoltàfinanziarie e troppe incertezze. Oggi noi ab~biamo la possibilità di esprimere la nostraconvinzione politica, la nostra decisione pro~grammatica compiendo questo doveroso attoche è insIeme atto dI coerenza verso la po~litica da noi stessi propugnata e di ripara~zione verso categorie alle quali troppo pocoè stato dato, in cambio della loro insostitUl~bile fatica. Per questo problema esiste unostato di tensione e vi è un'attesa.

Non vi è dubbio che il nuovo Governo in~tenda dare una risposta positiva a questetensioni e a queste rivendicazioni che sono diper se stesse la proiezione della volontà de~mocratica di progresso del nostro Paese. Seil Governo saprà muoversi dinamicamente suquesta strada, del resto indicata nel pro~gramma, avrà compiuto un atto di grandeportata e di grande significato; avrà cioè di~mostrato, capovolgendo la tendenza, che lapolitica di centro-sinistra è in fase di rilancioed è ancorata con piena sensibilità a quegliinteressi dalla cui soluzione dipende il pro~gresso civile e democratico del nostro Paese.

Di ciò noi socialisti siamo convinti, e perciò,come ha detto il compagno Pieraccini, nu~

triamo fiducia e guardiamo con speranza alfuturo, solidali e uniti con gli operai e icontadini in lotta per un domani miglioree soprattutto più giusto. (Applausi dalla si~nistra).

P RES I D E N T E. Non essendovialtn iscritti a parlare, dichiaro chiusa la di~scussione sulle comunicazioni del Governo.

RinvIO il seguito del dibattito alla prossi~ma seduta.

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E. Si dia lettura del~le interrogazioni pervenute alla Presidenza.

S A M A R I T A N I, SegretarlO:

ARGIROFFI, POERIO, PELLICANO', TRO~PEANO. ~ Al Ministro del lavori pubblicIed al Mlnlstro per gli interventi straordinarInel Mezzogiorno e nelle zone depresse delCentro.Nord. ~ Per sapeve se sono a cono"

scenza del f<atto che, a causa delle pioggecadute nella prima decade di dicembre 1968,un torrente di fango ha invaso gran partedell'abitato dI Bagnara, in provincia di Reg~gIO Calabna, distruggendo abitazioni, botte~ghe artigiane e commerciali, travolgendosuppellettili, attrezzature e prodotti, danneg~giando la rete idrica e fognante di gran par~te den'abitato stesso.

Per sapere se sono a conoscenza del fattoche a provocare tanti danni, che gli interro~ganti valutano a centinaia di milioni di lire,siano stati i materiali di sterro che la impre~sa costruttrice del tratto dell'autostrada so~vrastante Bagnara, invece di trasportare amare, ha riversato nel letto del torrente Sfa..lassà, turbando così notevolmente il delicatoequilibrio idrogeologico ddla zona e provo~cando rotture negli argini e nei collettorid'aoqua potabile che fiancheggiano il gre~to del fiume.

Per conoscere quali provvedimenti si in~tendano adottare per risarcire i danni veri~ficatisi, per dare una casa e una bottega

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Senato della Repubblico ~ 3004 ~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

artigiana a quanti le hanno perdute, peraccertare cause e responsabiJità dei danniprovocati e per mettere in condizioni i1 co~mune di provvedere immediatamente al riat-tamento e alla ricostruzione della rete idri~ca e fognante e delle strade. (I. o. ~379)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta

ABENANTE, PAPA, BORSARI. ~ Al Mi~nistro della pubbltca istruzwne. ~ Sullamancata attuazione dell'articolo 13 della leg~ge del 1951, n. 1551, che, indipendentementedalle rimostranze della Corte dei conti, hacreato e mantiene una situazione di disagio,incertezza e sperequazione fra le varie cate-gorie del personale non insegnante delle uni~versità.

Le delibemzioni sostitutive del decretointerministeriale adottate dai consigli diamministrazione dei singoli atenei, senzariferirsi agli abusi che spesso sono stati evengono pratioati con esse, hanno creatouna situazione assurda tra la popolazionestudentesca che, a prescindere dalla sede diiscrizione, dovrebbe ~ come per legge ~

corrispondere diritti di segreteria in misurauguale.

Gli mterroganti chiedono di conoscerequando s'intende dare attuazione al provve~dimento che, com'è noto, è stato in linea ge~nerale concordato con le organizzazioni sin~dacali confederali e che trova la iJJogica edinteressata opposizione di una sparuta asso~cia2?ione autonoma di impiegati amministra~tivi appoggiata da quella costituita per l'oc~casione dai direttori amministrativi, questiultimi di persona legalmente responsabiJidella grave e persistente violazione di leg-ge. CI.s.~942)

ABENANTE, PAPA, BORSARI. ~ Al Mi~nistro della pubblica istruzione. ~ Per co~

nascere quale destinazione hanno avuto ifondi stanziati, per l'ampliamento dei ruoliorganici del personale non insegnante delleuniversità per gli anni 1966, 1967 e 1968per circa 10 mi1iardi di lire, dalla legge31 ottobre 1966, n. 942.

In rapporto alle economie realizzate sutali stanziamenti, per i1 ritardo e l'inadegua~tezza dei provvedimenti predisposti dal Mi-nistero, che, aggravando la già precaria si~tuazione delle università, hanno provocatouno sciopero generale del personale, gli in~terroganti chiedono dI conoscere se non re~puti opportuno corrispondere:

a) al personale tecnico e subalterno gli

arretrati per il prolungamento arbitrariodell'orario di servizio continuato da sei a set-te ore giornaliere pmticato fino al maggio1967;

b) a tutto il personale un {{ premio inderoga}} nella considerazione che i servizi

sono stati assicurati con particolare sacri-ficio.

L'importo restante, ad integmzione deifondi per il corrente esercizio, potrebbe es~sere destinato alle università per ripar~tido, tenuto conto del personale a caricodel bilancio, tra gli istituti. CI. s. ~ 943)

RENDA. ~ Al Mmlstro del lavoro e dellaprevidenza sociale. ~ Per conoscere se ilMinistro creda giusto ed anche possibile chegli infermieri delle sedi INAIL di Caltanisset-ta, Enna ed Agrigento siano costretti a esple~tare orari di lavoro di 24 ore su 24 per tur~ni ininterrotti di 7, 15 ed anche 25 giorni.Quali che possano essere le specifiche esi~genze di servizio, anche gli infermieri INAILsono cittadini e padri di famiglia come altrilavoratori ed hanno dintto al tempo libero,non fosse altro che per soddisfare le normalineoessità de]]a vita quotidiana.

L'interrogante in ogm caso sollecita daparte del Ministro un tempestivo mterventoatto a migliorare il vigente orario di lavorodei detti infermieri. CI. s. ~ 944)

PALUMBO, ARENA. ~ Al Ministro del-l'interno. ~ Per conoscere la sua opimonee quella del suo Dicastero sulla Raccoman~dazione n. 533, relativa alla sincronizzazionee armonizzazione delle operazioni di censi~mento in Europa, approvata dall'Assembleaconsultiva del Consiglio d'Europa, nella ses-sione di settembre 1968 ~ su proposta della

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Senato della Repubblica ~ 3005 ~ V Legislatura

17 DICEMBRE 196850" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Commissione della popolazione e rifugiati(Doc. 2422) ~ ed in particolare per sapere

se intenda chiedere al suo collega del Mi-nistero degli affari esteri di assumere, inseno al Comitato dei ministri del Consigliod'Europa, un atteggiamento conforme allerichieste formulate dall'Assemblea e dareistruzioni in tal senso al suo rappresentantepermanente in detto Comitato.

Gli interroganti chiedono altresì attraver-so quali iniziative, in sede italiana, il Mini-stro intenda venire incontro alle richiesteformulate in detta Raccomandazione. (I. s -945)

BOSSO, PERRI. ~ Al Ministro senza

portafoglio per la ricerca scientifica. ~

Per conoscere il punto di vista suo e delsuo Dicastero sulla Raccomandazione nu-mero 536 e sulla Risoluzione n. 381, rela-tive alla cooperazione europea nel campospaziale, approvate dall'Assemblea consul-tiva del Consiglio d'Europa nella sessionedi settembre 1968 ~ su proposta della Com-missione della ricerca scientifica e tecno-logica (Doc. 2451) ~ ed in particolare persapere se intenda chiedere al suo collegadel Ministero degli affari esteri di assume-re, in seno al Comitato dei ministri delConsiglio d'Europa, un atteggiamento con-forme alle richieste formulate daltl'Assem-blea e dare istruzioni in tal senso al suorappresentante permanente in detto Comi-tato. (I. s. - 946)

CHIARIELLO, MASSOBRIO. ~ Al Mini-

stro della sanità. ~ Per sapere se non in-tenda invitare il Ministro degli affari esteria dare istruzioni al rappresentante perma-nente italiano in seno al Comitato dei mini-stri del Consiglio d'\Europa affinchè vengaquanto prima data attuazione alla parte del-la Raccomandazione n. 539 sulla sicurezzastradale ~ approvata il 27 settembre 1968dall'Assemblea consultiva del Consiglio d'Eu-ropa, su proposta della sua Commissioneeconomica ~ nella quale si chiede che in se-no al Comitato europeo della sanità, esisten-te presso il Consiglio d'Europa, vengano in-

tensificati gli studi sulle conseguenze di cer-te malattie sul comportamento dei guidator~di automobili. (I. s. - 947)

FINIZZI, ARENA, PALUMBO, VERONE-SI. ~ Al Ministro di grazia e giustizia. ~Per sapere le ragioni per cui il Comitatodei ministri del Consiglio d'Europa non haritenuto di dar corso alla Raccomandazionen. 513 ~ approvata dall'Assemblea consul-

tiva di detta organizzazione il 31 gennaio1968, su proposta della sua Commissionegiuridica ~ nella quale si chiede a dettoComitato di prendere le disposizioni neces-sarie alla conclusione di un Protocollo ag-giuntivo alla Convenzione europea dei dirittidell'uomo con il quale venga conferito allaAssemblea il diritto di investire la Commis-sione europea dei diritti dell'uomo, previstain detta Convenzione, di ogni infrazione allenorme della Convenzione stessa che l'As-semblea ritenga imputabili a una delle altreparti contraenti.

Gli interroganti chiedono altresì di cono-scere quale è stato l'atteggiamento italianoin materia, in seno al Comitato dei ministri,e, in particolare, se il Ministro non sia fa-vorevole a questa Raccomandazione e nonintenda chiedere al Ministero degli affariesteri di dare istruzioni al proprio rappre-sentante in seno al Comitato dei ministrinel senso di riproporre quanto prima alloesame di questo le proposte dell'Assemblea.(I. s. - 948)

GERMANO', CHIARIELLO, VERONESI.~ Ai Ministri della pubblica istruzione e del-la sanità. ~ Per conoscere, in relazione allaRaccomandazione n. 539 sulla sicurezza stra-dale ~ approvata il 27 settembre 1968 dal-

l'Assemblea consultiva del Consiglio d'Euro-pa, su proposta della sua Commissione eco-nomica ~ quali sono i provvedimenti cheessi intendono prendere per dare attuazionealla Risoluzione n. 64 (12) del Comitato deiministri del Consiglio d'Europa, in cui si rac-comanda l'introduzione dell'insegnamentodella sicurezza stradale in ,tutte le scuoled'obbligo e con l'approvazione della quale

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Senato della Repubblica ~ 3006 ~ V Legislatura

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

l'Italia ha oontratto un preciso obbligo in-ternazionale.

Come è stato fatto rilevare nelle relazionie nei documenti che accompagnano questaed analoghe raccomandazioni di organismiinternazionali, molte migliaia di bambini aldi sotto dei 15 anni perdono annualmente lavita in Europa in seguito a incidenti automo-bilistici, sì che questi dati statistici e i1 con-tinuo aumento del traffico rendono ormaiurgente e indilazionabile l'adozione, anchein questo campo, di provvedimenti efficaci.

Gli interroganti chiedono altresì se i dueMinistri interrogati non intendano invitareil Ministro degli aHari esteri a dare istruzio-ni al rappresentante permanente italiano inseno al Comitato dei ministri del Consigliod'Europa perchè venga soddisfatta la richie-sta, formulata nella citata Raccomandazio.ne, di un anticipo della Conferenza sull'in-segnamento della sicurezza stradale, previ-sta per il 1970 e il 1971. (I. s. - 949)

MINNOCCI. ~ Ai Ministri dei lavoripubblici e dell' agricoltura e delle foreste.~ Per conoscere quali provvedimenti in-tendono prendere per eliminare gli incon-venienti dI carattere idraulico che si mani.festano in modo assai grave lungo H corsodel fiume Fibreno, e in modo particolarenel tratto che attraversa il territorio deicomuni di Broccostella, Sora e Isola delLiri, con ricorrenti inondazioni di campicoltivati e di case di civile abitazione. (I.s. - 950)

MINNOCCI. ~ Al MÌ/tistro per gli inter-venti straordinari nel Mezzogiorno e nellezone depresse del Centro-Nord. ~ Per sa-pere se, in occasione della redazione deipiani dei comprensori di sviluppo turistico« Fiuggi e Monti Ernici », «AbI'uZZO e Mo-lise» e « Circeo, Campi Flegrei e Isole Pan-ziane », è possibile includere, nel perimetrodel primo, il territorio del comune di Ser-rone, nel perimetro del secondo il territo-rio dei comuni di Pescosolido, Sant'EliaFiumerapido, Viticuso, Acquafondata non-chè degli altri comuni della Valle di Corni.

no, che ne sono attualmente esclusi, e nelperimetro del terzo il territorio di alcunicomuni del cassinate, in armonia con leproposte in tal senso avanzate dall'EPT diFrosinone con il suo « schema di piano perlo sviluppo del turismo nella provincia diFrosinone» e con successive particolari se-gnalazioni. (I. s. - 951)

MACCARRONE Anf;onino. ~ Al Presiden-te del Consiglio dei ministri ed al Ministrodell'interno. ~ Per sapere se sono a cono-scenza della circolare che in questi giorni iprefetti stanno inviando ai sindaci e ai pre-sidenti delle provincie in ordine alla sospen-sione e decadenza degli amministratori co-munali e provinciali sottoposti, a procedi-menti penali.

Con una interpretazione paradossale degliarticoli 270 e 271 del testo unico del 1934,n. 383, si afferma in tale circolare che l'isti-tuto della sospensione deve ritenersi appli-cabile non solo al sindaco, ma anche agli as-sessori comunali e provinciali, ai consiglieriprovinciali e comunali ed ai componenti deiconsigli d'amministrazione dei consorzi edelle aziende municipalizzate. Con tale cir-colare, che richiama un non meglio specifi-cato parere del Consiglio di Stato ~ peral-

tro da considerarsi non vincolante ~ ven-gono invitati i destinatari ad esaminare laposizione dei singoli 'consiglieri ed a provve-dere in conseguenza.

La gravità di un siffaf;to orientamentoemerge chiara se si considera quali conse-guenze potrebbero derivare sul piano dellaviolazione e del turbamento della volontàdel corpo elettorale e del carattere rappre-sentativo che i consigli elettivi hanno, poichèil semplice rinvio a giudizio di un consiglie-re sarebbe sufficiente a modificare profon-damente l'equilibrio delle forze in seno adun Consiglio comunale: si tratta quindi diun chiaro espediente non già per garantireuna retta amministrazione, ma per incideresulla stessa composizione degli organi elet-tIvi.

Si chiede quindi di conoscere quali prov-vedImenti in particolare il MmIstro dell'in.terno intende prendere in proposito per evi-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 3007 ~

50a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 DICEMBRE 1968

tare un intervento di tale gravità e per ri~portare intanto, in visione di adeguati prov~vedimenti legislativi, l'interpretazione dellenorme citate ~ peraltro da ritenersi non invigore ~ entro i limiti sinora riconosciuti,

nel senso cioè che la sospensione deve sem~mai ritenersi operante soltanto nei confron~ti del sindaco e degli assessori se e in quan~to sottoposti a procedimento penale. (I. s. ~952)

Ordine del giornoper la seduta di mercoledì 18 dicembre 1968

P RES I D E N T E. Il Senato torneràa riunirsi in seduta pubblica domani, mer~

coledì 18 dicembre, alle ore 9,30, con il se~guente ordine del giorno:

I. Seguito della discussione sulle comunica~zioni del Governo.

II. Discussione del disegno di legge:

Autoriz2)azione all' esercizio provvisoriodel bilancio per l'anno finanziario 1969(370). (Relazione orale).

La seduta è tolta (ore 21,50).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei reF)conti parlamentari