SENATO DELLA REPUBBLICA · GALANTE GARRONE GATTO Eugenio '~MARIS..... ROMAGNOLI CARETTONI Tullia...

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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 25a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO MERCOLEDì 2 OTTOBRE 1968 Presidenza del Presidente FANFANI, indi del Vice Presidente GATTO INDICE CONGEDI , . . . . . . . . . . . Pago 1455 DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione . . . . . 1455, 1487 Approvazione da parte di Commissione per~ manente . . . . . . . . . . . . . . 1487 Deferimento a Commissione permanente in sede referente . . . . . . . . . . . 1456 Deferimento a Commissioni permanenti in sede deliberante . . , . . . . . . . . 1455 Seguito della discussione: « Delega al Presidente della Repubblica per la concessione di amnistia e di indulto» (23-Urgenza), d'iniziativa del senatore Co~ dignola e di altri senatori: PRESIDENTE CODIGNOLA FINIZZI GALANTE GARRONE GATTO Eugenio '~MARIS . . . . . ROMAGNOLI CARETTONI Tullia 1486, 1487 1476 1473 1482 1486 1469 1486 SALARI , . . . , . TOMASSINI . . . . V ALSECCHI Pasquale INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI Annunzio di interpellanze Annunzio di interrogazioni PARLAMENTO Convocazione in seduta comune . . PER LA MORTE DEGLI ONOREVOLI ET. TORE TIBALDI ED EDGARDO LAMI STARNUTI Pag, 1465 1461 1486 1487 1489 1455 PRESIDENTE . . . . . . . . . o. 1460 DI PRISCO . . . . . . o. 1456 * GONELLA, Ministro di grazia e giustizia 1460 MaRINo . . . . . . . . . . o. 1457 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del dì- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SI!!<rATO (1150)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

25a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDì 2 OTTOBRE 1968~~~~~~~.~~~

Presidenza del Presidente FANFANI,

indi del Vice Presidente GATTO

INDICE

CONGEDI , . . . . . . . . . . . Pago 1455

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione . . . . . 1455, 1487

Approvazione da parte di Commissione per~manente . . . . . . . . . . . . . . 1487

Deferimento a Commissione permanente insede referente . . . . . . . . . . . 1456

Deferimento a Commissioni permanenti insede deliberante . . , . . . . . . . . 1455

Seguito della discussione:

« Delega al Presidente della Repubblica perla concessione di amnistia e di indulto»(23-Urgenza), d'iniziativa del senatore Co~dignola e di altri senatori:

PRESIDENTE

CODIGNOLA

FINIZZI

GALANTE GARRONE

GATTO Eugenio

'~MARIS . . . . .ROMAGNOLI CARETTONI Tullia

1486, 1487147614731482148614691486

SALARI , . . . , .TOMASSINI . . . .V ALSECCHI Pasquale

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Annunzio di interpellanze

Annunzio di interrogazioni

PARLAMENTO

Convocazione in seduta comune . .

PER LA MORTE DEGLI ONOREVOLI ET.TORE TIBALDI ED EDGARDO LAMISTARNUTI

Pag, 146514611486

1487

1489

1455

PRESIDENTE . . . . . . . . . o. 1460DI PRISCO . . . . . . o. 1456

* GONELLA,Ministro di grazia e giustizia 1460MaRINo . . . . . . . . . . o. 1457

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del dì-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SI!!<rATO (1150)

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1455 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del Presidente FANFANI

P RES I D E N T E. La seduta è aper~ta (ore 17).

Si dia lettura del processo verbale.

DI VITTORIO BERTI BAL~D I N A, Segretario, dà lettura del pro-cesso verbale della seduta precedente.

P RES I D E N T E. Non essendoviosservaz1oni, il processa verbale è appra~vato.

Congedi

P RES I D E N T E. Ha chiesta cange~da il senatare Ballesi per giorni 15.

Non essendovi osservazioni, questo conge-do è concesso.

Convocazione del Parlamentoin seduta comune

P RES I D E N T E. Ricarda che do-mani 3 attabre, alle are 10,30, il Parlamen-ta si riunirà in seduta camune per prace~dere alla vatazione per la namina di unmembro del Consiglio superiare della ma-gistratura.

Annunzio di presentazionedi disegni di legge

P RES I D E N T E. Comunica che sa-na stati presentati i seguenti di,segni di leg~ge di iniziativa dei senatari:

T ANUCCI NANNINI. ~ « Modifica alla legge28 marzo 1968, n. 371, per quanto riguardail trattenimentO' in serviziO' a damanda de~gli ufficiali di complementO' dell'Esercito,della Marina e dell'Aeronautica}} (209);

TRABUCCHI. ~ « Integraziani e modificheaHe dispasiziani sulle pensiani di guerra afavare delle vittime di vialenza carnale adapera di forze armate aperanti per fatti at-tinenti alla guerra}} (210);

FORMICA. ~ « Autarizzazione alla venditadi prodaHi chimici e di specialità medicina-li per usa odantoiatrico}} (211);

FORMICA. ~ « Norme relative al persana-le delle ferrovie della Stato cansiderata mi-litarizzata ai sensi del regia decreta~legge30 marzo 1943, n. 123}} (212);

SMURRA. ~ «Modifiche alla legge 3 feb~brraia 1951, n. 53, relativa alla disciplina del~la distribuziane, al minor prezzo possibile,di generi di prima necessità per i dipendentie i pensionati statali }} (213);

SAMARITANI, PIVA, BRAMBILLA, FERMARIEL~

LO, MAGNO, BaNATTI, VIGNaLO, ABBIATI GRECO'

CASaTTI Dolores, BERTaNE e FusI. ~ « Modi~

fica della legge 2 aprile 1968, n. 424, conte-nente nuove narme sulla disciplina dell'ap-prend1st3Jto }} (214).

Annunzio di deferimento di disegni di leggea Commissioni permanenti in sede deli.berante

P RES I D E N T E. Camunica che iseguenti disegni di legge sona stati deferitiin sede deliberante:

alla la Commissione permanente (Affaridella Presidenza del Cansiglia e dell'in~tema):

« Costituzione del Camitata nazianale perla celrebrazione del cinquantesimo anniversa-rio della Vittoria e autarizzazione di spesaper la realizzaziane del programma di mani~festazioni}} (203), previa parere della saCammissiane;

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V LegislaturaSenato deUa Repubblica ~ 1456 ~

25a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

alla sa Commissione permanente (Finanzee tesoro):

« Semplificazione delle procedure catasta-li» (175), previo parere della 2a Commis-sione;

alla 6a Commissione permanente (Istruzio-ne pubblica e belle arti):

«Assegnazione di insegnanti ordinari delruolo normale presso enti operanti nel setto-re della scuola primaria» (185), previo pa-rere della 5a Commissione.

Annunzio di deferimento di disegno di leggea CQmmissione permanente in sede refe-rente

P RES I D E N T E. Comunico che ilseguente disegno di legge è stato deferitoin sede referente:

alla 6a Commissione permanente (Istru-zione pubblica e belle arti):

MURMURA. ~ «Immissione in ruolo degliinsegnanti laureati nella scuola secondariadi I e II grado» (183), previ pareri della Pe della Sa Commissione.

Per la morte degli onorevoliEttore Tibaldi ed Edgardo Lami Starnuti

D I P R I S C O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

D I P R I S C O. Signor Presidente,onO'revoli colleghi, il giO'rno 25 settembrescO'rsO', a CertO'sa di Pavia, nella sua abita~zione, si è spento il compagno, senatore Et-

tO're Tibaldi.È venuto a mancare un militan-te sO'cialista, un galantuomo, un gendluomo,un amico, un cO'llega altamente stimato eapprezzato. Nato a Bornasco in provinciadi Pavia il 19 novembre 1888, si iscrisse nel1907 al Partito socialista quando era stu-dente presso l'Università di Pavia. Primadella grande guerra 1915-18 partecipò, stu-dente universitario, alla campagna interven-

tista nel mO'do più corrispondente aHa suaalta educazione politica, espatriando nel-l'ottobre del 1914 in FranCIa per testimonia-re, unendosi alla compagnia Mazzmi a NIZ-za, la sua avversione agli imperi centrali,campioni allora dell'antidemocrazia.

Fu poi cO'mbattente nell'EsercitO' Italiano,negli adpini e nella fanteria, fu ferito, muti-

latO' di guerra, decO'rato.Dopo la laurea in medicina e chirurgia,

cO'nseguita alla fine della guerra, venne no-minato assistente effettivo all'Università diSassari, dove iniziò la professione nella qua-le tanto dedicò di sè a uomini e donne, gio-vani e anziani, specie alla parte più poverae bisognosa di larghe zone delle cO'ntradeove egli visse ed O'però. Assunse le funzionidi assistente universitario a Pavia nel 1919;vinse una borsa di studio per il perfeziona-mento all'estero e lavorò, specializzandosi aBruxelles, presso la scuola di patologia tro-picale. Nel ] 921 fu nO'minato aiuto di ana-tO'mia patologica presso l'Università di Pa-via. PrO'seguiva cO'sì la sua missione di pre-paratore dei giovani che attorno a lui, allasua alta figura di docente, di maestro sensi-bile alle loro ansie, ai 101'0 problemi dI stu-dio e di vita, si univano per apprendere no-zioni ed indirizzi non solo utili per la pro-fessione ma anche per la vita sociale e po-litica. Per dare maggiore concretezza a que-sta sua sensibilità nel 1926 fondò a Paviail movimento « Italia libera» ponendo cosìin modo chiaro ed aperto, in un periodonel quale la dittature fascista continuava aschiacciare libertà e democrazia, la testi-monianza di una sua battaglia politica chelo guidò per 62 dei suoi 80 anni di vIta. Ciògli valse, nel 1926, l'esonero dall'insegna-mento e dallo stipendio per antifascismo;pagò ancora una volta di persona, come sem-pre nella sua vita, in ogni occasione, e furo-no tante queste O'ccasioni nelle quali ancheil sO'pravvivere era in giocO', ma nO'n si tiròmai indietro. Fu così costretto a lasciare lacarriera universitaria e divenne primariomedico e diretto:re dell'O'spedale civile diDomodossola, dove rimase sempre sotto lasO'rveglianza della polizia.

All'inizio della lotta partigiana fu uno de-gli iniziatori del movimento partigiano del-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1457 ~

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

l'Os50Ia. Fu COlpItO da mandato di arrestonel dicembre 1943 e vi si sottrasse con ,laclandestinità mantenendo sempre uno stret~to legame con le formazioni partigiane, tan.to che il primo settembre 1944 fu chiamatoa presiedere la Giunta di Governo dellaLibera Repubblica dell'Ossola. Furono 45giorlll di Governo democratico popolare inuna piccola zona del Paese (tremila chilome~tri quadrati di territorio, 32 comuni e circa90 mila abitanti) nei quali fu mantenutol'impegno assunto dal presidente Tibaldi al~l'atto dell'insediamento: «Quand'anche do~vessimo durare tre giorni, cerchiamo di faretutto con lo stesso scrupolo come se potes~sima durare degli anni ».

In quel periodo furono assicurati i ri~fornimenti alimentari alla popolazione, iservizi civili, le comunicazioni aU'internodelle zone liberate ed ai passi di frontieracon la Svizzera. Fu assicurato H funziona~mento delle scuole, fu costituita una Guardianazionale a cui erano affidate la sicurezzapubblica e la giustizia. Tibaldi assunse sudi sè il compito di Ministro della giustiziae la sua guida fu così nobile e ferma che, purnell'incandescenza delle passioni della guer~ra civile durante l'occupazione dell'Ossola,non si verificò alcuna azione di rappresagliae non si ebbero nè una sentenza capitale nèuna esecuzione sommaria. VaI d'Os'Sola fu ilsimbolo dell' eroismo che pervadeva tutto ilpopolo italiano nelle battaglie per la sua re~denzione; primo lembo d'Italia democraticae repubblicana, la Repubblica dell'08sola ful'ardente manifestazione di quella inefrena-bile ansia di libertà, di democrazia, di giu~stizia delle masse lavoratrici e popolari eil presidente Tibaldi ne fu il fiero primorappresentante.

Primo sindaco di Domodossola liberata.entrò in questo Parlamento nel 1953, elettosenatore. Fu rieletto nel 1958 ed ancora nel1963. Egli assunse anche la carica di VicePresidente del Senato per un'intera legisla~tura (la terza) dal giugno 1958 al febbraio1963 e nella quarta fu riconfermato alla Vi-ce Presidenza del Senato nel periodo dalmaggio 1963 al 7 ottobre 1964, gi'Orno nelqUé1Jle egli diede Ie dimissi'Oni per essereconseguente con la scelta che fece di appar~

tenenza al Partito socialista italiano di unitàproletaria. Fu membro della Commissionesanità. Noi lo ricordiamo nella sua vestedi Vice Presidente del Senato e ~ me

l'O consenta signor Presidente ~ dobbiamoricordare come per questi lunghi anni il pre~sildente Tibaldi portò qui, nella dilI'ezione enella collaborazione col Presidente del Se-nato, quella sua stessa fierezza, quel suostesso senso di difesa delle istituzioni re~pubbHcane che lo avevano animato durantel 45 giorni della Repubblica dell'Ossola.

È così che lo ricordiamo anche quandoaderì al nostro partito, al Partito socialistadI umtà proletaria. Pur ormai avanti nel-l'età e minato già dal male che qualche annodopo doveva condurlo alla morte, egli sem~pre diede la sua nobile passione, H suo no-bile esempio. Aveva quell'incedere lento chetutti ricordiamo, quel suo passo dopo pas-so che io ho ritrovato anche giovedì scor-so, in occasione dei funerali e che è il passodei partigiani dell'Ossola, mentre lo porta~vano a spalla fino alla sua ultima dimora.Ebbene, il presidente Tibaldi insegnò anchea noi ad incedere sempre, andando avantisenza impazienze e senza frenesie, ma conla verma convinz:ione di essere sempre legatiagli ideali per i quali si crede e per i qualisi combatte. Alla città di Domodossola, aisuoi compagni di lotta partigiana ('Che sonotanti, uomini e donne, e sono affluiti anchela settimana scorsa, pur in una contrada lon-tana), alla sordla Maria, che così appassio~natamente gli stette vIcino per tanti anni,a tutti quanti i familiari rinnoviamo laespressione più sincera del nostro cordogliodI compagni per la perdita di un caro, valo-roso compagno e collega.

~

M O R I N O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

M O R I N O. SIgnor Presidente, ono~revoli colleghi, il Gruppo del Partito sociali~sta unifcato si associa, per la la scomparsadel collega TibaIdi, al cordoglio del Gruppodel Partito socialista di unità proletaria, ri-cordando le virtù di resistente e di vecchiosociaHsta del collega Tibaldi, e vuole qui

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25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

pure ricordare un altro collega scomparso danon molto, che non è più fra noi, assenteper sempre da quest'Aula: il collega e com~pagno senatore avvocato Edgardo LamiStarnuti.

Egli è mancato dopo lunga e penO'sa ma~lattJ:a nella SUa abitazione romana il 4 mag~gio ultimo scorso. Se ne è andato in silenzio,assistito dall'aff,etto della moglie e dei suoiquattro figli. Se ne è andato in un momentoparticolare della nostra vita nazionale, lui,intransigente combattente per la libertà eper la democrazia, proprio quandO' noi so~oialisti, alla vigiHa delle elezioni politichedel 19 maggio, sulle piazze e nelle contradedel nostro Paese andavamo ripetendo al~l'elettorato italiano che non vi è libertà sen~za democrazia e viceversa, proprio quandola sua voce e la sua penna sarebbero ancorastate validi'ssime per far sentire l'anelitosocialista, per un miglioJ1e avvenive del no~str'0 Paese, per una vera giustizia sociale, afavore delle classi lavoratrici.

Nato a Pontedera H 3 marzo 1887, il com~pagno Lami Star;nuti ha iniziato la sua vitapolitica, le sue esperienze con le organizza~zioni studentesche mazziniane, proprioquand'0, aH'inizio del secol'0, si sviluppavanel Carravese }l movimento repubblicano,contrapposto allo schieramento politico cheaveva le sue radici nel padronato. LamiStarnuti partecipò attivamente e per la suafede ed attività as'sunse posti di grande re~sponsabilità: a vent'anni ricopriva la carindi segretari'0 nazionale della Federazionegiovanile repubblicana, battendosi con laesperienza ormai acquiSlita per i problemidelle classi lavoratrici, in particolare per laclasse dei minatori, della quale egli si feceforte sost'enitore ed interprete, tanto da es~sere eletto prima consigliere comunale, quin~di sindaco di Carrara, dal 1914 al 1922.

Dobbiamo riconoscergli la tenacia e lapreparazione con cui dedicò tutta la suaattenzione alle esirgenze della città, riuscend'0ad ottenere dal Governo centrale la costru~zione del porto di Carrara, assumendo lacarica di Presidente sia per la costruz,ionesia per la gestione d~l medesimo.

I carraresi rieoJ:1dano e ricorderanno sem~pre l'amministrazione Lami Starnuti, per

quell'impulso dato dal sindaco Lami in pa,r~ticolare modo all'assistenza sociale, desti~nando allo scopo un'ahquota della tassa suimarmi per le pensioni di vecchiaia agli ope~rai occupati nelle cave.

In segui to fu consigliere provincialI e e perla sua professata fede antifascista fu tra iprimI perseguitati del fascismo, iniziandoquella dolorosa odissea che tanti altri, soloper essere assertori della libertà di pensieroe di parola, ebbero a subire. Direttore delsettimanale «La battaglia socialista )}, daRcenato Ricci, con il quale aveva tenacemen~te polemizzat'0, fu confinato. Dal 1926 alll928Lami Starnuti fu confinato poli:tico, primaa Favignana e poi, dopo un breve period.)trascorso a Ustica, a Lipari, dove ebbe mododi pvendere contatto con vari gruppi di an~tifascisti, tra i quali Carl'0 Rosselli, Maffi,Lussu, Beltramini.

Profondamente sigmficatirva e austera lasua risposta data durante Il suo trasfcrimen~to da Ustica a Lipari ad un commissario dlpubblica sicurezza che con modi sprezzantigli chiedeva che cosa ne pensasse lUli, avvo~cato, delle manette ai SUOI polsi. Rispostasemplice, s,ecca, significativa come detto:«Penso che i miei polsi onorino questiferri ».

Ultimato il canDino nel 1928, Lami si tra~sfed a Milano, dove esercitò la professioneforense specializzandosi nel campo civile edammini'strat'ÌV'o. In lui era però sempre im~periosa la fede antifascista e subito ri~prese i contatti ed i collegamenti con i grup~pi antifascisti capeggiati da La Malfa, Parri,Granchi, Bonfantini ed è nell'immediato pe~l'iodo di tempo che precede lo scoppio del~la seconda guerra mondiale che il compagnoLami, consIderate ormai superate le diffe~renziazioni tra scuola mazziniana e movi~mento di democrazia socialirsta, aderisce alPartito socialista.

Fu tra i primi che alla caduta del fasci~sma si preoccupò di costituire il Partito so~cialista. I sUOli amici fedeli, i suoi carraresidurante la campagna per la Costituente lorichiamavon'0 a Carrara e lo elessero depu~iato. Segretario del Gruppo parlamentaredel Partito socialista italiano, fu membrodella Commissione dei 75 per la preparazio~

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25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

ne della Carta costituzionale, portando conprofitto tutto Il cumulo del1a SUa esperienzanei dibattiti sulla pubblica Amministrazionee sulle autonomie locali.

Nel 1947, dopo la scissione di Palazzo Bar~berini, fece parte del Partito socialista de~mocratico italiano. Nel 1948 fu vice se~gretano politico. A Milano, OVe risiedeva,continuò ad occuparsi di problemi ammini~strativi. Nel 1956 venne eletto consiglier~provmciale di Milano e presidente dell'ECAdal 1957.

Lami Starnuti fu anche presidente dellaAccademia di belle arti di Carrara e preseviva parte alla vita artistica nel settore fi~gurativo.

Nel 1958 e nel 1963 venne rieletto senatoreddla Repubblica nel Partito sociahsta de~mocratico italiano e fu anche eletto nel col~legio Pi!sa~Carrara nelle elezioni del 1963,quale deputato, ma optò per il Senato dovefu eletto presidente del Gruppo del Partitosocialista demO'cratico italiano e presidentedella Commissione giustizia.

Nel 1958, fece parte del Governo Fanfanicome Mimstro per le partecipazioni statalie nel 1966 fu Ministro dell'industria con HGoverno Moro.

Dopo un anno e mezzo circa di permanen~za al MiniiStero dell'industria, Lami Starnuti,all'indomani dell'unità socialista, venivaeletto presidente del Gruppo senatoriale delPartito socialista unificato e cO'ntempora~neamente, ancora, presidente della Commis~siane giustizia. Purtroppo la salute comin~ciava in lui a far sentire il peso di unavita vissuta così mtensamente tanto da far~lo decidere a mettere a disposizione del Par~tito, in O'ccasione dell'ultimo Governo Moro,il mandato di Ministro ed in seguito quellodi presidente della Commissione giustizia.

Nobilissima a questo pmpO'sito la letteradel Pres1dente della Repubblica nella qualesono evidenziate le sue virtù di uomo di cul~tura, di vero socialista, di combattente perla democrazia. Alla vigilia delle elezioni delmaggio scorso scriveva al Presidente delPartito compagno Nenni di esonerarlo dallacandidatura.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ètoccato a me, a nome del Partito socialista

unificato, quale suo successore acl cO'llegioIV di Milano, di rievocare qui sommariamen~te e certo non adeguatamente la figura delcompagno senatore avvocato Edgardo LamiStarnuti. Verrei meno anche al dovere di ve~rità, ma soprattutto ad un'esigenza mIa spon~tanea, spirituale ~ e sono sicuro interprete

del sentimento di tutti i compagni ~ se nondicessi del compagno Lami quale fu la suadiligente opera di paDlamentaI1e, di giurista,di compagno, di maestro. In ogni dibattito,sia all'interno del nostro Gruppo, sia qui inquest'Aula, il senatore Lami ha sempre fattosentire la sua parola incisiva, mediatrice,componitrice nel contrasto delle idee; sti~mato anche dagli avversari, il cO'mpagno La~mi, con la sua condotta lineare e con la si-gnorilità delle sue espressioni, sapeva sempreportare per la sua pceparazione e per la su'J.esperienza valido cO'ntributo alla soluzion~di difficili problemi in special mO'do nel cam~

pO' giuridico per l'approfondita esperienzaprofessionale.

Nei contatti con i colleghi degli altri Grup~pi sapeva sempre dare quella impostazioneequilibrata e serena per cui ogni di'scussio~ne ed ogni disaccordo trovavano sempre ilgiusto cO'mponimentO' pur nel rispetto delleidee di ognuno. Quando lo andai a trovareal Policlinico, purtroppo già in gravi cO'ndi~ziO'ni di salute, e gli comunicai che il partitomi aveva designato suo successO're al quar~to cO'llegio di Milano, si mise a piangere estringendO'mi le mani mi raocomandò di sa~lutargli tutti i compagni della sua Mi.lano,delle sue sezioni, di battermi perchè i sooia~listi potessero moltiplicarsi, raccomandando~mi di dire ai colleghi del Senato che voleva

! bene a tutti, di ricordarlo a tutti, di scusar~lo se aveva mancato e se nO'n aveva compiu~to, come desidevara, tutto il suo dovere. Po~vero e caro Lami: presagiva la fine!

Non solo il nostro Gruppo, il Gruppo delPartito socialista unificato, ha perso un va~lentissimo compagno, un maestro, ma anchei,l Senato certamente sentirà il vuoto cheegli lascia. Giustamente ne fa fede il tele~gramma che il Presidente della Repubblicaha inviato alla vedova, nel quale tra l'altroè scritto: «Mi è caro ricoI1dare in questomomento doloroso le sue doti di probità,

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1460 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

di responsabilità profuse nella lunga e ono~rata attività di parlamentare e di uomo diGoverno, nonchè la sua indefettibHe fedeltàai comuni ideali di democrazia, di pace, digiustizia sociale ».

Signor Presidente, onorevoli colleghi, illutto che ha colpito il Gruppo senatorialedel Partito socialista unificata è lutto del Se"nato. La memoria di Lami Starnuti resteràcertamente viva e perenne tra quelH che lohanno avuto amioo sincero e fedele durantegli anni oscuri del nostro Paese, quando lalibertà era soffocata ed oppressa, durantela dittatura, e nelle nobiH, civili campetizio-ni svoltesi dopo b liberazione del nostroPaese.

Noi socialisti unificati ci inchiniamo rive~renti alla memoria del compagno Lami fa~cendo tesoro di quanto egli ci lascia ad in~segnamento e con fraterna solidarietà nelprovato dalore stringendaci attorno ai suoicari familiari preghiamo la Presidenza di vo-ler esternare alla famiglia il rinnovata cor~doglia ~del Senato.

P RES I D E N T E. Onorevoli colleghi,la PIiesiderrza del Senato si associa alle no-bili parole pronunciate in quest' Aula a ri-cordo dei senatori Lami Starnuti e Tibaldiche in sessant'anni di attività politica nellefile sacialiste hanno reso alla demacraziatestimanianze e servizi di alto valore e, conla loro opera, hanno dato lustro al Serratodella Repubblica.

La lunga battaglia di Egardo Lami Star~nuti fu costantemente ispkata agli idealidi libertà e di giustizia sociale: dalle primelotte studentesche condotte a fianco deiminatori apuani alle realizzazioni industria-li e assistenziali attuate come sindaco diCarrara dal 1914 al 1922; dall'intransigenteopposizione alla dittatura fascista che glicostò la persecuzione e il confino alle re-sponsabilità di partito ed a quelle di go-verno di cui fu il buon testimone in questoultimo decennio.

Ndla nostra Assemblea egli partò il con~tributo della sua competenza amministrati~va e professionale, l'alto esempio della SUdintegrità e la profonda sensibilità ai proble-mi umani e sociali e fu esemplare per ope-

rosità e per dedizione, come Presidente del-la Commissione giustizia, come membro dicommissioni di inchiesta, consultive e spe~

I ciali, come Presidente del Gruppo sociald~-

mocratico prima e poi del Gruppo socialisÌ'1unificata.

Ettme TibaLdi, clinico di chiara fama ederoko militante sociaHsta, oocupò un postodi primo piano tra gli esponenti dell' antifa-scismo ~ cui sacrificò nel 1926 la brillantecarriera universitaria ~ e della Resistenzapartigiana che la vide, nel 1944, Presidentedella Giunta di Gaverno della gloriosa Re-pubblica dell'Ossala.

Molto egli aperò in Senato e per il Senato,del quale ricoprì per oltre sei anni la caricadi Vice Presidente, .mponendosi all'estima~zione dei colleghi per le sue doti di equilibrioe di signorilità e svolgendo, nell'assolvi-mento del mandato parlamentare, un ruOlloche l'autorevaLezza degli interventi, la va-stità degli interes,si, la profondità della pre-paraziane scientifica rendevano insOlstitui-bile.

La nostra Assemblea serberà il grato e im~peritura ricordo della ricca e umana perso"nalità dei due cari scomparsi e custodiràcome prezioso retaggio l'alta esempia di co-stume e di dedizione che essi ci hanno la-sciato.

Ai familiari e ai colleghi socialisti che liebbero campagni di Lotta, la Presidenza delSenato, interprete dell'Assemblea, invia leespressioni del mesto rimpianto e del com-mossa cordaglio.

G O N E L L A, Ministro di grazia e giu-stizia. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* G O N E L L A, Ministro di grazia e giu-stizia. Il Governo si assacia alle nobili para-le che qui sono state pronunciate per ricor-dare due parlamentari che erano così vicinial nostro cuore e aLla nostra stima, perchè alungo accanto ad essi abbiamo combattuto.Il senatore Lami Starnuti, giustamente ri~cardato poc'anzi nel telegramma del Capodello Stato per la sua probità e per la suafedeltà all'idea della libertà e del sociali-

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Senato della Repubblica ~ 1461 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

sma, fu una figura esemplare nella vita po~litica italiana del dopO'guerra. AvvocatO',giornalista, combattente, uomo politico, sin~daco di Carrara ancora nell'epO'ca anterioreal fascismo, pagò, come è statO' ricordato,con il confino a Lipari la fedeltà all'ideasocialista.

Ma noi tutti abbiamo presente la sua fi~gura quando, all'indomani della liberazionedell'Italia e della fondaziO'ne del nuovo re~gime democratico, egli all'Assemblea costi~tuente, come membro della Commissionedei 75, diede l'apporto specifico della suacompetenza nella materia della pubblicaAmministrazione e nell'organizzazione delloschema del nuovo StatO' democratico.

Deputato, senatore, più volte Ministro, del~le partecipazioni statali nel Governo Fan~fani e poi dell'industria nel Ministero Mo~l'D, egli fu un combattente sempre fedelealla sua idea non solo nella schiera del suopartito, ma anche nei pubblici uffici.

Il senatore Tibaldi fu pure figura esem~plare: degno professionista come medico chi~l'urgo, libero docente, uomo che si era in~camminato per una sicura via scientifica, sa~crificò anche gli interessi della scienza per lalotta politica. Partecipò alla prima guerramondiale dove fu ferito e fu un erO'icO' com~battente anche della guerra partigiana; il

suo' eroismo e la sua dedizione furonO' rico.nosciuti quando entrò come esponente prin~cipale nel famoso Governo della Repubblicadell'Ossola. Fu anche Ministro della giustiziadi quel Governo. Sindaco, senatore, Vice Pre~sidente del Senato, egli militò sempre e confedeltà nel socialismo.

Per questo il Governo, nel ricordare que~ste illustri figure, si associa al lutto del Par~tito sO'ciahsta di unità proletaria ricordandola figura del senatore Tibaldi e si assO'cia alluttO' del Partito socialista unificato ricor~dando la figura del senatore Lami Starnuti.

Sono due uomini che ebbero un'alta co~noscenza dei loro dO'veri sO'ciali; furono duenobili servitori della causa del popolo e del~la causa della libertà, furono due fedeli com~battenti della causa del socialismO'. ' I

Noi ci inchiniamo cO'n rispetto alla loromemoria e presentiamo alle loro famiglieed ai loro partiti il sensO' del nostro piùsentito cordoglio.

Seguito della discussione del disegno di leg-ge: «DeJega al Presidente della Repub-blica per la concessione di amnistia e diindulto» (23-Urgenza), d'iniziativa del se-natore Codignola e di altri senatori

P RES I D E N T E. L' ol1dine del gior~

nO' reca il seguito della discussione del di-segno di legge: «Delega al Presidente dellaRepubblica per la ooncessiO'ne di amnistiae di indultO' », d'inilziativa del senatore Co~dignola e di altri senatori.

,È iscritto a parlare il senatore Tomassini.

Nè ha facoltà.

T O M ASS I N I. Signor Presidente,onorevole Ministro, onorevO'li colleghi, lapresentazione della proposta di concedereuna amnistia a favore di cO'IO'l'o che sonoincolpati di reati commessi durante le agi~tazioni studentesche, Oiperaie e politiche, su~scitò in alcuni settori un senso di disap~provazione, in altri un consenso, motivato,però, da un paternalistkO' sentimento di be~nevolenza e di generosa comprensione, men~tre in altri ancora suscitò una adesione, purechè certi fatti, questi «brutti fatti» scon~vO'lgenti, non si ripetessero.

I diversi atteggiamenti rivelano modi di~versi di valutare quei fatti e di concepire lefinalità di un provvedimento di amnistia, ilquale è cOinsiderato, e in tal senso accettatO',come un atto di demenza che deve garan~ti're la nOin ripetibilità degli atti e, nella fat~tispecie, delle agitazioni: comunque, quelloin discussione dovrebbe essere limitato alleagitazioni studentesche e 11Ionestesa a quel~le sindacali e politiche.

Un tale modo di pensare non può trovarciconcordi. L'amnistia è, tradizionalmente,concepita come un atto di clemenza; cioè,secondo ill significato etimolOigicO' della pa~rola, come un oblio del passato. In realtàessa è essenzialmente un atto politico de~terminato da particolari circostanze e daesigenze di giustizia Q perchè le leggi vigentinon si adattanO' aHe contingenze eccezionalio anormali, o perchè non funzionano, o fun~zionano malamente, per cui la loro applica~zione, se realizza la legalità, mortifica lagiustizia.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1462 -~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Se dovessimo attribuire al presente dise-gno di legge il caratteJ1e di un atto di cle-menza e di benevolenza, lo svuoteremmo delreale significato per farlo ricadere nei co-muni schemi dei provvedimenti di amnistiaconcessL per i reati comuni. Assumerebbe,per contro, quel carattere che la tradiz:io[lepolitica e giuridica ha dato a provvedimentidel genere, come atti ciO'è di perdono dal-l'alto che i governanti buoni concedono aigorvernati cattivi, ribelH e protestatari. Co-sì concepito e interpretato, esso produr-rebbe certament,e un male perchè si ver-rebbe a ribadire la natura aggressiva e ne-gativa deHa morale ufficiale, che impone aglialtri il « tu devi » e non si sfarza di ill1!dagaresugli effetti delle azioni vietate e di quellenon vietate e sulla irrazionalità di un mon-do le cui istituziloni si basano sulla ingiusti-zia e suHaviolenza. Noi nan ciillludiamo cheil provedimento di amnistia riSO'lva tuttoe parti, come da taluni si è detto, alla pacifi-cazione degli animi. Se ooltivassimo questaconvinziO'ne e pensassimo che veramentel'atto di amnistia stenda, come si dice, unvelo di oblio dimostreremmo di non avernulla compreso dei profondi fermenti da cuitraggono origine le agitazioni e dei fini cuiessle tendono. La presa di coscienza delles-caturigini di questi fatti conferilsce al prov-vedimento in discussiane il carattere di unvero atto di giustizia. Basta non chiudersi inatteggiamenti di negazione del reale. La no-stra epoca porta un segno e un nome: lacontestazione; la contestazione come espres-sione di una rivolta ideolO'giJcae mO'mIe chepone in discussione i valari della societàcontemporanea che, sì, dà beni di consumo,ma è sempre basata sullo sfruttamento del-l'uO'mo, cui toglie ogni Hbertà, ogni poteredi decisione, di autodeterminazione. Ed ècantestazione totale che ha per protagonististudenti, operai, cantadini e che in larghisettori cattolici trova una spinta decisiva.Sono, crOme recentemente si è espresso ilcardinale Siri, forze costruttive di conte-stazione. Oggi non si può ignorare il ruolodi queste fO'rze, non si può ignorare i,l ruo-lO' degli studenti come £orza dinamica dimutamento nell'istruzione e nella politica.Gli studenti lottano per runivers1tà e per

la demO'crazia; l'offensiva universitaria ècontro l'involuzione politica e contro l'ab-bandono alla ipnosi autoritaria della clas-se diri,gente. Cantestano essi la scuola diclasse che serve al padrone, che impone unsuo ideale di società tecnologicamente avan-zata ma civilmente retrograda e coercitiva;lottano per il diritto allo studio, per unascuola nuova e democratica, a tutti apertae a tutti accessibile, per una università libe-ra daUe varie influenze pO'litiche e fante au-tonoma di conoscenze, di valori e di critica.Smascherando la manipolazione delle mas-se e delle coscienze, gli studenti reclamanouna funzione di critica sociale come parteiJntegrante della loro educazione e respin-gono una università al servizio della societàufficiale, come ritrovo deHe élites di poteree come centro di formazione di quel tipo difunzionario richiesto dallo status quo, cosìcome gli operai lottano per la libertà nellafabbrica per il posto di lavoro, per unmigliore salario, per una sicura e ade-guata assistenza e per una nuova condizionedi vita e di esistenza. Gli operai contestanola subordinazione totale del lavoratore nonsolo come prestatore di lavoro, ma anchecome uomo e cittadino che vede compressie limitati i loro diritti sindacali e politici.La condizione di inferiorità economica, mo-rale e politica dellavoratoJ:1e, legata alla con-figurazione istituzionale e fattuale del si-stema, porta con sè una confhttualità per~manente tra i fini dell'impresa e la condizio~ne operaia. PerciÒ l'azione sindacale non silimita alla contrattazione del salario ma siestende a tutti gli aspetti inerenti alla pre-stazione di lavoro. Azioni quindi e agita~zioni che scaturiscono da una comune cau-sa e convergono in un comune obiettivo: latras£oI1mazione dei rapporti sociali e l'ab~battimento delle strutture sulle quali si reg-ge tutta 1'organizzazione della società e del~lo Stato; la realizzazione di una verace edautentica demO'crazia. L'ostinazione ca:par~bia della classe dirigente a guardare ai gran~dil problemi del Paese in un moda opposto

ed il rifiuto di quelLe scelte, che l'attuale fasedeIla vita politica e sociale del nO'stJ:1OPaesehnpone, protrae lo stato di emergenza nelquale si trova la nostra società.

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Senato della Repubbliro V Legislatura~ 1463 ~

2 OTTOBRE 196RASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO25a SEDUTA

:t in questo quadro ed in questa situazio-ne che si spiegano le frequenti agi,tazioni emanifestazioni. E in questo contesto va vi-sto il provvedimento di amnÌJstia, come attocioè di riconoscimento delle respO'nsabilitàdella classe di'rigente che non tvova o non

"V'uole trovare un soddisfacente livello dicoscienza e che, nella negazione del,le ne-cessarie riforme nei settori vitali della so-cietà italiana, mantiene uno stato di cosenon più rispondente alla nuova realtà e de-termina una permanente tensione di lotteche ~ essa crede ~ può essere spenta esoffocata con la repressione e la violenza.Con la rinuncia dello Stato alla potestà pu-nitiva per i reati commessi e collegati alleagitazioni, si vuole dare inizio ad una svoltae ad un modo numTO di affrontare i proble-mi non con l'uso della forza e della poliziama con il riconoscimento della fondatezzae della giustezza di quelle istanz.e e con loadeguamento della legislazione a quelle esi-genze. Giacchè non il caI1cere e non le pre-diche sono stati mai opportuni mezzi perrisolvere i problemi, ma al contrario essisono stati i mezzi che più hanno alimentatoe fomentato la ribellione.

Se alle scelte di indi:dzzo politico del Go-verno risalgono i motivi delle agitazioni, ireati che in occasione di esse avvengono han-no per notevole parte origine dal comporta-mento della polizia, speCÌ:e quei reati più ri-cO'nenti in siffatte occasioni che suonano of-fesa al prestigio del pubblico ufficiale, come1'0'ltraggio e la resistenza. Il comportamen-to della polizia molto spesso dà luogo allereazioni dei manifestanti per !'interventoviolento in un clima di suggestione, per unaaggressività non necessaria e comunque pro-

vocatoria che marca maggIOrmente la divi-sione e mostra una polizia nO'n al serviziodell' ordine, ma al servizio dei detentori delpotere, che vogliO'no soffocare le proteste,come il cOllpevole o i,l nevrotico vuole rimuo-vere nell'inconscio i propri complessi di col-pa e i fatti conflittuali della propria cO'scien-za. La polizia assolve così al compito di vi-gilante sentinella della loro tranquillità.Anche la Magistratura assume talvolta unatteggiamento paternalisticamente repressi-vo, protraendo lo s'tato di custodia preven-

tiva al di là delle esigenze istruttorie o va-lutando le situazioni processuali in modo dafar salvo il prestigio della polizia e di nonturbare l'ordine costituito.

C'è dunque una ragiO'ne comune che unifi-ca, neUe cause e nel fine, le manifestazionistudentesche, le manifestazioni sindacali ele manifestazioni operaie. Non si compren-de perciò come si voglia escludere dallaamnistia le ultime due e si voglia restringe-re la sua pO'rtata a quelle studentesche. InO'I.tre non si capisce se con la parola « studen-tesche » si voglia intendere quelle a contee-nuto studentesco, e cioè aventi per fini le ri~vendicazioni proprie del mondo della scuola,o quelle promosse ed eseguite dagli studentie aventi un contenuto più largamente politi-co. Un significato I1estrittivlO svuoterebbe lalegge della sua sostanza e sarebbe anche ori-gine di equivoca interpretazione. NO'n sa-pl1ei spiegarmi, nel caso di una manifesta-zione di studenti cui partecipano anche ope-rai, lavoratori e professionisti, come, nel-l'applicazione pratica della legge, il magi-strato potrebbe distinguere se la manifesta-zione è studentesca o politica. Se ad esem-pio scrivo nel mio cartello e dico: universi-tà democratica, e un altro scrive nel suo car-tello: abbasso l'imperialismo americano, co-me si può fare una distinzione e di,scrimina.zione? Ecco quale sarebbe l'aberrazione diun disegno di legge che viene ristretto aimovimenti studenteschi e non esteso a quel-li sindacali e poHtici.

Il movimento studentesco, è bene ricor-darlo, è vasto, e lo spirito che lo anima in-veste lIe strutture sociali, delle quali quelledella scuola sono I\.1n riflesso. L'autoritari-smo contro il quale gli studenti lottano nel-le università è un aspetto particolare dell'au-toritarismo dello Stato, così cOlme l'autori-tarismo dei padroni, contro il quale lottanogli operai delle fabbriche, è un altro aspettodell'autoritarismo statale. Sono tutti modidi essere di un'ideologia, che sta a base deirapporti tra Stato e cittadino e di tutte leistituzÌioni, ed anche della violenza che esseesercitano.

È evidente, perciò, l'unico motiVlo che so.spinge le masse nelle pvoteste, anche se agi-scono in settori diversi e per fini immediati

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SenatO' della Repubblic(, ~ 1464 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA - RESO'CO'NTO' STENO'GRAFICO' 2 OTTO'BRE 1968

diversi. Conseguentemente <l'amnistia devecaprire tutti i r:eati che si ricollegano a queimotivi che sono essenzialmente poHtici.

È avv1a che noi non parliamO' soltanto didelitti oggettivamente politici, di quelli ciaènei quali si prescinde dal mO'tivO' che spiill~ge il cO'lpevole ad agine e si ha riguardo sa-lo alla natura del bene giuridica lesa, inte-resse pO'litica dello Stata O' diritta paliticadel dtta:dina; ma paflliamO' di diritti sogget-tivamente politici, ciO'è di quelli, cammessiper mO'venti politici, secandO' la naziane del-

l'articoLO' 8 del cO'dice penale, quandO' cioèl'imputata è determinato a cO'nsumare il de-HttO' camune dcdla intenziane di pO'tere, amezza di essa, incidere sull'esistenza, casti-tuziane, funzianamenta dello Stata a fa-vO'rire O' cO'ntrastare le idee, tendenze pO'Eti-che, sO'ciali, religiase, aMa scO'pa principa1ledi l1ealizzare un'idea O' una situaziane dipartita.

Quali sona stati i mO'venti degli imputatis.e nOon questi, e con quale criteriO' si vuale I

discriminare, facendO' viO'lenza aMa ragiane,al di,ritta, reati cammessi durante le agita-ziani pO'litiche, ritenute arbitrariamente di-verse da qudle studentesche e sindacali?

È passibile, O'ntaLogicamente, una diffe-renziaziane tra reatO' commessa in occasia-ne ddl'una O' in acccasione dell'altra, se gliimputati hannO' agita comunque per fini cheinvestanO' la cO'llettività sociale, trascenden-

dO' l'individuO', mediante agitaziani di ideea attivi,tà pratiche rivolte ad impaHe deter-minate soluziO'ni d'indO'le strettamente poli-tica o econO'mica, O'sociale, O'comunque ver-s.o il funzianamentO' della Stata?

,È necessario, perciò, restituire al disegna

di legge tutta la sua ampiezza ariginaria;camprendere sia le agitaziO'ni studentesche,sia quelle sip.dacaJli, sia quelle poHtiche.

Nellarelaziane Isi ,legge: «taluna dei CO'm-missari era cantraria anche alla inclusianedei reati cammessi per mativi e in accasianedelle agitaziani sindacali. Ma la maggiaranzae Il Gaverna, paichè, tra l'altra, nelle agitaziani studentesche si erano inseriti ancheaperai, hannO' mantenuta l'assensO' alla amn:-stia per le agitaziani operaie, escludendO',come detto, solo quelle palitiche ». Senonchè,nell'articolo 1 del disegno di legge farmulato

dalla Cammissiane, ,se la mia capia non èerrata, si panla soltantO' di reati « cammessiper mati,vi ed in accasiane di agitaziani stu-dentesiChe... ».

M A N N I R O N I relatore. È statacO'rretta: era un err,ore di 'stampa.

T O M ASS I N I. Valevo questa chia-rimentO': la nuO'va ediziO'ne cO'mprende, dun-que, anche i reati sindacah.

La DemO'crazia cristiana ancO'ra ,oggi vua-le restringere la pO'rtata della legge ed al-cuni calleghi hannO' manifestata H 10'ro dis-sensO' per motirvi vari che nan resi'stona, pe-rò, aLle critiche.

Il senatore Carrara e la stampa di destra

hannO' sastenutO' che le amnistie di naturapolitica venganO' cancesse soltantO' quandO'la situaziane che ha data arigine al turba-ment'a sia scamparsa. Ebbene, dimentica ilsenatare Carrara che, se si davesse seguireil principia da lui enunciata, mai si davreb-be cancedere l'amnistia palitica, pcrchè lecause del turbamentO', fina a quandb il po'-tere continua ad essere neHe mani della De-mocrazia cristiana e del oentra-sinistra,rimarrannO' e can esse rimarranno e :si ina-sprirannO' il malcantenta, il malessere, l'in-quietudine delle masse popO'lari e di tuttigli strati demacratici che lattana per il rin-navamentO' e la trasfarmazione deHa sacietà.

Ed il discO'rsa varrebbe anche per l'amni-stia comune, perchè nan si davlìebbero can-cedere amnistie per i furti in quanto tutti,ad esempiO', pO'i cO'ntinueranna a rubare.

Osserva, in altre, il senatare CarrarO' chese non si vUQll dare a questa provv1edimentai,l carattere di atta di clemenza, nan c'è al-tra via se nan quella di prO'parre un nuavaartkalO' del cadice penale nel quale si sta-bilisca che non sona punibili cOllol'a checO'mmettana reati in accasiane di, agitazianiunivel1si,tarie e questo, O'vviamente, nan sem-bra accettabile.

Ebbene, nan mi sarprendana nè il pensie-ro, nè il linguaggiO': entrambi sana legatiad una concezione pO'litilCa della Stata cameautodtà sO'vrana e dei detentari del paterecome gavernanti che distribuiscanO' castrghie premi ai gavernati; è canseguente dunque

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V LegislaturaSennto della Repubblica ~ 1465 ~~

2 OTTOBRE 196825" SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

padare di clemenza. Vi rkordate la clemen~za sovrana dello Statuto albertino? Clemen~za che, intesa come atto di astens~one dalpunire quando è possibile puni'r1e, rappre~senta l'altra faccia dell'autoritarismo delloStato, concepito mitilcamente come il padreche è severo o buano verso cOlLoro che in~frangono le leggi. Ma non è cDsì, perchè

l'atto di amnistia, che il Parlamento, e SOlIDil Parlamento, decide, sia per l'opportunitàe la necessità, sia per il suo contenuto, ri~sponde ad una esigenza e ad un sentimentodi giustizia. È giusto perciÒ che non si pu~niscono quei reati che, come nelle situazio-ni previste dal disegno di legge in di'Scussio~ne, sono l'effetto di uno stato di perduranteprovocazione: provocazione derivante daquella violenza impersonale che è insita nell~la tirannia delle strutture sociali, le qualisorreggDno il privilegio di pochi e le esclu~sioni di malti e che mantengono uno statodi divisione delle classi sociali e quindi dipermanente ingiustizia, di insoddisfazionee di sfiducia.

In alcuni Paesi in cui tali situazioni sonoesasperate, come nei Paesi dell'Amerita La-tina ~ e voi l'avrete letto in questi ultimigiDrni ~ si è giunti ad affermare in taluniconvegni di preti e di cattalici, la legittimitàdella violenza, quandD è esercitata contrO' leingiustizie siodali. Ed allora iD sarei quasitentato di accogliere il pr~ncipio di cui haparlato il senatore Carrara, di codificarecioè stabilmente nel cadice penale che ireati commessi durante queste agitazionidir;ette ad eliminare le ingiustizie socialinon devono essere puniti.

Ritengo, 'Onorev'Oli calleghi, che sia sag-gio non punire coloro che, per avere giu-stizia, infrangono le leggi: di qui la neces~sità dell'amnistia. Diversamente aggiunge-remmo ingiustizia ad ingiustizia. (Applausidall' estrema sinistra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Salari. Ne ha facoltà.

S A L A R I . Sign'Or Presidente, onorevolicolleghi, signor Ministro, proprio nel 1958,quando lei, onorevole Mmistro, sedeva in

quei banchi ed io in questi come relatore adun altro provvedimento di amnistia, auspicaiche questi si ripetessero più raramente nelnostro Paese. Nel 1966, intervenendo ancorasu altra proposta di amnistia, espressi un pa~re re nettamente contrario; ma si trattavaallora dei soliti, ricorrenti provvedimenti diamnistia per celebrare un decennale, un ven-tennale, un cinquantenario o un centenario.La nostra Repubblica ha ereditato il costu-me, secondo me non encomiabile, degli anti~chi regimi, di elargire ai propri amministra-ti i cosiddetti atti di clemenza. Questi prov-vedimenti erano un dono con cui i governan~ti chiamavano a partecipare alle gioie dellapropria famiglia i propri amministrati, o concui qualche volta si mirava addirittura adalleggerire il lavoro dei nostri uffici giudizia~ri. Purtroppo molte amnistie e condoni so-no stati giustificati anche con queste ragio-ni: milioni di procedimenti che giacevanopolverosi sui tavoli dei nostri numericamen-te scarsi magistrati attendevano il colpo divento di questi provvedimenti per avviareil lavoro giudiziario su binari più compati~bili con le esigenze di un Paese civile.

Ma oggi ci troviamo di fronte a un prov-vedimento che ha una natura, se non nuo-vissima, certamente diversa da quelli di cuiabbiamo parlato. Mi pare che ve ne sia unosoltanto, nella recente storia del nostro Pae-se, che possa assomigliare a questo per lasua natura e per i suoi scopi. Il provvedi-mento per il quale nel 1947 si amnistiaronoe si condonarono i reati commessi in occa-sione di agitazioni agrarie. Erano gli annicaldi delle nostre campagne, in cui per laprima volta il Paese veniva posto di frontealla grave situazione dei nostri contadini edei nostri braccianti disoccupati, specie nelleregioni a più forte pressione demografica.Ebbene, il Paese scoprì con quel provvedi~mento alcune delle sue ombre più oscure esi rese conto di alcuni problemi che angu-stiavano la nostra vita economica e sociale.Oggi a me pare di poter affermare che comecon quel provvedimento il Paese scoprì dellepiaghe nel proprio tessuto economico e so~ciale, così oggi con questa solenne discus-sione nelle Aule parlamentari è chiamato a

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1466 ~

25a SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

rendersi veramente ragione e conto di alcu-ne gravi situazioni che lo tormentano.

Quali sono queste situazioni, onorevolicolleghi? Io non sono un sociologo e nonpotrò certo esporvi con la precisione e lachiarezza dovuta i termini di questo pro-blema; mi limiterò ad accennarne soltantoalcuni. Uno dei più gravi, indubbiamente, èil problema dei giovani, ma non solo deglistudenti, ma dei giovani di tutte le prove-nienze sociali, dagli studenti non soddisfat-ti delle loro scuole, dall'università alle scuo-le medie, ai diplomati e ai laureati che nontrovano poi lavoro nella nostra società, aigiovani specializzati nei corsi di addestra-mento o negli istituti professionali che nontrovano ugualmente collocamento utile nel-la nostra società, ai figli dei nostri lavora-tori della terra che le ultime statistiche cidicono avere abbandonato le loro famiglienel 1967 in un numero, mi pare, di circa 300mila e che denunciano insieme ~ questi fe-nomeni ~ come la nostra società stia vorti-cosamente avviandosi ad una trasformazione

radicale e completa delle proprie strutture;trasformazione quindi che è difficile poterdisciplinare appunto per la loro mole cosìinsolita e per il loro ritmo così veloce.

Un altro aspetto che mi pare di doversottolineare è che tutte queste categorie gio-vanili non si sentono adeguatamente rappre-sentate dal Parlamento italiano così come èoggi. Chi rappresenta i giovani nelle nostre

Assemblee? Chi rappresenta gli studenti uni-versitari? Chi rappresenta i giovani delle al-tre categorie, se è vero, come mi sembra,che nelle nostre Assemblee oggi trovano

ascolto soprattutto, se non soltanto, le vocidelle categorie più organizzate e quindi piùforti e più potenti sia economicamente chepoliticamente?

Ecco un altro motivo di questa inquietu-dine che travaglia le giovani generazioni. Io

ho trovato tra le mie carte il testo di un di-scorso del rettore dell'Università cattolica

del 1964, dal titolo ({ l'Università italiana albivio }).

Presidenza del Vice Presidente GATTO

(Segue S A L A R I). Sono passati quat-tro anni da che furono denunciati questi fat-ti; se l'università era al bivio nel 1964, l'uni-versità è rimasta al bivio ancora nel 1968 e,se nel 1964 gli studenti universitari poteva-no essere, credo, dai 300.000 ai 400.000, oggi,secondo le ultime statistiche, sono 500.000raddoppiandosi così dal 1953-54 in poi.

Risulta ancora dalle statistiche che tuttele università italiane hanno una capacità ri-cettizia equivalente a circa 50.000 posti; ri-mangono quindi in mezzo al bivio 450.000studenti.

Non tocco altri punti di questo scottanteproblema della nostra vita universitaria;credo che basti citare questi elementi perpaterne dedurre che 450.000 studenti uni-versitari senza posto e senza banco nelleaule universitarie difficilmente possano esse-

re indotti a ragionare con quella tranquillaserenità e freddezza con la quale possiamoragionare noi qui o in altri luoghi del no-stro Paese.

Si tratta, indubbiamente, di problemi gra-vissimi, come dicevo, che dobbiamo affron-tare per taluni aspetti qui discutendo il di-segno di legge di amnistia e di condono noncerto con criteri di puro tecnicismo giuridi-co, ma con ampia apertura di mente e dicuore, con larga comprensione dei motivi dacui i fatti dei quali ci dobbiamo occuparehanno tratto la loro origine: e che questecause di agitazioni dovevano essere elimina-te è stato riconosciuto dal Governo in cari-ca, come era stato riconosciuto dal prece-dente GoverrlO con la presentazione di di-segni di legge miranti a riformare questo tor-mentato settore della nostra vita, il più tor-

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mentato e il pm importante in quanto èproprio dall'università che devono uscire legenerazioni destinate a reggere domani i de-stini del nostro Paese.

Anche l'mquietudine che ha dato originea movimenti operai e sindacali è generatada una situazione obiettivamente accertatae che è dimostrata dai provvedimenti che ilGoverno ha presentato per rimuovere la si-tuazione di stagnazione che attualmente at-traversa la nostra economia e per aumentarequindi i posti di lavoro destinati a solleva-re la situazione di disoccupazione dei nostrioperai e dei nostri giovani.

Così pure il Governo ha cominciato a te-nere quegli incontri con le categorie sinda-cali destinati a riformare le strutture delnostro sistema previdenziale dal quale altrimotivi di irrequietezza traggono i nostri la-voratori.

A conclusione di questa rapida diagnosiche mi sono permesso sottoporre alla vostrameditazione, a me sembra di poter afferma-re che non si possono penalmente persegui-re coloro che si sono battuti per il raggiun-gimento di obiettivi che il Governo e il Par-

lamento da tempo miravano a raggiungeree non hanno raggiunto.

E di questi problemi noi non possiamodiscutere con animo freddo e con metro pu-ramente giuridico. Onorevoli colleghi, nonsiamo oggi al tempo di Socrate e del subli-me dialogo di Critone che tutti o molti dinoi ricordano; anche se può essere invocatocome obiettivo eccelso della perfezione, del-la nobiltà e della sublimità dell'agire umano,non può oggi pretendersi indubbiamente danoi di adattare queste vette alla mediocritàdell'umana vicenda. Del resto già da alloravi era chi contestava l'assoluto valore di nor-me positive riscontrando nelle medesimequelle ombre che non facevano riflettere inesse la luce di quelle norme che sono al disopra degli uomini e alle quali gli uomini,nell'aspirare ad un'assoluta giustizia, hannosempre guardato. I sofistl di quei tempi era-no i contestatori di oggi ed anche allorac'era chi in qualche circostanza passava so-pra le leggi scritte e si appellava a quellenon scritte, a quelle dall'alto riflesse nel pro-

fondo della coscienza di ognuno di noi mache ognuno di noi poi, per il peso soverchian-te delle proprie miserie umane, è portato adimenticare. I fatti che noi dobbiamo esami-nare, onorevoli colleghi, non sono costituitida violazioni o infrazioni di norme da partedi singoli ipdividui, di cui gli autori deb-bono rispondere per riparare i torti commes-si in quanto possibile, ma di fatti sociali; e10 stesso numero degli incriminati lo sta adindicare. Per questi fatti sono stati denun-ciati all'autorità giudiziaria, secondo le ci-fre forniteci gentilmente dall'onorevole Mi-nistro, per agitazioni sindacali: 5.169 subiudicio, 125 condannati; per agitazioni stu-dentesche: 7 condannati, 3.260 rinviati agiudizio o in procinto di esserlo. Quindi so-no circa 9 mila persone. (Interruzione del se-natore Maris). Collega Maris, non credo chesiano questi gli elementi determinanti perquello che io credo sia il fondamento delhtesi che sostengo. Comunque lo stesso impo-nente numero di coloro che sono o sarannochiamati a rispondere di fronte all'autoritàguidiziaria sta ad indicare che qui non ci tro-viamo di fronte ai soliti colpevoli che hannoviolato le leggi sul furto o hanno violato leleggi sulla circolazione stradale. Qui ci tro-viamo di fronte a reati di carattere, lo ripetoancora, sociale, politico e non credo che cisia qualcuno che possa pensare nemmeno dipoter trascinare dinanzi ai nostri tribunalicirca 9 mila giovani studenti per i fatti siapure gravi di cui si sono resi responsabili.E questi fatti sociali indicano manchevolez-ze e squilibri nella struttura della societànella quale hanno avuto origine. Non è quin-di la tendenza o l'attitudine innata o meno alfurto, non è quindi la tendenza o l'attitudi-ne innata che travolge certe persone dairiflessi o dai nervi deboli e che si lancianosfrenatamente attraverso le strade nella no-stra Penisola con le loro macchine; ci tro-viamo di fronte a fenomeni di ben altra na-tura e di ben altra portata e che quindi nonsi risolvono chiedendo, secondo i canoni del-la scuola classica del diritto penale, la ripa-razione del male compiuto o dei torti com-piuti. Sarebbe una miope medicina se noiseguissimo questa strada o almeno soltantoquesta strada.

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Tali problemi suscitano perciò ben altriproblemi oltre a quelli delle pene e delle ri~parazioni, problemi di natura morale, politi~ca, economica e giuridica, per risolvere i qua~li occorre fare appello a tutte le energie uma~ne guidate dall'ideale della giustizia che in~segna ed assegna il valore fondamentale del~la persona umana, l'obbligo assoluto di ri~spettarlo, la necessità di sanare i vizi e dieliminare gli errori, le iniquità e le oppres~sioni, comunque e dovunque si mamfestino,nelle relazioni tra le persone e le categorie,Diceva il Settembrini in un suo famoso li~bro: «O voi che fate le leggi e che giudicategli uomini rispondetemi e dite: prima checostoro fossero caduti in un delitto che ave~te fatto voi per essi? E voi punite i delinquen~ti secondo la vostra legge e la vostra giusti~zia, ma sarete giudicati secondo un'altra leg~ge ed un'altra giustizia ».

Onorevoli colleghi, questa domanda delSettembrini io l'ho posta alla mia coscienzae penso ~ e vi chiedo scusa ~ che anche voidobbiate parla alla vostra. Io personalmentedebbo confessare che ben poco o nulla hofatto per togliere questi circa 9 mila giova~ni studenti ed operai dalla situazione in cuisi sono trovati, dalla quale sono stati esaspe~rati per anni ed anni e contro la quale quin~di ~ lasciatemelo dire ~ per umana reazio~ne ad un certo momento si sono lasciati tra~scinare dall'ira, ed anche spinti dal sangueche scorre veloce nelle loro giovani arterie,violando alcune nostre norme che non avreb~bero dovuto violare.

È questo, secondo me, lo stato d'animocon cui noi dobbiamo giudicare di questoprovvedimento. Questi giovani, del resto,hanno pagato già in parte almeno il fio delleloro mancanze; credo che essi, studenti uni~versitari o non, giovani comunque che han~no una certa sensibilità ed una certa forma~zione culturale anche se non universitaria,abbiano dovuto superare anche delle forticontro spinte interiori prima di lasciarsi tra~scinare alle azioni che hanno commesso e

vorrei dire che se alcune di queste azionihanno raggiunto limiti veramente inconcepi~bili, soprattutto per giovani studenti, ciò cideve convincere ancora di più che l'esaspe~

razione del loro animo era addirittura incon~tenibile perchè da troppo tempo chiedevanoalcuni provvedimenti che li togliessero dalbivio della strada di cui prima parlavo econsentissero loro di assolvere i propri com-piti di studenti, di fronte a se stessi, alle'proprie famiglie, alla società.

Hanno pagato, quindi, credo, con questasofferenza interiore e morale. Hanno pagatopoi affrontando le giuste reazioni della po~lizia, anche se il collega Tomassini è di diver~

I so parere: i preposti all'ordine pubblico han~no un loro dovere da assolvere e non posso~no fare il processo che noi stiamo facendoquesta sera qui come politici preposti allasoluzione dei più gravi problemi del nostroPaese. Siamo noi che dobbiamo fare questidiscorsi, non sono gli addetti o i prepostiall'ordine pubbJico, che compiono il propriodovere contro chiunque viola le leggi chedisciplinano la nostra vita sociale ed eco~nomica.

Hanno, dicevo, affrontato dei rischi, han~no pagato con delle detenzioni preventive econ delle condanne ed hanno dimostrato diavere del coraggio, che qualche volta occorreavere, specie quando si tratta di denunciarela intollerabilità ulteriore di certe situazio-ni, che tutti noi conosciamo, che tutti noi

ril?etiamo da tempo che debbono essere ri~solte.

Indubbiamente con queste mie considera~zioni, onorevoli colleghi, non si deve intende~re che io giustifichi o approvi la violenzausata in queste manifestazioni. Secondo mela violenza è sempre da riprovare. In questemanifestazioni io la comprendo per i moti~vi sui quali mi sono permesso di trattener~vi, ma con questo non l'approvo, anzi anchein questa occasione la condanno, perchè ri~tengo che con la violenza non si risolvonomai i problemi, ma si compiono altri danni,sia alle persone, sia alla società.

È per questi motivi che io ritengo che ildisegno di legge vada approvato così comeil relatore, attraverso la sua nobile fatica,anche se non troppo conosciuta, ce l'ha pre~sentato e proposto.

Eventuali emendamenti destinati a miglio-rare particolari aspetti potranno certamente

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Senato della Repubblica V Legislatura~ 1469 ~

2 OTTOBRE 1968ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO25a SEDUTA

essere esaminati, ma io penso che l'equili~brio della 2a Commissione (gIUstizia) abbiaproposto un testo che, salvo lievI mende, ri~peto, possa essere approvato da tutti i setto~ri: tutti i settori così daranno una testimo~nianza della propria sensibilità politica emorale verso i problemi di queste centinaiae centinaia dI migliaia dI nostri giovani stu~dentI ed operaI, dando ancora una voltaal Paese la prova che i problemi dei giovanisono sempre al pnmo posto nell'ordine delgiorno del lavori delle Assemblee parlamen~tari.

Io vorreI anche augurarmi che queste cen~tmaia di migliaia di giovani vogliano apprez~zare l'approvazIOne di questo provvedimento,che io auspico e che sono certo verrà, noncome un atto di paternalismo, ma come unatto di comprensione dei motivi che li hannospinti a comportarsi come si sono compor-tati. Voglio augurarmi ancora che i giovaniattraverso questa amara esperienza, per loroe per noi, si siano convintI della inutilità delricorso alla vIOlenza che è sempre segno esimbolo di rinuncia all'uso della ragione evogliano convincersi ancora che soltantocon l'uso di questa divina scintilla, che di-stingue gli uomini da tutti gli esseri viventi,si possono risolvere tutti i problemi, piccolie grandi, che ancora angustiano il nostroPaese. Grazie. (Applausi dal centro).

P RES I D E N T E È iscritto a par-lare il senatore Maris. Ne ha facoiltà.

,,<M A R IS. Signor Presidente, signor Mi-

nistro, onorevoli colleghi, questo provvedi-mento trae origine, come ha sottolineato ilsenatore Salari, di cui condivido in granparte le argomentazioni, da una situazioneparticolare che si è venuta aggravando nelnostro Paese nel corso del 1968, anche se leradici e la cause possono ricercarsi moltopiù lontano nel tempo.

I giovani nelle officine, nei campi, nelleuniversità, nelle scuole medie hanno spiega~to una contestazione nei confronti degli or~dinamenti civili del nostro Paese che traevaragione dall'arretratezza obiettiva di questiordinamenti, non assolutamente oongrui ri-spetto ai fini ed alle necessità che si deve

proporre di raggiungere una convivenza de~mocratica retta giustamente.

Il provvedimento, anzi i provvedimenti diamnistia e di indulto e di condono delle san-zioni disciplinari traggono origine da que-sta contestazione e da alcuni fatti degenera~tivi che indubbiamente nel corso deH'agita~zione studentesca, operaia e politica si ~onoverificati per ragioni e cause o concausequanto meno efficienti che possono ~ e quidissento dal senatore Salari ~ ravvisarsi

anche nella carenza di un intervento politi~co di fondo volto a modificare questi ordi~namenti.

Non si può gabellare la legge Gui come unprovvedimento che nel corso di agitazionicontestative aprisse per gli studenti, per igiovani una prospettiva di reale rinnova~mento dei nostri ordinamenti civili.

Tra le concause di alcuni fatti degenerativideHe manifestazioni non si può dimentica~re il malcostume reiterato al quale si è con-tinuato a far ricorso di operare la mano for~te, di voler reprimere a tutti i costi questemanifestazioni per impedire che il dissensoassumesse tutta la sua ampiezza e che po~tesse convogliare nell'agitazione, nella lottapolitica tutti coloro che hanno interesse aparteci:parvi.

Dell'opportunità del provvedimento ci era~vamo resi conto tutti, dell'urgenza di vararequesti due provvedimenti ci eravamo resiconto tutti, tanto è vero che, prima che ilSenato conoludesse i suoi lavori alla vigiliadelle ferie estive, fu proposto in Aula di di~scutere questi provvedimenti oon il rito ur~gentissimo. Soltanto le sinistre aderironoa questa proposta, ma in effetti tutti quantii settori del Parlamento e del Senato riten~nero che si dovesse urgentemente procedere,anche se non con la procedura urgentissi-ma, nei lavori, e !'intervento diretto del Pre-sidente del Senato, l'autorevole, consapevo-le, preoccupato i'ntervento del PresidenteFanfani, consentì a tutti di raggiungere unaccordo in base al quale i lavori della Com~missione, e poi dell'Aula, avrebbero dovutoessere portati avanti con sollecitudine e poiessere conclusi in tempo perchè anche l'al~tra ramo del Parlamento, la Camera dei dc~putati, potesse discutere i due provvedimen-

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Senato della Repubblica ~ 1470 ~ V Legislatura

2Sa SEDUTA ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

ti e vararli prima dell'inizio del nuavo annoaccademico, cioè prima della fine del mes~di ottobre 1968.

Questo era l'accardo e nello spirito diquesto accordo certamente si è mO'ssa laCommissione giustizia del Senato, la qualeè riuscita attraverso difficoltà e talora attra~verso un dibattito aspro, con discussioneprolungata e impegnata di tutti i suoimembri, a sottopO'rre al Senato un testoche rappresentava, se non un accordo glo-bale di tutti i Gruppi su tutti gli aspetti delprovvedimento, quanto meno ciò che riassu~meva posizioni comuni su mO'lti aspetti emulti contenuti del provvedimento di amni-stia e di indulto.

Lo stesso anorevole Gonella, Ministro digrazia e giustizia, riconosce che il Gavernoera pervenuto non sollo alla accettaziO'nedell'opportunità del pravvedimento, ma al-l'accettazione del testo elaborato dalla Com-missione. «L'onorevole Gonella ~ ricordail giornale« Il Popolo» ~ nella riunionedel Gruppo dei senatO'ri dellla DemO'craziacristiana di ieri sera ha dichiaratO' che il Go-verno non ha presentato nessuna prO'postadi amnistia, ma che il Governo ha ritenutoopportuno, seguendo !'iter del disegno dilegge, consigliare e accettare gli emenda~menti che hanno modificato il testo origi-nario ». E non avrebbe potuto dire cosa di-versa 1'onorevole Gonella perchè in effettiil rapprlesentante del Governo, il Sottasegre-tario onmevale DeH'Andro, partecipò atti-vamente ai lavori della Commissione e fupresente anche ai lavori di un piccolo sot-tocomitato che ave~a elaborato il testo nuo-vo che fu poi sottoposto alla riunione pIe-narila della Commissione giustizia. Lo stessoPresidente della Commissione giustizia, se~natore Cassiani, sempre nella riunione diieri sera del Gruppo dei senatori deHa De-mocrazia cristiana, ha ricardato le diffiool-tà che la Commissione ha dovuto affrontarema che la Commissiane ha superato e hacandluso rilevando che: {( La Commissioneha ritenuto di accogliere favorevolmente ilprovvedimento in considerazione delle sueprecipue finalità, limitandone tuttavia laportata attraverso la revisione di truluni ar-ticoli e migliorando quindi H testo origi-nale ».

Noi abbiamo quindi due dichiarazIoni delGoverno e del Presidente della Commissio-ne giustizia del Senato che ribadisconO" camequesti provvedimenti nel testo sottoposto~dl'esame dell'Aula corrispondano alle deci-silOni politiche, agli orientamenti, alla vo-lontà del Governo e alla volontà della mag-gior:anza dei Gruppi politici rappresentatinella Cammissione di giustizil8;. Noi delGruppo del Partito comunista ci siamo at-tenuti fedelmente a quello che era !'impegnopollitico dell'Aula, cioè procedere velocemen-te nei lavori per poter trasmettere alla Ca-mera il pravvedimento entro questa setti-mana, consapevoli delle scadenze che ci stan-no davanti, consapevoli del fatto che la Ca-mera dovrà procedere con altrettanta velo-cità se vuole concludere i suoi lavori e con-gedare dal Parlamenta questo 'provvedimen-

tO' prima che si chiuda il Padamento per ilCongresso del Partito sacialista unificato,chiusura che si praspetta per il 23 ottabreprossimo.

Rimanevano in sospeso soltanto due que-stioni che i Gruppi si erano lealm~nte ri-promesso di riportare in Aula: la questionedelle agitazioni politiche, parala sulla qualeperaltrO' nan vi era stata mai un'opposizio-ne di fondo (che si trattasse di movimentipolitici nessuno può seriamente parre indubbio). Il senatore Salari ha giustamenteripetuto nel suo intervento che le spinte, lemotivazioni delle tensioni ideali dei giovanistudenti e operai, sono state tensiOlll e spintee motivazioni politiche. Si discuteva saltan-

'to se proponendo il termine « politico» nonsi corresse il rischio di comprendere nelprovvedimento di clemenza anche reati vera-mente gravi perpetrati con crudeltà e inmaniera spietata da alcuni gruppi nazisti inAlto Adige.

Questa era la questione che noi ci propo-nevamo di portare in Aula, mentre il Go.verno da parte sua aveva mantenuto le ri-serve formulate dall'onorevole Dell'Androper quanto attiene allI'ampiezza deU'indulto.Il Governa aveva manifestato l'opiniane chenon si davesse concedere un indulto di treanni, ma soltanto !'indulto di due anni.

Queste erano le due questioni che avrem-mo dovuto discutere. Pare ora da malti da~ti che sia mutata Ia situazione nel Senato;

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Senato della Repubblica ~ 1471 ~ V Legislatura

2 OTTOBRE 19682Sa SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

non mi nferisco, onorevoh colleghi, soltan~to al fatto che la nota dI coloro che si appre~stano ad mtervenire m questo dibattito siallunga minuto per minuto, non mI riferi-sco neppure alla circostanza che la l a Com-missione ha voluto richiedere sul provvedi-mento di condono delle sanzioni disciplinariil parere della sa Commissione, parere sullacm necessità veramente si potrebbero pro-spettare critIChe molto fondate.

Ma siamo ancora nel campo dell'opinabileperchè queste due circostanze, i numerosiinterventi e la nchiesta di un ulteriore pare-re del disegno di legge sul provvedimentodi condono delle sanzioni disciplinari, sonodue circostanze sintomatiche che oggettiva~mente prospettano il pericolo di un rinvio dIqueste discussioni alla prossima settImana,prospettano Il pericolo che si perdano i tem-pi tecnici per varare il provvedimento entrola fine del corrente mese. Ma mi riferisco aqual:che cosa di diverso e di molto più gra-ve, mi riferisco a quello che è accaduto alHvello politico nel corso delle ultime ore.lo ho ascoltato, senatore Salari, più che coninteresse, con ansia, il suo intervento e misono domandato se era l'intervento che fa-ceva il Gruppo della Democrazia cristiana ose era la sua coscienza che prospettava al-l'Aula le sue personali opinioni, condivise dame. Da parte sua non è venuta nessuna in-dicazione che ci consenta di dire quali sianole reali intenzioni del Governo e della De-mocrazia cristiana in ordine a questo prov-vedimento, non nella sua astratta opportu-nità di provvedimento di clemenza, nessunaindicazione che dica quanta comprensionec'è negli uomini che sono colpevoli di averprovocato e mantenuto certi ordinamentisuperati, e che dica quale contenuto la De-mocrazia cristiana e il Governo vogliono chequesto provvedimento abbia e in che misuravogliono che esso incida sulla realtà socialee sulla situazione giudizi aria nel nostroPaese.

Noi abbiamo letto, in un diffuso e partico-lareggiato resoconto del « Popolo », ciò che èaccaduto ieri sera nel Gruppo della Demo-crazia cristiana; abbiamo letto che ai lavoridel Gruppo hanno partecipato il Presidentedel Consiglio, senatore Leone, e l'onorevole

Ministro di grazia e giustizia. Il ,<,enatoreLeone ha formulato alcune proposizioni chenoi riteniamo prive di significato e di valore,politico; egli ha detto che, tra il provvedimen-to di amnistia e il disegno di legge per la di-sciplina dei più urgenti provvedimenti del-l'Università, intercorre un rapporto stretto,una stretta correlazione, al punto che suquesta correlazione egli ha ritenuto dl doversuccessivamente richlamare l'attenzione delgruppo dei senatori della Democrazia cristia-na. Il Gruppo ha svolto i suoi lavori con nu-merosissimi interventi e il senatore Gava,capo Gruppo, ha concluso i lavori dell'As-semblea dicendo: « L'obiettivo da raggiunge-re è quello di limitare la portata iniziale del-l'amnistia per non snaturarne lo scopo es-senziale ». Che cosa significa questo? Ovvia-mente, limitare la portata obiettiva di quel-l'amnistia che viene prospettata e propostadal testo della Commissione giustizia, nondi altra, altrimenti le parole non avrebberosignificato. Il senatore Gava ha concluso an-nunziando la presentazione di emendamentiche il Gruppo sosterrà durante il dibattitoin Aula. Interrogato poi dai giornalisti dopola oonclusione dei lavori del Gruppo dei se-natori della Democrazia cristiana, l'onorevo-le senatore Gava ha detto che vi sarannoemendamenti e, con icastica frase, ha ag-giunto: « Mai per allargare ». Quindi emen-damenti sempre per restringere. Come si col-loca in questa presa di posizione politica,senatore Salari, il suo intervento? Si collocacome l'espressione di una altamente apprez-zabile sensibilità personale ma non come laespressione della volontà del Gruppo dellaDemocrazia cristiana. Dobbiamo ritenere cheper quella correlazione stretta di cui ha par-lato l'onorevole Leone tra il provvedimentodi amnistia e di condono delle sanzioni disci-plinari e il disegno di legge sulla universitàsi debbano collegare i due provvedimenti inmaniera tale da condizionare l'uno all'altro?Dobbiamo ritenere in quella considerazionedell'onorevole Leone che il provvedimentodeve essere la precisa configurazione, laproiezione nel campo della clemenza di quel-li che sono i disegni e i fini del provvedimen-to sull'università? Dobbiamo ritenere che visia una volontà di limitare la portata del

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1474 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

nessuna realizzazione potrà essere attuatanell'ambito di esso.

A questo punto, quindi, io ritengo che i]problema dell'amnistia debba necessaria~mente rientrare nei giusti limiti, anche sesono 'limiti classici e cioè che esso è un attodi clemenza. Non è un atto di giustizia, per~chè colui il quale, anche se esagitato daproprie aspirazioni politiche, commette deifurti, delle sopraffazioni, delle prevaricazio~ni, mette in stato di pericolo l'incolumitàpubblica attraverso, ad esempio, treni e mez~zi di trasporto e così via, io dico, signori,che in quel momento si è messo contro lalegge e contro lo Stato democratico. Lo Statodemocratico, al più, può avere una com~prensione, può sentirsi sollecitato nell'espe~rimento di quelle attività di clemenza, puòquindi accordare in forma particolare laclemenza stessa: ma ciò non toglie che ilfatto in se stesso rappresenti una violazionedella legge. E noi che siamo gli esponenti delpotere legislativo non possiamo certo pre~tendere di sancire nelle nostre istituzIOni lalegittimità della violazione della legge.

Il provvedimento va riportato su questabase, una base tradizionale, ma certo nonvelleitaria e di improvvisazione, perchè pur-troppo in questa epoca si vuole sempre direche ciò che è da farsi è molto migliore diquello che si è fatto. Io non voglio essereun tradizionalista, ma devo dire però checomunque le istituzIOni fondamentali delloStato democratico hanno una base, una sicu-rezza di contenuto, hanno una portata cheesula dai velleitarismi dei momenti, esuJada questa o quell'agitazione, da questo oquel concetto personale, altrimenti sarebbeun ibrido di nessun significato, di nessunvalore. È una fortuna che lo Stato democra~tico abbia in sè questa forza, questa essenza,perchè diversamente noi non potremmo maisperare di risolvere realmente i gravi pro~blemi che affliggono il popolo.

Ebbene, una volta ripristinato il concetto,io ebbi a dire che sotto il profilo dell'atto diclemenza nei confronti della gioventù studen~tesca ~ e poi preciserò perchè soltanto peressa e non per altri ~ in linea di principio

mi dichiaravo favorevole. Però ebbi a met-tere nella dovuta evidenza la intempestività

del disegno di legge Codignola: l'intempesti-vità, signori, pone nel nulla il suo fondamento; perchè è vero che non c'è nessun im~pedimento di ordine tecnico che non diamodo di poter varare una legge di amnistiaanche nel corso del compimento di fatti,cioè prima ancora che l'unico processo evo~lutivo non si sia esaurito; però, è pur vero.che sarebbe normale e giusto e più appro-priato che il provvedimento di clemenza so-pravvenisse al termine di tutte queste mani-festazioni che violano le norme di legge. In-fatti con esso si dovrebbe mettere una chiu-sura definitiva a tali é,vvenimenti e dare quin-di una legittimazione a ciò che prima eraillegittimo nella sicurezza del non ripetersidel fatto di violenza. Invece, signori, qual èlo stato e la convinzione di tutti? È inutileche io mi riferisca ai van giornali; lo affer-mate voi stessi di "inistra quando dite chec'è la certezza che le agitazioni si ripeteran-

I no. Ed io vi dico: è logico che debbano ripe-tersi, perchè dal momento che ancora noinon abbiamo posto in essere alcun provve~dimento che rimedi a tutte quelle zone diombra, che sono state così ampiamente lu-meggiate e prospettate addirittura sotto unpiano patetico e sentimentale, noi abbiamola certezza e buon motivo di ritenere che leagitazioni si ripeteranno e che con esse Slripeteranno gli atti di violenza.

A questo punto, ';Ignori, sorge il dilemmainequivocabile sul quale il propugnatore deldisegno di legge deve soffermarsi consideran-dolo con attenzione e, dove occorre, nba-dendo su questo punto: o l'atto di clemenza,accordato nel corso dello svolgimento di sin~goli atti di un unico processo evolutivo difermentazione pubblica ha il significato divoler dire che è un monito e che in futurol'atto di clemenza non sarà più rinnovato eche quindi le categone interessate debbonorendersi consapevoli che ulteriori atti di vio~lenza non saranno coperti da un successivoatto di clemenza, e allora significa che l'am~nistia è un provvedimento di avvertimento,di monito, cioè proprio quel monito che voidella sinistra non vorreste dare al provve~dimento che si reclama, vale a dire quel si-

gnificato quasi paternalistlco che significa'stai attento, perchè se ripeterai la violenza

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non ti sottrarrai alla punizione. E allora sidà, onorevoli senatori, siffatto significato.

A questo punto io ritengo che l'atto diamnistia andrebbe condizionato in manie~ra che questo ammonimento sia veramen~te efficace e valido, sia cioè validamenteavvertito in tutta la sua portata, perchè gliinteressati sappiano che con il ripetersi infuturo di nuovi atti è già consacrato nel testodi legge che non solo non verrà concessoulteriore atto di clemenza, ma si perderannoj benefici della clemenza già concessa. Oppu~re, onorevoli senatori, vogliamo dare all'attodi clemenza il significato e la portata di unostimolo a delinquere, uno stimolo a violarele leggi? Perchè il dilemma è questo: o que~sto atto è un ammonimento, o invece è ladichiarazione di assicuraZIOne agli studentie a tutti gli interessati che in futuro il poterelegislativo rinnoverà quel provvedimento diclemenza necessariamente; e per me sarebbeforse anche equo, perchè è ingiusto che quel-le persone che partècipano ad un unico pro-cesso, sia pure in singoli fatti nel tempo sca~glionati in modo diverso, abbiano ad usu~fruire di un trattamento difforme, vale a direche alcuni siano coperti, altri no, dall'atto diclemenza. Quindi, come vedete, la presenta~zione del disegno di legge da parte del sel1a~tore Codignola per me manca nel suo fon-damento razionale per la intempestività chelo ha caratterizzato, ed ecco perchè il Go-verno Leone mostra di preoccuparsi che uni-tamente al disegno di legge di clemenzavenga posto in atto un provvedimento chegiustifichi la non protrazione della clemenzaed ecco perchè il senatore Leone ha dichia~rata che vuole che venga contemporanea~mente varata la legge sulla riforma univer~sitaria, perchè solo così noi potremo direagli studenti e agli interessati: voi non avetepiù diritto di reclamare un altro atto di cbmenza anche perchè noi abbiamo provvedutoa quelle deficienze, a quelle carenze di am~ministrazione di n05tra spettanza e col prov~vedimento di riforma abbiamo rimediato atutto.

Quindi io richiamo l'attenzione degli ono~

l'evo li senatori perchè qui vi è una questioneche può apparire solo di forma o di scarsosignificato, ma è inV(~ce una questione che siradIca nel fondamento della legge e può

costituire in futuro anche la causa dimorti, di uccisioni, perchè se noi rappre~sentiamo il nostro provvedimento di cle~menza come l'assicurazione che in futurotutti saranno egualmente coperti dall'atto diclemenza, io non darei nessuna garanzia chein futuro i fatti lamentati non abbiano nonsolo a ripetersi, ma a tralignare in atti an~cara peggiori. Ed aHara i padri di famigliadarebbero la colpa .1 noi stessi per non aversaputo attuare provvedimenti di legge con~creti e veramente efficaci.

Per quanto poi concerne l'altra presa diposizione da parte del Gruppo liberale, ecioè che il provvedimento di amnistia vadalimitato solo a coloro che hanno partecipatoalle agitazioni studentesche ~ e l'espressionesolleva da ogni preoccupazione coloro i qua~li chiedono per quale motivo gli operai chesi sono trovati coinvolti in quelle stesse agi~tazioni ne debbano essere esclusi, perchè nonsarebbero esclusi in quanto si parlerebbe diagitazioni studentesche, cioè del fatto obiet-tivo e non dei soggetti ~, a questo punto ioritengo che, proprio perchè si fa riferiment8alla contestazione, alla contestazione globa~le, come viene dichiarato nella pubblica stam~pa, la contestazione globale sia un fenomenoche sul piano internazionale (il presentatoredel disegno di legge ha fatto riferimento aquesto fermento di carattere internazionalee non locale, e non nazionale) comporti laimpugnazione globale di tutto il sistema.

Si parla addirittura di mene rivoluzionarieper sovvertire lo Stato che è in piedi, percreare ora non so quale altro Stato e persoddisfare non so quali altre esigenze. Co-munque non è questa la sede per tale trat~tazione. Ora l'argomento della contestazioneglobale riguarda in modo esclusivo il mondostudentesco, un mondo che ha finalità pecu-liari, doti, qualità di cultura, aspirazioni, mo-di di intendere e campo di azione tutti par-ticolari, dove non interferisce e non ineriscein modo alcuno il mondo operaio. Il mondooperaio, come è stato detto in seno allaCommissione da parte di un senatore demo-cristiano, agisce nell'ambito del sistema, nOI1contro e al di fuori del sistema. Quindi, an.che sul piano oggettivo, oltre che sul pianosoggettivo, noi abbiamo due tipi di agitazioninettamente autonome e nettamente distinte.

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Ora, non è che osi affermare che clemenzadebba essere usata da noi soltanto nei con~fronti di coloro che hanno partecipato alleagitazioni studentesche e debba essere ne~gata agli operai, ai contadini, agli scarica~tori di porto i quali hanno rappresentato al~tre loro esigenze meritevoli di apprezzamen-to e di considerazioni, ma affermo che debbatrattarsi di due provvedimenti ben autono-mi e ben distinti perchè altrimenti quellaazione eversiva insita nella contestazione glo-bale dei giovani finirebbe con l'estendersi,ma non per comprensione, non per sensodi responsabilità, non per convinzione, maper accidentalità, per il fatto cioè che sitrova accomunata, frammista. Avremmo unaazione eversiva contro i poteri dello Statoda parte di tutti coloro che abbiano motivoo non lo abbiano di ritenersi insoddisfattidell'azione dei poteri dello Stato. A questopunto quindi concludo anticipando a nomedel mio Gruppo che, siccome il progettodi legge anche con gli emendamenti che sonostati adottati non soddisfa queste esigenzeche il Gruppo liberale ritiene fondamentali,quasi sicuramente il voto sarà per la nega-tiva. (Applausi dal centro-destra).

P RES I D E N T E. È iscri tto a par~lare il senatore Codignola. Ne ha facoltà.

C O D I G N O L A. Signor Presidente,signor Ministro, onorevoli colleghi, ad illu-strare le ragioni che hanno mosso il Grup-po del Partito socialista unificato a questainiziativa legislativa credo che noa vi sidmiglior modo che rileggere i due paragrafidell'intervento che il senatore Leone fece inquest'Aula in occasione dell'investitura delGoverno, parlando appunto delle condizionidi diffusa inquietudine della gioventù delnostro tempo: {( Nel nostro Paese sono pre-senti una diffusa inquietudine e una largacontestazione in cui dobbiamo di scoprire ifermenti di una società in via di celere svi~luppo ed insieme i germi delle inevitabilicontraddizioni e sperequazioni che tuttaviapotremo eliminare se concorderemo in unavalutazione positiva del sistema. Se infattitenteremo di compiere quest'opera di deci-frazione dei significati più profondi dell'in-

quietudine, non ci sarà difficile constatareche la rivoluzione tecnologica, che si è intutto il mondo diffusa con una celerità al-lucinante ed è rimbalzata nel nostro Paese,ha capovolto i termini della dialettica socia-le e politica ed ha aperto nuove prospet-tive ».

Se qualcuno di noi avesse pronunciatoqueste parole, sarebbe stato certamente ac~cusato di marcusismo, come oggi SI usa fare;ma, per la verità, le parole del Presidente delConsiglio riflettono semplicemente una va-lutazione realistica di una situazione che,come egli stesso ammette, non si restringeai confini del nostro Paese, ma investe tuttoil mondo. Vi è, certamente, un fenomenogenerale di insofferenza delle giovani gene~razioni verso l'attuale organizzazione del po-tere, qualunque siano le strutture sociali cht:lo reggono, ma vi è anche un fenomeno spe-cifico della società e dell'Università italian.lche, direI, esemplifica, in modo clamoroso,la legittimità di tale insoddisfazione.

Dunque, onorevoli colleghi, io credo che,per prima cosa, noi dobbiamo attentamenteconsiderare le parole espresse poco fa dalsenatore Salari quando affermava, a miogiudizio giustamente, che non si tratta af-tatto nel nostro caso di una amnistia qual-siasi, cioè di un provvedimento di clemen-za che il Potere legislativo ritiene di doveras&umere per determinate occasioni e cir-costanze nei confronti di cittadini che ab-biano commesso genericamente dei reati.

Da parte nostra, non siamo stati mai en-tusIastI di questo tipo di amnistia e abbia-mo, semmai, subìto le iniziative della parteche afa si mostra così rigorosa nel voler ri~duue i lImiti del presente provvedimento;non si tratta ~ ripeto ~ di un'amnistia nelsenso tradizionale della parola, perchè lostesso potere politico, il potere legislativo,il potere esecutivo riconoscono oggi che è

, necessario intervenire urgentemente per ri-muovere le cause che hanno determinato lacondizIone di agitazione e di insoddIsfazio-ne delle masse studentesche, operaie, dellemasse dei giovani.

Appare dunque evidente che esiste una ca-renza politica a monte di tutto questo, cheesiste una insufficiente comprensione e pre-

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sa di coscienza delle condizioni sociali nellequali oggi si muovono le nuove generazioni,tanto che si ritiene, da parte del potere po-litico, necessario intervenire con mezzi le-gislativi.

Nelle nostre Università esistono alcunidegli elementi più caratterizzanti del feno-meno generale rispetto al quale la gioventùdi oggi assume una posizione profondamen-te critica: vi è un potere concentrato inpoche mani e profondamente autoritario;un potere che immagina l'Università comesemplice strumento di trasmissione di con-tenutI culturali che hanno rappresentato ilsupporto del potere degli adulti; la borghe-SIa, la quale domina di fatto la struttura del-la nostra Università, vuole servirsene pertrasmettere alle nuove generazioni quellostesso tipo di cultura che ha servito ad essaper detenere il potere politico e sociale delPaese.

Contro questo tipo di cultura si muovonoi gIovani che chiedono una cultura disinte-ressata, che chiedono che l'Università non lipredisponga necessariamente a un tipo dicultura già condizionata dai centri di poterepolitico ed economico vigenti in Italia; essiesigono che l'Università consenta quel di-battito, quell'apertura alle nuove idee, quel-la vita democratica interna che rappresentiun elemento di mediazione tra ciò che dellatradizione va conservato e ciò che nascecome spontaneità delle nuove classi cheavanzano nella società.

La vita della nostra Università è un esem-pio clamoroso di assenza di democrazia. Hosentlto dire in questo dibattito, qui e nelleCommissioni, ripetutamente, che, esistendo111ItaJia degli istituti democratici, basta farricorso ad essi per ottenere giustizia. Ma ilproblema è quello di vedere se e come que-ste istituzioni democratiche funzionano; ilproblema è di vedere se la Costituzione de-mocratica è effettivamente attuata nellestrutture della nostra società, poichè nonv'ha dubbio che, se la Costituzione fosse at-tuata, molte cose che oggi si lamentano daparte del movimento studentesco, del movi-mento operaio, sarebbero superate. La veri-tà è che ci troviamo in una fase di transi-ZIOne nella quale esistono sì strutture co-

stituzionali democratiche, ma permane unoStato che, in buona parte, risente dei pre-cedenti non soltanto fascisti, di una costan-te tradizione autoritaria, che non è statamodificata quasi affatto. La vita universita-ria ~ sono qui presenti molti illustri docen-ti ~ mi si consentirà di dire che è unaespI'essione caratteristica di questa perma-nenza di strutture antiquate, incapaci di rin-novarsi, destinate soltanto alla conserva-ZIOne e alla trasmissione di un potere costi-tuito che nu Ha ha a che vedere con lo spi-rito deHa Costituzione, nulla con la volontàche ha animato la generazione precedenteper la restaurazione, anzi per l'istituzione diun'autentica democrazia in Italia. E vorreiallora dire che, se questo è vero (e io credoche diftiCllmente lo si possa negare), la ri-chiesta studentesca, per quello che ha di so-stanziale, è una richiesta democratica, anchese VI si inseriscono componenti romantiche,anarchiche, globalistiche che per altro tro-vano il loro terreno di sviluppo proprionella insensibilità che la classe dirigente hadimostrato, da oltre venti anni, alla trasfor-mazione delle strutture. Dico da oltre ventianni perchè mI riferisco al momento in cuila società italiana, con la Resistenza e la Co-stItuzione, ha compiuto una svolta decisivanei confronti della struttura gerarchica auto-ritaria che il fascismo ha esasperato, ma cheesisteva potenzialmente o attualmente nelloStato italiano dalla sua istituzione.

Che cosa vogliono in sostanza gli studenti?Vogliono contribuire a creare il proprio de-stino. Non accettano più di essere oggettidi un destino predetermmato da altri. Que-sto è particolarmente vero per le facoltàprofessionali, dove indubbiamente il condi.,zionamento, la presenza dei grandi centri dipotere si avverte quasi in modo tangibile, masi esprIme m modo più radicale nelle fa-coltà umanistiche, le quali sono per la lorostessa natura in grado di approfondiremeglio l rapporti effettivi che esistono trala struttura universitaria e le strutture eco-nomiche del Paese. Sicchè, anche per con-to degli altri, più direttamente soggetti aquesto condizionamento, manifestano, spes-

'iO in forme clamorose, l'acutezza della crisi.A questo punto, onorevoli colleghi ~ l'ho

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gIà detto stamane in CDmmissione istruzio-ne ~ prima ancora di riforme, sulla cui in-dispensabilità è inutile qui insistere, occor-rono comportamenti nuovi de] potere poli-tico, occorrono atteggiamenti diversi daquelli che hanno caratterizzato il nostro re-cente passato; direi che si pone un proble-ma dI svolta psicologica ancor prima chepolitica, e questo attendono i giovani: co-l11mciare a vedere lo Stato e le autorità pub-bliche non come depositari di verità che daeSSI non sono più riconosciute, o come auto-rità gestrici di un potere che non rappre-sentando e non coprendo più verità ricono-sciute appare soltanto repressivo e inaccet-tabi]e. Nuovi comportamenti, nuovi modidi vedere i rapporti fra giovani studenti,operai e società. Quando la Magistratura,quando le autorità accademiche, le autoritàdi pubblica sicurezza chiudono ogni possi-bIlità di dialogo ricorrendo alla repressio-ne, la situazione si aggrava per loro respon-sabilità esclusiva; quando una manifesta-zione studentesca e pacifica viene affronta-ta, e si ritiene di poterla risolvere con ]ecamionette e con le manganellate, i giovani,che sono sempre forze aperte all'avvenire,che si vanno formando sulla propria espe-rienza, finiscono per farsi un'idea dello Statocome di una macchina di repressione e noncome dI un'espressione democratica, e sonoportatI ad identificare nello Stato un'auto-rita che opprime e non un'espressione dellacollettività.

Questa, onorevoli coileghi, è una ve-rità molto vecchia, non è una novità dioggi: è la radice di tutte le rivoluzioni, sic-chè vorrei raccomandarvi di fare uno sfor-zo di comprensione, usando forti occhialiper liberarvi dalla miopia di cui troppi dIvoi siete affetti, e di non ritenere che si trat-tI di questioni di modesta portata, che pos-sano più o meno essere sistemate o col me-t odo repressivo o col metodo paternalisti-co. Si tratta di una svolta sociale e politica;e, se sono gli studenti e gli operai giovani,che con gli studenti sentono oggi un tipo dilegame che in passato non esisteva, a porreil problema con forza, noi dobbiamo esseregrati a loro perchè anche noi, anche chi mi-lita nella smistra politica è di fatto condi-

zionato fortemente da una realtà sociale,giuridica fuori della quale ha difficoltà amuoversi. Sono le forze nuove, fres-:;he, nonancora imbrigliate in questa realtà giuridica,che sono persino al di fuori dei partiti, checontestano anche ciò che di contestabile edirei di detestabile c'è nei partiti, il buro-cratisIDo, l'mcapacità di vedere al di fuoridi se stessi, sono queste forze giovani chevanno incoraggiate dal potere politico senon vogliamo che esse si persuadano dellaimpossibilità di rompere il muro dell'incom-prensione e ricorrano quindi più diretta-mente ad un'azione contestativa e globaleche metta in pericolo anche ciò che noi ri-teniamo meriti di esseve salvato.

Presentando il provvedimento di amnistiaal Senato ed alla Camera il Partito sociali-sta ha mteso dare una prima risposta a que-ste esigenze. Certamente altre risposte piùprofonde sono quelle della riforma univer-sitaria, della democratizzazione degli isti-tutI scolastici ad ogni livello, ma tutto ciò,la vorrei sottolinearlo, è destinato a caderenel vuoto ~ come anche recenti esperienzeci dimostrano ~ se non lo si affronta in uncontesto di comprensione, di dibattito, diriconoscimento della sostanza dei problemieffettivI posti dai giovani. Non si tratta ~

e qui vorrei rispondere ad alcune afferma-ziom che sono state fatte ~ di stare da duediverse parti della barricata e di trovare in-terlocutori: si tratta di farei compartecipinOI con loro delle disfunzioni sociali perquanto attiene all'ingresso dei gIOvani nellasocietà e dei rimedi da adottare, si tratta dicomprendere che questi problemi riguarda-no la classe politica direttamente, che nonconcediamo niente a nessuno se li affron-tIamo con spirito di libertà e di compren-sione, che da questo deriva la sopravvivenzastessa della classe politica, se essa non saràcosì cieca come in altvi momenti della sto-na altre classi politiche ritennero di poteressere, non accorgendosi dell'uragano chestava addensandosi sulla loro testa. Nonvoglio dare nessun tono apocalittico a previ-sIOni di questo tipo, ma raccomando di nonsottovalutare la importanza dei problemipOStI dalle giovani generazioni e di appre-stare i rimedi, non per ostacolare le loro

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esperienze, ma per essere noi stessi diretta-mente compartecipi di esse.

Si è discusso in modo alquanto accade-mico se il provvedimento proposto sia daconsiderare di clemenza o di giustizia, inquel modo tipico con cui i giuristi discetta-no intorno a temi che, per la verità, di giu-ridico hanno assai poco. Che significato hauna così sottile distinzione? Si tratta di te-stimomare ~ e non nei ristretti limiti diuna maggioranza, ma con l'unanimità delParlamento ~ un nuovo modo di approc-cio ai problemi delle giovani generazioni,si tratta di compiere una scelta consapevo-le che parta dalla decisione di cancellare leconseguenze di una situazione che ha vistogli studenti rispondere con eccessi e conviolenze all'indifferenza, alla sordità dellaclasse dirigente politica ed accademica neicontronti dei problemi angosciosi che glistudenti ponevano e che sono di tutta lasocietà italiana.

Leggevo proprio ieri, su {{ Panorama », al-cune considerazioni di Carlo Casalegno (noncertamente uomo di estrema sinistra, mauomo consapevole) che mi pare siano meri-tevoli di essere ricordate: «Senza tanti mesidi occupazione di facoltà e di incidenti il Go-verno Leone non avrebbe presentato conurgenza alle Camere la piccola riforma uni-versitaria; senza la rivolta di maggio EdgardFaure non tenterebbe di fare accettare daigollisti conservatori e dal generale esitanteil suo plano di rinnovamento della univer-sItà francese. I moti studenteschi, sia pureattraverso il disordine e l'illegalità, hannoimposto una riforma che da tempo quasitutti gli esperti giudicavano indispensabile,ma a cui si opponeva con successo (io dico:si oppone) una potente coalizione di interes-si e dI pregIUdizi. La ribellione ha costrettoad una resa almeno parziale quella menta-lità autoritaria tra napoleonica e borboni-ca, che non si lasciava piegare finchè gliinnovatori esprimevano sacrosante richie-ste con mezzi legali ». Questo è il centrodella questione. Quando voi vi riferite con-tinuamente alla legalità dei mezzi di conte-stazione, nOI dobbiamo chiedervi se gli stu-denti dispongano di mezzi legali di espres-sione in una situazione che li ha messi pra-

ticamente fuori da ogni effettiva capacità dipressione sociale; se essi per caso non ab-biano già esperito da tempo quel tanto dipressione legale che potevano esperire; e se,a questo punto, non sia naturale che essiricorrano a mezzi illegali, come spesso acca-de nella storia; poichè tutti mi insegnate ch~il diritto è una conseguenza dei mutamentisociali e non li precede: è il momento incui questi mutamenti si codificano, ma è de-stinato sempre a cambiare sotto la pressionedelle modificazioni sociali.

Non possiamo rivolgerei, dunque, al di-ritto per capire il senso deHe modificazionisOCIalI, perchè appunto sono esse a modifi-care il diritto. Altrimenti noi veramente ri-cadremmo in una petizione di principio:sarebbe infatti impossibile che il diritto siadeguasse alle modificazioni delle cose uma-ne, 111quanto esso stesso rappresenterebbeun ostacolo insuperabile a questo modifi-carsi.

Se vogliamo accostarci con senso di re-sponsabilità alla soluzione di così pressantiproblemi, occorre fare uno sforzo sincero~ dico sincero ~ per bandire la violenza,che non è solo da parte studentesca, anzi,dobbiamo dire che da parte studentesca simanifesta troppo spesso come ritorsione le-gittima, e in certo senso costituzionale, comeJirilto aHa resistenza ad un costume di vio-lenza dei poteri pubblici, che dimostraquanto siamo lontani da un' effettiva appli-cazione della Costituzione.

La stragrande maggioranza dei conflittiche hanno così gravemente segnato Il pas-sato anno accademico è dovuta al modo sba-gliato e repressivo con cui le autorità di pub-blica SJcurezza e la Magistratura sono inter-venute. Non posso qui non ricordare il caso,spero limite, del procuratore generale dellamia città, di Firenze, che è giunto a trasmet-tere circolari intimidatorie alle autorità dipubblica sicurezza, ai prefetti della regionetoscana, incitandoli ad intervenire più du-ramente, perchè sembrava a lui che nonabbastanza duro fosse !'intervento; egli ad-dinttura, attraverso organi di polizia giudi-ziaria, è intervenuto direttamente là dove laautorità di pubblica sicurezza si rifiutava dimtervemre, come per esempio è accaduto in

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occasIOne dei conflitti di piazza San Marcoa Firenze.

La nostra proposta di amnistia deve ave~re, dunque, un significato: quello di elimi~nare le conseguenze della violenza studen~tesca e poliziesca, di invitare i giovani ad unconfronto civile, presentando loro l'arra diun civile impiego dei mezzi di farza di cuidispone uno Stato moderno. Se così nanfosse, allora veramente si tratterebbe di unprovvedimento di clemenza, vorrei dire dibeneficenza, che gli studenti più consapeva~li per primi respingerebbero e che noi nonpotremmo sostenere.

Chiedere che l'amnistia sia cancessa, co~me è stato di nuavo chiesto dal collega Fi~nizzi poco fa, come una specie di monitocandizianante, chiedere in sostanza agli stu~denti di ritornare all'ovile della saggezianecIvIle in cambio di una miserabile amnistia,questo vuoI dire non aver capita nulla del~la forza morale che anima il movimento stu~dentesco e, in generale, i giavani, onorevalicolleghi, i quali grazie a ciò sono abbastanzaliben dalla pesante invadenza della politi~ca istituzionalizzata e dei suoi strumenti.

Se questa piattaforma è esatta, c'è allorada chiedere come si passa tentare, ed insi~stervi ancora, questa assurda delimitazionefra politico e non politico nella determina~zione dei motivi che hanno indatto studen~ti ed aperai ad infrangere la legge scritta.

In primo luogo, il bisogno di dimostrarel'insafferenza verso l'autoritarismo propriodella società industriale avanzata è camu~ne a studentI ed operal. Io vorrei di nuavoricardare le parole del Presidente del Can~siglJO che anche qui ha saputo dire alcunecose interessanti, mi sembra, allarchè haparlato dell'inquietudine dei lavaratan. « Illavoratare ~~ ha detta ~, insieme al pro~blema della retribuzione, ~ente anche un dl~sagia morale ed avverte una tensiane pSI~chica e nervosa che lo fa sconfinare nella I

delusione e nella scontentezza, donde l'aspi~razione al conseguimento di una più vivapersonalità» Il Presidente del Cansigliaha perfettamente identificata, devo dire concoraggio, le radici lontane di tale stato dialienazione e di insofferenza. Tutto ciò ap~partiene ovviamente a tutte le classi dei gio~

vani. Non è dunque artificioso che- oggi glioperai partecipino ~ certa ancora in scar~sa misura ~ alla sofferenza degli studentie viceversa.

Capisco che da parte dei conservatori siinsista sull' elemento. olassista di questa si~tuazione e si sottolinei, come è stata fatto,che, essendo gli studenti in gran parte figlidella borghesia ~ tra parentesi, debba dire

che questa è una denuncia gravissima dellacandizione in cui si trova l'università ita~liana ~ ed essendo gli operai dei praletari,è incomprensibile che si verifichi (e si puòimmaginare che avvenga sola sotto la spin~ta dei famasi agenti esterni, i cosiddettiagenti provocatari di cui questa mattinaho sentito nuavamente parlare) questo fe~namena di saldatura, che si determini que~sta scintilla tra i due mavimenti.

Non sattovalutate !'importanza di questofatto: il congiungimento del movimento ope~mio can il movimento studentesco può de-terminare una candizione rivoluzianaria,perchè non c'è dubbio che significa l'acco~glimento delle istanze di classe fondamen~tali del movimento aperaio da parte delleforze studentesche, ciaè da parte di quelleforze che tradizianalmente erano. dall'altraparte della barricata e che stanno ritrovan-do il senso. della lara esistenza negli stessiobiettivi e nelle stesse battagli'e che muovo~no il movimento operaio. E tutta ciò chiun~que di noi 10 auspka perchè significherebbeun allargamento del cerchio deLla demacra~zia, ciaè che lo sbarramento. di classe cheha divisa per tanti anni, decenni e secali,studenti da operai ~ ricardiama le tradi~ziani irredentistiche degli studenti cantro

, l'atteggiamento. pacifista degli aperai, che èstato una dei casi più caratteristici di rot~tura tra i due mavimenti ~ si va dissal.

venda in camuni abiettivi di trasfarmazianedella sacietà.

Si va facendo strada la persuasione chedel carattere potenzialmente repressivo. del~la sacIetà produttiva cantemporanea gli um

I e gh altn sona parimenti vittime. E biso~gnerebbe essere ciechi per nan veder quan~to. vi sia di vem, anche al di fuori di preciseinterpretaziani idealagiche, in questa per~suasiane.

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ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 196825a SEDUTA

Che cos'è questo se non un giudizio alta~mente politico? Che cos'è la profonda ripu~gnanza morale nei confronti del genocidiocondotto nel Vietnam non da un Paese bar~baro e primitivo o da un regime nazista, maproprio da uno dei più grandi civili e demo~cratlci Paesi del mondo, se non il nconosci~mento che sotto queste aggettivazioni tradI~zionali può nascondersi un pericoloso ritor-no aHa barbari,e?

Se c'è qualche cosa che ha fatto scattarenei giovani un senso di frustrazione, di col~pa collettiva, di generale impotenza controla forza bruta, questo è stato il Vietnam.E non dissimile è il sentimento che ha per~corso le giovam generazioni constatandoche la stessa logica della forza, del mante~nimento dello statu quo, dello schiaccia-mento organico di ogni conato di indipen~denza e di libertà può manifestarsI anchein situazioni strutturali tanto diverse comeè accaduto ora per la Cecoslovacchia Ed al-lora come fare a distinguere una agitazioneper motivi studenteschi o sindacali o poli~tici? Come farà il giudice a scegliere? Comesarà possibile usare due pesi e due misuredi fronte ad atteggiamenti moralmente iden~tici ?

Se la Democrazia cristiana ha delle preoc~cupazioni legittime circa le conseguenze chepotrebbero derivare dalle nostre proposte,noi suggeriamo di rivedere assieme, con re...sponsabilità ~ tutti i Gruppi parlamenta-

ri ~ quali siano i mezzi per evitare che nel~le maglie di un provvedimento che vuoletestimoniare una nuova capacità di lungi~mirante comprensione si infiltrino elementiche gli sono del tutto estranei. Si è parlato,ad esempio, dei casi della minoranza alto~atesina e ne parla anche H collega Mannironinella sua relazione: è questa la pr,eoccupa~zione che vi lascia esitanti sulla parola« politiche »? A parte che anche qui, ono~revoli coIleghi, bisogna pur saper distingue~re fra affermazioni clamorose di diritti edi aspirazioni di una minoranza lingui-stica ed etnica ed episodi intollerabilidi violenza, tuttavia non c'è dubbio chenessuno vuole coprire tali episodi. Ho fattofare un controllo circa i reati contestatiagli altoatesini dalla procura di Bolzano

e da quella dI Milano, dove si sono celebratii processi relativi; la stragrande maggio-ranza degli articoli del codice penale violatinon sono tra quelli riportatI nel nostroprovvedimento: 241, attentato contro 1'in~tegntà dello Stato; 246, corruzione del CIt~tadll10 da parte dello stramero; 253, distru~zione o sabotaggio di opere militan; 271,associazione a delinquere; 272, propagandasovversiva e antinazionale; 285, devastazio~ne, saccheggio e strage; 305 cospirazionepolitica mediante associazione; 306, bandearmate e via dicendo. C'è dunque un nume~

l'O molto notevole di artIcoli che non rieTltra~no in questa amnistia e che qumdi non pon~gono problemi. Ci sono altri articoli inve~ce che sarebbero misti, per i quali quindila nostra amnistia, aggiungendovi la paro~la «politiche", verrebbe anche a riferirsia 1eati di questo tipo. Credo che non sareb~be difficile trovare eventualmente un ac~corda o per estendere l'amnistia a tutti,quando SI tratti ad esempIO dI contravven~zioni, o per eliminare eventualmente dal no~

stro provvedimento alcuni reati che, per co~prire i casi degli altoatesini, verrebbero an~che a coprire i pochissimi casi che si pos-sono riferire al movimento studentesco eche in se stessi non meritano da soli unaeventuale distinzione.

OnorevolI colleghi, scusate se insisto suquesto, io non mi sento dI poter sottoscri~vere un metodo che opponga maggioranzae minoranza su problemi di questo genere;ci sono dei problemi politici che non con~sentono una maggioranza e una minoranzaperchè o sono sentiti o non lo sono dallaclasse dirigente. Avrebbe poco senso chequesta amnistia passasse per una maggio~ranza dI sinistra contro una minoranza didestra, perchè questo potrebbe divenire unfatto propagandistico della sinist<ra; non vo-gliamo ciò, ma vogliamo che sia il Parla-mento come tale a votare questa legge,ragion per cui se c'è ancora qualche puntoche possa essere controverso o dubbio, ri-vediamolo, formiamo un comitato, rapida~mente riesaminiamolo. Mi pare che l'unicopunto importante riguardi l'aggettivo «po-litiche» e che per tutto il resto si trattipiuttosto di problemi di natura tecnica.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1482 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Cerchiamo di uscire da questa contrapposi~zione tradizionale per cui necessariamentesi deve arrivare ad uno scontro delle dueparti su un tema che, come altri grandi te~mi del passato, deve t.rovare unanime ilParlamento, poichè, se non c'è questa unani~mità, esso perde parte del suo valore, an~che morale, di attestazione rispetto aglistudenti di una volontà seria di apprestarel necessan rimedi.

Abbiamo già dimostrato in Cammissiane,onorevoli colleghi, ogni dispanibilità perquelle modificazioni della nostra propostache mirmo a perfezionarla sul piano giuri~dico o a rilevarne lacune ed incertezze ead ottenere perciò un'approvaziane unani~me. Con lo stesso animo siamo disposti adesaminare, qui in Aula, ogni altra propostadel genere. Ma mi sia concesso di cancJude~re con un'esortazione ed un invita: non fateche da questa vicenda possano nascere nuo~ve ragionI dI amarezza, di delusione, nel~l'animo dei giovani: evitate che essi possa~no sentIrsi frodati di una speranza non tan~to nell'amnistia quanto in un nuovo atteg~gIamento del pubblico potere. Ciò di cui igiovam di oggi hanno bisogno come i gio~vani di ~empre, è un attestato di fiducia, lasensazione che le generazioni anziane sonocoscienti dei nuovi valori di quelle giovanie che sono disposte non ad osteggiarle me~tra per metro, ma a favarirle in un ragione~vole confranto, per cui nulla vada persodelle tradizioni che meritano rispetto, manulla sia impedito alla dirompente forzadi nnnovamento che le nuove generazionirappresentano. Fate che i giovani non sisentano damani ingannati da questo attodi comprensione nei loro confronti, apriteun nuovo dialogo, e come sempre essi nonvi deluderanno. (Vivi applausi dalla sini~stra. Congratulazioni).

P RES I D E N T IE. È iscritto a parlareil senatore Galante Garrone. Ne ha facoltà.

G A L A N T E GAR R O N E. SignorPresidente, signor Ministro, onorevoli colle~ghi, non avevo alcuna intenzione di ripren~dere il tema che in Commissione è stato cosìa lungo dibattuto (un tema che, come il se~

natore Codignola ha detto or ora, non do~vrebbe avere nemmeno ragione di esistere),e ciaè se il provvedimento di amnistia e dicondono che, in sede referente, è stato ap~provato, sia un atto di clemenza o un attodi giustizia. Proprio perchè un vasta mag~giranza si era pronunciata in Commissionereferente per l'amnistia, sia pure con limi~tazioni e riserve che non ci sentivamo e nonci sentiamo di accettare, e nell'interesse de~gli operai e degli studenti ci sembrava neces~sario cercare soprattutto quello che ci uni~sce e non sottolineare quello che ci divide.

Pensavamo di non daver ritornare su que~sto tema, ma, come ha ricordato il senatoreMaris, in queste ultime ore sembrano essereintervenuti alcuni fatti nuovi, che rimettonoin discussione questo che dovrebbe essere ve~ramente un provvedimento non da votarsicon contrapposizione di una maggioranza edi una minoranza, ma da votarsi all'unani~mità.

Penso che alla domanda che è stata pro~posta in Commissione e che oggi dobbiamo,proprio per queste novità delle ultime ore,riproporre all'attenzione dell'Assemblea, cioèalla domanda se il provvedimento che stia~ma per votare sia un provvedimento di cle~menza largito dall'alto, largito con paterna~lismo, largito con un senso di generosità, osia invece un provvedimento di vera gillsti~zia, una risposta sola sia possibile. Questoè un provvedimento di giustizia sicuramenteriparatrice.

La situazione che si è prodotta in questiultimi anni e che affonda le sue radici in unpassato lontano è quella che è stata magi~stralmente esposta ora dal senatore Codi~gnola; non c'è ragione che mi soHermi a direcose che sono state già dette.

È ferma, fermissima in noi la convinzioneche le violazioni della legge penale che sonostate attribuite agli studenti e agli operai,sono state in gran parte, in massima parte,provocate e determinate dalla colpevole iner~zia e dall'ottusa sordità dei governanti, a talpunto che noi ci chiediamo se veramente sa~

l'ebbe stato varato un provvedimento di ri~forma universitaria, se non ci fosse statoquesto movimento degli studenti negli ultimianni e negli ultimi mesi. Questo movimento

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Senato della Repubblica ~ 1483 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

è stato determinato non soltanto da questainerzia del Governo, ma dal sistematico ri~corso alla violenza delle forze di poliziache tutti abbiamo visto lanciate in sfrenaticaroselli contro gli studenti e contro gli ope~rai, quando agitazioni e manifestazioni sierano appena iniziate e si stavano svolgendoin un clima sereno e sufficientemente cal~ma; ed è stato provocato dalle decisioni dellaMagistratura che, molto larga e generosaverso altri imputati e verso altri colpevoli,è stata di una severità inflessibile nei con~fronti degli studenti e degli operai, tanto chequesta spirale è sempre più affondata nelterreno sociale del nostro Paese.

Queste cose non possiamo e non dobbiamoassolutamente dimenticare. Ora, onorevolicolleghi, chiudere risolutamente questa pa~gina, questa triste pagina della nostra storia,chiuderla con un atto che non è un indice didebolezza, ma che è un indice di forza serenae di cosciente responsabilità è, a nostro avvi~so, necessario ed urgente: nella speranza cheil cammino possa essere ripreso in una situa~zione migliore, in una situazione di relativadistensione; nella speranza che questa frat~tura fra il paese reale e il paese legale, peradoperare termini che sono consueti, frat~tura che soltanto osservatori disattenti e su~perficiali non vedono, non si debba aggra~va re ulteriormente e portarci veramente agiorni incandescenti.

Abbiamo parlato di una vasta maggioranzache si era formata in Commissione e che ave~va riveduto alcune delle norme della propo~sta di legge Codignola e aveva approvato va~riazioni ed emendamenti ad alcuni articolicol consenso anche della nostra parte, chesi preoccupava dei pericoli che potevanoessere insiti, ad esempio, nell'elencazione diuna lunga serie di reati. Questa vasta mag~gioranza io mi auguro, nonostante le voci diqueste ultime ore, che debba ancora esiste~re in Assemblea; ma mi pare che sia estrema~mente necessario, per un bisogno assoluto dichiarezza e di lealtà, esporre due ordini diconsiderazioni.

Primo: le osservazioni e le riserve che so-no state mosse contro il decreto di amnistiasono in parte, a nostro avviso, inaccettabilie, in parte, degne di meditazione. Sono inac~

cettabili tutte quelle dichiarazioni che sifondano su un pericolo di sovversione degliordinamenti costituzionali. Sono anche leg~germente umoristiche ~ consentitemi di dir~lo ~ quelle osservazioni contro l'amnistiache fanno leva sul malcontento che, si dice,serpeggerebbe nelle carceri fra i delinquenticomuni proprio perchè esse uniscono e met~tono sullo stesso piano i delinquenti comuni,che sono meritevoli, indubbiamente, di pietàe di considerazione, e persone che hanno vio~lato la legge penale per quelle ragioni che so~no state così chiaramente espresse in inter-venti precedenti.

Altre riserve, invece, e altre obiezioni sonointelligenti, e queste ci troveranno, come citrovano, disposti e disponibili per una trat~tativa, per una discussione che possa vera~mente portare a superare alcune difficoltàche ancora rimangono nel tormentato cam~mino del disegno di legge.

Io voglio, in linea generale, ricordare quel~lo che hanno detto alcuni di noi in Com~missione. E cioè: è verissimo che !'istitutodell'amnistia, in astratto, non ottiene la no~

I stra approvazione. Giustamente si è detto chequesto istituto è destinato fatalmente a tur~bare il regolare svolgimento della giustizia,proprio come quei tronchi d'albero che sononei fiumi e che deviano il corso delle acque.Tutto ciò è vero; però que~ta è una amnistiaparticolare, che ha un suo carattere del tuttospeciale.

So che le preferenze di qualche commissa~ria ~ come ricorderanno alcuni dei membridella Commissione giustizia ~ vanno alleamnistie che si fondano sulle ricorrenze an-niversarie, decennali o centenarie. Ebbene,io ho avuto occasione di esprimere in Com~missione la mia netta opposizione ad amni~stie di questo genere perchè veramente sonoesse, ed esse soltanto, quelle che turbanoil corso della giustizia e che, intelligentemen~te sfruttate, possono indurre i delinquentiin itinere a tenere un calendario delle ricor~renze che verranno a dire: « L'impunità èassicurata! ».

Quando ho letto sul « Popolo» di stamat~tina che uno dei senatori democristiani haproposto un'amnistia da elargire per il cin~quantenario della Vittoria, inevitabilmente

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Senato della Repubblica ~ 1484 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

ho pensato: ecco, fino ad ottobre~novem~bre, quando sarà proposta questa nuova leg~ge di amnistia, si possono commettere impu~nemente dei reati. Queste sono le amnistiealle quali va la nostra ferma e decisa opposi~zione; sono amnistie che non hanno nessu~na giustificazione, se non una molto sem~phce che giustificazione non è: quella disvuotare le carceri intasate, oppure quelladi smaltire il lavoro dei giudicI penalie dei procuratori della Repubblica. Ma con~tra questa disfunzione della giustizia penale,onorevole Ministro, altre sono le armi, altrisono i mezzi. Sono la coraggiosa riforma deicodici, sono una coraggiosa e moderna ri~forma dell'ordinamento giudiziario: non sidimentichi che l'imminente riforma dell' or~dinamento giudiziario era preannunciata inun disposizione transitoria della Costituzionee che finora non abbiamo avuto che piccolirappezzi e nulla altro.

E invece questa di cui parliamo è un'am~nistia particolare, un'amnistia che ha un'al~tra finalità, è un'amnistia (come altre chesono state emanate nel corso di questi anni)che parte dalla constatazione onesta e re~sponsabile delle ragioni profonde che in unperiodo storico hanno determinato la viola~zione della legge penale e che persegue il no~bile scopo di una pacificazione e di una di~stensione degli animi. A queste amnistie noinon possiamo rimanere insensibili; a questeamnistie noi dobbiamo dare il nostro con~senso e la nostra approvazione. Non sonouna novità; in questi ultimi venti anni ~ mipare che l'onorevole Ministro abbia parla~to ieri di 41 decreti di amnistia concessi inquesti 20 anni, una media di due per anno ~

sono state elargite, con Governi certamentenon di sinistra e con Ministri guardasigillinon certamente sovversivi...

M A N N I R O N I, relatore. Quello del1946 almeno, sì. (Interruzione del senatoreTerracini). Comunque, era un vostro compa-gno di partito che aveva assunto la respon~sabilità di Governo.

T ERR A C I N I. No: era stato il Go~verno presieduto dall'onorevole De Gasperi.

G A L A N T E GAR R O N E . OnorevoleMannironi, ho parlato di venti anni; faccia lasottrazione e vedrà che parto dal 1948 quan~do, un po' pencolante a destra, un po' pen~colante a sinistra, era già cominciato il Go~verno di centro della Democrazia cristiana.E con Ministri guardasigilli, dicevo, non cer~tamente sovversivi come il qui presente ono~revole Gonella, come l'onorevole Grassi, co~me l'onorevole Azara, come l'onorevole Bo~sco e chiedo scusa agli altri che eventual~mente non nomino, sono state elargite amni~stie proprio con riferimento a determinatesituazioni che si erano create e che giusta~mente erano state considerate meritevoJi dicomprensione. Ricordiamo in proposito leamnistie per reati annonari, per detenzionedi armi, per violazioni valutarie, per com~mercia dell'oro, per reati politici, per delitticommessi nel corso di vertenze agrarie e viadicendo. Basta scorrere l'elenco di questidecreti di amnistia, e leggerne sommariamen~te il contenuto per vedere per trasparenza lastoria nostra degli ultimi venti anni e perricordarci di quelli che sono stati i giornicaldi che hanno contrassegnato questi ventianni fino al 1968. E ancora si deve dire, perconcludere questo primo ordine di conside~razioni, che non pare assolutamente fondatal'obiezione, che autorevolmente è stata mossasui banchi democristiani in Commissione, se~condo cui l'amnistia potrebbe essere conces~sa come atto di sanatoria di un passato se-polto per sempre soltanto se e quando esi~stesse la certezza che un periodo di illega~lità è giunto alla fine. Questo non è veroovviamente nel caso delle amnistie per reaticomuni perchè non credo che sia stata maielargita una amnistia comune con la ragio~nevole presunzione che ladri e truffa toriscomparissero dalla faccia della terra; manon è vero neanche per questa particolareamnistia perchè le amnistie speciali che horicordato poco fa non erano conceSSe sol~tanto quando non potevano rivelarsi piùquei fenomeni di illegalità, ma anche quandoquei fenomeni potevano continuare e in ef~fetti sono ulteriormente continuati. In defi~nitiva noi non pretendiamo, con questa am~nistia, di chiudere del tutto il passato; vo~gliamo soltanto fare un passo avanti per ri~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1485 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

prendere la strada in condizioni diverse, piùumane, più ragionevoli.

Secondo ordine di considerazioni: proprioperchè le ragioni di questa amnistia sonoestr.emamente serie e ,fondate noi dobbiamobatterci e continueremo a batterei perchè ildecreto non si risolva in un edificio di ma-gari piacevole facciata che nasconda m sèpoco o nulla. Non è questa la sede per undiscorso più ampio, che sarà ripreso quandoi singoli articoli del progetto verranno al-l'esame del Senato. Ma fin da questo mo-mento mi pare assolutamente necessario sot-tolineare l'esigenza che l'amnistia sia una co-sa seria. Non intendiamo ora, ho detto, an-ticipare i temi della discussione; ma mentresiamo ragionevolmente disposti e disponibiliper votare gli emendamenti che non intacchi-no la sostanza del provvedimento, siamo al-trettanto ,fermi nel considerare inaccettabilel'esclusione, decisa dalla Commissione, deireati commessi in occasione di agitazioni po-litiche o di manifestazioni culturali. Esclu-sione che non ha la minima giustificazione eche, se fosse ribadita nella legge di delega-zione, fatalmente si risolverebbe in una in-giustizia e porterebbe, fra l'altro, a difficoltàquasi insuperabili di interpretazione per igiudici, a tal punto motivi studenteschi e sin-dacali da un lato e motivi politici dall'altrosono strettamente intrecciati ed anzi com-penetrati. Noi siamo convinti che tutti que-sti movimenti debbano avere allo stesso mo-do la medesima comprensione e debbano es-sere trattati con 10 stesso spirito di giu-stizia.

Altro, in questa sede, io non credo neces-sario dire. Per concludere, vorrei soltanto ri-farmi ad una preoccupazione che è stata ripe-tutamente espressa soprattutto in Commis-sione. Si è chiesto da parte di alcuni oratori:e se questa dimostrazione di cosiddetta buo-na volontà non servisse a nulla, se in con-creto agitazioni, manifestazioni e contesta-zioni riprendessero con il ritmo di prima omagari con un ritmo maggiore? La rispostami pare semplicissima. Nessuno di noi, fraquanti hanno proposto, appoggIato ed appro-vato in sede referente nella Commissione edapproveranno in Aula il decreto, si sente dipoter garantire che agitazioni, manifesta-

zioni e contestazioni finiscano per incanto.In Commissione era stata avanzata una pro-posta che poi è stata ripresa qui in Aula ecioè che l'amnistia sia un'amnistia condizio-nata. Già il senatore Codignola ha espressola ferma opposizione della sua parte politicaal condizionamento dell'amnistia ed io rin-novo questa ferma opposizione, a nome delmio Gruppo, per il sapore chiaramente di ri-catto, scusate l'espressione, che avrebbe ilcondizionamento di un'amnistia che sarebbestabilito per la prima volta nella storia del-le amnistie, quando non riguardano reati an-nonari o finanziari. Alla preoccupata doman-da se l'amnistia varrà ad evitare o attenuarele agitazioni, noi crediamo che debba darsiuna risposta chiaramente politica. E di-pende anche da noi, rappresentanti del po-polo in Parlamento, e dalle leggi che vote-remo, ma anche e soprattutto da voi, uo-mini del Governo, quello che avverrà o nonavverrà.

L'amnistia non è un toccasana. Se nei ,fat-ti e nella vita di ogni giorno vedremo realiz-zarsi un clima di umanità, se non si tenteràdi spegnere le dimostrazioni del popolo chelavora e della gioventù che studia e le ma,nifestazioni dei cittadini che chiedono pacenel mondo e giustizia coi caroselli sfrenatidella polizia, se le fabbriche non sarannoprigioni per gli operai e se le finestre delleUniversità non saranno sbarrate dalle in-ferriate, forse sorgeranno giorni migliori.Una risposta spetta a noi e soprattutto a voi,uomini del Governo.

Lasciate che io concluda le mie parole conla speranza e con l'augurio che non sianodelus.e le aspettative serie e giuste di chi stu-dia e di chi lavora. (Applausi dall' estrema SI-nistra).

P RES I D E N T E. Avverto il Senatoche, da parte dei senatori Terracini, Maris,Albarello, Bonazzola Ruhl Valeria, Soliano,Poerio, Argiroffi, Pirastu, Perna, Orlandi. Ca-rucci, Tropeano, Maccarrone Antonino, Ro-mano, Petrone, Lugnano e Maderchi, è statapresentata richiesta di chiusura della discus-sione generale sul disegno di legge in esame.

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Senato della Repubblica ~ 1486 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

V A L S E C C H I P A S Q U A L E. Iomi oppongo alla richiesta, perchè desideroparlar,e in quanto iscritto.

F I L E T T I .. Del nostro Gruppo non haparlato nessuno.

,p RES I D E N T E . Mi attengo stretta~mente al Regolamento, secondo il quale inogni momento otto senatori possono chie~dere la chiusura della discussione generale.Se non vi sono opposizione questa avvieneautomaticamente, altrimenti hanno dirittoalla parola un oratore a favore ed un ora~tore contro la richiesta e poi si pas~a allavotazione.

R O M AG N O L I C A R E T T O N IT U L L I A. Domando di parlare a favoredella richiesta di chiusura delrla discussionegeneraJe.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

ROMAGNOLI CARETTONIT U L L I A. Io parlo a favore della richie~sta di chiusura della discussiane generalein prima luogo perchè mi pare che i Grup~pi, neI lungo dibattito che si è avuto già inAula ed in più occasiO'ni nelle varie Com~missioni, hanno avuto modo di esprimersi.In secondo luogo mi pare che, in via ge~nerale, ci sia un accordo sostanziale per da~re questa amnistia. In terzo luogo ritengoche la richiesta di chiusura sia opportunaanche perchè è giusto, a questo punto delladiscussione, che, se ci sO'nO' ancora dei dub~bi o se ci sono delle reticenze, questi si con~cretizzino in precisi emendamenti e i pre..senta tori si assumano le responsabilità chetali emendamenti comportano; il Senato liesaminerà.

Bisogna che noi teniamo presente, ono~revoli colleghi, che l'opinione pubblica e so-prattutto l'opiniO'ne pubblica giovanile, cheè quella che deve intel1essarci di più, atten~de la nostm decisione e certamente com~prende e ha già compreso Ja volontà di ap~prO'fondimento del Senato, ma non puòcO'mpl1endere e non comprenderebbe un di..lungarsi della discussione che, a questo

punto, ha già fornito tutti gli elementi digiudizio.

G A T T O E U G E N I O. Domando diparlare contro la richiesta di chiusura delladiscussione generale.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

G A T T O E U G E N I O . OnorevolePresidente, onorevoli coHeghi, noi non inten..diamo defatigare il Senato con questa di~scussione, anzi intendiamo a nostra voltaportarla a compimento nel termine più brevepossribile. Però facciamo presente una situa~zione che ci pare estremamente delicata.

Indubbiamente il provvedimento è grav'e;è un provvedimento Iche nell'opinione pub..blica è estremamente controverso. È anchegiusto quindi che ogni Gruppo faccia sentirechiaramente il proprio pensiero.

Del nostro Gruppo ha parlato un solo ora~tore, di altrli Gruppi ho sentito che non haparlato nessun oratore. Qui non si tratta as~solutamente di volere trascinare a lungo que~sta discussione, ma evidentemente sarebbeopportuno che si concedesse altro tempo alladiscussione stessa.

Io vorrei osservare che in altri provvedi..menti di questo tipo si sono fatte discus~sioni molto lunghe. Normalmente non sia~ma noi quelli che chiedono di parlare inmolti su un provvedimento, però facciamopresente che in questo provvedimento noici troviamo, malgrado siamo maggioranza,ad aver parlato numericamente in assolutaminoranza: praticamente abbiamo avuto unsolo oratore.

Pertanto, prima ancora di sollevare unaquestione di Regolamento, vonei chiederealla cortesia dei colleghi di dar modo alladiscussione di av'ere un suo compimento edun suo corso normale, tenendo presente cheda parte nostra non vi è alcuna intenzionedi defatigare.

Veramente vi chiedo: è mai capitato chesu provvedimenti di questa gravità per lamaggioranza abbia parlato un solo oratoree per alcuni Gruppi nessun oratore? Pensoche vogliate rendervi conto di questa situa~zione e prima ancora di dare al miO' discorso

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V LegislaturaSenato della Repubblzca ~ 1487 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

il senso che ha per Regolamento, cioè di op~posizione formale, vogliate consentire chela discussione abbia il suo corso. Lasciandointervenire nella discussione coloro che deb~bono parlare, con ogni probabilità per do~mani sera la discussione generale verrebbechiusa; non vedo proprio l'utilità di inter~rompere così improvvisamente la discussio~ne. Per queste ragioni, che mi sembrano diopportunità, chiediamo che la proposta ven~ga respinta.

T ERR A C I N I. C'era il progetto dirinviare a martedì, non a domani sera!

G A T T O E U G E N IO. No, senatoreTerracini, noi non chiediamo il rinvio a mar~te dì.

P RES I D E N T E. Senatore Terraci~ni, in ogni caso si tratterebbe di domani.

G A T T O E U G E N IO. Noi non chie~diamo assolutamente il rinvio a materdì,chiediamo solamente di poter esaurire la di,-scussione.

G A V A. Se il Presidente consente vorreidare un'informazione... (Vivacissime prote~ste dall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. No, senatore Gava,non le posso concedere la parola, avendo giàparlato un oratore a favore e uno contro.

Metto pertanto ai voti la rkhiesta di chiu~sura della discussione generale, presentatadai senatori Terracini, Maris, Albarello edaltri. Chi l'approva è pregato di alzarsi.

Essendo dubbio il risultato della votazio~ne, si procederà alla controprova. Chi nonapprova la richiesta di chiusura della discus~sione generale è pregato di alzarsi.

Essendo dubbio il risultato della votazio-ne per alzata e seduta, si procederà alla vo~tazione per divisione.

I senatori favorevoli si porranno alla miadestra, quelli contrari alla mia sinistra.

Il Senato approva.

(Applausi dall'estrema sinistra).

Rinvio il seguito della discussione allaprossima seduta.

Annunzio di presentazionedi disegno di legge

P RES I D E N T E. Comunico che èstato presentato il seguente disegno dilegge:

dal Mmistro dei lavori pubblici:

(' Norme per il decentramento di alcunecompetenze dell'amministrazione centrale

I dei lavori pubblici di cui al decreto del Pre-sidente della Repubblica 17 gennaio 1959,n. 2 » (215).

Annunzio di approvazione di disegni di leggeda parte di Commissione permanente

P RES I D E N T E. Comunilco chenella seduta di oggi la 7a Commissione per~manente (Lavori pubblici, trasporti, poste etelecomunicazioni e marina mercantile) haapprovato i seguenti disegni di legge:

«Assunzione di idonei dei pubblici con~corsi indetti dall' Azienda autonoma delleferrovie dello Stato» (116);

« Disposizioni particolari per l'assunzionedi manodopera da parte del Ministero deitrasporti e dell'aviazione civile ~ Direzionegenerale dell'aviazione civile ~ per l'esecu~zione di lavori in amministrazione diretta»(117).

Annunzio di interpellanze

P RES I D E N T E. Si dia lettura delleinterpellanze pervenute alla Presidenza.

S A M A R I T A N I , Segretario:

PIOVANO, ROMANO. ~ Al Ministro del~

la pubblica istruzione. ~ Perchè precisi isuoi orientamenti in merito alla applicazio~

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2 OTTOBRE 1968

V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ne della legge 18 dicembre 1951, n. 1551, ein particolare perchè faccia conoscere:

a) sulla base di quali considerazioni dilegittimità e di merito abbia emanato la suacircolare n. 288 del 19 giugno 1968 con laquale si davano disposizioni ai rettori delleuniversità e dei politecnici affinchè fosse so~spesa l'erogazione dei contributi previsti dal~la legge sopra ricordata a favore delle orga~nizzazioni rappresentative studentesche;

b) quale sia il tenore del parere del Con~siglio di Stato in base al quale è stato invia~to ai rettori il telegramma ministeriale del24 luglio 1968, che faceva divieto ai consiglidi amministrazione delle università di eroga~re tali contributi alle assemblee studenteschecostituitesi in luogo degli organismi rappre~sentativi già esistenti, minacciando di consi-derare responsabili in solido i membri deiconsigli di amministrazione per ogni even-tuale inosservanza;

c) quale concetto abbia il Governo deldiritto degli studenti a darsi autonomamentepropri rappresentanti, visto che pretende disindacare le modalità di formazione delleorganizzazioni rappresentative studentesche,introducendo a tale proposito distinzioni chegli studenti rifiutano o che la legge non con~tempIa;

d) che cosa attenda per sbloccare la si~tuazione, che si traduce in un'autentica ves~sazione contro le rappresentanze studente~sche, esposte inopinatamente a non poterfar fronte ai loro impegni finanziari, e susci-ta crescenti proteste tra gli studenti che sivedono privati di servizi per i quali versa~no i loro contributi all'atto dell'iscrizione.CI.- 42)

GIANQUINTO. ~ Al Ministro dei lavoripubblici. ~ Per conoscere quali sono gli in~tendimenti del Governo per dare piena e con-creta attuazione alla legge di autorizzazionedella spesa di lire 880 milioni per lo studiodei provvedimenti a difesa della città di Ve~nezia (legge in vigore dall'agosto 1966). Nonè stato ancora costruito, infatti, il modelloidraulico della laguna di Venezia per le spe~rimentazioni necessarie a stabilire sia le ope~

re in difesa della laguna medesima e dellacittà, sia i mutamenti del regime lagunarepericolosi ed in contrasto con l'esigenzaprioritaria di salvaguardia del bacino lagu-nare e della città.

Nella relazione alla predetta legge si ponein evidenza che il Comitato interministeriale,costituito con {{ !'incarico di indagare sullasituazione e sulle cause che minacciano laintegrità di Venezia e di proporre i conse-guenti necessari provvedimenti, per ciò checoncerne il settore fisico e idraulico }} ha pun-tualizzato «alcune questioni geologiche egeofisiche C oscillazione del livello marino,abbassamento del suolo, falde acquifere, ec~cetera) nonchè idrauliche e marittime Cdife~sa dall'azione del mare, progetto di un mo-dello idraulico della laguna, eccetera) }} edha posto « l'accento sulla idraulica lagunarecon riferimento alla velocità delle cOl renti dimarea nella laguna c nei canali cittadini edall'accertamento, qu,.mtitativo e qualitativo,dei materiali estratti dai fiumi che interes~sano con il loro apporto solido la morfologialitoranea e lagunare }}.

Nella relazione si dice inoltre che « sonostati predisposti, a grandi linee, dei program-mi di lavoro comprendenti un notevole nu~mero di studi e ricerche ritenuti assoluta-mente indispensabili ed urgenti per acquisireuna conoscenza approfondita, su basi di ri-ce] ca sistematica e scientifica, dei vari fe-nomeni che concorrono a minacciare l'esi-stenza della città di Venezia; ricerche e stu-di che si presentano per la maggior parteinterdipendenti e pertanto da effettuare inmaniera coordinata nel tempo... L'attuazionedi un così vasto, ma necessario, programmadi lavoro... comporta una spesa calcolata

I nell'ammontare di 880 milioni di lire }}.

L'interpellante ricorda che con decreto deiMinistri dei lavori pubblici e del tesoro, suc-cessivo alla legge, venne ricostituito il Comi-tato di studio, con prefissione del termine del30 giugno 1968 per il compimento dei lavori.Tale termine è trascorso e non solo gli studinon sono stati compIUti, ma non è stato an-cora realizzato il modello della laguna. Ri-corda ancora che era stato raggiunto un ac-cordo con l'Università di Padova e che si erafin anca stabilito che Il modello doveva sor-gere in Voltabarozzo, in provincia di Padova.

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Senato della Repubblica ~ 1489 ~

2 OTTOBRE 1968

V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO SfENOGRAFICO

Ora, da una comunicazione del sindaco diVenezia al Consiglio comunale, si è appreso,non senza stupore, che «la costruzione egestione del modelo della laguna, dopo ilmancato accordo con l'Università di Padova,sarà affidata al Magistrato alle acque sottola sorveglianza e sulla base delle disposizionidi una apposita Commissione consultiva}}.

L'interpellante intende conoscere perchèl'Università di Padova ha rifiutato la costru~zione e la sperimentazione del modello dopoche, a seguito di lunghe trattative, avevaaccettato e aveva financo individuato la zonae scelto il terreno per la costruzione del mo~dello e dopo che erano state predisposte an~che le convenzioni.

Si chiede altresì che il Ministro costituiscaimmediatamente la Commissione consultivae disponga che la I:ostruzione del modelloavvenga e proceda con la massima celeritàrompendo una situazione di scandalosa ecolpevole inerzia che oggettivamente rafforzala opinione di coloro i quali da tempo riten~gono che esistono forze che ostacolano contutti i pretesti la costruzione del modello,in previsione che l'esito delle sperimentazionidenunci la pericolosità di certe modihcazionidel regime lagunare (imbonimenti, escavodi canali, eccetera) cui sono legati potentis-simi interessi industriali a Porto Marghera.

L'interpellante chiede ancora di conoscerelo stato dei lavori del Comitato di studio ele prospettive future, se il Ministro ha co~gnizione del fatto che due componenti di.detto Comitato sono stati rinviati a giudizioper rispondere, in concorso con altri impu-tati, del disastro del Vajont, e, nell'afferma-tiva, per quali ragioni non ha ritenuto di so~stituirli.

Chiede di sapere altresì per quali ragionimolte delle convenzioni già stipulate dalComitato non sono state registrate dalla Cor-te dei conti perchè ritenute illegittime e sesi è proceduto contro i responsabili della sti~pulazione di convenzioni viziate di illegitti-mità, il cui annullamento ha causato para~lisi o, quanto meno, grave ritardo nei lavoridel Comitato, mentre le minacce contro laintegrità di Venezia persistono e si aggra-vano.

Chiede, infine, di conoscere quali misureintende adottare il Governo per combattere

!'inquinamento dell'aria e delle acque lagu-nari che uccide flora e fauna e va spegnendoogni risorsa di pesca in laguna, e come in-tende risolvere il problema dei baraccati del~!'intero comprensorio comunale (la situazio-ne di Ca' Emiliani ~ emblematica), nonchèil problema del risa::lamento igienico ediliziodel centro storico. (L ~ 43)

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E. Si dia lettura del-le interrogazioni pervenute alla Presidenza.

S A M A R I T A N I , Segretario:

FUSI. ~ Al Ministro della pubblica istru~zione. ~ Per sapere se è a conoscenza dellostato di malcontento esistente tra gli stu~denti della 4a classe del liceo scientifico diGrosseto « G. Marconi }}, sezione C.

Infatti una recente, anacronistica decisio-ne delle autorità scolastiche, volta allosmembramento di una classe per ridurre adue le tre attuali sezioni del liceo scientifi~co ~ se attuata ~ renderà estremamente di-sagevole e problematica la preparazionedegli studenti che con il prossimo anno sa~ranno chiamati a sostenere gli esami di ma~turità.

Si chiede pertanto se non ritenga oppor-tuno intervenire tempestivamente per deter~minare la revoca del provvedimento alloscopo di eliminare l'attuale stato di insod-disfazione degli studenti interessati che siapprestano ad iniziare un anno di studioestremamente impegnativo. (L o. ~ 202)

BANFI. ~ Al Ministro dell'agricoltura edelle foreste. ~ Per conoscere, sulla base

della Relazione della Corte dei conti (Doc.29 - 266 Senato):

1) se si ritiene necessaria la costruzionedi una nuova sede per l'Istituto nazionaledella nutrizione con la prevista spesa di ol~tre 400 milioni di lire in relazione alle atti~vHà svolte darll'lstituto ed al suo finanzia-mento;

2) come si spiega che l'Istituto, su unpreventivo di spesa, in bilancio per il 1o lu~

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Senato della Rept'bblica ~ 1490 ~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

glio-31 dicembre 1964, per apparecchi di la-boratoriO' di lire 40.'000.00'0, abbia spesa aimpegnata sola lire 1.118.556, e per il perio~do 1° gennaio-31 dicembre 1965, su un pre-ventivo di spesa di lire 45.'0'00.0'00, ne abbiaspesi a impegnati solo lire 4.875.67'0;

3) come si spiega che, per i medesimiperiodi, contro preventivi di spesa di lire

65.'00'0.00'0 nel 1964 per «ricerca scientifi-ca» si sia spesa o Impegnata la somma dilire 4.318.488, e nel 1965, contro un pre-ventivo di spesa di lire 55.00'0.0'0'0, si siaspesa Q impegnata la somma di lire 11 mi-lioni 935.333;

4) come si giustifica che, contro unaspesa nel 1965 per le varie attività scientifi-che, comprese pubblicazioni, per lire 35 mi-liani circa, si siano spese per il personale,compresi i contributi, ben 222 milioni di li-re pur tenuto conto che parte del personaleè composto da ricercatori;

5) quale è il programma di ricerche del-l'Istituto. (Lo. - 2'03)

BANFI, CALEFFI. ~ Al Mmistra del te-sara. ~ Per conoscere, sulla base della Re~lazione della Corte dei conti (Doc. 29-27'0Senato):

1) come si giustifica il fatto che l'Istitu-to poligrafico della Stato si sia impegnatoa fornire all'Unione cartaria e cartotecnicaitalia~a il quantitativa minimo di 250'0 quin-tali mensili di carta con la Iconseguenza cheper gli anni dallo lugliO' 1962 al 31 dicem-bre 1965 sano stati venduti a mezzo UCCI261.765 quintali di carta con una perdita net-ta di lire 1.561.5'00.'0'00 e una perdita annuamedia di lire 35'0.0'0'0.'0'0'0,ricuperate dall'Isti-

tutO' mediante maggiarazione dei prezzi dellefarniture effettuate alla Stata;

2) se non ritenga, in canseguenza, dinon autorizzare l'IstitutO' in oggettO' a rin-novare la convenziane alla sua scadenza del '31 dicembre 1968, tenuto anche canto dellapesante situazione debitoria dell'UCCI che al31 dicembre 1965 ammantava a 519,7 milionidi lire;

3) cosa è stato fatta per provveder,e alla

radicale trasformazione delle strutture tec-

2 OTTOBRE 196R

nico-produttive dell'Istituto, e ciò in relazio-ne alla osservaziane della Corte dei canti se-condo la qua l,e « poco o punto si è concre-tata ». (L a. - 2'04)

TOMASSINI, RAIA. ~ Al MinistrO' dei la-vori pubblici. ~ Per sapere se, data l'attualesituazione in cui si travano gli assegnataridegli allaggi della ex INA-Casa, non ritenganecessario e urgente disporre la riaperturadei termini per la presentazione delle do-mande tendenti ad ottenere la proprietà del-l'allaggio e intervenire presso la GESCAL

I

perchè vengano accelerate le aperazioni re-lative al trasferimentO' deHa proprietà. (L o. -

I 2'05)I

RAIA. ~ Al MinistrO' dei lavari pubblici. ~

Per sapere se è a conoscenza del malcanten-to e della situazione di disagio crescente chesi è venuta a creare fra i cittadini di Agri-gento colpiti dalla frana, che ha distrutto,can una parte dell'abitato del centra urba-no, le loro case e i lacali adibiti ad uso di la-voro degli artigiani, dei commercianti e deiprofessianisti, per il ritardo can il qualeviene provveduto all'emissiane del provve-dimentO' pIìevisto dall'articalo 5-bis del de-creto 3D lugliO' 1966, n. 590, per disciplinarela cancessiane dei contributi ai praprietaridi abitaziani distruttte o dichiarate inabita-bili. Con lo stesso provvedimentO' si sarebbedovuto analogamente pravvedere in ordineai proprietari di unità immabiliari destinateall'esercizio di attività cammerciali, profes-sionali e artigiane.

L'interrogante chiede al Ministro se è sta-ta dispasta la elaborazione del detta provve-dimento e quando ritiene possa essere ema-nato, dato il notevole tempo trascorso dalverificarsi dell'eventO' franoso. (L o. - 2'06)

RAIA. ~ Al MinistrO' dei lavori pubblici. ~Per canoscere se non ritenga giusta daredisposizione per il passaggio a scomputo o,in subardinata, per abolire o ridurre con-gruamente il canane che gli assegnatari si-nistrati degli allaggi siti nel villaggio pre-fabbricato di Villaseta, frazione di Agrigen-

tO', pagano mensilmente.

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Senato della Repubblica ~ 1491 ~ V Legislatura

2 OTTOBRE 196825" SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Gli assegnatari, prima dell'evento franosodel 19 luglio 1966, occupavanO' appartamentiin città; ora, a seguito del noto disastro, so-no stati costretti a trasferirsi nella dettafrazione, distante alcuni chilametri dal cen-tro urbano, per cui oltre al canone di lire9.700 o lire 11.700 mensili, sono castretti adaddossarsi la spesa del trasporto, sia perandare al lavoro sia per mandare i figli CIscuola, spesa che comporta un notevale ag-gravio, date le già dissestate condizioni eco-nomiche dei sinistrati, che si aggira per unafamiglia media intorno a lire 12.000 men-sili.

In considerazione di quanto detto e diquanto hannO' reiteratamente chiesto conpetizioni gli interessati, all'interrogante sem.bra che a carico dei detti sinistrati non do-veva essere posta nessun canone mensile,e ciò sia per il danno subìto e sia per glistessi fini istituzionali degli enti a tal finepreposti. (I. a. - 207)

LI VIGNI. ~ Al Ministro dell'industria,del commercio e dell' artigianato. ~ Per sa-pere se corrispondono a verità le notizie distampa secondo le quali un gruppo di socie-tà immobiliari britanniche effettuerebbe in-vestimenti per 18 miliardi di lire in un com-plesso immobiliare a Genova, e, in caso po-sitivo, qual è il parere in merito del Gover-no, trattandosi di questione grave che ac-centua la penetrazione del capitale stranieroin Italia e influisce sugli indirizzi dello svi-luppo economico ligure. (Lo. - 208)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta.

MURMURA. ~ Al Mimstro dei lavori pub-blici. ~ Per conascere se non ritenga oppor-tuno, in sede di esame e di approvazionedei regolamenti edilizi comunali, consigliare

i'inclusione nelle commissioni edilizie di unrappresentante delle Aziende autanome dicura, soggiorno e turismo nei comuni aventi

tali ca'ratteristiche e dell'EPT negli altricentri. (I. s. - 557)

MURMURA. ~ Ai Ministri del tesoro edella sanità. ~ Per conoscere se, considerato

I che la Cassa depositi e prestiti assume di,non trovarsi in condizione di erogare i mutuinecessari alla realizzazione degli ospedali ci-vili di Nicotera, di Tropea e di Serra S. Bru-no, in provincia di Catanzaro, non ritengaopportuno disporre il finanziamentO' a mez-zo degli istituti di credito previsti dal regiodecreto legge 12 marzo 1936, n. 375, e ciòa norma della 1egge n. 82 del 1968, anche inconsiderazione dello stato di gravissima cri-si della rete ospedaliera calabrese e del fattoche i progetti dei suindicati osp,edali sonostati favorevolmente ,esaminati ed approva-ti da molti mesi dal comitato tecnico-ammi-nistrativo del Provveditorato alle opere pub-bliche di Catanzaro. (I. s. - 558)

MURMURA. ~ Al Ministro della sanità. ~

Per conoscere i motivi per i quali nella pro-vincia di Catanzaro non viene data esecu-zione alla circolare n. 123 del 31 maggio1968, con cui si stabiliscono procedure ac-celerate onde pervenire alla istituzione deglientI ospedalieri, scorporandoli dagli orga-nismi attualmente esistenti. (I. s. - 559)

MURMURA. ~ Al Ministro del turismoe dello spettacolo. ~ Per conoscere i mo-tivi e le ragioni della mancata corresponsio-ne da parte dell'Enel alle Aziende autonomedi cura, soggiorno e turismo del contributoprevisto dalla legge 5 dicembre 1964, n. 1229~ art. l ~ e che detti organismi accreditanoda alcuni anni. (I.s. - 560)

PIOVANO. ~ Ai Ministri dell'interno e deilavori pubblicl. ~ Per quanto di rispettivacompetenza, per sapere se sono a conoscen-za dei gravissimi danni arrecati a Rivanaz- .zano (Pavia) dall'alluvione del 29 agosto1968, venuta a rendere ancora più drammati-ca la situazione già difficilissima a seguitodel disastro del 24 luglio 1968.

Il comune, onde far fronte quanto menoai danni più gravi sofferti dalle opere pub-bliche, ha chiesto l'intervento dello Stato,a sensi della legge 3 agosto 1949, n. 589, peropere di fognatura (lire 53.000.000), di acque-

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Senato della Repubblica ~~ 1492 ~~ V Legislatura

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dotti (lire 81.303.600) e di sistemazione stra-dale (lire 70.000.000).

Si desidera conoscere quando e in che mo-do il Governo ritiene di dar corso a tali ri-chieste, il cui carattere di estrema necessitàed urgenza, stante il ripetersi degli eventicalamita si, è di per sé evidente. (1.s. - 561)

PIOVANO. ~ Al Ministro delle poste edelle telecomunicazioni. ~ Per sapere checosa si attenda a dare inizio ai lavori per lacostruzione del nuovo edificio per gli ufficidelle poste e telegrafi in Voghera, per ilquale il comune ha già da due anni messo adisposizione un'area in Piazza del Castello,angolo Via Cavour.

La nuova costruzione è vivamente attesadalla popolazione e dai dipendenti delle po-ste. Essa infatti consentirebbe il potenzia-mento dei servizi, trasformando l'ufficio po-stale locale in ufficio principale, con conse~guente passaggio in ruolo di tutto il perso~naIe oggi ancora inquadrato nell'albo nazio-nale, l'apertura di nuovi sportelli e una piùadeguata disponibilità per il pubblico (1.s. -562)

PIOVANO. ~ Al Ministro dei lavori pub-blici. ~ Per sapere se non ritenga di emana-re con ogni possibile urgenza il decreto pre-visto dalla legge 6 agosto 1967, n. 765, per lacostruzione di case di lavoratori agricoli di~pendenti.

Occorre infatti ricordare che tale legge, al~l'articolo 41~quinquies, riconosce al Ministrola facoltà di disporre con proprio decretolimitazioni diverse da quelle ~ per la veritàquanto mai rigide ~ che la legge pone, neicomuni sprovvisti di piano regolatore o diprogramma di fabbricazione, a chi vuole co-struire. Si è così verificato, per fare l'esem~pio della provincia di Pavia, che 43 lavora-tori agricoli dipendenti, cui è stato comuni-cato che erano stati loro assegnati i fondiper costruirsi la casa in proprio, si sonotrovati in questa bizzarra situazione: aven~do essi scelto aree site fuori dei perimetriabitati di comuni ancora sprovvisti (come lamaggior parte di quelli più piccoli) di stru-menti urbanistici, per costruirsi una casetta

di 600 metri cubi dovrebbero acquistareun'area di 6.000 metri quadrati. Altri, che de-sidererebbero costruire le loro abitazioni incomuni che già hanno provveduto alla re~golamentazione urbanistica, avendo sceltoaree rientranti nelle zone « E » previste daldecreto ministeriale 2 aprile 1968, che fissai limiti di densità :~dilizia, dovrebbero, percostruire una casa di 600 metri cubi, acqui-stare un'area di 1.800 metri quadrati.

Poichè è evidente che a queste condizionii fondi assegnati a questi lavoratori non ba-sterebbero nemmeno per l'acquisto dellearee, si rende necessaria la sollecita emana-zione del decreto sopra ricordato. (1.s. - 563)

PlOV ANO. ~ Ai Ministn dell'interno, deilavon pubblici e delle finanze. ~ Per saperequali provvedimenti intendano assumere afavore dei pensionati agricoli che si trovano,assurdamente, ad essere gli unici a doverpagare l'imposta di consumo sui materialida costruzione quando decidono di costruir-si o di riammodernare la propria casa diabitazione.

Infatti la legge 7 febbraio 1968, n. 26, di-spone che «ai pensionati che abbiano ver-

sato complessivamente almeno 40 mensilitàdi contributi alla gestione lNA~Casa o allaGESCAL, ai lavoratori emigrati e ai lavora-tori agricoli dipendenH di cui alla legge 30dicembre 1960, n. 1676, e successive modifi-cazioni, sono estesi i benefici di cui al se-condo comma dell'articolo 45 del decreto-legge 15 marzo 1965, n. 124, convertito nellalegge 13 maggio 1965, n. 431, quando gli,>tessi realizzino abitazioni economiche e po.polari sia <:iOlgolarmente che associati informa cooperativa ». Ma poichè i pensio-nati che furono lavoratori dipendenti nellaagricoltura non hanno mai versato contri-buti alla gestione lNA-Casa e alla GESCAL,essi sono esclusi dai benefici previsti dallalegge, così come viene interpretata dagli uf-fici ministeriali; e ciò benchè le loro pen-sioni siano tra le più basse.

Poichè sembra escluso che il legislatoreabbia inteso stabilire una discriminazioneproprio a danno di questa categoria di pen-sionati, che è tra le più sacrificate, si chiede

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V LegislaturaSenato della Repubblicc. ~ 1493 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

che il Governo intraprenda con urgenza tut-ti gli atti necessari perchè essa venga quan-to meno posta su un piano di parità con lealtre. (I. s. - 564)

PIOVANO. ~ Ai Ministn di grava e giu-stizia e della pubblica Istruzione. ~ Perquanto di rispettiva competenza, per saperese siano a conoscenza del documento sotto-scritto in data 12 luglio 1968 in Milano tra irappresentanti degli studenti dell'università« Bocconi» e il rettore della medesima, pro-fessar Giordano Dell'Amore.

Tale documento suona come segue:

« Fra il rettore dell'Università "Bocco-ni ", professar Dell'Amore, e i signori Adria-na Sinigaglia, Aura Cenzata e Umberto Fer-rari, delegati dell'assemblea degli studentidella facoltà di lingue e lettemtura stranieradi detta università, si canviene quanto se-gue:

1) L'occupazione della facoltà cesseràentro il 15 corrente.

2) Gli studenti si impegnano a nonostacolare in alcun modo il regolare e com-pleto svalgimenta degli esami del secondoappella della sessione autunnale, che si svol-geranno dallo ottobre in poi. Tali esami ver-ranno sastenuti, a sceIta dei singoli studenti,con le modalità concordate nella riunionedel Comitato di studio dell'l1 luglio 1968,svaltasi sotto la presidenza del professarRaffaele De Cesare.

Subardinatamente all'integrale rispettodelle condizioni di cui sopra, il rettore siimpegna a chiudere !'inchiesta in corso a ca-rico degli studenti e garantisce che nan pren-derà alcun provvedimentO' contro gli even-tuali responsabili.

Il rettore assicura inaltre che, se verran-no osservate le predette candizioni, anche lainchiesta della Magistratura sarà sospesa edi conseguenza non vi saranno nè incrimi-nazioni nè conseguenze penali a carica deglIstudenti ».

Si chiede di conoscere a quale titalo e sul-la scorta di quali elementi il professar Del-l'Amore abbia ritenuto di poter dare assicu-

razioni in merito alla condotta della Magi-stratura. (I. s. - 565)

'PIOVANO. ~ Al Ministro della pubblzcaistruzione. ~ Per sapere che cosa asti al pa-gamento dei contributi di cui alla Iegge 18dicembre 1951, n. 1551, all'Organismo rap-presentativo universitario pavese (ORUP).

Non SI vede come passano trovare appli-cazione nei confronti dell'ORUP le disposi-zioni l1estrittive o, più esattamente ancora,abrogative, di cui alla circolare ministerialedel 19 giugnO' 1968, n. 288, e al telegrammadel 24 luglio 1968. L'ORUP, infatti, non puòessere considerato al di fuori della legalità,nemmeno nell'interpretazione datane dalMinistero, dal momento che e avvenuta unaregalare riforma dello statuto ORUP preesi-stente, votata, secondo le norme statutarie,dall'organo campetente nella sua ultima se-duta, i cui atti sono stati depositati pressoun notaio. Le cariche sono state rinnovate;l'ORUP non è contestato da nessun gruppodi studenti nè tanto meno scavalcato; leassemblee di facaltà non si sono castituitedi fatto al di fuori dell'ORUP, ma sano or-gani statutari dello stesso; nO'n è ripartitoper facoltà il gettito globale dei contributi,ma solo una parte di esso, esaurite le altrevoci del bilancio; le assemblee erano previ-ste anche nello statuto pr,ecedente e ,le lorospese di funzionamento presentate come vo-ci di uscita nei bilanci preventivi e consunti-vi approvati dagli organi competenti; esi-stano amministratori respansabili, nomina-tivament,e indicati, dei fondi ORUP; nan c'èneppure, quindi, alcuna remora di carattereamministrativo che ne impedIsca la trasmis-siane; esiste un parere favorevale del Comi-tato di controllo, presieduto dal professarPototschnig, ordinario di Diritto amministra-tivo; il rettore riconosce l'ORUP quale rap-presentanza legale degli studenti, tant'è veroche, fra l'altro, a questo organismo ha ri-chiesto, prendendone atto, il parere sui con-tributi generali di laboratorio per l'annoaccademico 1968-69, a norma della legge 18dicembre 1951, n. 1551, articolo 12.

Poichè gli studenti pavesi hanno regolar-mente versato le loro quote per le attivitàdell'ORUP all'atto dell'iscrizione, e l'ORUP,

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V LegislaturaSenato della RepubblÙa ~ 1494 ~

2 OTTaBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa

a causa della saspensione dei pagamenti, sitrava in serie difficaltà finanziarie, si rendenecessaria un sallecita sblacca della situa~zione, can il ritarna alla carrespansiane deicantributi come prevista dalla legge e carneè sempre avvenuto in passMa. (I. s. ~566)

CINCIARI RODANO Maria Lisa. ~ Al Mi~nistro dei lavori pubblici. ~ Per sapere:

se sia a canoscenza delle gravissJme de~ficienze del rifornimento idrico del comunedi Tarquinia (Viterba) ove l'acqua da anniviene erogata per poche ore al giarno, e nonin tutto il comune, e dove spesso la papala~zione resta priva per due o tre giorni delpreziasa elemento a causa di ricorrenti in~terruzioni;

se sia a conascenza, altresì, che il pri~ma stralcio dei lavori del nuova acquedottoTarquinia~Civitavecchia~Santa Marinella, concaptazione delle sargenti San Savino, è statoappaltata alla sacietà « Montubi }} di Milanoche ha iniziato i lavori il 12 maggio 1966, la~vari che attualmente sono sospesi III attesadell'approvazione di una variante per la qua~le, sin dal febbraiO' 1968, si attende l'appra~vazione del Ministero dei lavori pubblici.

Per sapere, altresì, quali provvedimentiintenda adottare per assicurare il sallecitacompletamenta dei lavari, tenuta canto che,dopo numerosi rinvii, l'acquedotto avrebbedovuto esser consegnato nel settembre 1968.(I. s. - 567)

CORRIAS Efisia. ~ Ai Ministri del tesoroe dell' agricoltura e delle foreste. ~ Per cana~

soere ~ can urgenza ~ il motivo per cui,a distanza di circa due anni dalla pubblica~zione della legge 27 attabre 1966, n. 910, edi un annO' dalla emanazione del decreto mi~nisteriale 23 attobre 1967, non sianO' stateancara stipulate le canvenzioni tra i Mini~stri interrogati e gli istituti di credito, checansentana l'incremento dell'econamia bo~schiva e la ricastruziane ed il miglioramentodei baschi esistenti.

In particolare l'interrogante chiede che,nan appena si prooederà alla stipulaziane ditali atti, venga cancessa la massima assegna~ziane agli istituti di credito operanti in Sar~

degna (e principalmente al Banca di Sarde~gna) data la grande necessità esistente ~

nel settare specifica ~ in quella regiane.(I. s. - 568)

GUANTI. ~ Al Presidente del Consigliodel ministri. ~ Per canoscere se ritenga diintervenire per risanare la situaziane abnar~me determinatasi pressa il Cammissariatodella giaventù italiana di Matera dopo ledecisiani di quel commissario circa la de~stinaziane di alcuni lacali di praprietà del~

l'ex GIL e se intenda, in secando luogO', ac~cagliere le richieste dei giavani del Partitosocialista unificato di Matera.

La federaziane giavanile del Partita socia~lista unificato, in un volantina diffuso la scar~so mese di agostO', denunciò l'operato delcommissariO' della giaventù italiana di Ma~tera che aveva ceduto in fitto alle ACLI al~cuni locali di proprietà della ex GIL in quan~

tO' la stesso cammissario rivestiva la caricadi companente l'arganO' di direziane provin-ciale della suddetta arganizzazione.

La decisiane presa veniva anche criticataper il fatto che le arganizzazioni giovanilimaterane nan dispangono di locali idaneiper i lorO' incontri per pater svalgere l'at~tività culturale, spartiva e ricreativa e per~chè migliaia di studenti provenienti dai piùdiversi comuni nan dispangono di una casadella studente.

1 giovani sacialisti di Matera, nel citatovolantina, chiedanO' che il cantratto di fittosia annullato perchè viziata da evidenti « m~

teressi privati in atti di ufficiO' }} e che i 10'-cali siano ceduti al camune di Matera peressere messi a dispasiziane dei circoli gia~vanili e per costituire una casa dello stu-dente.

Queste richieste caincidana con le aspet~tative della stragrande maggioranza dellagioventù materana, per cui si auspica cheesse nan sianO' deluse, ma trovino accogli-mento pressa il Gaverno. (I. s. ~ 569)

CARUCCI. ~ Ai Ministri del tesoro e dellapubblica istruzione. ~ Premesso che ai pra~fessori provenienti dai ruoli speciali transi~tori veniva ricanosciuto il diritta al congua~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1495 ~

2 OTTOBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

glio, a decorrere dallo luglio 1956, delle som-me arretrate e l'aggiornamento dello stipen-dio in applicazione dell'articolo 4, ultimocomma, del decreto legislativo 7 maggio1948, n. 1127, che prevede il riconoscimentodel servizio prestato non di ruolo ai fini delladeterminazione del trattamento economicodel ruolo speciale transitorio;

considerato che tale riconoscimento ve-niva in un secondo tempo annullato dallalegge 11 gennaio 1956, n. 19;

visto che le decisioni del Consiglio diStato n. 164 del 30 marzo 1960 e n. 1104 del21 dicembre 1960 hanno affermato il dirittoal riconoscimento in applicazione dell'arti-colo 4 del predetto decreto legislativo nu-mero 1127,

si chiede se i Ministri interrogati nonintendano applicare nei confronti degli in-teressati il contenuto dell'articolo concessivoe le decisioni del Consiglio di Stato. (I. s..570)

TERRACINI. ~ 41 Ministro della difesa.~ Per sapere quale applicazione abbia avuto

fino ad oggi la legge n. 1033 dell'8 novembre1966, concernente la dispensa dal servizio dileva dei cittadini che prestino servizio diassistenza tecnica in Paesi in via di sviluppo, J

secondo accordi stipulati dal Governo ita-liano, nonchè il successivo decreto presiden-ziale 8 novembre 1967, n. 1323, con specifi-cazione del numero delle domande pervenuteal Ministero e di quelle accolte, dei Paesi

nei quali i cittadini hanno chiesto ed otte-

nuto di prestare il servizio di assistenza tec-nica, dei titoli di studio da essi cittadini pos-

seduti ed esibiti, delle ditte o imprese ita-liane o straniere con le quali gli stessi citta-dini avessero contratti o atti di chiamata opromesse di ingaggio.

Per sapere altresì se e come si SIa prov-veduto a dare pubblica notizia dell'elencodei Paesi non europei nei quali si svolgonoprogrammi di assistenza tecnica in base ad

accordi in atto con l'Italia o con organismIed enti internazionali riconosciuti dallo Sta-

to italiano. (I. s. - 571)

GATTO Eugenio. ~ Al Ministro della pub-blica istruzione. ~ Premesso:

che i metodi pedagogici e didattici ed iprogrammi dell'attuale scuola media dell'ob-bligo sono tali da determinare gravissime dif-ficoltà nei ragazzi che vengono licenziati datale scuola quando debbono affrontare i me-todi ed i programmi delle scuole medie su-periori;

che è opinione diffusa che tale situazionesia determinata da una completa diversità dimetodi e di programmi fra le scuole mediedell'obbligo e le scuole medie superiori;

che le conseguenze sono in moltissimicasi tali da determinare situazioni gravissi-me nelle famiglie e nei ragazzi,

per sapere:

se non ritenga che non vi sia una suffi-ciente armonizzazione di programmi e dimetodi fra le scuole medie dell'obbligo e lescuole medie superiori;

se, ove così fosse, non ritenga, ed inquale modo, di provvedere alla revisione deiprogrammi ed alle opportune istruzioni suimetodi pedagogici;

se, nel caso che non sia possibile affron-tare nella sua totalità fin da questo momentoil problema, non ritenga di esaminare l'op-portunità di modificare almeno il primobiennio delle scuole medie superiori, in mo-do da fame una specie di ponte di passag-gio fra la scuola dell' obbligo ed i corsi ulte-riori delle scuole superiori, e ciò anche nel-la considerazione che ci si sta avviando allaestensione fino al 16° anno di età delle scuoledell'obbligo. (I.s. - 572)

RAIA. ~ Al Mmistro dell'agricoltura edelle foreste. ~ Per conoscere quali dispo-

sizi'Oni mtenda emanare per garantire i pic-coli operatori economici proprietari di treb-bia o mietitrebbia che vengono retribuiti ~

come è radicata consuetudine m molte re-gioni dell'Italia e in modo particolare in Si-cilia ~ in natura e, nel caso specifico, ingrano.

Il danno che deriva alla suddetta catego-ria in seguho alla dIminuzione del prezzo

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 1496 ~

2 OTTaBRE 196825a SEDUTA ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICO

del grana è enorme. Infatti, rispetto all'an~no scorso (1967), il prezzo di detto prodottoagricolo è diminuito di circa un terzo econseguentemente nei loro confronti è comese si fosse operata la diminuzione di un ter~zo della retribuzione.

L'interrogante rileva che la retribuzionein grano avviene al momento del raccolto epropriamente quando il produttare non hadisponibilità per il pagamento in danaro. :tda rllevare inoltre che detti piccoli apera~tari eoonomici, i quali hanno acquistato arate la trebbia o la mietitrebbia, magari su~benda lo strozzinaggio degli speculatari, so-no costretti a vendere subito il grano perfar fronte al pagamentO' di cambiali il cuiimpaJ1to non è certamente diminuito inproporZJione del minor prezzo che gli in~teressati ricavano dalla vendita del prodot~to ricevuto in cambio dell'opera prestata.(I. s. ~ 573)

RENDA, ROMANO. ~ Al Mmistro della

pubblica istruzione. ~ Per conoscere perquali motiv,i la commissione giudicatrice delconcorso, ultimamente espletato, a presidedella scuola media, insistendo in criteri divalutazione fortemente restrittivi, non si èvalsa della facoltà di aumentare i posti mes-si a concorso del previsto 10 per cento e,esorbitando dai suoi poteri, si è spinta finoa decidere l'abolizione dell'istituto della ido-neità per i candidati non vincitori.

Gli interroganti chiedono altresì di cono-scere se, in considerazione del grave dannoe pregiudizio che ne è derivato per i candi-dati al detto concorso, e avendo presente laprassi seguìta anche nel recente concorso apreside dei licei e degli istituti magistrali,che ha riconosciuto 567 idonei su 1.100 can-didati, il Ministro non creda opportuno ri-convocare la commissione giudicatrice alfine di aggiungere alla graduatoria dei vin-ci tori anche quella degli idonei. (I. s. ~ 574)

PEGORARO. ~ Al Ministro dell'interno.Per sapere:

se è a conoscenza che, in occasione dellamanifestazione che ha avuto luogo a Vicenzadomenica 29 settembre 1968, su iniziativa

della Camera del lavoro e dell'Alleanza pro-vinciale dei coltivatori diretti, il Prefetto diquella città ha proibito che alla manifesta~zione stessa partecipassero coltivatori diret~ti con i loro mezzi di lavoro nella misurasimbolica di 10 trattori, come proposto alleautorità competenti dagli organizzatori dellamanifestazione;

se ritiene che tale divieto si possa con-ciliare con lo spirito informatore della Co-stituzione repubblicana;

quali provvedimenti intende adottare adevitare il ripetersi di quanto è accaduto, poi-chè di fatto detto provvedimento ha limitatola libertà democratica déi cittadini che han-no inteso manifestare pacificamènte per lorogiuste rivendicazioni. (I. s. ~ 575)

BONAZZI. ~ Al Ministro del lavoro e del-la previdenza soclale. ~ Premesso che lasocietà SIDAC di FO'rlì ha licenzLato, conchiaro significato intimidatorio, il membrodella commissione interna Danilo Giunchialla vigiHa di uno sciopero proclamato dal-le organizzazioni sindacali CGIL, CISL eUIL, chiede di sapere quali provvedimentiintenda prendere per riparare a questo gra~ve atto e per impediTe, in futuro, attentati aidiritti dei lavoratori come quello sopra de~scritto.

L'interrogante sottolinea che tale atto haprovocato lo sdegno dei lavoratori e di tut~

ta la popolazione di Forlì, anche perchè essoè stato eseguito contro un invalido civiledel lavoro che si trovava ricoverato a Mila~no, inviatovi dall'INAM di Forlì, per accer-

tamenti ed esami riguardanti le 'Sue condi-zioni fisiche. (I. s. - 576)

ALBARELLO, VALORI, DI PRISCO, PRE~ZIOSI, MASCIALE, TOMASSINI, PELLI~

CANO'. ~ Al Presldente del Consiglio deiministn ed ai Ministn della difesa e del te~soro. ~ Per conoscere il numero delle me~daglie d'oro ricordo distribuite finora a co-

loro che prestarono servizio, per almeno seimesi, nelle Forze armate durante la guerra

1914-18 e durante le guerre precedenti, eciò in base alla legge 18 marzo 1968, n. 263.

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Senato della Repubblica ~ 1497 .~ V Legislatura

25a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 2 OTTOBRE 1968

Gli interroganti chiedono ancora di cono-scere il numero degli ex-combattenti finorainsigniti dell'Ordine di Vittorio Veneto edinfine quanti dei cavalieri del predetto Or-dine, i meno abbienti, hanno riscosso laprima rata dell'assegno vitalizio, che dove-va essere, in base alla legge, corrisposta indata 30 giugno 1968.

Gli interroganti confidano che il Governo,in occasione delle solenni celebrazioni delcinquantenario della vittoria, vorrà rimuo-vere gli ostacoli burocratici che hanno fino-ra impedito il normale e sollecito adempi-mento delle obbligazioni verso i benemeriticombattenti che sono sancite nella leggedianzi citata. (I. s. -577)

VERONESI, BERGAMASCO, BIAGGI,BOSSO. ~ Al Presidente del Consiglio dei i

ministri ed al Ministro del oommercio C9n

l'estero. ~ Con riferimento alla interroga-zione con risposta scritta n. 107 a cui èstato risposto in data 5 agosto 1968 dal Mi-nistro delle partecipazioni statali, si chiedo-no chiarimenti anche in relazione al comu-

nicato pubblicitario dell'ICE apparso sulquotidiano «Avanti!}} del 2 giugno 1968,(I. s. - 57~)

Ordine del giornoper la seduta di giovedì 3 ottobre 1968

P RES I D E N T E. Il Senato torneràa riunirsi in seduta pubblìca domani, giovedì3 ottobre, alle ore 16,30, con il seguente ordi-ne del giorno:

Seguito della discussione del disegno dilegge:

CODIGNOLA ed altri. ~ Delega al Pre-sidente della Repubblica per la conces-sione di amnistia e di indulto (23-Ur-genza) .

La seduta è tolta (ore 20,30).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari