SENATO DELLA REPUBBLICA · difesa flessibile alla quale si arrivò subito dopo che divenne...

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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 87a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO ... lVIARTEDI 25 FEBBRAIO 1969 (Antimeridiana) ... Presidenza del Vice Presidente SECCHIA, indi del Presidente FANFANI INDICE DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione o o o . o Pago 4843 Deferimento a Commissione permanente in sede deliberante o o o o . o o . . o 4843 Trasmissione dalla Camera dei deputati 4843 Seguito della discussione: « Bilancio di previsione dello Stato per l'an~ no finanziario 1969» (444) (Approvato dal~ la Camera dei deputati); « Rendiconto ge~ nerale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 1967» (445) (Appro~ vato dalla Camera dei deputati): PRESIDENTE ALBARELLO ANDERLINI BONALDI . * D'ANGELOSANTE Gur, Ministro della difesa ,. J ANNUZZI Raffaele PELIZZO T ANUCCI NANNINI o Pago 4853 e passim 4870, 4891, 4892 4893 o o o o . 4859 o o . o . 4843 4884, 4891, 4892 4854 4878 4850 No B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SENATO (lISO)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

87a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

...

lVIARTEDI 25 FEBBRAIO 1969(Antimeridiana)...

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA,

indi del Presidente FANFANI

INDICE

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione o o o . o Pago 4843

Deferimento a Commissione permanente insede deliberante o o o o . o o . . o 4843

Trasmissione dalla Camera dei deputati 4843

Seguito della discussione:

« Bilancio di previsione dello Stato per l'an~no finanziario 1969» (444) (Approvato dal~la Camera dei deputati); « Rendiconto ge~nerale dell'Amministrazione dello Stato per

l'esercizio finanziario 1967» (445) (Appro~vato dalla Camera dei deputati):

PRESIDENTE

ALBARELLO

ANDERLINI

BONALDI .

* D'ANGELOSANTE

Gur, Ministro della difesa,. J ANNUZZI Raffaele

PELIZZOT ANUCCI NANNINI o

Pago 4853 e passim4870, 4891, 4892

4893o o o o . 4859o o . o . 48434884, 4891, 4892

485448784850

No B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SENATO (lISO)

Senato della Repubblica ~ 4843 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMELEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 9,30).

Si dia lettur:l del processo verbale.

DI VITTORIO BERTI BAL~D I N A, Segretario, dà lettura del processoverbale della seduta del 22 febbraio.

P RES I D E N T E. Non essendoviosservazioni, il processo verbale è approvato.

Annunzio di disegni di leggetrasmessi dalla Camera dei deputati

P RES I D E N T E. Comunico cheil Presidente della Camera dei deputati hatmsmesso i seguenti disegni di legge:

« Norme relative all'Ente per la zona in-dustriale di Trieste» (514);

«Finanziamento delle opere occorrentiper il completamento, l'attrezzatura e lafunzionalità delll'autostrada senza pedaggioSalerno~Reggio Calabria» (515).

Annunzio di presentazione di disegni di legge

P RES I D E N T E . Comunico che èstato presentato il seguente disegno di leg~ge d'iniziativa del

Consiglio regionale del FriuliN enezia Giu-lia. ~ «Provvedimenti a favore della Re-gione Friuli-Venezia Giulia» (512).

Comunico inoltre che è stato presentatoill seguente disegno di legge di iniziativa delsenatore:

MURMURA. ~ « E~enzione dal pagamento

dell'imposta prevista dall'articolo 28, tariffa alI. A), del regio decreto 30 dicembre 1923,n. 3269, per le anticipazioni di tesoreria agliEnti locali» (513).

Annunzio di deferimento di disegno di leggea Commissione permanente in sede deli-berante

P RES I D E N T E . Comunico che ilseguente disegno di legge è stato deferitoin sede deliberante:

alla sa Commissione permanente (Finan~ze e tesoro):

«Autorizzazione all'emissione di carteHefondi,arie a fronte degli scarti ;ratizzati suimutui edilizi» (509), previo parere della7a Commissione

Seguito della discussione dei disegni dilegge: «Bilancio di previsione dello Statoper l'anno finanziario 1969» (444) (Ap~provato dalla Camera dei deputati) e:{{ Rendiconto generale dell'Amministrazio-ne dello Stato per l'esercizio finanziario1967» (445) (Approvato dalla Cameradei deputati)

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il seguito della discussione dei disegnidi legge: {{ Bilancio di previsione dello Statoper l'anno finanziario 1969» e: «Rendicon~to generale dell'Amministrazione dello Statoper l'esercizio finanziario 1967 », già appro~vati dalla Camera dei deputati.

Passiamo all'esame degli articoli relativiallo stato di previsione della spesa del Mini-stero della difesa (Tabella n. 12).

È iscritto a parlare il senatore D'Angelo~sante, al quale mi permetto di rivolgere lapreghiera, come del resto a tutti gli oratoriche interverranno nel dibattito, di rispettarei tempi fissati per ciascun senatore iscrittoa parlare. Il senatore D'Angelosante ha fa~col tà di parlare.

* D'A N G E L O S A N T E. Signor Pre~sidente, onorevoli colleghi, il bilancio che

V Leglç1atumSenato della Repubblica ~ 4844 ~

25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

stiamo così frettolosamente discutendo ~

mi riferisco alla tabella 12 relativa alla pre-visione di spesa del Ministero della difesa ~

esprime, a nostro avviso, due contraddizio-ni politiche di fondo: la prima è quella chesi manifesta tra gli interessi politici e mili-tari del nostro Paese e quelli di altri Statiche pure determinano la nostra politica; laseconda si realizza e si evidenzia tra questarealtà politioa oggettiva di base e le apparen-ze camuffatrici e, come è stato rilevato, truc-cate del bilancio stesso.

Sulla prima contraddizione, che è la piùimportante, io vorrei osservare che già quan-do abbiamo discusso il bilancio della Difesain Commissione, dove avemmo l'onore, chequi finora non si ripete, di avere come ascol-tatore ed interlocutore il Ministro, onorevo-le Gui, proprio da parte sua ci fu osservatoche la politica estera è il fondamento e ilpresupposto della politica militare e che per-ciò, in sede di discussione del bilancio del-la Difesa non è opportuno, non è giusto, di-scutere dei temi di politica estera che per lapolitica militare costituiscono un presuppo-sto non più discutibile. In altri termini, posela vecchia questione che risale a Clausewitz,secondo cui la guerra, cioè in questo caso lapolitica militare, è la politica generale delPaese, la politica estera in particolare, con-tinuata con altri mezzi.

Ma io vorrei osservare, signor Presiden-te, che questo principio è esatto finchè ri-mane entro limiti nazionali; quando questilimiti si superano, come accade nel nostrocaso, questa proposizione non è più vera.Infatti la nostra politica militare non è piùil braccio della nostra politica estera, ma èun'appendice subordinata di altri organismimilitari volta all'esecuzione di direttive mi-litari che emanano da centri politici ester-ni. Di questa nostra affermazione si posso-no avere molte conferme, ma io ne vogliocitare solo due.

La prima risiede nell'articolo 3 della leg-ge di delega sul riordino dello Stato Mag-giore della difesa. Questa norma assegna alcapo di Stato Maggiore generale, in tempodi pace, in aggiunta ai compiti specifici pre-visti dal decreto legislativo 21 aprile 1948,n. 955, il coordinamento dei rapporti con

gli organismi militari internazionali, nel qua-dro degli accordi di comune difesa. Io giàsento la risposta del Ministro (se me la da-rà): quella è una legge votata dal Parlamen-to e quindi l'avete voluta voi. Noi sappiamoche questo modo di ragionare è basato suun grosso equivoco e che in definitiva ma-schera la disfunzione del Parlamento, ma-schera la scorrettezza, o meglio la non cor-rettezza dei rapporti fra maggioranza e mi-noranza. In effetti, la norma che ho testèletto, in ordine ai poteri del capo di StatoMaggiore generale, è una norma voluta dalGoverno e approvata dalla maggioranza chequel Governo sosteneva. Quella norma con-ferisce al capo di Stato Maggiore della di-fesa poteri politici oggettivamente legislati-vi senza possibilità di controllo; e nell'ambi-to di quelli che la legge definisce accordi dicomune difesa, una serie di materie senzalimiti, una serie di materie estremamentegravi ed importanti e contemporaneamenteindeterminate vengono, quanto all'esecuzio-ne, affidate ad un organo esecutivo sottrattoal controllo del Parlamento, al quale ven-gono affidati così poteri vasti ed incontraI-lati.

È da questo ~ per il momento mi ~imi-to a farne cenno per tornarci sopra più tar-di ~ che nascono poi situazioni distorte co-me quella del SIF AR; questa è la prima con-ferma. Veniamo ora alla seconda.

Il signor Kissinger, che è stato consiglieredi politica estera del Presidente Kennd.y, cheoggi viene definito dalla stampa il demiurgodella politica internazionale del PresidçnteNixon, che giovedì prossimo sarà a Roma, alseguito del Presidente americano, ~inun suolibro pubblicato nel 1965 ha affermato che« il senso di insicurezza della maggio~ partedei nostri alleati europei è stato amnentatodai rapporti unilaterali che si sono st'lhlitiall'interno dell'alleanza in campo miUtaj E.In nessun altro settore la dipendenza dep"liStati europei dagli Stati Uniti è stata mag-giore e così prolungata ». Quindi ecco, si-gnor Presidente, che per bocca non del SOlilOpubblicista ma di persona politicamente mo]-to qualificata, viene confermato queJ10 chedicevo io all'inizio che cioè la politica mi-litare del nostro Paese non è più la pura e

tr LegislaturaSen'l-to della Repubblica ~ 4845 ~

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

semplice continuazione od uno dei modi diesecuzione della nostra politica estera maè in definitiva un modo di manifestDrsi ~ il

principale e più grave ~ della nostra SLlbor~

dinazione ad un Paese straniero.È così dunque che, nello stesso nlomento

in cui la nostra politica militare ha smessodi essere al servizio della Nazione, si sonopure recisi i vincoli tra politica e<;tera e po~litica militare. E a proposito vorrei portaredue esempi al Senato. Oggi le centrali chedirigono la politica del nostro Paese si tro~vano a Bonn e a Washington. Io 110n credo~ non risulta da atti ufficiali ~ che il no~

stro Governo condivida la politica estera delGoverno della Repubblica federale tedesca.Non credo che il nostro Ministro degli esteri,onorevole Nenni, accetti il rifiuto tracotanteopposto dalla Repubblica federale tedescaalla ripetuta e rinnovata richiesta di rico~nascere la nullità piena del cosiddetto Pattodi Monaco che è alla base, fu alla base del~l'espansionismo e dell' aggressione hi t1eria~na e fascista degli anni '30 e dell'ultima guer~

l'a mondiale. Il Governo di Bonn rifiuta diriconoscere nulli gli accordi di Monaco e faciò nel quadro di una politica volta ad ot~tenere la riunificazione con tutti i mezzi, rea~lizzando così una spinta oggettiva al conl1it~to militare per il perseguimento di fini pan~tedeschi. Ci sono innumerevoli esempi: dal~la pretesa di riunire il Parlamento che do~vrà eleggere il Presidente della Repubblicail 5 marzo a Berlino Ovest, che è entità in~ternazionale del tutto differente dalla Repub~blica federale tedesca, fino ad un'altra seriedi fatti che dimostrano come all'interno del-la NATO, in Europa, esista uno Stato che difatto è lo Stato guida dell'alleanza atlantica,il quale ha fini politici diversi contrastanticon i nostri, non accettati da noi e che tut~tavia, sul piano della politica militare, è ilcapofila della politica atlantica in Europaed influenza e decide anche la nostra poli~tica.

Si dice che il Patto atlantico sarebbe sta~to un patto di pace e ciò si argomenta conil sofisma che poichè il Patto atlantico durada venti anni ed in questi venti anni guerranon vi è stata dunque è merito~ del Pattoatlantico se non vi è stata la guerra. Ma

questo non è un argomento; all'interno de!Patto atlantico, esistono le situazioni poli~ciche e militari che creano la possibilità diuna guerra. Dall'interno del Patto atlanticoviene il rifiuto di accettare gli attuali confi~ni d'Europa, stabiliti dopo la seconda guerramondiale e non solo i confini ad oriente, lalinea Oder~Neisse ma anche i confini peresempio tra l'Italia e l'Austria. Questi fininon sono nastri, questa politica non è nostra,tuttavia sono nostre le conseguenze dellapolitica milita,re basata su questa linea. Edinfatti, al centro della strategia atlantica, inquesto momento, è la cosiddetta teoria delladifesa flessibile alla quale si arrivò subitodopo che divenne Presidente Kennedy. Taleteoria della difesa flessibile o della rispostaflessibile, costituisce un superamento dellaprecedente teoria della difesa globale, del~l'utilizzazione immediata dell'arma atomicaper rispondere ad una minaccia di qualsivo-glia gradO' di entità, teoria che muove dalpresupposto che ad un' eventuale aggressio~

I ne o mInaccia bisogna rispondere per gradia seconda dell'entità dell'aggressiane o dellaminaccia stessa.

Già in America, all'epoca in cui si discute~va questa svolta della politica militare, ci fuuna controversia della quale fu parte proprioil signor Kissinger che prima citavamo a pro~posito del punto se la difesa flessibile com~portava o meno l'uso di armi atomiche etattiche. Se io non sono male informato,questa controversia fu risolta negativamenteanche perchè, nel quadro di una difesa fles~sibile, che prevedesse preventivamente l'usodi armi atomiche e tattiche, si inseriva laripetuta richiesta della Germania relativa~mente al cosiddetto accardo multilaterale,cioè al superamento da parte della Germaniadel divieto di poter disporre da sola dell'ar~ma atomica.

Ebbene, questa posizione della Germaniache, da molto tempo, e a proposito di moltesituazioni, viene rivendicando il suo dirittoall'uso dell'arma atomica, anche se poi a pa~role le dichiarazioni politiche del Ministrodegli esteri Brandt negano ciò, questa posi~zione, ripetuta dalla Germania, prima perl'accordo multHaterale, poi per !'insistenzadella protezione atomica da parte americana

V LegisìaturaSenato della Repubblicl7 ~ 4846 ~

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

e casì via, nella pratica ci trava cansenzien~ti anche se nai nan siamo, d'accarda, a perla meno nan diciamo, di esserla, sui presup~pasti palitici dai quaH muave questa prete~sa della Repubblica federale tedesca: questaè stato il tema centrale della nastra appa~siziane nel dibattito, in Cammissiane al qua~le, secando la nastra apinione, nan è statadata rispasta in mada saddisfacente e per~ciò nai tarniama sul tema in Aula. Del no--stra accadamenta alla Germania abbiamo,avuta la prava quando, l'anno, scarso praprial'Italia studiò e prapose a uno dei tanti ca-mitati e sattacamitati NATO l'utilizzo dellemine atamiche ai confini con i Paesi sacia~listi.

È evidente (e questo è il punta della na~stra contestazione) che nai cerchiamo, dimuavere dall'interno della vastra linea nanperchè la candividiamo, ma perchè ritenia~ma ciò utile per sallecitarvi ad una rispastaprecisa; è evidente che preventivare l'uso diun'arma atamica, sia pure della mina atomi-ca, è in palese contrasto con la strategia del~la difesa flessibile. Questo la rilevò nella riu~niane della NATO di Parigi, se nan erro,della fine della scarsa anno il generale Lem-nitzer, camandante della NATO, che canfer~mò contemparaneamente la strategia delladifesa flessibile e negò, come cantraddittariacan questa linea, la previsiane che si inqua~drava nella linea della palitica militare tede-sca che era sastenuta da nai che pure nanpartivamo da quei presuppasti palitici dellemine atamiche. Ci è stato spiegata in Cam-missione dal ministro Gui che in questo ma-do si abbassava la saglia atamica (non hacampreso bene, nan ricarda; si trattava diparole difficili) ma resta il fatto della con~traddiziane tra la strategia della difesa f1es~sibile e l'uso della pila atamica.

In questo stessa quadro, della nastra su~bordinaziane militare agli interessi di altriPaesi, sta il giudizio, che nai diamo, ed alquale benea male si riferisce questo bi1an~cia, e sul quale si fonda gran parte della re-laziane del callega Rasa, circa i fatti dellaCecaslovacchia,. Nai non abbiamo avuto al~cun dubbio nell'esprimere un giudizio, nega~tivo sul piana politico generale, sul pianaspecifico della natura dei rapparti che de-

vana sussistere tra Paesi sacialisti, a prapa"sito di quei fatti, ma non passiamo accet-tare, perchè è falsa e speciasa ~ e tale è

stata anche dichiarata da autarevali dir,i~genti degli Stati Uniti d'America ~ l'affer-

maziane che dai fatti della Cecoslovacchiasarebbe derivato un aggravamento della si~tuaziane militare, dei rapparti militari tra iblocchi.

Questo nan è stato e non sarà mai vero.Ricardo questa estate, il 29 di agasto, quan~do fummo canvacati in seduta straardinaria,la dichiaraziane del ministro Medici che fuquello che trasse dai fatti cecaslovacchi lecanseguenze più pesanti sulla politica este~ra, per quanto si riferiva alla casiddetta pau~sa di riflessiane nella firma del Trattato dinan praliferaziane. Ricordo che il ministro,Medici pase il prablema in questi termini,chiedendasi ciaè se la distensione voluta dal-l'Unione savietica fosse una distensione frai blacchi o fra Stati appartenenti ai singaliblocchi. Il ministro, Medici ricanosceva chel'azione savietica in Cecoslovacchia, can tut~ti i giudizi che merita sul piano politico esui quali nan tarno più ma non vaglio chesargano equivaci a questa proposito" nonaveva avuta canseguenze che taccassero l'al~tra parte, nan aveva avuto ciaè conseguenzerilevanti dal punta di vista della palitica mi~litare. Infatti ~ ed è di questa che stiamo,discutendo ~ da questi fatti nan era deri~vata un aggravamento" tanta è vera che inCammissiane il ministro Gui, allarchè davet~te quantificare, specificare l'aumenta di pe-ricolasità della situaziane palitica e milita-re derivante dai fatti suddetti, palrlò pura~mente e semplicemente di riduziane dei tem~pi di preavvisa, disse ciaè che, paichè l'eser~cito"savietica si travava a 200 chilametri piùad ovest, una eventuale iniziativa affensivadell'Uniane Sovietica, sarebbe stata cano--sciuta più tardi.

Malgrado, questi ricanascimenti, nai abbia~ma visto che la NATO, per bacca se nan vadaerrata dell'allara Segretaria di Stato Rusk,affriva una garanzia alla Jugaslavia e allaRamania, ed abbiamo" sentita la Germaniafederale lanciare urla indignate e preaccu~pate invacanda l'ambrella atomica. Abbiamosentito vai, can la vastra relaziane sapran~

Senato della Repubblica ~ 4841 ~ V Legislatura

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nazionale a questo bilancio, affermare le stes~se cose, benchè non possiate disconoscereche il presupposto politico, la valutazione po~litica dalla quale dovrebbe partire la novi~tà deJIa politica militare è una valutazioneche viene dall'esterno, che contrasta con ifatti, che non è nè vera nè reale.

Lo stesso discorso vale per la ripetutaquestione della presenza sovietica nel Medi~terraneo. Non vi è dubbio ~ e voi stessilo riconoscete ~ che, alla stregua dei dlrit~ti internazionali, l'aumenta t'a presenza delnaviglio militare sovietico nel Mediterraneoè perfettamente legittima. Il richiamo a Pie~tra il Grande che con scolastica puntigliositàha voluto fare il nostro relatore è del tuttoestraneo al fatto e semmai, se volessimo fa~re un richiamo che però è esemplificativo diquanto già ho affermato in ordine alla legit~timità secondo il diritto internazionale, lodovremmo fare alla presenza della VI flottaamericana nel Mediteraneo contro la qualevoi non avete mai protestato. Infatti, se èvero che la VI flotta si trova in un maredel quale sO'no rivieraschi alcuni Paesi al~leati dell'America (solo alcuni Paesi, non piùcome prima: la Francia si è ritirata, in Spa~gna è in discussione il rinnovo dell'accordosulle basli, della Grecia sapete quanto noiche cosa vi è da dire, l'alleanza cO'n la Tur~chia è in dubbio), è altrettanto vero che laUnione Sovietica a sua volta è alleata di al~tri Paesi rivieraschi i quali hanno dei dIrit~ti non diversi dai nostri su questo mare.Ma noi non stiamo facendo una discussionegiuridica, dobbiamo fare una discussione po~litica. E allora invece di ripetere le sO'litefavole su Pietro il Grande e i mar;j caldicerchiamo di comprendere qual è lo scopopolitico della presenza sovietica nel Mediter~raneo.

La pace nel Mediterraneo, secondo me, ègarantita daHa presenza sovietica sia perchèquella presenza realizza un maggiore equi~librio sia per effetto degli scopi dichiarata~mente perseguiti dall'Unione Sovietica e davoi stessi non disconosciuti. Non vi è dubbioche nel Medio Oriente esiste un grave pe~colo di guerra; non vi è dubbio che la po~litica israeliana ha dimostrato, a più riprese,che quello Stato opera in una commistione

di interessi propri e di interessi imperiali~sti. È voce comune che Israele abbia già, ostia per avere, l'arma atO'mica. Un'impO'rtan~te rivista americana ha rivelato, infatti, si~gnor Presidente e onorevoli colleghi, che ilGoverno isradiano, nelle trattative per otte~

I nere i 50 aerei Phanton, ha richiesto chetali apparecchi gli vengano consegnati iillU~niti di tutte le apparecchiature necessarieper l'uso dell'arma atomica. Su tutto ciò nonvi è dubbio, anche se a questo proposito lapolitica del nostro Gove~no invece è estre.mamente dubbia. Basta ricordare che, al~l'epoca della guerra dei sei giorni, l'at1..ua~le Ministro degli esteri criticò con forza l'al~101'30Ministro degli esteri, é1Iccusandolo diequidistanz'a tra ebrei ed arabi e che invece,dopo la recente rappresaglia dell'aeroportodi Beirut, lo stesso attuale Ministro degliesteri che allora condannò l'equidistanza, siè posto, credo solo nel mondo, su una posi.ziO'ne di equidistanza tra aggressore ed ag~gredi to.

Tutto ciò ed altre cose ancora presentanoevidentemente un pericolo di guerra. Ebbe.ne l'UniO'ne Sovietica ~ lo sappiamo tutti ~che ha proposto un piano di pace ed ha ade.rito poi al piano di pace francese che è statoapprO'vatO' con riserve dall'Inghilterra e da~gli stessi Stati Uniti d'America, sta operan.do ,con i consigli, cO'n gli atteggiamenti poli~tici, con le decisiO'ni per la pa,ce. Il nostroPaese ha il massimo interesse al manteni~mento della pace nel MediterraneO'. La guer.l'a nel Mediterraneo sarebbe una guerra incasa nostra. Ciò nonO'stante, la nostra poli.tica militare si volge contro il fattore dipace che oggi c'è nel Mediterraneo. Acqui~stiamo un certo tipo di aeroplani perchèdobbiamo disporre di maggiori mezzi di ri~cognizione per scoprire il nuovo navigliosovietico; costituiamo un nuovo comandomilitare NATO a Napoli, agli ordini dell'am.miraglio Sotgiu, e tutto ciò evidentementenel quadro degli interessi militari americani,quelli sì lesi dalla presenza sovietica nelsenso che un aumento di presenza sovietica,quale che ne sia il fine, è sempre limitatIvo,riduttivo della presenza della forza america~na e quindi contrastante con gli interessiamericani, ma non certo con i nostri.

ti LegislaturaSenato della Repubbliw ~ 4848 ~

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

Ma poichè, come dicevo all'inizio, la no.stra p0'litica militare non è più il braccio del-la n0'stra politica estera, ma è l'esecuzi0'nedi direttive militari provenienti dall'esternodel n0'stro Paese, noi ci accodiamo a quellaposizione e a quel giudizio, rinunciando in-vece ad un giudizio basato sui nostri realiinteressi politici e militari.

A questa snazionalizzazione della politicamilitare si deve la sottrazione di essa adogni c0ntrollo parlamentare reale; a questasnaziona.Iizzazione si deve quindi questogran parlare che si fa oggi del segreto mi-litare, che dovrebbe impedire non s0'lo leinchieste parlamentari ma anche ben altro,come vedremo. Fondamento del segret0' mi-litare è la legge fascista del 1941. Ora, n0'nstarò ad affermare, a ripetel'e la facile af-fermazione che tra la legge fascista del 1941e la Costituzi0'ne repubblicana dovrebbe pre-valere la C0'stituzione. Io voglio limitarmi afare due 0'sservazioni, on0'revole signor Pre-sidente, onorevoli colleghi. La prima è chefino a quest0' momento il segreto militareè venuto in discussione sotto il profilo pro-cessuale penale, cioè si è affermat0' che viè l'articolo del codioe di pr0'cedura penaleche vieta ai testimoni i quali siano in p0's-sesso, a cagione del proprio ufficio, di no-tizie costituenti il segI'eto militare. di rife-rire queste notizie a chicchessia, c0'mpresal'autorità giudiziaria. In virtù ~ se la me-moria non mi inganna ~ dell'articolo 68 del-la Costituzi0'ne, questa norma del codicedi procedura penale viene applicata anchealle Commissioni parlamentari d'inchiestadi fronte alle quali pertanto i testim0'ni chesi trovin0' in quelle condizioni posson0' ri-fiutarsi di riferire.

È una legge (il codice di procedura pe-nale) anch'essa fascista, anch'essa basata suquella cosiddetta difesa 0'ltranzista degli in-teressi dello Stato.

Tuttavia siamo in un campo estremamen-te limitato: siamo, ripeto, nel campo pro.cessuale; e per quanto riguarda il Parlamen-to siamo nel limitato campo del suo potered'inchiesta.

Ma nei rapporti tra Parlamento e Gover-no, 0'norevole Presidente, può essere ancheinvocato il segreto militare; non lo si può

più invocare però nemmeno a norma dellalegge fascista del 1941, perchè tale legge vie.tava alle amministrazioni militari e agli en-ti statali preposti alla vigilanza della pro.duzione industriale bellica, la divulgazioneall'interno e all'estero delle n0'tizie, eccetera,.Mentre qui, nei rapp0'rti fra G0'verno e Par-lamento, non si tratta di divulgazi0'ne, sitratta da parte del Governo di rispettare gliobblighi che gli derivan0' da ciò che è la basedel regime parlamentare, gli obblighi che gliderivano dal principio della responsabilitàpolitica del G0'verno nei confronti del Par-lamento.

A questo pr0'posito niente ci è stato dettofinora, nulla ci è stato risposto. La respon-sabilità politica è la base del principio par-lamentare. Violato questo principio, liqui-data la responsabilità politica, il Parlamen-to non esiste più.

Ebbene, on0'revole Presidente e signor Mi-nistro, io, a questo punto, mi chiedo se ilprincipio della responsabilità politica del Go.verno e il principio in virtù del quale il Par-lamento deve esseI'e informato per potereesercitare il suo diritto primario di control-lo, siano rispettati in questo bilancio.

Io chiedo agli onorevoli colleghi, al rela-tore e a,l Ministro, che senza troppe lunghediscussioni dicano cosa sanno loro più dime e cosa capiscono loro più di me, da unaposta di bilancio così concepita: 2001, ({ ac-quisto, allestimento e trasformazione di ar-mi, munizioni, materiale di armamento ter-restre, materiale per la difesa nucleare, bat-teriologica e chimica, bardature, sellerie, buf-fetterie, elmetti, materiali mobili per instal-lazioni fisse delle trasmissioni formanti partiintegranti e inscindibili dei complessi di ar-ma terrestri, macchinari ed attrezzature tec-nico-scientifiche; materiali per i servizi fo.tografici, cinemat0'grafici e cinefot0'grafici,parti di ricambio ed accessori. Acquisto dipubblicazioni tecnico.scientifiche ». Questa èuna sola v0'ce, ma c'è tutto. Come può il Par-lamento valutare di che cosa si tratta, comepuò comprendere quale politica militare voifate? Infatti la vostra politica militare lasi comprende se si sa quanti carri armatiaoquistate e da chi, e perchè quelli e nonaltri, così come discut0'no le Commissioni

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 4849 ~

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

difesa nei Parlamenti degli altri Paesi. Iomi rendo conto che il collega Tanucci Nan-nini sia il più offeso per questo discorso, per- Ichè giustamente ai suoi tempi ciò non eraconsentito, ma i Parlamenti americanO', te~desco occidentale, inglese, francese di que-

stO' discutÙ'nÙ'...

FRA N Z A. Tanucci è un generale mo-derno per preparazione, per cultura e an-che per fibre nervose.

AL BARELLastanO' . .,.

Quelle si acqui-

D'A N G E L O S A N T E . Si vede chene aveva tante che, perdutane la metà, neha ancÙ'ra mÙ'lte!

È impÙ'ssibile perciò leggere questo bilan-

ciO' camprendendÙ' che cosa voi in definitivavalete fare. Un'ultima questi.one e hO' finito,rimanendo nei limiti concordati e ricordati-mi dal signÙ'r Presidente.

Posta 3501 del bilanciO': «Spese e concor-so in spese inerenti a lavori di. infrastruttu-re connessi con l'applicazione degli accordiin data 4 aprile 1949, approvati con legge 1o

agÙ'sto 1949, n. 465 ». Tutti sanno che gli ac-cordi del 4 aprile 1949 sono il Patto atlanti-co; in questO' bilanciO' sono previsti 4 miliar-di e 400' milioni di spese per spese e concor-so in spese inerenti a infrastrutture ecce-tera. Non sarà inutile ricordare che su que'-sta stessa voce di bilancio si sono accumu-lati residui per altri 20 miliardi, cioè il Mini-stero della difesa dispone per l'articolo 3501,di circa 25 miliardi di disponibilità.

Spese e concorso in spese inerenti a lavoridi infrastrutture: a questo punto io, ricÙ'r.dando a me stesso che nella pubblicazioneNATO che va sotto il nome di Documen-tation sur l'organisation du Traité de ['Atlan-tic du Nord pubblicato a Parigi dal Servi-zio d'informazione della NATO del 1965, apagina 143, si dava cÙ'sì la definizione di in-frastrutture: «L'insieme delle installazionifisse necessarie allo spiegamento e all'ope-razione delle Forze armate: aeroporti, im-pianti di trasmissione e telecomunicazione,quartieri generali, oleodÙ'tti, depÙ'siti di car-burante, stazioni radar di allarme o di aiutO'

alla navigazione, installaziÙ'ni pÙ'rtuali, basidi lancio per missili eccetera ». A questopunto la prima domanda che pongo al Mi-nistro è questa,: di quali infrastrutture sitratta vistO' che sonO' tutte tali, dalle basidi lancio agli oleodotti? Il Parlamento hail diritto di saperlo perchè sÙ'ltanto noi pos-siamo approvare questa spesa e non ci po-tete costringere ad apprÙ'vare una spesa nel-la quale vi rifiutate di indicarci la destina-zione, della quale mascherate, nascondete ladestinazione cÙ'n nomenclature volutamentegeneriche. Inoltre, che significa concorso inspese? In CommissiÙ'ne l'onorevole Ministroci spiegò che se si fa un aeropÙ'rto, ad esem-pio, l'aeroporto lo fa la NATO e la strada lafacciamo noi, per cui sull'aeroporto abbiamoun cÙ'ncorso nelle spese; invece la strada chefacciamo sola noi è una spesa.

Permettete, onorevoli colleghi, che io du-biti di questa spiegazione. Essa non è chia-ra. Poichè il rapporto di spesa tra una stra-da che serve l'aeroporto e l'aeroporto stessoè quellO' che noi possiamO' ~ pur non essen-do dei tecnici ~ facilmente immaginare; non

si comprende perchè si sia dovuto addirit-tura specificare in una voce, tra l'altro cosìgenerica, questa distinzione tra spese e con-corsi di spesa. Ecco un tema seriO'. Eccocome noi, discutendo questo bilancio e voiapprovandolo, autorizziamo delle spese chepossono riguardare la costruziÙ'ne di aero-porti, ma nÙ'i non lo sappiamo, che possonoriguardare la cÙ'struzione di oleodotti, ma

nÙ'i non lo sappiamo, che possono ,rigua,rdarela costruzione di basi di lancio per missili,ma noi non lo sappiamo: una voce genericanella quale sono stanziati 25 miliardi fraresidui e previsioni, una vÙ'ce generica e in-distinta della quale, malgrado le nostre ri-petute richieste, non ci viene data alcunaaccettabile spiegazione.

Per cÙ'ncludere, signor Presidente, vÙ'rreifare due osservazioni. Si dice da più parti,anche da parte autorevole del partito di mag-gioranza relativa, che è giunto il momentodi rettificare i rappÙ'rti tra maggioranza eopposizione. Si è affermato autorevolmenteche qualche cosa di nuovO' si muove nel mon-do politico italiano. Si è affermato autorevol-mente che anche se con noi comunisti non

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sarebbe ancora, giunto il momento di com~mistioni ideologiche e di potere (cosa cheper altro noi non chiediamo e non abbiamomai chiesto), tuttavia è giunto il momentodi trattare con l'opposizione in modo piùleale e più conforme alle norme della Costi~tuzione, ai princìpi delle Assemblee parla~mentarL

Considerandoci come una opposizione (elo siamo in effetti), come la principale .trale apposizioni (e, lo siamo in effetti), iovorrei chiedere il meno che si può partendoda questa premessa: ebbene, fateci capire ibilanci; scrivete i bilanci in modo che noipossiamo capidi; non invocate il segreto mi~litare in materia .di bilancio; non create unasituazione per cui poi su ogni cosa bisagnachiedervi l'inchiesta parlamentare; permet~teteci di discutere con canoscenza di causa.Non vedo perchè voi vi dovreste opporre afare questo.

Seconda osservazione. Questo è ]'anno del~la NATO. In tutti i Paesi d'Europa masse dilavoratori, di giovani, di uomini amanti del~la pace vanno lottando e combattendo perimpedire che la situazione di grave pericoloper la pace creata dal Patto possa peI'durare,e possa continuare la subordinazione di tut~ti i Paesi, in mado particolare del nostro,agli interessi militari, unilatera1mente im-posti dal Paese capofila, dagli Stati Unitid'America.

Il popolo italiano è convinto, al contrariodi quanto affermano gli ottimisti relatori diquesto bilancio, che la NATO è nata comestrumento di guerra; che la NATO è un'al~leanza che si è stretta intorno al principalePaese imperialista che in questi venti anniha portato la guerra in tutte le parti del mon-do, ha teorizzato il suo diritto di superpo~tenza mondiale a ristabilire l' ordine capita~listioo dovunque questo ordine venisse vio~lato; ha portato illegittimamente la guerranel Vietnam; ha portato illegittimamente leproprie truppe a San Domingo; ha fomen-tato la rivolta nel Guatemala ,e negli altriPaesi dell'America meridionale; ha posto inessere una serie di atti di aggressione neiconfronti di Cuba; rifiuta il rioonoscimentoe l'ingresso all'ONU della Repubblica popo~lare cinese. Il popolo italiano di tutto ciò è

convinto e perciò noi siamo sicuri che nelcorso di quest'anno farà sentire più forte epiù alta, di quanto prima non sia accaduto,la sua voce nel Paese ,e in questo Parlamen-to cantro l'asservimento agli interessi mili-tari dell'imperialismo, in difesa della pacee della reale sicurezza del nostro Paese. (Ap~plausi dall' estrema sinistra. Congratula-'zioni).

P R E .s I D E N T E. È iscl1itta a par~lare il senatore Tanucoi Nannini. Ne ha fa~coltà.

T A N U C C I N A N N I N ,I. Onare-vole \Pn~sidente, onar,evoJe Ministro, onore~vali colleghi, per esprimer,e un gÌlUdiziosuno stato di previsiane delle spese desti~nate alla Difesa bisognerebbe sarpere se èstato seguito il processa corretto per giun~gere alla formulazione concreta delle esi~genze. Tutti sappiamo che a questa si per~viene attravema la designazione degli obiet~tivi della politica miHtare, degli strumenti

neoessari per canseguire tali obiettivi, deiprogrammi che permettano la realizzaziane

di taLi strumenti, dei mezzi finanziari ne~oessad. Si può subito affermare che que~sto procedi,mento nan è stato seguito inquanto, ammettenda che siano stati fissatigli obiettivi, non è stato oertamente defi~[lita lo strumento.

Carne è nato nan esiste ~ e questo è

grave ~ una legge Isull'ordinamento delleForze armate che stabilisca carne esse deb~bona essel1e ordinate per poter assalvere icompiti che sono loro devaluti. In sostan~za aggi si prooede alla rovescia, v:ale a direche si assegna una oerta somma (in realtàUlna piccola aliquata del bilancio della Sta~to) con la quale i respansabili de],]'orga-nizzazione delle Fo,rze armate debbano farfronte ai loro oaffi'piti per quanta pOSlsibile.Ciò non è accettabile. A tutti è evidente ladisaJrmonia che esiste tra i mezzi ,delle For-ze armate e i campiti ad esse assegnati.Perciò a si patenziana le Forze armate perrenderle efficienH e adeguate ali compiti asi tarana i campiti sulle effettive possibiIi~tà dei mezzi.

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EUa invece, .onorevole Ministro, non ta,rai compiti affidati alle Forze armate per ladifesa della Nazione perchè ufficialmentenon vuole o non può ammettere che i Irap~porti di forza del Patto atlantico non sonoda nOli completamente rispettati; ed allorasi limita a dire, come ha dkhiarato allaCamera, che la difesa della Nazione dipen~de in modo particolare dalla paUtica este~

l'a del Governo, quindi sottolinea can mag~gior tono di voce che la difesa, come dice

la Costituzione ~ sona parole sue ~ è do~

vere sacro per il cittadino. Questa inequivo-cabne precisaz;ione della Costituzione dicemolta chiaramente che per il Governo è al~trettanto S3!cro provvedere adeguatamentealla difesa della Nazione. Ella insiste, ono~revole Ministro, nel dive che J'Italia deveperseguire obiettivi di pace nella sicurezza.La mia parte poEtica chiede solo un bilan~cia che possa effettivamente consentiI1e unaefficiente difesa, cioè la sicurezza di cui ella,parla, ma non cerca nè sagna obiettivi di

guerra. Del resto l'insufficienza che noi de-nunciamo l'ammette anche lei nel prosieguodel sua discorsa quando dice che lei ha ilproponimento di perseguire un assetto diforze adeguate alle nostre esigenze difen~sive. OnoJ"evale Ministro, 11 sentito rispettoche ha :per la sua persona e per la sua ca~rica non mi trattiene però dal dirle che iproponimenti dei Ministri ~ non è un'of-

fesa ~ il più delle volte si conoludona co~me i giuramenti dei marinai. Ovviamentenon si può pretendere di stanziare in unsolo getto quanto è necessario ma è chiaroche attraverso un'attent,a programmazi.oneè passibile, in tempi ragionevoli, raggiunge~re i risultati necessruri e mettene le Forze

armate in condizioni di assolvere quei com-piti che oggi non sono in nessun mado ingrado di assolvere. I mezzi finanziari chelo stato di previsione russegna aUa difesa,lungi dal consentir,e un graduale patenzia~mento delle Forze armate per portarle ailivelli necessari per assolver!e i campiti ac~cennati, non ,consentono neppure di man~tenerle nell'attuale livello, ma determinanoun processo continuo di decadimento e ins1ntesi una situazione di estrema gravitàper la Nazione. Assegnare fondi in misura

insufficiente alla Difesa per realizzare unaeconomia è oltre tutto una pes1sima opera~zione finanziaria perchè finisce col dannegcgiare un capitale di 1nestimabile valore.Non si comprende dunque a cosa tenda, senon alla rovina delle Forzle armate dellaNazione, la continua diminuzione della per~centuale delle spese destinate aLla difesa.Nè si dica che siamo dei miHtari'sti o deiguer,rafondai perchè chiediamo un incre~

mento delle spese destinate alla difesa, spe-se che, come sappiamo, Isano tra le più bas~se, lo ha detto lei stesso, onorevolie Mini-stro, sul piano mondiale, assorbendo appe-nail 3,1 per cento del reddito nazionale.Nan faccio dei confronti perchè sono notia tutti. E 'Se facessimo 11 rapporto tra nu~mero di abitanti e "'pese per la difesa can~stateremmo che l'Italia è fra le ultimissimeIposizioni rispetto agli altri Paesi del mondo.Qui si tmtta di valutare l'importanza delle

spese ai fini dell' esistenza stessa della Na~zione. Una inadeguata valutazione potrebbecondurre a conseguenze ],r!'eparabili. L'im~prev1denza in questo vitale settore, qualoradOViesse malauguDatamente verilficarsi la ne~cessità della prava, condurrebbe alrla di~struzione della Nazione. A conforta di quan~to è stato già qui detto, giova dare unosguardo ai vari settari di Ispesa. Per quan~to riguarda le spese fisse, queUe cioè chedi massima si riferiscono alle retribuzionidel personale, c'è da dire che queste retri~buzioni sono inadeguat!e (ed in particolaresono inad~guate queUe per gli ufficiali, isottufficiali ed anche il soldo della truppa).Al personale che è sottoposto a sacrifici, pe~ricoli, limitazioni di libertà, trasferimenti,spese di uniformi ecoetera, è riservato untrattamento sfavorevole rispetta alle altrecategorie del pubblico impiega. L'inden~nità militare ~ lo ha ammesso anche leistesso, onol1evole Ministro, in Commissione

~ è innlevé,lnte e non solleva daJIlo stata di

disagi.o. Il nuovo .ordinamento in studio ~

a tale riguardo vorrei che lei prestasse unaparticolare attenzione, signor Ministro, co~me responsabile morale dello spirito del [l0~stro personale militare ~ per le categoriestatali lascia su,pporre un declassament.odelle posizioni già costituite per glli ufficiali,

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posizioni che si ottennero in seguito ad unarÌ1duzione dell'indennità militar,e che oggisi va poLverizzando.

La spesa del personale militare propria-mente detto è di 381 miliardi, quella del per-sonale civiLe ha raggiunto una d£ra impo-nente, 54 miliardi; il numero del pensonalemilitare è stato sensibillmente ridotto neisui quadri dirigenti, quello civile è aumen-tato di sei volte; 11personaLe operaio la cuispesa ascende a 86 miliardi serve in mag-gioranza negli stabilimenti militari che dal-la fine del conflitto non giustificano, permancanza di commess'e, Ìa loro esistenza.L'obbligo che l'Amministrazione ha contrat-to con questo persona,l'e deve ovviamenteeSlser'e mantenuto, ma Ila naturale esube-ranza di esso poteva trasferirsi in altre am-ministmzioni che ne erano carenti.

L'indispensabile alleggerimento di questasituazione avrebbe aumentato i mezzi a di-sposizione per l'effettivo potenziamento del-la Difesa. Il problema del personale milita-Ir'e bisogna affrontarlo realisticamente c'Onuna legge orgamica sull' oI'dinamento che af-fronti i problemi di sviluppo, di efficienzae di proporzioni: non può esservi tra uffi-ciali e Isottuffici3lli e quelli corrispondentidel grado civile statale lUna diversità di car-riera 'e di trattamento economico; basti te-ner presente che un tenente diventa capita-no dopo nove anni, mentre un funzionariocivile impiega due anni per raggiungere unpari grado e mentre un genemle di hrigataraggiunge tale grado in 33 anni, un civileperviene al grado di ispettoI'e generale do-po 17 anni; solo il 2 per cento dei sottote-nenti :raggiu:nge il grado di generale di cor-po d'armata, mentre il 34 per cento dei di-plomatici arriva al grado di ambasdatore.

Eppure lo sdocco quanto disfattisticoslogan «lIe Forze annate sono tutte di geenerali » fa dimenticare che i dipendenti ci-vili statali di alto grado con la famasa leg-gePitzalis raggiunsero cifre incredibili. Ba-Isti ricordare come esempio quello del Mi-nistero dell'intemo che con tale legge do-Viette aggiu:ngere ai 92 questori altri 370;ma per rimanare nell'ambito del Ministerodella difesa sappiamo da una pubblicazionedel Ministero del tesOlfo che al 10 gennaio

1967, quindi appena due anni e due mesifa, gli ispettori generali ex grado quinto,equipolle:nti al generale di brigata in servi-zio al Ministero della difesa, erano 222 an-zichè 111 secondo l'organico e che alla dataodierna questa strabiliante eccedenza è au-mentata. Non posso pDecisarne la aliquotaper,chè mi mancano i dati esatti. Su questaargomento molto opportuna e chiaira è sta-ta la precisazione fatta alla Camera da lei,ministro Gui, che mi piace, proprio perchèdi opposizione, citare. Ella ha detto: «L'in-flazione di ufficiali generali è inferione aquella dei gradi ,elevati della carriera ci-vile (3,7 per cento contrO' 18,42 per cento) ».

Questo personale militare, così strana-mente osservato da alcune parti, non ha lapossibilità come i magistrati e tutte le altreoategorie di funzionari statali, di poter ma-nifestare i propri desideri, le proprie neecessità, le proprie doglianze []Iè con l'ausi~lio di sindacati nè con la l]Jiù modesta pro-testa nè tanto meno con il più bianco, can-dido addirittura, sciopero. Dico subito, pernon essere frainteso, che questo è giusto,anzi giustissimo, tanto giusto che se questO'persO'nale militare avesse la possibilità diusufruire di quanto la Costituzione dà aglialtri come un diritto, non ne ,farebbe uso,

I rperchè sente intimamente la responsabilitàIl

della sua particolare missione.

Ma a questo punto, onorevole Ministro,bisogna convenire che nO'n si può, non sideve lasciare indirfesa una categoria che nonha la possibilità come le a1tre dell'autodi-rEesa, per cui è il Governo che ha questoparticolare dovere. Lei, onorevole Ministro,dovrà sentire, come certo sentirà, l'orgogliodi assumere la difesa del personale dipen-dente dal suo Ministero, di quel personaleche non deve essere mort]fi,cato da un trat-tamento economicO' non adeguato.

Ed in tema di personale vanno sottoli-neati alcuni altri aspetti di caraUere moralee materiale che avvilliscono, menomano ilprestigio abbassando il mOlrale con depri-menti conseguenze sull'efficienza delle For~ze armat,e. Mi riferisco ad alcuni problemirelativi allo stato ed all'avanzamento delpersonale militare. Per quanto riguarda lostato del personale, è da ricorda,re che il

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personale militare ~ ed è stato ripetuto e

si ripete ogni volta ma è opportuno ram~mentarlo ~ resta in servizio per un temposensibilmente inferiore ,rispetto al persona~le civile. Esso viene collocato in pensionein età di piena efficienza, quando cioè mag~giormente potrebbe far valere a vantaggiodell'istituzione i frutti della propria espe~rienza.

In particolare poi in materia di limiti dietà appane veramente notevole !la disarmo~nia e la ingiustificata differenza che esisto~no nei limiti di età negli alti gmdi. Il co~lonnello viene collocato in pensione a 57anni, il generale di brigata a 58 (differenzaun anno), il generale di divisione a 60 (dif~ferenza due anni), il generale di corpo dialrmata a 63 (differenza 3 anni). A parte laopportunità di un aumento generale dei li~miti di età per evidenti motivi moratli, mate~riali e di interesse del servizio, sembra cheun provvedimento di urgenza si imponga:quello cioè di portare il limite di età delgenerale di brigata a 59 anni e quello delgenerale di divisione a 61 anni. In tal modosi ternebbe fissa con cadenza biennale ladifferenza dei limiti di età tra i vari gradi.Ciò sembra consigliabile sotto il profilo del~la logica e della meccanka della legge diav:anzamento, ma è sicuramente necessariosotto il profilo dell'interesse della istitu~zione.

Infatti l'attuale situazione di età nei gra~di di colonnello e di generale di brigata ètale per cui molti di essi, pur di alto valore,immuni da ritardi di carriera, avendo avu~to anzi vantaggi di carriera in virtù di par~ticolari studi o prove sostenute, sono fa~talmente eliminati perchè coLpiti dai limitidi età.

Per quanto riguarda l'avanzamento, mi li~mito a richiama,re l'attenzione su un argo~mento di estnema importanza che si ricol~lega a quanto detto prima. Mi riferisco alladata di promozione degli ufficiali valutati.La maggior parte di essi, una volta valutatied iscritti in quadro, deve attendere un an~no ed anche più per conseguire la promo~zione. Ciò porta come conseguenza che ta~luni, in attesa della promozione, vengonocolpiti dai limiti di età e collocati in ausi~liaria. Quanto meno pendono un anno di an~

zianità con tutte le conseguenze che ne de~rivano. Una situazione siffatta appare ingiu~sti,fìcata.

Si impone dunque un provvedimento checonsenta di conseguire la pr0'mozione al10 gennaio dell'anno di isorizione in quadro,come sembra 0'pportuna in tema di avan~zamento una legge che non lasci non dicosUPP0'sizione di arbitri, ma di errori cheprovati dagli interessati dovrebbero esseresollecitamente rettificati dal Ministro delladifesa, senza aspettare delle cause che van~no avanti anni ed anni mentre scadono nelfrrattempo i limiti di età con la conseguenzache chi ha avuto ha avuto.

Detratte dal bilancio le somme necessarieper le spese fisse poco rimane per le altreesigenze e cioè: spese connesse ai pr0'gram~mi di forza; spese di esercizio; spese di am~modernamento e potenziamento.

Per quanto riguarda le spese relative aiprogJrammi di forza è facile avvertire comei fondi fino ad ora stanziati sono stati as~solutamente insufficienti. Tutti sanno comele nostre unità sono largamente al di sottodei livelli di forza stabiliti, nonostante chenumerose unità dell'Esercito siano stateanche recent'emente disciolte, così come èstato necessario abolire numerose stazionidi carabinieri.

Mantenere gli stanziamenti a siffatti li-velli significa continuare ad assoggettalI'e leForze armate a rilevanti sacrifici e in defi~nitiva a !Compromettere sensibilmente la Jo~ro efficienza.

Per quanto riguarda le spese di eserciziola situazione non è certo migliore. Con ifondi previsti non è possibile neppure prov-veder,e al soddi'sfacimento delle esigenzefondamentali.

Le Forze armate assistono impotenti aldecadimento delle I0'ro struttur,e.

P RES I D E N T E. Mi dispiace do~vede ricordare i tempi che sono scaduti.Lei aveva chiesto di parlare per venti mi~nuti e ne sono già trascorsi ventidnque.(Interruzione del senatore Grimaldi).

FRA N Z A. Nel complesso ~l nostroGrlliPpo ha quattro ore disp0'nibiLi. Dal mo-mento che gli altri colleghi del Gruppo non

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si iscriveranno a parlare neUe pJlOssimetabelle, ritenga che il callega Tanucci pos~sa cantinuare a parlare.

P RES I D E N T E. Avevama stabilitoi limi ti di tempo a disposizione di agni se-natar,e nella riunione dei capigruppo. Oraho fatta pJ:1esente al senatore Tanucci cheil suo tempa è già scaduto.

T A N U C C I N A N N I N I Nonpassa fare a meno di leggere casì lentamen~te dato il mia precario stato di salute. Co~munque ceJ:1cherò di avviarmi ra{Pidamerntealla canolusiorne.

Le Farze armate, dunque, nan possonofar fronte adeguatamente alla manutenzio-ne dei materiali nè alle esigenze di muni~zionamento per l'addestramenta talchè de~vano imparsi continue, s'ensibili limitazioninel oampo delle attiViità addestrative, di co~manda e assistenziali.

Passando a considerare le spese di adde~stramento e potenziamento, occorre dire cheil quadno si presenta in questa settore diparticolare gravità. L'incremento previsto èinappI1ezzabile, le assegnazioni complessiveappaiono assalutamente inadeguate per as-skuraJ:1e il minima /progressO' che consental'avvia alla realizzazione di una pragmm~maziane diretta a porre le Forze armate ingrado di assolvere i compiti difensivi pre~visti in campo nazionale ed ÌJnte['nazianale.

In queste condizioni nan solo non è con-sentito migliorare l'efficienza delle Forze ar-mate, ma !'impassibiLità di soddisfare fan~damentali, vitaJi esigenze conduce fatalmen~te ad un progressiva decadimento della effi-denza delle Farze armate.

Il quadro fatta non è pessimistico: essorispande can assaluta obiettività alla realtàdella situaziane. Di fronte a questa quadronan possiamo noi del MSI accettare il bi~lancio di previsione pmposto, consapevolicOlme siama dedla importanza vitale delleForze armate ai fini della sopravvivenza delnastra Paese. Nai chiediamo che gli stan-ziamenti siano incI1ementati in maniera dipoter almeno avviar,e i problemi più assil-lanti che travagliana le Farze armate inmodo da parle in breve tempo in condizioni

di poter adempiere i compiti difensivi aloro cannessi. Non possiamo in alcun mo-do ['encterci corr,esponsahili di una pohticamil,itare che pane in grave pericalo la no-stra Patria. Quanto meno chiediamo forma-le impe,gno da parte del Governa acciacchèrincrementa necessario sia ooncessa indila-zionabilmente e progressivamente a partiredal prossimo esercizio.

Concludo, ano l'evo le Ministm, esprimen-do alle Farze armate, sicura ed unica di~fesa della ,Patria, la nostra più senWa am~mirazione e fiducia. Chiedo scusa del miobalbettane, ma sano in una situazione fisicache non augurerei a nessuno. (Applausi dal~l'estrema destra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-Jare il senatore Jannuzzi Raffaele. Ne ha fa~coltà.

-I, J A N N U Z Z I R A F F A E L E. Si~gnor Presidente, onorevali cotlleghi, nai sa-cialisti abbiamo gIà espresso, in sede diCommissione, il nostro cansenso al bilan~cia di previsione della difesa, così come è:formulata e ci è stato propasto; abbiamoanche detto, in quella sede, che concardiamasostanzialmente con 'le considerazioni svol~te in proposi,to dall'onol1evole relatare. Ab~biamo, in particalare, apprezzato la criticaa{Perta e sel1mta che il ,relatore ha fatto aquello che resta seoondo noi l'aspetta piùnegativo del nostro bilancio della Difesa,cioè la prevalenza delle spese correnti ri-spetto a quelle d'investimenta, l'elevatezzadelle spese di personale rispetto a quelle deiservizi e la conseguente aocentuata rigiditàdegli stanziamenti o, se si vuale, più in ge~nerale la staticità, la sostanziale compres~sione del bilancio, la fissità delle spese chesona destinate solo in minima parte alloammodennamento. Bene ha fatto il .relato-Ire, a nostra parere, a sOÌital,ineare con for-za questi aspetti negativi del bilancio dellaDifesa, che non passano non incidere sullaefficienza delle nostre Farze armate e quin~di sulla sicul'ezza del Paese. Partendo daquesti dati di fatto, purtroppo negativi,noi ci siamo sforzati di sottrarre il dibat,titosu questo bilancio alla lunga e vecchia po~

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lemIca degli anni del centrismo e de'l frontepopolare. Intendo nferilrmi alla polemicasulla entità degli stanziamenti, sulla quan~tità, SUl paragom astratti, sulla peroentualedel reddito nazionale de~tmato alla Difesae così via. Ci siamo sforzati e ci sforzIamodi portare la discussIOne stiMa qualità, in~tesa sia nel senso della economicItà e dellaefficIenza, sia nel senso dello spIrito, dellademooraticità degli ordinamenti, degli isti~tuti, della vIta intera delle Forze armatedella Repubblica. Sul primo aspetto ci con~senta, signor Mini'stro, di insistere anche inAula sulla necessità di alleggerire le strut~ture militari del nostro Paese, strutture cheper troppI aspettI sono pesanti, bl1rocrati~che, tendenzialmente conservatrici, ancoralegate a mentalità e schemi del passato. Èquesto il primo grosso ostacolo che le no~stre Forze armate debbono superare perammodernarsi, per tenere il passo con i tem~pi. Abbiamo bisogno di Forze armate, ma~gari più ridotte, ma più robuste, più mo~derne, più efficienti; abbiamo quindi biso~gno di unificare, di semplificare a comincia~re da'lla struttura del Ministero della dife~sa che, nonostante la riforma attuata conlegge~delega, è rimasta mastodontica, ano~mala, poco funzionale. Ci sono sei direzionigenerali per il personale, quattro stati mag~gion, una pletora di uffici, di reparti, di se~zioni e tutto questo per un ristretto numerodi uni,tà operative vere e proprie. Abbiamopiù uffici e più reparti oggi che non primadella guerra, quando avevamo un numerodi unità operative 15 volte superiore all'at~tuale. Lo stesso vale per l'organizzazione ter~ritoriale; abbiamo sei regioni militari, quat~tra d1partimenti marittimi, tre regioni ae~ree. Bisogna ridimensionare tut,ta J'organiz~zazione centra'le del Ministero e degli statimaggiori per realizzare così economia dispesa, snellimento delle procedure, decen~tramento delle funzioni di comando e an~che ~ ci si consenta di dido ~ miglioreutilizzazione di quel numero enorme di uffi~ciaIi, sottufficlali, soldati oggi sprecati, quan~do non umiliati, in funzioni di autisti, at~,tendenti, soritturali, dattilografi e piantoni.Questo per non panlare della p'letora di ge~nerali, di ammiragli, molti a disposizione,

di oolonnelli, di capitani di fregata chemoltiplicano il numero degli uffici e degliincarichi, dilatano le spese di gestione e di~minuiscono il prestigio del gmdo, svilendale funzioni direttive.

Ma al di là di questa necessaria ed ur~gente revisione deLle strutture, una questio-ne di fondo, per noi socialisti, resta quelladegli ondinamenti, dei :regolamenti dei codi~ci militari, del rinnovamento spirhuale de-mocratico deUe ,Forze armate e in partico-lare degli alti comandi. Abbiamo parlato eto,rneremo a parlare, con proposte concre~te, in quest'Aula e nell'a'l1Jro ramo del Par~lamento, di riforme dei codici militari neiloro articoli e nei loro aspetti più invec~chiati, più fascisti, e di riforma del regola-mento di disciplina. Abbiamo proposto, siapure per ora soltanto a tito,lo personale,l'istituzione del commissariato !parlamenta~re. RIproporr1emo il problema dcl'l'obiezio~ne di coscienza che già proponemmo nel~l'altra legislatura.

E arriviamo al punto dolente e più ama-ro: stiamo parlando con insistenza da dueanni di rifòrma dei servizi di sicurezza. Aquesta proposito il nostro pa,rtita ha giàpresentato nell'altro (famo del ParJamento,unitamente ai due partiti della maggioranza,la proposta di una Commissione parlamen-tare che avrà un oggetto limitato di inda~gine, ma che davrà anche riferire al Parla~mento 'sulla riforma e il riordinamento deinos1Jri serviz,i di sicurezza.

Ormai la polemica è vecchia, si trascinada due anni; in quella sede, quando discu~teremo di questo progetto di legge, ripar~le remo neoessariamente anche di questo.

Signor Ministro, ci darà atto di avere finoad oggi, anche in Cammissione, evitato diaffrontare questo argomento che pure ognigiorno ci (fiserva nuove ed amare sorprese.Il nostro senso di ,re~ponsabilità credo siastato apprezzato dal Governo per questo.Tuttavia, il signor Ministro sa che in que-

. st,i giorni la costernazione e l'avvilimentodelle Forze armate ha raggiunto un Hmitedifficilmente sopportabile. C'è un episodiorecente, a tutti noto, che viene prima e dkeisupera il problema stesso della Commissionepadamentare d'inchiesta sui fatti del 1964.

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

Signor Ministl1o, lei mi consentirà quindiin questo intervento una cosa che non hofatto nen'intervento in Commissione. Miconsentirà di sfogliare rapidamente con leiil dossier presentato da un generale italiano311IProcuratore del'la Repubblica di Romacontro altri generali ed altri alti ufficiali.Non mi soffermerò che pochissimo sulledenunce che hanno fatto più clamore: le de-nunce contro i presidenti delle Commissionid'inchiesta nominate dal Governo, i gene-rali Beolchini, Lombardi, Mellano, De Malr-tino e gli altri commissari. Credo che il si-gnor Ministro si renda conto da sè della ne-cessità, comunque, di tut,elare la dignità el'onore di quesrti ufficiali, una dei quali, ilprincipale dei quali, il generale Beolchini,è stato maltrattato, per usare un eufemi-smo, persino in una sentenza di ,tlribunale;ed è stato maltrattato, come lei sa, ingiu-stament.e e per deUe ragioni di ordine poli-tico che hanno impedito al Govemo, chehannO' consigliato arI Governo, presiedutodaLl'onol'evole Moro, di non inviare tutti idocumenti di quella Commissione al tribu-nale. Ciò ha permesso al tribunale di revo-care in dubbio l'operato di un generale, equesto è molto grave: quel generale cre.-do che attenda e meriti riparazione.

Non mi soffermo nemmeno sulle denuncecontro i test.imoni, gli alti ufficiali che han-no deposto nerI noto processo. È un fattochiaramente di intimida:lJione. Anche quicredo che il Govel1no saprà intervenire pertutelare la libertà e la dignità di questi uf-ficiali che si sono esposti in prima persona.

Mi soffermerò, se me l'O consente, signorMinistro, sulle ultime due denunce, che ri-velano, in una maniera ormai non più rin-viabile, a quale punto siamo anrivati. Neldossier consegnato dal generalre De Lorenzoal Procumtore deUa Repubblica di Romac'è rUna denuncia contro il generale PaoloGaslPani e il pubblicista Felioe Fulchignoni.Non entro nel merito delle cos,e denunciate.Spetterà alla magistratura, o, se crede, an-che al Governo di indagare in merito.

In prat.ica, credo che si accusi il generaleGaspari e il pubblicista Fulchignoni di ave-re svolto non so quale tipo di lavoro e diavere incassato del denaro dai servizi se-greti.

Mi consenta, signor Ministro, di richia-mare la 'sua attenzione su un a'lrtro fatto.Formalmente, il generale De Lorenzo s'Ostie-ne di aver ricevuto i documenti con cui cor-robora questa denuncia da una lettera ano-nima. Ora, signor Ministro, io credo di po-ter sostenere che questo è falso per una ra-gione molto sem,plice. Il generale De Loren-zo per essere a conoscenza dei fatti oggidenunciati non aveva nessun bisogno di unanonimo per rIa semplice ragione che fu luipersonalmente, all'epoca in cui era capodel SIFAR, ad accompagnare questo pubbli-ciSrta negli uffici deUo Stato Maggiore e apresentarlo al generale Gaspari; fu lui per-sonalmente a sostenere la necessità e la uti-lità di quel tipo di lavoro, fu lui personal-mente a sostenere 1'utilità che quel lavorofossre pagato sui fondi del servizio segreto,fu lui persona'lmente ad ordinal'e al suo am-ministratore di fiducia, il famoso o fami-ge:mto colonnello Tagliamonte, di pagare.Ed infatti questi lavori sono stati pagaticon i vaglia firmati dal colonneHo Taglia-monte all'epoca in oui il generale De Loren-zo era capo del SIFiAiR.

Signor Mini'stro, io le ho chiesto già duevolte in Commissione, e mi consenta dichi,ederglielo per la terza volta in AUlla, do-ve sono finiti i documenti spariti due annifa dagli archivi dei servizi segreti, secondola denuncia della Commissione Beolchini.Il servizio segreto, da due anni a questaparte, ha fatto qualche cosa !per rintracciareques,ti documenti, per sapere chi li ha e cheuso ne fa? Sono documenti che, come lei sa,riguardano la sicurezza dello Stato, la di-gnità della classe politica italiana, le nostreaHeanze internazionali. Alcuni di questi do-cumenti compaiono puntualmente ogni vol-ta che il generale De Lorenzo, ex capo delSIFAR, viene minacciato o in sede giudi-ziaria o in sede parlamentare di inchiesta.Questa volta i documenti sono srtati conse-gnati dal generale De LorenZiQ al Procura-tore della Repubblica. Noi sappiamo tutti

~ del resto c'è un testimone pronto a de-

ponre dinanzi alla Commissione d'inchiesta~ che c'erano delle casse di documenti:

quesito testimone ha parlato di 47 casse didocumenti aspo~tati. Noi tutti sappiamo, si-gnor Ministro, che questi documenti furono

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pr,esi dal tenente colonnello Meneguzzer, dalgenerale Allavena e dall' amministratore co-lonnello Tagliamonte nell'atto in cui furonoaU'Ontanati dal SIFAR. Sono documenti cheriguardano, ripeto, la sicurezza dello Stato,le nostre alleanze internazionali, la dignitàe l'onore della classe politica.

Ed è strano che il servlizio segreto, chesi è precipitato negli uffici del p'Ovem co-l'Onnell'O Rocca per sequestrare dacumentidi questo tipo, da due anni non faccia nien-te per rientrare in possesso dei documentitrafugati dagli Allavena, Meneguzzer, Ta-gliamonte e De Lorenzo. Ma non basta. Nel-l'ultima denunaia presentata dal generaleDe Lorenzo c'è di più, c'è qualcosa che cidice che il generale De Lorenzo non s'Ol'O è111possesso di documenti riguardanti la si-curezza della Stato per il passalto, ma è tut-tora informato e documentato su questionidelicatissime che non con'Osce li,lParlamento,che non conO'scono i Ministri, che probabil-mente non conosce nemmeno lei, onarevoleGui. E valga il vero.

n generale De Lorenw ha denunciat'O alProcmatore deLla Repubblica di Roma ilgenerale Buttiglione e i colonnelli Viola, Gal-valigi e Mario Pompeo Vidni per le dichia-razioni da questi ufficiali fatte dinanzi alleCommissioni di inchiesta. Queste dichiara-zioni noi nO'n le c'Onosciamo perchè il Go-verno le ha copel'te con il seg,reto militare.Come fa a conoscerle il generale De Loren-zo? Chi ha informato il generale De Loren-zo di queste deposizi'Oni e del 101ro conte-nuto? E perchè il generale De Lor,enzo èinformato esattamente di queste deposizio-ni e denuncia questi testimoni e soltantoquesti? Anche qui la risposta è fadle, signorMinistro. Due anni fa una Commissione mi-nisteniale, presieduta dal generale Be'Olchi-ni, ha denunciato in tutte lettere l'esistenzadi un gruppo di potere, non di un ufficialemegalomane e feLlone, ma di un gruppo dipotere ~ dice la relazione Beolchini ~ an-

nidato nei servizi segreti, nell'Arma dei ca-rabinieri particolarmente, ma ovviamentecon propaggini dappertutto nella strutturadelle Forze armate. Ha fatt'O niente, in que-sti due anni, il Governo per snidare questogruppo di potere ,dai post.i che occupava,

questo gruppo di potere, ripeto, denunciatoda una Commissione ministeriale? Ripetolha fatto niente il Governo?

G U I, Ministro della difesa. Vor,rei pre-cisare un punto di quest'ultima domanda:io credo che lei si inganni a proposito delcolonnello Viola e del generale Butt.iglione.Come fa lei a sapere che cosa ha denunciatoDe Lorenzo.. .

JANNUZZI RAFFAELE. :Èuna cosa Ipubhlica, posso leggerlo da unqualsiasi giornale se lei lo desidera. Co-munque se lei è più informato di noi. . .

G U I, Ministro della difesa. Io non so-no informato e questo i giornali non lo di-cono.

JANNUZZI RAFFAELE. Ealllora si fidi delle n'Ostre informazioni. Ilgenerale De Lorenzo ha denunciato il gene-rale Buttiglione e i colonnelli Viola, Galva-ligi e Mario Pompeo Vicini per il contenutodelle loro testimonianze dinanzi alle Com-misSiioni d'inchiesta ministeriale. Attend'Ola sua smentita documentata. Da chi è in-formato il generale De Lorenzo? Come puòconoscere i documenti di oggi, i dacumenticOlperti dal segreto militare che probabil-mente oggi non con'Osce nemmenO' il Mini-stro della difesa? Noi vogliamo sapere, si-gnor Ministro; questo è un problema che stadiventando estremamente serio e chi si erailluso di poterlo chiudere rapidamente ere,.do che vada incontro ancora a brutte sor-prese. Noi crediamo di esserci mossi nn quic'On grande senso di responsabilHà e cangrande senso di responsabiLità andremo aquesta Commissione parlamentare d'inchie-sta e proporremo le riforme che lriteniamonecessarie. Io non credo che questi ufficialicosì denunciati, che questa situazione dicasse di dooumenti del servizio segreto chegirano per Roma o tra Roma e la Svizzerae la Procura della Repubblica, quando facomodo, e solo per la parte che fa com'Odoad alcune persone, non credo che tutta que-sta roba possa aspettare la Commissioned'inchiesta parlamentare e la riforma dei

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servizi s'egIìeti. Bisagna far subito, signorMinistrO', le due cose che non sano stateancora fatte. Bisogna fare pulizia nel ser~vizio segreto, negli alti comandi dell'Armadei carabinieri, nel suo Ministero, di coloroche sono stati per anni in contatta, ciaè icamplici necessari del gruppo di potere delgenerale De Lorenzo. E un'altra casa chebisogna fare subito, signar Ministro, è dispezza,Iìe la spir31le tra Governo, segreto mi~litare e magistratura. In un comunicato siesprime dolore e rammarico per quello cheil generale De Lorenzo ha fatto. . .

A L BAR E L L O. Sarpr'ese e ramma~neo, perchè dolore non ce n'è.

J A N N U Z Z I R A F F A E L E. ... Sidice che il problema è in mano alla magi~stratura. Onorevole Ministro, noi saplpiamogià come finirà. La magistratura, ad un cer~to punto, chiederà dei documenti al Gover~no senza dei quali non patrà procedere e ilGov,erno opparrà che su questi dacumenti

c'è il segreto militare ed il circolo si chiu~derà di nuovo ,inutilmente. Bisogna spezza~re questo circalo e per tutelare la dignitàdegli ufficiali che voi avete chiamato nelleCommissioni d'inchiesta e che hannO' fattoil lorO' davere secondo i vastri ordini, pertutelare la liber,tà dei t'estimoni che hannodeposto e che devono deporre, bisogna fareuna casa estremamente semplice e cioè con~segnare alla magistratura le parti fino adora omesse dell'inchiesta Beolchini. Non c'èni,ente di straardinario nè si smentisce nes~'suno: come lei sa, onorevole Ministro, ilsegreta pollitico e militare cambia con itempi, con i momenti e del resto l'ha di~mO'strato lei. Il Governo Moro e il Ministrodella difesa, che tra l'altro era del mio par~

~

tito, hanno coperto nell'ultima fase del pro~cesso De Lorenzo contro l'" Espresso », colsegreto militare, !'inchiesta Manes e in parti~colare hanno coperto dell'inchiesta Manes ipassi che riguardavano la preparazione delfamoso piano Solo; successivamente, a nem~meno sei mesi di distanza, il Governo presie~duto dall'anorevole Leone, con lei Ministrodella difesa, ha resa pubblica, consegnandolaintegralmente al Parlamento, l'inchiesta esat~

tamente su quei passi coperti dal segretomilitta,re slei mesi prima. Con la stessa lo~gica, 'si devono e si possono consegnar,e allamagistratura oggi almeno alcuni capitolidell'inchiesta Beokhini che nan hanno piùalcuna necessità di essere coperti dal segre~to mi.litare; ad esempiO', quelli che riguar~dano le intercettazioni telefoniche la cuiconoscenza è es.senziale per persegui,re i col~pevoli. Il capitolo sulle intercettazioni te~e~foniche, a quanto a noi risulta, fu S'tralcia~to non tanto per segreto militare, ma per lapreoccupazione che altrimenti si sarebbe re~so noto un certo meccanismo di apparec~chiature che poi bisognava cambiare e ciòcostituiva una spesa: allora, facciamo questaspesa e consegniamo tale capitolo alla Ma~gistratura.

Vii è pO'i il capiwlo che riguarda lo spio~naggio contro Il'allora Presidente di questaAssemblea, Merzagora: la magistratura de~ve sapere perchè, per conto di chi è sta~ta aperta per un anno la posta personaledel Presidente del Senato; non c'è nessunsegIìeto miliitare da tutelare. Vi è pO'i il ca~pitolo che riguarda l'attuale Presidente del~la Repubblica, aH'epaca MinistrO' degliÌ este~ri: la magistratura deve sapere, per non ri~schiare di scrivere di nuavo in una sentenzaquella che ha scritta contro il generale Beol~chini, per conto di chi e perchè fu spiato,fine nelle propaggini più intime dei suoi fa~miliari, l'attuale Presidente della RepubblIca.

Bisogna avere il coraggio di rendere pub~blici questi fasciooli altrimenti non USCIre~ma dalla spirale del ricatta, della vendetta,delle ,intimidazioni.

ALBARELLOcosa difficile.

Il coraggio è una

J A N N U Z Z I R A F if A E L E. Noicrediamo di esserci camportati con grandesenso di responsabilità fino ad oggi comeuomini, carne giornalisti, carne pail'tlto esperiamo di continuare a paterlo fare: so~no però in gioco cose troppo importanti, ladignità e ronore di aliti ufficiali. Ci avetefatto la predica, per le nostre tradizioni pa~dfiste ed antimi1itariste, sulll'onore delleForze armate italiane. Signor PresIdente, è

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venuto il momento di dimostrare che vera-mente si difende questo onore.

La serenità e il buon nome delle Forzearmate non si possono lasciare denunciare:si tratta di 12 generald, 4 colonnelli e comesi può pretendere poi che le nostre Forzearma:te continuino a lavorare serenamente?Bisogna fare qualcosa e subito. È in giocola serietà della classe politica che è sotto-posta ad un continuo ricatto morale e mate-riale. Sono 47 casse di documenti, 47 cassedi piombo puniate contro la clas'se politicaitaliana. Se qualcuno ha sbagliato, paghe-rà, perchè bisogna che le istituzioni riCipub-blicane ne escano sane e salve perchè sonosuperiori agli uomini e ai par:titi.

Siamo sicuri, signor Ministro, ed è perquesto che votiamo a favore del suo bilan-cio, che il Governo di centro-sinistra, chenaoque già con questi presupposti di mora-lizzazione e di pulizia e cominciò a farlo, orache si è ricostituito con questo impegno difronte al Paese, non sarà inferiore alle suepromesse e ai suoi compiti. (Applausi dallasinistra e dal centro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Bonaldi. Ne ha facoltà.

B O N A L D I. Onorevole Presidente,onorevole Ministro, onorevoli Sottosegretari,onorevoli colleghi, ormai da anni da partedella maggioranza governativa e da parte del-l'opposizione, almeno nostra, vi è una valu-tazione univoca, anche se di£ferente nei par-ticolari, sull'insufficienza degli stanziamentiper la difesa. Basta scorrere le relazioni dimaggioranza ed i nostri interventi di questiultimi ànni per ritrovare sia neHe une chenegli altri la denuncia dell'inadeguatezza earretratezza del nostro sistema difensivo, del-la carenza di mezzi bellici efficienti e mo-derni, della mancanza di adeguati program-mi di ammodernamento, della mancata at-tuazione dei pur modesti e limitati program-mi governativi.

In sostanza ogni anno si ripetono e si deb-bono ripetere le stesse critiche, ,le stesse os-servazioni degli anni precedenti, seppure conmaggiore insistenza dato che i problemi tra-scurati si fanno di anno in anno più gravi

e di difficile soluzione anche per il mutaredella situazione interna e internazionale incui essi sono inseriti.

Per questo nessuno può e deve lamentar-si, e tanto meno il Governo, se qui si vengo--no a ripetere critkhe 'ed osservazioni ormainote e condivise da tutti, ma mai tenutepresenti dal Governo. D'altra parte la stessarelazione del senatore Rosa che cosa fa senon rienunciare critiche già svohe negli annipassati, sia pure in una diversa articolazio-ne e in un diverso contesto politico-interna-zionale?

Oggi come ieri, il nostro dovere è ripe.terd, in quanto poco o nul,la è stato fattoda parte del Governo. La denuncia dell'ina-deguatezza del nostro apparato difensivo,l'indicazione delle linee di un concr'eto pro-gramma di adeguamento della nostra difesaalle necessità della sicurezza, sono oggi tan-to più opportune e necessarie in quanto irecenti avvenimenti internazionali dovreb-bero aver tolto ogni illusione a quanti fau-tori della distensione, che tutti auspichiamo,scambiando i desideri con la realtà, ritene-vano superflua la siourezza. SicuJ:1ezza e di-stensione come skurezza e paoe non sonotermini antitetici, ma complementari.

Nulla sulla situazione politica internazio-nale autorizza a pensare che si possa fare ameno di un efficiente sistema difensivo in-quadrato nel più vasto quadro delle allean-ze difensive occidentali. Anzi i recenti avve-nimenti internazionali hanno dimostrato tut-ta la gravità della situazione internazionale.

La prodi tori a aggressione de1la Cecoslovac-chia, il protrarsi della tensione e dei fattibellici nel Medio Oriente, le lungaggini pro-cedurali per l'avvio dei colloqui di pace peril sud-est asiatico, la stessa presenza de1laflotta russa nel Mediterraneo dimostranocome fosse illusoria ogni parvenza di avvioalla distensione e pericoloso ogni disimpe-gno nel campo della siourezza.

Da parte di tutti i Paesi occidentali, a se-guito dei recenti avvenimenti internazionali,vi è stato un riesame ed una dvalutazionedelle alleanze e dei sistemi difensivi. Ancheda noi un esame approfondito del nostro si-stema difensivo non può pvescindere dalla

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situazione internazionale. Ed infatti bastavedere la relazione del senatore Rosa, comepure il dibattito svoltosi nell'altro ramo delParlamento, per vedere la giusta correlazio-ne che è stata data all'esame delle nostrenecessità della difesa con la situazione po-litica internazionale quale si è rivelata neirecenti avvenimenti.

Tuttavia non bisogna considerare i recentiavvenimenti internazionali come qualcosa diimprevisto derivante da un mutamento di in-dirizzo della politica internazionale: essi nonsono altro che le conseguenze logiche di unasituazione internazionale tesa, nonostanteogni discorso di distensione. Gli appelli alladistensione e alla pacifica coesistenza che iPaesi del mondo comunista, con in prima fi-la la Russia, rivolgono all'Occidente, le fre-quenti proposte di superamento dei blO'cchi,che pure in casa nostra trovano compiacentirisonanze, vanno valutati per quelli che so-no: semplice propaganda intesa a coprirel'espansionismo russo e a provO'care discor-dia e allentamento della vigilanza in occi-dente.

La brutale aggressione della Cecoslovac-chia ha dimostrato, non solo l'impossibilitàdi qualsiasi evoluzione dei Paesi comunisti,ma anche e soprattutto la prontezza, l'effi-cienza e la compattezza delle forze militaridel Patto di Varsavia.

La cO'mpattezza, non solo militare, ma an-che poHtica ed economica dei Paesi comuni-sti è perseguita dalla Russia con qualsiasimezzo anche, come si è visto, con i carri ar-mati.

D'altra parte gli interventi russi per rin-saldare i legami di vassallaggio dei Paesisatelliti non sono limitati alla sola Cecoslo-'vacchia.

I recenti colloqui del capo delle forze ar-mate del Patto di Varsavia ,con i dirigenti ru-meni dimostrano come la Russia intendaevitare qualsiasi posizione autonoma deiPaesi satelJiti.

Ho rilevato prima che i fatti ,cecoslovac-chi hanno mutato l'equilibrio militare traoccidente ed oriente e hanno dimostrato ladebolezza dell'alleanza atlantica soggetta, co-me essa è stata in questi ultimi anni, a ten-

tativi di disimpegno quantomeno psicologi-co. Con l'invasione della Cecoslovaochia ilgrosso delle forze armate del Patto di Var-savia si è spostato a ridosso del confine dialcune nazioni che fanno parte della NATO,su una linea che corre vicinissima alla Ger-mania occidentale e a soli 300 chilometridalla nostra frontiera. Prima della crisil'URSS disponeva lungo il confine tedesco diuno schieramento avanzato di 26 divisionicO'ntro le 22 divisioni alleate; ora le divisio-ni avanzate sono 51. Ciò significa che è au-mentata la capacità operativa ed il raggiodi azione di tali forz,e. Di contro è diminui-ta la capacità difensiva delle forze deLlaNATO in quanto si è ridotto il t.empo a di-sposizione per individuare il dispositivo diattacco ed approntare le idonee difese. TaleincO'mbenza dene forze militari del Patto diVarsavia sull'occidente è tanto più grave sesi considera la dodhtà di tali forze agli or-dini di Mosca.

n Patto di Varsavia ha dimostrato di es-sere non solo e non tanto un'alleanza difen-siva, quanto piuttosto un pO'deroso strumen-to di repressione e di aggJ1essione nelle ma-ni dell'Unione Sovietica che può essere im-piegato, come i fatti cecoslovacchi dimostra-no, in qualsiasi O'ccasione e per qualsiasiobiettivo anche est'raneo alle finalità del Pat-

to. D'altra parte la stessa preponderante pre-senza sovietica nelle forze militari del Pat-to di Varsavia assicura una completa rispon-denza di tale apparato militare agli O'rdini ealla politica del Cremlino. In tal modo lapressione delle forze militari del Patto diVarsavia fa parte integrante della politicaimperialistica della Russia nei confronti del-l'Europa. Politica che ad ovest si esplica siacon il mantenimento della tensione arabo-israeliana e con gli aiuti militari ai Paesiarabi, sia con la sempre più minacciosa pre-senza di navi russe nel Mediterraneo.

n conflitto arabo-isra'eliano è servito allaRussia per precostituirsi un motivo po-litico-giuridico, sia per una più inten-sa penetrazione politico-militare nei Pae-si arabi, sia per la presenza della flotta rus-sa nel Mediterraneo. Il mantenimento dellatensione è per la Russia la condizione per il

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raffarzamenta delle sue basi nel Media Orien~te e delle sue farze navali nel Mediterranea.Nan stupisce quindi che i terraristi pale~stinesi travinO' appaggi e giustificaziani nansala da parte dei Paesi arabi, ma anche daparte di quelli camunisti.

La cantinua tensiane araba~israeliana per~metk alla Russia di dare farniture militarimassicce ai Paesi arabi. Farnituve che pas~sana poi essere controllate nel,loro impiegodagli stessi russi. Infatti sia per quanto ri~guarda l'attrezzatura delle basi, sia per l'uti~lizzazione del materiaLe la stessa Russia hafornito équipes di militari che finiscono percondizionare la stessa azione dei Paesi arabi.

Solo nella RAU si possonO' contare infattipiù di circa 3 mila militari russi e propO'r~zionalmente numerose sono 'pure le missionimilitari russe negli altri Paesi arabi. Ma iPaesi arabi costituiscono anche un validoappoggio per l'espansionismo l'USSO nei ma~ri. Infatti essi hanno fornito alle navi russeimportanti e valide basi colmando così unade11e più gravi carenze della marina sovie~tica.

n potenziamento della flotta russa realiz~zato in questi ultimi anni ha permesso unaespansione della presenza navale sovieticanel mondo, ma soprattutto in Europa. Conla presenza di potenti flotte russe dalle co~ste della Norvegia all'Atlantico e al Medi~terraneo, l'accerchiamenta dell'Europa ècompleto.

È evidente il pericolo di tale pressionemilitare indipendentemente da più a menoprecisi obiettivi aggressivi.

È stato giustamente detto che il Mediter~ranea ha finito di essere un lago eurO'peo.

Effettivamente mai la pres'enza di navistraniere è stata tanta massiccia quanto at~tualmente e mai è stata tanto debole la pre~senza di forze europee. Basti pensare chepoca tempo addietro, nel 1964, la Rus~sia aveva nel Mediterraneo solo un som~mergibile ed una nave assalto, mentre oggi

la flotta russa nel Medit'erraneo ha da 40 a60 unità a seconda dei periodi, tutte moder-namente attrezzate. La situazione nel Medi-terraneo è resa più grave sia dal ritiro dellaflO'tta britannica, sia dallo spostamento del-

le unità francesi. Da alcune parti è stata smi~nuita, non si sa quanto obiettivamente, l'im~portanza militare della flotta sovietica nelMediterraneo. Sta di fatto che essa acquistaun particolare peso politica e militare se in~quadrata nel sistema militare messo in attodall'Unione Sovietica e nella sua poJitica in~ternazionale. Nonostante la propaganda dicomodo della Russia e degli altri Paesi co-munisti, seguita pedissequamente anche daicomunisti nostrani, sempre pronta ad accu~sare l'Occidente e ad invO'care il superamen~to dei blocchi, se O'ggi si deve parlare di im~perialismo questo è nmperialismo russo.

Di fronte all'apparato bellico della Russia,alla manovra del Patto di Varsavia come re-pressione di pur limitati movimenti di auta-nomia nell'ambito del blocco camunista, al-la penetrazione politica e militare russa neiPaesi arabi e nel Mediterraneo, non si puòcerta parlare di crisi dell'imperialismo rus-so, bensì di una accentuata penetrazione.

Tale politica dovrebbero tener presentequanti anche in Italia sastengono 11 supe~ramento dei blocchi, lo scioglimento dell'al~leanza atlantica o quanto meno una sua re~visione in cui gli obiettivi militari di difesafossero ridimensionati. La NATO in questiultimi vent'anni ha permessa il mantenimen~to dell'equiJibrio mondiale e ha contribuitoalla pace in Europa. Senza l'alleanza atlan-tica è molto difficile dire se si sarebbe ugual~mente mantenuta la paoe. In ogni caso l'al~leanza non è stata di ostacOllo nè alla pace nèall'avvio da parte occidentale di concreteproposte di distensione.

Oggi, lungi dall'essere sorpassata, la NATOsembra, di fronte all'espansionismo russa,quanto mai necessaria per la sicuI1ezza del~l'Europa e quindi per il mantenimento dellapaoe. Se vi deve essere una evoluzione dellaNATO, essa va intesa non come una revisio~ne dei suoi obiettivi e della sua struttura,ma come una maggiore e più fattivapartecipazione degli Stati membri che per-metta di adeguare 1e forze militari NATOalla nuova situazione che si è venuta a crea~re a seguito dei recenti avvenimenti interna~zionali.

Dopo l'ampia parte dedicata dal senatoreRosa ai motivi che I1endano valida l'alleanza

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

atlantica, non starò qui a ripetere tutte leragioni che giustificano la partecipazi'One ita~liana all'alleanza. Tuttavia mi sembra dove~roso aggiungel'e qualche breve osservazione.

È fuori di dubbio che ne1la situazione at~tuale non vi può essere sicul'ezza per i Paesieuropei se nO'n attraversO' la 10'1',0unione ela collaborazione con gli Stati Uniti. Qual~siasi posizione autonoma, sia di difesa, siadi neutralismo, non può che indebolire loStato che la attua e gli altri Paesi occiden~tali. Tuttavia non basta rimanere nell'allean~za, bisogna anche parteciparvi consapevol~mente, avendo riguardo soprattutto allasua efficienza. Così da parte italiana non ba~sta, come ha fatto il Presidente del Consi~glio onorevole Rumor, confermare « la vali~dità della partecipazione dell'Italia all'al1ean~za atlantica », ma è necessario altresì 'realiz~zare una partecipazione attiva ed efficienteche permetta di assicurare all'alleanza pienastabilità poHtica ed efficienza militare. In~fatti 1a sicurezza per l'Europa e per il no~stro Paese non si realizza semplicement1e conuna partecipazione più 'Omeno convinta al~l'alleanza, ma sol'O se saremo tutti in gradodi assicurare alla NATO la dovuta efficienzae compattezza.

Oggi l'alleanza atlantica 'risente, è inuti1enasconderselo, di anni in cui è stata sogget~ta ad ogni sorta di critica e al disarmo psi~cologico di a1cuni Paesi membri di fronteall'ingannevole pr,opaganda del mondo co~munista. Da ciò è derivato un distacco traNATO e Paesi membri che si è ripercossoanche nell'efficienza militare dell'alleanza. Ireoenti avvenimenti internazionali hanno di~mostrato quanto fosse pericoloso ogni ab~bandana all'ottimismo. Occorre O'ra trane lelogiche conseguenze da questo richiamo allarealtà. Occorre ridare fiducia all'alleanza, ef~Thcienza e prontezza al suo apparato difen~siva.

Un rafforzamento della NATO appare in-dispensabile non solo per la sicurezza maanche per proseguire quell'azione già intra~presa ma non corrisposta per la distensioneinternazionale. Infatti sol'O nella sicurezza sipuò fare una concreta opera di distensioneche non significhi abdicazione alla pr'Oprialibertà e sovranità.

Appunto per questo riteniamo quanto me~no intempestiva e inopportuna la firma ef-fettuata dall'Italia del Trattato contro laproliferazione delle armi atomiche. Il Tratta-to anti~H già di per se stesso suscita nonpoche perplessità sia per quanto riguarda icontrolli e quindi le limitazioni anche allosviluppo nucleare per scopi pacifici, sia perquanto riguarda la sicul'ezza. Per questo ul~timo punto, ed è quello che ci interessa inquesta sede, il Trattato non va molto al dilà di un s'emplice atto di fede da parte dialcune potenze non nucleari, affatto corri~sposto da un'adeguata sicul1ezza da partedegli altri Stati nucleari e dei numerosissi-mi Stati non firmata l'i. È un bel gesto manon certo un contributo nè alla nostra sicu~rezza nè alla distensi'One internazionale. Ge~sto del tutto gratuito in quanto nulla nellasituazione internazionale giustificava da par-te nostra la firma del Trattato.

D'altra parte lo stesso Governo con il pie~no appoggio del Parlamento già nell'estatescorsa aveva decis'O di soprassedere alla fir~ma del Trattato proprio per l'aggravarsi del-la situazione internazionale e per la manife-sta volontà del mondo comunista di com-pleta indisponibilità per qualsiasi forma didistensione.

È forse cambiata la situazione internazio~naIe? Non si direbbe. Appunto per questola firma del Trattato da parte dell'Italia ap-pare del tutto irrgiusti'ficata e contraria al-l'indirizzo espresso dallo stesso Parlamento.

Una delle più pericolose teorie per la si~curezza del nostro Paese e dell'Occidente èquella che ritiene ammissibile la distensionecon atti puramente unilaterali da parte del~l'Occidente. È una teoria propagandata intutti i modi dai Paesi comunisti e dai co-munisti nostrani. La distensione e il supe-ramento dei blocchi non può essere unila-terale, ma deve riguardare le due parti con~trapposte. Da parte comunista nulla lasciaintravveder,e la possibilità di un allentamen-to della pressione politica e militare sull'oc-cidente. Pertanto, pur vigili a captare ognioccasione che possa essere sfl'uttata per al~leggeri re la tensione internazionale, la nostrasicurezza rimane proprio sull'equilibrio deiblocchi. Anche se l'equilibrio mondiale di-

V LegislaturaSenato della RepubblÙ,a ~ 4863 ~

25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

pende da numerosi fattori e soprattutto dal-l'equilibrio delle due superpotenze, UnioneSovietica e Stati Uniti, è indubbio che inEuropa il rapporto di forza tra i Paesi delPatto di Varsavia e quelli della NATO è asvantaggio di questi ultimi.

A parte la compattezza e la manovrabilità,le forze del Patto di Varsavia sono superio-ri a quelle della NATO sia in uomini che inmezzi. Secondo recenti indagini dell'Istitu-to di studi strategid britannico, i Paesi delPatto di Varsavia hanno una forza terrestreformata da circa un milione di uomini do-tati di mezzi moderni ed efficienti, da circa16 mila carri armati tra medi e pesanti, unaforza aerea di 8.130 velivoli tra bombardie-ri, caccia ed aerei da ricognizione, mentrele modeste proporzioni della marina sonolargamente compensate dalla marina russa,in fase di acoelerato sviluppo.

Di contro le forze della NATO sembranoassai più deboli. Infatti secondo la medesi-ma fonte lie forze tervestri NATO contano875 mila uomini e 6.200 carri armati, mentrel'aviazione consiste in cil'Ca 5.750 apparecchi.

Si tratta in effetti non solo di una debo-lezza quantitativa, ma anche qualitativa. Èinfatti da ricordare come le forze NATO so-prattutto terrestri siano dotate di mezzi in~sufficienti e superati, siano carenti di per-sonale specializzato e di adeguate unità diriserva.

Per avere un quadro completo bisognainoltre tenere presente il massiccio apportodella Russia al Patto di Varsavia. Infatti ilgrosso delle forze terrestri del Patto di Var-savia è costituito proprio dall'Unione Sovie-tica, la quale mantiene in Europa centrale eorientale più di 52 divisioni e oltre 900 aereitattici di stanza in Germania orientale.

Nè si può dimenticare, in una valutazionedel sistema difensivo della NATO, la penetra-zione russa nel Mediterraneo e gli aiuti mi-litari forniti ai Paesi arabi. La presenza del-la flotta russa nel Mediterraneo non è cheun sintomo di una penetrazione ben più pos-sente e irradiata, ma già di per se stessa co-stituisce un pericolo per i Paesi europei chesi affacciano nel Mediterraneo. La flotta rus-sa nel Mediterraneo ha instaurato un siste-

ma logistico che permette alle navi di esse-re continuamente rifornite senza bisogno discali, che pure non mancano in Egitto, inSiria ed in altri paesi del Medio Oriente.

Si sono create e vengono mantenute, lepremesse per un rapido e massiccio afflus-so di altri e più potenti mezzi navali. IPaesi comunisti possono contare non solosulla flotta russa ma anche sui vari mezzinavali forniti dall'Unione Sovietica ai Paesidel Medio Oriente. La Russia infatti, oltre aimezzi bellici di ogni tipo, ha fornito al-l'Egitto, alla Siria, all'Algeria e all'Albanianotevoli forz;e navali. Oggi nell'ambito di talipotenze si può valutare una marina moder-na ed attrezzata che conta non meno di 35sottomarini ~ fra cui 1 lanciamissili ~ 10

caccia, 10 fregate e oltre 200 motosiluranti,senza contare le attrezzate basi militari, al-lestite e dirette dagli stessi sovietici.

Di contro le forze NATO nel Mediterraneosi sono fortemente indebolite con l'abban-dono di tale area da parte delle marine bri-tannica e franoese. Infatti a parte la VI flot-ta americana, il cui impiego in definitiva di-pende non tanto dalla NATO, quanto dalPentagono, le forze navali dei Paesi medi-terranei risultanto assai scarse e limitate apuri compiti di difesa costi,era locale.

La decisione di creare una forza navale in-teralleata presa dal Consiglio dei ministridell'alleanza atlantica, potrà effettivamenteportare ad un maggior equilibrio in questocampo solo se i vari Paesi contribuirannoanche ad incrementare i mezzi di cui dispon-gono.

La defezione della Francia anche in que-sto campo costituisce un ulteriore elementodi indebolimento dell'alleanza e richiede unmaggior sforzo degli altri associati.

La partecipazione italiana alla NATO, ri-spetto alla consistenza totale delle forze ar-mate nazionali sembra, almeno formalmen-te, soddisfacente.

C'è però da chiedersi se altrettanto soddi-sfacente è la sostanza di questa nostra par-tecipazione e se essa sia sufficiente alle ne-cessità della NATO, soprattutto dopo il riti-ro della Francia dall'organizzazione integra-ta delle forze dell'alleanza atlantica.

Senato della Repubblica ~ 4864 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBJ,EA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

:E. noto che le forze terrestri sono dotatedi mezzi insuffidenti ed ormai superati. Mol-ti degli stessi mezzi corazzati e da trasportohanno ormai superato il loro ciclo vitale,ma non sono stati sostituiti. Nella stessaaviazione si impone la sostituzione sia delloF.86 K e del F.84 F., sia la sostituzione deiG.91 con i G.91Y. Gli stessi velivoli da tra-sporto dovrebbero essere completamente so-stituiti. Si comprende come in tale situazio~ne le autorità della NATO abbiano richiesto,anche di recente all'Italia, un maggior sfor-zo per la difesa. In verità difficilmente cre-diamo che possa essere soddisfatta una talerichiesta nell'ambito dell'attuale bilancio, ilquale non rispetta nemmeno il nostro pre-cedente impegno di aumentare ogni anno glistanziamenti per la difesa di almeno il 6 percento.

La situazione delle forze militari assegna-te alla NATO è ancora brillant'e se confron-tata alle poche forze che rimangono all'Ita-lia. Il problema, quindi, è generale e inve-ste tutto l'apparato difensivo italiano, dalpersonale ai mezzi bellici, dalle attrezzaturescientifiche ai mezzi di trasporto.

Non siamo noi a dirIo, 10 stesso ministroGui ha sintetizzato la situazione delle Forzearmate, affermando che l'efficienza delle For-ze armate sta subendo « un lento ma costan-te processo di degradamento ». Nè tale de-gradamento è imputabile agli uomini che di~rigono e operano nelle Forze armate quantopiuttosto all'inerzia del Governo in questocampo, come se trascurare la difesa servissealla distensione e alla pace e non, piuttosto,alla insicurezza e alla nostra sopraffazione.

L'inerzia del Governo si manifesta in tuttii campi, da quello dell'assetto del personalea quello della predisposizione dei mezzi fi-nanziari neoessari per l'ammodernamento edil potenziamento dei mezzi. Nel campo delpersonale ancora si attende un riassetto ge-nerale ed organico delle carriere, mentre perquanto riguarda il trattamento economiconon si va al di là di generiche, quanto vaghe,assicurazioni.

La conseguenza è che le nostre Forze ar-mate mancano di personale tecnico specia-lizzato a lunga ferma, mentre il rimanente

personale è tenuto in uno stato di inferiori-tà rispetto a qualsiasi altra carriera, sia pub-bUca che privata.

Ciò giustifica la diserzione dai concorsi ~

come quelli per il servizio sanitario e per al-cuni corpi tecnici ~ dove è richiesta la lau-rea; ciò giustifica 10 scarso livello quantita-tiva e qualitativo dei partecipanti ai concor-si di ammissione nelle scuole e negli istitu-ti militari; ciò giustifica, infine, il massicciofenomeno dell'esodo dai corpi tecnici.

La scarsa attrattiva che oggi offre la car-riera militare si ripercuote negativamentesulla consistenza dei quadri delle Forze ar-mate e si traduoe, in definitiva, anche in undanno economico per l'Amministrazione.

Infatti ogni volta che le Forze armate per-dono un tecnico, uno specializzato, un pilo-ta, l'Amministrazione perde i frutti del ca-pitale che ha investito per il ,loro addestra-mento e basta pensa:J:1eche per l'addestra-mento di un pilota di reattore occorrono cir-ca 400 milioni per comprendere ,la perditaanche economica deU'Amministrazione mi-litare.

Inoltre, bisogna considerare che tale si-tuazione si riHette inevitabilmente anche sul-l'addestramento e ,la formazione delle forzedi ,leva. La carenza dei quadri tecnici diri-genti, l'assoluta insuffidenza dei mezzi fan-no sì .che non si possa compiere un comple-to ed efficiente addestramento deHe nuove,leve, con conseguenze sia per le Forze arma-te sia per gli stessi giovani richiamati.

Le nostre Forze armate si trovano costan-temente 'Con un persona,le so,lo parzialmenteaddestrato e quindi con una forza di uominiso,lo parzialmente utilizzabile.

Ciò significa che anche neUa maJaugurataipotesi di un richiamo genera,le le nostreForze armate si trovano neUa difficoltà diun rapido impiego degli uomini a disposizio-ne. D'altra parte lo sca:rso addestramentodel personale di ,leva mette ancora di più inrisalto il sacrificio dei cittadini e deUa stes-sa economia data la scarsa incidenza dei ri-sultati positivi raggiunti nell'addestramento.Di qui la richiesta di abbassamento del pe-riodo di leva che si traduce in un maggior

SenatO' della Repubblica ~ 4865 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa 25 FEBBRAIO 1969

onere sia addestrativo che economico per laDifesa.

Viceversa, se l'addestramento del perso~naIe di leva fosse fatto con quadri efficientie con mezzi adeguati, esso oltre a soddisfa~

're alle necessità delle nostre Forze armate,potrebbe contribuire notevolmente alla for~mazione e preparazione dei nostri giovani,come d'altra parte, in misura alquanto mo~desta già avviene in alcune branche tecnichedel reclutamento.

È necessario quindi rivedere e snellire tut-te le oarriere militari ed adottare nuovi cri-teri per quelle dei sottufficiali e parallela~mente adeguare il trattamento economico delpersonale agli oneri, al rischio, ai sacrificiche esso è chiamato a sopportare. Solo cosìpotremo avere un reclutamento quantitativae qualitativo adeguato a dei quadri efficientie stabili.

Ma accanto a dei quadri efficienti la no-stra Difesa ha bisO'gno di mezzi tecnici mo~derni ed efficienti. Tali mezzi sono oggi in~dispensabili in ogni attività e fortemente sene sente la carenza anche nel campo del~l'amministrazione civile.

In campo militare tali mezzi sono indi~spensabili, sia per dare ai quadri quell'effi~cienza necessaria in un sistema di forz;e ar~mate basato sulla leva obbligatoria, sia perrendere effettivo, rapido e concreto l'adde-stramento del personale.

Le nostre FO'rze armate si trovano a doveraddestrare in brevissimo tempo un elevatonumero di persone senza i mezzi tecnici ne-cessari e pertanto tale addestramentO' risul-ta inevitabilmente superficiale e inadeguato.

Oggi un esercito moderno è basato su unaorganizzazione ad alto livello tecnologico.Gli stessi mezzi bellici moderni risultanoscarsamente utilizza:bili, se non accompagna-ti da tutta una serie di mezzi tecnici colla~terali e complementari altamente specializ-zati.

Anche in questo campo, l'evoluzione tec~no logica è rapidissima e le nostre Forze ar~mate stentano, nonostante l'impegno per laricerca scientifica, a tenergli dietro.

Come già ho aocennato, gravi sono le ca-renze del nostro armamento che riducono

assai l'efficienza delle nostre Forze armate,anche di quelle migli DI'i messe a disposizio~ne della NATO. I mezzi bellici dell'esercitorisultano insuffidenti ed inefficienti. Dellesette divisioni solo due sono corazzate e conmezzi non del tutto soddisfacenti. La lineadei carri armati continua ancora a basarsinella sua quasi totalità nell'ormai superatoM 47, di gran lunga inferiore ai carri armatiadottati dagli altri eserciti, sia occidentaliche orientali; le artiglierie risultano in granparte superate anche perchè prive delLe mo-derne appareochiature per il tiro; la dota~zione e l'uso dei trasporti aerei, in partico~lare elicotteri è del tutto carente; i mezzi ditrasmissione antiquati.

In pratica, per l'esercito è necessario prov~vedere al rinnovo e al potenziamento di tut~ti i mezzi bellici dall'artiglieria ai carri ar~man, dalle apparecchiature elettroniche allescorte. Un tale programma già .da tempo erastato impostato dalle nostre autorità mili-tari, ma mai si è proceduto ad attuarlo, inquanto i mezzi finanziari a disposizione nonsono sufficienti nemmeno al mantenimentodell'attuale apparato.

Per la marina, già da tempo si va soste-nendo la necessità di almeno 200 mila ton-nellate di naviglio da guerra moderno, maanche tale cifra sembra oggi del tutto in-sufficiente alla luce dei nuovi sviluppi nel~l'area del Mediterraneo.

La marina può oggi contare su circa 135mila tonnellate di naviglio da guerra moder-no a cui si vanno ad aggiungere 60.000 ton-nellate di naviglio del tutto antiquato e sor~passato.

Manca, però, di sommergibili moderni, divedette veloci, di appositi velivoli da combat~timento per operare con le naV1i.

Nel Mediterraneo essa non può essere ingrado di garantire la libertà dei traffici ma-rittimi nazionali che hanno raggiuntO' un vo-lume di oltre 250 milioni di tonnellate nè dicontrastare all'occorrenza le possibili formedi offesa in mare oggi notevolmente aumen-tate (sommergibili a propulsione nucleare,vedette veloci dotate di missiH).

Alla marina poi cont,inua a venire asse~gnata la cifra più bassa degli stanziamenti

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

per la difesa, e ciaè il 16 per oento del to-tale, assalutamente insufficiente a permet~tere qualsiasi miglioramento nei settori doveesistono le più preoccupanti deficienze.

Non differente è la situazione dell'aero-nautica, la quale dispone sì e no di un cen-tinaio di aerei effidenti e pure tra questi èelevata la percentuale delle sostituzioni chesi dovrebbero operare, sia per raggiunti li-miti di 'Usura, sia per utilizzare velivoli piùmoderni e tecnicamente efficienti.

La situazione dei mezzi bellici è talmentegrave che, normalmente, si rinulliCia a par~larne. Questa è, per esempio, la scelta fattadal relatore. E, certamente, in una situazio~ne di bilancio in cui gli stanziamenti nonsono sUifficienti nemmeno al mantenimentoe all'addestramento del personale, in una si-tuazione in cui si fanno risparmi sullo spo-stamento di truppe, sull'utilizzazione deimezzi, sulle 'Ore di volo, parlare di rinnovoe potenziamento del materiale può sembra-re utopistico. Tuttavia, non è certamente na-Sicondendoci la realtà che potremo risolve-re i problemi e assicurare la S10urezza al no-stro Paese.

Le caI1enze sono tanto più gravi, in quan-to al nostro sistema dif,ensivo è richiesto,dalla situazione politica internazionale e dal-la stessa NATO, un alto grado di prontezzaed efficienza che richiedono forze armatemodernamente attI1ezzate e una organizza-zione altamente efficiente.

Appunto per i compiti difensivi carrispon-denti alla politica di pace che 1'Italia ha con-dotto e intende condurre, è necessario cheil nostro sistema difensivo sia in grado dipercepire i pericoli e di fronteggiarli pron-tamente. Ciò oltI1e a mezzi bellici effidentiche, come si è visto, mancano, rkhiede an-che una organizzazione efficiente.

Ancora 'Oggi è in corso, in mezzo a note-voli difficoltà la unificazione amministrativatecnica e lagistica delle Forze al1mate e vi-ste le difficoltà finanziarie, tutto lascia sup-porre che essa si traduca in una riduzionesostanziale dei mezzi a disposizione.

D'altra parte, manca tutta l'organizzazionedi appoggi alle forz,e operative. L'organizza-zione di dif'esa aerea andrebbe potenziata,

sia attraverso un ampliamento delle infra-strutture eleUronkhe, sia attraverso il po~tenziamento dei mezzi di intercettazione.

La mobilità delle F'Orze armate ed il lororifornimento andrebbero assicurati conmezzi moderni, mentre, come già si è ac-cennato, sia nel parco automobilistico e an-COI'più nei trasporti aerei, si hanno fortis-sime carenze. Manca compl,etamente una 'Or-ganizzazione integrata di trasporto per ilmovimento rapido delle truppe.

Anche nel campo delle scorte, le carenzesono notevoli. Appena suffidenti in tempodi paoe, esse risultano completamente ina-deguate in caso di emergenza. Esse non so-no sufficienti nemmeno per il periodo mi-nimo indispensabi1e ricMesto per l'afflussodi aiuti da parte degLi alleati, mentre, comeè noto, le autorità della NATO raccomanda-no il mantenimento di scarte sufficienti pernovanta giarni di attività bellica.

La situazione di car,enza delle nostre for-ze armate mette in luce l'assenza, da partegovernativa, di qualsiasi, sia pur minimo,programma per la difesa. Mancano 'Obiettiviprecisi nonostante gli impegni assunti nelcampo dell'alleanza atlantica, manca unachiara coscienza dei pericoli che corre lanostra sicurezza. Ciò immancabilment'e si

, riflette sulle somme stanziate per il settoredella Difesa.

Il bilancio della Difesa è stato sempre ina-deguato alle reali necessità. Tuttav>Ìa in que-sti ultimi anni si è assistito ad una cristal-lizzazione deUe spese stanziate in bilancioper CUI sostanzialmente si è avuta una ri-duzione àelle somme destinate a questo vi-

I tale settore.Fin dal 1963 si era raccomandato da par-

te della NATO, e assicurato da parte nostra,un aumento reale degli stanziamenti del 6

Iper cento annuo: tale aumento non si èavuto nemmeno in termini monetari.

Dal 1965 al 1969 il bilancio della difesaè passato come stanziament'O gl'Obale da1.112 miliardi a 1.408 miliardi, con un au-mento di appena il 26,6 per cento mentrecome è noto la spesa complessiva dello Sta-to passando da circa 7.700 miliardi del 1965a oltre 12.000 miliardi del 1969, ha registra-

Senato de.lla Repubblica ~ 4867 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

to nello stesso arco di tempo un incr.emen-to superiore al 55 per cento.

Già da ciò si può dedurre come le speseper la Difesa non abbiano seguito l'anda-mento generale delle spese dello Stato e co-me l'aumento degli stanziamenti sia servitosoprattutto a far fronte all'aumento dei prez-zi e all'adeguamento delle retribuzioni delpersonale. Bisogna inoltre considerare chenel bilancio della Difesa figurano numeros,is-sime spese che solo indirettamente possonoessere fatte rientrare in una corretta conce-zione della struttura difensiva del Paese.

Infatti notevoli sono le spese sia per in-terventi in campo sociale, sia per interventiassistenziali, sia infine per sostenere partedegli oneri derivanti dalla sicurezza inter-na. Basterebbe escludere questi ultimi oneriper vedere il bilancio della Difesa ridotto a1.198 miliardi contro i 954 miliardi del 1965.

Molto si è insistito sul fatto che le som-me stanziate per la Difesa nel bilancio del1969 sono aumentate rispetto all'analogostanziamento del 1968 del 7,3 per cento.

A parte il fatto che un tale incremento èassai modesto e del tutto sproporzionato al-l'incremento globale delle spese dello Stato,siano esse iscritte o no nel bilancio, bisognaconsiderare che gli stanziamenti del 1968 sisono rivelati nel corso dell'esercizio del tut-to insufficienti a far fronte alle necessità,tanto è vero che noi con il bilancio preven-tivo per il 1969 siamo stati chiamati ad esa-minare una nota di variazione al bilancio del1968 con la quale, tra l'altro, si apportanoaumenti al bilancio della difesa per quel-l'esercizio di circa 17 miliardi.

Ciò significa che le somme stanziate peril 1969 non vanno confrontate con la previ-sione iniziale del 1968, bensì con le previ-sioni aggiornate dalle note di variazione. Intal modo si vedrebbe che tra il 1968 e il1969 le spese complessive per la Difesa au-mentano appena del 6 per cento.

Anche da parte del Ministro e del relato-re sono stati fatti alcuni confronti tra lespese per la Difesa e le spese complessivedello Stato. Tuttavia in tale raffronto nonsi è tenuto conto delle numerose spese delloStato che nei vari esercizi sono state tenute

fuori bilancio, sia per motivi tecnici, sia permotivi politici.

DI tali spese fuori bilancio nessuna inte-ressava e interessa la Difesa per cui il rap-porto tra la spesa complessiva dello Stato,in bilancio e fuori bilancio, e quello per laDifesa risulta assai peggiore di quanto è sta-to indicato da fonte governativa; infatti men-tre per il 1965 tale rapporto è del 14,5 percento, nel 1966 scende al 14,4 per cento perpoi passare nel 1967 al 13,6 per cento e nel1968 al 12,5 per oento.

Per il 1969, se si considerano anche lenuove spese per le pensioni e le altre spesetenute fuori dal bilancio che siamo chiama-ti ad esaminare, il 'rapporto tra spese delladifesa e spese complessive dello Stato scen-de ulteriormente all'l1,7 per cento.

Come si vede dalla progressione che ab-biamo citata le spese della Difesa decresco-no costantemente di anno in anno rispettoal volume complessivo della spesa statale.Si potrebbe pensare che la dilatazione dellespese statali indichi nuovi interventi e nuo-ve azioni che non impHchino necessariamen-te quindi il mantenimento del rapporto del-le spese della Difesa.

Tuttavia una analoga parabola discenden-te osserviamo se noi raffrontiamo le spesedella Difesa con il reddito naz.ionale lordo.Anche qui forse involontariamente il Gover-no ha commesso un piccolo errore.

In pratica, osservando i dati citati dal Mi-nistro e dal 'relatore notiamo come le spe-se della Difesa per il 1968 siano state mes-se a raffronto con il reddito nazionale del1967, viceversa a noi sembra che una cor-retta impostazione del raffronto debba esse-re fatta nell'ambito dello stesso anno, sia inquanto sono quelle le risorse a cui si attin-ge, sia in quanto la variazione dei prezzi daun anno all'altro potrebbe falsare anche no-tevolmente la rappresentatività del rap-porto.

Per questo, se noi confrontiamo il redditolordo nazionale con la spesa complessiva perla Difesa noi notiamo che mentre nel 1965 e1966 le spese della Difesa rappresentavanoall'incirca il 3,2 per cento del reddito nazio-nale, nel 1967 esse rappresentavano appena

Senato della Repubblica ~ 4868 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

il 3 per oento mentre nel 1968 e attraversostime possibili nel 1969 tale rapporto scendea 2,9 per cento.

Se poi si escludono dalle spese per la Di~fesa quelle relative alle forze di polizia (ca~rabinieri) vediamo che esse rappresentanosolo il 2,5 per cento del reddito nazionalecontro il 2,7 per cento del 1965.

La modesta entità delle risorse nazionalidestinate alla difesa balza evidente e nonservirebbe nemmeno formulare dei confron~ti con altri Paesi. Tuttavia, proprio per com~prendere l'entità del divario tra le spese danoi sostenute per la difesa e queUe sostenu~te da altri Paesi, sia oocidentali che delblocco comunista, basta ricordare le cifrecitate dallo stesso Ministro o dal relatore.

Pur tralasciando gli Stati che hanno unforte impegno bellico come per esempio gliStati Uniti e la Russia e guardando più vi~cina a noi, possiamo constatal'e che la Fran~ciae la Gran Bretagna destinano alle speseper la difesa il 6,6 per cento, l'Olanda il 5,1per cento, la Cecoslovacchia il 6,7 per cento.Come si vede noi destiniamo meno della me~tà di quello che destinano gli altri Paesi chepure non hanno un eccessivo impegno bel~lico.

Ciò dovrebbe far riflettere sia in senso as~saluto, sia in ,re1azione agli ,impegni da noiassunti e che intendiamo mantenere con laalleanza atlantica. In senso assoluto tali ci~fre indicano chiaramente che la nostra di~fesa non può esser,e effident'e nemmeno nellasua attuale strutturazione.

Per quanto p.oi riguarda la nostra par~tecipazione alla alleanza atlantica è eviden~te che essa si riduce più a un atto di fedeltàche non ad un effettivo ed efficiente con-tributo.

Per comprendere meglio !'inoonsistenzadel bilancio della Difesa è indispensabiledare un sia pure sommario sguardo allasua compoS/izione.

Le spese correnti naturalmente Irappre~sentano rIa maggior parte delle spese per ladifesa, in quant.o riguardamo sia il perso~naIe, sia l'acquisto di beni e servizi per ilfunzionamento delle varie forze armate.

Le spese correnti, nel loro totale, raggiun~gono la cifra di 1.399,9 miliardi; tuttavia

una buona aHquota, pari al 37,3 per centodi tali spese, va per il personale e in par~ticolare il 27,3 per oento è assorbito dalpers.onale miHtaI1e e il restante 10 per centodal personale civile ed operaio. Accanto al~le 'Spese per il pers.onale bisogna poi mettereLe spese per i trattamenti di quiesoenza cheammontano nel 1969 a 235 miliardi, parial 13,8 per oent.o del totale delle spese cor~renti. In totale, quindi, le spese per il per~sonale assorbono il 51,1 per oento dellespese correnti, ma s.ollOil 27,3 per oento èla spesa sostenuta dirI1ettamente per l'appa~rat.o militare.

Accanto poi alle spese per il personalebisogna mettere anchecir~ca 34 miliardi,che riguardano trasferimenti e che vannoin gran parte come assirstenza e c.ome sus~sidi sia a fav.olre del personale civ:ile e mi~litare, sia a favore di enti e associaZlionid'arma. Pertanto, ,rimangono pelf il funzio~namento e per il mantenimento delle Forzearmate circa 609 milbrdi, pari al 43,S percento del1e spese corr;enti complessive.

Se si considera che circa 81 miliardi ser~vano per Viiveri, vestiario e per l'assistenzadei mi.litari, rimangono, quindi, come veree proprie spes'e di funzionamento, appena528 miliardi, pari al 37,7 per oento dellespese correnti. Di quest'e, poi, solo 86 mi~liardi, paI1i al 6 per oento deHe inteI1e spesecorI1enti, vanno per il potenzi1amento delladifesa, per studi, ricerche e per l'acquistoe la sostituzione di nuovo mater~ale bellico.

In pratica, quindi, di tutto il complessodel bilancio della Difesa ben poco è direttoal miglioramento del funzionamento delleForze armate e all'incremento e ammoder~namento delle sue dotazioni.

D'altra parte 1.0 stess.o Ministro ha for-nito alcune cirf're che oonsentono un validoraffronto tra le effettive necessità della Di~fesa e i mezzi che sono stati programmatie assegnati.

Le Forze armate, come ormai in qualsiasicampo della Pubblica Amministrazione, han~no fatto da tempo dei loro programmi perun migliore assetto della st,mttura dMensivaitaliana, migliore 'assetto che è ritenuto ilminimo, al di s.otto del quale non si puòandare senza corr,ere graV1i ,rischi.

Senato della Repubblica ~ 4869 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Ebbene lo stesso Ministro ha rilevato cheper il quinquennio 1968~1972 sauebbero oc~corsi circa 2.800 miliardi di nuovi stanzia-menti. Nonostante questa fosse ritenutaanche dal Governo la dfra necessaria, si èstabiHto di ridurre il programma a pocopiù dei due quinti di quanto era ritenutonecessario.

E anche sulla base di questo nuovo ridot~tissimo programma, che non patirà consen~tire nessun adeguamento dei mezzi e delledotazioni delle Forze armate alle reali ne~cessi1à, gli stanziamenti annualii avvengonocon il contagocce, così come avviene peril 1969.

Inoltre è da considerare che nonostantele ristrettezze del bilancio della Difesa, an~che in questo campo il fenomeno dei resi~dui passivi Siipresenta in modo consistente,sottraendo così all'Amministrazione dellad~fesa queU'azione pronta di adeguamentoe di efficienza.

Infatti solo al 31 dkembre 1967 i residuipassivi ammontavano a 466 milliardi, perquanto riguarda le spese correnti e a 19mìJiardi per quanto riguarda lie spese inconto capitale. Se si considera che le speserinviabili riguardano quasi sempre le at~trezzature e ii materiali, si comprende comeanche da questo fenomeno derivi un rnote~vale danno all'efficienza delle Forze armate.

Un'ultima considerazione per quanto ri~guarda il bilancio bisogna fare sulla prassidelle note di variazione. Esse, al pari deiresidui passivi, falsano completamente larealtà del bilancio dello Stato.

In effetti, per quanto riguarda la Difesa,i maggiori stanziamenti che sono 'stati effet-tuatirispondono senz'altro alle necessità,tuttavia non oomprendiamo per quali mo~tivi si debba aspettare la fine dell'ese)1cizioper adeguare gli stanziamenti alle reali ne~cessità, tanto più che nel oampo della di-fesa sono pur,troppo evidenti fin daLl'iniziodella gestione.

Il ritardo oon cui si adeguano i vari stan-ziamenti naturalmente non permette allaAmministrazione IdeHa difesa di program~mare le proprie spese e di utilizzare le som~me al momento più opportuno e favorevole.Anche da questo deriva un ulteriore debo~

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lezza alla situazione finanziaria delle nostreForze armate.

Noi ,riteniamo che la sicurezza sia il pre~supposto indispensabile per lo stesso svi~luppo eoonomico e sociale del Paese e ap-punto per questo noi orediamo che nel~l'ambito dell'azione programmatica debba~no essere tenute ne'l debito conto anche tut~te qudle spese che portino a migliorare lestrutture difensive itaLiane.

In tal senso noi riteniamo che nell'ap~prontare un nuovo programma di sviluppoeconomico e sociale del Paese si debbanoanaliz:zJare le effetti~e necessità della difesae prevedere la destinazione di un'equa partedelle risorse a tale obiettivo.

Anche senza arrivare a livelli eccessivi,noi pensiamo che la percentuale delle ri-sorse destinate alla difesa debba elssere pa~rificata quanto meno a quella degli altriPaesi occidentali che si trovano neJ1.e no-stre condizioni e che, come noi, non perse~guano fini bellicistici o aggressivi, ma nonper questo tIuscurano la propTia sicuJ1ezza.

Evidentemente aHa base di tale situazio-ne delle nostre Forze armate e degli inade-guati stanziamenti sta un fatto politlico.Infatti la carenza del bilancio della Difesaè riconosciuta dallo st,esso Ministro e dal~lo stesso relatore di maggioranza.

Noi vorremmo però chiedere: primo, sesi r,itiene necessanio garantire al nostro Pae-se una lì(~ale sicurezza; secondo, una voltastabilito che dobbiamo garantire la nostraintegrità da pericoli tutt'altro che ipoteticinell'attuale situazione internazionale, perquale motivo non s,i adeguano gli stanzia~menti alle reali neoessità difensive?

11 MinÌistro della difesa più volte nei suoiinteuventi in sede di bilancio ha ripetutoche i fondi stanziati non sono adeguati,che la nostra difesa ormai da anni sta re~gredendo, che Ie Forze armate non riesconoa svolgere, nonostante ogni 'sforzo, i com~piti loro assegnati e così vÌia. Ma non haspiegato per qUalle motlivo non vengono ade~guati gli stanziamenti di bilancio, ossia unaspiegazione l'ha data. Infatti il Ministro hadetto che: «i bilanci degli ultimi anni l'i.flettevano con evidenza la volontà di disten~sione della NATO e in particolare dell'Italia.

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25 FEBBRAIa 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESaCaNTa STENaGRAFICa

La mancata quata di accrescimento dei bi-lanci del 1967 e 1968 ne sona un indice estre-mamente significativo ».

Nan si camprende in quale m'Oda patrem~

m'O contnibu~:re ,aLla pace sala riduoenda ilnastra grada di sicurezza. Nan crediamaassolutamente che le Forze armate italianee le spese dedicate dél'l nastro Paese alladifesa siana tali da far sorgere il minimasaspetto di una nostJ1a valantà di preda~IDinia 'O di aggressione.

La distensiane non è affatta ,incampati-bile can la sicurezza, anzi salo quando siha un certo grado di sicuJ1ezza ci si può.adapenure can maggiar libertà per la disten-siane e per la paoe.

Appunta per quest'O riteniama che anchequesto bilancio della Difesa, come già i pre-cedenti, debba esseJ1e J1espinto.

Nai ci aUgiUriama che vi sia un ritornoalla distensiane, anzi invitiamo il GavernoitaUana a faJ1si promatare di tutte quelleiniziative che passana effettiNlamente por-taJ1e ad una distensiane e aM'eliminazianedegli attuali conflitti e tensiani. Tuttavianan pensiama che tale abi'ettliva passa es-sere perseguita e rraggiunto attraversa unariduziane deUe nastre capacità difensive.

NuJla nella situazione internazionale la-scia prevedere quant'O mena una schiarita.Ciananastante dobbiama rilevare che lastruttura difensiva it3JHana nan è talle darichiede:re un ridimensionamenta neppurein una situaziane di avanzata processa didistensiane.

La difesa nazianale è stata sempre im~prantata la semplici scapi difensivi che rien-trano negli obiettivi di tutti i Gaverni de-macratici e che carrispandana al dettamedella Castituziane. Per quest'O nai <ritenia-mo, indipendentemente dall'aggravata situa-ziane internazionale, che alla nastra difesa,alla nastra 'sicurezza, vac13Jna dedicati mag-giari mezzi finanziari.

D'altra parte sar;ebbe 3Jssurdo pensare,carne alcuni ol1edana, che tali mezzi sianacampletamente impr~duttivi. Innanzitutta èda rilevare che senza la sicurezza nan viè nemmena pragressa econamico e Isocialein quant'O si mette in pericolo !'indipenden-za stessa del Paese.

La difesa è un bisogna oaLlettivo nelLesacietà arg3Jnizzate, preliminare a qualsiasialtr'O bisagna. Ma 'Olt:re a ciò bii,sagna can~sidemre che le spese per la difesa appar-tana anche un oontributo al prooessa di eva-luziane produttiva e sociale del Paese. In~fatti le spese per la Difesa contribuisconoalla richiesta di beni e servizi can indubbiavantaggio soprattutta per le nostre impreseproduttive che li farniscano. Inaltre can-tribuiscono alla ricerca scientifica e tecno-lagica.

Infine attraversa la leva obbligatoria can-tl'ibuiscano anche all'educazione, elevazianee preparazione dei nastri giavani.

In s'Ostanza le spese per la Difesa, 'Oltrea dare la sicurezza all,Paese, hanna una l'Ora:redditività aggiuntiva nan indi:fr£erente.

Purtmppa dabbiama canstatare come gliattuali Governi di centra~sinistra, anzichèguardare alla :realtà derl,le case carne essesona, si lascino fuarviare da luoghi camunie da idealagie £allsamente pacifistiche chenan passona certo garantire al nastro, Paes,euna reale sicurezza. (Applausi dal centro-destra).

P RES I D E N T E E isoritta a par-13Jre <il senatore Albamlla. Ne ha facaltà.

A L BAR E L L O. Signal' Presidente,onarevoli colleghi, la discussione in Com-missione ,sulla tabella n. 12 relativa al bi-lancia della Difesa è ,stata ampia ed appro-fondita e ia stessa vi ho partecipata. Credaquindi appartuna trattare sala ,i temi da meumessi in quella sede per restare nei limitidi tempa cancessi, anche se in questo m'Odail mia discorsa apparirà ~ è giocafarza ~

lacuna s'O e disorganioa.

Sebbene il dibattita 'sia stata ampia, seI .:lon fosse stata per l'utilizzazione strumen-

tale dei fatti di Cecas,lovacchia e della pre-senza accresciuta della flatta savietica nell\tlediterranea, si patrebbe ben sostenereche anche quest'anna la maggiaranza haaffrontata i problemi della di,fesa in ma-niera stanca e pDiva di originalità, quasitraspartata dalla ,farza di inerzia a nan ve-dere i pericali che la pace e b sicurezza

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25'FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

basata sull'equilibrio delle forze pO'l'tanacon sè e incapace di esaminare, sia pureper un attimo, la possibirlità di una inver~sione di tendenza. Nulla: si è ~mmersi nellalogica dei blocchi, si partecipa alla corsaagli armamenti, si ripete, faoendo finta dicrederci, che la sicuvezza del nostro Paes'eriposa esclusivamente sul liveno di efficien-za operativa delle Forze armate e sulri:nte~gl'azione delle stesse nell'alleanza atlantica.

Ma è possibile che nessuno dall'ahra par~te si fermi un momento, sfiorato dal dub~bio che, lungi dal portaI1ci alla pace, lanostra partecipazione alla corsa al riarmoci compromette sempre più e ci avvicinapaurosamente ad una possibile guerra disterminio? Ed anche quando si pronunciaa fior di labbro qualche pardl1a sulla neces~sità di insistere negli sforzi per la disten~sione e il disaJI1mo lo si fa col tono IÌJnfa-stidito e l'aria di sufficienza di chi devepagare un tributo verbal,e aIll'utopia, checontinua a sapravviveI1e, per la qua1e lastrada della pace è quella di preparare laguerra, mentre la preparazione della guerradi ,solito proprio alla guerm porta.

Tono di normale amministrazione, quin-di, nella discussione del bilancio della Di.'fesa e ripetizione meccanica dei vecchiluo-ghi comuni: alleanza atlantica, equilibriodelle forze, incessante miglioramento deinost,ri armamenti, l'Itailia spende proporzio-nalmente meno degli altri Paesi, l'aumentodelle spese militari è solo relativo e nonassoluto proporzionalmente all'intero bilan-cio del Paese e al reddito nazionale, la neu-tralità verrebbe a costare di più, la neutra-lità nostra non verJlebbe 'l'ispettata daglialtri, la nostra è un'alleanza difensiva, ec-c.etera eccetera. Unica novità, come dicevo,lo sfruttamento dei fatti di Cecoslovacchiae della presenza accresciuta della flotta so-vietica nel Mediterraneo.

Qui mi preme di fare prima di tutto unanotazione di carattere pskologico. La mag-gioranza sotto sotto gioisce per queste no~vità che le consentono di vivacizzare un po'la discussione. Non ci troviamo quindi difronte a gente amareggiata per la battutad'arresto che subirebbe il processo di disten-sione in atto; almeno una parte dei colleghi

deJla maggioranza si getta su questi avveni-menti solo per utilizzarli a scopo polemicocontro di noi. Vedete, ci dicono, voi voleteil disarmo, il superamento dei blocchi, ladistensione: avete sbagliato tutto, noi ol~tranzisti atlantici abbiamo avuto ragione;riprendiamo perciò imperterriti la stradadella NATO alla vecchia maniera e nonsprechiamo nemmeno il tempo per confu~tare le vostre pie illusioni su un mondomigliore non più fondato sul terrore reci~proco e sulle reciproche minacce. Non siaccorgono nemmeno costoro che gli stessifatti di Cecoslovacchia freddamente inter-pretati segnano una tappa della crisi dellapolitica dei blacchi e non un sua conso-lidamentO'. È ben vero però che, quale chesia il giudizio che si vuoI dare sui fattidi Cecoslovacchia ~ e H giudizio del nostropartito è stato sull'argomento chiaro, pre-ciso ed argomentato ~ è del tutto evidenteche almeno l'equilibrio strategico delle forzedei blocchi contrapposti non è stato alterato;e ciò è stato autorevolmente sostenuto ancheda parte occidentale. Per quanto attiene allapresenza sovietica nel Mediterraneo, io nonsono ancora riuscito a capive come le naviamericane quando erano da sole fosseropacifiche mentre quelle ,sovietiche che sisono aggiunte, quasi attratte da una cala-mita, alla compagnia, siano mÌinaociose pernoi 'e per la nostra indipendenza. Chiunquenon veda poi la 'stretta interdipendenza cheesiste tra la p:resenza sovietica e la tensionearabo-israeliana fomentata dall'imperiali-sma non dovrebbe esseve autorizzato a di-SCOHere dei nO'stri basilaI1i problemi mili-tari. Ho acoennato alla strana inerzia pas~siva, rotta qua e là da conati oltranzisti,con la quale la maggioranza e il Governoportano avanti la politica militare in Italia.Ma oertamente dove questa inerte I1ipeti~zione di vecchi argomenti tocca il suo apiceè nel rigetto di ogni possibilità di iniziareuna nuova politica di neutrailrità del Paese.Noi sappiamo che <la tradizionale rivendica-zione socialista di neutral'ità dello Stato èprofondamente radicata nelle masse popo~lari del nostro Paese, comprese quelle diorientamento cattolico; sappiamo bene cheil nostro popolo avverte che il pericolo si

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

avvicina. I lavoratori sanno che in una pos-sibile guerra ill nostro Paese sarebbe unodei primi bersagli e che l/effetto sarebbedisastros'O sia che fosse applicata la teoriadella rappresaglia malssiocia sia che si Di-c'Orresse a quella che, can un recent'e eufe-mismo di moda, si chiama la risposta fles-sibile. Fin dal 2 maggio scorso, molto pri-ma cioè dei fatti della Cecaslovacchia, in un

rappOlrta tenuta all'UEO erana staN enun-ciati e posti sul tappeto i nuavi princìpidella NATO. I problemi furana trattati dalgruppo di pianificaziane nucleal'e anche aBOInn: le mine nucleari, !'impiego delle ar-mi nucleari tattiche, la oas!iddetta {( soglianucleare }), ciaè le circastanze in cui la NATOsarebbe dispasta e pronta a trasfarmare unconflitto convenziO'na1e in guerra nucleare.

Presidenza del Presidente FANFANI

(Segue A L BAR E L L O ). Ultima-mente, il16 gennaio a Bruxelles, il ComitatO'dei piani di difesa della NATO ha riaffer-mato la necessità dI rafforzare l'alleanza efin dal giugno è stata costituita una forzanavale di sorveglianza nel Mediterraneo consede a Napoli. Per conto nostro il saltodalla guerra convenzionale aLla guerra nu-cleare sarebbe sempre un salto nel vuotoverso Ila catastl'ofe e non è vero che esistaun termine intermedio, quello delle arminuc1eaI1i tattiche. L'unica diffel'enza che esi-ste tra rappresaglia massiccia e risp'OstaflessibiLe, a conti fatti, consiste solo in que-sto: nel primo oome nel s.econdo caso l'Eu-ropa sarebbe distrutta; nel secondo caso gliStati Uniti sperano, ma sol'O sperano, dirimanere indenni. L'adozlione della teoriadella risposta flessibile, tanto cara anche alministra Gui, ci spinge perciò cO'n maggiarforza a proporI1e e a batterei per la neù-tralità del nastro Paese, per la buona ragioneche noi non vogliama vede do distrutta anchese q1.lesta distruz.ione in ip'Otesi consenti-rebbe che il santuario americano venisserisparmiato dai missili intercontinentali dauno o più megatoni. È una veochia menzo-gna quella che sostiene che 'l'Italia nan puòessere neutrale. La prima volta questa men-zogna ci fu propinata dal Salandra e da D'An-nunzia, la secanda volta da Mussolini; e canquesta menzogna l'Itailia eil popolo ita-liano conobbero per due volte il disastrae il massacro.

Certamente noi non vagliamo una neu-tralità egoista e passiva, ma una neutralitàche sia !'inizio di una politica di coesistenzae di attivo sO'stegno dei popoli che lottanaper la l'Oro ind:ùpendenza nazionale e peril loro riscatto sociale. ,Perciò, per arrivarealla neut'railità attiva fondata 'Sulla coesi-stenza e come iniz,io del superamento deiblocchi, noi chiediamo e ei battiamo perl'uscita dell'Italia dal Patta atlantico; lascadenza ventennale del Patto è un'ottimacaincidenza per intensificare gli sforzi inte-si a conseguire questo obiettivo fondamen-tale della nostra azione politica.

Sono cantento di poter appoggial'e que-ste mie dichiaraziani su di un brano deldiscarso tenuta a Venezia alla Loggia di Fra'Giocando dal generale Raffaiele CadO'rna,brano che intendo citare testualmente: ({ Do-po la guerra libica che aveva dimost,rato lascarsa efficienza del nostro esercito, dopoi tragici giorni della lotta sociale, dopo 1egiornate rosse delle Marche e dell/Emilia,la dichiarazione di neutratlità italiana fuaccolta dalla Nazione con vero ,sollieva; piuavanti però la pressione Idei gruppi nazio-nalisti sempre più forti, la vi01enta disputatra neutralisti ed interventisti crearono unaatmosfera di tensione 'e di grave incertezza,la stessa ,incertezza che inoombeva sul de-bole Governo Salandra. Quando il 24 aprile1915 a Londra venne firmato il Trattatoche impegnava !'intervento italiano, ill Pae-se e l'esercito erano impreparati alla guer-

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25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

l'a; così lo erano stati all'inizio della guer-ra d'Africa, oosì ,lo saranno venti anni dopoquando MUSisoHni diohiarava la part'eÒpa-zione dell'Italia alla seconda guerra mon-diale.

Nel '15 entrammo in guerra convinti diesercitave quasi un ruolo di comprimari, unruolo facile; solo per strada ci accorgem~ma di avere ilniziato una guerra estrema~mente seria completamente impreparati.Questo fu il vizio iniziale che portò a Ca~poreUo ».

Cadorna non ci dice, anche se lo lasciacapil',e, che la nostra impreparazione alloracome adesso è connaturata aHa nostra qua~lità di Paese povero, superpopolato, conuna posizione geografica difficile; non cidioe che la nostra preparaZiione sarebbestata sufficiente per dH:iendere la neutralitànel 1915 e nel 1939 mentre era disastrosain presenza di una guema lunga, sangui-nosa, dispendiosa. Se è vero che la neutra-lità è una scelta della politica estera, èanche vero che è una scelta che può esseredettata anche partendo da,lle oondiz1oni eco-nomiche del nostro Paese, dagli interessimilitari; e sotto il puro profilo militare laneutralità è l'unica politica conforme, adat~ta, proporzionata alle reali esigenze e pos~sibilità del nostro Paese.

Neutrali sono i Paesi a noi confinanti,o quanto meno non impegnati; neutralitàci consigliano la tensione nel Mediterraneoe ,la presenza di flotte agguerrite che sifronteggiano: la neutralità perciò è confor~me ai nostri int'evessi di politica estera, dipolitica militare, di politica economica, con-forme soprattutto aHe reali tenden~e dellaopinione pubbHca del nostro Paese.

Il bilancio della Difesa per l'esercizio1969 reca un oompl'esso di spese di lire 1408miliardi e 463 mHioni e in confronto alleprevisioni dell'esercizio precedente presen-ta un aumento globale di spesa di 97 mi-liardi 540 milionI, pari a,l 7,43 per oento.Faccio grazia al Senato di tutte l,e argomen-tazioni e di tutti i raffronti peroentuali chedel resto ognuno può trovare nella prege-vole 'relazione del senatore Rosa; mi limi-terò a citare solo UIlla frase di detta rela-zione: «Il bilancio della Difesa è pertanto

caratterizzato dalla prevalenza delle spesecorrenti rispetto a quelle di investimento edall'elevazione dene spese del personale ri-spetto a quelle dei servizi e dalla conse-guente accentuata rigidità degli 'stanziamen~ti. Un oratore di parte governativa, il sena-tore Jannuzzi, si è soffermato su questaoonsiderazione di fondo (e da questa affer-mazione si evince quello che ho sempresostenuto): il nostro esercito è pletoriconei gradi alti e medi, numeroso sottoil profilo burocratico e ministeriale, pie-no di uffici e con poche unità operativemaJ,e armate e dotate di seI1vizi essenzialivecchi e superati, mentre noi avremmobisogno di un piccolo esercito bene armatoe megl,io addestrato, l1ealmente pronto alladifesa dei nostri oonfini e dei nostri veriinteressi nazionali. Abbiamo bisogno soprat-tutto di un esercito educato a difendere unachiara piatialforma politica neutralistica enon portato a fidarsi solo delle forze deglialleati.

Giustamente, mi pare, il collega Bonaldiha detto che la nostra fedeltà all'alleanzaatlantica è puramente verbale, mentI1e, perquanto riguarda il nostro contributo opera-tivo e miHtare, noi non possiamo dare nul-la. Tamto vale cambiare politica ed affer-mare e sostenere una piattaforma di neu-tralità del Paese che ci darebbe maggiorigaranz1e, ci oomprometvel1ebbe di meno esarebbe più con geniale ai reali interessi delnostro Paese.

L'indifferenza poi con la quale si sorvolasull'annuale, progressivo aumento della ci-fra stanziata per le forze armate ci dice cheanche il nostro Paese partecipa alla gene-rale cor,sa [One al riarmo, con la diff,erenzache i PaesI con i quali si ama raffrontarcinon hanno milioni e milioni di cittadiniche vanno all'estero a lavorare, non hannouna situazione idrogeologica quale noi dob-biamo constatare solo guardando sbigottiti,ogniqualvolta ci tJ:1Oviamodi soprassalto difronte alle alluvioni, alle distruzioni e do-vendo stanziare in fretta e in furia miliardie miliardi per riparare i danni, senza prov-vedere mai ad un riassetto preventivo egenerale.

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 4874 ~

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

I soldi li spendiamo per i generali, percarri armati, le mitragliatrici, i missili,

i bunker al confine, e chi più ne ha piùne metta, cose che non servono nella guer~ra disastrosa contro lie acque e le calamitàche Il nostro Paese deve purtroppo subirequasi ogni anno. Vi è una profonda edinsanabi1e contraddizione tra lo svilupposociale del nostro Paese e l'aument'O delLespese militari, sebbene il relatore al nostrobilancio sostenga il contrario. Un esempiodi come le ,supposte 'esigenze prioritarie delMinistero della difesa diventino un realeostacolo al progresso generale del Paese èdato dall'ormai famosa questione del pro~tosincrotrone e della possibilità di 1nstalla~zione dell'O stesso neUa località carsica diDoberdò del Lago, in provincia di Gorizia.

Il Ministero della difesa sostÌ'ene che nonè ,stata avanzata un'opposizione formale daparte del Consiglio superiore delle forzearmate, ma soltanto UIl1aricMesta sostJitu~tiva delle postazioni difensiv,e che veI1l'eb~bero smantellate nel cas'O venisse installatoil grande aocderatore di particelle nucleari.Il Ministro della di,fesa dice: datemi delleunità mobili corazzate al posto della pic~oola linea di appl'estamenti in caverne esi~stenti neUa zona di Doberdò e sarà Isupe~rata ogni difficoltà in proposito al progettoscientifico. Ognuno comprendrà come in unPaese come il nostro, dominato dalla lento~orazia, il solo fatto ohe lil Ministero delladifesa sollevi un'obiezione di quest'O tipovanifica ogni speranza di coloro che vor~l'ebber'O vedere la VeDiezia Giulia trasforma~ta da sede spedmentalle di ogni forma esi~ziale di serv1Ìtù milital'e in regione pillotadel progresso scienti'fico e della oollabora~zione amichevole e pacifica con la R!epub~blica federale popolare jugoslava.

E poichè mi sto interessando alla VeneziaGiulia, mi consenta il Senato e mi consen-tano gli onoI1evoli coUeghi di inviare da que~sta tribuna un saluto caldo ed affettuoso ailavoratori della Italeantieri di Monfaleoneche hanno oocupato quel grande complessoper sottolineare la loro decisione di risol~veI1e in maniera definitiva il problema deisaldatori elettrici. Noi speriamo che i Mi-nistri competenti facciano di tutto perchè

non vi siano uheriori danni nella produ'-zione nazionale nascenti da questa vertenZJaincresciosa dovuta all'Ìincompetenza delladirezione stessa dell'Italeantieri.

Il protoSlincrotI1one serve ad aooelerareun fascio di protoni da bombardamentofino a velocità che sfiorano quella dellaluce. Ciò rende possibili, in certe preO'rdi~nave condizi'Oni, le più avanzate esperienzesuMa st,ruttura del nucleo atomico quandoesso sia stato disintegrato e siano stateliberate le partkelle di cui eSlso è costituito.

Il protosincrotone, che dovrebbe essereinstallato a cUlra del Consiglio europeo perla ricerca nucleare, dovrebbe sviluppare300 Gev, in altri termini 300 miliardi didettrOlnvolt, e permettere l'esplorazione del~l'esistenza e del movimento delle particellesubatomkhe attual,mente misteniose e na-turalmente ,invisibili, primo fm tuUe il neu~trina. Perchè i colleghi si l'endano contodella portata nazionale ed europea del pro-blema bastlerà dir,e che il protosincrotronev,errebbe a costare 250 mi1iardi non solonostri, ma anche di tutti i Paesi partecipanti,e che intorno agli impianti ed ai laboratoridovrebbe sorgere una piocola città dellascienza. Si calcola a riguardo che studiosi,ricercatori, tecnici, impiegati ed operai, coni loro familiani, dovrebbero costituire unaoomunità di 4-5 mila persone con riflessimolto importanti nella fisi'Onomia socio~eco-nomica della Degione Friuli~VenezÌJa Giulìa.Se i tre saggi del CERN, dopO' aver moltoVlagabondato per tutta EUDopa alla rioercadi un posto adatto alla costruzione deill'ac-celeratore gigante, halDino posto gli occhisu UJna località italiana, sarebbe veramentedeplorevole e oolpevole che l'atteggiamentodel Governo e del MinisteI10 della difesafrustrasse tante speranze e tante attese e to-gliesse al nostro Paese la gl'Oria di possedeI'esul nostro teI1ritorio un'istallazione interna-zionale indirizzata al progressO' scientifico,e all'utilizzazione paOlfica dell'energia ato-mica.

Un simi1e atteggiamento di ostilità ma~scherata sarebbe in aperto contrasto poi conle promesse fatte in campagna elettoraledall'onorevole Rumor, attuale Presidentedel Consiglio, nella sua lettera al candidato

Senato della Repubblica ~ 4875 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

demacristiana prafessar Medi e can le nu~merase assicuraziani faUe agli espanenti deivari partiti palitici della regiane.

M A S C I A L E. Anche in Puglia han~na detta casì.

A L BAR E L L O Aooalgo l'interru~zione del senatore MasdaJ}e. È ben vero cheil partito della Demacrazia cristiana ha fat~tO'uguali pramesse per il camune di Nardònelle PuglHe.

M A S C I A L E C'è una lettera delMinistra al Sattasegretaria.

A L BAR E L L O. Ma è un ulteriareesempia della scor]1ettezza usata dral Gaver~na nel tenere ,in piedi le aspirazioni di tuttele parti. In questi caJsi bisogna essere sin~ceri ,e dir,e che il CERN, che li tr,e saggihanna fatto una soeltn hen pl1ecisa e !Ilontenere in piedi tutte le aspettative a finipuramente elettamlistici, anche se la Pugliaè la patria dell'ex P]1esidente del Consigliache ha natUlraJlmente ÌJnteresse ad avereuna tesi diffevente dra quella dell'onarevoleRumar.

G U I, Ministro della difesa. SenatoreAlbarella, però il CERN non ha ancorascelta.

A L BAR E L L O Il CERN ha dettoche Daberdò ha le migliori qualità.

G U I, Ministro deUa difesa. Ma non haancara scelta, per cui è camprensibile chevi siana più aspimziani.

S E M A. Nai abbiama scelta.

G U I, Ministro della difesa. In Italia cisana due candidature ed ara bisagna sce~gliere.

A L BAR E L L O. Però il CERN, traqueste due candidature, ha detta che quelladi Daberdò è migliore.

G U I, Ministm della difesa. Alloraaspettiama la soelta del CERN.

A L BAR E L L O Su un altra pra~blema aperta varrei per un mamenta richia~mare lia cartese attenzione dei calleghi edelil'onarevale Ministra e ciaè suUa neces~sità di varare dei provvedimenti perequa~tivi a favare dei titalari di pensiane privi~Jegiata ardinaria diretta edindiIietta e direversibilità.

Cam'è nota agni anna si verificana altre5000 ÌJncidenti per causa di serVlizia e peri quali i dipendenti della Stnta, soprattuttomilitari, decedana o r'estana tatalmentle aparzialmente invahdi. A detti dipendentidella Stata e ai loro superstiti Ìin casa dimarte spetta la pensione pr,ivilegiata ardi~naria, le oui norme per miglioramenti e ma~difiche sona state spesso partate all'esamedel Senata, in particalare per l'applicazianead essa di istituti e asseg11li speciali carat~teristici delle pensiani di guerra.

Il divari a esistente ancara tra i due tipidi risarcimenti, pensliani di guerra e pen~siani privilegiate ardinarj,e, è natevale e sa~rebbe auspicabi,le l'unHìcazione dei due trat~tamenti. La legge 23 aprile 1965, n. 488, haparzialmente sanata talune sperequaziani edifferenze, stabilenda ,anche ohe taluni asse~gni vengaJna liquidati ai titolari di pensianeprivilegiata ordinaria nella st'essa misura econ le stesse madaliità p]1eviste per le pen~sioni di guerra. Ma tale narma è stata fi~nam disattesa daUe oampetenti amministra--ziani, malgrada le saLlecitaziani delle cate~garie interessate. Difatti la legge 18 mar-za 1968, n. 313, ha madificata le tabdle diinvahdrità e la misura di taluni assegni, nalIl~chè ahre narme riguardanti le liquidazianidelle pensiani di guerra. Tali narme perònon sana state ancora applicate alla ipen~siane privilegiata ordinaria. Pertant:a si lim-pone un riesame della materia, anche allaluce della schema di disegna di legge orga-nica che il Ministra dell'interna, nel na-vembre 1968, ha sattopasta all'esame delMinistro del tesaro. Tale disegna di leggeverrebbe a soddisfare le esigenze della cate~gOlria, e gradirei quindi sull'a]1gamento unarispasta esauri,ente da parte dell'onarevaleMinistra delila difesa, per la parte di suacampetenza.

Una parala mi si consenta di dire a pro-paslita delle sperequaziani e delle ingiusti-

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 2S FEBBRAIO 1969

zie generate dall'applicazione della Ilegge sulruolo speciale unico a seguito delle suoces~sive modificazioni ad esso apportate con lalegge 18 novembre 1964, n. 1245, concer~nente !'immissione in ruolo di altri 100tenenti colonnello, oosicchè i tenenti colon~nello in servizio permanente effettivo che'Operarono Ja soelta nel 1963 ven:ne}1O acadere in una vena trappola che li danneg~gila in maniera iniqua. L'esercito vede cosìallontanarsi ogni anno ufficiali validi e spe~rimentati che vedono davanti a sè la stradasbarrata. Solo a paohi tra i valutandi èpermesso il passaggio a volte attraverso vi~sto se irrego~arità. È una situazione graveche va rivista e urgentemente sanata.

Nella discussione sul bilancio della Dife~sa avvenuta in Commissione è emelJ1so an~cora una volta un problema di difficilesoluzione, quello di trovare cioè Ulna lineadi demaroazione tra i temi prapri del bi~lancio degli esteri e quelH della politicamilitare.

Non ripl1enderei questa questione se nonfosse per la polemica che è insorta in quellasede sull'argomento tra il collega Lino Jan~nuzzi del Partito socialista italiano e il Mi~nistro delLa difesa. PaI1lando delle manovremilitari tedesco~americane ai confini delllaCecoslovacch1a e sul l'Oro carattere aperta~mente provocatorio, parlando del Comitatonudeare che avrebbe approvato 'Sia pure invia del tutto ipatetica !'installazione di mi~ne atomiche nel territorio della '~epubblicafederale tedesca, il collega Jannuzzi si sfor-zava di marcare UI]Ja certa differenza dicomportamento tra ill Ministero degli esteri(per la dis1Jensione, il superamento dei blac-chi e la pace), e il Ministero della difesaalla retmgual1dia (attaccato lalla politica delpassato, duramente bloccardo, eccetera).Mi sforzo di riferire lil succo del ragiona-mento di Jannuzzi, forse sintetizzando trop~po, e quindi correndo il rischio di estre~mizzaI1e. Ma sono skura che ill senso eraquesto. La replica deltl'anorevole MinistroGud non si fece attender,e. {( Certo ci sono

~ disse il Ministro ~ dei temi propri dellapolitica estera, ad esempio la neutmlità al'alleanza. Se 1a politica est,era si f,acesselavorare su una ipotesi o Ulna realtà [}eutra~

listka, nost110 dovere sa'rebbe costruire lapolitica milita ne 'su qudla realtà e su quel~la ipotesi. Ma questo non è il caso; non cisono ~ disse il Ministro ~ due politichee nemmeno due sfumatur,e diverse di unasola polit'Ìca. Vi è pi,ena e campl'eta identitàe omogeneità tra la p01itica est,era del Go~verno e la sua politica milital1e ». Con laquale risposta il ministro Gui serviva il cOII-lega Jannuzzi di barba e capelli e nel COil1~tempa attribuiva al Ministero degli esterila respOlnsabilità primaria della nOlstra man-cata dissociazione dal1e decisioni provoca~torie di tene11e le manovre ai oanfimi dellaCecoslovacchia o lin ipotesi di mettere lemine atomiche in territorio tedesoo occi~dentale, in omaggio torse alla strat,egia del-la risposta flessibHe.

Ho voluto ricordare le battute di questapalemica perchè forse ci pososna illumi-nar,e sulle 11eali intenzioni della nostra poli~tica estena, quando è prot,esa a saldare l'asseBonn~Londra nel quadro della DEO anchea costa di isolare Parigi e nel contempaspingendo a fando le provocazioni dellaRepubblica federale tedesca.

La questione del SIF AR non finisce maidi stupire e di preoccupare colo['o che daanni si accaniscono a valeda seppellire. Ilnastro partito non è certamente d'accordosu un'inchiesta parlamentare limitata ai fat~ti del giugno-luglio 1964, con ,soli dieci com-missari inquir,enti e svolta SOlttOil patroci~nio e la sorveglianza del Governo. Noi delPSIUP, che qui in Senata fumma tra i primia gettal1e quel grido d'allarme che poi tantaeco raccolse in entrambi i rami del Parla~mento e del Paese, non siamo oertamentecontenti di delega11e iiI nostro diritto inqui~l'ente ad altri schieramenti. Il tentativo diescluderei, solo pe11chè siamo piccoH, dimo~stra in maniera trasparente che si vogllonoanCOr3 una volta coprir,e queUe responsa~bilita politi.che che sono all'origine di tuttele deviazioni nei nastri servizi di sicurezza.E quando i,l collega Jannuzzi parlava delgiornalista Fulchignoni, introdotto nei mi-steri del SIFAR, quante amare considerazio~ni mi venivano da fare sulle responsabilitàpolitiche che, attraverso quelle collusioni,sono venute a 1nstaurarsi, su cui non si

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87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

vuole far luce e sulle quali noi domandiamoche luce sia fatta! La questione del SIFAR,dicevo, non cessa mai di stupire. Per partesua l'onorevole De Lorenzo è partito' lanciaill resta nella guerra delle carte bollate oon~tra molti su'Ùi colleghi. In fondo ci sar,ebbeda oompiaoersi del fatto che, a:bbé1Jndonatele armi e i duelli, i generali abbiano pre~scelto la strada delle citazioni in tribunalee delle oontrocitazioni, se questi episodi nonci dicessero quaLi cosche mafia se si anni~dinoanoora negli alti gl'adi delle F'Ùrzearmate, quanto grave sia il disagio nell'am~bito delle F'Ùrze armate, quanto grav,e siail dissidio' tra l'una e l'altra fazione che sidilaniano al vertice del nostro schieramentomilitare! Che cosa possono dire tanti valo~rosi ufficiali, specialmente quellii a oontattoper di'retto comando con i nostri soldati, diqueste tristissime vicende dovute certamen~te a val1lità e ambizioni, a paUl1e, a ricatttireciprooi e soprattutto ad usurpazioni e Ìtn~debite ingerenze dei militari proprio nelcampo di esclusiva competenza della classepolitica? Che cosa possono dire i nostrisoldati, che sono poi sempre dei cittadinialle armi, ma cittadini di pieno diritto, del~la classe politica di maggioranza ['esponsa~bile, per smania di poteJ1e, di questa gravecorruzione introdotta nell'ambiente milita~re, sicchè oggi abbiamo dei generali politi~canti e dei politici che si intromettono nellequestioni milii tari? È la peggiore delle si~tuazioni per un Paese quando quel Paesevoglia rimanere nello stretto ambito delrispetto della Costituzione.

Il generale Vedovato ha parlato dti pecorenere che bi1s'Ùgna mettere fuori del gregge.Finora, molti e preoccupanti epis'Ùdi ci spin~gono a pensare che certi ambienti militarigiudichino pecore nere solo gli ufficialli de~mocratici, £edeli aHa Repubblica e che nonvogliono prestarsi a macchi nazioni e ad in~trighi politici.

Se così fosse, confidiamo sempre che unaventata risanatrice possa veramente portarelo spirito della Resistenza e della Costituzio~ne ad essere legge fondamentale anche nelleForze armate della Repubblica. Alla luce diqueste considerazioni, per esempio, moltograve ~ e gradiremmo avere su ciò qualche

spiegazione ~ mi pare la interrogazione nu~mero 475 a risposta orale presentata dal se~natore Menchinelli a proposito di sospetteriunioni di ufficiali in servizio e non (conpiena violazione del regolamento di discipli~na quindi per quelli in servizio poichè è cosadi estrema gravità per un ufficiale in servi~zio partecipare a riunioni di carattere poli~tieo). Questi ufficiali si sono incontrati. peresempio, in una villa all'Argentario stiman~do la situazione politica talmente precaria epregiudicata da essere matura per un lorointervento, e via discorrendo. La mia doman-da è importante, signor Ministro, per la cu~riosa circostanza çhe sulla interrogazione delsenatore Menchinelli vi è un'altra interroga-zione dell' onorevole De Lorenzo che lamen~ta di essere sorvegliato anche a mezzo di mal-destre intercettazioni telefoniche. È una pit-tura veramente questa frase « maldestre in-tercettazioni telefoniche ». Sarebbe il caso didire: chi di intercettazioni ferisce di intercet-tazioni perisce. Sarebbe il èaso di pensareche ai bei tempi forse le intercettazioni era-no fatte con il guanto di velluto, mentre ades-so sono maldestre. In questo campo abbia~ma peggiorato!

Questo ci dice però che le cose sono giunteancora una volta ad un punto molto grave.Abbiamo la conferma, da parte di uno chese ne intende, che le intercettazioni telefoni-che continuano a carico degli elementi poli-tici e degli elementi militari. Lo stesso gene-rale De Lorenzo lo confessa: il suo telefono èsorvegliato. Io credo che sarebbe ora di pian~tarla e di ripristinare i diritti democraticidei cittadini anche se essi, per loro disgrazia,sono dei parlamentari.

Comunque, il collega Menchinelli mi ha au-torizzato a dire che egli certamente a benaltri personaggi si riferiva quando presenta~va !'interrogazione, non certamente al gene-rale De Lorenzo, almeno nel caso specifico.

E giacchè siamo in tema di intel'cettazio-ni, sarei grato all'onorevole Ministro se cidicesse qualcosa di definitivo attorno ai mi~crofoni posti nel paralume del Presidentedella Repubblica, visto che, malgrado lesmentite, un settimanale può ancora pubbli~care nomi e cognomi di coloro che quel mi~crofono posero, autorizzati ben inteso; i no~

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25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mi e i cognomi di coloro che di quelle inter~cettazioni usufruirono; i nomi e i cognomidi quelli che presero i nastri. Forse li con~servano ancora nei loro archivi privati. Macome, il Presidente della Repubblica ricevedegli uomini politici al Quirinale, e tutte ledichiarazioni che dovevano essere affidate almassimo riserbo vengono trasferite al SI-FAR, ed il SIF AR le sottrae dagli ambientidel SIF AR stesso e questi documenti ri-mangono in mano privata: e il Governonon fa niente a questo proposito! E ab-biamo dei settimanali che pubblicano que-ste cose con nomi e cognomi dei respon-sabili senza che il Governo possa... (Interru~zione del ministro Gui)... Denunciate alloraRenzo Trionfera dell'« Europeo}} se questecose non sono vere. Denunciate, signor Mi~nistro, questo giornalista dell'« Europeo »,se queste cose non sO'no vere, per propaga-zione di notizie false e tendenziose. Ne avetetutti i diritti, ma voi sapete che queste cosesono vere. E per questo nO'n avete il corag-gio di fare delle denunce.

G U I , Ministro della difesa. Questo è sta~to smentito dal ministro Tremelloni, dal Pre-sidente Moro e da me stesso.

A L BAR E L L O. Ma quest'ultima de~nuncia è di pochi giorni fa, signor Ministro.È stata pubblicata sull'« Europeo}} pochigiorni fa. E io mi aspetto una denuncia con-

trO' il giornalista. La smentita lascia il tem~po che trova.

J A N N U Z Z I R A F F A E L E . È sta~ta smentita un'altra cosa, signor Ministro. Èstato smentito che furono effettuate inter-cettazioni durante i colloqui con capi politi-ci durante la crisi di Governo. Il che nontoglie che quei microfoni ci fossero e chesiano state registrate delle conversazioni.

G U I, Ministro della difesa. E questo di~ce 1'articolO'.

J A N N U Z Z I R A F F A E L E . No,ma non cambia niente. La sostanza non cam-bia.

G U I , Ministro della difesa. No, inveceè mO'lto diverso.

M A S C I A L E. Avete denunciato i di-stributori dei manifestini di Viareggio...

P RES I D E N T E. Senatore Mascia~le, la prego di non interrompere il suo ono-revole collega. Continui, senatore Albarello.

A L BAR E L L O. GIUstamente il sena~tore Masciale ha ricordato che per aver dif-fuso un manifestino il nostro segretario del-la federazione di Lucca è stato arrestato.

Io vorrei che, se le dichiarazioni fatte daRenzo Trionfera sono false, questo giornali~sta venisse denunciato. Perchè non lo denun~ciate? Avete la coda di paglia?

Il quadro, come O'gnuno può vedere, comeognuno può benissimo avvertire, è ancorapieno di zone d'ombra. C'è molto da chiarireper fare serenità nell'ambito delle Forze ar-mate. Le Forze armate hanno bisogno di lu-ce, di verità, di serenità. Ma come possiamonoi essere tranquilli sul morale delle Forzearmate e sulla loro fedeltà alle Istituzioniquando nel loro regolamento di disciplina(del 1964, si badi bene, non del tempo fa-scista) la parola « Repubblica» ricorre unavolta sola, nella fO'rmula del giuramento, ele parole «democrazia}} e «Costituzione}}non ricorrono mai? Invece le nostre Forzearmate hanno bisogno di una ventata di ariapura, di essere educate proprio nello spiritodella demO'crazia e della Costituzione.

A questo spirito nuovo penSIamo, alla ne-cessità di instaurarlo pensiamo, mandandoun saluto fervito e augurale alle Forze arma-te della nostra Repubblica nata dalla Resi-stenza. (V LVi applausi dall' estrema sinistra.Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Pelizzo. Ne ha facoltà.

P E L I Z Z O. Signor Presidente, ono-revole Ministro, onorevoli colleghi, inizioquesto mio intervento ribadendo anch'io ilpiù volte riaffermato principio che la politicadella difesa non può essere concepita come

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avulsa dal contesto generale della politica delPaese, e in particolare non può prescinderedagli indirizzi della politica interna, dellapolitica economica, ma soprattutto della po~litica estera. C'è infatti uno stretto rapportotra i vari settori nei quali si articola la atti~vità dello Stato, per cui non si può non te~ner conto in una visione unitaria di tutte lecomponenti che concorrono a determinare ea condizionare nelle sue parti essenziali lalinea politica della difesa. Alla base di esseperaltro vanno collocati, come altrettantipunti fermi e inrreversibili, i precetti indero~gabili che emergono dalle norme della Cartacostituzionale della Repubblica italiana: ar~ticolo 11, ripudio della guerra come strumen~to di offesa della libertà degli altri popoli ecome mezzo di risoluzione delle controver~sie internazionali; articolo 52, la difesa dellaPatria è sacro dovere del cittadino.

Da ciò discende l'obbligo, in chi ne ha laresponsabilità, di provvedere fin dal tempodi pace ad organizzare in maniera efficientela difesa nazionale allo scopo di scoraggiarepreventivamente, e in ogni caso respingere,qualsiasi attentato alla libertà e all'indipen~denza del nostro Paese.

L'Italia resta impegnata altresì nella comu~ne difesa dei Paesi aderenti all'alleanza atlan~tica nell'ambito degli accordi NATO. E nes~suno di noi, onorevoli colleghi, ignora la na~tura, l'entità, il contenuto degli impegni chederivano al nostro Paese dalla sua adesionee partecipazione all'organizzazione NATO. Sipotrà discutere ~ come del resto avviene ,purtroppo spesso con spirito partigiano ~

se sia stato e sia tuttora un atto politico van~taggioso per l'Italia e per il mondo; ma nonpuò essere revocato in dubbio che l'alleanzaatlantica sia stato il risultato di una liberascelta politica e di una sovrana determina~zione del nostro Parlamento.

Esiste quindi una linea politica della dife~sa nel contesto di una convenzione plurilate~rale che permane valida e vincolante fino aquando non muti: non muti mercè decisioniprese nelle sedi responsabili competenti. Co~munque, per la scadenza imminente del ter~mine della durata della convenzione, anchel'Italia è interessata a rivedere la situazio~

ne e a decidere se confermare, modificare oaddirittura revocare la sua adesione. La que~stione merita (e l'avrà senz'altro anche per-chè sollecitata da spirito polemico di parte)un'ampia trattazione. Potrei quindi rinviarea quella sede ogni ulteriore considerazionesullo scottante argomento. Mi si consentatuttavia di svolgere alcuni motivi circa l'in~teresse dell'Italia a rimaneI'e unita e fedeleall'alleanza atlantica, come la mia parte po~Utica sostiene, confermando altresì la suapermanenza attiva nell'organizzazione NATO.V olgendo lo sguardo al passato, passato cheabbraccia un arco di tempo di quasi ventianni, sufficientemente ampio per formulareun serio giudizio, non ho nessuna incertezzanell'affermare che il contributo di solidarietàe di collaborazione offerto alla NATO daiPaesi aderenti, ivi compresa l'Italia, ha datoi suoi positivi risultati. Per conviceriCi dellaverità di questo assunto basti pensare al sus~seguirsi ed accavallarsi di una serie di avve~nimenti il più delle volte esplosivi e dram~matici che hanno investito tante parti delmondo senza che l'Europa e in particolarel'Italia ne siano state coinvolte. E questo, lodobbiamo onestamente riconoscere, si deveattribuire, almeno in parte considerevole, alsistema dell'equilibrio delle forze in atto. Sidiscute, anzi l comunisti sostengono che il

patto NATO è anteriore a quello di Varsa-via. Confesso che non ho accertato la veritàsu tale circostanza. Tuttavia propenderei an~che per una possibile terza ipotesi e cIOè,almeno in linea di fatto: la contemporaneità

nella formazione delle due organizzazioni de.stinate a fronteggiarsi e a misurarsi ma sindall'inizio concorrendo a stabilire un rappor~

to di forze bilanciate, sia pure precario edinstabile, che ha giovato al mantenimentodella pace.

Da questo sistema sono derivati l cosid~detti blocchi contrapposti; e non mi sentoaffatto di affermare che essi rappresentino laforma ideale per assicurare la pace e la pro~sperità nel mondo. No, anzi sono anch'io con~vinto del contrario. In verità sono stato sem~pre un persuaso assertore della necessità delsuperamento dei blocchi. Mi sia consentito

di citare un mio sia pure modesto contributo

Senato della RepubblicG ~ 4880 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

personale, e me ne possono dare atto amicijugoslavi ai quali e non da oggi, senatoreSema, ho dato innumeri prove di lavorarein questo senso. D'altra parte anche il Par~tito, come del resto tutte le forze politicheben pensanti, auspka il superamento deiblocchi. Domenica scorsa il Sommo Pontefi~ce Paolo VI accennando in un discorso alproblema dell'effettiva ed organica unifica~zione dell'Europa ha affermato: «Non puòessere la mentalità della discordia, della ege~mania, dell'egoismo nazionalista e nemmenoquella di un precario equilibrio di conviven~za fondata sulla bilancia di forze offensive edifensive e nemmeno sull'indifferenza del~l'isolamento puramente neutrale a crear,e laatmosfera di una mentalità nuova relativaalle relazioni tra popolo e popolo; occorreuna mentalità di reciproca stima, di mutuacollaborazione, di progressiva convergenzain una pace comune e attiva ». Ma il SommoPontefice, nel contesto di questo discorso,ammoniva altresì che, se il problema è diffi~cile e complesso, deve essere subito trattatoe risolto quanto prima dai politici, perchè« la soluzione è divenuta ormai indispensa~bile e indifferibile».

Noi concordiamo con questa tesi, tuttaviale difficoltà obiettive esistono e sono gravi enon facili a superarsi. Su questo tema e sutali questioni di fondo sulle quali convergel'interesse dell'opinione pubblica mondiale eche formano il tema attuale e scottante dellapolitica estera e della difesa di tutti i Paesi,specie dei due blocchi contrapposti, il colle~ga Rosa nella sua acuta disamina, è perve~nuto alle stesse conclusioni: anch'egli negache l'equilibrio internazionale possa trovareil suo permanente e definitivo assetto nel si~stema dei bloochi contrapposti; tuttavia,finchè le situazioni interne ed internazionalinon mutano, la coesistenza, i migliorati rap~porti culturali ed economici e, sotto certiaspetti, anche politici sono tutte ottime cose(e noi all'apparire le abbiamo salutate con

vero, sincero compiacimento), però non co~

stituiscono garanzia sufficiente di una pacegiusta e duratura.

Il senatore Rosa, dopo avere con obiettive

e valide argomentazioni scartato la scelta di

una posizione neutralistica dell'Italia che de~

25 FEBBRAIO 1969

finisce « pericolosa, astratta, non facilmenteperseguibile », avuto particolarmente riguar~do alla configurazione geofisica e geograficadella nostra Penisola, nè la più efficace aifini della sicurezza e la più antieconomica,non ritiene ~ e qui dissente profondamentedal senatore Albarello ~ che questa formulapossa essere accolta dall'Italia. L'attuale for~mula cui noi aderiamo dell'Alleanza atlanti~ca, siamo d'accordo, non rappresenta l'opti~mum delle nostre aspirazioni, ma, è dovero~so riconoscerlo, l'unica possibile soluzionein questo momento perdurando l'attuale sta~to di fatto in Europa e nelle altre parti delmondo.

Ecco perchè giustamente il nostro relatoreconcludeva l'argomento affermando: «Nonresta quindi che ottenere l'equilibrio delleforze in un contesto mondiale o almeno con~tinentale ». Tutti del resto hanno avuto lapossibilità di constatare che dalla sua istitu~zione ad oggi, senza alcuna interruzione, l'al~leanza atlantica e la NATO sono stati gliobiettivi principali contro i quali si accani~rana i nostri oppositori di sinistra facendo~ne il preferito bersaglio dei loro avvelenatistrali: però, se la nostra partecipazione allaNATO indispettisce l'opposizione di sinistratanto da accusarci di opera:re contro la di~stensione in atto, perchè nulla o ben pocoobiettano nei confronti dei Paesi orientali le~gati pur essi all'Unione Sovietica medianteun patto di alleanza, ben più impegnativoed oneroso per le parti contraenti, il cosid~detto Patto di Varsavia? Questo modo di ve~dere unilateralmente i problemi internazio~nali, tra l'altro tra i più spinosi e complessi,non appartiene alla logica.

S E M A. Si dà il caso che siamo in Italia.

P E L I Z Z O. Fa piuttosto parte di unavisione a senso unico ispirata a disegni pre~concetti e negativi nei riguardi della nostraappartenenza all'alleanza atlantica di cui laI talia è parte essenziale.

SEMAl'Italia.

E noi in questo critichiamo

P E L I Z Z O Invece noi critichiamol'altra parte dei blocchi perchè opera in sen~

Senato della Repubblica ~ 4881 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

SO contrario a quelli che sono gli interessidell'Italia. Così non è nel giusto e soprattut~to non è nel vero il senatore D'Angelo santequando con sorprendente disinvoltura negail carattere difensivo del patto della NATOe nel contempo insinua che all'interno diesso si determinano situazioni pericolose perla pace, alludendo evidentemente agli StatiUniti d'America che il senatore D'Angelosan~te accusa di aver portato la guerra in molteparti del mondo. L'essere intervenuti anchein Europa per liberarci dal dominio nazifa~sci sta non può essere considerato fatto anoi sfavorevole. Allora noi, compreso lei, ono~revole Serna, abbiamo salutato gli americaniliberatori. Lo stesso senatore D'Angelosanteallude altresì al]a Germania di Bonn che mi~ra, secondo lui, alla guerra per ottenere lasua riunificazione.

Le azioni di guerra degli Stati Uniti d'Ame~rica (Corea, Cuba, Vietnam), nonchè Ie pre~sunte minacce di conflitto della Germania oc~cidentale, per noi sono dei fatti del tuttoestranei agli accordi del patto NATO, i qualiaccordi, come si è constatato, non hanno im~plicato per le parti aderenti impegni che an~davano al di là della comune difesa dei Paesioccidentali, e ciò vale anche per il futuro.

Il collega che prima mi ha interrotto, ilsenatore Serna, nel suo accurato ~ devo ri~

conoscerlo ~ intervento, parte con la lancia

in resta contro chi osa affermare che laNATO sia uno strumento che garantisce lapace, ma ciò che è verosimilmente più graveè che egli contesta, e vivacemente, le asser~zioni del relatore che richiamavano alla me~moria, anche se non ve n'era bisogno perchèi fatti sono troppo recenti perchè si possanodimenticare, la minaccia della Russia allaRomania ed alla Jugoslavia ed il rinnovarsinel Mediterraneo di una vecchia tendenza dimarca zarista volta ad espandersi verso i ma~ri caldi del Sud.

Tutto ciò, secondo il collega Serna, non èvero, è un semplice parto della fantasia. Maa parte ogni considerazione su gratuite af~fermazioni, a parte comunque che si trattidi una discutibile opinione personale, impli~cante una valutazione puramente soggetti~va, sta di fatto, senatore Serna, che gli avve~nimenti di questi ultimi tempi stanno a di~

mostrare esattamente il contrario di quantolei ha affermato. E non occorre che lo dimo-stri, perchè tutto ciò è avvenuto sotto i nostriocchi ed in buona parte è stato udito dallenostre orecchie.

Nel suo intervento in Commissione, purattestandosi sulla stessa linea del sena-tore Serna, il senatore Carucci non ha ri-petuto lo slogan così caro ai comunisti spe~cie in questi giorni, nell'imminenza della vi~sita di Nixon in Italia: «L'Italia fuori dallaNATO e la NATO fuori dall'Italia ». Ancheegli però ha espresso il suo netto dissensoall'aumento degli impegni italiani verso laNATO, che a suo dire sarebbe ossequientealle pressioni americane esercitate sui Paesieuropei. Può essere, non posso escludere chegli americani abbiano richiamato i Paesi del~la NATO ad un più scrupoloso adempimen~to dei loro impegni NATO nel comune inte~resse della difesa dei Paesi europei. Egli ècontrario anche agli aumenti di stanziamentidi bilancio per quanto attiene alla difesa piùstrettamente riguardante l'Italia, assumendoche la pace non è minacciata dai Paesi delblocco di Varsavia e che anzi l'Unione So~vietica si è sempre adoperata per l'indipen~denza e la pace di tutti i popoli.

Tutto ciò, caro collega, non mi persuade.Le già libere, indipendenti e pacifiche repub~bliche dell'Estonia, della Lettonia e della Li-tuania ~ consentitemi di richiamarmi a ri~cardi della mia età giovanile ~ godevano diuna particolare fioritura culturale, storica,economica e di nobili tradizioni civili...

S E M A. E fasciste.

P E L I Z Z O. È sempre facile dire cheè colpa del fascismo aver distrutto il passato.

S E M A. Quelli poi erano tra ì primifascisti del passato.

P E L I Z Z O. Comunque quelle tre Na~zioni, seppure non fasciste, sono cadute sottoil dominio della Russia ed hanno perduto laloro libertà e la loro indipendenza. L'occupa~zione manu militari della Cecoslovacchia ,condannata anche dal sua partito, senatoreCarucci, è un'ulteriore prova della tendenza

Senato della Repubblica ~ 4882 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

dell'URSS ad estendere il proprio dominio sualtri Paesi, anche se legati da un patto di al-leanza. Comunque, fintantochè non avremoraggiunto l'unità politica dell'Europa ~ che

è ritenuta l'unico strumento valido per il su-peramento dei blocchi ~ è necessario ed in-dispensabile ~ non possiamo prescinderne

~ che i Paesi dell'Europa occidentale man-

tengano in vita una comune organizzazionedifensiva che consenta loro, con l'aiuto de-gli Stati Uniti d'America, di assicurare lapropria esistenza e la propria sopravvivenzacome unità politiche libere ed indipendentie di concorrere con feconde e provvide inte-se, anche eon i Paesi del gruppo orientale edi quello dei {{ non impegnati », al manteni-mento della pace e dell'indipendenza di tut-te le Nazioni. Il patto che sin qui ci ha pre-servati dalla guerra è stato un patto difensi-vo e tale deve rimanere: è il patto della si-curezza, il patto della pace. Soltanto per que-sta via può essere salvaguardata la soprav-vivenza della Repubblica italiana. E secondome erra il collega Tanuoci Nannini che sulcattivo esempio della Francia di De Gaullesi lllude che l'Italia, che non è nè può esserepotenza atomica, almeno nel momento pre-sente, possa assumere una posizione autono-ma in grado di potersi proteggere da sola,senza l'aiuto di altre Nazioni. Ciò è tantopiù illusorio dopo la firma del Trattato dinon proliferazione, ma soprattutto dopo laadozione della nuova strategia che si basa

sul concetto della ({ risposta flessibile », per

cui non a torto il collega senatore Colleoniha avvertito la necessità di una adeguata re-

visione del nostro armamento convenzionale.E anche in riferimento a ciò, in conseguenza

dei maggiori oneri che ne derivano, è per noiconfortevole sapere che la ripartizione deglioneri per la difesa nell'ambito NATO è pro-porzionale alle risorse di ciascun Paese

membro.

L'Italia da ciò esce notevolmente avvan-taggiata. A questo punto, senza entrare nelmerito delle voci relative agli stanziamenti dibilancio, sulle quali con dovizia di dati si so-no intrattenuti il relatore e alcuni colleghiche mi hanno preceduto, desidero richiamarequi brevissimamente alcuni concetti infor-

matori che ho già avuto occasione di espor-re anche in altra circostanza.

Osservo innanzitutto che, nonostante l'au-mento netto globale di 97 miliardi e 540 mi-lioni, si constata anche quest'anno che la spe-sa per la difesa è rimasta pressochè stazio-naria, cioè pressochè uguale nella misura aquella degli es,ercizi precedenti. La situazio-ne generale è a tutti nota. Si è assistito inquesti ultimi tempi ad un incoraggiante al-leggerimento della pressione tra i due bloc-chi. Sono cessate o sono diminuite le influen-ze delle cosiddette guerre fredde o guerreguerreggiate su alcune scacchiere del mondo,tra le quali la più estesa e sanguinosa è quel-la che ormai da anni si combatte nel Viet-nam, nè è prevedibile la sua fine, nonostantela tregua delle armi e i tentativi esperiti ein corso per ricondurvi la pace.

Ma vi sono in questo momento ancoraguerre più a noi territarialmente vicine. Al-ludo al Medio Oriente, al conflitto arabo-israeliano; ma oltre a queste si notano nel-

l'ora presente spostamenti di unità navalinei nostri mari. Ne hanno diritto, indubbia-mente, nessuno lo può impedire. Ma certonon sono delle passeggiate fatte così per ca-priccio o per diletto, nè per fare delle sem-plici esercitazioni militari. Si ripetono spes-so e sono anche di questi giorni movimentidi grandi unità in prossimità del confine deidue blocchi opposti. Sono tutti questi ele-menti che devono indurre a seria meditazionecoloro che hanno responsabilità di Governo,onorevole Ministro. È in gioco anche la di-fesa del nostro Paese. Ma ciò che maggior-mente mi preoccupa, e me ne ha dato motivol'onorevole relatore con un accenno all'argo-mento, è l'eventualità di avvenimenti che po-trebbero portare le forze del Patto di Var-savia a contatto con le nostre frontiere. Giàsi sa cosa sta succedendo nella vicina repub-blica federativa. Tito non ne fa mistero, haparlato con estrema chiarezza e ha assuntoposizioni degne della sua alta statura di poli-tico e militare. Il Presidente Tito ha saputotenere il regime politico del suo Paese distac-cato dal sistema stalinista che l'avrebbe ri-dotto al ruolo di satellite; si è dichiarato con-trario alla dottrina sovietica della {{ sovrani-tà condizionata », ha lavorato intelligente-

V LegislaturaSenato della Repubblicc- ~ 4883 ~

25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

mente e dIrei proficuamente a favore del co-sidetto Terzo Mondo, aumentando il suoprestigio particolarmente presso i PaesI sot-tosviluppati, ha realizzato meglio di ogni al-tro la via nazionale al socialismo che si è im-posta rispetto ad altre concezioni politIche.Tutto ciò, 'Come ben sapete, ha suscitato leire e le vivaci reazioni dell'Unione Sovietica;la tensione SI è acuita al punto di diveniredrammatica e all'atto dell'invasione della Ce-coslovacchia TIto ha denunciato la gravitàdella situazione e il sempre incombente peri-colo cui il suo Paese è esposto, cioè che ven-ga occupato militarmente dai Paesi del Pattodi Varsavia.

Si è osservato da parte di autorevoli per-sonalità competenti di problemi militari in-ternazionali che la vastità dei confini jugo-slavi rende inutile una 'Corsa in discriminataagli armamenti, che è difficile resistere inschieramento di forze convenzionali a possi-bili attacchi lungo tutto il confine jugoslavo.DI qui la decisione assunta dal marescialloTItO di concentrare il sistema difensivo m unridotto nazionale localizzato sulle aree mon-tuose, lasciando invece il resto del Paese allavIgIlanza e al controllo dI truppe facenti par-te per lo più della cosiddetta difesa CIvile.Malgrado che la Jugoslavia possa mobilitarein casi di emergenza 2 milioni di uomini, sen-za contare i gruppi della di£esa civile, dellaquale dovranno far parte tutti gli uomininon soggetti agli obblighi di leva e le donnedai 18 ai 40 anni, nonostante ciò e malgradola dotazione di armi moderne fornIte dallaRussia e dall'America, per la sua posizione dinon impegnata la Jugoslavia non è certo ingrado di impedire alle truppe corazzate delPatto di Varsavia di occupare l'intero terri-torio jugoslavo e spingersi in avanti fino avenire a contatto con la nostra frontieraorientale. Ognuno intuisce e vede quali con-seguenze possano derivare da un siffatto te-muto avvenimento che, ancorchè non si ve-rifichi, ha già prodotto i suoi effetti sul pIa'no psicologico, con riflessi negativi sulle ini-ziative della distensione, del disarmo e dellacoesistenza pacifica in quest'ultimo decenniocosì bene avviato in Europa.

Sarebbe grave iattura per noi se un simileevento dovesse verificarsi, perchè oltre a per-

dere nella Jugoslavia un Paese amico, comel'ha definito il nostro Presidente della Re-pubblica, saremmo costretti ad assumere unruolo ancora più impegnativo per la difesadella nostra frontiera orientale. Ora, in sif-fatta situazione, avuto riguardo principal-mente alla nostra posizione, viene da chie-dersi: gli stanziamenti delle spese militarinell'ammontare di 1.408 miliardi e 463 mi-lioni sono sufficienti per la difesa del Paesee per l'assolvimento degli impegni di carat-tere internazionale afferenti all'Italia? Sul-l'argomento vi è sempre stata in tutti gliesercizi, anche nei precedenti, disparità di va-lutazioni che dipendono ovviamente dalladivergente posizione politica degli interlocu-tori. C'è chi vuole l'aumento e chi insiste perla diminuzione, chi le considera utili e pro-duttive, chi invece, se non in tutto certo inparte, le valuta inutili e anche dannose.

Ora è chiaro che non si può affermare insenso assoluto che i mezzi messi a disposi-zione del Ministero della difesa siano suffi-cienti. Niente è mai sufficiente per realizzareprogrammi e raggiungere obiettivi tecnici emoderni che garantiscano in termini assolu-ti una inespugnabile difesa.

Invece, il nostro sforzo finanziario non puòeccedere l'equilibrio fra le nostl'e risorse ele nostre responsabilità di difendere il Paese.La finanza dello Stato, è bene fi,col'darselo,è un tutt'uno con la vita della Nazione. Leentrate devono essere ripartite fra i vari set-tori in cui si articola l'organizzazione delloStato con una visione unitaria. Se venisseviolato tale principio, destinando cifre piùelevate al bilancio della difesa, si porrebbe inessere un atto irrazionale che lascerebbe ca-renti altre esigenze fondamentali del nostroPaese, specie quelle di carattere sociale.

Tuttavia, potendolo, sia pure con sacrifi-cio, noi non dovremmo far mancare alla Di-fesa i mezzi necessari per garantire almenoun minimum indispensabile di sicurezza.Questo minimo lo avremo assicurato nella

piena e leale esecuzione delle alleanze: della

presente che credo sia anche la stessa nelfuturo, ma soprattutto nella provvista di ar-

mI moderne ed efficienti, nella dotazione di

materiale e di mezzi adeguati, nella selezione

Senato della Repubblica ~ 4884 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

dei quadri, nell'addestramento e preparazio~ne dei nostri giovani alle armi.

Dolorosi episodi che rientrano nella inchk-sta parlamentare sul SIF AR possono interes-sare l'onorabilità di taluni ufficiali al verticedei comandi militari (fatti dei quali han-no approfittato talune persone nel tentativodi gettare il discredito sull'istituzione); sisappia, comunque, che la nostra istituzionemilitare non è in discussione, giacchè leForze armate sono rimaste e sono le mede~sime gloriose Forze armate che in ogni tem-po e luogo si sono battute e sacrificate perla vita della patria. Sono le stesse forze chesi fregiano dell'insegna di gloria della vit~toria di Vittorio Veneto. Sono le stesseforze che, in unione alle valorose forze del~la Resistenza, hanno contribuito a restitui-re all'Italia e all'Europa la libertà, !'indipen-denza e la pace.

Ad esse l'Italia può ancora con serena fi-ducia guardare nella certezza che la sua di-fesa è affidata a mani sicure e fedeli. (Ap-plausi dal centro. Congratulazioni).

P RES I D,E N T E. Sulla tabella n. 12non vi sono altri iscritti a parlare. Avvertoche sono stati presentati due ordini del gior-no che debbono intendersi svolti dal se-natore Albarello nel corso del suo intervento.Si dia lettura dei due ordini del giorno.

Z A N N I N I, Segretario:

II Senato,

per contribuire, sia pure in modo quasipuramente simbolico, ad attenuare le terri~bili conseguenze di natura sociale, economi-ca e politica provocate dalla fame nel mondo,

impegna il Governo a decurtare dell'lper cento l'importo della spesa per la Di~fesa, da prelevarsi sul bilancio generale del-lo Stato, per destinare la somma ad un ap-posito fondo internazionale da destinare acombattere gli squilibri che impediscono losviluppo progressivo di tante Nazioni nel Imondo.

ALBARELLO, CARUCCI, ANDERLINI,

VALORI, D 'ANGELO SANTE, LI VI-

GNI, SEMA, DI PRISCO, DI VITTO~

RIO BERTI Baldina

Il Senato,

in considerazione del fatto che l'attua-le livello culturale medio dei giovani di levaconsente un più rapido corso dell'istruzionemilital'e, tenuto conto della necessità di ri-durre le spese militari,

invita il Governo a predisporre gli stru-menti necessari alla riduzione a dodici mesidella ferma militare.

ANDERLINI, ALBARELLO, CARUCCI,

VALORI, D'ANGELO SANTE, LI VI-

GNI, SEMA, MASCIALE

P RES I D E N T E. Ha facoltà di par-lare l'onorevole Ministro della difesa.

G U I, Ministro della difesa. Signor Pre-sidente, onorevoli senatori, è questa la quar-ta volta che in brevissimo volgere di tempoho l'occasione di parlare deI bilancio del~la Difesa come vogliono le nostre norme, il17 ottobre e il 24 gennaio alla Camera e il5 corrente nella Commissione del Senato.

Tutto questo richiamo di date spiega laragione per cui il mio discorso sarà breve eperchè non riprenderò tutti gli argomenti at-tinenti alla difesa, nè farò un'impostazionesistematica del tema. Ritengo che mi sia con~sentito di rinviare agli interventi che ho avu~to occasione di fare in questa ed in altre se~di, in modo particolarmente ampio nellaCommissione del Senato.

Risponderò quindi ai punti sollevati qui,per quanto mi è possibile, nella maniera piùesauriente.

Anche in questa discussione, come nelleprecedenti cui ho accennato, l'attenzione de-gli oratori intervenuti nel dibattito si è ri-volta anzitutto ai temi generali che collega~no la politica militare con la politica este-ra del nostro Paese. Non poteva non esserecosì. Ed anche se gli argomentI di politicaestera hanno la loro sede più propria nelladiscussione del bilancio degli Affari estericeI1cherò anch'io di toccarli brevemente.

È stato nuovamente chiesto che l'Italiaabbandoni il sistema di alleanza difensiva

~ cioè l'Alleanza atlantica~ neI quale da

vent'anni è inserita. Io voglio pacatamenterilevare, come ha fatto del resto così benepoco fa il senatore Pelizzo e pure egregia-

Senato della Repubblica ~ 4885 ~ V Legislatura

25 FEBBRAIO'196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESO'CO'NTO' STENO'GRAFICO'

mente il relatore senatare Rosa, nella suarelazione, che l'appartenenza dell'Italia al~l'alleanza atlantica per vent'anni è stata unelemento fondamentale che ha garantito al

nO'stro Paese la difesa, la sicurezza, la liber-tà e la pace. Ora, non si vedono ragioni per~chè questo strumento difensivo, che ha co-sì efficacemente operato per la nastra indi-pendenza, per la nostra pace e la nostra li~bertà, non debba assolvere questa sua be-nefica funziane anche negli anni avvenire.

È stata avanzata qui una domanda cheesprime aspirazioni largamente oondivise,io creda, dalla nastra apinione pubblica. Sidice: noi viviamo in un sistema di blocchicontrappO'sti e certamente in Europa la pa-ce si regge sull' equilibrio tra queste due for~ze; ma non è precaria questo equilibrio?Non si patrebbe superare la politica deiblacchi? Ecco la damanda che è affiorata eche è, lo riconosco, una domanda responsa-bile. Non di'rò nulla di nuovo, perchè il Go~verno ha già affermato nelle sue dichiarazio~

ni ufficiali che l'Italia è favorev'Ole al supe~ramento di questa politica rigida dei blocchicontrapposti. Ma come, onorevoli senatori?

EccO' dave nasce il dissenso.Da una parte si dice che la politica dei

bloochi si può superare con un atteggiamen-to di neutralità da parte del nostro Paese.Una neutralità con una difesa? Mi correl'obbligo di dire che, con le nostre forze, alcospetto della potenza degli armamenti mo~demi, per il nostra Paese è impossibile unadifesa sufficiente. Le nostre risoJ1se sono as-solutamente sproporzionate per difetto aquesta esigenza. Essa comporterebbe da par-te nostra sacrifici enormi. Non voglio abbon~dare con esempi, ma desidero citare lo sfor-zo che sta compiendo la Svezia, Nazione neu-trale tra i due blocchi, che per la sua difesaspende poco meno di quello che spendiamonoi in cifra assoluta e più di quattro voltetanto di quello che spendiamo noi pro ca~pite. Il senatore Pelizzo ~ e non ho bisognodi commentare ~ ha ricordato l'esempio di

un altro Paese neutrale, la Jugoslavia. Que~ Ista, pur essendo neutrale, si sente tuttaviacosì malsicura, e impossibilitata a provvede-re alla sua efficace difesa che ha preventi-

vato le misure di cui ha parlato poco fa ilsenatore Pelizzo.

Allora una difesa inerme, per quant'O poli~ticamente attiva? Per quanto politicamenteattivo, credo che questo sarebbe un atteg~giamento assurdo perchè è assurdo affidarel'incolumità e l'integrità del nostra Paese al-la pura buona grazia, alla buona volontà de-gli altri in un mondo nel quale purtropp'O unsistema universale per garantire la pace nonesiste ancora. Questa proposta nessuno puòsosteneda.

A N D E R L I N I. Nessuno sostienequesto in quest'Aula.

G U I, Ministro della difesa. Precisamen~te, e lo dico anch'io. Perciò voglio dire: inrealtà che cosa significherebbe l'adozione diun atteggiamento di neutralità per il nostroPaese? Sarebbe l'adozione di un atteggia-mento che anzitutto indebolirebbe uno deidue sistemi e poi metterebbe il nostra Paesenella condizione di non essere sufficientemen-te difeso, esposto ai ricatti e alle pressioniper cui, lungi dal diventare una politica di su~peramento dei blocchi, tale atteggiamento dineutralità finirebbe per diventare prababil-mente una palitica di indebolimento di unblocco e di rafforzamento di un altro. Èmolto più ragionevole operare per un su-peramentO' di questa contrapposizione fron~tale, provvedendO' nel medesimo tempo allanostra difesa favorendO' le trattative tra idue blocchi, !'incontro, la discussione, leproposte di riduziO'ne controllata e bilancia-ta degli armamenti. Questa è la politica cheil nostro Paese ha sempre seguìto e che cre~do sia molto più prudente e in ultima ana-lisi anche più producente ai fini della pace.Il nostro Paese continui a seguirla. Certo noinon dobbiamo mai lasciarci prendere dallaspirale della logica che la pace si prepari sol~tanto preparandosi alla guerra e alla difesa.RiconO'sco che una simile logica da sola con-siderata è una logica fallace: la pace si serveanche con iniziative attive; la pace si servecercando di favorire l'incontro, non dispe~rando mai nella pace stessa, non rassegnan-dosi mai all'ineluttabilità della divisione e

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25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

dello soontro. Io convengo con questi sen~timenti; questa è la politica che il nostroPaese segue, però essa deve essere anche ac~compagnata da quella ragionevole pruden~za, da quel senso di responsabilità che mi~rano a garantire anche la sicurezza e indi~pendenza del nostro Paese.

Onorevoli colleghi, questa vigilanza e pru~denza non pos,siamo trascurarle. Ci vengonoogni giorni suggerite, raccomandate, solleci~tate anche dalle indicazioni provenienti dallefonti meno sospette, più libere, che noi dob~biamo considerare come le più obiettive.Raccomando agli onorevoli colleghi la let~tura del libro bianco edito nei giorni scorsidal Governo inglese ~ che è un Governo la~burista ~ sulla comparazione delle forze trai due blocchi, occidentale e orientale. È unalettura estremamente significativa dalla qua~le si ricava chiaramente qual è !'inferioritàdei Paesi europei occidentali di fronte al~l'armamento dei Paesi orientali.

A L BAR E L L O. Ma guardi, onorevoleMiniistro, che gH ambienti ufficiali america~ni hanno sostenuto sempre una stragrandesuperiorità.

G U I, Ministro della difesa. Nella ma~teria nucleare; ma io non parlavo di questo.(Interruzione del senatore Albarello).

P RES I D E N T E. Senatore Albarel~lo, lei ha parlato, l'abbiamo ascoltato; il se~natore Masciale l'ha interrotta, ma lei nondeve imitare il senatore Masciale.

G U I, Ministro della difesa. Come di~cevo, la lettura di questo libro bianco èestremamente espressiva ed eloquente, in~segna a noi una valutazione realistica del rap~porto delle forze. Posso anche indicare l'ana~lisi che è stata pubblicata in questi giorni daun organo di stampa jugoslavo, non pregiu~dizialmente sospettato di partigianeria, ana~lisi che ha confrontato con un comune ter~mine di misura, un termine monetario,i bilanci della Difesa della grande maggio~ranza dei Paesi del mondo. Da questa anali~si si vede in primo luogo che come spesaunitaria l'Italia è al t'erzultimo posto tra i

Paesi che hanno un certo rilievo nel mondoe si nota poi come anche modesti Paesi delblocco dell'Europa centrale spendano per ladifesa due o tre volte quello che spende ilnostro Stato. Tanto per non parlare del~l'Unione Sovietica e degli Stati Uniti, masoltanto di Paesi che possono essere parago-nati all'Italia anche se più piccoli di noi.

Questa comparazione è estremamente elo~quente, dimostra come nel mondo ci si ar~ma, come crescono gli stanziamenti, come sirinnovano continuamente gli armamenti ecome un'elementare vigilanza dobbiamoaverla anche noi, pur lavorando per la pa~ce, al fine di garantire l'indipendenza e la si-curezza del Paese.

È stato qui espresso con giudizio alter~no ~ non ho capito bene se negativo o po~sitivo ~ un riferimento all'adozione dellastrategia flessibile da parte della NATO. Ri~tengo che tale strategia da un punto di vi~sta umanitario generale rappresenti senzadubbio un progresso rispetto alla strategiadella rappresaglia nucleare massiccia ed im-mediata: è un tentativo di allontanare il piùpossibile la rappresaglia nucleare e di pro-porzionare, sempre con scopo difensivo, lareazione difensiva alla quantità dell'aggres~sione. Questa strategia flessibile, che ha sen~za dubbio questo significato, rivaluta perconverso i mezzi convenzionali: conf,rontan~do le cifre, sui docllmenti che ho indicatoprima, si vede come la sproporzione nellearmi convenzionali tra Paesi del "bloccoorientale e quelli dell'Europa occidentale siagrave e allarmante; la nostra inferiorità poiè particolarmente sensibile.

Pertanto capisco che da più parti del Se-nato, da più oratori, siano venute indicazio~ni volte a potenziare le nostrie Forze armate.Possono esserci delle diversità di opinionesui criteri del potenziamento, ma sono ve~nuti molti suggerimenti per potenziare leForze armate. Sono state anche rivolte cri~tiche per le deficienze di questo bilancio,per la sua inadeguatezza e indicazioni perusare meglio le somme in esso contenute. Eb~bene, questo bilancio rappresenta già lo sfor~zo compiuto dal nostro Paese per il 1969 peradeguare, per quanto possibile, alle nostrerisorse nazionali le spese dedicate alla Di-

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25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

fesa. Il miglioramento si esprime in una ci~fra sensibile, quasi 100 miliardi; è vero tut~tavia che esso non interrompe il progres~sivo declino della percentuale che neUe spe~se dello Stato è dedicata alla Difesa. Pertan~to si tratta ancora una volta di un bilancioche manifesta ad abundantiam la volontà di~fensiva del nostro Paese. L'espenienza ci am~monisce che bisogna provvedere più attiva-mente al potenziamento della nostra Difesaanche se io come Ministro della difesa pos~so essere più sensibile alle raocomandazionie alle indicazioni presentate, ma si deve sem~pre valutare il complesso della situazionedel Paese e la globalità delle risorse che s~no a nostra disposizione. Il Governo quindiresponsabilmente, nel ripartire le percentua-li di risorse dedicate ai grandi problemi de]Paese, deve conservare sempre una visionegenerale giusta. Convengo che deve esserefavorito un maggiore impegno per la difesa,tuttavia questo non può essere fatto senzaprovvedere a soddisfare contemporaneamen~te anche i grandi bisogni sociali, relativi al-le necessità generali del nostro Paese.

Un altro punto è stato qui indicato, nellaconvinzione, che mi è parsa largamente con-divisa, della necessità di potenZJia're ulterior~mente le nostre Forze armate: riguarda lemodalità per fare tutto dò. Da più parti èvenuta l'invocazione o l'indicazione di mo-dernizzare le nostre Forze armate in unastruttura più iaggiornata, più agile, più sciol-ta, mediante l'addestramento, l'adozione dinuovi mezzi materiali, l'istruzione del pers~naIe, il rifiuto insomma di fare economiein quello che può servire a questo scopo. Di~rò che, senza grandi nivoluzioni e s0p'rattut~to senza grande clamore esteriore, questo ègià in corso all'interno delle Forze armate.Esse si preoccupano di provvedere continua-mente (esercito, marina, aereonautica) allo-ro aggiornamento e al rinnovamento anchedelle strutture.

Tuttavia, onorevoli colleghi, io voglio sol~tanto porre una domanda. Qui sii suggerisceda tante parti di alleggeJ1ire il numero degliufficiali, di eliminare personale esuberante,eccetera. Va bene, possono essere questedelle raccomandazioni g~ustificate, che nontrascuro e che in buona parte faccio mie;

però bisogna stare attenti. Vogliamo conti-nuare con un esercito a coscJ1izione generaleed obbligatoria o vogliamo arrivare ad unesercito di volontari? Certamente quest'ulti~ma sarebbe una proposta che si adatterebbemolto bene ad un esercito di volontari, chepotrebbe essere così piccolo, sciolto, arma-tissimo e con poco personale. Ma non credoche sia questo l'orientamento generale delSenato, sia perchè c'è un obbligo preciso nel~la nostra Costituzione, sia anche per ragio-ni politiche. L'idea di un esercito fatto esclu-sivamente di volontari non è accettabile; percui, se rimaniamo nell'impostazione costitu-zionale, preferibile anche dal punto di vistapolitico, di un esercito che si fondi sulla iCO-scrizione obbligatoria e generale, sulla pre~parazione e sull'addestramento e formazio~ne civica di tutti i giovani italiani, ebbene,dobbiamo tenere presente che allora ci so~no dei limiti anche in questo criterio del-l'esercito ristretto di numero, armatissimo,con pochissime unità.

Se gli incitamenti alla modernità e al rin-novamento sono compatibili con questa im~postazione generale delle nostre Forze arma~te, ed in particolare dell'esercito, sono accet-tabili; se ci sospingessero verso un quadro diidee radicalmente diverso da quello ohe misembra giusto, non li potrei accettare.

A N D E R L I N I. Ma ci sono, signorMinistro, in Europa esempi di eseI1citi fon-dati sulla coscrizione obbligatoria che sonomolto efficienti.

G U I, Ministro della difesa. Questo èun altro discorso, e tuttavia essi non sonocosì ridotti nelle unità, così snelli come sivorrebbe contemporaneamente che fossero.

A N D E R L I N I. Noi non iChiediamoquesto, tanto meno noi della sinistra.

G U I, Ministro della dlfesa. Io non hoparlato con lei; ma rispondo alle richiesteaffacciate nella discussione. Lei può avereuna diversa opinione, ma io mi riferisco aquelli che hanno parlato.

Oltre questi temi generali sono stati toc~cati alcuni argomenti più particolari sui qua-

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li sO'rvolo, per la promessa che ho fatto al~l'inizio e peI1chè di essi abbiama discussa ab~bondantemente in Commissione.

Un tema, toccato dal senatare Albarello,molto impartante anche se particolare, èquella relativo al protosincratrone da in~stallare a Daberdò. Così, senatore Albarella,rispondo anche alla sua interragazione. An~che di ciò abbiama parlata in Commissio~nee in quella sede ha accettato un ordinedel giorno presentata dagli onorevoli sena~tori.

A L BAR E L L O. Ma c'è un Ministroche dice il contrario.

G U I, MinistrO' della difesa. Ma no, nondice il contraria. Lara sanno beni'ssimo chele indagini preliminari campiute dai compe~tenti ambienti scientifici italiani avevano in~dicata come possibili due aree: quella di Do~berdò e quella di Nardò. L'approfondimen~ta di tale indagine aveva suggerito poi la pre-ferenza ~ per questioni ambientali e tecni-

che ~ a Doberdò. Tuttavia, quando nell'ago~

sto scorso è stata mandata ~ (Isono stato

consultato anch'io) ~ la lettera d'impegno

all' organo internazionale incaricato di fa~re la scelta, il nostro Paese ha espresso sol-tanto la volantà dell'Italia di parteciparealla castruzione e al finanziamento di que~sta grande macchina. La scelta definitivadella sede è rimessa quindi all' arganismo in~te l'nazionale competente a cui noi stessi cisiamo affidati. E tale scelta non è ancoraavvenuta.

Per quanto, in particolare, concerne Do~berdò dicevo che ho aocettato l'ordine delgiorna presentato dai senatari Pelizzo, Bur~tulo ed altri durante la discussione in sededi Commissione. Tale è la pasizione che ioriconfermo in questa sede. L'ordine del gior~no diceva appunto così: «n Senato, avutoriguanda all'importanza sul piano nazionaleed internazionale dell'istallazione d'iniziati~va del CERN, di un protosincrotrone da 300Gev in località Doberdò del lago in pro~vincia di Garizia; tenute presenti le diverse,davvero pravvidenziali conseguenze benefi~che ohe ne derivano nel campo della ricercascientifica e in quello sacio~economico, altre

che del prestigia nazionale, invita la Difesaa rimuovere ogni riserva che comunque ri~tardi la realizzazione della suddetta opera;impegna altresì il Governo ad apprestare,accorrendo, i mezzi e le opere militari, ido~nee a sostituire validamente l'attuale dispo~sitivo difensivo nella zona ». Devo anche ag~giungere ~ benchè riguardi il passato piùche il presente e possa essere anche un di~scorso ozioso ~ che un ostacolo da partedel Ministero della difesa all'eventuale soel-ta da parte degli organismi internazionalidel terena di Daberdò non c'è mai stata.n Ministero della difesa ed anche il suo su~premo organo consultivo, il Consiglia supe~riore delle forze armate, hanno fatto presen-te che l'adozione di questa sede avrebbecampartato la necessità di abbandonare nu-merose apere difensive installate in quellazona e quindi la necessità di sostituire que-sta diminuita capacità difensiva con altristrumenti. La valutazione dell'entità e dellaqualità di questi strumenti è cosa, creda,opinabile fino ad un certo punto ed è un di-scorso tecnico. In ogni modo, quando nel~l'estate scarsa sano stato consultato dal Pre~sidente del Consiglio circa l'invio della let~tera di affidamento della partecipazione del-l'Italia, come Ministro della difesa ho datoil mio consenso e se Doberdò verrà sceltain sede di governo discuteremo ciò che sipatrà fare perchè nel complessa le nostrepossibilità difensive non abbiano ad esserediminuite di quel tanto che la scelta di quelterreno le può diminuire.

Un altro tema, purtroppo sempre di at-tualità, è ricorso nell'intervento del senatoreJannuzzi. Egli ha parlato anche della situa-zione generale delle Forze armate e a que-sto pensa di aver già risposto nella primaparte del mio intervento. Tuttavia, egli havoluto dedicare particolare attenzione al te~ma dell'inchiesta parlamentare sul SIFAR.Io penso, onorevoli senatori, che avremo oc-casione prossimamente di trattare, durantela discussione della proposta della maggio-ranza per !'inchiesta parlamentare, di que~st'argomento. Domani io dovrò risponderealla Camera; penso che se la Camera vorràapprovare la proposta, lo farà rapidamen-te, e quindi avremo prossimamente occa-

Senato della Repubblica ~ 4889 ~ V Legislatura

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sione di ritornare su tale argomento nellesedi delle Commissioni del Senato e poi, se-condo le decisioni del Presidente del Senato,anche qui in Assemblea.

Per questo io non voglio in questa sedeinoltrarmi nella problematica del SIFAR edei fatti del luglio 1964. Desidero invece di-Te una parola sull'ultima questione delle de-nuncie che sono state presentate dal gene-rale De Lorenzo a carico di un certo nume-ro di generali in ausiliaria, di qualcuno inservizio attivo, e anche a carico di qualchecolonnello delle Forze armate in servizio at-tivo. Il Ministero della difesa manifestò, ilgiorno della denuncia, tutto quello che po-teva dire, perchè, onorevoli senatori, ci tro-viamo dinanzi a una denuncia alla magistra-tura. Il Ministero della d~fesa non conosce-va ~ e non conosce tuttora ~ la formula-zione delle denuncie, se non per quanto haappreso dai giornali. È a questo propositoche io ritengo che per la parte relativa al co-lonnello Viola e al generale Buttiglione,quanto ha detto il senatore Jannuzzi non siafondato. In ogni caso, però non conosciamoil documento su cui si fonda la denuncia, nèconosciamo le motivazioni. Esiste un segre-to istruttorio su questo, che il Governo deverispettare.

Il Ministro della difesa, dunque ha espres-so il 'suo stupore (e questo lo devo ribadire)per tante denuncie nei confronti di com-ponenti di Commissioni regolarmente co-stituite dal Ministro stesso i quali (non hoalcuna ragione per affermare il contrario) I

hanno agito nell'ambito del mandato oheavevano ricevuto da parte del Ministro del-la difesa e con i poteri che il Ministro stes-so aveva attribuito loro. Ciò mi ha stupito,così come non posso non rammaricarmi chel'atto di un generale contro molti altri ge-nerali e colonnelli, riporti all'attualità unapolemica incresciosa che riguarda talunicomponenti delle Forze armate. È vero cheessa si riferisce ad argomenti passati, e daconsiderarsi come residui del passato, e nonriguarda il presente delle Forze armate, maè pur sempre dolorosa.

J A N N U Z Z I R A F F A E L E. Que-sto non è esatto. Tale polemica non si rife-risce poi del tutto al passato.

A L BAR E L L O. È una lotta attuale.

G U l, Ministro della difesa. Non si trat-ta altro che di residui di polemiche passate.Comunque, la magistratura è investita di ta-le problema ad essa valuterà opportunamen-te. E tutti dovremo contribuire per fare inmodo che la magistratura possa decidere nelmodo migHore su questa denuncia.

ANDERLINI.curo sul fatto che verràgreto militare.

Vorrei essere si-mantenuto il se-

G U I, Ministro della difesa. Le cose levedremo una alla volta nel momento giusto.

Per quanto riguarda poi il rimprovero chemi è parso di cogliere nelle parole del sena-tore Jannuzzi per una certa inerz'ia del Mi-nistero della difesa oirca documenti che sa-rebbero in possesso al di fuori delle sedilegittime, debbo dire che ho già risposto unaaltra volta su questo argomento. Non ho tut-tavia difficoltà a ripetermi. Questo argomen-to è stato affrontato al tempo del ministroTremelloni; anche la magistratura ha ordi-nato che ,si facessero delle indagini per vede-re se mancavano documenti originali del ser-vizio d'informazioni, come qui è stato detto.È risultato che non mancano documenti ori-ginali, se si eccettuano i famosi fascicoli dicui si è occupata la relazione Beolchini.

J A N N U Z Z I R A F F A E L E. Nonè poco, si potrebbe riempire quest'Aula!

G U I , Ministro della difesa. Non è vero;in ogni caso lei si riferiva ad altro, ed iorispondo a quanto mi ha chiesto. Aggiungo,poi, che ci sono altri documenti che, come èstato dichiarato e affermato solennementein quest'Aula, sono stati distrutti perchè do-vevano esserlo per legge. Quindi al serviziod'informazioni non risultano mancanti docu-menti.

A L BAR E :L L O. Scusi, signor Mini-stro, quelli che aveva in casa il colonnelloRocca e che ha trovato Guarnieri erano onon erano mancanti?

Senato della Repubblica ~ 489Ù ~ ti Legistaturà

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

G U I , Ministro della difesa. Io ho parlatodi originali, senatore Albarello, perchè quiè stato detto che sono stati sottratti gli ori-ginali, mentre essi non mancano...

A L BAR E L L O. Vorrei farle un'altradomanda, signor Ministro: la sottrazionedelle copie è un reato o no?

G U I , Ministro della difesa. Certo che èun reato.

A L BAR E L L O. E allora?...

G U I , Ministro della difesa. Confermoche il ministro Tremelloni, su richiesta del-l'autorità giudiziaria ha fatto svolgere inda-gini circa alcuni documenti amministrativiche sarebbero stati sottratti. Da tali indaginirisultò che gli originali erano stati a suo tem-po distrutti con regolari verbali di distru-zione. Se ci sono copie comunque la magi-stratura aocerterà...

J A N N U Z Z I R A F F A E L E. V01'-rei chiarire, signor Ministro, una volta pertutte: lei ci sta dicendo che il servizio segre-to oggi non si occupa più della eventuale esi-stenza di copie di documenti concernenti ilSIFAR...

G U I , Ministro della difesa. Non mi fac-cia ripetere quanto ho già detto. Ho dettoche sono state fatte a suo tempo indagini, lequali hanno dato questi risultati.

JANNUZZI RAFFAELE. Lechiedo se oggi il servizio segreto non se neoccupa più.

P RES I D E N T E. Senatore Jannuzzi,lei ha già parlato, e sa anche che attraversoalcuni strumenti previsti dal Regolamento,come le interrogazioni, si possono rivolgeredomande al Governo.

J A N N U Z Z I RA F F A E L E. Ne hofatte cinque.

P RES I D E N T E. Scorrendo poco fal'elenco delle interrogazioni presentate, mi

preoccupavo di quando si potranno svolgeretutte le interrogazioni arretrate.

R I C C I. Ma la domanda rivolta dal se-natore Jannuzzi è pleonastka perchè sonostati proprio loro portatori di copie...

P RES I D E N T E. Senatore Ricci, nonI ci si metta anche lei; continui, onorevole Mi-

nistro. (Vivaci repliche del senatore Ricci).Senatore Ricci, almeno lei che è della mag-gioranza abbia fiducia nella capacità del Mi-nistro di rispondere.

A L BAR E L L O. Ci è stata rivolta l'ac-cusa di aver adoperato copie di documentisegreti. E invece non è vero. Noi abbiamoavuto copia di un documento segreto e l'ab-biamo consegnata al Presidente del Senatodell'epoca, ciò che non hanno fatto altri.

P RES I D E N T E. Il senatore Riccise l'era dimenticato. Ora è tranquillo. (In-terruzioni del senatore Ricci. Repliche delsenatore Masciale. Richiami del Presidente).

A L BAR E L L O. Chiedetelo a Mes-seri che avete fatto ambasciatore! (Interru-zioni del senatore Masciale. Richiami del Pre-sidente ).

P RES I D E N T E. Continui, signorMinistro.

G U I , Ministro della difesa. Qui è statofatto poi riferimento alla risposta ad inter-rogazioni (Menchinelli e De Lorenzo) su diun argomento che però non riguarda ilMinistro della difesa, bensì il Ministro del-l'interno. Io non posso rispondere per contodel Ministro dell'interno.

Infine ~ poichè mi avvedo che è semprenecessario farlo ~ voglio ribadire ancorauna volta anche in questa circostanza, con-tro sospetti e dubbi che sono stati avanzati,che il servizio di informazioni per quantoconcerne le intercettazioni telefoniche, agiscenel pieno rispetto della legge e soltanto die-tro autorizzazione della magistratura nei ca-si che la magistratura medesima riconosce.

V LegislaturaSenato della Repubblico ~ 4891 ~

25 FEBBRAIO 196987a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

È bene riconfermarlo perchè ci sia in tuttiun sentimento di tranquillità e siano depostidubbi e sospetti.

Credo di aver così risposto, onorevoli se-natori, a tutti gli argomenti, almeno a quellidi maggior rilievo, che sono stati posti du-rante la discussione.

Voglio concludere con un riferimento allospirito delle Forze armate.

Anzi, mi accorgo adesso di non aver rispo-sto al senatore Tanucci sul problema del trat-tamento economico. Me ne scuso. È giustoche io rispanda perchè è argomento impor-tante, il quale peraltro ha riferimento anchealle condizioni generali del personale delleForze armate. Dirò che le trattative interve-nute sino ad ora all'interno del Governo inpreparazione del riassetto del trattamentoeconomico del personale dello Stato hannodato risultati che io debbo considerare, inlinea di massima, soddisfacenti per quantoconcerne le Forze armate e in particolare isottufficiali, di cui lei si è preoccupato. I sot-tufficiali infatti con il conferimento del para-metro 245 otterrebbero una effettiva equipa-razione ai corrispondenti gradi dei personalecivile. Ciò vale anche per quanto riguarda imilitari di truppa dell'Arma dei carabinieri.Quanto agli ufficiali, il trattamento predispo-sto ~ e qui parlo solo dello stipendio, natu-

ralmente ~ rispetterebbe nel complesso irapporti conseguiti in passato nei confron-ti del trattamento del personale civile delloStato. Esiste ora naturalmente il problemadella indennità militare e della indennità dirischio, e cioè di volo, di imbarco e di impie-

go operativa, che mi ripromeita di affron-tare in sede di Gaverno quando il tema delriassetto sarà stato esaurito nei tempi pre-visti dalla legge ed il Governo avrà potutopreparare i suoi decreti.

Per quanto concerne poi la situazione ge-nerale del personale e lo spirito delle Forzearmate, io condivido gli auspici qui for-mulati. Bisogna che il Paese si renda contoche esistono certo infiniti problemi di naturasociale e civile, a cui è necessario provvede-dere, ma che fra questi problemi esistonoanche quelli relativi alla Difesa. Anche la Di-fesa produce, perchè produce sicurezzà; e lasicurezza è una candizione fondamentale perla saluzione di tutti gli altri problemi che tra-

vagliano il nostro popolo e che sono ancorada risolvere.

E quindi le Forze armate hanno bisognosì di un potenziamento di materiali, di mez-zi, di strutture, come è stato da tante partiauspicato, ma hanno bisogno anche di sentir-si circondate dalla fiducia, dall'affetto, dallariconoscenza del Paese, rperchè esse si dedi-cano, pur nella ristrettezza delle risorse cheabbiamo tutti insieme rammaricato, con sa-crificio e con slancio al loro duro e difficilelavoro; e vi si dedicano animate da una de-dizione così grande che episodi, per quantoclamorosi, ma che devo considerare ormaicome residui di situazioni passate, non rie-scono minimamente ad incrinare. (Vivi ap-plausi dal centro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. Chiedo al senatoreAlbarello se mantiene l'ordine del giorno dalui presentato insieme ad altri senatori.

A L BAR E L L O. Lo mantengo, sosti-tuendovi però le parole: «decurtare dell'lper cento l'importo della spesa per la Difesada prelevarsi », con le altre: «prelevare unasomma pari all'l per cento della spesa per laDifesa ». Il prelevamento dell'l per cento,cioè, dovrebbe essere non sul bilancio dellaDifesa ma sul bilancio generale dello Stato.

P RES I D E N T E. Invito il Governoad esprimere il parere sull'ordine del giornodel senatore Albarello e di altri senatori.

G U I, Ministro della difesa. Conoscogià questa precisazione perchè è stata fat-ta anche in Commissione dal senatore Alba-l'ella. Ora come allora debbo dire che, cosìmodificato, l'ordine del giorno non riguardapiù minimamente il bilancio del Ministerodella difesa. Il bilancio del Ministero delladifesa viene considerato come termine diparagone, ma la somma non dovrebbe es-sere inserita nel bilancio generale dello Sta-to. Pertanto su questo punto io non possopiù dire niente.

A L BAR E L L O. Lo porti al Consi-glio dei ministri e faccia in modo che sia ilPresidente del Consiglio ad accettarlo.

P RES I D E N T E. Senatore Albarello,dopo la spiegazione data dal Ministro eviden-

Senato della Repubblica ~ 4892 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

temente lei invita a titala di raccamandazio-ne il Ministro stesso a prospettare queste suepreoccupazioni...

A L BAR E L L O. Se fossi sicura che ilMinistrO' fa accettare l'ordine del giarna al-!'intero Gabinetto...

P RES I D E N T E. Il Ministro nan puòassicurarle di farlo aocettare; al massima lepuò assicurare di trasmettere questi suai vo-ti e aspettative.

A L BAR E L L O. È una cosa tantoumana e tanto cristiana che credevo che unministro demacristiana potesse accettarla!

G U I , Ministro della dttesa. Non è cosìche si pone il problema.

P RES I D E N T E. Senatore Albarello,comunque io credo che, dapa la sua precisa-zione, lei abbia messo il MinistrO' della difesaveramente in condizioni di dire che la que-stione sollevata con l'ordine del giarnoavrebbe dovuto essere prospettata in sede didiscussiane generale o che comunque dovreb-be formare aggetto di un apposito disegnodi legge. Chiedo quindi al senatore AlbarellO'se ritira l'ordine del giorno o se lo consideratrasformato in semplice raccomandaziane ri-volta alla comprensione dell'onorevale Mini-stro della difesa.

A L BAR E L L O. Signar Presidente, I

la sua argomentazione mi convince e quinditrasformo in raccomandazione l'ordine delgiorno. Faccio però notare nel merita che sitratta di una praposta talmente ovvia edumana che 'l'ordine del giarna davrebbe es-sere accettato, al di fuori delle complicazioniprocedurali, da un Governo sensibile ai realiproblemi del Paese.

P RES I D E N T E. Senatore Albarel-la, le ricordo che in altre occasioni il Go-verno italiano ha trasmesso i voti del Par-lamento alle sedi competenti. D'altra parte,come lei stesso ha dimostrato di preaccu-parsi nella stesura dell'ordine del giorno, an-cara non esiste quel fondo internazionalecui dovrebbe essere destinata la somma pre-vista nell' ardine del giorno stesso.

25 FEBBRAIO 1969

A L BAR E L L O. Esattamente, signorPresidente.

P RES ,I D E N T E. Invita il Governoad esprimere il parere sull'ardine del gior-no presentata dal senatore Anderlini e daaltri senatari.

G U I, Ministro delta difesa. Ne abbiamogià discusso in Cammissione e anche in quel-la sede ho davuto prospettare al senatoreAnderlini le ragioni che impediscano al Go-verna l'accettazione del suo ardine delgiornO'.

Il senatore Anderlini chiede che la fermamilitare sia ridotta a dodici mesi. la ho di-mostrato in Commissione non solo che inItalia la ferma è stata ridotta da 18 a 15mesi appena da qualche anno, ma che la du-rata della ferma nel nastro Paese è una dellepiù brevi tra tutti i Paesi del mondo, in par-ticolare dell'Europa. Tutti i Paesi hanno 18mesi come minimo, molti hanno 24 mesi co-me per esempio i Paesi del blocco orientale.Solo il BelgiO', come noi, ha la durata dellaferma inferiore ai 18 mesi. Ho anche dimo-strato come non solo questo abbreviamen-

tO' comporterebbe una maggiore spesa (que-sto è un argomento importante, ma non è ilpiù importante), ma pure come la durata del-la ferma debba essere commisurata non sol-tanto alla preparazione dei soldati e al loroaddestramento, ma anche alla necessità diavere sotto le armi un minimo di soldati ad-destrati che possano costituire una primapossibilità di difesa del nostro Paese, perogni evenienza. Ora, con la riduzione da 18

a 15 mesi la permanenza sotto le armi di sol-dati addestrati si è ridatta ad appena tremesi, cioè con un minimo così basso, canun velo così tenue di truppe addestrate, cheprobabilmente esse non sona nella quantitàdesiderabile per fronteggiare situazioni diemergenza. Quindi non si può ridurre ulte-riormente la leva senza campramettere irre-parabilmente le possibilità di una prima re-sistenza del Paese ad un'aggressione.

P RES I D E N T E. Chiedo al senatareAnderlini 'se mantiene il suo ordine delgiornO'.

Senato della Repubblica ~ 4893 ~ V Legislatura

87a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 25 FEBBRAIO 1969

A N D E R L I N I. Io vorrei dire, ono-revDle Ministro, rispondendo alle sue argo-mentazioni, innanzi tutto che il mio ordinedel giorno ribadisce il principio generale del-la coscrizione obbligatoria; deve essere benchiaro che da sinistra non si leverà mai unavoce che sia contraria alla coscrizione obbli-gatoria e favorevole all'esercito di mestiere.Chi conosce la situazione dei Paesi sudame-ricani dove vige il sistema degli eserciti dimestiere sa anche quali pericoli corra la de-mocrazia proprio in forza dell'esistenza dieserciti di mestiere. Del resto quel tanto dieserciti di mestiere che esiste anche da noi,carabinieri e forze di pubblica sicul'ezza, rap-presentano anch'essi ~ gli avvenimenti dicui siamo stati spettatori in questi ultimianni lo dimostrano abbastanza chiaramen-te ~ dei pericoli per la democrazia. Ma iovorrei dire che il mio ordine del giorno eramotivato anche da altre considerazioni. Nonsiamo più all'epoca in cui i ragazzi di 19-20anni arrivano ai distretti o al reggimento conla terza elementare o magari senza nessunaistruzione; oggi abbiamo portato il livellomedio dell'istruzione obbligatoria ai 14 annie ci aceingiamo probabilmente a portarlo a16. I tempi per l'addestramento, nella pre-sa di contatto di questi giovani con le nuovearmi, e i problemi che si pongono all'in-terno delle Forze armate sono infinitamentepiù risolubili per loro di quanto non lo fos-sero per esempio sDlo.5 o 6 anni fa. È statoricordato che qui la riduzione da 18 a 15 me-si fu merito di chi attualmente presiede ilSenato della Repubblica e l'affronta:re conun certo coraggio il problema e~decidere nelgiro di poche settimane credo fosse una co-sa che sembrava allora molto lontana dallepossibilità reali. Ed io credo che con un po'di coraggio si potrebbe arrivare alla diminu-zione da 15 a 12. Perchè? Non soltanto perl'argomento che dicevo poco fa, cioè la facili-tà dell'addestramento, (guardi che il parago-ne che lei, signor Ministro, ha fatto con ilBelgio è assai significativo) ma perchè sono iPaesi a densità di popolazione molto alta chepossono permettersi di ridurre la lunghezzadella ferma senza con questo intaccare pro-fondamente il contingente. Noi siamo nelle

condizioni di farlo perchè siamo un Paesead alta densità di popolazione, tanto è veroche negli ultimi anni l'esenzione dal serviziomilitare per ragioni mediche, per ragioni diinsuffieienza fisica dei giovani erano nume-rose: molti giovani che venivano esentatinegli anni passati sarebbero stati senz'altroarruolati ed era diventato un po' un giochet-to di molti figli di papà quello di farsi esen-tare per un piccolo vizio cardiaco dal ser-vizio militare, proprio perchè se li avessimoarruolato tutti, avremmo superato in misuranotevole il livello del contingente dei 350mila uomini che dobbiamo avere sotto learmi.

Io penso che, restituendo al reclutamentouna base di serietà e riducendo la ferma a 12mesi, possiamo benissimo mantenere il li-vello del contingente che riteniamo neces-sario per la difesa del Paese. Non mi vengaa dire poi, signor Ministro, che la riduzionedella ferma militare significa un aumento dispesa perchè questo è un argomento difficil-mente credibile.

G U I, Ministro della difesa. Se vuolegliela. dimostrerò.

A N D E R L I N I. Avrebbe bisogno dichissà che lungo discorso per tentare di con-vincerei, ma credo che sarebbe veramentedifficile che lei possa convincere il Senatoche ridurre la ferma militare di tre mesiporti ad un aumento della spesa.

Malgrado questo, signor Presidente delSenato, visto che non voglio comprometterela situazione ma lasciare aperto il problemasul quale tutti dDvremo pronunciarci seria-mente, ritiro il mio ordine del giorno.

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione alla seduta pomeridiana.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pub-blica oggi, alle ore 16, con lo stesso ordinedel giorno.

La seduta è tolta (ore 13,45).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari