SENATODELLAREPUBBLICA · leColombo, intende andare avanti senza nes-suna esitazione lungo la strada...

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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 330a. SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO DOMENICA 40TTOBRE 1970 (Antimeridiana) ... Presidenza del Presidente FANF ANI, indi del Vice Presidente SECCHIA e del Vice Presidente SPATARO INDICE CONGEDI ..... Pago 17023 DISEGNI DI LEGGE Seguito della discussione: « Conversione in legge del decreto-Iegge 27 agosto 1970, n. 621, recante provvedimenti per il riequilibrio dell'attuale situazione congiunturale con particolare riguardo al- la finanza pubblica ed alla produzione» (1325) : FERRONI PIRASTU RAIA. . «o VENTURI Lino . 17031 . 17039 .17047 . 17023 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SENATO (I I fO)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

330a. SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

DOMENICA 40TTOBRE 1970(Antimeridiana)...

Presidenza del Presidente FANF ANI,indi del Vice Presidente SECCHIA

e del Vice Presidente SPATARO

INDICE

CONGEDI . . . . . Pago 17023

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

« Conversione in legge del decreto-Iegge 27agosto 1970, n. 621, recante provvedimentiper il riequilibrio dell'attuale situazionecongiunturale con particolare riguardo al-la finanza pubblica ed alla produzione»(1325) :

FERRONIPIRASTU

RAIA. .«o VENTURI Lino

. 17031

. 17039

.17047

.17023

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SENATO (I I fO)

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Senato della Repubblica ~ 17023 ~ V Legislatura

4 OTTOBRE 1970330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del Presidente FANFANI

P RES I D E N T E. La seduta è aperta.(ore 9,30).

Si dia lettura del processo verbale.

A R N O N E, Segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta antimeridianadel giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi

P RES I D E N T E. Ha chiesto congedoil senatore Rossi Doria per giorni 1.

Non essendovi osservazioni, questo con-gedo è concesso.

Seguito della discussione del disegno dilegge: «Conversione in legge del decreto-legge 27 ~gosto 1970, n. 621, recante prov-vedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione congiunturale con particolareriguardo aHa finanza pubblica ed alla pro-duzione» (1325)

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il segui to della discussione del disegnodi legge: «Convel1siO'ne in legge del de-creto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recanteprovvedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione cO'ngiunturale oon particO'lare ri-guardo alla finanza pubblica ed alla produ-zione ».

È iscritto a parlare il senatO're Lino Ven-turi. Ne ha facoltà.

* V E N T U R I L I N O . Signor Presi-dente, signor Ministro, onorevoli coHeghi,sbaglierebbe chi pensasse che questo disegnodi legge, questo « decretO'ne », che il compa-gno e collega Li Vigni ha definito « decretoColombo)} perchè ha trovato nel Presi-

dente del Consiglio Il suo estremo difensore,non abbia avuto e non abbia nel Paese unaeco di estrema importanza e di rilevanza po-litica. Se così non fosse, non riusciremmo acapire perchè si sia oreata una realtà unita-ria, un fronte che vede l'intera unità opera-

I tiva del Paese contrastare tenacemente quan-to una maggioranza deoa ed insensibHe vuo-le imporre.

La verità è che si è persa ancora una voltaun'altra buona oocasione per affrontare iproblemi in termini reali, cel1cando di addos-sare ancora una volta ai lavoratori il maggioronere ed i maggiori sacrifici.

Anche questa vO'lta, come del resto succededa oltre vent'anni nel no,stro, Paese, il «de-C1'eto Colombo », o « decretO'ne }},non è chel'esclusivo l1isultato di uno studio di vertici,compiuto nel chiuso degli uffici ministerialieon il diretto ausilio dei gruppi mono,poli-stid e dei gruppi .capitalistici, tra un gruPPQdi cosiddetti esperti, al di fuori di ogni real-tà, al di fuol1i di ogni sensibilità.

Ci troviamo in definitiva di fronte alla so-lita mentalità fatta di auto,ritarismo, chevuole ad ogni costo che a pagare le difficoltàpO'litiche in cui Sii regge stentatamente ilcentro-sinistra siano i lavO'ratori. Noi ogginon possiamo che fare una constataziO'ne,una constatazione al11aquale non si possonosottrarre nemmeno i gruppi più avanzati, oper lo meno definiti tali, deHa compagine ga-

I vernativa, i quali possono nascondel1e ,fin chevogliono la testa nella sabbia, come fanno glistruzzi: la constataziO'ne è che il « decreto-ne )} non è che un atto comune a tutte ,le po-litiche capitalistiche, anche se pO'i ndl'linter-no di ognuna di queste politiche assumonocontorni e funzioni diverse ,le esigenze di ri-stabilire un equilibrio di potere, un equili-bno, naturalmente di tipo capitalistico, nel-la dIstribuzione del reddito.

Questo ci spiega in buona parte la repres-sione nei suoi vari aspetti e ci spiega anchel'offensiva economica in atto da vari mesi nel

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Senato della Repubblica ~ 17024 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

nostro Paese, offensiva economica iniziata daprima della fuga dei capitali, e la minacciadi inflazione che prosegue attualmente conil terrorismo della crisi economica, il cui per~no è ~ lo so voglia o meno ammettere ~ la

subordinazione della classe lavoratrice allaclasse capitalista.

È più che evidente oggi che >il ({ deoreto~ne », pur mascherato sotto l'apparenza dellemigliori intenzioni, tende a consoHdare canle sue elargizioni i privHegi di chi sta già be-ne e a costituire in pratica un regresso pernntero movimento operaio. Il disE;gno capi-talistico è molto chiaro e lampante e, se vo-lessimo cercare dove tende, è sufficiente leg~gere la stampa nazionale cosiddetta indipen-dente.

Prendiamo ad esempio ({ Il Giornale delMezzogiorno », settimanal,e politiooedecono-mica indipendente, ohe afferma: ({ NeH'avan-zare rivendicazioni i lavoratori sanno perciòper espel'ienza recentissima ~ leggi « decl'e-tane » ~ che ogni realizzazione 1a paghera!ll~

no di tasca propria, finendo con l'annuHarecosì i beneP1ci conseguiti con le 'lotte sala-riali; se se la sentono di accettare una simileprospettiva si accomodino pure e ringrazinogli agitatod estremisti che alimentano le ,loromusioni ».

Il passo che ho letto ora si commenta dasè. Ritengo inutile ripetere qui quanto spes-So noi del Pa,rtito so,cialista di unità proleta~ria ,abbiamo detto, perchè in questo mondonon c'è peggior sordo di chi non vuoI s,entire.Certamente la frode e l'evasione fiscale, lafuga dei capit,ali, le bandiere ombra non so-no una illusione, e proprio sull'argomentodelle bandiere ombra vorrei, solo per un at~timo, soffermarmi.

Per quanto riguarda l'Italia, le novizie inpossesso del Ministero della marina mercan-tHe consentono di ritenere che ciJ1ca un mi-hone di tonnellate di stazza lorda di navi-glio di bandiera ombra che fa scalo nei portiitaliani appartiene a interessi nazionali. Te-nendo conto anche delle navi che, per varieragioni, non effettuano trasparii da e perl'Italia, si può presumere che complessiva-menté il naviglio commerciale facente capoagli interessi italiani sotto bandiera ombraammonti a due milioni di tonnellate, corri-

spandenti a circa il 30 per cento del navigliobattente bandiera italiana. Questo per il na~viglio commerciale.

Un aspetto di non minore rilievo è quellodel naviglio da diporto, nel quale il ricorsoalle bandiere di comodo è ancor più impo-nente. Da un punto di vista indizi,ario, l'am-piezza del fenomeno è chiaramente provata:nèl giro di 4 3Jnni, tra i11964 ,e il 1968,ilnu-mero delle unità da diporto a propulsionemeccanica iscritte neHe matrici del naviglionazionale è passato da 350 ad appena 364.Questa stasi è in netto contrasto con lo svi-luppo della nautica e lascia chiaramente in~tendere che in questo peI1iodo tutte le nuovecostruzioni, salvo casi sporadici, sono anda-te alla bandiere estere. A queste considera-zioni si aggiunga il fatto che, secondo i datiin possesso del Ministero, negli ultimi annisono stati costruiti in cantieri italiani perlebandIere estere in media ogni anno cento na~tanti da diporto di 'lunghezza supeI1iore ai 12metri, mentre ogni anno vengono in mediavenduti all'estero dai 60 ai 70 natanti. Se èvero che parte di queste baI1che va in effettinon solo alla handiera estera, ma anche adinteressi finanziari stranieI1i ~ e ciò testi~

mania il grado di çompetitività raggiuntodalla oa,ntieristica speciaHzzata in questo set-tore ~ è altrettanto vel'O che una buona ali~quota di esse va alle bandiere ombra, in par-ticolare a queHa panamense. Ciò spiega ohia~ramente la stasi neUa consistenza della ma-rina luso,ria di bandiera nazionale sopm ri-cordata.

Evidentemente si tratta di una situazioneche n011 può essere più oltre tollerata. L'arti~colo riporta una risposta dell'onorevole Vit~torino Colombo quando era m1nistro dellamarina mercantile. E un £enomeno che, puravendo in taluni casi delle attenuanti, S'i pre~senta nel suo complesso come un fatto dolo-so, accuratamente studiato per sottrarsi aidoveri che incombono sul piano giuridico esul piano morale ,ad ogni dtt3Jdino dello Sta~to italiano. Il sottrarsi ai doveri di naturatributaria, iil realizzare guadagni invisibili,

l' eserci tare una concorrenza sle3Jle nel con~fronto degli armatori che non ricorrono alloe~pediente delle bandiere ombra, costitU'isco~no innanzitutto deg1i atti di s,lealtà che van.

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V Legislatura:,enato aella KepUbbllca ~ 17U25 ~

330a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

no additaU alla pubblica apinione con ,estre-ma severità.

Al fondo di questo atteggiamento, essen-."lalme~1te per quanto concerne le navi mer-cantili, vi è soLamente l'ingordigia di realiz-zzne un superprofitto, usando a volte dellenavi antiquate, insicure e scarsamente equi-paggiate e mettendo in tal modo in serio pe-ricolo l'incolumità delle vite umane.

Queste indegne speculazioni vanno decisa-mente combattute ed impedite, anche perchè,se non è possibile con certezza definire ,Laproprietà fOIìmale, l'uso di questa proprietàfa spettacolo in modo clamoroso in ogni ap-prodo turistico del nostro Paese.

Il Governo ritiene che si possa perveniread un graduale ridimensionamento del feno~meno facendo appello ~ sottolineo, facendoappello ~- oltretutto al senso di responsabi-lità e al dovere civico di tutti i cittadini i qua-li devono sentire l',imperioso dovere di ripor- I

tare in patria i loro capitali e di loro mezzidi lavoro, in modo da contribuire al comunesviluppo del progresso economico e del pro-gresso sociale del Paese. Ecco, si è impO'ten-ti davanti a questo fenomeno e si fa appelloal] senso di responsabilità e al dovere civico

del cittadino ~ nO'i e voi, signori della mag-gioranza, conosciamo molto bene quale siail senso di responsabilità e il dovere civico diquesti signori ~ e nel frattempo si preleva-

no soldi in mille forme diverse dalla strimin-z:ita ed insufficiente busta-paga dei lavora-tori.

E questo non è tutto: oltre al « decretone })

che qui stiamo discutendo si prepa,ra per ilavorato! i, si prepara per il Paese tutto unlungo e severo periodo di austerità; lo hapreannunciato in termini abbastanza espli-ci ti H Presidente del CO'nsiglio nel discorsodi inaugurazione deJla Fiera del Levante,

~C'hè sembra che qualche volta i m.i:n.i:slried i presidenti del consiglio, oltre che taglia-re nastri, abbiano l'abitudine di fare disoor-si), e ciò viene a canfermare taluni orienta-menti delle note preliminari ai bHanci di pre-visione per l'anno finanzia:rio 1971.

Il GO'verno, ha in sostanza detto l'onorevO'-le Colombo, intende andare avanti senza nes-suna esitazione lungo la strada intrapresacon il varo dei provvedimenti -anticongiuntu-

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rali. Proprio con questi provvedimenti è sta-ta impostata una politica congiunturale ne-cessaria all'economia nazionale, che verràproseguita, incrementata e potenziata. Sirenderà quindi necessario un graduale ade-guamento delle tariffe dei servizi sociali equesto l'i equilibrio di gestione verrà cercatoattraverso rnez2Ji che siano in grado di remu-nerare i servizi che vengono prodotti. Questoche cosa significa? Significa, in parole povere,

che dovremo attenderei, che n Paese dov:ràattendersi un adeguamento delle tariffe fer-roviarie, delle tariffe postali, delle tariffe te-lefoniche. E poichè lo stesso criterio sarà cer-tamente seguito anche per le munidpalizza-te, è evidente che i ritocchi verranno allarga-

li alle aziende comunali del gas, dell'acqua"della nettezza urbana, deU'elettr:idtà. Quindiun ulteriore balzo in avanti del costo dellavita.

È aJppena il caso di ricordare che noi, dellanostra parte politica, abbiamo sempre saste-nuto il particolare oarattere dei servizi soola-11 e ci siamo sempre tenacemente oppasti ache il problema fosse visto da un'altra an-~ohzione. E ancora una volta affermiamocne nan si può accettare come valida l'im-postazione annunciata daH'onorevole Colom-bo, come orientamento del Governo, per cuisi deve perseguire una politica economica checonsenta di realizzare l'obiettivo del riequili-brio delle gestiani, sia pure con gradualità,attraverso prezzi che siano in grado di re-munerare i servizi che vengono prodotti.Questa impostazione porterebbe le aziendedi Stato e le munidpalizzate a ispirare lapropria attività al criterio del pareggio deib.i:lanci, annullando così la loro funzione stru-mentale e propulsiva per fini economici gene-rali e sociali. Ciò significherebbe, in pocheparole, avviarsi ad una politica di compres-siane, significherebbe avviarsi, attraverso loallineamento delle tariffe ai costi, verso laaboliziO'ne ddle tariffe dI' sostegno, con gI1a-ve pregiudizio in particolare per tutta l'eco-nomia meridionale, significherebbe avviarsiverso l'abolizione del prezzo palitico e quin-di determinare tutta una serie di gravi e pe-santi conseguenze partkolarmente nel cam-po dei trasporti.

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Senato della Repubblica ~ 17026 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Sul « decl'etone » e suHe sue finalità si so-no già consumati fiumi di inchiostro. Ognu-no ha avuto la possibilità di sbizzarrirsi co-me meglio gli è parso, ognuno ha fatto co-me meglio ha creduto, adattandoselo addos-so come una maglia nuova ora stiI1aoohiatadi qua ora stiracchiata di là. Ma un fatto èincontestabile: che, all'infuori di dicMarazio-ni .generiche sulle riforme alla cui imposta-zio,ne ed attuazione dO¥I1ebbero conoorrerele misure anticQngiuntumli, il Governo nonha dato ancora adeguate informazioni suisuoi intendimenti. Nelle dichiarazio,ni f,attedaH'o,norevole Colombo, tra le rifo,rme da arfrontare subito c'è queHa dei trasporti. Misembra di co,gliere qui uno stridente oontra-sto tra enunciazione teori,oa e propositi rea-li. La conferma di tali pmpositi govemativi,co,me affermavo in pl'ecedenza, viene anchedalla nota pl'eliminare al bilancio di pI1evi-sione 1971 del Ministem dei trasport'i, cheparla di una politica tarif£aria che dovrebbeindirizzarsi verso ,la ristrutturazione dellediffel'enzialità delle tariffe e l'equHibrio digestione nell'azienda.

Il perseguimento dell'equilibrio economi-co dell'azienda significa l'annuHamento deHafunzione promozionale deHe Ferrovie deHoStato e del tmsporto pubblico in generale e

l'apertura completa del settore alla specula-zione privata, magari sovvenzionata dalla fi-nanza pubblica per il dpiano del disavanzo.Ora, è nostra profonda co,nvinzione che la so-luzione dei problemi dei trasporti, del coordi-namento dei trasporti stessi e quindi del mi-

nor costo complessivo passa attua,verso La so-luzione dei fondamentali problemi della pOlli-tica generale dei trasporti.

A questo ,fine le modificheprofo,nde ,ed ur-genti ohe si impongono nelle scelte 'eoonomi-ohe, nelle scelte tecnico.legislaNve dei tra-sporti terrestri debbono ispirarsi alla esalta-zione e non al misconosdmento deUa funzio-ne strumentale sodale e pubbHoa del servi-

zio" così co,me ,l'onorevole CoJombo a Barie gli attuali Ministri dei trasporti e del bi-lancio propongono. Diversamente è sterileesortazione verbale parlare di aggredire 1',00-tiecono,micità complessiva dell'attuale siste-ma a causa della sua inadeguatezza rispetto

alle esigenze di un armonico svHu,ppo delPaese.

Grossi ed uIigenti problemi come quelli adesempio della congestione delle aree metro-politane, dei pendolari, dei trasporti per losviluppo del Mezzogionro non si risolvono nèGon il blocco della spesa pubbLica nè portan-do avanti la teoria del riequilibrio economico,alli¥ello di ogni singoLa azienda. Questi edaltri problemi si risolvono attraverso una de-cisa 'inversione di tendenza a Lavor,e del mez-zo pubblico sostenendo ,e potenziando ,la fun-zione strumentale e politica dell'azienda pub-blica dei trasportli meDcè Gongrui investimen-ti per costruir;e adeguate in£nlstrutture ,edapplicare in mo,do coordinato una disciplinanell'esercizio dei vari mezzi di trasporto.

Come pure nOln si può far passare come at-to di volontà politica positiva a favore deltrasporto pubblico l'aumento del prezzo dellabenzina. Nella situazione odierna l!'insuffi-cienza del servizio pubblico fa sì ohe taleaJumento abbia so,lo la caratteristica di ren-dere più costoso lil trasporto, oltre che per isingoli cittadini, anche per la collettività,pel'chè spinge all'incidenza del trasporto suloosto della ",ita.

Occo,rre sottolineare innanzi tutto che unaorganica politica dei trasporti e delle vie dicomunicazione tl'ova consistenza solo se sirapporta al ca:ratteDe compLessivo del s,etto-De, strettamente raocordato co,n ,La politicaurbanistica, le scelte relative lad insediamen-ti industriali ed urbani, la rete distributivainterna, 'il commeDcio esteDo, ossia oolrlegatoagli obiettivi connessi ad una nuova politkaeconomica di interesse generale.

Necessita quindi una visione unitaria deivari modi di trasporto che tenga CQnto ,siadel trasporto delle persone sia del trafficodelle meI1ci, supemndo il co,stume dei prov-vedimenti improvvisati e disarticolati, volu-ti dal prevalere degli interessi dei gI10ssigruppi pdvati, che hallino finito con il provo-care le macrosoopiohe distorsioni e la gI1avecrisi in cui si dibatte il settore. Infatti in que-£to settore fODse più che altI10ve possilamoriscontrare il carattere di sostegno e di su-bordinazione dell'interv,ento operativo deipubblici poteri nei confronti degli irnteressispecihci oontenuti neU'azione politica ed eco~

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Senato della Repubblica ~ 17U27 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

nomica parfata avanti dalle grandi concen-trazioni monopolistiche del capitale pl'ivato.

Il problema va quindi affrontato secondouna chiara linea politica che sia oapace di in-tervenire con adeguati strumenti e di deter-minare una netta inversione di tendenza con-forme alla nostm visiane dello svih1!ppo eca-nomico del Paese e che ciaè esalti gli int,e-ressi dei lavoratori, della col>lettività, attna-verso la preminenza della gestione pubbli-ca, demacratica dei serv,izi.

I cardini di una nuova pO'litica del settoredebbono paggiare sullo stretto nupportO' checorre tra la esigenza dei territori e l'assettodei trasporti, tenendo contO' del processa inaLto nel campo delle moderne teonichee del-la sempre più marcata integrazione esistentetra i vari sistemi di trasparta sia sul pianointerno che su quella internazianale, nonchèdei riflessi della politica camunitaria sullasituazione itahana. Inaltre, una rifarma se-ria deve vedere ,la scomparsa di ogni farmamentale organizzativa e di attuazione nonconfarme al mO'menta in cui si v:ive, e deveavere anche ,la oaratteristioa di dasticità nelsenso che si possano nel tempO' partal1e anohetutte quelle varianti ohe si saranno ritenutenecessarie per le future esigenze, viste nonsolamente in funZJione delle necessità nazio-nali ma anche di quelle internazianali, perprooedere di pari passo con le ,legislazionistraniere e non Cl'eare quindi delle anacra-nistiche differenziaziani che quasi sempre sa-no a danno della nostra econO'mia.

È pacifico ohe La complessità delle variecamponenH che costituiscono il settore deitrruslporti, a volte in concorrenza tra di Iloro,impane l'avvlio di un processo di radicali tra-sformazioni che punti ad un nuO'vo equili-brio tra i vari comparti, ad~guando o svi!lup-pando la politica degli investimenti. Ritenia-

mO' pert'runto che siano neoessarie alcune scel-te di £ondo aventi lo scopo di intradurre glielementi essenziali per il rovesciamento de-gli indirizzi sin qui seguiti. Tali scelte patreb-bero essere, ad esempio: il supel1amento deiconflitti di competenza tra le varie sedi de-cisionruli attraverso la creaZJione di un centraprogrammatare unico nazionale avente pote-ri di coordinamento, di orientamento e didirezione per lo sviluppo organico di tutta la

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politica dei tmsporti; la rev,isione dei pro-grammi autostradali, ferroviari, dei trafori,dei canali navigabili, per una riconsiderazio-ne camplessiva degli 'investimenti pubblicidel settore vol1Ja ad aperare i necessari di-rottamenti delle risorse in direzione di queicomparti che presentano esigenze prioritariedi interesse generale; un rigorasorappartotra la politica del territorio e le sue prospet-tive di sviluppa nell'ambita della carDezianedegli squHibl1i wnali e il nuovo assettO' ,di,tutti i campi interessati al tmsporto teHe-stre, marittimo, portuale, fluviale e aereo,con particolare riguardo al rillancia del t:r~a-sparto su rotaie soprattuttO' per lIe medie e lelunghe distanze, all'incremento e alla specia-liz:zJazione della flotta marittima nazianaleper le meDci nel cui quadro le società di pre-minente intel1esse nazionale assolvono ad unafunzione propulsiva e di primo piano, allacostruzione di moderni e funzionali sistemiportuali ed aeroportuali, ad una diversa po-litica di intervento nel campo stradale chepreveda adeguati investimenH nella rete ordi-naria e nella viabihtà urbana; l'adozione dicorrispondenti programmi finanziari e nor-mativi da parte dello Stato, capaci di assicu-rare l'estensione e l'armonizzazione della ge-stione pubblica e democratica dei servizi conconseguente accentuazione del ruolo delleaziende e degli enti pubblid quali potrebberoessere le Ferrovie dello Stato, le società Fin-mare, l'INT e l'A:litaHa, gli enti portuaH edaeroportuali, le aziende di trasporto urbanoed extraurbano attraverso anche il supera-mento del regime delle cO'ncessianiai privatidi servizi di pubblica utHità ~ autolinee, fer-rovie secondarie, imprese portuali, assisten-za aeroportuale ~ ed il ,loro graduale affida-mento alla gestione pubblica; il trasferimen-to alle l1egioni di effettivi poteri in materiadi palitica di trasporto e delle vie di comuni-cazione, affinchè esercitino a livello del ter-ritorio la necessaria funzione direzionale epromozionaJ,e dello sviluppo dei servizipub-blici per ,le persone e per le memi, unitamen-te ad un r,eale decentl1amento decisionaleda parte delle Ferrovie dello Stato a livelloregionale per consentire la opportuna pDO-grammazione e conoertazione dei trasporti surotaie e su gomma; favoriJ:1e la costituzione

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V Legislaturc,Senato della Repubblica ~ 17028 ~

4 OTTOBRE 1970330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

di aziende ~ubbliche per il trasporto terlle~stre a livello comprensoriale quali strumen~ti di gestione democratica capaci di assicum~re anche il coolldinamento dei servizi inter~comunali e interprovinciali; l'adozione deinecessari provvedimenti anche legislativi at~ti a favorir:e e tutelare .l'associazionismo nelcampo dell'autotrasporto merci, nonchè lasua armonizzazione con i servizi ferroviari emarittimo~portuali, con centri di raocolta edi distribuz>ione; introdur:r;e una chiara nor-mativa ohe porti alla obbligatodetà, pubbli~cità e controllo demooratico deHe tarif£e,quale strumento di garanzia per gli utentie di maggior tutela per i pi>ocoli trasporta-t01'i.

Questi sono solo pochi elementi di base,che però sono essenziali per inaugurar:e unanuova polit1ca dei trasporti liberata daUe pe-santi ipoteche fatte sin qui grav>are dai gros~si interessi monopolistici, e per imboocar,efinalmente una nuova stmda che porti al ro-vesciamento delle tendenze che finora si so~no affermate.

Non ci si può permetter:e di spendelle oen~tinaia e centinaia di miliardi nelle autostmdee suboI'dinare gli investimenti delle struttureviarie e ferroviarie agli interessi particolaridi determinati gruppi industriali quali, tantoper fare esempi, quelli dell'automobile, dellagomma, del cemento (Fiat, PireUi) per averepoi nel Paese una rete stradale in condizionidisastrose. Tanto per dare un senso di serie-tà alla riforma dei trasporti, si dov1'ebbe te~nere in massima considerazione un program~ma di costruzione di metropolitane nellegrandi città, raccordate direttamente con larete ferroviaria e con gli aeroporti ed unapolitica delle tariffe per i trasporti colletti~vi terrestri che comporti il blocco delle attua~li tari£fee !'istituzione di abbonamenti a has-so costo per lavoratori, studenti e pensiona-ti; l'istituzione di biglietti di percorrenzaoraria per tutti i cittadini sulle reti di tlra-sporto urbane; !'istituzione di biglietti adabbonamento unico, combinati a percorsoobbligato per i trasporti affluenti ai luoghi dilavoro e di studio, comprese le reti urbane,a favore dei lavoratori e degli studenti; per~corsi p1'eferenziali e protetti nei oentni urba~ni per i mezzi pubbLici con rigidità 'assolu-

ta nelle zone di più intenso traffico; l'armo-zazione tecnico~funzionale degli orari dellepercorrenze e delle relative coincidenze siasul territorio metropolitano sia nel rapportotra traffico urbano ed extra urbano; la crea-zione di adeguate isole pedonali e l'inibizionedei parcheggi nei centri delle città allo sco-po di agevolare <l'espansione e la velocità deltrasporto pubblico cittadino e per tutelare lasalute dei cittadini; la costruzione di grandiaree di parcheggio gratuito alle per:iferie, inprossimità dei terminali delle llinee di pub-blico trasporto urbano; l'unificazione in alcu-ne grandi città delle diverse aziende pubbli~che dei trasporti, con assorbimento deUeeventuali aziende a gestione privata, per unapiù razionale utilizzazione dei mezzi e peruna maggiore ,economicità nella gestione enei Iservizi; il potenziamento, il miglioramen-to dei servizi per il trasporto dei lavoratoripendolari e frontalieri e degli studenti, ancheattraverso la realizzazione di tracciati auto~nomi nella rete delle Ferrovie dello Stato;l'adozione, di adeguate misure per avviareuna nuova politica volta al miglioramentodei servizi e per tariffe economiche a favoredei passeggeri che viaggiano sulle linee inter-ne nazionali marittime ed aeree.

Sul ~roblema del potenziamento e miglio~ramento dei servizi per H t:r~asporto dei lavo-ratori pendolari non vogliamo che si ripeta-no fatti come quello denunciato dal gimnale« L'Unione Sarda}) del30 giugno da un grup-po di lettori, il quale comunica che: «La di-rezione delle F>errovie dello Stato di Cagliari,il 31 maggio scorso, ha modificato l'orariodi alcuni treni viaggiatori. Tra questi vi èi11006, il quale adesso parte da Cagliari alle14,10, con un anticipo di dieci minuti sulprecedente orario. Talle anticipo, però, se haavvantaggiato una parte degli abbonati, :inquanto consente loro di arrivare prima a ca-sa, per molti altri invece è causa di gmyedisagio perchè, data la distanza dal posto dilavoro, non fanno in tempo in dieci minutia raggiungere la stazione per poter pJ1enderequel treno. Quindi si trovano costretti a do-ver attendere <l'altro convoglio che parte aHe16,15, con un intervallo cioè di ohre due ore.Per uno che è in piedi dalle quattro del mat~tino ,ed ha lavomto fino alLe 14 non è certa~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17029 ~

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

mente confortevole il dover attendere tuttoquel' tempo buttato nella stazione e per dipiù con la f,ame che lo tormenta. Ora ci sichiede come mai non è stata considemta laeventualità che si potesse verificare per mol-ti abbonati una tale situazione quando è sta-to deciso di modificare l' omrio del treno.Eppure alla riunione svoltasi per la compila-zione degli orari ferroviari, oltre ai funziona-ri della Direzione delle ferrovie, hanno parte-cipato anche i rappresentanti della Camera dicommercio di Cagliari, i qua1i non haiOJno te-nuto in nessun conto le esigenze degli abbo-nati. Vi è inoltre da fare osservare che mainessuna variazione era stata fatta in prece-denza per il trasporto dei pendolarilun,go iiltratto Cagliari-Oristano. Ci rivolgiamo per-tanto... per dare la possibilità anche a noipendolari di rientrare alle nostre case in unaora meno scomoda e per evitard di rimanerebuttati per due lunghe ore nella stazione diCagliari» .

Il fatto di rimanere per due ore nella sta-ZIOne di Cagliari è un fatto che si ripete qua-si turti i giorni, poichè i treni in Sardegnadi solito viaggiano con due o tre ore di ri-tardo e non sono in coincidenza con i tra-sporti per il continente, per cui centinaÌiadi viaggiatori rimangono ogni notte per ven-tiquattr'ore all'addiaccio ad attendere <iltra-ghetto del giorno sucoessivo. E ci si sentedare ~ sempl~e sui problemi della Sardegna

~ da parte delle Ferovie dello Stato rispo-ste come questa, che sarà motivo, in seguito,da parte nostra, della presentazione di unainterpellanza: «Faccio seguito alla mia del6/7 per informarla circa l'esito degli accer-tamenti effettuati in merito al treno AT 101e la possibilità id concedere le fermate dellostesso. In proposito, anche prescindendo da,l-le considerazioni che analogo provvedimentoverrebbe richiesto per ,altre località di nonminore importanza, sta di fatto che le attualifrequentazioni non lasciano margini di di-sponibilità di posti, anzi la frequentazionerisulta spesso superiore alla ricettività delledue automotrici in composizione di detto tre-no, che non può d'altronde essere rinforza-to per carenza di materiale rotabile » ~ sot-

tolineo: carenza di materiale rotabile ~.

« Tenga presente che i viaggiatori fmenti dei

successivi treni sono più di mille e che ancheil travaso di una minima parte di essi cree-rebbe serie difficoltà, dato il massimo impe-gno a cui quest'ultimo treno è già sottopo-sto ».

Non parlo poi dei super-rapidi e di la1tJ:1itipi di treni veloci, perchè ci sarebbe da sbe!-1icarsi dalle risa. I treni nDn vengono fattifermare alle stazioni perchè in tal modo sicolpisce la psicologia del viaggiatore ~ que-

ste sono affermazioni dei dirigenti dell'Azien-da ~ i,l quale ritiene che Sii viada più veloce-mente, mentre il tempol'eale di percorrenzaresta invece invariato. Basta guardal'e unorario ferroviario per rendersene conto.

Un altro esempio è mppresentato dal co-siddetto supeB"apido Milano-Roma che nonviene fatto transitare per Bologna-centro, magli si fa pel'correre un tmtto di circa 26 chi-,lometri a 70 chilometri orari, velocità che èquella massima consentita dalla linea. (Com-menti del senatore Masciale). Inveoe questotreno potrebbe tranquillamente giungel'e aBologna centmle, fare il servizio viaggiatorie guadagnare ancora qualche minuto sullapercorrenza totale della cintum di Bologna:tutto ciò, oltre che facHitare e venire incon-tro ai desideri di molti viaggiatori, verrebbeincontro anche :alle 'esigenze del personale dimaochina della stazione di Bologna centrale,il quale personale è cDstretto a partire conun altro treno da Bologna per recarsi a Fi-renze-Campo di Marte dove il super-rapidoferma senza però fare il servizio viaggiatori;il personale che sale a Firenze scorta il trenofino a Roma, mentre quello che ha scortatoil treno da Milano a Firenze deve recarsi, conun altro mezzo, e fuori servizio, nella città diresidenza.

Con riferimento a quanto detto in prece-denza, devo sottolineaI'e che i due gruppi dirichieste che ho avanzato, anche se possonoricevere soluzioni temporali diverse, sononella loro sostanza intimamente cDllegate, nelsenso che l'espressione di una chiara volontàpolitica di soelta di un certo orientamentogenerale dà valore ,a:iproblemi concreti chepiù urgono.

Tra gli altri problemi, un altro balza ananostra attenzione e deve essere presto risDl-to: si tratta di quello dell'inquinamento delle

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V LegislaturaSenato della Repubblica 17030 ~

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

acque. In 7a Commissione è già iniziata ladiscussione su tale questione, ma bisognaoperare più celermente. Ha fatto soalporequesta estate sapere che i tve quarN deHanostra costa sono avvelenati e che in moltiposti non è possibile bagnarsi se non a graverischio della propria salute e incolumità.

Ho qui una nota dell'onoI'evole VittorinoColombo ~ forse ho simpatia per Vittomno

COIlombo ~ il quale, per quanto dguarda il

pI'oblema in esame, ha steso questo rappOlr-to: «Bisogna riconoscere che il problemadell'inquinamento del mare si è presentatocon carattere di assoluta urgenza negli ultimi15 anni, a causa del grandioso sviluppo deitrasporti petroliferi via mare. Si pensi che ilvolume dei prodotti petroliferi trasportativia mare, attraverso il traffico internazionale,

,

che nel 1937 era valutato a 105 miHoni ditonnellate, era salito nel 1954 a 320 milionidi tonnellate e neHo sCOlrso anno è stato dioltre un miliavdo di tonnellate. Se aggiungia~mo il traffico nazionalle che si sVOllgetra iporti deHo Stato e il piccolo cabotaggio, sipuò calcolave che il movimento generale deipmdotti petrOlliferi nel mO'ndo sia di ovdinesuperiove ai 1.500 mHioni di tonnellate e siavvicini ai 2 miliardi di tonneUate. Su que-sto vOllume l'ItaHa ha una partedpazione fra1'8 e i,l 10 per cento, giunta negli ultimi dueanni a dI'oa 150-180 milioni di tonnellate ditraffico di importazione, di transito e di ca-botaggio, e cioè ad un tasso che sta per toc-care il 20 per cento annuo, con la pvospetti-va di un ulteriore mpido incremento. Vapoi ricordato che nei nostri porti approdanogiornalmente circa 700 navi per operaziOlni dicommercio e che a molte migliaia ammonta-no l,e piccole unità, peschemoce, da diportoe per il servizio portuale, che si muovononelle nostl'e acque, le quali tutte pratkamen-te utilizzando prodotti petroliferi )}. Il proble~ma dell'inquinamento per l'Italia è di parti-colare importanza, perchè il nostro Paese è alprimo posto nel mondo nella scala dei valorituristici (basti pensare che le valute incassa-te per il turismo nel periodo gennaio~giugno1969 sono risultate pari a ben 381 milialrdi)e perchè ,la sua particolare posizione geogna-fica al oentro di un bacino che si può consi~derare chiuso 10 rende esposto in maniera

molto grave ai pericoli di inqùinarmento. Delresto non c'è bisogno di indugiare 'Su questoargOlmento, data la forte sensibHizzazionedell'opinione pubblica al riguardo.

Ai probLemi dell'inquinamento occorreprovvedere urgentemente e concretamente,prima che la situazione diventi irreparabile,con pvospettive fosche per la stessa conserva-zione di un ambiente naturale di primariaimportanza, qual è il mare, e delle attivitàche ad esso direttamente o indirettamentesi ricollegano.

E mi avvio velocemente verso Ila oonclu~sione di questo mio intervento.

C I P E L L I N I . Velocemente non di-rei!

V E N T U R I L I N O. Sto venendo al-la conolusione!

P RES I D E N T E. È mezz'.Ol1ache rac~comanda l'accelerazione dei trasporti; quindiincoraggia telo! (Ilarità).

B E T T I O L. I pOllitici non c'entranoin tali questioni, ,ohe riguaJedano i tecnici!

R A I A. Ma i tecnici da chi sono corman~dati? L'indirizzo politico è sempre dato dalMinistro.

B E T T I O L. Non possiamo deciderenoi la velocità di un tI'eno.

P RES I D E N T E. Ma quanto debbacostare il treno sì!

V E N T U R I L I N O. Si può decidereanche suLla questione della velocità. (Com-menti).

P R E Z I O SI. Si vede che è domenica,C011questa atmosfera di relax!

P RES I D E N T E. Lasciamo conclu-dere il senatore Venturi.

V E N T U R I L I N O. Siamo aocusatida più parti di voler fare una battaglia ost'ru-zionistica, ma non possiamo che fermamente

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Senato della Repubblica ~ 17031 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

respinge:re questa accusa. Noi del Partito so-cialista di unità proletaria stiamo facendouna battaglia seria, una battagHa di oonte-nuta, una battaglia di scelte. U nostro impe-gno sul piano palitica è un impegno per col-legarci alle lotte ed ai movimenti che hannoscasso la società nel nostro Pcuese per farsì che il ruolo dei lavomtori venga valariz-zato e potenziata nel quadro di una politioadi riforme economiche, di riforme sociali e dirifmme politiohe, affinchè sianO' madificatigli attuali rapparti di produzione e la vigen-te divisione del mddita nazionale. Noi delPartita sacialista di unità proletaria tendia-mo a traociare una linea che valorizzli sulpiano pO'litica la funzione del Parlamento eche colleghi il Parlamento al mavimento po-palare e la :renda capace di affirontJare un ruo-lO'glabalmente inserito neHe lotte. (Vivissimiapplausi dall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a 'par-lare il senato:re Perrani. Ne ha facoltà.

FER R O N I. Signor Presidente, anare-voli calleghi. signor Ministro, un grandescrittore inglese, più esattamente irlandese,definiva una parte della sua produzione let-teraria e teatrale come « sgradevole ». Sgra-devole perchè metteva il dito sulle piaghe ~

aggi si direbbe denunciava ~ palesi e na-scoste di una società dalle strutture nan piùcompatibili con i tempi; sgradevole, quindi,per chi quel,le brutture tenacemente inten-deva conservare cantra ogni logica starka edi evoluziane sociale ed umana.

Pensavo, ascaltanda ieri il collega e com-pagno Banfi, mentre sgranava nel suo chiaroe lucido interventO' una serie di critiche, dirichiami, di suggerimenti e anche di ammo-nimenti e nei canfronti del Governo presen-tatare di questo pravvedimento e nei can-fronti di quei settari imprenditoriali che delprovvedimento verranno a giovarsi, ohe an-che egli potrebbe collacare quella suaesposiziane tra le apere ({sgradevOlli» del-la sua attività parlamentare, tanto seriae impegnata. Credo peraltro che parole,critiche, suggerimenti del collega Banfi edi altri colleghi della maggioranza checostituisce la base parlamentare dell'at-

tuale Governo, se sgradevOlli pO'ssonoap-parire rispetto ad un castume antico esuperato di conformisma parlamentare, inrealtà debbono, o dovrebbero, nisultare gra-diti e nan sgradevoli a coloro che il prov-vedimento in esame vogliono sinceramen-te sia uno strumento, sì, di superamentadi un mO'mento critico dell'econamia nazio-nale, ma insieme il mO'mento di avvio di ri-forme atte a madificare talune strutture nonpiù rispondenti a quei diritti umani e so-ciali che tutti abbiamo concorso a far ma-turare nella coscienza del nOlstro popolo, chenOli tutti abbiamo solennemente sancito nel-la Castituziane repubblicana che nessunopiù oserebbe oggi definire una trappolama che ritengo sia, per i più, un traguardoimportante da raggiungere. E da raggiun-gere, vorrei dire al collega Trabucchi, non« secondo una conceziOlne ideale di giustiziaastratta immediatamente realizzabile (e nonsi sa bene qui se il collega Trabucchi si ri-volgesse, in astratto appunto, a questo o aquell'altro oratore o a quella parte pO'liticaall'interno della maggioranza che di tal uneriforme ~ quella sanitaria in primo luogO' ~

ha fatto da anni, e non da aggi soltantO', unodei mO'menti fondamentali della sua batta-glia), ma secondo una concezione di progres-so perseguito attraverso una via forse lentama più sicura ».

Certo, vorrei dire al callega Trabuochi (seci fosse): nessun sovvertimento violento;certo, uno sviluppo in aderenza alla realtàdella situaziane, ma non una realtà staticae immutabile: una realtà che tocca a noi mo-di,ficare e trasfonrnare, per noi, secondo unacOlncezione ideale cui nessun sacialista in-tende abdicare, per tutti. secondo impegnisalenni quali appunto quelli scaturenti dallanO'stra CO'stituzione; per noi e per voi, cal-leghi demacristiani, socialdemacratici e re-pubblicani, secondo quegli impegni pragram-matici posti a base della attuale maggioran-za di governo e della nostra partecipazioneal Governo.

Non quindi i lunghi, lunghi tempi di unaevoluzione saciale più o meno spantanea,ma i più rapidi tempi di una concreta evalu-zione che risponda ad una realtà ecanomica

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Senato della Repubblicc. ~ 17032 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

che tDcca a noi indirizzare e modificare se~condo il senso della storia.

Ove così non facessimo, non sDlo questoGoverno, o un altro che ad esso assomigli,ma il ParlaJmento, noi tutti avremmo innan~zi a noi una clamorosa bancarotta, sulla qua~le il collega Banfi ci invitava a riflettereieri e implicitamente lo stesso senatore Ter~l'acini, parlando dell'avvenuto accordo traGoverno e sindacati che noi abbiamo cono~sciuto nelle sue linee generali attraversonotizie di stampa, spettatori quindi più cheartefici e partecipi di un avvenimento i cuipositivi risultati non cancellano un senso didisagio sul quale giustamente si chiede diriflettere.

E la risp0'sta per me è implicita nelle pa~role stesse citate dal compagno Banfi, sca-turite dal cuore di un socialista che non hafatto mai mistero della sua fede cristiana,il C0'mpagno Greppi: « i poveri hanno fret-ta ». È così: i poveri hanno fretta. Malgra-do errDri, deviazioni, degenerazioni, io cI'edoche secoli di predicazione cristiana non sia-no passati invano. Malgrado err0'ri, devia~zioni e degenerazioni, penso che 150 annidi predicazione socialista e poi di rivoluzio-ni socialiste, non siano passati invano. Neltravaglio che investe regioni di tutta la terra,dall'Asia all'Africa, alla civile Europa ed allaopulenta America, questa cDscienza dell'uo-mo di avere diritto ad una condizione socia-,le più giusta emerge in modo travolgente.

Siamo, credo, ad una sV0'lta di civiltà. Larapidità stessa delle comunicazi0'ni del resto

~ e n0'n mi riferisco s0'lo alle oomunicazioniche definirei meccankhe, ma a quelle dellosp~rito, della scienza, del sapere ~ accelera

enDrmemente i tempi di questa incontenibileevoluzione.

Ed ora mi chiedo: la classe politica deglialtri Paesi e del nostro ha consapevolezzaesatta di questa rapida evoluzione della co~scienza umana? E badate che tale evolu-zione è forse, io credo, anche difesa biolo~gica della specie umana (conscia o inconsciache sia) di fronte alle minacce incombenti diuno sviluppo tecnologico e scientifico chenon è tanto di questo o di quel Paese, siaesso ad economia capitalistica o collettivi~stica o mista, ma difesa da un tipo di civiltà

4 OTTOBRE 1970

la cui tendenza è esattamente il contrario diciò che l'uomo richiede. L'uomo paga oggiil prezzo di un lavoro troppo spesso di-struttivo della sua personalità, che lo co-stringe a vivere in città sempre più mostruo~samente estranee alla sua natura, che la na~tura stessa, appunto, distrugge avvelenandoacqua, aria, piante, sterminando flora e fau-na marina anche in quei bacini un tempo ri-tenuti inesauribili che sono gli ooeani o l'at~mosfera che ci circonda.

Dicevo che questa, forse, è difesa biologi~ca della specie umana che sente, al sommodi tutte le minacce di cui ho parlato, quelladella distruzione atomica, della quale par-liamo meno da qualche tempo, ma la cuipauva è sempre dentro di noi, a darci inquie-tudini e rivolte che talvolta ci sembrano in~spiegabili.

La domanda se la classe politica percepi-sca tutto ciò non è retorica. Ad un'assembleadi migliaia di lavorat0'ri di Marghera a cuipartecipai tempo fa, SUuna decina di oratorioperai almeno la metà pose in termini assaivivaci, nel contesto dei problemi della difesadella salute neLle fabbriche, quello dell'in~quinamento dell'aria. Potei rispondere cheuna legge era stata fatta, ma dovetti amara-mente aggiungere che essa era, come è, solominimamente operante; che il regolamentoriguaI1dante gli impianti industriali è da quat~tro anni in attesa di una éùpprovazione, chenon vi,ene forse perchè da qua1che parte,come nell'antica farsa, la consegna data èqueUa di russare.

E non mi meraviglierò se un giorno i lavo~ratori stessi ~ ecco il punto, collega Banfi,ecco la questÌ'one dei sindacati ~ dovrannomuoversi perchè la legge venga completataed attuata e per ottenel"e cioè che avremmodovuto prima dare noi e che non abbiamoancora da to.

Per calare più propriamente nel tema cherientra nel capitolo II del decreto-legge nu-mero 621, non abbiamo il diritto di meravi~gliarci, nè qualcuno ha il diritto di storcerela booca, per il fatto che i sindacati hannoportato avanti ~ e almeno in parte vinto ~

la battaglia per la riforma 'sanitaria, dellaquale noi discutiamo da anni, impotenti a ri~solvere il problema di fDndo deLla riforma

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17033 ~

4 OTTOBRE 1970330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

stessa, che è quello del superamento del si-stema mutualistico-previdenziale, per la rea-lizzazione di un servizio sanitario nazionaleatto ad offrire una globale ed uguale assi-stenza sanitaria, al Nord come al Sud, a tuttii cittadini, servizio sanitario alimentato daicittadini stessi con un prelievo fiscale com-misurato al potere economico di ciascuno, inun fondo unico, ove occorra integrato ed ali-mentato dallo Stato. Ma ciò pastula, sia purecon la necessaria gradualità, la fine dell'at-tuale forma di mutualità, i cui meriti passatinon contestiamo come indicazione e comeforma di progresso, anch'esso indicativo diuna evoluzione sociale rispetto alle arcaiche£orme di mutualità del secolo scorso, ma chein realtà oggi costituisce !'impedimento piùgrave al raggiungi mento di quel servizio sa-nitario nazionale ormai maturo nella coscien-za dei più.

Noi sappiamo tutti quali resistenze~

si sO'noincontrate nel cammino della discussiO'ne del-la riforma sanitaria. Conosciamo, in partico-lare noi sociaHsti ~ a cui nessuno, penso,vorrà contestare di aver posto per primi etenacemente affrontato il problema della ri-forma sanitaria e di averlo portatO' per moltevie alla conoscenza dell'intera Nazione ~

le difficoltà, le resistenze incontrate che so-,no gelosie di poteri ministeriali, resistenzeaperte ed occulte di centri di potere burO'cra-tico, interessi antichi e consolidati,egoismidi categoria abilmente alimentati e strumen-talizzati contro la discussa riforma. Pensoquindi che nO'n abbiamo che da compiaoevciSe nell'accordo Governo-sindacati si è verifi-cata una convergenza sulla riforma sanitariache prevede appunto il tanto auspicato etanto cO'nteso superamento del sistema mu-tualistico per !',istituzione del servizio sani-tario nazionale. E dobbiamo riconosoere che,seppure siamo stati noi i seminatori di que-sta idea, è toccato all'iniziativa popO'lare eai sindacati portarla al punto in cui oggiessa è giunta con l'accordo di GO'verno. Enon in modo astratto, non con parole od im-pegni verbali più o meno solenni, ma conimpegni, a quanto sappiamo, scritti e sotto-scrittti, che prevedono la prossima presen-tazione di un progetto di legge cornice, chepreciserà l'assetto finale della riforma sani-taria, i tempti e i modi della sua attuazione.

Noi possiamo dunque aocogliere, dopo que-sti avvenimenti, dopo queste conclusioni,cO'n maggiore serenità e tranquillità gli ar-ticoli 34 e 35 del Titolo II del decreto-legge,pO'sto che, detratti i 250 miliardi per il ripia-no parziale delle gestioni mutualistiche, 320miliardi andranno a costituire il primo, in-sufficiente certo, ma pure sensibile, fondoper l'avvio ~ come è detto anche nell'emen-damento proposto dalla stessa sa Commis-sione ~ della riforma sanitaria nazionale.

Ecco, qui io avrei voluto proporre unemendamento all'articolo 34 che vincolassenel testo stesso dell'articolo il Governo a"pre-sentare un'apposita legge, per dare appuntoai 320 miliardi il riconoscimento di primofondo naziO'nale per la riforma sanitaria. Mami pare meno necessario oggi, appunto dopo!'impegno tra Governo e sindacati. Pertantoio sottoscrivo in pieno ~ e profitto di questointervento per evitare ogni sottrazione ditempo più avanti ~ l'ordine del giorno Ban-fi, Formica e Cipellini, che a questo proposi-to suona così: ,{Il Senato impegna il Go-verno a destinare le somme accreditate aloonto speciale di cui all'articolo 35, dedottequelle impegnate ai sensi dell'articolo 36(cioè i 250 miliardi per ,il ripiano degli entimutualistici) esclusivamente alla riforma sa-nitaria, chiarendo che non rientrano in taleconcetto eventuali ulteriori ripiani patrimo-niaIi degli enti mutualistici ».

Onorevoli colleghi, a propO'sito di enti mu-tualistici io credo che avrei dovuto in tratte-nermi più a lungo sulla loro situazione debi-tO'ria; ma credo che renderei un cattivo ser-vizio a tutti rubando tempo altrimenti utiliz-zabile. Credo che il quadro ampio, dettaglia-to, contenuto nella relazione Fada-Formicasia di tale eloquepza che ogni altro interven-to in questo campo non farebbe che nipetere,forse in peggio, ciò che nella relaziO'ne è det-to con tanta precisione. Quindi vii esimo e miesimo dal:1'obbligo di un'analisi dettagliatadella condizione di passività degli enti mu-tualistici, che del resto è nota a tutti, anchese non nei particolari, cioè ente per ente,voce per voce, ma nella globalità si sa chesupera addirittura i 1.000 miliardi.

Per guadagnar tempo passerò quindi ad unaltro articolo, il43, che wale offrire un note-vole nisparmio di spesa per medicinali agli

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SenatO' della Repubblica ~ 17034 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

enti mutualistici, e all'articO'lo 44 che faobbligo al CIP (Comitato interministerialeprezzi) di svO'lgere ogni tre anni una appro~fondita indagine sul rapporto tra costi dipraduzione e prezzi di vendita dei medici~nali.

Debbo canfessare il mio scetticismo cO'sìsul primo come sul secanda artkolo. Mirendo conto anah'lio ohe «il carattere d'ur-genza '~ ripeto le parole della relazione ~

dei problemi cui il decreto in esame si rife~risce non consentiva interventi immediatidi natura strutturale ». Ma è pur vero che aquesta forma di provvedimento, a questariforma strutturale si davrà prima o poi arri-vare, ove davvero si vaglia gi;unge:~e allamoralizzazione di un settore che, per esseretanto importante per la salute pubblica, nO'npuò più oltre essere affidato al lucro privatoed essere scarsamente cantrollato, forse per-chè è scarsamente controllabile obiettiva-mente. Cosa che, per una somma di fatti chepiù valte, anche se non in mO'do approfan-dito, si sano discussi in CommissiO'ne sanità,

assume vera caratteristica di rapina sullanecessità reale del cittadino di provvederealla difesa della sua salute, sulle necessitàtalvolta anche immaginarie di cure, preven-tive e non; di rapina per la scarsa educaziO'nesanitaria sulla quale si specula senza scru~polo alcuno, per i mali anche gravi che l'abu-

so o l'uso improprio di medicinali sempreporta can sé.

Onorevoli colleghi, io credo di poter dire,senza timore di gettare un sasso nello sta~gno, nella morta gara di privilegi antichi,che così come è maturato aggi il prablemadella riforma ospedaliera e sanitaria, cosìcome si è giunti al convincimento della ne-cessità di un radicale superamento del siste-ma mutualistico, non si passa più oltre atten-dere per pO'l're sul tappeto il prablema di unapubblicizzazione, almeno parziale inizialmen-te di una azienda pubblica, di una aziendadi Stato, ripeto, anch'essa da attuarsi gra~dualmente, per la produ:z.ione di quei prodot~ti farmaceutici almeno essenziali e per lavendita degli stessi, con tutte le garanzie divalidità terapeutica e di costo che solo unaazienda pubblica può fornire.

Onorevoli colleghi e onorevole rappreiSen~tante del Gaverno, spero che anche questonon sia uno di quei problemi per i qualiil Parlamento l1invia discussioni, accertamen~ti, inchieste e decisioni. Credo che il Parla~mento nan vorrà attendere che siano i sin~dacati a porre questo problema in nastra ve-ce, ma che si po~sa studiare qui, in Parla~mento, l'avvio a soluz~ane di un problemain un settore che investe la salute pubblica,dove si sono raggiunti livelli di immorale spe-culaz,ione non più tollerabili. Fatte alcunelodevoli eccezioni, i,l nostro è diventato, perquanto rigua.:rda produzione e vendita di que~sti prodotti medicinali, il vero paese di Ben~godi, alle s'palle e a spese di tutti i cittadiniitaliani mutuati e non mutuati. E credo chequanto ho detto basti perconfermarci ,lanecessità, collega Banfi e collega Terracini,di porre il problema dei rapporti Parlamen~to-Gaverno"sindacati in una visione armo~nica e razianale che farse non si è verificatafino adesso. Ma credo che questo sarà tantopiù possibile quanto ~l Parlamento sapràrendersi interprete di queste esigenze; sa-prà anticipare e sollecita:re, con i mezzi asua disposizione, la realizzazione di questeed altre riforme in altri settori. Solo co~sì nai riacc:rediteremo il Parlamento e nonci lasceremo sfuggire di mano quell'autoritàche per molte vie oggi si sente sfuggire e chepreoccupa, cOlme abbiamo sentito dalle paro-le, dagli :accenti, dalle cose dette, e dalle cosenan dette, ma implicite, dei compagni Banfie Terracini nei loro interventi di ie]1i e l'altroieri.

Mi soffermerò su un altro articolo, l'arti~colo 45 del decreto-legge n. 621. Su questoarticolo avrei molte cose da dire, ma prin-cipalmente una: e precisamente l'inoppar~tunità, a mio parere, di creare con quell'ar~

ticoJo un altro organismo, notevolmente ple~

torÌiCo, tra l'altro, fonte quanto meno di

conflitti inevitabiili Call l'Ente regione chevedrebbe, in parte o in tutto, sottrarsi ilcompito ad esso assegnato dall'artkolo 56

della legge di riforma ospedaliera (legge 132del febbraio 1968) in una con il disposto del-

l'articolo 55 della legge n. 62 del 10 feb-braio 1953.

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Senato della Repubblica ~ 17035 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Qui il Ministro, del lavoro ha sostenuto che« l'esigenza di dar vita all'articolo 45 è do-vuta alla necessità prioritaria di conteneregli sprechi che oggi si verificano nel settoreospedaliero », così come è affermato nella re~lazione della sa Commissione. Questo è unlodevole pI'oposito prospettato dall'onorevoleDonat~Cattin, ma questo compito può essereugualmente assolto dall'organo regionale pri-ma citato senza creare un pericoloso dop~piane.

Ha ragione il Ministro di preoccuparsi del~la lievitazione della retta ospedaliera, mapenso che non sia il modo più efficace perovviare a questo inconveniente quello pro~posto dall'articolo 45, ove si pensi alle com-ponenti molteplici che concorrono alla for~mazione della retta. Bisogna riflettere a fon-do su questi problemi che investono questio~ni di attrezzature, di organici, di compensi,tutt'altro che perequati, che consentono an~COl' oggi, nonostante sia sempre più accen~tuato illlavoro di gruppo, ad alcune catego-rie di guadagnare moltissimo e ad altre, chepure operano nello stesso settore e nellostesso gruppo, di guadagnare molto meno.

Ohi ha orecchie intenda! Non vorrei in-trodurre oggi un discorso in vero molto dif~fkile e molto complesso, che peraltro dovràfarsi assai presto in ordine, ad esempio, aicompensi fissi mutualistici che da soli co~stituiscono un gravame notevole e una fontedi privilegi economici sempre meno giusti~ncati. Vi è la necessità di prevedere, io cre~do, in una con i compensi minimi, forse an~che un plafond per quelLi massimi, che inalcuni casi arrivano a cifre colossali, comeben sanno i nostri colleghi presidenti di ospe-dali e come ben sanno coloro che per sè oper la propria famiglia, san dovuti ricorrerealle prestazioni di taluni cosiddetti luminaridella scienza, pagando prezzi che travalicanoogni giusto limite.

Per quel che mi riguarda personalmente,ero giunto alla conclusione, di proporre sicet simpliciter la soppressione dell'intero ar~ticolo 45, ma, stante le dichiarazioni del mi~nistro Donat-Cattin, l'accoglimento da partedella sa Commissione di queste dichiarazionie l'impegno del Ministro di meglio « valutarein Aula l'opportunità di emendamenti che

4 OTTOBRE 1970

valgano a l'iconfermare il potere di interven~to degli organi regionali », non proporrò piùla soppressione di tale articolo e mi rimette~rò alle decisioni che scaturiranno dal dibat-tito al momento dell'esame dell'articolo stes~so. Del resto non è tanto quest'articolo chemi ha angustiato in questi giorni, quanto ilsuccessivo, cioè l'articolo 46. Con la sua ap~plicazione saltano i presupposti di quell'ade-guamento, dei servizi ospedalieri nei rapportinumerici sanitari posti letto e personale sa~nitario in genere che pure trovavano la lororagion d'essere nell'esigenza di migliorareun'assistenza ancora troppo approssimativain molti ospedali italiani. E non solo in queitristi e squallidi ospedali che abbiamo incon~trato nel nostro giro nel Sud, ma anche piùin sù, nel più avanzato Nord che meglio co~nasciamo. A questo punto mi si è fatto rile~vare che non si è fatto buon uso del dispostodelle leggi delegate; che non si è fatto buonuso delle norme della :legge sulla riformaospedaliera; che si sono troppo affrettati itempi di attuazione di talune norme che an-davano, come era nella logica, attuate congradualità; che si è talvolta arrivati perfinoad artifici non sempre lodevoli per gonfiarele caratteristiche di un dato ospedale ai finidella sua classificazione, con divisioni di-chiarate affrettatamente esistenti, con perso~naIe magari non ancora esistente, ma concosti denunciati, da valere per il futuro, mache in realtà non esistono oggi. Certamentequeste cose, almeno in parte, io le conosco,e non posso pertanto, anche se a malincuore,non arrendermi alle ragioni di chi, per averfatto della riforma ospedaHera e sanitariauna ragione di lotta durata per anni, deve,per il buon fine stesso della riforma, impedi-re che altri arbitri si compiano per un ma~linteso criterio di prestigio locale, dannoso,in definitiva, per l'intera comunità. A malin~cuore, ripeto, voterò anche quest'articolonella speranza che si cominçi, dal momen~to dell'approvazione di questo decreto~legge,dall'avvio vero e proprio della riforma ospe~daliera verso quei traguardi di civiltà in cam-po sanitario, tanto lungamente attesi, che sicominci ~ ripeto ~ veramente a considera~

re con equilibrio, con razionalità, la soluzio-ne di questo problema. Si tratta di superare,

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17036 ~

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sì, gli squilibri tra numero dei posti letto traNord, Centro e Sud d'Italia; cosa che costi~tuisce un problema, a mio parere, da risolve~re in via assolutamente primaria. Non è pos~sibile infatti che si perpetui per ohissà quan~to tempo ancora una situazione che vede con~tro i sei~sette e talvolta otto posti letto nelNmd, H 3A per miHe nel centr'O~Italia, il 2 oanche meno posti letto per mille nel Sud, enelle l,sole. Non è possibile che si assista, nel~le zone economicamente più depresse delPaese, al fiorire e all'aumentare deHe case dicura private, nell'assenza o nell'insufficientepresenza degli ospedali pubblici, e quindidello Stato, il quale ha il dovere costituzio~naIe, lo ricordo a chi non lo avesse presente(e mi scuso se insinuo una cosa inconcepi~bile da parte di parlamentari), in vi,rtù del~l'articolo 32 della Costituzione, di tutelare lasalute di tutti i cittadini.

Ebbene, lo Stato deve una buona volta ri~parare queste antiche ingiustizie e compiereil massimo sforzo di adeguamento, così daeliminare gli squilibri che altra volta ~ e

non lo farò in questa circostanza ~ ho avu~

to modo di esporre al Senato.A ciò dovrà aggiungersi la creazione di

quelle unità sanitarie locali che fanno partedell'impegno assunto dal Governo con i sin~dacati. Unità sanitarie locali che, se pur daicontorni ancora un po' indefiniti o non bendelineati e ancora allo studio, presentanogià peraltro, pur allo stato di progetto, ele~menti enormemente suggestivi di razionalee di capillare intervento nei tre momenti del~la medicina: preventiva, curativa e riabili~tativa e, aggiungiamo, di educazione sanita~ria, tanto necessaria, la quale produrrà be~nefici immensi ed anche immense economierispetto alla caotica situazione odierna.

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA

(Segue FER R O N I). Certo, onorevoleministro Ferrari ~ Aggradi che detiene le chia~vi del tesoro, certo quest'enorme operazionedi civiltà sanitaria comporterà per molti an~ni sacrifici notevoli in campo finanziario. Maquali benefici in prospettiva! Benefici im~mensi, lo confermo, anche ~ perchè no? ~

in campo economico oltre che in quello del~la solidarietà o, per chi voglia, della caritàtra gli uomini. In più occasioni io ho avutomodo di sollecitare gli economisti (di tuttele parti politiche, anche della mia) ad unapiù attenta riflessione, ad una più attentameditazione sul nesso esistente tra salutepubblica ed economia. Ma temo, ahimè, chenella suggestione dei problemi tecnico~indu~striali, nell'ipnosi dei problemi dello svilup~po tecnologico~industriale, non sempre i no~stri economisti abbiano affrontato con im~pegno e con meditazione quest' aspetto delproblema; che non lo abbiano affrontato se~condo la concezione di quel Ministro della sa~nità americano che, nell'assumere il suo di~castero, definì così il problema: «il più im-

portante affare di politica economica che ab~bia sulle braccia il Dipartimento di Stato ».

Bisogna avere il coraggio di porre il pro~blema sanitario in questi termini se si vorràun vero progresso in questo campo. E al~lara non sembrerà più un sacrificio quellodi investire oggi 320 miliardi e domani altrecentinaia di miliardi, per un assetto sanita~

l'io che varrà a prevenire, a curare, a recupe~rare e a riabilitare, fisicamente e moralmen~te, milioni di cittadini oggi troppo a lungoe talvolta per sempre, per mancanza di cure,sottratti ad ogni attività produttiva e gra~vanti per cifre incalcolabili, veramente incal~colabili, sulla collettività nazionale. Noi so~cialisti in particolare, che da anni ci battia-mo per ]l problema sanitario, ripetiamo chenon è un'elargizione quella che chiediamo;non è, secondo un'antica e ormai ben st1Jpe~rata concezione caritativa, una sovvenzione,concessa oggi sotto la pressione dei « poveriche hanno fretta », sotto la pressione dei sin~dacati. In realtà noi ohiediamo un investi~mento vero e proprio e non a fondo perduto,

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ma che sarà in definitiva un investimentoproduttivo in direzione del bene che unmaggior intervento sulla salute pubblicacomporta per l'economia del Paese.

Qui potrei forse anche concludere il miointervento se non avessi qualche cosa da direa proposito di economia di spese. Ho accen-nato all'inquinamento atmosferico. E Istatoper alcuni anni un tema che mi ha moltoappassionato; al punto che anche all'internodel mio partito, una decina di anni fa, sipensava ohe io soffrissi di una specie di ma-nia. Oggi è diventato un problema grave e imaniaci sono diventati molti. Ma c'è un altroproblema, non "meno grave: quello dell'in-quinamento delle acque. Onorevole Ministrodel tesoro, abbiamo impiegato più di ottoanni per attuare la legge contro l'inquina-mento atmosferico, caduta per ben due le-gislature. Finalmente nella precedente legi-slatura abbiamo approvato la legge n. 615contro !'inquinamento atmosferico. Non sipuò dire per la verità che i cittadini si sianomolto impegnati per l'attuazione della pri-ma parte di questa legge che riguarda !'in-quinamento da impianti domestici. Ed ècomprensibile anche che il Ministro dellasanità debba imporre provvedimenti drasticiperchè almeno da quest'inverno non si con-tinui ad impiegare carburanti ad alto tassodi zolfo così da non mantenere tanto alto ilgrado di inquinamento sulle nostre città. Di-cevo che è scarsamente applicata per;chè for-se non più del 30AO per cento degli utentidegli impianti di riscaldamento usa oggi ilgasolio o altri carburanti a basso tasso dizolfo.

Per quanto poi riguarda il campo indu-striale, da quattro anni stiamo aspettandoquel regolamento e l'altro, contro gli inqui-namenti provenienti da mezzi motorizzati,che rappresentano uno degli aspetti più gra-vi dell'inquinamento atmosferico. Non ave-te che da uscire da quest'Aula e imboccarela strada che porta alla piazza del Pantheonper constatare come addirittura, in alcunimomenti, sarebbe necessario un fazzolettosulla bocca per passare accanto alle macchi-ne le quali, muovendosi a velocità ridotta,emettono dai loro scarichi fumi neri ricchidi benzopirene, benzolo e di altre sostanze

inquinanti ad altissimo potere cancerogeno.Per non parlare poi dei detriti di asfalto edei rifiuti di gomma che restano a lungo nel-l'atmolSfera fino a sette, dieci, quindici metri.Anche nel oampo deLla motorizzazione dun-que bisogna intervenire perchè le macchinenon sputino più veleni sui cittadini, sui bam-bini. Quando vedo un bambino in carrozzinoper una di queste strade, mi sento venire ibrividi al pensiero delle intossicazioni chequel bimbo subisce, dei veleni che non puòfare a meno di aspirare.

Bisogna avere il coraggio di intervenire,anche se sarà necessario applicare sulle mac-chine degli apparecchi che costano qualchemigliaio di lire per impedire che il fumo ne-ro esca dagli scarichi. E necessario che gliindustriali italiani, come quelli inglesi e per-fino quelli spagnoli, si rassegnino a perfezio-nare i propri impianti di captazione degli in-quinanti, e bisogna che ciò sia fatto presto.

C'è, dice¥o, l'inquinamento deLle acque. Sevi era bisogno di una testimonianza, il navi-gatore sulla barca di papiro ce l'ha fornita.Egli ci ha detto come anche gli oceani, chenoi ritenevamo i più puri, siano largamenteinquinati per chilometri e chilometri da ma-teriale scaricato da petroliere, volontaria-mente o in seguito a naufragi. Quando sen-tiamo dire che con delle sostanze solventi siè eliminata la macchia di nafta, dalla super-ficie, non pensiamo che quei 'Solventi calanoin profondità, vanno sul fondo marino e di-struggono la flora e di conseguenza la faunamarina.

Se ciò si verifica negli oceani, è facile com-prendere quale sia lo stato delle altre acque.Tutti ricordiamo cosa è successo in que-st'estate per l'inquinamento delle nostre ac-que costiere e delle acque dei fiumi. Posseggouna raccolta, risalente a molti anni fa, conun elenco che è ormai l'elenco di tutti i fiumie di tutti i corsi d'acqua italiani, dei quali lastampa denunciava !'inquinamento. Provve-dimenti non sono stati presi in tempo. Oggifinalmente c'è un disegno di legge all'esamedel Parlamento. A tale proposito, senza voleranticipare dei giudizi che mi riservo di espri-mere in Commissione sanità, chiamata adesprimere un par-ere, penso di poter dire cheoccorrerà evitare quei provvedimenti mac-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17038 ~

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

chinosi fatti di organismi pletorici in cuinon si combina nulla, per la troppa gente damettere insieme, per gli inevitabili attriti econflitti di competenza che si possono evita-re dando corso a provvedimenti estremamen-te più semplici.

Per quanto ne so, in altri Paesi, membrigiurati del Ministero della sanità sono pre-posti a questi controlli e solo dopo gli accer-tamenti sanitari intervengono il Minister:odell'agricoltura, il Ministero deL1'industniae il Ministero dei lavori pubblici per i prov-vedimenti del caso. Ma il controllo inizialeva affidato esclusivamente al Ministero dellasanità. Comunque ne riparleremo quando di-scuteremo il disegno di legge. Ma credo chetroveremo molte resistenze; perchè non c'èun'industria italiana che non vada a scarica-re nei fiumi, nei corsi d'acqua, nei marginilagunari i rifiuti delle sue lavorazioni. Perso-nalmente io possiedo un'indicazione risal:.~n-te a 5 o 6 anni fa con tutte o quasi le indu-strie inquinanti di Marghera. La possiedecerto anche l'autorità sanitaria e forse an-che l'autorità comunale e provinciale, manon è mai seriamente intervenuto nessuno.Si attende la legge dello Stato.

Ebbene, onorevole ministro Ferrari - Ag-gradi, una delle ragioni che si adducono peril ritardo dell'approvazione di questa leggesull'inquinamento delle acque è quella dellamancanza dei fondi. Io non credo che lei ab-bia la vocazione dell'untoI1e, e non voglia diproposito trovare i mezzi perchè questa leg-ge vada aVianti. Credo il contranio. Mi con-senta di dire a lei, oggi, quello che dissiall'onorevole Colombo Minilstro del tesoroailcuni anni fa a proposito dei provvedimentiper Venezia: \{ So bene che tutti ricorrono alei; so bene che è pressato da tutte le parti;so bene che lei deViefare ill Minosse che rin-ghia anche se ringhia garbatamente, come èsuo costume. Ma ormai è necessario ohe nonsi pongano di queste remare per il passaggiodi questa legge. Un miHardo o due si posso-no sempre reperire. Ed è questo un disoorsoohe si lega ad un provvedimento (credo ohesi tratti di una circolare del 1954, se la me-moria mi aiuta) dell'attua1e nostro Presiden-te del Senato senatore Fanfani che, nel pI1e-s<entare H suo Governo, proponeva una serie

di tagli a <talune spese inutiLi. Ebbene, iole dico con estrema franchezza, onorevoleMinistro del tesoro: tagli le spese inutili,per esempio diminuendo qualche decina dimaochine ...

A L BAR E L L O. Lei è buono, senatoreFerroni. Dica migliaia.

FER R O N I. Mi limito a qualchedecina più o meno legittimamente a dispo-sizione di autorità e di alti funzionari. COInil risparmio solo in questo settofle (e potreioÌJtaflnealtri) lei recupererebbe i mezzi neoes-sari per l'applicazione della legge di cui par-lavo.

Ma oi sono ben altre economie da fare!Ci S011l0ben altri tagli da fare! E vorrei dir-le, onorevole Ministro, che forse il Governoha commesso un errore psicologico. Io cre-do che, se assieme al decretone, del resto lar-gamente accettato, gliene dò atto, dalla po-polazione, perfino, nonostante le apocalitti-che denunce di molti oolleghi, in materia dibenzina; largamente aooettato perchè ci sirende conto. . . (Vivaci proteste dall'estremasinis tra).

V A L O R I. Ma chi gliela ha detto? Macon quale gente parla? In Italia tutti sareb-bero entusiasti del decretone: non ho maisentito una cosa di questo genere!

FER R O N I. ... che questo problemadel tmffico è taLe che oltI1epassa i limiti delsopportabile: nelle strade non si camminapiù... (Commenti dall'estrema sinistra). Selei ohiede a qualcuno di questi colleghi cheora stanno gnidando, in privato, lie diranno

~ ed è una e.resia natumlmente ~ che ben

di più dovnebbe esseI1e aumentato iil prezzodella benzina. (Vivaci proteste dall'estremasinistra). .

C A V A L L I. Il decreto l'abbiamo su-bìto, non accettato.

FER R O N I. Dicevo, onorevole Mini-stro, che il decreto al nostro esame, che èsgradevole certo, sgradevole per voi che ave-te dovuto presentarlo, sgradevole per noi

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che dobbiamo votarlo e sgradevole per lapopolazione che deve subirlo, per molti deisuoi aspetti, come dicevo all'inizio, tuttaviasarebbe stato ben più volentieri accolto se,accanto ad esso, fossero stati annunciati ~

e potete ancora farlo ~ provvedimenti di ri-duzione di spese inutili; il che costituirebbeun aspetto importante di moralizzazione del-la vita pubblica.

FER R A R I - A G G R A D I Mini-stro del tesoro. Io l'ho ascoltata con moltointeresse, senatore Ferroni, e mi compiaccioperchè come aI solito il suo discorso è con-oretamente serio oltre che molto appassio-nato. Ma voglio sottolineare un fatto, pro-prio in relazione all~ultima domanda che lei i

ha posto. Io credo ohe quei mezzi dobbia-mo trovarE, ma perohè questo avvenga bi-sogna fare esattamente quello che Ilei di-ceva: prima di tutto cioè fissare le prioritàuna volta per Isempre, dire che cosa ,ritenia-mo più importante e ohe cosa riteniamomeno iimportante; e, in ,secondo luogo, con-vincerei che il problema fondamentale nonè quello di spendere di più, ma quello dispendere meglio, e H nostro sforzo deve es-sere quello appunto di spendere meglio perconsentire che ci siano poi ì mezzi per farele cose importanti che lei g~ustamente sot-tolinea.

In questo senso lIe debbo dire che apprez-zo 'molto il suo intervento e la ['ingrazio.

FER R O N I. Io la ringrazio; e con-divido il criter,io delle Slcelte. Ma anche inquesta materia, gli inquinamenti, può inne-starsi i'1problema nel quale si è intlattenru-to ieri il collega Banfi. Non vi siete aocortiche la magistmtura è dovuta intervenire, inassenza appunto di provvedimenti dello Sta-to, e, peggio ancora, di prov1vedimenti deglienti locali, comuni e provincie non meno in-teressati alla questione? E non sentite unsenso di imbarazzo nel constatare ohe lamagistratura è costretta ad intervenire a di-fesa della salute pubbliJca laddove manca,per un complesso di ,ragioni che in parteho detto, l'intervento dello Stato?

Ecco allora ~ e vorrei concludere ~ chesenza questa seria presa di coscienza da par-

4 OTTOBRE 1970

te del Parlamento sutla esigenza di provve-dimenti tempestivi che assecondino il corsode'lla storia, che siano, come si è detto, afavore «dei poveri, che hanno fretta », diprovvedimenti che valgano a sopperire allelacune, aLle mancanze e agli squilibri delnostro Paese; se il Parlamento non sapràtempestivamente operare e decidere, non giài sindacati (del che potremmo anche com-piacerei) ma al1Jre forze, persino la magi-stratura, si sostituiranno al Parlamento. Equesto è, a mio avviso, uno dei pericoli piùgravi per la vita demooratica del nostro Pae-se, cui ho voluto, anohe se sinteticamente,accennare, per non lasciare senza eco ledomande del co,uega Banfi.

Noi dobbiamo stare attenti ad anticiparei tempi delle nostre scelte e delle nostre de-cisioni, onorevole Ministro, per quella svol-ta di civiltà che io mi illudo trovi l'inizio,par la parte ,sanitaria, anohe da questo prov-vedimento che della riforma sanitaria poneconcretamente le basi. (Applausi dalla sini-stra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Pi1rastu. Ne ha facoltà.

P I R A S TU. Signor Presidente, si-gnor Ministro, onorevoli !Colleghi, il dibat-tito che si è svolto fino ad ora dimostrachiaramente la validità della nostra richie-sta al Governo di pronunciarsi sui suoi pro-positi, sulla sua volontà in merito alle ri-forme.

Come abbiamo detto in Commiissione ecome il senatore Terradni ha ripetuto inquest'Aula, pregiudizi aIe ad un serio e ap-profondito dibattilto su questo decreto eraed è un esame della politica di governo suHeriforme, di cui queste misure oongiunturalidovrebbero costituire la premeslsa e l'avvio.

Abbiamo appreso dai giornali che nel cor-so dei colloqui e degli incontri con i sinda-cati sono stati raggiunti certi <risultati, sonostati conseguiti certi successi; e noi siamofavorevoli agli incontri tra Governo e sin-dacati e a queste trattative; le riteniamo unfatto importante e positivo perchè credia-mo in una società democratica pluralisticadove diverse voci possano dsuonare e la vita

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politica ,si articoli in molteplici centri. Pen-siamo anche che alcuni dei risultati crag-giunti in questa trattativa rappresentino unsuccesso dovuto alla lotta, aHa lunga lottadei lavoratori per le riforme, ma il Parla-mento deve restare sempre l'organo cheunifica, che coordina le diverse istanze e imolteplici interessi. Invece il Parlamentofino a questo momento è del tutto ignoratoe le sue funzioni, le sue prerogative sono deltutto disattese. Noi discutiamo un decreto-legge che dovrebbe essere, secondo quantoafferma il Governo, la premessa per le ri-forme, e il Governo non ci ha ancora riferi-to sui suoi propositi, sulla sua politica inmerito alle riforme, non ci ha riferito suitempi, sui modi di queste rifoI1me. Dobbia-mo limitaI1ci ad apprendere dai gioI1nali no-tizie talvolta confuse, talvo'lta contradditto-rie, senza che il Parlamento possa pronun-ciarsi, senza che il Parlamento sia neppureinformato.

Noi non vogliamo entrare nel merito delleintese 'raggiunte perchè come partito e,comeGruppo, quando si discuterà in Parlamento,esprimeremo il nostro pensiero che puòdarsi non coincida in tutto con quanto èstato deciso. Ma abbiamo chiesto e chiedia-mo che il Parlamento sia messo in grado dipronunciarsi, ipeI1chè altrimenti un dibat-tito sul deoreto 'J:1estaun dibattito monco eprivo di una componente essenziale.

Comunque questo atteggiamento del Go-verno che 'si rifiuta diesporr-e la sua poli ti-casullle riforme convalida quanto abbiamodetto sin da quando è stato promulgato ildecreto e cioè che sostanzialmente il decre-to stesso non è finalizzato verso una poli-tica di riforme, ma rappresenta uno stru-mento fiscale diJ:1etto a sostenere il sistema.H Govermo, inoltre, con il suo rifiuto di farprecedere il dibattito sul decreto da un di-scorso sulle riforme, ha anche perseguì10il fine di impedire lacerazion,i e divisioni nel-la maggioranza assai composita che lo so-stiene.

Questo è un altro punto ohe mi sembragiusto sottolineare. Il Governo, dUfalnte ildibattito in Commissione, ha tentato in tuttii modi di costringere la sua maggioranza auna rigida disciplina, sorvrapponendo a unlibero dibattito parlamentare un dibattito

chiuso nell'interno del centro-sinistra. Men-tre in Commissione finanze e teSOJ:1Oera incorso il dibattito, si susseguivano gli incon-tri neLl'interno del centro-sinistra per mo-dificare il decreto. E 'solo l'ultimo giornovennero presentati gli emendamenti cono-sciuti soltanto dq alouni esponenti del cen-tro-sinistra, ignorati persino dal Presidentedella Commissione...

FER R A R I - A G G R A D I Mini-stro del tesoro. Se mi consente, debbo direche questo non era nè il nostro intento, nèil nostro spirito e se i Gruppi si sono riunitiè stato per tenere conto degli accordi inter-venuti da tutte le parti, ivi compresa lavostra che su molti punti ha dato delleindicazioni che noi abbiamo tenuto nellamassima considerazione.

P I R A S TU. Prendo atto di questasua dichiarazione di intenzioni e di propo-siti. E evidente, del resto, che tutti i Grop-pi, quindi anche i Gruppi di maggioranza,possono riunirsi, possono discutere e pre-sentare emendamenti. Questo è indubita-bile, però obiettivamente si tentava di so-vrapporre a un dibattito libero in Commis-sione un qualcosa al di fuori della Commis-sione, al di fuori delle decisioni prese inCommissione e in mezzo a contrasti e lace-r~zioni. Tanto è vero che soltanto l'ultimogiorno vennero presentati gli emendamentipiù importanti. Noi non ohiediamo un Go-verno assembleare, ma vogliamo che prov-vedimenti così importanti siano discussiliberamente nel Parlamento e che si instau-ri un dibattito reale tra le forze politichetale da consentire al Parlamento la possi-bilità di adottare decisioni diverse. Sul de-creto si sono subito contrapposte due linee.Da parte del Governo, della maggioranza~ o almeno da una parte della maggio-ranza ~ e nella relazione, che però non èpriva di un certo spirito critico e di cer-teosservazioni interessanti, !si afferma che ildecreto si propone di comprimere alcuniconsumi privati non indispensabili per esten-dere i consumi sociali, promuovendo unaripresa degli investimenti e promuovendo

l'avvio di una politica di riforme, a comin-ciare da quella sanitaria.

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Senato della Repubblica ~ 17041 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Il decreto però è 3IppaJ1S0 subito a tuttele forze di sinistra, ai lavoratori e alle massepopolari come qualcosa di ben diverso, co~me la continuazione sostanziale della vec-chia politica congiunturale, come un tenta~tivo di far pagare ancora una volta ai lavo-ratori il costo degli errori e delle colpe dellaclasse dkigente, i limiti e le contraddizionidel sistema. Si deve considemre il decretonel quadl'O della situazione economica e po-litica risultante dalle grandi lotte operaiedell'autunno caldo.

Certo, queste lotte hanno contribuito arompere equilibri vecchi e ormai consoli-dati e hanno determinato una nuova situa-zione

.eoonomica e sociale, ma si iUude

chiunque pensi che si possano ris,tabilire ivecchi equilibri, che si possa ritornare in~dietro, che si possa espandere la produzioneripristinando nelle fabbriche un regime divita e di lavoro che gli operai hanno chia~ram ente respinto: occorre andare avantiassicurando l'espansione produttiva con unforte volume di investimenti, sviluppandola ricerca tecnologica e utilizzando tutte lerisorse del nostro Paese in uomini e ca-pitali.

Noi comunisti, pur rifiutando qualsiasiallarmismo strumentale, pensiamo che perfare le r.iforme sia necessaria una congiun~tura favorevole; riteniamo che le riforme,liberando tante risorse, creino una condi-zione favorevole per lo sviluppo economico.Quindi non intendiamo nascondere in alcunmodo le diffiooltà economiche presenti neUasituazione e non pensiamo neppure che sianecessario formulare previsioni ottimistichecirca ,lo 'sviluppo della produzione e del red-dito, sempre al fine di dimostrare la possi-bilità di imboocare la via delle rironme.

L'economia italiana si trova in una diquelle fasi ricorrenti di crisi congiunturaliche sono proprie del sistema e che, per lasua stl'uttura, per le sue contraddizioni, perla sua arretratezza e debolezza, si creanocontinuamente. L'attuale situazione non èstata però, come affermano le forze delladestra e gran parte dei democristiani, pro-vocata dagli scioperi, dagli aumenti salariali.La stessa relazione dell'OCSE ,[konoscechiaramente questo fatto e fa una diagnosi

della situazione italiana che pone in lucetutte le debolezze strutturali del sistema.

D'altronde, la competitività della nostraproduzione è stata conservata e non è statalimitata dagli aumenti dei salari, perchè au~menti ben più 'Consistenti si sono avutinegli altri Paesi dentro e fuori del Mercatocomune. F.roprio in questo periodo vi sonoforti lotte in Germania e in Inghilterra cheotterranno nuovi, forti aumenti dei salari.Nè deve preoccupare l'andamento della bi~lancia dei pagamenti.

L'interessante analisi economica fatta dal-la relazione si ferma al primo semestre, magli ultimi dati provvisori dell'agosto dimo-strano .chiaramente una inveI1sione di ten~denza con un attivo nella bilancia dei paga-menti di oltre 90 miliardi e con un aumentoddleriserve ufficiali netto di 60 miliardi:tutti elementi questi che fanno ritenere chealla fine dell'anno si avrà un risultato mi~gliore di quello dell'anno scorso.

n fatto poi che !}'importazione abbia se~gnato un ulteriol'e aumento rilevante non èdi per sè un fatto negativo, tanto più chel'esportazione ha raggiunto un aumento re~cord che dimostra la competitività della no-stra produzione. L'andamento dei movi-menti di capitali, con il ,rientro, sia puregraduale, di capitali, fanno ritenere che ilsaldo negativo della bilancia dei pagamentialla fine dell'anno sarà nettamente inferiorea quello dell'anno scorso.

Certamente esistono nell'attuale situazio-ne difficoltà e perfino pericoli; noi lo ab-biamo riconosciuto e lo riconfermiamo:occorre un'azione urgente ed iUlmediata, masi tratta di difficoltà e di pericoli che deri-vano dalle debolezze strutturali del sistema.

La direzione del mio partito, in un suocomunicato, 1'8 luglio scorso, faceva unaanalisi della situazione economka e propo-neva una politica economica la cui validitàmi sembra confermata dai più recenti svi-luppi ddla situazione. Innanzitutto occorreurna politica di investimenti per promuovereuna espansione altamente qualificata dellaproduzione; questa espansione qualificatadella produzione è strettamente collegataad una politica rivolta ad aft,rontare seria-mente ed in modo decisivo i problemi del

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Senato della Repubblica ~ 17042 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Mezzogiorno e della rifovma agraria, quindidell'oocupazione, perdò è necessaria unamanovra creditizia, altamente selettiva, edun controllo ed una selezione della spesapubblica.

Anche noi riteniamo ~ lo a:bbiamo dettosin dalle prime battute in Commissi.one ~

ohe siano necessari provvedimenti urgentie, se volete usare questo termine, congiun~turali; non rifiutiamo in senso assoluto nep~pure misure di prelievo fiscale, ma questiprovvedimenti devono essere finalizzati aduna politica nuova di sviluppo ohe avvii leriforme ed il prelievo fiscale; inoltre nondeve colpire i lavoratori, le masse popolari,ma deve colpire coloro che possiedono eohe non pagano le tasse e le imposte comedovrebbero fare.

n decreto del Governo segue invece un'al~tra strada che è poi sostanzialmente la vec-chia strada, quella cioè iseguìta nella crisicongiunturale, per tanti aspetti diversa dal~l'attuale, del 1963-64. Oggi sono mutati imodi della fOI1mulazione, ma la sostanza èanaloga e noi non comprendiamo come1'0norevO'le Giolitti, che nel 1964 era statotiepido sostenitore e poi avversario di queiprovvedimenti congiunturali, abbia ora as~sunto una diversa posizione.

Mi sembra che il Governo abbia accettatoin sostanza la linea esposta da Carli nellasua relazione recente alla Banca d'Italia;si vuole rastrellare una notevole massa didenaro circolante, operando un forte pre~lievo fiscale di oltre 600 miliardi fra il 1970e il 1971.'

Presidenza del Vice Presidente SPATARO

(Segue P I R A S T U). In tal modosi tende a liberare, almeno in parte, il mer~cato finanziario dalla pressione della spesapubblica, ad eliminare il baratro del disa~vanzo delle mutue per peI1mettere una ma-novra creditizia in favore del grande capi~tale. Infatti, al decreto è suoceduto subitol'annundo della liberazione delle riserveobbligatorie delle banche. SuWampiezza edurata di questa manovra creditizia proba-bilmente vi sono già o sorgeranno dilssensifra il Governo e la Banca d'Italia e l'auto-rità monetaria. Questo è il nuovo fine deldecreto~legge: dare nuova fiducia al grandecapItale, favorirlo ed incentivarlo, creare lecondizioni per il ,ritorno, almeno parziale,dei capitali italiani al,I'estero, determinareuna nuova espansione capitalistica dopo lelotte dell'autunno caldo. I mO'desti aumenti,inadeguati, insuffidenti per gli artigiani, perle pkcole e medie aziende non possono certoriuscire a nascondere la vera natura deldecreto; in sostanza si chiede ancora unavolta ai lavoratori, alle masse popolari, dipagare, di sopportare il peso degli errori edelle colpe deHa classe dIrigente, dei capi~

talisti; di pagare per qual fine? Non perrinnovare il Paese, non per avviare un pro~cesso .di riforme, ma per difendere e conso~lidare un Isistema cile per le sue caratteri~stiche strutturali non può non provocarequesta cOlme le altre crisi congiunturali.

Si è scelto un preliev.o fiscale che fora-tore che mi ha preceduto ritiene che siastato accolto con entusiasmo dalle massepopolari. Si è scelto un prelievo fiscale checoLpisce i lavoratori, lIe grandi masse popo~lari, aumentando il prezzo ddla benzina,deJle patenti, del bollo, detevminando un au~mento generale del costo della vita, sot~traendo quindi ai lavoratori una parte diquanto avevano conquistato con lIe l.oro lottesalariali.

Ma quello che ha of£eso di più i lavora-tori e che li ha portati ad una decisa oppo-sizione al decreto è soprattutto il fatto che,mentre si colpiscono i più poveri, mentire siaumentano le imposte indirette, si conce-dono agevolazioni tributarie al grande capi~tale, alle grandi imprese.

A queste obiezioni la maggi.oranza rispon-de che non era possibile una scelta diversa;

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Senato della Repubblica ~ 17043 ~ V Legislaturu

330a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

da punti di vista contrastanti, questa è latesi avanzata dal Governo, dai relatori, daicolleghi Belotti e Trabucchi e dallo stessosenatore Banfi che, pur dicendo di esserecontrario a questa scelta, sembra conside~rarla come inevitabile. Si afferma che eranecessario reperire entrate certe, immedia~te e che l'attuale sistema tributario italianonon permette una manovra fiscale diversa.

Non mi sembra che questi argomenti sia~no validi nè dal punto di vista economiconè da quello politico. Era possibile re:perireentrate che affluissero all'Erario più celer~mente dell'imposta sulla benzina. Infattil'aumento della benzina non andrà subitoalile casse dello Stato, ma a quelle delle

. magnifiche sorelle, delle grandi società pe~trolifere che lo terranno per alcuni mesi.Non voglio ripetere le cose dette a questoproposito molto bene dal collega Solianoche giustamente ha denunciato un fatto ver~gog,noso, lliJ. priviLegio d~lle grandi societàpetrolifere che trattengono per mesi lUnanotevole parte delle imposte pagate da tuttoil Paese in virtù di una legge voluta dallamaggioranza e applicata in modo distortodall'Amministrazione finanziaria su diretti~va del Governo. Si sarebbe potuto scegliereun diverso prelievo fiscalle che avrebbe per~messo di reperire con maggiore celerità ifondi necessari. E in questo senso noi ab~biamo presentato una serie di emendamentiin Commissione, e abbiamo proposto unalinea alternativa che è stata riconosciutaseria e coerente nel dibattito stesso svoltosialla sa Commissione anche da esponenti del~la maggioranza.

Nè si può affermare, come fa il Governo,che l'aumento della benzina sia un provve~d~mento che serve a 'limitare un consumodistorto, abnorme, come è ormai H consu-mo automobiilistko. Senza dubbio si trattadi un consumo distorto: tutti vediamo lecittà che scoppiano, dove non si può ormaipiù circolare, dove l'aria è divenuta irrespi~rabile. Ma, come è nella natura di questotipo di consumo, dopo una momentaneaflessione il consumo ritornerà ai prece~denti livelli, tanto è vero che il Gover-no prevede un aumento rilevante nel get~tito di questa imposta. Non è neppure veroche si tratta di un consumo non necessario.

In mancanza di una politica per il trasportopubbliiCo, oggi i :lavoratori sono costretti aservirsi della macchina. Non è una scelta,è una necessità per i lavoratori che abitanolontano dai centri urbani, per tutti coloroche devono raggiungere i loro posti di la-voro e che non possono certo affidarsi aitrasporti pubblici, che non esiiStono o chefunzionano nel modo che tutti sappiamo.

Per quanto si riferisce poi alla riformatributaria, non è certo colpa deHe oP'Posi~zioni, e nostra in particolare, se ancora nonsi è realizzata la ,riforma tributaria di cuisi ,parla sin dal 1962 e se la cosiddettariforma presentata dal ministro Preti all'esa-me del Parhmento non rappresenta una ve-ra riforma. Comunque nel decreto mancaqualsiasi avvio alla rifol'ma tr,ibutaria, qual-siasi provvedimento che serva ad avviareun equilibrio o almeno un rapporto mi~gliore tra l'imposizione dÌiretta e quella in-diretta. Si poteva seguire una strada diversa.Noi abbiamo indicato una linea alternativanon demagogica che prevede prelievi fiscali,ma tali da non colpire in modo indiscrimj~nato le grandi masse popolari: invece del~!'imposta sulla benzina, un'imposta sugliacquisti di macchine di grossa cilindrataed una imposta sugli alti redditi e sui fortiprofitti. Vi sono le possibilità di .wper,ire imezzi necessari per le riforme e per la con~giuntura senza colpire pesantemente i lavo~ratori.

Per quale motivo H decreto ignora oom~pletamente e non tocca in alcun modo imacroscopici fenomeni di rendite parassi~tarie quali quelle derivanti da incrementi divalori dei suoli urbani e dalla speculazioneimmobiliare?Perchè non si è tentato nullacontro le evasioni dalle imposte? Non sitratta tanto di aumentare le aliquote delleimposte dirette quanto di applicare le im~poste esistenti con le aliiquote previste.

Per quanto concerne l'evasione fiscale nonvoglio aggiungere molte cose a quelle dettedal collega Soliano, ma dobbiamo ricor:dare,mentre discutiamo su queste nuove imposi~zioni j,ndirette, che i lavoratori dipendenti,gli artigiani, i contadini, i colHvatori, gliesercenti pagano tutto quello che devonopagare, in gran parte anche antidpatamente,mentre i ceti privilegiati, i ricchi professio~

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Senato della Repubblica ~ 17044 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

nisti, gli alti impiegati evadono aonpiamentel'imposizione fiscale. Basti dire che l'impo-sta sui fabbricati dà un gettito di soli 28miliardi e 'la complementare di 320 miliardi.

D'altronde un recente fatto di cronacanera non solo ha mostrato a tutti un mon-do squallido di riochi corrotti e degeneratima anche ha mostrato come un uomo qualeil marohese Casati, ricco a centinaia di mi-liardi, pagasse le imposte su un reddito di21 milioni.

L'I talia resta così il ,Paese più ricco diEuropa di yachts che battono bandiera stra-'niera, di case di lusso che non sono ricono-sciute tali dalle leggi, ma è anche il Paesedove maggiori sono le rendite speculativee parassitarieed il Paese meno dotat'Ù diservizi s'Ùciali, di ospedali, di scuole.

L'arma tributaria potrebbe essere, unostrumento efficace per eliminare gU squili-bri più acuti, le contraddizioni sociali piùgravi, ma non si fa nulla in questo sens'Ù.Il ministro Preti ha affeI1mato in Commis-sione che occorre spennare il contribuentecome una gallina. Evidentemente si riferivaal contribuente povero, modesto, non alricco. Lo stesso Ministro afferma che percombattere l'evasione occorrono oervellielettronici, una attrezzatura tecnica efficacee moderna e quasi sembra accusare noicomunisti per la mancanza di questi neces-sari strumenti.

Ebbene il Ministro provveda, l'onorevoleFerrari-Aggradi dia al Ministro delle finanzei mezz,i per combattere lIe evasioni fiscali,purchè qualcosa si faccia di reale e di con-creto, e non ci si limiti a qualohe episodiodemagogico.

Non p'Ùssiamo poi non sottolineare che inquesto decreto non v,i è neppure un accennodi azione per colpire l'evasione fiscale. I mez-zi finanziari da parte dello Stato si poss'Ùnoottenere non soltanto attraverso il prelievofiscale, ma anche con una politica direttaa colpire gli sprechi, a controllare e sele-zionare la spesa pubblica. Nel 1967 abbia-mo discusso in quest'Aula sul oontrollo de-gli enti sovvenzionati dallo Stato ed il 17novembre abbiamo votato un ordine delgiorno importante sulla materia anohe sepoi non ha avuto alcun seguito. Tutti gli

orator,i intervenuti in quel dibattito, oppo-sizioni di sinistra e maggioranza governa-tiva, avevano riconosciuto l'esistenza di entiinutili ormai superati che si riferivano asituazioni tramontate, enti senza scopo !senon quello del sottogoverno e della corru-zione politica e non s'Ùlo politica.

Il Governo aveva allora assicurato che sisarebbe proceduto alla eliminazione gradua-le degli enti inutili. Sono trascorsi tre annima non mi risulta che alcun ente inutile siastato soppresso.

V A L O R I. Forse ne è stato creatoquakun altro.

C O L O M B O Presidente del Consi-glio dei ministri. Non ancora.

P I R A S TU. Il Presidente del Consigliodei mini,stri viene a dirci che il problemaè importante ma che non ha riflessi finan-ziari, dovrebbe avere quindi soltanto rifles-si politici e morali. Ritengo che si avrebbeun risultato positivo anche dal punto di vi-sta finanziario con l'eliminazione dibarda-ture inutili e la soppressione di contributiche lo Stato versa a questi enti. Così comeun risparmio innegabile si otte:rrebbe se sieliminassero tante spese dello Stato non ne-oessarie: dal mastodontico parco automo-bilistico dei Ministeri, contro aui ha prote-stato inutilmente la Corte dei cÒnti, alle nonmeno mastodontiche segreterie particolari ealle altre numerose spese per viaggi, rappre-sentanze, studi e cosiddette collaborazioni.E accenno soltanto ad una parte delle spesenon necessarie che si potrebbero eliminare,per non parlare di tutto quanto si riferisceal Ministero della difesa a cui si è nichiamatoil collega Anderlini.

Ma soprattutto sarebbe necessaria una po-litica selettiva della spesçt pubblica, rinvian-do subito le spese non necessarie. L'onorevo-Le Ferrari-Aggradi, interrompendo cortese-mente, come al solito ~ dobbiamo ricono-scere la dote della cortesia al Ministro deltesoro ~ il senatore Ferroni, ha affermatoche erano necessarie delle scelte per la spe-sa pubblica. Noi siamo di questo parere, maqueste scelte devono essere fatte. E men-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17045 ~

330" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

tre si riconosce la necessità di questa selez:io~ne vanno avanti spese non necessarie inquesto momento che si riferiscono al pia~no delle autostrade, aLla Roma~Firenze; e siriparla della televisione a colori mentre nonsi reperiscono i mezzi per servizi sociali benpiù urgenti ed indispensabili. Perchè non sicostituisce, come noi proponiamo in un ordi~ne del giorno, una Commissione formata darappresentanti del Parlamento e del Gover~no per il controllo e soprattutto per la sele~zione delle spese pubbliche? Ma il decretoignora tutta questa tematka, queste possibi~lità. L'abiettivo centrale del decreto è quel~lo di liberare il Tesoro dalla necessità di ri-carrere alle banche, per permettere al siste~ma bancario di intervenire in favore dellegrandi imprese e di finanziarle. Infatti, su~bito dapo il deoreto, abbiamo avuto la dec:i~sionc del comitato di credito che ha resodisponibili circa 2.000 miliardi (non cono~sea la cifra esatta: c'è chi parla di 2.000 echi di 2.500 miliardi), permettendo !'impie-go delle quote di riserva abbligatoria dellebanche. Ma questi 2.000 e forse più miliardiverso quali investimenti dovrebbero essererivolti? In direzione di quali obiettivi econo~mici, anorevole Ferrari~Aggradi? Noi vi po-niamo chiaramente questa domanda. Nessu~na indkazione ha dato il Governo, nonastan-te le nastre richieste, sulle soelte operate esui criteri di selezione del credito. Quello chesi sa è che non sono destinati certo alle im-prese pubbliche, verso uno sviluppo program-mato del processo economico. Si sa che!'impiego delle riserve obbligatorie rigual'dasaltanto l'IMI, il Mediocredito, gli istitutiagevolati, gli istituti di credito per il Mez~zogiarno, ma non riguarda le industrie pub-bliche, onorevole Ferrari-Aggradi; non riguar-da l'IRI, l'ENI, l'EFIM. Questa è la selezionealla rovescia che si vuole attuare.

In effetti il dottor Carli non dà l'autoriz~zazione agli enti a partecipazione statale ditrovarsi i soldi per i loro investimenti nèsul mercato interno nè su quello internazio-nale. E d'altra parte questi enti non ricevo-no neppure le quote dei fondi di dotazionestanziati da leggi approvate dal Parlamento.Si vuole in sostanza fare una politica selet-tiva del credito rivolta soltanlo verso le im-

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prese private e le cancentrazioni monopoli-stiche. Questo è un punto centrale su cui do~vrebbe soffermaDsi l'onol'evole Ferrari-Aggra-di, pel'chè la manovra del credito è determi-nante nel pracesso economico; e oggi la po~litica creditizia appare diretta soprattutto daldottor Carli e camunque si svolge al di là diqualsiasi controllo e intervento del Parla~mento. Per questo avevamo chiesto in Com~missiane di sentire il dottor Carli o comun-que il Governo sulla sua politica creditizia,sui criteri di selettività che si vagliano adot-tare, sulle necessarie riforme da realizzarenel settore creditizio; riforme riconosciutenecessarie anche dai massimi dirigenti delMediocredito centrale nell'udienza conosci-tiva che abbiamo fatto con questi dirigentinella sa Commissione.

Il discorso cade ora sul Mezzogiorno. IlMezzogiorno è assente da questo decreto-legge; anche l'agricoltura non aveva un po~sto nel decreto-legge, se non per piccoli in~terventi già decisi. Dobbiamo riconascereche in Commissione sO'no stati introdotti fi~nanziamenti per gli enti di sviluppo e perla montagna, ma per il Mezzogiorno nO'n viè nulJa. Non solo esso è assente nel decreto,ma è cO'lpito in modo particolare da un pre~lievo fiscale fandato prevalentemente sullaimpasi:zjione indiretta, che quindi colpisce leregioni più depresse. Dobbiamo dire che ilprogresso del Mezzogiorno è determinante,e non si può avere uno sviluppo econamicoorganico del Paese se non si risolvono i pro~blemi del MezzogiO'rno. Questo l'onorevaleColambo affermava ,in altri tempi ma nonmi pare che abbia tradotta in qualche modoquesto pensiero, queste posizioni nel decreto-legge. II Mezzogiorno è vittima di tutte lecrisi congiunturali...

C O L O M B O, Presidente del Consigliodei ministri. Dobbiamo fare subito la nuo~va legge, abbiamo gli stanziamenti nel bilan~cia. Non si può confandere un decreto can~giunturale con la legislazione ordinaria: que-sto è il grande equivoco che c'è satta questadiscussione. Se lei vuole mettere in questodecreto il piano quinquennale per il Mezzo-giorno ed altre. case ancara quando 10 fa-

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Senato della Repubblica ~ 17046 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

remo mai? A giorni presenteremo la leggeper il Mezzogiorno.

P I R A S TU. Noi non vogliamo, ono-revole Colombo, commettere questo equivo-co. Lei deve dare atto che gli emendamentipresentati dal Gruppo comunista ~ e neha dato atto anche l'onorevole Ferrari-Aggra-di ~ sono al di fuori di quals~asi demago-gia, restano nel quadro di provvedimenticongiunturali. Noi pensiamo che per risolve-re le attuali difficoltà e per promuovere unaripresa, un'espansione produttiva altamentequalificata ,sia necessario smuovere il Mezzo-giorno; altrimenti non ci può essere progres-so in Italia.

Non attenderanno la sua legge, onorevoleMinistro: in questo mO'mento dalle Puglie,dalla SaJ:1degnai lavO'ratori continuano a par-tire. A Milano ci sono migliaia di nuovi emi-grati. . .

C O L O M B O, Presidente del Consigliodei ministri. E lei pensa di risolvere questoprO'blema in un decreto congiunturale?

P I R A S TU. No, penso però che sipossa fare qualche cosa. Certo se non si faniente, se si rinvia ancora, non si nisolveniente. Sono miglia:i:a i lavO'ratori che giun-gono a Milano e 10 stesso sindaco Aniasi hadenunciato la gravità della situazione. Oranoi non vogliamo, onorèvole Colombo, in-troduI1re nel decreto-legge i,l contenuto dellalegge sul Mezzogiorno; vogliamo però soffer-marci su un punto, ciO'è il problema dell'irri-gazione. CO'sì come si è fatto per gli enti disviluppo e per la montagna, noi chiediamoche ci sia uno stanziamento per i piani diirrigazione. . .

C O L O M B O, Presidente del Consigliodei ministri. Un anticipo della legge. . .

P I R A S TU. Certo, signor P'residentedel Consiglio, sii tratta essenzialmente di unanticipo. Un anticipo che permetta l'attua-zione dei piani per l'irrigazione che sonopronti. Esistono piani di iI1vigazione per lePuglie e per tutte le vegioni meridionali; inquesto modo, spendendo subito questi mezzi

finanziari, si potrebbe nO'n dico dsolvere ilproblema della occupazione, ma dare unasperanza e aprl11e nuovi pO'sti di lavoro.

In Commissione l'O'norevole Ferrari-Aggra-di, pur non potendo prendere un impegno,ha affermato che avrebbe esaminato bene ilproblema e aVJ1ebbe cercato di risO'lverlo.Quindi debbo dire che la relazione, che purein genere dà un quadro esatto dei nostri di-battiti, su questo punto non è per nulla pre-dsa, in quanto dimentica di dire che la mag-gioranza della Commissione si è O'rientatain questo senso e che i,lGoverno aveva espres-so il suo proposito di studiare bene il pro-blema e di trovare i mezzi necessari per ini-ziare l'attuazione dei piani di iI1:dgazione nelMezzO'giorno.

In conolusione riteniamo che il decretodebba essere profondamente modificato. Irisultati conseguiti in Commissione, e chenoi certamente non sottovalutiamo, sono pe-rò a nO'stro parere insufficienti e del tuttoinadeguati. È necessario procedere a ulte-riori, importanti modifiche. Dobbiamo nipe-tere ohiaramente che ci battiamo perchè ildecI1eto sia prO'fondamente modificato. Nes-suno può illudersi che il decreto nel testoattuale possa essere approvato dal Parlamen-to. Noi ci batteremo perchè questo non av-venga, perchè si introducano ulteniori, pro-fonde modificazioni nel decreto. Questo de-creto è stato respinto dai lavoratori, comedimostra il recente sciopero, ed è stato re-spinto anche da nUlmerose Assemblee !regio-nali. Il CO'nsiglio regionale saJ:1do,il 30 set-tembre, ha votato un ordine del giorno pre-sentato dal centro-'sinistra, dal Partito co-munista e dal Partito socialista di unità pro-letaria che respinge i,l decreto perchè fon-dato su una linea contraria allo sviluppo delMezzogiorno e perchè non delinea una poli-tika di riforme. In Sicilia l'Assemblea vegio-naIe ha respinto il decreto pevchè le dispo-siziO'ni di carattere tributario colpiscono, inquanto imposizioni indirette, le regioni piùpovere e disattendO'no la necessità di svilup-po del Mezzogiorno. L'Assemblea regionaledel Lazio ha respinto la parte del decretoche si riferisce alla sanità. Noi oi battiamoquindi perchè questo deoreto venga modifi-cato. Vi sono problemi gravi, sui quali dO'b-

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Senato della Repubblica ~ 17047 ~ V Legislatura

330a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

biamo richiamare l'attenziO'ne deU'Assembleae dello stes'so Governo (nè pO'ssiamo dimen-ticare che per motiVli di tempo le mO'difichepotranno avvenire soprattutto al Senato): iproblemi che si riferiscO'no al tipo di prelie-vo, soprattutto all'aumento della benzinache, qualunque sia il gÌ!udizio di merito, cheper noi è del tutto negativo, appare comun-que eocessivo per la sua entità; i problemidel Mezzogiorno, dell'edilizia, di ulteriori aiu-ti al movin:tento cooperativo.

OnO'revoli cO'lleghi, dai lavoratori e dallemasse pO'polari sale la richiesta di una pO'li-tica nuova. Noi intensificheremo nel Paesee nel Parlamento la nO'stra azione perchèquesta rkhiesta venga accolta e il decretovenga prO'fO'ndamente modificato, per avvia-re una politica prO'grammatica di effettive ri-forme e per assicurare il prO'gresso demo-cratico del Paese. (Vivi applausi dall'estre-ma sinistra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E . È iscritto a parlarei,l senatO're Raia. Ne ha facoltà.

R A I A. SignO'r Presidente, O'norevolicolleghi, nessuno si stupirà se anche inquesta accasione, e nan per partito presoma con pO'nderata ragione, esprimiamo ilnostro prafando dissenso e la nO'stra vO'lO'ntàdi lotta cO'ntro il decreto n. 621, J1ecante prav-vedimenti per il riequilibrio dell'attuale si-tuazione congiunturale, con particOllare ri-guardo alla finanza pubblica e al,la produ-ziO'ne.

Esprimiamo la nostra disapprovaziO'ne per-chè giudichiamo il disegno economico conte-nuto in quello che è stato denominato «ildecretone » uno degli anelli di quell'indiriz-zo economico che da svariati anni si muo-ve in direzione opposta alle reali esigenzedel nostro Paese.

Gli esempi e la prova sperimentata di que-sto modello di pOllitica economica cO'ngiun-1JUrale attuata fino ad aggi dicono, senzatema di smentita, che attraverso il prete-sto delle varie congiunture ~ e le congiuntu-re, guarda caso, sono sovente nicorrenti nel

nO'stro Paese ~ si sO'na regalate alle grO'sseaziende industriali private svariate migliaiadi miliardi mettenda in moto un meccanismo

di spese che ha incanalato il denaro pubbLico,cioè queHo di tutti i cittadini, nelle casse diqueste grandi sO'cietà, con il pregiudizia diaver sottratta queste dispanibilità per indi-spensabili sèapi sOlciali e can sacrificio deilavaratori e facendone pagare la scotta so-prattutto al Meridione. Questo primo attodel Governo, secondo il nastra avvisa, siascrive in questo contesto generale ed eccoperchè siamo contralli a questo decretone enOln siamo soli in ciò, a quanto pare, se èvero, cOlme è vero, che molte organizzaziOlnisindacali e pO'litiche e diverse assemblee re-gionali hanno respinto recisamente questopropasito gO'vernativo espresso nel decreto-legge al nOlstro esame.

Nan è un mistero ~ lo abbiamo detto e, rilpetuto in ogni aocasione e in agni inter-

vento ~ che noi ci prefiggiamo due obiet-

tivi cOIn questa nostra discussione, con que-

sta nastro impegno nel Parlamento e nelPaese: i,l primo è, se passibile, quello di im-pedire che questo deoreto venga convertito

in legge; il secondo è quello di modificarlo~ sempre se passibile ~ radicalmente perrovesciare la sua logica.

Il primo rilievo che facciamo è che il pre-Lievo della somma, che si dovrebbe aggiraresui 700 miliardi entro il 1971 ~ e si badibene che per nessun prelievo è previsto untermine di scadenza ~, avvenendo in forma

di tassazione indiretta, va contro una seriariforma tributaJ1ia. La spesa per contribuirea sanare il disavanzo di quel carrozzone chesono le mutue non farà attuare la rifarmasanitaria che per noi significa in primo luo-go la fine delle mutue e la preparazione delprogetto per il passaggio al servizio sanita-Ilia nazionale, nè tanto meno il conto specia-le sarà usato per ristrutturazione sanitaria:di fatto, secondo noi, sarà utilizzato senzacontroUo, nonO'stante le affermazioni fatteda qualche rappresentante della maggioran-za, per sanare il deficit delle mutue.

Nè vale la tesi secondo cui con il prelievodi queste somme dai consumi si fermerà lalievitazione dei prezzi; sta di fatto che i prez-zi in questi ultimi giorni e nell'ultimo mesesono aumentati vertiginasamente in virtùdel fatto che le tasse, aumentando i CO'Sti,hanno provocato il rialzo dei prezzi, a parte

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Senato della Repubblica ~ 17048 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

l'ovvia considerazione che, se le tasse fre-nassero davvero i consumi, non darebberoil gettito sperato con il provvedimento as-sunto.

Ho voluto per sommi capi Diprendere lapolemica che faociamo sul decretone per di-re che non è vero che es'so finanzia le rifor-me, per cui il binomia sacrificio-riforme pro-pagandato dal Governo in ultima analisi sidiJJ?ost,ra poco credibile, per non dire men-zognero. Il decretone si pone secondo noialcuni obiettivi immediati e contingenti: fi-nanziare gli industriali e tappare alcune fal-le che la politica del centro,sinistra ha pro-vocato nel nostro Paese. Si pone altresì sco-pi più reconditi e pericolosi nei confrontidei lavoratori: uno di questi scopi, come haaffeI'mato il compagno Li Vigni, è punitivoperchè esprime e riassume le linee di poli-tica economica conservatrici, retrive ed an-tipopolari e tenta di addossare la responsa-bilità della crisi, se essa è vera e fondata, sUIi.lavoratori, avvertendoli che ogni aumentodeve essere duramente pagato e pertanto liinvita a stare calmi, a non scioperare e, ri-correndo anche a false argomentazioni, siafferma che i milioni di ore di sciopero han-no causato il deficit della bilancia deipagamenti e pertanto la nostra economia èsull'orlo del declino e del fallimento.

Non è la prima volta che il padronato ei suoi corifei ricoI1rono a queste argomen-tazioni per fiaocare la resistenza dei lavo-ratori ~ la storia è piena di questi esempi ~

e chi come me e come tanti altri miei com-pagni ha fatto il sindacalista sa come i pa-droni siano alieni dal dare ai lavoratoriquanto loro spetta. In questo senso non èvero che la responsabilità dell'autunno cal-do e delle ore perdute ricade sui lavoratori,come non dsale ad essi oggi la ripresa dellelotte per ottenere il rispetto dei contratti sti-pulati e per l'avvio serio delle riforme. Laresponsabilità deve essere addosisata allapervicace resistenza ed all'accanimento delpadronato se i lavoratori sono costretti a lot-tare; 10 sciopero si fa quando la misura ècolma, eppure la resistenza da parte dei pa-droni si ripete, dicevo, ogni volta, puntual-mente; se j padroni avessero detto subito sìalle richieste, anche a quelle piÙ spinte, le

conseguenze sarebbero state meno gravi; se.si fosse accettato il massimo delle richiesteavanzate dai lavoratoI1i attraverso i sinda-cati, non saremmo arrivati a tante ore disciopero, non vi sarebbero stati tanti scon-tri e non sarebbe rimasto tanto malconten-to e tanta insoddisfazione.

La verità ~ e non lo diciamo solo noi maanche il «Corriere della Sera» ~ è che isalari dei nostri operai sono inferiori a quel-li degli altri Paesi del MEC e per questoc'è necessità di lotta; tuttavia bisogna direche, nonostante le ore di lavoro perdute,la produzione industriale non è diminuitarispetto all'uguale periodo dello stesso anno,anzi sarebbe aumentata, ed a conferma diquanto affermo vi è la relazione economicaapprovata l'altro ieri dal Consiglio dei mi-nistri nella quale si dice che per il prosSli-ma anno si prevede un aumento del redditodal 6 e mezzo al 7 per cento, un aumentodegli investimenti del 10 per cento ed unaumento della domanda interna dell'8 percento. Ebbene, se è così, le difficoltà econo-miche non sono così gravi come si voglionorappresentare, il diavolo non è così bruttocome 10 si vuole dipingere. Ora se il deficitstatale non è tanto grave, se non siamo sul-l'odo della svalutazione, se il deficit dellabilancia dei pagamenti si va riducendo e sevi è un tale incremento del reddito, dovràammettere l'onorevole Ministro del tesoro,dovranno ammettere i signori del Governoche ancora più coerenti e non massimalisti-che appaiono le nostre osservazioni e quin-di più ohiaramente contestabili le misure an-ticpngiunturali di cui al decretone.

Le vostre argomentazioni a sostegno deiprovV'edimenti adottati hanno le gambe cortee nascondono ben altri obiettivi, mal celati,di natura politica; un altro scopo poi del de-cretone è autoritario. Infatti quando affer-mate che le riforme costano e bisogna pa-garle, e quindi chi le vuole deve pagarne ilcosto, volete Deprimere ogni iniziativa di lot-ta volta a conquistare migliori condizioni divita e tendente ad attuare le riforme indila-zionabili reclamate dalla stragrande maggio-ranza dei cittadini e dei lavoratori e mira-te così a ricostituire l'equilibrio padronale

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Senato della Repubblica ~ 17049 ~

4 OTTOBRE 1970

V Legislatura

330' SEDUTA (antìmerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

turbato da questa ansia di rinnovamento edi lotte che ha investito il Paese.

Siamo contro Il decretone per tutte que~ste ragioni, ma anche perchè è incredibileche l'onorevole Colombo, respons,abile dellacondotta del Tesoro negli anni scorsi, pDe~tenda oggi di guidare la politica italiana peril risanamento delle situazioni da lui stessocreate.

Signor Presidente, ho insistito su questiargomenti, sui quali hanno parlato anohe imiei compagni, relativi agli scopi che secon~do noi si prefigge il provvedimento 311nostroesame, per tentare di dimostrare che l'obiet~tivo del Governo e del padronato italiano èindirizzato a tutt'altro scopo che a quellodelle 'riforme. Questo Òlievo non viene solodai banchi dell'opposizione, ma ,anche daquelli di parte deUa maggioranza governa~tiva: ha cdticato il decreto la sinistra cat~tolica, lo ha critioato la sinistra del PSI, loha criticato ieri anche il senatore Banfi, l'hacriticato stamattina, anche se lo aocetta, i:ls,enatore Ferroni. Il decreto non finanzLa ri~forme, ma è solo apparentemente collegatoalle riforme. La nostra critica è confortlatapoi anche dalle dkhiarazioni fatte dal pr,imoincaricato della relazione di maggioJ:1aJ?za esostenute da una larga parte delle forze po~litiche che sono ,rappresentate in questa As~semblea.

Signor Presidente, intendo fare un rilievodi sfuggita prima di entrare negli argomentiche più specificatamente tratterò nel mio in~tervento. Ho fatto caso ~ e credo che moltidi voi vi abbiano fatto caso ~ che anche

questa volta un provvedimento così impor~tante viene in prima lettunt al Senato; purconoscendo gli impegm che la nost,ra As~semblea ha in calendario, la si chiama a di~scutere in termini frettolosi e a tamburobattente. L'identica cosa è avvenuta per lalegge n. 246, l'altro decretone. U centro~sini~stra per provvedimenti così importanti im~pone sempre limiti di tempo ristretti e nonconcede neppure il tempo per riflettere. Sa~rebbe stato più logico che questo provvedi~mento fosse stato presentato alla Camera deideputati, in considerazione del fatto che inquesto periodo argomenti di mi<IlOr rilievoemno all'attenzione di quella Assemblea. Ma

tant'è, i,l Governo ha preferito il Senato; esarebbe intemssante avere una spiegazionedi ciò dal momento che molte voci sono cor~se a proposito di questa scelta che è 'sem~brata dettata non da ragioni adamantine,ma da un tentativo di creare confusione traargomento tasse e argomento divorzio.

Se ho fatto riferimento a questo problemaè anche per rispondere a un giornale gover~nativo della sera che per frastoDnalre l'opi~nione pubblica ha scritto che l'opposizionedel PSIUP, facendo perdere tempo, Ipotrebbepregiudicare l'iter della legge sul divorzio.Quel giornale ~ «Momento Sera» ~ do~

webbe rivolgere questa osservazione al Pre~s~dente del Consiglio e non a noi. Speriamoche il Governo nella sua replica dia una ri~sposta a questo nosbro appunto ohe non èdi poco conto. Dalle spiegazioni che ci for-nirà il Governo sapremo quali ragioni sonostate aHa base di questa decisione; ed eVlen~tualmente, se non aVJ1emo una ,risposta sod-disfacent,e, i miei colleghi J1eplichemnno.

Particolare spazio dedioherò nel mio in~terv,ento ai probIemi del Mezzogiorno ,e delleIsole assieme aUe questioni linerenti all'edi~lizia in generale. Per quest'ultimo probl'ema,che assHla il Paese e per il quale diversler,iunioni si sono avute in sede ministerialee in discussioni bilaterali Em sindaoati e Go~verno, il mio Gruppo, coeI1entemente conquanto abbiamo sempre detto, ha presentàtouna serie di emendamenti]n forma di ,arti~coli aggiuntivi çhe purtroppo la maggioran-za in Commissione non ha voluto 'accoglier,e.D'altra parte non è la prima volta che ciòavviene e non mi meraviglio. Non starò quiad illustmre gli emendamenti, lo faremo almomento opportuno: ma essi tendono a 'ri~gettare le misure~tampone che si vogliondadottare, le quali dimostrano che il Governoattuale mostra di non aver compreso chenon è più possibi:le far marcire le situazionirimandando ad altri tempi problemi e solu-zioni non più rinviabili.

Per la casa e per l'urbanistica in questigiorni vi sono state prese di posizione tmcui quella dell'INU ohe critica in modo de~ciso ed aperto le decisioni del Governo suquesto argomento. Certo è che con i prov~vedimenti attuati dal Governo non si ri'Sol~

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Senato della Repubblica ~ 17050 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ REsocaNTa STENaGRAFICa

veranrnO' i prO'blemi ohe sona aLla base dellaquestione della casa. Nai aggiungiamO', purnan canoscenda esattamente i termini delleintese tra Governa e sindacati, che il « pac~chetta Lauricella» affronta sala relativamen~te il problema della casa in quanta tacca d:sfuggita la questione deHe aree fabbrÌrCabilie della speculazione edilizia. A parte poi :laconsidemzione che i 1.700 miliardi da sipen~dersi nel gira di tre anni sona assolutamenteinsufficienti per affrantar,e seriamente il pro~blema della casa inteso oame servizia :sa~ciale.

Le nuove dispasizioni parlanO' di pI1ezziagrioO'li 'relati~amente aH'esprO'pniO' di aneedestinate aH'edilizia papollare e di altri iOri-teri in base ai quali l'espraprio :è possibillesalo per un quinta dei nuO'vi iÌ1nsediamenti.Si tratta di norme inaccettabili, iOO'mesi ve-de, perchè non cansiderana che la renditafondiaria è un pesa assO'lutamente ,ricadentesu tutti i lavomtari.

C'è il dlancia della legge n. 167 can unfO'nda di rO'tazione di 300 miliardi per iltriennia; ma anche questa è una misura ir-risoria per le situaziani aI1CÌinatedena man~canza di un seria avvia per l'applicaziane didetta legge che invece ,di fI1enare le ,specuLa-ziani è servita purtrappO', anche senza va~lerla, ad incrementarle.

La stessa mancata coordinamentO' ,dei varienti di edilizia esistenti, dapa tante chiac~chiere, sarà la base di nuavi carI1O'zzani aservirà a cansoilidare quelli esisternti. Alt:ret-tanta dicasi per gli stanziamenti destinati aridurre gli affitti delle case popalari; anziqueste di,sposizioni oggi sano addiritturascomparse, per cui diverse manifestazioni sisona susseguite nel nostro Paese.

A questa proposito ~ mi spiace ohe r ono-revO'le Presidente del Consiglio sia assente

~ varrei p'ail:,lare di alcune cose ohe riguar~

danO' in modo partioO'larre i franati di Agri~gento. CO'munque IO' di:rò all'onoJ:1evO'leMi-nistro del tesorO', visto e considerato ohe nanc'è il presidente Calombo che nel 1966, da.po ,Ja frana, quandO' era Ministro del tesorovenne ad Agrigento a pramettere ohe 'sa:mb-bero stati risarciti i danni dei cittadini col~piti.

4 OTTaBRE 1970

Mi si consentirà una parentesi per dvol~gere alcuni precisi quesiti: mentre ,oggi sifanna i decI1eti catenaocia e si prelev,ana im~mediatamente i saldi, in base all'articalo5-bis della legge 28 settembre 1966, nn. 749,si stabiliva che can un successiva prav~vedimenta legislativa sarebbe stata disci~plinata la cancessiO'ne di cantributi ai pro~prietari di abitaziani distrutte a dichia~rate inabitabHi. Bene, è dal 1966 che questecose sano state scritte. È dal 1966 che sistudia su questo argomenta; sono state ca~stituite cammissiani su cammissiani; eppu-re dopO' quattrO' anni e mezza niente di can~oreta è stata ,fatta per i cittadini che hannO'subìta la frana di Agrigenta. Si esig,e subitoil pagamentO' delle tasse; però gli impegniche il GO'verna assume, anohe sui posti davepurtrappo questi eventi si sona venificati,non sano mantenuti.

Ora nO'i dkiama al Presidente del Consi~glioed al Minist,ro del tesaro di mantenerefede a questi impegni, di manteneJ:1efedealle cambiali che firmanO'. È una casa gravefaJ1e promesse ai bisognO'si e pO'i non mante~nerl:e. Bisogna ohe si ,onori lanrma quandoè stata messa. Bisogna che si tenga cOlntadelle cose che si dicona e ,anche di quellI eche si scrivona nelle leggi.

Voglia ora pa:dare di un'ahm queS:tioneche riguarda AgrigentO' e lariduziane dei ,ca-nani. La Regione siciliana con un sua decI1e~

tO' ha applicata lariduziane dei canoni diaffitta deLLe case dei sinistmti. Ma i ,sinistratidav,J:1ehbera avere la casa gratis e nO'n pa~gare canoni. Dovrebbero essere messi nellecOIndizioni di avere una casa decente pemhèi silllistrati di Agrigenta nan hanna nessunaJ:1esponsabilità della frana. I sinistrati diAgrigento dovrebbera essere ri,sarciti ancheper i danni marali che hanna subìta. Ma il

GO'verna italiana fa pramesse e poi nan lemantiene, e nan si vuaLe attenere neppurea quella che è rIa legislazione di carattereregionale. La Regiane, per quanto riguardale case prefabbricate acquisite can il mi-liardo e mezza s,tanziatO', ha decisa con pra~pria pravvedimenta di ridurre il canone deifitti. I sinistrati di Agrigentosana stati man-dati in un'altra zona, a ViUaseta, a sei chi-lametri. Questi sinistrati in fonda sona i più

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Senato della Repubblica ~ 17051 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESaCaNTa STENaGRAFICa 4 OTTOBRE 1970

poveri, quelli che hanno subìto v'eramente :lafrana; devono fare sei chilometri, devonoprendere l'autobus per andare a scuola, perandare a !lavorar;e, per aJI1ld3lr;ea fare spese.Ebbene, su questa questione ci sono statepromesse, sono state deUe tante cose maancora non si vuole prender;e questo prov~vedimento.

Parlo di problemi che aUengono alla que-stionedell'.edilizia di cui tanto si discute.Parlo di prO'blemi, cioè, che sono !ooHegatiad esigenzer;eali. Altro ohe noi non padiamocon la gente, come ha affermato qualcheoratore della maggioranza! Noi parliamo conla gente e sappiialIDo che cosa dice di questenuove tasse. Dice che, allorquando il Go-verno impone una tassazione, immediatamen~te si redamano i soldi, mentre qUél!ndo lostesso Governo prende degli impegni e as-sume precise responsabilità, questi poi nonvengono assolutamente mantenuti.

Noi riteniamo ,che questo stesso provv,e-dimento rischia di risolversi in una bolla disapone; questo accordo di cui si parla neigiornali di questi giomi rischia di esserevanificato, se debbo credeJ:1e anche alle stes-se dichiarazioni che non f3lcciamo soltantonoi dell' O'pposizione, se debbo credere alledichiamzioni dell'ono,revole AchiHi, Isooiali-sta, il quale proprio l'altro ieri ha detto chequesto provvediimento potrebbe rimanerelettera morta in considemzione ,del fatto cheforti resistenze di caratteJ:1efinanziario SiifrappongO'no aMa sua realizzazione. Ma al-lora a che gioco giO'chiamo? Sappiamo chel'attuale coalizione è bisognosa sempre diperenni consulti medici per pO'ter vivere; mache si continui in permanenza a metteJ:1e giàle mani avanti dagli stessi uomini della niag-gioranza per la pro,spettiva deIla messairnnon cale degli stessi stanziamenti, prrovvedi-menti annunciati ai quaUro venti, [non è cosas,eria.

Signor Presidente, la nostm opposizione aiprovvedimenti di carattere econO'mico, pro-posti o decisi dal GO'verno di centro-sinistra,è stata sempre accompagnata da propostesostitutive, atte a J:1ovesciare gli obietti v,i go-vernativi per ottenere irisultati positivi a fa~

vO're dei :lavoratori. Perciò abbiamo presern-tato emendamenti che costituiscono prati-

camente un'alternativa,richiedernti una o,r~ganica politica del territorio, che garant~scal'eliminazlione del disordine edilizio ohe iSof~fo,ca ,le nost:re città. Ma il tema della siste~mazione urbanis,tka !seoondo la ma:ggio~an~za deve essere sempre oOlntinuamernte 'rimall1~dato, iQome è avvenuto per il passato; facciorilevar;e al Senato rOheneHa presentazione diquesti emendamenti ,lo S'copo prefissoci èqueHo di postulaJ:1e rOompW pr;ecisi rispettoalla iOongiuntura urbanistica e alla situaziorneediLizia attuale.

Con ,la nost'ra opposizione daffermiamo lanecessità di strumenti pubblici per eseJ:1ci-ta1re soelte e controlli, a comincia:re daglienti locali, per la loro reintegrazione nei po~terieconomici di intervento. E non sarà te-dioso per nessuno se prendiamo spuntoan~che da questo dibattito per riafEermalr;e lanecessità di un mutamento del regime pro~prietario dei suoli, condizione indispensabilesecondo noi per il control,lo pubblico dellosviluppo urbanisticO' del teJ:1dtorio stesso.Purtroppo su questi problemi non sono d'ac-cordo tutte le parti politiche e soprattuttonon sono d'accO'rdo le forze goveJ:1nat1ive. Glistessi Iprovvedimenti del «paochetto Lauri~cella », di cui padavo, 110Co,n£eJ:1mano e irn~dicano che queste forze sono timorose diavere il coraggio che altri Paesi capitalisticihanno avuto 20-30 anni fa.

Ma non so,lo su questo tema si ,incentrail nostro discorso. Anoora una voha espri~miamo un giudizio politico sulle questioniposte sul tappeto. Gli scarsi investimentiche per il settore si annunciano, ma che,ripeto, non hanno niente di correlativonel decJ:1etone,ripropongono una !analloga ma~novra anacronistka, in rapporto !ai bisognidi sviluppo dell'attività edilizia, palesementecontrastante con la domanda reclamata dalleforze popolari nel Paese, ohe non può nonsollevare seri dubbi e perplessità e scoprkeintendimenti e obiettivi che si riscontranonel1a: cdsi congiunturale del 1963 e 1964.AHora, l'errata politica del blooco deUa spe-sa pubblica aggravò la crisi oocupazionale,offrendo alle forze della speculazione edili-zia il pretesto di far leva su questa politicaper 'respingere ogni tentlativo di .rHorma ur~banistica.

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Senato della Repubblica ~ 17052 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Non vOinei ohe aggi si ripetesse la stessacosa, cansiderato che gli investimenti an~nunciati secOindo noi sono scarsissimi e, O'l~tre che a cOistituire cOindiziani per vanificarei pJ1eannundati nuovi pragrammi di inter~vento per l'edilizia economica popolare, c'èil rischio di andare a incrementa:I'e i 1J1e1s:ùduipassivi che l',anno scorso superavano i 6mi,la miliardi e riguaI'davano prevallentemen~t,e stanziamenti per l'edilizia J1esidenzi:alepubblica, e OiOièper case, ospedali e scuOile.Quindi reclami,amo massicci interventi del~la Stato per l'edil:izia ecanomka e pO'potaJ1e,assieme agli altri provvedimenti iI1Jdispensa~bili attinenti alla riforma urbanistica, aHariforma deHalegislazione dei l:avori pubblicie aH'unirfÌcazione di tutti gli enti prepostiall'edilizia. Questa non è la linea del Gover-no ed è pelìciò che formuliamo lIe propostealternative. '

L'occasione che ci offre questo dibattito,nel quale siama impegnati e come partito ecome Gruppo nel Paese e nel P,adamentO',ci fa chiedere ancora una valta al GoveJ1nodi cambiare politica in questo settore. Secon~do noi è necessaria una svolta che valga acostituire un fattore concreto in funzione de~gli obiettivi sociali ed economici alternativiall'attuale vecchia politica che ha prodottobaraccati e senzatetto.

Il tema deHa casa, che ha scatenato nelPaese latte senza precedenti, sino al puntodi produlìre una crÌ<si sociale, è queHa chedev'e far riflettere in modo partioOiI,allie, alfine appunto di diminaJ1e la distan2Ja tm di~sponibilità e fabbisogno re3lle. BisOigna pen~salie che la crisi della <casa non sta unioa~mente n,è principalmente nella insufficienzadella prOiduzione globale, ma 'risiede Inellastruttura della produzione, nella strutturadi mercato e negli stessi meccanismi che vipJ1esiedano, nella produzione e nello svHup~poecanO'mÌcO in generale.

Sona molte le cause che hanno creato que~sta situazione gJ1ave nel campo delle abita~zioni del nostro Paese e in primo luogo !lostesso massiccio flusso, migratOirio. Nellospazio di venti anni 4 milioni di uomini edonne hanno lasciato l'Italia meridiOnaIe,6 milioni hanno abbandonato i territori de~pJ1essi. Negli ultimi dieci anni la papolazio~

ne concentrata nelle otto maggiori città èpassata dal 21 alI 29 per cento del totale. Lestesse previsioni del piano '80 dicana che ,lapercentuale salirà al 39 per oenta per quelladata. Questa tendenza ha creato drammaticiproblemi di vita ed esaspera la crisi delleinfrastrutture. Una parte del patrimonio dicaSe esistenti aUenua o esaudsce la sua fun-ziane, mentJ1e nei punti di concentrazione ibisagni crescono a tassi estremamente aoce~Ierati, inutilmente inseguiti d3lI ritmo, anchese alto delle costruzioni. Nè il melicatoedi~lizio è unico. A Roma esistono mercati edi~lizi nOin comunicanti tra loro. Il ,fenomenoè macroscOipico. Bsistono più di 70 mila 'Per~sane che abitana in baracche e sono aImeno100 mila i vani sfitti e nan abitati. Cioè ladisponibiIità di alIoggi è stratificata in rrap~porto :a fasce soda>lÌ divise in classi e quindile dispO'nibilità 'esistenti in una fascia nonesistono in rapporto con i bisagni di altrefasce. Quindi appartamenti di lusso vuoti dauna parte e bamcche sovraffollate dalI'altra,e oiò corrisponde alla irrazionalità del sis,te~ma del profitto e ad una situazione assurdadal punto di vista delIa cOillettività e dell suorazionale sviluppo.

Il problema della casa può esser,e risoltocambiandoradicalment,e l'orientamento e lastruttura di detto sviluppo, tenendo contoche vastissimi blocchi di abitaziani sono sta~ti costruiti ~ sembrano degli scataloni ~

senza che attorno ad essi vi siano le corri~spettive e necessarie infrastrutture di cui hoparlato primal, cioè scuole, O'spedali, asiIi,servizi, stmde adeguate, trasporti, verde.Quindi non si tratta sOilo di fare di più ~

'l'ha detto un momento fa sotto un aItroprafilo anche l'onorevole Ministro ~ ma sitratta di fare diversamente. E da questi £attiche nasce anche il rincaro dei fitti. Ma anchequesto fatto deniva dall'attuale meocanismodella società che è necessario modifioare. Diqui 1113nostra richiesta della necessità di pro-muavere uno sviluppo equilibrato di tuttoil territario. Ma ciò abbisogna di un'altradistJ1ibuzione degli investimenti 'e di un al~tra mOidello di sv.iluppo industriale ed eco-namico. Quindi nan contentatevi di introdur~re timidi carvettivi a palliativi che risulte-ranno ineffioaci; si potrà risolvere H pJ:1oble~

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Senato della Repubblica ~ 17053 ~ V Legislatura

330. SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

ma affrontandolo decisamente, aggmdendo[ofin dalle mdici. La legge n. 167, abbiamodetto, faLlisce perchè da una parte non èpossibile aggirare la questione fondiaria sen-za tagliarla alla radice e dall'altJ:1a parte per-chè i comuni non sono forniti dei mezzifinanziari necessari: infatti non avendo unordinamento importante nello sv:iJluppo,deI,lacittà, soffocati dai debiti e spesso rosi daHacorruzione e dalle speculazioni, finiscono conl'essere pnivi di" ogni capacità di intervento.

Nel complesso, l'intervento pubblico è ri-masto inferiore al 5 per cento, mentre nelfantomatico piano quinquennale avrebbe do-vuto ,a:rrivare al 25 per cento, e quindi sem-pre ad un ilivello più basso nei confronti dialtri Paesi anche capitalisti. Ecco peJ:1chènonsi soopre l'America quando si dice che perle costruzioni dell'edilizia popolave ed eco-namica ,saranno spesi miUednquecento mi-liardi in tre anni, perchè si tratta di unapiccola somma.

È vero che disaJ:1dine e insufficienza buro-cratica ,esistono tanto da impedire opeI1e diurbanizzazione, ma quasi sempre è mancatala volontà politica di fare, pel1chè si è para-lizzato l'interv'ento pubblico e 10 si è subar-dinato al giaco degli interessi privati. Quin-di nan sono separabili i temi dell' edilizia,dell'urbanistica e dello sviluppa economico,ma oeoÙ'rre cogherli nel laro intveecio ed èper questo che dissentiamo can l'indidzz,odei provvedimenti annunciati dal Ministro.Se nOln si unificano infatti i provvedimentinecessari che vanno dal blooco pralungatodei contratti alla riduzione degli affitti, rullaunificazione del mercato, aU'esproprio gene-ralizzato dei suoi edificabili, allo sviluppodei poteri comunali e al controllo popolaresui consumi, dalil'unificazione degli istitutiper la casa all'ampliamento della spesa pub-blica, al controllo del territOlrio, non si havolantà effettiva di dare una seria saluzioneai pmblemi che assirUano le comunità delnost'ro Paese.

Signor Presidente, onorevoli cÙ'Heghi, ono-revale Ministro, vale ripetere che ferma edecisa è la nostra apposizione al deoretonee ai provvedimenti di carattere fiscale as-sunti come primo atto dal Governo dell'ono-revole Colombo, P:residente del Consiglio. La

nÙ'stra avversione scaturisce daMa consape-vÙ'lezza che il decretane mira a consolidaree rafforzare i gruppi di patere economicoche domi,nano la villa del nostro Paese e ascaricare sui lavoratÙ'ri le difficoltà che lostesso sistema ciclicamente produce nel suomterno. Alle gravi conseguenze che dovran-no pesare e già stanno pesando sulla tota-lità dei ceti popalari più indigenti e menoabbienti e sul cittadino lavoratÙ're a vedditofisso non si sottraggono, ma anzi ne subisco-no un peso molto maggiore, i lavoratori me-ridionali e delle isole in partioolaJ:1e.

È questo l'altro aI1gomento che mi sonopropos to di trattare in questo mio interven-to, considerando che dal decretone tI Meri-dione non solo non trarrà benefici, ma che lìsi pomperanl1O altri miliardi senza che nes-sun intervento straordinario sia stato previ~sto per il Mezzogiorno, che anzi nel decretonon è neppur menzionato.

Lo sconsolante r etaggio di term di con~quista si fa aJncora sentire nel mado più bru~[aIe e non vaLgono certamente a tranquil~lizzarci le boriose affermazioni di qualchegovernativo. AI,la richiesta di uno stanzÌ'a-mento di qualche centinaio di miliardi ,~wan-zata in Commissione per soHevare dalla :011isiquella economia, per eliminare il permaJneredelle strutture arretrate del Mezzogiovno, siè risposto ancora picche. . .

M A S C I A L E . Piccoli!

R A I A. No, Piccoli non viene nell Mez-zogiorno. Le promesse vengono fatte ripetu-tamente, ma i fatti non seguono ad esse.

A volte ci si sente fremere di rabbia quan-do si ascoltano dichiarazioni di responsabiliuomini governativi meridionali i quali a agnipiè sospinto, come è avvenuto anche alla fie-ra di Bari, mostrano compiacimento per losviluppo della tecITica produttiva esistentenel nostro Paese e soprattutto nel Nord e,con accorata enfasi parolaia, esprimono !'im-pegno per accelerare lo sviluppo del Mezzo-giorno, per favorire il reale completamentodel processo unitario delIa società italiana.

Di questo passo, a sole parole, non solonon si definisce una seria economia per ildecollo del meridione, non solo non si ac-

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Senato della Repubblica ~ 17054 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

crescerà l'occupazione, ma l'agricoltura su-birà una più grave crisi e le campagne sispopoleranno ancora di più di quanto nonavvenga oggi. Olt1re aHa beffa di dover anda-

re via, i nostri emigrati, per l'aumento dellatassa sui passaporti, pagheranno ancora dipiù per poter andare via: questa è la realtà!Quando poi si dice che le tasse non colpi-

scono i consumi popolari, si afferma una co-sa non vera in considerazione del fatto cheindirettamente sono colpiti i ceti più popo-lari. Questo indi'rizzo di tassare a più nonposso si sta sentendo in Sicilia in modo par-ticolare ndle zone terremotate; gli effetti piùimmediati sono rappresentati dal fatto chementre i comuni disastrati da tre anni nonpagavano imposte di consumo ~ ciò era ef-fetto di una legge del Parlamento ~ ora in-

vece si tenta di farli pagare applicando cri-teri più restrittivi. I terremotati che aveva-no ottenuto l'esonero dal pagare il bollo del-l'automobile saranno gravati da quest'altroonere ed il decreto evidentemente peserà inmodo partico~are su questa popolazione tan-to disastrata. Ebbene, quanto pagherà perl'aumento della benzina e :per 'le altre voci ildottor Agnelli, altrettanto pagherà anche ilsinistrato di GibelHna, come faceva rilevarel'altro giorno il compagno Li Vigni.

A questo proposito vorrei porre una do-manda al Governo che riguarda i rapportitra Regioni e Regioni e Governo. Una partedegli introiti prelevati "anche daLle tasse peri terremotati sarà messa nel conto specialea disposizione del Governo e senza controllo,noi diciamo. Non sappiamo dove e come sa-rà speso questo fondo nazionale speciale,ma sappiamo che in. massima parte saràusato per ripianare i deficit delle mutue e co-munque potrebbe essere utilizzato anche per

aumentare i bilanci militari, per comperarecarri arma ti tedeschi...

R A M P A, Sottosegretario di Stato peril lavoro e la previdenza sociale. Questo nonè vero, senatore Raia: è scritto nella leggelo scopo del fondo. Si tratta di un contospeciale accantonato presso il Tesoro conuna precisa definizione e un preciso scopo.(Commenti del senatore Li Vigni).

A L BAR E L L O. Le finalizzazioni peròvengono poi sempre dirottate! Ciò è avvenu-to per il fondo per la Calabria che dovevaserv.ire appunto per quella regione e che in-vece è stato utilizzato per tanti altri scopi,malgrado fosse chiaramente denominato:fondo pro Calabria!

R A I A . Di questo fondo speciale non

beneficeranno le Regioni da cui sono statipDelevati soldi ed in proposito io pongo unproblema arI quale bisogna dare una risposta.

Leggendo la relazione di maggioranza hovisto che è stato sollevato il problema deUagrave ripercussione che avrà in SaDdegna larIserva intera all'erario deU'applicazione deldecreto. È stato detto che ciò soUeva un pro-blema costituzionale in considerazione delfatto che con legge ovdinaria non è possibilevariare disposizioni statutarie regionali ap-provate con legge costituzionale. Ciò che miha colpito è che in Commissione ha parlatoun solo senatore su tale questione, mentreio mi aspettavo che i senatori sardi e so-prattutto il senatore Corrias, che è statopresidente della Regione, venissero in Aulaa discutere, venissero in Aula a difendere gliinteressi della propria Regione.

Onorevole sottosegretario Rampa, io hoavuto un ovdine del giorno del Consiglio re-gionale deUa Sardegna, un ordine del giornofirmato da tutti i partiti rappresentati inqueUa assemblea. U Consiglio regionale inquesto ordine del giorno fa un rilievo difondo: che per un provvedimento di impor-tanza fondamentale per la Sardegna e le re-gioni meridionali tutte, il Governo centralenon ha sentito, secondo quanto è sancito daun obbligo costituzionale, il presidente deUaRegione sarda. L'articolo 33 del decreto, incontrasto con le no'rme costituzionali dellostatuto sardo, riserva al solo Erario deUoStato le maggiori entrate derivanti daU'ap-plicazione del decreto-legge in quanto sareb-bero destinate aUa copertura di oneri divettia soddisfare ,partico'lari finalità di competen-za esclusiva dello Stato. Il Consiglio Degio-naIe ritiene che non solo si violi un precisodettato costituzionale, ma si ledano gli inte-ressi della Regione sarda che vede decurtatele sue entrate e soprattutto minacciate le sueprerogative in materia di riforme economi-

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che e sociali. Ci sono poi altre argomenta~zioni molto serie che riguardano questo de~creta in quanto si dice che il prelievo fiscalecolpisce particolarmente le regioni più de~presse senza che per contro emerga una li~nea chiara e precisa sull'utilizzazione dellerisorse nella direzione di una organica e glo~baIe politica di riforme economiche e so~ciali.

Il rammarico oggi è che i rappresentantisaDdi della Democrazia cristiana non venganoa difendere questa richiesta del Consiglio re~gionale sardo. Ho parlato della Regione sar~da, ma colgo l'occasione, nel quadro dei pro-blemi che il decreto solleva, per porre an~che la questione relativa ai criteri di riparti-zione delle entrate tra Stato e Regione si~ciliana (e anche qui, sebbene vi sia un or-dine del giorno unanimemente votato da tut~ti i gruppi, non ne ho sentito parlare), persapere se tali criteri siano ancorati ai para-metri che furono stabiliti nel 1945 e in granparte superati. Io pongo questi problem",perchè stiamo discutendo di tasse, di que--stioni che riguardano appunto i rapporti cheesistono tra Stato e Regione.

A causa di questo fatto le entrate fiscalidelle Regioni sono legate ad una materia im-ponibile che si va sempre più riducendo,mentre lo Stato è riuscito ad adeguare lebasi imponibili. Con la riduzione delle entra~te regionali si rendono disponibili mezzi mi~nori per 10 sviluppo economico. Se si tieneconto che all'atto in cui, in base all'artico~10 36 dello Statuto siciliano, 10 Stato avocò asè le entrate dei monopoli, del lotto e delleimposte di fabbricazione ~ la suddivisionenel 1945 dava alla Regione siciliana circa il 60per cento del gettito globale tributario, ri~manento così allo Stato il40 per cento ~ ap~

pare fin troppo chiaro come tale distribu~zione non sia più conforme agli interessi del-la Regione. Infatti, mentre le entrate dellaRegione dal 1945 ad oggi hanno subìto un in~cremento del 120 per cento, l'imposta di fab~bricazione è aumentata di circa 20 volte. Ora,se si tiene conto che tale aumento è deter~minato in gran parte dai contributi che laRegione ha erogato per 10 sviluppo indu~striale, appare evi,dente come sia necessarioun adeguamento del contributo dello Stato, e

ciò per un duplice ordine di motivi: primo,perchè il criterio logico e costituzionale sta~bilito dall'articolo 38 vuole che il Governonazionale determini il quantum della solida-rietà non in riferimento a dati aleatori, maad un dato certo qual è quello del divariodel reddito da lavoro siciliano rispetto allamedia nazionale; secondo, peJ:1chè attraver-so la determinazione del fondo di solidarie~tà, in una parte percentuale derivante dal-!'imposta di fabbricazione, in Sicilia lo Sta~to ha un interesse contrario a quello di ef~fettuare investimenti pubblici e ciò perchègli investimenti che presuntivamente debbo-no far aumentare il gettito dell'imposta difabbricazione porrebbero lo Stato nelle con~dizioni di dover aumentare l'aliquota delcontributo.

FO'rse noi siamo maligni, ma non è errataprobabilmente l'affel1mazione che proprioper tali motivi il quinto centro siderurgicodi cui tanto si è parllato non è mai stato rea-lizzato in Sicilia. Sarebbe bene comunqueche il Governo desse una risposta al nostroquesito per dire con esattezza qual è la situa~zione esistente nei rapporti tra Stato e Re-gione ed anche per rispondere alla dichiara~zione unanime che stamattina i rappresentan-ti dell'Assemblea regionale avrebbero dovu~to, se non lo halnno già fatto, portare qui al~l'attenzione del Presidente.

F A D A, relatore. Dovrebbero portarlaalla Corte costituzionaQe perchè farebberopiù presto. È là infaltti che debbono risolve~re questo problema.

R A I A. Per lintanto chiedono che siarisolto con questa legge.

F A D A, relatore. Ma c'è già stato ilprecedente del 1968 che è identico e sul qua-le la Cmte costituzionale si è pronunciata.

D I P R I S C O. Ma è un'altra cosa.

F A D A, relatore. Si tratta invece dellaidentica cosa, perfino nella formuJazioneletterale. Basta rileggerla, come ho fatto iopochi minuti fa.

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V A L O R I . Sta di fatto che si sonorivolti ad un'Assemblea come il Senato enon possiamo non tenerne conto.

A L BAR E L L O. Non possiamo « dirot-tarli ».

F A D A, relatore. Ma questo non è unproblema politico: è un problema costitu-zionale.

R A I A . Comunque questa dichiara-zione è stata approvata unanimemente dalConsiglio regionale.

Sono questi dunque i rilievi di fondoche si fanno al decretone. Anzitutto per-chè le disposizioni di carattere tributarionel far prevalentemente ricorso all'imposi-zione indiretta colpiscono la Sicilia unita-mente alle altre Regioni più povere delPaese, vittime di una politica che lungi da,l-l'accorciarle, aumenta le distanze che sepa-rano le isole del Mezzogiorno dal resto del-l'Italia; in secondo luogo perchè, riservandoall'erario le maggiori entrate derivanti dal-l'appHcazione del decreto si violano, mi-naociando di gravi falcidie le entrate regio-nali, le competenze finanziarie e tributariedella Regione, venendo così disattesa la ne-cessità, ormai quasi universalmente rico-nosciuta, che la questione meridionale co-stituisca il nodo fondamentale de1la societànazionale, un nodo (aggiunge l'ordine delgiorno) alla cui eliminazione dovranno sen-za indugi essere destinate risorse eccezio-nali nel quadro di una organica e non piùdifferibile politica di riforma economica esociale.

Queste cose le diciamo non solo noi delPSIUP, come alcuni Gruppi vorrebbero fareapparire: qui c'è l'Assemblea regionale checritica unanimemente...

M A S C I A L E. Allora non è un di-scorso superfluo!

R A I A. Certo che no. Dirò inoltre cheai cittadini terremotati si impongono tasseda pagare subito, mentre la ricostruzionerischia di rimanere lettera morta per man-

4 OTTOBRE 1970

canza di fondi. Secondo noi dovete elimi-nare queste contraddizioni.

Ho voluto fare riferimento al problemadelle tasse che il Meridione dovrà pagarema da cui non avrà alcun beneficio per evi-denziare le stridenti contraddizioni tra !'im-postazione del decreto ne che ricalca, nellaforma e nella sostanza, le orme del passatoe le effettive esigenze del Paese reale. Ildecretone non è un atto solamente tecnico.ma è un atto prettamente politico che siinquadra nella politica perseguita in questiultimi decenni dai Governi succedutisi nelnostro Paese. Ed è anche perciò che cOlglia-ma questa occasione per parlare dei pro-blmi reali che travagli ano il Paese e per ma-nifestare la nostra condanna per una poli-tica che sempre più nociva si rende per iceti meno abbienti. Da una parte promessea parole di fare poi invece tasse. Da unaparte un Governo rabberciato, tenuto inpiedi da una coalizione unita più da condi-zioni di debolezza che di forza, che cercadi riesumare un superato equilibrio politico-sociale, dall'altra la richiesta insistente perla promozione di quelle riforme economichee sooiali senza le quali non si potrà avereun effettivo rinnovamento.

Ma se tutto il Paese è interessato a re-spingere tale politica, il Meridione ha mag-giore ragione di farlo in quanto siffatta po-litica si appalesa ancora più grave per legià precarie condizioni in cui esso sitrova in tutti i campi. Quando si pren-dono provvedimenti di così ampia por-tata e non si menziona, dicevo, il Meridio-ne, non si sentono neppure i preslidenti del-le Regioni, è chiaro che si vuole che le coserimangano allo stato in cui sOlno; e glisquilibri esistenti, la disgregazione territo-r,iale e l'attuale divario non verranno elimi-nati. La politica perseguita anche cOIn questodecreto sollecita lo sviluppo monopolisticoe gli investimenti industriali al Nord chevarranno ancora a calami:tare in quelJe Re-gioni altri interventi pubblici.

Su questi temi ho avuto occasione di-vel1se volte di parlare in quest'Aula. Quindinon dico cose strabilianti quando affermoche la realtà meridionale è fatta di disgre-gazione, di disoccupazione e di emigrazione.

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So anche che l,e nostre argamentazioni, lenostre osservazioni, le nostre critiche nonvarranno a richiamare la responsabilità dichi potrebbe e dovrebbe provvedere.

Ma questo, signor Presidente, onorevolicolleghi, non mi impedirà nè mi farà de~slstere dal porre con estrema fermezza sultappeto il problema che travaglia il Meri~dione e la mia Isola. Sarà ancara runa vol~ta una testimonianza in appoggio agli ope~ral, ai braccianti, alle masse dei giovaniche lottano per cambiare la drammaticarealtà nella quale sono costretti a vivere.La logica dello sviluppo capitalistico hacreato questa situazione di concentrazionea Nord e di depressione al Sud. E tuttociò costa economicamente e socialmente;costa alla collettività nazionale l'insediamen~to dei m.eridionali nel Nord e grande è iltributo che i meridionali devono pagare epagano con l'emigrazione.

Voi l1inviate la soluzione dei problemi fa~cendoli incancrenire, e poi vi meravigliateche scoppiano i casi di Avola, di Battipagliao di Reggia Calabda, con le dovute e natu-rali osservazioni e riserve che ci sono dafare.

Voi create con la vostra politica l'esplo~sione di collera che si registra qua e là intutti i comuni calabresi, .Iucani e siciliani.Queste manifestazioni sono d'altronde in~dicative di uno stato di esasperazione a cuisi è pervenuti. D'altro canto, come si puòavere fiducia in un Ministro che esso stes~so è portatore di una politica clientelare edi bassa speculazione demagogica? Vedete,voglio portarvi un esempio. Come pot'rebbeavere credito un Ministro che va a promet-tere il quinto centro siderurgico a Trapani,men tre un altro Ministro lo promette aReggia Calabria, a distanza di qualche gior-no? Ma per questa politica fatta di clien~telismo e di faide elettorali il Meridioneè ridotto aMo stato attualle; mentre pereffetto dell'orientamento governativo cheispira l'azione del Governo, prospettata an~che nel decreto che abbiamo in discussione,vi sarà una ulteriore spinta all'emigrazionee all'esodo dalle campagne che assume alspet~ti patologici che devono seriamente far ri-flettere.

La situazione dell'intero Mezzogiorno edella Sicilia continua a peggiorare nongià per insufficienza o incapacità, bensì perla precisa scelta politica delle classi domi~nanti. Il centro~sinistra che fece .Ie sue pri~me esperienze appunto nell'Isola ha ormaic1amo!rosamente rivelato l'incapacità di af~francare la Sidlia dalla povertà che l'afflig~ge. Si comprende quindi IiI senso di sfidu~cia diffuso tra quelle popolazioni, anche neiriguardi di questo Governo che nel suo pri~ma atto non so.Io non ha tenuto in alcunconto i problemi siciliani, ma con l'attualedecretone ne aggrava di più lIe condizioni diarretratezza e di sfaldamento. Bisogna ren~dersi conto che la situaziane econamica esociale già così depressa è stata resa intol-lerabi,le anche da naturali malanni. L'azionedei pubblici poteri è sempre carente. I ter~remotati attendona ancora una dignritosa si~stemazione, soprattutto con la ricostruzionee la rinascita delle zone coLpite dal sisma;eppur devono pagare anch'essi le tasse, anchese il Governo a volte è in mora. Lo Statochiede a quei cIttadini anche di fare il ser~vizio militare, pena il carcere, ma allorquan-do essi chiedono allo Stato l'impegno di ri~costruire, allora si perde tempo.

Ci si deve convincere che la Sicilia è unaimmensa sacca di miseria e di ingiustizie,e al contrario di questi provvedimenti sirende urgente un intervento decisivo delleindustrie statali a sostegno dell'industriaisolana. Ugualmente urgente è regolare lapenetrazione del capitaJle straniero che ra~st'rel,la grossi cl1editi dalle banche locali perpoi scomparire senza lasciare durature ini~ziaiive. Non solo le industrie ma tutti isettori economici siciliani, dall'agricoltura altUl1ismo, all'artigianato, sono in crisi; e de~ficitarie risultano anche le più elementariinfrastruttul1e civili, quali strade, acquedot~ti, ospedali, porti. La situazione dei lavo-ratori nell'Isola si è ulteriormente aggravatae si rende necessario un rovesciamento del~la politica fin qui seguita. Bisogna impe~gnare in Skilia le pal1tecipazioni stata1i,ampliare la direzione della spesa pubblica,finora rivolta anzkhè a vantaggio dei lavo~ratori a vantaggio dei monopoli e delle dien~tele. È necessario un profondo mutamento

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Senato della Repubblica ~ 17058 ~ V Legislatura

330' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

di indirizzo deUa politica finora seguitanel Mezzogiorno.

Per questa situazione vi sono comuni del-la mia provincia che mancano del 70 percento della PopOllazione. Se nel nostro Pae-se abbiamo il primato del più alto costodel:1a benzina, abbiamo la provincia più di-sastrata, che ha il primato del più basso red-di,to, della più alta percentuale eLi disoccu-pati e della più alta percentuale di emigrati.Può essere, e fOI1se è vero, che il Mezzo-giorno abbia registJ'ato nell'ultimo deoen-nio un minimo ma non considerevole in-cremento di sviluppo economico, ma è veroaltresì che nello stesso tempo non solo siè accresciuto il dislivello tra Nord e Sud,ma è contJinuato ill flusso migratorio versol'estero e il Nord delle forze più attive epiù giovani.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, iopotrei continuare ancora a discutere questiproblemi, potrei ancora illustrare con datistatJistid la situazione del meridione e lagrave carenza dei pubblid poteri nei con-fronti del meridione e delle isole. Voglioterminare facendo alcune considerazioni. Ilcompagno Li Vigni, nel fare un esame ge-nerale del decreto, ha, cOIn argomenta:zJionialquanto fondate, spiegato le ragioni dellanostra ferma critica e decisa opposizioneal decreto, precisando i termini alternativia cui si ispira tutta l'impostazione delilanostra linea. Noi non vogld:amo cambiarei punti e ,le virgole del decreto, ma rove-sciame, se possibi,le, tutta la logica che loispira. Abbiamo cr,itilcato il criterio del pre-lievo fiscale, che, attraverso le imposizioniindirette e le imposte di consumo, è pa-gato in prevalenza dai lavoratori. Abbiamodetto che gli impiegati, i funzionari, quelliche denunziano tutto al fisco vengono col-piti, mentre continuano a evaderlo gli spe-cialIsti dell'evasione e i redditieri che ri-mangono indisturbatL Abbiamo detto cheè possihile il prelievo fÌ<scale non sui lavo-ratori ma su altri redditi, tassando società,patrimoni, speculazioni sulle aree fabbri-cabi,l,i e sulle case di lusso. Abbiamo affer-mato che per i contributi delle azien-de è necessario ridurre il peso delle pic-cole e delle medie per aumentado nelle

4 OTTOBRE 1970

grandi. Abbiamo dimostrato con le nostreproposte non solo che il getti:to sarebbeuguale ma anche maggiore con le misureattuali e alle scadenze necessarie. Nessuno,se non in mala fede, può accusare quindi ilnostro discorso come demagogico O' ostru-zionistico. Abbiamo affermato che è possi-bile riduHe la spesa del bilancio militare edegli abusi burocratici, che si deve spen-dere di più per le ferrovie e meno per leautostrade, controllando le spese correntidove vi sono grossi speI1peri. E tutto ciònon è demagogico nè ostruzionistico. Ab-biamo affermato che è possibile controllarei prezzi, controllando quelli di rilievo na-zionale, affidando ai comuni, alle copera-tive mezzi e strumenti per intervenire nelmercato con efficacia. E tutto ciò non èdemagogico nè ostruzionistico. Abbiamodetto e denunciato che il decreto non fi-nanzia le riforme, bensì le scandalose ge-stioni delle mutue e delle industrie private,mentre accresce quelle tasse che la rifor-ma Hscale dovrebbe rovesoiare. E tutto ciònon è demagogico nè ostruzionistico. Ab-biamo affermato che le riforme sono ne-cessarie come necessari sono gli interventiper l'agricoltura, per il Meridione, per l'oc-cupazione, 311fine di impedire che gli investi-menti vengano distorti rispetto ai bi,sognireali della collettivtà. Abbiamo detto che ildecretone, per i,l modo come preleva il de-naro e come lo spende, non modiHca lastruttura della crisi, ma la consolida e im-pone sacrifici non a tutti, ma solo a chilavora. Abbiamo denunciato che la finalitàdel decretone è punitiva nei confronti deilavoratoni, per addossar loro <laresponsabili-tà della crisi e repressivo perchè mira aricostituire ]'equilibrio padronale. Abbiamosostenuto la necessrità di aumentare il reddi-to e il potere dei lavoratori e che le riformedevono essere pagate dai padroni. Se sidice nO' alle nostre proposte non è perchèsiano demagogiche, ma è perchè colpiamo gliinteressi dei padroni che il Governo di cen-tro.Jsinistra vuole mantenere intatti. Comesi può quindi evincere, con le nostre posi-zioni chiare e inequivoche facciamo una va-lutazione politica completa della situazionenella quale si attua il decreto che la mag-

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Senato della Repubblica ~ 17059 ~ V Legislatura

330. SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

gioranza vuole convertire in legge. Noi giu-dichiamo tale linea contraria agli interessidei lavoratori e la riteniamo nociva ai finidello sviluppo di un discorso unitario chela sinistra nel Paese e nel Parlamento devefare.

Signor Presidente, siamo contro il cen~tra-sinistra perchè riteniamo questa poli-tica superata e non rispondente agli inte~ressi dei lavoratori, siamo contro questoGoverno e quindi prima se ne va, meglio è.

Diciamo di no e non accettiamo il rioat~to del meno peggio di nenniana memoria.

Alcuni sono preoccupati perchè la no~stra linea può creare situazioni difficili alleforze che si collocano alla sinistra gover-nativa, ma chi appoggia la linea conserva~trice del centro~sinilstra non può preten-dere il nostro silenzio e accusaJrci per la no~stra chiarezza.

Per quanto riguarda tali questioni noiaffermiamo che, se il Governo di centra-si~nistl'a cadrà su questi argomenti concreti,tutta la sinistra, dalla comunista alla cat~tolica, non solo non ha da temere il peggio,ma avrebbe il plauso delle forze Javoratrici.(Vivi applausi dall'estrema sinistra. Congra-tulazioni).

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione alla seduta pomeridiana.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pub-I blica oggi, aHe ore 16, con lo stesso ordi~

ne del giomo.

La seduta è tolta (ore 13,05).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari