semplice. ispirata. helvetia. · il valore di un’opera è quantificabile. Per questo servo- ......

52
viva. Edizione 2|2018 La rivista per i collaboratori di Helvetia ispirare L’arte non ha confini

Transcript of semplice. ispirata. helvetia. · il valore di un’opera è quantificabile. Per questo servo- ......

viva. Edizione 2|2018La rivista per i

collaboratori di Helvetia

ispirareL’arte non ha confini

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 1 14.08.18 13:38

ISP IR ARE

semplice. ispirata. helvetia.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 2 14.08.18 13:38

Vi è mai capitato di guardare un’opera d’arte e di pen- sare: «Questo sa farlo anche mio nipote di cinque anni?» Non è proprio così semplice, nemmeno quando l’arte si limita a un paio di tratti e di macchie di colore. «Sapevo dipingere già da piccolo come Raffaello, ma ho impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino.» Questa citazione non è nostra, bensì nientemeno che del grande pittore spagnolo Pablo Picasso.

Questo divario tra arte professionale, «di alta qua - lità», e arte infantile ci è sembrato tanto interessante da dedicargli la nostra nuova copertina. L’opera scelta, realizzata da Amélie, sei anni, ci è stata inviata nel quadro del concorso artistico Helvetia (cfr. pag. 49). Tra le 60 opere pervenuteci, sono stati estratti a sorte cinque vincitori.

Quali leader sul mercato dell’assicurazione per opere d’arte sappiamo che, anche se i gusti sono diversi, il valore di un’opera è quantificabile. Per questo servo-no però buone conoscenze del ramo e tanta esperienza. Ma serve anche la capacità di ammirare i piccoli e grandi artisti di questo mondo, che con tratti e colori rendono visibile e percepibile l’inafferrabile.

Lasciatevi ispirare!

Che cosa è arte?

Illustrazione di copertina Opera d’arte di Amélie (sei anni), una delle vincitrici del nostro concorso artistico per bambini Helvetia. Per maggiori informazioni si rimanda a pag. 49. © Amélie Fritsch

Illustrazione © Filip Fröhlich

Mona Blum Redattrice di viva

Nina Eiber Redattrice di viva

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 1 14.08.18 13:38

4 NOVITÀ DALL A D IREZ IONE DEL GRUPPO

A regola d’arte

8 ASS ICUR A ZIONE PER OPERE D ’ARTE HELVET IA Assicurati ad arte

11 SERVIZ IO ARTE HELVET IA Orgoglio per la più antica collezione d’arte aziendale

14 ART SPONSORING HELVET IA Un impegno per l’arte

16 TEA M T IME Agenzia generale Basilea

18 UN GIORNO NELLA VITA DI Olga Britschgi

22 UN GIALLO D ’ARTE Sulle tracce di Matisse

24 ENCICLOPED IA DEL SAPERE INUT I LE

Ispirati?

26 I R ACCONTI D I UN RESTAUR ATORE

Il segreto del maestro

29 L’ARTE È PERSONALE Doris Russi Schurter

30 PARL ANO I CL IENT I L’arte del collezionismo

31 Un’opera d’arte è un bene culturale

32 EL ZEVIRO Max Küng

Arte

33 SUL POSTO A spasso a Le Havre

34 ARTE E D IG ITAL IZZ A ZIONE

Christie’s – tradizionale e iperdigitale

36 «Valorizziamo un immenso tesoro»

38 «La digitalizzazione contribuirà a personaliz- zare il mercato dell’arte»

40 PRO E CONTRO Questa è arte?

42 L’ INTERVISTA CON L’ART ISTA

Narratrice multilingue

44 MONDO DELL’ARTE HELVET IA Sponsor, collezionista,

assicuratrice

46 ARTE E SOCIAL MED IA Maestro della realtà

virtuale

48 I L MONDO DI GMÜR La vera arte

fa la differenza

49 CONCORSO ART IST ICO HELVET IA PER BA MBIN I Cinque vincitori

CONTENUT I

Sigla editoriale La rivista per i collaboratori di Helvetia viene pubblicata in tre lingue (I/F/D). Editrice Helvetia Assicurazioni, St. Alban-Anlage 26, 4002 Basilea, Dufourstrasse 40, 9001 San Gallo. Redazione interna Mona Blum e Nina Eiber (responsabili), Isabella Awad, Natascha Fabian. Redazione esterna Sara Meier, Christine Stöckli-Harte, Margrith Mermet, Walter Steiner. Traduzioni Italiano: Chantal Gianoni, Locarno, Francese: Helvetia Assicurazioni, 24translate GmbH, San Gallo. Concetto, design, layout e correttorato Linkgroup AG, Zurigo. Stampa Ostschweiz Druck AG, Wittenbach. Contatto [email protected], tel. 058 280 53 24. La redazione si riserva il diritto di accorciare o rielaborare i testi.

«Ho impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino.» Pablo Picasso

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 2 14.08.18 13:38

L’ INTERVISTA CON L’ART ISTA

Narratrice multilingue

31

PARLANO I CL IENT I

Un’opera d’arte è un bene culturale

ColorareServono:

matite colorate

26I RACCONTI D I UN RESTAURATORE

Il segreto del maestro

42

© d

epos

itpho

to

DO IT YOUR-SELF

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 3 14.08.18 13:38

NOVITÀ DALLA D IREZ IONE DEL GRUPPO

David Ribeaud dirige il segmento Specialty Markets e quindi l’unità Specialty Lines Svizzera/ Internazionale con le divisioni Assicurazioni tecniche, Tras porti e Opere d’arte. Una chiacchie-rata durante la quale ci s piega in che modo le nicchie di mer cato possono trasformarsi in un van-taggio concorrenziale e come nasce la fiducia dalla combina-zione di relazioni per sonali e competenza.

INTERVISTA Sara Meier FOTO Ismael Lorenzo

A regola d’arte

David Ribeaud nell’Helvetia Art Foyer, davanti all’opera «J’adore with joy» (2018) di Klodin Erb.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 4 14.08.18 13:39

554|

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 5 14.08.18 13:39

Come sono nate le Specialty Lines? Sono state annesse nel 2014, nell’ambito della alleanza con la Nationale Suisse. Prima di allora, Helvetia non proponeva alcuna assicura zione per opere d’arte. Le Specialty Lines sono strutturate in modo molto diverso. Che cosa le accomu-na? Tutte denotano una grandissima com-plessità. Una realtà che presuppone l’in-tervento di esperti affidabili per una consulenza di prim’ordine. D’altro canto, i mercati di nicchia richiedono sistemi adeguati per poter garantire una gestione efficiente e prestazioni di qualità. Come si presenta la dimensione strategica delle Specialty Lines? Come quella dell’as-sicurazione per opere d’arte? I mercati di nicchia presentano raramente grandi vo-lumi, ma racchiudono preziose opportunità di differenziazione. Con le Specialty Lines, noi dimostriamo che la consulenza di qua-lità e il coraggio di affrontare la complessità nonché di gestire somme d’assicurazione elevate fanno parte del nostro DNA. Così possiamo migliorare ulteriormente il nostro posizionamento nei confronti delle PMI e delle industrie, e contribuire alla realizza-zione di strategie aziendali a livello di gruppo.

La maggior parte delle compagnie assicura le opere d’arte esclusivamente nell’ambito delle assicurazioni mobilia domestica oppure oggetti di valore. Con le nostre assicurazioni per opere d’arte all-risk individuali, i nostri esperti possono offrire ai clienti migliori coperture e un know-how di tutto rispetto. E noi ci godiamo una po-sizione di leader sul mercato, l’accesso a una clientela molto interessante e una fonte di reddito supplementare.Quali sono i suoi progetti per il comparto Arte? Per i grandi rischi sul mercato sviz-zero delle assicurazioni per opere d’arte

constatiamo un notevole aumento del va-lore, poiché le opere d’arte diventano sempre più costose. Lentamente, ma inesorabilmente, stiamo raggiungendo i limiti di capacità. Con la nostra quota di mercato stimata attorno al 20%, siamo chiaramente al primo posto in Svizzera. Una posizione che ovvia-mente vogliamo mantenere e far crescere in modo durevole. Attualmente, il maggiore potenziale lo vediamo nei privati. Numerosi clienti molto benestanti possiedono colle-zioni di grande valore, che non sono (ancora) assicurate.Quali sono i vostri obiettivi all’estero?Anche qui vogliamo crescere. L’arte si è trasformata a livello mondiale in una nuova categoria di investimento e i collezionisti sono sempre più numerosi. Sul piano in ternazionale, la nostra Swissness ha un grandissimo peso e con essa i valori di affida bi lità e qualità. A proposito di valori: che cosa hanno in comune l’arte ed Helvetia?Tra i nostri valori centrali, ossia dinamismo, entusiasmo e fiducia, considero la fiducia quello più importante. I proprietari di opere d’arte mostrano ai nostri consulenti alla clientela le loro collezioni e svelano il valore delle loro opere. Ma per questo, de vono po-tersi fidare al 100%. Una relazione di questo tipo è unica e sopravvive anche in un mondo digitale.Le Specialty Lines saranno affiancate anche da altri rami?Sì. Recentemente è stata aggiunta anche la nuova cyberassicurazione. Ci sono altri pos-

«L’arte si è trasformata a livello mondiale in una nuova categoria di investimento.»David Ribeaud

NOVITÀ DALLA D IREZ IONE DEL GRUPPO

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 6 14.08.18 13:39

6 7|

Ar t is t i pre fer i t i

VINCENT VAN GOGH FERD INAND HODLER M ARK ROTHKO

Specialty Markets e Specialty Lines Il segmento Specialty Markets comprende tre unità: le Specialty Lines Svizzera/Internazionale riuniscono le divisioni Engineering (Assicurazioni tecniche), Marine (Trasporti) e Art (Opere d’arte). L’unità di mercato Francia funge prevalentemente da specialista per le assicurazioni di trasporto. La Riassicurazione attiva si occupa di relazioni strette e a lungo termine con gli assicuratori diretti nel mondo intero globale e copre tutti i rami. Gli Specialty Markets partecipano per oltre CHF 900 milioni al volume d’affari complessivo di Helvetia, di cui circa il 25% proviene dalle Specialty Lines e l’1,5% dall’arte.

David Ribeaud è arrivato in casa Helvetia con la ripresa della Nationale Suisse. Studioso di scienze naturali e attuario ASA, egli dirige il settore Specialty Markets e l’unità di mercato Specialty Lines Svizzera/Internazionale ed è membro della Direzione del Gruppo. Gli aspetti secondo lui più affascinanti della sua attività sono la diver sità, la complessità e quindi le sfide da esse derivanti in termini di collaborazione cross- funzionale, competenza e internazionalità.

Sullo sfondo: «Wundersame Vermehrung» (moltiplicazione miracolosa) di Klodine Erb del 2018.

sibili prodotti di nicchia quali ad esempio l’assicurazione di responsabilità civile degli organi societari o le assicurazioni per aero-mobili. Prima di lanciarci in un mercato del genere comunque, analizziamo se è con-forme al nostro posizionamento strategico e se può essere redditizio a medio e lungo termine. Quali sinergie sussistono tra l’assicurazione per opere d’arte, il servizio Arte e la sponsorizzazione in campo artistico?Le assicurazioni per opere d’arte sono un business. Il nostro profilo di mecenati dell’arte nonché proprietari di un’impor-tante collezione sottolinea la nostra affinità con l’arte in generale.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 7 14.08.18 13:39

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 8 14.08.18 13:39

8 9| ASS ICURAZIONE PER OPERE D’ARTE HELVET IA

Assicurati ad arte Con Artas, Helvetia si distingue chiaramente dalla concorrenza nel mondo delle assicurazioni per opere d’arte. Come mai questo prodotto assicurativo è così cono-sciuto nel mondo dell’arte, e per-ché quando si acquista un’opera d’arte è importante conservare la ricevuta d’acquisto? Ce lo spiega Edit Schneider, responsabile Assicurazione per opere d’arte Svizzera presso Helvetia.

TESTO Margrith Mermet FOTO Daniel Bossart

Helvetia offre una copertura assicurativa com-pleta per le opere d’arte di qualsiasi genere. A partire da una somma assicurata di

CHF 200 000, ha un senso stipulare una polizza assicura tiva specifica. «Le cifre inferiori vengono co-perte dalle assicurazioni mobilia domestica oppure og-getti di valore», spiega Edit Schneider, responsabile Assicurazione per opere d’arte Svizzera presso Helvetia. «La particolarità di Artas è la polizza su misura, studia-ta in base alle esigenze del cliente.» È speciale anche la copertura all-risk. Una polizza copre il luogo in cui si trova l’opera e il trasporto. Chi quindi trasferisce un’opera d’arte dal suo domicilio alla casa di vacanza, è assicurato in entrambi i luoghi, trasporto compreso. Non importa se la residenza secondaria si trova in Svizzera o nei paesi dell’UE. Vanno comunque rispet-tate severe condizioni in materia di imballaggio e tra-sporto, operazioni che devono essere svolte a regola d’arte.

L’installazione «Aufgeweckter Rosenscheitel» (Chiome di rose risvegliate) di Pipilotti Rist affa-scina ogni volta anche Edit Schneider.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 9 14.08.18 13:39

Come si calcola il valore?Per assicurare in modo corretto le opere d’arte, occor-re conoscerne il valore. Gli esperti d’arte del team di Edit Schneider si recano dai clienti per stimare le ope-re da assicurare. Perizie, ricevute d’acquisto e certifi-cati di autenticità sono documenti importantissimi per valutare la somma da assicurare. «Se non esistono giustificativi del valore – è talvolta il caso quando si tratta di beni ereditati – i nostri specialisti cercano nel-le banche dati online di oggetti d’arte opere simili o si informano sul valore di mercato presso galleristi e case d’aste.» In una dichiarazione di plausibilità, essi definiscono la fascia di prezzo delle opere, che ser-virà da base per il calcolo del premio.

Leader con know-how ed esperienzaHelvetia va molto orgogliosa delle proprie conoscen-ze nel ramo: «I nostri esperti discutono con competen-za con i clienti e capiscono le loro esigenze», afferma Edit Schneider. È importante, affinché un cliente si sen-ta in buone mani. Alcuni dei nostri underwriter hanno studiato storia dell’arte, e tutti i membri del team pos-sono vantare una lunga esperienza nel settore dell’as-sicurazione d’arte. «Il mio team è molto stabile. Circa l’80% dei collaboratori lavora qui da dieci anni.» Il volume dei premi dell’assicurazione per oggetti d’arte in Svizzera è stimato a circa CHF 50 milioni. Quale leader nel ramo dell’assicurazione d’arte, Helvetia ne detiene una quota molto importante; con la sua offer-ta mirata e i suoi specialisti, si distingue perciò netta-mente dai suoi concorrenti.

Un topo distrugge un’installazione artisticaUn ulteriore vantaggio di Artas è l’elevata capacità di sottoscrizione grazie alla riassicurazione. «Per un’esposizione, ad esempio, possiamo coprire un im-porto massimo di CHF 400 milioni. Se dovesse veri-

ficarsi un danno, si arriva rapidamente a cifre di sva-riati milioni.» Per fortuna capita raramente, commenta Edit Schneider, e racconta di un caso stranissimo ve-rificatosi anni addietro presso un museo di Monaco di Baviera: «Nel quadro di una mostra, il museo espo-neva l’opera ‹The Red Room (Parents)› dell’artista Loui-se Bourgeois, un’installazione con un grande letto ros-so. Un topo lo trovò tanto piacevole da sceglierla per fare il suo nido, danneggiando in modo massiccio l’opera d’arte.»

L’arte ha bisogno di tempoAttraverso il suo lavoro a stretto contatto con l’arte, Edit Schneider ha sviluppato anche i suoi interessi personali per questo mondo. Occuparsi in modo ap-profondito di arte richiede però anche tanto tempo, un bene purtroppo spesso troppo raro. Fortunatamen-te ha la possibilità di ammirare esposizioni grandiose a due passi da casa: «Mi piace visitare la Fondation Beyeler o il Museo d’arte di Basilea.» Edit Schneider visita ovviamente con un particolare interesse le mo-stre assicurate da Helvetia. «Conosco perfettamente il valore delle opere appese alle pareti e vedo tutto con occhi diversi rispetto agli altri visitatori. È emozionante!»

«In caso di danni, si parla facilmente di milioni.»Edit Schneider, responsabile Assicurazione per opere d’arte Svizzera

Assicurazione per opere d’arte Artas L’assicurazione per opere d’arte è integrata nel settore «Marine & Art», che fa parte delle Specialty Lines. Il servizio diretto da Edit Schneider si suddivide nei quattro team underwriting Basilea, Zurigo, Romandia e Ticino, per un totale di undici collaboratori. Edit Schneider lavora nel ramo assicurativo da 26 anni; da nove anni occupa diverse fun- zioni dirigenziali nel dipartimento Arte, dapprima per presso la Nationale Suisse e dal 2015 presso Helvetia come responsabile Assicura-zione per opere d’arte Svizzera.

Ar t is t i pre fer i t i

JEFF KOONS P IP I LOTT I R IST

ASS ICURAZIONE PER OPERE D’ARTE HELVET IA

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 10 14.08.18 13:39

10 11|

Orgoglio per la più antica collezione d’arte aziendale

L ’arte occupa un posto molto importante in casa Helvetia. Oltre ad assicurare le opere e a pro-muovere gli artisti, la compagnia possiede anche

la più antica collezione d’arte aziendale della Svizzera, una panoramica molto rappresentativa dell’arte dal 20° secolo ai giorni nostri. «Curiamo e ampliamo co-stantemente la nostra raccolta con nuovi acquisti e la rendiamo accessibile ai collaboratori e persino all’opi-nione pubblica», spiega Andreas Karcher, responsa-bile del servizio Arte di Helvetia.

Una tradizione di 75 anniL’attività collezionistica di Helvetia si orienta tuttora al principio definito all’epoca della sua fondazione, 75 anni or sono: «Ci concentriamo sull’arte contempora-nea e gli artisti svizzeri. Le espressioni artistiche com-prendono dipinti, disegni e fotografie, ma anche scul-ture, oggetti e installazioni video», spiega Andreas Karcher. Responsabile degli acquisti è una commissio-ne speciale, di cui fanno parte, oltre ad Andreas Karcher anche la sua collega, la curatrice Nathalie Loch, ed Endre Horvath di Helvetia. Le nuove opere vengono acquistate dagli esperti d’arte presso galle-rie d’arte, direttamente dagli artisti nei loro atelier e talvolta anche nelle fiere d’arte. La priorità viene ac-cordata ai giovani artisti.

SERVIZ IO ARTE HELVET IA

Un know-how legittimoNel 1943, fu il direttore di allora a iniziare l’attività collezionistica della compagnia d’assicurazione, mos-so anche da una passione personale (cfr. riquadro). Oggi, con la sua collezione di opere d’arte, Helvetia persegue obiettivi «contemporanei»: «Non è soltanto questione d’immagine. Quali leader nel ramo dell’as-sicurazione d’arte, legittimiamo le nostre conoscenze con l’esperienza acquisita durante la nostra lunga at-tività di collezionisti», spiega Andreas Karcher. Ma qui c’è in gioco anche la nostra responsabilità di azienda nei confronti della società e dei collaboratori. «L’arte fa parte della nostra cultura aziendale. Crea un am-biente stimolante per tutti coloro che lavorano da noi.» Qui non occorre superare la paura di varcare la so-glia, come potrebbe essere il caso in una galleria d’ar-te; l’arte è in casa nostra e può agire su chi la osserva. «Molti collaboratori considerano un privilegio poter lavorare circondati da opere d’arte.»

Anche Andreas Karcher rimase affascinato dall’arte contemporanea quando, terminati gli studi, iniziò a lavorare per la Compagnia d’assicurazione nazionale. Un giorno, l’allora curatrice della collezio-ne Verena Widmer gli chiese se fosse interessato a scrivere brevi recensioni per un catalogo dedicato agli artisti rappresentati nella collezione. Non avrebbe mai pensato di essere un giorno responsabile di que-sta collezione d’arte.

L’architettura moderna con tanto vetro e uffici open space dà del filo da torcere ai curatori di collezioni d’arte aziendali. Andreas Karcher, responsabile del servizio Arte di Helvetia, e il suo team raccolgono la sfida e ampliano la già ricca collezione d’arte Helvetia.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 11 14.08.18 13:39

La collezione d’arte Helvetia I primi quadri vennero acquistati nel 1943 dalla Compagnia d’assicurazione nazionale. L’allora direttore Hans Theler, stimato collezionista d’arte, era in contatto con molti artisti e gallerie. Egli iniziò a costruire la collezione aziendale concentrandosi sull’arte svizzera contemporanea. Si parlava di arte anche presso Helvetia: la Commissione artistica, istituita nel 1998, acquistava opere d’arte con lo stesso profilo, considerando il suo impegno come parte integrante della Corporate Responsibility.

«L’arte fa parte della nostra cultura aziendale.» Andreas Karcher, responsabile del servizio Arte

SERVIZ IO ARTE HELVET IA

Andreas Karcher all’esposizione di Klodin Erb nell’Helvetia Art Foyer.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 12 14.08.18 13:39

12 13|

Uffici open space, una bella sfidaIntegrare l’arte in modo professionale nel mondo del lavoro è una sfida per i curatori: «La tendenza verso gli spazi aperti per noi significa perdita di superfici a parete, che ci servono per appendere i dipinti.» Nell’architettura moderna, ci sono non solo pochissi-me pareti, bensì anche tanto vetro e tanta luce, uno svantaggio per le opere d’arte spesso fotosensibili. L’evoluzione attuale però rappresenta anche un’op-portunità di ricerca di nuove soluzioni, ad esempio con locali e zone espositive all’interno degli edifici oppure progetti «Arte in cantiere». Sicuramente que-ste premesse in futuro influenzeranno e modificheran-no l’attività collezionistica di Helvetia.

Helvetia Art FoyerHelvetia possiede già un suo locale espositivo, nel nuovo edificio di Steinengraben, a Basilea, proprio accanto allo stabile amministrativo dove la collezione ha avuto origine. Andreas Karcher e Nathalie Loch allestiscono esposizioni tematiche con opere della col-lezione e opere prese in prestito. Oppure danno la possibilità agli artisti le cui opere sono rappresentate nella collezione Helvetia di organizzare una mostra personale. Spesso, le esposizioni ruotano attorno al tema dell’assicurazione e del mondo del lavoro. Come ad esempio «All-Risk», una mostra dedicata alla tecni-ca assicurativa, oppure «Have a Seat», un invito a sedersi in varie forme artistiche. Ogni anno, Helvetia organizza nell’Art Foyer tre o quattro esposizioni, ac-cessibili in qualsiasi momento ai collaboratori.

TESTO Margrith Mermet FOTO Daniel Bossart

Ar t is t i pre fer i t i

REMBRANDTP IP I LOTT I R ISTMARINA ABRAMOVICJUL IAN CHARRIÈRE

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 13 14.08.18 13:39

«Chi assicura l’arte, dovrebbe anche conoscerla.»Dott. Dietrich von Frank, responsabile dell’Art Sponsoring

Un impegno per l’arte Helvetia valorizza i tesori nascosti: le opere d’arte finora celate agli occhi dell’opinione pubblica negli archivi dei musei, al riparo dalla luce, oggi vengono esposte in forma digitalizzata. Ma questo è soltanto uno dei tanti impegni in campo artistico ai quali il dott. Dietrich von Frank, responsabile dell’Art Sponsorig Helvetia, si dedica con tanta passione.

TESTO Margrith Mermet FOTO Daniel Bossart

Dietrich von Frank davanti all’opera di Paul Camenisch «Der Pianist» (Il pianista, 1925).

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 14 14.08.18 13:39

14 15|

D al giorno in cui Helvetia ha ripreso con la Nationale Suisse anche la sua ricca collezio-ne aziendale di lunga tradizione compren-

dente circa 1800 opere, lanciandosi contemporanea-mente nel business dell’assicurazione per opere d’arte, l’arte in azienda si è automaticamente conquistata un ruolo di prim’ordine. Logico quindi che Helvetia, oltre al suo ragguardevole impegno per lo sport, la cultura e la sostenibilità, volesse adoperarsi anche a favore della promozione e della conservazione dell’arte. Diet rich von Frank, che in precedenza aveva ricoper-to varie funzioni presso la Nationale Suisse, è respon-sabile dell’Art Sponsoring presso Helvetia. «Il mio obiettivo è posizionare Helvetia agli occhi dell’opinio-ne pubblica come una società specializzata nel setto-re dell’arte.»

Un nuovo modo di osservare l’arteMerita particolare attenzione il progetto di digitaliz-zazione, in sintonia con la strategia helvetia 20.20. Helvetia sostiene diversi musei svizzeri nel processo di digitalizzazione dei loro patrimoni artistici (cfr. ri-quadro). «In futuro, i curatori saranno costretti a svi-luppare formati espositivi totalmente nuovi per attira-re nei musei le giovani generazioni», spiega convinto Dietrich von Frank. Con il sostegno finanziario di Hel-vetia, gli specialisti scansionano le opere selezionate e le registrano in una banca dati. «Studenti, ricerca-tori e profani interessati all’arte possono quindi ammi-rare le varie espressioni artistiche online e svolgere ricerche senza doversi recare al museo». L’impegno di Helvetia non termina comunque con la scansione delle opere. «Sosteniamo, promuoviamo e accompa-

gniamo le esposizioni che nascono da progetti di di-gitalizzazione, non solo finanziariamente, bensì an-che a livello di contenuti», spiega Dietrich von Frank.

Passaggio a Helvetia: un colpo di fortunaIl passaggio dalla Nationale Suisse a Helvetia è stato un vero colpo di fortuna per Dietrich von Frank, incari-cato di creare l’Art Sponsoring nell’ambito del servizio Branding. «Helvetia ha aperto un nuovo capitolo in materia di sponsorizzazione dell’arte, avvicinandosi a questo argomento con molta apertura e curiosità.» Tut-tavia, secondo lui Helvetia potrebbe sfruttare molto me-glio questo impegno, rendendolo noto anche all’ester-no: «I musei rappresentano un’eccellente piattaforma per gli eventi della clientela. I progetti di digitalizzazio-ne permettono di gettare uno sguardo dietro le quinte, un’opportunità sempre molto apprezzata dagli ospiti.»

Da hobby a professione e viceversaL’arte è la grande protagonista della vita di Dietrich von Frank. Una realtà che egli ha avuto modo di co-noscere già durante l’infanzia. Una zia gli regalò un volume illustrato del castello Sanssouci di Potsdam. «Ho divorato quel libro d’arte.» A sette anni, il ragaz-zino rimase affascinato anche dalla bellezza architet-tonica e dall’estetica degli interni di una casa del 18° secolo di Monaco di Baviera, dedicata alle feste e ai ricevimenti. Due eventi che hanno sicuramente influen-zato il futuro sviluppo professionale di Dietrich von Frank. Dopo gli studi in storia dell’architettura, egli ha lavorato nel campo del commercio d’arte, dell’archi-tettura interna, dell’assicurazione per opere d’arte e della sponsorizzazione artistica. «La passione per l’arte accompagna la mia vita come un filo condutto-re.» Egli ama il dialogo con gli artisti. «Si osserva e si percepisce un’opera in modo diverso quando se ne conosce l’autore.»

Oltre al lancio di alcuni progetti di digitalizzazio-ne nei mercati nazionali, Dietrich von Frank vorrebbe poter digitalizzare e rendere interattiva la collezione d’arte Helvetia. «Sarebbe un controsenso sostenere al-tri nella digitalizzazione del loro patrimonio artistico e lasciare la nostra importantissima collezione in for-ma analogica» commenta ammiccando.

Progetti di digitalizzazione: – Museo Kirchner, Davos: digitalizzazione di 160 album di schizzi (conclusione del progetto fine 2018), cfr. art. pag. 34 – Museo d’arte di Lucerna: preparazione conservatoristica e digitalizzazione di video di artisti degli anni 1960 e 70 (conclusione del progetto fine 2019) – Museo d’arte di Berna: progetto «Meret Oppenheim digital», digitalizzazione di video degli anni 1960 e 70 (conclusione del progetto fine 2020) – Museo d’arte di Basilea: digitalizzazione di 3 000 disegni di grandi maestri del 15° fino al 17° secolo (conclusione del progetto fine 2020)

Ar t is ta prefer i to

LUCIO FONTANA

ART SPONSORING HELVET IA

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 15 14.08.18 13:39

TEAM T IME

Il consulente si rinnova

AG BasileaFatti & cifre – Collaboratori: 53 – Clienti: 28 000 – Segmenti di clientela: clienti aziendali, Vita collettiva – Fatturato – obiettivo: ogni consulente organizza 15 appuntamenti la settimana, tra i quali due di consulenza generale e due nel ramo PMI – Il consiglio di Patrick Kronenberg: Art Basel, la fiera d’arte più importante e famosa al mondo, e TRESOR Basel, un’esposizione piccola ma preziosa con tanti artisti ancora sconosciuti.

Hanno portato il buon umore a Basilea: 41 dei complessivamente 53 collaboratori dell’agenzia generale di Basilea.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 16 14.08.18 13:39

16 17|

44 musei, gallerie e la fiera d’arte più importante al mondo. Chi vive a Basilea, non può rimanere indifferente all’arte. Così anche l’agente generale Patrick Kronenberg e i suoi collaboratori.

Fondazioni stabili, casa solida«Il mondo delle assicurazioni presuppone una buona collaborazione tra vendita e supporto vendita», spie-ga Patrick Kronenberg. Una casa può essere solida soltanto se poggia su fondazioni stabili. Perciò, i col-laboratori che lavorano per noi da anni trasmettono con entusiasmo il loro sapere alle giovani leve. «La promozione dei giovani torna a profitto anche di Hel-vetia.» Una grande verità secondo Patrick Kronen-berg: «A coloro che desiderano andare avanti, dò volentieri una mano.»

Diretto e sincero L’agenzia generale di Basilea conta 53 collaboratori, tra cui cinque apprendisti. Patrick Kronenberg è in buone relazioni con tutti. «Sono molto diretto e aperto. Per me è molto importante che i collaboratori sap-piano dove stanno, quali sono i loro punti forti e in che cosa possiamo fornire loro un supporto». Anche dopo una giornata particolarmente intensa e pesante, Patrick Kronenberg è capace di staccare e di rigene-rarsi. Di tanto in tanto, anche visitando un museo.

TESTO Natascha Fabian FOTO Barbara Jung

La vita multiculturale di Basilea, strettamen-te legata all’arte, si rispecchia anche nel lavoro dell’agenzia generale. Non solo per il fatto che molti collaboratori amano visitare i musei, bensì anche perché i suoi clienti chiedono una copertura assicura-

tiva adeguata per quadri e altri valori. «I nostri consu-lenti vengono chiamati da parecchi proprietari privati di opere di un valore di mezzo milione», spiega Patrick Kronenberg. Oltre al tema dell’arte, l’agenzia gene-rale si occupa anche del ramo farmaceutico, soprattut-to nel settore dei clienti aziendali. Così la bella Basi-lea caratterizza e determina l’attività quotidiana dell’agenzia generale.

Una svolta nel servizioPatrick Kronenberg è convinto che il lavoro di consu-lenza subirà un cambiamento. «Probabilmente i clienti che desiderano assicurare costose opere d’arte o colo-ro che intendono affidare la loro LPP a una compagnia d’assicurazione, continueranno ad apprezzare la con-sulenza personale. Ma il cliente sta diventando sem-pre più ibrido e il discorso online si diffonde a mac-chia d’olio, soprattutto per le prestazioni di routine. Il consulente deve essere perfettamente equipaggiato se vuole rendersi indispensabile», Patrick Kronenberg ag-giunge con convinzione. Il comportamento dei clienti cambia e così anche l’attività di consulenza: i clienti vogliono ottenere un valore aggiunto. Ciò significa che il consulente non deve possedere soltanto una forma-zione specialistica, bensì conoscere anche gli sviluppi attuali della società e della politica. In altre parole: consulenza a 360 gradi.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 17 14.08.18 13:39

6.30 – Quando la casa è ancora im-mersa nel silenzio, Olga Britschgi as-sume la posizione del fiore di loto, prima di salutare il nuovo giorno con una serie di esercizi di yoga.

7.15 – Olga sveglia i suoi due figli Aurélien e Maxime di sette e dieci anni, interrom-pendo così il silenzio. I tempi sono stretti, ci si veste di corsa e si fa colazione. Olga cerca sempre di orga-nizzarsi in modo da poterli accompagnare a scuola. «Mi godo questi 15 minuti, in particolare in estate, quando al mattino splende già il sole e fa caldo.»

8.30 – In ufficio, Olga Britschgi legge per prima cosa le sue e-mail e risponde immediatamente. «Me-glio risolvere subito determinate pendenze.»

10.00 – Olga accompagna un consulente da un cliente in un quartiere elegante di Ginevra. Dopo un caffè e due chiacchiere, il cliente fa visitare loro la

Quanto vale un Picasso?La vita di Olga Britschgi ruota attorno all’arte. L’underwriter Assicurazione per opere d’arte nella Svizzera romanda valuta le opere che appartengono a privati, gallerie e musei e propone loro una polizza personalizzata. Ma nel suo tempo libero, la famiglia prevale su Picasso!

UN GIORNO NELLA V ITA D I

5.6.18

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 18 14.08.18 13:39

18 19|

Dopo gli studi in storia dell’arte a Ginevra, Olga Britschgi ha lavorato presso Christie’s, poi in una galleria di arte contemporanea e nel 2011 è stata assunta dall’allora Nationale Suisse. La sua attività di underwriter Assicurazione per opere d’arte consiste nel supportare le agenzie generali e i broker della Svizzera romanda nella consulenza della loro clientela. Fino a qualche anno fa, Olga considerava il mondo dell’arte piuttosto elitario; oggi lo vede con occhi diversi. Quali artisti le piacciono? «Molti», risponde, «uno è sicuramente Zao Wou-Ki.» Olga Britschgi vive con il marito e i due figli a Ginevra.

1918|

10:15

10: 00

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 19 14.08.18 13:39

casa presentando la sua collezione di circa 50 opere d’arte di vari artisti. «Fotografo i quadri e le sculture e annoto i dati dei singoli quadri; mi serviranno più tar-di per allestire l’inventario e l’offerta dettagliata», spiega l’underwriter. C’era anche un Picasso? Chissà… segreto professionale!

12.00 – Di tanto in tanto, durante la pausa pran-zo Olga Britschgi si concede un’ora di tai chi. «Un’o-asi di tranquillità nella mia quotidianità turbolenta», commenta. Un’insalata in ufficio, poi l’inventario del collezionista d’arte incontrato al mattino. Alle 14.15 si reca in treno a Losanna, per il suo prossimo appuntamento.

15.30 – Olga Britschgi incontra un intermediario in una galleria d’arte. Si guarda attorno, valuta i locali dove sono depositate le opere d’arte e si informa sugli artisti rappresentati in questi spazi. Insieme definisco-no la copertura assicurativa necessaria. Olga Britsch-gi garantisce al gallerista l’offerta entro 48 ore. Prima del prossimo appuntamento, le rimane un po’ di tem-po per un caffè con un collega.

12 : 00UN GIORNO NELLA V ITA D I

18.00 – Helvetia quest’anno sponsorizza l’espo-sizione «Hodler et le Léman» presso il Museo d’arte di Pully. Questa sera un’agenzia generale di Losanna ha organizzato un evento per i suoi clienti. Olga Britsch-gi presenta brevemente l’esposizione e spiega l’impe-gno di Helvetia nel campo dell’arte. Gustando un ric-co aperitivo, Olga coglie l’occasione per intrattenersi brevemente con i consulenti alla clientela e i loro clienti.

22.00 – Finalmente a casa. Due parole con il marito, un’occhiatina al giornale. Prima di addormen-tarsi, Olga pensa alla prossima giornata e si rallegra: «Per domani ho programmato una tranquilla giornata in ufficio; così potrò trascorrere la serata con i miei figli.»

Il fine settimana è interamente dedicato alla famiglia e agli amici. «Facciamo lunghe passeggiate in montagna o nel bosco. Talvolta visitiamo un museo, ma non deve durare troppo, sennò i ragazzi si an-noiano», commenta ridendo. A cena i Britschgi invita-no volentieri gli amici. «Mio marito è un eccellente cuoco», rivela sorridendo.

TESTO Isabella Awad FOTO Fabian UnternährerAr t is ta prefer i to

ZAO WOU-K I

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 20 14.08.18 13:39

20 21|

15 : 30

«Nel suo tempo libero, la fami-glia prevale su Picasso.»Olga Britschgi

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 21 14.08.18 13:39

Sulle tracce di MatisseUn giallo d’arte ispirato alla vita reale.

UN GIALLO D’ARTE

Philippe Grütter Philippe Grütter, da quasi 15 anni in casa Helvetia, è specialista senior danni a oggetti d’arte. Egli si occupa di tutti i casi in Svizzera e nel contesto internazionale. I danni principali alle opere d’arte sono imputabili a errori umani durante la manipolazione, ossia in fase di allestimento e smon- taggio delle esposizioni, im ballaggio, immagazzinamento e trasporto. I furti d’arte sono for tu natamente piuttosto rari.

Art Loss Register (ALR) L’ALR, con sede principale a Londra, è la banca dati più grande del mondo per le opere d’arte perse o rubate. È stata fondata nel 1991 dalle case d’aste, dal commercio internazionale di oggetti d’arte, dai rappresentanti dell’industria delle assicurazioni e dalla Internatio-nal Foundation for Art Research. Su richiesta, l’ALR esegue ricerche sull’autenticità, la provenienza, l’importazione e l’esportazione nonché il valore delle opere d’arte registrate.

www.artloss.com

Henri Matisse, scultura in bronzo di sua figlia Marguerite, 1906 © Succession H. Matisse/2018, ProLitteris, Zurigo © Courtesy Galerie Kornfeld, Berna

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 22 14.08.18 13:39

22 23|

Una scultura di Matisse viene rubata in Svizzera e se ne perdono le trac-ce. Dopo 30 anni riappare improv-visamente in Francia. Sette mesi dopo, l’esperto d’arte di Helvetia Philippe Grütter può stringerla tra le

mani. Un’indagine ricca di emozioni.

1906, nell’atelier di Henri Matisse a Parigi La figlioletta Marguerite sta osservando il padre men-tre estrae una piccola statua di bronzo dallo stampo. Con un’abilità da maestro, lo scultore incide il numero dell’edizione sul ritratto bronzeo della sua amata «piccola musa dell’atelier».

1990, lunedì mattina, in un museo svizzero Un collaboratore nota la scomparsa di «Marguerite» e avverte la polizia. La scultura è stata tolta dal suo zoccolo e sottratta durante il fine settimana. La poli-zia locale muove cielo e terra e denuncia il furto dell’opera persino all’Interpol. Anche la Nationale Suisse, la compagnia che all’epoca assicurava la do-nazione, viene messa al corrente del furto e inserisce l’opera nell’Art Loss Register (vedi box). Ma «Margue-rite» rimane introvabile, proprio come chi se n’è appropriato.

2017, gennaio, Steinengraben a Basilea Nell’ufficio di Philippe Grütter: lo specialista danni a oggetti d’arte risponde al telefono e rimane di stucco. Dall’Art Loss Register apprende che la statua di bron-zo «Marguerite» è stata ritrovata in una casa d’aste francese. L’acquirente deve rimanere anonimo, pro-prio come il motivo dell’acquisto. Philippe Grütter ini-zia il suo percorso di avvicinamento all’opera.

Da un punto di vista giuridico-formale «Margue-rite» appartiene a Helvetia. Dopo la notifica del furto e le ricerche infruttuose della polizia, la Nationale Suisse ha risarcito l’opera d’arte come danno totale. Così i diritti di proprietà sono passati alla compagnia d’assicurazione, che nel 2015 è stata integrata a Hel-vetia. Nell’archivio, Grütter non trova più alcun docu-mento relativo al caso; in effetti, i dossier sono stati eliminati dopo dieci anni, una pratica tutt’ora vigente.

Fortunatamente il proprietario originale ha conservato alcuni documenti nella sua cantina.

Con l’Art Loss Register, Philippe Grütter riesce a far confiscare «Marguerite» in Francia e a organiz-zare il rientro in Svizzera dalla casa d’aste francese. Riceve però una lettera dalla Brigade de répression du banditisme della polizia di Parigi, nella quale è scritto che le autorità doganali negano la consegna della statuetta poiché si tratta di un caso dell’Interpol non risolto e, conformemente alla Legge federale sul trasfe-rimento dei beni culturali (LTBC), qualsiasi forma di commercio è illegale. E come se ciò non bastasse, presso la ditta di logistica che ha trasportato la scultu-ra in Francia per la vendita, i documenti d’importazio-ne sono scomparsi.

Una bella sfida per Grütter. Egli deve dapprima dimostrare che Helvetia è la proprietaria legale di «Marguerite». Secondariamente deve chiarire se l’im-portazione in Francia sia avvenuta in modo regolare e terzo che l’esportazione non violi la LTBC. E infine deve ottenere la cancellazione della notifica presso l’Interpol.

Il primo punto è facile da dimostrare, visto che la Nationale Suisse oggi si chiama Helvetia; Grütter deve comunque fornire parecchi documenti e prove alle autorità estere. Il secondo è più complicato, ma va in porto grazie all’aiuto del trasportatore al quale è stato commissionato il viaggio di rientro in Svizzera dell’opera. Per il terzo ci vuole il pubblico ministero. E il quarto è praticamente impossibile, poiché il reparto di polizia che ha effettuato la notifica all’Interpol non esiste più.

Grazie alla pazienza, all’ottimo lavoro di squa-dra e alla grande sensibilità di tutti i partecipanti, il 3 agosto 2017 Philippe Grütter può finalmente ritirare «Marguerite» in dogana. Il lieto fine di questo giallo d’arte viene festeggiato presso Helvetia con un aperi-tivo di benvenuto in presenza dei colleghi dell’Un-derwriting Art e del team Sinistri dell’unità Specialty Lines.

TESTO Sara Meier FOTO Barbara Jung

Ar t is ta prefer i to

ALBERTO GIACOMET T I

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 23 14.08.18 13:39

ENCICLOPEDIA DEL SAPERE INUT I LE

Il caffè stimola la con-centrazione ed è la bevanda sbagliata per le persone alla ricerca d’ispirazione.L’alcol, in compenso, influisce sui neuroni del cervello e causa dei ritardi nel processo di elabora-zione delle informazioni. Questo facilita il contatto delle diverse idee tra loro che si trasformano in ispirazione.Attenzione: un consumo eccessivo di alcol sfocia nel caos non ispirato.

Ispirati?Ispirati?Queste conoscenze sono fonte d’ispira zione – per nuove idee, risate o sospiri.

La creatività non sembra più essere una prerogativa soltanto umana: le intelligenze artificiali imparano infatti a dipingere quadri. Il programma Deep Dream, partendo da elementi di quadri esistenti, genera nuove opere d’arte che vengono già vendute a caro prezzo.

Arte attraverso l’intelli-genza artificiale?

© d

epos

itpho

to

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 24 14.08.18 13:39

24 25|

750 mio

.

Il 21 agosto 1911 il mondo si è probabilmente fermato. Quel giorno, infatti, venne denunciato il furto d’arte del secolo: il 29enne Vincenzo Peruggia aveva trafugato la Monna Lisa di Leonardo da Vinci dal Louvre di Parigi. Il giallo artistico fu risolto solo due anni e mezzo dopo e il quadro fu restituito. La Monna Lisa è considerato il dipinto con il più alto valore d’assicurazione: è stimato dagli esperti tra 750 milioni e 1 miliardo di dollari.

Il prezzo più alto mai pagato per un’opera d’arte contemporanea

A maggio 2017, il dipinto «Untitled» dell’artista afro-americano Jean- Michel Basquiat è stato battuto all’asta per l’equivalente di 110,5 milioni di dollari. È stato acquistato dal miliardario giapponese Yusaku

Maezawa per il museo privato da lui progettato in Giappone. È la prima opera d’arte creata dopo il 1980 a essere stata venduta all’asta per oltre 100 milioni di dollari. Il record per il dipinto più costoso al mondo spetta a «Salvator Mundi» di Leonardo da Vinci. Il dipinto è stato venduto l’anno scorso dalla casa d’aste Christie’s per oltre 450 milioni di dollari. L’arte costa.

Jean-Michel Basquiat © Jean-Michel Basquiat, Area, New York, 1986 (b/w photo)/ Photo © Ben Buchanan/ Bridgeman Images

L’artista più copiato

Grande maestro ben copiato: per nessun altro pittore del modernismo classico esistono tanti falsi quanto per Vincent van Gogh. Persino nella grande mostra di van Gogh a Basilea nel 2009 vennero presentati almeno due falsi. Il motivo: ad oggi non esiste alcun catalogo delle opere vincolante.

Il furto d’arte più costoso

arrivano mentre camminiQuando si è in movimento le idee s’inne-

scano più facilmente che durante un’attività sedentaria. Secondo uno studio della American Psychological Association,

il movimento stimola la creatività. Quindi, scarpe ai piedi e via nel bosco.

I lampi di genio

© d

epos

itpho

to

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 25 14.08.18 13:40

I RACCONTI D I UN RESTAURATORE

Il segreto del maestroRestaurare significa conservare. Per farlo serve una profonda conoscenza dell’artista, dell’opera e dello spirito dell’epoca. Markus Gross, capo restau-ratore della Fondazione Beyeler, cerca di svelare, con rispetto e passione, il segreto dei maestri d’arte insieme al suo team di esperti.

TESTO Sara Meier FOTO Daniel Bossart

«Cosa fa concretamente un restauratore?»Markus Gross si sente spesso porre questa domanda. La sua risposta è pacata e precisa: «Il mio lavoro come restauratore museale è incentrato sulla conservazione dell’arte.» L’80% della sua attività è dedicata al con-trollo, alla cura e alla documentazione e il 20% al restauro. Raramente interviene di-rettamente sulle opere. E quando lo fa, si tratta in genere di rirestauro, ossia dell’eli-minazione di precedenti interventi restaurativi.

Restaurare vuol quindi dire preservare. Gross porta innanzitutto alla luce l’inten-zione originale dell’artista e da questa de-duce materiali e componenti. Segue l’evolu-zione dell’opera e del suo maestro nel corso di più anni o persino decenni, utilizzando fotografie, testi e banche dati riguardanti l’artista, l’opera d’arte, l’epoca e opere simili. Da questa analisi scientifica ricava una strategia di conservazione. Per attuarla di-scute gli interventi di restauro con i curatori e definisce la procedura più adatta da segui-re. Un buon restauro non deve essere visi-bile all’osservatore.

Markus Gross definisce la sua attività un vero lavoro di squadra: «Analisi, scelta della strategia e realizzazione avvengono in stretta collaborazione con i curatori del-la Fondazione Beyeler e gli esperti esterni, alcuni provenienti da tutto il mondo», spie-ga. Il restauratore è così diventato un esper-to di networking, che ingaggia gli speciali-sti giusti e tiene insieme tutti i fili.

La Fondazione Beyeler La Fondazione Beyeler è un museo d’arte moderna e con - temporanea. È considerato uno dei più belli al mondo e grazie soprattutto alle mostre di rinomati artisti del 19º, 20º e 21º secolo ha conquistato la fama internazionale ed è diventato uno dei musei d’arte più visitati della Svizzera. L’attenzione è posta sull’esperienza personale e sensoriale del visitatore nell’incontro con l’arte e la natura. La coppia di collezionisti Hildy ed Ernst Beyeler raccolse nel corso di 50 anni opere selezionate della modernità classica. Nel 1982, la collezione fu trasferita a una fondazione, e nel 1989 venne presentata per la prima volta al pubblico.

fondationbeyeler.ch

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 26 14.08.18 13:40

26 27|

«Ogni capolavoro nasconde un segreto che non si riesce mai a decifrare completamente.» Markus Gross

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 27 14.08.18 13:40

Ar t is ta prefer i to

«PREFER ISCO SEMPRE L’OPERA ALLA QUALE STO LAVORANDO.»

I RACCONTI D I UN RESTAURATORE

Per l’arte contemporanea, questo team viene ampliato. La digitalizzazione trasforma rapidamente la professione del restauratore. Per il restauro di dipinti classici, l’esperien-za e le conoscenze centenarie prevalgono sulle tecnologie. Le installazioni contem-poranee basate sui media, che sono per esempio completamente digitali, sollevano invece delle problematiche completamente nuove. I materiali non sono ancora cambia-ti, non se ne conoscono i difetti né il proces-so di invecchiamento. Per Markus Gross questa realtà è ancora più affascinante, poi-ché la Fondazione Beyeler ha in repertorio al cune opere contemporanee.

Arte o tecnica di conservazione? «Un buon restauratore deve eccellere in en-trambe», è convinto Markus Gross. Per lui prevale l’aspetto materiale. Si interessa al «come», ossia ai materiali e ai metodi usati. Allo stesso tempo dimostra il massimo ri-spetto per il «perché», in quanto a suo avvi-so un’opera d’arte è l’espressione individuale e intima di uno spirito creativo. Per questo, Gross dedica molta attenzione all’artista e alla sua opera e descrive così le sensazioni suscitate dall’esperienza: «Non appena inizio a occuparmi di qualcosa, vengo con-quistato.» Secondo Markus Gross, ogni capolavoro nasconde un segreto che non si riesce mai a decifrare completamente.

Al centro di una visita alla Fondation Beyeler – il luogo di lavoro di Markus Gross – c’è l’incontro con l’arte e con la natura.

Markus Gross è un restauratore qualificato e dal 2001 dirige il settore restauri della Fondazione Beyeler. Il team di tre specialisti si occupa di circa 350 opere d’arte: dipinti, sculture, installazioni e lavori su carta. L’esperto d’arte originario di Monaco di Baviera si interessa a tutto ciò che riguarda l’arte, quindi anche ad artigianato, storia dell’arte e architettura. Essendo un amante della natura è tuttora entusiasta del concetto della Fondazione, che vuole essere un luogo di incontro tra natura e arte.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 28 14.08.18 13:40

28 29|L 'ARTE È PERSONALE

«Le opere d’arte per me sono fonte d’ispirazione e parte della mia vita.

Nell’arte, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Questo è un aspetto che

mi affascina partico larmente. Ma anche la direzione è un’arte – l’arte di

motivare e di entusiasmare altre persone. Questo tipo di arte mi accompagna

tutti i giorni.»

FOTO Marc-Dave Maier

Doris Russi Schurter, presidentessa del Consiglio d’amministrazione Helvetia

Ar t is ta prefer i ta

P IP I LOTT I R IST

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 29 14.08.18 13:40

Ar t is ta prefer i to

P ICASSO

PARLANO I CL IENT I

I l mio nome è Giancarlo Olgiati. Sono un avvocato che ha sempre cercato la vicinanza all’arte e agli artisti con scrupolo e amore e che ha svolto con lo

stesso spirito la sua professione. Anche perché è que-sta che mi ha permesso di avere questa collezione.» Per Giancarlo Olgiati l’arte è una passione e l’impe-gno di una vita. Acquista la sua prima opera, un pic-colo lavoro di Edmondo Dobrzanski, a soli 16 anni. L’opera rappresenta i lavoratori delle FFS a Bellinzona, la città natale di Olgiati. Seguono poi le opere degli espressionisti Kirchner, Kubin e Dix. Negli anni ‘70, Olgiati si è concentrato sui «Nouveaux Réalistes» che hanno un’appendice nella Pop Art Europea con alcuni loro artisti (Rotella, Villeglé, Hains e Deschamp).

Nel 1985 Olgiati conosce sua moglie Danna, gallerista e specialista di futuristi italiani. In seguito collezionerà con lei. Accanto a lui, essa sarà fonda-mentale nel costruire e sistemare la collezione.

Quali criteri tengono in considerazione gli Olgiati per la selezione delle opere?«È semplice: per me e mia moglie è decisiva la perce-zione immediata. L’aspetto emotivo è quello più im-portante.» L’impegno e la fedeltà all’impostazione (Arte Astratta), al mercato primario e a una linea del gusto hanno dato i loro frutti. La collezione Olgiati ha raggiunto infatti circa 500 opere di arte moderna e contemporanea che, tra l’altro, sono assicurate da Helvetia. I collezionisti affermano di aver sempre ap-prezzato il sostegno rapido e competente del loro in-terlocutore presso Helvetia.

Come vede Giancarlo Olgiati il futuro delle sue opere?«La nostra collezione corrispondeva al volume e al va-lore di mercato di una vera collezione museale. Ho pensato di esporne una parte in uno spazio appo-sito.» Pensato, detto, fatto. Il grande passo verso il pubblico è stato fatto nel 2012. Gli Olgiati, che non hanno nessun discendente diretto, hanno dato alla città di Lugano una parte della loro collezione in usu-frutto permanente. Le opere hanno trovato la loro nuo-va casa nel piano seminterrato dell’edificio Central Park, nello Spazio – 1. Lo stabile si trova di fronte al centro di cultura Lugano Arte e Cultura (LAC) e al Mu-seo d’arte della Svizzera italiana (MASI). Nel frattem-po, la coppia di collezionisti ha espresso l’intenzione di trasformare l’usufrutto in donazione della collezio-ne alla città di Lugano alla loro morte o anche prima. Tre mesi fa gli Olgiati hanno donato al MASI 76 ope-re che sono state esposte nel museo stesso fino a metà luglio.

Quali sono attualmente i suoi artisti preferiti?Vorrei menzionarne sei: Balla, Fontana, Klein, Boetti, Kabakov e Wool.

E al di fuori dalla sua collezione?Ce ne sarebbero molti, ma in primis il genio di Picasso.

TESTO Walter Steiner FOTO Ticino Welcome

L’arte del collezionismo

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 30 14.08.18 13:40

Un’opera d’arte è un bene culturale

Da un anno registrar presso il Museo d’arte di San Gallo, Lorenz Wiederkehr è rimasto affa-scinato dalle opere di Cy Twombly, e in gene-

rale dall’arte del 20° secolo e contemporanea. Nel suo ruolo di collaboratore scientifico, egli deve cono-scere e gestire la collezione del museo. Finora sono già state inventariate circa 14 000 opere. «Stiamo di-gitalizzando, correggendo e completando tutti i dati.» Tra i suoi compiti figura anche il prestito di opere d’ar-te, ossia egli è responsabile dell’invio a terzi e della restituzione di un’opera.

Ogni spostamento è un rischioQuando si sottoscrive un contratto di prestito, egli co-munica all’assicurazione il valore assicurato. «Quan-do vedo certi importi, divento nervoso», ammette. È emozionante anche ricevere un’opera d’arte e liberar-la dall’imballaggio. Quadri e sculture sono assicu - rati «da chiodo a chiodo», come si dice in gergo.

«Un’opera d’arte è un bene culturale. Se viene dan-neggiata, i soldi non bastano per restituirle il valore», osserva. «Perciò verifichiamo con attenzione il presti-to. Poiché ogni spostamento di un’opera d’arte rap-presenta un rischio.»

Attore o architetto?Lorenz Wiederkehr ama il suo lavoro. Egli apprezza non solo la splendida collezione, il contatto con musei e gallerie internazionali, bensì anche l’ambiente di lavoro. «Da giovane volevo fare l’attore o l’architetto. In qualche modo lo sono diventato studiando storia dell’arte a Basilea. Le tre professioni hanno in effetti molti aspetti in comune», ride. E la sua mimica rivela il talento per il palcoscenico.

TESTO Isabella Awad FOTO Rita Vollenweider

Collezionare, conservare, trasmet-tere: Lorenz Wiederkehr parla della sua quotidianità di registrar al Museo d’arte di San Gallo.

Ar t is ta prefer i to

CY TWOMBLY

30 31|

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 31 14.08.18 13:40

ELZEVIRO

Mi considero abbastanza veloce, perlomeno quando si tratta di arte. Il Louvre di Parigi lo visito in dodici minuti, inclusa la Monna Lisa e la tappa in bagno. In effetti, percorro i musei quasi a passo di corsa, e spes-so anche con una certa irritazione, una frustrazione latente, poiché molto di ciò che viene presentato mi delude, in particolare l’arte contemporanea. Perché? È complicato, i motivi sono tanti. È un po’ come con una vecchia coppia, che crede di essersi allontanata. È colpa dell’arte o soltanto mia? Lo ignoro. Ciò che so è che fortunatamente ci sono sempre momenti in cui l’arte mi dimostra che sbaglio e mi sorprende. Recen-temente a un’asta, seduto su una sedia pieghevole, ho alzato il braccio quando hanno annunciato il lotto 299. È stato più forte di me. Si trattava di un surreali-stico disegno a matita di Alfred Hofkunst degli anni 1970, incorniciato e sotto vetro, di 60 × 90 centimetri. All’epoca Alfred Hofkunst era una superstar, che risie-

deva in un castello francese e aveva un pilota privato. Oggi, quasi nessuno si ricorda più di lui né delle sue opere, al massimo forse i simpatici orologi Verdu(h)ra, da lui disegnati per Swatch.

Il mio braccio si è alzato, una, due, tante volte fino a sbaragliare gli altri offerenti; il banditore d’asta ha battuto il martelletto e io ho capito, con il cuore in gola e le mani tremanti, di essermi aggiudicato l’ope-ra. Il prezzo era cresciuto parecchio. Ma quando ho appeso il quadro alla parete di casa mia, mi sono det-to che tanta bellezza non ha prezzo. Che cosa illustra il quadro? Un filo attorcigliato su una lastra di marmo. Tutto qui. Sembra semplice, ma bisogna arrivarci!

TESTO Max Küng FOTO Dan Cermak

Arte

Max Küng REPORTER, EDITORIALISTA, AUTORE

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 32 14.08.18 13:40

32 33|

A spasso a Le Havre

LE VOLCANUn tempo era la Casa della cultura, la prima della città

creata, da André Malraux nel 1961. Dal 1991 è un teatro nazionale, attualmente persino uno dei

più importanti di Francia. Le Volcan è conosciuto in tutto il paese per la scena artistica polivalente: teatro,

musica, danza, circo, nuova estetica, immagini innovative e arte digitale sotto lo stesso tetto.

Mi chiamo Elodie Bocage e da novembre 2017 lavoro nel settore Marketing presso Helvetia in Francia. Sono nata a Le Havre e abito tra la stazione e la spiaggia. Seguitemi, vi accompagno in un viaggio alla scoperta di Le Havre, dei suoi angoli meno conosciuti, che raccontano la storia della mia città. Si parte!

FOTO per gentile concessione

SUL POSTO

La marina di Le Havre dista soltanto due

ore da Parigi. È uno dei pochi porti francesi di acque profonde,

accessibile 24 ore su 24, con qualsiasi

tempo, senza limita-zioni causate dalle

maree.

LA MARINA

MuMa

Il Museo d’arte moderna André Malraux Helvetia sostiene le attività del MuMa, che attualmente propone l’esposizione «Né(e)s de l’écume et des rêves» («Nato(a,i,e) dalla schiuma e dai sogni»), dedicata al mare e alla sua flora e fauna.

© sh

utte

rsto

ck

© d

epos

itpho

to

© a

lam

y

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 33 14.08.18 13:40

Ar t is ta prefer i to

JAN VAN EYCK

ARTE E D IGITAL IZZAZIONE

Il dott. Bertold Müller è il direttore del settore Europa continen-tale, Medio Oriente, Russia e India di Christie’s, una delle case d’aste più antiche e più grandi al mondo. Che influsso ha avuto la digitalizzazione presso Christie’s? Viva lo ha scoperto in quest’intervista.

Christie’s – tradizionale e iperdigi-tale

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 34 14.08.18 13:40

34 35|

In che modo si percepisce la digitalizza-zione nel commercio di oggetti d’arte? I mercati si aprono sempre di più. La digita-lizzazione e la globalizzazione ci permet-tono di raggiungere molte più persone inte-ressate all’arte rispetto al passato. Sul nostro sito web abbiamo ogni anno 12 mi-lioni di visitatori provenienti da oltre 190 paesi. E ci rivolgiamo a nuovi appassionati d’arte, più giovani: nel 2017, le nostre aste online ci hanno portato il 37% dei nostri nuovi clienti, un terzo dei quali sotto i 45 anni. In seguito, circa la metà di tutti gli ac-quirenti online ha partecipato anche alle nostre aste tradizionali.In che modo vengono pilotati questi cam-biamenti? Quali leader sul mercato dell’arte, dobbiamo essere anche pionieri sul piano tecnico: abbiamo strutturato tutti i nostri processi di lavoro in base alle esigenze dei clienti di domani. Per intenderci, parliamo di interesse e decisione d’acquisto, regola-mento dei pagamenti, sicurezza dei dati, server e linee stabili. Le prime aste online datano già del 2011; oggi delle 350 aste annuali, ben 100 si svolgono già in rete. Oltre al nostro sito web, stiamo ampliando anche i nostri canali social, che nel 2017 hanno fatto registrare un incremento delle attività del 200%; ogni anno produciamo 800 features, film, rapporti, presentazioni con fotografie a 360 gradi e visite virtuali. Quando abbiamo esposto «Salvator Mundi» di Leonardo da Vinci a Hong Kong, Londra e New York, 30 000 visitatori hanno am-mirato personalmente l’opera; durante l’asta in diretta streaming su Facebook il dipinto è stato visto da circa mezzo milione di persone!

Alle nostre aste tradizionali, dal 2006 tutti possono fare un’offerta online. Con un’app sviluppata da noi, posso seguire l’andamento dell’asta; l’applicazione fornisce informa-zioni in tempo reale, che ci supportano nelle nostre riflessioni strategiche. E per conclu-dere, la nostra Accademia dell’arte «Christie’s Education» propone corsi online non solo in inglese, bensì anche in arabo e mandarino.Ma che cosa rimane della vostra casa d’aste nata ben 250 anni or sono? I temi fondamentali rimangono immutati. L’ot tima reputazione, la fiducia negli esperti e nelle loro perizie e naturalmente le opere d’arte sono tuttora punti di riferimento sta-bili. E rappresentano una sfida per molti offerenti, che possiedono forse le conoscenze tecniche per utilizzare una piattaforma come canale di distribuzione, ma non pos - sono – a differenza nostra – contare sull’espe rienza di un grandissimo numero di specialisti dell’arte. Intende parlare di piattaforme quali il comparto Fine Art di Amazon o la rubrica «Collectibles & Art» di eBay? I nostri con-correnti ci aiutano a far conoscere questo nuovo canale e a sviluppare l’interesse nei confronti delle aste online. Ma sin dall’ini-zio, noi abbiamo sviluppato una nostra piat-taforma, che gestiamo personalmente inhouse.

INTERVISTA Christine Stöckli FOTO Severin Jakob

Il dott. Bertold Müller ai piedi dell’impo-nente scala di Christie’s a Zurigo.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 35 14.08.18 13:40

ARTE E D IGITAL IZZAZIONE

Ernst Ludwig Kirchner Il pittore, designer grafico e scultore tedesco Ernst Ludwig Kirchner (1880–1938) è tra i più importanti rappresentanti dell’espressionismo. Le sue opere sono state spesso precedute da uno schizzo, in se- guito sviluppato in uno dei suoi dipinti, disegni, stampe, lavori su stoffa, sculture e fotografie. L’artista ha vissuto a Davos dal 1917 fino alla sua morte.

Helvetia sostiene i progetti di digitalizzazionee L’arte in casa Helvetia fa parte della cultura aziendale. Nell’ambito del suo impegno di Art Sponsoring, oltre al museo Kirchner di Davos, Helvetia sostiene anche i progetti di digitalizzazione dei musei d’arte di Berna e Lucerna. Al termine del progetto, i tre musei organizzeranno un’esposizione incentrata sulle opere digitalizzate.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 36 14.08.18 13:40

36 37

«Valorizziamo un immenso tesoro»Il dott. Thorsten Sadowsky è il direttore del museo Kirchner di Davos. Ci parla dell’attuale progetto di digitalizzazione, un grande passo in direzione del futuro.

Perché digitalizzate tutte le opere di Ernst Ludwig Kirchner? Perché così possiamo trasmettere l’arte in maniera ancora più dif-ferenziata. Temi quali il processo di crea-zione di un’opera d’arte possono essere illu-strati con più intensità e ricchezza di par - ticolari. Le sequenze d’immagini hanno una maggiore espressività: animando ad esem-pio i file immagine degli schizzi di Kirchner dedicati alla grande città, trasmet tiamo al visitatore uno spaccato di vita degli anni 1910 e 20.

Questo progetto suggerisce anche tutta una serie di argomenti per esposizioni spe-ciali: trasformare un’esposizione di opere d’arte in un successo di pubblico è un com-pito sempre più arduo, poiché oggi tutto ciò che dura troppo a lungo non attira più; la gente vuole vedere cose nuove.

In futuro i visitatori, prima di venirci a trovare, consulteranno il nostro catalogo online per informarsi sulla natura delle no-stre opere. Una volta concluso il progetto, an-che i ricercatori e i curatori potranno visio-nare in questo modo la nostra collezione. Dal giorno in cui i nostri progetti di digitalizza-zione sono stati resi noti, sono aumentate considerevolmente le richieste dal mondo in-ternazionale della ricerca. Grazie a questo scambio di conoscenze, il nostro piccolo mu-seo può calcare le scene internazionali.In che cosa consiste concretamente questo progetto sostenuto da Helvetia? Kirchner ha lasciato complessivamente 180 album di schizzi. Noi ne possediamo

160, con circa 11 000 disegni a mano. Con uno scanner altamente performante, scansio niamo, elaboriamo e trasformiamo in formato immagine ogni singola pagina. Una volta digitalizzate tutte le opere, alle-stiamo un indice delle parole chiave, che con-sentirà di trovare ogni motivo con le funzioni di ri cerca. Stiamo riesumando un immenso tesoro! Per la collaborazione con Helvetia, ci serviva un vettore pubblicitario. La que-stione era come riuscire a rappresentare le par - ti cola rità degli album di schizzi, il tratto dell’artista con gli strumenti della digitaliz-zazione. Ne è nato un ologramma, che pre-senta in modo meraviglioso la magia degli schizzi. Come si presenta il progetto?Ha una durata di tre anni e nell’estate 2019 si trasformerà in un’esposizione basata sulla digitalizzazione. Nel nostro concetto espositivo puntiamo su tutti gli strumenti della moderna mediazione artistica. In passato un libretto di schizzi veniva esposto aperto in una vetrina. Ora possiamo arric-chire ogni pagina doppia con commenti e racconti, che sottolineano l’importanza degli album di schizzi per Kirchner. L’arte sta nel fare la scelta giusta vista la quan- tità di immagini finora nascoste nel nostro archivio.

INTERVISTA Christine Stöckli FOTO Severin Jakob

Ar t is t i pre fer i t i

LA COPP IA D I ART IST I F ISCHL I/WEISS

|

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 37 14.08.18 13:40

Ar t is t i pre fer i t i

JOHN ARMLEDER OL IV IER MOSSET SYLV IE FLEURY

ARTE E D IGITAL IZZAZIONE

Artisti che creano opere d’arte digi-tali. Musei e collezioni che impo-stano le loro offerte in base ai nuo-vi comportamenti dei visitatori grazie a strumenti tecnologici. Mu-seologi che convertono in formato

digitale antiche e pregiate collezioni d’arte. Tutti effetti della digitalizzazione, che Andreas Ritter segue con attenzione.

L’avvocato è convinto che questi cambiamenti si ripercuoteranno positivamente sul diritto dell’arte: «La digitalizzazione va di pari passo con un’internaziona-lizzazione delle vertenze giuridiche. La possibilità di disporre di dati digitali offre nuove opportunità, e per-mette inoltre di tracciare con maggiore trasparenza le violazioni del diritto. La crescente complessità e inter-nazionalità delle vertenze invita gli attori del mercato alla professionalizzazione.»

Condividere senza confiniLa diffusione di qualsiasi cosa via social media non si ferma nemmeno davanti alle opere d’arte: esse ven-gono fotografate, inviate, modificate, straniate. Ritter differenzia: «I processi di ‹riproduzione e condivisio-ne› interessano il diritto d’autore. Il discorso ricalca le regole della pubblicazione: è vietato l’utilizzo di qual-siasi contenuto nella forma originale senza previa au-torizzazione. È così anche per Instagram & Co. Quin-di occorre far rispettare le regole del diritto d’autore

«La digitalizzazione contribuirà a personalizzare il mercato dell’arte» Andreas Ritter è uno dei pochi avvocati specializzati in diritto dell’arte, oltre che un appassio-nato d’arte. Tra i clienti di Ritter ci sono musei, gallerie e commercianti d’arte, case d’aste, collezionisti e artisti. Nell’esercizio della sua professione, egli constata che la digitalizzazio-ne ha un grande influsso sui diversi attori e sul diritto dell’arte.

e il legislatore deve cercare di tener conto dei cambia-menti a livello di società con una revisione della legge.»

«Nella mia attività giuridica, i processi di ‹ripro-duzione e condivisione› sono determinanti ad esem-pio per giudicare i casi di arte appropriativa (appro-priation art), una forma espressiva artistica che utilizza oggetti e opere d’arte di altri artisti», spiega Ritter. Un esempio: Jeff Koons crea una statuetta di le-gno prendendo spunto da una fotografia e il fotogra-fo lo denuncia per violazione del diritto d’autore. «Oggi, chi vuole far soldi, denuncia. Questo discorso non si applica soltanto ai maestri di fama internazio-nale, bensì anche agli artisti svizzeri, che oggi sono spesso confrontati con la questione della copia o del libero uso delle opere preesistenti. E attraverso Inter-net, tutti sono costantemente sotto gli occhi del mondo intero.»

Ovviamente, l’internazionalizzazione rende sem-pre più complessa anche la questione centrale della competenza giuridica. «Prendiamo l’esempio di un col-lezionista tedesco che acquista un’opera di un artista cinese in una galleria svizzera all’Art Basel di Miami Beach, e nasce una disputa giuridica: sono coinvolte quattro giurisdizioni, quattro diritti, rendendo questa vertenza molto complessa.»

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 38 14.08.18 13:40

38 39|

Musica del futuroRitter vede in questa crescente complessità anche una grande opportunità. «Il mercato dell’arte è consape-vole della necessità di regole professionali. Provenien-za, autenticità e conoscenza dei proprietari acquiste-ranno sempre maggiore importanza per ogni transazione sul mercato dell’arte. Nel migliore dei casi, il ramo si disciplina da sé, prima che il legislato-re intervenga con regole eccessive. «Per me quale esperto in diritto dell’arte, il futuro si presenta così», afferma Ritter. «Possiamo tracciare la provenienza e l’autenticità di un’opera attraverso un’impronta digi-

tale, dimostrare in una catena di blocchi (blockchain) chi è il proprietario legittimo e parallelamente, nono-stante l’identificazione, tutelarne l’anonimato. Tutto questo sarà definito in uno smart contract, un proto-collo internazionale a garanzia della certezza del diritto. Un salto quantico.»

TESTO Christine Stöckli FOTO Severin Jakob

Nell’attività giuridica di Andreas Ritter, l’arte gioca il ruolo principale. Bisogna avere anche la relativa letteratura specialistica.

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 39 14.08.18 13:40

PRO E CONTRO

Questa è arte?

pBrigitte Vogt-Dafflon, consulente giuridica Servizio giuridico Assicurazione di persone

Pro La leggerezza, la fragilità, la forza e la brevità della vita… le caratteristiche di una farfalla rap- presen tate dai fratelli huber.huber su un unico collage di 40 × 30 centimetri. Semplicemente geniale.

Le farfalle incuriosiscono i pittori da secoli. Un bell’esempio è il «Giardino delle delizie» di Hieronymus Bosch, un pittore olandese del 15° secolo. Le ali di far-falla di huber.huber rimandano a Psiche, la dea greca dalle ali di farfalla. I due artisti si rivolgono quindi alla nostra anima (la farfalla, in greco psyché, è sim-bolo dell’anima), che riflette un’immagine scintillante, ma anche fragile illuminata da tinte smeraldo, zaffiro e turchese. E dove c’è Psiche, ci sono anche Eros e Thanatos. In quest’opera, huber.huber ci raccontano quindi la vita. Ci ricordano il nostro mondo effimero, di cui noi siamo custodi, e la nostra limitatezza. Grazie a huber.huber per questo bel viaggio. È proprio questo che io mi aspetto dall’arte e dagli artisti. TESTO Brigitte Vogt-Dafflon FOTO Barbara Jung

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 40 14.08.18 13:41

Contro Sulla copertina della nostra pubblicazione aziendale doveva figurare un’opera della collezione d’arte di Helvetia. Si parlava di «Schmetterling» (farfalla) di huber.huber. Il quadro mi piaceva. I colori e le ali della farfalla mi trasmettevano un sentimento di leggerezza. Dopo averne discusso con i colleghi, improvvisamente ecco la domanda: ma a queste far-falle sono state strappate le ali? Improvvisamente è cambiato il messaggio dell’opera, che ha assunto un significato triste, addirittura macabro. Quindi esat­tamente il contrario dell’effetto auspicato.

Il quadro polarizza. Come spesso fa l’arte, quando un’opera suggerisce varie possibilità d’interpretazione a chi la osserva. Una cosa era certa: Helvetia non do-veva assolutamente essere messa in relazione al mal-trattamento degli animali. E io non volevo leggere alcun commento del tipo «Helvetia con le ali tarpate». Sembra forse esagerato, ma le interpretazioni media-tiche talvolta possono essere sorprendenti. Ecco perché per la nostra pubblicazione aziendale abbiamo scelto un’opera di huber.huber, a mio parere, inattaccabile. TESTO Susanne Tengler FOTO Rita Vollenweider

cSusanne Tengler, responsabile Investor Relations

«Schmetterling» (farfalla), della serie «Errette uns» (Salvaci) di huber.huber, del 2013, dimensioni dell’originale 30 × 40 cm.

40 41|

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 41 14.08.18 13:41

L’ INTERVISTA CON L’ART ISTA

Premio per giovani artisti Il premio d’arte Helvetia costituisce una parte essenziale dell’impegno profuso dalla compagnia d’assicurazione a favore dell’arte. Dal 2004, il premio viene assegnato ogni anno a un talento emergente. Helvetia promuove in modo mirato i giovani artisti che iniziano la loro carriera professionale. Oltre a un premio in denaro di CHF 15 000, il vincitore ha la possibilità di presentare la propria opera a un vasto pubblico inte- ressato all’arte in una mostra personale alla LISTE – Art Fair di Basilea.

«Prima la storia, poi l’opera.» Gina Proenza

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 42 14.08.18 13:41

42 43|

Narratrice multilingueIn giugno, l’attuale vincitrice del premio d’arte Helvetia ha con-vinto anche il pubblico internazio-nale alla fiera dell’arte interna-zionale LISTE – Art Fair Basel. Con le sue nuovissime sculture, mette in scena un mondo nel quale realtà e finzione s’intrecciano con grande abilità.

Gina Proenza si è aggiudicata lo scorso gennaio il premio d’arte Helvetia 2018. Oltre a un premio in denaro, alla vincitrice è stata offerta la possibilità di esporre le proprie opere alla LISTE – Art Fair

Basel in giugno. L’artista era in ottima compagnia: la fiera dedicata all’arte dei giovani e alle nuove gallerie è considerata una delle più importanti per la scoperta di nuovi talenti artistici contemporanei. «Sono estre-mamente felice di aver ottenuto questo riconoscimento da parte di Helvetia. Poter partecipare alla LISTE è stata un’esperienza grandiosa.»

Tra Losanna e ParigiLa giovane artista di origini colombiane ha consegui-to il bachelor in arti visive presso la Haute Ecole d’Art di Losanna (ECAL). Gina Proenza ha frequentato atti-vamente il mondo dell’arte già durante gli studi. La giovane artista ha trascorso un semestre a New York, lavorando in una galleria. In seguito, con un collega, ha aperto un locale espositivo, assumendone il ruolo di curatrice. «Raccogliere esperienze professionali

nel business dell’arte è il complemento ideale alla for-mazione», afferma convinta. Da qualche mese Gina Proenza fa la pendolare tra il suo domicilio di Losan-na e Parigi, dove lavora come curatrice presso l’atelier DOC! Il suo sogno è poter avere il suo atelier. «Attual-mente lavoro soprattutto in treno, nei caffè o nelle bi-blioteche, talvolta anche negli atelier di amici.» Il pro-blema si pone quando passa alla fase della scultura nel legno delle grandi opere. «È davvero molto diffici-le trovare uno spazio adatto e finanziariamente abbordabile.»

La lingua come simbolo del linguaggioNell’esposizione intitolata «a a e o», concepita appo-sitamente per la LISTE di Basilea, Gina Proenza pre-senta un insieme di sculture minimaliste caratterizzate da doppi cerchi (bocche stilizzate) e lingue mobili montate a parete. «La parola viene ridotta alla sua essenza anatomica, quindi alla lingua.»

Arte originaleGina Proenza non vuole inquadrare la sua arte in uno stile predefinito. «I miei interessi cambiano continua-mente.» È nella vita di tutti i giorni che trova l’ispira-zione. Segue con interesse anche i lavori dei colleghi. Ma non ha un artista preferito. La sua arte è estro. È difficile stabilire quando un’opera è terminata. «Mi capita anche di voler modificare o sviluppare ulterior-mente una scultura, riportandola improvvisamente alla sua forma originale. Allora mi rendo conto che era effettivamente finita.»

Gina è affascinata da tutto ciò che incontra nel mondo. Ama gli elementi che sembrano inventati, pur essendo veri. Fa ricerche in proposito e crea le sue storie, che in seguito mette in scena con le sue sculture. «La ricerca è una base importante. Io considero il mio lavoro come un’opera traballante che, con il tempo, passo dopo passo, diventa sempre più stabile.» Prima c’è la storia, poi segue l’opera, il che porta la storia ad evolvere e viceversa.

TESTO Margrith Mermeth FOTO Markus Bertschi

Ar t is ta prefer i to

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 43 14.08.18 13:41

Sponsor DELL’ARTE

Dott. Dietrich von FrankResponsabile Art Sponsoring Helvetia(branding)

La promozione dell’arte e il posiziona-mento di Helvetia come impresa sensibile all’arte

Progetti di digitalizzazioneMuseo Kirchner di Davos 160 album di schizzi

ALTRI ELEMENTISALIENTI Art Paris Art Fair

Aprile 2018Esposizione «panorama» curata da Karine Tissot

•Le nuove opere della colle-

zione d’arte Helvetia sono state esposte per la

prima volta a livello internazionale.

Helvetia è partner princi-pale della fi era TRESOR per l’artigianato artistico contemporaneo

Hanseatisches Wirtscha� s-archiv Hamburg (Archivio economico anseatico di Amburgo), 2 120 mappe da 2 atlanti del 17 o e 18o secolo

Museo d’arte di Lucerna, video analogici degli anni

1960 e 1970

Museo d’arte di Berna, il lascito dell’artista

svizzera Meret Oppenheim

Museo d’arte di Basilea3000 disegni della collezione di stampe degli antichi maestri europei dal 15oal 17o secolo

Le opere digitalizzate consentono nuove forme espositive, quali animazione, realtà virtuale, e forme multimediali. L’arte antica è resa accessibile a un pubblico più ampio e alla ricerca.

Notte dei museiDal 2017, Helvetia sponsorizza la Notte dei musei di Basilea e, con l’attuale esposizione presso l’Helvetia Art Foyer, fa parte del variegato programma.

Collezionista D’ARTE

Andreas KarcherResponsabile Helvetia Uffi cio tecnico Arte

TeamNathalie Loch, della collezione d’arte HelvetiaChristian Ben Shoham, collaboratore Art Handling

Helvetia Art FoyerSteinengraben 25, 4051 BasileaLa sala espositiva presso la sede Helvetia di Basilea presenta opere d’arte della collezione in mostre monogra� che, dialogiche e tematiche. Il Foyer invita inoltre artisti svizzeri selezionati a presentare mostre individuali.

Premio d’arte HelvetiaOgni anno un diplomato della Scuola universitaria d’arte svizzera è insignito di questo ambito premio.

2018 2017 2016 2015 2014

Una delle più importanti collezioni d’arte aziendali della Svizzera. Più di 1 800 opere d’arte contemporanea svizzera di oltre 400 artiste e artisti. I suoi inizi risalgono agli anni 1940.

Helvetia

Collezione Le opere maggiori della collezione:

«Aufgeweckter Rosenscheitel» (Chiome di rose risvegliate), un’installazione di

«Cenodoxus Isenheimer Flügel-altar»

Le opere della collezione sono pre-sentate nei locali Helvetia e vengono date in prestito per mostre selezionate in musei e gallerie d’arte.Tutte le opere sono visibili qui: www.helvetia.ch/artisti

Il servizio è responsabile della vasta collezione d’arte di Helvetia e rende l’arte accessibile ai col-laboratori e al pubblico.

MONDE DELL’ARTE HELVETIA92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 44 14.08.18 13:41

ARTAS Assicurazione all-risk

Una copertura assicurativa per beni artistici e culturali che va ben oltre gli standard durante esposizioni/permanenze fi sse nonché i trasporti «da chiodo a chiodo» e «da sede a sede».

PrivatiGALLERIEAZIENDEEsposizioni

FONDAZIONIMERCANTI

D’ARTEMusei

Partner di cooperazione

Partnership di lunga data con l’Associazione dei mu-sei svizzeri (AMS). I soci usufruiscono di un’offerta su misura riservata a musei e istituzioni museali.

CLIENTI

ARTAS

Team

5 Underwriter d’arte esperti con rapporti plu-

riennali nel mercato dell’arte nazionale e internazionale

4 team di Underwritingin tutta la Svizzera

11 collaboratori

Assicuratrice diOPERE D’ARTE

Edit SchneiderResponsabile Helvetia Assicurazione per opere d’arte SvizzeraI beni artistici e culturali richiedono una copertura assicurativa particolare. Nell’assicurazione per opere d’arte, uniamo amore per l’arte ed esigenze individuali dei nostri clienti.

Helvetiafa parte degli

assicuratori lea-der in Svizzera nel

settore dell’arte.

www.helvetia.ch/arte

Collezionista

Responsabile Helvetia

tecnico Arte

TeamNathalie Loch, curatrice della collezione d’arte HelvetiaChristian Ben Shoham, collaboratore Art Handling

Helvetia Art Foyer

La sala espositiva presso la sede

mostre monogra� che, dialogiche

inoltre artisti svizzeri selezionati a presentare mostre individuali.

Premio d’arte HelvetiaOgni anno un diplomato della Scuola universitaria d’arte svizzera è insignito di questo ambito premio.

2018 Gina Proenza2017 Andriu Deplazes 2016 STELLA2015 Dijan Kahrimanovic2014 Thomas Moor

Una delle più importanti collezioni d’arte aziendali della Svizzera.

contemporanea svizzera di oltre I suoi inizi

www.helvetia.ch/arte-fascino

Le opere maggiori della collezione:

«Aufgeweckter Rosenscheitel» (Chiome di rose risvegliate), un’installazione di Pipilotti Rist

«Cenodoxus Isenheimer Flügel-altar» di Jean Tinguely

Le opere della collezione sono pre-sentate nei locali Helvetia e vengono date in prestito per mostre selezionate in musei e gallerie d’arte.Tutte le opere sono visibili qui: www.helvetia.ch/artisti

Il servizio è responsabile della vasta collezione d’arte di Helvetia e rende l’arte accessibile ai col-

Orario di apertura: sempre il giovedì dalle 16.00 alle 20.00Mostra attuale: Klodin Erb: «Ein langer Tag» (Una lunga giornata) dal 7 giugno al 4 ottobre 2018

MONDE DELL’ARTE HELVETIA

44 45|

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 45 14.08.18 13:41

ARTE E SOCIAL MED IA

Maestro della realtà virtualeBlogger d’arte, instagrammer, curatore di social media, art-influencer... a prescindere dalla definizione che si vuole dare a Andy Hermann alias ANDY MEETS WARHOL: egli porta l’arte nei social media, intavolando un dialogo altamente creativo.

Arte buona? È soggettivo per Andy, quindi relativo. In ogni caso, l’arte si intreccia con il percorso di vita dell’artista. Qui l’ambivalenza gio-ca un ruolo importante. Ecco per-ché la buona arte deve essere am-

bigua, deve poter essere osservata da vari punti di vista e lasciare libero spazio all’interpretazione, ai sentimenti e ai ricordi.

Nulla funziona più senza InstagramTwitter, Facebook, Instagram, website, newsletter… Andy li usa tutti, i social media. Attualmente, il suo ca-nale preferito è Instagram. Il nome ANDY MEETS WARHOL, nato nel 2016 durante un viaggio in Gre-cia, mette in evidenza la sua passione per l’arte e i media. Con questo marchio, Andy rende accessibile il mondo dell’arte e la Svizzera, in quanto culla di mol-ti talenti artistici, a un pubblico meno vicino all’arte nel mondo intero. In modo autentico e leale.

Il successo gli ha dato ragione. Attraverso i suoi canali online, Andy raggiunge 1,1 milioni di impres-sion (numero di volte in cui i post vengono visti) e 242 000 visitatori al mese. Solo su Instagram, Andy conta oltre 60 000 follower con quasi 400 000 im-

pression la settimana. Il gruppo target principale è quello che sogna ogni esperto in strategia di marke-ting: giovani che amano sperimentare, sono disposti all’acquisto, per due terzi donne. Ma ciò che stimola veramente Andy sono i commenti come questo: «Tu sei il motivo per il quale io seguo Instagram.»

Per questo Andy non è soltanto in contatto virtua-le con i suoi fan. In occasione di esposizioni, raduni, festival di street art o mostre egli incontra colleghi e persone che condividono la sua visione del mondo; discute, scambia opinioni, ispira e si lascia ispirare. Poiché persino per il celebre instagrammer nulla può sostituire una relazione personale.

Più dialogo grazie ai social media L’obiettivo di Andy è di offrire ogni giorno alla sua community creatività, intrattenimento e umorismo sul tema dell’arte. «Per me è importante ottenere costan-temente il feedback dei miei follower. Voglio postare sempre cose nuove, sorprendenti.» Questa agilità mantiene la comunità in movimento. E il dialogo arti-stico vivo.

I social media sono nuovi canali informativi con un’impostazione fortemente visiva. Un arricchimento per Andy, poiché forniscono più informazioni su un’opera o un artista e promuovono la conoscenza ar-tistica in modo ludico. I creatori d’arte, i gestori d’arte o le ditte orientate all’arte possono raggiungere gra-zie ai social media nuovi gruppi bersaglio, giovani, e interagire direttamente con loro. Questo dialogo può essere intensificato attraverso la localizzazione o gli hashtag. Inoltre permette agli artisti di vendere le loro opere non soltanto attraverso le gallerie d’arte o l’élite mondiale dell’arte.

Per la scelta dei suoi post, Andy non si affida sol-tanto al suo intuito e al suo sentimento di pancia. L’arte secondo lui rappresenta un interessante campo d’esperienza e di scoperta. Egli fa domande, fornisce risposte e sviluppa la discussione. Un approccio che diverte e crea sempre nuove conoscenze ed esperien-ze. Poiché virtuale o autentica, l’arte per Andy è reale quanto la stessa vita.

TESTO Sara Meier FOTO Marc Wetli

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 46 14.08.18 13:41

46 47|

Dipingere seguendo i numeri

Vi serve: una matita o una penna

Una curiosità: i famosi modelli per «dipingere

con i numeri» hanno ispirato anche Andy Warhol, l’esponente ameri-cano della Pop Art. La sua serie di

cinque dipinti «Do It Yourself» (fai da te) del 1962 si rifà a vari

motivi per «disegnare con i numeri».

DO IT YOUR-SELF

01

02

03

0406

07

08

09

10

11

12

13

14

1516

17

18

191920

21 22

23

24

25

26

27

28

05

Andy Hermann alias ANDY MEETS WARHOL è uno tra i più celebri blogger d’arte in Svizzera. L’esperto di marketing zurighese, project manager e artista, ha frequentato la Cass Business School di Londra e la London School of Economics; egli si è pure occupato di ricerca presso il Sotheby’s Institute of Art. Andy Warhol è la sua musa ispiratrice, ma non il suo artista preferito. Per lui l’arte va amata e ci si deve lasciar entu - siasmare dalla creatività, in tutte le sue forme di espressione.

«Risvegliare il piacere dell’arte online.»ANDY MEETS WARHOL su Twitter e Instagram: @andymeetswarhol

ANDY MEETS WARHOL presso il Museum für Gestaltung di Zurigo

Ar t is ta prefer i to

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 47 14.08.18 13:41

Quando sento parlare di «arte», penso subito a qual-cosa di bello, che stimola i nostri sensi, ci trasmette una sensazione di piacere, ci invita a riflettere. In due parole: la cultura. Poi, in seconda battuta, mi meravi-glio delle straordinarie capacità che un artista sa di-mostrare svolgendo la «sua» attività. Nell’antichità si faceva la differenza tra le «sette arti liberali» e quelle qualità necessarie per guadagnarsi il pane. Si parla-va anche di arte da un lato, e tecnica dall’altro.

Nella nostra quotidianità professionale, ci dedi-chiamo all’«arte dell’assicurazione». Per questo, i no-stri consulenti devono possedere due capacità, in egual misura: competenza ed empatia. Poiché l’im-prenditore si aspetta una soluzione LPP su misura, la signora desidera una breve consulenza concernente l’assicurazione casco parziale o totale e lo studente preferisce regolare le sue questioni assicurative con un clic. Le esigenze nei confronti del nostro mestiere sono molto diverse, proprio come la nostra clientela.

Su ciò che fa la differenza per raggiungere il successo nel quadro dell’esperienza cliente si può discutere. Proprio come sul fatto che un’opera meriti il titolo di «opera d’arte». Ho fatto questa riflessione quando un disegno fatto all’asilo da mia moglie è stato scambia-to erroneamente per un’opera d’arte di Ferdinand Gehr. O questo celebre pittore svizzero è stato sopra-valutato, o mia moglie possiede doti pittoriche di cui non avrei mai sospettato. Sono certo che anche in casa Helvetia sonnecchino ancora grandi talenti e po-tenziali. Che potrebbero fare la differenza.

Cordialmente, Philipp Gmür

La vera arte fa la differenza

I L MONDO D I GMÜR

TESTO Philipp Gmür ILLUSTRAZIONE Kornel Stadler

DOMANDE, IDEE, [email protected]

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 48 14.08.18 13:41

CONCORSO ART IST ICO HELVET IA PER BA MBIN I

Chi è il tuo supereroe?

Da marzo a giugno 2018

Helvetia ha organizzato

un concorso artistico per

bambini dedicato ai

supereroi. Complessiva-

mente ci sono pervenute

58 opere d’arte: disegni,

acquerelli, composizioni

con materiali vari… non

sono stati imposti limiti

alla creatività. Ed ecco

il momento tanto atteso:

vi presentiamo i cinque

vincitori del nostro con-

corso.

Congratulazioni!

ARTISTA Sara, 11 anni

ARTISTA Franca, 11 anni

ARTISTA Nadine, 11 anni

ARTISTA Amélie, 6 anni

ARTISTA Jana, 11 anni

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 49 14.08.18 13:41

fareIl mondo è di chi osa

I L PROSS IMO NUMERO SARÀ PUBBL ICATO IN AUTUNNO 2018

helvetia.ch

92631_helvetia_viva_2_2018_02IT.indd 50 14.08.18 13:41