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Spedizione in abbonamento postale - art 2 Comma 20/c - Legge 662/96 Filiale di Treviso Direttore responsabile Mons. Antonio Marangon - Reg. del Tribunale di Treviso n. 168 del 19/03/1960 Seminario TREVISO Preti per una Chiesa adulta Rivista Trimestrale anno LII • n° 2 2012

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Spedizione in abbonamento postale - art 2 Comma 20/c - Legge 662/96 Filiale di TrevisoDirettore responsabile Mons. Antonio Marangon - Reg. del Tribunale di Treviso n. 168 del 19/03/1960

SeminarioTREVISO

Preti per unaChiesa adulta

Rivista Trimestraleanno LII • n° 2 2012

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RedazioneMons. Paolo CarnioDon Stefano DidonéDon Flavio GallinaDon Davide Menegon

SeminarioRivista degli amicidel Seminario di TrevisoQuota di abbonamento € 10 c.c.p. n°. 12531315 Treviso

Anche quest’anno il Signore dona la grazia alla nostra Chiesa

diocesana di poter celebrare le ordinazioni presbiterali. I due nuovi presbiteri rappresentano un segno della fedeltà del Signore alla sua Chiesa ed anche un segno di speranza, perché questo evento mostra come anche oggi ci siano giovani che scelgono di rispondere liberamente e generosamente al Signore che li chiama al servizio nella sua vigna. Le prime pagine di questo secondo numero sono dedicate ad una rifl essione sul dono straordinario di due nuovi preti per la nostra Chiesa diocesana, che siamo invitati a guardare con stupore e meraviglia. Seguiranno poi le presentazioni e le rifl essioni dei due sacerdoti novelli, ma

anche i nuovi diaconi, accoliti e lettori. Diamo poi spazio alla visita del Vescovo

nella Comunità Ragazzi e ricorderemo alcuni momenti signifi cativi della intensa e colorata vita ordinaria delle comunità del Seminario: buona lettura!

Sommario

pag. 3 Attratti dalla gioia

pag. 6 don Alberto Piasentin pag. 8 don Manuel Simonaggio

pag. 11 Diaconi

pag. 12 Accoliti

pag. 13 Lettori

pag. 14 Il Vescovo in CR4pag. 15 Incontro con missionario

pag. 16 Convegno missionario

pag. 17 Nuovo presidente CG

pag. 18 Veglia di preghiera

pag. 20 Pellegrinaggio CG

pag. 21 Scheda per la catechesi

pag. 23 Gruppi vocazionali

Hanno collaboratoAdami AndreaBaesso GiacomoBettiol Matteo

Dal Mas AngeloLa Placa FrancescoPiasentin don AlbertoPizzato don Luca

Rossignolo EnricoSimonaggio don ManuelSlompo don PaoloTrentin Daniele

La rivista è anche on-line nel sito:www.diocesitv.it/seminario

Buona lettura e buona...navigazione!

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Attratti dalla gioiaUNA RIFLESSIONE DI FEDE SUL DONO DEI NUOVI SACERDOTI

L’ordinazione sacerdotale di don Alberto e di don Manuel, due giovani del nostro Seminario, è anch’essa in questa prospettiva “una meravi-glia ai nostri occhi” perché segno che l’incon-tro con il Signore Gesù continua a realizzarsi in mezzo a noi e riesce davvero anche oggi a tra-sformare la vita di quei giovani che accetta-no di porsi in un atteggiamento di accoglien-za e di ricerca.

Una fede che apre nuovi orizzontiGuardando al momento dell’ordinazione di questi giovani, l’esperienza della fede emerge anzitutto come risposta ad una iniziativa che ha come protagonista Dio e che li raggiunge attraverso la mediazione di Gesù e della Chie-sa. In questo cammino Dio, in modo gratuito, con un invito impensato e sorprendente, si è fat-to riconoscere come quella “pietra angolare” che

Alcune parole del Salmo 118 “Una mera-viglia ai nostri occhi” (v.23) ci hanno ac-

compagnato in quest’anno pastorale invitandoci a vincere la tentazione della superfi cialità per so-stenerci invece reciprocamente in un cammino di autentica maturazione e crescita nella fede. Il nostro Vescovo infatti nella lettera pastorale che ci ha rivolto sottolineava che “la fede non pervie-ne alla maturità, non diviene adulta, se non è fat-ta anche di stupore, di meraviglia, di incanto, se non produce sussulti di gioia di fronte a Dio e al-la sua opera; sapendo che la sua opera più gran-de è Gesù, il Figlio che il Padre ha donato al mon-do «perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17)”1. È questo incontro con la persona di Gesù che tra-sforma, “che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”2, che la fa capace di un annuncio convincente e coraggioso.

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è capace di sostenere l’edifi cio che è la propria esi-stenza. “Pietra angolare” che non elimina le altre pietre, cioè le altre realtà e le dimensioni dell’esi-stenza, ma le sostiene, le valorizza, trasmette loro senso e valore. La fede, infatti, è un affi dare tutto il nostro essere a una persona, a un mondo di valo-ri, a una realtà più grande di noi. La meraviglia che ci raggiunge anche in questa occasione è constatare nella liturgia dell’Ordina-zione la volontà di questi giovani di affi darsi a que-sta pienezza di vita nuova. Uno stupore che nasce all’inizio come sconcerto, poiché questa novità può incutere istintivamente paura. Accade infatti che ci aggrappiamo al presente, cioè alla nostra real-tà. C’è in noi un attaccamento alla nostra attuale esistenza, che ci mette in atteggiamento di difesa di fronte ai grandi orizzonti della fede. Gesù ci ha aperto orizzonti nuovi. Ma non è faci-le accettare questa prospettiva, che tocca il nostro presente e rimette tutto in discussione, cambia la gerarchia dei valori a cui noi siamo tenacemente attaccati. Di tante cose che ci stanno a cuore la fe-de dice: “Non hanno nessuna importanza“. Di altre cose, a cui cerchiamo di non pensare, la fede di-ce: “Queste sono le cose che veramente contano“. Noi, segnati dalle nostre abitudini, temiamo que-

sto rovesciamento di valori, eppure nella scelta di chi accetta la chiamata di diventare sacerdote in-tuiamo qualcosa di veramente grande.

Una fede che si lascia attrarreLa fede è dunque risposta stupita ed insieme libe-ra e personale, è storia dell’incontro di due libertà. Nonostante i nostri dubbi e le nostre paure la fede è un processo di crescita, è un cammino progres-sivo verso una conoscenza sempre maggiore. A stimolarla dall’interno è proprio la gioia, che an-che nello sconcerto e nel dubbio affi ora. Nel nar-rare l’incontro dei discepoli con il Risorto (cfr. Lc 24, 41) il Vangelo ricorda: “Per la grande gioia ancora non credevano“. Possiamo forse tradurre così: “Era una realtà così bella che non credevano ai loro oc-chi, non capivano ancora l’enormità di ciò che era accaduto“. Questa gioia, questo intravedere (an-che senza totalmente capire) una realtà così bella da lasciare increduli, è già un desiderio di credere che chiede di essere appagato, una misteriosa sin-tonia con una realtà più grande di noi, la scoperta improvvisa di un mondo che ci attrae, la nostalgia di una vita più vera, che ci guida nella fede. Se vogliamo giungere a una fede matura dobbia-mo lasciarci guidare da questa attrattiva, che a

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tratti riusciamo a sentire e che ci fa sentire in sinto-nia con il nostro essere più profondo e con il mon-do di Gesù. Non possiamo pretendere sempre la chiarezza desiderata, ma possiamo sempre cerca-re di essere fedeli ai grandi valori che nell’incon-tro con Gesù trovano eco nella nostra coscienza e danno senso alla nostra vita.

Una fede che sceglieLe scelte della nuova condizione di vita, che sono richieste dal Vescovo agli ordinandi, precisano un orizzonte di responsabilità che riguarda l’annun-cio del Vangelo, la celebrazione dei Misteri e una preghiera incessante. Scelte coraggiose che dico-no l’impegno a rompere con criteri o atteggiamen-ti che contraddicono un autentico stile evangelico per prendersi cura della fede degli altri. È davve-ro sorprendente, nel cammino della fede, consta-tare come il momento della decisione custodisca una promessa di pienezza che accompagna l’as-sunzione di nuove responsabilità nei confronti del-la Chiesa e dell’umanità. Tuttavia la vera meravi-glia nasce dall’avvertire che la “decisione” avvie-ne anzitutto da parte di Dio: è sua la scelta di pren-dersi cura di questi Suoi fi gli e della loro fede. La particolare effusione dello Spirito Santo che ricevo-

no con l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione creano una profondissima comunio-ne di vita con Gesù capo e pastore che non potrà mai essere cancellata. Anzi per “questa comunio-ne, Gesù progressivamente trasforma la mente, il cuore, la volontà del suo prete, donandogli la ca-rità che Lui ha per la Chiesa e per tutti gli uomini”3. Non è quindi contando solo sulle sue risorse che il prete può far crescere la comunità cristiana, ma custodendo sempre con rinnovato stupore il suo essere ministro di un dono che lo ha trasforma-to in profondità e continua in modo permanen-te “a sprigionare tutta la straordinaria ricchez-za di grazia e di responsabilità che in esso è racchiusa” . Davvero “Una meraviglia ai no-stri occhi” è l’Ordinazione sacerdotale a parti-re da chi la riceve.

Don Luca Pizzato Delegato per la formazione dei preti giovani

1 G. A. GARDIN, “Una meraviglia ai nostri occhi” Cristiani adulti in una Chiesa adulta, Treviso, San Liberale 2011, p. 49.

2 BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Deus caritas est (25 Di-cembre 2005), n. 1.

3 Direttorio diocesano sulla formazione permanente dei sa-cerdoti, n.21.

4 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Pastores dabo vobis, n. 70.

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Qualche mese fa un mio amico mi chiese: «Come

fai, Alberto, a essere sicuro che questa sia la tua strada?». Devo ammettere che quella doman-da m’interrogò sul serio. Risposi che effettivamente non ero cer-to di essere sulla strada giusta, se per “certezza” intendiamo il risultato di dimostrazioni preci-se. Ma ero sicuro di percorre-re la “mia strada” perché mi so-no fi dato di una chiamata del Signore che pian piano ha po-larizzato tutta la mia vita tan-to da farmi scegliere di aderirvi giorno dopo giorno. Pensando-ci poi con calma, effettivamen-te è stata la risposta giusta. Io non ho “prove scientifi che” del-la bontà del percorso che sto fa-cendo ma sento che, essendo-mi fi dato di Gesù, si sta realiz-zando nella mia vita la sua pro-messa: «perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pie-na» (Gv 15,11).È stata proprio la fi ducia a con-

durmi in questi anni della mia storia e, preciso, la fi ducia al Si-gnore passa innanzitutto attra-verso le persone che Lui ti pone accanto e poi con il compiere precisi passi sulla via indicata dalla sua Parola.Infatti con la curiosità di un bambino, da piccolo rimanevo affascinato dalla storia di Gesù che conoscevo attraverso il ca-techismo e con entusiasmo ho iniziato il servizio di chierichet-to. Nel fi darmi sia dell’educa-zione semplicemente cristia-na ricevuta dai miei genitori sia dell’attenzione nei miei con-fronti da parte del parroco, co-minciavo a gustare la bellezza di vivere vicino a Gesù, in sua compagnia.Quando da ragazzo espressi il desiderio di diventare sacer-dote, mi fi dai di chi, al tempo opportuno, mi propose i grup-pi vocazionali del Seminario, così ho scelto di entrare in pri-ma superiore nella Comunità

Sono originario della parrocchia di Musile di Piave. In famiglia siamo cinque persone: oltre a papà Giuseppe e mamma Anna, ci sono mia sorella Giulia e mio fratello Nicolò entrambi più giovani di me. Dopo aver frequentato regolarmente le scuole elementari e medie al mio paese, in prima superiore ho iniziato il mio percorso in Seminario entrando nella Comunità Giovanile. Conseguita la maturità scientifi ca ho proseguito il cammino in Comunità Teologica. Per due anni, nei fi ne settimana e d’estate, ho prestato servizio nella parrocchia di Fiera a Treviso e, al termine dell’anno di Siloe vissuto con i compagni di classe, sono stato inviato nella comunità parrocchiale di Paese, dove vivo tutt’oggi esercitando il ministero diaconale principalmente nel gruppo Scout e nell’ambito della catechesi.

don Alberto Piasentin 27 anni

Giovanile. Sono stati anni deci-sivi per me: lì ho scoperto che con Gesù può nascere una re-lazione di amicizia, negli an-ni divenuta d’amore, e che lui aveva una proposta di felicità per me. E ciò si è realizzato nel dispiegarsi della vita quotidia-na: imparando a pregare per-sonalmente e con gli altri; con-dividendo la vita fraterna dallo studio al gioco a momenti for-ti di gruppo; maturando nella dimensione del servizio recipro-co (a me nuovo fi no allora). Tut-te attività non “alla moda” per un adolescente e un giovane ma mi facevano felice più del-le mode che a volte rincorrevo con gli amici. Questo stile di vi-ta “nuovo” che sceglievo quoti-dianamente faceva proprio per me! Iniziavo a intuire con chia-rezza che il Signore mi chiede-va di spendermi in questa dire-zione: strettamente unito a Lui e nel servizio dei fratelli.Perciò ho deciso di dare ulterio-

Ho scelto di fi darmi di Lui

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re concretezza alla sua chiama-ta proseguendo il mio percorso in Seminario nella Comunità Teologica. Qui la mia risposta di adesione si è espressa nel rito di ammissione e nelle tappe mi-nisteriali di lettore e accolito.Anche in tutti gli anni Semina-rio è stata la fi ducia a condur-mi. Ammetto che non è sempre stato facile fi darsi degli educa-tori e dei fratelli, anzi a volte mi è costata molta fatica, ma tale

si è rivelata la via fruttuosa: ab-bandonarmi alla volontà di Ge-sù e con l’ordinazione diacona-le dello scorso hanno ho deciso di aderire defi nitivamente pro-prio alla sua chiamata.In queste settimane che prece-dono l’ordinazione sacerdotale, ricordo volentieri le battaglie e le gioie della mia storia di fi du-cia realizzata negli anni in pic-cole e grandi scelte concrete. Sono davvero contento che il Si-

gnore mi abbia proposto di condividere la sua missio-ne e scelgo allora con rin-novata fi ducia di incarna-re in me la sua parola «Co-me il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). Per tutto questo sono sinceramente grato a Lui e alle persone che mi ha posto accanto come guide, fratelli e amici.

Don Alberto Piasentin

don Alberto con alcuni capi scout di Paese e con alcuni seminaristi (foto in basso)

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“Abbiamo creduto all'amore di Dio - così il

cristiano può esprimere la scel-ta fondamentale della sua vi-ta. All'inizio dell'essere cristia-no non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'in-contro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.” (Be-nedetto XVI)Con questa citazione vorrei te-stimoniarvi come sia conso-lante per me sapere che la mia vocazione nasce dal cuo-re di Dio e lì è custodita; nasce dal suo avermi amato per pri-mo e dalla grazia di poter cre-dere sempre a questo amore. Anche per me rispondere alla chiamata di Dio signifi ca aver ricevuto la direzione decisiva, un “per sempre” intimamente legato all’esperienza della fe-de, al credere... al mio crede-re. Tutto é scaturito dall’incon-tro con una persona, Gesù Cri-

sto, mediante la sua Chiesa e la sua Parola. È un incontro con la misericordia di Dio, che mi ha donato il perdono dai peccati e che ha suscitato e chiarifi cato in me il desiderio di seguirLo e di amare come Lui. È questo il centro di tutto: l’in-contro con il Signore, che in al-cuni momenti si rivela più de-cisivo di altri.Incontri decisivi, appunto, di cui non conosciamo il momen-to e non possiamo pensarne a tavolino l’ora, ma che spesso ci sconvolgono scuotendo il no-stro torpore, non per farci vio-lenza ma per renderci piena-mente felici e liberare la no-stra libertà per rispondere ad una proposta: “seguimi”. “Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!.» Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nel-le mie ossa; mi sforzavo di con-tenerlo, ma non potevo” (Ger. 20,9). Ecco che allora è stato

Sono don Manuel Simonaggio, ho 34 anni e provengo dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Varago. Sono l’ultimo di tre fi gli. Attualmente in casa siamo mia mamma ed io; le mie due sorelle sono entrambe sposate. Dopo un primo periodo di studi superiori, sono entrato nel mondo del lavoro. All’età di 27 anni, dopo alcuni incontri con il Gruppo Diaspora, ho varcato la soglia del Seminario passando per la Comunità Vocazionale. Già dalla prima teologia ho prestato servizio in una parrocchia diversa da quella di origine, e preci-samente presso la comunità di Sant’Ambrogio di Fiera in Treviso. Nel terzo e quarto anno di teologia ho potuto fare esperienza pastorale a Paese. Dopo l’anno di animazione vocazionale “Siloe”, da due anni vivo nella parrocchia di Santi Vito e compagni martiri in Spinea.

don Manuel Simonaggio 34 anni

fondamentale per me credere a quella chiamata e, soprattut-to, farmi aiutare da qualcuno per risponderle: il mio parro-co, prima, ed il gruppo Diaspo-ra con alcuni sacerdoti del Se-minario, poi. Ricordo con gio-ia quei passaggi importanti no-nostante la mia testardaggine nel voler risolvere da solo tutte le domende che si affacciava-no al mio cuore.Dopo la scelta di entrare in Se-minario, fui accolto dalla Co-munità Vocazionale: una pic-cola “famiglia” composta da giovani-adulti che scelgono di lasciare lo studio o, come nel mio caso il lavoro, per investi-re un tempo privilegiato con il Signore, assieme ad altri fratel-li e con dei sacerdoti educato-ri. Nella nostra diocesi, il tem-po previsto per questa prima esperienza di vita comunitaria è di due anni. Ricordo con gra-titudine quegli anni perchè, mediante l’abbandono fi ducio-

Un incontro decisivo

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so nelle mani del Signore ed il dialogo trasparente e disponi-bile con gli educatori, ho po-tuto vivere un primo discerni-mento della mia vocazione ed ho potuto anche gustare i frut-ti del progetto di Dio per me. È stato importante, inoltre, con-dividere questa esperienza as-sieme altri coetanei della no-stra diocesi, per crescere nel-la relazione e compiere, così, i primi passi verso un ministe-ro che mi metterà a contatto con molta gente e mi chiederà ogni giorno di riuscire a farmi silenziosamente da parte per far trasparire la cura e la fe-deltà di Dio verso il suo popolo, verso quel determinato gruppo o determinata persona. Avver-to che il ministero che mi viene affi dato domanda il coraggio e la forza di saper morire al pro-prio orgoglio per rimanere in dialogo con l’altro mediante al relazione con l’Altro. È in que-sto contesto che mi è stata uti-le, quindi, la fedeltà ai sacra-menti ed alla preghiera quoti-

diana; la costanza nello studio, negli impegni di servizio comu-nitario, nella correzione frater-na. Anche questi sono stati in-contri decisivi, perchè hanno iniziato a plasmare la mia co-scienza nella prospettiva di ser-vire la Chiesa non da solo, ma con la consapevolezza e la li-

bertà di poter-lo fare sola-mente se sa-prò collabora-re, nella grazia del Signore, con al-tri fratelli ed amici che incon-trerò.

don Manuel Simonaggio

don Manuel a Gerusalemme con il Seminario

Con i lupetti e le coccinelle di Sant’Ambrogio di Fiera

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Dare la vita uniti a Cristo Buon PastoreDALL’OMELIA DEL SANTO PADRE NELLA SANTA MESSA CON LEORDINAZIONI SACERDOTALI IN SAN PIETRO DEL 29 APRILE 2012

diti conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore». Risalta con forza che, per il sacerdote, celebrare ogni giorno la Santa Messa non signifi ca svolgere una funzione rituale, ma compiere una mis-sione che coinvolge interamen-te e profondamente l’esistenza, in comunione con Cristo risor-to che, nella sua Chiesa, con-tinua ad attuare il Sacrifi cio re-dentore.Questa dimensione eucaristi-ca-sacrifi cale è inseparabile da quella pastorale e ne costituisce il nucleo di verità e di forza salvi-fi ca, da cui dipende l’effi cacia di ogni attività. Naturalmente non parliamo della effi cacia soltanto sul piano psicologico o sociale, ma della fecondità vitale della presenza di Dio al livello umano profondo. La stessa predicazio-

ne, le opere, i gesti di vario ge-nere che la Chiesa compie con le sue molteplici iniziative, per-derebbero la loro fecondità sal-vifi ca se venisse meno la cele-brazione del Sacrifi cio di Cristo. E questa è affi data ai sacerdo-ti ordinati. In effetti, il presbitero è chiamato a vivere in se stes-so ciò che ha sperimentato Ge-sù in prima persona, cioè a dar-si pienamente alla predicazione e alla guarigione dell’uomo da ogni male del corpo e dello spi-rito, e poi, alla fi ne, riassumere tutto nel gesto supremo del «da-re la vita» per gli uomini, gesto che trova la sua espressione sa-cramentale nell’Eucaristia, me-moriale perpetuo della Pasqua di Gesù. E’ solo attraverso questa «porta» del Sacrifi cio pasquale che gli uomini e le donne di tut-ti i tempi e luoghi possono entra-re nella vita eterna; è attraver-so questa «via santa» che posso-no compiere l’esodo che li con-duce alla «terra promessa» del-la vera libertà, ai «pascoli erbo-si» della pace e della gioia senza fi ne (cfr Gv 10,7.9; Sal 77,14.20-21; Sal 23,2).Cari Ordinandi, questa Parola di Dio illumini tutta la vostra vi-ta. E quando il peso della cro-ce si farà più pesante, sappia-te che quella è l’ora più prezio-sa, per voi e per le persone a voi affi date.

Pubblichiamo una parte dell'Omelia di Papa Benedetto alle ultime ordinazioni come augurio ai preti novelli

«Volete essere sempre più strettamente uniti a

Cristo sommo sacerdote, che come vittima pura si è offerto al Padre per noi, consacran-do voi stessi a Dio insieme con

lui per la salvezza di tutti gli uo-mini?». Il sacerdote è infatti co-lui che viene inserito in un mo-do singolare nel mistero del Sa-crifi cio di Cristo, con una unio-ne personale a Lui, per prolun-gare la sua missione salvifi ca. Questa unione, che avviene grazie al Sacramento dell’Ordi-ne, chiede di diventare “sempre più stretta” per la generosa cor-rispondenza del sacerdote stes-so. Per questo, cari Ordinandi, tra poco voi risponderete a que-sta domanda dicendo: «Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio». Succes-sivamente, nei Riti esplicativi, al momento dell’unzione crismale, il celebrante dice: «Il Signore Ge-sù Cristo, che il Padre ha consa-crato in Spirito Santo e potenza, ti custodisca per la santifi cazio-ne del suo popolo e per l’offer-ta del sacrifi cio». E poi, alla con-segna del pane e del vino: «Ri-cevi le offerte del popolo santo per il sacrifi cio eucaristico. Ren-

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È stata una grande festa quella che si è celebrata sabato 21 aprile nella parroc-

chia del Sacro Cuore di Gesù di Mogliano Veneto: la festa della fedeltà di Gesù per le nostre due vi-te. C’è gioia e gratitudine nel nostro cuore soprat-tutto pensando a quando, circa sette anni fa, en-travamo in Seminario alla ricerca di conferma-re quella che era solamente una piccola intuizio-ne, un barlume di promessa che guidava i no-stri piccoli e incerti passi. Oggi, con Maria, anche noi possiamo annunciare a tutti: «Grandi cose ha fatto in noi l’Onnipotente e santo è il suo nome». Ma la cosa più sorprendente è che con noi, fe-steggiata, c’è anche tutta la Chiesa trevigiana: due dei suoi fi gli, infatti, si sono promessi, per sem-pre, al servizio all’altare durante la celebrazione eucaristica, all’annuncio della Parola, alla carità verso i più bisognosi e alla preghiera quotidiana. È venuto il momento di presentarci allora: Paolo Slompo (33 anni), originario di Mogliano Veneto e in servizio nella Collaborazione pastorale di Ca-stelfranco Veneto e Salvarosa ed Emanuele An-tonello (28 anni) della parrocchia di Sant’Andrea oltre il Muson e attualmente in servizio pastora-le a Piombino Dese. Per l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria abbia-mo ricevuto il dono dello Spirito Santo che ha si-gillato per sempre, nella forma celibataria, una nuova vita, una nuova ed eterna relazione con

Gesù che assume la forma concreta del ministe-ro diaconale. Grande è la nostra gioia per il do-no ricevuto e per la nuova avventura che ci sta innanzi. Durante la celebrazione, il Vescovo ha ri-cordato il tratto specifi co del ministero del diaco-no: il servizio. La parola diacono deriva infatti dal greco e signifi ca servitore. Gesù è e rimane il pri-mo e unico modello del servo a cui ogni cristia-no deve far riferimento per la propria vita e il mi-nistero particolare del diacono vorrebbe renderlo esplicito nella chiesa: S.E. Monsignor Gardin af-fermava che nella Chiesa nessuno inizia serven-do, quasi fosse una «gavetta», per arrivare poi a farsi servire, ma al contrario ognuno si sfor-za di approfondire sempre più la sua disponi-bilità al servizio fi no a farla diventare il nu-cleo della sua esistenza. Chiediamo al Signo-re che continui a rimanerci accanto, che ci aiuti a crescere secondo il suo cuore a servi-zio di tutta la Chiesa. Cogliamo l’occasione anche per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla festa: le comunità parrocchiali che ci hanno visto crescere e quelle che abbiamo incontrato nel nostro ministero pastorale, gli amici e i paren-ti tutti. Continuiamo a ricordarci nella pre-ghiera per sostenerci in questo pellegrinaggio che è la vita. Buon cammino a tutti!

Don Paolo Slompo

Due nuovi diaconiper la Chiesa di Treviso

LE ORDINAZIONI DIACONALI A MOGLIANO VENETO

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brizio Biagini, di S.Nicolò in Tre-viso; Loris Gallina, di Crespigna-ga; Luca Schiavon, di Carbone-ra; Stefano Tempesta, di Leva-da di Piombino Dese; Daniele Trentin, di Bavaria di Nervesa. Con questo nuovo ministero nel-la Chiesa, che avvicina sempre più all’ordinazione sacerdotale, viene richiesto di servire all’al-tare, distribuire l’Eucaristia sia a coloro che partecipano alla Messa, sia agli ammalati che non possono essere presenti. Nell’omelia il Vescovo Gianfran-co Agostino Gardin ha sottoline-ato la preziosità di quanto Ge-sù ci ha consegnato e le paro-le della preghiera sui candidati al ministero dell’accolitato espri-mono tutta la ricchezza e la re-sponsabilità che viene loro affi -data: «Fa’ che, assidui nel servi-zio dell’altare, distribuiscano fe-delmente il pane della vita ai loro fratelli e crescano continua-mente nella fede e nella carità per l’edifi cazione del tuo regno». Distribuendo la comunione in

questo primo mese, mi incurio-siscono le mani di coloro che si accostano a ricevere il corpo di Cristo: mani piccole e pure, ma-ni ruvide e segnate dal tempo, mani robuste di chi lavora, ma-ni fragili di chi soffre, mani che faticano ad aprirsi…, sono tutte mani tese ad avvolgere il miste-ro di Gesù in quel pezzo di pane. Inoltre mi accorgo come quel pane chieda uno sguardo che sappia andare oltre l’apparen-za, così da cogliere la bellezza di un Gesù che si fa vicino, si fa pane e ci interpella perché an-che la nostra vita possa diven-tare pane spezzato per gli al-tri. È questo il desiderio profon-do che muove noi nuovi accoli-ti, così da aderire alla chiamata del Signore sulla via del sacer-dozio. Grati al Signore per que-sto nuovo passo nella sequela desideriamo ringraziare anche quanti ci hanno accompagna-to con la loro presenza e le loro preghiere.

Andrea Adami

Un semplice e povero pezzo di pane e un po’

di vino sono i segni nel quale Cristo si offre a noi nel suo corpo e nel suo sangue.Rimane sempre un mistero ir-raggiungibile, ma allo stesso tempo estremamente attraente, che solo un atto di fede può far dire che Lui è lì, vivo e presen-te. È questo il tesoro sorprenden-te dell’Eucaristia che Cristo Ge-sù pone nelle nostre mani come dono d’amore e di comunione con Lui e tra i fratelli che man-giano di quel pane di vita. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv. 6,56). In particolare, le mani in cui Ge-sù ha scelto di mettersi duran-te la celebrazione eucaristica di Lunedì 19 marzo, presso il tem-pio di S. Nicolò a Treviso, sono quelle dei nuovi accoliti: Clau-dio Sartor, di Spinea, in servizio a Castello di Godego; Andrea Adami, di Selva del Montello; Filippo Basso, di Postioma; Fa-

L’Eucaristia, dono d’amorenelle nostre mani

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la e suoi servi”. Quest'espressio-ne semplice ma densa di signi-fi cato dice molto bene il senso del ministero che abbiamo ri-cevuto: il lettore è chiamato in-nanzi tutto a custodire la Paro-la di Dio meditandola assidua-mente, lasciandosi da essa il-luminare nelle scelte concrete di ogni giorno e impegnandosi nello studio della Sacra Scrittu-ra per garantirne una corretta interpretazione. Contempora-neamente con il ministero del lettorato si riceve il dono e la missione di annunciare fedel-mente la Parola di Dio perché fruttifi chi e germogli nel cuore degli uomini. Questo annuncio riguarda la proclamazione del-la Parola nella liturgia, ma an-che il diventarne obbedienti te-stimoni nella vita di tutti i gior-ni. Ciò è reso a sua volta pos-sibile solo dal divenire sempre più profondamente degli udito-ri umili e accoglienti della vo-ce di Dio che ci raggiunge nel-la Sacra Scrittura. Il ministero di

lettore è una tappa importante del cammino verso l'ordinazio-ne sacerdotale perché si riceve un ministero che è al contem-po dono di grazia e compito: un vero mistero d'amore. Infat-ti la Chiesa, e attraverso essa il Signore, ci ha consegnato uno dei suoi tesori più preziosi: la Pa-rola di Dio; quella Parola che è risuonata in profondità nel no-stro cuore spingendoci a la-sciare tutto per seguire Ge-sù; quella Parola che in que-sti anni di Seminario è dive-nuta sempre di più luce sul nostro cammino; quella Pa-rola che ancora oggi è ri-volta ad ogni cristiano.Di fronte a questo miste-ro di grazia faccio mie le parole di S. Paolo: “Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza: Cristo Gesù Si-gnore nostro, perché mi ha giudicato degno di fi ducia chiamandomi al ministero” (1 Tm 1, 12).

Angelo Dal Mas

Lo scorso 19 marzo, nel-la chiesa di S. Nicolò a

Treviso, il Vescovo ha conferito il ministero di lettore a cinque seminaristi del Seminario Mag-giore della nostra diocesi. Sia-mo Angelo Dal Mas (24 anni, di Salgareda e in servizio pres-so la parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore in S. Donà di Piave), Enrico Fusaro (23 anni, di Mar-con e in servizio a Trebasele-ghe), Stefano Grespan (27 an-ni, di Noale e in servizio a Mon-tebelluna), Giovanni Marcon (24 anni, di Treville e in servizio nelle parrocchie di Postioma e Porcellengo) e Andrea Toso (22 anni, di S. Martino di Lupari e in servizio a S. Gaetano di Mon-tebelluna), tutti della classe IV teologia. Durante la celebrazio-ne eucaristica, all'interno della quale si è svolto il rito di istituzio-ne, il nostro Vescovo Gianfran-co Agostino Gardin si è rivolto a noi nuovi lettori ricordandoci che con questo ministero siamo stati istituiti “custodi della Paro-

Custodi e servi della Parola

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zzi con molta cura e precisione

le quattro radici della Comu-nità ed il nostro patrono Zac-cheo, cui siamo particolarmen-te legati, per molti aspetti che lo fanno assomigliare a noi (è piccolo di statura, vuole segui-re Gesù … ).Successivamente la parola è passata a noi ragazzi di terza media, che abbiamo breve-mente spiegato gli aspetti positi-vi e negativi della nostra comu-nità attraverso alcune immagi-ni scattate all’ interno di essa in momenti di vita assieme.Infi ne è stata la volta degli ami-ci di prima media, che hanno concluso il tutto rivolgendo al Vescovo alcune delle doman-de che sembravano signifi -cative sulla Comunità ragaz-zi: chiedevano, cioè, dei consi-gli su alcuni aspetti che secon-do lui si potrebbero migliorare nella nostra Comunità.E’ stata una sorpresa sentire il nostro Vescovo che ha risposto dicendo che, secondo lui, la

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Il tredici Aprile scorso, il Vescovo della nostra

Diocesi, Gianfranco Ago-stino, è venuto a visitare la Comunità Ragazzi, do-ve viviamo noi seminaristi delle medie.Il primo momento della sua visita è stata la S. Mes-sa nella nostra chiesa insie-me con il rettore don Paolo. Dopo la S. Messa Abbiamo cenato con calma, e ci sia-mo, quindi, dati appunta-

mento poco più tardi, ovve-ro alle ore 20:35, per l’assem-

blea, dove noi ragazzi abbia-mo presentato, divisi per clas-si, un aspetto fondamentale e molto affascinante della nostra comunità: la vita assieme.All’ inizio ognuno di noi si è presentato velocemente dicen-do il proprio nome ed il paese di provenienza. E poi ogni clas-se ha presentato una piccola parte della vita comunitaria.Hanno iniziato i ragazzi di se-conda media, presentando

IL VESCOVO IN VISITA ALLA COMUNITÀ RAGAZZI

La bellezza della vitaassieme

nostra comunità va bene così com’è, e che possiamo essere orgogliosi dell’ esperienza che stiamo facendo, perché abbia-mo un’ occasione che altri ra-gazzi non possono avere o che non si sentono in grado di af-frontare.Prima di concludere la serata ci ha chiesto di rivolgergli delle domande a nostro piacimen-to se lo desideravamo, e dopo questo suo invito le domande sono state diverse, principal-mente sulla sua vita spirituale, su ciò che lo ha portato a dire il suo “Sì” alla chiamata per con-durre la Diocesi di Treviso.A termine della serata, il Ve-scovo ha concluso con una bella benedizione su di noi e sulle nostre famiglie.Alla fi ne noi ragazzi possiamo dire di avere avuto un incon-tro memorabile, che ci ha dato uno stimolo per continuare con più decisione la nostra ricerca vocazionale.

Baesso Giacomo

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Nei giorni scorsi è venuto a conoscere il nostro Seminario e a presentarci la sua

esperienza Padre Pietro Pisoni, missionario di ori-gine lombarda, del PIME (Pontifi cio Istituto Missio-ni Estere), che ha lavorato per vari anni in Giap-pone ed attualmente risiede a Milano.Mercoledì 18 aprile p. Pietro è venuto a far visi-ta alla Comunità Giovanile: prima ha incontra-to il gruppo missionario, e ha spiegato qual è il suo compito all’interno del PIME in Italia ed in Giappone. Ha brevemente parlato anche del suo cammino vocazionale, che l’ha condotto a diven-tare missionario e a scegliere di entrare proprio nel PIME. Successivamente ha presieduto la ce-lebrazione eucaristica, proponendoci di rifl ettere su una breve storiella che voleva mostrare come, molto spesso, ciò che cerchiamo e di cui abbia-mo bisogno, si trova vicino a noi e non è necessa-rio andare lontano per trovarlo. Dopo cena è sta-to il momento dell’assemblea: in quella sede, con tutta la comunità riunita, egli ha presentato più dettagliatamente la propria esperienza. Abbia-mo così saputo che Padre Pietro è stato 12 anni in Giappone, nazione che fi no a poco tempo fa era una fra le prime potenze economiche mondiali. Lì non c’è bisogno tanto di portare aiuti materia-li, quanto, invece, di annunciare la Buona Novel-la. In Giappone è molto bassa la percentuale dei cristiani, la maggior parte della popolazione, in-

fatti, professa la locale dottrina scintoista o segue quella buddhista. Sono però molte le persone che si interessano agli insegnamenti cristiani e che as-sistono alle celebrazioni, anche se di norma, co-loro che si convertono, impiegano molto tempo a chiedere il Battesimo. Infi ne p. Pietro ci ha parlato della situazione nel-le Filippine, dove la popolazione ha bisogno di maggiori aiuti e l’accoglienza nei confronti dei missionari è piuttosto dura e fredda: numerosi, in-fatti, sono quelli che vengono sequestrati o uc-cisi. In particolare ci ha presentato la vicenda di Padre Fausto Tentorio, mostrandoci un fi lma-to nel quale emergevano diversi aspetti della vita del missionario nelle Filippine. Egli, me-diante il lavoro quotidiano e la vita tra gli in-digeni, testimonia nelle opere la carità e la fede cristiane, ed è stato per questo ucciso il 17 ottobre 2011, da uomini che invece erano spinti da interessi politici ed economici. Questo incontro ci ha davvero illuminato e ci ha aiutato ad allargare lo sguardo verso realtà lontane da noi, decisamente poco co-nosciute, specie nel caso del Giappone. E’ no-stro desiderio continuare a portare nel cuo-re quanto p. Pietro ci ha fatto conoscere con il suo appassionato racconto.

Enrico RossignoloFrancesco La Placa

Un missionario del Pimein visita al SeminarioPADRE PIETRO PISONI IN COMUNITÀ GIOVANILE

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A Parma, dal 19 al 22 Aprile, si sono raduna-

ti circa centoquaranta semi-naristi provenienti da tutta Ita-lia in occasione del 56° Conve-gno Missionario. Tema del con-vegno è stato: “Vivere la buo-na vita del Vangelo: Educare ai Nuovi Stili di Vita”. Don Gianni Cesena, direttore nazionale di «Missio», ha aperto i lavori pro-ponendo una rilettura in chiave missionaria del documento CEI per il decennio 2010-2020 “Edu-care alla Buona vita del vange-lo”. E’ stata evidenziata, soprat-tutto, la profonda valenza edu-cativa dell’azione missionaria che ciascuno di noi può vive-re nei normali ambienti di vita. In particolare oggi, è proprio la parrocchia la più ampia azione missionaria della Chiesa. Una parrocchia diventa missionaria “leggendo” il territorio in cui si trova e rispondendo a tali solle-citazioni (non si è missionari so-

Educareai nuovi stilidi vitaIL CONVEGNO MISSIONARIO A PARMA

lo occupando un territorio!). Dal secondo giorno, insieme a padre Adriano Sella, sono stati evidenziati i fondamenti teolo-gico-pastorali che giustifi cano il nostro essere veramente missio-nari nei quotidiani ambienti di vita. Prima sono state eviden-ziate le questioni che maggior-mente oggi ci provocano per un cambiamento della real-tà: questione ecologica, antro-pologica, economico-fi nanzia-ria, esistenziale. L’avvertire og-gi l’esigenza di un cambiamen-to dei modi di fare, del pensare, dell’agire, è il frutto di una rifl es-sione umano-sociale, da un la-to, ma anche frutto di un’analisi che da anni il Magistero coltiva attraverso le encicliche socia-li (“Centesimus Annus” e “Ca-ritas in Veritate”, solo per citar-ne due). Nasce così l’esigenza di vivere dei nuovi stili di vita, cioè azioni, modi pensare, com-portamenti e scelte, che per-

mettono una reale riconsidera-zione dell’uomo come persona e come parte del mondo. A fon-damento dei nuovi stili di vita, cristianamente intesi, non c’è solo un generico bisogno etico di cambiamento, ma c’è la re-lazione con Dio, un’esperienza di fede, di amore, le quali moti-vano il nostro impegno perchè avvenga un cambiamento che è di tutto l’uomo (“… chi ama, cambia!...” diceva il relatore). Solo da qui può nascere la gio-ia di evangelizzare con tutta la nostra vita, in tutte le sue di-mensioni; ecco i nuovi stili di vi-ta: dei movimenti di cambia-mento dal basso, possibili nel quotidiano, a partire da ciascu-no di noi.Infi ne, attraverso dei laborato-ri, sono state presentate alcune proposte molto concrete circa i nuovi stili di vita: iniziative per un consumo critico ed etico di molti prodotti commerciali; ini-ziative per rispettare l’ambien-te; rifl essioni circa l’essere mis-sionari nel nostro rapporto con le cose, col tempo, con le per-sone che ogni giorno incontria-mo. In conclusione, ogni battez-zato è missionario… a partire dal suo quotidiano stile di vita.

Daniele Trentin

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La Comunità Giovanile, con la votazione di Martedì 3 aprile, ha rinnovato le cariche del presidente e del

vicepresidente. E’ stato eletto come presidente Enrico Rossignolo, che frequenta la 4ª liceo scientifi co

ed è originario di San Giuseppe di Treviso. All’incarico di vice presidente è stato eletto Piercarlo Spadarotto, che frequenta la II Liceo Classico (4ª superiore), ed è originario di Camposampiero. Ad entrambi un cordiale augurio di “buon mandato” per il bene di tutta la comunità!

LA NUOVA PRESIDENZA DELLA COMUNITÀ GIOVANILE

Un uomo fi sicamente impedito dalla pro-pria disabilità, incapace di camminare e

persino di mangiare da solo, che, tuttavia, è ca-pace di scrivere poesie e preghiere di commoven-te bellezza … Un altro, di circa 45 anni, che riesce a pensare al massimo come un bambino di set-te anni, ma allo stesso tempo capace di sorrisi co-sì profondi da suscitare una irresistibile simpatia… Accompagnato da questi due speciali amici don Davide Giabardo, animatore spirituale al GRIS di Mogliano, ha incontrato i ragazzi del gruppo vo-cazionale di terza media. Si tratta di un appunta-mento ormai classico nell’itinerario: i ragazzi so-no provocati in ordine al Vangelo della Carità, offrendo loro una rifl essione che prenda spunto dall’incontro con il mondo della disabilità.Il portavoce di questa rifl essione è stato, appunto, don Davide Giabardo, sacerdote diocesano, che da oltre vent’anni, salvo una breve pausa, svolge il suo ministero presso l’istituto GRIS di Mogliano.Egli ha spiegato ai ragazzi che, fi no a pochi an-ni fa, il GRIS era una enorme struttura in cui si ac-coglievano e si accudivano centinaia di portato-ri di handicap. La presenza di don Davide in tale struttura, quale animatore spirituale per gli ospi-ti e le loro famiglie, è stata certamente motivata

dalla sua appassionata sensibilità per il mondo della sofferenza; ma è stata anche il segno che tutta la nostra Chiesa diocesana, nella persona di don Davide, cerca di farsi vicina agli ultimi e agli emarginati.Così, a partire dalla sua esperienza di vicinan-za agli ospiti, egli ha intrattenuto i ragazzi, spie-gando che il criterio con cui si valutano le perso-ne non può essere superfi ciale o determinato so-lo dai luoghi comuni: in tutti, specialmente nei di-sabili, c’è un valore e una dignità che non posso-no essere ignorati. In tal modo ha fatto ben capi-re come deve essere il cuore di un cristiano ver-so i più deboli e gli emarginati: illuminato dal-la carità di Gesù!Don Lorenzo Zannoni, Don Davide Menegon

Il Vangelo della caritàal gruppo vocazionaleDON DAVIDE GIABARDO INCONTRA I RAGAZZI DI TERZA MEDIA

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veste di lode invece di uno spirito mesto.Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore,ministri del nostro Dio sarete detti.Io darò loro fedelmente il salario,concluderò con loro un’alleanza eterna.Sarà famosa tra le genti la loro stirpe,la loro discendenza in mezzo ai popoli.Coloro che li vedranno riconoscerannoche essi sono la stirpe benedetta dal Signore.

Silenzio e Adorazione

ANTIFONA

Magnifi cat, magnifi cat,magnifi cat anima mea Dominum!Magnifi cat, magnifi cat,magnifi cat anima mea!

Silenzio e Adorazione

Prima Meditazione

(Benedetto XVI - dall’Omelia della messa Cri-smale - 5 Aprile 2012)In questa Santa Messa i nostri pensieri ritornano all’ora in cui il Vescovo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera, ci ha introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo, così che fossimo “con-sacrati nella verità” (Gv 17,19), come Gesù, nel-la sua Preghiera sacerdotale, ha chiesto per noi al Padre. Egli stesso è la Verità. Ci ha consacra-ti, cioè consegnati per sempre a Dio, affi nché, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servi-re gli uomini. Ma siamo anche consacrati nella realtà della nostra vita? Siamo uomini che ope-rano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo? Con questa domanda il Signore sta da-vanti a noi, e noi stiamo davanti a Lui.

ANTIFONA

Magnifi cat, magnifi cat...

CANTO EUCARISTICO D’INIZIO

(mentre si accoglie l’Eucaristia)

PREGHIERA (CORALE)

Signore Gesù, Risorto e vivo,presente, innanzi a noi, nel pane consacrato,offriamo a Te la nostra preghiera.In questi giorni la Chiesa di Trevisoaccoglie, nella gioia, il dono di due nuovi presbiteri:ti vogliamo affi dare i nuovi ordinatie con essi tutti i sacerdoti della Chiesaperché sappiano essere prolungamento di Te, perché in essi Tu stesso viva, agisca, parli, preghi e perdoni.Signore nostro Dio, che guidi il popolo cristiano con il ministero dei sacerdoti, concedi loro di perseverare nel servizio della tua volontà, perché nella vita e nella missione pastorale cerchino unicamente la tua gloria.

BRANO DELLA PAROLA (IS 61,1-3.6.8B-9)

Dal libro del profeta IsaiaLo spirito del Signore Dio è su di me,perché il Signore mi ha consacrat con l’unzione;mi ha mandato a portare il lieto annuncioai miseri,a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,a proclamare la libertà degli schiavi,la scarcerazione dei prigionieri,a promulgare l’anno di grazia del Signore,il giorno di vendetta del nostro Dio,per consolare tutti gli affl itti,per dare agli affl itti di Sionuna corona invece della cenere,olio di letizia invece dell’abito da lutto,

Consacrati, cioè consegnatiper sempre a DioVeglia di preghiera per le vocazioni

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Seconda Meditazione

(Benedetto XVI – dall’Omelia della messa Cri-smale – 5 Aprile 2012)… L’ultima parola-chiave a cui vorrei ancora accennare si chiama zelo per le anime (anima-rum zelus). … E come sacerdoti naturalmente ci preoccupiamo dell’uomo intero, proprio an-che delle sue necessità fi siche – degli affama-ti, dei malati, dei senza-tetto. Tuttavia noi non ci preoccupiamo soltanto del corpo, ma proprio anche delle necessità dell’anima dell’uomo: delle persone che soffrono per la violazione del diritto o per un amore distrutto; delle persone che si trovano nel buio circa la verità; che sof-frono per l’assenza di verità e di amore. Ci pre-occupiamo della salvezza degli uomini in cor-po e anima. … Preghiamo il Signore di colmarci con la gioia del suo messaggio, affi nché con ze-lo gioioso possiamo servire la sua verità e il suo amore. Amen.

ANTIFONA

Magnifi cat, magnifi cat...

Silenzio e Adorazione

PREGHIERA A MARIA,MADRE DEI SACERDOTI

Madre di Gesù Cristo e Madre dei sacerdoti, ri-cevi questo titolo che noi tributiamo a te per ce-lebrare la tua maternità e contemplare presso di te il Sacerdozio del tuo Figlio e dei tuoi fi gli, Santa Genitrice di Dio.

Madre di Cristo, al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne per l’unzione del Santo Spirito a salvezza dei poveri e contriti di cuore, custodi-sci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti, Ma-dre del Salvatore.

Madre della fede, hai accompagnato al tem-pio il Figlio dell’uomo, compimento delle pro-

messe date ai Padri, consegna al Padre per la sua gloria i sacerdoti del Figlio tuo, Arca dell’Al-leanza.

Madre della Chiesa, tra i discepoli nel Cenaco-lo pregavi lo Spirito per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori, ottieni all’ordine dei presbiteri la pienez-za dei doni, Regina degli Apostoli.

Madre di Gesù Cristo, eri con Lui agli inizi del-la sua vita e della sua missione, lo hai cerca-to Maestro tra la folla, lo hai assistito innalzato da terra, consumato per il sacrifi cio unico eter-no, e avevi Giovanni vicino, tuo fi glio, accogli fi n dall’inizio i chiamati, proteggi la loro cresci-ta, accompagna nella vita e nel ministero i tuoi fi gli, Madre dei sacerdoti.

Giovanni Paolo II

PADRE NOSTRO

CANTO:ADORIAMO IL SACRAMENTO

ORAZIONE:BENEDIZIONE EUCARISTICA

ACCLAMAZIONI Dio sia benedetto...

CANTO FINALE

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«Maria Santissima, Regina Assunta in Cielo, Regina di tutti coloro che anelano di far co-

noscere l’amore del tuo Figlio». E’ questo l’ini-zio di un atto di affi damento forte, che anche quest’anno tutta la Comunità Giovanile, riuni-ta assieme a sette amici del gruppo “Stella Po-lare”, ha voluto rivolgere a nostra Madre Ma-ria: in un periodo denso di cambiamenti all’in-terno della comunità (presidenza da poco rin-novata e assegnazione dei nuovi servizi), ci sia-mo voluti ricordare di Colei che per prima disse

“sì” all’incarnazione di Gesù. La base di partenza del nostro pellegrinaggio è stata Pagnano d’Aso-

lo: lì, ospitati nelle strutture parrocchiali, abbiamo vissuto una mattinata di ritiro spirituale. Il tema che

ci ha guidato era: “Con Maria Assunta in cielo, libe-ri e fi duciosi in Cristo” e ci ha permesso di scorgere,

nella fi gura di Maria, quella “Madre” che desidera e chiede di dialogare con il “di-scepolo amato” e quella “discepola” che è divenuta davvero “libera in Cri-sto”. Abbiamo così intuito il motivo per cui il cui dogma dell’Assunzione è og-gi motivo di speranza certa per ogni credente. Nell’ambiente rasserenan-te dei colli asolani possiamo dire di aver raccolto buoni frutti dal tempo di silenzio e, dopo la convivialità gio-

iosa del pranzo, nel primo pomeriggio abbiamo da-to inizio al cammino, la cui meta era la “Madonna del Monte” a san Zenone degli Ezzelini. Il cammino è un momento che tradizionalmente si vive in grup-po: sotto la guida dei neo-capigruppo, durante il percorso si è recitato il rosario, si è rifl ettuto su quan-to ci veniva proposto (in particolare alcuni passi di un’omelia del Papa e degli scritti di Sant’Efrem il Si-ro) e condiviso assieme le varie risonanze. L’ultimo tratto e l’ultimo mistero del rosario si vivono assieme a tutta la comunità: perciò, il neopresidente Enrico ha guidato la salita con in mano lo stendardo della C.G. e, dietro a lui, si sono incamminati il vicepresi-dente Piercarlo, tutti gli altri quattro gruppi, gli Edu-catori ed il Rettore. Giunti al santuario ed entrati nel-la “Chiesetta rossa”, ci siamo lasciati accogliere affet-tuosamente da Maria e dal Figlio suo, soffermando-ci in preghiera. Abbiamo allora celebrato la S. Mes-sa, nella quale abbiamo ringraziato il Signore per i doni del pellegrinaggio, e nella quale abbiamo vis-suto l’atto di affi damento a Colei che ci ha portati fi n lassù. La giornata si è infi ne conclusa con la cena, vissuta insieme, nella fraternità.

Matteo Bettiol

25 APRILE ALLA CHIESETTA

La Comunità Giovanilein pellegrinaggio

con Maria Assunta

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CATECHESI e VOCAZIONE

Con Mosè ai piedi del roveto ardente

Tutta la Bibbia ci parla di Gesù, il messia promesso dai tempi più antichi. Mosè, il liberatore del popolo schiavo, è la fi gura del Salvatore che Dio invierà nel mondo a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e della morte.

(Catechismo “Venite con me” pag. 62)

APRIAMO LA BIBBIA

MOSE' IL LIBERATORE

ESODO 3,1-10

Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fi amma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare que-sto grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sof-ferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fi no a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 1Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!».

RICEVIAMO UN NUOVO MESSAGGIO

Il roveto ardente: Mosè assiste a un fenomeno straordinario, un roveto che arde e non si consuma! E’ Dio che lo attira a sé per chiamarlo. Dio ha visto in Mosè colui che può liberare il suo popolo e attraverso il roveto gli parla e lo invita: “Va’! Io ti mando dal farao-ne. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti”.Mosè: Risponde “Eccomi” a Dio che lo chiama. Corre subito da Lui. Poi però lo invade an-che la paura e il dubbio: come farà sa parlare al faraone lui che è balbuziente? Come farà a convincerlo di lasciar partire il popolo d’Israele? Come potrà condurre un popolo intero oltre il deserto? Mosè è chiamato a qualcosa che pare impossibile. Ma tutto è possibile per chi crede nel Signore e ha fede in Lui.

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RICORDIAMO LA BUONA NOTIZIALa chiamata del Signore vuol sempre portarci a raggiungere la libertà. Mosè è chiamato per liberare il suo popolo, ma rispondendo alla chiamta del Signore diventa anche Lui davvero libero. Libero di parlare con Dio senza paura e con

estrema confi denza. Libero di affrontare il faraone, considerato non solo re, ma dio stesso per l’intero Egitto. Mosè è chiamato a salvare il suo popolo dall’oppressione, lui

che da piccolo era stato salvato dalle acque del Nilo, guiderà i suoi fratelli ad attra-versare le acque del Mar Rosso e ottenere così la liberazione. Gesù chiama anche

noi ad essere come Mosè: liberi e liberatori per quanti ci incontrano sul loro cammino.

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L’ANGOLO DELLA PREGHIERATraccia per la preghiera di gruppo

Nel nome del Padre… Cat.: Come Mosè anche noi vogliamo vivere liberi e aiutarci tra noi a rispondere alla chiamata di Gesù. Per questo diciamo:

Tutti: Signore Gesù, libera la nostra vita.Lettore 1: Per quando la pigrizia, la noia, il poco impegno incatenano la nostra vita.

Tutti: Signore Gesù, libera la nostra vita.Lettore 2: Per quando abbiamo paura di fare silenzio e ascoltare Dio che ci parla, come ha fatto Mosè.Tutti: Signore Gesù, libera la nostra vita.Lettore 2: Per quando suggeriamo agli altri la via sbagliata e invece di donare libertà e gioia, siamo causa di tristezza e schiavitù. Tutti: Signore Gesù, libera la nostra vita.Cat: Insieme ora preghiamo il Padre perché il tempo di catechismo che viviamo insieme ci aiuti a camminare verso una libertà sempre più grande. Dio Padre, attraverso il suo Figlio Gesù, ci guidi a rispondere alla nostra vocazione, come Mosè ha guidato il suo popolo.

Padre Nostro…

Uno di noiMosè ti ha incontrato in un fuoco che scaldava, ma non consumava. Aiutami Signore ad avere una vita bella, perché rispondendo alla tua chiamata possa scoprire il calore del tuo amore, che riscalda e non consuma. Voglio rispondere alla mia vocazione e se mi chiami ad essere tuo sacerdote, aiutami a vincere i dubbi e le paure, così come hai aiutato Mosè. Voglio anch’io essere come Mosè, coraggioso e perseverante, per aiutare altri nel loro cammino essere così libero di amare. Amen. (Marco)

Mi impegno con TeMi impegno Signore a evitare tutto ciò che mi tiene schiavo: la pigrizia, la troppa tv o il troppo com-puter, la poca disponibilità a donare me stesso.

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N.B.: Gli animatori vocazionali ai quali fare riferimento sono:d. Lorenzo Zannoni, per i Preadolescenti, 0422 324851d. Cristiano Serafi n, per gli Adolescenti, 0422 324859d. Pierluigi Guidolin, per Giovani-Adulti, 0422 324843d. Giancarlo Pivato, per Giovani-Adulti, 0422 324878 oppure 340 6802501d. Stefano Didoné, per l'iniziativa Siloe 0422 324852d. Federico Gumiero, 0422 324858

oppure, per tutti, al 0422 3247 (portineria)

Attività vocazionali 2012Gruppi vocazionali27 maggio terza media, ultimo appuntamento

27 maggio gruppo Stella Polare (1ª-3ª superiore) in Seminario

17 giugno Festa conclusiva dei gruppi vocazionali in seminario dalle 9.00 alle 15.00

Campo–mobile del gruppo Siloea Roma dal 20-26 agosto 2012(per chi va in 1ª, 2ª, 3ª superiore)

Campiscuolaa LorenzagoDal 30 giugno 5 luglio(per i ragazzi che vanno in 3ª media)

Dal 14-21 luglio(per i ragazzi che vannoin 1ª e 2ª media)

Dal 7-14 luglio(per la Comunità Ragazzi del Semina-rio)

Giornata eucaristica 2012

Programma della giornata: 9.00 arrivi in Seminario 9.15 accoglienza (merenda, da avere con sé)

9.45 preghiera iniziale 10.00 Arrivo del Vescovo saluto e dialogo con le domande rivolte al Vescovo 10.40 Preparativi e processione verso san Nicolò 11.00 Adorazione Eucaristica guidata dal Vescovo

11.40 Riposizione e saluto del Vescovo

12.00 pranzo al sacco presso gli ambienti del Seminario 13.00 giochi 14.30 raduno conclusivo e saluti 15.00 - 15.30 fi ne dell’incontro

Ricordiamo che la quota di partecipazione è di 5 euro per ogni partecipante (accompagnatori esclusi) e che durante la Giornata verrà effettuata una colletta per i bambini più poveri presenti nelle missioni diocesane in Ciad.

Il prossimo 2 giugno avrà luogo la Giornata Eucaristica per i per i bambinile bambine di quarta elementare.

Page 24: Seminario - WebDiocesi...Seminario Rivista degli amici del Seminario di Treviso Quota di abbonamento € 10 c.c.p. n . 12531315 Treviso Anche quest’anno il Signore dona la grazia

SEMINARIORivista del Seminario DiocesanoP.tta Benedetto XI, 2 - 31100 TREVISOTel. 0422 3247 - Fax 0422 [email protected]

“Attenzione! In caso di mancato recapito, rinviare all’Uffi cio di Treviso Ferrovia per la restituzione al Mittenteche si impegna a corrispondere la tassa dovuta”

Impaginazione_ La Vita del Popolo - Stampa: Grafi che Dipro - Roncade/TV

Come aiutare il Seminario1. Borsa di studio permette di aiutare i giovani seminaristi a completare la loro formazione: l’importo in-

tero è di 4.000 euro, ma si può anche versare un aiuto di importo inferiore: 2.000 euro, 1.000 euro, 500 euro, 250 euro, 100 euro, 50 euro (in base alle proprie disponibilità).

2. Lasciando dei beni in eredità al Seminario:• Per BENI MOBILI la dicitura del testamento è: “Io sottoscritto/a (cognome, nome, luogo e data di nascita) residente in …………….

Via …………………… n ° ……….. in pieno possesso delle mie facoltà mentali e pie-namente consapevole del contenuto e del signifi cato di questo mio scritto, indico di seguito le mie ultime volontà: revoco ogni mia altra disposizione testamentaria precedente. Dispongo che sia lasciato al Rettore pro-tempore del Seminario Ve-scovile di Treviso, Piazzetta Benedetto XI, n. 2 – 31100 Treviso, a titolo di legato, la somma di Euro …… oppure i seguenti titoli ……… oppure …(altro)……., per i fi ni istituzionale del Seminario

• Per BENI IMMOBILI la dicitura è: “Io sottoscritto/a (cognome, nome, luogo e data di nascita) residente in …………….

Via …… n ° ….. in pieno possesso delle mie facoltà mentali e pienamente consape-vole del contenuto e del signifi cato di questo mio scritto, indico di seguito le mie ultime volontà: revoco ogni mia altra disposizione testamentaria precedente. Di-spongo che sia lasciato al Rettore pro-tempore del Seminario Vescovile di Treviso, Piazzetta Benedetto XI, n.2 – 31100 Treviso, l’immobile sito in……………. per i fi ni istituzionale del Seminario.

• N.B.: In tutti i casi il testamento deve essere scritto per intero di mano propria dal testatore, datato con il giorno, mese ed anno e sottoscritto di proprio pugno.

• L’Uffi cio Economato è sempre a completa disposizione per eventuali chiarimenti dovessero essere necessari per la redazione del documento.

3. Come inviare le offerte:• Consegnando l’offerta direttamente ad un Sacerdote/Educatore del Seminario;• Consegnando l’offerta direttamente all’Uffi cio Economato del Seminario;• Versando l’offerta presso un qualsiasi Uffi cio Postale con accreditamento sul Con-

to Corrente Postale n° 12531315 – intestato al SEMINARIO VESCOVILE DI TREVISO - Piazzetta Benedetto XI, n.2 – 31100 Treviso;

• Versando l’offerta presso una qualsiasi Banca, intestando il bonifi co alla Ban-ca di Monastier e del Sile – Filiale di Treviso – codice IBAN IT 09 I 07074 12001 CC0300106178 per l’accreditamento a favore del SEMINARIO VESCOVILE DI TREVI-SO – Piazzetta Benedetto XI, n.2 – 31100 Treviso.