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…Segue biografia Erwin Rommel

Rommel nacque a Heidenheim, a circa 50 km da Ulma, nello stato del

Württemberg. Fu il terzo di cinque figli (aveva tre fratelli, Manfred morto

giovanissimo, Karl e Gerhard ed una sorella, Helene). Suo padre, Erwin

Rommel senior, era professore di matematica presso la scuola di Aalen;

sua madre, Helene von Luz, era figlia del presidente del governo del

Württemberg. Più tardi, nel rievocare la sua infanzia, Rommel la

descriverà come uno dei periodi più felici della sua vita. Sua sorella

Helene dirà di lui che era un bambino dolce e molto attaccato alla madre.

Rommel voleva diventare ingegnere (magari per lavorare sugli Zeppelin).

Il suo precoce ingegno si manifestò quando, all'età di quattordici anni,

facendosi aiutare da un amico, costruì un aliante di dimensioni naturali che

riusciva a volare per brevi tratti. Comunque, secondo i voleri del padre,

decise di arruolarsi nel locale 124º Reggimento di Fanteria come ufficiale

cadetto, nel 1910. Due anni dopo venne

nominato tenente. Nel 1911, come cadetto a

Danzica, Rommel conobbe la sua futura moglie,

Lucie Maria, che sposò nel 1916. Nel 1928

ebbero un figlio, Manfred Rommel (che sarebbe

stato eletto per tre volte sindaco di Stoccarda

dal 1974 al 1996). Gli studiosi Bierman e Smith

sostengono che Rommel ebbe anche una

relazione con Walburga Stemmer, nel 1912, e che dalla storia nacque una

figlia di nome Gertrud.

Prima guerra mondiale

Il tenente Rommel durante la battaglia di Caporetto.

Durante la prima guerra mondiale, Rommel prestò servizio in Francia, così

come sul fronte rumeno e italiano, servendo nel corpo d'élite

dell'Alpenkorps: durante quel periodo venne ferito tre volte e premiato con

la Croce di Ferro di prima e seconda classe.

Fu anche il più giovane militare a ricevere la più alta onorificenza militare

tedesca, la medaglia Pour le Mérite, che ricevette per le capacità di

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comando dimostrate, con il grado di tenente, sul fronte italiano soprattutto

durante la battaglia di Caporetto nell'autunno 1917. Alla guida del reparto

di punta del battaglione da montagna del Württemberg, raggiunse una serie

di brillanti successi impiegando con abilità tattiche di infiltrazione lungo le

montagne e catturando molti prigionieri italiani. In particolare furono i

soldati del tenente Rommel che sbaragliarono le brigate italiane Arno e

Salerno e conquistarono il Monte Matajur il 26 ottobre 1917.

Al termine della campagna il reparto di Rommel aveva catturato 9.000

prigionieri e raccolto un bottino impressionante; per questi risultati venne

insignito della prestigiosa medaglia al valore, la quale, nonostante gli fosse

stata assegnata fin dal 10 dicembre 1917, venne da lui ricevuta verso i

primi di gennaio assieme alla posta, fatto che suscitò la sua delusione e il

suo sdegno.

Dopo la prima guerra mondiale

Nel primo dopoguerra fu comandante di reggimento ed istruttore alla

Scuola di Fanteria di Dresda (1929-1933) e all'Accademia di Guerra di

Potsdam (1935-1938): i suoi diari di guerra, Infanterie greift an (Fanteria

all'attacco), divennero uno dei principali libri di testo dopo essere stati

pubblicati nel 1937. Nel 1938, Rommel (ora colonnello) viene nominato

comandante dell'Accademia di Guerra di Wiener Neustadt. Venne

comunque trasferito dopo poco tempo, e posto al comando del battaglione

di protezione personale di Adolf Hitler. Venne nuovamente promosso il 22

agosto a generale di divisione poco prima dell'invasione della Polonia, con

effetto retroattivo valido sin dal 1º giugno 1939.

Seconda guerra mondiale

Francia 1940

Rommel consulta i suoi ufficiali durante la conquista della Francia

Nel 1940 gli venne affidato il comando della 7. Panzer-Division, per il Fall

Gelb, l'invasione della Francia. I tedeschi sfondarono nella Francia del

nord (il Blitzkrieg o guerra lampo) aggirando la Linea Maginot ed

avanzando sino ad arrivare sulla Manica inducendo i francesi ad una

ritirata che portò alla loro resa pochi giorni più tardi. Nello specifico la

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Panzer-Division di Rommel fu la prima divisione tedesca a superare la

Mosa presso la diga di Houx e respinse il contrattacco del BEF ad Arras.

Africa

Al termine di quell'operazione in Francia, Rommel, che si era distinto per

la sua considerevole abilità, venne nominato personalmente da Hitler

comandante delle truppe tedesche in Africa. Il Corpo di spedizione

tedesco, composto dalla 5ª Leggera (poi rinominata 21. Panzer-Division) e

successivamente dalla 15. Panzer-Division, venne inviato in Libia nel

febbraio del 1941 in aiuto delle truppe italiane, formando così il celebre

Deutsches Afrika Korps. Fu proprio in Africa che Rommel conquistò

definitivamente la sua grande fama di comandante e l'appellativo di "volpe

del deserto".

Spese la maggior parte del 1941 riorganizzando le sue truppe e soprattutto

quelle italiane, che avevano subito una serie di sconfitte, per mano dei

britannici guidati dal maggior generale Richard O'Connor. Una prima

offensiva tedesca spinse le forze britanniche fuori dalla Libia, ma si fermò

poco oltre il confine egiziano, con l'importante porto di Tobruk ancora

nelle mani delle forze inglesi. Nel frattempo il generale Claude Auchinleck

succedette al generale Archibald Wavell quale comandante in capo delle

forze britanniche in Medio Oriente. Auchinleck lanciò subito una grande

offensiva (denominata Operazione Battleaxe, Ascia di Guerra) per

alleggerire la pressione su Tobruk assediata, ma ben presto la spinta di tale

iniziativa si esaurì. Dopo 5 mesi, in cui l'Ottava Armata si rinforza

notevolmente, grazie all'Operazione Tiger, a novembre gli inglesi

attaccarono ancora (Operazione Crusader), e dopo aver prosciugato le

esigue riserve dell'Afrika Korps, Rommel si ritirò al confine tra

Tripolitania e la Cirenaica. A gennaio Rommel riprese l'iniziativa e a fine

maggio cominciò la Battaglia di Gazala.

Rommel è diventato famoso per le sue abilità di stratega

L'attacco tedesco e italiano, improvviso e ben coordinato, prese alla

sprovvista le truppe britanniche che nel giro di poche settimane furono

respinte oltre il confine egiziano, sulla strada verso Alessandria.

L'offensiva italo-tedesca a causa della scarsità dei rifornimenti finì però

per esaurirsi nei pressi della piccola stazione ferroviaria di El Alamein,

appena un centinaio di chilometri in linea d'aria dal Cairo. Va precisato

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che l'attacco in profondità condotto da Rommel esulava notevolmente dai

piani di Hitler, che puntava solamente alla riconquista della Libia ed alla

preparazione, con l'aiuto della flotta italiana, di un attacco in forze all'isola

di Malta. Tuttavia i brillanti successi di Rommel spinsero il Fūhrer a

convincere Mussolini a rimandare l'assalto a Malta ed a concentrarsi

sull'offensiva verso l'Egitto ed il canale di Suez.

Rientrato temporaneamente in patria, Rommel ottenne il bastone di

feldmaresciallo e chiese più volte l'invio di nuove truppe. Ma la Germania

impegnata sul fronte russo non disponeva più di riserve utilizzabili e così

Hitler (che considerava il Medio Oriente un

fronte secondario) non accolse le richieste di

Rommel (fu inviata solo la 164ª divisione di

supporto). Gli inglesi, al contrario, avevano

provveduto ad un notevolissimo

rafforzamento delle loro truppe in Egitto,

sapendo bene che un'ulteriore sconfitta

avrebbe comportato la perdita dell'Egitto e di

tutto il Medio Oriente.

La Prima battaglia di El Alamein venne persa

da Rommel, decimato negli effettivi e con le

linee di approvvigionamento troppo allungate

(l'eterno problema della guerra nel deserto). I

britannici, in grave difficoltà, erano però

avvantaggiati dalla loro vicinanza alle basi di

rifornimento, e disponevano di truppe fresche. Rommel cercò ancora di

penetrare le linee nemiche durante la Battaglia di Alam Halfa, ma venne

fermato definitivamente dal nuovo comandante britannico, il tenente

generale Bernard Montgomery.

Col crescere delle difficoltà del supporto logistico a causa dell'esaurimento

dei materiali, carburanti e rincalzi disponibili, nonché delle navi da

trasporto italiane, e dell'enorme lunghezza delle linee di rifornimento

terrestri per la distanza tra i porti e la linea del fronte, incapace di ottenere

una maggiore disponibilità di risorse per la percezione dello Stato

Maggiore Generale tedesco del ruolo secondario del fronte sud rispetto a

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quello russo, Rommel non poteva tenere la posizione di El Alamein

indefinitamente.

Nonostante ciò, occorse un'altra grossa battaglia, la Seconda battaglia di El

Alamein, per costringere le sue truppe alla ritirata. Fu in questa battaglia

che la divisione corazzata italiana "Ariete" diede prova di grande coraggio

meritandosi la stima del feldmaresciallo e degli stessi avversari. Dopo la

sconfitta di El Alamein, nonostante le pressioni di Hitler e Mussolini, le

truppe di Rommel non riuscirono a resistere e dovettero intraprendere una

estenuante ritirata per quasi 2000 km fino in Tunisia. Lì giunti, la loro

prima battaglia non fu contro l'Ottava armata britannica, ma contro il

Secondo Corpo d'Armata Statunitense. Rommel affrontò le truppe

americane nella battaglia del passo di Kasserine: ottenne alcuni grossi

successi iniziali e inflisse pesanti perdite alle inesperte forze nemiche;

tuttavia dovette infine ripiegare sulle posizioni di partenza a causa della

complessiva netta inferiorità di uomini e mezzi.

Rivolgendosi ancora una volta a fronteggiare le forze britanniche, sul

vecchio confine difensivo francese della linea del Mareth, Rommel poté

solo ritardare l'inevitabile. Lasciò l'Africa dopo essersi ammalato, e gli

uomini già al suo comando dopo alcuni mesi dovettero arrendersi, per

l'impossibilità di ricevere rifornimenti e rinforzi attraverso il canale di

Sicilia ormai completamente controllato dagli alleati.

Sul fronte africano

Alcuni sostengono che il ritiro dell'armata di Rommel fino in Tunisia

nonostante il ritardo causato dallo spietato telegramma di Hitler "vittoria o

morte" fu un risultato più grande della cattura di Tobruk. D'altronde

all'ufficiale di collegamento Alberto Baldissera che, accogliendolo al

ritorno dalla Germania ove era stato a colloquio col Führer, gli aveva fatto

notare il peggioramento della situazione, Rommel aveva risposto "è tutta

colpa della politica" (riferito dal capitano Baldissera). Tornato in

Germania, Rommel rimase per qualche tempo di fatto inattivo.

Finita la seconda guerra mondiale, vari autori provenienti dai Paesi alleati

attribuirono a Rommel frasi molto dure contro gli italiani e verso il loro

coraggio in battaglia. In realtà il generale tedesco, come scrive nel suo

celebre diario, criticava gli ufficiali italiani, che lo rimproveravano per le

tecniche poco ortodosse da lui utilizzate in Africa (per esempio trasformò,

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grazie anche ai reparti del Genio italiano, alcuni pali della luce in modo

che sembrassero cannoni antiaerei). A lui è attribuita questa osservazione:

"Sono straordinari, coraggiosi, disciplinati (gli italiani), ma mal comandati

ed equipaggiati."; la stima che Rommel nutriva nei confronti dei nostri

soldati è bensì riassumibile in un'altra sua celebre frase: "Il soldato tedesco

ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco."

Rommel aveva una pessima opinione degli ufficiali fascisti italiani: per

esempio riguardo Gambara e Bastico diceva pubblicamente che erano

delle «merde». Famosa la frase «Wo bleibt Gambara?» ("Dov'è

Gambara") a rimarcare la sua assenza in un momento critico per le forze

dell'Asse nella seconda battaglia di Sidi Rezegh (4-5 dicembre 1941).

Pessimi poi erano i rapporti tra Rommel ed il Comando Supremo Italiano,

ed in particolare con i marescialli Cavallero, Capo di Stato Maggiore

generale e, come già detto, Ettore Bastico, governatore della Libia (da

Rommel soprannominato "Bombastico") ai quali rimproverava inettitudine

e scarsa volontà di avvicinarsi al fronte (in pratica vigliaccheria); per

contro da questi a Rommel veniva addebitata una frequente incapacità di

coordinarsi con le altre forze, alle quali attribuiva le colpe dei suoi

insuccessi. A lungo infatti vennero attribuite agli italiani, ed in particolare

a presunti traditori presenti nella Regia Marina, le fughe di notizie che

portarono a numerosi affondamenti nei convogli dei rifornimenti, che in

realtà erano frutto delle intercettazioni di Ultra sulle comunicazioni tra

l'addetto militare tedesco a Roma, generale Enno von Rintelen e l'OKW.

Con Delease, la delegazione del Comando Supremo in Africa

Settentrionale, comandata dal generale Curio Barbasetti di Prun, i rapporti

erano distanti; in effetti l'unico italiano stimato da Rommel era il generale

Enea Navarini, che aveva sostituito il generale Gastone Gambara alla testa

del XXI corpo d'armata fino a poco prima dell'avanzata verso El Alamein.

Inoltre anche tra Rommel e Kesselring, comandante tedesco della

Wehrmacht per il settore sud (OKS – Oberkommando Süden) durante la

campagna d'Africa, esisteva un pessimo rapporto personale, in quanto

Rommel riteneva che questi stesse usurpando le sue funzioni.

Quest'ultimo, invece, era preoccupato dello scarso controllo esercitato da

Rommel durante la battaglia, come personalmente verificato durante un

combattimento nei pressi di Ain el Gazala, nel quale lo stesso Kesselring

aveva temporaneamente sostituito il generale Crüwell al comando

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dell'Afrikakorps, constatando come fosse impossibile raggiungere Rommel

da parte delle unità impegnate per ottenere rapidamente ordini operativi.

Francia 1944

Comunque, quando le sorti della guerra si rivolsero contro la Germania,

Hitler pose Rommel al comando del Gruppo d'armate B, prima utilizzato

per l'occupazione dell'Italia, e poi responsabile della difesa della costa

francese contro una possibile invasione alleata. Dopo le esperienze

raccolte in Africa, Rommel concluse che ogni movimento offensivo

sarebbe stato impossibile a causa della supremazia aerea alleata. Riteneva

che le forze dei panzer dovessero essere tenute il più vicino possibile al

fronte, di modo che non dovessero partire da lontano al momento

dell'invasione, di modo da poterla fermare sulle spiagge.

Il suo comandante, Gerd von Rundstedt, invece sentiva che non c'era modo

di fermare l'invasione vicino alle spiagge a causa della soverchiante

potenza di fuoco della Royal Navy. Riteneva che i panzer dovessero essere

disposti in grosse unità nel retroterra vicino a Parigi, dove potevano

permettere agli alleati di dilagare in Francia per poterli poi tagliare fuori.

Quando gli venne chiesto di scegliere un piano, Hitler vacillò e li

posizionò a metà strada, abbastanza lontani da essere inutili a Rommel, e

non abbastanza lontani da poter solo osservare la battaglia come voleva

von Rundstedt.

Il piano di Rommel quasi riuscì a dare comunque i suoi frutti. Durante il

D-Day molte unità di panzer, soprattutto la 12. SS-Panzer-Division (la

divisione d'élite Hitlerjugend), erano abbastanza vicine alle spiagge e

crearono gravi danni. Il soverchiante numero di truppe alleate rese

comunque improbabile qualsiasi speranza di successo, e ben presto le teste

di ponte sulle spiagge furono assicurate.

Il 17 luglio 1944 la sua autovettura venne mitragliata da un aeroplano

avente contrassegni britannici, e Rommel dovette essere ricoverato: riportò

una frattura al cranio, due alla tempia, una allo zigomo, una lesione

all'occhio sinistro. Negli archivi della RAF non esiste però alcun rapporto

che riferisca la data del 17 luglio e a quell'ora il mitragliamento di

un'automobile isolata nei dintorni di Livorat. Alcuni storici tra cui

Contessa Waldeck affermano che quell'attacco venne effettuato dalla

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Luftwaffe sotto ordine diretto di Hitler in risposta a presunte trattative di

pace intrattenute da Rommel con Montgomery ed Eisenhower.

La sorte di Rommel dopo il complotto del 20 luglio 1944

Funerale di Rommel

Nel frattempo, dopo il fallito complotto del 20 luglio contro Adolf Hitler,

Rommel fu sospettato di connessioni con i cospiratori. Bormann era sicuro

del coinvolgimento di Rommel, Goebbels non lo era affatto. La vera

estensione della conoscenza del complotto da parte di Rommel non è

ancora chiara.

A causa della popolarità di Rommel tra il popolo tedesco, Hitler gli diede

la possibilità di suicidarsi con il cianuro o di affrontare la corte marziale

per alto tradimento e la condanna a morte senza

nessuna garanzia per il futuro della sua famiglia.

Rommel pose termine alla sua vita il 14 ottobre 1944, e

venne seppellito con pieni onori militari dopo grandiosi

funerali di stato.

Hitler diede successivamente ordine di costruire un

monumento al suo generale. Una volta trovato un

blocco di marmo adatto, iniziarono i preparativi, ma

ormai la situazione in Germania era talmente grave dal

punto di vista militare, che non se ne fece più nulla.

Dopo la guerra vennero pubblicati i diari di Rommel.

Rommel è attualmente tumulato nel cimitero di Herrlingen.