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La MODUGNO di KAZIMIERA ALBERTI SEGRETI DI PUGLIA Napoli 1951

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La

MODUGNO

di

KAZIMIERA

ALBERTI

SEGRETI DI PUGLIA

Napoli 1951

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In copertina: Modugno, Chiesa Matrice: il campanile visto da via Donato Olimpio

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Kazimiera Alberti

La Modugno

di Kazimiera Alberti

SEGRETI DI PUGLIA

Napoli 1951

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Kazimiera Alberti Cenni biografici a cura di Michele Ventrella(1).

Kazimiera Szymańska, figlia di Antonio e Maria Szymanski

Filipowskich, nasce a Bolechowo nel1898. Si diploma di scuola media

di Leopoli (ucraina Lviv, polacca Lwòw) centro importante nel

rinnovamento culturale e politico della Polonia, nel 1917, dove studia

filologia polacca all’Università Jan Kazimierz mentre frequenta il

Conservatorio di Musica .

Dal 1925 frequenta gli ambienti letterari centrati intorno Jan Kasprowicz, poeta, drammaturgo, critico letterario e traduttore, rappresentante del

movimento artistico-letterario denominato “Giovane Polonia” di inizio

XX secolo, considerato uno dei più grandi poeti della storia della

letteratura polacca .

In quei circoli letterari incontra il futuro marito Stanisław Alberti (2) .

Dal 1926 i coniugi Alberti vivono a Varsavia, e Kazimiera debutta come

poetessa nel 1927 con una raccolta di poesie, Rise of valanghe, delicato e

sensuale allo stesso tempo, nel quale l'atmosfera lirica è pervasa da sottile

erotismo. Fa seguito Il mio film (poesie, 1927), mentre debutta come

scrittrice l’anno successivo con il romanzo d’esordio intitolato

eloquentemente:

I Monti Tatra, lo sci, l’amore. Dopo l'inizio della attività letteraria è

membro dell'Unione Scrittori polacca .

Nel 28 giugno 1929 Stanislaw è nominato dal ministro degli Interni go-

governatore del distretto a Dabrowa (provincia di Cracovia) e dal 1930 lui

e sua moglie si trasferiscono a Bielsko-Biala (Cracovia Bianca). Kazimie-

ra trasforma la sua casa in un salotto letterario dove ospita artisti e lette-

rati, ma soprattutto patrioti, organizzando incontri con autori e letture nel-

le scuole e in varie associazioni. Per un certo periodo si dedica al cabaret,

per il quale scrive i testi di bozzetti e canzoni, e dirige anche uno

spettacolo. Coltiva l’amicizia di Stanislaw Ignacy Witkiewicz e collabora

con numerose riviste letterarie, regionali ("Unificazione", "Echo

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Beskidzkie") e nazionali, ed alle numerose mostre d'arte organizzate da

Adam Bunschowi, pittore, artista grafico e drammaturgo, ma anche

patriota polacco ed educatore, alle fabbriche Bielsko. Fra i suoi successi

poetici di questo periodo vanno inclusi anche: In Praise of War ( 1930 ),

Il ghetto condannato: un racconto sull’anima ebrea, del 1931, Tempo

Kalinowa ( 1935 ), Vasi in profondità ( 1937 ).

Nelle poesie contenute in questi volumi e in numerosi articoli affronta la

condizione sociale della donna slava, tema che la scrittrice riprenderà anni

più tardi ne L’anima della Calabria.

Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, il marito Stanislaw Alberti

si è offre volontario per l'esercito polacco, ma con l'aggressione sovietica

in Polonia il 17 settembre 1939, Leopoli e la Galizia bianca sono annesse

all’Ucraina sovietica. Stanislaw viene arrestato dai sovietici a Lviv

Kazimiera e Stanislaw Alberti (c. 1937)

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(Leopoli) e nella primavera del 1940 assassinato dalla NKVD (il suo

nome è stato ritrovato sulla cosiddetta Lista ucraina di Katyn, pubblicata

nel 1994).

Nel 1941 la Polonia viene occupata dai Tedeschi. Kazimiera si trasferisce

a Cracovia, dove entra nella clandestinità finchè viene arrestata e

imprigionata nel campo tedesco di Ravensbruck .

Con la fine della guerra, la Galizia bianca è rioccupata dalle truppe

sovietiche (1944) e nel 1945 annessa dall’URSS come parte della

Repubblica ucraina. La popolazione polacca è trasferita in Polonia e nel

1945 Kazimiera si trasferisce esule in Italia e si stabilisce a Bari, dove

continua l’attività di scrittrice e sposa uno scrittore italiano: Alfo Cocola .

In esilio, pubblica saggi e reportage dedicati all’Italia: L'anima della

Calabria (1950); Segreti di Puglia (1951); Magia ligure (1952); La

Campania, grande teatro (1953); Sulla macchina siciliana (1953).

Pubblica ancora un altro libro di poesie, il Cantico di un immigrato

polacco, dove sono ancora visibili i sentimenti della sua generazione e la

tradizione romantica polacca.

Muore a il 28 maggio 1962.

1) Le notizie biografiche e di critica letteraria sono ricavate dalle voci Kazimiera Alberti e Stanisław Alberti su Wikipedia, e dal saggio di Giuseppe Fiorenza in: http://www.larivieraonline.com/la-calabria-vista-dagli-occhi-di-unaltra-donna-kazimiera-alberti#sthash.otjXBnWA.dpuf 2) Nato il 27 novembre 1895 a Cracovia, morto nella primavera 1940 vittima della strage di Katyn, allo scoppio della Prima Guerra mondiale il giovane Stanislaw aveva prestato servizio nelle legioni polacche combattendo contro gli Austriaci che occupavano la Gali-zia, perdendo la mano destra durante i combattimenti. Dopo la Prima guerra mondiale, Leopoli era stata incorporata alla Repubblica Polacca con la pace di Saint-Germain (1919) e l’Alberti si era arruolato nell'esercito polacco, promosso al grado di Capitano con anzia-nità dal 1 ° giugno 1919 e posto in congedo per motivi di studio. Si era laureato in diritto , filosofia e storia dell'arte . Avvocato, giornalista, esperto traduttore di letteratura slava (tra cui la Repubblica Ceca) e di tedesco, editore di Biblioteca slava, casa editrice che promuoveva gli scrittori polacchi e dei paesi slavi. Arruolatosi volontario contro l’invasione tedesca della Polonia il 1° settembre 1939, in seguito alla successiva

occupazione sovietica, fu arrestato a Leopoli dalla NKVD (il Direttorato principale per la sicurezza dello Stato Sovietico) e fucilato a Katyn insieme a migliaia di ufficiali e semplici cittadini polacchi fatti prigionieri.

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Targa in onore dei coniugi Kazimiera e Stanislao Alberti, apposta il 26 novembre 2009 sulla casa dove risiedevano dal 1930, presso la Piazza dell'Esercito Polacco a Bielsko-Biala.

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Vito Mangialardi e Kazimiera Alberti Notizie fornite dalla nipote sig.a Pasqua D’agostino Trentadue

Vito Mangialardi nacque a Modugno l’11 marzo 1889 e vi morì il 17 luglio 1966. Per il suo lavoro di capostazione visse anni lontano dal suo paese, a Cisternino e a Bitetto, ma sempre ansioso di farvi ritorno, innamorato che nel suo amore riesce a vedere bellezze ad altri ascose. Fu attento lettore della vita di Puglia e del suo paese di cui celebrò i sa-pori bucolici, più che populistici, precursore nel recupero di una Storia “nostra”. E questa sua passione lo portò in una calda mattina di luglio del 1948, “sacerdote senza paramenti dorati”, ad accompagnare la turi-sta straniera Kazimiera Alberti ed il suo secondo marito Alfo Vocola, giornalista e scrittole anch’egli, a conoscere la “sua” Modugno, quella mistica e meno avvertita del Menhir e delle chiese rupestri, delle antiche leggende ormai dimenticate. Tra il modugnese Vito Mangialardi e i coniugi Cocola-Alberti nacque quell’amicizia, frutto di interessi intellettuali e di affinità spirituali, che restò salda sino alla morte dell’Autrice e del capostazione modugnese il quale così scriveva di lei al quotidiano “Momento Sera” il 10 agosto del 1951: « Tutto il vasto programma che la scrittrice svolge sotto l’alto patroci-nio dell’Ente Provinciale del Turismo, è contenuto nelle tre parole: ITALIA CELEBRE E SCONOSCIUTA. Di esso sin ora conosciamo due tappe: l’anima della Calabria e Segreti di Puglia; la terza è di prossima pubblicazione: Campania Felix. Come si vede il lavoro comincia dalla punta estrema dell’Italia Meri-dionale, forse perché questo nostro Mezzogiorno è più celebre e più co-nosciuto non solo all’estero ma nella stessa Italia. Lasciamo L’anima della Calabria ai Calabresi e occupiamoci dei nostri segreti di Puglia, che non sono segreti veri e propri da destare la nostra gelosia, anzi sono rivelazioni che conferiscono meritata gloria ai nostri progenitori che con la prova del fuoco e del sangue, rigettarono barba-re dominazioni, temprarono la nuova civiltà in tutti i tempi portandola oltre confini sotto le ali di un nuovo imperio. Nel lavoro della nostra ricostruzione morale e materiale, siamo tutti impegnati: …. E il lavoro oggi ferve in tutti i campi, non escluso il settore della propaganda, …. e l’istruzione popolare cui si è dedicata la Kazimiera Alberti. …. …. Leggendo il libro Segreti di Puglia, io che mi considero di media

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cultura o di cultura rudimentale, mi son sentito attratto dalla lettura come da una guida turistica per compiere un viaggio in casa nostra o lontano, fuori d’Italia perché l’Alberti è così ricca e vivace nella narra-zione dei suoi viaggi di vagabondaggio, che non mi sono annoiato come nella lettura di tanti altri racconti di avventure rocambolesche e descri-zioni di luoghi fantastici ».

Chiesa di S. Felice (S. Pietro) in Balsignano

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MODUGNO

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Il “Monaco di Modugno” in una foto degli anni ‘90

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Il “Monaco:” veduta frontale

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Balsignano: le mura del casale e la chiesa di S. Felice viste da Sud.

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Modugno, Chiesa Matrice: il campanile visto da corso Cavour

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Postfazione Chissà cosa direbbe oggi la scrittrice polacca se tornasse a visitare Modu-gno. Attorno al Monaco non crescono più gli olivi, il santuario della Madonna della Grotta, restaurato, ha restituito lacerti di affreschi ch’ella, certo, non poté ammirare Quando l’esule scelse Bari come meta ultima del suo volontario esilio, l’Italia mostrava ancora le ferite aperte dal grande conflitto da pochi anni terminato. Ferite materiali che la gigantesca opera di ricostruzione urbana ed industriale andavano a sanare, ma anche lacerazioni del corpo civile e sociale che il violento cambio di regime aveva inferto alla Nazione. L’Italia era passata nel volger di una notte dalla monarchia e dalla dittatu-ra al nuovo governo democratico e repubblicano, il voto era divenuto uni-versale ed esteso anche alle donne che, finalmente anche in Italia, inizia-vano il loro percorso per il conseguimento di una pari dignità civile in una società patriarcale. Perché scelse Bari? Fu forse il richiamo del Santo Vescovo di Mira tanto amato dai popoli slavi? O la nostalgia, che già molti altri avevano sentito prima di lei, per una terra già culla di antiche civiltà e trono di re che era-no stati “lo stupore del mondo”? Non siamo in grado di dirlo, anche per-ché il nome di Kazimiera Alberti è rimasto confuso e soverchiato fra i no-mi di quanti, italiani e no, prima e dopo di lei, hanno scelto la nostra terra quale meta del loro viaggiare.

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