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SEGNI DI RINASCITA Lanciati i tradizionali gemellaggi diocesani per affrontare i traumi e condividere i progetti Sisma in Emilia La Caritas: serve meno burocrazia il bilancio Ancora 2.700 sfollati È allarme povertà DAL NOSTRO INVIATO e gru nel centro storico, le tendopoli con ancora 250 persone in via di sman- tellamento, qualche negozio che ria- pre. A Finale Emilia, capitale della Bassa, i segni della ripresa, tra difficoltà e tensioni, sono visibili. Merito dei gemellaggi e dei fondi dell’Ue. I primi hanno aiutato lo spi- rito, i secondi hanno dato impulso alla ri- costruzione materiale. «L’estate con la siccità, il caldo e il senso di abbandono è stata durissima – spiega il ve- scovo di Modena Antonio Lanfranchi – ma la presenza dei volontari dei gemellaggi è stata importante. E oggi ci sono i germogli della rinascita». Tre i livelli di gemellaggio: quello all’interno della diocesi che ha con- sentito a bambini e anziani di spostarsi in estate in altre parrocchie. Quello naziona- le, che porterà per anni a scambi di volon- tari con altre diocesi italiane per aiutare la popolazione a tornare alla normalità. E in- fine quello che ha portato città intere a do- nare offerte per ricostruire le chiese. Parma ricostruirà ad esempio la parrocchia di San Felice sul Panaro dove è stato coadiutore il vescovo Solmi, Piacenza – città natale di Lan- franchi – inter- verrà su quella di San Bartolo- meo a Finale. E poi il volano dei 700 milioni Ue. «Non si trova a Finale un muratore a coprirlo d’oro – spie- ga Mirella Grossi, anima della Caritas fina- lese – perché chi aveva qualche risparmio con la garanzia di avere un rimborso tra- mite il comune dell’80% della spesa si è mosso per sistemare la casa». Così Finale si rimette in moto. Ma in tutta l’Emilia si respira aria di fine emergenza. Ci sono ancora 2700 persone in tenda, ma en- tro un mese la regione troverà loro un al- loggio sfitto. Il problema è la povertà che ri- schia di mettere al tappeto chi era già a ri- schio. «Prima del terremoto – conferma Mirella Grossi – aiutavamo 120 famiglie, perlopiù immigrati. Oggi ne assistiamo quasi 500 che chiedono soprattutto generi alimentari. Molti sono italiani mai passati dalla Cari- tas». Chi sono? Famiglie dove uno dei due genitori ha perso il lavoro e tiravano avan- ti in tenda con il rancio della Protezione Ci- vile. Oggi sperano che questa macchina che prima di maggio era più forte della crisi tor- ni a muoversi. Paolo Lambruschi © RIPRODUZIONE RISERVATA L DAL NOSTRO INVIATO A MODENA PAOLO LAMBRUSCHI e comunità colpite dal sisma hanno voltato pagina. La Caritas italiana ha virtualmente chiuso ieri la fase dell’emergenza, ha lancia- to i tradizionali gemellaggi diocesani, ma ora chiede alla burocrazia proce- dure più agili per aprire i centri co- munitari polifunzionali finanziati con le offerte raccolte dalla colletta nazio- nale. Ieri a Modena, nell’incontro indetto con i vescovi e i direttori Caritas delle diocesi di Emilia, Triveneto e Lom- bardia colpite dal sisma di maggio, è stato annunciato che partirà entro il mese la costruzione di 19 centri pre- fabbricati, finanziata con quasi otto milioni. Sommati ai tre milioni di eu- ro a disposizione delle diocesi per far fronte alle prime necessità, sono stati impiegati in tutto 11 milioni per l’e- mergenza. Sette centri l’una sono sta- ti assegnati alle due diocesi più colpi- te, Modena e Carpi. Uno ciascuno a Bologna, Mantova, Ferrara Reggio E- milia e Rovigo. Inoltre sono stati av- viati con successo già in estate decine di gemellaggi tra le 16 delegazioni re- gionali Caritas e le parrocchie delle sette diocesi colpite. Mantova si è ge- mellata con la Lombardia, il Trivene- to con Rovigo, mentre le diocesi emi- liane saranno seguite dalle altre re- gioni. Secondo un modello collauda- to ed efficace basato sul volontariato e la reciprocità, i rapporti dureranno almeno tre anni e cercheranno di ri- spondere a tutte le esigenze di natura sociale della popolazione, dalla rispo- L sta ai traumi infantili alle esigenze pa- storali. Il presidente della Caritas ita- liana, il vescovo di Lodi Giuseppe Me- risi, ha tracciato un bilancio elogian- do l’impegno e le generosità di opera- tori e volontari: «Nelle parrocchie han- no distribuito da subito tende e gene- ri di prima necessità per le persone che hanno dato vita a tendopoli spon- tanee. In estate, forse il momento più duro, sono cominciati i gemellaggi da tutta Italia con esperienze splendide che hanno dato sollievo soprattutto a bambini e anziani con attività di ani- mazione. E hanno ridato speranza e morale a tutti. Ora proseguiranno con reciproco arricchimento». Per quanto riguarda il problema degli edifici di culto crollati, Merisi ha ri- cordato che «con l’apertura dei centri comunitari la Caritas cerca di suppli- re all’inagibilità di chiese e strutture di aggregazione che sono il cuore del- le comunità». Ma la costruzione rischia di tardare per vincoli burocratici. Per molti sarà difficile ad esempio aprire entro Na- tale. «Noi abbiamo già avviato le pratiche per aprirne tre ed entro il 20 ottobre le imprese procureranno il materiale – spiega il vicario generale di Carpi don Carlo Malavasi nella cui diocesi sono agibili 5 chiese su 50 – ma se va tutto bene servono almeno 60 giorni per ot- tenere le autorizzazioni dai comuni senza contare eventuali vincoli ar- cheologici o paesaggistici». Il diretto- re della Caritas italiana don Francesco Soddu chiede a tutti di accelerare per quanto possibile la concessione dei permessi: «Serve uno sforzo per snel- lire la burocrazia, questi centri sono importanti per aiutare la popolazione a tornare alla normalità». Nonostante i segni di ripresa, grazie all’arrivo dei 700 milioni di euro stan- ziati dall’Ue che hanno dato impulso alla ricostruzione, il terremoto ha im- poverito ulteriormente le fasce più vulnerabili. Le Caritas diocesane ter- remotate infatti hanno registrato l’au- mento di richieste di generi alimenta- ri dalle famiglie in cui i genitori han- no perso il lavoro. Finché erano in ten- dopoli, usufruivano del vitto della Pro- Aprono i cantieri Ma è «impossibile trovare muratori disoccupati» Impiegati 11 milioni di euro per l’emergenza Merisi: «Dai volontari gesti di speranza» La ricostruzione procede speditamente. Nella foto piccola il vescovo di Lodi, Giuseppe Merisi Finale volta pagina e riparte dai più piccoli DA MILANO ANDREA D’AGOSTINO uello di oggi è un appuntamento im- portante per la ri- costruzione nelle aree ter- remotate in Emilia. Alle o- re 10, nel parco del Semi- nario di Finale Emilia, si terrà la presentazione uffi- ciale del nuovo complesso scolastico Sacro Cuore del Q Comune modenese. Si tratta della più grande o- pera donata in tutta la ri- costruzione dell’Emilia Ro- magna, che Federle- gno/Arredo sta realizzan- do con centinaia di partner pubblici e privati in una delle zone maggiormente colpite dalle due scosse. La prima (5,9 gradi della sca- la Richter) risale al 20 mag- gio scorso; nove giorni do- po c’è stata la seconda di pari intensità, che ha mes- so in ginocchio il paese, danneggiando irrimedia- bilmente edifici pubblici, ospedali, chiese e scuole. L’iniziativa riguarda 240 bambini tra i due e i sei an- ni, suddivisi tra le due se- preliminari di progettazio- ne, scavo e realizzazione delle fondamenta, condot- te tra luglio e settembre. Il risultato finale sarà un’o- pera di 1.600 metri quadri, interamente realizzata con strutture portanti in legno, ovviamente antisismica e ad elevato risparmio ener- getico. La presentazione di oggi sarà un’occasione, per la comunità di Finale Emi- lia, di vedere dal vivo lo sta- tus dei lavori e girare al- l’interno del cantiere, ac- compagnati dai costrutto- ri. «Il "fare" e il "costruire" so- no l’essenza profonda del nostro lavoro - dichiara Ro- berto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo - e non potevamo certo far mancare il nostro contri- buto in un momento in cui ricostruire è una necessità e una priorità. Sostenere questo progetto significa per noi mettere in campo non solo risorse finanzia- rie, ma anche capacità e competenze per dare un contributo concreto e fat- tivo alla ricostruzione». E conclude dicendosi «parti- colarmente orgoglioso di questa iniziativa, perché è una testimonianza del fat- to che il nostro "fare im- presa" ha sempre come prospettiva ultima lo svi- luppo del bene comune». © RIPRODUZIONE RISERVATA zioni di nido e le sei della scuola materna. Il nuovo a- silo dovrebbe essere pron- to entro novembre; per completarlo, gli imprendi- tori di Federlegno hanno accettato con entusiasmo la sfida di completare la parte strutturale in tempi record, dopo le operazioni Grazie a Federlegno, sarà interamente ricostruita la struttura che potrà ospitare 240 bambini. È la più grande opera realizzata nelle aree terremotate l’iniziativa Tra un mese il polo scolastico sarà riaperto ROMA. Case piene di pericoli. Ogni anno in Italia sono 397mila gli accessi al pronto soccorso da parte di donne, tra i 18 e 65 anni, per incidenti in casa, e 110mila riguardano attività di lavoro domestico non retribuito (ad esempio pulizie di casa, preparazione del cibo, lavanderia). È quanto emerge dai dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) con il sistema Siniaca (Sistema informativo nazionale sugli incidenti in ambiente di civile abitazione). Gargano violato, in 5 ai domiciliari per abusivismo FOGGIA. Avrebbero consentito la costruzione di alberghi, ristoranti, lidi e abitazioni private all’interno del Parco naturale del Gargano attraverso il rilascio di concessioni edilizie false e pilotato gli appalti per opere pubbliche, anche queste abusive. Con queste accuse cinque persone, tra cui un tecnico del comune di Vico del Gargano (Foggia), sono state messe agli arresti domiciliari e altre 19 sono state denunciate nell’ambito di un’inchiesta che ha portato al sequestro di opere edilizie per un valore di 65 milioni di euro. MILANO. La conoscenza è già una prima forma di protezione e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Prende le mosse da questa convinzione, la prima edizione della Settimana del Pianeta Terra, promossa dal 14 al 21 ottobre dalla Federazione italiana di Scienze della Terra, che riunisce 17 società scientifiche. In 90 città saranno proposti oltre 140 geo-eventi, per «informare i cittadini circa i comportamenti della natura e i pericoli cui sono potenzialmente esposti, così da aumentare il grado di autoprotezione», ha spiegato il presidente della Fist, Silvio Seno. Un’attività che deve fare i conti con il taglio dei finanziamenti. «Ogni anno – ha spiegato Seno nel corso di una conferenza stampa, ieri a Milano – per fare ricerca nel campo delle Scienze della Terra abbiamo a disposizione circa 1 milione di euro. Che, grosso modo, significa appena 2mila euro a ricercatore.Teniamo conto – ha aggiunto – che dagli anni ’60 ad oggi gli investimenti sono stati ridotti di un sesto circa». E io risultati, in termini di mancata prevenzione, sono sotto gli occhi di tutti. Dal dopoguerra, è stato ricordato, il nostro Paese subisce, ogni anno, un danno di 5 miliardi di euro per infrastrutture distrutte a cause di eventi naturali. Senza contare le perdite in termini di vite umane. Secondo un recente studio del Ministero dell’Ambiente, per mettere in sicurezza il territorio servirebbero almeno 60 miliardi. «Tra l’altro – ha osservato il presidente di Fist Seno – gli interventi di prevenzione rappresenterebbero un grosso volano per l’economia». E, invece, i tecnici sono costretti a lavorare con strumenti vetusti. Come le carte geologiche che, ha ricordato il vice- presidente della Fist, Rodolfo Coccioni, sono vecchie di cinquant’anni. «La redazione di una carta geologica dell’Italia fu uno dei primi atti dello Stato unitario e fu avviata da Quintino Sella subito dopo il 1861 – ha ricordato Coccioni –. Ci vollero però cent’anni per completare il lavoro. Negli anni ’80 del secolo scorso si decise di rivedere la cartografia ma, finora, sono stati realizzati circa 200 fogli su 400, spendendo circa 80 milioni di euro». Per finire il lavoro ne servirebbero altrettanti e, per ottenere questi soldi, la Fist ha consegnato al governo una petizione firmata da 1.500 esperti. Finora nessuno ha risposto. Paolo Ferrario © RIPRODUZIONE RISERVATA Ogni anno 400mila donne all’ospedale per incidenti durante il lavoro domestico Presentata la prima Settimana del Pianeta Terra: dal 14 al 21 ottobre, 140 geo-eventi di divulgazione in novanta città Dissesto, la conoscenza è già prevenzione SABATO 6 OTTOBRE 2012 12 tezione civile. Una volta rientrati in ca- sa, non riescono ad arrivare a fine me- se. Il problema non tocca solo stranieri e anziani soli, ma coinvolge sempre più i nuclei italiani ed è destinato ad acuirsi: entro fine mese chiuderanno infatti le ultime tendopoli emiliane. Ma le buone pratiche non mancano. A Mantova grazie a un progetto della Caritas diocesana e al finanziamento di 500mila euro della Fondazione Ca- riverona, hanno trovato casa in affit- to 90 famiglie terremotate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Anche nei disegni i bambini esprimono il desiderio di riprendere una vita normale, a scuola. Sotto, un momento dell’inizio dei lavori di costruzione: a novembre la struttura sarà pronta . Sab 06/10/2012 Avvenire Pagina 12 Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 63 di 158 Cronaca

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SEGNIDI RINASCITA

Lanciati i tradizionaligemellaggi diocesani per affrontare i traumi e condividere i progetti

Sisma in EmiliaLa Caritas: servemeno burocrazia

il bilancioAncora 2.700 sfollatiÈ allarme povertà

DAL NOSTRO INVIATO

e gru nel centro storico, le tendopolicon ancora 250 persone in via di sman-tellamento, qualche negozio che ria-

pre. A Finale Emilia, capitale della Bassa, isegni della ripresa, tra difficoltà e tensioni,sono visibili. Merito dei gemellaggi e deifondi dell’Ue. I primi hanno aiutato lo spi-rito, i secondi hanno dato impulso alla ri-costruzione materiale.«L’estate con la siccità, il caldo e il senso diabbandono è stata durissima – spiega il ve-scovo di Modena Antonio Lanfranchi – mala presenza dei volontari dei gemellaggi èstata importante. E oggi ci sono i germoglidella rinascita». Tre i livelli di gemellaggio:quello all’interno della diocesi che ha con-sentito a bambini e anziani di spostarsi inestate in altre parrocchie. Quello naziona-le, che porterà per anni a scambi di volon-tari con altre diocesi italiane per aiutare lapopolazione a tornare alla normalità. E in-fine quello che ha portato città intere a do-nare offerte per ricostruire le chiese. Parmaricostruirà ad esempio la parrocchia di SanFelice sul Panaro dove è stato coadiutore il

vescovo Solmi,Piacenza – cittànatale di Lan-franchi – inter-verrà su quelladi San Bartolo-meo a Finale. Epoi il volano dei700 milioni Ue.«Non si trova a

Finale un muratore a coprirlo d’oro – spie-ga Mirella Grossi, anima della Caritas fina-lese – perché chi aveva qualche risparmiocon la garanzia di avere un rimborso tra-mite il comune dell’80% della spesa si èmosso per sistemare la casa».Così Finale si rimette in moto. Ma in tuttal’Emilia si respira aria di fine emergenza. Cisono ancora 2700 persone in tenda, ma en-tro un mese la regione troverà loro un al-loggio sfitto. Il problema è la povertà che ri-schia di mettere al tappeto chi era già a ri-schio.«Prima del terremoto – conferma MirellaGrossi – aiutavamo 120 famiglie, perlopiùimmigrati. Oggi ne assistiamo quasi 500 chechiedono soprattutto generi alimentari.Molti sono italiani mai passati dalla Cari-tas». Chi sono? Famiglie dove uno dei duegenitori ha perso il lavoro e tiravano avan-ti in tenda con il rancio della Protezione Ci-vile. Oggi sperano che questa macchina cheprima di maggio era più forte della crisi tor-ni a muoversi.

Paolo Lambruschi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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DAL NOSTRO INVIATO A MODENAPAOLO LAMBRUSCHI

e comunità colpite dal sismahanno voltato pagina. La Caritasitaliana ha virtualmente chiuso

ieri la fase dell’emergenza, ha lancia-to i tradizionali gemellaggi diocesani,ma ora chiede alla burocrazia proce-dure più agili per aprire i centri co-munitari polifunzionali finanziati conle offerte raccolte dalla colletta nazio-nale.Ieri a Modena, nell’incontro indettocon i vescovi e i direttori Caritas dellediocesi di Emilia, Triveneto e Lom-bardia colpite dal sisma di maggio, èstato annunciato che partirà entro ilmese la costruzione di 19 centri pre-fabbricati, finanziata con quasi ottomilioni. Sommati ai tre milioni di eu-ro a disposizione delle diocesi per farfronte alle prime necessità, sono statiimpiegati in tutto 11 milioni per l’e-mergenza. Sette centri l’una sono sta-ti assegnati alle due diocesi più colpi-te, Modena e Carpi. Uno ciascuno aBologna, Mantova, Ferrara Reggio E-milia e Rovigo. Inoltre sono stati av-viati con successo già in estate decinedi gemellaggi tra le 16 delegazioni re-gionali Caritas e le parrocchie dellesette diocesi colpite. Mantova si è ge-mellata con la Lombardia, il Trivene-to con Rovigo, mentre le diocesi emi-liane saranno seguite dalle altre re-gioni. Secondo un modello collauda-to ed efficace basato sul volontariatoe la reciprocità, i rapporti durerannoalmeno tre anni e cercheranno di ri-spondere a tutte le esigenze di naturasociale della popolazione, dalla rispo-

Lsta ai traumi infantili alle esigenze pa-storali. Il presidente della Caritas ita-liana, il vescovo di Lodi Giuseppe Me-risi, ha tracciato un bilancio elogian-do l’impegno e le generosità di opera-tori e volontari: «Nelle parrocchie han-no distribuito da subito tende e gene-ri di prima necessità per le personeche hanno dato vita a tendopoli spon-tanee. In estate, forse il momento piùduro, sono cominciati i gemellaggi datutta Italia con esperienze splendideche hanno dato sollievo soprattutto abambini e anziani con attività di ani-mazione. E hanno ridato speranza emorale a tutti. Ora proseguiranno conreciproco arricchimento».Per quanto riguarda il problema degliedifici di culto crollati, Merisi ha ri-cordato che «con l’apertura dei centricomunitari la Caritas cerca di suppli-re all’inagibilità di chiese e strutturedi aggregazione che sono il cuore del-le comunità».Ma la costruzione rischia di tardareper vincoli burocratici. Per molti saràdifficile ad esempio aprire entro Na-tale.«Noi abbiamo già avviato le praticheper aprirne tre ed entro il 20 ottobre leimprese procureranno il materiale –spiega il vicario generale di Carpi donCarlo Malavasi nella cui diocesi sonoagibili 5 chiese su 50 – ma se va tuttobene servono almeno 60 giorni per ot-tenere le autorizzazioni dai comunisenza contare eventuali vincoli ar-cheologici o paesaggistici». Il diretto-re della Caritas italiana don FrancescoSoddu chiede a tutti di accelerare perquanto possibile la concessione deipermessi: «Serve uno sforzo per snel-

lire la burocrazia, questi centri sonoimportanti per aiutare la popolazionea tornare alla normalità».Nonostante i segni di ripresa, grazieall’arrivo dei 700 milioni di euro stan-ziati dall’Ue che hanno dato impulsoalla ricostruzione, il terremoto ha im-poverito ulteriormente le fasce piùvulnerabili. Le Caritas diocesane ter-remotate infatti hanno registrato l’au-mento di richieste di generi alimenta-ri dalle famiglie in cui i genitori han-no perso il lavoro. Finché erano in ten-dopoli, usufruivano del vitto della Pro-

Aprono i cantieriMa è «impossibiletrovare muratoridisoccupati»

Impiegati 11 milioni di euro per l’emergenzaMerisi: «Dai volontari gesti di speranza»

Laricostruzione

procedespeditamente.

Nella fotopiccola il

vescovo di Lodi,Giuseppe

Merisi

Finale volta pagina e riparte dai più piccoli

DA MILANOANDREA D’AGOSTINO

uello di oggi è unappuntamento im-portante per la ri-

costruzione nelle aree ter-remotate in Emilia. Alle o-re 10, nel parco del Semi-nario di Finale Emilia, siterrà la presentazione uffi-ciale del nuovo complessoscolastico Sacro Cuore del

Q

Comune modenese. Sitratta della più grande o-pera donata in tutta la ri-costruzione dell’Emilia Ro-magna, che Federle-gno/Arredo sta realizzan-do con centinaia di partnerpubblici e privati in unadelle zone maggiormentecolpite dalle due scosse. Laprima (5,9 gradi della sca-la Richter) risale al 20 mag-gio scorso; nove giorni do-po c’è stata la seconda dipari intensità, che ha mes-so in ginocchio il paese,danneggiando irrimedia-bilmente edifici pubblici,ospedali, chiese e scuole.L’iniziativa riguarda 240bambini tra i due e i sei an-ni, suddivisi tra le due se-

preliminari di progettazio-ne, scavo e realizzazionedelle fondamenta, condot-te tra luglio e settembre. Ilrisultato finale sarà un’o-pera di 1.600 metri quadri,interamente realizzata construtture portanti in legno,ovviamente antisismica ead elevato risparmio ener-getico. La presentazione dioggi sarà un’occasione, perla comunità di Finale Emi-lia, di vedere dal vivo lo sta-tus dei lavori e girare al-l’interno del cantiere, ac-compagnati dai costrutto-ri.«Il "fare" e il "costruire" so-no l’essenza profonda delnostro lavoro - dichiara Ro-berto Snaidero, presidente

di FederlegnoArredo - enon potevamo certo farmancare il nostro contri-buto in un momento in cuiricostruire è una necessitàe una priorità. Sostenerequesto progetto significaper noi mettere in camponon solo risorse finanzia-rie, ma anche capacità ecompetenze per dare uncontributo concreto e fat-tivo alla ricostruzione». Econclude dicendosi «parti-colarmente orgoglioso diquesta iniziativa, perché èuna testimonianza del fat-to che il nostro "fare im-presa" ha sempre comeprospettiva ultima lo svi-luppo del bene comune».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

zioni di nido e le sei dellascuola materna. Il nuovo a-silo dovrebbe essere pron-to entro novembre; percompletarlo, gli imprendi-tori di Federlegno hannoaccettato con entusiasmola sfida di completare laparte strutturale in tempirecord, dopo le operazioni

Grazie a Federlegno,sarà interamente ricostruita la strutturache potrà ospitare 240bambini. È la più grandeopera realizzatanelle aree terremotate

l’iniziativaTra un meseil polo scolastico sarà riaperto

ROMA. Case piene di pericoli. Ogni anno in Italiasono 397mila gli accessi al pronto soccorso da partedi donne, tra i 18 e 65 anni, per incidenti in casa, e110mila riguardano attività di lavoro domestico nonretribuito (ad esempio pulizie di casa, preparazionedel cibo, lavanderia). È quanto emerge dai datiraccolti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) con ilsistema Siniaca (Sistema informativo nazionale sugliincidenti in ambiente di civile abitazione).

Gargano violato,in 5 ai domiciliariper abusivismo

FOGGIA. Avrebberoconsentito la costruzionedi alberghi, ristoranti, lidi eabitazioni privateall’interno del Parconaturale del Garganoattraverso il rilascio diconcessioni edilizie false epilotato gli appalti peropere pubbliche, anchequeste abusive. Con questeaccuse cinque persone, tracui un tecnico del comunedi Vico del Gargano(Foggia), sono state messeagli arresti domiciliari ealtre 19 sono statedenunciate nell’ambito diun’inchiesta che ha portatoal sequestro di opereedilizie per un valore di 65milioni di euro.

MILANO. La conoscenza è già unaprima forma di protezione e diprevenzione del dissestoidrogeologico. Prende le mosse daquesta convinzione, la prima edizionedella Settimana del Pianeta Terra,promossa dal 14 al 21 ottobre dallaFederazione italiana di Scienze dellaTerra, che riunisce 17 societàscientifiche. In 90 città sarannoproposti oltre 140 geo-eventi, per«informare i cittadini circa icomportamenti della natura e ipericoli cui sono potenzialmenteesposti, così da aumentare il grado diautoprotezione», ha spiegato ilpresidente della Fist, Silvio Seno.Un’attività che deve fare i conti con iltaglio dei finanziamenti. «Ogni anno –ha spiegato Seno nel corso di unaconferenza stampa, ieri a Milano – perfare ricerca nel campo delle Scienze

della Terra abbiamo a disposizionecirca 1 milione di euro. Che, grossomodo, significa appena 2mila euro aricercatore. Teniamo conto – haaggiunto – che dagli anni ’60 ad oggi gliinvestimenti sono stati ridotti di unsesto circa». E io risultati, in termini dimancata prevenzione, sono sotto gliocchi di tutti. Dal dopoguerra, è statoricordato, il nostro Paese subisce, ognianno, un danno di 5 miliardi di europer infrastrutture distrutte a cause dieventi naturali. Senza contare leperdite in termini di vite umane.Secondo un recente studio delMinistero dell’Ambiente, per metterein sicurezza il territorio servirebberoalmeno 60 miliardi. «Tra l’altro – haosservato il presidente di Fist Seno –gli interventi di prevenzionerappresenterebbero un grosso volanoper l’economia». E, invece, i tecnici

sono costretti a lavorare construmenti vetusti. Come le cartegeologiche che, ha ricordato il vice-presidente della Fist, Rodolfo Coccioni,sono vecchie di cinquant’anni. «Laredazione di una carta geologicadell’Italia fu uno dei primi atti delloStato unitario e fu avviata da QuintinoSella subito dopo il 1861 – haricordato Coccioni –. Ci vollero peròcent’anni per completare il lavoro.Negli anni ’80 del secolo scorso sidecise di rivedere la cartografia ma,finora, sono stati realizzati circa 200fogli su 400, spendendo circa 80milioni di euro». Per finire il lavoro neservirebbero altrettanti e, per ottenerequesti soldi, la Fist ha consegnato algoverno una petizione firmata da 1.500esperti. Finora nessuno ha risposto.

Paolo Ferrario© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ogni anno 400mila donne all’ospedaleper incidenti durante il lavoro domestico

Presentata la prima Settimanadel Pianeta Terra: dal 14 al 21 ottobre, 140 geo-eventi di divulgazione in novanta città

Dissesto, la conoscenza è già prevenzione

SABATO6 OTTOBRE 201212

tezione civile. Una volta rientrati in ca-sa, non riescono ad arrivare a fine me-se. Il problema non tocca solo stranierie anziani soli, ma coinvolge semprepiù i nuclei italiani ed è destinato adacuirsi: entro fine mese chiuderannoinfatti le ultime tendopoli emiliane.Ma le buone pratiche non mancano.A Mantova grazie a un progetto dellaCaritas diocesana e al finanziamentodi 500mila euro della Fondazione Ca-riverona, hanno trovato casa in affit-to 90 famiglie terremotate.

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Anche nei disegni i bambiniesprimono il desiderio diriprendere una vita normale,a scuola. Sotto, un momentodell’inizio dei lavori dicostruzione: a novembre lastruttura sarà pronta

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Sab 06/10/2012 Avvenire Pagina 12

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