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COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLE- CITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO 26. SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2015 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI INDICE PAG. Sulla pubblicità dei lavori: Bratti Alessandro, Presidente ..................... 3 Audizione del Presidente AIRA – associa- zione industriale riciclatori auto, Mauro Grotto (Svolgimento e conclusione): Bratti Alessandro, Presidente ........... 3, 4, 6, 7, 8 Cominelli Miriam (PD) ............................... 9 Grotto Mauro, Presidente Aira ......... 4, 6, 7, 8, 9 Puppato Laura (PD) .................................... 6 Vignaroli Stefano (M5S) ............................. 6, 9 Zolezzi Alberto (M5S) ................................ 6 Audizione dell’assessore all’energia e ai ser- vizi di pubblica utilità della regione sici- liana, Vania Contrafatto (Svolgimento e conclusione): Bratti Alessandro, Presidente . 10, 11, 13, 14, 15 17, 18, 19, 22, 24, 25, 26, 27 PAG. Armenio Domenico, Dirigente generale della regione siciliana .................................. 19, 22 Bianchi Stella (PD) ..................................... 17, 20 Compagnone Giuseppe (GAL) .................... 15, 22 Contrafatto Vania, Assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità della regione siciliana . 10, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 22, 23, 24, 25, 26, 27 Nugnes Paola (M5S) ....................... 16, 21, 22, 24 Puppato Laura (PD) ....................... 16, 18, 19, 24 Vignaroli Stefano (M5S) ....................... 17, 21, 23 Comunicazioni del Presidente: Bratti Alessandro, Presidente ..................... 27 Atti Parlamentari 1 Camera Deputati – Senato Repubblica XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI RIFIUTI SEDUTA DEL 25 FEBBRAIO 2015

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COMMISSIONE PARLAMENTAREDI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITECONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLE-

CITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI

RESOCONTO STENOGRAFICO26.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2015PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

I N D I C E

PAG.

Sulla pubblicità dei lavori:

Bratti Alessandro, Presidente ..................... 3

Audizione del Presidente AIRA – associa-zione industriale riciclatori auto, MauroGrotto (Svolgimento e conclusione):Bratti Alessandro, Presidente ........... 3, 4, 6, 7, 8

Cominelli Miriam (PD) ............................... 9

Grotto Mauro, Presidente Aira ......... 4, 6, 7, 8, 9

Puppato Laura (PD) .................................... 6

Vignaroli Stefano (M5S) ............................. 6, 9

Zolezzi Alberto (M5S) ................................ 6

Audizione dell’assessore all’energia e ai ser-vizi di pubblica utilità della regione sici-liana, Vania Contrafatto (Svolgimento econclusione):

Bratti Alessandro, Presidente . 10, 11, 13, 14, 1517, 18, 19, 22, 24, 25, 26, 27

PAG.

Armenio Domenico, Dirigente generaledella regione siciliana .................................. 19, 22

Bianchi Stella (PD) ..................................... 17, 20

Compagnone Giuseppe (GAL) .................... 15, 22

Contrafatto Vania, Assessore all’energia e aiservizi di pubblica utilità della regionesiciliana . 10, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21

22, 23, 24, 25, 26, 27

Nugnes Paola (M5S) ....................... 16, 21, 22, 24

Puppato Laura (PD) ....................... 16, 18, 19, 24

Vignaroli Stefano (M5S) ....................... 17, 21, 23

Comunicazioni del Presidente:

Bratti Alessandro, Presidente ..................... 27

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PAGINA BIANCA

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTEALESSANDRO BRATTI

La seduta comincia alle 8.35.

(La Commissione approva il processoverbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non visono obiezioni, la pubblicità dei lavoridella seduta odierna sarà assicurata ancheattraverso impianti audiovisivi a circuitochiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente AIRA – associa-zione industriale riciclatori auto,Mauro Grotto.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’audizione del presidente dell’Aira, Asso-ciazione industriale riciclatori auto, dottorMauro Grotto, che ovviamente ringrazioper la sua presenza.

Ricordo che l’audizione odierna rientranell’ambito dell’approfondimento sul traf-fico transfrontaliero dei rifiuti. Abbiamoiniziato un’attività in questo senso soprat-tutto monitorando alcuni porti italiani percercare, appunto, di verificare la tipologiadi rifiuti che entrano, ma che soprattuttoescono dal nostro Paese, con le problema-tiche relativa. Abbiamo instaurato ancheun buon rapporto con l’Agenzia per ledogane, proprio per cercare di capirel’entità del fenomeno. Ricordo che i rela-tori di quest’indagine sono i senatori Fran-cesco Scalia e Bartolomeo Pepe, che peròoggi non vedo presenti.

Avverto il nostro ospite che della pre-sente audizione viene redatto un resocontostenografico e che, se lo riterrà opportunoe consentendo la Commissione, i lavoriproseguiranno in seduta segreta, invitan-dolo comunque a rinviare eventuali inter-venti di natura riservata nella parte finaledella seduta. Aggiungo, per il nostro auditoma anche per i colleghi, che le diverseproblematiche relative soprattutto al-l’esportazione dei veicoli ci erano già statefatte presenti con lettere, a vario titolo; sultema è inoltre all’esame della Camera unprovvedimento, e per questo ho anchescritto al presidente della Commissionetrasporti Meta.

Noi siamo molto preoccupati della que-stione dell’esportazione dei veicoli chesono più o meno da rottamare all’estero evorremmo capire meglio la situazione.D’altronde, come ricorderete dalla segna-lazione dell’Agenzia delle dogane e da ciòche abbiamo visto in giro, si evince l’esi-stenza in proposito di un mercato clan-destino di un certo interesse. Visto che èall’esame del Parlamento un provvedi-mento di legge che riguarda la Commis-sione trasporti, ho scritto al presidenteMeta semplicemente per dirgli di conside-rare questa problematica, invitandolo, nelcostruire il quadro legislativo o nel fareemendamenti, a tenere in considerazionequesta problematica. Se i colleghi fosserointeressati, posso farvi avere una fotocopiadella lettera, che posso lasciare anche alnostro ospite, se interessa.

Fatta questa lunga premessa, darei laparola al presidente dell’Aira, dottorMauro Grotto, per un inquadramento ge-nerale del problema. Al termine del suointervento i colleghi potranno rivolgerledelle domande.

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MAURO GROTTO, Presidente Aira. Pre-metto, brevissimamente, che l’Aira rappre-senta il più importante impianto di fran-tumazione di rottami ferrosi e di veicolifuori uso nel territorio italiano. Solo perfornire alcuni numeri, rappresenta circa 2miliardi di euro di fatturato, con 1.000addetti diretti e una produzione di rot-tame ferroso, il nostro core business prin-cipale, di circa 700-800.000 tonnellate an-nue.

Purtroppo, stiamo attraversando, già daqualche anno, problemi che stanno effet-tivamente mettendo a repentaglio il pro-seguimento delle nostre attività. Ringrazioil presidente Bratti perché ha centratosubito il problema della situazione. So cheanche FISE-Unire, nella persona del pre-sidente Calò, ha già evidenziato il pro-blema principale, che è quello propriodella radiazione per esportazione.

Il veicolo può essere radiato in duemaniere. Vi è la radiazione per demoli-zione, per cui si segue il percorso di unrifiuto, incanalato all’interno della filieradel trattamento del veicolo, mentre l’altrapratica è la radiazione per esportazione.Abbiamo visto che negli ultimi anni que-st’ultima ha subìto un incremento abba-stanza cospicuo del numero delle radia-zioni. Siamo arrivati anche, negli anniscorsi, a 750.000. Teniamo presente cheoggi vi sono immatricolazioni per circa un1,3-1,4 milioni, quindi più della metà se neva con radiazione per esportazione.

Questo non vuol dire che non si debbaesportare, però l’esportazione, a nostroavviso, manca della necessaria tracciatura.Oggi il veicolo è radiato per esportazione,ma non sappiamo dove va dopo. Bastapresentare la documentazione ordinariapresso un’agenzia di pratiche auto e lamacchina viene tolta, di fatto, dal registrodel PRA. Tuttavia, la macchina, di fatto,può ancora circolare benissimo in Italia, oessere, come abbiamo visto in svariatiarticoli, in parte anche allegati nel dossierche vi ho presentato, smontata pressoautodemolitori anche borderline e impiantiche alimentano filiere non lecite.

In questi ultimi dieci anni mi sonosempre occupato solo di veicoli fuori uso,

quindi la mia esperienza è proprio speci-fica nel campo. A mio avviso, quello dellaradiazione per esportazione è comunqueun fenomeno che va inserito all’interno dialcune criticità che la filiera dei veicolifuori uso ha. Personalmente, lo considerocome un effetto collaterale delle vere pro-blematiche dei veicoli fuori uso.

Oggi, per esempio, i pezzi di ricambioche gli autodemolitori usano come reim-piego non sono sottoposti all’obbligo delsistema di pesatura all’interno dei propriimpianti di trattamento. Capite benissimoche, quando un impianto non ha l’obbligodi pesare, né all’entrata né all’uscita, lacontabilità ambientale purtroppo vienemeno. Questo va ad alimentare sicura-mente delle pratiche scorrette in merito,per cui non sappiamo quanto effettiva-mente esca da alcuni impianti di tratta-mento, ma poi ce li troviamo nei porti, concontainer spesso anche caricati alla rin-fusa. Non esiste, insomma, un modo didistinguere. Di recente ho segnalato ancheun articolo sul blog del presidente Bratti...

PRESIDENTE. Con diversi colleghi era-vamo insieme al porto di Genova, quindiabbiamo visto esattamente cosa ci fosse inun paio di questi container.

MAURO GROTTO, presidente Aira. Ho,per esempio, degli associati nel porto diBari che, appunto, si lamentano di questeesportazioni incondizionate. Praticamente,la macchina viene smembrata e quello chene rimane viene avviato anche a impiantiche spesso non sono neanche autorizzati.

In ogni caso, il fenomeno dell’esporta-zione dei rifiuti transfrontalieri riguardanon solo il veicolo intero, ma i prodottiche escono dall’impianto di frantuma-zione. Una volta frantumato e selezionatoil veicolo, ne esce un prodotto ferrosodenominato proler, che rappresenta circail 70 per cento. È un non rifiuto, unend-of-waste ai sensi del Regolamento UEn. 333 del 2011, ma non essendoci statiadeguati controlli su questo fenomeno,non sappiamo se il Regolamento 333 siaeffettivamente applicato. Ritroviamo deiproler che alla fine sono dei mistoni di

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ferro, rifiuti sempre derivanti da frantu-mazione, spesso la parte fina da zero a 10millimetri del fluff, che viene sapiente-mente mescolato al proler.

Di recente, come impianti di frantuma-zione siamo stati inseriti nel nuovo decre-to-legge n. 46 del 2014 sull’IPPC (Integra-ted Pollution Prevention and Control),quindi stiamo presentando prima istanzaper richiesta di AIA, ma contemporanea-mente la filiera è ancora autorizzata conimpianti in semplificata, impianti in ordi-naria e adesso con impianti anche in AIA.Le differenze tra queste tre tipologie diautorizzazione sono enormi, anche nellatipologia di costi che rappresentano ilmantenimento di un’AIA rispetto a un’au-torizzazione in semplificata. L’AIA pre-vede degli autocontrolli, ma anche deicontrolli programmati con la pubblica am-ministrazione, mentre la semplificata no.

In questi anni, quindi, abbiamo vistoche spesso i veicoli fuori uso e i prodottiche derivano da questi trattamenti vannoverso impianti che, logicamente, nonhanno gli stessi costi di impianti tecnolo-gicamente avanzati con le migliori tecno-logie disponibili, quali gli impianti di fran-tumazione che qui rappresento.

In termini di raggiungimento degliobiettivi, per i veicoli fuori uso siamosoggetti a degli obblighi derivanti dalladirettiva n. 2000/53/CE, recepita in Italiacon il d.lgs n. 209 del 2003: dal 1o gennaiodobbiamo raggiungere il 95 per cento direimpiego e recupero. È un dato moltoambizioso. Purtroppo, negli ultimi dueanni ci stiamo assestando intorno all’82per cento, quindi siamo ben lontani dalraggiungere questi obiettivi e rischiamo,come Paese Italia, una procedura di in-frazione per il loro mancato raggiungi-mento. La pratica di radiazione per espor-tazione e quest’esportazione di rifiuti, diricambi e quant’altro peggiora assoluta-mente il mancato raggiungimento degliobiettivi.

Cosa abbiamo fatto in questi due anni ?Vi è un accordo di programma al Mini-stero dell’ambiente firmato nel 2008 e, insede di scadenza, a maggio 2015: abbiamoprovato in questi due anni innanzitutto a

esporre tutte queste criticità e a trovareassieme lo strumento che effettivamentedia la possibilità di superarle.

Ad oggi, purtroppo, il tavolo presentadelle problematiche. Certo, c’è una coe-sione tra noi della filiera, perché siamotutti consci che così le imprese chiudonoe rimangono quelle che non rispettano leregole, ma abbiamo capito che lo stru-mento dell’accordo di programma è de-bole, poiché non è erga omnes per tutti.Stiamo dicendo ciò a gran voce al Mini-stero. Circa un mese fa abbiamo avuto unaimportante riunione presso il Ministerodell’ambiente proprio per chiedere unostrumento cogente che risolva queste pro-blematiche: la qualificazione della filiera,l’esportazione dei veicoli fuori uso, unachiara linea, una chiara roadmap per iltrattamento da car fluff, ossia lo scarto chederiva da impianti di frantumazione del-l’auto, imbottiture plastiche, tessuti equant’altro. Tutto questo a oggi vieneprincipalmente conferito in discarica.

Nel raggiungimento degli obiettivi èprevisto un 10 per cento di avviamento arecupero energetico. Con lo Sblocca Italia,però, all’articolo 35, questo è venuto unpo’ meno, perché vi è stata, di fatto, lasaturazione di impianti di termovalorizza-tori con i rifiuti urbani. Già da un annochiediamo, senza ricevere ancora rispostasempre dal Ministero, di dare la possibilitàagli impianti di frantumazione di creare ilCSS, un combustibile solido secondario,dal car fluff, ossia un recupero di materiacome la stessa Europa ci sta chiedendo. Inun’economia circolare, un recupero di ma-teria viene assolutamente prima di unrecupero energetico, però, a tale riguardoil decreto-legge sul CSS presenta una di-scordanza. In una frase si elimina, di fatto,la possibilità a tutta la famiglia del 1910 dicreare CSS, mentre alla fine del decreto siescludono solo due codici del 1910, tra cuiil 1910-04, che è il fluff. Abbiamo chiestoun chiarimento normativo che, a quantomi risulta, la commissione tecnica ha ap-provato e aspetto ora che il Ministero mimetta tutto nero su bianco, per dare lapossibilità di cominciare a creare prodotti

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da questo car fluff, visto che gli impiantitermovalorizzatori sono inibiti a prenderequesto materiale.

In definitiva, cosa auspichiamo ? Sicu-ramente, di avere uno strumento che re-cepisca queste criticità. Purtroppo, senzaquesto non possiamo fare altro. Comefiliera abbiamo messo in campo tuttoquello che era possibile, ma i risultati diun trial del 2008, che trovate anche inallegato 1, evidenziano che, lavorando inuna certa maniera, cioè con pesatura –tutti gli impianti che trattano veicoli fuoriuso devono essere dotati di impianti dipesatura – e con le migliori tecnichedisponibili, si arriva a un recupero dimateria all’incirca intorno all’85 per cento.Manca questo 10 per cento famoso direcupero energetico, che però pensiamo disurrogare con il CSS. Questo vale per laparte di massima.

PRESIDENTE. Credo che la problema-tica sia stata illustrata molto dettagliata-mente e ci era stata sollecitata anche daFISE-Unire quando li abbiamo sentiti. Doora la parola agli onorevoli colleghi cheintendano intervenire per porre quesiti oformulare osservazioni.

LAURA PUPPATO. Presidente, la rin-grazio moltissimo per la sua audizione distamane, che è stata illuminante, almenoper me ma credo anche per i molticolleghi presenti. Lei ha parlato, all’inizio,di un lavoro complessivo dell’Aira, che leirappresenta in 2 miliardi di fatturato dieuro, un migliaio di addetti e 700-800.000tonnellate di veicoli che all’interno dellafiliera sono trattati in maniera adeguata.Subito dopo ci ha precisato come questosistema di smontaggio dei veicoli, di tra-duzione in recupero e riciclo, soprattuttodella parte in acciaio ma non solo, per lequestioni che ha già evidenziato e che nonripeto, in realtà veda operare una filieramolto diversa all’interno del Paese. Lei haparlato, giustamente, da una parte, disocietà semplificata, di altre in ordinaria edi altre che si attestano, invece, con ilmeccanismo AIA, con costi che peraltro leiha dichiarato diversissimi.

Mi pare evidente che lei chieda allapolitica di accelerare una serie di proce-dure, tra cui anche la chiarezza relativa-mente all’esportazione che manca percirca la metà della materia che se ne vasenza che ne abbiamo troppa contezza,fino a definire gli autodemolitori, met-tendo in chiaro per tutti il tema ambien-tale, che non è poi solo ambientale maanche di altra natura, cioè anche moltoeconomico, in cui ciascuno è tenuto adavere un registro con il carico, scarico econ le pesature relative.

A parte questo, in termini numerici, sepuò fornirceli, ad oggi, questa forma per-suasiva messa in campo dai Governi chehanno preceduto l’attuale cosa ha pro-dotto ? In AIA quanti sono i demolitoririspetto alla massa di demolitori ?

MAURO GROTTO, Presidente Aira.Zero !

LAURA PUPPATO. Mi pare di cogliereche la situazione non sia negativa, madisperata dal suo punto di vista, perchéabbiamo bisogno di una filiera che siatrasparente e, soprattutto, controllata an-che dal punto di vista fiscale oltre che delreimpiego.

Mi dice che AIA non ce ne sono, masolo impianti in semplificata o in ordina-ria, quindi manca completamente la parteprevista e necessaria. A questo punto, puòdirci cosa si intende esattamente per insemplificata e in ordinaria ? Non so sefaccia riferimento alla modalità di conta-bilità delle aziende, di semplificata ordi-naria conosco quella. Se è altro, vorrei chece lo spiegasse. Soprattutto, vorrei che cidicesse, oltre alle diversità, come il mer-cato si caratterizza. Per il resto, a me parechiaro che lei chieda a noi di operare.

STEFANO VIGNAROLI. Avrei una do-manda sul 95 per cento di recupero: sicalcola su ogni veicolo o sul totale deiveicoli rottamati ? Il mercato nero comeinfluenza questo calcolo ?

ALBERTO ZOLEZZI. Chiaramente, ilproblema degli autoveicoli non è legato

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solo al settore del riciclo. In un’ottica a360 gradi, per riuscire a riciclare e adarrivare al 95 per cento, secondo me ildiscorso andrebbe inserito in un quadroche non dipenda direttamente da voi, maanche dalla progettazione dei veicoli. Gliautoveicoli hanno moltissime parti chedavvero possono essere recuperate in ter-mini di materia, ma questo dovrebbe pre-supporre una progettazione diversa. Arri-vare a determinati obiettivi senza una fasepreliminare di progettazione non è asso-lutamente possibile.

Peraltro, forse non sa che sul CSSadesso è in corso un audit a livello diConsiglio d’Europa, posto che si tratta diuna delle fonti di inquinamento maggiore.Un conto è produrre CSS e trattarlo afreddo, anche se non è così semplice, unconto è bruciare CSS in un cementificio oin un impianto analogo, dieci volte peggiose in un inceneritore a parità di energia odi volume bruciato in termini di inquina-mento e di metalli pesanti diffusi, soprat-tutto in termini di mancanza di filtriadeguati e presenza all’interno delle città.Le lascio come spunto il discorso dellaprogettazione. So che non dipende diret-tamente da voi, ma in un’ottica di sistemaandrebbe fatto questo. Poi concordo chel’esportazione dei veicoli sia una grandis-sima perdita davvero di materia, di metallie materiali preziosi che va assolutamentebloccata, anche perché si crea un inqui-namento pazzesco nei Paesi dove vannoquesti veicoli, che in qualche modo ven-gono poi riassemblati.

PRESIDENTE. Vorrei anch’io farequalche domanda. Non credo ci sianodiscariche dedicate al fluff, ma credo chesiano discariche per rifiuti speciali, cheperò sono autorizzate per i codici relativi.In alcuni casi, come mi pare di aver vistoanche in Sicilia, c’erano proprio dellediscariche....

Ci spiega anche il potenziale guadagno– anche se un po’ l’abbiamo compresonella visita a Genova – nell’esportare ?Quanto, più o meno, ci guadagna chidecida di esportare in maniera illegale, aldi là del rischio giuridico in cui incappa ?

Ci spiegavano che una spedizione costaqualche migliaio di euro: qual è il poten-ziale guadagno di un illecito per chi decidedi esportare una macchina, non per ven-derla o perché circola ma perché, adesempio, la si smonta o altro in manieraun po’ truffaldina ?

Vorremmo capire l’ordine di grandezzadel tema di cui ci stiamo occupando.Ovviamente, come credo sia naturale, piùmargini di guadagno ci sono e più questomercato rischia di diventare davvero im-ponente se non si pongono regole un po’più severe.

MAURO GROTTO, Presidente Aira.Parto rispondendo al presidente. Oggi, unconcessionario di auto, il dealer, il primoche prende la macchina dal privato, puòscegliere di darla al demolitore o di ra-diarla per esportazione. La legge prevedecomunque che al privato non si imputinoi costi: costo zero. Ci si fa riconoscere ilcosto per la radiazione – 50 euro circa,vado a memoria – per il PRA; poi conl’esportazione, per esempio, nel caso diuna banale Punto di prima serie, quindiuna macchina che da noi, di fatto, noncircola più o alimenta gli impianti didemolizione, si avvia la filiera del recu-pero, la stessa venendo a tutt’oggi espor-tata a circa 300-400 euro. Comunque, nonavendo la possibilità di capire se la mac-china in questione viene reimmatricolatanel Paese estero, quest’auto può esseresmembrata e cannibalizzata, con i pezzi diricambio che quindi finiscono nel Paeseestero.

Per noi, come filiera del recupero,quindi, il valore è zero. Oserei dire che pernoi una macchina di questo genere quasirappresenta un costo in termini di rese ealtro, mentre viene valorizzata in questamaniera, non tanto per la reimmatricola-zione ma proprio perché viene smontataper i pezzi di ricambio. Il « delta » per ogniauto che alla fine può essere da noibenissimo rottamata e frantumata, si ag-gira intorno ai 300-400 euro.

Per quanto riguarda le discariche sulfluff, vi sono delle discariche monotema-tiche, adibite esclusivamente al fluff. Come

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diceva il commissario, vi è per esempio aRoma una discarica per pericolosi solo edesclusivamente del fluff. Altre ce ne sonoadesso anche in Toscana...

PRESIDENTE. Quante sono, grossomodo, queste discariche ? Poi magari fa-remo un accertamento.

MAURO GROTTO, Presidente Aira. Ione conosco due esclusivamente dedicate alfluff e sono di proprietà degli impianti difrantumazione, mentre le discariche contoterzi, che ritirano anche il fluff sono unadecina.

PRESIDENTE. Posso essere, quindi, siadedicate, sia discariche di speciali checomunque hanno i codici ?

MAURO GROTTO, Presidente Aira.Esatto, possono avere anche il 1910-04, ilcodice CER del fluff.

Per rispondere all’onorevole Zolezzi, èindubbio che la sostenibilità economicadella filiera parta dalla progettazione diun’auto, che effettivamente nella fase direcupero ha poi la possibilità di essererecuperata. Concordo pienamente con leisul fatto che ad oggi, per esempio, vi sonodelle tipologie di plastiche che sono mul-tipolimeri. Il cruscotto dell’auto presentauna miriade di polimeri per cui, anche seviene smontato, c’è difficoltà nell’avviarloal recupero, perché non vi è un mercato,uno sbocco che consenta un’economicitànel trattamento.

Per quanto riguarda il CSS, la ringrazioper l’informazione. Abbiamo, comunque,effettuato le prime sperimentazioni persuddividere sempre di più il fluff al fine divedere anche da un punto di vista mer-ceologico quali possibilità possono esserciper avviarlo a impianti di recupero, cioècreando anche mercati di sbocco in que-sto. Se il Ministero ci darà la possibilità difarlo, approfondiremo.

Per quanto riguarda l’onorevole Vigna-roli, il 95 per cento è calcolato sul pesomedio per ogni veicolo per anno: la nor-mativa dice questo. In questi anni ab-biamo visto che il peso medio dei veicoli

è stato intorno ai 900-920 chilogrammi perveicolo, ma dipende sempre da cosa effet-tivamente si rottama negli anni. Tenetepresente, però, che il peso citato nellafiliera – e quindi nel calcolo – è quelloderivante dal libretto dell’auto meno i 75chilogrammi del conducente e meno ichilogrammi del carburante.

Una decisione europea, per allineare lastessa metodologia di calcolo in Europasui veicoli fuori uso, dice di calcolarlo inquesta maniera, ma le dico che comunquenon è assolutamente vero. In una mac-china che percorre chilometri su strada,dopo dieci anni, il peso non è assoluta-mente quello dichiarato nel libretto: cisono sporco, terra e quant’altro. Soloquesti elementi incrementano una percen-tuale, per esempio, di fluff durante lafrantumazione che non rispecchia più as-solutamente il peso dichiarato, proprioperché la vettura è stata usurata, ha pezzicambiati e per varie tipologie di problemail peso non è più quello da libretto. Perquesto chiediamo di dotarci di impianti dipesatura, perché vogliamo la certificazioneesatta di quello che entra nella filiera.

Senatrice Puppato, la ringrazio perchéha centrato un tema a noi molto caro.Purtroppo, abbiamo una filiera fatta dasoggetti piccoli in termini sia di fatturato,sia di strutture, che devono collaborarecon impianti totalmente diversi in terminidi grandezza. Partiamo dal costruttore eandiamo fino all’autodemolitore, che èquasi a conduzione familiare.

Purtroppo, questa è anche una diversitàdi concetto industriale nel lavorare. Men-tre l’industria fa una programmazione difatto, di costi e quant’altro, quella un po’più artigianale – come la definisco io – èpiù una parte che vive con pianificazionia breve durata. Le stesse autorizzazioniche oggi troviamo in alcuni commerciantidi rottame e simili, che sono in semplifi-cata, non significano nient’altro se non chel’autorizzazione non è stata vagliata: è unasemplice comunicazione che l’impianto ditrattamento fa alla provincia, che dalgiorno successivo comincerà a lavoraredeterminati codici.

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Sostanzialmente, ciò presenta diffe-renze enormi da impianti che passano inscreening, VIA, AIA e quant’altro. Già lìchiediamo che i veicoli fuori uso venganoeffettivamente trattati da impianti che ab-biano le migliori tecniche disponibili,quindi serve uno strumento autorizzativoche permetta di valorizzare tutto questo,altrimenti le performances sul 95 percento, ahimè, non riusciranno mai. Infine,mi chiedeva quanti impianti fossero inAIA. Il decreto-legge n. 46 del 2014, cheha recepito la direttiva IPPC del 2010, haintrodotto esclusivamente al 5.3 gli im-pianti di frantumazione di veicoli fuoriuso e di rottami metallici di RAE, chepraticamente hanno una capacità produt-tiva superiore a 75 tonnellate al giorno ditrattamento.

In Italia, purtroppo, tantissimi impiantitrattano piccolissime quantità di rottami,quindi abbiamo una situazione totalmenteframmentata. Capisco anche che la partepubblica è di difficile gestione e controllo,ma i risultati sono questi. Come Airasiamo in tredici ad avere chiesto primaistanza di AIA, ma rispetto ai soggetti chetrattano i veicoli fuori uso in Italia siamoil 10 per cento.

MIRIAM COMINELLI. Vorrei chiedere,in relazione al fenomeno dell’esportazione,se esitano dei porti che rappresentano unterreno più fertile per questo tipo difenomeno.

MAURO GROTTO, Presidente Aira. Cisono due fenomeni. L’esportazione nonavviene solo tramite porto, ma anche tra-mite gomma. Non è stato sottovalutato ilfenomeno su gomma, ma a mio avviso idati più importanti, più pesanti, sonoproprio su gomma. La Spezia, Ancona,Bari, Ravenna, sono porti che fannoesportazione di veicoli (ma di ricambi diveicoli), mentre l’esportazione sia di vei-coli, sia di ricambi avviene spesso sufurgoncini. Molti vanno in Germania, dadove spediscono, perché il costo di tra-sporto dall’Italia fino in Germania vieneassorbito dai minori costi che hanno iporti tedeschi.

Diciamo anche che c’è un po’ più dimanica larga, come la chiamo io, quindimolti preferiscono non passare per gliimpianti italiani, perché possono incorrerein controlli. Generalmente sono quei fur-goni che lei vede bianchi, chiusi, tipo« Daily », che vengono riempiti di ricambie che vanno verso la Germania, da dove ipezzi sono poi spediti principalmente inNord Africa. Queste sono le destinazioni.

PRESIDENTE. È emersa ormai, anchedagli incontri con l’Agenzia per le dogane,la necessità di un confronto con i colleghieuropei. È evidente che c’è una fortecompetizione per i porti, perché l’attivitàeconomica è importantissima. Il tema èsempre quello: se tutto questo si traducein minori controlli, dopo ci sono altriproblemi.

STEFANO VIGNAROLI. Ho visitatol’impianto di Falcognana, che i proprietarivolevano trasformare in una discarica perrifiuti urbani: secondo lei, questo avrebberisolto il problema dei rifiuti urbani tem-poraneamente – la discarica non era cosìgrande – ma poteva aprire un’emergenzaper quanto riguarda le discariche di fluff ?

MAURO GROTTO, Presidente Aira.Quella che ha citato è la discarica di unimpianto associato in Aira, della Italferro.A quanto mi risulta, l’impianto Italferro èuno dei maggiori produttori di rottamiferrosi e tratta, essendo anche in unaposizione centrale in Italia, il maggiornumero di veicoli fuori uso, quindi credoche le criticità di una conversione delladiscarica in rifiuti urbani si traducesse poisul fluff. Si parla all’incirca, a mio avviso,di 100-150.000 tonnellate di trattamentoche dovevano andare in altre discariche,cioè in altri siti. Da un punto di vista dirifiuti urbani, ciò non mi compete, quindi,non intervengo in merito.

PRESIDENTE. Credo che l’audizionepossa considerarsi terminata. Ringrazio ilpresidente Mauro Grotto per la sua pre-senza. Poiché questa indagine andrà

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avanti, se ci saranno sviluppi o segnala-zioni, rimarremo in contatto. Dichiaroconclusa l’audizione.

La seduta, sospesa alle 9.25, riprendealle 14.10.

Audizione dell’assessore all’energia e aiservizi di pubblica utilità della regionesiciliana, Vania Contrafatto.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’audizione dell’assessore all’energia e aiservizi di pubblica utilità della regionesiciliana, Vania Contrafatto, che ringrazioper la presenza. L’audizione odierna rien-tra nell’ambito dell’approfondimento chela Commissione sta conducendo relativa-mente alla regione siciliana. Le due depu-tate relatrici sono l’onorevole MariastellaBianchi e l’onorevole Renata Polverini.

Ricordo che, secondo quanto stabilitodall’Ufficio di presidenza integrato dairappresentanti dei Gruppi nelle riunionidel 10 e 17 febbraio scorsi, la Commis-sione, prima di recarsi in Sicilia per losvolgimento di due missioni, ha ascoltatonella seduta svolta lunedì 23 scorso ildottor Nicolò Marino – il suo pre-prede-cessore – e ascolterà, inoltre, il dottorMarco Lupo, ex dirigente generale e Com-missario ai rifiuti della regione Sicilia.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Preciso che tra me eMarino c’è stato un semestre con l’asses-sore Talleri: ci sono sei mesi di distanza.

PRESIDENTE. Prima di darle la pa-rola, comunico due informazioni veloci.Noi stiamo conducendo un approfondi-mento sulla situazione della regione Sici-lia, che sicuramente non sta vivendo unmomento molto felice per quanto riguardala gestione del ciclo integrato dei rifiuti.Questa Commissione, nella scorsa legisla-tura, se ne era già occupata; allora allapresidenza c’era l’onorevole Pecorella; fuquindi fatta una relazione circa cinqueanni fa.

All’epoca il problema maggiore era lasituazione palermitana, con particolare ri-ferimento all’azienda e alla discarica diBellolampo. Non ci sembra che le cosesiano troppo cambiate (dopo ci informeràdi questo), ragion per cui abbiamo rite-nuto di svolgere un ulteriore approfondi-mento in merito. Ci sono anche alcuniimportanti siti di interesse nazionale legatial tema delle bonifiche, su cui stiamocercando di fare il punto della situazione.

Noi abbiamo iniziato quest’attività eabbiamo ascoltato l’ex assessore, dottorNicolò Marino, perché c’erano state delleesplicite richieste da parte di alcuniGruppi parlamentari in tal senso, allequali, normalmente, si dà sempre seguitodopo la discussione in sede Ufficio dipresidenza.

Abbiamo, ovviamente, deciso di ascol-tare anche l’attuale assessore – cioè lei –per cercare di avere lo stato dell’arte dellasituazione. Nella sua relazione lei ci rife-rirà ciò che vuole; poi i commissari lerivolgeranno eventuali domande. Noi nondobbiamo avallare o meno le tesi di unoo dell’altro: noi, ovviamente, ascoltiamotutti. Cercheremo poi di riportare in ma-niera obiettiva – come credo si sia semprefatto – la situazione sullo stato dell’arte,sentendo tutte le persone che hanno unruolo di responsabilità o che hanno avutotale ruolo nell’ambito della situazione chestiamo approfondendo. Questa lunga in-troduzione era tesa a comunicarle il puntodella situazione. Do quindi lettura dellospeech. Avverto la nostra ospite che dellapresente audizione sarà redatto un reso-conto stenografico e che, se lo riterràopportuno, consentendo la Commissione, ilavori proseguiranno in seduta segreta –questo vale se lei avesse qualcosa da diresu cui volesse riferire in maniera riservata– invitandola comunque a rinviare even-tuali interventi di natura segreta alla partefinale della seduta stessa.

Do quindi la parola alla dottoressaContrafatto perché, dal suo punto di vista,ci illustri la situazione, lo stato dell’arte equello che ha intenzione di fare. Avremooccasione anche di integrare le notizie di

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oggi e di raccoglierle in maniera ancorapiù organica quando verremo in Sicilia.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. La ringrazio moltissimo,presidente, per questa occasione di con-fronto e incontro. Io sono assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità inSicilia dal 9 dicembre. Ho lasciato laprocura di Palermo dopo sedici anni, neiquali ho svolto le funzioni di sostitutoprocuratore della Repubblica.

PRESIDENTE. Siete tutti magistrati !

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sì, siamo tutti magistrati !Il mio principale intendimento era quellodi poter fornire un contributo alla terra diSicilia, che certamente non è una terrafacile, anzi è una terra martoriata, nonchédi avere l’opportunità di poter incidere, siapure per breve tempo, nella fase fisiologicae non nella fase patologica, come avevofatto per oltre sedici anni. È stata unasfida che ho accolto non a cuor leggero,perché comporterà dei sacrifici a livellopersonale e familiare prima di giungere altermine di questa esperienza, ma soprat-tutto perché ho una bambina di nove annie desidererei che per lei andare a studiareo trovare occupazione fuori dall’Italiafosse una scelta e non un obbligo.

Per questo motivo mi sono imbarcatain quest’avventura non semplice, perchédall’indomani del mio insediamento, perquanto riguarda i rifiuti, ho trovato unasituazione assolutamente emergenziale aseguito delle politiche che erano stateportate avanti negli anni precedenti. Sitratta di una situazione nata ad inizio2000: tutti i Governi che si sono succedutinon hanno saputo sfruttare le dichiara-zioni di emergenza che erano state loroconcesse per fare qualcosa di veramenterisolutivo.

Io intervengo, quindi, a dichiarazionedi emergenza già scaduta, con i postumi diun’ispezione sacrosanta che aveva fatto ilmio pre-predecessore, il dottor Marino, il

quale aveva inteso approfondire le dina-miche e soprattutto l’iter amministrativo eprocedurale che avevano portato in Siciliaall’esistenza delle discariche come sostan-zialmente ad un unico impianto a cuidestinare i rifiuti.

Come saprete bene, le politiche prece-denti, che avevano visto il fiorire dell’ideadegli inceneritori, erano fallite, sia per latipologia di inceneritore che era statoscelto, sia per come erano andate le vi-cende della gara.

PRESIDENTE. Le conosciamo bene.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sapete perfettamente chele infiltrazioni c’erano ed erano più omeno conclamate. Ci sono dei procedi-menti penali ancora pendenti, ma gli in-ceneritori non hanno mai preso consi-stenza, neanche a livello progettuale. Per-tanto, le discariche sono l’unico impiantoche in questo momento ci troviamo attivoed esistente.

Contemporaneamente, c’erano stati deiprogetti di impianti di compostaggio, tredei quali portati a compimento e costruiti,ma ancora non in operatività, sempre peruna serie di vicende amministrative che iosto cercando di risolvere con il direttoregenerale, che è seduto qui alla mia destra,l’ingegner Domenico Armenio.

Come me l’ingegner Armenio ha presopossesso dell’assessorato un mese e mezzoprima – se non ricordo male, a fineottobre – e si è reso subito parte attiva permonitorare l’esistente e cercare di capirecosa occorresse fare per far partire anchequest’altro tipo di impianti.

Nel frattempo, poiché nulla è mai facilein Sicilia, anche il primo degli impiantiche poteva partire con celerità, perchéoccorrevano solo un collaudo e la sosti-tuzione di qualche pezzo per una cifraassai modesta – meno di 50.000 euro –purtroppo è caduto sotto il fallimentodella società d’ambito, nel cui ambito,appunto, si trova questo impianto, ossia laSocietà Alto Belice Ambiente 2, il cuifallimento è stato dichiarato il 22 dicem-bre.

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A seguito del fallimento io ho imme-diatamente aperto, in assessorato, un ta-volo di crisi, avvalendomi non solo delpersonale della struttura, ma anche diconsulenti che, a titolo assolutamente gra-tuito, stanno prestando la loro opera –sono commercialisti e avvocati – sia percercare di trovare una soluzione per ilproseguimento dell’attività di raccolta deirifiuti, che altrimenti si sarebbe paraliz-zata, in vista di una collocazione chefaccia il meno possibile « macelleria so-ciale » per i lavoratori di questo compren-sorio, sia soprattutto per far partire questoimpianto. Si tratterebbe, eventualmente, diacquisirlo a titolo di comodato oneroso,con un’onerosità che sarà costituita daisoldi che servono per metterlo in funzione,per far partire in tempi il più possibilebrevi questo impianto di compostaggio.

Per quanto riguarda gli altri due im-pianti di compostaggio che, invece, sonopresenti a Vittoria e a Ragusa, sto stimo-lando i presidenti delle SRR, le societàche, per quanto riguarda la fase di pro-grammazione e pianificazione della rac-colta dei rifiuti, hanno preso il posto deivecchi ATO a seguito dell’entrata in vigoredella legge n. 9 del 2010 della regioneSicilia.

Queste SRR stentano a partire comeorganizzazione, perché c’è una querelle sulpassaggio dei lavoratori dagli ATO alleSRR e sulle tematiche connesse ai con-tratti collettivi da applicare, querelle che iosto tentando di risolvere istituendo untavolo, che si è già riunito almeno quattrovolte alla presenza dei rappresentanti sin-dacali regionali e dell’ANCI (cioè dell’as-sociazione dei comuni), con il presidentedell’ANCI, il vicepresidente e i loro avvo-cati, per cercare di accelerare il più pos-sibile il transito dal sistema pre-2010 alsistema post-2010.

Anche il dirigente generale si è fattoparte attiva nel porre in essere un gruppodi lavoro all’interno dell’assessorato, inmodo da controllare tutti i Piani d’ambitoe i Piani operativi che i vari comuniraccolti in ARO hanno presentato, verifi-cando che siano conformi alla legge sici-liana, cosicché tutto l’assetto amministra-

tivo sia di nuovo ricontrollato e sianoeffettivamente poste in essere tutte le pre-cauzioni, ovvero le indicazioni fornitedalla legge, affinché questo sistema possapartire, sia pur con cinque anni di ritardo.

Anche se con cinque anni di ritardo, siaio sia il mio dirigente generale stiamocercando in questi tre mesi di recuperare,lavorando veramente notte e giorno. Cipiacerebbe, fra un paio di mesi, potercomunicare che il sistema è partito. Tor-nando, invece, alla questione discariche, aseguito dell’attività ispettiva che fu lan-ciata dall’assessore Marino dopo le con-clusioni a cui pervenne la Commissioneispettiva, sono stati, in via di autotutelaamministrativa, ripercorsi tutti i passaggiamministrativi che portarono alle autoriz-zazioni, ora ritirando, ora sospendendoquelle che erano state poste in esserecontro la legge. Ove sono state individuatesituazioni penalmente rilevanti, ne è statadata comunicazione alle procure compe-tenti.

Come saprete bene, per la discarica cheinsisteva in territorio di Messina, quella diMazzarrà Sant’Andrea, è pendente un pro-cedimento penale per inquinamento am-bientale, quindi la discarica è attualmentesequestrata dalla procura di BarcellonaPozzo di Gotto. Poiché, però, il sequestroaveva avuto come oggetto solo la discaricae non anche il trattamento meccanico-biologico, su quello, invece, sono in corsole attività di revisione.

Noi abbiamo scritto all’azienda chie-dendo anche, nuovamente, i certificati an-timafia e ci è stato risposto in manierapiccata. La lettera con la quale ci hannorisposto in settimana l’abbiamo portata ela depositeremo agli atti affinché possiatevedere con quale tracotanza i responsabiliabbiano risposto, ritenendosi offesi perchénoi ci siamo permessi di chiedere nuova-mente il certificato antimafia e conte-stando sia la nostra idoneità a chiederlo,sia, soprattutto, il fatto che fosse passatoil tempo. Essi ci hanno anche minacciatodi adire le vie legali proprio perché noiavremmo fatto la « terribile » richiesta diavere questo certificato. Questa discaricaattualmente non è in uso.

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Per quanto attiene, invece, alle duediscariche che insistono sul territorio delcatanese, la discarica Oikos è stata oggetto,anch’essa, di procedimento penale a caricodel titolare della ditta, che – ma nonvorrei fare errori – credo si chiami Proto.Come sapete, in questo momento è in attoun commissariamento prefettizio. Il mesescorso ci siamo recati con una delegazionedel mio assessorato, il presidente dellaRegione, nonché il prefetto a visitare que-sta discarica, che, sotto il profilo funzio-nale, è stata definita dal consulente no-minato dalla prefettura come un albergo a5 stelle (stiamo parlando dal punto di vistastrutturale). Noi, obiettivamente, siamostati dentro la vasca e non c’era alcun tipodi cattivo odore, almeno per chi è un laico.Anche le vasche chiuse avevano ormai uncapping di oltre due metri di argilla e giàdi nuovo la vegetazione sopra. Quanto atutti gli aspetti amministrativi, sono statioggetto di procedimento di secondo grado,al punto che è prevista la chiusura, se nonerro, in maggio.

Per quanto attiene, invece, la SiculaTrasporti, ancora non sono andata a visi-tarla personalmente – una discarica asettimana, come gita, mi sembra per orasufficiente – ma nei prossimi giorni nonmancherò assolutamente di andarci, postoche è quella che in questo momentoraccoglie oltre la metà dei rifiuti prodottigiornalmente su tutto il territorio siciliano.In questo momento sono circa 6.100 letonnellate di rifiuti prodotti. In partico-lare, la discarica Sicula Trasporti ne riceveoltre 2.700 e l’Oikos di Motta Sant’Ana-stasia circa 1.000.

Anche per la Sicula Trasporti abbiamoattivato una procedura di secondo gradoper rivedere tutte le autorizzazioni; il 21gennaio è stata tenuta una Conferenza diservizi, alla presenza sempre del prefettodi Catania, con tutti gli organismi coin-volti, sia da parte della provincia di Ca-tania, sia della provincia di Siracusa, postoche per una parte la discarica ricadeanche nel territorio di Siracusa, al fine diriesaminare tutti i pareri e tutte le auto-rizzazioni che riguardano la Sicula Tra-sporti.

L’altra discarica, quella sita nell’areaagrigentina, è quella di Siculiana – natu-ralmente, sto parlando solo delle discari-che private – della Catanzaro Costruzioni,la quale, da ciò che risulta dai documentipresenti in assessorato, fece ricorso av-verso le conclusioni dell’indagine ispettiva.Anche in quel caso si è concluso unprocedimento di secondo grado con esitopositivo e anche questo si è conclusoprima del mio insediamento. Attualmentepresso questa discarica vengono abbancatigiornalmente circa 1.000 tonnellate di ri-fiuti. Altre 1.000 tonnellate circa vengonoabbancate in questo momento alla disca-rica pubblica del palermitano, la discaricadi Bellolampo. La discarica di Bellolampoè recentemente passata da una gestione aun’altra perché anche l’AMIA, la societàche prima gestiva la raccolta rifiuti nelpalermitano, è stata dichiarata fallita e, insua vece, è nato un nuovo soggetto giuri-dico che si occupa della raccolta dei rifiuti,la RAP – non mi chieda lo spelling –ovvero l’azienda di igiene ambientale diPalermo.

PRESIDENTE. Questa è sempre unasocietà pubblica in-house ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sì, è sempre pubblica, delcomune di Palermo. Questa società attual-mente utilizza la sesta vasca che fu co-struita con l’ultima dichiarazione emer-genziale. Secondo legge, essa ha tutto unsistema di raccolta del percolato, ma lanovità è che non c’è più la dispersione dipercolato che esisteva anni fa. Nell’Auto-rizzazione integrata ambientale (AIA), iresponsabili hanno chiesto di avere unimpianto di trattamento del percolato, cheperò non hanno ancora realizzato. Proprioper questo motivo, in questi giorni, ab-biamo fatto partire le prime lettere con cuichiediamo a che punto essi siano e perchéancora non sia stato realizzato alcun im-pianto di trattamento del percolato. Inquesto momento, in forza di un’ordinanzapresidenziale, ai sensi dell’articolo 191della legge n. 152 del 2006, la discarica

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abbanca, oltre a Palermo, altri 42 comunidell’hinterland palermitano. Questa ordi-nanza, però, scadrà a giorni, e quindi agiorni occorrerà una nuova delibera deldirettore generale per far spostare parte diquesti rifiuti in un’altra discarica. Quelloche stiamo facendo in questo momento èutilizzare l’esistente con un sistema diturnazioni e di rotazioni, nelle more chepartano questi impianti di compostaggio.Stiamo pensando di introdurre legislativa-mente delle norme punitive per i comuniche non fanno la differenziata e, viceversa,premiali per quelli – ce ne sono alcuni, tracui, se non erro, proprio quello di Castel-buono – che hanno, invece, tassi di dif-ferenziata veramente alti.

Stiamo cercando di utilizzare le disca-riche esistenti senza ricorrere ad altristrumenti, quali il trasporto transfronta-liero, perché nel frattempo stanno an-dando avanti le procedure per gli appaltiper la costruzione delle piattaforme pub-bliche con trattamento meccanico-biolo-gico e linea compost, il cui procedimentoè iniziato, se non erro, in quel semestresotto la vigenza Calleri, o forse ancoraprima, durante l’emergenza, con Marino.Queste si troverebbero a Gela, Enna, Mes-sina e Palermo (sempre a Bellolampo,dove invece è quasi concluso il TMB).

Volendo riassumere, in questo mo-mento di emergenza, dovuta alla quantitàdi rifiuto e alla pochezza di siti doveandare a conferirli, io sto cercando di farpartire il progetto e di eliminare ogni tipodi ostacolo amministrativo o burocratico,ma è una sfida veramente dura. Nonstiamo lesinando, lo ripeto, né tempo nébuona volontà. Soprattutto, sfruttando ilfatto che l’assessorato si trova in un pa-lazzo fatto di vetri, sto lanciando il mes-saggio di un assessorato trasparente, conun’osmosi tra l’interno e l’esterno, aprendoanche a idee progettuali che vengono dal-l’esterno.

Naturalmente, apriamo a queste ideepurché si tratti di idee di progettazione epianificazione (non ci interessa chi vienecon il ritrovato o con l’esperimento), fa-cendo sedere a questi tavoli anche leassociazioni ambientaliste o professori di

ingegneria e sociologia (ho scoperto cheesiste anche, come specializzazione, la so-ciologia del trattamento del rifiuto), inmode che essi possano portare un contri-buto concreto nella fase attuativa e nonsemplicemente nella fase successiva, cioècriticando ciò che gli altri cercano direalizzare.

Nell’ottica di questo trasferimento diinformazioni e di confronto continuo, ab-biamo aperto un tavolo di lavoro – cuipartecipo spesso anch’io, compatibilmentecon i tour per le discariche e gli impiantidi compostaggio – nel quale stiamo prov-vedendo a cercare di attuare il Pianorifiuti che c’è (ora parlerei un po’ diquesto Piano rifiuti, che c’è e non c’è). Allostesso tempo, sto facendo lavorare i par-tecipanti all’aggiornamento del Piano perrenderlo idoneo e perfettamente in lineasia con le disposizioni della Comunitàeuropea, sia con le disposizioni nazionali.

Per quanto riguarda il cosiddetto Pianostralcio, che altro non è se non l’attua-zione di ciò che era stato previsto con iPiani emergenziali, come saprete benequesto Piano di gestione, che fu depositatoe completato nel 2012, è ancora in attesadel decreto...

PRESIDENTE. Di VAS ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. No, quello di VAS cel’abbiamo. Parlo del decreto del Ministerodell’ambiente. Manca solo, a quanto pare,un parere dei beni culturali...

PRESIDENTE. Sulla Valutazione am-bientale strategica ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. No, questa l’abbiamoavuta. Manca proprio il decreto finale diapprovazione del Piano, che però preve-deva un termine nel dicembre 2014. In-tanto stiamo vedendo di rendere operativotutto ciò che in quel Piano era previsto,per avere il respiro e il tempo necessarioper poter porre in essere il nuovo Piano

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aggiornato. L’idea, se possibile, è di evitare– lo ripeto – il trasporto transfrontalieroe di fare il bis della Campania, anche sec’è da dire che la situazione sembrerebbeportare verso quella strada. Stiamo cer-cando, però, lo ripeto, attraverso l’accele-razione, nel rispetto naturalmente dei ter-mini imposti dai procedimenti ammini-strativi – non essendo in emergenza, or-mai dobbiamo seguire i tempidell’ordinario – di far partire tutto l’esi-stente.

Mi fermerei qui, perché ho parlatotutto d’un fiato. Potremo poi proseguirecon ulteriori approfondimenti. Come parteintroduttiva, però, mi fermerei qui.

PRESIDENTE. Grazie, assessore. Do laparola ai colleghi che intendano interve-nire per porre quesiti o formulare osser-vazioni.

GIUSEPPE COMPAGNONE. Assessore,intanto complimenti: di coraggio ce nevuole parecchio ! Le auguriamo di poterlavorare bene. Volendo sintetizzare dovesta il problema, anche perché noi cono-sciamo un po’ la realtà, secondo me ilnodo sta tutto nella volontà di realizzarel’impiantistica. Questo significa che la rac-colta differenziata, tanto reclamata, senzaimpianti, purtroppo, non funziona. Gliimpianti si chiamano: impianto di compo-staggio, di pretrattamento e via elencando.Come lei sa, degli impianti di compostag-gio sono pochi quelli funzionanti. Inrealtà, credo che siano uno o due, non dipiù, di cui solo uno pubblico...

PRESIDENTE. Vi ricordo che dovetesempre parlare al microfono e, nel casoprendano la parola i suoi due accompa-gnatori, li invito a dire il proprio nome, aifini di una più agevole lettura del reso-conto di seduta.

GIUSEPPE COMPAGNONE. Il pro-blema di fondo rispetto alla massa diraccolta, a parte il fatto che non vienefatta la differenziata, è che paradossal-mente anche se la differenziata aumen-tasse, non ci sarebbe un luogo dove por-tare, per esempio, l’umido: mancando gli

impianti di compostaggio, voi non avrestedove portare l’umido ! Di fatto, il grandeparadosso della faccenda è questo. Quindi,tutto il problema ruota attorno a questiimpianti di compostaggio e alla realizza-zione dell’impiantistica, che era prevista inquel Piano approvato nel 2012, che eraprogrammata a fine 2012, ma che di fatto,ancora oggi vediamo, per una serie dimotivi, ferma. Pare che ci siano già, ad-dirittura, tre impianti completati, ma nonattivi. Di fatto, quelli attivi sono pochis-simi. La mia domanda, conoscendo laterra di Sicilia, è molto semplice. Chiara-mente, l’alternativa al sistema della rac-colta differenziata e degli impianti è ladiscarica. Poiché la discarica – non c’èdubbio – fa business e quasi tutte lediscariche sono in mano a privati, ladomanda è molto semplice: quanto l’iterburocratico-amministrativo con i suoi varipassaggi diventa ostativo alla realizzazionedegli impianti ? Quanto tutto questo èlegato a puri fatti casuali e quanto, invece,è legato a vere e proprie tecniche buro-cratiche, amministrative, politiche – cimetta quello che vuole – per cui, di fatto,questi impianti non si realizzano e noicontinuiamo a portare i rifiuti in discarica,facendo arricchire i privati che le gesti-scono ? È una domanda molto semplice.

Passo alla seconda domanda. Lei nonha parlato di termovalorizzatore, anche seha detto che ne avrebbe parlato. Io leanticipo una domandina su questo, an-ch’essa semplice. Su questi termovaloriz-zatori pende un’inchiesta della procura diPalermo che è partita qualche anno faAnche lei vi ha accennato e noi l’abbiamosaputo da articoli di stampa ma anchedall’assessore Marino, che in audizione, ciha confermato tutto ciò. Vorremmo capirea che punto è questa inchiesta, perché nonsi conclude e perché non si chiuda. Ag-giungo un’altra cosa ancora. Noi siamopiuttosto preoccupati del fatto che, se lafaccenda non è seguita bene (ci possonoessere pressioni perché non sia seguitabene), su questi termovalorizzatori, chegiustamente furono bloccati perché erapalese che vi fosse una gara truccata,poiché i soldi in palio sono parecchi, si

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dovrebbe fare attenzione al fatto che nonsi metta in moto il solito meccanismoburocratico, amministrativo, politico e viaelencando, per cui poi, per esempio, siandrà ad un accordo con le parti. Po-trebbe finire che diamo loro bel po’ disoldini, mettendo la regione siciliana,come al solito, in pessime situazioni. Iocredo che vada attenzionata questa que-stione. Grazie.

PAOLA NUGNES. Questa è una dellequestioni sui rifiuti più complesse che misia capitato di affrontare, eppure io vengodalla Campania, si figuri. Un punto non miè chiaro. Lei ha detto che state provve-dendo alla revisione del Piano rifiuti. Que-sto aggiornamento, che lei dice serve adadeguare alle disposizioni europee ilPiano, in che cosa, secondo la sua valu-tazione – quindi, secondo la strada versocui sta andando il tavolo – dovrà esseremodificato, soprattutto con riguardo allacostruzione di nuovi impianti di inceneri-mento ?

Inoltre, le volevo chiedere se è vero cheil dirigente generale del Dipartimento al-l’energia, il dottor Lo Monaco, ha dichia-rato che non si potrà arrivare a unaraccolta differenziata oltre il 40 per cento,quando le disposizioni di legge prevedonoun 65 per cento. Se lei mi risponderà chenon è vero, io starò alla sua risposta.Vorrei sapere se nella fase di raccoltadifferenziata, riduzione e recupero dellamateria, in questa nuova visione di Pianosiano prevalenti, o se comunque si intendaavere maggiore riferimento ad inceneritorie rigassificatori.

Volevo poi sapere se si ha intenzione dimantenere fede alla mozione n. 59 del2014, che fu votata a maggioranza da tuttoil Consiglio, se non erro. È ancora inessere, deve essere attuata – lei ha fattoriferimento all’Europa – e spinge versoun’economia circolare.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Può ricordarmi qual èquesta mozione n. 59 ?

PAOLA NUGNES. Sì, è la mozione delMoVimento 5 Stelle che impegnava laRegione a non costruire nuovi impianti,ma a puntare tutto sulla raccolta diffe-renziata, sul recupero e sulla riduzione. Levolevo chiedere, per quanto riguarda i 200milioni di euro dell’OPCM del 2010, di cui90 milioni erano destinati agli impianti dicompostaggio, come questi sono stati uti-lizzati.

Gli impianti di compostaggio previstierano solo quei tre di cui ci ha parlato eche sono ancora in standby ? Questi im-pianti sono aerobici o anaerobici ? Per ilrecupero del compost c’è una differenzasostanziale. Per quanto riguarda la situa-zione di emergenza, lei ha detto che sietefuori dalla situazione di emergenza, ma èsua intenzione chiedere al Consiglio deiministri di nuovo lo stato di emergenza ?

LAURA PUPPATO. Grazie, assessore,anche per essere intervenuta presso lanostra Commissione. Le farò domandemolto secche. Sicilia: tassa o tariffa ? Conche percentuali di pagamento di bollette ?Non ritiene che la migliore premialitàpossa essere quella di applicare una tariffain funzione dei costi ? Laddove il sistemafunziona, infatti, il primo e più importanteeffetto per le famiglie è stata la riduzionedei costi, con il recupero della materiaprima seconda.

Seconda questione: la situazione dellediscariche in Sicilia. Lei ci ha fatto unapanoramica triste ma chiara, però non ciha detto a quale livello di saturazione sitrovino, cioè il residuo, quindi quale sial’urgenza. Il piano regionale – lo dicevaanche la collega Nugnes – quali obiettivi sipone per l’esistente e quali obiettivi po-trete verosimilmente porvi in relazionealla situazione, che mi pare piuttosto tra-gica, anche a fronte di una volontà politicaforte di passare da ultima regione d’Italiaper la percentuale di raccolta differenziataa qualche punto superiore ?

Ho ben compreso che l’ATO Alto Beliceè fallito ? Lo apprendo per la prima volta,quindi vorrei capire come ciò possa essereavvenuto, se possibile in breve, altrimentici procurerà gli atti e li leggeremo. La

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — RIFIUTI — SEDUTA DEL 25 FEBBRAIO 2015

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Commissione ispettiva: lei ha detto « persospendere le autorizzazioni fatte controla legge »: autorizzazioni degli impiantiprivi esattamente di quali requisiti peressere a norma di legge ? Non ho capitoquesto passaggio. Ci sono state delle au-torizzazioni regionali all’attivazione di im-pianti che, alla luce evidentemente deidati, ritenete siano state date contro lalegge. Voglio quindi capire se si tratti dilegge regionale o nazionale, e in che sensointendete « contro la legge ».

Bene il tema della premialità e degliappesantimenti economici, ma, come di-cevo prima, io ritengo che la migliorepremialità sia quella dell’applicazionedella tariffa. Ultima domanda: Bellolampo.Quella è una discarica che, pur essendopubblica, è in una situazione piuttostopesante, nel senso che è sotto infrazioneeuropea, in esaurimento: il percolato – miconfermi o mi corregga – non viene nep-pure smaltito in Sicilia, se non in piccolaparte. Per il resto, infatti, viene smaltito inCalabria e Basilicata: vorrei capire, suquesto, come intendiate porvi.

STEFANO VIGNAROLI. Non è un pri-vilegio intervenire per ultimi perché granparte delle domande sono state fatte. Leidiceva che il commissariamento non c’èpiù, quindi vi chiedo se il Governo Cro-cetta abbia intenzione di usufruirne e dirichiederlo nuovamente.

Per quanto riguarda le ex discarichearticolo 13, che sono state chiuse e nonerano a norma, vorrei sapere, visto chenon c’è stato ammortamento post mortemprevisto, chi paghi e se sia prevista unabonifica.

Cosa vi sta contestando l’Europa perquanto riguarda l’apertura della proce-dura EU Pilot ? Qual è il vostro rapportocon l’Europa soprattutto per quanto ri-guarda la tritovagliatura, che non è con-siderata un pretrattamento dall’Europa ?Visto che gli impianti di TMB non ci sonoo non funzionano, chi autorizza il confe-rimento in discarica e come vi state at-trezzando ?

Se dovesse partire quell’impianto dicompostaggio e via via gli altri, con cosa li

alimentereste, visto che la raccolta diffe-renziata è a livelli bassissimi ? Ho sentitodire anche TMB insieme a compostaggio,ma l’umido con l’indifferenziato dentro...

MARIASTELLA BIANCHI. Faccio an-ch’io gli auguri di buon lavoro e compli-menti per il coraggio. Sulle discarichepubbliche, a cui credo facesse riferimento,vorrei sapere a che punto sia la procedurae se abbia riscontrato una condizione diparticolare difficoltà. Credo di non sve-larle un segreto se le dico che il dottorMarino, nell’audizione che abbiamo avutoad inizio settimana, ha molto puntatol’attenzione sulle difficoltà riscontrate nel-l’apertura delle discariche pubbliche,quindi il suo punto di vista, anche inrelazione a quanto abbiamo ascoltato, èmolto utile per capire a che punto sia laprocedura e se abbiate avuto difficoltà.Vorrei chiederle anche a che punto sianogli accertamenti che avete in corso sullediscariche private, sono quelle quattro...

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Ora sono cinque...

MARIASTELLA BIANCHI. La quintami risulta nuova. A che punto siete suquesto ? Ha l’impressione che ci sia statoun atteggiamento di favore rispetto a qual-cuno di questi soggetti ?

Vorrei conoscere la procedura di defi-nizione delle tariffe di conferimento chevanno dai comuni ai gestori. Anche suquesto ci è stata descritta una procedurasingolare, per cui sarebbe il gestore di suasponte a determinarla, quindi sarebbe in-teressante capire da lei come funziona.

Mi chiedo, infine, chi abbia ora inRegione il potere di rilascio dell’AIA, per-ché noi siamo rimasti a una vicenda chenon mi sembrava chiarita.

PRESIDENTE. Intanto le vorrei fareuna domanda, anche per una nostra mi-gliore comprensione. Quando noi parliamodi ATO, in generale, intendiamo organismidi regolazione, mentre da voi gli ATOerano dei soggetti gestori, quindi è bene

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — RIFIUTI — SEDUTA DEL 25 FEBBRAIO 2015

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intendersi sul significato perché con lostesso nome chiamiamo due cose moltodiverse.

Mi interessava anche capire, relativa-mente a queste SRR che avete formatocon la nuova riforma legislativa, comevenga nominato il presidente e quale sia lacomposizione. Con due parole può infattiaiutarci a inquadrare meglio la questione.Mi rifaccio, poi, all’ultima domanda dellacollega Bianchi: esiste un organismo rego-latore per le tariffe e la qualità del serviziosul ciclo integrato dei rifiuti ? Sulla que-stione del percolato insistiamo, come giu-stamente evidenziava la senatrice Puppato,anche per il tema dei trasporti, perché noici occupiamo anche di ipotetiche infiltra-zioni di malavita, più o meno organizzata,nel ciclo e sulla questione dei trasporti,legata specialmente alla vicenda del per-colato, anche nella scorsa legislatura, ab-biamo evidenziato alcune cose moltostrane.

Il fatto che buona parte del percolatosiciliano venga trattato nel depuratoreIAM di Gioia Tauro ci lasciava un po’perplessi, anche perché i contratti che sifacevano per il trasporto erano contrattisignificativi e su alcuni di questi traspor-tatori sono state svolte delle indagini di cuiavevamo le segnalazioni. L’altra questioneè legata alle dichiarazioni che ha fatto ilsuo pre-predecessore rispetto a queste duerichieste di ampliamento delle due disca-riche private, che sembravano due richie-ste di ampliamento piuttosto robuste, inquanto una di 2,7 milioni di tonnellate el’altra di 3 milioni di tonnellate, posto chein realtà non si tratta di ampliamenti madi due nuove discariche.

Vorrei capire se questo sia dovuto al-l’emergenza o a una determinata situa-zione – che viene denunciata – di « pre-ferenza » nei confronti del sistema privatopiuttosto che di una costruzione di unsistema pubblico. Si tratta di una teoria,discutibile o meno, che c’è stata posta. Mifermo qui, perché sulla questione del-l’emergenza, più o meno dichiarata, credoche con l’articolo 35 in vigore non sianecessario dichiarare lo stato di emer-genza per trasportare fuori i rifiuti. Pur-

troppo, credo che sarete costretti ad ap-plicare, stante la situazione, quell’articolo35. Do quindi la parola all’assessore VaniaContrafatto per la sua replica. Se voglionointervenire anche i suoi collaboratori bastache lo dicano.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Su alcune questioni saròio stessa a chiedere il loro intervento,perché su alcune tematiche sono ancora infase di studio, perché contemporanea-mente alla situazione emergenziale deirifiuti ho anche la responsabilità dellasituazione emergenziale dell’acqua, per cuinon so cosa studiare prima. Fortunata-mente, avere fatto il magistrato insegna agestire: appena vediamo delle carte daleggere, siamo contenti. Procediamo conordine. Per quanto riguarda gli impianti dicompostaggio, con il vecchio PO FESR2007-2013, tre sono stati realizzati e finiti,mentre altri, invece, erano in gara diappalto di realizzazione. Questi realizzatie finiti in questo momento, dalle richiesteche ho fatto io all’atto del mio insedia-mento, non erano utilizzabili per questionidi titolarità dell’impianto, perché eranostati finanziati con fondi europei, chefurono dati agli ATO. Nel frattempo, però,gli ATO sono stati tutti posti in liquida-zione e sono subentrate le SRR. Le SRRdovrebbero prendere questi impianti, però,siccome le SRR sono formate da...

LAURA PUPPATO. Cosa sono le SRR ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sono le società di rego-lamentazione del rifiuto. La legge n. 9 del2010, che è la legge in materia di rifiutipromulgata dalla Regione, prevedeva laliquidazione dell’ATO – quindi dell’ambitoterritoriale ottimale – e la sua sostituzionecon queste società – queste SRR – cheerano formate da comuni. Il presidentedelle SRR è quindi eletto dai Comuni chefanno parte di quell’ambito territoriale...

PRESIDENTE. Se non capisco male,sono più o meno simili a quelli che erano

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — RIFIUTI — SEDUTA DEL 25 FEBBRAIO 2015

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gli ATO prima. Sono in realtà ambiti, peròsono ambiti che gestiscono...

DOMENICO ARMENIO, dirigente gene-rale della regione siciliana. Sono DomenicoArmenio, dirigente generale del Diparti-mento acque e rifiuti. Le SRR hannofunzione di regolamentazione della rac-colta dei rifiuti, mentre i piani di inter-vento venivano effettuati da comuni o dacomuni associati in ARO. La raccolta ef-fettiva – quindi l’appalto esterno o lamunicipalizzata – la andavano a realiz-zare i singoli comuni, ovvero i comuniconsorziati al fine di ottimizzare i costi.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. L’ARO è appunto l’Am-bito di raccolta ottimale.

DOMENICO ARMENIO, dirigente gene-rale della regione siciliana. L’esecuzioneavveniva per il tramite dell’ente appal-tante.

LAURA PUPPATO. Avete gli stessiacronimi del resto del Paese ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Con la legge n. 3 del 2013fu inserito un comma in uno degli articolidella legge n. 9 (in questo momento nonricordo esattamente l’articolo). Poiché, in-fatti, prima erano previste queste societàdi regolamentazione, che in Sicilia erano18 ma che era difficile far partire (perchétrattandosi di organismi di regolamenta-zione non si capiva chi dovesse material-mente occuparsi della gestione), nel 2013si è deciso di creare questo ambito terri-toriale, chiamandolo però Ambito di rac-colta ottimale, in cui dovevano confluirecomuni che, per tipologie ambientali locali(tutti in montagna oppure tutti a valle,vicino al mare o lontano), potessero riu-nirsi e fare una società, oppure appaltarea terzi con le solite forme previste dallalegge, per poi passare alla gestione delrifiuto. Il problema, per cui si è andato aintasare tutto, è che la legge stabilisce che

gli ARO facciano le gare e il gestore, ancheprivato, che vinca l’appalto debba utiliz-zare il personale SRR ex ATO. Anche sultermine « utilizzare » si è aperto un con-tenzioso, perché qualunque sia il titolo distudio, tutti sono pronti a fare interpre-tazioni autentiche di diritto su cosa signi-fichi « utilizzare ».

Stiamo quindi pensando a una modi-fica di questa parte della legge, per ren-dere più chiaro che cosa si intenda con iltermine « utilizzare ». Comprendete beneche se il personale SRR viene utilizzato acomando, il DURC, il DUVRI e tutto quelloche riguarda la sicurezza dei lavoratori,chi lo fa: la SRR o una società di gestione ?Io ho fatto sicurezza sul lavoro e so beneche ci sono una serie di problemi chevanno affrontati e che secondo me vannoaffrontati adesso. Proprio per questo hoorganizzato questi tavoli di confronto trai sindacati e l’ANCI, perché queste cose sichiariscano adesso. Dico sempre che ab-biamo aspettato tanto, ma questa è « l’oraX ».

LAURA PUPPATO. Dove lavorano ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. In questo momento la-vorano ancora negli ATO in liquidazionecon i commissari liquidatori.

PRESIDENTE. Faccio una proposta,perché questa è una cosa complicata,prettamente siciliana: vi chiederei di farciavere, prima del nostro arrivo in Sicilia,uno schema relativo a cosa erano gli ATOprima e cosa siano oggi le SRR. È beneche tale schema lo faccia la Regioneufficialmente, anche perché questo è unpassaggio cruciale: si trattava di circa 900milioni di debiti acquisiti da questi ATO,di cui confesso di non avere mai capito sefossero gestori diretti, enti regolatori o unacosa mista. Rimane un grande mistero,perché un ente regolatore che fa 900milioni di euro di debito, per chi è abi-tuato in altre regioni, è una cosa incom-prensibile. Se ci fate, quindi, uno schemain cui ci fate capire com’erano organizzati

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gli ATO e come sono organizzate le SRR,questo servirà a chi non è siciliano percomprendere meglio.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Per anticiparvi la su-spence di quella che poi sarà la lettura diquesto schema, mi sono accorta che ogniATO aveva delle regole, delle particolaritàsue. Ci sono, quindi, gli ATO che avevanoamministrativi, perché avevano degli im-pianti da gestire e una piccola quota dilavoratori che si occupavano della rac-colta, mentre altri ATO che appaltavano lagestione della raccolta esternamente. Ar-riviamo al clou: come fallisce l’ATO AltoBelice Ambiente ? L’ATO Alto Belice Am-biente fallisce perché, avendo accumulatoun’enorme quantità di debito, uno deidebitori avanza la richiesta di fallimento e,dopo una fase prefallimentare, che duraquasi un anno, quindi, anche oltre i limitiprevisti dalla legge, viene fuori una sen-tenza in cui si dice che non è la gestionedel servizio che caratterizza la società,bensì, avendo scelto i comuni di fare unasocietà per azioni che rappresentava illavoro che l’ATO avrebbe dovuto fare (tuttii lavoratori erano stati assunti non perpubblico concorso ma per chiamata di-retta o per titoli), a parte la quota inizialedi lavoratori che dai singoli Comuni ven-nero distaccati negli ATO, il resto deilavoratori è stato assunto in queste forme.

L’ATO Alto Belice Ambiente consta di273 lavoratori, laddove, dalle carte delfallimento, emerge che avrebbe potutosvolgere la sua attività con un’ottantina dilavoratori e non con 273. I comuni cheaderiscono all’ATO non hanno versato lequote negli anni, lamentandosi per laqualità del servizio. L’ATO, quindi, eraun’ottima cosa quando c’era qualche pa-rente da far assumere, ma diventava unpeso quando era il momento di pagare. Siè creata, quindi, questa situazione, per cuiil tribunale di Palermo, con questa sen-tenza pubblicata anche su Il Sole24Ore, hadetto che, pur svolgendo un servizio di

pubblica utilità, la natura doveva essereconsiderata privata e quindi soggetta afallimento.

Il 22 dicembre, quindi, è stato dichia-rato il fallimento e, naturalmente, dal 23dicembre tutti i 273 lavoratori, ogni lunedìe ogni giovedì, sono sotto il nostro asses-sorato – gli altri giorni sono sotto laprefettura o sono sotto Palazzo d’Orléans– a manifestare. Dal 22 dicembre, quindi,praticamente, manifestano pressoché quo-tidianamente. Si è allora aperto un tavolodi crisi, dove si è visto che la SRR diriferimento, che prendeva la maggior partedi questi comuni, aveva già creato unasocietà d’ambito per la gestione. Si sta oravalutando se questa società di gestionepossa fare una sorta di affitto di ramod’azienda e quindi prendersi questi lavo-ratori – o parte di essi – per continuarea gestire il servizio, nelle more che questeSRR e i piani applicativi degli ARO par-tano a pieno regime.

Tra l’altro, una cosa analoga è successacon l’ATO idrico sempre degli stessi co-muni, perché sono gli stessi comuni (pos-siamo dirlo senza timore di essere smen-titi) che hanno fatto fallire sia l’ATO idricoche l’ATO rifiuti. L’ATO idrico, che com-prende 42 comuni, tranne il comune diPalermo che ha una sua municipalizzata,aveva una società che si chiamava APS,Acque Potabili Siciliane, anche questa con242 dipendenti, che abbiamo ora scopertoessere quasi tutti amministrativi e spor-tellisti. Ci sono due o tre fontanieri (per-ché nel frattempo hanno fatto carriera equindi chi prima faceva le letture, ora falo sportello e non intende più andare afare le letture) e sono stati esternalizzatitutti i servizi di lettura, ma questo è unaltro capitolo dolente.

MARIASTELLA BIANCHI. Mi perdoni:questa è una situazione che c’è solo inquesto ATO, solo in questi comuni, o ègenerale in Sicilia ? Ci sono altri ATO chesono...

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Questi sono falliti con

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dichiarazione di fallimento, ma ho chiestoai commissari regionali di darmi i bilancie le scritture contabili di ogni singolo ATO.Alcuni li hanno fatti pervenire, altri hannodetto che non li hanno mai approvati, altriancora forse non li hanno mai fatti. Ap-pena avremo il quadro della vicenda cisaranno altre situazioni fallimentari cheverranno al pettine, perché non c’è altrastrada.

STEFANO VIGNAROLI. A parte che midomando se la scelta di utilizzare una SpAper un ATO abbia favorito il minor con-trollo da parte delle amministrazioni, peròla mia domanda è a quanto ammonticomplessivamente il debito di questi ATOe cosa intendete fare per ripristinarlo.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Non sappiamo a quantoammonti il debito se non depositano lescritture o i bilanci da cui ciò emerga. Inoccasione del fallimento di questo ATO,che è il primo di cui hanno dovuto de-positare le carte al tribunale fallimentare,abbiamo visto che l’ATO portava comevoce di credito da parte di un comune untot numero di milioni, ma andando aguardare nel bilancio del comune corri-spondente questa voce non c’era. Non c’èperché, per non fallire a sua volta, ilcomune non la mette nel bilancio, ovveroperché non la riconosce e quindi c’è uncontenzioso. Stiamo chiedendo, quindi,tutte le documentazioni possibili e imma-ginabili per renderci conto di quale siaveramente la situazione, perché anche lì cisono stati commissari liquidatori più attivie incisivi, mentre altri che hanno detto chein un determinato paese un tizio con lacoppola avrebbe potuto dire loro di saperedove abitavano sia loro che i loro figli !

In occasione dell’ultima proroga con-cessa a questi commissari per l’ATO, ab-biamo sostituito quelli più « paurosi » conaltri che sembravano essere più abituati acome si deve resistere in Sicilia. A questi,che si sono insediati da circa un mese,stiamo chiedendo la resocontazione. Èinutile dirvi che all’indomani della nomina

del commissario straordinario, fatta diconcerto con il giudice e con il curatorefallimentare (abbiamo scelto una personadel mio Gabinetto in modo da avere unoscambio), nottetempo sono entrati i ladrinella sede dell’ATO e hanno rubato tutti icomputer e tutta la documentazione ine-rente ai debiti e ai crediti dell’ATO. Siamofortunatamente riusciti a ricostruirla an-che grazie al vecchio commissario liqui-datore e a un suo collaboratore che neavevano una parte nei computer privati dicasa, mentre una parte la stiamo rico-struendo noi. Questo per capire come ci simuove in Sicilia: bisogna essere moltoveloci.

PAOLA NUGNES. Mi perdoni, ma eragià in atto la procedura fallimentare ? Nondovevano essere già stati sequestrati equindi già in possesso della magistratura ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sì, ma il sequestro daparte del tribunale fallimentare constadell’apposizione di sigillo cartaceo nei lo-cali; poi i curatori, con tutto comodo, disolito si recano nella sede e prendono ilibri contabili, molti dei quali ormai sonoin formato elettronico. Tuttavia, di questagestione risponde la curatela fallimentare.

PAOLA NUGNES. Ci sono dei curatori,delle persone responsabili di questo...

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Assolutamente sì, infattiabbiamo fatto immediatamente la segna-lazione in procura, anche perché siamovelocissimi nel fare le segnalazioni in pro-cura. Mi piacerebbe fare dei protocolli trala pubblica amministrazione e le procureper prevenire determinate cose: ci storiflettendo. L’attuale legge n. 9 del 2010prevede che le SRR siano delle « societàconsortili tra comuni », per cui, avendoscelto il legislatore del 2010 la societàconsortile, giurisprudenza insegna che an-che questa è passibile di fallimento: non èesente da questo tipo di procedura.

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GIUSEPPE COMPAGNONE. Eravamopartiti dall’impiantistica.......

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sì, andiamo all’impianti-stica e ritorniamo agli impianti di com-postaggio. Stiamo cercando di svincolarequello di Bisacquino attraverso il commis-sario e quindi di farlo partire a stretto girodi settimane. Serve il tempo per riuscire,con la curatela, ad ottenere il possessodegli impianti di compostaggio. Per gli altridue impianti terminati, di Ragusa e Vit-toria, ho convocato i presidenti delle SRRma anche i commissari liquidatori degliATO, perché vorrei che partisse l’avvia-mento dell’impianto di compostaggio an-cora sotto l’ATO in liquidazione e poi, unavolta partito, questo passasse alle SRR,perché non essendovi coincidenza tra icomuni che facevano parte dell’ATO e icomuni che fanno parte della SRR, an-dremmo sempre in infrazione comunita-ria, posto che il soggetto che ha ricevuto ilfinanziamento deve coincidere con quelloche lo utilizza. Spero di farli partire entropoche settimane. Questi sono quelli rea-lizzati, poi ce ne sono altri in attivazione.Lasceremo agli atti una piantina, ma suquesto lascerei la parola al dottor Arme-nio.

DOMENICO ARMENIO, dirigente gene-rale della regione siciliana. Gli impianti dicompostaggio attivi sono sostanzialmente:Ramacca nel catanese, Alcamo, Marsala,Sciacca. Quello di Ramacca è privato,Castelbuono è pubblico; lo stesso quello diEnna. Poi ci sono Grammichele, Castelve-trano e Sciacca. Devo precisare che lequattro piattaforme, di cui quella di Bel-lolampo in fase di ultimazione (il prossimomese si attiverà il TMB), e le altre tre (cioèEnna, Gela e Messina) sono impianti duali,nel senso che l’impianto di TMB puòfunzionare anche per il compost, quindiman mano che si attiverà la differenziatapotremo diminuire la parte che va al TMBe far funzionare la linea come compost.Questo è molto importante.

PAOLA NUGNES. Non è compost !

DOMENICO ARMENIO, dirigente gene-rale della regione siciliana. Quando la rac-colta differenziata aumenterà, potremoutilizzare quella parte di impianto per farecompost. Erano stati appaltati altri cinqueimpianti di compostaggio con la vecchiagestione commissariale, ma le gare sonoandate deserte, anche perché il cofinan-ziamento pubblico forse era molto basso equindi, anche per il fatto che la differen-ziata raggiunge attualmente il 10 percento, non era conveniente per il privatoandare a investire: li stiamo quindi riap-paltando. Questi cinque impianti sono ditipo anaerobico, mentre le quattro piatta-forme attivate sono di tipo aerobico. At-tualmente, quel 10 per cento di differen-ziata viene trattato negli impianti attivi.C’è pure qualche piccolo impianto privato,nell’agrigentino, che riesce a soddisfare ladomanda di questa piccola percentuale didifferenziata che attualmente viene prati-cata.

PRESIDENTE. Con lei, assessore, sicu-ramente ci rivedremo in Sicilia, perchéconvocheremo il presidente a Palermo epresumo che sarà accompagnato da lei.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Andiamo al file termova-lorizzatori. Come abbiamo detto all’inizio,ci sono stati tre contenziosi che si sonoaperti: quello di natura amministrativa,quello di natura civile e quello penale.Quello amministrativo ha dato ragione allaregione Sicilia (4 su 4), quello civile at-tualmente è pendente. È cambiato di re-cente il giudice assegnatario, perché primaè stata istituita una sezione specializzatain diritto d’impresa, quindi dalla sezioneordinaria civile si è passati a questa se-zione specializzata, poi nell’ambito di que-sta sezione specializzata prima è statodato incarico a un giudice e, il 9 febbraioscorsa, la causa è passata ad altro giudiceil quale, dovendo studiare tutto da capo,credo che abbia fatto un’udienza di meradistribuzione. Il procedimento penale èpendente ancora in fase d’indagine. Sul-l’esito, però, vorrei riferire in seduta se-greta.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — RIFIUTI — SEDUTA DEL 25 FEBBRAIO 2015

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Per quanto attiene alla questione dellarevisione del Piano rifiuti, di cui mi chie-deva l’onorevole, il Piano rifiuti (che inquesto momento è pubblicato anche sulsito del nostro assessorato ed è questo dicui aspettiamo il decreto), essendo unpiano che è stato formulato ed emesso inbase a un’ordinanza emergenziale, è statoformato e trasmesso con procedure sem-plificate. Una volta che sarà terminatal’ordinanza emergenziale, quindi, siamonell’ordinario: il piano non può più con-siderarsi adeguato alla situazione norma-tiva vigente, perché per essere un pianoadeguato – legislativamente parlando –alle direttive europee, esso deve seguiredegli iter, con acquisizioni di parere epassaggi particolari, che in quell’occasionefurono saltati proprio perché eravamo inemergenza. Quindi, era un piano fatto inemergenza che voleva superare un’emer-genza. Ora che l’emergenza non è stata piùreiterata, in automatico è un piano che, astretto rigore di diritto, non è conforme.Ciò non significa che sia un piano illegit-timo o illegale, come taluni in alcuni scrittigiornalistici sostengono: era perfettamentelegale e legittimo per la situazione in cuiè stato creato e formato. Tuttavia, essonon lo è più adesso perché non siamo piùin emergenza. Per questo occorre aggior-narlo, integrandolo di quei pareri e diquelle parti che servono, anche perchériscriverlo tutto da capo significherebbe,intanto, perdere l’attuazione di quello chec’è (vedasi gli impianti di compostaggioeccetera).

Quanto alla questione degli inceneri-tori, che pure erano menzionati in questopiano, che consta di 300 e oltre pagine –non vi nascondo che sono arrivata intornoa pagina 210, quindi mi mancano ancoraun centinaio di pagine per finirlo – lì eraprevista la possibilità, assolutamente open,di utilizzare anche dei sistemi di incene-rimento, lasciando alla fase attuativa lapossibilità di valutare la trasformazione diimpianti esistenti, come per esempio lecementerie o altri impianti già esistenti iquali, purtroppo, per via dell’economiasiciliana in crisi sono in via di chiusura. Siera pensato, in quel momento, anche per

recuperare le maestranze e questi im-pianti, di trasformarli. Tuttavia, siccome inquesti due anni ciò non è stato fatto,stiamo rivalutando e vedendo se ciò nonsia possibile, in che modo e con che tipodi tecnologie, soprattutto utilizzando tec-nologie che abbiano un bassissimo impattoambientale. Da numerosi studi che hofatto da profana, ho visto che molti con-templano la termovalorizzazione comepunto finale della chiusura del ciclo deirifiuti: naturalmente, si prevede la com-bustione non del rifiuto indifferenziato madi quella frazione di rifiuto che non èaltrimenti recuperabile; tolto l’umido, l’al-tra parte che rimane, quella non recupe-rabile – ne esiste una parte ancora recu-perabile – può essere, secondo certi studi,termovalorizzata. Dobbiamo prima pen-sare a come arrivare a questa fase, perchénon è certamente una fase che si potràraggiungere in Sicilia: nel paese dei sognisi potrebbe pure, però entro l’anno sicu-ramente no. Quindi, in un progetto a lungascadenza, che non credo potrò portare atermine io, vorrei almeno lasciare lastrada...

STEFANO VIGNAROLI. Posso chie-derle quali sono questi studi ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Quali ?

STEFANO VIGNAROLI. Gli studi chelei ha citato: a che cosa si riferisce ?

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sono studi della lettera-tura scientifica. I nomi non li ricordo inquesto momento e la bibliografia non cel’ho. So anche che c’è una bibliografia dialtri ambientalisti, ma anche di sociologi.Per carità, non è una provocazione: iosono sempre stata una studiosa, nel sensoche ho avuto anche la fortuna, per unbiennio, di essere nel Comitato scientificodel Consiglio superiore della magistraturae mi piaceva organizzare i corsi di for-mazione permanente dei magistrati, por-

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tando su ogni tematica voci pro e vocicontro. Ritengo che la migliore decisione,qualunque essa sia – perché una decisionealla fine si deve prendere – si debbaprendere valutando tutti i pro e tutti icontro, non innamorandosi aprioristica-mente di una tesi piuttosto che di un’altra.Spero, nei sedici anni in cui ho fatto ilpubblico ministero, di non essermi maiinnamorata di una tesi investigativa piut-tosto che di un’altra, ma di averlo fattocon la laicità che pretende l’ordinamentoquando si fa il giudice, anche nella fun-zione del pubblico ministero. È necessariosentire tutte le versioni e tutte le campane.Facendo una scelta, si dovrà per forzascontentare qualcuno, però se si scontentala porzione più piccola possibile è sempreun risultato per me positivo. Lo ripeto,sarebbe bello avere delle situazioni chefanno contenti tutti, però l’accettazione delrischio...

PAOLA NUGNES. Mi scusi......

PRESIDENTE. Scusate, rimaniamo altema della Commissione. Quanto alle di-verse visioni su come si gestisce il ciclo deirifiuti avveniristico, non è la sede adattaper parlarne. Chiedo scusa, può conti-nuare.

PAOLA NUGNES. Presidente, però nonha sentito la mia domanda !

PRESIDENTE. No, la domanda va be-nissimo: lo dico a scopo preventivo. Poi lasenatrice può fare la domanda e chiederequello che vuole, ci mancherebbe. A scopopreventivo, ribadisco che non è questa lasede di discussione per capire se è meglioun ciclo integrato dei rifiuti che si chiudecon la selezione del prodotto o in mododiverso: la sede non è questa. Tra l’altro,stiamo parlando di una situazione dove c’èil 10 per cento di raccolta differenziata,con una situazione di emergenza, conindagini in corso di tutti i tipi e di tutti igeneri. Adesso non possiamo disquisire.

PAOLA NUGNES. Presidente, io nonvolevo disquisire e mi dispiace quando si

fa una pre-analisi delle mie intenzioni.Visto che avevo fatto all’assessore unadomanda, cioè quale fosse l’intenzionenella revisione del Piano, se si puntavaquindi all’incenerimento, adesso le chie-devo di stringere sulla domanda, visto che,fatti i dovuti studi e le dovute analisi comela sua natura la porta giustamente a fare,vedo che l’assessore già si è posta su unasoluzione che è chiaramente il frutto diun’analisi approfondita e non di un pre-giudizio.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. No, però la voglio tran-quillizzare: alla soluzione ancora non cisono arrivata, nel senso che il tavolo staaffrontando tutte le tematiche. Peraltro, aquel tavolo è seduto il professor AurelioAngelini, uno che non ama l’inceneri-mento; vi è seduto anche Domenico Fon-tana, un rappresentante di Legambienteche certamente non è per l’incenerimento,e poi anche altri professori. Ripeto, primabisogna studiare.

LAURA PUPPATO. Io amo molto glistudiosi, ma ci sono esperienze concrete inItalia che potete copiare ?

PRESIDENTE. Scusate, non dobbiamosuggerire alla Regione Sicilia come impo-stare il suo Piano dei rifiuti. Noi dobbiamoverificare, altrimenti facciamo un altrolavoro. Capisco che tutti ci innamoriamodi questa discussione, nel senso di chi diceche è meglio questo o è meglio quell’altro.C’è una varietà, ma non mi permettoneanche di entrare nel merito.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Per carità, copiando nonsi sbaglia mai, però bisogna copiare con ilmateriale che c’è. Stiamo vedendo primadi tutto che tipo di disponibilità economicaabbiamo e quali sono le aree disponibili.Potremmo dire teoricamente sì all’incene-ritore e poi, magari, in Sicilia, a causa deivincoli, scoprire che non c’è un posto dovefarlo. Tutto deve essere poi contestualiz-

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zato. Comunque, lo ripeto, è tutto davenire. Consentitemi: dal 9 dicembre adora stiamo cercando, un passo alla volta,intanto di verificare quali sono le criticitàesistenti e perché l’esistente non parte.Quindi, vorremmo far partire l’esistente equesto già sarebbe un risultato per meragione di grande gioia. Infatti, le due cosestanno andando parallelamente: intanto sicominci lo studio anche per un piano,altrimenti, se prima aspettiamo di finireuno step e poi cominciamo l’altro, neanchetra venticinque anni riusciremo a cavarequalcosa. Sulle dichiarazioni del dirigentegenerale Lo Monaco, che si occupa dienergia e fonti rinnovabili e che sostieneche non si potrà arrivare oltre il 40 percento, posso dire che, poiché non ha fattoa me questo tipo di dichiarazione, né miha spiegato su quali basi le ha fatte,approfondirò la questione chiedendoglisulla base di quali elementi si è espressoe poi sarò in grado di rispondervi.

Sulle dichiarazioni de relato non in-tendo esprimermi in questa sede, perchénon ho gli strumenti per poter...

PRESIDENTE. Scusate, faccio un po’ diordine dei lavori. È necessario fare l’Uf-ficio di Presidenza, assolutamente. Chie-derei all’assessore di arrivare più o menoalle 16, non più tardi, per poi fermarcicinque minuti. In sede di Ufficio di Pre-sidenza devo anche darvi informazioniabbastanza importanti. Visto che non fi-niamo qui, magari sulle cose che riman-gono da chiarire può scriverci due righe...

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Io ho l’aereo alle nove,quindi se volete...

PRESIDENTE. Siamo noi che non ce lafacciamo, perché dopo iniziano i lavori inAssemblea.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Riprendiamo. Sulla que-stione emergenza mi è stato domandato seintendo chiederla. Questo assessore vor-

rebbe non chiederla: avrebbe questogrande sogno di far partire l’esistente e diregolamentare le cose senza ricorrere al-l’emergenza. Se poi, strada facendo, do-vessi vedere dei ritardi eccessivi, allora,con un cronoprogramma ben strutturato econ un percorso ben definito, solo inquell’ipotesi potrei varcare la soglia dellaPresidenza del Consiglio dei ministri illu-strando le ragioni della richiesta, illu-strando che mi serve l’emergenza peravere un accorciamento dei tempi al finedi poter realizzare tutto questo nella metàdel tempo. Tuttavia, chiederei lo stato diemergenza sulla base di un programmapreciso: l’ho considerato come piano C,non come piano B. Sul livello di satura-zione delle discariche, di discariche neabbiamo attualmente in uso sette, di cuiquattro sono quelle private, di cui hodetto, anzi tre, perché Mazzarrà Sant’An-drea è chiusa. Quindi, tre sono le disca-riche private. Le altre quattro sono pub-bliche e sono di capienza minore. Pur-troppo, sono tutte vicine a saturazione,come ho detto.

Infatti, abbiamo un report, che vi la-sceremo, in cui si riferisce sostanzialmenteciò che si sta cercando per ora di fare, cioècontinuare, attraverso il meccanismo del-l’articolo 191, ad abbancare in questediscariche per guadagnare quel tempoutile ad attivare gli impianti di compo-staggio e cominciare a togliere l’alibi aicomuni che non fanno la raccolta diffe-renziata perché non c’è il posto dovemettere i rifiuti: credetemi, è un alibi.

Purtroppo, è nella mentalità del sici-liano mettere tutto nel sacchetto fuoridella porta, anche – si fa la battuta – lasuocera, se potesse. La RAP, peraltro, hautilizzato questa idea: in una pubblicitàper sponsorizzare il servizio di ritiro degliingombranti porta a porta, hanno messoanche la sagoma della suocera. Si è sca-tenata una bagarre giornalistica su questascelta poco felice di unire la suocera...

PAOLA NUGNES. Tolte le protesi, èumido !

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità della

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regione siciliana. Questa è ancora più cat-tiva ! In Sicilia ancora la moda dellasuocera con protesi non è......

Ancora sono le mogli interessate daprotesi varie. Il silicone è più per lequarantenni o le cinquantenni. Le signorepiù anziane ancora non si sono lanciate.Cambiare la mentalità del cittadino èveramente difficile. Un esempio per tutti:abito a Palermo, dove la differenziata ècominciata a step, per quartieri; ebbene,nei quartieri di Palermo centro si fa laraccolta differenziata, ma io abito a Mon-dello, dove ancora i recipienti per ladifferenziata non sono stati distribuiti; ilsabato e la domenica noi residenti tro-viamo sacchetti che non appartengono anoi (noi usiamo tutti lo stesso tipo disacchetto). Insomma, c’è gente che il sa-bato notte viene a portare l’immondiziaindifferenziata nei nostri cassonetti: lodico per farvi capire qual è la mentalitàdel siciliano tipo. Il livello di saturazione,purtroppo, lo stiamo raggiungendo.

Con riferimento alle autorizzazionicontro la legge, non è che ci fosseroautorizzazioni contro la legge. Penso chevoi abbiate letto le conclusioni dell’ispe-zione che fece fare l’assessore Marino,nonché le conclusioni di un’ispezione che,immediatamente dopo, fece fare il Presi-dente Crocetta, in vigenza Calleri, su un’al-tra discarica privata che era in via direalizzazione, sempre nella zona del mes-sinese, anche questa bloccata in via diautotutela amministrativa. Praticamente siè visto – lo testimonia la cronaca giudi-ziaria – che vi era qualche funzionarioinfedele (possiamo dire, a nostra discolpa,non del nostro dipartimento ma dell’as-sessorato ambiente e territorio) che conmolta facilità e superficialità rilasciavaautorizzazioni in cambio di denaro, quindisorvolando anche quando i pareri nonerano proprio perfetti. Questo ha compor-tato la chiusura, laddove c’è stata necessitàdi far ciò. Dovrebbe esservi arrivata unanota, che abbiamo mandato il 23 febbraio,nella quale, in via molto schematica, si dàatto, discarica per discarica, di cosa è stato

fatto in questi tre mesi post ispezione perriportare a legalità lo status. Voglio quindichiudere con una nota positiva.

PRESIDENTE. Dobbiamo prevedere,alla fine, due o tre minuti per la questionedi cui lei vuole parlarci in seduta segreta.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Sì, assolutamente.

PRESIDENTE. Su tutte le altre do-mande che non siamo riusciti ad evadere,sarebbe meglio che ci scriveste una notaprima del nostro arrivo. Aggiungo anche iltema dei rifiuti industriali: per quantoriguarda le vostre competenze, se ci datequalche dato e qualche indicazione relativia dove vanno a finire ci sarebbe utile.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità dellaregione siciliana. Vi chiederei di inviarci levostre domande un po’ più nel dettaglio, aldi là degli appunti che ho preso io, così dapotere rispondere in maniera più precisa,oppure di mandarci il resoconto, nonappena pronto, da cui poterle ricavare.Come dicevo, una nota positiva è data dalfatto che, insieme all’assessorato attivitàproduttive, abbiamo portato in Giunta unprotocollo che nasce da una serie di in-contri in tavoli tecnici organizzati pressola prefettura di Catania. A seguito di ciò,abbiamo formulato delle linee guida per ilprotocollo di accettazione e gestione deirifiuti e dei rottami metallici ferrosi e nonferrosi.

Abbiamo, quindi, dato un protocolloper l’individuazione del rottame ferroso, incui spieghiamo cosa deve intendersi perrottame ferroso, che sarà il primo passo diun percorso che vuole portare alla trac-ciabilità della filiera, al fine di toglieresostanzialmente questa fetta di mercatoabusivo. Purtroppo, per quanto riguardatutti i raccoglitori del ferro, se non sono inodor di mafia, vi dico comunque per poterraccogliere il ferro nei quartieri e nellevarie zone, si deve dare un contributo alboss di riferimento. Quindi, per eliminare

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tutta questa fascia di abusivi che ingros-sano – anche con spiccioli, però sonospiccioli continui – le file dell’economiamafiosa, con questo protocollo si vuoledare una tracciabilità dei rottami ferrosi.

Inoltre, sempre nell’ultima Giunta, ab-biamo approvato l’APQ – l’accordo diprogramma quadro – sulle discaricheabusive e abbiamo individuato intantonove, se non erro, discariche abusive,affinché siano utilizzate le somme previstee finanziate per metterle in sicurezza,chiuderle e salvaguardare le zone, nelpieno rispetto dell’ambiente e dei cittadini.Il discorso riguarda anche il SIN di Priolo.Noi ne abbiamo individuate intanto nove,che erano quelle immediatamente cantie-rabili, in modo che partano i lavori ilprima possibile. Per la parte che segue,tuttavia, vorrei procedere in maniera ri-servata.

PRESIDENTE. Dispongo la disattiva-zione dell’impianto audio video.

(La Commissione prosegue in sedutasegreta).

PRESIDENTE. Grazie, assessore. Lemanderemo il materiale chiesto. Probabil-mente avremo occasione di vederci inSicilia.

VANIA CONTRAFATTO, assessore al-l’energia e ai servizi di pubblica utilità della

regione siciliana. Vi consiglio di attendereancora qualche settimana perché per orala Sicilia è presa da un tifone e stapiovendo incessantemente da una setti-mana. Ci sono problemi anche per gliatterraggi degli aerei.

PRESIDENTE. La missione è il 9marzo. La ringrazio e dichiaro conclusal’audizione.

La seduta, sospesa alle 16.05, riprendealle 16.10.

Comunicazioni del Presidente.

PRESIDENTE. Comunico che l’ufficiodi presidenza della Commissione, integratodai rappresentanti dei gruppi, nella riu-nione appena svoltasi, ha deliberato che, altermine dello svolgimento dell’approfondi-mento sulla regione siciliana, la Commis-sione inizierà quelli relativi alle regioniCampania e Lazio.

La seduta termina alle 16.15.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTIESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampail 9 maggio 2015.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

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