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SEDI Gjornâl di Lavarian Edizion La Torre DALL’ASSOCIAZIONE CICLOROE 2010: LA ROGGIA È SFOCIATA NEL MARE! Finalmente, dopo tanti tentativi, la Roggia è sfociata nel mare. A Marano. Quando siamo partiti con la prima edizione della Cicloroe nove anni fa, l’intento era quello di ripercorrere il corso della Roggia partendo dal Torrente Torre a Zompitta, da cui oltre 700 anni fa venne derivato un canale artificiale, per portare acqua corrente, vita ed energia verso il medio Friuli che ne era privo. Però non di semplice tragitto stradale si è trattato, ma di un vero e proprio approfondimento storico e culturale. Direi una domenica “Bici e Cervello” in quanto, addentrandoci per strade secondarie, durante il percorso si sono analizzate e scoperte molteplici testimonianze storiche, artistiche ed antiche situazioni del territorio sconosciute ai più. Il particolare vantaggio di avere sempre con noi il prof. Erminio Polo, ci ha permesso di partecipare a delle vere e proprie lezioni di storia, toponomastica e storia dell’arte direttamente sui posti attraversati dalla carovana. E questa peculiarità ha accompagnato tutte le edizioni che vennero fatte negli anni successivi : a Cividale con San Paolino, a Fagagna con le Cjase Coçiel, a Gemona con San Antonio; poi scendendo verso la zona delle risorgive, il ruolo di anfitrione e trascinatore del gruppo è stato assolto da Ermanno Zanello di Talmassons e da altri conoscitori del Biotopo di Flambro che ci hanno fatto da guida in questo straordinario paradiso d’acque sorgive sulla porta di casa. In definitiva il clichè è ormai collaudato: si parte da Lavariano di buonora al mattino, si transita in N°40 LUGLIO 2010 BUONA ESTATE

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SEDI NÔ Gjornâl di Lavarian

Edizion La Torre

DALL’ASSOCIAZIONE

CICLOROE 2010: LA ROGGIA È SFOCIATA NEL MARE!

Finalmente, dopo tanti tentativi, la Roggia è sfociata nel mare. A Marano. Quando siamo partiti con la prima edizione della Cicloroe nove anni fa, l’intento era quello di ripercorrere il corso della Roggia partendo dal Torrente Torre a Zompitta, da cui oltre 700 anni fa venne derivato un canale artificiale, per portare acqua corrente, vita ed energia verso il medio Friuli che ne era privo. Però non di semplice tragitto stradale si è trattato, ma di un vero e proprio approfondimento storico e culturale. Direi una domenica “Bici e Cervello” in quanto, addentrandoci per strade secondarie, durante il percorso si sono analizzate e scoperte molteplici testimonianze storiche, artistiche ed antiche situazioni del territorio sconosciute ai più. Il particolare vantaggio di avere sempre con noi il

prof. Erminio Polo, ci ha permesso di partecipare a delle vere e proprie lezioni di storia, toponomastica e storia dell’arte direttamente sui posti attraversati dalla carovana. E questa peculiarità ha accompagnato tutte le edizioni che vennero fatte negli anni successivi : a Cividale con San Paolino, a Fagagna con le Cjase Coçiel, a Gemona con San Antonio; poi scendendo verso la zona delle risorgive, il ruolo di anfitrione e trascinatore del gruppo è stato assolto da Ermanno Zanello di Talmassons e da altri conoscitori del Biotopo di Flambro che ci hanno fatto da guida in questo straordinario paradiso d’acque sorgive sulla porta di casa. In definitiva il clichè è ormai collaudato: si parte da Lavariano di buonora al mattino, si transita in

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qualche sito particolarmente interessante fermandosi per la merenda, sempre gradita da tutti e si arriva a destinazione. Poi naturalmente arriva l’ora di pranzo, rigorosamente abbondante, ed autogestito dai partecipanti. Una vera e propria gara di partecipazione nella preparazione e nello sgombero del banchetto. Il pomeriggio è destinato, con ritmi più smorzati, ai giochi di società, canti, chiacchiere, pennichelle, alla conclusione delle visite ed al pigro rientro a casa. Quest’anno dunque siamo arrivati al Mare, probabilmente non di primissima scelta, ma sempre di mare si trattava. Dopo aver visitato la ricca chiesetta dedicata a San Tommaso di Canterbury a Carlino, (curiosamente una chiesa in memoria di un santo inglese, la cui devozione forse risale al periodo di sviluppo del traffico commerciale marittimo sul fiume Zellina) , ed aver fatto colazione, siamo arrivati alla Riserva Naturale del WWF di Marano. Qui, stimolati dalla guida del parco che ci accompagnava, abbiamo visitato l’oasi naturalistica con piacevoli sorprese sull’habitat naturale presente. Quindi pranzo sulla “playa” per tutti, fronte mare, quasi come a Ravello o a Taormina. I più piccoli hanno poi rotto gli indugi approffittando per fare i primi indimenticabili bagni di stagione. Nel pomeriggio si è visitato il

centro storico accompagnati da una guida maranese che ci ha illustrato gli antichi fasti della comunità lagunare veneta, la nascita di un’economia di sussistenza legata al commercio del pesce iniziata negli anni del dopoguerra con le eroiche “Pessaris” che venivano a vendere/barattare il pesce nei nostri paesi con le biciclette o con il “Mosquito”, lo sviluppo economico con la motorizzazione delle barche da pesca che permise ai maranesi di uscire a pescare fuori dalla laguna, la nascita della Cooperativa Pescatori e le nuove prospettive economiche dopo la chiusura della secolare fabbrica della Maruzzella. Il rientro molto afoso, con tappa a Corgnolo per la merenda, si è concluso con un programmato diluvio tropicale che ha chiuso magnificamente la giornata. Queste importanti giornate sono ancora realizzabili grazie alla fusione dei tanti IO in un unico NOI. A Lavariano ce la facciamo ancora. Un sentito grazie va anche all’associazione Naturalmente Lavariano, a Almerino Zanutta, Pietro Boldarino e Danilo Bernardis, per la logistica; a Gabriele Durì e Gustavo per la preparazione e la cottura del pane, che da anni non si mangiava così di “Gusto”.

Bepo Savani

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GIOCHIAMO A FARE TEATRO!

Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno scolastico, il progetto “Giochiamo a fare teatro” è stato riproposto alle classi 4^ e 5^ dall’Associazione La Torre per l’anno 2009-10. È stato quindi presentato alla scuola di Lavariano un percorso per favorire l’espressività e la creatività attraverso la pratica teatrale e giungere all’allestimento di uno spettacolo da rappresentare. In 4^ sono stati svolti diversi esercizi di conoscenza, di presentazione di sé stessi e di immaginazione e improvvisazione per favorire una sicurezza nell’affrontare un “pubblico”. Inoltre durante tutto il percorso è stato dato risalto al rispetto di poche regole fondamentali nel teatro, ma che hanno anche un valore nell’ambito scolastico quali: parlare uno alla volta, ascoltare chi parla ed intervenire quando ha finito, non dare le spalle ed utilizzare un tono di voce alto, ma senza gridare. Ampio spazio è stato dedicato alla liberazione della creatività: gli alunni hanno ideato e scritto diverse storie a partire da immagini o disegni di personaggi e le hanno poi drammatizzate e rappresentate davanti ai compagni. Una di queste storie, “Cassandra, Verdurano e la maledizione”,

è stata presentata ai genitori durante la recita conclusiva insieme ad un altro testo, adattato e rielaborato: “La lettera di Ramesse”. In classe 5^ il lavoro è stato organizzato in maniera diversa, cercando di rafforzare alcune competenze introdotte nel percorso dell’anno scolastico precedente. La 5^ ha lavorato su “La nascita di Roma”, testo che è stato accolto con entusiasmo dalla classe che, insieme al vulcanico maestro, ha modificato ed ampliato il copione personalizzandolo, tanto che tutti gli alunni si sono impegnati molto per la riuscita della recita finale e questa ha avuto un risultato molto soddisfacente. Il saggio finale, che si è svolto venerdì 29 maggio presso la Casa della Gioventù di Lavariano, è stato organizzato insieme all’insegnante di musica per realizzare un unico evento alla presenza di tutti i bambini della scuola primaria ed è stato un’occasione divertente per vedere all’opera i piccoli attori. I nostri complimenti a tutti i bambini!

Alessandra Nardini

SCIROCCO PER CENA Questo è stato il titolo del nostro saggio teatrale di fine corso, che si è tenuto il 19 giugno 2010 nella Casa della Gioventù di Lavariano, sostenuti da un pubblico sempre folto ed entusiasta. La nostra cara ed instancabile regista Alessandra Nardini ha saputo condurre il nostro gruppo con estrema capacità, pazienza, bravura e tanto affetto… riuscendo a trarre, a tirar fuori il meglio di noi stessi … stimolandoci continuamente con la musica, i balli, i disegni, le improvvisazioni, i travestimenti… e molto di più!!! Ci siamo anche divertiti… assai!!! “Grazie Ale, per averci dato l’opportunità di vivere e con-dividere assieme, momenti FORTI… di crescita interiore… e non solo, momenti significativi ed indelebili che Noi, anno dopo anno, conserviamo gelosamente nei nostri cuori!!!” Arrivederci al prossimo corso… e W IL TEATRO!!!

Signora Lilli e i suoi invitati

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_______________________________________________________________________________________ ANTONIETTA E LUIGI: SESSANT’ANNI INSIEME Il 5 agosto 2010 ricorrono i 60 anni di matrimonio di Antonietta Odorico e Luigi Levaponti: una vita insieme, vissuta con grande umiltà, segnata dal lavoro e dal sacrificio. E’ una ricorrenza salutata con grande gioia condivisa dai figli, dalle nuore, dai nipoti e dai pronipoti. Ricordiamo alcune frasi “d’amore” scritte dal giovane Luigi nel retro di alcune fotografie: “Antonietta, quando non ti vedo, mi sembra di essere senza un occhio” ; “Antonietta, sono solo che penso soltanto a te che sei tu solo per me”. Alla coppia veterana gli auguri più calorosi da tutti i parenti e dalla comunità lavarianese!

___________________________________________________________________________________ 8° CONCORSO LETTERARIO PAOLINO D’AQUILEIA Il giorno 4 giugno 2010, nella Casa della Gioventù di Lavariano si è svolta la cerimonia di premiazione del Concorso di Prosa e di Poesia italiana e friulana denominato Paolino d’Aquileia. Una serata davvero speciale fatta di pensieri, di parole, di poesia e di musica dedicata ai bambini. Il Concorso, giunto alla sua ottava edizione, è una iniziativa della Torre molto positiva perché sollecita i giovani alunni delle Scuole primarie del Comune ad esprimere i propri vissuti e le proprie esperienze umane ed affettive attraverso i mezzi della prosa e della poesia. Si è riscontrata con soddisfazione una vivace partecipazione da parte delle alunne e degli alunni delle classi terze, quarte e quinte di Lavariano e della classe quinta di Mortegliano, con la presentazione di un alto numero di lavori: una novantina di opere tra italiano e friulano. Si sa che dietro agli alunni ci sta il grande impegnativo lavoro svolto dagli insegnanti che hanno saputo con maestria e rispetto sollecitare, stimolare, indirizzare gli alunni nella preparazione dei testi, animarli nell’apprendimento delle tecniche e rispettosamente guidarli nella espressione dei loro vissuti. I migliori testi sono stati letti sul palco davanti ai genitori ed al caloroso pubblico presente in sala, alla presenza della pregiata giuria che ha espresso i propri apprezzamenti e le motivazioni delle scelte. I premi consegnati ai bambini (le macchine fotografiche, i vocabolari di italiano e friulano, gli abbonamenti a riviste interessanti ed istruttive),

vogliono essere piccoli strumenti che stimolino il piacere di imparare e di ben esprimere. La serata è stata brillantemente animata dalla musica della nostra Filarmonica Giuseppe Verdi che quella sera con la sua presenza ha voluto onorare il concorso con un omaggio speciale ai bambini. Con un programma particolare ed uno stile di presentazione studiato tutto per loro, ha voluto dimostrare quanto sia bello conoscere la musica, saper suonare uno strumento musicale e far parte della Banda. In quella sera ancora una volta ci siamo sentiti orgogliosi della nostra banda, una opportunità straordinaria in paese per i nostri ragazzi che vale la pena di prendere in considerazione.

Lucia Turello

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POESIE PREMIATE IN LINGUA FRIULANA

JO E LA BICICLETE Jo o cor pe vie, o pedali svelte e po biel plancon: o ai voie di rivâ te fatorie... Cheste biciclete e je un avion. Mi sint libare e contente il vint mi sfolmene i cjavei. Cuissà mê mari, ce che e disarà devant i ristiei, intant che mi spiete. O mi sint lizere e fuarte tant che une plume colade di une ale. A corin vie mûrs, balcons e puartis, ma la fuarce e cale e jo o soi aromai madure. Cumò e je ore di tornâ dongje jo e la mê biciclete... e je finide cheste spassizade! Vele chi, o soi rivade! O jentri in cjase, ...la mame che mi spiete! SOFIA PADULA Prima classificata

FIN TAL TOR Jo o ven di cjase, di premure, che in man di pan o ai ancjemò une fete e in chê altre man la tace. Jo o cor al tocâ dal campanon. Cjalant il cîl un cocâl o viôt: un moment, mi disconcentri, e o fâs un rondolon. No mi sint propite ben, ma pronte o jevi sù: il timp al cor! O ai di rivâ al gno Tor. E alore o viôt un fat no tant biel: a son in doi, cu la mace e cul scarpel che a àn voie di jentrâ tal cjampanîl. Plombi jo su lôr! O cjapi la cubie pal copin li sdrondeni e li sgurli tal curtîl. Veju che a scjampin! Puarins! A no savevin che a Lavarian, dal cjampanîl, o soi jo il vuardian! ANNA SIGNOR Seconda classificata LIS MÊS BESTIIS Jo o ai un cjan, une ocje e un cjaval che a sberlin se a àn fam. Il cjan al è bassot, il cjaval al va al trot e la ocje, puarine, a va ator simpri bessoline. Insome, la cjase di Marie, e je scuasit une fatorie! MARIA STELLA ZAMPA Terza classificata

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SEDI NÔ, edito dalla Associazione Culturale LA TORRE di Lavariano, stampato in proprio e distribuito in tutte le famiglie. Redazione: il Direttivo.

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POESIE E PROSE PREMIATE IN LINGUA ITALIANA IL MIO ALBERO Adesso il mio albero sorge imponente in giardino, ma io l'ho visto da quando era piccolino, con i suoi rami fini fini su cui si posavano tanti uccellini. Adesso invece è così grande che tanta ombra espande. In primavera rinasce maestoso e si risveglia dal suo lungo riposo! Con tanta allegria e vivacità fa crescere verdi foglie qua e là. Nelle giornate di solleone lo uso come ombrellone, ci salgo sopra con un salto e leggo un libro a tono alto, così che lui possa sentire e insieme a me capire. Quando lo abbraccio stretto e il suo tronco stringo al petto, ricambia oscillando le sue fronde regalandomi le emozioni più profonde. Io con lui ci sono nata e gli sono molto affezionata! BENEDETTA COMAND Prima classificata IVONA Ivona, la nostra amicizia è come una fiaccola d'amore che quando brucia batte forte il cuore. La nostra amicizia è come un forte vento che quando arriva non dà tormento. Se guardo il soffitto per un dolore, so che ci sei tu a scaldarmi il cuore. Sei l'amica di tutte le ore e hai un posto speciale nel mio cuore! Con te ho riso e pianto... di tempo ne è passato tanto! Quello che desidero più di tutto, è che tra noi non succeda niente di brutto... che nessuna di noi procuri all'altra alcuna ferita, così da rimanere amiche per tutta la vita! MICHELA BANDALO seconda classificata

LA GAZZA Cara gazza, nera e bianca, lo sai tu dov'è la calza che avevo lasciato sulla panca? Cara gazza, dal becco arancione, vorrei sapere se hai preso tu quel pezzo di pane, che avevo lasciato sul balcone? Cara gazza, sei una ladra entri, prendi e porti via, senza mai lasciar la scia. SILVIA LAZZARINI Terza classificata

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NON MI POTRO’ MAI DIMENTICARE… Non mi potrò mai dimenticare… di una giornata speciale per me! Ho incontrato una signorina fantastica, che è diventata anche molto importante per me! Me l’hanno presentata il papà e Riccardo mio fratello, quando siamo andati al Città Fiera a Udine a fare un giretto! Non vi ho detto la cosa più bella: si chiama Paola “l’angioletto”… (così la chiamo io). E’ un bellissimo nome secondo me. Adesso ve la descrivo; è mora, ha i capelli lunghi fino sulle spalle, curati; gli occhi son di un colore bellissimo: azzurro cielo. Le sue orecchie non sono né troppo piccole, né troppo grandi e sfoggia spesso orecchini di perle. Il suo naso è perfetto, come nessuno ha mai visto; la bocca è carnosa e ricoperta da un gloss spettacolare; il viso è meraviglioso ed ovale. E’ gentile, allegra e molto simpatica: fa tante battute bellissime che fanno ridere tutti quanti. Il fisico è normale: né cicciottella né magra; sta bene così com’è! L’abbigliamento per lei è molto importante: preferisce abiti sportivi, ma nelle occasioni più importanti si veste elegantissima (non ve la immaginate mai e poi… mai!). Vi faccio un esempio: esce per fare la spesa, si veste sportiva con scarpe da ginnastica, pantaloni di danza, magliette colorate e una giacca in pelle. Quando, invece, esce per andare al ristorante, si mette molto elegante: gonna nera o pantaloni neri, magliette originali e nei piedi calza tacchi di 10 cm! Adesso Paola è diventata mia mamma! Ho sempre desiderato avere una mamma così speciale e sarò superfelice di averla! Le voglio molto bene e vado sempre d’accordo con lei. VALENTINA BERNARDIS Prima classificata UN SACCO DI AMICI Sapete voi che classe fantastica ho io? E’ la classe quarta di Lavariano, una classe molto strana, ma, allo stesso tempo, fantastica. Siamo quattordici alunni uguali, ma diversi insieme. Valentina, che si veste sempre alla moda, capelli castani sciolti, alta, magrolina e di carattere socievole. Lorenzo, invece, è un ragazzo timido e silenzioso, s’impegna nei suoi compiti; si veste con jeans e maglietta e non gli importa tanto della moda. Poi c’è Nicole, che porta gli occhiali, alta più o meno quanto me, calza sempre scarpe da ginnastica, pantaloni e maglietta; ha un carattere vivace. Corinne, ragazza alta, magra, naso alla francese, è una dei miei due migliori amici. Si veste sempre con felpe e pantaloni lunghi ed ha un carattere socievole (lei dice anche permaloso, ma secondo me non è vero). Leonardo, invece, si emoziona ogni volta che sta davanti a tanta gente; ama scrivere in piccolino. Il suo carattere è simpatico e “ridoloso”(a scuola lo definiamo “ridoloso” perché gli vien spesso la ridarola). Gioele è l’altro mio migliore amico: è alto più o meno come me, ha gli occhiali ed è molto simpatico. A scuola prende sempre dieci. Si veste in modo sportivo con le scarpe di colori prevalentemente scuri. Poi c’è Elisa veramente molto, ma molto simpatica. Ha i capelli ricci; porta sempre in testa una fascetta o un cerchietto. Ha un carattere esuberante e si accontenta di piccole cose per essere felice. Poi viene Alice, più bassa di me, capelli fino alle spalle castani. Il suo carattere è sveglio e deciso. Hossam, invece, viene dal Marocco! Una fortuna, per noi, perché così possiamo conoscere qualche parola nella sua lingua e notizie interessanti sul suo paese. E’ simpatico e vivace ed è un ottimo amico, ve lo garantisco! Rebecca è la più piccolina della classe, capelli corti, biondi e lisci; gentile e aperta con tutti. Poi c’è Cristian col codino; è più basso di me ed ha un carattere socievole. Dopo c’è Eric, molto esuberante (forse anche troppo), ma generoso e simpatico. Dice sempre che il Milan è la sua squadra di calcio preferita. Infine ci sono io e Maria Stella. Io ho un carattere esuberante e non amo la moda. Mi piace “chiacchierare”, ma soprattutto studiare e imparare tante cose nuove!!! Maria Stella, invece, è la più alta della classe (155 cm e più), capelli lunghi, lunghi. Il suo carattere è vivace. Vedete: avevo ragione, è la classe più strampalata del mondo!!! Ma… la migliore! Evviva la classe quarta di Lavariano! FRANCESCA VIRGOLINI Seconda classificata

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IL MIO PAESE LAVARIANO Io abito a Lavariano, un piccolo paesino di campagna ed è proprio questo che voglio descrivere. In mezzo al paese c’è un’ampia piazza, con una fontana molto carina ed al centro c’è una bella chiesetta e un campanile millenario, che in passato era una torre. Adesso ha tre belle campane ed un grande orologio che segna le ore ogni giorno. Dalla piazza si diramano molte strade: una porta a Pozzuolo, una a Mortegliano, una a Chiasiellis ed una nella scuola. Ah, già, la scuola! … mi stavo per dimenticare; è un edificio rosa a due piani; io sono al primo piano, in quarta. La scuola si trova in mezzo ad un enorme cortile circondato da cipressi molto alti e “anziani”. Continuando la strada che porta a Chiasottis c’è la mia casa, di color giallo ed è “addobbata” di fiori tutto l’anno. Il mio paese ha anche il cimitero, dove riposano le persone vissute qui per molti anni. A Lavariano si festeggiano molti avvenimenti; tra questi è molto bella la festa dell’oca; inoltre il secondo sabato del mese c’è un mercatino dei prodotti tipici del paese che si svolge proprio in piazza. Come vedete questo piccolo paese ha tutto per viverci bene (c’è anche una piccola locanda). Non cambierei mai paese, perché qui ci vivo proprio bene e ho tutto quello che mi rende felice. GIOELE GOTTARDO Terzo classificato

Alcuni dei bambini premiati, con gli insegnanti e i membri della giuria.

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CRONACA DAL PAESE PETIZIONE POPOLARE PER L’UFFICIO POSTALE DI LAVARIANO In questi giorni abbiamo chiuso la campagna a favore dell’ufficio postale di Lavariano. Abbiamo raccolto 538 firme che abbiamo inviato agli organi competenti in allegato alla lettera che qui pubblichiamo. Si ringraziano le persone che con la loro firma hanno dato sostegno a questa iniziativa, augurandoci che vada a buon fine.

Alle Poste Italiane S.p.A. - Udine All’ Amministrazione Comunale - Mortegliano All’Amministrazione Provinciale - Udine All’Amministrazione Regionale - Trieste

OGGETTO: PETIZIONE POPOLARE PERCHÉ L’ UFFICIO POSTALE DI LAVARIANO RIMANGA ATTIVO Dopo le notizie apparse sui quotidiani locali, in questi giorni abbiamo purtoppo dovuto prendere atto che l’Ufficio Postale del nostro paese durante l’estate, dal 14/06 al 18/09 rimarrà chiuso a giorni alterni. Considerato che già da un anno e precisamente dal giugno 2009 il servizio del sabato è stato sospeso in modo definitivo, pur avendo all’inizio detto che sarebbe stata soltanto una chiusura estiva, ora dobbiamo accontentarci di una Posta che funziona solo tre giorni alla settimana. Questo provvedimento viene giustificato dalla necessità di razionalizzare le spese e che comunque i cittadini di Lavariano possono accedere all’Ufficio di Mortegliano o a quelli dei paesi vicini. Che dire? Questo provvedimento non ci sta bene, soprattutto tenendo conto della forte presenza di persone, in particolare anziani, che non hanno i mezzi per accedere ad altri Uffici e che invece possono ancora provvedere alle proprie necessità, muovendosi da soli in paese, a piedi o in bicicletta. Facciamo notare che, mentre i centri commerciali, i supermercati, i negozi di abbigliamento… si moltiplicano sempre più sul territorio, tenendo aperto anche la domenica, la Posta, servizio di base, sembra che sia meno importante, per cui si può tranquillamente limitare. Sappiamo che oggi la posta ha allargato i suoi servizi, le sue offerte, svolgendo altre funzioni rispetto a quelle antiche di sola spedizione pacchi, lettere e telegrammi. Oggi in posta si va a prelevare e depositare risparmi, a ritirare la pensione, a pagare le bollette, a ricaricare il telefonino. Si può accedere a prestiti, come in banca. Pertanto risulta che le operazioni in questi anni siano aumentate e non diminuite. A meno che non lo si voglia scoraggiare attraverso un orario incostante e chiusure saltuarie ingiustificate (vedi giovedì 30 aprile). Ricordiamo che Lavariano è un paese di mille abitanti, che ha saputo mantenere nel tempo la sua vivacità sociale, culturale ed economica. E’ un borgo rurale, riconosciuto dalla Comunità Europea, con molti depositi finanziari in Posta e con possibilità di sviluppo demografico, viste anche le recenti aree lottizzate. Esso gode da oltre sessant’anni del servizio postale, un servizio importante che non intende perdere. Chiediamo pertanto agli Enti in indirizzo che si attivino e facciano tutti gli interventi necessari perché l’Ufficio postale di Lavariano venga mantenuto aperto, tutti i giorni, ripristinando anche il sabato, per garantire a tutti i cittadini, giovani ed anziani, la possibilità di accedere con comodità e godere con pari opportunità di tutti quei servizi che la nostra società moderna ci richiede.

Lavariano, 05/07/2010 Firme in allegato.

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CULTURA TRA CULTURA E POLITICA NON SEMPRE ROSE E FIORI Gli anni sono passati, certe esperienze si sono consolidate, altre stanno soffrendo qualche stanchezza. Forse è importante un rilancio di partecipazione alla vita culturale del Friuli, con programmi di profondo respiro, che portino al di dentro delle cose e si accontentino meno del portare al di fuori la gente. Tutto questo articolo non vuole insegnare alcunché ad alcuno: nasce dall'umiltà del volere esprimere opinioni che potranno trovare altrettanta libertà di espressione di altre apprezzate opinioni . Ma con un occhio al domani: al formare operatori culturali ed esperienze culturali che cerchino di incidere nella stessa visione politica della realtà, attraverso una serena coscienza democratica. Perché non sono gli Assessorati alla Cultura che devono cambiare: è la impostazione della vita politica generale che deve progredire. INCONTRI E SCONTRI Nel corso della storia i rapporti tra cultura e politica non sono mai stati di tutto riposo. E non solo sotto le dittature. La cultura ("insieme di cognizioni ed esperienze… complesso di acquisizioni spirituali... sintesi armonica delle cognizioni di una persona con la sua sensibilità e le sue esperienze… Devoto-Oli) creativa, perennemente in tensione e quindi eversiva, per sua natura, tende a cozzare con la politica che, anche quando non è retriva ed egoisticamente conservatrice, tende sempre in qualche misura a mediare le opposte vivacità, a mitigare gli eccessi, operando così una azione di freno, se non di repressione. La politica ("teoria e pratica che hanno per oggetto... la direzione della vita pubblica… comportamento improntato ad accortezza ed astuzia”... Devoto-Oli) , nel suo interagire le diverse componenti sociali e nel dover mantenere la stabilità della organizzazione generale, tende ad essere conservatrice. Né può essere progressista se non porta con sé un rinnovamento culturale che ne faccia accettare le novità. E’ quindi una necessaria ricerca di equilibrio che va tenuta viva. Sempre. LE DISTINZIONI Vi è infatti distinzione e autonomia tra attività culturale e attività politica. Ma senza la cultura, l'attività politica sarebbe sorda e cieca, maneggiona e falsa. Senza la politica la cultura a sua volta sarebbe astrazione, assenza dalla concretezza.

In altre parole, politica e cultura debbono, pur autonome e diverse, talora integrarsi, talaltra distinguersi, talora ancora confrontarsi o addirittura combattersi. D'altra parte la cultura non può pretendere di condizionare la politica, e viceversa. Il compito degli "intellettuali", degli operatori culturali, delle personalità del mondo della cultura è quello di contribuire alla sintesi delle diversità, ispirare, rafforzare, indirizzare l'azione del politico perché siano sempre salvaguardati i principi della democrazia e della partecipazione, perché siano tolti gli ostacoli che impediscono alla gente di sentirsi "uguale" (art. 3 della Costituzione). La democrazia riflette l'equilibrio delle forze sociali, ma non può imporre alla società un orientamento dottrinale. Per questo è importante che la politica si avvalga di esperti, di mediatori, di profeti. LA FORZA PROFETICA La cultura, per se stessa, ha dentro di sé una tensione profetica, tale da predire il disastro, quando una certa politica porta alla sfrenatezza del consumo e dell'ignoranza, alla standardizzazione dei gusti, al falso bisogno; deve saper rinnovare la speranza in mezzo al disastro, indicando mete diverse e sponde raggiungibili; deve sapersi fare carico del futuro, dando voce a quanti nel presente non ce 1'hanno. La cultura coltiva 1’attitudine di prendere la parola per conto di altri, in modo che la politica, se ispirata alla democrazia, abbia la consapevolezza che ad ogni istante ci sono voci che non sono rappresentate o non sono rappresentate con la forza che meriterebbero. Ecco perché la politica dovrebbe aiutare a crescere, valorizzando, con i mezzi a disposizione, le minoranze. QUANTITÀ E QUALITÀ La società attuale si può definire la società dei due terzi: vale a dire che la politica di oggi tende ad ascoltare la maggioranza che grida e ad escludere la minoranza che parla, quasi che la politica cercasse nella quantità la giustificazione che legittima la stessa esclusione dei deboli. Questo principio della quantità (che un tempo ha riscattato le maggioranze oppresse), oggi rischia di trasformarsi in fondamento dell'oppressione. È invece nel riconoscimento delle qualità delle minoranze che deve trovare forza la coscienza di chi fa cultura; ed è nel riconoscimento delle qualità delle minoranze che deve trovare stimolo, crisi, rinnovamento, impegno la politica democratica. La

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cultura quindi deve essere profetica, senza pretendere di contendere alla politica la "popolarità", e senza cercare nel successo dei numeri, nella audience, la legittimazione delle proprie verità. La cultura deve farsi carico del futuro soprattutto oggi che la società tende a ripiegarsi nella quotidianità, nel narcisismo, nella spettacolarità dell'effimero. E la politica qui ha le sue immense colpe: se la politica è ricerca del consenso e molto meno trasmissione di verità, è chiaro che essa è tentata di fare dell'effimero, della serata, dello spettacolo il suo obiettivo finale, come nella corruzione dell'impero romano si dava al popolo "panem et circenses". Oggi purtroppo il pane (contributi, soldi per spese pazze e documentate nella loro pazzia...) la politica lo da ai circensi. Si dimentica che il futuro sono i figli, i

nipoti, i figli dei figli, i nipoti dei nipoti... I soldi vanno nell'effimero che produce consenso e fa bello il politico. Una specie di autoriproduzione, uno specchio delle brame. Senza il domani di altri. Allora tocca all'operatore culturale ribellarsi, spesso in profonda solitudine, alla associazione minoritaria tocca protestare, spesso inutilmente, contro le pre-varicazioni della politica e l'uso strumentale che essa può fare della cultura, affidandola a mani di abili venditori, a procacciatori di consenso, o pronta a dimenticare la partecipazione egualitaria di tutti. Talvolta il rapporto tra politica e cultura è una lotta di stregoni contro profeti: non bisogna snaturare la "polis", lo spazio umano organizzato e la sua esigenza di futuro migliore.

Erminio Polo

AMBIENTE FORSE NON TUTTI SANNO CHE... Cari lettori, con questo numero di Sedi Nô desidero iniziare una breve raccolta di curiosità relative al mondo naturale. In questa rubrica verranno affrontati temi riguardanti l'entomologia (lo studio degli insetti) e la botanica (lo studio dei vegetali), due branche delle scienze naturali a me particolarmente care. Chi di noi non ha mai assaggiato, o quanto meno non ha mai sentito nominare, il miele di melata? Ma vi siete mai chiesti che cos'è la melata? Oppure, in base a quale misterioso fenomeno le lucciole emettono quel particolare bagliore che le rende così uniche? E ancora, il comune “arcassio” (Robinia pseudoacacia), così diffuso e abbondante sul nostro territorio, è una pianta autoctona oppure è stata importata? Comincia ora il nostro viaggio nelle molte bizzarrie che la natura ci riserva. La melata, un ottimo sistema per riciclare gli scarti! La melata è una sostanza zuccherina che emettono alcuni insetti appartenenti all'ordine dei Rincoti o Emitteri, tanto per intenderci “i pedoi des plantis” (Pidocchi delle piante o Afidi), “lis moscjutis blancjis” (Mosche bianche o Aleirodidi) e alcuni altri nocivi “compagni” delle nostre piante. Ma come mai solo alcuni insetti producono melata e perché lo fanno? La risposta va ricercata nel loro regime alimentare e nella struttura del loro sistema digerente.

Questi insetti si nutrono succhiando la linfa elaborata dai tessuti floematici delle piante. Questa dieta risulta però sbilanciata a favore degli zuccheri, mentre gli amminoacidi, che risultano molto importanti per il loro metabolismo, sono presenti in scarsa quantità. Per soddisfare il proprio fabbisogno proteico, questi insetti sono quindi costretti ad assumere grandi volumi di linfa da cui dovranno scartare buona parte dell'acqua e degli zuccheri. La natura ha risolto questo problema dotando tali insetti di una particolare struttura anatomica del sistema digerente che prende il nome di “camera filtrante”. Il loro intestino è ripiegato ad ansa in modo che la parte anteriore sia a contatto con quella posteriore e la camera filtrante funge da by-pass trattenendo nella parte anteriore il substrato alimentare, che sarà destinato alla digestione; acqua e zuccheri in eccesso sono deviati nell'intestino posteriore dal quale verranno espulsi attraverso l'ano sotto forma di goccioline che andranno a imbrattare la vegetazione sottostante. In definitiva la melata non è nient'altro che l'escremento liquido ricco di zuccheri prodotto da insetti che si nutrono di linfa! Ma non spaventatevi, nella vita vi è capitato sicuramente di mangiare di peggio senza, chiaramente, saperlo! Queste sostanze zuccherine attraggono molti insetti fra cui le api che le rielaborano per produrre il miele di melata. Molto interessante è la specializzazione del

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lavoro delle formiche, che si sono adattate ad allevare e difendere gli afidi, produttori di melata! La melata comunque è stata utilizzata direttamente anche dall'uomo. Risulta che venisse raccolta da alcune tribù indiane d'America, da alcune popolazioni del Sudafrica e del Medio Oriente e dagli aborigeni australiani. Nei paesi di lingua tedesca è molto rinomato e ricercato il “miele di foresta”, un miele scuro, prodotto dalle api, che contiene prevalentemente melata di afidi infeudati all’abete rosso. Le lucciole, fiochi bagliori nell'oscurità estiva! Chi di noi non ha mai osservato nelle caldi notti estive una tenue luminescenza diffusa, dal colore verde turchino, che compare e scompare ripetutamente, impedendoci molto spesso di localizzarne la fonte? E soprattutto, per chi ha un minimo di interesse scientifico, chi non si è mai domandato che origine ha quella luce? Premetto che le lucciole (appartenenti all'ordine dei Coleotteri), nel mondo entomologico, non sono le sole emettitrici di radiazioni luminose, esistono altri gruppi di insetti che lo fanno con modalità diverse. Nel nostro caso si tratta di un processo biochimico. Tali insetti sono dotati di veri e propri organi fotogeni, ovvero emettitori di luce. Le lucciole presentano una porzione del loro addome con una cuticola trasparente sulla quale poggiano, più in profondità, speciali elementi cellulari irrorati da microscopiche trachee. In queste cellule avviene un processo ossidativo (catalizzato da un enzima detto “luciferasi”) a carico di una particolare proteina, detta “luciferina”, che porta come conseguenza l'emissione di luce. Il significato biologico della bioluminescenza è certamente di carattere sessuale. Si tratta di segnali di richiamo e di risposta da parte dei due sessi. Sì, avete capito bene, entrambi i sessi emettono luce, solo che mentre i maschi sono ottimi volatori e solcano l'aria con vari balletti, le femmine di molte specie hanno ali ridottissime e assumono un aspetto larviforme e si osservano generalmente al suolo o tra i fili d'erba. Come accennato, esistono nel mondo molti tipi di insetti emanatori di luce che sono stati sfruttati da alcune popolazioni asiatiche e latino americane per illuminare abitazioni e giardini o come ornamento a persone e cose, racchiudendoli in vasi, lanterne, garze o veli! L'acacia, una esotica essenza! Grazie a delle indagini antracologiche (derivanti dallo studio dei carboni di legna degli scavi

archeologici) condotte nel sito di Sammardenchia, è stato possibile stabilire la composizione della vegetazione forestale nel periodo Neolitico (epoca storica che ebbe origine nel V millennio a.C. e fu caratterizzata dalla diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento). Da questi studi è emerso che le specie forestali più diffuse nella Pianura Friulana furono la quercia, l'acero e il frassino. L'abbondante presenza anche di melo, pero e biancospino inoltre indicherebbe la presenza di ampie radure nella foresta ove l'uomo iniziò a coltivare i campi e cominciò una attiva selezione delle piante. Molto interessante anche il ritrovamento di carboni di vite silvestre che indicherebbe un primo interesse verso questa specie che però ebbe maggiore diffusione solo nel I millennio a.C., periodo in cui, accanto alle suddette piante, si diffuse anche il carpino. Nell'Età del Ferro e in Età Romana s'accresce l'importanza dell'olmo e si fanno strada le specie coltivate come il castagno. In epoche successive si ha un aumento progressivo di pioppi, salici e ontani. Come vedete, la storia antica non riporta la presenza dell'acacia nei nostri territori. Ma questo è logico, visto che si tratta di una specie extra-europea! Originaria delle regioni orientali degli Stati Uniti d'America, fu introdotta nel Vecchio Continente nel 1601 da Jean Robin (1550-1629), botanico, erborista e curatore dell'Orto botanico del Re di Francia. Il termine del genere fu a lui dedicato da Linneo (naturalista svedese che pose le basi della classificazione tassonomica degli esseri viventi), mentre il nome della specie deriva dal fatto che i primi botanici la collocarono erroneamente nel genere “acacia”, da cui deriva il termine “pseudoacacia”, ovvero falsa acacia. Attualmente risulta la specie esotica naturalizzata più largamente diffusa in Europa, dove in alcune regioni cresce meglio che nel paese d'origine! L'acacia è una specie molto adattabile, che predilige i terreni sciolti e tollera la siccità estiva e si comporta come una vera e propria infestante delle aree incolte. Grazie al suo rapido accrescimento (in quanto ha la capacità di fissare l'azoto atmosferico grazie alla simbiosi radicale con un batterio del genere Rhizobium) e all'elevata resistenza del suo legno, viene utilizzata soprattutto per produrre pali. Inoltre risulta un’importante pianta mellifera, da cui si ottiene un miele molto pregiato per le peculiari caratteristiche organolettiche e benefiche!

Piero Cogoi

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ASSOCIAZIONI PLANET ROCK STUDIO: CAMPIONI ITALIANI

La scuola di ballo Planet Rock Studio di Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) gestita dagli insegnanti Andrea Bolzicco e Donatella Lattuga, ha conquistato i primi posti ai Campionati Italiani svoltisi nel Palasport Flaminio di Rimini dal 22 al 25 aprile.

Due sono stati i titoli italiani conquistati nella specialità Disco Dance: Jessica Fiorino e Serena Gori hanno vinto nella specialità Disco Dance Duo Junior e Chiara Sirch e Beatrice Pevere hanno conquistato il titolo nella specialità Disco Dance Duo Mini. Si sono confrontate in pista sbaragliando ben altre dieci coppie, ma la loro grinta e tenacia alla fine ha conquistato la giuria. Tutto il gruppo inoltre ha gareggiato in una disciplina aggiuntasi quest’anno che è il “Musical”, dove, davanti a una giuria composta da esperti del settore televisivo e cinematografico, la scuola si è aggiudicata il secondo posto portando in scena “King of the pop”, un omaggio a Michael Jackson. Il prossimo appuntamento sarà il Campionato del Mondo che si svolgerà in Ungheria dal 26 al 30 maggio. Un in bocca al lupo a tutti i ragazzi e tanti complimenti ancora per i risultati ottenuti.

Lucia Boldarino

UFFICIALMENTE RICONOSCIUTA L’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ‘NOI CON VOI’ Dopo cinque anni di presenza attiva e silenziosa sul territorio, incoraggiati, spronati e sostenuti economicamente dalla Caritas locale e dalla Parrocchia di Mortegliano, lo scorso dicembre, l’associazione “Noi con Voi” si è costituita, ufficialmente e legalmente, come associazione di volontariato, in base alla legge 266. Il 23 aprile scorso si è riunita presso la Sala Eisenhower la prima Assemblea generale dei volontari e soci fondatori, momento importante per fare il punto della situazione e per tracciare le linee dei programmi futuri. La presidente Marilisa Paulitti ha illustrato il lavoro svolto in questi primi mesi dell’anno ed il programma annuale che corre sulle linee e l’esperienza degli anni precedenti. L’Associazione “Noi con Voi” è una risorsa importante sul territorio, di aiuto alle persone in difficoltà, che si muove in supporto ed in sintonia con gli enti preposti all’assistenza (comune, medici di base, assistenti sociali) e in collaborazione con le altre associazioni di volontariato locali. Dell’Associazione fanno parte una trentina di

volontari; dispone di una sede nel palazzo municipale e di una linea telefonica fissa (0432-762006), messi a disposizione gratuitamente dal comune con il quale è stata stipulata una speciale convenzione. L’Associazione offre attualmente tre servizi gratuiti alla comunità: un servizio telefonico giornaliero con un orario dalle 9 alle 11, per ricevere le chiamate e tenere i contatti con le persone; un servizio di trasporto fatto dai volontari con la proprie auto per trasportare le persone a visite mediche e ospedaliere; un servizio di visite a domicilio. Tutto questo vive dell’impegno personale e gratuito dei volontari, rivolto alle persone che per vari motivi sono più sole e non godono di un sufficiente supporto famigliare. Il nuovo consiglio direttivo è così costituito: presidente Marilisa Paulitti, vicepresidente Lucia Turello, segretaria Anna Maria Sian, tesoriere Maria Pia Tirelli, consiglieri Arbena Morandini, Fiorello Nadalini, Luciana Della Negra.

Lucia Turello

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ESPERIENZE DARE UNA MANO AI BAMBINI ROM DELLA SLOVACCHIA Il 13 Aprile scorso, un gruppo di amici provenienti da varie località del Friuli, ha partecipato ad una missione di solidarietà in favore di alcune comunità locali e Rom, presso la città di Vzoska Panica, in Slovacchia. Il viaggio si è realizzato con il pulmino donato da una famiglia di Trivignano Udinese alla ASSOCIAZIONE BAMBINI SENZA FRONTIERE, Onlus di Cormons, diretta dalla sua Presidente Valentina Colavini. Assieme al pulmino viaggiava un gruppo di Alpini dell’ANA di Palmanova che ha accompagnato un TIR carico di alimenti, vestiario, arredi domestici, il tutto frutto di donazioni di gruppi, e di Parrocchie friulane. Si tratta forse di cose superflue per il nostro stile di vita consumistico, ma di una vera provvidenza per i fratelli Slovacchi di quell’area da noi visitata. Una Comunità Religiosa, i cui membri appartengono a diverse nazionalità, da anni svolge una azione evangelizzatrice in 22 villaggi di quella zona, con una attenzione particolare alle numerose comunità Rom. La disoccupazione in quell’area è del 30% tra gli Slovacchi e del 90% tra i Rom. Senza terra, senza lavoro, senza casa degna di questo nome, questi ultimi vivono in una situazione di estrema povertà e di emarginazione in una società attualmente molto discriminatoria nei loro confronti. Con la guida di Padre Jozafat abbiamo potuto conoscere quella realtà ed il grande supporto morale e materiale che l'aiuto della Associazione Bambini Senza Frontiere offre da anni a quella popolazione. Con l'appoggio della stessa è stata recuperata nel villaggio di VELKY BLH una casa di accoglienza

per la popolazione e per i bambini Rom i quali, grazie ad un pulmino pure regalato, vengono qui raccolti dai vari villaggi per momenti di attività promozionali ed assistenziali varie, orientate ad una concreta formazione umana e cristiana. E' chiara l'idea dei missionari locali convinti che, lavorando con i figli Rom, si può giungere alle loro famiglie ed aiutarle così ad acquistare autostima ed una maggiore coscienza di appartenere, con diritti e doveri, ad una società civile fatta di solidarietà umana e di cristiana accoglienza. Gli Alpini dell'ANA di Palmanova hanno già operato generosamente e bene in quell'area, restaurando una chiesa ed un campanile, danneggiati nell'ultimo conflitto mondiale e mai riparati. In Agosto gli Alpini saranno là di nuovo, per completare il restauro della chiesa. Matura intanto il progetto di ampliare l'attuale struttura di accoglienza per rispondere alle aumentate necessità ed esigenze di un crescente numero di bambini e di giovani Rom che potrebbero, in questa struttura, ottenere anche un tipo di formazione professionale. Noi, che abbiamo conosciuto questa realtà, ci siamo rafforzati nell'impegno di volontariato e solidarietà verso i più sfavoriti, molto vicini a noi in questa Europa Unita. Abbiamo pure gioito nel constatare che in mezzo a noi, nei nostri paesi e nei gruppi friulani, ci sono tanti gesti luminosi di autentica carità che, pur nascendo nel silenzio, meritano di essere conosciuti e condivisi.

Don Pietro Del Fabbro PERDON DI SANT ANTONI: MOSTRA FOTOGRAFICA PER I GIOVANI Quest’anno La Torre intende organizzare una mostra fotografica diversa dal solito: non sarà infatti una raccolta di fotografie d’epoca, ma verrà dato spazio di esporre i propri lavori ai giovani fotografi lavarianesi. Tutti i ragazzi con meno di 30 anni possono partecipare con le loro fotografie (fino ad un massimo di 8 a testa) in bianco e nero o a colori che raccontino del loro mondo, le loro amicizie, amori, progetti, ciò che li circonda e ciò che sognano per il futuro. Il titolo della mostra sarà “Il mondo dei giovani”. Le fotografie dovranno essere inviate in formato digitale all’indirizzo e-mail: [email protected] oppure consegnate su supporto elettronico (cd o chiavetta usb) ad Alessandra Nardini. I file non verranno modificati e saranno stampati dall’Associazione. Chi volesse stampare le foto in maniera autonoma potrà farlo tenendo presente che il formato minimo è l’A4. I file o le fotografie stampate dovranno essere inviate o consegnate entro e non oltre il 10 agosto. È gradito un segnale d’adesione quanto prima al numero 3338590316 (Alessandra).

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ATTUALITÀ IL LAVORO STAGIONALE E OCCASIONALE CON I BUONI LAVORO Con l'arrivo dell'estate si avvia la stagione del turismo e nelle località balneari e montane affiorano nuove occasioni di lavoro. Molto spesso le aziende, soprattutto in periodi di instabilità economica, sono propense a non assumere definitivamente attraverso contratti di lavoro per non aggiungere ulteriori costi all'attività e ad optare per il “lavoro in nero”, il quale, essendo illegale, rappresenta un rischio per l'impresa e non consente ai lavoratori di accantonare contributi ai fini pensionistici. Per ovviare a questi limiti sono stati introdotti i BUONI LAVORO, detti anche Voucher, i quali consentono di effettuare prestazioni di lavoro occasionale accessorio dando la possibilità alle imprese di mantenere la propria elasticità, non legandosi con alcun contratto di lavoro a nessun lavoratore e dando a quest'ultimo la possibilità di ricevere un corrispettivo che è cumulabile ai fini pensionistici ed è esente da imposizione fiscale. I Voucher hanno un valore nominale di € 10,00 e sono comprensivi della copertura previdenziale presso l'INPS e assicurativa presso l'INAIL pari al 13%, quindi il prestatore d'opera riceverà netto un corrispettivo pari a € 7,50 per ogni buono. L'acquisto dei buoni-lavoro può avvenire mediante procedura telematica, attraverso la sezione Servizi Online del sito dell'INPS, procedura cartacea, facendone richiesta agli Uffici preposti, oppure attraverso i tabaccai aderenti all'iniziativa. Una volta acquistati, il committente dei lavori deve comunicare all'INPS attraverso i seguenti canali i propri dati e quelli del prestatore: • Telefonare al Contact Center; • Collegarsi al sito dell'Istituto INPS; • Recarsi presso una sede INPS. Al prestatore, alla fine della prestazione dell'opera assegnatagli, verranno consegnati in corrispettivo i buoni corrispondenti a quanto eseguito ed egli potrà procedere all'incasso. La riscossione dei buoni può avvenire entro un anno dal giorno dell'emissione presso tutti gli uffici postali presenti sul territorio nazionale dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione di lavoro occasionale. Esiste la possibilità per il committente, in caso di inutilizzo dei Voucher, di richiederne il rimborso attraverso l'INPS. Il principale limite economico nell'utilizzo dei Voucher, in particolar modo a carico del lavoratore, consiste nel non poter prestare la propria attività lavorativa per compensi superiori a € 5.000,00 nette nel corso di un anno solare per ciascun singolo committente. Restano comunque i vantaggi di tale iniziativa, la quale permette ai committenti di beneficiare di prestazioni in completa legalità, con copertura per eventuali incidenti sul lavoro, senza dover stipulare alcun contratto e ai prestatori d'opera di ottenere un compenso esente da imposizione fiscale, cumulabile con i trattamenti pensionistici. Per maggiori informazioni in merito si può consultare il sito dell'INPS: www.inps.it.

Jenny Marcuzzi CAMPIONATO MONDIALE DI CALCIO. FORSE Forse. Certamente il Campionato Mondiale di Calcio, che si sta disputando nella Repubblica Sudafricana, è un grande avvenimento non solo sportivo, ma anche socio-politico-culturale internazionale. E’ la prima grande manifestazione sportiva di livello planetario che si disputa nel continente africano. Invero nel 1995 si disputò in Sudafrica la Coppa del Mondo di Rugby, ma si sa che l’attenzione e l’importanza a livello mondiale di calcio e di rugby sono ben diverse e il calcio prevale nettamente. Vale la pena di ricordare che fino a 20 anni fa in Sudafrica vigeva l’apartheid e che per questo motivo il Sudafrica era oggetto di sanzioni ONU ed era escluso da tutte le competizioni sportive internazionali. A questo proposito, nel 1976, trentatré stati africani boicottarono le olimpiadi di Montreal perché chiedevano l’esclusione dai Giochi della Nuova

Zelanda in quanto gli All Blacks avevano compiuto un tour di partite in Sudafrica. Poi dal 1990 cambiarono molte cose. Abolito l’apartheid, liberato Nelson Mandela, il Sudafrica fu riammesso nel CIO e da allora partecipa al movimento sportivo internazionale. Dopo ciò, la Nazionale di calcio sudafricana ha partecipato ai campionati mondiali del 1998 e del 2002 ed ora vi partecipa di diritto in quanto Paese organizzatore. Un progresso evidente in 20 anni. Torniamo ai giorni nostri. Osservando un po’ distrattamente le prime partite, mi ha sorpreso la Nazionale tedesca, non tanto per il gioco (gioca bene, è vero, ma aspettiamo), quanto per i nomi dei giocatori. Quanti nomi non “tedeschi”, mi sono detto, strano. Ed anche due giocatori neri. Incuriosito sono andato a leggere le convocazioni e ho visto che 11 giocatori su 23 sono di origine non tedesca, nella

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fattispecie: due turchi, un brasiliano, tre africani e cinque di altri stati europei. Curioso il caso dei due fratellastri Boateng (nati entrambi a Berlino) uno dei quali gioca con il Ghana e uno con la Germania. Ho pensato che tradizionalmente la Nazionale tedesca è sempre stata molto “tedesca” ma poi, riflettendo, ho considerato quanti immigrati, da ogni parte, ha accolto la Germania negli ultimi 60 anni e, normalmente, il melting pot sociale si è trasferito nella Nazionale di calcio. E’ un fenomeno già osservato in altre Nazionali di calcio: la Francia, la Svizzera, l’Olanda, l’Inghilterra, per non parlare di Stati extra-europei dove il melting pot è il tessuto di base della Nazione stessa. La Nazionale di calcio della Germania è una bella realtà. Forse che i tedeschi hanno capito da molti anni che l’immigrazione, se ben governata, è una risorsa? E che sono inutili e dannose le battaglie ideologiche, simil-razziste su questo fenomeno ormai inarrestabile? In Italia, invece, la nostra classe dirigente (politici e non), non ha pensato a come governare razionalmente questo fatto relativamente “nuovo” (per noi, emigranti di tradizione), ma ha pensato soprattutto a come mantenere il proprio

potere e i propri voti con battaglie di retroguardia a dispetto dei reali interessi dello Stato e dei diritti umani. Siamo arretrati, nel senso che non abbiamo progredito e quindi abbiamo fatto dei passi indietro. Scontiamo il mancato progresso anche nel calcio, non tanto a livello tecnico-tattico (perché la tradizione conta molto), ma soprattutto nella mentalità di dirigenti e pubblico, educazione sportiva, stadi e strutture annesse. Sarebbe necessaria una svolta, ma non la possono dare affaristi dalla vista corta o cerchiobottisti di lungo corso. Sarebbe necessario un grande impegno della Federazione Italiana Gioco Calcio ed anche della Lega Calcio, come minimo. Forse. Tornando alla Coppa del Mondo FIFA 2010 avrei voluto disquisire anche di Jabulani, di arbitri e dirigenti FIFA, di Iaquinta, di grandi speranze deluse, ma sono argomenti troppo corposi per essere trattati in un unico articolo col quale ho inteso evidenziare la novità della Nazionale tedesca multietnica e dei Mondiali di Calcio in terra d’Africa.

Vittorio Madrisotti

DON GIOVANNI NICOLICH NEI SUOI SESSANT’ANNI DI SACERDOZIO

Lavariano festeggia con il “suo” Don Giovanni (diventato monsignore tempo fa) i 60 anni di Sacerdozio. E’ una ricorrenza festosa, vissuta qui in paese con l’animo riconoscente a Dio, ma anche a Don Giovanni, per essere rimasto per quasi 40 anni a fedele servizio della nostra comunità parrocchiale. Da queste pagine anche i nostri auguri. Nato l’ultimo giorno dell’anno 1926, Giovanni Nicolich frequentò a Lussinpiccolo le scuole elementari e poi preferì entrare in Seminario a Lussingrande anziché scegliere la Scuola nautica e diventare marinaio come i suoi coetanei. Finita la guerra 1940-45, con

l’annessione alla Jugoslavia delle isole dell’Alto Adriatico, alle famiglie italiane fu riconosciuta l’opzione di restare o di emigrare in Italia. Il giovane chierico scelse, a fine 1948, il Seminario di Udine (in terza teologia) e divenne prete il 9 luglio 1950 celebrando la prima messa a Muzzana. I suoi famigliari lo raggiunsero solo nel 1955. Appena prete fu cappellano a Rivignano, poi a Palazzolo dello Stella, poi a Mortegliano e quindi divenne vicario-aiuto del Parroco della antica pieve di Flambro. Infine, nel 1969, fu nominato Parroco pievano di Lavariano. Da allora il suo zelo pastorale, che già aveva seminato bene in tutti i luoghi dove era stato, ebbe modo di esplicarsi in maniera costante qui in paese per costruire, assieme alla sua gente, una comunità aperta alla fede ed alla vita cristiana.

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