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Il Sogno dei Dieci Diamanti

Incontro formativo 20 ottobre 2013

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Il 10 settembre anno corrente (1881), giorno che la Santa Chiesa consacra al glorioso nome di Maria, i Salesiani, raccolti in San Benigno Canavese, facevano gli Esercizi Spirituali.«Nella notte dal 10 all’11, mentre dormivo, la mente si trovò in una gran sala splendidamente ornata. Mi sembrava di passeggiare con i direttori delle nostre case, quando apparve tra noi un uomo di aspetto così maestoso, che non potevamo reggerne la vista. Datoci uno sguardo senza parlare, si pose a camminare a qual che passo da noi. Egli era così vestito: un ricco manto a guisa di mantello gli copriva la persona. La parte più vicina al collo era come una fascia che si rannodava davanti, e una fettuccia gli pendeva sul petto. Sulla fascia stava scritto a caratteri luminosi: LA PIA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES NELL’ANNO 1881, e sulla striscia di essa fascia portava scritte queste parole: QUALE DEVE ESSERE.

Il sogno dei dieci diamanti

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fedeSperanza

Carita’

LavorotemperanzaCastita’

digiunoPremio

Poverta’

Imbracciate lo scudo della Fede per vincere le insidie del demonio” La fede senza le opere è morta. Non chi ascolta, ma chi pratica la legge possederà il regno di Dio

Sperate nel Signore, non negli uomini. I vostri cuori siano sempre fissi dove sono le vere gioie”

“Portate gli uni i pesi degli altri, se volete compiere la mia legge. Amate e sarete amati, ma amate le anime vostre e le anime altrui. Recitate devotamente il Divino Ufficio; celebrate la Santa Messa con attenzione; visitate con grande amore il Santo dei Santi”.

Rimedio alla concupiscenza, arma potentissima contro tutte le tentazioni del demonio”

“Il fuoco si spegne se si toglie la legna. Fate un patto con i vostri occhi, con la gola e col sonno, affinché que sti nemici non vi rubino le vostre anime. Intemperanza e castità non possono abitare insieme”.

È il fondamento di tutto l’edificio e il compendio della santità”.

“Il Regno dei Cieli è dei poveri. Le ricchezze sono spine. La povertà non si vive a parole, ma si pratica con l’amore e con i fatti. Essa aprirà le porte del Cielo e vi entrerà”.

Tutte le virtù vengono insieme con essa. I mondi di cuore penetrano i segreti di Dio e vedono Dio stesso”.

“Se vi lusinga la grandezza del premio,

non vi spaventino le fatiche della conquista.

Chi patisce con me, godrà con me. Sono

momentanei ipatimenti di questa vita; è eterna la

felicità che godranno i miei amici in Cielo”

È l’arma più potente contro le insidie del demonio. E il custode di tutte le virtù. Col digiuno si scaccia ogni genere di demoni”.

Questo sia l’argomento delle vostre esortazioni del mattino, del mezzogiorno e della sera. Raccogliete le briciole delle virtù e vi costruirete un grande edificio di santità. Guai a voi che disprezzate le cose piccole: a poco a poco cadrete”.

Obbedienza

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Fino allora i direttori erano chi in piedi, chi in ginocchio, ma tutti attoniti e nessuno parlava. A questo punto Don Rua, come fuori di sé, disse:— Bisogna prendere nota per non dimenticare.Cerca una penna e non la trova; cava fuori il portafoglio, fruga e non ha la matita.— Io mi ricorderò — disse Don Durando.— Io voglio notare — aggiunse Don Fagnano —, e si pose a scrivere con un gambo di rosa.Tutti miravano e comprendevano la scrittura. Quando Don Fagnano cessò di scrivere, Don Costamagna continuò a dettare così:—La carità capisce tutto, sopporta tutto, vince tutto: pratichiamola con la parola e con i fatti.Mentre Don Fagnano scriveva, scomparve la luce, e tutti ci trovammo in folte tenebre.— Silenzio — disse Don Ghivarello —‘ inginocchiamoci, preghiamo e la luce verrà.

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Don Lasagna cominciò il Veni Creator, poi il De profundis e Maria Auxilium Christianorum, a cui tutti rispondemmo. Quando fu detto Ora pro nobis, riapparve una luce che circondava un cartello su cui si leggeva:

Un istante dopo la luce divenne più viva a segno che potevamo vederci e conoscerci a vicenda.

LA PIA SOCIETA SALESIANA QUALE CORRE PERICOLO DI ESSERE NELL’ANNO 1900.

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In mezzo a quel bagliore apparve di nuovo il Personaggio di prima, ma con aspetto malinconico, simile a colui che comincia a piangere. Il suo manto era divenuto scolorato, tarlato e sdrucito. Nel sito dove stavano fissi i diamanti vi era invece un profondo guasto, cagionato dal tarlo e da altri piccoli insetti.— Guardate — egli ci disse — e intendete.

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Ho veduto che i dieci diamanti erano divenuti altrettanti tarli che rabbiosi rodevano il manto. Pertanto al diamante della Fede erano sottentrati: sonno e accidia.Alla Speranza: risate e scurrilità.Alla Carità: negligenza nel compiere i divini Uffici. Amano e cercano i propri comodi e non gli interessi di Gesù Cristo.Alla Temperanza: golosità e piaceri sensuali. Al Lavoro: il sonno, il furto e l’ozio.Al posto dell’Ubbidienza non vi era altro che un guasto largo e profondo senza scritta.Alla Castità: concupiscenza e vita mondana.Alla Povertà era succeduto: dormire, vestire bene, mangiare e bere, denaro a disposizione.Al Premio: “Ci basta godere la vita presente”.Al Digiuno: Vi era un guasto, ma niente di scritto.

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— Servi e strumenti di Dio onnipotente, ascoltate e intendete. Siate forti e robusti. Quanto avete veduto e udito è un avviso del Cielo, inviato ora a voi e ai vostri fratelli. Fate attenzione e intendete bene quello che vi si dice. I colpi previsti feriscono di meno e si possono prevenire. Le parole indicate siano tanti argomenti di predicazione. Predicate incessantemente a tempo e fuori tempo. Ma le cose che predicate fatele sempre, sicché le vostre opere siano come una luce che, sotto forma di sicura tradizione, s’irradii sui vostri fratelli e figli di generazione in generazione. Ascoltate bene e intendete. Siate oculati nell’accettare i novizi, forti nel coltivarli, prudenti nell’ammetterli. Provateli tutti, ma tenete sol tanto il buono. Mandate via i leggeri e volubili. Ascoltate bene e intendete. La meditazione del mattino e della sera sia sull’osservanza regolare. Se ciò farete, non vi verrà meno giammai l’aiuto dell’Onnipotente. Diverrete spettacolo al mondo e agli angeli e allora la vostra gloria sarà gloria di Dio. Chi vedrà la fine di questo secolo e il principio dell’altro dirà di voi: “Dal Signore è stato fat to questo ed è mirabile agli occhi nostri”.

A quella vista fummo tutti spaventati. Don Lasagna cadde svenuto, Don Cagliero divenne pallido come una camicia e, appoggiandosi sopra una sedia, gridò: — Possibile che le cose siano già a questo punto?Don Lazzero e Don Guidazio stavano come fuori di sé e si porsero la mano per non cadere. Don Francesia, il Conte Cays, Don Barberis e Don Leveratto erano quivi ginocchioni pregando con in mano la corona del S. Rosario.In quel momento si fece intendere una voce cupa: — Come è svanito quello splendido colore!

Ma nell’oscurità successe un fenomeno singolare. In un istante ci trovammo avvolti in folte tenebre, nel cui mezzo apparve tosto una luce vivissima, che aveva forma di corpo umano. Non potevamo tenerci sopra lo sguardo, ma potevamo scorgere che era un avvenente giovanetto, vestito di abito bianco lavorato con fili d’oro e d’argento. Tutto attorno all’abito vi era un orlo di luminosissimi diamanti. Con aspetto maestoso, ma dolce e amabile, si avanzò verso di noi, e ci indirizzò queste parole testuali:

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Queste ultime parole furono cantate, e alla voce di chi parlava si unì una moltitudine di altre voci così armoniose e sonore, che noi rimanemmo privi di sensi e, per non cadere svenuti, ci siamo uniti agli altri a cantare. Al momento che finì il canto, si oscurò la luce. Allora mi svegliai e mi accorsi che si faceva giorno».

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«Questo sogno durò quasi l’intera notte, e sul mattino mi trovai stremato di forze. Tuttavia per timore di dimenticarmene, mi sono levato in fretta e ho preso alcuni appunti che mi servirono come di richiamo per ricordare quanto qui ho esposto nel giorno della Presentazione di Maria SS. al Tempio.Non mi fu possibile ricordare tutto. Tra le altre cose ho potuto con sicurezza rilevare che il Signore ci usa grande misericordia. La nostra Società è benedetta dal Cielo, ma Egli vuole che prestiamo l’opera nostra. I mali minacciati saranno prevenuti se noi predicheremo sopra le virtù e sopra i vizi ivi notati; se ciò che predichiamo lo tramanderemo ai nostri fratelli con una tradizione pratica di quanto si è fatto e faremo.

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fine

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Preg

hiam

o Don Bosco, nostro padre, con la tua vita e le tue parole, ci hai lasciato una buona novella, eco di quella del vangelo. Ottienici di essere I tuoi discepoli fedeli!“Ai cooperaori si propone la stessa messe della Congregazione di S. Francesco di Sales “ Il Signore ci ha affidato una missione grandissima.

- Don Bosco , ottienici di essere consapevoli delle nostre responsabilita’

nella Famiglia Salesiana e nella Chiesa!“ Le forze deboli quando son unite diventano forti” Abbiamo spesso la tentazione di lavorare da soli.

- Don Bosco, ottienici di saper essere “uniti con un cuor solo e un’anima

sola”“La gioventu’ e’ la porzione piu’ delicata e piu’ preziosa dell’umana societa”. Il compito degli educatori e’ spesso difficile, e molti giovani sembrano sfuggire alla nostra azione.

- Don Bosco ottienici la pazienza e una speranaza senza confini.“Il sistema preventivo si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e l’amorevolezza” E’ tanto esigente, questo Sistema Preventivo.

- Don Bosco , ottienici la grazia divina per saper praticarlo in verita’ e con perseveranza“Lavoro e temperanza” Hai insistito sull’operosita’ instancabile e sull’accenttazione coraggiosa delle difficolta’

- Don Bosco aiutaci a saper accettare le spine per gustare la gioia delle rose.

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Analizziamo:Tre scene: Prima scena : Il personaggio incarna il profile del salesiano : il modello del vero salesianoSeconda scena : Il personaggio mostra l’adulterazione del modello; il rovescio del vero salesianoTerza scena: Il personaggio e’ portatore di un messaggio.Esorta I salesiani ad ascoltare ad intendere e mantenersi forti e animosi.

Il contenuto del sogno comporta un importante quadro di riferimento per la nostra identita’ vocazionale,un autorevole carte di identita’ del volto salesiano

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Il profilo spirituale del salesiano

Il Sogno ci presenta il Modello del Salesiano, non tanto nei singoli diamanti, quanto nell’insieme della visione

Il Personaggio: Il protagonista del Sogno e’ un uomo di aspetto maestoso : e’ un personaggio simbolico; tutti I diamanti hanno una luce propria, ma non sono che una luce sola: Don Bosco.

Le costituazione Salesiane dicono: “don Bosco e’ il nostro modello concreto…. che il salesiano studii e imiti piu’ da vicino Don Bosco, datogli come padre da Dio e dalla Chiesa”

La sua duplice prospettiva: “di fronte e a retro:a. I diamanti del lato anteriore:

presentano la vita salesiana innazitutto nella sua vita attiva. ( La sua figura sociale)

b. I diamanti a tergo: nella sua spiritualita’ interiore. (Il segreto di costanza e di ascesi, la nervatura)

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Il voltoLa luce dei dieci diamanti (fede, speranza, carita’, lavoro temperanza) presenta il salesiano nella testimonianza pubblica della sua visibile donazione ai giovani.Essi vanno piuttosto considerati come atteggiamenti esistanziali , e come lineamenti esternamente e chiaramente percettibili. Il volto del discepoli di Cristo come don Bosco volle che apparisse nella sicieta’.

Lineamenti portanti: Il manto appare sorretto da due grossi diamanti:

Lavoro e Temperanza.

Il diamante del Lavoro e’ posto sulla spalla destra ad indicare il primato di quell’estasi dell’azione. Questo tipo di azione non adegua il Salesiano a un semplice “faccendone” ma a un genuino “operatore di salvezza

Il diamante della temperanza :sta ad indicare un generale dominio di se’ in uno stile di vita spartano, fatto di sacrifico e di orario esigente e accompagnato da un senso di misura e di equilibrio stile popolano, ricco di buon senso e con sufficienti spazi per una sana dose di furbizia.

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Attraenti fattezze di CristoUna terza osservazione: I tre diamanti sul petto testimoniano la fonte zampillante di tutta la personlaita’ del Salesiano: la sua costante apertura al mistero di Dio nella sequela del Cristo. E’ questo il segreto fondamentale della vocazione di Don Bosco e, quindi di tutta la spiritualita’ salesiana.Il diamante della fede : viene ad indicare tutta una

visione soprannaturale della realta’ in cui siamo immersi : visone permeata di ottimismoIl diamante della Speranza : sta a segnalare la certezza dell’aiuto dall’alto.Il diamante della carita’ : merita una attenzione particolare. La carita’ per Don Bosco e’ un costante atteggiamento di sincero amore verso le persone.Qui troviamo tutto il cuore di Don Bosco esuberante di bonta’ e rivestito del singolare dono della predilezione verso I giovani.

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Un concittadino laborioso e temperante, dedicato ad apportare, nella societa la sua speciale e utile vocazione cristiana : e’ un uomo saggio e ottimista per la Fede che lo anima ; e’ dinamico e creativo per la Speranza che lo muove; e’ sempre orante e umanamente buono per la carita’ che lo permea

Riassumiamo

La fotografia essenziale del volto salesiano

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La nervaturaSul tergo, la luce dei cinque diamanti (obbedienza,poverta’,premio, castita’ digiuno)Presenta il salesiano nella sua nervatura nascosta e robusta.

Se la fisionamia visibile del salesiano si legge di fronte , perche’ e’ il suo volto in societa’ e tra I giovani, il segreto della sua robustezza spirituale, della sua costanza e della sua capacita’ d’intervento operoso si trova nella solidita’ della sua coscienza di conacrato, del conseguente esercizio di ascesi.Centralita’ dell’obbedianza : Don Rinaldi: :” La spiritualita’ interiore del

Salesiano, e’ guidata dell’obbedienza. Don Bosco:”In Cngregazione l’obbedianza e’ tutto

… e’ base e il sostegno di ogni virtu’ … e’ l’anima delle Congregazioini

Religiose.”

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Concretezza della poverta’ : Il voto di poverta’ fa parte dell’impegno di rinuncia e di ascesi proprio di chi e’ consacrato. Don Bosco :”Dobbiamo fuggire dall’abuso del superfluo,…. Che dobbiamo amare la poverta’ e I compagni della poverta’.” Quindi niente agiatezze, ma spartanita’ di vita. Il diamante della poverta’ ricorda dunque un atteggiamento del cuore e uno stile personale e comunitario di vita.I diamanti del Lavoro e della Temperanza, vanno visti come l’espressione visibile e sociale della poverta’

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Esigenza della Castita’ : Parlando della castita’ si dice :”Lo splendore di questo, mandava una luce tutta speciale , e mirandolo traeva ed attaccava lo sguardo come la calamita tira il ferro” Quindi non solo amarla e praticarla, ma farla splendere.

Il salesiano e’ fatto per I giovani e deve mostrare a tutti un cuore simpaticamente ripieno di carita’ pastorale per costruire amicizia, per lui “ non basta amare, deve inoltre farsi amare”.

La castita’ e’ per noi, “la virtu’ sommamente necessaria” anche in rapporto alla nostra missione educatrice.Il diamnte del digiuno indica tutto il vasto settore ascetico della mortificazione dei sensi.

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Senso del Paradiso : il Premio sottolinea una atteggiamento costante della coscienza che permea ed anima tutto lo sforzo ascetico : un pezzo di paradiso aggiusta tutto”Don Bosco: “Il salesiano e’ pronto a sopportare il caldo e il freddo, la sete e la fame, le fatiche e il disprezzo ogni volta che si tratti della gloria di Dio e della salvezza delle anime” Don Bosco: “Il salesiano stremato dal troppo lavoro rappresenta una vittoria per tutta la Congregazione.”Il pensiero e la coscienza continue del paradiso e’ una delle idee sovrane e uno dei valori di spinta della tipica spiritualita’ e anche della pedagogia di Don Bosco.

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Lo specifico salesianoLo specifico dello spirito salesiano, piu’ che una nota o una virtu’, e’ un insieme di atteggiamenti, di convinzioni profonde di esperienze metodologiche ben collaudate, che confluiscono armonicamente nella creazione di uno stile originale e peculiare di santita’ e di apostolato. Per mettere in pratica questo specifico salesiano, “per renderci una vera incarnazione di questo vivente personaggio” c’e’ bisogno di tutto un clima di convivenza, e di formazione ispirato alle costituzioni