Scuola Primaria “G. di Vittorio”...La pasticceria si chiamava “I SOGNI SON DESIDERI” e si...

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Scuola Primaria “G. di Vittorio” Comune di Casarile (MI) CLASSE 4B Insegnante Paola Migliavacca

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Scuola Primaria “G. di Vittorio”

Comune di Casarile (MI)

CLASSE 4B

Insegnante Paola Migliavacca

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C’era una volta una bambina di nove anni di nome Lolly Petterson che viveva nella

periferia di Oxford.

Lolly era una bambina che non aveva stima di sé, era timida e introversa.

Tutto questo non bastava: a peggiorare il suo modo di essere, c’era il fatto che i suoi

compagni la prendevano in giro per il suo aspetto fisico; infatti, lei era bassa, cicciottella,

con una cascata di capelli rossi che cadevano sulle spalle per coprire le orecchie a

sventola e che facevano da cornice a un viso rotondeggiante con due guance paffute e

sempre rosse.

La bambina aveva paura di tutto, ma soprattutto era spaventata a causa di alcuni suoi

incubi notturni che non svelava a nessuno, neanche ai suoi genitori perché loro erano

spesso occupati: il papà lavorava come medico in un ospedale fino a tarda sera, e

capitava che avesse anche turni notturni e la mamma, cameriera in un noto ristorante di

Oxford, usciva da casa prestissimo e rincasava la sera.

Di conseguenza Lolly, quando usciva da scuola, trascorreva molto del suo tempo con

Lucy, la sua babysitter, con cui giocava o leggeva ad alta voce i suoi romanzi preferiti con

protagonisti gli animali … Sì, proprio gli animali perché la bambina li adorava e, non

avendo amici, considerava Miki, il suo gattino bianco con una macchia nera sulla schiena,

come un fratello affettuoso e tenero cui confidare i suoi segreti, le sue passioni, i suoi

sogni.

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Lolly sperava un giorno di poter trovare il coraggio di parlare con i genitori per rivelare loro

il segreto che la tormentava: essere dipendente dai dolci e non poterne fare a meno.

Infatti, appena poteva e di nascosto dalla babysitter, si abbuffava di tutte le prelibatezze

che trovava in casa.

Questo suo segreto la faceva chiudere sempre più in se stessa.

Lucy si era accorta del cambiamento della bambina e così per cercare di distrarla portava

Lolly, dopo la scuola, a fare merenda in una pasticceria frequentata dai suoi coetanei

sperando di vederla sorridere…

La pasticceria si chiamava “I SOGNI SON DESIDERI” e si trovava al centro della piazza

della città.

Aveva due vetrine dove erano esposti dolci di ogni tipo; internamente l’arredamento era

grazioso: tavolini lilla e sedie bianche, lampadari a forma di cupcakes, tantissimi palloncini

di zucchero, caramelle colorate che pendevano dal soffitto, quadri di cioccolato e al centro

un bancone con tanti pasticcini e torte invitanti … insomma un vero e proprio regno di

dolciumi.

In pasticceria Lolly si abbuffava di dolci, fino ad ingrassare tantissimo e ad avere sempre

più incubi di notte: sognava bignè mostri, rotelle di liquirizia a forme di serpente, orsetti

gommosi cannibali che le sputavano addosso gelatina.

Quando Lolly aveva gli incubi si svegliava spaventata, piangeva e per sconfiggerli si

rotolava continuamente nel letto senza più riuscire ad addormentarsi per paura di riaverli.

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Un giorno la babysitter, che voleva tanto bene a Lolly, chiese il permesso ai genitori di

portarla da Foster, uno scienziato che era un suo vecchio compagno di scuola.

Da giovane il dottor Foster era molto particolare sia per il modo di vestire sempre

stravagante, sia perché amava fare scherzetti ai compagni; inoltre sin da piccolo era solito

tenere una matita colorata dietro l’orecchio destro.

Da adulto, dopo tanti anni di studio, era diventato uno scienziato, un po’ pazzo, inventore

di complicati marchingegni per aiutare i bambini.

Quando Lolly si trovò di fronte al dottor Foster, vide un uomo dai capelli bianchi con le

sfumature blu, baffi appuntiti color arcobaleno, una camicia a righe bianche e blu, una

cravatta a pois gialli e verdi, grandi pantaloni a quadri colorati e ai piedi degli scarponi

rossi di almeno tre numeri più grandi, ma soprattutto al collo aveva uno strano

telecomando, uno “scatena disastri”, e dato che era molto distratto, ogni tanto,

inavvertitamente, premeva qualche pulsante e … BUM, BOF, CRASH … qualche intruglio

strano del suo laboratorio esplodeva liberando nell’aria una nebbiolina di svariati colori e di

gas puzzolenti.

A guardarlo Lolly non provò paura, anzi era incuriosita da quello strano personaggio e non

vedeva l’ora di sentire che cosa le avrebbe proposto come soluzione al suo problema.

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Il dottor Foster si accorse della gran voglia di Lolly di scoprire la sua “cura” e la portò

immediatamente in una stanza dove, sopra a un tavolo, c’era un casco dalle proprietà

magiche: un casco enorme dotato di una spirale con una cordicella che, quando veniva

tirata, la faceva girare attivando una luce fosforescente che faceva addormentare i

bambini, senza che avessero incubi.

Lolly non credeva alle sue orecchie e decise di provarlo subito: strinse la mano a Lucy e in

un attimo era lì che dormiva senza nessun incubo.

Dopo pochi giorni il dottor Foster regalò il casco alla bambina che lo usava tutte le notti.

La cura funzionò ma purtroppo, restava l’altro problemino: Lolly continuava, di giorno, a

mangiare tante schifezze e ingrassava.

Preoccupata per la sua salute, Lucy decise di non portarla più in pasticceria, ma in un

bellissimo parco chiamato “IL MAGICO GIARDINO DEI FRUTTI”, chiamato così per i tanti

alberi da frutto …

Lolly, che non si separava mai dal suo fedele gattino, rimase affascinata e incuriosita dalle

innumerevoli forme e colori di quegli strani “oggetti” appesi ai rami degli alberi a lei

sconosciuti.

Così iniziò a passeggiare, osservando con il naso all’insù tutto quello che la circondava.

Anche Miki, il suo amichetto peloso, iniziò a scorrazzare felice in mezzo alle siepi e agli

infiniti fiori colorati quando, all’improvviso, vide un passerotto svolazzare sui rami di un

melo e decise di arrampicarsi con l’intento di catturare la sua preda.

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Durante l’impresa, scosse talmente tanto i rami che fece cadere una mela proprio sulla

testa della sua padroncina che era accorsa spaventata sotto l’albero per cercare di

recuperare il suo gattino.

La mela caduta era bellissima, profumata e così invitante che la bambina decise di

addentarla …… Provò talmente tanto gusto che iniziò a correre tra gli alberi, assaggiando

tutti i frutti del magico giardino, tutti molto buoni ed ognuno con un sapore diverso.

Come per magia, da quel momento Lolly cominciò a vedere tutto il mondo sotto forma di

frutta: non vedeva più persone, animali o cose, ma al loro posto vedeva solo banane

ballerine, ciliegie che giocavano a basket con un’albicocca al posto della palla, fragole che

giocavano a calcio e limoni che nuotavano in un laghetto.

Quel pomeriggio la bambina non si era abbuffata di dolci - schifezze, ma di frutta

succulenta.

Alla sera tornò a casa talmente soddisfatta ed emozionata che la notte stessa le accadde

una cosa molto strana: sognò una battaglia tra la squadra “SUPER FRUTTA” e la squadra

“SCHIFEZZE MOSTRUOSE”.

Patatine fritte che, come tanti soldatini, fuggivano alla vista di meloni poliziotti, bignè

assassini ripieni di fiumi di cioccolato venivano schiacciati da enormi angurie rosse e

succose, mirtilli come palle da bowling buttavano giù orsetti gommosi come tanti birilli,

lingue di gatto che surfavano sulla crema pasticcera inseguite da pesci-limone che

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cercavano di addentarle, noci di cocco dal guscio durissimo, che sbriciolavano biscotti,

riducendoli in polvere con arance cheerleader che facevano il tifo per la squadra “super

frutta” e marshmallows che facevano il tifo per la squadra “schifezze mostruose” …

Dopo numerose battaglie, però, la squadra “super frutta” sconfisse quella delle “schifezze

mostruose” e, come per magia, tutto intorno alla bambina cominciò ad essere dolce e

sereno.

La mattina seguente, al risveglio, Lolly era così divertita al ricordo di quel sogno che

decise di tornare al magico giardino e di abbuffarsi ancora di buona frutta e di aspettare la

notte con ansia per “assistere” nuovamente alla battaglia.

Grazie alla frutta pian piano le abbuffate in pasticceria furono dimenticate e gli incubi

lasciarono spazio a meravigliosi e divertenti sogni.

Lolly iniziò ad avere un’alimentazione più sana ed equilibrata che le permise di

sconfiggere anche il problema del peso e di tornare ad essere la bambina gioiosa e

socievole che era sempre stata.

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Dimagrendo, si vedeva più bella e sentiva sempre di più la voglia di rimanere in

compagnia degli altri, soprattutto dei suoi coetanei che, nel frattempo, avevano smesso di

prenderla in giro, anzi, alcuni di essi, diventarono suoi amici, con grande meraviglia e

contentezza di Lucy che, a volte, li invitava a casa a fare merenda e a giocare con Lolly.

Naturalmente Lolly amava sempre i dolci e, ogni tanto, faceva un giretto in compagnia di

Lucy, del suo gattino e degli amici nella sua pasticceria preferita a mangiarne qualcuno e a

bere un buon the.

Dopo mesi la bambina capì che le “schifezze” non erano la sola e unica consolazione ai

suoi problemi e si convinse che la frutta, insieme ai consigli di chi le voleva bene e la

buona compagnia, la faceva stare in pace con se stessa, essere di buon umore, ma

soprattutto l’aveva liberata da brutti sogni.