Scuola di Specializzazione in Alimentazione Animale BIOCHIMICA NUTRIZIONALE.
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Scuola di Specializzazione in
Alimentazione Animale
BIOCHIMICA NUTRIZIONALE
TERMINOLOGIA
• Scienza dell’alimentazione
studia gli aspetti relativi alla composizione degli alimenti e alla loro validità nutrizionale ed è in grado di indicare le scelte più idonee a soddisfare i fabbisogni nutrizionali
• Scienza della nutrizione
studia gli aspetti relativi all’impatto dei nutrienti sulle componenti strutturali e funzionali dell’organismo ed è in grado di determinare i fabbisogni nutrizionali
BIOCHIMICA DELLA NUTRIZIONE
NUTRIZIONE = Utilizzazione degli alimenti da parte degli esseri viventi
Processi biochimici
Uomo Animali di interesse zootecnico
Nutrizione ottimaleDenutrizione
Fabbisogno alimentare qualitativo e quantitativo per mantenere un buono stato di salute ( migliore produttività)
Ipernutrizione
• Salute
• Performance
• Prevenzione di malattie
• Produttività
• Longevità
IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE
NURIZIONE E SALUTE
STATO DI NUTRIZIONE
Composizione corporea Funzionalità corporea Bilancio energetico
STATO DI SALUTE
APPROCCIO ALLA NUTRIZIONE
• Valutazione dello stato di nutrizione
• Determinazione dei fabbisogni nutrizionali
• Valutazione della biodisponibilità dei nutrienti
• Relazioni tra nutrienti e metabolismo
Uomo Alcune differenze in altre specie
AmminoacidiIstidina, 1isoleucina, leucina, lisina, metionina (cisteina), 2fenilalanina (tirosina), 3treonina, triptofano, valina coperto dall’attività della flora batterica
L’arginina2 è necessaria per i ratti in crescita e nei gatti, sia in crescita sia adulti. La glicina è necessaria nei polli e la taurina nei gatti. La maggior parte degli amminoacidi non sono essenziali nei ruminanti; in altri erbivori la maggior parte del fabbisogno è coperto dall’attività della flora batterica intestinale
Acidi grassi Acido linoleico 3(acido arachidonico),acido a-linolenico4
L’acido arachidonico è specificatamente richiesto nei gatti
VitamineIdrosolubili
Liposolubili
Acido ascorbico (C), biotina, 5cobalammina (B12), acido folico, niacina, acido pantotenico, piridossina (B6), riboflavina (B2), tiamina (B1)
Vitamina A, D6, E, K5
La maggior parte dei mammiferi può sintetizzare l’acido ascorbico, che è essenziale solo per primati, cavie e certi pipistrelli dell’India. Le vitamine idrosolubili non sono essenziali nei ruminanti; in altri erbivori il fabbisogno è coperto dall’attività della flora batterica intestinale
Molte specie possono utilizzare il -carotene come fonte di vitamina A (retinolo), che deve essere fornita come tale nei gatti
Sostanze minerali Macrominerali Microminerali (elementi traccia)
Calcio, cloro, magnesio, fosforo, potassio, sodio
Cromo, ferro, iodio, manganese, molibdeno, rame, selenio, zinco
E’ stato dimostrato che silicio, vanadio, nichel, arsenico, fluoro e stagno sono essenziali in molte specie e forse anche nell’uomo
Il cobalto è necessario nei microrganismi del rumine per la sintesi della cobalamina
Fibra Necessario per una condizione di salute ottimale
Acqua Il costituente essenziale della dieta
1Necessaria per i neonati e probabilmente nei bambini e negli adulti; 2Può essere in parte essenziale nei neonati; 3Cisteina, tirosina e acido arachidonico permettono di ridurre il fabbisogno di metionina, fenilalanina e acido linoleico. 4Non è chiaro se l’acido -linolenico sia essenziale nella dieta umana; 5Sintetizzata dai microrganismi intestinali; fabbisogno alimentare incerto; 6 L’esposizione della pelle alla luce solare ne riduce il fabbisogno alimentare.
FABBISOGNI NUTRIZIONALI ESSENZIALI
Molecole alimentari
Digestione Molecole semplici
AssorbimentoVie anfiboliche
O2
Vie anaboliche Proteine, carboidrati, lipidi, acidi nucleici
Vie cataboliche CO2 + H2O
2H ~ P Altri processi endoergonici
LE PIÙ IMPORTANTI VIE METABOLICHE
Le vie cataboliche rilasciano energia libera sotto forma di equivalenti
riducenti (2H) o fosfato ad alta energia (P) per potenziare le vie anaboliche.
Le vie anfiboliche collegano le altre due vie.
FABBISOGNO ENERGETICO
Apporto di energia, di origine alimentare, necessario a compensare il
dispendio energetico (trasferimento di energia da un organismo
all’ambiente esterno)
Metabolismo basale +
Termogenesi indotta dalla dieta +
Attività fisica =
DISPENDIO ENERGETICO TOTALE
Unità di misura dell’energia
Kilocaloria (kcal)
Quantità di calore necessaria per elevare da 14,5°C a 15,5°C 1 kg di acqua
Kilojoule (KJ)
Forza costante che imprime ad 1 Kg l’accelerazione di 1 m/s2 per lo
spostamento di 1 m nella direzione e nel senso della forza
1 kcal: 4,186 kJ;
1 kJ: 0,2388 kcal
Energia kcal/g (kJ/g)
Calore di combustione
Ossidazione nell’uomo
Fattori di conversione standard1
Proteine
Lipidi
Carboidrati
5,4 (22,6)
9,3 (38,9)
4,1 (17,2)
4,1 (17,2)2
9,3 (38,9)
4,1 (17,2)
4 (17)
9 (38)
4 (17)
CALORI DI COMBUSTIONE ED ENERGIA FORNITA
DALLE PRINCIPALI FONTI ALIMENTARI NELL’UOMO
1 I fattori di conversione sono ottenuti arrotondando i calori di combustione e correggendo i valori ottenuti con la stima relativa all’efficienza di assorbimento.
2 L’ossidazione delle proteine è corretta tenendo conto delle perdite di gruppi amminici eliminati sotto forma di urea con le urine.
FATTORI DA CUI DIPENDE LA SPESA ENERGETICA
Superficie corporea (altezza, peso), età (accrescimento, % fibra muscolare),
sesso
Metabolismo Basale (MB) = spesa energetica necessaria per alimentare le funzioni
biologiche di base in condizioni standard
Effetto termogenetico = spesa energetica legata alla digestione ed agli effetti biochimici
di stimolazione del metabolismo legati all’assunzione di nuovi substrati
Attività fisica
Temperatura dell’ambiente
METABOLISMO BASALE (MB)
Quantità di energia utilizzata da un individuo a riposo, a T.A. costante
(+20°C), a digiuno da 12-24 h, in condizioni di rilassamento fisico e
psicologico
Fattori che influenzano il METABOLISMO BASALE
(MB)
Età, sesso, composizione corporea, temperatura corporea, temperatura
ambientale, stato nutrizionale, situazione ormonale, assunzione di
farmaci
Termogenesi indotta dalla dieta (TID)
Incremento del dispendio energetico in risposta all’assunzione di
alimenti
Termogenesi obbligatoria: 75% (digestione, assorbimento, trasporto e
metabolismo). Varia in funzione della qualità dei nutrienti ingeriti
Termogenesi facoltativa: 25% (attivazione del sistema nervoso
simpatico mediata dall’insulina, dall’assunzione di sostanze tossiche)
Metodi di valutazione dello stato di nutrizione
Diretti:
• antropometrici (valutazione composizione corporea)
• biochimici
• clinici
Indiretti:
• rilevazione dei consumi alimentari
Metodi antropometrici
Peso, statura, circonferenza arti, grasso sottocutaneo
Metodi antropometrici: peso corporeo
BMI Body Mass Index o IMC Indice di Massa Corporea
Peso in Kg
(Statura in m)2
Indici biochimici
• Test chimico-clinici: glicemia, azotemia, colesterolemia, trigliceridemia
• Bilanci metabolici: bilancio d’azoto
• Indicatori di nutrienti: transferrina, attività di enzimi vitamino-dipendenti
Gruppi per età (anni) e sesso
Peso (libbre;1 lb = ~ 454 g)
Altezza (pollici;
1 in. ~ 2,5 cm)
Fabbisogno energetico (kcal)
Neonati 0,0-0,5 0,5-1,0
1320
2428
650850
Bambini 1-3 4-6 7-10
294462
354452
130018002000
Maschi 11-14 15-18 19-22 23-50 51+
99145160174170
6269707068
25003000290029002300
Femmine 11-14 15-18 19-22 23-50 51+
101120128138143
6264656463
22002200220022001900
Gravidanza 1°trimestre 2°trimestre 3° trimestre
+0+300+300
Allattamento +500
FABBISOGNO DIETETICO GIORNALIERO RACCOMANDATO PER UN APPORTO ENERGETICO OTTIMALE
BILANCIO ENERGETICO
• Se la quantità di energia introdotta con gli alimenti è in
eccesso rispetto ai bisogni, tale eccesso è accumulato
nell’organismo sottoforma di tessuto adiposo (acquisto di
peso)
• Se la quantità di energia introdotta è in difetto rispetto ai
bisogni, sarà il tessuto adiposo a fornire la quota mancante
(perdita di peso)
NUTRIENTI
Sostanze specifiche che devono essere assunte in quantità sufficienti per soddisfare i fabbisogni dell’organismo
Nutrienti essenziali: non possono essere sintetizzati dall’organismo
Nutrienti non essenziali: possono essere sintetizzati dall’organismo
CATEGORIE DEI NUTRIENTI
• Acqua
• Carboidrati
• Proteine
• Lipidi
• Vitamine • Minerali
ACQUAComposto più diffuso in natura; costituisce circa il 70% del peso corporeo.
Coinvolta in una serie di funzioni:
solvente per numerose sostanze chimiche
regola la temperatura corporea ed il volume cellulare
permette il trasporta di nutrienti e l’eliminazione di scorie
metaboliche
favorisce i processi digestivi
è fonte di sali minerali
CARBOIDRATI
Risorsa energetica
• Età
• Crescita
• Specie
• Sesso
• Livello di attività
• Stato riproduttivo
• Condizioni di malattia
• Forniscono l’energia per la crescita, la riproduzione e altre
funzioni
• Costituiti da C, O e H
• Comprendono zuccheri semplici e complessi
• Contengono elevate quantità di fibre (importanti per la
digestione)
CARBOIDRATI
CARBOIDRATI
Monosaccaridi: singola unità poliossidrilica aldeidica o
chetonica
Oligosaccaridi: corte catene di unità monosaccaridiche
unite da legami glicosidici
Polisaccaridi: lunghe catene lineari o ramificate costituite
da centinaia o migliaia di unità monosaccaridiche unite da
legami glicosidici
MONOSACCARIDI
DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DEI CARBOIDRATI
Inizia nella bocca- enzimi salivari e pancreatici
disaccaridi e trisaccaridi
- enzimi dell’orletto a spazzolamonosaccaridi
L’assorbimento dei monosaccaridi avviene attraverso l’epitelio intestinale
DIGESTIONE ENZIMOLOGICA DEI CARBOIDRATI
Solo alcuni tipi di carboidrati possono essere idrolizzati da enzimi intestinali
• -(1,4) glu-glu amilosio, amilopectina, isomaltosio, maltosio• -(1,2) glu-fru saccarosio• -(1,6) glu-glu amilopectina (ramificazione)• -(1,4) gal-glu lattosio
I prodotti finali assorbiti sono: glucosio, fruttosio e galattosio
L’-amilasi salivare (endoamilasi). Taglia i legami (1,4
glicosidici) solo all’interno della catena. Viene inattivata nello
stomaco
Non è secreta nei gatti, cani, uccelli e cavalli
La -amilasi (esoamilasi). Assente negli animali, presente nelle
piante e nei microrganismi
AMILASI SALIVARE
DIGESTIONE
Bocca – amilasi salivare : -1,4 endoglicosidasi
GGG
G
G
GG
GLegame 1-4G
G
GG Legame 1-6
GG
G
GGG G G G
GG
G
G G
G
maltosio
G
GG
isomaltosio
amilasi
maltotrioso
G
G
G
G
destrina limite
PICCOLO INTESTINO
Enzimi pancreatici
-amilasi
G G GG G
G
G G GG G GG
GG G
amilosio
amilopectina
G G G G G
-amilasi
+
G
G G
G G
maltotriosomaltosio
destrine limite
G
DIGESTIONE DI OLIGOSACCARIDI
G
G G
G G
G
G
G
G G
G
G
glucoamilasi (maltasi) o
-destrinasi
G G
G
G
G
-destrinasi
G GG
G
G G
Gmaltasi
glucosio
destrina limite G
Maltasi Lattasi Saccarasi
ASSORBIMENTO DEI CARBOIDRATI
apicale basolaterale
Il glucosio è assorbito dagli enterociti e attraverso la vena porta viene trasportato al fegato.
TRASPORTO DEI CARBOIDRATI
Trasporto degli esosi negli enterociti
Esoso Membrana apicale
Membrana basolaterale
Glucosio Trasportatore Na-dipendente (trasporto attivo)
GLUT-2 (diffusione facilitata secondo gradiente di
concentrazione)
Galattosio Trasportatore Na-dipendente (trasporto attivo)
GLUT-2 (diffusione facilitata secondo gradiente di
concentrazione)
Fruttosio GLUT-5 (diffusione facilitata secondo gradiente di
concentrazione)
GLUT-2 (diffusione facilitata secondo gradiente di
concentrazione)
Trasportatori di glucosio e fruttosio
Trasportatori di glucosio
Localizzazione Tipo di trasporto
GLUT-1 Muscolo, encefalo, eritrociti
Trasporto facilitato (secondo gradiente di concentrazione)
GLUT-2 Fegato Trasporto facilitato (secondo gradiente di concentrazione
GLUT-3
GLUT-4
Trasportatore di fruttosio
GLUT-5
Membrane dei neuroni
Muscolo, cuore, adipociti
Muscolo, adipociti, spermatozoi
Trasporto facilitato
Trasporto stimolato da insulina e impulsi nervosi
Trasporto facilitato (secondo gradiente di concentrazione
Glucosio
Glucosio-6-P
Piruvato
esochinasi
via del pentoso-fosfato
glicolisiglicolisi
CARBOIDRATI
Fonte primaria di energia in tutte le cellule
Glc-1- phosphate
Glicogeno
Citosol - anaerobico
Piruvatocitosol
Acetil CoAmitocondri (aerobico)
Ciclo di Krebs Equivalenti riducenti
Fosforilazione ossidativa(ATP)
Amminoacidi
Acidi grassi
No mitochondria GlucoseGlucoseGlucose
The Full MontyGlucoseGlycogenLactate
SINTESI DEL GLICOGENO
METABOLISMO DEI CARBOIDRATI Utilizzo-Specificità tissutale
Muscolo-cardiaco e scheletrico• Ossidazione del glucosio/Sintesi e conservazione del glicogeno• Glicogenolisi
Tessuto adiposo e fegato• Glucosio acetil CoA• Glucosio a glicerolo per la sintesi dei trigliceridi• Il fegato rilascia il glucosio per altri tessuti
Sistema nervoso• Sempre glucosio
Ghiandola mammaria• Lattosio
Globuli rossiAssenza di mitocondri• Ossidano il glucosio a lattato• Il lattato ritorna al fegato per la gluconeogenesi
• Iperglicemia
• Ipoglicemia
Organi che controllano i livelli di glucosio nel sangue
Fegato Pancreas (insulina e glucagone)
REGOLAZIONE DEI LIVELLI DI GLUCOSIO NEL SANGUE
ORMONI COINVOLTI NELL’ OMEOSTASI DEL GLUCOSIO
L’omeostasi del glucosio è un processo complesso che interessa
quattro ormoni essenziali:
1. INSULINA → ipoglicemizzante agisce nella normale
alimentazione.
2. GLUCAGONE → iperglicemizzante agisce in stato di digiuno.
3. CORTISOLO → agisce in situazioni di stress prolungato.
4. ADRENALINA → agisce in situazioni di stress improvviso.
Omeostasi del glucosio
Carboidrati
GlucosioFruttosioGalattosio
Glucosio
Glucosio
Glucosio
Glucosio
Glucosio
Glicogenolisi
Gluconeogenesi
Riserve di glicogeno
Riserve di glicogeno
Glicerolo
Amminoacidi
Lattato
Riserve di trigliceridi
Insulina e glucagone
iperglicemia secrezione di ormoni gastroenterici
isole di Langerhans
cellule α (glucagone)
cellule β (insulina)
insulina
bassa glicemia
glucagone
Insulina
NH2
NH2
S----S
SS
COOCOOH
S
S
catena A
ormone ipoglicemizzante polipeptide di 51 aa (PM 5.808) costituito da due catene lineari di aa, A e B, legate da due ponti disolfuro fra 4 molecole di cisteina, in posizione 7 e 20 nella catena A e 7 e 19 nella catena B. un ponte disolfuro è disposto tra due molecole di cisteina in posizione 6 e 11 nella catena A la catena A è composta da 21 aa, la catena B da 30 aa
catena B
Insulina
• Ormone che influenza i livelli di glucosio ematico
• Sintetizzata dalle cellule beta delle isole di Langerhans del
pancreas
• Agisce attaverso recettori di membrana e i principali tessuti
bersaglio sono: fegato, muscolo e tessuto adiposo
• Effetti dell’insulina opposti a quelli di glucagone, adrenalina,
glucocorticoidi e ormone della crescita.
Biosintesi dell’insulina: coinvolti due precursori inattivi la
pre-proinsulina e la proinsulina, che vengono scissi in tappe
successive, formando l’ormone attivo ed il peptide C
(indispensabile per il corretto ripiegamento della proinsulina).
L’emivita plasmatica dell’insulina è breve (~ 6 min.); ciò
permette la rapida variazione del livello dell’ormone in
circolo.
Meccanismo di rilascio dell’insulina
Meccanismo d’azione dell’INSULINA
L’insulina si lega a specifici recettori presenti nella membrana
plasmatica delle cellule della maggior parte dei tessuti (fegato,
muscolo e t. adiposo).
Il legame dell’insulina è seguito dalla internalizzazione del
complesso ormone-recettore.
Una volta nella cellula, l’insulina è degradata dagli enzimi
lisosomiali. I recettori possono essere anch’essi degradati ma in
genere ritornano sulla superficie cellulare.
Trasporto di glucosio indotto dall’insulina
Il glucosio non ha la capacità di entrare nelle cellule liberamente, il suo passaggio
è legato alla presenza di una proteina trasportatrice per il trasporto facilitato. I due
più importanti trasportatori per il glucosio a livello delle cellule muscolari sono il
GLUT1 e il GLUT4. Il GLUT 4, nello stato basale, è presente in un deposito
intracellulare ed è richiamato sulla faccia esterna della membrana plasmatica in
presenza di insulina
Trasporto di glucosio mediato dall’insulina.
Stimolo alla secrezione di insulina
Trasduzione del segnale insulinico
Traslocazione del GLUT4 sulla membrana cellulare
Fattori che influenzano la secrezione di insulina
Glucosio ematico: con una normale glicemia la secrezione di insulina è bassa. L’aumentare della glicemia è seguita da un aumento nella concentrazione di insulina circolante (circa 10-30 volte).
Amminoacidi, acidi grassi: alcuni amminoacidi, tra cui l’Arg, stimolano la secrezione di insulina. L’assunzione di un pasto ricco di proteine determina l’aumento ematico dell’ormone. Stesso effetto da parte degli acidi grassi.
Ormoni gastrointestinali (GI): dopo un pasto la secretina e la gastrina inviano segnali alle cellule del pancreas che il glucosio ematico aumenterà.
Sistema nervoso autonomo: l’attivazione dei neuroni parasimpatici che proiettano alle isole, durante la digestione, determina un aumento di insulina tramite la secrezione di acetilcolina. L’attivazione delle fibre simpatiche che vanno alle isole o il rilascio di adrenalina dalla midollare del surrene, come avviene in seguito ad una risposta allo stress, determina un’inibizione del rilascio di insulina.
Ormoni insulari: il glucagone aumenta la secrezione di insulina stimolata dal glucosio, mentre la somatostatina ne inibisce la secrezione.
L’insulina “accende” vie metaboliche e processi coinvolti nell’assunzione cellulare e nell’immagazzinamento di combustibili metabolici e “spegne” vie metaboliche che riguardano la demolizione di combustibili.
ORMONI IPERGLICEMIZZANTI
● GLUCAGONE: si attiva in situazioni di digiuno.
● ADRENALINA: si attiva in seguito a situazioni di stress.
● CORTISOLO: si attiva in situazioni di stress cronico legato a
trauma e malattia.
Glucagone
ormone iperglicemizzante
polipeptide di 29 amminoacidi (PM 3.485)
catena lineare che si avvolge su se stessa in modo casuale
biosintesi: formazione di pre-pro-glucagone (PM 18.000) da cui deriva, per
distacco di catene polipeptidiche, il pro-glucagone (PM 12.000) di 100 aa già
parzialmente attivo, da cui deriva l’ormone attivo
accumulato nelle cellule α in granuli secretori dai quali viene liberato per
esocitosi
emivita nel sangue circolante di ~ 6 min
GLUCAGONE
Agisce sul fegato, tessuto adiposo e muscolo.
AZIONE EPATICA: inibisce la sintesi di acidi grassi (inibisce la ACETIL CoA
CARBOSSILASI acetil CoA in malonilCoA)
AZIONE SUL TESSUTO ADIPOSO: attiva le LIPASI
AZIONE A LIVELLO MUSCOLARE: liberazione di amminoacidi che
vengono deaminati e trasformati in chetoacidi. Nel muscolo la fonte primaria di
amminoacidi è rappresentata da actina e miosina: in caso di digiuni prolungati
viene persa massa muscolare.
Fattori che influenzano la secrezione di glucagone
glucosio ematico: una diminuzione della concentrazione ematica di glucosio stimola la secrezione. Le concentrazioni di glucagone ematico sono più alte a digiuno e tendono a diminuire dopo un pasto.
amminoacidi: stimolano la secrezione di glucagone.
acidi grassi: un aumento di acidi grassi circolanti inibisce la secrezione di glucagone.
insulina: la glicemia elevata inibisce la secrezione di glucagone in presenza di insulina. Se l’insulina è mancante, le cellule α non sono in grado di rilevare l’aumento di glucosio ematico e i livelli di glucagone rimangono alti.
ormoni gastroenterici: gastrina e colecistochinina stimolano la produzione di glucagone, mentre la secretina e la somatostatina la inibiscono.
sistema nervoso autonomo: l’innervazione ortosimpatica del pancreas e un’aumentata concentrazione di catecolamine surrenali stimola la produzione di glucagone.
Meccanismo d’azione del GLUCAGONE
Il glucagone si lega a specifici recettori presenti sulla
membrana plasmatica degli epatociti.
Il legame al recettore provoca l’attivazione dell’adenilato
ciclasi del cAMP (secondo messaggero) che, attivando la
proteina chinasi cAMP dipendente, fa la fosforilazione di
specifici enzimi del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi.
Meccanismo d’azione del glucagoneglucagone
recettore
GDPβ
γ αGDP GTP
citosolproteina G
GTPα
adenilatociclasi
ATP AMPc
PKA inattiva
subunità regolatrice cAMP
PKA attiva
ATP ADP
fosforilasi chinasi inattiva
fosforilasi chinasi –PO4
attivaCa2+
ATP ADPfosforilasi b inattiva
fosforilasi a –PO4
attiva
glicogenoPO43-
glucosio -1-PO4
glucosio -6-PO4
glicolisi e ciclo di Krebs
glucosio
sangue
CORTISOLO
Ormone steroideo, rilasciato dalla ghiandola surrenale.
Nel sangue è associato alla proteina CBP che lo veicola nel circolo
sanguigno.
Presenta dei recettori specifici nel nucleo; il sistema di trasmissione
del segnale avviene:
● CBP arriva sulla membrana;
● libera nel citosol l’ormone;
● il cortisolo incontra il suo recettore a livello nucleare.
ADRENALINA
Ormone stimolatorio per reazioni di stress rapido, agisce a livello:
➢ EPATICO: stimola la glicogenolisi e la liberazione nel sangue
di glucosio essenziale per la muscolatura.
➢ ADIPOSO
➢MUSCOLARE: provoca incremento del cAMP libero,
glicogenolisi
➢ PANCREATICO: stimola la secrezione di INSULINA
Iperglicemia
Aumento del tasso ematico di glucosio
Cause:
• Eccesso di glucagone
• Malattie autoimmuni che determinano la produzione di anticorpi specifici contro l’insulina
• Eccesso di insulinasi (enzima prodotto dal rene per metabolizzare l’insulina)
• Diabete mellito
Diabete mellito
Carenza di insulina dovuta ad un deficit pancreatico
Un calo dell’insulinemia deprime la capacità delle cellule di assorbire glucosio dal sangue
Aumento del tasso glicemico
Parte del glucosio filtra attraverso il glomerulo renale nell’urina e NON tutto è riassorbito dall’epitelio tubulare
Glicosuria
Test per la glicemia
Campione biologico richiesto: plasma o siero
Effettuare l’analisi in tempi brevi dopo il prelievo: le cellule continuano i processi di glicolisi, pertanto i risultati saranno invalidati
Test enzimatici Test su singola goccia Apparecchi automatizzati
Test enzimatici
• Il principio su cui si basa la misura dei più comuni glucometri
validati per uso clinico consiste nella quantificazione di una
reazione enzimatica, l’ossidazione del glucosio
(proporzionale alla sua concentrazione nel sangue).
• La reazione avviene ponendo un campione di sangue su una
striscia reattiva alla glucosio-ossidasi.
• La misura può essere ottenuta valutando l’intensità di colore
determinata dal cromogeno che si sviluppa dall’ossidazione
del glucosio.
Test su singola goccia
• Una goccia di sangue intero viene deposta su carta bibula
• Si determina una variazione di colore
Apparecchi automatizzati
Test di carico del glucosio
• Animale a digiuno per 24 h.
• Prelievo di un campione di sangue e determinazione della glicemia.
• Immediata somministrazione di glucosio per via orale (4 g/kg di peso corporeo) oppure per via endovenosa (soluzione di glucosio al 50% inoculata in ragione di 0,5 g/kg di peso corporeo).
• Prelievi di sangue ad intervalli regolari (ogni 30-40 min) per 3-4h.
Incremento della glicemia
Somministrazione per os
Il tasso glicemico aumenta in modo notevole non appena il glucosio
viene assorbito in circolo dall’organismo.
Il picco della glicemia viene raggiunto nell’arco di 30-60 min.
Inoculazione per via endovenosa
L’incremento della glicemia compare più rapidamente dal momento
che il glucosio non deve essere assorbito dall’intestino.
Fisiologicamente
La glicemia inizia a diminuire per raggiungere, nel giro della II
ora, il livello che aveva prima di iniziare la prova.
Soggetto diabetico
Il tasso glicemico è superiore alla norma fino al termine della
prova.
PROTEINE
• Costituenti strutturali
• Enzimi
• Anticorpi
• Ormoni
• Essenziali per la crescita ed i processi riparativi
• Indispensabili per i muscoli, organi interni, pelle, capelli, lana, piumaggio, zoccoli, corna
• Contengono C, H, O e N
• Formate dalla combinazione di 20 amminoacidi, 9 dei quali sono “essenziali”
PROTEINE
Animali (carne, pesce, uova, latte)
Vegetali (tofu, pasta, pane, legumi, cereali, riso)
DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE
Nell’uomo:
70-100 g di proteine assunte con gli alimenti+
35-200 g di proteine endogene
1-2 g di azoto 6-12 g di proteine
digestione + assorbimento
feci
Amminoacidi essenziali
Amminoacidi non essenziali
Arginina Alanina
Istidina Asparagina
Isoleucina Aspartato
Leucina Cisteina
Lisina Glutammato
Metionina Glutammina
Fenilalanina Glicina
Treonina Prolina
Triptofano Serina
Valina Tirosina
AMMINOACIDI ESSENZIALI E NON ESSENZIALI
AMMINOACIDI ESSENZIALI IN ALCUNE SPECIE ANIMALI
Suino Pulcino Ratto
Arginina si si si
Fenilalanina
si si si
Isoleucina si si si
Istidina si si si
Leucina si si si
Lisina si si si
Metionina si si si
Tirosina si si no
Treonina si si si
Triptofano si si si
Valina si si si
Glicina no si no
• Principale fonte di azoto per l’organismo
• Soggette ad un continuo processo di demolizione e sintesi
che va sotto il nome di turnover proteico
• Il turnover consente all’organismo di modulare la sintesi
delle proprie proteine in dipendenza dell’evolversi delle
sue esigenze
• In un uomo adulto le proteine corporee ammontano a
circa 10Kg; di questi giornalmente circa 250gr sono
soggetti a turnover
Flusso di amminoacidi in entrata:
• amminoacidi derivati dalla digestione delle proteine alimentari
• amminoacidi derivati dalla degradazione delle proteine organiche
Flusso di amminoacidi in uscita:
• amminoacidi avviati al catabolismo e alla produzione di urea
• amminoacidi indirizzati verso la biosintesi ex novo di proteine corporee
CARATTERISTICHE DEL TURNOVER PROTEICO
• tutte le proteine sono soggette a turnover
• avviene a velocità diversa per le diverse proteine
• regolato da fattori nutrizionali, ormonali
• varia nelle diverse specie animali in rapporto alla taglia
• varia per i diversi organi e tessuti
• nell’uomo la velocità del turnover diminuisce dalla nascita all’età adulta
• richiede energia
TURNOVER PROTEICO
Proteine alimentari Proteine corporee
Pool degli amminoacidi
Pool di escrezione
PROTEINE
Complete o nobili
- forniscono amminoacidi essenziali e non essenziali- generalmente di origine animale
Incomplete o povere
- carenti in uno o più amminoacidi- generalmente di origine vegetale
PROTEINE
• di origine animale
- contengono tutti gli amminoacidi in concentrazioni relativamente elevate
• di origine vegetale
- di qualità inferiore per carenza di uno o più amminoacidi
Legumi: carenti in metionina
Cereali: carenti in lisina
DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE
• Nello stomaco enzimi specifici scindono le proteine complesse in peptidi
• I peptidi vengono scissi in singoli amminoacidi grazie ad altri enzimi
nell’intestino tenue
• I singoli amminoacidi vengono assorbiti nell’intestino tenue e trasportati
al fegato
• Il fegato li risintetizza in proteine complesse utili per l’organismo o li
invia ai tessuti periferici per una sintesi proteica tissutale
• Solo in caso di prolungato digiuno essi vengono utilizzati come fonte di
energia
BIOSINTESI DI ENZIMI DIGESTIVI
Localizzazione: polisomi del reticolo endoplasmatico rugoso
Sequenza amminoacidica segnale all’N-terminale
• Ancoraggio dei ribosomi alla membrana del reticolo• Rilascio della proteina sintetizzata all’interno delle cisterne del
reticolo
Processing delle proteine prima della secrezione
Accumulo delle proteine in piccole vescicole
Zimogeni: precursori inattivi
Granuli di zimogeno: esocitosi
Attivazione dei zimogeni
Inizia nello stomaco ad
opera della pepsina, è
completata dalle
proteasi intestinali dei
succhi pancreatici e da
quelle poste sull’orletto
a spazzola.
Le proteasi si dividono
in endopeptidasi e
esopeptidasi.
DIGESTIONE DELLE PROTEINE
ENZIMI PROTEOLITICI = IDROLASI
ENDOPEPTIDASI ESOPEPTIDASI
OLIGOPEPTIDI AMMINOACIDI –COOH terminali o
AMMINOACIDI –NH2 terminali
PROTEINE PEPTIDI AMMINOACIDI LIBERI
ASSORBIMENTO INTESTINALE
endopeptidasi esopeptidasi
ENDOPEPTIDASI
Enzima Origine pH ottimale Attivatore
Pepsina Stomaco 1,5-2,5 HCl-Pepsina
Tripsina Pancreas esocrino
7,5-8,5 Endopeptidasi-Tripsina
Chimotripsina Pancreas esocrino
7,5-8,5 Tripsina
Elastasi Pancreas esocrino
7,5-8,5 Tripsina
ESOPEPTIDASI
Enzima Presenza pH ottimale Attivatore
Carbossipeptidasi A Pancreas esocrino
pH del succo intestinale
Tripsina
Carbossipeptidasi B Pancreas esocrino
pH del succo intestinale
Tripsina
Aminopeptidasi Mucosa intestinale
pH del succo intestinale
Dipeptidasi e tripeptidasi
Mucosa intestinale
pH del succo intestinale
Peptidasi intracellulari
Citoplasma epitelio
intestinale
pH citosolico
FASE GASTRICA DELLA DIGESTIONE DELLE PROTEINE
Nel succo gastrico: 1) pH < 2
2) proteasi: pepsine
1) pH < 2: morte dei microrganismi denaturazione proteine
2) Pepsine: stabili e attive in ambiente acido inattive a pH neutro
autocatalisiPepsinogeno Pepsina A rimozione 44 aa all’NH2 terminale
Proteine Peptidi
colecistochinina (duodeno)
Pepsina A
stimolazione fase pancreaticadigestione proteine
FASE PANCREATICA DELLA DIGESTIONE DELLE PROTEINE
Nel succo pancreatico:
- proenzimi precursori di endopeptidasi
- proenzimi precursori di carbossipeptidasi
Tripsina Chimotripsina Elastasi Carbossi-peptidasi
A e B
endopeptidasi
Tripsinogeno Tripsina
esapeptide N-terminale
Peptidasi gastriche e pancreatiche
Enzima Proenzima Attivatore Reazione catalizzataProteasi carbossilichePepsina A Pepsinogeno A
Autoattivazione, pepsina
↓ R ↓ RCO-NHCHCO-NHCHCOR = tyr, phe, leu
Serina-proteasiTripsina
Chimotripsina
Elastasi
Tripsinogeno
Chimotripsinogeno
Proelastasi
Endopeptidasi, tripsina
Tripsina
Tripsina
R ↓ RCO-NHCHCO-NHCHCOR = arg, lys R ↓ RCO-NHCHCO-NHCHCOR = tyr, trp, phe, met, leu R ↓ RCO-NHCHCO-NHCHCOR = ala, gly, ser
Zn-peptidasiCarbossipeptidasi A
Carbossipeptidasi B
Procarbossipeptidasi A
Procarbossipeptidasi B
Tripsina
Tripsina
↓ R CO-NHCHCO2
R = val, leu, ile, ala
↓ R CO-NHCHCO2
R = arg, lys
ENZIMI PROTEOLITICI DELL’APPARATO DIGERENTE
Sede e provenienza dell’attività enzimatica
Zimogeno Enzima attivo Tipologia e specificità di idrolisi
Stomaco (ghiandole del fondo)
Pepsinogeno Pepsina Endopeptidasi
Leu, aa aromatici
Duodeno: enzimi pancreatici
Tripsinogeno
Chimotripsinogeno
Proelastasi
Procarbossipeptidasi
Tripsina
Chimotripsina
Elastasi
Carbossipeptidasi A e B
Endopeptidasi
Lys, Arg
aa aromatici, Leu, Met
Gly, Ala, Val
Esopeptidasi
aa aromatici, Lys, Arg
Duodeno: enterociti Enterochinasi Endopeptidasi specifica legame Lys-Ile
Intestino tenue: enterociti
Aminopeptidasi Esopeptidasi
aa N-terminali
Tripsina, chimotripsina ed elastasi
• attive solo a pH neutro
• dipendenti dalla produzione pancreatica di NaHCO3
• serin-proteasi
Carbossipeptidasi A e B
• prodotte nel pancreas, sono attive nell’intestino
• metallo-enzimi
• richiedono ioni Zn2+
Risultato della digestione pancreatica delle proteine
aa liberipeptidi (2-8 aa)
Assorbimento: le cellule epiteliali intestinali assorbono singoli amminoacidi, di- e tri-peptidi.I singoli aminoacidi: entrano nella cellula intestinale mediante co-trasporto facilitato con il Na+
e passano nel sangue per diffusione facilitata. I di- e tri-peptidi: entrano nella cellula intestinale mediante specifici trasportatori PEPT1 H+ dipendenti. I peptidi vengono idrolizzati a singoli amminoacidi dalle proteasi del citoplasma e passano nel sangue per diffusione facilitata.
ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE
ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE
L’assorbimento degli amminoacidi è rapido nel duodeno
e nel digiuno e lento nell’ileo e richiede l’intervento di un
trasportatore
Sembra esistere un unico trasportatore per gli
amminoacidi neutri (ala, ser), uno per quelli basici (arg,
lys), uno per gli acidi (glu, asp) ed uno per glicina,
prolina e idrossiprolina
CATABOLISMO DEGLI AMMINOACIDI
• Dopo l’assorbimento gli amminoacidi sono trasportati al
fegato attraverso il sistema portale
• Il fegato è il sito principale sia del metabolismo dello
scheletro carbonioso e sia dell’azoto, è l’organo più attivo
per la sintesi e per il catabolismo
• La maggior parte dell’azoto è rimosso dagli amminoacidi
tramite l’azione di enzimi epatici per ossidazione o
transaminazione
ESCREZIONE DELL’AZOTO
Metaboliti urinari g/24 h % totali
Urea 30 86
Ioni ammonio 0,7 2,8
Creatinina 1,0-1,8 4-5
Acido urico 0,6-1,0 2-3
Controllo ormonale del metabolismo degli amminoacidi
INSULINA
• favorisce la sintesi delle proteine
GLUCAGONE
• favorisce la degradazione delle proteine
• favorisce la gluconeogenesi
REGOLAZIONE DEGLI AMMINOACIDI
Chetogenici: sono metabolizzati ad acetil-CoA
Glucogenici: i metaboliti possono essere trasformati in glucosio attraverso la
gluconeogenesi
Glucogenici: Ala Arg Asn Asp Cys Gln Glu Gly His Met Pro Ser Thr Val
Chetogenici: Leu Lys
Entrambi: Ile Phe Trp Tyr
DESTINO DEGLI AMMINOACIDI
VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ PROTEICA
Il valore proteico di un alimento dipende non solo dalla
quantità, ma anche dalla qualità delle proteine in esso
contenute
VALORE BIOLOGICO
E’ la stima della capacità della proteina di soddisfare le
necessità dell’organismo
VALORE BIOLOGICO DI ALCUNI ALIMENTI
Alimento Valore biologico
Uova 100
Pesce 70
Manzo 69
Latte di vacca 60
Riso 57
Fagioli secchi 34
Grano 44
Arachidi 43
MALASSORBIMENTO DI PROTEINE
• Digestione incompleta = deficit di enzimi pancreatici
(pancreatiti)
• Malassorbimento/trasporto = deficit congenito di un
recettore per un gruppo di AA (celiachia)
MALNUTRIZIONE PROTEICO-ENERGETICA
• Alterazioni derivanti da un’alimentazione
inadeguata
• Si tratta generalmente di sindromi policarenziali
Kwashiorkor: malnutrizione proteica
Marasma: malnutrizione energetica
KWASHIORKOR
• Ritardo nella crescita, depigmentazione dei capelli, desquamazione,
edema e fegato steatosico
• Mortalità del 30%
• Lesione biochimica: diminuzione della capacità di sintesi proteica
epatica
La carenza di aa porta ad una diminuita sintesi di albumina che nel
plasma funge da osmoregolatore, ciò porta ad un aumento del liquido
interstiziale e edema
Il fegato “grasso” è una conseguenza di diminuita sintesi di
apolipoproteine il cui compito è di trasportare i grassi dal fegato ai tessuti
periferici
MARASMA
• Peso molto basso rispetto all’altezza, che è inferiore a quella
corrispondente all’età, aspetto grinzoso e carenza di grasso
sottocutaneo, addome teso e rigonfio
• Mortalità elevata
• Lesione biochimica: diminuita sintesi dell’albumina che
determina un aumento di produzione di cortisolo, che ha
un’azione catabolica sulle proteine muscolari che diventerebbero
disponibili per il fegato
LIPIDI
• Forniscono energia
• Servono come “carriers” per le vitamine liposolubili
• Formano colesterolo e steroidi
• Costituiti da C, O e H, hanno maggiore quantità di C e
H rispetto ai carboidrati
• Possono essere SATURI (solidi a T.A.) ed INSATURI
(generalmente liquidi)
ACIDI GRASSI
Gli insaturi possono essere:
• monoinsaturi
• polinsaturi
• acidi grassi omega-3
• idrogenati (acidi grassi insaturi che sono
chimicamente modificati e trasformati in saturi)
TRIACILGLICEROLI O TRIGLICERIDI
Costituiti da 1 molecola di glicerolo a cui sono legati 3 acidi grassi mediante legami esterei
Alimentazione:
98% trigliceridi - 2% fosfolipidi, colesterolo, glicolipidi
Secrezione nel lume del duodeno:
1-2 g di colesterolo7-22 g di fosfatidilcolina (lecitina)
Difficoltà nella digestione dei lipidi
Insolubilità in ambiente acquoso dei lipidi
difficoltà di accesso agli enzimi digestiviTendenza all’aggregazione e formazione di complessi di grandi
dimensioni dei costituenti elementari prodotti dall’idrolisi dei lipidi alimentari
difficoltà di assorbimento da parte delle cellule della mucosa intestinale
Superamento delle difficoltà
Aumento della superficie di contatto tra la fase acquosa e la fase lipidica
Solubilizzazione dei prodotti di idrolisi delle molecole lipidiche per mezzo di detergenti
FASI DELLA DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DEI LIPIDI
• Idrolisi dei trigliceridi ad acidi grassi liberi e monoacilgliceroli
• Solubilizzazione degli acidi grassi liberi e dei monoacilgliceroli ad opera di
detergenti (acidi biliari) e loro trasporto dal lume intestinale
alla superficie delle cellule assorbenti
• Assunzione degli acidi grassi liberi e dei monoacilgliceroli da parte delle
cellule e resintesi dei trigliceridi
• Introduzione delle molecole neosintetizzate di trigliceridi in
micelle ricche di lipidi dette chilomicroni
• Esocitosi dei chilomicroni dalle cellule e loro immissione nella linfa
ACIDI BILIARI
• detergenti biologici sintetizzati nel fegato e secreti con
la bile nel duodeno
• si formano dal colesterolo
• a pH fisiologici si presentano come anioni
• veicolano le molecole lipidiche dal lume intestinale alla
superficie delle cellule assorbenti
FASE GASTRICA DELLA DIGESTIONE DEI LIPIDI
Nel succo gastrico: LIPASI GASTRICA acido-stabile (pH ottimale=4)
• secreta dalle ghiandole del fondo dello stomaco (nei roditori è
prodotta dalle ghiandole sublinguali)
• responsabile della digestione del 10-30% dei trigliceridi negli adulti
• molto importante per la digestione dei grassi nel lattante (alla nascita
la lipasi pancreatica è poco attiva). Indispensabile per la digestione dei
globuli di grasso del latte
FASE PANCREATICA DELLA DIGESTIONE DEI LIPIDI
LIPASI PANCREATICA: pH ottimale = 7
inibita dagli acidi biliari, attivata dalla colipasi (proteina secreta nel succo pancreatico)
LIPIDE o COLESTEROLO-ESTERASI: attivata dagli acidi biliari meno specifica agisce sugli esteri del colesterolo,
monoacilgliceroli e sugli esteri lipidici
FOSFOLIPASI A2:idrolizza specificatamente i fosfolipidi, attivata dagli acidi biliari
FASE INTESTINALE DELLA DIGESTIONE DEI LIPIDI
• Assorbimento mediante semplice diffusione attraverso la membrana
citoplasmatica delle cellule della mucosa dell’intestino tenue
Acidi grassi e monoacilgliceroli assorbimento completo
Colesterolo 30%-40% assorbimento
• Metabolizzazione dei lipidi non assorbiti da parte della flora batterica
• Escrezione con le feci (steatorrea)
DESTINO DEGLI ACIDI GRASSI NELLE CELLULE INTESTINALI
1) Acidi grassi a catena media (6-10 C) flusso sanguigno fegato
2) Acidi grassi a catena lunga (> 12 C)
legame ad una specifica proteina citosolica
trasporto nel reticolo endoplasmatico
resintesi dei trigliceridi
associazione in chilomicroni
migrazione dall’apparato del Golgi alla membrana citoplasmatica basolaterale
riversamento nello spazio extracellulare
sistema linfatico
tessuto adiposo muscolare
VIE DI ASSORBIMENTO DEGLI ACIDI GRASSI E DEI MONOACILGLICEROLI
TRASPORTO DEI LIPIDI
Lipoproteine
Chilomicroni trasportano trigliceridi e colesterolo dall’intestino tenue ai tessuti
VLDL trasportano lipidi di natura endogena dal fegato ai tessuti
LDL si formano dalla degradazione delle VLDL e si arricchiscono di colesterolo e dei suoi esteri
HDL trasportano il colesterolo e gli esteri del colesterolo dai tessuti al fegato
STRUTTURA MOLECOLARE DEI CHILOMICRONI
La superficie dei chilomicroni è rivestita da uno strato di fosfolipidi disposti con la loro testa polare verso la fase acquosa. I trigliceridi sono raggruppati all’interno. Sulla superficie sporgono le apolipoproteine che agiscono come segnali per il metabolismo del contenuto dei chilomicroni.
CARATTERISTICHE DELLE LIPOPROTEINE PLASMATICHE UMANE
CHILOMICRONI VLDL LDL HDL
Peso molecolare x 10-6
> 400 5-6 2,3 0,18-0,36
Densità (g cm-3) < 1,006 0,95-1,006
1,006-1,063
1,063-1,210
Composizione chimica (%)
Triacilgliceroli 85 50 10 4
Colesterolo libero 1 7 8 2
Esteri del colesterolo 3 12 37 15
Fosfolipidi 9 18 20 24
Proteine 2 10 23 55
Assunzione dei lipidi della dieta nell’intestino degli animali e trasporto degli acidi grassi al muscolo e al tessuto adiposo
SECREZIONE E RIASSORBIMENTO DEGLI ACIDI BILIARI
Circolo entero-epatico degli acidi biliari
Mentre il riassorbimento
degli acidi grassi è completo a
circa metà del digiuno, i sali
biliari vengono riassorbiti a
livello dell’ileo.
I sali biliari vengono
riassorbiti quando la loro
funzione è espletata. Gli acidi
biliari riassorbiti a livello
dell’ileo vengono poi rimossi
dal sangue portale dagli
epatociti.
METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI
DESTINO DEL GLICEROLO
ATTIVAZIONE DEGLI ACIDI GRASSI
TRASPORTO DEGLI ACILI TRAMITE CARNITINA
BETA-OSSIDAZIONE: TAPPA 1
BETA-OSSIDAZIONE: TAPPA 2
BETA-OSSIDAZIONE: TAPPA 3
BETA-OSSIDAZIONE: TAPPA FINALE
Resa energetica dell’ossidazione degli acidi grassi
Reazione Resa in ATP
Attivazione del palmitato a palmitoil-CoA
-2
Ossidazione di 8 molecole di acetil-CoA
8 x 10 = 80
Ossidazione di 7 molecole di FADH2 7 x 1,5 = 10,5
Ossidazione di 7 molecole di NADH 7 x 2,5 = 17,5
Somma: 106 molecole di ATP
Palmitoil-CoA (C16) + 7 CoA-SH + 7 FAD + 7 NAD+ + 7 H2O 8 Acetil-CoA + 7FADH2 + 7 NADH + 7H+
BIOSINTESI DEI CORPI CHETONICI
SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI
METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI
SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI: TAPPA INIZIALE
SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI: I TAPPA
SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI: II TAPPA
SINTESI DEGLI ACIDI GRASSI: III TAPPA
METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI
BIODISPONIBILITA’
I nutrienti contenuti in un alimento non sono quasi mai
utilizzati completamente dall’organismo
La parte utilizzata viene definita quota biodisponibile
Fattori che influenzano la biodisponibilità
Digeribilità (caratteristiche chimico-fisiche del nutriente,
composizione della dieta, funzionalità gastro-intestinali,
disponibilità enzimatica)
Assorbimento (interazioni chimico-fisiche tra nutrienti,
funzionalità dell’enterocita, microflora intestinale)
Utilizzazione (stato fisiologico, stato nutrizionale, stato di
salute)