Scritta dal patriarca Sako Indonesia: vittime · 2021. 1. 15. · Spesso è la memoria a suscitare...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 15-16 gennaio 2021) L ’O SSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt Anno CLXI n. 11 (48.634) venerdì 15 gennaio 2021 Città del Vaticano y(7HA3J1*QSSKKM( +=!"!#!#!] Indonesia: vittime e danni per il sisma Secondo il WWF sono stati cancellati 43 milioni di ettari in tredici anni Deforestazione, la piaga che distrugge il pianeta di LUCA M. PO S S AT I Q uarantatré milioni di ettari di foreste cancellati in tredici anni: un’area gran- de quanto la California letteralmente spazzata via dal 2004 al 2017. A certi- ficarlo è l’ultimo rapporto del WWF (World Wide Fund for Nature) sullo stato di salute delle fore- ste nel mondo. Il documento identifica e analizza le 24 principali aree colpite dalla deforestazione in 29 Paesi in Asia, America Latina e Africa, che custodiscono una superficie forestale complessiva di 377 milioni di ettari. Nelle aree identificate dal Wwf è andato per- duto il 10% della superficie forestale del nostro pianeta mentre quasi la metà delle foreste ancora in piedi (circa il 45%) ha subito gravi danni. Nel Cerrado brasiliano, che ospita il 5% delle specie animali e vegetali del pianeta, i terreni sono stati rapidamente deforestati a causa dell’allevamento del bestiame e della produzione di soia con la perdita di un terzo (32,8%) della sua superficie forestale tra il 2004 e il 2017. Tra le principali cause della deforestazione, so- prattutto in America Latina e in Asia, c’è l’agri- coltura «per soddisfare il mercato interno e glo- bale», si legge nel rapporto. In Africa — dove si trova la maggior parte delle aree di deforestazione — pesa «l'aumento della pressione sui piccoli col- tivatori». Insomma, si abbattono alberi per far spazio alle colture, spesso intensive. Per quanto riguarda le risposte da mettere in campo per sconfiggere la deforestazione, il WWF sottolinea l’importanza del ruolo dei cittadini: «Vanno ri- dotti i consumi di carne e di prodotti contenenti le materie prime incriminate (come la soia e olio di palma)». Inoltre, il Wwf chiede agli Stati e ai Governi un’azione normativa forte e immediata tesa a colpire alla radice le pratiche che maggior- mente contribuiscono alla deforestazione. ALLINTERNO Intorno al silenzio Taci per amore NELLE PA G I N E 2 E 3 CON UN TESTO DI PA PA FRANCESCO Nell’inserto «Atlante» La trappola balcanica DI CHIARA GRAZIANI NOSTRE INFORMAZIONI PAGINA 8 Scritta dal patriarca Sako Preghiera per la visita del Papa in Iraq «S ignore nostro Dio, concedi a Papa Francesco la salute e la prosperità, affinché possa svol- gere con successo questa visita attesa. Benedici i suoi sforzi per rafforzare il dialogo e la ri- conciliazione fraterna e per co- struire la fiducia, consolidare i valori della pace e della dignità umana, specialmente per noi iracheni, testimoni di avveni- menti dolorosi che ci hanno toccato». Comincia così la pre- ghiera che il patriarca di Babi- lonia dei Caldei, cardinale Lo- uis Raphaël Sako, ha compo- sto in vista del viaggio apostoli- co di Francesco in Iraq, in pro- gramma dal 5 all’8 marzo. Pre- ghiera che il porporato ha invi- tato a recitare durante le messe domenicali, a partire dal 17 gen- naio. «Signore, nostro creato- re, illumina con la tua luce i no- stri cuori — prosegue il testo — affinché vediamo il bene e la pace e iniziamo a realizzarli». Poi l’invocazione a Maria Ver- gine, alla cui cura materna vie- ne affidata la visita del Pontefi- ce, «affinché il Signore ci con- ceda la grazia di vivere in piena comunione nazionale, coope- rando fraternamente per co- struire un futuro migliore per il nostro Paese e i suoi cittadini». S i aggrava con il passare delle ore il bilancio del terremoto di magni- tudo 6,3 sulla scala Richter che ha investito la provincia indonesiana di Sulawesi. Finora le vittime accertate so- no 35, ma si teme che possano essere molte di più. Il potente sisma ha fatto crollare decine di edifici e molte persone sono an- cora intrappolate tra le macerie. Crollati anche un ospedale, un hotel e uno degli edifici che ospitano gli uffici governativi. La protezione civile locale parla di oltre 600 feriti, dei quali 200 ricoverati in con- dizioni gravi, mentre oltre 2.000 persone sono rimaste senza casa. La scossa, secon- do l’American Insitute of Geophysics, è stata registrata all’1,28 ora locale, con epi- centro a sei chilometri dal distretto di Ma- jene, ad una profondità di circa 10 chilo- metri. Le vittime si registrano tutte nella città di Mamuju. Le frane seguite al sisma hanno anche interrotto l’accesso a una delle strade principali. La zona era già stata colpita nel settembre del 2018 da un terremoto di magnitudo 7,5, seguito da un maremoto, provocando 4.300 tra morti e dispersi.

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  • Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 15-16 gennaio 2021)

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

    Unicuique suum Non praevalebunt

    Anno CLXI n. 11 (48.634) venerdì 15 gennaio 2021Città del Vaticano

    y(7HA

    3J1*QS

    SKKM(

    +=!"!#!#

    !]

    Indonesia: vittimee danni per il sisma

    Secondo il WWF sono stati cancellati 43 milioni di ettari in tredici anni

    Deforestazione, la piaga che distrugge il pianetadi LUCA M. PO S S AT I

    Q uarantatré milioni di ettari di forestecancellati in tredici anni: un’area gran-de quanto la California letteralmentespazzata via dal 2004 al 2017. A certi-

    ficarlo è l’ultimo rapporto del WWF (World WideFund for Nature) sullo stato di salute delle fore-ste nel mondo. Il documento identifica e analizzale 24 principali aree colpite dalla deforestazionein 29 Paesi in Asia, America Latina e Africa, checustodiscono una superficie forestale complessivadi 377 milioni di ettari.

    Nelle aree identificate dal Wwf è andato per-duto il 10% della superficie forestale del nostropianeta mentre quasi la metà delle foreste ancorain piedi (circa il 45%) ha subito gravi danni. NelCerrado brasiliano, che ospita il 5% delle specieanimali e vegetali del pianeta, i terreni sono statirapidamente deforestati a causa dell’allevamento

    del bestiame e della produzione di soia con laperdita di un terzo (32,8%) della sua superficieforestale tra il 2004 e il 2017.

    Tra le principali cause della deforestazione, so-prattutto in America Latina e in Asia, c’è l’agri-coltura «per soddisfare il mercato interno e glo-bale», si legge nel rapporto. In Africa — dove sitrova la maggior parte delle aree di deforestazione— pesa «l'aumento della pressione sui piccoli col-tivatori». Insomma, si abbattono alberi per farspazio alle colture, spesso intensive. Per quantoriguarda le risposte da mettere in campo persconfiggere la deforestazione, il WWF sottolineal’importanza del ruolo dei cittadini: «Vanno ri-dotti i consumi di carne e di prodotti contenentile materie prime incriminate (come la soia e oliodi palma)». Inoltre, il Wwf chiede agli Stati e aiGoverni un’azione normativa forte e immediatatesa a colpire alla radice le pratiche che maggior-mente contribuiscono alla deforestazione.

    ALL’INTERNO

    Intorno al silenzio

    Taci per amore

    NELLE PA G I N E 2 E 3CON UN TESTO

    DI PA PA FRANCESCO

    Nell’inserto «Atlante»

    La trappolabalcanica

    DI CHIARA GRAZIANI

    NOSTREINFORMAZIONI

    PAGINA 8

    Scritta dal patriarca Sako

    P re g h i e r aper la visita

    del Papa in Iraq

    «S ignore nostroDio, concedi aPapa Francescola salute e laprosperità, affinché possa svol-gere con successo questa visitaattesa. Benedici i suoi sforziper rafforzare il dialogo e la ri-conciliazione fraterna e per co-struire la fiducia, consolidare ivalori della pace e della dignitàumana, specialmente per noiiracheni, testimoni di avveni-menti dolorosi che ci hannotoccato». Comincia così la pre-ghiera che il patriarca di Babi-lonia dei Caldei, cardinale Lo-uis Raphaël Sako, ha compo-

    sto in vista del viaggio apostoli-co di Francesco in Iraq, in pro-gramma dal 5 all’8 marzo. Pre-ghiera che il porporato ha invi-tato a recitare durante le messedomenicali, a partire dal 17 gen-naio. «Signore, nostro creato-re, illumina con la tua luce i no-stri cuori — prosegue il testo —affinché vediamo il bene e lapace e iniziamo a realizzarli».Poi l’invocazione a Maria Ver-gine, alla cui cura materna vie-ne affidata la visita del Pontefi-ce, «affinché il Signore ci con-ceda la grazia di vivere in pienacomunione nazionale, coope-rando fraternamente per co-struire un futuro migliore per ilnostro Paese e i suoi cittadini».

    Si aggrava con il passare delle ore ilbilancio del terremoto di magni-tudo 6,3 sulla scala Richter che hainvestito la provincia indonesianadi Sulawesi. Finora le vittime accertate so-no 35, ma si teme che possano essere moltedi più. Il potente sisma ha fatto crollaredecine di edifici e molte persone sono an-cora intrappolate tra le macerie. Crollati

    anche un ospedale, un hotel e uno degliedifici che ospitano gli uffici governativi.La protezione civile locale parla di oltre600 feriti, dei quali 200 ricoverati in con-dizioni gravi, mentre oltre 2.000 personesono rimaste senza casa. La scossa, secon-do l’American Insitute of Geophysics, èstata registrata all’1,28 ora locale, con epi-centro a sei chilometri dal distretto di Ma-

    jene, ad una profondità di circa 10 chilo-metri. Le vittime si registrano tutte nellacittà di Mamuju. Le frane seguite al sismahanno anche interrotto l’accesso a unadelle strade principali. La zona era giàstata colpita nel settembre del 2018 da unterremoto di magnitudo 7,5, seguito da unmaremoto, provocando 4.300 tra morti edisp ersi.

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 15 gennaio 2021

    Intorno al silenzio

    Ta c iper amore

    È importante l’uso giusto delle paroleLe parole possono essere baci, carezze, farmaci

    oppure coltelli, spade o proiettili

    Giotto« Al l e g o r i adel silenzio

    o dell’obbedienza»(XIV secolo)

    Stabilire un legamePubblichiamo uno stralcio da «Il si-lenzio» (Mimesis edizioni, 2012)

    di FRANCO LOI

    I l silenzio non esiste innatura. Dovremmo par-lare d’assenza d’ascolto.C’è sempre qualcunoche manifesta l’intenzione diritirarsi in campagna e racco-gliersi nel silenzio, dimenti-cando che la campagna è riccadi suoni. Certo si può com-prendere l’intimo desiderio dichi vuole fuggire dalle città: cisi vuole allontanare dai fracassiindustriali e tecnologici, dallaconfusione delle folle. E c’èsenza dubbio una netta distin-zione tra suoni e rumori: il suo-no giunge spesso alle orecchiein modo lieve e a volte piace-vole, mentre il rumore è sem-pre invadente e qualche voltaa s s o rd a n t e .

    Oggi poi c’è unaltro elemento delquale non ci accor-giamo mai: l’aria.Durante l’o t t o b rescorso sono scesodal treno a Foggiae, mentre aspettavol’amico che venissea prendermi perportarmi a Manfre-donia, la prima ac-coglienza dolce ecarezzevole è statauna leggera brezzascorrevole sulleguance e sulla fron-te. A Milano avevodimenticato questapresenza dell’aria.

    E dovrei parlare anche delloscrosciare delle piogge e delladanza delle gocce sulle pietre edello sciacquio giù dalle gron-de. Ma ecco che m’accorgo an-che dello stormire delle foglie,del fruscio delle erbe che migiunge quasi come una carez-za, e persino la terra emanaogni sorta di suoni o crepitìi.Tutto è vivo e parla in natura.E quanta vita incessante ci ac-coglie in campagna.

    Il problema vero è che nonsappiamo ascoltare, e che i ru-mori prodotti dall’uomo sover-chiano spesso le possibilitàd’ascolto. Siamo nella natura ecosì lontani da essa da non sa-pere più il silenzio.

    Ma cos’è dunque quellastrana cosa che chiamiamo si-lenzio? Quando si va a cercarel’origine della parola i diziona-ri italiani non c’informano mai

    oltre il greco e il latino, e in po-che circostanze qualcosa del-l’indo-europeo. Eppure comeaffermava Socrate, l’etimolo-gia è sempre la più vicina allavera natura della parola. Dadove viene dunque il silentiumdei latini?

    Una interpretazione di Se-sto Pompeo Festo allude alla Sprolungata con cui si chiede ditacere; altri accennano al sinomio sinami che evoca il sanscritolegare. Cosa legherebbe o col-legherebbe dunque il silenzio?Molte potrebbero essere le ri-sposte. Una potrebbe riguar-dare il “legame” fra gli uomini,visto che dal silenzio viene fa-vorito l’ascolto e quindi il dia-logo, e da qui il sorgere di unatribù o società primitiva. Unaltro aspetto può essere ineren-te l’ascolto della natura e ilrapporto dell’uomo con tutti

    gli esseri vegetali oanimali. Ma po-trebbe esserci un’al-lusione al nesso trarealtà corporea e lerealtà inaccessibiliai sensi e al pensieroumano, il silenziocome via d’accessoa ciò che non è im-mediatamente rece-pibile.

    Possiamo peròaddentrarci in altriaspetti. Noi spessoconfondiamo il si-lenzio col “fare si-lenzio”, tacere, nonfare rumore. Maquest’ultimo aspet-to ha più a che ve-

    dere con l’atteggiamento del-l’uomo verso la parola o versogli altri uomini quando si trat-ta di disturbo del raccoglimen-to.

    Si può tacere per riflettere,per rispetto, o per non inter-venire in un discorso o un dia-logo altrui, ma si può essere

    anche tacitati da altri o sempli-cemente in attesa della propriao dell’altrui parola; qualchevolta si tace non avendo nullada dire o in alcune occasioniperché minacciati. Sotto coer-cizione il silenzio può persinodivenire ironico o eroico: nondire ciò che può nuocere ad al-tri, alla patria, all’amico, alleidee, o per prendere le distanzeda chi parla o, semplicemente,non volendo mentire.

    Un particolare valore ha ilsilenzio di Cristo davanti al Si-nedrio: viene in mente la suaprecedente asserzione «Io nonsono di questo mondo» inten-dendo prendere le distanze daicostumi e dall’asservimento al-le passioni.

    Ma si tace anche per emo-

    zione. Si cita spesso l’innamo-rato nel rapporto con la cosa ola persona amata. In molti diquesti casi però il tacere nondipende da una scelta volonta-ria, ma da molteplici cause,spesso indipendenti da ogniconsapevolezza. Fino a chepunto c’è nell’uomo un vero e

    proprio controllodei propri sensi edel proprio cuore?E qual è il confinefra il dire e il tace-re nell’empito diun’emozione?L’artista, ad esem-pio, nel momentodi una forte emo-zione non sa trat-tenersi dall’espri-mersi — un vero eproprio impulsolo induce a muo-

    vere la mano o la parola o an-notare un suono.

    Può però anche darsi che aqualcuno sia necessario far tra-scorrere tempo per riuscire adisegnare, parlare o musicare.Spesso è la memoria a suscitareil segno dell’emozione. Ancheperché l’emozione più forte ecarica di simboli si presentaalimentata da elementi di varianatura, come nostalgia, mag-gior consapevolezza, struggi-mento di rimpianti o soprag-giunti riconoscimenti di valo-re. La diaristica o i memorialidella vecchiaia stanno a dimo-strare questo ritardo nell’insor-gere della spinta emotiva.

    Ma torniamo di nuovo al si-gnificato sanscrito di sinomi.Perché si dà tanta evidenza al

    “l e g a re ”? Cosa si mette in rela-zione ancora con l’attenzioneal silenzio? Ne abbiamo giàtrattato nell’ascolto di ciò checi perviene dal di fuori ma cre-do che il più importante tipodi rapporto si costituisca, oltreche con se stessi, anche con ciòche nel profondo del nostro es-sere si presenta come impulsosimbolico ben oltre ogni possi-bile riferimento alla nostraesp erienza.

    Compare un ulteriore “lega-me”, quello religioso, che ap-punto viene da re l i g o o re l i g i o ,metto insieme, collego. E nel-l’abisso del nostro essere che sipuò ascoltare quell’impulso vi-tale, spesso chiamato anima,quell’impulso che spalancaogni possibilità e può aprire almistero di un Dio. Ed è anchequi che si ascolta la parola del-la poesia, il segno di ogni altraarte e di ogni scienza, qui, co-me ha scritto Benedetto Croce,che «la cosa pensa se stessa». Èperciò nel silenzio che acco-gliamo l’essenza della vita epersino il moto che dà sostan-za al nostro lavoro quotidiano.

    In queste profondità nons’incontra il proprio Ego ma ilproprio Essere che nel silen-zio è in continua comunica-zione con l’essenza delle per-sone e delle cose, e qualchevolta con la voce o la luce diciò che chiamiamo Dio o ilmistero. A chi gli domandavacome si sentisse nella sua soli-tudine, il pittore Eugenio To-miolo rispondeva: «Io nonsono mai solo, sono semprecon Dio».

    Nell’abisso del nostro esseresi può ascoltare quell’impulso vitalespesso chiamato animaQuell’impulso che spalancaogni possibilitàe può aprire al mistero di un Dio

    Il silenzio è anche la lingua di Dio ed è anche illinguaggio dell’amore, come sant’Agostino scri-ve: «Se taci, taci per amore, se parli, parla peramore». Non sparlare degli altri, non è solo unatto morale, ma un gesto umano, perché quando“sparliamo” degli altri, sporchiamo l’immaginedi Dio che c’è in ogni uomo. È importante l’usogiusto delle parole. Le parole possono essere ba-ci, carezze, farmaci oppure coltelli, spade oproiettili. Con la parola possiamo bene-dire omale-dire, le parole possono essere muri chiusi ofinestre aperte. Siamo “t e r ro r i s t i ”, quando but-tiamo “le bombe” del pettegolezzo, della calun-nia e dell’invidia. Il cammino semplice di MadreTeresa di Calcutta è il cammino di santità diogni cristiano: «Il frutto del silenzio è la pre-ghiera / Il frutto della preghiera è la fede / Ilfrutto della fede è l’amore / Il frutto dell’amore èil servizio / Il frutto del servizio è la pace». Siparte dal silenzio e si arriva alla carità verso glialtri.

    La Vergine del Silenzio ci insegni l’uso giustodella nostra lingua, ci doni forza di benedire tut-ti, la pace nel cuore e la gioia di vivere.

    FRANCESCO

    IL LIBRO

    Non sparlare

    Esce oggi da Effatà Editrice Nonsparlare degli altri! di fra EmilianoAntenucci (Cantalupa, pagine 64,euro 5) che si apre con l’intro du-zione di Papa Francesco, pubblica-ta a fianco.

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 gennaio 2021 pagina 3

    Intorno al silenzio

    L’arte sull’arte di tacere

    Preghiera intimadi ANTONELLA LUMINI

    «S ta in silenzio davantial Signore e spera inlui» (Salmi 37, 7). Il si-lenzio è una forma dipreghiera intima, nuda. Connaturataa ogni essere umano, conduce a unaconoscenza interiore di Dio, espe-rienziale, mistica. Presente in tutte letradizioni, è andata affievolendosi inambito cattolico. Per questo da alcu-ni decenni, soprattutto tra i laici, siguarda all’Oriente per acquisire letecniche che ne permettano la prati-ca. In realtà troviamo significativi ri-ferimenti anche nella tradizione cri-stiana più antica, soprattutto nei pa-dri greci, le cui opere costitui-scono importanti fonti a cuipoter attingere. La meditazio-ne silenziosa, seppure abbiacominciato a diffondersi fra icredenti e a destare l’i n t e re s s edi religiosi e religiose, rimanetuttavia ancora troppo ai mar-gini della vita della Chiesa.

    È giunto il momento invecedi riportare il silenzio al centrodella preghiera cristiana, comeha affermato in più occasioni lo stes-so Papa Francesco. Il tempo urge, lochiede. Possiamo intravedere anchein questa crisi dovuta alla pandemiache, suo malgrado, ha spalancatoinauditi scenari di silenzio e solitudi-ne, un segno che invita a fermarsi eche sarebbe auspicabile cogliere co-me opportunità per intraprenderepercorsi interiori. Specialmentequando è in pericolo l’equilibrio psi-co-fisico, il silenzio diviene la risorsaimprevedibile capace di ridare cen-tratura.

    Non è dunque un problema di tec-

    niche, che certo possono essered’aiuto, bensì di resa, di cedimento alrichiamo dello Spirito e lo Spiritooggi, come non mai, chiama al silen-zio. Il silenzio custodisce la voce delVerbo. Porta incisa la misura dell’a-more, sempre pronta a riemergere.Non possiamo avere amore per noistessi e per gli altri, se la sua fiamma èspenta in noi. Solo la sosta silenzio-sa, che riporta verso il profondo, do-ve Cristo ha la sua grotta, può vivifi-carla. Il silenzio è una sospensioneche fa percepire l’eterno nel tempo.Contatto con una pienezza che portapace, conduce nella stasi. Rinvia alsilenzio del Settimo giorno in cuiDio si ferma a contemplare la mera-

    viglia della sua opera. È come la pau-sa da cui scaturisce il suono. Immer-sione estatica nella bellezza da cuil’opera creatrice continuamente ri-parte. Dimensione intima che preser-va l’impronta indelebile dell’inno-cenza creaturale in cui non c’è rumo-re .

    Il silenzio infatti non è assenza disuono, ma assenza di rumore. Im-mette nella vibrazione dell’atto crea-tivo, ne riverbera la misura perfettache non lascia accumuli né vuoti die-tro di sé. Rende i sensi capaci diaprirsi al meraviglioso la cui traccia

    rimane sigillata nella memoria pron-ta a riaffiorare. Dona riposo, condu-ce dove la gravità del tempo rimanelontana, dove ogni forza contrarianon ha accesso. Fa conoscere la bea-titudine della leggerezza perché do-v’è equilibrio non è peso.

    Il silenzio immette nello stato digrazia, nel prima che ancora non co-nosce caduta. Stato permanente incui la coscienza può sempre rientra-re. Dischiude al mistero dell’Annun-ciazione: «Ti saluto piena di gra-zia!». Gabriele, l’Arcangelo il cui no-me deriva dal termine ebraico g a v u r,forza, appare quando l’anima è forti-ficata nello Spirito, assunta in esso,resa stabile perché attratta nell’orbitadella grazia. L’Annunciata, colei checustodisce tutto nel suo cuore, divie-ne l’icona per eccellenza del silenzio.Rende visibile l’innocenza originariaassumendola consapevolmente. Ma-ria sta sempre nel qui e ora. Più parte-cipa dello stato di grazia, più aderi-sce agli eventi, non fugge dal tempo,lo compie, lo porta a coincidere con ilsuo eschaton.

    Il silenzio è conforme alla vitacontemplativa. Richiede uno sguar-do vuoto, capace (capax) della bellez-za che irrompe e travalica. «Maria hascelto la parte migliore che non le sa-rà tolta» (Luca 10, 42). Parole di Gesùche valorizzano l’anima contemplati-va, la preservano dalle forze che lavorrebbero annientare. Tutelanoquella parte recettiva dell’anima,aperta, femminile, sempre fecondatadallo Spirito e in lui perfettamentecompenetrata con la parte maschile.Gesù esprime al massimo grado il pa-radosso della via mistico-contempla-tiva. Sempre al centro della contrad-dizione del tempo, sempre nel silen-

    zio della pienezza eterna. Sempre inmezzo alle folle, sempre nella solitu-dine dei luoghi deserti in comunionecol Padre. Il Verbo incarnato, mai ec-cessivo, mai manchevole, parla il si-lenzio. L’adesione costante alla mi-sura dell’amore lo fa essere silenzio.Ogni parola, ogni sguardo, ogni ge-sto esprimono in lui l’insondabile si-lenzio della pienezza. Solo la vitacontemplativa dà la giusta misuradella vita incarnata. Il silenzio dun-que orienta gli andamenti, ma se vie-ne meno, il pericolo di una derivaverso il caos è grande. Quando iltempo manca di silenzio, perde la ra-dice che gli dà la tenuta, rischia di de-ragliare. Il silenzio non è un optio-nal, è connaturato alla vitacome il respiro. Senza il si-lenzio si smarrisce la misu-ra, si entra nel caos che èl’impero del rumore. Il di-sordine genera peso, spe-gne la vitalità, soffoca i cari-smi, conduce verso quellostato di cecità come di chiha perso l’orientamento.

    Oggi non solo il mondoreligioso ha bisogno di ri-portare al centro dell’attenzione il si-lenzio, bensì l’intera umanità. L’am-bito religioso sta al processo di evo-luzione spirituale, come la legge staall’amore. L’amore non elimina lalegge, come l’esperienza dello Spiri-to non elimina la religione, bensìdanno loro compimento. Tuttaviaquando legge e religione diventanoper qualcuno lettera morta, il silen-zio ne conserva la chiave. Il silenzio èil registro che custodisce il misterodel Verbo, della parola creatrice. In-vita ad andare dritti lì, dove il Verboha la sua sorgente perché solo il Ver-

    bo può compiere il miracolo di riac-cendere la fiamma. Allora diviene unimperativo per tutti tornare al silen-zio. E di fatto da diversi decenni mol-te persone, credenti o non credenti,stanno intraprendendo cammini disilenzio. Quando il silenzio chiamavuol dire che si è risvegliato in noi.

    La ricerca di luoghi solitari e ap-partati è necessaria affinché il silen-zio esteriore permetta al silenzio in-teriore di prendere campo, ma poi,più assume in sé, più la sua forza vi-brante e penetrante fa emergere il ru-more che ci abita. Il silenzio fa daspecchio alla verità. Pensieri, preoc-cupazioni, ansie, paure, vengono alloscoperto, ma l’abbraccio del silenzio

    ci permette di restare lì, nella resa,nell’abbandono. Tutto quello chedentro più duole e più pesa, si lasciaconsumare in quel lavorìo alchemicoche opera lo Spirito sciogliendo e ri-tessendo e che è al di là del bene e delmale perché accolto dentro la sua lu-ce vivificante. Il silenzio è la corsiapreferenziale attraverso cui l’azionepurificatrice dello Spirito Santo siaccelera liberando dalle catene cheopprimono. Permette all’amore diamare in noi quanto a noi più fa pau-ra, rifiutiamo e che spesso proiettia-mo sugli altri.

    Seppure abbia cominciatoa diffondersi fra i credenti,la meditazione rimane ai marginidella vita della Chiesa

    Una sospensione che fa percepirel’eterno nel tempoContatto con una pienezzache porta pace e conduce nella stasi

    di GABRIELE NICOLÒ

    S u un quadro dell’artista Sal-vator Rosa è effigiato unmotto che così recita: «Taci,a meno che il tuo parlare siameglio del silenzio». Tale esortazio-ne, che ha tutto il grave peso dellasentenza, è attribuita a Pitagora dal-lo scrittore greco Stobeo: essa rivesteun valore di attualità immune dalcorrosivo e impietoso passare dei se-coli. In questo motto si specchia unafondamentale norma di comporta-mento che trova un robusto e signi-ficativo riscontro anche nella storiadell’arte.

    Nell’Allegoria del silenzio (1582) diParis Nogari, affresco conservatonella Sala degli Svizzeri in Vaticano,a dominare la scena è il dito indicedella mano destra, sollevato all’altez-za del volto e appoggiato sulle lab-bra. Nel frattempo gli occhi ardentidel soggetto dalla folta barba invita-no l’interlocutore a una muta com-plicità. L’opera testimonia la volontàdi ricordare le insidie che maliziosa-

    mente serpeggiano tra le pieghe del-la parola, quando essa è pronunciatain modo incauto, tanto da poter fe-rire, anche mortalmente, le personealle quali è rivolta. La cicogna conl’uovo in bocca, collocata accanto al-l’uomo, serve a rafforzare il concet-to: dovendo portare il prezioso cari-co — il guscio custodisce un segreto

    — la cicogna non può emettere versi.Altrimenti l’uovo si romperebbe e diconseguenza il segreto, l’Arcanum Dei— in spregio alla virtù della discre-zione — verrebbe svelato.

    Affrescate sulla volta sopra l’a l t a remaggiore della Basilica Inferiore diAssisi, tre vele — l’allegoria della Ca-stità, della Povertà e dell’Obbedienza —segnano i cardini della Regola fran-cescana. Nell’allegoria dell’Obbedienza(attribuita o a Giotto a uno dei suoiallievi, Angiolello da Gubbio), essa èritratta seduta e con l’indice dellamano destra sulla bocca comanda,in modo perentorio, il silenzio a unfrate che le sta davanti e in ginoc-chio, pronto a ricevere il giogo consottomissione. In questo scenario,l’allegoria non solo esprime un mo-nito ad usare misura e moderazionenell’uso delle parole, ma anche unsolenne invito a tacere. Il silenzio,infatti, non va interpretato come unatto di debolezza, una rinuncia allalotta, un declinare verso un gracilecompromesso. Al contrario, il silen-zio, nell’ottica della vigile obbedien-za, si configura come un atto di re-sponsabilità, nutrito della consape-volezza che l’uso tempestivo ed ocu-lato del tacere può contribuire al be-ne del singolo e della collettività me-glio, molto meglio rispetto ad un’e-loquenza che, inquinata dalla verbo-sità, rischia di svaporare nell’irrile-vanza e nell’oblio.

    Impregnato di una dimensione siaallegorica che esoterica, che risentedel clima caratteristico della corte di

    Ferrara nel primo Cinquecento, è ildipinto (1523-1524) di Dosso DossiGiove pittore di farfalle, Mercurio e la Vir-tù. Riconoscibile per la saetta ap-poggiata ai piedi, Giove è ritrattonell’atto creativo, cioè mentre dipin-ge delle farfalle sulla tela. La farfallaè il simbolo della volatilità del pen-siero, così come l’arcobaleno, cheappare dietro il cavalletto, è l’emble-ma delle evanescenze delle idee. At-traverso il processo pittorico l’artistaintende comunicare che al principiodi ogni creazione deve sottendereuna precisa idea ispiratrice, legata aun concetto di ordine universale. Insostanza, urge in modo inderogabilela presenza di una ispirazione chenon deve essere violata, condiziona-

    ta e disturbata. Ecco allora che s’im-pone con icastica evidenza il gestodi Mercurio che con il dito, appog-giato sulle labbra, invoca il silenzioconcepito come baluardo in difesaappunto di una ispirazione che ri-chiede una sorta di “quiete iniziati-ca”, preludio alle varie forme dicreazione, tra cui quella artistica. Ilvolto di Mercurio, che sembra girar-si di scatto come preoccupato chel’ispirazione possa essere compro-messa, fa come da puntello al ditoalzato di Mercurio, votato a coman-dare il silenzio. Le sue forme aggra-ziate contribuiscono, per contrasto,a conferire al suo invito a tacereun’autorità ancor più potente e so-lenne.

    Tele famose mettonoin guardia dalle insidieche serpeggianotra le pieghe della parola

    Paris Nogari, «Allegoria del silenzio» (1582)

    Dosso Dossi, «Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù» (1523-1524)

  • L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

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    L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 venerdì 15 gennaio 2021

    Mentre Washington si prepara all’insediamento

    Il piano di Bidenper la ripresa

    In Europa rafforzate le misure per contenere la diffusione del virus

    Oms: solidarietà tra i Paesiper un accesso equo ai vaccini

    DAL MOND O

    Algeria: cinque mortiper lo scoppio di un ordigno

    Almeno cinque civili hanno perso lavita e altri tre sono rimasti feriti ierinell’esplosione di un ordigno artigia-nale al loro passaggio, in Algeria nellaregione orientale di Tebessa. Lo ha re-so noto il ministero algerino della Di-fesa in un comunicato in cui ha an-nunciato pure l’uccisione di un jihadi-sta nella vicina regione di Khanchela.

    Estonia: prima donnaa capo del governo

    La leader del partito riformista, al-l’opposizione in Estonia, Kaja Kallas,è stata nominata primo ministro e,previa conferma del parlamento, di-venterebbe la prima donna a capo delgoverno nel paese baltico. Kaja, figliadell’ex premier estone Siim Kallas econ posizioni pro Unione europea,andrebbe a sostituire Juri Ratas, di-messosi ieri dopo che il suo partito èstato travolto dalla bufera per sospetticasi di corruzione.

    L’enciclopedia digitaleWikipedia compie 20 anni

    Wikipedia, la più grande enciclope-dia del web, compie venti anni. E og-gi, con oltre 10 miliardi di visualizza-zioni mensili, 55 milioni di articoliscritti solo da volontari in oltre 300lingue, è tra i siti internet più “clicca -ti” al mondo. A distanza di 20 annil’enciclopedia, seppur non priva didifetti, non ha stravolto i suoi principidi condivisione del sapere: è aperta alcontributo dei volontari, si regge tut-tora solo sul modello economico delledonazioni degli utenti, senza pubbli-cità e, soprattutto, nessun cookie perrivendere i dati. In programma per iprossimi mesi una riformulazione delcodice etico.

    L’Onu chiede agli Stati Uniti di togliere i ribelli huthi dalla lista delle organizzazioni terroristiche

    Appello per scongiurare una carestia nello Yemen

    WASHINGTON, 15. È di 1.900miliardi di dollari il piano distimolo che il presidente elettoJoe Biden si prepara a lanciareper combattere la pandemia diCovid 19 e sostenere l’econo -mia statunitense. Mentre si av-vicina il 20, giorno dell’inse -diamento in una Washingtonblindata ed affidata alla Guar-dia nazionale, Biden si occupadei provvedimenti dei primicento giorni dell’amministra -zione entrante. «Muovere cie-lo e terra» per vaccinare centomilioni di statunitensi nei pri-mi tre mesi, è obiettivo priori-tario, ha detto il presidenteeletto. Venti miliardi, ha ag-giunto Biden, verranno subitodestinati alla distribuzione delvaccino e 50 a tracciare la dif-fusione del virus con una mas-siccia campagna di test sullapopolazione. I dettagli delpiano verranno annunciati ve-nerdì pomeriggio dalla città di

    Wilmington, nel Delaware,dove risiede.

    Le prove della cerimoniadell’insediamento che avverràsulle scalinate del Campido-glio che hanno visto l’assaltodel 6 gennaio, sono state rin-viate, per garantirne la sicurez-za in un clima di molto teso. Inun briefing con il vicepresi-dente Mike Pence, il direttoredell’Fbi, Christopher Wray, haavvertito che un preoccupante«intenso livello di comunica-zioni online» segnala pianiper un possibile attacco du-rante l’inaugurazione. Sono leprime parole ufficiali di Wraydopo l’assalto al Congressocostato al presidente Trump lamessa in stato d’accusa peraver incitato all’i n s u r re z i o n e .L’avvio del procedimento di-penderà dalle comunicazionial Senato, competente a giudi-care, da parte della speakerdella Camera, Nancy Pelosi.

    GINEVRA, 15. L’Europa deve mostrare più so-lidarietà sui vaccini, in un momento in cui il95% delle dosi è stato utilizzato in soli 10 Pae-si. L’appello è stato lanciato dalla direzionedell’Organizzazione mondiale della sanità(Oms) per l’Europa. È necessario che «tutti iPaesi in grado di contribuire a un accessoequo ai vaccini lo facciano», ha detto il diret-

    tore europeo dell’Oms Hans Kluge, sottoli-neando gli «enormi» sforzi compiuti dall’or -ganizzazione per garantire che ogni Paesepossa ottenere i vaccini. Kluge non ha nomi-nato i 10 Paesi, ma secondo gli analisti do-vrebbe trattarsi di Stati Uniti (dove sono sta-te vaccinate oltre 10 milioni di persone), Ci-na, Regno Unito, Israele, Emirati ArabiUniti, Italia, Russia, Germania, Spagna eCanada. Tra questi dieci il Paese che, in per-centuale alla propria popolazione, ha inocu-lato più dosi (oltre due milioni) è Israele conoltre il 23% di vaccinati. In questa graduato-ria la Danimarca, nonostante non sia tra idieci Paesi, è quello che nell’Ue ha fatto me-glio di tutti, avendo già vaccinato oltre il dueper cento dell’intera popolazione.

    Nel frattempo l’Europa sembra ancoraabbondantemente nella morsa del virus edelle sue nuove varianti. Anzi spesso i datifanno pensare a un peggioramento della si-tuazione oltre il livello di guardia. Questo stacostringendo i vari governi ad applicare mi-sure di contenimento sempre più forti. LaGermania ha fatto registrare ieri il record as-soluto giornaliero di vittime per complica-zioni legate al covid-19, ben 1244. Sul frontedei contagi il Paese è ancora una volta anda-to oltre i 25.000 positivi in 24 ore. Il cancel-liere Angela Merkel avrebbe intenzione diinasprire ancora di più, dal 20 gennaio, lemodalità del lockdown già in vigore. Al va-glio la sospensione del trasporto pubblico edei treni a lunga percorrenza e, in particola-re, l’incentivazione dello smart working.

    La Francia si ritrova con un aumento deipositivi in quasi tutte le regioni e una mediadi 15-20.000 contagi al giorno. Preoccupanopoi i 200-300 casi registrati ogni giorno della

    nuova variante britannica del virus. In più èstato rilevato un primo focolaio della muta-zione sudafricana. Il primo ministro JeanCastex, al momento, per evitare il lockdowntotale, ha deciso di anticipare l’inizio del co-prifuoco dalle 20 alle 18 su tutto il territorionazionale. Finora il divieto veniva applicatosolo nei 25 dipartimenti francesi (nel sud enell’est del Paese) più colpiti dal virus. Il go-verno di Parigi ha altresì confermato la deci-sione di proseguire a tenere aperte le scuole.Nuove misure sono state introdotte anchesugli ingressi nel Paese, per il momento dallenazioni extra-Ue: chi parte per la Franciadovrà non soltanto essere in possesso del cer-tificato di un tampone negativo effettuatonelle ultime 72 ore, ma dovrà impegnarsi auna quarantena di una settimana e a un nuo-vo test al termine dell’isolamento.

    Non migliora la situazione anche nel Re-gno Unito, il Paese più colpito del Vecchiocontinente. Johnson ha introdotto da ogginuove misure restrittive d’ingresso nel Paeseper coloro che provengono da Portogallo eSudamerica. La decisione arriva dopo l’allar -me segnalato nei giorni scorsi dagli scienziatibritannici sui rischi legati a un’ulteriore va-riante, ancora più aggressiva del covid-19, in-dividuata di recente in Brasile.

    Quasi tutta l’Italia finirà in zona arancio-ne e il divieto di spostarsi tra le regioni saràprocrastinato al 15 febbraio, con Lombardiae Sicilia che da domenica potrebbero esserele prime regioni rosse del 2021. Queste le mi-sure in vigore dalle prossime ore per evitareche anche l’Italia finisca nella stessa situazio-ne di Gran Bretagna e Germania, costrin-gendo in tal caso il governo alla soluzione diun nuovo lockdown nazionale.

    SANA’A, 15. L’Onu ha chiesto agliStati Uniti di togliere i ribelli huthidalla lista delle organizzazioni ter-roristiche, per scongiurare una ca-restia su vasta scala nel devastatoYemen. «Cosa impedirebbe una ca-restia? Un ribaltamento della deci-sione» che entrerà in vigore il 19gennaio prossimo, ha affermato ilsegretario generale aggiunto delleNazioni Unite per gli Affari uma-nitari, Mark Lowcock.

    Nei giorni scorsi, sia l’Onu chel’Unione europea avevano espressopreoccupazione per la designazio-ne statunitense degli huthi comeorganizzazione terroristica, rilevan-do che questo avrebbe alimentato

    ulteriormente il sanguinoso conflit-to, aggiunto ostacoli alla rispostaumanitaria e ostacolato gli sforziper trovare un accordo di pace. Ecompromettendo, tra l’altro, l’inviodi aiuti ad una popolazione stre-mata da anni di guerra civile.

    «Temiamo che la decisione avràun impatto negativo sulle importa-zioni di cibo e altri beni essenzialiproprio mentre sempre più yemeni-ti stanno morendo di fame», hadetto il portavoce dell’Onu, Sté-phane Dujarric. Crisi umanitariache potrebbe aggravarsi nelle pros-sime settimane, mettendo migliaiadi bambini a ulteriore rischio di fa-me e malattie.

    Crisi di governo in Italia:verso il confronto in ParlamentoROMA, 15. Ore decisive per ilfuturo del governo in Italiadopo la rottura sul Recoveryplan, il piano per l’utilizzo deifondi Ue a disposizione per laripresa del dopo-covid. Lune-dì alle 12 il presidente delConsiglio dei ministri, Giu-seppe Conte, si recherà allaCamera per chiedere la fidu-cia dopo lo strappo di Italiaviva (Iv), il partito di MatteoRenzi. Martedì mattina sarà lavolta del Senato.

    Stando alla stampa, questopomeriggio il Partito demo-cratico (Pd) si riunirà per fareil punto sulla crisi. La riunio-ne è preceduta da un verticesul Recovery plan che si è te-nuto in mattinata nella sedenazionale del partito tra il vicesegretario del Pd, Andrea Or-lando, il ministro dell'econo-mia, Roberto Gualtieri, il mi-

    nistro degli Affari europei,Vincenzo Amendola, e il mini-stro per il Sud e la coesione so-ciale, Giuseppe Provenzano.

    Il Movimento 5 stelle, in-tanto, ha confermato la fidu-cia a Conte. Tuttavia, trediciparlamentari del Movimentohanno chiesto di eleggere «alpiù presto» una nuova leader-ship. «Abbiamo avanzato del-le proposte programmatiche,senza mai mettere in discus-sione Conte» hanno dichiara-to.

    Critico il centrodestra.«L'Italia ha bisogno di un go-verno capace di affrontare ledifficili sfide che il Paese sitrova davanti, non di un ese-cutivo zoppicante che si reggesu una maggioranza raccogli-ticcia» si legge in un comuni-cato diffuso oggi dopo unariunione dei leader dei partiti.

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 gennaio 2021 pagina I

    Aatlante C R O N A C H E D I U N M O N D O G L O B A L I Z Z A T OUna prioritàper i cittadini del mondoANNA LISA ANTONUCCI A PA G I N A II Il villaggio delle vedoveafghane ELISA PINNA A PA G I N A IIILa politicae i social network

    di GI O VA N N I BENEDETTI

    L’evento senza precedenti che ha avutoluogo lo scorso 6 gennaio a Washin-gton continua — giustamente — a esse-re al centro di accesi dibattiti. Le di-scussioni riguardano ogni aspetto del-l’irruzione a Capitol Hill, dalle tragi-che conseguenze degli scontri al com-portamento delle forze dell’ordine alvalore simbolico dell’evento. Ma, a di-stanza di alcuni giorni, il lato della vi-cenda che impegna nelle riflessioni piùprofonde riguarda i suoi riflessi nelmondo dei social network.

    Nello specifico, la decisione presa loscorso 8 gennaio dal consiglio di am-ministrazione di Twitter di bloccare invia definitiva l’account del presidenteuscente Donald Trump «per il rischiodi ulteriori incitamenti alla violenza»ha scatenato numerose reazioni in tut-to il mondo. Prima di esprimere il suosupporto agli assalitori di Washington,Trump era già stato autore di numerositweet controversi, e il suo profilo con-tava quasi 89 milioni di followers.

    Un provvedimento simile, sebbenemeno drastico, è stato adottato anchedal ceo di Facebook Mark Zuckerberg,il quale ha deciso di bloccare per due

    settimane la pubblicazione di contenu-ti dal profilo di Trump. L’i m p re n d i t o redigitale ha poi dichiarato che ritiene«semplicemente troppo grandi i rischidi consentire al presidente di continua-re a usare il nostro servizio durantequesto periodo», riferendosi alla tran-sizione in corso fino al 20 gennaio,giorno dell’insediamento del nuovopresidente Joe Biden.

    Le conseguenze di queste censureoperate nei confronti del tycoon sonostate molteplici: mentre le azioni deisocial network hanno perso colpi aWall Street (lo scorso 11 gennaio, Twit-ter ha chiuso in calo del 6,4%, arrivan-do anche a toccare picchi negativi del-l’11%, e Facebook è arrivato al 4% inmeno), altre piattaforme digitali menonote al grande pubblico come Reddit,Twitch e Discord hanno deciso di se-guire le orme delle prime, disattivandogruppi e canali frequentati da sosteni-tori di Trump e caratterizzati dall’usodi linguaggio aggressivo e incitante al-l’odio e alla violenza.

    Questa chiusura del mondo digitalenei confronti di Donald Trump ha pe-rò suscitato diversi interrogativi, la cuivalidità va oltre l’eccezionale scenariodi emergenza. Primo fra tutti, è giusto

    che i social network, piattaforme priva-te di proprietà di imprenditori, possa-no censurare un capo di Stato? A que-sto proposito è stata estremamente du-ra la reazione del cancelliere tedescoAngela Merkel, che ha condannato ilblocco dell’account Twitter di Trumpdefinendolo come «problematico». Ilsuo portavoce Steffen Seibert ha di-chiarato che «è possibile interferirecon la libertà di espressione, ma secon-do i limiti definiti dal legislatore, e nonper decisione di un managementaziendale». Ancora più deciso è stato ilCommissario Ue per il Mercato inter-no Thierry Breton, il quale ha definitol’accaduto come uno spartiacque neirapporti fra la democrazia e le piatta-forme digitali, paragonandolo per lasua portata addirittura all’11 settembre2001. Per il politico francese, quantoaccaduto «non solo è una confermadel potere di queste piattaforme, mamostra anche profonde debolezze nelmodo in cui la nostra società è orga-nizzata nello spazio digitale».

    Al giorno d’oggi, i social networkrappresentano indubbiamente unostrumento di comunicazione fonda-mentale tanto nella sfera privata quan-to in quella pubblica. Per questo moti-

    vo, il fatto che i gestori di questi stru-menti abbiano la facoltà di esercitareun controllo assoluto sui loro contenu-ti appare effettivamente preoccupante.Quanto accaduto in seguito all’a g g re s -sione di Washington si presenta per-tanto come un’occasione fondamenta-le per discutere di un tema di crucialerilevanza, destinato ad acquistareun’importanza sempre maggiore neglianni a venire. Un mondo relativamen-te giovane e in costante evoluzione co-me quello dei social network necessitasicuramente dello sviluppo di normetrasparenti ad hoc per la sua regola-mentazione, come dimostrato dallacausa legale scatenata in Italia nel 2019dall’eliminazione per apologia al fasci-smo di alcune pagine Facebook diestrema destra.

    E un buon segnale in questa dire-zione è rappresentato ad esempio dalDigital Services Act, una proposta diregolamentazione per i contenuti onli-ne presentata lo scorso 15 dicembredalla Commissione europea. La libertàdi espressione rimane uno dei pilastrifondamentali della società democrati-ca, e una disciplina adeguata dellepiattaforme digitali è ormai imprescin-dibile per la sua difesa.

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina II venerdì 15 gennaio 2021 venerdì 15 gennaio 2021 pagina III

    A Aatlante atlante

    Vietnam: aperti due supermarket gratuitiper i poveri a causa della crisi sanitariaSono stati aperti in Vietnam due supermercatidove i poveri colpiti dagli effetti della pandemiapossono ritirare gratis generi di prima necessità.L’iniziativa è partita, a inizio mese, dalla diocesidi Can Tho. Gruppi di volontari gestiscono i

    due negozi solidali, il modello più diffuso di ca-rità in Vietnam. Le strutture diocesane aiutanofamiglie in difficoltà, orfani e persone con disa-bilità. Ogni beneficiario può fare acquisti per3,6 euro al mese e dispone di un libretto dovevengono registrati i prodotti che ritira ogni me-se. Nonostante il Vietnam sia uno dei Paesi chesembra aver gestito meglio la crisi del covid-19,parte della popolazione si trova in una situazio-ne di grave disagio economico. Secondo le ulti-me stime, i casi di contagio sono poco più di1.500, mentre i decessi sono circa 35.

    Ebola: Unicef-Oms-Ifrc-Msf creanouna riserva globale di vaccino

    Passo significativo per mettere sotto controlloi potenziali focolai di Ebola che colpisconosempre più duramente i più poveri e vulnerabi-li. Quattro fra le principali organizzazioni uma-nitarie e sanitarie internazionali — l’Oms, l’Uni-cef, l’Ifrc e Msf — hanno annunciato martedì lacreazione di una riserva globale di vaccini con-tro l’Ebola, per assicurare una risposta alle epi-demie. Tale sforzo è stato guidato dall’Interna-tional Coordinating Group (Icg) on Vaccine

    Dalle periferie

    Una prioritàper i cittadini

    del mondodi ANNA LISA ANTONUCCI

    La pandemia ha cambiato le no-stre priorità. Per la maggior partedei cittadini del mondo in cimaalla classifica delle necessità orac’è la sanità e l’accesso alle cure.Il covid-19 ha anche portato inalto nella scala delle questioniimportanti a livello globale lacooperazione internazionale edunque il multilateralismo. A te-stimoniarlo sono i risultati delsondaggio avviato dall’Onu unanno fa, in previsione del suo 75°anniversario, con lo scopo dicomprendere meglio i problemi,le attese e le esigenze della popo-lazione mondiale e rendere l’or -ganizzazione delle Nazioni Uni-te più reattiva. Hanno risposto alsondaggio 1,5 milioni di personein 193 Paesi che hanno volutocondividere quelle che pensanosiano le priorità mondiali a brevee lungo termine. Dal sondaggio èinoltre emersa la richiesta diun’organizzazione Onu più in-clusiva e trasparente per guidarela risposta alle sfide globali ur-genti che non possono essere af-frontate senza una maggiorecooperazione internazionale. Irisultati dell’indagine, dunque,rivelano che di fronte alla crisiprovocata dalla pandemia lapriorità immediata e a breve ter-mine per gli intervistati a livelloglobale è l’accesso universale al-l’assistenza sanitaria. Le disu-guaglianze che il covid ha esacer-bato nel mondo hanno spinto gliintervistati anche a indicare tra lenecessità più importanti l’istru -zione. Garantire a tutti un’istru -zione di qualità significa non la-sciare indietro nessuno e il covid,con la chiusura delle scuole, hamesso a rischio questa potenzia-lità. Quindi il mondo ha capitoche è importante investire nell’i-struzione dei giovani, in partico-lare nell’Africa sub-sahariana enell’Asia centrale e meridionale.Ma tra una regione e l’altra delmondo ci sono anche prioritàdifferenti. Nei Paesi in via di svi-luppo, ad esempio, l’u rg e n z a

    ruota attorno alla “solidarietàglobale” e alla necessità di af-frontare le disuguaglianze. NeiPaesi sviluppati, un minor nume-ro di intervistati considera priori-tario il «sostegno alle aree piùcolpite». In America Latina eCaraibi, poi, la priorità è l’am -biente anche se la lotta al riscal-damento globale ha cominciatoad essere un tema sentito in ogniparte del mondo, la principalesfida a lungo termine. L’emer -genza ambientale è tra le prioritàevidenziate dal 73% degli intervi-stati in America Latina e Caraibicontro il 37% degli abitanti del-l’Africa sub sahariana. La ricercadella pace, invece, rimane il temaprioritario per gli intervistati nel-l’Asia orientale e sudorientale,nel Medio Oriente e nell’Africasubsahariana, insieme alla sfidaper l’occupazione, il rispetto deidiritti umani e la riduzione deiconflitti. Inoltre, mentre chi vivein Paesi in pace si mostra preoc-cupato per le tensioni tra le Na-zioni, coloro che abitano i Paesiin perenne conflitto sono piùpreoccupati per la violenza al-l’interno dei loro confini. Ma ilvero punto di svolta del sondag-gio sta nella convinzione, espres-sa dal 97% degli intervistati, cheper affrontare la pandemia, maanche altre crisi globali, è neces-sario rafforzare l’approccio mul-tilaterale e la cooperazione traPaesi. Più della metà degli inter-vistati ritiene che la cooperazio-ne internazionale sia essenziale,un altro terzo la considera moltoimportante e più del 10 per centoimportante. E la percentuale piùalta è stata osservata nel NordAmerica. Per rafforzare questomultilateralismo, molti si aspet-tano «un ruolo guida delle Na-zioni Unite», un’O rganizzazio-ne rinnovata, «più inclusiva, piùimpegnata, più responsabile epiù efficace», con un Consigliodi sicurezza riformato, più rap-presentativo e agile. Infine la le-zione più importante che derivada questo sondaggio è che a mo-strare più ottimismo sul futurodel mondo sono gli abitanti deiPaesi in via di sviluppo. È dun-que l’Africa il continente più ot-timista, mentre il Nord Americaquello più pessimista. In partico-lare la regione con la popolazio-ne più ottimista è l’Africa sub-sahariana, dove il 59% degli in-tervistati ritiene che entro il 2045,quando l’Onu celebrerà il suoprimo centenario, il mondo saràin una condizione migliore di og-gi, rispetto al 52% dell’Asia cen-trale e meridionale, al 51% dell’A-sia orientale. Viceversa in NordAmerica, il 49% degli intervistatiprevede un mondo peggiore inun quarto di secolo, mentre inSud America, Caraibi ed Europaquesta percentuale è del 48%.

    di CHIARA GRAZIANI

    Lo lasci bambino in Serbia, inun campo di raccolta in mez-zo alla neve e lo ritrovi adole-scente, due anni dopo in Bo-snia ed Erzegovina, in uncampo bruciato in mezzo allaneve. Un po’ di barba in più,stesse scarpe sfondate, senzaaltra possibilità che tentare eritentare di passare la monta-gna verso un’Europa che chis-sà se esiste oltre la barriera dimetallo. Può trascorrere cosìuna vita umana, dall’Afghani-stan al nulla, dall’infanzia allavecchiaia, senza sonno, ripo-so, riparo. Solo cammino, ne-ve, scabbia, arti gelati e tanfoallo stato solido. Da un muroall’altro. E non c’è dubbio cheanche il covid-19, si sia ag-

    giunto aicompagni diviaggio.

    La rottabalcanica deimigranti, unaNazione inmarcia dalleterre delleguerre perpe-tue, si infran-ge contro ilconfine fraBosnia ed Er-zegovina eCroazia or-mai da quasicinque anni.Dal 2018 da

    qui sono passate circa 70 milapersone, per quanto i numerinon diano che un’idea pallidadell’esercito di ombre chesfugge ai controlli, si rintananei boschi, si acquatta nei ca-solari, abbandonati da altrefamiglie bosniache ai tempidella guerra fratricida deglianni ‘90. Qualcuno alza untendone di teli nella neve, risi-bile riparo per chi non ha chegli stessi abiti con i quali hasalutato la madre a Kabul an-ni prima. Molti, infatti, sonominori, ragazzini in cerca diraggiungere parenti nel nordE u ro p a .

    Per loro la tagliola che licondanna a vagare scacciatifra una frontiera fortificata al-l’altra, è scattata nel marzo2016. Fino ad allora la colon-na dei fuggiaschi prendeva lavia della Repubblica dellaMacedonia del Nord, dellaSerbia fino all’Ungheria. Poiil patto dell’Ue con la Turchiaper la gestione dei migranti hastrozzato il passaggio da unlato. Dall’altro, l’Ungheria diViktor Orbán ha sollevato isuoi muri e i suoi droni sulversante europeo, 175 chilome-

    tri di barriera metallica al con-fine con la Serbia. Dopo la ca-duta del muro di Berlino nel1989, un sinistro ritorno.

    La rotta degli infelici è di-ventata una trappola balcani-

    ca. La via verso l’Europa si èspostata a ovest, passando perla Bosnia ed Erzegovina che siè trasformata in un limbo dighiaccio dove i fantasmi dellaguerra degli anni ‘90 hanno

    La trappolabalcanica

    Mul

    tilat

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    Cile: la giustizia dà ragioneagli indigeni

    La Corte suprema di giusti-zia del Cile si è pronunciataieri, giovedì 14, a favore diuna comunità indigenaaymara ordinando alla socie-tà mineraria anglo-australia-na Bhp Billiton di sospende-re le operazioni presso il gia-cimento di rame Cerro Colo-rado, nella regione di Tara-pacá, nell’estremo nord delPa e s e .

    L’avvocato Lorenzo Soto,rappresentante dell’Asso cia-zione agricola indigena SanIsidro de Quipisca, ha spie-gato ai media locali che lasentenza emessa «con cinquevoti a zero» significherà ilblocco completo delle attivi-tà a Cerro Colorado. «Dopouna battaglia di diversi anni,

    la Corte ha deciso. Immagi-no che loro, l’azienda, stianoanalizzando la situazione»ha detto l’avvocato della co-munità aymara, aggiungen-do che spera che la compa-gnia mineraria rispetti la ri-soluzione e che d’ora in poi«la comunità indigena dellazona sia presa in considera-zione nelle decisioni dellacompagnia».

    La miniera di Cerro Colo-rado «sta già lavorando peril rispetto delle misure ri-chieste in conformità con ledisposizioni della Corte su-prema, e ribadisce la propriadisponibilità a stabilire pro-cessi di dialogo basati sul ri-spetto, la buona fede e iprincipi dei popoli indigeni»

    Madina, morta al confine

    Rep

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  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina II venerdì 15 gennaio 2021 venerdì 15 gennaio 2021 pagina III

    A Aatlante atlante

    Provision, con il sostegno finanziario di Gavi,l’Alleanza per i vaccini. La riserva permetterà aiPaesi, con il sostegno delle organizzazioni uma-nitarie, di contenere le future epidemie di Ebola— una delle malattie più temute al mondo — ga-rantendo tempestivamente i vaccini per le po-polazioni a rischio. L’epidemia nel 2016 colpìdieci Paesi africani e ci furono in totale 28.652casi confermati. «La pandemia da covid-19 ci ri-corda l’incredibile potere dei vaccini di salvarevite umane da virus mortali», ha dichiarato Te-dros Ghebreyesus, direttore generale dell’O ms.

    Proteste in India: la Corte suprema sospendetre nuove leggi sull’agricoltura

    La Corte suprema dell’India ha sospeso — fi-no a nuovo ordine — l’attuazione di tre contro-verse leggi agricole, dopo mesi di proteste daparte degli agricoltori che temono per i loromezzi di sussistenza. La Corte ha affermato divoler facilitare la mediazione tra il governo e gliagricoltori, i quali temono che la legislazione lilascerà in balìa delle grandi imprese. Tuttavia ladecisione non è bastata a placare gli animi. Ileader degli agricoltori hanno dichiarato, mer-

    coledì, che continueranno a protestare finoquando le leggi di liberalizzazione, approvate asettembre, non saranno revocate. I manifestanti,accampati a decine di migliaia fuori dalla capi-tale dal 27 novembre, hanno annunciato cheporteranno avanti l’assedio di una strada princi-pale di connessione con New Delhi e che mar-ceranno nella città entro la fine del mese. Inol-tre, si sono rifiutati di incontrare un comitato dimediazione per risolvere la lunga controversia.

    Il villaggiodelle vedove

    afghanedi ELISA PINNA

    Solo donne precocemente invecchiate e torme di bambinisono rimasti a vivere nel villaggio di casupole di argillanon lontano dal confine con l’Iran, nel distretto afghanodi Adraskan . Un tempo si chiamava Mir Ali, ma ormaitutti lo conoscono come Qala-e-Biwala che in afghanovuol dire il “paese delle vedove”. Gli uomini — mariti epadri — sono stati uccisi o sono scomparsi mentrecercavano di fare soldi portando clandestinamenteoppio in Iran. Ogni viaggio sono 100-200 dollari, unafortuna per famiglie afghane che non posseggono nulla,pochi spiccioli per i signori della droga che mandanoalla morte tanti disperati. L’Iran rappresenta la viaattraverso cui gli stupefacenti arrivano in Europa; allostesso tempo però è anche il primo mercato diconsumatori e la Repubblica degli Ayatollah, con lapiaga di oltre due milioni di tossicodipendenti, sidifende con le maniere forti, sparando ai trafficanti,imprigionandoli e spesso condannandoliall’impiccagione. Così gli uomini di Qala-e-Bilawa aduno ad uno sono spariti, lasciando dietro di séun’ottantina di vedove. Humaira è una di loro, 40 anni,il viso scoperto anche se incorniciato da un lungo velonero: ha perso il marito una decina di anni fa; le hannodetto che è stato catturato e condannato a morte in Iran,ma nessuno le ha restituito il corpo. Racconta, in unvideo trasmesso dal sito di Radio Ghandara,un’emittente afghana, che sopravvive lavando i vestitiper persone più ricche. Ha sei figli. «Non abbiamonessuno che ci aiuti». Qui, solo poche donne hannopotuto seppellire i corpi dei mariti, recuperati allafrontiera. Il cimitero è il luogo più frequentato delvillaggio: le tombe, costruite con buoni materiali,risaltano su una collina spazzata dai venti a un centinaiodi metri dalle case crepate e senza finestre, senzaelettricità e acqua corrente. Si narra che Qala-e-Biwalasia diventato il villaggio più famoso dei corrieri delladroga per gli incredibili guadagni fatti una trentina dianni fa da uno dei suoi abitanti, ora un capo-milizianella vicina città di Herat. Chi ha seguito il suo esempionon è stato però altrettanto fortunato.Fatima, una tessitrice di lana e madre di cinquebambini maschi, racconta che il marito, Fazel Haq,aveva tentato di procurarsi da vivere raccogliendo evendendo sterpaglie, usate per cuocere e riscaldarsi.Per disperazione, alla fine, aveva però accettato didiventare un corriere di oppio. Nel 2015 è statoucciso dalle guardie di frontiera.D all’economia della droga è difficile tenersi lontaniin Afghanistan. Nonostante il tentativo degliamericani di smantellare le coltivazioni di papaveroche fioriscono specie nelle province di Helmand eFarah, dal 2002 al 2017 la produzione di oppio ècresciuta da 3.400 tonnellate a 9 mila tonnellate. Ungiro di affari per oltre 6 miliardi e mezzo di dollari,l’11 per cento del Pil afghano. Il traffico clandestinodi oppiacei è pari alle esportazioni legalidell’Afghanistan. Oltre 800 mila persone vilavorano. Il 40% dei fondi dei talebani arrivanodalla produzione di droga, su cui gli islamistiimpongono una tassa del 20%. A guadagnarci sonoanche gruppi criminali, settori corrotti dello Stato, icoltivatori, fino ad arrivare alla manovalanza piùpovera, quella dei corrieri delle province frontalierecon l’Iran. Il governo centrale è troppo debole perintervenire e i colloqui di pace con i talebani nonrassicurano certo sul futuro del Paese. «Qui gliuomini in cerca di lavoro hanno solo due scelte:unirsi ai talebani o diventare corrieri della droga»,dice al «New York Times», Mohammad AliFaqiryar, governatore del distretto di confine diAdraskan. Le vedove rimaste a Qala-e-Biwala,cercano di resistere. Non hanno altri posti doveandare e pregano perché i figli non facciano la finedei padri. «Non lo permetterò ai miei cinquebambini — assicura Fatima —, glielo proibirò, anchese ciò ci porterà alla morte per fame».

    dato il benvenuto ai fuggia-schi da Siria, Pakistan, Afgha-nistan. Loro, i vivi, hannoriempito case vuote e fabbri-che dismesse di un territoriopovero, spopolato ed in via dispopolamento. Non hanno lu-ce, acqua, bagni, se un riparoce l’hanno in uno dei campi.Sono ostaggi di un grandestallo in cui gli Stati balcanicie la Ue non riescono, non san-no o non vogliono farsi caricodelle persone in pericolo co-stante di vita che sono i profu-ghi. Sono sei i Paesi balcanicioccidentali che sperano di es-sere accettati dalla Ue, Bosniaed Erzegovina fra questi.L’Europa chiede di intervenire

    nella crisi balcanica con rispo-ste a lungo termine per le qua-li mancano, però, forze e tes-suto istituzionale. La Bosniaed Ezegovina, la trappola bal-canica dove cresce l’insoffe-renza per il fardello umanoprivo di speranze piovuto neldeserto di ghiaccio dall’altrametà del pianeta, vede il tra-guardo spostarsi.

    Chi sono gli ostaggi dellostallo di reciproche debolezzee carichi storici irrisolti? Ma-dina, che aveva sette anni edora è sepolta a Šid, al confinefra Serbia e Croazia, vicino aibinari dove il 21 novembre del2017 è finito per lei il «game»,è un volto per tutti questi

    ostaggi della rotta balcanica.Il «gioco» per lei era partito,con madre padre e cinque fra-telli, dall’Afghanistan meri-dionale. Loro, ora sono arriva-ti in Francia. Lei è stata ag-ganciata da un treno merci incorsa, dopo un respingimentoviolento della polizia croataed è rimasta lì. Risucchiata esbalzata via da un muro incorsa, è stata riportata in brac-cio dalla polizia croata, comeuna bambola rotta, chiedendopietà. Non ha passato il confi-ne, neppure dopo morta. Ma-dina ha avuto una piccolatomba nel ghiaccio, vicino aibinari che segnano il confine.La foto che vedete in pagina èdel settembre 2017: Madina,petulante e impertinente, gio-ca con i volontari.

    Di lei si ricordano benissi-mo Sergio Macrida, della Ca-ritas Ambrosiana, e Silvia Ma-raone, dell’Istituto pace e svi-luppo innovazione (Ipsia)delle Acli, e responsabile deiprogetti per i migranti per larete Caritas in Bosnia che pre-

    sidia la tragedia fin dal 2015.Silvia la rivede arrivare trion-fante con i due gattini neriche aveva sottratto ad unacucciolata al grido di «cats,cats»: gatti che le aveva affi-dato perché a Madina sem-brava normale che qualcunoavesse cura di creaturine di-sperse. Sergio ricorda le suerichieste di gioco («fabbrica-mi una spada»). Aveva unasorella maggiore, Nilab, chesognava la musica occidentalee nel campo non osava guar-dare il ragazzo del qualeavrebbe voluto innamorarsi.Vite intrappolate nell’attesa ditentare il game, il passaggioverso l’Europa, verso la richie-sta di asilo, spesso quasi im-possibile da presentare, figu-rarsi ottenerla. La famiglia diMadina ha trovato il sostegnonecessario per fare causa allapolizia croata che quella notteli ha rigettati all’indietro lun-go i binari, con Madina cheaveva perso la mano di unadulto nel buio. I respingi-menti violenti sono fra le prin-cipali cause di morte.

    Da quando la rotta balcani-ca è andata a precipitare nelbuco nero della Bosnia, il co-sto per tentare il passaggiodella frontiera con la Croaziasi è quadruplicato. Se costavamille dollari a persona fino al2016 tentare la sorte, per chise li poteva permettere attin-gendo al sostegno delle fami-glie in patria, ora ce ne voglio-no 4 mila. Il campo di Lipa,sorto al confine ufficialmenteper l’emergenza coronavirus,era diventato un collettore peressere umani affogato nel fan-go prima e nel ghiaccio poi. Èandato a fuoco il 23 dicembre,quando il migliaio di animeche gli orbitava attorno si èsentito minacciato da un tra-sferimento nella notte. I me-dia locali parlano ora di unasua ricostruzione, di tende ri-scaldate, di 900 persone al si-curo. Silvia, testimone sul po-sto, conferma che l’e s e rc i t oqualche tendone l’ha monta-to. «Ma almeno 400 personerestano all’addiaccio — riferi-sce — e le tende sono talmenteprecarie che c’è chi preferisceabbandonarle e costruirsi ri-pari insieme al gruppo con cuiviaggia». Si aggiungono, acentinaia, alle migliaia di invi-sibili che — decimati dal fred-do polare, dalle malattie, dalcoronavirus — non hanno nep-pure il privilegio di rientrarein una conta ufficiale e si rin-tanano da un bosco all’a l t rodavanti alla porta che l’E u ro -pa non sa aprire.

    Le marcia dei migranti s’infrange al confine

    fra Bosnia ed Erzegovina e Croazia

    come in un limbo di ghiaccio

    Dal 2018 da qui

    sono passate circa settantamila persone

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    si legge in una nota dellacompagnia.

    Le comunità aymara han-no più volte accusato l’azien-da di non averli consultati odi non rispettare i loro inte-ressi, denunciando che leoperazioni hanno avuto un

    impatto ambientale sulle lo-ro terre e causato danni allerisorse protette. Nel 2019 ilTribunale ambientale del Ci-le si era pronunciato controBhp Billiton, accusandola di«danni all’ecosistema».L’anno scorso, a causa della

    crisi dell’emergenza sanitariadovuta al coronavirus, i ver-tici della Bhp Billiton aveva-no annunciato un ridimen-sionamento del Cerro Colo-rado annunciando una dra-stica riduzione della forza la-v o ro .

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina IV venerdì 15 gennaio 2021

    AatlanteLa sfida del liberomercato africano

    di GIULIO ALBANESE

    Quasi in sordina, senza che lastampa internazionale se neaccorgesse, lo scorso 1 gen-naio è partito ufficialmentel’African Continental FreeTrade Area (AfC F TA ). In ri-tardo di qualche mese acausa della pandemia di co-ronavirus (originariamentela data di entrata in vigoreera stata fissata per il 1 lu-glio 2020), il trattato di par-tenariato definisce la nuovageografia economica a livel-lo continentale.

    Congiuntamente ai proto-colli che regolano lo scam-bio dei beni e dei servizi ela risoluzione delle dispute,l’AfC F TA rappresenta unapietra miliare all’interno delprocesso d’integrazione afri-cana. Ad eccezione dell’E r i-trea, che ha scelto di nonaderire all’accordo, fannoparte dell’area di liberoscambio 54 Paesi africani; diquesti però 20 non lo hannoancora ratificato, tra cuiTanzania, Burundi e SudSudan.

    Nel corso della 13a s e s s i o-ne straordinaria dei capi diStato e di governo dell’U-nione africana (Ua) sull’A f-C F TA , che si è svolta lo scor-so 5 dicembre su una piatta-forma virtuale, sotto la pre-sidenza del capo di Statosudafricano Cyril Ramapho-sa, è emersa a chiare letterel’esigenza di incrementare erendere più equo e distribu-tivo il commercio sotto l’A f-C F TA , considerando che at-tualmente Sud Africa, Egit-to e Nigeria controllano il50 per cento del mercatocontinentale. L’intesa ri-guarda non solo l’a b b a t t i-mento delle tariffe commer-ciali su beni e servizi, maanche l’armonizzazione de-gli standard di produzione ela promozione degli investi-menti nel settore delle infra-strutture, delle telecomuni-cazioni e dei servizi finan-ziari.

    Naturalmente, prima diraggiungere l’i m p l e m e n t a-zione effettiva dell’a c c o rd ocommerciale serviranno an-ni. Ad oggi, sono ancoraaperti i negoziati sulle tarif-fe, mentre i Paesi che sonoin conflitto tra loro, avendochiuso le frontiere, devonoimpegnarsi nella normaliz-zazione dei rapporti. A ciòsi aggiunga la definizione diun calendario certo degliimpegni in materia di scam-bi di servizi. L’AfC F TA segnail traguardo più significativonell’ambito dell’Agenda2063 dell’Ua: «The AfricaWe Want», il documento

    programmatico che stabili-sce le aree prioritarie per losviluppo del continente neiprossimi cinquant’anni. Iltrattato, se verrà gestito nel-l’interesse condiviso e pari-tetico dei Paesi membri, po-trebbe accrescere il commer-cio all’interno del continen-te di 35 miliardi all’anno,specialmente se affiancatodall’effettiva messa in operadelle agevolazioni commer-ciali e dei piani infrastruttu-rali necessari per passaredalle parole ai fatti.

    La posta in gioco è altase si considera che l’AfC F TAinteressa un miliardo e tre-cento milioni di potenzialiconsumatori africani ed haun valore stimato di circa2,5 trilioni di dollari. Pre-scindendo dall’attuale con-giuntura segnata dall’i n s o r-genza del covid-19, in questianni la crescita del Pil afri-cano, a livello continentale,è dipeso in parte dal terzia-rio, dal manifatturiero e so-prattutto dall’esp ortazionedelle commodity (materieprime, fonti energetiche inprimis), il cui valore, para-dossalmente, è stato spessoal ribasso per la volatilitàdei mercati internazionali.Da rilevare che le commodi-ty di cui stiamo parlandosono state principalmentevendute all’estero, penaliz-zando il mercato interno.

    Un dato molto interessan-te, che non deve essere sot-tovalutato, è il grande inte-resse manifestato dal gover-no di Pechino nei confrontidell’AfC F TA , soprattutto inriferimento al processo diintegrazione economica chela Cina sta portando avantigià da tempo con tutti iPaesi africani. Secondo mol-ti osservatori, il governo diPechino sarebbe deciso nelsostenere l’i n d u s t r i a l i z z a z i o-ne dell’Africa che finora harappresentato il punto didebolezza dell’economiacontinentale; una strategiaquesta che consentirebbe aiPaesi africani di contrastarela recessione causata dallapandemia e ridurre il debi-to.

    L’Europa, dal canto suo,potrebbe assolvere questocompito soprattutto sul ver-sante del Green Deal. E aquesto proposito le sfide,non riguardano sole le ener-gie rinnovabili, ma anche ilsettore agricolo. Guardandoal futuro, soprattutto inconsiderazione dei cambia-menti climatici, occorre ri-durre gli sprechi che oggivedono molta parte dellaproduzione agroalimentaredeteriorarsi o perdersi, per-

    ché mancano sistemi di con-servazione dei prodotti. Maperché tutto questo sia pos-sibile è importante che visia la volontà politica perrendere concretamente at-tuativo l’AfCFTA .

    Come ha osservato perti-nentemente il professor ni-geriano Ndubuisi Ekekwe inun articolo pubblicato sul-l’Harvard Business Review,«l’Africa deve incoraggiareil consumo interno e il com-mercio ad intra, portareavanti l’accordo di liberoscambio continentale africa-no, creare una moneta unicaafricana, migliorare le infra-strutture e investire nell’i-struzione». Sempre secondol’autore, solo a queste con-dizioni il continente potràindustrializzarsi, poiché di-spone di mercati considere-voli per sostenere la crescitadelle proprie aziende.

    L’Africa dunque in pro-spettiva potrebbe arrivare ebasare la propria economianon solo sulle esportazionidi commodity, ma anchesulla produzione di beni abasso costo destinati al mer-cato interno ed eventual-mente all’export fuori dalcontinente. Occorre tenerepresente che la forza lavoro,per ragioni demografiche esociali, sarà concentrata neiprossimi decenni prevalente-mente in Africa. Una tra-sformazione dell’a rc h i t e t t u r a

    economica africana di que-sto tipo non è certamentescontata, anche perché mol-to dipenderà dai reali inve-stimenti nel settore indu-striale, dalle dinamiche dif-ficilmente prevedibili all’i n-terno dell’O rganizzazionemondiale del commercio(Wto) e dalla capacità deigoverni locali di promuove-re politiche di Welfare ri-spettose della dignità dei la-voratori.

    Per venire incontro alleesigenze degli imprenditoriè stato presentato ufficial-mente, il 5 dicembre scorso,in occasione del vertice vir-tuale della Ua, un nuovostrumento di intelligencecommerciale che consentiràalle aziende di esplorare econfrontare facilmente leopportunità commerciali intutta l’Africa, nell’ambitodella nuova area di liberoscambio continentale. Sitratta dell’African TradeObservatory (Osservatoriosul commercio africano)presentato dall’Unione afri-cana, dalla Commissionedell’Unione europea (Ue) e

    dal Centro per il commerciointernazionale (Itc).

    Questa piattaforma digi-tale fornirà una gamma diindicatori in tempo reale suiflussi commerciali, l’utilizzodelle preferenze tariffarieAfC F TA , le entrate fiscali, itempi di liquidazione e lesimulazioni commerciali, fa-cilitando così la valutazionedell’impatto e del processodi implementazione dell’A f-CFTA .

    Considerando gli effettidevastanti causati dal coro-navirus sulle economie na-zionali africane, spetta oraalle classi politiche l’imp e-gno di promuovere lo svi-luppo, innescando il circolovirtuoso di un libero scam-bio commerciale che impe-disca la fuga di capitali, raf-forzi l’economia reale e ac-cresca il benessere. A questodovrebbe servire il mercatoafricano, contribuendo in talmodo allo sviluppo econo-mico sostenibile, in lineacon l’Agenda 2030 incentra-ta sui Sustainable Develop-ment Goals (SD Gs) delleNazioni Unite.

    Il trafficato portodi Apapa,

    a Lagosin Nigeria

    L’Africa orientale minacciata da nuovi sciami di locusteNuovi sciami di locuste del deserto tornano a espan-dersi dai loro luoghi di riproduzione nel Corno d’Afri-ca in tutta la regione dell’Africa orientale, mettendo arischio la sicurezza alimentare di centinaia di milionidi persone. Entro la fine del mese sette Paesi dell’a re apotrebbero essere interessati dall’espandersi dei grup-pi di insetti. A lanciare l’allarme è la Fao nel suo ulti-

    mo bollettino. Gli sciami sono migrati dai precedentiterreni di riproduzione nell’Etiopia orientale e nellaSomalia centrale e si sono diffusi nella regione a sud-ovest dell’Etiopia e nelle contee settentrionali e costie-re del Kenya. Alcuni potrebbero raggiungere questomese la Tanzania, il Sud Sudan e l’Uganda. L’invasio-ne di locuste costituisce una seria minaccia per le col-tivazioni nella regione. L’anno scorso hanno causatodanni a centinaia di migliaia di ettari di terra.

    L’Onu condanna l’attacco alla missione Minusma

    Mali: la violenza non conosce fine

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    BA M A KO, 15. La violenza torna acolpire il Mali alle prese con unagià difficile transizione. Il segreta-rio generale dell’Onu, AntónioGuterres, ha condannato con forzaun attacco ad un convoglio di Mi-nusma — la missione di stabilizza-zione dell’Onu in Mali — costatola vita, mercoledì, a quattro caschiblu della Costa d’Avorio. Il quartopeacekeeper è morto a causa delleferite riportate. Diversi altri caschiblu sono stati feriti.

    L’agguato è avvenuto in un’a re ain cui opera il gruppo jihadistaGsim, nato nel 2017 e affiliato adAl Qaeda, ha comunicato ieri l’O-nu. «Gli attacchi alle forze di pacedell’Onu possono costituire crimi-ni di guerra» ha ricordato Guter-res, come aveva fatto poche oreprima dopo un raid contro i milita-ri della missione Minusca nella Re-pubblica Centrafricana. Guterresha poi esortato le autorità locali «aidentificare e portare i responsabilidi questo atroce agguato davantialla giustizia».

    Gli elementi armati che hannoassalito i peacekeepers duranteun’operazione di pattugliamentonon sono stati ancora identificati.La missione ha messo in sicurezzal’area e avviato un’indagine. Ilconvoglio ha prima urtato un ordi-gno esplosivo improvvisato (Ied) epoi è stato attaccato da uomini ar-mati, costretti alla fuga dalle forzedi pace.

    L’imboscata è avvenuta a norddella città di Bambara Maoudé,sull’asse tra Douentza (centro) eTimbuktu (nord-ovest). La regioneè uno dei focolai della violenza digruppi legati ad Al Qaeda e al se-dicente Stato islamico che affliggeil Paese africano e, in generale, ilSahel. Nonostante i successi otte-nuti dalla forze internazionali con-tro i terroristi, in Mali la situazionedella sicurezza rimane imprevedi-bile, con attacchi ricorrenti nelletre zone di confine anche contro leforze nazionali e i civili. In Africala missione di pace più pericolosadell’Onu resta quella in Mali. Dal

    2013, anno in cui fu fondata, Mi-nusma — che conta 15.000 tra uo-mini e donne — ha perso 230 unità,tra queste almeno 130 caschi blusono morti in attacchi da parte diforze ostili.

    Il conflitto in atto nel Paese dal2012 ha causato la morte di mi-gliaia di persone e centinaia di mi-gliaia di sfollati. Dopo il colpo diStato militare del 18 agosto scorso,che ha estromesso il presidenteIbrahim Boubacar Keïta, il Malida quattro mesi attraversa una fasedi transizione pianificato in 18 me-si per arrivare allo svolgimento dinuove elezioni presidenziali e legi-slative. Il Conseil national de latransition (Cnt), che svolge il ruolodi Parlamento, è stato istituito allafine di dicembre con il compito diapprovare le riforme politiche, isti-tuzionali, elettorali e amministrati-ve necessarie per il consolidamentodella democrazia, permettendo unritorno all’ordine costituzionale,come previsto dalla Charte de latransition approvata a settembre.

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 gennaio 2021 pagina 5

    La storia dell’Europa nel Novecento

    Una moltepliceunità

    Nel libro di Nicola Antonetti e Paolo Pombeni

    La cura reciproca«Non togliete la gioia agli animali» di Maurizio Quilici

    di ENRICA RIERA

    S i chiamavano Salty e Roselle i la-brador che l’11 settembre di ven-t’anni fa salvarono i rispettivi pa-droni non vedenti dal crollo del-le Torri Gemelle di New York, riuscendoa condurli — corridoio dopo corridoio,piano dopo piano — al sicuro e, dunque,lontano dalle strutture sotto attacco. Aidue cani guida, scomparsi tra il 2008 e il2011, è stata assegnata la Dickin Medal,l’onorificenza britannica che premia il co-raggio degli animali e che, dal 1943 al2017, è stata conferita, oltre che a 31 cani,anche a 32 uccelli, 4 cavalli e un gatto.

    Tra i decorati aventi a che fare con l’I-talia c’è, ad esempio, G.I. Joe, piccioneviaggiatore la cui sto-ria risale alla secondaguerra mondiale. Erail 18 ottobre 1943 e gliamericani s’appresta -vano a bombardare ilvillaggio campano diCalvi Vecchia, con-vinti della presenzadi una postazione te-desca, ma senza sape-re, vista l’imp ossibili-tà di comunicare congli alleati via radio,che una divisione

    dell’esercito britannico vi si fosse appe-na stanziata: solo grazie all’interventodi G.I. Joe, che percorse venti miglia inventi minuti con un messaggio fissatoalla zampa, l’attacco venne annullato.

    Moltissime altre sono le analoghenarrazioni — appartenenti a epoche eluoghi tra loro differenti e il più dellevolte dimenticate — raccolte da Mauri-zio Quilici in Non togliete la gioia agli ani-mali. Storia e futuro di un rapporto che ci salve-rà (Milano, Edizioni San Paolo, 2020,pagine 386, euro 22).

    Si tratta di unampio reportageche anzitutto rico-struisce il rapportotra uomini e anima-li sin dall’antichità(le venationes di epo-ca romana, i proces-si agli animali delmedioevo, le primetutele apprestate traOttocento e Nove-cento contro i mal-trattamenti). Do-podiché, fa luce su

    questioni spinose come, solo per citarnealcune, sperimentazione, allevamentiintensivi e inquinamento della natura;per giungere, in ultimo, alle inevitabiliconsiderazioni sul mondo al tempo delcovid-19, quando «gli animali hannoconquistato parchi e giardini, si sono af-facciati a paesi e città» e alcuni di lorohanno dimostrato tutto il proprio attac-camento all’uomo (a Pisa la femmina dipastore tedesco Stella, «il cui padroneera stato ricoverato in terapia intensivaper coronavirus, è scappata dalla casa dichi la ospitava temporaneamente ed èstata ritrovata vicino all’osp edale»).

    Il volume è, inoltre, corredato daun’estesa bibliografia e illustri citazioni:da Papa Francesco che, nella Laudato si’,afferma che «il cuore è uno solo e lastessa miseria che porta a maltrattare unanimale non tarda a manifestarsi nellarelazione con le altre persone», fino aFëdor Dostoevskij dai cui scritti, nellaspecie da I fratelli Karamazov, è tratto il ti-tolo dell’opera in argomento.

    Così, tra un paragrafo sull’imp ortan-tanza della terapia basata sull'interazio-ne con gli animali domestici e un altro

    sulla normativa italiana ed europea re-lativa all’universo animale, emergono,come anticipato, molteplici note di co-lore. Sono le storie degli animali (do-mestici o riconducibili al mondo agrico-lo), che, nel ruolo di protagonista e aprescindere dalla Dickin Medal, nonconoscono soltanto Salty, Roselle e G.I.

    Joe, ma pure il cane “f e r ro v i e re ” Lamp o(negli anni Cinquanta, il cagnolinocomparve nella stazione dei treni diCampiglia Marittima, fu adottato dalpersonale e dimostrò una «stupefacentecapacità»: viaggiare per l’Italia «saltan-do sui treni e sempre ritornando nella“sua” stazioncina»). E, ancora, Félicet-te, gattina randagia di Parigi, la qualenel 1963 venne lanciata nello spazio,

    «dopo un duro allenamento fatto di as-senza di gravità, violente accelerazioni,decompressioni e centrifughe». Félicet-te, dal lucente pelo bianco e nero, «so-pravvisse a 15 minuti di volo sub-orbita-le con elettrodi impiantati nella testa(…). Fu recuperata sana e salva ma, no-nostante il successo, fu soppressa per re-cuperare gli elettrodi» e oggi, proprio aParigi, a seguito di una raccolta fondiavviata quattro anni fa dall’inglese Mat-thew Serge Guy, si rintraccia un monu-mento che la ritrae nell’atto di affacciar-si sullo spazio, libera come quando gi-rovagava tra i tetti spioventi e i comi-gnoli delle case dei più bei quartieri diFr a n c i a .

    Storie, pertanto, che stupiscono efanno riflettere. Quella del cane Lampoè simbolo del legame indissolubile traanimale e uomo, della fedeltà del “quat -tro zampe” nei confronti del “suo uma-no”, della cura reciproca; l’altra (più tri-ste) sulla prima gatta astronauta, colle-ga della celebre cagnetta Laika, è segno,invece, di quello che l’uomo può fare,laddove non ci siano vincoli di alcun ti-po, all’animale e all’intera natura. Daqui, l’auspicio dell’autore di rispettare ilpianeta e chi lo abita, di «lasciare ai no-stri figli e nipoti un mondo che sia dav-vero vivibile (…). Con l’impegno, l’e-sempio, l’insegnamento».

    Storie di cani, gattipiccioni viaggiatori e cavalliche salvano vite in modi diversi

    di GI O VA N N I CERRO

    «L’Europa non ha unità se non nellasua molteplicità, e attraverso essa.Sono le interazioni tra popoli, cul-ture, classi, Stati, che hanno intes-suto un’unità, essa stessa plurale econtraddittoria». Questa afferma-zione di Edgar Morin potrebbeessere una delle chiavi di letturadel volume Da Versailles (1919) aBerlino (1989). La lunga storia dell’Eu-ropa nel secolo breve, a cura di NicolaAntonetti e Paolo Pombeni (Bolo-gna, Il Mulino, 2020, pagine 185,euro 18). Il libro raccoglie i contri-buti di un convegno che si è svoltoa Roma nel dicembre del 2019presso l’Istituto Luigi Sturzo e sipropone come una riflessione sul-la storia politica europea nel pe-riodo che intercorre tra due mo-menti cruciali di quello che EricHobsbawm ha definito il «secolob re v e » .

    Da un lato, il 1919, che corri-sponde alla presa di coscienza, al-l’indomani della Grande guerra,della progressiva perdita di centra-lità dell’Europa, a vantaggio delruolo sempre più influente svoltoda Stati Uniti e Unione Sovietica.D all’altro lato, il 1989, quando lacaduta del Muro di Berlino segnala riconquista dell’autonomia eu-ropea e il suo riconoscimento daparte delle due superpotenze pro-tagoniste della guerra fredda.

    Uno dei temi affrontati nel vo-lume è quello dei confini. Propriomentre la loro importanza sem-brava tramontare a causa dellaglobalizzazione, i confini sonotornati al centro delle analisi digeografi, politologi e sociologi,non soltanto per effetto dei feno-

    meni migratori, ma anche per il ri-destarsi della conflittualità socia-le, nonché più di recente sotto l’a-zione della pandemia. Come ri-corda Christoph Cornelissen nelsuo saggio, era stato già GeorgSimmel a sostenere che il confine

    non è un «fatto spaziale con effettisociologici, piuttosto un fatto so-ciologico che si forma spazialmen-te».

    Per l’Europa, si tratta di confinitanto esterni quanto interni. A talproposito, Adriano Roccucci rile-va quanto sia ingannevole, oltreche storiograficamente inaccura-to, esaminare il rapporto tra Euro-pa occidentale ed Europa orienta-le come se si trattasse di due polimonolitici. Contro la tendenza acedere a visioni binarie e assolutiz-zanti, Roccucci auspica il ricorso acategorie quali “molteplicità” e“pluralità”, in grado di tener contodelle innumerevoli stratificazioniculturali, ideologiche, religiose epolitiche che caratterizzano il mo-saico europeo.

    Muovendo da presupposti si-mili, Lorenzo Zambernardi si in-terroga sull’asse Nord-Sud, mo-strando come, benché più sfumatarispetto al passato, l’idea del diva-rio tra Settentrione e Meridione

    sia ancora diffusa nel dibattitopubblico per descrivere le diffe-renze regionali.

    Una sezione rilevante del libroè poi dedicata all’analisi delle di-verse forme assunte dalla politicanella storia europea novecentesca.Nel suo intervento, Paolo Pombe-ni nota come fu proprio a Versail-les che si ebbe il superamento deidue princìpi che avevano ispiratole sistemazioni territoriali decise alCongresso di Vienna: l’equilibrioe il legittimismo restauratore. Itrattati di pace stabiliti dopo laGrande guerra — benché ancoralegati a matrici interpretative otto-centesche, come quella tra societàprogressive e società immobili —riconobbero, infatti, il primato delcostituzionalismo, che di lì a pocoperò sarebbe entrato gravementein crisi con l’avvento dei totalitari-smi.

    Anche Fulvio Cammarano sisofferma sul problematico rappor-to tra potere esecutivo e potere le-

    gislativo. A partire dal tardo Otto-cento — scrive Cammarano — si fe-ce sempre più insistente la richie-sta di un governo autorevole, ca-pace di limitare la sferadecisionale dei parla-menti. Tale processo subìun’accelerazione propriodopo l’esperienza dellaPrima guerra mondiale,dalla quale uscì rinsalda-to il modello di uno Sta-to-nazione incentrato sulprimato dell’esecutivo.

    Partendo da una con-siderazione di Max We-ber, Nicola Antonetti ri-chiama l’attenzione sulladialettica tra «parlamen-tarizzazione» e «demo-cratizzazione» ed esamina alcuniesperimenti costituzionali del pri-mo dopoguerra, come la Repub-blica di Weimar, sottolineando ladifficoltà di conciliare il rispettodei diritti individuali, lo stato so-ciale e la sicurezza pubblica. Mi-

    chele Nicoletti offre un affresco diquelli che ritiene essere i cinquepiù influenti sistemi politici euro-pei del diciannovesimo secolo: lapolitica come lotta; la politica co-me controllo della vita biologica;la politica come creazione di unuomo nuovo; la politica come ga-ranzia dei diritti civili; e la politicacome realizzazione della giustiziasociale. Michele Marchi torna sul-l’importante cesura della storiaeuropea e mondiale recente rap-presentata dagli anni compresi trail 1971 e il 1975, con l’annuncio diRichard Nixon di sospendere laconvertibilità del dollaro in oro, lacrisi petrolifera, il crollo delle dit-tature in Portogallo, Grecia e Spa-gna.

    Nel saggio che chiude la raccol-ta, Damiano Palano si concentrasu un’altra relazione tutt’altro chelineare, quella tra democrazia e va-lori liberali. Dopo la caduta delMuro, afferma Palano, non si è af-fatto verificata la «fine della sto-ria» preannunciata da Francis Fu-kuyama, che avrebbe dovuto coin-cidere con il trionfo planetariodella democrazia liberale. Al con-trario, vi è stato sia un aggrava-mento della crisi della democra-zia, evidente nell’ascesa di grandiautocrazie e nell’emergere del vol-to illiberale di alcuni Paesi demo-cratici, sia una progressiva sfalda-tura dell’ordine internazionale.Tale scenario pare essere l’antica-mera per l’esplosione di dissidi suimodi di intendere l’ethos demo cra-tico.

    Il volume, in conclusione, ponel’attenzione su una serie di proble-mi ancora aperti. Questioni dilungo periodo, alcune delle torna-

    no a riproporsi periodicamente,causando fratture e tensioni. Solouna rinnovata consapevolezza suquesti temi consentirà al Vecchiocontinente di affrontare le grandisfide del presente e del futurop ro s s i m o .

    I confini sono tornati al centrodelle analisisotto l’azione della pandemiaproprio mentre la loro importanzasembrava tramontarea causadella globalizzazione

    Dopo la caduta del Muronon si è affatto verificatala «fine della storia»preannunciata da Francis Fukuyamache avrebbe dovuto coinciderecon il trionfo planetariodella democrazia liberale

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 15 gennaio 2021

    COMUNE DI CASSANO DELLE MURGESettore I – Ufficio SPRAR

    Esito di gara – CIG 84652701CC – CUP F11B20000290001Ha aggiudicato con det. dirig. 412 del 29.12.2020, la gestione dei servizi di funzionamento del sistema di accoglienza per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI) periodo riferimento 01.01.2021/ 31.12.2022 così come previsto dal D.M. del 18.11.2019. Documentazione visionabile su www.comune.cassanodellemur-ge.ba.it. Inviato in G.U.C.E. il 11.01.2021

    R.U.P.dott. Stefano Claudio Colucci

    CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLIBando L049-2020

    Procedura telematica aperta per l’affida-mento, mediante accordo quadro, dei lavori di Manutenzione dei costoni, degli arenili e dei manufatti per la difesa costiera lungo i litorali della Città Metropolitana di Napoli. Valore stimato euro 3.919.503,41 oltre Iva - CIG: 8549514225. Scadenza ore 8.00 del giorno 10/02/2021. Il bando di gara è reperibile, in uno alla documentazione tecnica, sul Portale Gare https://pgt.cittametropolitana.na.it/portale.

    IL DIRIGENTE Dott. Giacomo Ariete

    CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLIBando L059/2020

    È indetta procedura telematica aperta per l’affidamento, mediante accordi quadro, per l’esecuzione degli interventi finalizzati all’a-deguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici di competenza (in proprietà o in uso gratuito) della Città Metropolitana di Napoli, suddiviso in n. 3 lotti distinti e indi-pendenti. Valore stimato Euro 2.400.000,00 Iva esclusa. L’aggiudicazione avverrà con il criterio del prezzo più basso. Il bando inte-grale, completo degli atti di gara, è disponi-bile sul sito internet della Città Metropolitana di Napoli http://www.cittametropolitana.na.it e sul Portale Gare Telematiche https://pgt. cittametropolitana.na.it/portale. Le offerte, redatte in conformità ai sopra indicati atti, devono pervenire al Portale Gare Telematiche entro e non oltre le ore 08.00 del 23/02/2021.

    IL DIRIGENTE (Ing. Maria Teresa Celano)

    Comune di Minturno, Via Principe di Piemonte - (LT) - https://www.cucrivieradiulisse.it/N/G00022 - Procedura aperta per l’affidamento del servizio di gestione della sosta a pagamento, senza custodia, in ambito comunale, del servizio di noleggio di rilevatori automatici fissi delle infrazioni di cui agli artt. 142 e/o 146 del Codice delle Strada, del servizio di gestione delle operazioni materiali afferenti i procedimenti amministrativi sanzionatori delle violazioni alle norme del Codice del-le Strada e dei procedimenti amministrativi bonari tesi al recupero dei crediti derivanti e inesatti, prima della fase coattiva, dei servizi accessori e complementari. CIG 85820378F7 - CPV: 98351000-8, 34971000-4, 72322000-8, 79940000-5, 79112000-2. Importo sti-mato: € 1.427.890,00 di cui € 10.000,00 per oneri non soggetti a ribasso IVA esclusa. Data GURI: 13.01.2021. Durata contratto: 12 mesi. Scadenza presentazione offerte: 23/02/2021 h 12:00. Data I seduta pubblica: 23/02/2021 h 10:00. RUP Dott. Antonio Di Nardo

    CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE DEL LAZIO MERIDIONALE

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