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GRUPPO SCOUT VOLTA 1 MANUALETTO DI PRONTO SOCCORSO 1

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GRUPPO SCOUT VOLTA 1

MANUALETTO DI PRONTO SOCCORSO

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Le informazioni contenute in questo opuscolo, non sono sufficienti per garantire al soccorritore una preparazione adeguata a

praticare un soccorso di qualità all’individuo infortunato. L’obiettivo è declinare una scaletta di azioni da intraprendere, per non

arrecare danno e garantire nel più breve tempo possibile un’assistenza di qualità all’individuo che andrete a soccorrere.

Una semplice passeggiata può essere teatro delle situazioni più strane, che in breve, si possono trasformare in un’urgenza

sanitaria: traumi, morsi di animale o punture di insetto, veloci variazioni metereologiche.

Quando ci si pone in prima persona ad effettuare un’attività di primo soccorso è bene suddividere l'intervento in tre fasi:

1. SICUREZZA

2. L’ANALISI DELLA SITUAZIONE

3. L’AZIONE DA INTRAPRENDERE

1. sicurezza

prima di effettuare il soccorso, valutare l’ambiente che ci circonda allontanando eventuali pericoli, mettersi in sicurezza! (su una

strada segnalare la propria presenza, in montagna trovare un riparo, nel caso di una folgorazione allontanare la vittima dalla

fonte elettrica, nel caso di un temporale allontanarsi dalle piante)

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2. analisi della situazione

1) Accertarsi che il cuore batta, ascoltando direttamente con l'orecchio sul torace, oppure sentire, attraverso la palpazione, se

pulsa l'arteria carotidea (posta sul collo)

2) Accertarsi che il soggetto respiri verificando l’escursione del torace (poniti con l’orecchio sul viso dell’individuo e valuta se il

torace si alza o abbassa)

3) Se non vi è battito cardiaco effettuare massaggio cardiaco esterno

4) Se il respiro è cessato, effettuare la respirazione bocca-bocca

5) Se il soggetto ha più lesioni, determinare la più grave seguendo la scala delle urgenze ed intervenire in proposito

6) Se vi sono più soggetti individuare il più grave seguendo la scala delle urgenze

7) Accertarsi dello stato di coscienza del soggetto

3. l’azione da intraprendere

Dopo aver effettuato una prima indagine ed aver definito il quadro patologico, il livello d’urgenza ed infine la conseguente

tipologia di intervento, si effettuano le seguenti attività:

1) Evitare nel modo più assoluto di nuocere al paziente effettuando manovre incongrue (non sottoporre il paziente a movimenti

o scosse inutili)

2) Eliminare l'azione della causa dell'infortunio ponendo particolare attenzione al rischio a cui eventualmente ci si espone

3) Provvedere a slacciare gli indumenti che possano costituire ostacolo alla respirazione

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4) Adottare la posizione laterale di sicurezza

5) Dopo aver valutato lo stato del soggetto provvedere ad avvisare il soccorso specializzato 118

6) Non premere, schiacciare o massaggiare quando vi è il sospetto di lesioni profonde.

7) Non dare bevande se non si è sicuri che il paziente sia in piena coscienza.

AFFANNO RESPIRATORIO

Sintomi:

-aumento della frequenza respiratoria

-sudorazione profusa

Interventi di primo soccorso:

Quando una persona respira con fatica deve essere aiutata a mettersi seduta; questa posizione facilita la funzione dei muscoli

respiratori. È inoltre necessario slacciare tutto ciò che stringe (cintura dei pantaloni, bottoni della camicia), infine allontanare le

persone inutili.

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ANNEGAMENTO

Interventi di primo soccorso:

Se la persona non respira, non perdere tempo a far uscire l'acqua dalla bocca con manovre o posizioni strane, l'unica cosa da

fare è la respirazione artificiale con eventuale massaggio cardiaco. – chiamate il 118 -

ARRESTO CARDIO RESPIRATORIO

Condizioni morbosa estrema, che se non prontamente ed adeguatamente trattata può condurre a morte il soggetto colpito.

Sintomi:

- Perdita di conoscenza.

- Assenza del battito cardiaco rilevabile dai polsi carotidei (ai lati del collo)

- Pallore cutaneo o cianosi.

- Assenza di attività respiratoria.

primo soccorso:

accertarsi che il soggetto sia incosciente e senza battito cardiaco:

1 chiamare ripetutamente scuotendo per le spalle, se incosciente allertare il 118

2 mettere due dita sull’arteria carotide, un centimetro a destra del “pomo di adamo”, in un soggetto sano sentiresti il battito

cardiaco5

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3 posizionarsi con l’orecchio sul viso dell’infortunato, guardando il torace. In un soggetto sano dovresti vedere che il torace si

alza e abbassa

accertarsi che il soggetto si trovi con il torace su un piano rigido, quindi iniziare le manovre di respirazione artificiale e di

massaggio cardiaco.

Massaggio cardiaco

1) Porre il palmo della mano destra sullo sterno e la mano sinistra sopra la

destra.

2) Premere vigorosamente lo sterno provocando un abbassamento di

3/5 cm (attenzione alla fragilità per donne e bambini).

3) Rilasciare lo sterno

4) Ripetere la manovra tenendo una frequenza intorno alle 100

compressioni al minuto

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Respirazione artificiale

1) Pulire la bocca dell'infortunato da eventuali materiali

ostruenti.

2) Porre la propria mano sotto il collo della vittima al fine di

estendere il capo.

3) Dopo aver effettuato una inspirazione, espirare l'aria nella

bocca del soggetto stringendogli le narici per non far uscire l'aria

dal naso.

alternare 30 compressioni del torace a 2 insufflazioni di aria

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ASSIDERAMENTO

E' provocato dall'azione della bassa temperatura su tutto il corpo, provocando un restringimento dei vasi sanguigni (riduzione

dell'afflusso di sangue agli organi e tessuti). Questo può portare alla sofferenza di vari apparti ma soprattutto alla lesione

irreparabile di organi nobili come cuore e cervello.

I fattori determinanti l'assideramento sono :

- Il vento e la bassa temperatura (travolti da valanghe)

- L'umidità

- La stanchezza fisica

- La scarsa alimentazione

- L'abuso di bevande alcoliche (vasodilatazione)

Interventi di Primo soccorso:

- Non somministrare bevande alcoliche

- Non massaggiare o sfregare la pelle

- Isolare l'infortunato

- Riscaldare lentamente il corpo, in primo luogo il petto, preferibilmente con impacchi caldi a temperatura crescente e

comunque con qualsiasi mezzo disponibile. Se l'infortunato è cosciente si possono somministrare bevande calde.

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Per quanto possibile trasportare rapidamente l'infortunato in ambiente riscaldato. Ricordiamo che se la temperatura scende al

di sotto dei 26° C risulta praticamente impossibile far riprendere il soggetto (ipotermia).

Approfondimento: "il potere di raffreddamento del vento"

vento Km/h Temperatura ambiente in C°10 5 0 -5 -10 -15 -20 -25 -30 -35 -40

8 9 3 -2 -7 -12 -17 -23 -28 -33 -38 -4416 4 -2 -8 -14 -20 -26 -32 -38 -44 -51 -5724 2 -4 -11 -18 -25 -32 -38 -45 -52 -58 -6532 0 -7 -14 -21 -28 -36 -42 -49 -57 -64 -7148 -2 -10 -17 -25 -33 -41 -48 -56 -63 -72 -7864 -3 -11 -19 -27 -35 -43 -51 -66 -66 -74 -8280 -4 -12 -20 -28 -36 -44 -52 -60 -68 -76 -84

La tabella esprime la "reale" temperatura a cui si è sottoposti in funzione della velocità del vento e della temperatura misurata

dal termometro. Lo scambio termico tra l'uomo e l'ambiente è influenzato anche dal livello igrometrico; l'acqua al contrario

dell'aria è un ottimo conduttore di calore.

Infine un'ulteriore aggravante è la quota: più si sale, maggiore è l'iperventilazione, che rappresenta una notevole fonte di perdita

di calore, e minore è la capacità di produrre calore da parte dell'organismo. Le zone rosse indicano il livello di pericolo.

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Sulle alpi lo zero termico attualmente è intorno ai 4000 metri. È evidente come il vento, anche in estate, possa portare ad

affrontare durante una salita temperature rigide.

CONGELAMENTO

Colpisce parti del corpo molto esposte

Sintomi:

1. pelle pallida

2. pelle pallida, rigida, dolente con bolle

3. pelle pallida con chiazze grigie

Interventi di Primo soccorso:

1. riscaldare con prudenza la parte del corpo allentando ciò che costringe, contestualmente aiutare l’infortunato a compiere dei

delicati movimenti. E’ essenziale valutare la rigidità della parte congelata, se troppo bloccata non bisogna forzare

2. in presenza di un dolore molto forte non strofinare

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COLPO DI CALORE

Le cause sono da imputare, non solo alla prolungata esposizione ai raggi solari, ma

anche a sforzi svolti in clima caldo e umido associato a vestiario scarsamente

traspirante.

Sintomi: sete intensa, sudorazione, respiro frequente, cute calda e arrossata, mal di

testa, vertigini, nausea e crampi.

Interventi di Primo Soccorso :

• garantire all’infortunato un posto in ombra e arieggiato, togliere gli abiti stretti

• sono consigliate delle spugnature di acqua fredda all'inguine e alle ascelle

• somministrare bevande con elettroliti, in alternativa far bere acqua leggermente

salata

• se la temperatura corporea è molto elevata >40° avvolgiamolo in lenzuola bagnate (la temperatura corporea non deve

scendere troppo in fretta perché si può provocare un collasso)

• controllare lo stato di coscienza e tenersi pronti per la rianimazione

• può esservi la presenza di febbre

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CONVULSIONI

Sono movimenti involontari, coordinati e violenti che si verificano all'improvviso e si associano a perdita della coscienza.

Pericoli:

• il paziente cade ovunque si trova e può ferirsi e provocarsi fratture

• Il paziente serra violentemente la bocca e può tagliarsi la lingua

Interventi di Primo soccorso:

• non cercare di fermarla la crisi passa da sola

• posizione laterale di sicurezza

• evitare che il paziente si faccia male cercando di salvare gli spigoli e allontanando oggetti pericolosi

• controllare eventuali lesioni del cavo orale

La crisi passa entro pochi minuti ed il paziente rimane confuso.

EMORRAGIA ESTERNA

può essere la conseguenza di rovinose cadute, causata da corpi contundenti (un chiodo, un’accetta), da pietre proiettate

dall’alto durante un passaggio in prossimità di pareti rocciose.

Vanno distinte le differenti tipologie di emorragia e le conseguenti azioni di intervento:

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1) Emorragia Arteriosa:

Riconoscibile dallo zampillo di sangue rosso vivo che fuoriesce dalla ferita in modo intermittente.

È necessario far sdraiare il soggetto, sollevare se possibile la parte lesa e arrestare la fuoriuscita con tampone esercitando

pressione sulla ferita. Può rendersi necessario l'applicazione di un laccio emostatico a monte della ferita; nell’eventualità

l'emorragia interessi vasi di portata sanguigna notevole (arterie degli arti), il laccio deve essere posizionato sempre a monte.

Sopra il ginocchio o sopra il gomito.

2) Emorragia Venosa :

Riconoscibile dal sangue di colore rosso scuro che fuoriesce lentamente ed in modo continuo dalla ferita.

È necessario far sdraiare il soggetto, sollevare se possibile la parte lesa e arrestare la fuoriuscita con tampone esercitando

pressione sulla ferita.

3) Emorragia Capillare: Infortunio generalmente di poco conto. Interruzione della continuità della superficie cutanea, con

eventuale fuoriuscita di sangue. Piuttosto frequente, durante le escursioni ad esempio, a causa di cadute o cespugli spinosi.

Generalmente è sufficiente procedere ad una detersione con acqua ossigenata e/o soluzione fisiologica, quindi dopo aver

constatato il cessato sanguinamento, disinfettare e proteggere con cerotto o bendaggio.

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Interventi di Primo Soccorso:

• fermare la perdita di sangue;

• evitare di provocare o contrarre infezioni.

Cosa fare per fermare la perdita di sangue:

1. compressioni locali sulla ferita;

2. fasciatura comprensiva;

3. compressioni a distanza (si fanno quando la compressione locale non può essere fatta o

non è efficace), consiste nel comprimere particolari punti fino a chiudere l'arteria che

alimenta l'emorragia. In questi punti le arterie non sono coperte da muscoli e sono premute

contro l'osso sottostante.

4. punti da comprimere:

• arteria dell'avambraccio se la ferita è nel polso

• all'inguine se la ferita è sulla coscia dietro il ginocchio

• dietro il ginocchio se la ferita è nel polpaccio

5. utilizzo del laccio emostatico

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EPISTASSI

È la fuoriuscita di sangue dal naso.

Interventi di Primo Soccorso:

• facciamo piegare il capo in avanti perché il sangue non venga ingerito

• comprimiamo con le dita esternamente entrambe le narici per fermare la

fuoriuscita di sangue

• mettere il ghiaccio.

FERITE

La ferita è una lesione della pelle che può estendersi ai tessuti sottostanti ed eventualmente agli organi interni, le più comuni

complicazioni sono le infezioni.

Se la ferita è superficiale si lava si disinfetta e si medica;

se la ferita è profonda si copre con garze sterili e si attivano i soccorsi.

Interventi di Primo soccorso :

• lavaggio delle mani, calzare i guanti

• sciacquare la ferita con soluzione fisiologica alla peggio con acqua corrente

• disinfettare la ferita

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• coprire la ferita con cerotto medicato o con garza sterile e cerotto in TNT

• se rimane conficcato nella ferita l'agente lesivo, non toglierlo

FOLGORAZIONE

La folgorazione è un danno prodotto dalla corrente elettrica che si scarica a terra attraverso l'organismo.

Sintomi:

• irrigamento muscolare;

• danni necrosi;

• ustioni;

• arresto cardiaco;

• arresto respiratorio.

Interventi di Primo soccorso:

1. sfilare la spina dell'apparecchio (staccare l'interruttore generale di alimentazione

2. usare un oggetto isolante per staccare la vittima dal contatto

3. controllare coscienza, respiro e attività cardiaca

4. chiamare il 118

5. eventuale respirazione bocca in contemporanea il massaggio cardiaco

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Una delle caratteristiche della montagna è la repentina variabilità delle condizioni climatiche (velocità proporzionale alla quota).

Spesso possono sopraggiungere, anche durante la bella stagione, acquazzoni più o meno intensi, prevedibili attraverso le

precedenti mutazioni delle condizioni meteo (bassa pressione). Queste condizioni favoriscono lo scarico in terra delle differenze

di potenziale createsi tra il cielo e la terra dovute a vari fattori fisici.

Ecco alcune semplici regole di prevenzione in caso di temporale:

- Evitare di ripararsi sotto gli alberi isolati standone lontani almeno a 200-300 metri

- Non tenere con sé, in caso di temporale, oggetti metallici specie se acuminati (piccozza o alpenstock), soprattutto se sporgono

dallo zaino

- stare debitamente lontani (50 metri) da conduttori metallici

- non ammassarsi in gruppo, l'aria calda prodotta agisce da conduttore

- in caso di temporale, se possibile, ripararsi in una grotta o anfratto

- se non ci sono ripari sicuri è preferibile prendere più acqua possibile perché i vestiti bagnati sono buoni conduttori rispetto al

corpo umano e favoriscono la dissipazione della eventuale scarica

- Si è più sicuri in un auto o dentro ad un rifugio a rivestimento metallico

Il rischio più grave dei colpiti da scariche o fulmini è comunque quello della fibrillazione ventricolare.

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FRATTURE

Per frattura si intende l'interruzione della naturale continuità di un osso, provocata in genere da una forza meccanica o da un

urto. Incapacità di movimento, posizione innaturale e rigonfiamento dei tessuti circostanti sono alcune delle caratteristiche di

questo incidente. Tipologie di fratture :"frattura composta", "frattura esposta" e "frattura scomposta”.

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Interventi di Primo soccorso:

1) Evitare qualsiasi manovra sulla zona.

2) Immobilizzazione dell'arto o della zona presunta mediante

stecche di legno, cartoni, bastoni o altro.

3) Nel caso di frattura esposta, dove ci sia lacerazione e

fuoriescano i tessuti molli, bisogna arrestare prima

l'emorragia, detergere lavando con soluzione fisiologica,

disinfettare accuratamente, coprire con garza sterile ed infine

procedere all'immobilizzazione.

4) fare molta attenzione al trasporto in ospedale

LUSSAZIONIGeneralmente interessa un’articolazione. Può essere causata da una caduta, dove si determina uno spostamento permanente

dei capi articolari e le capsule ed i legamenti vengono più o meno estesamente lacerati (l’articolazione più frequentemente

colpita è generalmente la spalla).

Sintomi: dolore molto intenso, deformazione e posizione anomala dell'arto con impossibilità di compimento dei normali

movimenti. In questo caso l'infortunato tenderà ad assumere una posizione di difesa reggendosi l'arto.

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Interventi di primo soccorso:

Non bisogna cercare di far modificare la posizione: immobilizzare l'arto con un normale bendaggio e conseguente visita di

controllo.

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MAL DI MONTAGNA

Più si sale e più l'aria è rarefatta, diminuisce quindi

l'apporto di ossigeno ai polmoni e di conseguenza al

cervello. Le quote che normalmente si raggiungono in

Europa non provocano grossi problemi, ma talvolta, in

particolari condizioni psicofisiche è possibile, se abituati

a vivere in città, avvertire alcuni fastidi già intorno ai

2800/3000 metri.

Buona norma è lasciare il tempo all'organismo di

abituarsi alla quota e alla differenza di percentuale di ossigeno. Questa sosta è necessaria per dare modo all'organismo di

produrre, aumentando in quantità sufficiente, i globuli rossi necessari all'ossigenazione.

Sintomi:

I primi sintomi sono nausea, inappetenza, mal di testa, poi cominciano difficoltà di respirazione, tosse con espulsione di muco o

sangue, vomito, perdita di equilibrio e torpore fino alla perdita di conoscenza.

Primo intervento:

Se qualcuno del gruppo manifesta questi sintomi è necessario e indispensabile scendere di quota, unico rimedio disponibile. Se

ciò non fosse possibile, il soccorso alpino è attrezzato per l'intervento con elicottero e camere iperbariche portatili.

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MORSO DI VIPERA

Il morso di vipera lascia sulla pelle dei segni caratteristici: due fori che distano circa 1 cm uno dall'altro (i due punti rossi nella

figura sotto) lasciati dai denti veleniferi, spesso seguiti da dei forellini più piccoli lasciati dagli altri denti.

• il morso in genere è molto doloroso

• si apprezza la fuoriuscita di sangue e siero dai due fori

• la zona si arrossa, si gonfia e risulta dolente

Dopo circa mezz'ora dal morso della vipera, e con il passare del tempo, si manifestano i seguenti disturbi:

• sete e secchezza della bocca

• cefalea e vertigini

• tachicardia

• calo di pressione

• crampi

• vomito

• diarrea

• stato di shock

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Interventi di primo soccorso

• rassicurare l'infortunato e mantenerlo calmo

• evitare i movimenti (aumentano la circolazione del sangue)

• effettuare un bendaggio che comprima l'arto colpito (può rallentare il manifestarsi dei disturbi sopra elencati di qualche ora)

• porre ghiaccio sulla zona ferita (rallenta la circolazione e attenua il dolore)

• attendere i soccorsi o raggiungere al più presto un ospedale

• se è stato possibile catturare il serpente, portarlo con se per farlo identificare

Da evitare

• che l'infortunato si agiti, aumenterebbe la circolazione del sangue

• la somministrazione del siero antivipera (rischio shock o allergie)

• incidere la ferita (pericolo di favorire il contatto del veleno col sangue)

• succhiare il sangue dalla ferita

Prevenire il morso di un serpente

Indossare calzature alte e calzettoni grossi: in caso di morso ne verrebbero ridotti gli effetti e nel caso di una vipera giovane,

potrebbero essere sufficienti ad evitare l'inoculazione del veleno.

Procedere con passo cadenzato e "pesante": le vibrazioni del terreno faranno allontanare eventuali vipere.

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Fare attenzione prima di sedersi, sdraiarsi o raccogliere qualcosa da terra, ispezionando la zona, battendo il terreno o agitando

l'erba con un bastone: qualsiasi serpente si allontanerà velocemente.

Evitare di smuovere sassi o rocce con le mani o di infilarle in buchi o fessure del terreno: sono luoghi dove spesso si annidano i

serpenti.

MORSO DI ZECCA

Le punture di zecca sono potenzialmente pericolose. Le zecche sono parassiti degli animali: da questi succhiano il sangue che

serve loro da nutrimento. Anche l'uomo può esserne a volte vittima ed i periodi più a rischio sono la primavera e l'estate. Le

zecche possono trasmettere all'uomo gravi malattie come la malattia di Lyme. Le zecche provengono dagli animali domestici,

oppure dagli arbusti del sottobosco, da qui si attaccano ai vestiti e quindi alla pelle, in genere durante un’escursione. Mentre la

comune zecca del cane è grande circa 1 cm, quella responsabile della malattia di Lyme è grande quanto la capocchia di spillo.

Sintomi

La puntura non provoca né dolore né prurito, per cui spesso passa inosservata, casualmente, per esempio durante un bagno o

una doccia, si riscontra la zecca attaccata alla pelle. Quando la zecca si stacca, la zona di puntura si presenta come un piccolo

rigonfiamento rosso la cui zona centrale evidenzia un infossamento, che si trasforma ben presto in crosta. Raramente, nei giorni

successivi vi possono essere sintomi quali eruzioni cutanee ed ingrossamento dei linfonodi vicini.

Interventi di primo soccorso

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La zecca rimane attaccata alla pelle attraverso la sua bocca. Tentativi maldestri di asportare la zecca possono pertanto

facilmente causare il distacco della testa dell'insetto, che rimane infissa nella pelle e deve essere rimossa.

1. indossare i guanti in lattice ed utilizzando un paio di pinzette, o, in alternativa un filo avvolto

intorno alle mascelle della zecca

2. Cercate di serrare la presa il più possibile vicino alla pelle, possibilmente in

corrispondenza della testa (vicino al rostro); tirate poi lentamente ma costantemente,

finché l'insetto non molla la presa. Evitate possibilmente movimenti

oscillatori, che rischiano di staccare il corpo della zecca dalla testa

3. Se avete rimosso la zecca, ma la testa è rimasta attaccata, la zecca non

potrà comunque più trasmettere la malattia di Lyme. La testa della zecca

dovrà però comunque essere rimossa con un ago sterile (operando come

per rimuovere una scheggia)

4. Una volta rimossa la zecca, disfatevene rimettendola nel suo ambiente

naturale, o buttandola nel water, o nella spazzatura

5. Lavate le mani e disinfettate la zona di puntura

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Recatevi presso un punto di primo soccorso se:

1. non riuscite a rimuovere la zecca

2. la testa della zecca è rimasta in profondità nella pelle

3. nella settimana successiva alla puntura compaiono febbre o un’eruzione sulla pelle

Non cercate di staccare la zecca cospargendola di smalto per le unghie, alcool o petrolio, olio d’oliva: si tratta di

tentativi di interromperne la respirazione, destinati però all'insuccesso, perché la zecca respira solo poche volte in

un'ora. Tali tentativi possono inoltre indurre nella zecca il vomito, contribuendo a mettere in circolo tossine dannose.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA

Questo tipo di manovra consente all'infortunato di respirare liberamente, senza correre il rischio che lingua o vomito

ostruiscano le vie respiratorie. Deve essere raggiunta evitando che il capo effettui torsioni sull'asse longitudinale della colonna

vertebrale.

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Ponetevi in ginocchio a fianco del ferito e slacciategli gli abiti. Aprite la sua bocca e liberatela da qualsiasi cosa contenga, protesi

dentaria inclusa. Se possibile, ponete sotto il capo della stoffa, carta, o plastica.

Dopo aver esteso il capo, stendete lungo il corpo il braccio che si trova sul lato in cui vi trovate, quindi piegate il gomito dell'altro

braccio in modo che l'avambraccio e la mano si trovino appoggiati sul torace. Piegate verso l'alto il ginocchio della gamba che si

trova sul vostro lato.

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Afferrate la spalla ed il bacino del lato opposto e ruotate il ferito verso di voi. Se possibile, fate sì che durante la rotazione

qualcuno tenga il capo del ferito e segua tale movimento, in modo da evitare inopportuni movimenti del collo.

Il braccio ora a contatto con il terreno può rimanere sotto il corpo, mentre quello precedentemente piegato sul torace è ora a

contatto con il suolo e la mano è posta sotto la testa.

PUNTURE D'INSETTI

La puntura d'insetto può essere pericolosa solo se colpisce particolari zone del corpo (occhi,

labbra e in generale il viso, lingua e gola), oppure se ad essere punto è un bambino molto

piccolo o se la persona soffre di forme allergiche.

In quest'ultimo caso esiste il rischio del cosiddetto "shock anafilattico".

Primo intervento

Per prima cosa è necessario rimuovere il pungiglione eventualmente conficcato nella pelle:

l'operazione deve essere effettuata servendosi di una pinzetta. Dopo aver disinfettato la

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puntura con acqua ossigenata, è bene passarci sopra un batuffolo di cotone imbevuto di ammoniaca e poi applicarvi un cubetto

di ghiaccio.

Se la persona è stata punta in bocca è necessario farle fare dei gargarismi con acqua fredda salata (due cucchiaini di sale fino per

bicchiere d'acqua). Per attenuare il dolore giova mettere in bocca un cubetto di ghiaccio.

Se, nonostante queste cure, la zona colpita rimane gonfia e dolente bisogna chiamare il 118.

Approfondimento:

Nel caso la puntura d'insetto dovesse dare luogo ai sintomi dello stato di shock (la persona appare pallida, sudata, avverte una

sensazione di vertigine, tossisce, respira male, si sente debole, perde conoscenza o si copre di orticaria oppure presenta un

gonfiore intorno agli occhi) è necessario chiamare immediatamente il 118.

Nel frattempo la si deve far sdraiare e avvolgere in una coperta. La funzione respiratoria va tenuta costantemente sotto

controllo perché potrebbe esserci bisogno della respirazione bocca a bocca.

È sempre comunque da evitare qualsiasi somministrazione di antidoti o antidolorifici se non già utilizzati dal paziente.

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USTIONI

Variano da piccole scottature a importanti lesioni che vengono classificate in relazione

all’estensione e alla profondità.

Primo soccorso:

togliere all'infortunato anelli, orologio e indumenti che stringono prima che la

zona ustionata comincia a gonfiarsi

mettere la parte ustionata sotto acqua corrente fredda e lasciatela per 10 minuti

o anche più. Coprite l'ustione con garza sterile. Se non ne disponete, usate un

tessuto pulito e non peloso, oppure un fazzoletto ripiegato, tenuto fermo da una

sommaria fasciatura. Se la pelle assume un colorito nerastro, si spella o è

carbonizzata e l'infortunato non sente dolore, si tratta di un'ustione profonda e

grave – Copritela-

Non tentate di staccare lembi di indumenti carbonizzati rimasti attaccati alla

pelle

Non applicate nessun tipo di disinfettante, unguenti o soluzioni oleose

Non bucate le vesciche

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Non applicate cerotti e non toccate la zona ustionata

Cosa fare se l'ustione è estesa: la persona con ustioni che interessino una vasta area del corpo, come un braccio, una

gamba o il torace, ha probabilità di andare incontro a shock: deve, quindi, essere trasportata in ospedale il più

rapidamente possibile – chiamate il 118 - Stendete la vittima,

possibilmente su un lenzuolo o un telo pulito, cosicché la zona ustionata

resti meglio riparata dal contatto col terreno. Rimuovete anelli, collane,

orologio, fibbie metalliche, cioè qualsiasi oggetto reso rovente dal calore.

Togliete rapidamente gli abiti che il calore ha surriscaldato. Non tentate di

staccare indumenti rimasti attaccati alla pelle. Intanto, fate chiamare

un'ambulanza o vedete se possibile trasportare l'infortunato con un un altro mezzo a un Pronto Soccorso o all'ospedale.

Coprite l'ustione con un pezzo di stoffa pulita e non pelosa /un asciugamano, una federa), tenuto fermo con una sciarpa

o, comunque, con una fasciatura improvvisata. Non applicate unguenti o lozioni oleose. Non toccate la zona ustionata.

Per riparare un'ustione sul viso, preparate una specie di maschera con un tessuto pulito, non peloso ed irrigatela con

soluzione fisiologica. Praticate dei fori in corrispondenza di occhi, naso e bocca. Se la vittima è perfettamente cosciente,

fatele bere sorsi d'acqua, con un po' di sale da cucina e bicarbonato, per rimpiazzare la perdita di liquidi dell'organismo.

Non somministrate né alcolici né eccitanti. Se la persona è in stato di incoscienza che abbia ustioni sul dorso deve

essere messa nella normale posizione di sicurezza.

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