Scoperte scientifiche non autorizzate Pizzuti infly_giugno_2011
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1 InFly
IL MAGAZINE DA PRENDERE
AL VOLO
COPIA
GRATUITA
ANNO 3 n.28Giugno 2011
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Lavoro “rubato” vs lavoro “evoluto”
LONDRA MUSICA E PAROLE DI
DOSSIER
L’anima verde di
in moto tra le calanche
tra sapori e misteri
golf al top
IL MAGAZINE CHE VI FA VIAGGIARE
3 InFly2 InFly
3 InFly2 InFly
SPORT ∙ Bergamo Historic Grand Prix
AUTO ∙ Alla guida del futuro
OROLOGI ∙ Per ogni momento il posto giusto
LIBRI ∙ A letto con l’evoluzione
HI-TECH ∙ In viaggio
SCELTI PER VOI∙ 4 film in Blu Ray Disc
ARTE ∙ Il maestro degli angeli
MODA MBT ∙ La palestra da calzare
BEAUTY ∙ Al sole!
VINI ∙ Barolo 2007: sarà un’ottima annata!
PSICHE ∙ È un lavoro duro
MAPPAmondo
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FOCUS2 maggio 2011
SE VE LI SIETE PERSII più interessanti articoli dall’Eco della Stampa
SU&GIùChi sale e chi scende questo mese
NOTIZIE AL VOLOBrevi dal mondo
DOSSIERL’infanzia rubata
IMPRESEOrario a menù
PERSONAGGIAlessandro Sironi
CONSIGLI UTILILa valigia perfetta
SOLIDARIERàGuatemala “en rose”
INTERNETI nuovi protagonisti del web
DIDATTICAUna lezione semi-seria di spagnolo
INEVENTSObiettivo sul mondo
INCHEFFrittura che passione!
INTOWN ITALIARagusa: splendori barocchi
INTOWN EUROPAGreen London
INWAYOFLIFEA Villa La Massa pr l’arte e per i giardini
INOURDREAMSPerù tra gusto, misteri e leggende
VIABILITà ∙ La nuova viabilità dell’aeroporto Leonardo da Vinci
AVIATION ∙ Alitalia
SHOPPING ∙ “Esperti di vite” a Good Buy Roma
MOSTRE ∙ Leonardo da Vinci
EVENTI ∙ Gli eventi di giugno nella capitale
PROMOZIONI ∙ Summer Time
ECCELLENZE ∙ Ferpi
ARRIVI&PARTENZE ∙ Moccia, Juventus,
Cathay Pacific Airways, Emirates
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INHOTEL&SPAMonti color acqua
INFOOD&WINERitorno alle origini
INADVENTUREUn’isola a misura di moto
INGOLFPunta Ala tra blu e green
INFOCUSVive l’amour in Costa Azzurra
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Esec. Maggiore WINN_In Fly.pdf 20-05-2011 16:20:22
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Director’s Letter
C A R L A V I A Z Z I
Questo editoriale, che voi – naturalmente – leggerete a giugno, lo sto scrivendo in un giorno molto particolare, visto che oggi è il 23 maggio, ovvero l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta. Ricordo come fosse oggi i pianti che mi feci, incollata alla tv, il giorno del funerale e come allora rivedendo quei filmati mi ritrovo in lacrime. Fa male sapere che per debellare questo “cancro” che è la mafia, siano morte così tante brave persone e, nello stesso tempo, fa bene al cuore sapere che c’erano – e tutt’oggi ci sono – persone che lottano per degli ideali e che mettono a rischio la loro vita per rendere questo mondo migliore. Mi rammarico quando penso a certi nostri eroi, perché vorrei essere come loro, vorrei fare anche io qualcosa che lasci il segno per dare un vero senso alla mia vita. L’altra cosa che mi addolora è constatare che in Italia la “mentalità mafiosa” è all’ordine del giorno e coinvolge i singoli e i gruppi, i potenti e le persone normali. Assisto basita ad atteggiamenti aggressivi, minatori, ricattatori, o anche solo a proposte di “alleanze” al fine del do ut des, una mano lava l’atra … Sembrano inezie, apparentemente innocue, ma alla base hanno la stessa matrice. Così va avanti la gente cattiva, che trama alle spalle, che davanti ti sorride e poi ti accoltella. Per carità, il mondo è anche pieno di brava gente! Io vengo da una famiglia che mi ha dato una forte educazione cattolica e l’insegnamento che tengo sempre a mente e a cui non mi sottraggo mai è: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te!”. Viceversa di ingiustizie ne ho subite e non poche, ma l’unica grande consolazione è che il male – non so se per una giustizia divina, o per qualche legge cosmica – torna sempre indietro e con gli interessi. Certo, in linea di massima non viene restituito dalla persona che l’ha subito (mi spiace per i vendicativi!), anzi, ma in qualche modo, con un effetto boomerang ritorna al mittente, con più potenza e velocità. Quindi dico a tutti quelli che si identificano con Falcone, Borsellino o Dalla Chiesa e non con Riina, Provenzano e Santapaola che vale sempre la pena fare del bene, comportarsi con correttezza, rispetto, solidarietà, poco importa cosa si riceve in cambio, non bisogna avere paura. Mia nonna diceva sempre: vergognarsi solo di fare del male… e come diceva Dante: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Passo e chiudo.
Direttore
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Direttore responsabileArmando Siri
Direttore InFlyCarla Viazzi
Direttore InTravelAntonella Euli
Progetto grafico, impaginazione, illustrazioni e photoeditingMichele [email protected]
StampaArtigrafiche Boccia Spa Via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno
Segreteria Daniela [email protected]
Anno III numero 28 | Autorizzazione Tribunale di Milano Num. 167 dell’ 8-4-2009
Silvio AratiMarta BernasconiMarco CasaliniMaria Paola ComolliMarco Del BoStefania Garini
Katia GiupponiAlessia MarsigaliaFabio MazzettoFrancesco Narracci Oscar PisatiStefania Prandi
Valeria RastrelliNadia RediMario ReduzziLaura RivoltaLudovica Schiaroli
Collaboratori
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FOCUS
a morte di Osama Bin Laden ha suscitato diverse reazioni nella stampa mondiale. Di seguito i titoli e i commenti di importanti giornali di alcuni paesi. Stati Uniti. Per il Los Angeles Times la morte di Bin Laden non significa la fine del terrorismo: altre sfide attendono il paese. Il
giornale sottolinea il rischio di un colpo di coda dei qaedisti. Il Washington Post riprende la frase del presidente Obama “Giustizia è fatta”. Il prossimo numero della rivista Time avrà in copertina la faccia di Bin Laden, con sopra una evidente croce di vernice rossa. La stessa grafica con cui la nota rivista americana presentò ai suoi lettori, in passato, la morte di Adolf Hitler nel 1945. Gran Bretagna: “Un proiettile nella testa è quello che si meritava questo vigliacco”, scrive in modo molto diretto il Daily Mail. “La sua morte è una buona notizia” – ammette anche il moderato Telegraph mentre per il Guardian, al-Qaida perderà importanza qualunque sia il successore. Per il Times siamo di fronte a un momento cruciale
LBreve rassegna di titoli e commenti dopo l’uccisione di Bin Laden
Senza opinione
È giuSto
Per quale motivo secondo Lei è giusto?
C’è chi dice che in realtà Bin Laden non sia stato ucciso ma sia ancora vivo. È attendibile secondo lei l’ipotesi che sia ancora vivo?
non È giuSto
Per quale motivo secondo Lei non è giusto?
2 MAGGIO 2011nella lotta al terrorismo. Germania: per Die Welt l’uccisione del numero uno potrebbe significare la fine di al-Qaida mentre lo Spiegel sottolinea come la morte dello sceicco significhi la speranza di un mondo migliore: l’ovest e in particolare gli USA devono cogliere questa opportunità. La Süddeutsche Zeitung rileva invece che nemmeno in guerra si uccide una persona senza processo. Italia: Sul Corriere della Sera Sergio Romano scrive che la morte di Bin Laden non restituisce i morti delle Torri ma salda un conto ancora aperto nel cuore degli americani. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, parla di simbolo abbattuto: noi europei avremmo preferito la cattura all’esecuzione, ma gli Stati Uniti, che sono il paese della pena di morte, avevano bisogno di colpire chi l’aveva colpia così duramente. Che cosa ne pensano gli italiani? Come sempre ci siamo rivolti all’Istituto Piepoli, leader nel campo di ricerche di marketing e di opinione, che ha effettuato un rilevamento per capire quali sentimenti, paure o riflessioni abbia suscitato questo evento sui nostri connazionali. by Nadia Redi
era un criminale
avrebbe potuto fare altri attentati
È colpevole della strage alle torri gemelle
non c’erano altre possibilità
occorreva sconfiggere al Qaeda
Dovevano processarlo
potevano catturarlo vivo
Ci possono essere ritorsioni di al Qeada
È sembrata solo una vendetta
ne hanno fatto un martire
11%
Senza opinione
È attenDiBiLenon È attenDiBiLe
13%57%30%
51% 38%
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Croisette di Maria Laura rodotàCorriere deLLa sera 19/05/2011
Sarko monomaniaco e le altre «canaglie»«Non ci sono più (signora mia) le simpa-tiche canaglie di una volta. Quei francesi allegri e figli di buona donna, amici lea-li e pessimi mariti e amanti spericolati; che però sapevano stare al loro posto, tra pettegolezzi e film. Ora il concetto suddet-to di simpatica canaglia è degenerato; dai film alla politica, dalla politica alla cronaca nera, e ancora dalla politica al cinema. E le canaglie non sono simpatiche. Non lo è un protagonista assente del festival, Domini-que Strauss-Kahn, il cui arresto ha gettato nella disperazione i francesi d’opposizione - la maggioranza - in trasferta a Cannes; ol-tre alle certezze elettorali, è crollato anche il mito del donnaiolo della gauche caviar, ora presunto stupratore. Non lo è il Sarkozy pre-sente sullo schermo, interpretato da Denis Podalydès ne La Conquéte di Xavier Durrin-ger; e ritratto come un monomaniaco de-presso, seduttore ripetitivo bisognoso della moglie-mamma, eccitato sul serio solo dal potere. L’uno ormai faccia oscura del galli-smo, l’altro sua involuzione nevrotica, ame-ricanizzata, televisiva (e televisivo è anche il film, ci sono tante buone battute, ma pare una miniserie). A causa loro, l’identità ma-schile francese uscirebbe a pezzi dal festival; se non fosse per il trionfo nostalgico dell’an-ziano Jean-Paul Belmondo. Che poi è la sim-patica canaglia originaria, che ha portato energia animale, capacità seduttiva, talento e autoironia (quella che gli emuli politici non hanno) in decenni di cinema francese. Che a 77 anni è parecchio malmesso ma ha sempre una bella faccia (anche se, maligna-va l’altra sera un nostro connazionale, «or-mai sembra Califano»). E che è stato festeg-giato con un bel documentario presentato in sala Debussy. Con pubblico francese feli-ce, vecchi colleghi commossi, e una straor-
dinaria sfilata di parigini truzzi amici suoi. Lui era lì, zoppicante e sorridente, sorretto dalla moglie giovane in lamé maculato e curve varie. E stata una vera, e innocua, se-rata bling bling,scintillante seppur volga-re, come dicono i francesi. Altro che il bling bling di Sarko. Del quale, la mattina dopo, nella Conquéte, emergeva la cupezza di fondo, la fragilità anche maschile. E la com-petitività; non conclusa, come alla fine del documentario, con l’affetto dell’amico-rivale Alain Delon. Tra Sarkozy e il suo Delon Do-minique de Villepin, nella vita e al cinema, è
finita peggio.»
taCCuino di MarCeLLo sorgiLa staMpa 19/05/2011
nel Pdl Si cerca di alleviare il PeSo del caPo«C’era un candidato sindaco alternativo alla Moratti tra le file del Pdl milanese, in cui il timore della sconfitta, legata agli scarsi ri-sultati dell’amministrazione e alle difficoltà di comunicazione con gli elettori di Donna Letizia, albergava da molto prima dell’ini-zio della campagna elettorale. Adesso che si tratta di fare quindici giorni di campa-gna ventre a terra per il ballottaggio, sa-pendo che sarà molto difficile rimontare un Pisapia ormai lanciato, si riaffaccia con-tinuamente il ricordo di questa partita interna, che puntava a spostare dalla vice-presidenza della Camera a Palazzo Marino Maurizio Lupi, abile e sperimentato par-lamentare della nuova generazione, e che Berlusconi in persona volle chiudere prima di cominciare, con l’argomento «Non mi sento di tradire un’aulica come Leti-zia». Lupi poteva farcela? E la rinuncia alla sua candidatura fu dovuta solo ai rappor-ti personali del Cavaliere con la Moratti, alla convinzione, poi rivelatasi illusione, che tan-to con il suo aiuto anche una candidata de-bole poteva recuperare? O non piuttosto al dubbio che in una città in cui l’amministra-
berlusconiana di far coincidere queste am-ministrative con l’ennesimo referendum pro o contro ilCavaliere. Figura ancora mobi-litante per l’elettorato, sia quello favorevole sia quello contrario a Berlusconi. Tutti gli esperti premettono: al momento, valutazio-ni certe non si possono assolutamente fare e ogni sillaba è smentibile appena le opera-zioni di voto saranno concluse. Osserva però Alessandro Amadori, di Coesis Research: «In queste Seconda Repubblica morente, i citta-dini, sia quelli che vanno a votare sia quel-li che non ci stanno andando, vivono verso la politica una delusione profonda. Non la sentono come un insieme di valori ideali in cui riconoscersi, rappresentati da leader di cui fidarsi, e non la vedono come risolu-trice di problemi pratici». Incalza Amadori: «Io sono d’accordo con Giuseppe De Rita quando sostiene che ai cittadini interessano soprattutto le questioni locali, le rotonde, le aiuole, la mensa scolastica, e non lo scontro ideologico fra Berlusconi e gli altri. Però, se il Pdl ha deciso di dare un taglio politico na-zionale alla campagna elettorale non è stato per un errore degli spin doctor berlusconia-ni e di Berlusconi in persona. Anzi, a Mila-no, la gente a votare sta andando e questo è l’effetto referendum su Berlusconi». Che però sembra essere un’arma a doppio taglio: funziona a Milano ma altrove, dove la par-tecipazione è meno due per cento rispetto al 2006, sta scoraggiando i cittadini. Ancora Amadori: «Il Pdl, ovunque, ha spostato il fo-cus politico dal locale al nazionale, per rimo-tivare un elettorato a forte rischio astensio-ne, e la sinistra gli è andata appresso come al solito. Il gioco sta funzionando a macchia di leopardo». Osserva Roberto D’Alimonte, un’autorità in materia di studi elettorali: «De Rita ha ragione in parte. I problemi lo-cali, e la qualità dei candidati sul territorio, hanno la loro importanza. Ma la politica na-zionale incide non poco e l’appartenenza ideologica ancora conta. Perciò io penso che non avremo un forte astensionismo, alla fine. E anche quello che s’è registrato finora è al di sotto delle aspettative». «Noi italiani - eccola diagnosi di Nicola Piepoli - nel 2006 andammo alle urne al 66 per cento. Ora, se scendiamo di qualche punto percentuale, ci avviciniamo alle medie europee. Mi sem-bra un dato di sviluppo e non di regresso: va a votare soltanto chi è appassionato di po-litica, gli altri no. E’ la normalità delle altre nazioni, alle quali a piccoli passi ci stiamo adeguando». Il caso Lassini e la brutta gaf-fe della Moratti avrebbero dovuto avere a
Milano, secondo le previsioni di quasi tutti i sondaggisti, un effetto negativo sul voto per il centrodestra: si stanno rivelando in-vece una molla mobilitante? «Né l’una nél’altra cosa», dice Piepoli: «Il referendum su Berlusconi era già stato indetto prima dei due episodi, e si sta svolgendo a prescindere da questi». «I numeri che stanno arrivando dalla capitale lombarda - dice Luigi Crespi, ex spin doctor di Berlusconi - sono da elezio-ni politiche e non amministrative. A riprova che il referendum su Berlusconi, e non su Moratti e Pisapia, candidati di scarso appeal, funziona e porta ai seggi tutti, tifosi e avver-sari del Cavaliere». E altrove c’è disaffezio-ne politica? «Sì, ma è ovvia e non ne farei un dramma. Siamo ancora un Paese molto ideologico, e ogni volta di fronte al pericolo dell’astensionismo galoppante e terribilissi-mo gridiamo al lupo al lupo, ma poi il lupo non ci mangia mai. Anche stavolta sarà così, al netto di qualche punto in più o in meno nelle cifre dei votanti». ».
FiLippo FaCCiLibero 04/05/2011
contro l’omicidio, ma non Per buoniSmo era meglio Prenderlo vivo. e Poi umiliarlo«Penso che l’uccisione di Bin Laden sia stata un errore, e questo per ragioni che mi paio-no molto razionali e poco morali. Primo. Es-sere contrari alla pena di morte non c’entra nulla, il blitz è stata un’azione di guerra come lo fu l’attacco dell’ 11 settem-bre; in guerra vale perciò la legge marziale, ma catturare prigionieri è ampiamente pre-visto e non soltanto per rispettare qualche convenzione umanitaria, ma per cinico cal-colo. Nulla avrebbe impedito di poter com-minare un’esecuzione in un secondo mo-mento, voglio dire. Secondo. Un Bin Laden annichilito, e come tale esibito al mondo, nel tempo avrebbe spazzato via ogni velleitaria leggenda circa la sua effettiva cattura: ogni video o immagine di cadavere potrà sempre essere spacciata come falsa - soprattutto da gente disposta a credere che l’11 settembre sia stato un bluff mentre l’esposizione di un corpo vivo, e vivido nello sguardo, lascia spa-zio a meno interpretazioni e rappresenta un certo contraccolpo psicologico. Vero è che in pochi protestarono quando fu impicca-to Saddam Hussein, nessuno tuttavia ebbe dubbi sul fatto che quel tiranno trasfigurato fosse comunque lui. Terzo. L’evenienza che
una sepoltura ordinaria potesse trasforma-re la tomba di Bin Laden in un santuario, possibile meta di pellegrinaggi e martiro-logi, mi pare un falso problema. Qualsiasi genere di esequia avrebbe sollevato po-lemiche: ergo, tanto valeva, la sepoltura in mare, differirla. Nulla avrebbe impedito di poter tumulare Bin Laden - sempre in mare, all’occorrenza - in una data successiva. Sen-za contare l’opportunità di spargere le sue ceneri nel vento, come gli israeliani hanno fatto coi criminali nazisti. Quarto. Gli Stati Uniti avrebbero potuto processare Bin La-den con una corte marziale, non incorren-do così nei rischi mediatici di un tribunale internazionale tipo quello peri crimini con-tro l’umanità. Un processo è comunque un processo, e la nazione uscita macchiata dagli scandali di Guantanamo di Abu Ghraib ne avrebbe comunque guadagnato in immagi-ne, assieme a tutto l’Occidente. Quinto. L’11 settembre è quello delle Twin towers, chiaro, ma ci sono anche i morti di Londra e di Ma-drid, oltre al terrore e alle conseguenze pra-tiche che tutto il mondo ha patito per anni: l’impressione che gli Stati Uniti al dunque facciano tutto ciò che vogliono, prima agendo e solo dopo informandoci nono-stante si abbia, anche noi, il nostro esercito coi nostri morti - resta difficile da scaccia-re. Sesto, e volutamente ultimo. La pietas non c’entra, e della morte altrui, a quanto pare, fiordi cristiani si possono rallegrare eccome. Resta che «noi» non siamo come loro - come i fondamentalisti islamici - e in-dubbiamente abbiamo perso un’occasione per dimostrarlo. L’espressione «vendetta» la lascerei ai fondamentalisti o ai film di Sergio Leone, e anche la «giustizia» di cui si parla non pare richiamarsi tanto a una giustizia retributiva, all’americana, laddo-ve il male richiama il male, ma alla legge del taglione. In tal senso resta da spiegare perché siano state fatte fuori senza indu-gio anche le cinque persone (tra queste il figlio di Bin Laden e forse la moglie) che l’altro giorno si accompagnavano allo sceic-co. In sintesi: Bin Laden è morto, ma c’era gente che nel 2011 non sapeva più neppure che fosse vivo. Sette o otto anni fa la sua uccisione avrebbe avuto tutt’altro impatto e giustificazione, perché c`era una buona fetta di mondo che era infiammata e dalla sua parte. Oggi le cose sono indubbiamen-te cambiate, e per uccidere Bin Laden, per qualche giorno o per qualche mese, me-diaticamente parlando, era necessario far-lo rivivere. Almeno per un po`.».
zione regionale è da tempo in mano a un ex-leader di Comunione e liberazione come Formigoni, aggiungere un sindaco vicino a Cl avrebbe creato una concentrazione di potere interno al partito di quelle che al Cavaliere non piacciono? Difficile trovare ri-sposte, che del resto orinai sarebbero inutili, a queste domande. Lupi, più giovane e più avvezzo al contatto ravvicinato con qualsia-si genere di elettorato, anche quello popo-lare con cui la Moratti ha trovato difficoltà, avrebbe goduto anche di maggiori simpatie della Lega. Ma sulla sua mancata candida-tura come sulla lealtà dei ciellini con il Pdl è difficile trovare riserve esplicite. Forse la questione vera è un’altra: in vista del ballot-taggio milanese in cui, a meno di miracoli, Donna Letizia parte sfavorita, nel partito del premier, preoccupato che una seconda sconfitta possa ripercuotersi sul governo, si cominciano a mettere le mani avanti, per evitare, com’è accaduto lunedì, che tutto il peso di un risultato negativo si abbatta su Berlusconi. Impresa ardua, almeno quanto il tentativo di risalire al secondo turno la corrente contraria che ha generato il disa-stro di lunedì. ».
sondaggisti e poLitoLogi di Mario aJeLLoiL Messaggero 16/05/2011
il referendum Su Silvio arma a doPPio taglio«ROMA – L’affluenza cala. No, sale. Mac-ché, scende di nuovo. Prima è andata a meno uno rispetto al 2006, poi è salita a più due un po’ dovunque ma non dappertutto e poi è leggermente andata giù un’altra volta; stando ai dati della chiusura dei seggi, ieri sera alle 22. Gli italiani, per il momento, a vo-tare stanno andando ma la disaffezione - as-sicurano politologi, sondaggisti, studiosi di flussi elettorali - si fa sentire. Meno che altro-ve, non ancora in maniera clamorosa e pato-logica ma c’è. Anche se mitigata dalla scelta
SE VE LI SIETE PERSI
DON’T WORRYSe ve li siete persi, ci pensiamo noi (con l’aiuto dell’Eco della Stampa)
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GIUDa depressa a felice
Il simbolo dell’Expo
Giustizia è fatta
Pensione ritrovata
Vittoria a Cannes, come miglior attrice, per la bella Kirsten Dunst per il suo ruolo nel film “Melancholia” di Lars Von Trier. Dalla bimba de L’intervista col Vampiro alla fidanzatina di Spiderman, la Dunst si aggiudica il premio interpretando una donna che soffre di depressione, condizione che lei stessa ha vissuto. Non tutto il male viene quindi per nuocere.
Il logo multicolore per l’Expo 2015 è stato scelto: è frutto della creatività di Andrea Puppa, architetto e graphic designer di Milano che ha sbaragliato più di 700 creativi che hanno partecipato al concorso che vedeva in giuria Giorgio Armani e Gillo Dorfles. Milano vinse la corsa e un milanese oggi vince il concorso: l’augurio è che anche la sfida dell’Expo venga vinta.
A Treviso un uomo uccise il suo cagnolino meticcio perché, mordendolo, rovinò un mobile di casa. Per questo l’uomo è stato condannato a pagare una pena pecuniaria di 12mila euro. Giustizia è stata fatta? Non proprio ma comunque è un inizio.
C’era una volta una signora, di 76 anni che, passando per gli uffici dell’Epaca, voleva solo sapere se oltre ai 600 euro di pensione del marito morto avrebbe avuto diritto anche a qualcosa in più come invalidità civile. Ad un controllo ecco la notizia: la pensione era lì, mai richiesta perché nessuno sapeva che ci fosse. L’anziana aveva diritto a 55mila euro di arretrati e a 460 euro di assegno al mese. Chi cerca, trova!
SU&GIU SUPesce frescoaddio?Il caro prezzi spinge gli italiani a mangiare meno pesce e a rinunciare soprattutto a quello fresco, dice lo studio Ismea diffuso da Slow Fish. Sui prezzi incidono in parte una riduzione del pescato ma soprattutto il caro gasolio che sta riducendo in modo sensibile i margini di guadagno dei pescatori. Immaginarsi un futuro a base di surgelati non è proprio roseo.
L’invidia è peccatoHa un indice di gradimento che sfiora l’80 per cento. Qualche politico italiano forse è invidioso del Capo dello Stato? Napolitano risponde “Non c’è nessun motivo di ingelosirsi, perché viaggiamo su pianeti diversi. Il compito del capo dello Stato è rappresentare l’unità nazionale, quello dei leader politici e dei dirigenti dei partiti è completamente differente”. Un ruolo formale, super partes, ha i suoi bei vantaggi.
Nulla si crea, nulla si distrugge
I rappresentanti dei commercianti del centro storico di Napoli denunciano lo stato della città. I rifiuti, oltre al danno d’immagine, provocano problemi alla salute di chi affaccia con il proprio locale sulla strada e, dopo i recenti roghi di cumuli, la paura di danni provocati dagli incendi è grande. Qualcosa si trasformerà?
Zapaterosconfitto
Dieci punti di distacco dai Popolari e la perdita di città storicamente socialiste come Castiglia La Mancia, Barcellona (caduta dopo 32 anni di governo) e Siviglia. È il peggior risultato nel dopo Franco. Ma chi ha davvero sconfitto il premier spagnolo è la disoccupazione, che si attesta al 21%. E mentre un giovane su due in Spagna è senza lavoro, i rappresentanti del movimento degli indignados, sono giovani alla ricerca di speranza per il futuro.
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binato da 11,2 a 12,3 l/100 km
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Jaguar celebra i 50 anni di E-type con l’edizione limitata XK “E-type C
elebration”, un capolavoro di design, tecnologia e interni esclusivi. Per festeggiare Jaguar offre un’em
ozione imperdibile: chi sceglie la nuova XK “E-type C
elebration”, 5.0 V8 C
onvertibile con 385 CV potrà anche avere, per una settim
ana, la leggendaria E-type.
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Comunicazione senza confini
Federchimica
Sport futuristico
Facciamo Business
Mongolfiere sul balcone
Navigare in volo. No, non è uno scherzo. Il world wide web sale con voi sull’aereo e che sia per lavoro o per piacere vi consente di connettervi, con il vostro portatile o smartphone abilitato alla navigazione wireless, anche tra le nuvole. Si chiama Lufthansa FlyNet®, la prima connessione Internet a banda larga a bordo e, in partnership con Panasonic Avionics Corporation, il servizio sarà esteso, presumibilmente entro la fine del 2011, alla maggior parte dei collegamenti Lufthansa a lungo raggio. In volo su www.lufthansa.com/flynet
L’Iindustria chimica partecipa alle celebrazioni del 2011 con l’iniziativa Fabbriche Aperte - Speciale 2011, una grande operazione che interesserà oltre 120 stabilimenti chimici su tutto il territorio italiano: una scelta di trasparenza, apertura e confronto, che l’industria chimica porta avanti per consolidare un rapporto di credibilità, affidabilità e fiducia con le varie istanze della società italiana. In volo su www.federchimica.it
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Sfide organizzative, economiche e di business a cui l’adozione dei social media sta esponendo le aziende: con l’aiuto di esperti, speaker internazionali e storie di successo provenienti da tutto il mondo, il Social Business Forum, l’8 giugno a Milano, mostrerà come un maggiore coinvolgimento dell’intero ecosistema aziendale rivoluzioni collaborazione, marketing, servizio ed innovazione fornendo una leva strategica per la capacità di competere delle imprese. Tra le aziende sul palco Webank, BASF, Scottish Water, BancoPosta, Toshiba, ASL Piacenza, GiffGaff, Nokia e Fujitsu e per i presenti la possibilità di toccare con mano le potenzialità delle tecnologie leader nel settore. In volo su www.socialbusinessforum.it
Seguire il filo dei propri pensieri e lasciarsi cullare dal vento a bordo di una variopinta mongolfiera, muoversi verso l’orizzonte, salutare il sole che tramonta o andargli incontro all’alba. Questa è l’emozione che vi attende in occasione della quinta edizione di “Mongolfiere sul Balcone” (dal 24 al 26 giugno), uno spettacolo unico che vede radunarsi decine e decine di mongolfiere intorno al delizioso balcone panoramico e alle affascinanti mura medievali di Cingoli, con vedute che spaziano dalle sublimi cime dei Monti Sibillini alla linea blu del mare. In volo su www.maravigliatravel.it
NOTIZIE AL VOLO
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PRS_02_11_PGS_210x280_InFly_Eurosky2011 19/05/11 09.57 Pagina 1
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DOSSIER
Spaccano pietre, cuociono mattoni, setacciano fango in cerca di oro e diamanti, frugano tra montagne di spazzatura, lavano, stirano, cuciono, chiedono l’elemosina
o fanno anche se sono nel pieno
dell’infanzia, quella che in Occidente
si chiama “l’età dell’innocenza”.
Secondo le stime dell’Oil
(Organizzazione internazionale del
lavoro) sono almeno 115 milioni i bambini
impiegati in lavori pericolosi e dannosi, ma
secondo molte associazioni questi sono numeri
sottostimati. Lo sfruttamento del lavoro
minorile avviene soprattutto negli stati del
Sud del mondo: ci sono bambini che lavorano
nelle miniere della Cambogia, nelle piantagioni
di tè dello Zimbabwe e nelle fabbriche di
bracciali di vetro in India. Tra le peggiori forme
di lavoro minorile rientra anche il lavoro in
strada che comprende la raccolta dei rifiuti
da riciclare, la vendita di cibo e bevande e
la richiesta di elemosina. Nella sola città di
Dakar, capitale del Senegal, sono oltre 8.000 i
bambini che vivono come mendicanti e molti
di loro bevono e sniffano solventi. Altra faccia
di questa tragica realtà è lo sfruttamento
sessuale dei minori che coinvolge 1 milione di
bambini ogni anno. Soltanto in Thailandia ci
sono tra 60 e 200mila piccoli schiavi del sesso,
prede di pedofili senza scrupoli. Se le varie
tipologie di lavoro minorile possono essere
in qualche modo quantificate, ce n’è una
che invece è caratterizzata dall’invisibilità e
sfugge a una valutazione statistica: è il lavoro
domestico (in casa di altri) e familiare (in casa
propria) in cui sono impiegate soprattutto
L’INFANZIARUBATA
L
le bambine, costrette a vivere come schiave,
recluse nell’incubo della violenza e dell’abuso.
Per combattere lo sfruttamento del lavoro
minorile dall’inizio degli anni novanta sono
state messe in atto una serie di iniziative da
parte di diversi organismi internazionali e
dal 2002 è stata istituita la Giornata mondiale
contro lo sfruttamento del lavoro minorile
che cade il 12 giugno. Per capire il senso di
questa giornata è necessario sapere che opporsi
allo sfruttamento del lavoro minorile non
significa necessariamente combattere il lavoro
minorile. Nel mondo, infatti, per 115 milioni di
bambini sfruttati ce ne sono altri 100 milioni
che lavorano in modo più o meno dignitoso.
Molte associazioni, soprattutto occidentali,
ritengono che l’unico modo per combattere
lo sfruttamento del lavoro minorile sia quello
di vietare ai bambini di lavorare, ma non
tutti la pensano così. Esistono, ad esempio,
i Nats (Ninos adolesentes trabajadores), i
Maejt (Mouvement Africain des Enfants et
Jeunes Travailleurs) e i Working Children
che sostengono che i bambini, vivendo in
condizioni di estrema povertà, sono per forza
costretti a lavorare e quindi la vera battaglia
non deve essere quella contro il lavoro, ma
contro lo sfruttamento. Nats, Maejt e Working
children sono movimenti (rispettivamente
di Sudamerica, Africa e Asia) formati da
ex bambini lavoratori diventati adulti e da
minori che si battono per un lavoro dignitoso.
Attraverso incontri e dibattiti sono riusciti a
creare una rete internazionale e a dare vita
a luoghi di aggregazione dove i bambini
lavoratori possono incontrarsi, giocare e
studiare. In questi centri spesso i giovanissimi
riescono ad imparare nuovi lavori che
permettono loro di emanciparsi da situazioni di
sfruttamento. In alcuni Paesi, come ad esempio
l’India e il Pakistan, questi movimenti hanno
anche creato delle vere e proprie banche dei
bambini lavoratori dove i minori possono
mettere al riparo i propri risparmi.
Per capire la differenza tra lavoro e
sfruttamento è utile conoscere la distinzione,
condivisa anche dall’Unicef, tra Child
labour, cioè lavoro pesante o sfruttamento
e Child work, lavoro leggero, che “non
ostacola l’istruzione, consente al minore
17 InFly16 InFly
di partecipare all’economia familiare e
non ha effetti negativi sullo sviluppo”. Per
cercare di individuare quali sono i bisogni e
i desideri dei bambini lavoratori l’Unicef, in
collaborazione con la Banca Mondiale e l’Oil,
sta realizzando un progetto internazionale
dal titolo “Comprendere il lavoro minorile”.
“La considerazione dell’interesse superiore
dei bambini e dei ragazzi, e l’ascolto delle loro
voci – si legge nel sito dell’organizzazione –
deve – essere il principio guida per far uscire
le politiche di contrasto al lavoro minorile
dal piano delle dichiarazioni di principio
e calarle nella realtà, se vogliamo davvero
aiutare i bambini lavoratori a costruirsi un
futuro migliore”. Contrariamente a quanto
molti credono, il lavoro minorile non è una
realtà esclusiva dei Paesi del Sud del mondo,
anche in Italia, infatti, esistono bambini
che lavorano. Nel nostro Paese ci sono circa
500mila minori di 15 anni che lavorano: molti
di questi vengono sfruttati. Circa 100mila,
infatti, lavorano più di 4 ore al giorno in modo
continuativo e 40 mila più di otto ore con una
“paga” che oscilla tra i 200 e i 500 euro al mese.
Una delle associazioni che in Italia più si batte
contro queste realtà è Save the children. “Alla
base dello sfruttamento – spiega il direttore
generale di Save the children per l’Italia,
Valerio Neri - c’è una povertà sempre più
diffusa unita alla difficoltà di andare a scuola e
ricevere un’istruzione adeguata. Un fenomeno
che si può combattere e sradicare agendo su
più livelli: con incisive politiche e interventi
di riduzione della povertà, assicurando
un’adeguata protezione ai minori vittime di
sfruttamento lavorativo, garantendo l’accesso
ad un’educazione flessibile e gratuita che
permetta loro di affrancarsi dalla condizione di
sfruttamento e di costruirsi un futuro diverso”.
Secondo una ricerca realizzata da Save the
children, in Italia,i minori sfruttati sono in
genere maschi di nazionalità straniera, che
vivono in famiglie numerose oppure con un
solo genitore e che abitano in un territorio con
un alto tasso di disoccupazione. Sono impiegati
principalmente nei settori della ristorazione
(pizzaiolo, barista, cameriera), dell’edilizia
(muratore), dell’artigianato, ma anche in
attività illegali e di sfruttamento (borseggio,
combattimenti clandestini), mendicità e
prostituzione. by Stefania Prandi
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Maggiore SMART_esec INFLY210x280.pdf 23-05-2011 9:30:10
19 InFly18 InFly
IMPRESE
In mezzo alla campagna veneta, tra capannoni e villette a due piani, c’è una fabbrica tedesca dove gli orari di lavoro sono flessibili, dove non esistono straordinari e dove gli stipendi medi sono di 1.600 euro al mese.
uesta azienda, che si trova a
Caselle di Selvazzano, in provincia
di Padova, è una filiale della
multinazionale ZF e produce
componenti per navi di lusso e
per trasporto commerciale. Qui i dipendenti
partecipano attivamente alla gestione
dell’orario di lavoro, con la collaborazione dei
sindacalisti interni, riuscendo ad adattare al
meglio i tempi della fabbrica a quelli delle
proprie vite. I dipendenti della società con sede
a Friedrichshafen possono decidere se lavorare
per il primo turno (dalle 6 alle 14) oppure per
il secondo (dalle 14 alle 22), chiedendo anche
di modificare l’orario di entrata in azienda di
tre ore. Possono cioè decidere di arrivare alle
9, invece che alle 6, lavorando per le successive
otto ore, con una pausa pranzo che varia,
sempre in base alle necessità individuali, dalla
mezzora all’ora. L’orario, chiamato “a menu”,
viene stilato ogni otto settimane cercando
di soddisfare le esigenze di tutti e prevede
anche la settimana “a carico maggiorato” (con
lavoro aggiuntivo il sabato mattina oppure con
un’ora in più al giorno), “ridotto” (35 ore in
cinque giorni, con la riduzione di un’ora media
giornaliera o il salto del venerdì pomeriggio)
e “normale” (otto ore per cinque giorni).
Questo sistema valorizza anche i contratti
part time che riescono ad essere inseriti con
efficacia nel sistema produttivo. La vita dei
dipendenti della ZF di Caselle di Selvazzano
è cambiata nove anni fa, in seguito ad un
accordo tra sindacati e direzione. La richiesta
di flessibilità di orari dell’azienda, motivata
dalle esigenze del mercato internazionale,
costringeva i lavoratori a straordinari continui
e stancanti e aveva portato un malumore
diffuso tra i dipendenti. Messe alle strette da
un voto nettamente contrario dell’assemblea
dei lavoratori, le Rappresentanze sindacali
di base hanno dovuto aguzzare l’ingegno e
con un colpo di fantasia e di coraggio hanno
cambiato modello di riferimento per gli orari
e la flessibilità. Come spiega Luciano Pero,
docente del Mip Politecnico di Milano, “i
sindacalisti hanno capito che la flessibilità
non si poteva affrontare con lo straordinario
o con le ennesime eccezioni al sistema degli
orari standard, ma programmando il lavoro
in modo flessibile e conciliando le esigenze
dei dipendenti con quelle dell’impresa
attraverso sistemi manageriali evoluti”. Un
cambiamento che ha portato benefici anche
alla multinazionale: il costo del lavoro,
infatti, è diminuito del 30 per cento rispetto
a prima. “Ma il fatto ancora più interessante
- continua Pero - è che alla ZF, per superare
il modello storico di orario standard, si è
dovuto accelerare il processo di innovazione.
Infatti, è stato necessario aumentare la
polivalenza degli operai incentivando il loro
apprendimento nell’uso di molte macchine,
cambiare l’organizzazione del lavoro con i
team e la rotazione, migliorare il sistema
di programmazione degli orari e delle
commesse, acquisendo capacità di rispetto
dei tempi di consegna e di affidabilità dei
tempi stimati a preventivo”. Trasformazioni
che hanno permesso all’azienda di tornare ad
essere competitiva con i concorrenti a livello
mondiale. by Stefania Prandi
L’orario, chiamato “a menu”, viene stilato ogni otto settimane cercando di
soddisfare le esigenze di tutti
Q
21 InFly20 InFly
PERSONAGGI
arte alle prese con l’anima di un
artista”, l’ultima opera di Alessandro
Sironi, pianista e compositore che ha
trovato nella scrittura la sua nuova
e inconsapevole espressione di sé.
Alessandro sfoglia il libro, mentre me
lo racconta, e tocca le pagine quasi si stesse rendendo
conto solo ora di cosa rappresentano. “Questo libro
racconta di me, ma al futuro. Mi sto accorgendo
che quello che ho enunciato in questi versi sta
accadendo e accadrà”. “Confessioni di un diavolo” è
apparentemente la storia di uomo malvagio e sadico
che rapisce una donna e, attraverso una dialettica della
negazione, la porta lontano dalla sua vita quotidiana
mostrandole come il suo “finto paradiso” sia in
realtà un terrificante inferno. Sotto le righe si vede
però il reale racconto, cioè un percorso che conduce
dall’ignoranza alla conoscenza, dove il diavolo è la
parte scomoda di noi stessi che dice la verità alla nostra
anima e ci mostra come il Male, ovvero tutto ciò di cui
L’
Alle prese con lA MIA AnIMA
si ha paura e che non si vuol vedere, diventa la forza
che conduce al di là di un falso Bene. “Questo è ciò che
accade nella mente di ognuno di noi. Il talento, che
ho scelto di rendere femminile, è scosso da una voce
intelligente e alta che ci riprende, ci fa rendere conto
che siamo intrappolati in una gabbia. Il Diavolo, inteso
come portatore di luce, indossa la maschera dell’Arte
e dialoga con l’allieva, l’anima di un artista, richiusa e
limitata nella sua realizzazione”.
“Io sono parte di quella forza che vuole sempre il
male e produce sempre il bene” dice il Mefistofile
di Goethe nel Faust. È lo stesso anche qui?
Sì, il diavolo è una figura positiva: i paradisi sono
inferni e all’inferno, cioè alla conoscenza, si arriva
attraverso prove ed ostacoli, talvolta dolorosi. Il libro è
un lungo monologo nella tradizione poetica del testo
iniziatico: si struttura in quattro atti i cui nomi sono
la Sofferenza, la Comprensione, la Trasformazione e il
Ritorno. È un viaggio.
La copertina è un simbolo complesso.
Puoi spiegarlo?
Il MOI (io) al centro è rinchiuso in una gabbia e l’idea
è che esca da questa prigione. Lo fa attraverso forme
geometriche. Il Rettangolo è il mondo nel quale si
nasce e si vive nell’ignoranza, il Quadrato, è la struttura
mentale che forma il mondo, materializzandosi nel
Rettangolo; i Triangoli, sono i percorsi per uscire
dal Rettangolo e dal Quadrato e il Cerchio, il punto
di arrivo, è inteso come un al di là celato dietro le
forme apparenti. Ciascuna di queste forme richiama il
numero Sette, numero esoterico per eccellenza.
A quale tradizione ti sei ispirato?
La mia parte cosciente si è ispirata ad un percorso
di ricerca a studio su me stesso che ho intrapreso
da anni, ma devo ammettere che la struttura si
è quasi creata da sola. Ho iniziato a scrivere per
gioco e poi idee, visioni, pensieri incoscienti
hanno fatto il resto…
Perché in francese?
È una lingua che conosco bene. Il suono di queste
rime, che definirei specchiate “Je te le dis, te le prédis/
mais tu es sourde, ainsi, trés lourde” suonavano,
componendosi. Parole a caso si sono trasformate in
frasi di senso compiuto e sono nati questi 5000 versi
composti in una filastrocca sarcastica, spesso dai toni
profetici e canzonatori.
Alessandro chi è? Il diavolo o la donna?
Le persone che scrivono parlano sempre di sé e a sé.
Io sono entrambi. Un maestro dentro di me mi dice
“cosa stai facendo?” e il mio essere risponde.”
Alessandro oggi è più musicista o autore?
Nasco da un padre cantautore e la musica l’ho
praticata da subito. Avendo un talento speciale mio
padre mi ha aiutato a coltivarlo. Per anni non ho fatto
altro: a 12 anni scrivevo pezzi, a 16 i primi concerti e
a 18 il primo tour in Francia. La musica è diventata
Alessandro Sironi, nasce nel 1976.
Pianista e compositore fonda nel 2006
l’Officina sonora, orchestra dedita al
cinema e al teatro. Tra i suoi lavori:
Le Labirinthe (2004) – Balletto per
il conservatorio di Parigi, Esercizi
di stile (2006) – spettacolo teatrale
con l’orchestra in scena, L’aria del
lago (2007) – film per RaiCinema
di Alberto Rondalli e L’arte e la
filosofia di Shinjo Ito (2009) –
brano per orchestra d’archi per il
video rappresentativo della mostra
dell’artista giapponese in tournées
mondiale. Tra i progetti in corso
AQUASPROJECT, canzoni d’acqua;
PITAGORA-SUSHI, storie giapponesi
e PIANO SOLO, concerto e cd. Oltre
a “Confessioni di diavolo” ha già
scritto il “Dizionario degli eccessi” e
“La scelta dell’educazione musicale”.
www.alessandrosironi.com
una pelle avvolgente che un giorno ha cominciato
a starmi stretta, forse anche perché adombrata dalla
figura di mio padre. Ora sta mutando e sta emergendo
me stesso: ho fatto cose mie in campo musicale e la
scrittura è diventata il mio fuoco.
Musicalmente in che genere possiamo
identificarti?
Non appartengo ad uno stile preciso: esiste
sicuramente una matrice comune ai miei lavori, ma
è complesso incasellarla. La musica si adatta al mio
crescere.
Cosa ascolti?
Ascolto pochissima musica perché essa è ovunque, è
nella mia testa. Oggi però ho trovato un nuovo modo
di ascoltarla, ballandola.
Progetti in cantiere, oltre alla promozione del
libro?
Sto realizzando un disco sull’acqua: pianoforte
e voce. È un disco strano: rilassa e al contempo
distrugge. Credo stia venendo proprio bene: anche
in questo sono cresciuto, ho imparato ad amare ciò
che faccio. In ogni caso sto scoprendo che l’arte
nella sua massima espressione non è quella di
produrre opere, ma è quella di produrre se stessi.
Io sono nel passaggio intermedio, produco ancora
tanto, manifesto nella materia l’invisibile, ma pian
piano sto scoprendo la capacità di produrre me.
by Alessia Marsigalia
5000 versi in francese a rima specchiata. Un viaggio iniziatico leggibile a più dimensioni
23 InFly22 InFly
CONSIGLI UTILI
Per la montagna d’estate Per un viaggio in barca
ccorre cominciare a pensare qualche
giorno prima, senza stress, a cosa
vogliamo portare in vacanza, in modo
da avere il tempo di portare in tintoria
quel particolare capo macchiato o
di organizzare l’eventuale bucato per non essere
costretti a lasciare a casa, nel cesto della biancheria
sporca, quel pantalone o quella maglietta
comodissima, del quale non potremmo proprio
separarci dato che ci risolve sempre un sacco di
look. Fondamentale la scelta del colore dominante
delle ‘mise’. Meglio giocare con accessori scelti ad
hoc piuttosto che appesantire il bagaglio con più
combinazioni. Una semplice maglia a tinta unita
e manica lunga, per esempio, sarà perfetta per la
sera arricchita da una collana vistosa, da una mega
spilla o da una sciarpa particolare... ed essere poi
usata il giorno dopo, magari sotto cardigan. Non
importa portare scarpe e borse perfettamente
abbinate tra loro. Non siamo più negli anni ‘50...
LA VALIGIA PERFETTA
O oggi la moda è contro il tono su tono. Basta evitare
i pugni negli occhi ed è fatta... Un’altra valida
regola è quella di non vedere l’abbigliamento nel
suo insieme, (altrimenti viene voglia di portarsi
tutto dietro) ma giorno per giorno/sera per sera.
Inutile portarsi 10 paia di pantaloni, 3 gonne al
ginocchio e 10 minigonne che hanno di diverso
tra loro solo una tonalità di colore dicendo a noi
stesse che avremo poi modo di decidere una volta
a destinazione. Inutile soprattutto se si hanno
a disposizione soltanto 4 giorni e 3 notti. Stessa
tecnica è da utilizzarsi per la preparazione del
beauty: per preparare i prodotti giusti basta
visualizzare nella mente le cose che si faranno
nel corso delle giornate: doccia, lavarsi i denti,
prendere il sole, magari prendere una scottatura...
quindi per ogni azione portare i prodotti giusti,
cercando, quando possibile, di travasare i prodotti
in confezioni più piccole, decisamente meno
ingombranti e meno pesanti. Nei giorni dei viaggi
meglio indossare i capi e le scarpe più pesanti e
ingombranti così da non doverli mettere in valigia.
Da non dimenticare un cappello: per il vento,
per la pioggia o semplicemente per nascondere
una capigliatura non proprio docile. Da tenere
sempre a portata di mano, invece, una piccola
tracolla/marsupio dove mettere l’indispensabile:
portafoglio, cellulare, documenti, Carte di credito,
biglietti di ritorno, insomma tutto ciò che è
fondamentale, e proprio per questo, cerca in tutti
i modi di andare perso. Come preparare la valigia
perfetta 1. Riponete pantaloni e gonne sul fondo,
con la cintura contro un bordo e le gambe (che
dovranno essere piegate in un secondo tempo per
evitare pieghe e sgualciture) che fuoriescono dal
lato opposto 2. Esticazzi Ora riponete sui pantaloni
le giacche e i vestiti. Abbottonateli, con i risvolti
verso l’alto 3. Piegate le maglie, i maglioni, le
t-shirt e la biancheria arrotolandoli (eviterete di
sgualcirli). Mettendo le calze nel collo delle camicie,
Abiti leggeri prettamente estivi per la mattina; qualcosa di
più pesante, da mezza stagione, compresi maglioni in lana
per la sera. Costume: non escludete di poter fare il bagno
in piscina o al lago, o in qualche stabilimento termale! Per
camminare: non devono mai mancare gli occhiali da sole, un
cappellino, una giacca a vento, uno zainetto e una borraccia
per le escursioni...e le scarpe da trekking! Per fare sport:
possono essere utili le scarpe da ginnastica per fare jogging
o per andare in mountain bike Varie: cerotti e simili per le
vesciche, dell’ammoniaca per punture di insetti, dell’alcool per
disinfettare (magari con fazzoletti appositi)
Avete deciso di imbarcarvi con gli amici e solcare le
onde con una barca a vela per vivere il mare dal suo
‘interno’? Bellissima scelta. Ecco cosa dovete portare:
costumi, magliette a manica lunga e corta, pantaloncini,
parei, una o due mini, cappello e bandane/foulard per il
sole e per tenere a bada i capelli indomabili con vento e
salsedine. Tante buone protezioni solari specifiche per le
varie parti del corpo e per i capelli, tutto il necessario per
la depilazione. Infradito e sandali ma niente tacchi No a
scarpe chiuse, pantaloni lunghi cerata e stivali. Finisce
sempre che li si lascia in valigia.
queste ultime non sgualciranno. Come piegare
perfettamente? Non più di una volta nella metà,
quindi arrotolato il capo dall’alto in basso 4. Ora
piegate le parti che fuoriescono dalla valigia (una
alla volta). Le cinture in cuoio non vanno mai
arrotolate, ma disposte lungo i lati della valigia. 5. Le
scarpe (ogni paio in un sacchetto) e gli oggetti più
pesanti devono essere sempre sistemati nella parte
opposta alla maniglia. 6. Utilizzate le tasche interne
per sciarpe, accessori e altri piccoli oggetti. Non
mettete bottiglie o spray nella valigia insieme agli
abiti, potrebbe essere pericoloso. Utilizzate invece
un Beauty Case o un porta oggetti da toilette.
Disfare la valigia (anche questo è importante)
Quando arrivate, disfate le valige e appendete i
vestiti prima possibile. Meno tempo rimangono in
valigia meglio è. Trucco furbo: appendete gli abiti
sgualciti in bagno con l’acqua nella vasca o doccia
aperta e la porta chiusa. 15-20 minuti ed ecco di
nuovo pronti per uscire! by Nadia Redi
25 InFly24 InFly
SOLIDARIETà
Puntare sulle donne per promuovere la democrazia
e donne in Guatemala non hanno vita
facile. Il paese è il 1° in America Latina
per numero di ‘femminicidi’, con oltre
700 donne assassinate ogni anno, di
solito per mano di mariti, conviventi
o altri parenti che restano impuniti. La cultura
machista e razzista è infatti diffusa a tutti i livelli
sociali, inclusi poliziotti, funzionari del governo,
GUATEMALA‘EN ROSE’
L
anni ’90 nel campo dei diritti civili, sostenendo
le donne nella lotta per la giustizia, il diritto
alla salute e l’autonomia economica. Tra i
servizi offerti, sostegno psicologico, assistenza
legale, corsi di alfabetizzazione e formazione
professionale (sartoria, tessitura, cucina,
pasticceria…). Red e Cisv tengono incontri per
favorire la presa di coscienza dei propri diritti da
parte delle donne, e per sensibilizzare le istituzioni
e gli operatori di giustizia. In Guatemala infatti,
pur esistendo alcune leggi avanzate per la tutela
delle donne - come il Decreto 22/2008 contro il
femminicidio - esse restano inapplicate. «Per
una donna picchiata o peggio, rivolgersi alla
polizia o all’ospedale significa subire un trauma
aggiuntivo» spiega Anna Avidano, coordinatrice
Cisv in loco. «Così si è dato vita a un servizio di
‘conciliazione’ per mediare nei casi di conflitto e
abuso familiare, o comunitario. A questo servizio si
rivolgono al 90% le donne, ma non mancano casi
di uomini vittime di altri uomini. Nei casi più gravi,
come lo stupro, si consiglia alle donne di sporgere
formale denuncia, sostenendole poi passo passo».
Di recente a Nebaj, municipio del Quiché con oltre
50.000 abitanti, si è inaugurata la Defensoria de
la mujer I’x: centro d’accoglienza per le donne
in fuga dalla violenza domestica, spesso con
figli al seguito, dove trovano sostegno legale e
psicologico. Red e Cisv stanno anche avviando
una cooperativa per la commercializzazione equa
ed etica dei prodotti delle donne, che garantisca
loro un reddito stabile. «La Rete sta diventando
punto di riferimento per tutto il territorio,
riconosciuta anche dalle istituzioni locali che
prima l’ostacolavano» dice Juana Baca Velasco,
coordinatrice dell’associazione. «Anche per questo,
oltre a promuovere lo sviluppo integrale di donne
e bambine, vogliamo contribuire a una cultura di
pace e alla crescita di uno Stato democratico».
by Stefania Garini
PUOI FARE MOLTO CON POCO
Con 20 euro ACQUISTO MATERIALE DIDATTICO PER LA FORMAzIONE DI DONNE E BAMBINECon 50 euro CONTRIBUTO ATTIVITà CENTRO VITTIME DI VIOLENzACon 100 euro CONTRIBUTO SPESE LEGALI PER LE DONNE ABUSATE CHE SPORGONO DENUNCIAIBAn IT25 K 05018 01000 000000110668 INTESTATO A CISVCArTA DI CreDITo ON LINE SU WWW.CISVTO.ORGCCP N. 26032102 INTESTATO A CISV
operatori di giustizia, sanitari ecc. Le donne,
soprattutto maya - doppiamente discriminate in
quanto indigene e in quanto donne - sono tenute
segregate in casa, picchiate e abusate fin da
piccole, spesso escluse dalla possibilità di studiare
e lavorare, prive di indipendenza economica. La
situazione è grave soprattutto in Quiché, nel nord-
ovest: la zona più povera e più colpita dalla guerra
civile che per quasi 40 anni ha insanguinato il
paese, con 300.000 indigeni uccisi e 1 milione e
mezzo costretti alla fuga. Durante il conflitto la
Chiesa cattolica dovette lasciare la regione per le
gravi violenze e intimidazioni subite; emblematica
la vicenda di monsignor J.J. Gerardi, ucciso per
aver redatto il rapporto ‘Guatemala nunca más’
(Guatemala mai più) sui crimini della guerra.
Oggi in Quiché il conflitto ha lasciato uno
strascico di violenze soprattutto contro le donne
maya ixhiles (una delle 22 popolazioni del paese,
qui maggioritaria). Ma loro non si arrendono
e hanno dato vita a una Red coordinadora de
organizaciones de mujeres ixhiles, Rete che
raggruppa una decina di associazioni femminili
impegnate contro la violenza di genere e
promotrici di sviluppo. La Rete lavora in sinergia
con l’ong italiana Cisv, attiva in Guatemala dagli
27 InFly26 InFly
FAcEBOOk hA LE ORE cONTATE Per gli esperti dei social media, l’impero di Mark Zuckerberg dovrà vedersela con una serie di nuovi competitor pronti a spodestarlo dall’Olimpo del web 2.0. Chi diventerà il vero successore?
C’è qualcuno a cui Facebook comincia a stare stretto, altri che ne denunciano i pericoli per la privacy dell’utente, altri ancora che hanno solo voglia di provare qualcosa di nuovo e sentirsi più “trendy”. Infly ha cercato di capire quali sono gli eredi al trono e i degni successori del “Re Mida” dei social network.
INTERNET
diaspora*Glass • Un’applicazione per browser a metà tra chat,
collaboration tool e microblogging: una sorta di post-it
virtuale. Consente di condividere i contenuti in tempo reale
con i propri contatti. Dopo aver installato il plugin avrete la
possibilità di aprire delle finestre conversazionali con uno
o più contatti e fare sharing. Con una notifica sul browser
ogni contatto con cui condividete la finestra visualizzerà i
commenti e potrà rispondere in tempo reale.
Miso • “What are you watching?” – Cosa stai guardando?
– è su questo interrogativo che si sviluppa la filosofia di Miso,
che ha come obiettivo quello di creare una community di
appassionati per scambiare opinioni, commenti sul mondo
dei telefilm. Ciascuno crea l’elenco delle propri programmi
televisivi e fa sapere cosa sta vedendo, così da permettere agli
amici di commentare o scambiare suggerimenti.
Thounds • Fondato dall’italiano Francesco Fraioli
e nato come progetto per la sua tesi di laura, Thounds è il
social network sui pensieri musicali. Ogni “thounder” regi-
stra una propria melodia originale e la condivide in rete. Gli
utenti possono ascoltare, commentare e arricchire il pro-
getto completando quello iniziale. Un nuovo ed innovativo
modo di comporre musica senza strumenti eccessivamente
sofisticati. all’interno di un network più grande.
Ning • Se non sapete quale social network scegliere,
fatevelo da soli. Ning vi permette con pochi click di creare
una vostra piattaforma personale. Potrete farne l’uso che ne
ritenete più opportuno: organizzarvi per sostenere la causa
che più vi sta a cuore, o creare un punto di riferimento per
la vostra attività online. La piattaforma è sviluppata in Java;
i siti vengono generati in PHP. by Francesco Narracci
Diaspora • Quattro studenti poco più che ventenni
propongono un social network open source molto simile a
Facebook, ma con una piccola grande differenza. Sviluppato
in maniera trasparente, ha lo scopo primario di proteggere
i dati personali dell’utente. Il pieno controllo sul materiale
di ogni iscritto dovrebbe essere garantito dalla possibilità di
ciascuno di installare il proprio web server all’interno di un
network più grande.
Hibe • In un solo login si gestiscono più profili, sia
personali, sia professionali. Con questo social network
potrete creare varie personalità con diversi livelli di pri-
vacy. Potrete essere una “persona differente” a seconda
del gruppo di interesse. Deciderete chi può vedere i
vostri post e chi no e presentarti in maniera diversa a
seconda dell’interlocutore.
Blippy • Potrebbe essere definito uno spin-off di
Twitter completamente dedicato agli acquisti online.
Collegandosi contemporaneamente ai vostri account
dei siti di ecommerce, Blippy informerà i vostri amici
di cosa avete acquistato e di quanto avete speso. Un
ottimo strumento per scambiarsi consigli e pareri sullo
shopping in rete. Attenti però a rendere pubblici gli
acquisti più imbarazzanti.
Quora • Prendete Facebook, Twitter, Wikipedia e Yahoo
Answer e provate a metterli assieme. Ecco la ricetta di Quora,
un nuovo social network che ha come obiettivo “la condivi-
sione della conoscenza”. Si basa su un sistema di domande e
risposte tra gli utenti e permette di dividerle per valutazione
e argomento. È possibile inoltre scegliere direttamente quale
utente deve rispondere ad una specifica domanda.
29 InFly28 InFly
DIDATTICA
ULTIMA LEZIONESEMI-SERIAdi lingua spagnola
by Maria Paola Comolli
Primero, segundo, tercero … primo, secondo,
terzo appuntamento con le amene curiosità della
lingua spagnola. Terzo e definitivo. Terzo = tercero,
come numero ordinale, ma c’è anche tercio, unità
di misura, ma terciopelo significa velluto. Buffo,
no? ( Pronunciare la “c” come la esse con la lingua tra
i denti.) il terzo appuntamento in spagnolo sarebbe
la tercera cita, come la scimmia di Tarzan, mentre
l’ultimo può tradursi último oppure postrero.
Da questa parola, appunto postrero deriva poi il
postre, cioè l’ultima portata di un pranzo, dolce,
frutta o formaggio. Il bello è che in italiano non
esiste la traduzione di postre, nei nostri menù siamo
obbligati a definirlo con una parola francese ovvero
il “dessert”. Invece l’entrémes, che in origine
era l’intermezzo, generalmente farsesco, che si
rappresentava in teatro per interrompere ed alleggerire
i molti atti delle tragedie, è diventato nell’uso comune
attuale, l’antipasto. Eh, questi spagnoli, vai a capirli!
Per esempio mentre loro dicono encender la luz,
cioè accendere la luce, come si può facilmente capire,
quando si tratta di spegnerla dicono apagar, quando
in italiano appagare è tutt’altra cosa. Poi la confusione:
salir = uscire, subir = salire, soportar = subire …
che pasticcio! Che ne dite di aguantar? Scommetto
che penserete ad agguantare o afferrare. No, sbagliato:
aguantar è un sinonimo di soportar, sopportare, tipo
“nun te reggo più”: no te aguanto. Sarebbe il grido
di disperazione di Charlie Brown nel fumetto spagnolo.
Riassumendo: mentre la entrada è l’entrata,
la salida è l’uscita, la subida, la salita, la
bajada, la discesa, cioè andare in basso.
Attenzione! Non pensiate che arrivare si dica aribar,
cioè sì, a volte, quando si arriva per mare, ma in realtà
si usa per “portare in alto” “portare su”, come
dimostra l’acclamazione “arriba España”. Se poi supponete
che llegar significhi
legare, siete
fuori strada. Llegar vuol dire, per l’appunto, arrivare.
Quindi llegada è l’arrivo e la salida la partenza,
oppure, come detto l’uscita. Pronunciare la
consonante “ll” come il gruppo vocalico italiano
“gl”, quello di figlio e di famiglia. Quindi la famosa
paella si pronuncia paeglia, mi raccomando,
non facciamoci riconoscere subito all’estero.
Abbiamo ancora qualche parola che confrontata con
l’equivalente italiano ci stupisce poco. L’accappatoio (lo
ammetto anche in italiano la parola è un po’ bizzarra)
in spagnolo è albornoz , mentre bucear significa
nuotare sott’acqua – anche in senso figurato, come
indagare – e deriva da buzo ovvero il palombaro.
Il nostro zainetto, così usato da un po’ di tempo – la
cartella degli scolari non esiste più –si chiama in
spagnolo mochila, pronunciare il ch come se non
ci fosse l’acca. Se zapato è la scarpa e zapatero il
calzolaio (come il premier spagnolo, e come Schumaker
in tedesco, cioè sempre calzolaio o ciabattino) zapatilla
è la pantofola, detta anche pantufla o chinela.
Esiste poi una Zapatera che è anche prodigiosa e che
dà il titolo ad un’opera teatrale di Federico Garcia Lorca.
Attualmente però la parola zapato è meno usata, si
preferisce calzado, sebbene – attenzione – la calzada
è invece una strada, una carreggiata stradale,un tracciato.
Calcetìn, invece è chiaro è il calzino, ma las medias
sono le calze da donna, che non sono mezze, anzi sono
proprio intere e lunghe come ormai si definisce un
“collant”. Mi fermo qui, non vorrei avere creato
troppa confusione. Me despido,
ovvero vi saluto: mi accomiato,
vado via. Adiós
AMENE CURIOSITA’ DELLA LINGUA SPAGNOLA: ULTIMO CAPITOLO
Colori compositi
C M Y CM MY CY CMY K
31 InFly30 InFly
IL MAGAZINE CHE VI FA VIAGGIARE
Londra
Corsica
eco-oriented
obiettivo
in moto tra le calanche
n Grand Tour che parte dagli
splendori barocchi della Val di Noto,
capitanati da Ragusa, e che prosegue
attraverso i gioielli di Noto, Modica
e Scicli. Da qui a Londra, il viaggio è
breve. Placati i clamori da Royal Wedding,
ora si può ammirare il volto eco della
città che, in tarda primavera, rivela il
suo aspetto migliore. La passione per
il verde dilaga quindi si torna in Italia,
meta Toscana, dove ci sono alcuni dei più
spettacolari Giardini Italiani e i green più
famosi, come quello a 18 buche di Punta
Ala, in Maremma. Poi di nuovo in viaggio,
questa volta per un Paese lontano e
magico. Il Perù dal fascino antico, ricco di
misteri e leggende, che vogliamo scoprire
anche attraverso un itinerario del gusto,
da Lima a Cusco, passando per il Machu
Picchu. Al ritorno, c’è ancora voglia di
movimento e allora si può scegliere tra
una corsa in moto tra le calanche tortuose
della Corsica o una fuga romantica in
Costa Azzurra. Infine il realx, tra osterie
di campagna e una Spa sospesa tra lago e
monti. Buon viaggio.
Antonell A euli
Direttore
Director’s Letter
TRAVEL
PERùViaggio in
tra cibi e misteri
33 InFly32 InFly
events
Le Alpi in moto
nata per agli appassionati delle due ruote la prima Guida Michelin dedicata al mototurismo europeo. Su e giù per le Alpi, cavalcando bolidi rombanti e con la guida dell’Omino nello zaino. I circuiti suggeriti spaziano da una a due settimane e sono suddivisi in 23
itinerari. Si parte da Biella e si prosegue per il Colle del Gran San Bernardo, inizio di un viaggio alla scoperta di tutto l’arco alpino tra Italia, Svizzera, Francia, Germania e Austria passando per 40 passi mitici, tra cui valichi al di sopra dei 2000 m (Passo dello Stelvio, Col de l’Iseran, Col de l’Izoard, mitico valico del Tour de France, Col de la Bonette, Col du Galibier) Le Alpi in moto offre la possibilità di adattare il percorso in funzione dei gusti e delle esigenze di ognuno, indicando sia la strada più breve lungo le arterie principali, sia quella più “flemmatica”, per chi ama le stradine secondarie nel verde. Le combinazioni sono numerose: ogni singolo itinerario può essere la meta ideale per un weekend o qualche giorno di vacanza. www.michelin.it
È
tICKEtCROCIERE.It sbarca su iPhone, IPod touch e IPad
l leader in Italia nella vendita online di crociere, ha realizzato la prima applicazione per iPhone, compatibile anche con iPod touch e iPad, che consente di visualizzare oltre 5.000 offerte aggiornate in tempo reale in termini di disponibilità, prezzo e itinerario. Un vero punto di riferimento per tutti gli amanti del settore crociere poiché nel database sono presenti le offerte delle più importanti compagnie
di crociera come Costa Crociere, Msc Crociere, Norwegian Cruise Line, Royal Caribbean, Celebrity Cruises, Azamara Cruises, Carnival Cruise Lines, Star Clipper, Louis Cruise Lines, Pullmantur, Princess Cruises, Silversea. La grafica semplice e intuitiva, che rispecchia le stesse caratteristiche tipiche del sito, consente di effettuare velocemente ricerche attraverso diversi criteri e parametri: “Destinazione”, “Città di partenza”, “Compagnie di crociera”, “Ponti” o “Festività”. Inoltre è presente un motore di ricerca selettiva e una sezione “Promozioni” in cui sono evidenziate tutte le migliori offerte del mercato aggiornate in tempo reale, dove è possibile selezionare la meta preferita e richiedere un preventivo. Una volta individuate le crociere più interessanti è possibile memorizzarle nella categoria “Preferite” per una successiva consultazione. Infine una sezione dedicata alle “News” dove vengono pubblicate quotidianamente le più importanti notizie nazionali e internazionali del settore Crociere. Accanto alla consultazione, tramite queste nuove tecnologie, è possibile comunque ricevere maggiori informazioni e dettagli circa le crociere e le prenotazioni grazie alla linea telefonica dedicata, o attraverso la compilazione di un form specifico, come sarà già famigliare agli utenti di Ticketcrociere.it.TicketCrociere.it può essere scaricata gratuitamente da App Store. www.ticketcrociere.it.
I
Vip a Capri
a seconda edizione di The Vip Champion Capri 2011, promossa da 361 Ondemand, società di management e organizzazione eventi particolari e di spicco, si terrà dall’8 al 12 giugno. Una kermesse sportiva e mondana che si conluderà con la premiazione ufficiale dei vincitori nell’albergo a 5 stelle Capri Tiberio Palace. Tra i primi iscritti all’event–show che
prevede gare di tennis, calcetto e palla avvelenata, spiccano nomi del mondo del calcio tipo Fabio Quagliarella, Fabio Liverani, Salvatore Aronica, Paolo Cannavaro, Filippo Inzaghi, Adrian Mutu, Guglielmo Stendardo, Marco Donadel, Antonio Conte, Stefano Bettarini, Matteo Materazzi, Bruno e Daniele Conti, Angelo Peruzzi, Emanuele Calaiò, Andrea Caracciolo, Pasquale Foggia, Matteo Ferrari, Luca Cigarini, Bernardo Corradi e personaggi famosi del mondo dello spettacolo : Flo Bouma ,Elena Santarelli, Alfonso Signorini, Carlo Conti, Roberta Morise, Elena Ossola, Italia Caruso, Maurizio Mattioli, Pamela Prati, Matilde Brandi, Cristina Chiabotto, Fabio Fulco, Melita Toniolo, Gigi Finizio, Elisabetta Gregoraci, Flavio Briatore, Biagio Izzo, Nina Senicar, Piero Chiambretti, Nancy Brilli e Roy De Vita, Francesca Fioretti, Maria Mazza.
L
www.lecortedicasalini2010.com
La storia di una passione infinita tra un uomo e l’alta cucina
35 InFly34 InFly
Natural tour
Andare per grotti
l profumo d’estate è nell’aria e vogliamo suggerirvi tre mete a brevissimo raggio, prima del grande esodo agostano. Da nord a sud, solo itinerari all’insegna della natura. Si inizia con il Whale Watching in Liguria, una delle regioni italiane
dove questi cetacei amano farsi ammirare, grazie alla qualità dell’acqua. L’Hotel Rosa di Alassio, Savona, www.hotelrosa.it propone ai suoi ospiti questa escursione naturalistica davvero speciale, in collaborazione con operatori professionali, con un pacchetto (minimo tre notti) da 68 euro a persona al giorno in pensione completa. Si prosegue con la Maremma in mountain bike. Il Montebelli Agriturismo e Country Hotel di Caldana, Grosseto www.montebelli.com fornisce agli ospiti le biciclette per visitare la tenuta di oltre cento ettari e le colline circostanti, lungo sentieri panoramici che attraversano uliveti e vigneti. In B&B da 80 euro a persona al giorno. E infine eccoci nel cuore verde dell’Italia, la mistica Umbria che un monaco buddista ha definito “Tibet d’Europa. All’Antico Casale di Montegualandro e Spa di Tuoro sul Trasimeno, Perugia www.anticocasale.it si può provare il total body ayurveda, basato sull’antica filosofia e medicina indiana per ricreare armonia tra corpo e mente.
na delle attrattive gastronomiche più piacevoli del Canton Ticino è rappresentata dai “grotti”, locali rustici situati in zone tranquille e ombreggiate. Offrono una cucina tipica e un ampio piazzale adibito a servizio esterno con tavoli e panche, solitamente in sasso, dove si mangia all’ombra di una pergola. Vi si servono solitamente prodotti e piatti nostrani: salumi e insaccati casalinghi (salame e mortadella in particolare), minestrone, risotto, pesci in carpione, polenta con stufato, cazzöla e naturalmente vari formaggi e
formaggini. Dal “boccalino” si sorseggia un buon Merlot o la “gazzosa”, la bevanda locale prodotta da diverse piccole aziende. Per conoscere da vicino queste realtà vi consigliamo un tuor nei grotti più caratteristici. Si può partire dal Borei, un piccolo paradiso sopra Brissago, che offre una magnifica vista sul lago e una cucina tipica e genuina. Il Due Ponti invece è situato sull’Isola del comune di Giornico, l’ultimo paese della Leventina, dove si coltiva la vite e si produce un buon vino merlot. L’ampio terrazzo e la vegetazione che lo circonda ne fanno un luogo incantevole dove trascorrere le serate estive. Il Grotto Morchino, sulla strada cantonale che porta a Carona, è facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale Lugano-Sud, prima di arrivare a Pazzallo. Caratteristico e accogliente l’interno e grandiosa la terrazza, dove si fanno grigliate per tutto il periodo estivo. Nei pressi di Peccia (Vallemaggia) nascosto da un fitto bosco si trovai il Grotto Pozzasc, un antico mulino ristrutturato dove si mangiano polenta al camino, mazza casalinga e formaggi di valle. Sulla Collina d’Oro (a dieci minuti dal centro di Lugano) c’è invece il Grotto Cavicc, frequentato anche dal premio Nobel per la letteratura Hermann Hesse. Semplice e accogliente, propone cibi genuini, della migliore tradizione ticinese e lombarda. E al Bundi (nei pressi di Mendrisio) le specialità nostrane ticinesi sono accompagnate da vini pregiati. Poco distante, a Meride, si trova l’Antico Grotto Fossati dove si mangia e beve bene e si gioca anche a bocce. Infine il Grotto Al Sprüch (Valle di Blenio) dove le specialità proposte seguono il ritmo delle stagioni. www.ticino.ch
I
U
events
Le Langhe in un click
ue weekend all’insegna di letteratura, fotografia e enogastronomia delle Langhe. A proporli è la cantina Terre da Vino che, nei fine settimana del 18-19 e del 25-26 giugno, vi condurrà alla scoperta di questo magico
angolo del Piemonte accompagnati da Pierluigi Vaccaneo, un maestro della fotografia. Dopo la prima giornata dedicata alla fotografia, alle degustazioni e alla visita della cantina, considerata una tra le più belle d’Italia, gli ospiti “incontreranno” a tavola uno degli autori italiani più tradotti nel mondo, Cesare Pavese. È previsto un itinerario per ripercorrere i luoghi dello scrittore, in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese che comprende visite alla Casa Natale, Gaminella, Stazione Ferroviaria, Moncucco, Bottega di Nuto, Cimitero, Fondazione e Museo di Cesare Pavese. www.terredavino.it
D
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Il profumo del sale è ancora acceso sulla vostra pelle e il tramonto inonda di luce calda il vostro viso. La giornata al mare è stata intensa e ora che siete a casa… nulla è cambiato perché la vostra casa al Villaggio Smeraldo, un delizioso residence di casette fronte mare incastonate in un verde meraviglioso è proprio lì, sul mare. La Sardegna è tutta meravigliosa, ma la Costa Nord è ancora incontaminata: i colori del mare sembrano un’alchimia e le alte dune selvagge inviano riflessi di struggente bellezza. Le distese di sabbia bianca corrono ininterrottamente per 16 chilometri e di fronte solo spazi aperti e la suggestione di un orizzonte al cui centro si staglia l’Isola dell’Asinara. Se volete il mare appena svegli e correre verso di esso a piedi nudi per immergervi, allora dovete sapere che le casette del Villaggio Smeraldo sono a pochi metri di sabbia bianca dall’immenso blu e si trovano nella ricca e originale macchia di vegetazione mediterranea della Baia delle Mimose. All’interno del villaggio stesso, poi, i magnifici giardini e le aiuole ripropongono i colori e i profumi dell’oasi. Tutto questo in estrema riservatezza; d’estate infatti la strada d’accesso all’intero anello viario viene chiusa al traffico e vigilata, così soltanto chi ha il pass può accedere alle abitazioni. Piano terra, primo piano oppure il villino tutto intero: tra le tipologie disponibili del Villaggio Smeraldo ci sono tutte le scelte possibili e ogni abitazione gode dell’ingresso indipendente e della veranda coperta che misura non meno di 10 metri quadrati! Volete il relax e la lontananza da tutto? Accontentati. Volete alternare giorni di estrema tranquillità al divertimento? Accontentati. Alle spalle del Villaggio c’è, infatti, l’attrezzatissimo villaggio turistico di Baia delle Mimose che, grazie a una convenzione, offre ai residenti del Villaggio Smeraldo ogni possibilità: ristoranti, bar, boutique, market, edicola e tabacchi, punti di ristoro alle piscine e in spiaggia dove il diving center offre ogni opportunità agli amanti degli sport acquatici. Una casa al mare che potrete raggiungere quando vorrete e in tutte le stagioni dell’anno: sono infatti vicine Alghero e Olbia – città collegate con moltissimi voli di linea e low cost a tutta Italia – e Porto Torres ed Olbia, principali porti sardi che collegano l’isola con Genova, Livorno e Civitavecchia. Il Villaggio Smeraldo è il modo più affascinante per immergersi in questa terra dalla cultura antica, che unisce il fascino dei tipici borghi sardi arroccati sulle colline con le migliori strutture ricettive e vacanziere. Il suo territorio è ricco di resti archeologici nuragici e grande è il patrimonio di artigianato e attività legate alla pesca che caratterizzano gli usi e costumi degli abitanti. Non solo. Nei dintorni una scelta di locali permette di divertirsi nel modo più romantico o scatenato e la vicinanza della Costa Smeralda regala notti da vip. E per chi ama il benessere, le terme di Casteldoria sono conosciute sin dall’antichità per le loro acque salso-bromo-iodiche che sgorgano a 70° formano vasche naturali di fanghi altamente curativi, accessibili a tutti.
il
a portata diaremanom
Informazioni su: www.italcasabergamo.it Infoline: 035-241834
Una bella sorpresa: i prezzi delle Case al Villaggio
Smeraldo partono da soli 99,000 euro... Vi sfidiamo
a trovare in Sardegna un’occasione migliore!
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Rifugi sparsi in oltre 400 ettari di Riserva Privata nelle Marche. Dimore antiche trasformate in camere, appartamenti e case nel verde collinare a 400 metri sul livello del mare: una tranquillità che ha come denominatore comune il lusso e il prestigio senza dimenticare le antiche fatture. Pensatoio, Casa del Pane, Piccolo ritiro laico, Casa del sidro: ogni luogo richiama alla memoria Italo Bartoletti che, agli inizi degli anni 70, invitava amici ed artisti nel suo adorato paese, Palazzo, e con i quali progettò una vera e propria città d’arte che finì in mostra alla Biennale di Venezia. Un sogno che si infranse ai tempi ma che ha creato oggi, modellandolo a sua gusto, la figlia Francescaromana, dando vita alla Riserva Privata San Settimio dove tutti i visitatori possono godersi, oggi, quello che gli amici di allora amavano, cioè la natura, le bellezze artistiche, l’atmosfera accogliente e l’arte, un bellissimo “vizio” di famiglia tramandato. Aldo Mondino, Lucio Del Pezzo, Mario Schifano, Roberto Coda Zabetta, Ico Parisi sono solo alcuni degli artisti che potrete ammirare nella collezione privata della Riserva .Un’opera d’arte è anche il fatto che San Settimio è perfettamente integrato nella natura e, nonostante questo, non fa mancare ad ogni ambiente qualsivoglia comfort.I “rifugi” sono arredati con classe e gusto, impreziositi da quelle note di antico che li rendono singolarmente unici: sia le camere che gli appartamenti hanno una loro storia, e per il massimo della privacy, sono disposti in modo che ciascuno si viva appieno San Settimio come se fosse solo suo.Anche la cucina vi farà sentire a casa, ma con originalità, con il ristorante “Il Padiglione”, struttura creata da Ico Parisi e un tempo abitazione di Italo Bartoletti, che propone un’enogastronomia che premia tutti i sapori e i prodotti del territorio, attraverso una ricerca continua della qualità delle materie rigorosamente prodotte all’interno della Riserva e nelle terre circostanti, aderendo così al progetto km 0, e creando ricette tradizionali e d’alto profilo. Colazione, pranzo e cena possono essere servite all’interno o a buffet nella zona piscina, dalla quale avrete una vista suggestiva del panorama e del mare marchigiano, a soli 30 chilometri dalla Riserva.A completare il tutto una palestra e un centro benessere, a vista natura, dotato di sauna, bagno turco, due vasche idromassaggio, dove potrete farvi coccolare con trattamenti e massaggi personalizzati.Un relax totale, una pace esclusiva da assaporare, alternandola, per chi lo desidera, a escursioni a cavallo, gite in mountain bike, sport come tennis e calcetto e, per i più temerari, la palestra avventura con il ponte tibetano, uscite in fuoristrada e in quad con un istruttore a controllare che torniate tutti d’un pezzo.Vicino alla Riserva Privata San Settimio, inoltre, c’è un mondo da scoprire: dal Parco naturale regionale della Gola della Rossa alle bellissime Grotte di Frasassi, passando per il Parco del Conero. Ogni gita sarà una piacevole sorpresa.Per qualsiasi motivo siate giunti a San Settimio, che sia lavoro o che sia piacere, non vi resta che immergervi e sperare che il tempo scorra lentamente. Da non dimenticare: gli animali sono ammessi!
Rifugiarsinella
www.sansettimio.it
bellezzachef
Frittura che passione!
volgo da parecchi anni questa professione e quando si tratta di stilare un percorso gastronomico o scegliere specialità da proporre ai miei ospiti, ho sempre qualche dubbio ma poi prevale l’istinto, e non la ragione. Il punto fermo restano stagione e materie prime che devono essere di qualità eccellente. Il resto è fantasia, creature che nascono al momento… Ma, a proposito di istinto, c’è una preparazione da molti
criticata perché mai profondamente capita, che mi intriga da sempre e che mi piace condividere con chi siede alla mia tavola. Frittura, amata o odiata, ma sempre sublime, che accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi. Avviluppa qualsiasi cibo, dall’antipasto al dolce, in un percorso ideale. Senza interruzioni o esitazioni. Friggere è un’Arte e presuppone grande esperienza e conoscenza: di materie, temperature, tecniche di esecuzione. E sopra a tutto, un grande amore e una buona dose di curiosità rispetto a culture e tradizioni del mondo, che ti permette si spaziare nell’universo dei fritti andando sempre oltre il confine del consueto. Le sane abitudini e l’attitudine al naturale che oggi dilaga, ci hanno fatto perdere di vista alcune prelibatezze. I fritti, tutti indistintamente, al bando perché colpevoli di danni per la salute. Mi permetto di dissentire. Al bando andrebbero messi i cibi non freschissimi e le maleodoranti composizioni in cui vengono cotti. Di fondamentale importanza quindi risultano gli elementi base della frittura, ossia cibi e oli, e la cadenza con cui vengono “assunti”. Si può mangiare e bere tutto, o quasi, però con moderazione. Mi piace sempre citare l’esempio dell’acqua: i famosi due litri/die consigliati sarebbero perfetti, ma provate a eccedere, forzandovi a berne 4 o 5 litri! Con il cibo è lo stesso: senza esagerare, una tantum, si possono riscoprire piaceri immensi. Una pietanza fritta a regola d’arte è un piacere sommo e ineguagliabile. La crosticina croccante che racchiude un tesoro ha il colore dell’oro: l’involucro creato da pane, farine di varia natura e origine e uova, custodisce un tesoro diverso ogni volta. Dalla verdura, alla carne, al pesce ai dolci… Il fritto diventa tecnica assoluta e elaborata di cottura che consente esperimenti arditi e trasgressioni da gourmet. E allora lasciamoci tentare e trascinare dalla frittura, in un percorso di gusto assoluto che solletica anche i palati più raffinati. by Marco Casalini
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41 InFly40 InFly
town.italia SPLENDORI
BAROcchI
e la Sardegna è considerata l’isola più caraibica d’Italia per le sue spiagge bianche, rosa, grigie e rosse e il suo mare dai mille blu, la Sicilia è una serie di mondi e civiltà racchiusi in un triangolo incantevole. Esistono diverse forme
di mal di viaggio, da quello d’Africa all’indiano, ma rimanendo nei nostri confini chi sbarca sull’isola una prima volta viene colto alla partenza dall’irresistibile voglia di ritorno. Da Palermo, gemma della corona, ad Agrigento, da Siracusa a Taormina, la Trinacria è una delle mete turistiche più importanti d’Europa e nel Settecento era l’ultima tappa del Grand Tour, il viaggio che i giovani aristocratici europei, in buona parte britannici, compivano in Europa per perfezionare la loro educazione e la loro formazione spirituale. Gesualdo Bufalino, scrittore siciliano verace, definiva la Sicilia la terra della “luce e del lutto”, un luogo di contraddizioni e di estremi che si uniscono, mentre Tomasi di Lampedusa dichiarava nel suo Il Gattopardo che in “Sicilia tutto cambia affinché nulla cambi”, perché sono gli stessi siciliani a ricercare il cambiamento ma nello stesso tempo a frenarlo. Una terra e un luogo antropologicamente complesso e nello stesso tempo affascinante da scoprire; dopo la Toscana, la Sicilia è la regione italiana che ospita il maggior numero di patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Si va dalla villa del Casale di Piazza Armerina al parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, dalle isole Eolie al centro storico di Siracusa, alla necropoli di Pantalica. E poi gli edifici barocchi di otto comuni siti nella Val di Noto. Proprio qui si focalizza la nostra attenzione e per vedere quanto più possibile prendiamo al volo il Treno del Barocco (tutte le domeniche fino al 23 ottobre) che parte da Siracusa e da Ragusa, con soste a Noto e Modica (www.sitiunesco.it). La capitale del barocco siciliano è Ragusa, rasa al suolo dal terremoto del 1693 che colpì tutta la Val di Noto e risorta ancor più bella, araba fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri: da una parte Ragusa superiore che si erge sull’altopiano, e dall’altra Ragusa Ibla, nata sulle rovine dell’antica città medievale e famosa per i suoi siti archeologici.
Da Ragusa, superba araba fenice, a Modica, da Noto a Scicli nel grand tour della Val di Noto
Simbolo della città è il Duomo di San Giorgio, seguito da altri capolavori barocchi che vanno dalla cattedrale di San Giovanni, patrono della città, alla chiesa del Collegio di Maria Addolorata (di fronte ai giardini della cattedrale), da quella di Santa Maria dell’Idria o di San Giuliano a S. Maria delle Scale. Poi i magnifici palazzi: dal Bestini, famoso per i tre mascheroni che decorano gli archi dei balconcini, ai settecenteschi palazzi La Rocca e Casentini. A pochi chilometri da Ragusa si trova Scicli, famosa anche aver sconfitto i Saraceni. La vittoriosa battaglia è celebrata ogni anno con La Madonna delle Milizie (l’ultima domenica di giugno), una grande festa dove vengono ricostruiti i luoghi della lotta tra cristiani e arabi. Anche qui abbondano gli edifici barocchi tra cui i Palazzi Beneventano, che qualcuno definì il più bello del genere, Fava e Spadaio, e chiese-gioiello come San Giovanni Evangelista, San Bartolomeo Apostolo e il convento del Carmine. Spingendosi un poco più a sud si “incontra” Modica, arroccata su una collina e celebre sia per il cioccolato, preparato secondo un’antica ricetta Inca che pare sia arrivata sull’isola insieme ai reduci delle spedizioni di conquista spagnole, sia per il suo stile tardo-barocco. Il centro è un intrigo di viuzze e scalinate su cui si affacciano edifici e chiese capolavoro: San Giorgio e la Chiesa del Soccorso, con annesso convento dei Gesuiti, sono tra le opere più importanti, ma non meno della Chiesa del Carmine, con la sua imponente scalinata, e la piccola chiesa rupestre di san Pietro Inferiore. Notevoli i palazzi, tra cui PalazzoTedeschi, dagli importanti mensoloni, il Teatro Garibaldi, una bomboniera in stile tardo barocco e Palazzo Tommasi Rosso, dai balconi modellati e arricchiti da inferriate spagnoleggianti, mensole e decorazioni. Noto invece è un piccolo gioiello di architettura che domina una valle coperta di agrumi. Bella e armoniosa, la città è costellata da edifici maestosi costruiti nella pietra calcarea locale che il tempo ha colorato d’oro e di rosa e valorizzati dalla luce abbagliante tipica dell’isola che in un vivace gioco di chiaro e scuro, delinea volute e mascheroni, balconi e statue. Punto di partenza, e di arrivo, privilegiato per andare alla scoperta dell’estrosità del barocco è il Donnafugata Golf Resort & Spa, a un’ora dall’aeroporto di Catania, sito in un’antica tenuta signorile che conserva intatto il fascino originale. L’eco della storia arriva dal vicino Castello di Donnafugata e le suggestioni degli ambienti dal celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa: camere ampie ed eleganti e suite raffinatissime, due esclusivi campi da golf a 18 buche, una Spa di 900 mq e tre ristoranti eccellenti, sono i tratti distintivi del resort.www.donnafugatagolfresort.com. by Valeria Rastrelli
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43 InFly42 InFly
Sardinia is considered the most Caribbean Isle in Italy, thanks to its white, grey pink and red sanded beaches. Then Sicily is a quantity of worlds and cultures held into an enchanting triangle.It exists many kind of trip sickness, starting with African to Indian one but, in our country, once landed in Sicily you could think you are at home.From Palermo, the gem of the crown, to Agrigento, from Siracusa to Taormina, trinacria ( the ancient Sicily’s name ) is one of the most important destinations in Europe. In the 18th century, Sicily was the last stop on the Grand Tour: the place where young aristocrats , mainly British, used to go to complete their education as well as their spiritual training.Gesualdo Bufalino was a true sicilian writer that used to define this land as of “light and death”. A place of extreme contradictions that Tomasi in its “ Gattopardo” defined so: In Sicily all have to change, so that nothing changes.A land and a place anthropologically complex and in the same time fascinating. After Tuscany, Sicily is the Italian region that hosts the more Unescos Umanity heritages: starting from Villa del Casale in Piazza Armerina ( is called Piazza, that means square, but it is a town ) to the archaeological park of Valle dei Templi in Agrigento.Now we focus our attention on the baroque palaces in the eight towns in Val di Noto. Let’s catch the Baroque Train, every Sunday until 23th October, in Siracusa or Ragusa and stops at Noto and Modica. (www.sitiunesco.it).The baroque capital in Sicily is Ragusa that was burned to the ground by the earthquake of 1693 that hit the whole Val di Noto, and then resurrected, as the phoenix, more beautiful, right from, the ashes.It was divided into two different cities, when rebuilt, at the distance of few dozen meters. Above the hill Ragusa superiore ( superiore = upper ), downward, instead, one of the most beautiful town in the world: Ragusa Ibla. Born from the ruins of the medieval city it is famous thanks to is archaeological sites.San Giorgio’s Dome is the symbol of the city, followed by other baroque masterpieces like San Giovanni’s Cathedral, or the boarding school of Suffering Maria, over Santa Maria dell’Idria or San Giuliano’s and Santa Maria delle Scale’s ones.Unforgettable are the palaces of Bestini, La Rocca and Casentini’s: the first is famous thanks to the masks that decorates the archs of balconies.Few kilometers from Ragusa we find Scicli, famous for Baroque and for the victory over Saracenic army. This victorious battle is celebrated every year with “Madonna delle Milizie”, a great feast where they set up, again, the places where Christians defeated Arabians.Here there are many baroque buildings as Palazzo Beneventano, Palazzo Fava and Palazzo Spadaio, too. The many religious jewels as the church of San Giovanni Evangelista, San Bartolomeo Apostolo and the nunnery of Carmine’s make of this place one of the treasure chest in this isle.Keeping going Southward you will meet Modica, situated onto a hill and famous for its old Incas chocolate recipe and for its late-baroque style.Downtown is a mass of tangled alleyways and stairs overlooked by palaces and exquisitely crafted churches. San Giorgio and the church of the Help with its Jesuit friary are three of the most important works, until you have seen the Church of Carmine with its gorgeous and huge staircase. Palazzo Tedeschi would be one of the most noticeable palaces with Teatro Garibaldi or Palazzo Tommasi Rosso, with its iron gratings Spanish fashioned, shelfs and decorations .Noto, instead, is a little and precius jewel that dominates the valley, covered up by citrus trees. The city is spotted by majestic palaces built up with stone that the time colored pink.Here buildings are enlightened by the brilliant light of the isle, that creates a vivid light/dark work.The starting point and the arrive of our tour is Donnafugata Golf Resort and Spa, one our far from Catania’s airport. Echo of the history comes from the close Castel of Donnafugata and the fascination of ambients have the scent of the movie of Gattopardo: wide and elegant rooms, sophisticated suites and two exclusive eighteen hole courses, a 900sm wide Spa and three excellent restaurants are some of the strong points of this resort. (www.donnafugatagolfresort.com).
In apertura Dettagli del barocco di Ragusa, Modica, Noto e Scicli In questa pagina Immagini di Donnafugata e del Resort omonimo
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Musical che passioneSe pensate che il musical non sia nelle vostre corde, investite una serata per vedere uno spettacolo a Londra: molto probabilmente cambierete idea. Qui la cultura teatrale (e del musical in particolare) ha una qualità davvero alta e l’emozione è assicurata. Anche per i neofiti del genere, il suggerimento è di andare a vedere “Love never dies” di Andrew Lloyd Webber, all’Adelphi Theatre: orchestra dal vivo e scenografie magnifiche per una storia che coinvolge gli stessi personaggi del Fantasma dell’Opera. by Marta Bernasconi
C’è sempre un buon motivo per tornare nella capitale britannica. Royal Wedding a parte. Magari in tarda primavera per scoprire il suo lato verde
U
GREEN
LONDONn fine settimana è poco per visitarla a fondo ma è sufficiente per conoscere alcuni aspetti di una città che non smette mai di affascinare. Le ragioni sono molteplici: la presenza di tanti giovani la rende viva e dinamica, le gallerie d’arte sono fantastiche, i parchi e il verde intessuti nel costruito
garantiscono ampio respiro anche nel centro della città. Anche per chi la conosce e la frequenta spesso, Londra riserva dunque sempre nuove sorprese. Noi vi suggeriamo tre buoni motivi per tornarci.
Un must: il rito del tèIl rito inglese per eccellenza si rivela intramontabile e tutto da provare tanto che in alcuni degli hotel più lussuosi, l’appuntamento pomeridiano per il tè è tornato prepotentemente in voga. Si tratta di un’esperienza da provare che inizia con la scelta della miscela e arriva agli scoones e tramezzini, il tutto sotto la supervisione di camerieri dal servizio impeccabile. Se pensate sia una cosa d’antan, sappiate che al Savoy la lista d’attesa è di alcuni mesi.
La rivincita del green Non c’è ricetta, ingrediente o spezia che non sia possibile trovare nelle cucine dei locali londinesi. Ogni etnia ha il suo ristorante e molti di essi si sono convertiti alla filosofia ‘organic’, scegliendo di utilizzare solo alimenti biologici. Ma questa attenzione alla salute sta rapidamente allargandosi anche ad altri settori che riguardano il benessere. Fate un giretto a Covent Garden e dirigetevi nella defilata ma coloratissima Neil’s Yard: una piazzetta affollata di piccoli negozi - alimentari ma anche centri estetici e boutique di abbigliamento alternativo o vintage - tutti all’insegna del biologico e del vegetariano. Per saperne di più sulla dimensione verde di Londra: www.greenlondon.net e www.infolondon.ukf.net/organic. Oppure se volete vistare la città in modo eco-friendly scaricate la Green London Guide www.enjoyengland.com, utilissimo opuscolo ricco di consigli per spostarsi con i mezzi (Getting Around), trovare locali dove mangiare e bere in maniera sostenibile (Where to eat), dormire in eco-hotel (Where to stay). E per l’immancabile shopping londinese, troverete una lista di negozi dove acquistare ogni genere di prodotti verdi (Where to buy).
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Reopened at the end of 2010 after a long renovation, Savoy is an Hotel XL that deserves its fame of historical place for v.i.p. And
celebrities from all over the world. One more reason to appreciate it, is their purpose to become the most eco-sustainable five
stars hotel. By this way they invented the “Green Butler” that will suggest you many green tours around the city.
Riaperto alla fine del 2010 dopo un lungo restauro, il Savoy è un hotel superlusso che merita la sua fama di storico punto di riferimento per vip e celebrities da ogni parte del mondo. Motivo in più per apprezzarlo oggi è il suo impegno nel voler essere il cinque stelle più attento all’ambiente. A questo proposito, sua una novità esclusiva: il Green Butler, il maggiordomo ‘verde’ che consiglia ai turisti itinerari e locali attenti all’ambiente
Airplane is overall the shortest and more comfortable way to trip. With or without low costs companies. Speaking about eco-sustainability we have to notice that British Airways pay much
attention to environmental impact of their flights.
L’aereo resta la soluzione più breve. Molti i collegamenti giornalieri, sia con le compagnie di bandiera sia con i voli low cost, convenienti se prenotati con anticipo. In tema eco, British Airways è molto attenta all’impatto ambientale dei voli.
Where to sleepDove dormire
How to get hereCome arrivare
London offers you many restaurants and potentially limitless kind of kitchens, so eat little, often and different. It could sounds like a dietologist suggestion but it is the only way to satisfy you tongue,
from fish&chips to restaurant’s specialities.
Londra offre una scelta praticamente illimitata di cucine che il consiglio è questo: mangiare poco, spesso e variato. Non è il suggerimento di un dietologo, ma un modo per soddisfare il palato, spaziando dal classico fish&chips alle specialità caratteristiche dei molti ristoranti della città.
Where to eatDove mangiare
Just a weekend would be too little to visit it, the whole of it. Obviously reasons are as much as youngs, galleries and parks are, one reason for each soul in this city.Even for haunters, London reserves always new surprises.Today we suggest you tre good reasons to get back in the city. A must: the Tea rite. The english traditional tea rite is an everlasting habit of Anglo-Saxons.In some of the most luxury hotels it is still “in” to have this daily tea date.A true english experience: to choose the blend, relishng scones and sandwiches, under the supervision of flawless waiters. If you think it is an oldie thing, you’re right, but remember that at to book at Savoy you have to wait for months. Bio, eco and co: the revenge of green. There is no recipe, ingredient or spice that you can’t find into London’s kitchens. Each ethnic group has its restaurant and many of them converted to organic philosophy, choosing to use only bio food. This attention to health is widening in other sectors that borders with wellness. Have a walk in Covent Garden and then straight to Neil’s Yard: a little square filled with little food shops, aesthetic centers and alternative and vintage clothes boutiques, all under bio and vegan label.For further information see at www.greenlondon.net and www.infolondon.ukf.net/organic To be fascinated by musicals. If you thought that musicals aren’t good for your, try once more in, their capital, London! This could the last time you get bored.Theater culture, particularly musicals, is very high quality and emotions are guaranteed. Even for newbies the suggestion is to go to Andrew Lloyd Webber’s “Love never dies”, at Adelphi Theatre. Live orchestra and magnificent scenographies for a tale that envolves the same “Phantom of the opera’s” characters.
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wayoflife
A Firenze, a caccia di tesori artistici e naturali, ospiti di una villa nobiliare del ‘500 trasformata in hotel de luxe
APER L’ARTE E I GIARDINI
una manciata di chilometri da Firenze, c’è una villa nobiliare cinquecentesca oggi trasformata in hotel de luxe che racconta una storia antica e affascinante. Nei primi anni del cinquecento Santi Landini, famoso editore appartenente all’aristocrazia
fiorentina, volle costruire una residenza estiva sulle rive dell’Arno. Dopo di lui proprietari e residenti si alternarono nei secoli: dal cardinale Rinuccini a lady Catherine Hombert Ruffié Planche, dalla contessa Bierliska, membro di spiccodell’aristocrazia russa, a John Goldsmith e successivamente alla famiglia Sears che a metà degli anni ’50 trasformò la Villa in “hotel de charme”. Oltre al carosello di proprietari, negli anni ci fu anche un carosello di ospiti illustri, da Gregory Peck a Winston Churchill, da Barbara Hutton a Elizabeth Taylor e Richard Burton e, più recentemente, David Bowie e Iman, che affittarono l’intera villa per le loro nozze. Nel ‘98 il Gruppo Villa d’Este acquista l’hotel e lo rinnova
completamente, secondo lo schema di classe ed eleganza che lo connota e il risultato è tangibile. La splendida dimora ritrova i fasti del passato e assume l’aspetto di una gran villa di campagna, circondata da un parco immenso e affacciata sul fiume argenteo. Le 37 stanze, una diversa dall’altra, hanno in comune gli arredi d’epoca e le stoffe lavorate da storiche tessiture fiorentine, ma il top è senza dubbio la Suite Presidenziale, con tanto di giardino privato sull’Arno. Ovviamente il servizio è impeccabile e la cucina eccellente del Verrocchio (unico ristorante fiorentino con terrazza sul fiume) è diretta dallo chef Andrea Quagliarella che armonizza gli elementi tipici della tradizione toscana con un pizzico di Puglia, sua terra d’origine. Aperitivo e dopo cena si consumano al Bar Mediceo circondati da affreschi della metà dell’800: l’ideale per rilassarsi dopo le visite ai luoghi d’arte o semplicemente la giusta conclusione di una giornata vissuta solo per se stessi. Villa la Massa è un luogo di sintesi tra cultura, natura e arte, dove si ha
l’impressione di rivivere i fasti della vita patrizia rinascimentale a Firenze tra svaghi d’élite, come golf e equitazione. Chi invece vuole approfittare del soggiorno per fare una “scorpacciata” d’arte può valersi della collaborazione tra Villa La Massa e la Fondazione Palazzo Strozzi e passare un’intera giornata al museo. Da sempre sede di mostre di ampio respiro, il celebre palazzo fiorentino dedica un’ampia retrospettiva alla conoscenza dei capolavori giovanili di Picasso, Mirò e Dalì. Un evento internazionale che raggruppa circa trenta capolavori di ciascun artista che illustrano l’importanza del loro ruolo nella nascita dell’arte moderna. Chi vuole unire il piacere della conoscenza a quello della natura riscoperta, può usufruire dell’altro soggiorno suggerito, ossia l’itinerario dei Grandi Giardini Italiani, di cui fa parte Villa La Massa. Ovviamente l’overture del percorso tra le meraviglie della natura sarà il parco di VLM, con i suoi nove ettari che si snodano lungo le rive dell’Arno. A seguire, si potranno fare visite
guidate a proprietà private di rara bellezza e interesse artistico e botanico tipo Villa La Pietra oppure ai giardini Bardini, di Boboli e Torrigiani a Firenze; Oppure, allontanandosi un poco dal capoluogo, ammirare gli splendori di delle ville Peyron al Bosco di Fontelucente (Fiesole), Poggio Torselli (San Casciano Val di Pesa), Gamberaia (Settignano) famosa tra i paesaggisti di tutto il mondo: E ancora la Villa Reale di Marlia, La Pescigola di Fivizzano e i giardini, lo Storico Garzoni a Pescia, il Parco di Pinocchio a Collodi e il Giardino La Foce a Cianciano. Dulcis in fundo, per rendere il soggiorno davvero indimenticabile, si possono degustare vini eccellenti nella cantina di VLM e visitare le cantine del Chianti in compagnia di guide esperte, oppure partecipare alle lezioni di cucina dello chef e gustare le delizie a pranzo. O ancora andare a caccia dei tesori fiorentini sconosciuti insieme ai professori della Scuola Internazionale di Arte e Restauro di Firenze. by Antonella Euli
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Due notti in camera Deluxe, trasferimento, ingresso, visita guidata (nella lingua richiesta) alla mostra “Picasso, Mirò, Dalì - Giovani e arrabbiati: le origini dell’arte moderna” e catalogo, cena al Verrocchio di VLM, un trattamento in beauty centre (doppia uso singolo 691 euro). - doppia 503).
Two nights in deluxe room, entrance, guided visit to “Picasso, Miro and Dalì - young and angry” exhibitions, dine at “Il Verrocchio”
of VLM, a treatment in the beauty center, for a single in a double 691,00 €, for two 503,00 € each.
Tre notti in camera Deluxe, due visite ai giardini guidate da esperti botanici o dai proprietari stessi inclusi tè o aperitivo in loro compagnia, trasferimenti, degustazione di vini e piatti tipici toscani nella cantina del ‘400 di VLM, una lezione di cucina con i prodotti dell’orto e relativo lunch, una cena al Verrocchio, jogging lungo il percorso vita della proprietà che costeggia l’Arno e accesso al fitness center (doppia da 1.196 euro a 1.303).
Three nights in a deluxe room, two guided visits to gardens with expert botanics or with the owners included tea or aperitif with
them, tastings of wines and typical dishes from the Hotel cellars of 1400, a cooking lesson, a dinner at “il Verrocchio”, jogging and
access to fitness center ( double from 1196,00 to 1303,00 €).
PER L’ARTE
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PER I GIARDINI
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Few kilometers from Florence there is an aristocratic Villa from 16th century that tells us an ancient and fascinating history. In early years of ‘500 the famous publisher Santi Landini wanted to build up a summer residence on the shores of Arno. After him, owners and residents passed while centuries: from cardinal Rinuccini to Lady Catherine Hombert Ruffié Planche and lastly Family Sears that in fifties tranformed the Villa into “Hotel de Charme”. Over the owners, I spoke about hosts like Gregory Peck and Winston Churchill, Barbara Hutton, Elisabeth Taylor and Richard Burton or David Bowie e Iman that hired the whole Villa for their marriage. This beautiful residence finds again the past glory and assuming the aspect of a Gran Countryside Villa surrounded by a huge park and overlooking a silver river. The 37 rooms are one different from the other, they share the fine old furnitures but the top of the hotel is the presidential suite, with the private garden on the shores of Arno.Obviously the service is flawless and the excellent kitchen “Il Verrocchio” leaded by chef Andrea Quagliarella is the only that allow you to dine on a terrace on Arno. Aperitif and after dinner
are served at Bar Mediceo, encircled by 19th century’s frescos. Villa la Massa is the place of the synthesis between nature, art and culture; where it seems to live the Florence’s renaissance with elitist amusements as golf and horse riding. For those who would like to fill up themselves with art may find useful the partnership between Villa la Massa and Foundation Palazzo Strozzi spending the whole day visiting the museum where you could be lucky finding Picasso, Miro or Dalì. An International event that meets up about thirty masterpieces by every artist that explain their importance in the birth of the modern art. Who would like to join the pleasure of knowledge with nature could enjoy Grandi Giardini Italiani itinerary that will bring you across the most beautiful private gardens in the area. The start of this tour will be the marvelous park of Villa la Massa with its nine hectares along the shores of Arno. Here you can find the only Chianti D.O.C wine cellars, visit them just to seal the memory of this journey with fragrances and tastes.Chef Quagliarella could teach you how to cook the local products and then taste them in the “test lunch”.
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ourdreams
Costa, selva, sierra. Vette da vertigine e mari anche. Colori che ti stregano, come i profumi e i sapori. La maestosità delle Ande solcate da gole profonde, l’impeto dei fiumi che
corrono verso l’oceano o si gettano nel Rio delle Amazzoni, e foreste immense. L’allegria spensierata e la povertà dignitosa della gente. E soprattutto una storia antica e affascinante, testimoniata da tesori e rovine. Erede di culture millenarie e di una ricca tradizione coloniale, il Perù è un luogo che si sogna fin dall’infanzia quando il divertimento era viaggiare con la mente davanti a un’immagine su carta patinata. Quell’immagine ha un nome evocativo: Machu Picchu e Incas, Sole e sacrifici e oro, tantissimo oro. Cusco è stato, ed è, il fulcro dell’Impero Inca che raggiunse il suo splendore con il Koricancha o Tempio del Sole, le fortezze di Ollantaytambo e Sacsayhuamán e soprattutto, la città di Machu Picchu. Quest’anno è il centenario della sua scoperta e oggi come un secolo fa, chi raggiunge la magica vetta, rimane incantato e incredulo di fronte a tale maestosità. Proprio come accadde a Hiram Bingham, l’esploratore americano che nel 1911 consegnò al mondo la sua scoperta. Dopo i Figli del Sole vennero gli spagnoli e i cambiamenti, la dominazione e la colonizzazione. E vennero le guerre di indipendenza e le dittature e la repubblica. Sono cambiati tempi e uomini ma è immutato il fascino di un Paese che vogliamo conoscere più da vicino, attraverso un viaggio insolito alla scoperta della sua cultura millenaria che cela segreti preziosi, incredibili tesori, un’eccezionale varietà naturale e una ricca tradizione gastronomica che risale a tempi antichi. Per attraversare secoli di sapori, miti e leggende. Il nostro viaggio cultural-culinario inizia da Lima e i ritmi sono serrati per vedere quanto più possibile. La capitale, che custodisce
Tutto il mondo in un solo Paese. Accade in Perù. Terra antica e fiera, di ori e misteri, di selve e sierre
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incredibili gioielli architettonici di epoca coloniale, è considerata la meta gourmand del Sudamerica, popolata da mercatini tipici (assolutamente da visitare) e ristoranti eccellenti, tipo il Malabar, nel quartiere di San Isidro. Pedro Schiaffino, “most influential chef in the world” propone una cucina ispirata ai sapori della foresta che danno vita a delizie come lo stufato di gamberetti, la chonta (varietà di palma), le lumache di fiume o il capretto alla brace. Lasciata la capitale, si prosegue lungo la Panamericana Sur per raggiungere la Riserva Naturale di Paracas, le isole Ballestas definite anche le piccole Galapagos peruviane e Nazca per ammirare i giganteschi geroglifici, uno degli enigmi archeologici ancora irrisolti. Si punta ancora più a sud per raggiungere Arequipa, la città “bianca”, giardino di architetture coloniali circondata dal deserto e protetta dai vulcani. Impedibile una visita al Canyon del Colca, un’immensa valle dagli splendidi paesaggi naturali, innumerevoli terrazze del periodo precolombiano e un fiume che scorre a una profondità di 3140 metri. Il viaggio attraverso i luoghi da sogno prosegue su Lago Titicaca, il più alto del mondo, per “toccare con mano” l’isola di Taquile abitata dagli indigeni Aymara, celebri in tutto il mondo per le loro capacità di tessitori, e le isole galleggianti della comunità degli Uros, i nativi del lago Titicaca. Finalmente giungiamo al cuore pulsante del nostro tour, ovvero Machu Picchu, che raggiungiamo dopo aver attraversato la Valle Sacra con sosta ad Ollantaytambo per ammirare l’antica fortezza. Il Machu Picchu non è soltanto la favolosa città perduta, la città difesa da un sistema di termopili andine dove gli Incas sfuggirono ai conquistadores spagnoli, la città costruita a terrazze vertiginose, oltre i duemila metri di quota, con fortini, scalinate monolitiche, giardini pensili più arditi di quelli di Semiramide a Babilonia. E una città modellata su un altro pianeta, aggrappata a un piedistallo di granito, che galleggia su un mare di nuvole e provoca, anche per l’aria rarefatta, un’estasi irresistibile. Infine Cusco, vero museo all’aria aperta, con splendide chiese e vecchie case spagnoleggianti, edifici incaici e palazzi coloniali di stile barocco andino. Qui vale la pena di chiudere davvero in bellezza con un tour gastronomico dai mille sapori e profumi, che combina prodotti andini tipici come il mais, le patate, il pepe e il peperoncino rosso al maiale, al montone e al cuy (porcellino d’india). Tra i ristoranti degni di nota, l’esclusivo Map Café, un modernissimo locale nel chiostro del Museo di Arte Precolombiana dove lo chef Coque Ossio, propone la cucina Novoandina, combinando sapientemente i sapori della cucina peruviana con l’ambiente artistico e museale circostante, capaci di soddisfare tutti i sensi del commensale. by Katia Giupponi
In apertura Inti Raymi Festival of the Sun, CuscoIn questa pagina, dall’alto Machu Picchu, geroglifici di Nasca, Lima
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Documenti - È necessario il passaporto con validità residua di almeno sei mesi al momento dell’arrivo nel Paese. Le Autorità di frontiera potrebbero chiedere di esibire il passaporto nonché il biglietto di andata e ritorno.
Clima - Il periodo migliore per programmare un viaggio è la stagione secca (da giugno ad agosto) soprattutto se sono previste escursioni. La zona costiera è quasi sempre avvolta dalla nebbia, tranne il periodo soleggiato che va da fine dicembre a fine marzo. Le precipitazioni, intense ma brevi, abbondano nelle foreste pluviali orientali e i mesi più umidi vanno da dicembre ad aprile.
Voli - Le principali compagnie aeree che collegano l’Italia al Perù (voli non diretti) sono: Alitalia Iberia, KLM, Air France, Air Europe.
Tour operator - RUTA 40, Boutique Tour Operator di Torino, è specializzato nell’organizzazione di viaggi su misura, soprattutto in Sudamerica. www.ruta40.it
LIMAAstrid & Gastón Un must per ricci in tempura e cannelloni al nero di seppia. www.astridygaston.comCostanera 700 Piatti tipici per buongustai. www.restaurantcostanera700.com
LIMACountry Club Hotel Uno degli hotel più eleganti datato 1927. 78 camere e ottimo ristorante con cucina internazionale e piatti della tradizione peruviana. www.hotelcountry.com Miraflores Park Hotel Panoramico, con Spa, piscina e due ristoranti, uno con menu à la carte e l’altro con cucina internazionale. www.mira-park.com
AREQUIPA Ary Quepay Offre alpaca e cuy (porcellino d’India), accompagnati da musica folcloristica.El Jayari Stile coloniale e semplici piatti regionali come il tortino di patate.
AREQUIPA Hotel Libertador Nel parco Selva Alegre : 80 camere, 8 suite e eccellente ristorante con gastronomia nazionale e internazionale. www.libertador.com.peCasa Andina Private Collection Ex residenza coloniale con camere decorate. Nel ristorante Alma Viva Cocina pietanze peruviane e specialità locali. www.casa-andina.com
CUSCOInka Grill Ottime bistecche al pepe e coniglio al forno aromatizzato alle erbette. www.inkagrillcusco.comPacha Papa Mix fra varie cucine: africana, europea, orientale e locale.
CUSCOCasa Cartagena In centro, con 16 suite, Spa e ristorante storico con specialità locali e internazionali. www.casacartagena.com Hotel Monasterio Edificio del 1527 su fondamenta inca, è un hotel esclusivo. Le 126 camere uniscono la solennità monastica all’incanto coloniale.www.monasteriohotel.com
Dove mangiare
Dove dormire
Shore, wood and sierra. Dizzy peaks and equal seas. Bewitching colors just like scents and tastes.The majesty of the Andes, scarred by deep gorges, the strength of the rivers that flow toward the sea or Rio Amazon.The care free happiness and the dignified poverty of the people.Overall this area has an ancient and charming history. Heir of thousands years old cultures and a rich colonial tradition. Peru is a place that you dreamed of from childhood, when happiness meant daydreaming before a poster.That picture has an evocative name: Machu Pichu and Incas, Sun, Sacrifices and Gold much Gold.Cuzco was, and is, the fulcrum of the Inca Empire that reached its top with Koricancha or “the Sun Temple”, the fortress Sacsayhuamán and, obviously, the city of Machu Picchu. This year is the anniversary of its discover and today, like one hundred years ago, you will remain unbelieving and charmed by its majesty.After Hiram Birgham, the American explorer that “found” Peru, came Spanish to dominate and colonialize.Then came independence wars, dictatorships and republic. Times and men changed but the fascination of this land is unaltered.Now we want to discover it in an unusual trip, to discover this hundred-years-old culture that hides precious secrets, amazing treasures and a rich gastronomy tradition.To cross centuries of tastes, myths and legends our cultural-cooking trip will start in Lima.The capital takes care of unbelievable architectural jewels and is considered just like the gourmand of SouthAfrica. Crowded by typical market places and excellent restaurants such Malabar in the district of San Isidro. The “most influential chef in the world” Pedro Schiaffino suggests a forest tastes inspired kitchen like stewed shrimps, Chonta and river snails or grilled lamb.Left the capital we go straight to Natural Reserve of Paracas along Panamericana Sur. We’ll see also the Ballestas Islands and Nazca to admire the huge hieroglyphs, one of the unsolved archaeological enigma. Then we will go southward to reach Arequipa, the white city, protected by volcanos and surrounded by deserts. It should be compulsory a sight to Colca Canyon, a huge valley with natural landscapes and terraces from a pre-columbian period.Our enchanting trip goes on around lake Titicaca, the world’s highest lake, to reach Taquile Isle, where the great weavers Aymara live, or to see the floating islands of Uros.Lastly, we reach the beating heart of our tour: Machu Picchu. It welcomes us majestically, after crossing the Holy Valley where we stopped at Ollantaytambo, to see an ancient fortress.Machu Picchu isn’t just a fantastic lost city, it is surrounded by natural hot pools, dizzy terraces, over two thousand meters, monolithic stairs and roof gardens more daring than Semiramide’s ones.And now Cuzco a “plein air” museum, magnificient churches and old spanish houses, Incas’s buildings and andean baroque colonial palaces.Would be worthwhile to end this tour with thousand tastes of typical products as corn ( mais ), potatoes and pepper, the hot peppers porch, mutton or cuy( guinea’s pigs ).The modern and exclusive Map Café would be a good destination, while in Precolumbian Art Museum, where chef Coque Ossio suggests Novoandine kitchen, combining peruvian tastes in the artistic ambient of the Museum, this will satiate all the your senses.
Immaginate di essere in un sontuoso palazzo e che la padrona di casa, una nobildonna di altri tempi, vi inviti a visitarne le numerose stanze. Bellezza suggestiva, lusso armonico e tanti dettagli, frutto della ricerca di
anni passati a scegliere il quadro giusto per la parete giusta, il mobile originale per la stanza adatta, stoffe preziose per arricchire il tutto, sono gli elementi che caratterizzano questa dimora nel cuore del quadrilatero della moda. Questa è l’esatta visione e sensazione che si prova entrando al Carlton Hotel Baglioni, un mondo a sé nel prezioso cuore di Milano, che si affaccia direttamente su Via della Spiga, la più celebre via della moda milanese. Curato nei minimi dettagli grazie al gusto, alla ricercatezza e alla voglia di scoperta dei signori Polito, fondatori della Baglioni Hotels Collection, che impreziosiscono, creando un delicato fil rouge, gli alberghi della catena Baglioni come fossero le loro stesse dimore, il Carlton Hotel Baglioni, 5 stelle Lusso, è il gioiello di Milano. Dalle camere Deluxe alle Junior Suite e Suite, l’atmosfera che si respira è di puro piacere: la meraviglia del prezioso si sposa con l’eleganza familiare e ogni elemento non è mai casuale. Vivere il Carlton Hotel Baglioni è potersi dedicare a se stessi, sia durante un viaggio di lavoro a Milano, sia durante un soggiorno di piacere. Il ristorante Terrazza Baglioni con le sue ampie vetrate e il grazioso giardino a vista vi saprà offrire raffinate proposte gastronomiche, accompagnate da vini pregiati; il Caffè Baglioni vi accoglierà in un ambiente elegante e raffinato, dove cultura e mondanità si fondono tra loro, e il celebre Ristorante Il Baretto vi offrirà un’atmosfera di altri tempi durante piccoli incontri o appuntamenti importanti. In linea con lo stile e l’attenzione al cliente, la sala fitness aperta 24 ore su 24 e la suggestiva Spiga 8 Spa, che prende il suo nome dalla via nella quale si affaccia, completano gli esclusivi servizi del Carlton Hotel Baglioni. La Spa, aperta anche al pubblico, è attiva dalle 9 alle 21 e alcune amenities, come il percorso benessere con sauna e bagno turco, sono coccole che l’hotel offre ai suoi ospiti, insieme alla proposta di numerosi trattamenti, personalizzati per la bellezza di viso e corpo, e di un prezioso servizio di consulenza con professionisti qualificati osteopati e nutrizionisti. Vivere e viversi a cinque stelle è possibile: questo è il Carlton Hotel Baglioni.
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Via Senato 5, Milano - Ingresso privato in Via della Spiga 8Tel. +39 0277077 - www.baglionihotels.com
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hotel&spa
Già nel secolo scorso i grandi viaggiatori che calavano dal nord Europa diretti a sud, solevano fermarsi qualche giorno sul lago Maggiore per una sosta
ristoratrice. Nel primo Novecento sul Monte Verità, una comunità di famosi filosofi e cultori della vita, diffondeva il credo di un ritorno al benessere del corpo e dell’anima e del rispetto per la natura e la vita. Ad Ascona, in un paesaggio incontaminato fatto di verdi montagne e blu profondi di lago, è
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incastonato l’Hotel Eden Roc, magnifico, stellato e premiato. Già la hall stupisce per maestosità: pavimenti in marmo, la volta appena accennata del soffitto in stile palazzo, gli antichi lampadari italiani e gli accoglienti divani, trasformano l’atrio nel fulcro dei tre edifici che compongono l’hotel, che dispone di tre grand suite, 34 suite e 42 camere doppie Deluxe con vista lago o sull’incantevole panorama delle montagne ticinesi. Nell’adiacente Eden Roc Marina invece trovano posto 16 nuove camere casual-chic. E ancora, la spiaggia privata,
un porto privato per gli yacht, la scuola di sport acquatici (sci nautico, vela e wakeboarding) e rigogliosi giardini che incantano anche l’ospite più esigente. A ciò si aggiungono un sobrio e discreto servizio a cinque stelle e l’ampia offerta culinaria dei quattro ristoranti della casa: La Brezza, chef de cuisine Rolf Krapf che propone piatti mediterranei e creativi, l’Eden Roc, chef Cyrille Kamerzin, con cucina raffinata e contemporanea, La Casetta, chef Rolf Krapf e il nuovo ristorante Marina guidato da Salvatore Frequente che propone moderne
pietanze alla griglia e piatti a base di pasta. Comune a tutti e quattro i ristoranti: un servizio di prim’ordine, chef prestigiosi e una eccezionale carta dei vini. L’Eden Roc raggiunge la pura eccellenza con la sua rinnovata Spa: 2000 mq al piano terra, sotto la terrazza del bar, delimitati da ampie vetrate perimetrali con vista spettacolare sul Lago Maggiore. Fonte di ispirazione per l’arredamento, realizzato dell’architetto d’interni svizzero Carlo Rampazzi, è stata la straordinaria flora ticinese che suggerisce aria di primavera in qualsiasi
2000mq di wellness a tutta natura, in un paesaggio magico fatto di verdi montagne, fiori multicolor e blu profondi di lago
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periodo dell’anno. Nelle sette sale di trattamento le pareti sono decorate di rose, magnolie e ortensie in piena fioritura. I colori del lago, che spaziano da blu al grigio argento, si ritrovano nelle piscine e nella vasca idromassaggio con lettini subacquei massaggianti e nei percorsi Kneipp sulle pietre della Maggia, nella sauna con bagno turco e nel fitness center, mentre grandi mosaici riflettono la luce del sole che arriva dai meravigliosi giardini. I trattamenti esclusivi vanno dai tradizionali massaggi (Aroma oil massage, massaggio sportivo, riflessologia) alle tante pratiche provenienti da angoli esotici del mondo: il Lomi Lomi Nui (tipico delle Hawaii), il Massaggio thai, l’Abhyanga e il Padabhyanga
della tradizione ayurvedica. I prodotti utilizzati sono quelli dei brand più qualificati come Sensai, Dermalogica, Clarins e ComfortZone. Chi vuole focalizzarsi sul viso, rigenerare, rassodare e migliorare l’elasticità della pelle, può scegliere il trattamento Advance anti-age Shirabe firmato Sensai; per un effetto benessere totalizzante si può invece optare per un Rituale Mediterraneo: un delicato massaggio rilassante e detossinante dove vengono utilizzati bergamotto, basilico, e oli essenziali riscaldati. E dopo i trattamenti si passo a idromassaggio, sauna, e bagno turco. Infine il meritato relax, sorseggiando una tisana o gustando un frutto, mentre lo sguardo abbraccia tutto il lago. by Valeria Rastrelli
Even in past centuries travelers, from North Europe, used to take rest few days near Lake Maggiore.In the early 19th century a famous philosophers and life enthusiasts community, living on Monte Verità ( Mount Truth ), were spreading the cult of a return to body and soul wellness, respecting life and nature.At Ascona, in a virgin landscape with green mountains and intense blue lake shades there is Hotel Eden Roc, magnificent, starred and awarded.The majesty of the hall is the first thing that amazes everybody: marble floors, the soft Palazzo’s style vault, the ancient italian chandeliers and the comfortable sofas transform this hall in the true fulcrum of the three buildings that compose this Hotel.Thirty-four suites and fourtytwo double deluxe rooms with marvelous eye sights on the lake or the ticinese’s mountains landscape, while in the close Eden Roc Marina find place sixteen casual-chic rooms.Out of the buildings there are the private beach with its yachts harbor, the water sports school ( water sky, sail and wakeboarding ) and the flourishing gardens that will enchant even hard-to-please customers. The five starred service, sober and discreet, and the four restaurants offer some pleasant surprise: “La Brezza” is leaded by chef Rolf Krapf that suggests creative and Mediterranean dishes, “Eden Roc” with chef Cyrille Kamezin has a contemporary and sophisticated cuisine, while “La Casetta” by chef Rolf Krapf and “Ristorante Marina” with Salvatore Frequente propose modern plates, grilled or pasta dishes.The only things common to all restaurants, over the location, are the first order service, prestigious chefs and an excellent wine list. Eden Roc reaches the pure excellece with its well-known Spa: 2000 m² at ground floor, under the bar terrace, with huge lateral windows that watches at the lake.Carlo Rampazzi, and Italian-Switzerland architect, realized the furnitures inspiring to plant life of the zone that suggests spring air in every period of the year: in the seven rooms the wall are decorated with bloomed roses, magnolias, hydrangea.Lake shadings, from blu to silver grey, are the colors of swimming pools and hydromassage baths with massaging underwater beds and in Kneipp paths on Maggia’s stones, in every saunas with turkish bath and in the fitness center. The big mosaics reflects the sun light that comes from the beatiful gardens.
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RITORNOALLEORIGINI
food&wine
oglio iniziare da qui un percorso eno-gastronomico, alla scoperta di tesori regionali eccellenti e spesso poco conosciuti. Da nord a sud, saranno fotografate piccole realtà destinate alla
grandeur non per mio giudizio ma per la levatura di chef che fanno grandi i loro locali. Per amore, solo per amore, voglio iniziare questo viaggio gourmand lungo lo Stivale, proprio partendo da un lembo di Lombardia che ha, per me, il profumo dell’infanzia. Il ristorante della porta accanto è a una ventina di chilometri da Milano, nel comune di Pozzuolo Martesana e scendendo ancora per dimensione, nella frazione di Trecella, dominata dall’imponente palazzo dei marchesi Resta Pallavicino e che rassomiglia a un borgo antico fatto di corti, cortili e chiese. E anche di botteghe profumate di tradizione: dal fabbro che trasforma il ferro in volute e corolle, all’antiquario che espone gioielli dei secoli d’oro
Uno chef stellato e la sua osteria dei sapori,
in un lembo di terra che profuma d’infanzia
che il maestro restauratore ha riportato in vita. Qui si vive bene: la metropoli è alle porte, ma i suoi rumori svaniscono nei suoni puri della natura; le campane scandiscono le ore e hanno mille voci; i colori sono decisi e netti e i sapori veri, inalterati. Rari e preziosi i luoghi di ritrovo di paesani e forestieri: “la” gelateria Crema, ottimi i tipi alla frutta e i classici cremosi e morbidi, quasi dolci al cucchiaio; le pizzerie, Sole Luna dove si gusta la napoletana verace fatta con materie prime campane e l’Antica Trigilla, che alla pizza accosta piatti di matrice pugliese, e ancora la pasticceria Magia, dove panettoni e colombe si fanno proprio come una volta. E poi l’Osteria San Rocco di cui sopra, fiore all’occhiello del territorio e inaspettatamente diretta da un allievo di Gualtiero Marchesi. Piercarlo Testa, chef patron, è un trecellese doc e ha un baule stracolmo di esperienze stellate. Ma lui, le stelle, preferisce osservarle nel cielo di casa sua e così quattro anni fa apre l’Osteria.
La cucina è parte di lui, o meglio è cresciuta con lui: dalle sperimentazioni familiari alle scuole agli stage stagionali in giro per l’Italia. Teoria e pratica si fondono in un denominatore comune: creatività, e Piercarlo, Pier per gli amici, di strada ne fa parecchia. Dalla Versilia a Milano, passando per Erbusco dove si esprime nel Resort dell’Albereta, nel cuore della Franciacorta. Una tappa saliente della sua formazione perché proprio in quelle cucine stellate (2 Michelin) incontra il Gualtiero (Marchesi) vanto nazionale. Due anni qui e poi un percorso tutto in salita nei più prestigiosi hotel del Garda: da Villa Fiordaliso (1 stella Michelin) a Gardone Riviera alla celebre Villa Feltrinelli (2 Michelin) di Gargnano. Dopo il Garda di nuovo a Milano, nel famoso Giardino del Principe di Savoia e poi ancora una puntatina lacustre in quel di Salò, nello storico hotel Laurin stile Liberty che fu la sede della Repubblica mussoliniana. E dopo la corsa per la vittoria, Pier torna
V
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All’Osteria San Rocco d’estate si cena in un dehors confinante con una antica corte e d’inverno davanti al camino
Osteria San RoccoVia Raffaello 2 Trecella (MI) 02 95357663
a casa e il ristorante che vide le sue prime prove d’artista, oggi è il suo regno. All’Osteria San Rocco d’estate si cena in un dehors confinante con una antica corte e d’inverno davanti al camino. Il locale è rustic-chic ma la cucina è chic all’ennesima potenza. I piatti della tradizione lombarda sono rimaneggiati con cura; le stagioni sono l’imperativo e il territorio anche. Quattro menù basic, esattamente come le quattro stagioni di Vivaldi: brasato d’asino d’inverno che si somma a filetti adagiati su fois gras e profumati al tartufo (che si trova fin dopo Natale, sublime e proposto in varianti eccelse); pesce di mare, fiume e lago con verdurine dell’orto in primavera e virtuosisimi da chef d’estate e d’autunno. Oltre alla carta, Piercarlo propone le varianti fantasia, cioè piatti che nascono al momento, magari ispirati da un banco al mercato. Eccellente e fantasiosa anche la cantina composta da etichette famose e chicche preziose. Voto: dieci con lode. by Antonella Euli
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UN’ISOLAA MISURA
adventure
imenticatevi i rettilinei: strade strette e curve a braccio saranno gli itinerari perfetti per godervi panorami mozzafiato tra mare, monti, boschi e… deserto. Questa
è la Corsica e assaporarla sulle due ruote è un vero privilegio. La città di partenza è Bastia, da visitare nel suo susseguirsi di vicoli e stradine, ma la vera meta è il nord, alla scoperta del “dito” della Corsica, Cap Corse. In questo viaggio (gli 80km del tour completo si coprono in circa 3 ore) sarete rapiti sia dal piacere della guida, alternando percorsi semplici a strade tortuose e sconnesse, sia dalle coste irte e scoscese: faranno da sfondo le spiagge nere di Marina d’Albo e Nonza, dove potrete ammirare le caratteristiche scritte fatte di sassi bianchi che contrastano con la sabbia nera. Dopo Marina d’Albo il fondo stradale migliora e in poco tempo sarete a S. Florent, dove potrete passeggiare lungo il porto e cenare sul molo, in uno dei numerosi ristoranti, ammirando i lussuosi yacht ormeggiati. Il tragitto prosegue verso ovest, nel confine meridionale del Desert des Agriates, e lungo il percorso, vi capiterà di imbattervi nei tipici pagliaghj, costruzioni in pietre a secco coperte di erba, oggi usate come rifugi di pastori. Per chi ama l’avventura, la scelta migliore è il sentiero del doganiere, che conduce alle incredibili spiagge dal mare cristallino di Loto e Saleccia. Proseguendo in direzione di Calvi, la Balagne è la meta di sosta: piccoli borghi medioevali vi trasporteranno in un’altra epoca e una sosta
D scattante. Valicando i passi di Vizzavona e Vivario si arriva a Corte, simbolo dell’anima corsa, divisa fra città nuova, vecchia e cittadella arroccata su uno sperone di roccia. Storici palazzi e storiche viuzze ma soprattutto ottime pasticcerie, tutte degne di sosta. I dintorni sono davvero interessanti: chiese romaniche, boschi, fiumi e gole: imperdibili quelle della Restonica, ricche di foreste dominate da ripide pareti rocciose. Sempre partendo da Corte e superando il lago di Calacuccia, si può arrivare alla Casa Forestale di Pappaghia, da cui parte il sentiero che in un paio d’ore di cammino porta al lago di Nino: una profusione infinita di verdi e blu. Non occorre rinunciare a stare in sella per dare un’occhiata alla famosa “scala di santa regina”, dove le rocce diventano improvvisamente rosso cupo. E infine una deviazione alla Castagniccia, la Corsica “vera”, un luogo dove il grigio nastro d’asfalto taglia il verde intenso delle colline circostanti. Un solo avvertimento: attenzione alla guida in queste strade di montagna, spesso ci sono “animali in corso”.
La Corsica Blu La parte Sud della Corsica è mare e strisce di sabbia ma, prima di tuffarsi, ci sono tante possibili soste e due possibili strade: la veloce statale e la tortuosa, ma panoramica, litoranea. Partendo da Ajaccio si arriva a Porto Pollo dove, a pochi chilometri, si erge Filitosa, il maggiore insediamento preistorico dell’isola con alcune tra le più suggestive e sculture megalitiche risalenti a cinquemila anni a.C. Passando per Propriano si giunge a Sarténe,
La cattiva notizia è che potrete portarvi solo pochi abiti, quella bella è che, in moto, la
assaporerete il tutta la sua bellezza
DI MOTOalla Casa Musicale, un ex istituto musicale oggi trasformato in albergo e ristorante, è d’obbligo. Arrivati a Calvi, dopo una visita alla Cittadella, fate un break alla “A scola”, dove potrete scegliere tra diciotto tipi di tè e gustare un tipico dolce della zona. Conclusa la “siesta”, di nuovo in sella, direzione Porto, sito all’interno dell’omonimo golfo in un’insenatura cinta da scogliere di granito rosa. Da piccolo borgo di pescatori Porto si è trasformato in un centro turistico da cartolina: trovare un hotel e un ristorante non sarà difficile, anche con la “pretesa” di godersi una splendida vista mare. Proseguendo sulla costa con meta Ajaccio, il capoluogo, prevedete una sosta al tramonto per ammirare le famose Calanches, rocce rosse che diventano ancora più suggestive al calare del sole, quando creano giochi surreali di luci e ombre. Ajaccio merita una visita breve, giusto il tempo per visitare la casa natale di Napoleone Bonaparte, e poi di nuovo in viaggio con due percorsi possibili, entrambi affascinanti, l’entroterra o il mare: a voi la scelta.
Dentro la CorsicaSi punta dritto verso ovest, percorrendo il lungomare fino a Point de la Parata e ci si ferma giusto il tempo per vedere lo spettacolo delle Isole Sanguinarie, e poi via verso l’interno, alla scoperta di paesaggi aspri e affascinanti. La statale che unisce Ajaccio a Corte, quella che un tempo era la capitale storica dell’isola, è perfetta per i centauri che si muoveranno in modo agile e
la città di granito. Dai palazzi - gli edifici sono alti fino a sei piani per riparare i cittadini dalla furia del vento - alle scale, la tipica pietra è protagonista della città. In centro ci sono numerose botteghe artigiane che lavorano il granito: shopping consigliato ma moderato, stile motocicletta appunto. Sarténe è anche una buona base per visitare il promontorio di Senetosa, il piccolo borgo di Tizzano con la spiaggetta di sabbia rosa e Roccapina, famosa baia a mezzaluna dalle acque color Carabi. Spiagge e calette si susseguono a ritmo incessante fino a Bonifacio e poi verso Porto Vecchio e, più a nord, fino a Pinarellu. Le più famose sono la Palombaggia, la Rondinara e la Tonnara. Splendido il faro di Punta Chiappa, nei pressi di un villaggio naturista, ma ogni città “toccata dalla sabbia” non mancherà di stupirvi, ognuna con la propria identità. Porto Vecchio mixa il fascino del contemporaneo e dell’antico. Di giorno il traffico è intenso ma la sera è piacevolissimo fare due passi nel piccolo centro storico, fitto di caffé e ristorantini. Bonifacio, che sorge ai bordi di un fiordo e si divide nella “marina” e nella “cittadella” ha una bellezza disarmante perché appare come sospesa sulle falesie, scogliere di calcare alte fino a 60 metri, che con la giusta luce assumono una colorazione accecante. Da Bonifacio vale la pena di deviare per Capo Pertusato, dominato dall’omonimo faro e raggiungere Cala Longa, dove inizia la Riserva Naturale di Lavezzi. E, quando il cielo è terso, da qui si vede nitida la vicina Sardegna. Ma questa è un’altra storia… by Alessia Marsigalia
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SU UN’ISOLA - All’Hotel e Spa des Pecheurs. Cavallo è l’isola più bella dell’Arcipelago di Lavezzi: 15km di spiagge e calette nascoste tra le rocce. L’albergo consigliato è in linea con il contesto. 52 camere e suites con vista mare e baia privata e Spa con piscina thalasso. www.hoteldespecheurs.comSU UN pROmONtORIO - a Casa Maria chambres d’hôte. Nel borgo di Nonza, cinque camere personalizzate e decorate con gusto. www.casamaria-corse.com
ON AN ISLe - at the Des Pecheurs Hotel. and Spa. Cavallo ( horse ) is the most beautiful isle of Lavezzi’s archipelague. Fifteen Kilometers of hidden beaches and coves on hand of the fiftytwo rooms and suites with sight on the
sea and the private bay with thalasso swimming pool.ON A mOUNt - at Casa Maria chambers d’hôte.
You could stay in one of the five customized and decorated rooms.www.casamaria-corse.com
BONIfAcIO - L’Archivolto Nella cittadella vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore: cucina tipica, piatti raffinati e insoliti. mARINA D’ALBO - Restaurant Morganti Specialissima e indimenticabile la zuppa di pesce.
BONIfAcIO - The Archivolto in Cittadella close to the Church of Santa Maria Maggiore: typical kitchen, unusual and sophisticated dishes
mARINA D’ALBO - At Restaurant Morganti: don’t forget the fish soup.
Dove dormire Where to sleep
Dove mangiare Where to eat
This is Corsica, to ride it on two wheels is a true privilege.The departure city is Bastia, you have to visit it right through the alleys, just for few hours, because the true destination is the “finger” of Corsica, Cap Corse.While this trip you will be raptured by the joy of the ride, changing easy-way paths with winding and loose tracks.The beaches of Marina d’Albo and Nonza will gently be our firsts landscapes, greeting us with the strange writings that seems to appear looking at the little pale stones that roll, under the backwash, upon the black sand. fter Marina d’Albo asphalt get better and in a little time you will reach for S. Florent where you can have a walk along the arbor or dine in one of the many restaurants, gazing secretly into the luxury docked yachts.The tour goes on Westward, at the southern border of Desert des Agriates, along which road we meet many pagliaghj, the typical little houses built up with stones and covered with straws, nowadays used by shepherd’s only.For adventure lovers the best choice would be “the king’s man path” that will drive you to incredible shores and the light blue sea of Loto and Saleccia.Toward Calvi, we stop at Balagne to walk through the medieval alleys and to rest at the old Musical House, now renovated to be Hotel and restaurant. Once at Calvi, after visited Cittadella, have a break at “A Scola” where they prepare the best typical cake around there offering a list of eighteen teas.After the siesta get back in the saddle and straight to Porto built into an inlet surrounded by pink granite riffs.From a little fisherman’s village, Porto grew up to a touristic place: to find an hotel and a restaurant won’t be difficult, even wishing to have a sight on the sea. Keping on to Ajaccio, the chief city, schedule a stop at the sunset to admire the beautiful Calanches at mountain side. Ajaccio deserves a little visit, just to see Napoleone Bonaparte’s birthplace and then back again, but now which dust? Hinterland or promenade one?Inside corsica - Let’s point westward, on the seafront until Point de la Parata to see the “Bloody Islands” . Then turn to the center of the isle to discover hard but fascinating landscapes.The state highway that leads from Ajaccio to Corte, the old capital, is perfect for centaurs who can move easily. Once to Corte, it means you crossed Vizzavona and Vivario: the city is a symbol of the Corse soul,
divided into old and new city it is built up on a sprun of rock.Hystorical palaces, hystorical alleys but overall good cake shops.Having a round you can see romanic churches, woods, rivers and valleys like Restonica’s one, full of forests.Starting from Corte and crossing lake Calacuccia you can reach to Forestal House Pappaghia. Here it starts a walk of a couple of hours that will bring you to lake Nino through a tunnel of greens and blues.You don’t need to stay on the saddle to look at the “Saint Queen stair”, where rocks suddenly become reddish purple.Now grant a detour to Castagniccia, where true green Corsica is finely cut by the grey stream of the asphalt.Don’t forget to pay attention while driving! May be you will meet animals crossing. Blue Corsica - The Southern corsica is sea and sand stripes, but before to dip, there are as many possible stops as many possible roads: the fast highway or winding but panoramic coastal.Starting from Ajaccio, you will reach Porto Pollo, where they discovers Filitosa, the oldest prehistoric settlement of the isle, with some very evocative megalithic sculptures of 5.000 years ago.Passing through Propriano you will reach Sarténè, the granite city. The center of the town is full of old granite handcraft shops. Remember granite weights. So don’t exceed with souvenirs if you are on a bike!Sartené in a good base to visit Senestosa, Tizzano and its little and pink sanded beach or Roccapina, the half moon bay with Caribbean waters.Beaches and coves follows one another until Bonifacio, then to Porto Vecchio and over to Pinarellu. Remember the most beautiful are Palombaggia, Rondinara and Tonnara. The fantastic lighthouse of Punta Chiappa near the nudist village will surprise you as any other place here.Day time traffic is intense, but in the evening it is lovable to have walk through the old town center, thick of caffè and restaurants.Bonifacio grows at the borders of a fjord and is divided into “marina”, or seaside, and the “cittadella”, or the city, is a true jewel because it appears suspended on the cliffs, up event to 60 mt, that at noon blinds you due to the shining white of the rocks.Once at Bonifacio you could detour a little much and go to Capo Pertusato, with the namesake lighthouse, and then reach Cala Longa where the Lavezzi Natural Reserve starts. From here, when the sky clear and there are no clouds at the horizon, you can see Sardinia, but this is another tale.
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golf
a Maremma non è solo quella splendida area nella provincia di Grosseto, ma anche un insieme di cultura e tradizioni racchiuse in un magnifico viaggio tra colori, profumi, storia, mare, montagna. Cuore naturale e selvaggio della Toscana, la Maremma è uno scenario
ideale per congiungersi, in armonia, con le acque del prezioso mare, con le splendide spiagge dedicate sia alle famiglie che cercano un ambiente protetto e garantito dalla Bandiera Blu, sia agli sportivi, che nella spiaggia di Talamone trovano il loro paradiso. E a chi vuole sfuggire da tutto, farà da cornice la spiaggia di Cala Violina, insenatura esclusiva raggiungibile solo a piedi, in barca o a cavallo. Numerose sono le aree protette e le riserve
L
Relax, golf, cultura e
gastronomia
naturali in questa fetta di Toscana, come il Parco Naturale Regionale della Maremma, il Parco dell’Uccellina con il lago di Orbetello e, per gli appassionati del mare, il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, che comprende, tra le altre, anche le Isole del Giglio e Giannutri, veri e propri tesori del Tirreno. Ed ancora storia e antichi mestieri tra i villaggi e le rocche, come quelli presenti a Castiglione della Pescaia, un porto di pescatori con un suggestivo borgo medioevale ed un castello a fare da signore. Seguendo la linea del mare della Maremma si arriva a Punta Ala che, con le sue coste, il suo porto e i suoi green, è un vero gioiello. In questa terra inquieta e vitale, tra le pinete armoniose, si trova l’Hotel Cala del Porto, appartenente alla Baglioni Hotels Collection e associato Relais
& Chateaux, che propone esperienze di soggiorno uniche nella natura lussureggiante. L’Hotel, che si erge in tutta la sua bellezza su un pendio affacciato direttamente sul mare, fonde perfettamente eleganza e funzionalità, con una profusione di arredi antichi e moderni nelle stanze e negli spazi comuni. Il Ristorante Belvedere, che prende il nome dalla splendida vista sull’arcipelago toscano, propone una cucina regionale e nazionale, mentre il Pagoda sulla spiaggia serve specialità a base di pesce alla griglia e frutti di mare. Sauna, angolo fitness, Jacuzzi e centro benessere: l’hotel è in grado di coniugare relax, sport, cultura e gastronomia ed è perfetto anche per le famiglie, con una spiaggia privata di sabbia finissima, a poco più di 100 metri di distanza, attrezzata con cabine a forma di pagoda, ombrelloni da spiaggia, lettini e sdraio. Lo sport, nell’hotel e nel meraviglioso contesto nel quale è sito, è declinato in tutte le sue sfaccettature: Cala del Porto infatti ha campi da tennis nelle vicinanze, dà la possibilità di divertirsi con la propria barca a vela o a motore, ma soprattutto si trova a pochi minuti a piedi dal Championship Punta Ala Golf Club, che si stende su un’area di 6.200 mq. L’esclusivo Golf Club Punta Ala è completo di tutti i
servizi e attrezzature. Il terreno dalle dolci ondulazioni presenta 18 buche di varie difficoltà che si adattano alle esigenze di tutti i giocatori. Il campo è situato in una zona panoramica ed è vicino ad altri circuiti come il Golf Club Toscana e il Maremma Golf Club a Grosseto, l’Acquabona Golf Club e il Golf Hermitage all’Isola d’Elba. Per chi non si accontenta di tutte queste meraviglie, a poco più di 30 minuti di macchina da Punta Ala ritroverà anche l’entroterra maremmano, incontrando vestigia etrusche che riaffiorano nei borghi medioevali, vedendo opere d’arte di rara bellezza e gustando le diverse produzioni agroalimentari toscane.
Maremma isn’t just that beautiful area in the province of Grosseto, but a mix of culture and traditions enclosed into a magnificent journey into colors, fragrances and history, sea and mountain, too. Natural and wild heart of Tuscany, Maremma is the perfect landscape to conjoin yourself, in harmony, in its charming beaches. Those with the blue flag for families with children and those for sportsmen that will find a paradise at Talamone.And to whose that want to escape from anything Cala Violina is a so exclusive place that you can reach it only by feet, boat or riding a horse. In Maremma you can find many natural reserves like Regional Natural Park of Maremma or the National Park of Tuscan Archipelague. Going southward along the seaside until Punta Ala we meet Hotel Cala del Porto, a true jewel owned by Baglioni Hotels Collection and Relais & Chateaux associated. Belvedere and Pagoda Restaurants will suggest you some specialties like grilled fish and fresh raw seafood. Fitness and wellness center, sauna and Jacuzzi are the perfect mix of sport and relax. At Cala del Porto you could play tennis as sail with wind or motorboats. Golf players will tread on the Championship Punta Ala Golf Club that extends over 6200 sm.This course is not the only in the nearby: there are Golf Club Toscana and Maremma Golf Club of Grosseto, Acquabona Golf Club and Golf Hermitage on Isola d’Elba. Ninety kilometers far from Punta Ala there, in the inland, the charming Etrurian ruins that emerge from the medieval villages, rare beauty masterpieces of this area.
Via del Pozzo - Punta Ala (GR)tel: +39 0564 922455 e-mail: [email protected]
Scopri le proposte di soggiorno dell’Hotel Cala del Porto su www.baglionihotels.com/it/idee-di-viaggio
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VIVE
asso a prenderti nel pomeriggio, fatti trovare pronta. Dove andiamo? Sorpresa! Cosa devi mettere in valigia? Ti do solo un paio di indizi: una sera è rock e l’altra è slow, ovvero solo per noi. Ecco una di
quelle frasi capaci di fare la felicità di tutte quelle donne - o almeno la stragrande maggioranza, a giudicare dai test riportati dai femminili - che tra le qualità più apprezzate in un uomo indicano “la capacità di stupirmi”. Il manuale del weekend da perfetta conquista segue un programma ben preciso: un viaggio relativamente breve (soprattutto se in auto), una meta possibilmente trendy (fa sempre ottima impressione) e momenti ben distinti tra pubblico e privato, giusto per non deludere nessuna aspettativa. Uno dei luoghi più votati da chi è già innamorato e da chi vuol fare innamorare, è la Costa Azzurra e nella fattispecie Monte Carlo, tappa esclusiva e mondana. Come da programma, la partenza sarà rigorosamente il venerdì, meglio se nel primo pomeriggio per avere la certezza (il traffico nei fine settimana è davvero intensissimo) di raggiungere il Principato per l’ora di cena. L’hotel prescelto deve essere all’altezza delle aspettative e possibilmente superarle di qualche riga. L’offerta è ricchissima e ce n’è davvero per tutti i gusti (e quasi tutte le tasche). Per enfatizzare l’effetto-conquista si scenderà al
P
Un viaggio-lampo, tra mondanità e romanticismo, con un solo obiettivo: l’amore
Eze(da prenotare prima della partenza, ça va sans dire) nella Spa del Fairmont e poi di nuovo in viaggio, con assoluta tranquillità. Lasciata la mondana Monte Carlo, dopo pochi chilometri si arriva a Eze, un gioiello medievale bello da togliere il fiato. Dopo una passeggiata lungo le strette vie che si arrampicano tra pareti di pietra e un’occhiata ai vari ateliers di artisti, il consiglio è di andare subito a vedere l’hotel
“I’ll come by to get you in the afternoon. Be ready! Where will we go? That’s a surprise!What should I put in the case? I’ll give you just a couple of clues: one night will be “rock”, the other one “slow”, just for us. This would be the perfect conversation for all the women, or at least the majority. According to the many experiment made by labs, where we can understand that women love to be surprised by their men. Remember it! The picking up manual says that the trip must be short, over all by car, and the destination must be trendy. Never mix public and private moments, never. One of the most quoted places for lovers is Montecarlo, exclusive and social destination.As scheduled, you will leave on Friday, better before 3p.m. to avoid traffic on the highway, and reach the princedom before dinner.The chosen one hotel must match the expectations or, if possible, exceed them. The offer is rich and there is an hotel for each one. To emphasize the conquering of you lady you could book at Fairmont (www.fairmontmontecarlo.it), a four star resort, a vertical sheer on the sea that offers exclusive services.If the sun is already up in the sky, it would be nice to swim in the pool, and let enchanted by the breathtaking landscape.For the aperitif stop at the Champagne Bar, where you can choose between 40 labels, and the dinner at Horizon, one of the excellent restaurants of Fairmont. Here, as in the whole hotel, is like to be on a cruise ship, ready to sail.Before to end the night, don’t forget to relish the night life of the princedom, just to rock!A little bet in the Hotel’s Casinò or two jumps in a cool place like the Black Legend (www.black-legend.com), where to listen to live music. The second day, slow rhythm and a new surprise: a sweet massage once awaken ( book it once arrived ) in the Fairmont’s Spa and then out again, calm and relaxed.Left the social Montecarlo we arrive in Eze, an enchanting medieval jewel. After a walk along the tight alleys that climbs walls of stones giving a sight to the ateliers of the artists, remember to check for the Hotel where to sleep, and then go to explore the town.Chateau Eza (www.chateaueza.com), would be good, a little hotel with good cooking, tidy rooms and beauty furnitures. The atmosphere is very special, romantic and innermost, the ideal location for this elopement, as the legend tells, perfect for marriage proposals,.
focus
Fairmont (www.fairmontmontecarlo.it) un quattro stelle a picco sul mare, noto per l’esclusività dei servizi. Se il sole è ancora alto, vale la pena fare un tuffo in piscina e lasciarsi incantare dal panorama mozzafiato. Per l’aperitivo, una sosta allo Champagne Bar (la scelta è tra oltre 40 etichette) e poi cena all’Horizon, uno dei ristoranti eccellenti del Fairmont: da qui, così come in tutto l’hotel, la sensazione è di essere su una nave da crociera pronta a salpare, tra cielo e mare. Prima di concludere la serata, è d’obbligo un piccolo assaggio della vita notturna monegasca, giusto per tornare al tema rock. A scelta: una puntatina al casinò (ce n’è uno anche in albergo) o un corsa in uno dei locali più cool, come il Black Legend (www.black-legend.com), direttamente sul porto, dove si balla e si ascolta musica dal vivo. Secondo giorno: ritmo lento che, ovviamente, inizia con un’altra sorpresa: un dolce massaggio da risveglio
Montecarlo
in cui si passerà la notte. Lo Château Eza (www.chateaueza.com), è un piccolo hotel con un’ottima cucina, camere dagli arredi curatissimi e terrazzini panoramici. Ma è l’atmosfera che si respira a rendere il luogo davvero speciale. Romantico e intimo, è la tappa ideale per una fuga d’amore e responsabile, così narra la leggenda, di numerose proposte di matrimonio. by Marta Bernasconi
L’AMOUR!
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Le rubriche di InFly
MAPPAmondo
Nella foto SondrioPh. www.linoolmostudio.it
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Stampiamo. Naturalmente!
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nsieme alla Mille Miglia di Brescia ed
al concorso Villa d’Este di Como di
cui abbiamo già parlato nel numero
precedente, il Bergamo Historic grand
Prix ha completato in Lombardia
nel mese di maggio il trittico sicuramente più
importante nel panorama delle auto storiche a
livello internazionale. Mentre la gara bresciana si
distingue per il suo lungo tracciato fino a Roma
e ritorno e la gara comasca di converso è invece
una dimostrazione quasi statica di bellezza, la
manifestazione orobica si impone nel panorama
internazionale per essere un circuito inserito
nell’originale ed unico scenario entro mura
medievali. Ciò caratterizza la kermesse fortemente
voluta e sapientemente organizzata dal patron
Simone Tacconi che con uno staff eccellente ha
portato a contatto del folto pubblico accorso sulle
Mura di Bergamo alta, in totale sicurezza, bolidi da
formula 1 anche se d’altri tempi. La rievocazione
storica del Gran Premio di Bergamo vinto da Tazio
Nuvolari nel 1935 su Alfa Romeo P3 è così giunta alla
sua sesta edizione confermando un trend di crescita
notevole. Nell’occasione della gara svoltasi domenica
29 maggio si è celebrato anche il 50° anniversario
del lancio sul mercato della Jaguar E vettura
che ha lasciato un segno indelebile nella storia
dell’automobilismo. Non da meno sono stati anche i
festeggiamenti per il 60° dell’importante ricorrenza
riguardante la Ferrari : la prima vittoria della
scuderia del cavallino rampante in F1 con Gonzales
sulla 375 a Silverstone in Inghilterra. Proprio per
omaggiare questo avvenimento la concessionaria
Ferrari-Maserati per la Lombardia Rossocorsa ha
voluto essere presente in qualità di apripista con
le prestigiose vetture di Maranello. A contorno
della gara automobilistica non è sfuggita ai tanti
appassionati la mostra intitolata “Ferrari memories”
che ha ripercorso la gloriosa storia della casa fondata
da Enzo Ferrari attraverso una collezione di cartoline
raccolte durante 50 anni di ricerche. Continuando
sulla linea rosso Ferrari un tributo di partecipazione
competente quanto numerosa l’ha avuta proprio alle
spalle del paddock dove stazionavano in bella mostra
le vetture partecipanti alla manifestazione una
singolare asta svoltasi nella sala Curò della Cittadella
di pezzi rari di “automobilia”di marca per lo più
Ferrari. D’altra parte l’evento era stato preceduto
nella domenica 22 maggio da un’esposizione di una
monoposto all’Oriocenter noto centro commerciale
frequentato da un pubblico internazionale proprio
perchè dirimpettaio dell’international airport
Caravaggio recente intitolazione dell’aereoporto di
Bergamo Orio al Serio. Era logico quindi attendersi
un pubblico dalle grandi occasioni per le quattro
manche, due al mattino e due al pomeriggio, sui
cui era articolata la gara. Il tutto intervallato da un
brunch elegante in un noto locale di Bergamo alta.
Le vetture sono state decisamente all’altezza delle
aspettative più esigenti non soltanto per le formula 1
presenti, ma anche per le tante e belle vetture sport
presenti che pure hanno catturato l’attenzione del
pubblico. Fra le formula 1 più prestigiose citiamo
la Maserati 250 ex Manuel Fangio, la Lola Embassy
ex Graham Hill , la Bugatti 35, la F1 Cooper T75 ex
Rindt e Icks e la Brabham BT23 ex Jack Brabham,
mentre fra le ruote coperte annoveriamo la Ferrari
Daytona Gr.4 appartenuta a Paul Newman e la
Porsche 906 Le Mans di Mascari. Tante infine le auto
con pedegree meno altisonanti, ma nel cuore della
gente, come le varie Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Jaguar
e Porsche testimoni di un passato che si proietta nel
presente. Durante la cerimonia delle premiazioni che
ha visto coinvolti anche personalità della politica e
personaggi dello spettacolo un chiaro messaggio è
stato rivolto verso il futuro che guarda alla settima
edizione del Bergamo Historic Grand Prix con
rinnovato entusiasmo cui non può che far da
carburante l’ottimo successo finora unanimemente
registrato.. by Mario Reduzzi
la manifestazione è un circuito inserito entro mura medievali
HISTORIC GRAND PRIX
I
SPORT | MAPPAmondo
79 InFly78 InFly
e fino a oggi i combustibili fossili
non sono ancora stati sostituiti da
altre energie alternative, è proprio
per la complessità che questo cambio
implica. In qualità di Azienda leader
dell’industria automobilistica spagnola, la
Seat vuole giocare un ruolo da protagonista
nello sviluppo dell’elettromobilità e, per
questo motivo, porta avanti la ricerca sulle
vetture elettriche in Spagna. L’impegno della
Seat nei confronti della mobilità sostenibile
è cominciato circa due decadi fa. All’inizio
degli anni ’90 è stata presentata una versione
elettrica della Toledo, utilizzata durante i Giochi
Olimpici di Barcellona per accompagnare la
S
AUTO | MAPPAmondo
ALLA GUIDA DEL
FUTUROLa mobilità elettrica è la sfida più importante che l’industria dell’automobile ha davanti a se
produzione dei propri prodotti. In questo senso,
la Seat ha recentemente portato a termine la
prima fase dell’ormai noto progetto “Seat al
Sol”, la più grande installazione fotovoltaica sui
tetti in Spagna e nell’industria automobilistica
europea. In questa fase iniziale, l’installazione
di pannelli solari sulle strutture provvisorie per
il deposito delle vetture permette di generare in
totale 6 milioni di kWh di energia elettrica pulita,
di raggiungere una potenziale produzione
nominale di 4MW e di tagliare 2.800 tonnellate
di emissioni di CO2 in un anno, il che equivale
all’effetto benefico prodotto da oltre 1.000
ettari di bosco. Inoltre, lo stabilimento della
Seat Martorell è collegato con il porto cittadino
di Barcellona e con la Zona Franca con due
linee ferroviarie. Il trasporto su rotaia mira ad
alleggerire di ben 57.000 mezzi pesanti all’anno
il traffico stradale e a ridurre le emissioni di ben
2.600 tonnellate di CO2. La Seat scende in campo
quindi con modelli ibridi ed elettrici, vetture a
emissioni ridotte, tecnologie innovative e un
processo produttivo più efficiente. La Casa di
Martorell crede nel proprio futuro e per questo
porterà avanti il proprio impegno nella ricerca
sulla mobilità elettrica. by Marco Del Bo
torcia olimpica lungo una parte del percorso e
come safety car durante lo svolgimento della
maratona. Nel 1992, la Seat ha inoltre proposto
il prototipo elettrico della Ibiza caratterizzato,
come la Toledo, dall’assenza di emissioni.
Sfortunatamente, l’industria di allora non era
abbastanza matura per poter sviluppare vetture
elettriche, al contrario di quanto accade al
giorno d’oggi; le auto elettriche possono
infatti divenire una realtà, ma è necessario
il supporto di tutti i settori, comprese le
Amministrazioni e le Istituzioni. Un esempio
della stretta collaborazione tra settore pubblico
e privato è il progetto Cenit Verde, un consorzio
che comprende Aziende di primo livello,
Università ed enti pubblici impegnati nella
ricerca sulle vetture ibride plug-in (PHEV) e
sulle auto elettriche (BEV). La Seat guida questo
programma, unico nel suo genere in Spagna,
che tiene in considerazione tutti gli aspetti della
mobilità elettrica: dalla generazione dell’energia
fino al riciclaggio delle batterie al litio, senza
dimenticare le infrastrutture necessarie per
la ricarica della batteria.I primi passi avanti
in questo ambito arriveranno con le vetture
ibride plug-in. La proposta più recente della
Seat è la IBX, concept car presentata all’ultimo
Salone di Ginevra che anticipa il futuro della
Casa automobilistica spagnola. Il Marchio ha
sviluppato anche dei prototipi elettrici, che
rappresentano la nuova generazione “elettrica”
della Seat dopo la Toledo “Olimpica”. Tra questi
spicca la IBE 2.0 che, in occasione dello scorso
Salone di Parigi, ha ottenuto il riconoscimento
di migliore prototipo elettrico.La Seat è
consapevole che ci vorranno ancora alcuni anni
prima che le vetture elettriche trovino spazio
all’interno del mercato automobilistico, ma già
ora dedica un’attenzione particolare alle auto
con motori a basse emissioni: la progressiva
introduzione della tecnologia Ecomotive su tutti
i modelli della gamma ne è la conferma. La Casa
di Martorell è leader nelle vendite di “greencars”
in Spagna, ovvero vetture con livelli di emissioni
di CO2 inferiori ai 130 g/km. Grazie alla
tecnologia Ecomotive, la metà dei modelli Seat
immatricolati in Spagna nel 2010 è stata “verde”.
Anche nei mercati di riferimento per il Marchio
spagnolo, la gamma Ecomotive ha ottenuto
un ottimo riscontro.La Casa spagnola mira a
ridurre l’impatto ambientale in tutte le fasi della
81 InFly80 InFly
arrivato Giugno, le scuole finiscono
il caldo arroventa le città e come
non mai si inizia a pensare al mare
e quando si può si affrontano il
traffico e le code per raggiungere
le spiagge più vicine. La cosa più importante
è essere sempre pronti per ogni occasione
dall’uscita in barca a vela, all’immersione per
scoprire le bellezze che arricchiscono i nostri
fondali e, perché no, per essere glamour e non
passare inosservati all’aperitivo o alla festa più
cool in programma.Di solito quando si parla
di mare nel campo orologiero si finisce quasi
sempre per parlare solo e soltanto di orologi
subacquei… non che ciò sia sbagliato ma sono
convinto che nella categoria mare si possano
inserire molte più tipologie di orologi che si
adattano ai molteplici stili di vita marinara.
Le varie situazioni propongono dai tecnici
subacquei con materiali particolari come il
supertitanio fino a impermeabilità particolari
che raggiungono i 1.000 piedi (330 m). Ma
nell’orologeria si può trovare anche un orologio
che in caso di rottura del GPS può essere
utilizzato come una bussola solare, ma non
dimentichiamo anche i momenti di ritrovo in cui
per meglio distinguersi serve magari un orologio
easy wear per sdrammatizzare l’occasione e
senza complicanze meccaniche o brand di alta
orologeria meccanica che sono sempre molto più
delicati e magari più idonei ad un appuntamento
mondano cittadino.Ad ognuno dunque il proprio
modo di vivere il mare e soprattutto l’accessorio
per rendere il polso alla moda e pronto ad ogni
nuova avventura. by Silvio Arati
È
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Burlesque_InFly.qxd 18-05-2011 12:03 Pagina 1
83 InFly82 InFly
LLIBRI | MAPPAmondo
L’EVOLUzIONEA LETTO CON
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È da breve uscito il nuovo libro del Dottor Giandomenico Montinari, che affronta, sotto una nuova luce, le problematiche sessuali, concependo diverse teorie inedite.
armonica e una condivisione tra i due partner, ma dura poco. Poi si ritorna alla situazione normale, che è di conflitto permanente, anche se è gestito in maniera “civile” e magari anche affettuosa.
Questo libro è indirizzato agli addetti al settore o può essere utile e facilmente comprensibile anche per un pubblico più generico?Il libro non può essere indirizzato agli addetti al settore, per il semplice motivo che non esistono. Chi sono? I sessuologi? Gli psicoanalisti? I sociologi? I filosofi? Non esiste una branca del sapere deputata a trattare problemi di così ampia portata, che riguardano tutti. Io cerco di individuare delle linee comuni, dei paradigmi che si ripetono da un campo all’altro, dei collegamenti che permettano di leggere i fenomeni in un’ottica allargata e quindi più adeguata a capirne il senso. L’interlocutore del libro è l’uomo della strada, mortificato nei suoi bisogni più profondi da un Sistema lontano, arcigno, arrogante, che gli pone veti incomprensibili, spesso assurdi, funzionali solo a trasformare la convivenza umana in un gigantesco alveare.
Tirando le somme, la sessualità è artefice, complice o vittima di misfatti antropologici?Oggi è piuttosto una vittima, ma non è sempre stato così. Fino a - diciamo - un milione di anni fa era stata la sessualità che aveva a lungo detenuto il potere nei primi gruppi umani, dando luogo - presumibilmente - a forme di promiscuità esasperata, le cui tracce perdurano ancora oggi, ma vengono rimosse e ritenute disdicevoli quando affiorano.
Scrivere questo libro le ha richiesto tempo, studi e fatica, è soddisfatto del risultato?Scrivere questo libro per certi versi è stato molto faticoso, non tanto per la documentazione, quanto per la necessità di capire la logica che c’è sotto tutto questo processo. Per uscire dall’impasse, ho dovuto concepire diverse teorie inedite, che ritengo valide e che alla fine mi soddisfano. by Nadia Redi
Sopra Il libro di Giandomenico Montinari A destra Dott. GIANDOMENICO MONTINARIPsichiatra e psicoterapeuta, vive e lavora a Genova. Si occupa fin dagli anni Settanta di terapia comunitaria delle psicosi e di conduzione e formazione di gruppi di lavoro psichiatrici.
o dice anche nella premessa, questo libro crea molti dubbi ed incertezze, però pone anche dei punti saldi, non crede? L’unico punto saldo è l’estrema
difficoltà di capire lo sviluppo dei fatti e di attribuire coerenza a fenomeni che, nel corso dell’Evoluzione biologico-culturale, si muovono in direzioni opposte. Nei rapporti tra maschio e femmina prevalgono le istanze di allontanamento o anche di distruzione del partner, che hanno regolato la sessualità animale per milioni di anni, o le spinte all’avvicinamento e all’identificazione reciproca, insorte più recentemente? I problemi nascono dal fatto che ciascuno di noi porta dentro di sé ambedue queste istanze contrapposte e non può negarne l’esistenza, né trascurarle, nonostante i gravi conflitti interni e interpersonali di cui sono fonte.
Dal libro si evince che lei, pur riconoscendo la correttezza di certe intuizioni di Freud, non ne condivide le conclusioni?Freud ha riconosciuto il ruolo fondamentale della sessualità quale motore occulto di quasi tutti i comportamenti umani e ha intuito il valore strutturale delle discrepanze, ma ha inquadrato i fenomeni in maniera, a mio avviso, errata, per esempio come ambivalenza del singolo individuo verso una figura genitoriale, come conflittualità “edipica”, cioè come una competizione generazionale per il possesso della madre-femmina. A mio avviso si tratta di fenomeni non individuali, ma collettivi con radici che si perdono nella notte dei tempi e che non sono legate alla storia dell’individuo. Poi Freud ha sopravvalutato, secondo me, l’importanza del rapporto col padre che aveva forse una certa importanza nella sua cultura famigliare o personale, ma che non era (e non è) estensibile a tutti. Lei vuole aiutare, con il suo libro, le persone a trovare una via per una “minore infelicità sessuale”. Reputa che non esista una strada per la felicità? È difficile immaginare una felicità in campo sessuale, perché i bisogni dell’uomo e quelli della donna sono divergenti e inconciliabili e, nonostante l’apparenza, non si inscrivono affatto in una complementarità tra i due sessi. Si possono solo cercare dei compromessi accettabili. Quello che noi chiamiamo “amore”, per l’appunto, è uno stato d’animo magico, di brevissima durata, in cui tutte le opposte istanze sembrano trovare una collocazione
85 InFly84 InFly
HI-TECH | MAPPAmondo
VIA
GG
I
Smartphone e Tablet si trasformano in utili compagni di viaggio grazie a queste App.
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87 InFly86 InFly
La 14enne Mattie cerca vendetta e assolda due compagni d’avventura per ottenerla.
Rivisitare ai giorni nostri un film western (del 1969), filone in cui gli efetti speciali non fanno certo da padroni, è un’impresa ardua, ma Universal riesce a portare con successo in home cinema Il Grinta, regalando ai patiti di alta definizione delle panoramiche mozzafiato. Le riprese in HD aiutano a mantenere le immagini dettagliate in ogni situazione, l’audio dei dialoghi è chiaro mai sovrastato dagli effetti sonori e gli extra non mancano facendo di questo BD un “must have”.
La vita di tre poliziotti del distretto 65 si intreccia in un’infernale blitz antidoga.
Tra i film d’azione non poteva mancare un poliziesco con un cast d’eccezione cappeggiato da Richard Gere. La qualità delle immagini non delude, si nota qualche imperfezione solo nei momenti più concitati, al contrario dell’audio che invece rimane ottimo per tutta la durata del film. Gli effetti speciali sfruttano al massimo la potenza del subwoofer fornendo quel supporto adrenalinico alle immagini che solo l’alta definizione può regalare. Tra i molti contenuti speciali anche le scene tagliate, extra sempre molto graditi dai cinefili.
Ogni colpo un successo, ma stavolta dovranno vedersela con superpoliziotti.
Guardia e ladri è una trama delle più classiche e Takers la porta all’estremo con questo poliziesco ricco di colpi di scena, effetti speciali e immagini spettacolari. Molte delle riprese più movimentate sono alla luce del sole eppure rimangono piene di dettagli anche sui grandi schermi, segno dell’ottima qualità del video. Condito con un audio forse più attento a sorprendere lo spettatore che intrattenerlo, meglio quindi abbassare un po’ il subwoofer. Spettacolare l’extra “Gli stunt visti da vicino”
Vietnam 1969, il capitano Willard deve svolgere una missione non ufficiale che avrà risvolti del tutto imprevistiIl film certo non ha bisogno di presentazioni, uno dei capolavori di Francis Ford Coppola. Oggi Universal Picture riporta Apocalipse Now (1979) e Redux (2001), nei salotti di casa grazie alla versione in BD con due edizioni speciali. La prima è il cofanetto in metallo da due dischi con interviste esclusive e 9 ore di extra. La seconda, in cartoncino, con i 2 BD della versione in metallo più: un terzo disco di a extra aggiuntivi, il libro da collezione “Nel cuore del film”, il libretto distribuito nelle sale nel 1979 e cinque cartoline con immagini del backstage. Per quanto riguarda la versione del film in BD il restauro e la digitalizzazione sono molto buoni, certo per mantenere più originali possibili gli effetti visivi e sonori non sono stati sostituiti in toto da quelli moderni, ma l’effetto è ottimo, immagini e sonoro sfruttano a pieno la tecnologia HD come se il fil fosse stato girato ai giorni nostri.
Il Grinta Brooklyn’s Finest Takers
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89 InFly88 InFly
o stile cortese sboccia nel momento
in cui viene portato a compimento il
sistema degli stati signorili nell’Italia
del Trecento. L’aggettivo, lo dice la
parola stessa, deriva da corte, quella
attorno a cui gravitano vari personaggi. Il mondo
feudale è in crisi, ma nell’iconografia fiabesca
delle miniature dei Fratelli de Limbourg, permane
l’ideale cavalleresco coi suoi protagonisti. La
vita dei signori nei loro castelli è popolata da
paggi, giullari, cortigiani e dame. Le donne, a
metà strada tra gli esseri tentatori dei bestiari
e gli angeli, sono le destinatarie di chilometri
e chilometri di versi da parte di autori letterari
non poco famosi: “Chiare, fresche, e dolci acque,
ove le belle membra pose colei che sola a me par
donna (…)”. La Laura di Petrarca, ci accompagna
nel labirinto del tempo. Secoli prima della
sintesi compiuta dagli artisti veneti mediante
l’utilizzo della pittura tonale, e prima ancora della
“rinascita” attraverso la reinterpretazione delle
fonti classiche, un filo sottile ci conduce nella
Padova dei Carraresi alla metà del XIV secolo.
Non si possono infatti comprendere gli esiti
della pittura veneta dei secoli successivi, se non
tenendo conto della lezione di Giotto e di coloro i
quali lo seguirono, fra cui, Guariento di Arpo.
Nato probabilmente nella provincia patavina (a
Piove di Sacco dicono le fonti), Guariento, di cui
si hanno notizie certe dal 1338 al 1367, si forma a
contatto con la scuola dei riminesi attivi a Padova
nel terzo decennio del Trecento. Nonostante i
Un appassionante viaggio a Padova per incontrare un artista che è stato uno dei più grandi interpreti della pittura del Trecento: Guariento e la grande mostra monografica a lui dedicata a Palazzo del Monte
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L
ARTE | MAPPAmondo
dati biografici siano da prendersi con cautela,
siamo sicuri nell’attribuirgli la sua prima opera
nota poichè firmata: uno splendido Crocefisso,
custodito abitualmente a Bassano del Grappa.
Qui il debito nei confronti del maestro fiorentino
è evidente, accompagnato da un nuovo utilizzo
della luce e dalla linea che, così movimentata nel
descrivere il perizoma, già guarda al futuro.
Guariento inizia presto la sua attività al servizio
dei signori di Padova. I Carraresi, vogliono
celebrare la propria dinastia divenendo
committenti di complessi cicli iconografici. Circa
nel 1351 infatti, Guariento esegue la decorazione
delle tombe di Ubertino e Jacopo da Carrara, in
collaborazione con Andriolo de’ Santi per ciò che
concerne l’apparato scultoreo. I sepolcri dei due
esponenti della famiglia erano stati allestiti nella
chiesa di Sant’Agostino, ma la demolizione di
quest’ultima, avvenuta nel 1819, ha fatto sì che
i frammenti di decorazione rimasti, venissero
trasportati nell’abside degli Eremitani. Guariento
traccia in questi affreschi, le caratteristiche
pittoriche che risulteranno punto di riferimento
stabile nella Padova del Trecento: una precisa
resa dello spazio; una ripresa sempre più raffinata
degli elementi gotici (in particolare per ciò che
riguarda luci e cromie) e, soprattutto, un’abilità
sorprendente nella realizzazione dei ritratti. Non
mancano i contatti con Venezia. La familiarità
del pittore col capoluogo veneto è ulteriormente
confermata nel legame con Nicoletto Semitecolo
(in mostra con la «Deposizione del corpo di San
Sebastiano», «San Sebastiano rincuora Marco e
Marcellino giudicati dagli imperatori» dal ciclo
di San Sebastiano del Museo Diocesano), ma gli
“spunti” veneziani possono esser frutto anche
di un contatto diretto con Paolo Veneziano. La
conoscenza di Guariento per ciò che avviene in
laguna, si esplica nella decorazione della cappella
privata della corte carrarese, già terminata nel
1354, giusto in tempo per ospitare il futuro
imperatore Carlo IV. Scrigno sontuoso, la cappella
della reggia era arricchita da pitture a sfondo
biblico con un soffitto interamente ricoperto
da tavole raffiguranti le Gerarchie angeliche. La
fonte letteraria per tali rappresentazioni è quella
dello pseudo Aeropagita: Serafini, Cherubini,
Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù, Principati,
Arcangeli e Angeli, l’ordine dei messaggeri divini
è stabilito partendo da quelli più vicini a Dio.
91 InFly90 InFly
L’iconografia dell’angelo nel mondo occidentale
è mutuata dal modello classico pagano. Gli
esseri semi-divini di Guariento, possiedono
infatti le stesse ali di molte Vittorie, in questo
caso però, l’artista ha aggiunto ad esse i colori
dell’arcobaleno come simbolo dell’alleanza tra
Dio e l’uomo. Le panneggiature falcate delle
vesti sono ancora un richiamo al gotico cortese,
mentre i colori trasparenti, un riferimento a
Venezia e ai mosaici della sua cattedrale. Dopo
aver approfondito le sue conoscenze matematico-
prospettiche presso l’Università di Padova,
Guariento si impegna nella decorazione della
tomba per il Doge Dolfin nella chiesa dei Santi
Giovanni e Paolo di Venezia. Quest’opera precede
il ciclo pittorico che più di tutti lo renderà celebre,
il famoso «Paradiso» dipinto per il Palazzo Ducale
della città lagunare tra il 1366-1367 e voluto dal
Doge Cornaro. Opera straordinaria, riscoperta
all’inizio del Novecento, il «Paradiso» era stato
interamente ricoperto dall’omonima tela di
Tintoretto del 1577, in quanto irrimediabilmente
danneggiato dopo un drammatico incendio.
La mostra a Palazzo del Monte, sede principale
dell’evento e uno dei più importanti edifici storici
della città di Padova, è fondamentale perché
realizza un ritratto esaustivo di Guariento e, più
in generale, del Trecento padovano. L’esposizione
infatti si articola in diversi sedi espositive con dieci
sezioni tematiche finalizzate ad approfondire la
conoscenza del secolo d’oro di Padova, città che,
attraverso il preumaesimo e alle commissioni dei
signori al potere in quegli anni, ha saputo gettare
solide basi per l’arte e la cultura italiane dei secoli
successivi. by Fabio Mazzetto
In apertura, dall’alto 1. Guariento: Angelo con giglio che soccorre un pellegrino e uno storpio (Virtù) cm. 80x57, Tavola Padova, Musei Civici, Museo Bottacin; 2. Giotto: Eterno Padre cm. 150x97, tavola - Padova, Cappella degli Scrovegni;3. Nicolò Semitecolo: Deposizione del corpo di San Sebastiano cm. 65,5x70, tavola - Padova, Museo Diocesano 4. Guariento: Trittico - la Crocifissione con i santi Giovanni Battista, Bartolomeo, Andrea e Caterina cm. 58x70, tempera su tavola - Düsseldorf, Collezione privataIn apertura, a destra Nicolò Semitecolo: Madonna dell’umiltà cm. 66x72, tavola - Padova, Museo DiocesanoIn questa pagina, dall’alto 1. Guariento: Gruppo di dieci angeli seduti con globo e flabello gigliato (Serafini?) cm. 119x107, tavola - Padova, Musei Civici, Museo Bottacin; 2. Guariento: Schiera di angeli armati (Arcangeli?) cm. 110x107, tavola - Padova, Musei Civici, Museo Bottacin
93 InFly92 InFly
GUARDA COME
BT è ormai un fenomeno, calzato dalle star - da Banderas a Al Pacino, da Salma Hayek a Paris Hilton, da Laura Morante a Roberto Bolle,
per citarne solo alcuni - e ordinary people (e qui l’elenco sarebbe davvero interminabile) che curano l’estetica ma soprattutto curano il proprio corpo. Il boom della sneacker che dondola inizia con la fine degli anni Novanta, quando viene progettato un nuovo modello di calzatura diverso da qualsiasi altro. Il Paese campione è stata la Svizzera e siamo nel 1996, poi si conquistano i mercati europei e internazionali. E finalmente, nel gennaio 2005 “la MBT” arriva in Italia, distribuita dalla Masai Italia, succursale della casamadre Swissmasai SpA e oggi si trova in oltre cinquecento punti vendita selezionati, oltre agli otto monomarca MBT Shop. Il successo di queste scarpe rivoluzionarie è nella tecnologia, ovviamente, che grazie a un brevetto top secret stimola in modo continuo la postura e l’equilibrio di tutto il corpo, consentendo un movimento costante e preservando così muscoli e articolazioni. La suola multistrato che incorpora il Masai Sensor, un particolare cuscinetto che, riproducendo gli effetti della naturale camminata sulla sabbia, crea un’instabilità alla quale il corpo risponde automaticamente con un incremento dell’attività muscolare che si traduce a sua volta
M
Nulla a che vedere con il successo anni ‘60 di Edoardo Vianello ma invece una palestra da calzare, da mattina a sera
DONDOLOin una maggiore stabilità. Se a questa strategia benefica aggiungiamo il design sempre più accattivante e la costante ricerca di materiali originali, si spiega perché è il brand più imitato, e inimitabile, nel panorama del physiological footwear e non solo. Dopo la felice collaborazione con il designer tedesco Wolfgang Joop che ha firmato la limited edition MBT-Wunderkind, il marchio svizzero sta valutando la possibilità di realizzare nuove e esclusive partnership. Intanto quest’estate calzeremo tanti nuovi modelli Casual ispirati allo stile metropolitano e perfetti per il tempo libero, coloratissime Athletic, le sportive per eccellenza e le più formali Dress. I colori andranno dal giallo fluo al rosso acceso, dal blu elettrico al navy e azzurro. Novità anche per quanto riguarda i materiali utilizzati: pelle morbidissima, sia per le versioni pieno fiore che per quelle in pelle scamosciata. In collezione anche sandali con una nuova suola appositamente studiata che, grazie al plantare ancora più sagomato e avvolgente, offrono il massimo comfort. Le star della prossima estate saranno, per lui: Namba, il sandalo aperto con maxi fasce incrociate in pelle e dettagli in pelle scamosciata tono su tono, nelle versioni cacao o total black; Nafasi, la stringata in pelle pieno fiore, con dettagli tono su tono in nabuk total white, disponibile anche nelle versioni color tabacco, black o grigio ghiaccio; Meli, in nabuk blu navy con dettagli, cuciture, lacci e suola bianca a contrasto in perfetto stile barca a vela; Tembea la sneaker allacciata in nabuk traforato e banda laterale in tessuto a contrasto, disponibile nei colori sabbia o bianco e Mahuta, il modello sportivo in tessuto 3D Blu elettrico, applicazioni in TPU logo MBT giallo fluo a contrasto, disponibile anche nella versione black, giallo, bianco o grigio. Per lei invece, Kesho, la ballerina in morbido nabuk e dettagli metal, nei colori nero, panna, grigio ghiaccio o verde militare e le Mahuta in giallo fluo, blu o purple. by Valeria Rastrelli
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BAROLO
Sarà un’ottima annata!otente, austero, profondo, speziato, tannico,
longevo… sono molti gli aggettivi che si
potrebbero usare per descrivere il Barolo,
il più adatto però è: commovente. Frutto
magnifico della sua terra, la Langa piemontese, il re
dei vini cresce bene solo nel basso Piemonte e nelle
zone limitrofe (Valle d’Aosta e Valtellina). Solo in
Langa, però, il nebbiolo si trasforma in Barolo. Solo
qui il terroir regala quella tipicità che tutto il mondo ci
invidia. Parte del merito si deve a Camillo Benso Conte
di Cavour quando nel 1843 invitò l’enologo francese
Louis Oudart a lavorare nelle sue tenute. All’epoca
il Barolo era un vino dolce, molto diverso da quello
che beviamo oggi, Oudart, utilizzando le tecnologie
enologiche francesi, riuscì a vinificare per la prima volta
un nebbiolo secco. Il successo fu clamoroso e in poco
tempo il Barolo divenne “il re dei vini e il vino dei re”.
Nelle dimore signorili non si beveva più solo il vino
francese ma anche il nebbiolo piemontese. Docg dal
1980, per fregiarsi del titolo di Barolo il nebbiolo deve
essere stato raccolto nei comuni di Barolo, Castiglione
Falletto Serralunga d’Alba (i terreni più vocati), ma
anche a Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno,
Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi tutti
in provincia di Cuneo e deve maturare tre anni, dei
quali almeno due in botti di castagno o rovere. Molti i
produttori storici, fra tutti svettano Bartolo Mascarello
(scomparso qualche anno fa, oggi è la figlia che porta
avanti l’azienda) e Giacomo e Aldo Conterno. Nomi
entrati nella leggenda, che con il loro lavoro hanno
saputo raccontare la storia di un territorio. La primavera
è un momento magico in Langa, si aprono le cantine
e si può assaggiare il vino dell’annata, spesso spillato
direttamente dalla botte, provando a immaginare
come evolverà nel tempo. Durante l’anteprima svoltasi
a fine marzo a Serralunga d’Alba i produttori hanno
confermato come il 2007 sembrerebbe essere un’ottima
annata: Massolino prevede “un barolo espressivo, deciso,
con tannini eleganti, un vino profumato e lunghissimo”.
Rivetto, Gabutti, Ascheri, Ceretto, Rosso e molti altri
sembrano condividere le stesse aspettative. Soprattutto
si spera in una ripresa del mercato interno, visto che
oltre il 75% del vino è venduto all’estero. Americani,
tedeschi, olandesi, ma anche cinesi e coreani sono
sempre più interessati alla tipicità della Langa. Per chi
volesse provare l’emozione il 18 giugno a Serralunga
d’Alba si ripete la manifestazione “Degustar per vigne”,
un’occasione da non perdere per assaggiare l’annata
2007 e non solo, ricordando però che, come diceva
Cesare Pavese, “tre nasi sono quello che ci vuole per
bere un Barolo”. by Ludovica Schiaroli
PVINI | MAPPAmondo
2007
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LAURA RIVOLTAPsicologa e psicoterapeuta specializzata in sessuologia, esercita come libera professionista a Milano e a Rho. Dal 1992 è collaboratrice di note riviste con articoli e consulenze su temi sessuologici. Da diversi anni organizza corsi di sessuologia rivolti agli adolescenti e ai genito-ri, promuovendo anche formazione per insegnanti. È socio SIA (Società Italiana Andrologia). www.laurarivolta.it
PSICHE | MAPPAmondo
TRADIRE È UN LAVOROna volta, dicevi la parola tradimento e la mente volava a motel a quattro stelle, con tanto di temi egiziani e medievali. Vere e proprie fughe d’amore a bordo di una spider o di un volo, in direzione chissà dove con un unico obiettivo: spegnere i bollori della passione in camera da letto. Già, una volta!. Oggi invece, visto che il tempo a nostra disposizione si è ridotto non poco, cerchiamo di
unire l’utile al dilettevole, e quando si tradisce, si tradisce sul posto di lavoro. Una recente indagine condotta dagli Avvocati matrimonialisti italiani, sostiene proprio che ben il 60% delle infedeltà coniugali si consuma sul luogo di lavoro, spesso durante la pausa pranzo (e poi dicono che l’Italia è un popolo di grassi). In cima alla classifica (proprio come nel campionato italiano di calcio) c’è Milano. Seguita a ruota da Roma e Bologna.
Sui sentimenti non si risparmia...Certo, non è periodo in cui il denaro fiocca, e quando si tratta di dirsi addio per sempre per vie legali, magari qualcuno (e qualcuna) armato di buona pazienza prova a nicchiare, in modo da risparmiare un po’ (e allo stesso tempo salvare il matrimonio). Ma di fronte al tradimento, c’è poco da fare: le infedeltà infatti sono il 40% dei casi di separazione e divorzio. Con buona pace del partner. In ogni caso, nella metà dei casi, uno dei due decide di perdonare (o forse, di posticipare la vendetta, che come si dice è un piatto che si serve freddo, e preferibilmente doppio, aggiungo io). Dove non possono i sentimenti, può il portafoglio (e il risparmio).
...Nemmeno sulla passioneMa perché si sceglie proprio il posto di lavoro? Be’, è presto detto... Quanto tempo passi in ufficio, tutti i giorni? E quanto ne passi a casa con il/la tuo/tua compagno/a? Ed è uno. Poi... Di solito, i nostri partner ci vedono tornare a casa stanchi, stressati, pieni di pensieri... Al lavoro, invece, spesso abbiamo modo di mettere in risalto le nostre capacità professionali, che sono uno strumento perfetto per renderci più appetibili e affascinanti agli occhi dell’altro sesso. E se abbiamo un capo cerbero pronto a mazzolare il gruppo di lavoro? Ancora meglio: si crea un ambiente di complicità, che favorisce la passione. E così, molti italiani mettono in piedi vite parallele ammantate di normalità. Pensate che i paesi britannici hanno coniato il termine office wife, la “moglie da ufficio”, la donna con cui lavori bene, l’intesa è perfetta, ma non ci vai a letto... Ah, i britannici... Sono sempre così avanti!
I luoghi del peccatoOvviamente, c’è posto e posto per tradire. Difficile che succeda in miniera o in fabbrica, dove l’impegno fisico è particolarmente impegnativo. Più facile che scatti la scintilla in ospedali e cliniche (come insegnano Grey’s Anatomy e il Doctor House), studi professionali, redazioni giornalistiche, pubblici uffici e banche. È innegabile che i colleghi di lavoro a questo punto possano danneggiare sia il rapporto, sia le aziende, tanto che alcune in Italia non guardano di buon occhio i rapporti stretti fra colleghi. Mentre in Svizzera, per esempio, sono stati contemplati contratti di lavoro con espresso divieto per il dipendente di intrattenere relazioni amorose con colleghi, pena il rischio licenziamento. Mica poco, di questi tempi in cui non si divorzia perché non ci sono soldi... by Laura Rivolta
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Gianfranco PontiCEO Mercurio
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VIABILITàLa nuova viabilità dell’aeroporto Leonardo da Vinci AVIATIONAlitalia
SHOPPINGI negozi Good Buy Roma accolgono gli “Esperti di vite”
MOSTRELeonardo da Vinci
EVENTIGli eventi di giugno nella capitale
PROMOZIONISummer Time
ECCELLENZEFerpi
ARRIVI&PARTENZEFederico Moccia, Juventus, Cathay Pacific Airways, Emirates
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GIUGNO 2011
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VIABILITà | ADR
na vera e propria rivoluzione per
i frequentatori dello scalo che,
grazie a un piano infrastrutturale
che ha richiesto un investimento
di due milioni di euro, troveranno
l’accesso e l’uscita dal Leonardo da Vinci
più facili e, soprattutto, più fluidi. Il piano si
svilupperà in due fasi, con interventi sul lato
arrivi - ritenuto il più critico - entro il mese
di giugno, e sul lato partenze entro il mese di
dicembre 2011. Il primo provvedimento è già
operativo. Sono state create 2 aree destinate
esclusivamente ai bus: la prima, nelle adiacenze
del Terminal 3, per soste di durata massima
di 45 minuti, la seconda, nelle adiacenze del
Parcheggio Lunga Sosta, per durate superiori
ai 45 minuti. La grande novità è rappresentata
dai cambiamenti nell’area arrivi. La viabilità
primaria di accesso ai terminal non sarà più
accessibile ai veicoli privati. Sarà divisa in tre
carreggiate, verranno eliminati gli stalli blu
a spina, e sarà destinata esclusivamente a
taxi, bus, noleggiatori ed operatori autorizzati
nonché a persone diversamente abili. La
novità più importante è che dal 25 giugno sarà
possibile lasciare gratuitamente l’auto per 30
minuti nei 230 posteggi a breve sosta, situati
Cambiano i flussi di traffico nell’area arrivi dell’aeroporto romano
nuovaviabilità
U tra il parcheggio multipiano e la stazione
ferroviaria (80 posti al parcheggio Breve Sosta
Multipiano A – situato nei pressi del Terminal
1 – e 150 posti nel parcheggio esterno al
Terminal 3). Allo scadere della mezz’ora scatterà
la tariffazione a pagamento attualmente in
vigore. In autunno, inoltre, sarà possibile
entrare e uscire dai parcheggi Multipiano
con lo stesso Telepass usato in autostrada e,
a fine anno, la rivoluzione della viabilità sarà
estesa anche all’area partenze. Taxi, macchine
a noleggio e autobus sosteranno in parcheggi
polmone e si avvicineranno agli arrivi solo in
coincidenza dell’atterraggio del volo atteso,
per evitare il congestionamento del traffico.
A garanzia della fluidità verranno posizionati
ovunque i dissuasori di sosta per cui sarà
davvero impossibile accostarsi o parcheggiare
presso il marciapiede delle aerostazioni.
Inoltre, nella zona arrivi, verranno collocati
cartelloni di facile consultazione sulle diverse
modalità di trasporto per raggiungere Roma
e il relativo costo. I passeggeri sapranno,
prima di uscire dall’aerostazione, quali sono i
mezzi a disposizione: treno, taxi, noleggio con
conducente, autobus, con i relativi punti di
accesso e il costo per tratta.
A B C D E Parcheggi Multipiano (5.000 posti)T1 T2 T3 Terminal
Gratis30’
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Gratis30’
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Utenti privati
NCCNCC
TerminalARRIVI
Viabilità fronte Terminal Arrivi
VIABILITÀ PRIMARIA ACCOSTOVIABILITÀ SECONDARIA
T1 T3
Operatori Taxi
2 nuovi accessi ai parcheggi Multipiano: • fronte terminal T1 per accedere al Multipiano A• fronte terminal T3 per accedere ai Multipiano B, C e D
aeroporto Leonardo da Vinci
105 InFly104 InFly
ltre 92 destinazioni, una flotta di 149 aerei tra le più moderne d’Europa, circa 250.000 voli l’anno: sono questi i numeri di Alitalia, la compagnia che nel 2010 è stata protagonista di
un’importante ripresa del traffico aereo, con oltre 23 milioni di passeggeri complessivamente trasportati. Alitalia fa parte dell’Alleanza SkyTeam e della principale joint venture sulle rotte transatlantiche insieme con Air France, KLM e Delta. Nel 2011 il network delle destinazioni servite da Alitalia cresce con nuovi collegamenti tra cui quelli da Roma per Rio de Janeiro e Pechino operati dal 1° giugno con i nuovi Airbus A330, aeromobili che garantiscono il massimo del comfort e della tecnologia. I voli sono pianificati per arrivare a destinazione la mattina del giorno seguente, in perfetta connessione con tutto il network Alitalia.
I voli per Rio de Janeiro sono effettuati 3 volte alla settimana (4 a partire da luglio), con i seguenti orari: - Roma - Rio de Janeiro 22:30-05:40 (mercoledì, sabato e domenica; anche lunedì dal 4 luglio)
lo stile italiano nel mondo- Rio de Janeiro - Roma 14:45-7:10 (lunedì, giovedì e domenica; anche martedì dal 5 luglio)
I voli per Pechino sono invece operati 4 volte alla settimana (5 a partire da ottobre), con i seguenti orari: - Roma - Pechino 15:40-08:00 (mercoledì, venerdì, sabato e domenica; anche martedì dal 4 ottobre) - Pechino - Roma 09.55-15:10 (lunedì, giovedì, sabato e domenica; anche mercoledì dal 5 ottobre)
L’offerta Alitalia per l’estate 2011 si arricchisce poi di 2 nuovi collegamenti stagionali per le isole Baleari, con voli diretti da Roma per Ibiza e Palma di Maiorca operati nei mesi di luglio e agosto con moderni Airbus A320. La compagnia porta i colori e il nome dell’Italia nel mondo, ma non solo. Alitalia ha fatto dell’Italian Style il proprio tratto distintivo, di cui la Magnifica, la Business Class dei voli Alitalia di lungo raggio, è il fiore all’occhiello. Chi sceglie Magnifica trova l’eccellenza in ogni sua forma: comodità, intrattenimento, ristorazione e servizi dedicati. Le poltrone ergonomiche dei nuovi Airbus A330, reclinabili fino a 180° per diventare un vero e proprio letto, sono dotate di una funzione
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massaggio per un relax totale e sono predisposte per garantire la massima privacy sia per chi viaggia da solo sia per chi è in compagnia e preferisce le poltrone affiancate nell’allestimento honeymoon. L’illuminazione della cabina varia a seconda degli orari del volo per agevolare il riposo. I menù di Magnifica sposano la qualità degli ingredienti e la migliore tradizione culinaria delle regioni italiane. Il risultato è un menù sempre vario, esaltato da una ricca vetrina dei migliori vini della penisola. E’ per questo che il prestigioso premio “Best Airline Cuisine” del mensile Global Traveler nel 2010 è stato assegnato ad Alitalia, votata da 25.000 frequent flyer la migliore compagnia al mondo per la qualità dei pasti serviti a bordo della Classe Magnifica. Coperte di Frette, piatti e posate di Richard Ginori e la nuova trousse firmata Bulgari completano un’esperienza di viaggio all’insegna del migliore Made in Italy. Nel 2010 Alitalia ha introdotto Classica Plus, classe intermedia tra la Magnifica e la Classica (la Economy Class dei voli di lungo raggio),
disponibile sui voli da Roma Fiumicino per New York e, dal 1° giugno, per Rio de Janeiro e Pechino. Classica Plus offre poltrone ergonomiche reclinabili fino a 120°, una maggiore distanza tra i sedili con il 40% di spazio in più rispetto all’economica, una vasta offerta di film e musica e la possibilità di collegare il proprio PC al sistema di intrattenimento tramite porta USB. I passeggeri di Classica Plus in aeroporto usufruiscono di banchi check-in dedicati, imbarco prioritario nonché la possibilità di viaggiare con 2 bagagli da 23 kg l’uno ed accumulare il doppio delle miglia premio. Il piano di rinnovamento della flotta di lungo raggio Alitalia prevede una graduale estensione delle nuove classi di viaggio su tutta l’offerta intercontinentale.Per ulteriori informazioni e per le offerte promozionali consultare il sito alitalia.com.
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Esperti di vite.
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i arricchisce l’offerta enologica dei negozi Good Buy Roma: tre
rossi provenienti dai vigneti di San Patrignano sono disponibili in vendita negli aeroporti
Leonardo da Vinci di Fiumicino e Giovan Battista Pastine di Ciampino.
Tutte le bottiglie provenienti dai vigneti di San Patrignano vantano la garanzia della selezione accurata degli acini e di aver subito un processo di vinificazione che avviene con un’impronta volta a mantenere inalterate le tipicità del territorio, rispettandone l’espressione varietale delle uve. Le pratiche di cantina, che seguono alla raccolta, rispecchiano lo stesso principio. I veri artefici e protagonisti di questi vini sono i ragazzi della comunità di San Patrignano che, con passione e professionalità, riconquistano la vita. L’estrema attenzione dedicata a tutte le fasi della lavorazione, oltre alla consulenza di un enologo, permettono a San Patrignano di ottenere i massimi riconoscimenti di qualità della critica enologica italiana ed internazionale.
naugura a giugno la mostra “il Genio di Leonardo da Vinci” , in occasione dei festeggiamenti per i cinquant’anni dell’aeroporto Leonardo da Vinci. La mostra si propone di documentare il genio del grande inventore e ingegnere italiano attraverso
i modelli delle macchine fedelmente riprodotti dai disegni contenuti nei Codici di Leonardo. I passeggeri in partenza dallo scalo romano potranno ammirare, fino alla fine del 2011, 18 modelli tra macchine e strumenti per il volo, presso l’area espositiva del Terminal 1, posizionata sopra i controlli
San Patrignano è una famiglia che accoglie ragazze e ragazzi con problemi di droga, senza discriminazioni ideologiche, sociali, religiose, e in modo completamente gratuito, cioè rifiutando rette e contributi economici dagli interessati, dai loro familiari e dallo Stato. Dal 1978 ad oggi ha ospitato oltre 20 mila persone, offrendo loro casa, assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, una solida formazione professionale, l’opportunità di cambiare vita e di rientrare a pieno titolo nella società. Attualmente accoglie 1.500 ragazzi, prevalentemente nella struttura di Coriano di Rimini e gli altri nelle sedi distaccate di Trento e di Novafeltria nelle Marche. La comunità ospita, inoltre, 100 bambini figli di ragazzi che stanno svolgendo il percorso di recupero e di operatori, numerosi nuclei familiari e circa 30 minorenni con gravi problemi di disagio.
Il Paratino, IGT Toscana prodotto da uve Cabernet Franc, viene lungamente affinato in piccole botti per esaltare le caratteristiche aromatiche proprie del vitigno. Il suo colore rosso rubino cupo accompagna importanti profumi incentrati su frutta rossa matura, con tocchi balsamici e accenti vegetali. Al palato è generoso e bilanciato da buona freschezza e sapidità. Il corpo è pieno e incoraggia abbinamenti importanti con formaggi stagionati, carni rosse ma anche zuppe di legumi e primi piatti rustici, dal condimento saporito. Va servito a 16-17° in calici bordolesi. La gradazione alcolica varia a seconda dell’annata tra i 13-13,5%. Il Montepirolo DOC Colli di Rimini Cabernet è ottenuto da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc. Viene affinato in piccole botti di rovere, per il tempo necessario alla sua giusta evoluzione, e trascorre in bottiglia un ulteriore successivo periodo che ne completa la maturazione. La gradazione alcolica varia a seconda dell’annata tra i 13,5–14%. Dal colore rubino, questo Cabernet è animato da tocchi mentolati insieme a ribes, maggiorana e liquirizia. Al palato si percepisce un’ottima struttura e un finale prolungato. Da abbinare ad un brasato di manzo al vino rosso, formaggi delicati di media e lunga stagionatura. Si serve a 16-17° in ampi calici da grand cru bordolese. L’Avi, DOC Sangiovese di Romagna Superiore Riserva esprime la qualità assoluta del vitigno autoctono della Romagna: il Sangiovese. Il suo nome prende spunto dal senso e dal valore della tradizione, ma soprattutto dal fondatore di San Patrignano: Avi significa, infatti, “A Vincenzo”. Viene affinato in grandi botti di rovere, seguito da un ulteriore periodo in bottiglia che ne completa la maturazione. Ha un colore rosso rubino con orlo granato e all’olfatto è ampio e caratterizzato da sentori di viola, prugna, chiodi di garofano, noce moscata e legno di cedro. All’assaggio se ne percepisce l’eleganza. La vivace sapidità conduce a una chiusura disposta su invitanti richiami di frutti di bosco e spezie dolci. Perfetto su costata di manzo e lepre tartufata, si consiglia di servirlo a 16-18°in ampi calici, capaci di esprimere pienamente la profondità e la finezza del Sangiovese. La gradazione alcolica varia tra i 13,5–14,5%. Il Montepirolo e l’Avi hanno ottenuto votazioni e riconoscimenti prestigiosi: Gambero Rosso-tre bicchieri, Duemilavini-5 grappoli, Guida Veronelli-Super 3 stelle, The Wine Advocate (Robert Parker jr) 90-93/100. Questi vini rientrano nella campagna “il Vino ama la Vita” che San Patrignano ha a cuore.
I negozi Good Buy Roma accolgono gliADR festeggia il cinquantenario dell’aeroporto con una mostra dedicata al grande Genio italiano.
I vini degli Esperti di Vite
I
EspErti di vitElEonardoin Mostra
di sicurezza. L’iniziativa nasce dalla collaborazione di Aeroporti di Roma con la Fondazione Anthropos che cura il progetto “il Genio di Leonardo”. Le invenzioni leonardesche spaziano nei settori più diversi: dalle macchine volanti a quelle per la guerra, dai dispositivi meccanici all’ingegneria civile. Grazie alla Fondazione, è possibile ammirarle sia all’interno del museo permanente Sale del Bramante del Complesso Monumentale della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma, sia attraverso le esposizioni itineranti che si sono svolte nel corso degli anni in tutto il mondo.
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L’Associazione Culturale Metis Teatro, in collaborazione con il Teatro dell’Orologio, organizza la prima edizione della rassegna Altri Scenari. Un’occasione di incontro e comunicazione tra le realtà laboratoriali che interessano il teatro non ufficiale e il cui centro non è legato alla diretta produzione di uno spettacolo, ma trova il suo senso nel processo di apprendimento, nel percorso del fare teatro. Per saperne di più visita il sito dedicato alla rassegna www.altriscenari.it
Con la mostra “Regioni e Testimonianze d’Italia”, a 150 anni dall’Unità d’Italia, le diverse Regioni mostrano il lungo e articolato percorso che ne ha caratterizzato l’evoluzione a realtà amministrative concrete. Con la mostra “Regioni e Testimonianze d’Italia”, attraverso opere d’arte, oggetti, fotografie, vite di personaggi simbolo, video, pannelli, le Regioni e le grandi aziende nazionali sono chiamate a portare la propria testimonianza del lungo e articolato percorso di questi 150 anni che hanno caratterizzato l’evoluzione del nostro paese. Per saperne di più visita il sito. www.comunicareorganizzando.it
Venerdì 3 e Sabato 4 Giugno allo Stadio dei Marmi, giocatori provenienti da 5 continenti si sono sfidati a colpi di placcaggi e mete nella decima edizione del “Roma Seven – International Rugby Sevens Tournament”. Le più forti squadre al mondo di Rugby a 7 si sono contese la Roma Seven Cup: il Kenya, vero maestro di questo sport, la Francia, l’Italia, il Portogallo vicecampione d’Europa oltre alla Georgia, l’Olanda, la Germania e l’Ucraina. Un vero e proprio Mondiale! Il Roma Seven, affermatosi ormai come 1° torneo in Italia, 3° in Europa e 9° al mondo per valore, è l’evento di rugby più importante dopo il Torneo del 6 Nazioni. Riconosciuto come Sport Olimpico a partire dall’edizione dei giochi di “Rio de Janeiro 2016”, il Rugby a 7 sta godendo nel mondo sempre più di maggiore popolarità. Contemporaneamente si è svolta la 3° edizione del “Roma Seven Ladies – International Rugby Sevens Tournament”, il Torneo Femminile di Rugby a 7, primo al mondo per valore. Le campionesse del New Zealand Maori di Aeoteroa hanno sfidato le Nazionali ladies del Brasile, giunto in semifinale nella recente Coppa del Mondo, della Francia, dell’Olanda e della Spagna oltre a quelle dell’Italia e della Germania. Roma protagonista, quindi, di un’anteprima delle Olimpiadi.
ALTRI SCENARIRassegna teatrale
Regioni e Testimonianze d’Italia
Roma Seven 2011: il rugby a 7 protagonista nella Capitale
Dal 14 al 26 giugno 2011Teatro dell’Orologio
Fino al 3 luglio 2011Complesso del Vittoriano- Palazzo di Giustizia - Valle Giulia - Castel Sant’Angelo - Aeroporto Leonardo da Vinci T3
EVENTI | ADR
Quarta edizione del principale evento italiano dedicato alla comunicazione d’impresa e pubblica. Sulla scia degli oltre 3000 mila partecipanti e dellagrande attenzione mediatica generata nelle edizioni passate, Comunicazione Italiana, il primo Business Social Media in Italia che unisce 20 associazioni di categoria e oltre 45.000 top manager e professionisti della comunicazione, organizza la quarta edizione del principale evento italiano dedicato alla comunicazione d’impresa e pubblica. Più di mille partecipanti e importanti partner istituzionali, tra i principali imprenditori, top manager, comunicatori e opinion leader italiani e stranieri, avranno la possibilità di incontrarsi dal vivo per affrontare i temi legati ai cambiamenti, alle direzioni e alle forme che sta assumendo la comunicazione nella società e nell’economia contemporanei.
Mostra della 14ª edizione del concorso nazionale per fotografi di scena, che raccoglie le migliori foto scattate sui set dei film e delle fiction italiane delle ultime stagioni. Per saperne di più visita il sito www.casadeldinema.it
Anche quest’anno Aeroporti di Roma rinnova l’interesse e il sostegno per i grandi eventi sportivi che hanno scelto come location il prestigioso palcoscenico della Capitale. Appuntamento al Foro Italico, dove dal 7 al 15 maggio si sono svolti gli Internazionali d’Italia di tennis, un evento attesissimo da tutti gli appassionati della racchetta che vedono, per l’occasione, giungere a Roma ogni anno i big del tennis. Un importante rendez-vous si è svolto anche allo Stadio Olimpico, il 26 maggio, con la trentunesima edizione del Compeed Golden Gala. Usain Bolt e Asafa Powell gli atleti più attesi.
Forum della Comunicazione 2011
CliCiak - Il volto inedito del Cinema italiano
ADR per lo sport
7 e 8 giugnoAuditorium Parco della Musica, Roma
Fino al 15 giugno 2011Casa del Cinema.
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QUI DENTRO NON CI SONO CONFETTI.
C’è la speranza di milioni di persone che credono nella ricerca. C’è la passionedi migliaia di ricercatori che ogni giorno sfidano le malattie genetiche perindividuare una cura. C’è la vita dei bambini che grazie a Telethon sono stati salvatida una immunodeficienza che non lascia scampo. C’è un futuro migliore chepossiamo costruire insieme. Per le tue occasioni speciali scegli le bomboniere e ibiglietti solidali Telethon. Finanzierai la ricerca sulle malattie genetiche. Per informazionivisita il sito www.telethon.it oppure invia una e-mail a [email protected].
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a comunicazione è in continuo mutamento e con essa anche gli interlocutori: è l’effetto del web 2.0. La Rete ha cambiato la prospettiva, la visione, le esigenze. Su Internet
oggi si va per cercare informazioni, ma anche per essere protagonisti, partecipi di una community. L’esempio più paradigmatico è il successo dei social media che hanno imposto alle aziende un nuovo modo di comunicare. Informazione e comunicazione hanno oggi più che mai un valore strategico nelle scelte del business: la vera sfida nel prossimo futuro per noi comunicatori sarà quella di far crescere il valore delle relazioni pubbliche tanto da renderlo fortemente strategico ed innovativo. E’ necessario oggi alzare l’asticella e trasmettere messaggi, produrre azioni, il più possibile indirizzate verso concetti di trasparenza, sistematicità, multicanalità e controllo. Il nuovo pubblico è esigente, sofisticato, ipercritico e alla ricerca della migliore ricetta “qualità-prezzo”. Sarà determinante quindi saper ascoltare ed anticipare i nuovi bisogni. Nell’era del web 2.0 ognuno di noi ha a disposizione una quantità di informazioni incredibile e questo rappresenta un potere, una capacità di influenzare e di coinvolgere, spesso senza mediazione e talvolta anche senza controllo. Cresceranno le aziende che svilupperanno più reputazione e meno immagine. Vinceranno le grandi sfide quelle imprese che coinvolgeranno gli stakeholder. Sempre più riconosciuta come funzione aziendale, la comunicazione è diventata quindi una maglia importante nel processo decisionale. Non deve essere assolutamente considerata un lusso, soprattutto in congiunture economiche complesse come quella che stiamo vivendo. Le relazioni pubbliche sono fondamentali dentro e fuori il contesto aziendale, come strumento per costruire relazioni fra le parti sociali, economiche, produttive ed informative.
Relazioni, Trasparenza e Multicanalità
CoME CaMbia laCoMuniCazionE
d’iMprEsaPresidiare nuovi spazi e adottare strumenti complementari capaci di rafforzare il messaggio e trasferire i valori aziendali; costruire azioni mirate e personalizzate per coinvolgere l’utente avvicinandolo all’impresa, non solo più promotrice di prodotti e servizi, ma attore credibile, trasparente e attento ai suoi stakeholder. È questo il paradigma della comunicazione istituzionale per un’impresa che voglia accrescere la propria reputazione nel futuro. E basta dare uno sguardo all’ultima ricerca condotta da Ferpi e Luiss Business School secondo cui, nel 2013, il “Beyond the Line” raggiungerà lo stesso livello degli investimenti in pubblicità (Above the Line). Solo una profonda capacità di lettura del contesto ed un uso mirato, attento ed integrato di tutte “le piattaforme” consentiranno, quindi, un efficace azione di governo delle relazioni da parte delle imprese e il consolidamento del proprio business nel labirinto affollato dei brand.
Ferpi, Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, nasce nel maggio 1970 dall’unione di FIRP (Federazione Italiana Relazioni Pubbliche) e FIERP (Federazione Italiana Esperti Relazioni Pubbliche). Da oltre 40 anni l’associazione rappresenta i professionisti che operano nelle Relazioni Pubbliche e nella Comunicazione nel nostro paese e lavora per valorizzare la professione, per rappresentare i propri iscritti e per garantire nei confronti di committenti ed imprese una tutela assicurata dai principi di etica e di autoregolamentazione dei comportamenti grazie ai Codici adottati. Ferpi conta oggi circa 1.000 iscritti presenti su tutto il territorio nazionale, con un’attività associativa affidata a 14 Sezioni Regionali e Territoriali. L’associazione segue la preparazione e la crescita degli studenti delle facoltà di Relazioni Pubbliche e Comunicazione. Elabora specifici progetti di formazione professionale per coloro che si avvicinano al mondo della comunicazione con la volontà di inserirsi concretamente nell’ambito delle RP e studia nuovi fenomeni, strumenti e tendenze della comunicazione sia a livello nazionale che a livello internazionale al fine di informare e aggiornare costantemente i propri soci e i professionisti delle RP.
Come iscriversi a FerpiInnanzitutto è necessario verificare di esserne in possesso dei requisiti per l’iscrizione all’associazione.Compilare la relativa scheda d’iscrizione, sottoscriverla e farla sottoscrivere ad un socio presentatore. Se non si conosce nessuno si può contattare il delegato regionale Ferpi. L’iscrizione all’elenco dei “Soci Professionisti” è soggetta ad un colloquio con la Commissione di Ammissione e di Verifica, che indicativamente ha una durata di trenta minuti. L’iscrizione all’elenco dei “Soci Associati” avviene tramite valutazione della documentazione della stessa Commissione. Per aderire a Ferpi è inoltre necessario condividere lo Statuto, i Documenti costitutivi, il Codice di Comportamento Professionale della Federazione, il Codice di Comportamento Professionale IPRA, il Codice di Etica CERP e gli altri Codici e Documenti recepiti da Ferpi.
Requisiti per l’iscrizione:All’elenco dei Soci Professionisti possono iscriversi coloro che attestino il possesso di almeno una delle tre seguenti condizioni:• almeno cinque anni di attività professionale di Relazioni Pubbliche;• almeno tre anni di attività professionale di Relazioni Pubbliche e un titolo di laurea in “Relazioni Pubbliche” o altro titolo di laurea equiparabile;• almeno cinque anni di attività di docenza in forma preminente, nella materia di Relazioni Pubbliche o in materie omogenee.
Soci AssociatiAll’elenco dei Soci Associati possono iscriversi coloro che sono in possesso di almeno una delle seguenti condizioni:• sono laureati in “Relazioni Pubbliche” o “Scienze della Comunicazione” o che possiedono altro titolo di laurea equiparabile, e che abbiano iniziato una attività professionale di Relazioni Pubbliche;• presentano una documentazione che attesti almeno due anni di attività professionale di Relazioni Pubbliche ininterrotta.
Tutti i documenti e le informazioni necessarie all’iscrizione sono disponibili sul sito www.ferpi.it.
by Gianluca Comin, Presidente Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana
Nella foto Il Presidente di Ferpi Gianluca Comin
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ARRIVI&PARTENZE | ADR
ultimo romanzo di Federico Moccia sbarca in aeroporto. L’autore ha presentato,
presso la libreria “Titoli” dell’aeroporto Leonardo da Vinci, il suo ultimo lavoro
dal titolo “L’uomo che non voleva amare” edito da Rizzoli. Abbandonati i romanzi
d’amore rivolti ai giovanissimi, ci propone un romanzo denso e inaspettato che
segna un nuovo passo per un autore tanto amato dai lettori. La storia, infatti,
non è incentrata sulle vicende sentimentali di giovani adolescenti ma su un uomo, Tancredi,
affascinante e ricchissimo, ma lacerato da una ferita del passato che lo rende incapace di amare.
ecine i tifosi in aeroporto in attesa della Juventus, in arrivo a Roma per
l’incontro con la Lazio. Particolarmente calorosa l’accoglienza tributata
ad Alex Del Piero che è stato accolto da una vera e propria ovazione. Ai
supporter della squadra bianconera d’improvviso si sono uniti decine di
Papa Boys in partenza dopo la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II.
In pochi minuti, quando è comparso il pullman della formazione davanti al
Terminal 1, si è scatenato il passaparola tra i ragazzi.
ozze d’argento per Cathay Pacific Airways con
l’aeroporto Leonardo da Vinci. La compagnia
ha festeggiato il 25°anniversario del primo
volo diretto tra Roma e Hong Kong. Al gate per
l’imbarco del volo CX 292 in partenza alle 12.30,
tutti i passeggeri hanno ricevuto uno speciale saluto da parte
di Rupert Hogg, Sales & Marketing Director di Cathay Pacific
Airways, che ha poi, nel corso di una cerimonia, tagliato una
torta augurale con il logo dei 25 anni assieme a Elia Pistola,
Direttore Aviation di Aeroporti di Roma.
aeromobile A380 di Emirates è atterrato per la prima
volta a Roma. Due i voli operati con il gigante dei
cieli: volo EK 97 in partenza da Dubai alle 08:55 e
in arrivo a Roma alle 13:15 e volo EK98 in partenza
da Roma alle 16:45 con arrivo a Dubai alle 00:35 del
giorno successivo. Un’occasione unica per i passeggeri italiani,
che viaggeranno in arrivo o in partenza da Roma il 6 giugno, per
volare sull’aereo più famoso al mondo. Con 14 Suite Private di First
Class, 76 di mini-pod in Business Class e 427 posti in Economy
Class, l’A380 offre comfort, relax e rispetto per l’ambiente.
Federico Moccia
Juventus
Cathay Pacific Airways Emirates a Roma con l’A380
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