"Scollinare" a Valdagno
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L’elaborato vuole solo essere un’idea, un abbozzo per un progetto attuabile in
tutto il complesso collinare della vallata.
Il percorso, che si snoda toccando le contrade Novella-Massegnan-Fornari-Cecchetti-Lovo-Rossati-Bernardi-Mucchione, costituisce solo un esempio, uno
spunto per valorizzare, amare e vivere il nostro territorio, le sue bellezze e le sue risorse naturali e culturali.
Soprattutto i ragazzi hanno bisogno di riavvicinarsi all’ambiente naturale, di riprendere contatto con quello “stare all’aria aperta” che un tempo riempiva le
loro ore di svago. Negli spazi urbani hanno perso il contatto con la terra, con il succedersi delle stagioni. Si ama ciò che si conosce. I giovani hanno bisogno di conoscere le bellezze del loro territorio per poterlo apprezzare e rispettare.
La nostra valle, per chi arriva dalla strada statale, s’ inerpica e si restringe
incorniciata all’orizzonte dallo scenario naturale delle Piccole Dolomiti. Via via più stretta e profonda, trova spazio e respiro nelle colline circostanti:
qui lo sguardo si distende e si rassicura.
C
Concorso “Un’Idea per la Vallata”
“SCOLLINARE” A VALDAGNO
MAPPA DELLA ZONA
DI FATTURA SECENTESCA
Un percorso tra le colline della nostra vallata per riscoprirne gli aspetti singolari e ritemprare spirito e corpo.
Le colline della Valle dell’Agno
non hanno l’abbagliante imponenza o la superba
maestosità della montagna;
la loro è una bellezza più modesta e riservata, ma altrettanto dolce
ed appagante. Le colline locali non hanno nulla a che invidiare, dal punto di vista
paesaggistico, a quelle toscane: strade e sentieri sono più irti e
più ristretti gli spazi, ma più varia
si presenta la vegetazione sia per gli alberi ad alto fusto che per il
sottobosco. Non s’annoia il visitatore che ora indugia su radure boschive, sulle
rive soleggiate, ora s’attarda su prati sfalciati o su campi bordati
da “siese”. Filari di viti, ciliegi, gelsi si protendono verso il cielo e
rigagnoli serpeggiano verso il fondo valle.
Paesaggio naturale e paesaggio
antropico s’intrecciano: nelle contrade le case si addensano le
une alle altre, raramente in stato d’abbandono.
Molto spesso riportate
all’originaria bellezza con restauri conservativi, mantengono traccia
del loro passato nelle “teze”, negli affreschi a soggetto sacro della
facciata, nei capitelli, espressione
della “pietas” e dell’arte popolare. E ancora forni, fontane, macine testimoniano usi e costumi della
popolazione locale.
Veduta sui Fornari
Gelsi
Fienile C.da Miotti
Contrada Massegnan
Filari di viti si tingono di rosso porpora e i cachi ostentano i loro frutti dorati, quasi arance mature,
impazienti di essere colte. E le loro sorelle minori, le piccole “papole”, si riuniscono in grappoli per farsi notare. Ciclamini profumati persistono nel sottobosco e i lanternini arancio dell’alchechengi si preparano alla breve luce del prossimo inverno.
Fra le erbe reclinate si fa guardare il colchico, zafferano selvatico. Con l’avanzare del freddo persistono i sempreverdi, le rosse bacche del pungitopo, delle rose canine, del tamaro che s’abbarbica insieme alle
edere. Anche le felci non temono il gelo. La neve ora può scendere e ricoprire ogni cosa con la sua
candida coltre.
La vegetazione e le stagioni In questa zona collinare il clima
d’inverno è mite, perché la collina è più
soleggiata della valle e quasi sempre
sgombra dalla nebbia. Nelle serate estive
l’altitudine, seppur modesta, protegge
dalla calura e dall’afa.
La vegetazione di questi luoghi regala
forti impatti cromatici sia nella stagione
primaverile che autunnale.
A mano a mano che il caldo avanza, sugli spuntoni rocciosi traboccano cascate di saponaria
dai piccoli fiori fucsia. Sui macchioni violacei s’ insinua
prepotente il giallo sfolgorante del ginestrino, a grappoli. E intanto nelle radure più umide e
fresche si protendono a guardare il cielo i piccoli cerulei occhi della madonna e l’azzurra miosotide di
cui non ci si può scordare. Sui rigagnoli si specchiano grossi
ranuncoli gialli, vanitosi dei loro bottoni d’oro. Lungo i sentieri si allineano i “ciucci” rosa e fucsia
delle false ortiche. Con la piena estate il campo s’ inonda di margherite dalle
grandi corolle, di solari tarassachi,
di trifogli vestiti di rosso magenta.
Il verde sembra allora retrocedere per far spazio ai prepotenti colori della vegetazione.
La prima acerba fioritura è quella del corniolo, quasi una nuvola gialla sospesa fra i rami ancora secchi. Spuntano le delicate gemme argentate del gattice e poi l’impalpabile bianco e rosa di meli, ciliegi, peschi e prugni.
Sul manto erboso, sciolto l’ ultimo gelo, spiccano macchie di candidi bucaneve. Solo nei punti più elevati, solitari e segreti, si aprono le corolle lattee delle Rose di
Natale, i preziosi ed eleganti ellebori. Alla carezza del sole fa capolino, timido, il lilla delle prime viole, per esplodere poi, più carico, nel tappeto di anemoni e pervinche.
Al viola, in armonico contrasto, si oppone il giallo di primule in frotte. Gli arbusti si risvegliano: il nocciolo, il sambuco, il prugnolo sono pronti a fogliare,
mentre la rosa canina ed il biancospino già fioriscono.
“SCOLLINARE”A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
Con l’autunno gli alberi, stanchi di tanto sole, si preparano al letargo; nel versante più
settentrionale faggi, olmi e più a sud carpini, orni, frassini fan nevicare le loro foglie; il morbido tappeto del fogliame fruscia fra le mani del vento. Le grandi querce offrono i loro frutti ai roditori; castagne, noci, nocciole sorridono tra i rami. E d’improvviso sembra che
un pittore si sia sbizzarrito a pennellare di salmone, di rosso vinaccia, di senape e giallo, di terra di Siena, di verdi e marroni dai toni ora spenti ora accesi.
IL PERCORSO
Il tragitto indicato nella cartina segue un tracciato che parte dalla contrada Novella
(alt. 434 m); questa si raggiunge da Valdagno Nord imboccando via Cornetto.
Si sale, lasciando sulla destra la contrada Lucchetta e, dopo circa un chilometro di tornanti, si arriva appunto a Novella.
Da qui inizia il percorso che si sviluppa ad anello toccando le contrade Massegnan, Fornari, Cecchetti, Lovo, Rossati di sotto, Rossati di sopra, Bernardi, Mucchione, per ritornare quindi a Massegnan e Novella. (1)
Lungo il percorso si snodano numerosi sentieri di notevole interesse naturalistico, mineralogico e geologico. L’itinerario non è difficile: le strade sono asfaltate, il tempo di percorrenza necessario è di circa 2,5 ore, la lunghezza di 9,5 Km, il
dislivello non supera i 250 metri. (2)
MAPPA
Sentiero “Le Fosse”
Palestre di Roccia
Piccole Dolomiti
Da Valdagno
“SCOLLINARE” A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
(1) Ricordiamo, per esempio, il sentiero delle Fosse di Novale che s’inerpica dalla contrada Lovo:
costituisce un importantissimo percorso didattico per i fossili e i minerali ivi rinvenuti.
(2) Novella 434 m; Massegnan 446 m; Fornari 477
m; Miotti 429 m; Cecchetti 500 m; Rossati di sopra 557 m; Bernardi 670 m; Mucchione 582 m; Priara 532 m; Passo dello Zovo 634 m; Monte Civillina
962 m; Spigolo Grosso 887 m; Mucchione 709 m.
Casa storica ai Miotti
Panoramica di Valdagno Pianoro sotto il Mucchione
Cengiati di Novale
Anello principale
Anello alternativo breve ma ripido
Deviazione per i Miotti
Sentiero didattico “Le Fosse”
BREVE CENNO MINERALOGICO SULLE
“FOSSE DI NOVALE”
Nel dilavamento di tufo basaltico e nelle vallette limitrofe si possono rinvenire molte
varietà di minerali: ilmenite, magnetite, limonite, quarzo, pirosseni, granati, zirconi e rari zaffiri (corindoni).
Nel 2002 il ricercatore Paolo Storti ha rinvenuto un grosso zircone di dimensioni eccezionali: 24x22 mm., 33,3 ct.
Nel 2005, sempre a Novale, sono stati rinvenuti due zaffiri blu di grandi
dimensioni. Il più piccolo è in esposizione al Museo
civico di Montecchio Maggiore (VI).
RICETTE
PISACAN SALTATI Ingredienti per 6 persone:
-1 kg. di pisacan -30 gr. di olio d’oliva
-100 gr. di pancetta -2 spicchi d’aglio -sale, pepe
Come si preparano Lavare e mondare le piantine.
Metterle in acqua salata e farle bollire per circa 30 minuti. Scolarle accuratamente e metterle in una
padella con l’olio, la pancetta ben tritata e gli spicchi d’aglio interi. Lasciare stufare per almeno 20 minuti.
Togliere gli spicchi d’aglio e servire i pisacan bollenti.
Sono perfetti come contorno di arrosti e lessi.
FRITTELLE DI RISO E MARESINA
Come si preparano Cuocere, fino al
disfacimento, del riso vialone nano in acqua
salata, così da ottenere alla fine una specie di pappa cremosa. Lasciarla raffreddare e quindi
incorporare tanta farina bianca quanta ne occorra per avere un composto della
consistenza di un morbido purè. Dopo un riposo ulteriore di almeno un paio d’ore, la pasta di riso e farina così
ottenuta sarà pronta per essere fritta a cucchiate in abbondantissimo olio ben caldo, appoggiando e premendo su
ciascuna “fritola” una o due foglie di maresina.
L’altra variante, più conosciuta, è con la sardina, che va appoggiata al posto della maresina.
“SCOLLINARE” A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
LA COLLINA E I SUOI PRODOTTI TIPICI Sul posto esistono già alcuni ristoranti: ai Novella “La Terrazza” (da
valorizzare per la grande balconata panoramica che domina Valdagno), la
trattoria “ai Rossati”, l’agriturismo “Al Ranch” (tra Rossati di sopra e Bernardi), la trattoria “Chiesetta del Muccion”.
Sono già noti ed apprezzati i tradizionali piatti veneti, ma merita di essere riscoperta l’antica usanza, oggi riproposta da raffinate locande del Vicentino, di far uso di prodotti tipici strettamente locali e stagionali, ad esempio delle
“erbette primaverili”. Questa località collinare è infatti ricca, grazie al clima e alla posizione,
d’erbaggi commestibili prelibati, dal sapore ora intenso ed amarognolo, ora delicatamente dolce o garbatamente asprigno.
Qui un cuoco si può sbizzarrire con un’offerta stagionale
assolutamente tipica: risotto o zuppe d’ortiche, risotto agli asparagi di monte, ai “bruscandoli”, ai “ruschi”, fettuccine ai “carleti”, pasta al pesto di tarassaco, risotto
ai fiori di tarassaco, “bigoli” con la “maresina”, col broccolo “fiolaro”, crespelle con salsa di rosa canina…
Quando poi fioriscono le morchelle, come dimenticare le raffinatissime tagliatelle alle spugnole? Gustosissimi anche i risotti di chiodini, che qui spuntano nelle vallette
più umide. I primi germogli ci offrono anche tenere insalate: d’erba
cipollina, di tarassaco, di cardi, di “rampusoli”; quelli del luppolo sono ottimi bolliti. E per chiudere potremmo deliziare il nostro palato con
una crostata alla marmellata di sambuco, di rosa canina, di frutti di corniolo; oppure con le ghiotte frittelle di “maresina”.
I più grandi possono concedersi un liquore all’erba menta, all’erba Luigia o un po’ di grappa alla ruta o alle
fragoline di bosco… La nostra collina ci regala un mondo di sapori, profumi e colori da scoprire, da amare e da vivere.
È a due passi… Non dimentichiamola.
RISO CON I BRUSCANDOLI
Ingredienti per 4 persone: -300 gr. di riso vialone nano
(oppure carnaroli) -300 gr. di bruscandoli di siepe -una cipolla grossa
-un lt. di brodo di carne -50 gr. di burro -2 cucchiai d’olio d’oliva
-50 gr. di grana grattugiato -sale e pepe
Come si preparano Appassire in olio extravergine d’oliva una cipolla finemente
affettata. Tritare i bruscandoli ed unirli al soffritto rimestando
delicatamente; aggiungere il riso, tostandolo per qualche minuto; versare il brodo, poco
per volta, fino a cottura ultimata.Mantecare con il burro ed il parmigiano.
Sale e pepe q.b.
BIGOLI ALL’ERBA MARESINA
Come si preparano
Appassire in olio extravergine d’oliva abbondante cipolla finemente
affettata. Bagnare con stille d’aceto di vino bianco, con brodo di carni bianche e
con un po’ di vino. Fare sobbollire per una mezz’ora, poi unire alcune foglie
di maresina e qualche pezzetto di sarda salata. Lasciar cuocere ancora per qualche
minuto, quindi passare il tutto al passaverdura con il disco più fino. “Saltare” con la salsa ottenuta i bigoli,
cospargendoli di parmigiano.
CRÊPES ALLA ROSA CANINA
Ingredienti per 4 persone: -1 uovo
-2 cucchiai di farina -150 gr. di latte
-sale -marmellata di rosa canina -zucchero a velo
Come si preparano
Mescolare l’uovo aggiungendovi la farina, il latte, sale e noce moscata fino ad ottenere un composto omogeneo liquido. In una
padellina antiaderente versare un mestolino del preparato fino ad ottenere una pasta sottile e cucinare per qualche secondo a
fuoco lento. Farcire le crêpes con la marmellata, chiuderle a triangolo e disporle
su un piatto, decorandole con zucchero a velo.
La collina come attrattiva:
cosa fare?
“SCOLLINARE” A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
Siamo abituati a vedere la collina come
periferia, appendice della città, ristretto spazio
naturale per pochi salutisti. Dobbiamo cambiare prospettiva, considerare la collina parte integrante e privilegiata dello
spazio urbano. Essa può infatti costituire uno scenario ideale
per cultura, sport, tempo libero, benessere. Immaginiamo la collina e i suoi spazi più aperti dotati di strutture idonee a svariate
attività: tabelle e cartelli indicanti sentieri per
escursioni e passeggiate a cavallo,
itinerari per bici e mountain bike, percorsi didattici a tema;
percorsi attrezzati per footing, trekking; spazio palestra di roccia; piccolo campo da golf;
punti di ristoro per soste brevi (chioschi, strutture prefabbricate);
area pic-nic, parco giochi, campo calcetto;
spazio protetto per bagni di sole;
piccolo centro benessere (sfruttando, ristrutturando edifici del luogo) per bagni di fieno, sauna, massaggi ecc...
Bed and breakfast; formule baby club e junior club, con la
collaborazione di studenti del territorio per attività ricreative (animazione, laboratorio di disegno ecc...) e
scolastiche.
Se la collina ha mantenuto nel tempo la sua bellezza ed il suo fascino, sono cambiate per lo più le esigenze dei visitatori, che non
aspirano più solo alla contemplazione della natura, all’aria buona ed al relax. Vorrebbero magari attardarsi in un luogo ombreggiato per ristorarsi, sostare per ammirare il paesaggio da un punto privilegiato, rifocillarsi in un’osteria tipica, rallegrarsi guardando i bambini giocare all’aperto.
Questa antropizzazione non deve tuttavia violare il paesaggio, talvolta storpiato da interventi edilizi privi di memoria storica. Le case dovrebbero mantenere il loro sapore di pietra, sasso e legno, il profumo di panni stesi e di balconi fioriti. La loro originaria bellezza, mai leziosa o civettuola, sta tutta in una ritrosa scontrosità percorsa di gentilezza.
Picchio Muratore Scoiattolo Europeo
Fontana. C.da Cecchetti
Particolare: fontana C.da Massegnan C.da Miotti
Sentiero “Le Fosse”
“SCOLLINARE” A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
PERCHE’ L’ESCURSIONE IN COLLINA
La collina si presta alla camminata, al percorso in bici, in mountain
bike, a cavallo. Il suo ambiente esalta il rapporto uomo – natura: il procedere, facile e tranquillo, avviene in silenzio, l’aria è pulita, gli occhi si ristorano. Il gitante, dopo lo stress della sedentaria giornata, si riappropria del suo corpo, delle sue forze, s’immerge nel paesaggio e ne esce riappacificato con sé e con gli altri, risollevato fisicamente e psicologicamente. Ma la collina non è solo benessere, salute; essa è cultura, storia, geografia, scienze, arte, folclore e, perché no, svago e buona tavola.
Per trarre godimento da una bella camminata non serve altro che un po’ di tempo, un po’ di passione per la natura…e un buon paio di scarpe.
Bibliografia: Il Vicentino nelle mappe della Biblioteca Bertoliana. Le montagne, Tav. 12. Recoaro e Rovegliana. Sec. XVII. L. Curti – S. Scortegagna, Erbario Vicentino, un’ antologia floristica, BPV 1992. D. Fabrinetti, Natura nella Valle dell’Agno. A passeggio fra i monti Civillina e Scandolara, Sez. WWF, 2006.
Foto e Disegni: tutte le foto sono state scattate, sul posto, da chi ha curato il presente lavoro. Per lo Scoiattolo e il Picchio
si ringrazia il prof. Doriano Fabrinetti. Disegni: Salma Benkaleq Veronica Falco, Ilaria Graziani e Elisa Scarpa.
Grafica e stampa: Luca Ciani (Ass. Tecnico Ipsia Luzzatti).
Alunne: Claudia Grandis, Elodie Montagnoli, Sofia Savegnago classe 2^ A OSS Ipsia “Luzzatti” Valdagno.
Docente: Prof. ssa Donatella Tecchio
Docente e alunne ringraziano Luca per la preziosa collaborazione.
Paesaggio autunnale loc. Fornari Contrada Massegnan
La collina è un paesaggio che sai ma non conosci.
Sempre nuovo il suo verde fiorito e d’un azzurro improbabile il cielo. Ogni volta ti sorprende il suo profilo. Con gli occhi percorri i fianchi erbosi dei declivi ed indovini l’acqua scrosciante. Sole o bruma ti accarezzano. Di foglie o di terra respiri il sentore. E le contrade ti sorridono e ti senti meno solo.
Filari di viti si tingono di rosso porpora e i cachi ostentano i loro frutti dorati, quasi arance mature,
impazienti di essere colte. E le loro sorelle minori, le piccole “papole”, si riuniscono in grappoli per farsi notare. Ciclamini profumati persistono nel sottobosco e i lanternini arancio dell’alchechengi si preparano alla breve luce del prossimo inverno.
Fra le erbe reclinate si fa guardare il colchico, zafferano selvatico. Con l’avanzare del freddo persistono i sempreverdi, le rosse bacche del pungitopo, delle rose canine, del tamaro che s’abbarbica insieme alle
edere. Anche le felci non temono il gelo. La neve ora può scendere e ricoprire ogni cosa con la sua
candida coltre.
La vegetazione e le stagioni In questa zona collinare il clima
d’inverno è mite, perché la collina è più
soleggiata della valle e quasi sempre
sgombra dalla nebbia. Nelle serate estive
l’altitudine, seppur modesta, protegge
dalla calura e dall’afa.
La vegetazione di questi luoghi regala
forti impatti cromatici sia nella stagione
primaverile che autunnale.
A mano a mano che il caldo avanza, sugli spuntoni rocciosi traboccano cascate di saponaria
dai piccoli fiori fucsia. Sui macchioni violacei s’ insinua
prepotente il giallo sfolgorante del ginestrino, a grappoli. E intanto nelle radure più umide e
fresche si protendono a guardare il cielo i piccoli cerulei occhi della madonna e l’azzurra miosotide di
cui non ci si può scordare. Sui rigagnoli si specchiano grossi
ranuncoli gialli, vanitosi dei loro bottoni d’oro. Lungo i sentieri si allineano i “ciucci” rosa e fucsia
delle false ortiche. Con la piena estate il campo s’ inonda di margherite dalle
grandi corolle, di solari tarassachi,
di trifogli vestiti di rosso magenta.
Il verde sembra allora retrocedere per far spazio ai prepotenti colori della vegetazione.
La prima acerba fioritura è quella del corniolo, quasi una nuvola gialla sospesa fra i rami ancora secchi. Spuntano le delicate gemme argentate del gattice e poi l’impalpabile bianco e rosa di meli, ciliegi, peschi e prugni.
Sul manto erboso, sciolto l’ ultimo gelo, spiccano macchie di candidi bucaneve. Solo nei punti più elevati, solitari e segreti, si aprono le corolle lattee delle Rose di
Natale, i preziosi ed eleganti ellebori. Alla carezza del sole fa capolino, timido, il lilla delle prime viole, per esplodere poi, più carico, nel tappeto di anemoni e pervinche.
Al viola, in armonico contrasto, si oppone il giallo di primule in frotte. Gli arbusti si risvegliano: il nocciolo, il sambuco, il prugnolo sono pronti a fogliare,
mentre la rosa canina ed il biancospino già fioriscono.
“SCOLLINARE”A VALDAGNO
..Il benessere a due passi…
Con l’autunno gli alberi, stanchi di tanto sole, si preparano al letargo; nel versante più
settentrionale faggi, olmi e più a sud carpini, orni, frassini fan nevicare le loro foglie; il morbido tappeto del fogliame fruscia fra le mani del vento. Le grandi querce offrono i loro frutti ai roditori; castagne, noci, nocciole sorridono tra i rami. E d’improvviso sembra che
un pittore si sia sbizzarrito a pennellare di salmone, di rosso vinaccia, di senape e giallo, di terra di Siena, di verdi e marroni dai toni ora spenti ora accesi.