Scienza e Teatro al Planetario di Roma: strategia, esperienze, riflessioni

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    Scienza e Teatro al Planetario di Roma:strategia, esperienze, riflessioni

    Science and Theatre at the Rome Planetarium:strategy, experiences and some thoughts

    Giangiacomo GandolfiGabriele CatanzaroStefano GiovanardiGianluca MasiPlanetario di Roma, Zetema Progetto Cultura, Piazza Giovanni Agnelli snc, 00144 Roma. E-mail: [email protected];[email protected]; [email protected]; [email protected]

    Vincenzo VomeroMusei Scientifici e Planetario di Roma, Comune di Roma, Piazza Giovanni Agnelli snc, 00144 Roma.

    E-mail: [email protected]

    1SCIENZA E TEATRO AL PLANETARIO DI ROMA: STRATEGIA, ESPERIENZE, RIFLESSIONI

    Buone pratiche

    MUSEOLOGIA SCIENTIFICA nuova serie 6(1-2): ??-?? 2012

    INTRODUZIONE

    Lincontro tra Scienza e Teatro ormai da moltotempo pratica diffusa, sia a livello nazionale cheinternazionale, al punto da far nascere un neologi-smo, una nebulosa e mal definita sintesi semantica:quella del Teatro-Scienza. Non esiste assolutamenteconsenso sulla definizione del nuovo genere(ammesso che di genere si possa parlare), ma in

    generale si concorda sul fascino e lefficacia di questomatrimonio tra ambiti apparentemente lontani, rico-

    INTRODUCTION

    The meeting of Science and Theatre has been awidespread practice for a long time, both nationallyand internationally. Indeed it has given rise to aneologism, a nebulous and ill-defined semanticsynthesis: Science Theatre. There is absolutely noconsensus on the definition of the new genre (if we cantalk about a genre), but there is general agreement on

    the charm and effectiveness of this marriage betweenseemingly distant worlds, with recognition of their

    ISSN 1123-265X

    RIASSUNTONella sua attivit ormai quasi decennale il Planetario e Museo Astronomico di Roma si lungamente confron-tato con il dibattuto tema dellapproccio teatrale alla Comunicazione della Scienza, elaborando al riguardouna filosofia ben precisa, che si sviluppa secondo tre parole chiave: eterogeneit, inclusivit e professionismo.La strategia di lungo corso che ne risulta, coerentemente con la mission pi ampia di integrazione della cul-tura astronomica in quella globale e di stimolo emotivo anzich didattico/nozionistico, prevede lesplorazio-ne e la sperimentazione di un articolato continuum di formati e si muove con gradualit e ininterrotta elabo-razione critica dal formato pi semplice al pi complesso. A tuttoggi nella sala e nel museo adiacente si sonoavvicendate lezioni, conferenze-spettacolo, letture, letture teatrali, animazioni, performance attoriali, mono-loghi e veri e propri science play.

    Parole chiave:musei, science centre, planetari, teatro, astronomia.

    ABSTRACT

    In almost a decade, the Rome Planetarium and Astronomical Museum actively participated to the debate aboutScience Communication and Theatre. While producing interdisciplinary public events and projects, a specificphilosophy was elaborated, developing three important conceptual keywords: Heterogeneity, Inclusiveness,Professionism. These keywords sustain a wide exploration of all possible formats along the performativityspectrum, seen as a continuum ensemble of legitimate communication models. Such a scheme, highly consistentwith the planetarium mission of integrating the astronomical and scientific culture in the broader humanisticcontext, encourage lectures, animations and live shows as well as readings, actorial performances and scienceplays, always focusing on emotional and intelectual stimuli.

    Key words:museum, science centre, planetarium, theatre, astronomy.

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    noscendogli straordinarie virt nellambito dellacomunicazione scientifica (per una rassegna deipunti di vista in gioco cfr. Gandolfi, 2010).Per la verit, linteresse e la diffusione di tale approc-

    cio sembrano largamente strumentali ed asimmetrici:scienziati e comunicatori sfruttano il palcoscenico ele sue convenzioni per promuovere la conoscenzascientifica in modo accattivante, mentre il mondoteatrale coglie suggestioni e temi della scienza inmisura ancora piuttosto limitata, e soprattutto epi-dermica (anche se eccezioni di grande successocome Copenhagen e Infinities hanno acceso ildibattito e scatenato entusiasmi). Proprio questaambiguit e problematicit rappresentano per noi unpotente stimolo alla riflessione teorica e alla speri-mentazione sul campo, motivando unintensa e siste-matica attivit intorno e allinterno della cupola del

    Planetario, concepita per dar vita, profondit e uma-nit alle mille storie della scienza del cielo.

    APPROCCIO AL TEATRO-SCIENZA

    Il Planetario di Roma, fin dal suo esordio nel 2004,ha collocato il tema del Teatro-Scienza in uno sche-ma ampio e organico di strategia della comunicazio-ne, negandogli un carattere di eccezionalit ed estra-neit alle proprie attivit istituzionali. In fondo, unavolta abbandonate le ingenue convenzioni ottocen-tesche del Public Understanding of Science e le suepretese paternalistico-missionarie di trasmissionetop-down di conoscenze accademiche in chiave

    didattica, si tratta di riconoscere lesistenza di unacostellazione di forme comunicative e soprattutto diuna componente creativo-attoriale in qualunquemodalit di narrazione dal vivo del cielo, delluniver-so e degli astronomi coinvolti nella sua esplorazione.La stessa forma-conferenza, che del PUS vero eproprio paradigma, contiene, fin dallepoca dellIllu-minismo e del Positivismo, evidenti elementi di spet-tacolo nella sua accezione pi ampia e un frequenteuso di espedienti teatrali, che vanno dallattenzioneal contesto scenografico, alle tecniche di declama-zione, alla manipolazione delle convenzioni retori-che.

    In questottica possibile individuare un vero e pro-prio spettro di forme comunicative sempre picomplesse che, dalla predominanza della componen-te orale in un impersonale e lineare racconto-de-scrizione della scienza, passano gradualmente allamolteplicit delle voci, alla valorizzazione delle-spressione corporea, alle tessiture della fiction comestrumento di coinvolgimento emotivo e stimolo allariflessione personale.Il nostro approccio pu essere in definitiva sintetiz-zato da tre parole chiave, che fanno perno su questoconcetto di spettro comunicativo, riconoscendonespecificit e ampiezza di competenze: eterogeneit,

    inclusivit e professionismo.

    extraordinary virtues in the context of scientificcommunication (for a review of viewpoints cf.Gandolfi, 2010).Nevertheless, the interest and diffusion of this

    approach seem largely instrumental and asymmetric:scientists and communicators exploit the stage and itsconventions to promote scientific knowledge in anappealing way, while the theatrical world acceptssuggestions and scientific topics only to a ratherlimited and superficial degree (although highlysuccessful exceptions such as Copenhagen andInfinities have sparked debate and enthusiasm). Yetthis ambiguity and these problems represent apowerful stimulus to theoretical analysis andpractical experimentation, motivating an intense andsystematic activity around and inside thePlanetariums dome designed to give life, depth and

    humanity to the thousands of stories of astronomy.

    APPROACH TO SCIENCE THEATRE

    From its opening in 2004, the Rome Planetarium hasincluded Science Theatre within a large,comprehensive communication strategy, refusing toconsider it exceptional and alien to its institutionalactivities. After all, once the naive 19th-centuryconventions of Public Understanding of Science(PUS) and its paternalistic-missionary pretentionsof top-down educational transmission of academicknowledge are abandoned, we can recognize theexistence of a constellation of communication formsand especially a creative-theatrical component inany method of live narration of the sky, the universeand the astronomers involved in its exploration. Sincethe time of the Enlightenment and Positivism, the talkformat, the true paradigm of PUS, has containedobvious elements of entertainment in its broadest senseand the frequent use of theatrical expedients such asattention to scenography, declamation techniques andmanipulation of rhetorical conventions.In this regard, it is possible to identify a truespectrum of increasingly complex communicationforms: from predominance of the oral component inan impersonal and linear story-description of science,

    they gradually shift to multiplicity of voices, toenhancement of body expression, to fictionalcompositions as a tool for emotional involvement andstimulus for personal reflection.Our approach can be summarized by three keywords revolving around this concept of acommunication spectrum, with recognition of itsspecificity and breadth of expertise: heterogeneity,inclusiveness and professionalism.

    Heterogeneity

    As briefly mentioned above, the communicationspectrum is characterized by a wide variety of

    formats, by a heterogeneity which is an intrinsic

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    3SCIENZA E TEATRO AL PLANETARIO DI ROMA: STRATEGIA, ESPERIENZE, RIFLESSIONI

    Eterogeneit

    Lo spettro comunicativo, come in parte anticipato, caratterizzato da una grande variet di formati, dauneterogeneit che certamente un valore intrinse-

    co da apprezzare e approfondire. Eterogeneit, tut-tavia, non significa caos. Per mettere ordine, purprovvisoriamente, abbiamo tentato di costruire unaprogressione di modalit comunicative, introducen-do il concetto di performativit (fig. 1).Per performativit, dallaccezione comune del termi-ne inglese performance, si intende qui il grado diteatralit del gesto comunicativo. Quanto piaumenta il ricorso allespressione corporea, al soste-gno della musica e delle immagini, alla recitazione ealle strutture della fiction, tanto pi cresce la perfor-mativit, che va dunque vista come una miscela diazioni creative. Spostarsi lungo questo asse significa

    aumentare la complessit del formato e, in media,perdere sempre pi la componente improvvisativa,facendo ricorso a sceneggiature, prove, tecnichemnemoniche.Lo spettro comunicativo nel suo insieme un conti-nuum, in cui si passa in modo graduale da un formatoallaltro: esistono infinite varianti, casi e sottocasi diciascuno dei formati (inseriti in figura 1 solo parzial-mente e a titolo esemplificativo).

    Inclusivit

    La parola chiave inclusivit si riferisce alla scelta delPlanetario di Roma di considerare praticabile lintero

    spettro dei formati. Essi sono delle risorse a prioritutte valide e meritevoli di esplorazione, anche senon sono evidentemente tutte equivalenti dal puntodi vista dellefficacia comunicativa e dellimpattoemotivo. Non viene dunque disdegnato alcun forma-to, neppure quello forse abusato della conferenza,ma viene posta molta cura nella scelta, che si prefig-ge di ottimizzare la comunicazione in funzione ditematiche, contenuti, target, obiettivi e gradimentodel pubblico.La sperimentazione ha finora privilegiato, per motivistorici e di competenze (vedi il paragrafo successi-vo), la parte sinistra dello spettro, ma grazie a una

    value to be appreciated and explored. However,heterogeneity does not mean chaos. To bring someorder, even if only provisionally, we have tried toconstruct a progression of communication modes,

    introducing the concept of performativity (Fig. 1).By performativity we mean the degree oftheatricality of the communication act. Theperformativity increases as the use of bodyexpression, music and images, acting and fictionalstructures increases; hence, performativity should beseen as a mixture of creative actions. Moving alongthis axis means increasing the complexity of theformat and, on average, losing more and more of theimprovisational component, making use of scripts,rehearsals, mnemonic techniques. The communicationspectrum on the whole is a continuum, graduallypassing from one format to another, although there

    are endless variations, cases and sub-cases of eachformat (only partially included in Figure 1 forillustration purposes).

    Inclusiveness

    Inclusiveness refers to the Rome Planetariums choiceto consider practicable the full spectrum of formats.They are all valid resources worthy of exploration,even if they are not all equivalent from the point ofview of communication efficacy and emotionalimpact. Thus no format is disdained (even theperhaps abused one of the talk) but much care is givento their selection, aimed at optimizing communication

    in terms of topics, contents, targets, objectives andvisitor satisfaction.Thus far, the experimentation has favoured the leftside of the spectrum for reasons of history andavailable expertise (see next section). However,thanks to a large number of external collaborationsthe right side is gradually expanding, with the aim ofexploring the extreme of science play, TheatreScience on stage.

    Professionalism

    The left end of the spectrum requires the expertise of ascience communicator with good rhetorical skills

    Fig. 1. Fig. 1. Lo spettro continuo dei formati comunicativi con performativit crescente.The continuous spectrum of communication formats with increasing performativity.

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    nutrita serie di collaborazioni esterne si sta allargan-do gradualmente a quella destra, con lintento diesplorare sempre pi approfonditamente lestremodello science play, il Teatro-Scienza da palcoscenico.

    Professionismo

    Se allestremo sinistro dello spettro si richiedono lecompetenze di un comunicatore scientifico conbuone doti retoriche (e di dizione, emissione, inter-pretazione), allestremo destro necessaria la profes-sionalit di uno o pi operatori teatrali (in collabora-zione con i comunicatori che curano la struttura).Questo significa riconoscere un ruolo essenziale alprofessionismo, senza il quale limpatto comunicati-vo rischia di dissolversi nel dilettantismo, nellamato-rialit, difetti comuni a larga parte delle attuali espe-rienze di contaminazione tra linguaggio teatrale e

    Scienza.Linterazione con il mondo del Teatro perde cos ilsuo limitativo carattere autoreferenziale e muove indirezione di un duplice, ambizioso obiettivo: la realizzazione di un buon numero di produzionioriginali, in cui scienziati e artisti dialogano arric-chendosi reciprocamente; la diffusione e promozione di tematiche scientifi-che anche nel circuito teatrale mainstream.

    DALLO STORYTELLING ALLARAPPRESENTAZIONE TEATRALE

    E lecito chiedersi cosa spinga il Planetario di Romaad esplorare con particolare interesse ed insistenza iformati comunicativi di pi alta performativit, dalmomento che si tratta di produzioni estremamentecomplesse, costose e rischiose. In fondo la strutturapu contare su un cartellone stabile di oltre 60 con-ferenze spettacolo originali ben sperimentate, dialcuni show automatici e su una consolidata tradizio-ne di conferenze standard e lectio magistralis adopera di astronomi ospiti. La risposta implicita nelsistema comunicativo adottato fin dagli esordi: lo-biettivo dichiarato di raccontare storie del cielo, nelcielo e sul cielo, diffondendo la conoscenza del

    panorama stellato e della scienza che lo descrive, masoprattutto integrandola nellalveo pi ampio dellacultura tout court (Gandolfi et al., 2005).Raccontare storie e suscitare emozioni di fronte alpi maestoso dei paesaggi naturali la via maestraper coinvolgere, aumentare la consapevolezza, sti-molare la curiosit, diffondere strumenti critici,accendere il cuore e allo stesso tempo la menterazionale. Questa strategia narrativa, come emergecon forza interdisciplinare dallanalisi di molti criticidella contemporaneit, il nocciolo del cosiddettoStorytelling, una retorica dalle mille sfumature epotenzialit trasformative, in grado di agire su scala

    individuale ma anche sui pi vasti scenari politici,economici e sociali (Salmon, 2008). Il concetto ha

    (plus good diction, voice projection andinterpretation), whereas the right end requires theprofessionalism of one or more theatre workers (incollaboration with the communicators who deal with

    the structure). This means acknowledging theessential role of professionalism, without which thecommunication impact risks dissolving into amateurism,a common defect of most current experiences of mixingtheatrical language and science.In this way, the interaction with the world of theatreloses its limiting self-referential nature and movestoward an ambitious dual goal: the creation of a large number of originalproductions in which scientists and artists engage ina mutually enriching dialogue; the dissemination and promotion of scientific topicsin the mainstream theatrical circuit.

    FROM STORYTELLINGTO THEATRICAL REPRESENTATION

    One might ask why the Rome Planetarium wishes toexplore with such interest and insistence the highest-performativity communication formats, since theproductions are highly complex, costly and risky.All in all, the institution can rely on a stableprogramme of over 60 original, well-tested showtalks, several automatic shows and a long traditionof standard talks and keynote lectures by guestastronomers. The answer is implicit in the

    communication system adopted from the outset: thestated goal of recounting stories of the sky, in the skyand on the sky, spreading knowledge of the starrypanorama and of the science that describes it, whilealso integrating it within the broader basin of generalculture (Gandolfi et al., 2005).Telling stories and evoking emotions in front of themost majestic of natural scenes is the main way toengage people, to raise awareness, to stimulatecuriosity, to disseminate critical tools, and to kindlethe heart and at the same time the rational mind. Thisnarrative strategy, as emerges with interdisciplinaryforce from the analysis of many critics of modernity,

    is the core of so-called storytelling, a rhetoric withmany shades and much transformative potential, ableto act on the individual but also in broader political,economic and social scenarios (Salmon, 2008). Thusfar, the concept has been viewed in a markedly criticalway, almost as if storytelling must necessarily andentirely equate to insidious subliminal pedagogy, asubtle form of control of the masses. In reality,however, it contains its own antidote, the beneficialgerms of a constructive pluralism that dispels theshadows and perils of the single-mindednessthreatening modernity. The scientific world is not freefrom these risks of speaking with a single voice,

    reinforced by the dominant paradigm of accuracyand precision. And it can find in the complexity of

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    5SCIENZA E TEATRO AL PLANETARIO DI ROMA: STRATEGIA, ESPERIENZE, RIFLESSIONI

    finora offerto chiavi interpretative di segno marcata-mente critico, quasi lo storytelling debba necessaria-mente ed integralmente equipararsi ad uninsidiosapedagogia subliminale, ad una subdola forma di con-

    trollo delle masse, ma in realt contiene in s il pro-prio antidoto, i germi benefici di un pluralismocostruttivo che scacci le ombre e i pericoli del pen-siero unico che incombono sulla modernit. Lo stes-so mondo scientifico non esente da questi rischi diunivocit, rafforzati dal paradigma dominante delle-sattezza e della precisione, e pu trovare nella com-plessit della narrazione un potente alleato per stem-perare e ammorbidire il moloch della certezza, perfavorire il dialogo, il dubbio critico, la dialetticadelle visioni. Ecco, in estrema ed efficace sintesi, unapproccio positivo allo storytelling che rovescia laconsueta accusa di ipnopedia e apre promettenti

    orizzonti allapplicazione nel campo della comunica-zione scientifica (e non solo):Il mondo piccolo, ma denso come un frattale. Pernon andare alla deriva, cerchiamo di essere personeinformate dei fatti. Ci ingozziamo di notizie, perritrovarci con pi domande di prima e le pocherisposte, troppo fredde per confortare il cuore.Allora semplifichiamo tutto, per abbandonarci a unafede: una realt di comodo, facile da maneggiare,che seppellisca il tumulto. E non ci sarebbe forsenulla di male in questa volont di credere, se non chela nostra fede potrebbe essere la realt di comododi qualcun altro, il risultato di unipnopedia. Una

    buona storia, raccontata bene, sufficiente a nascon-dere la trappola. Ma una buona storia, raccontatabene, pu anche essere lantidoto che ci serve.Primo, perch quando si tratta di narrazioni, ilnostro cervello pi incline alla complessit. Cosper comprendere non siamo forzati a comprimere.Molti dubbi sopravvivono e la fede si allontana.Secondo, perch i fatti non ci toccano, se sono corpiinanimati. Ma le storie sono macchine per la trasfu-sione di sangue, dispositivi per attivare emozioni.Terzo, perch i fatti non vanno a picco, se c unintreccio che li tiene ormeggiati. Quarto, perchabbiamo bisogno di leggere il mondo con la profon-

    dit e lo spazio che riserviamo ai romanzi (WuMing 2, 2009)Se raccontare la scienza con unalta componenteemotiva lesplicita vocazione del Planetario diRoma, altres vero che la narrazione si dispiega conmassima efficacia intellettuale, corporea ed affettivanella forma teatro. cos che lo storytelling scien-tifico giunge al suo compimento. cos che, irresi-stibilmente, la comunicazione scientifica nella cupo-la, nel museo, sulla piazza o sul palcoscenico cerca lapienezza della performativit e il pi ampio coinvol-gimento sensoriale di pubblico e performer.

    narration a powerful ally to blunt and soften theMoloch of certainty, to encourage dialogue, criticaldoubt and the dialectic of visions. Here then, inextreme and effective synthesis, is a positive approach

    to storytelling, which overturns the usual accusationof hypnopaedia and opens promising horizons for thepractical application of scientific (and other formsof) communication:The world is small, but dense like a fractal. So asnot to go adrift, we try to be people informed of thefacts. We devour the news, and then find ourselveswith more questions than before and few answers, toocold to comfort the heart. Thus we simplifyeverything and surrender ourselves to a faith:something convenient, easy to handle, which buriesthe turmoil. And perhaps there might be nothingwrong with this desire to believe, except that our

    faith might be the something convenient of someoneelse, the result of hypnopaedia. A good story, welltold, is sufficient to mask the trap. Yet a good story,well told, can also be the antidote we need. First,because when it comes to narrations, our brain ismore inclined to complexity. Hence to understand weare not forced to compress. Many doubts survive andfaith fades away. Second, because facts do not affectus if they are inanimate bodies. But stories are bloodtransfusion machines, devices to trigger emotions.Third, because facts do not sink if there is a plot thatkeeps them firmly moored. Fourth, because we need toread the world with the depth and space we reserve for

    novels (Wu Ming 2, 2009).If recounting science with a high emotional componentis the explicit vocation of the Rome Planetarium, it isjust as true that narration unfolds with maximalintellectual, corporeal and emotional efficacy when inthe theatre form. It is in this way that scientificstorytelling reaches fulfilment. It is in this way thatscience communication in the dome, in the museum, inthe square or on stage seeks the height ofperformativity and the greatest sensory engagement ofthe public and the performer.

    PRODUCTIONS 2007-2012

    Exploration of the right side of the spectrum ofcommunication formats began in earnest in 2007,two and a half years after the Planetarium opened,and it continues unabated. The table reports the mostimportant productions (excluding purely musicalevents and the standard show talks mentioned above),the skeleton of the Planetariums regular programme.In our opinion, the highlights are the staging of trueplays (sometimes itinerant) in the AstronomyMuseum and especially under the dome (aconsiderable technical challenge), but we must alsomention the event in Romes Piazza Campo de Fiori,a tribute to Giordano Bruno of great visual impactand with broad participation by the public, and the

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    Tab. 1. Le produzioni di pi alto grado di performativit al Planetario di Roma.Highest-performativity productions at the Rome Planetarium.

    TitoloFormatoFormat

    PartecipazioniLuogoPlace

    Anno

    A Riveder le Stelle

    Conferenza-spettacolocon lettura teatrale

    Show talkwith theatrical reading

    Roberto Herlitzka,

    Ensemble Micrologus

    Auditorium di RomaParco della Musica

    Rome AuditoriumParco della Musica

    2007

    I Miti delle StelleLettura teatrale

    Theatrical readingMaddalena Crippa

    Cupola del Planetario

    Planetarium Dome2007

    I MiglioriRacconti Notturnidella Nostra Vita

    Reading

    Reading

    Antonio Pascale, Francesco Piccolo,Carola Susani, Vitaliano Trevisan

    Cupola del Planetario

    Planetarium Dome2008

    Miti di StellePerformance teatrale

    Theatrical performance

    O Thiasos / Natura Teatro di SistaBramini

    Museo Astronomico

    Astronomy Museum2008

    10 Piccoli Raccontisulla Guerra di Troia

    Promenade teatrale

    Theatrical promenade

    Centro Italiano Arti ContemporaneeLuigi Saravo

    Museo e Cupola

    Museum and Dome2008

    Maledetta Luna

    Conferenza- spettacolocon letture teatrali

    Show talk with

    theatrical readings

    Massimo Fanelli, Valeria Milillo,Piero Angela, Pietro Greco

    Cupola

    Dome2009

    La Terra Vistadalla Luna

    Musica / Teatrodanza /Lettura teatrale

    Music / Theatre dance /Theatrical reading

    Gianluca Misiti,Sistemi Altamente Instabili,

    Caterina Inesi, Roberto Latini

    Atrio e Cupola

    Atrium and Dome2009

    Infiniti Soli,Innumerabili Mondi

    Conferenza spettacolocon lettura e musica

    Show talk with readingand music

    Corrado Augias,Staff del Planetario

    Piazza Campo de' Fiori

    Piazza Campo de' Fiori2009

    UranatmiScience Play

    Science play

    Liliana Massari, Patrizia Ciabatta,Luigi Saravo

    Cupola

    Dome2010

    Ben pi Rumoredi una Dorata Cupola

    di Stelle

    Performance teatrale

    Theatrical performance

    Valeria Milillo,Lorenza Indovina

    Cupola

    Dome2010

    Stellarum Opifice Science PlayScience play

    Federica Bern,Marco Carniti

    CupolaDome

    2010

    Sotto lo Stesso Cielo

    Reading teatrale perEMERGENCY

    Theatrical reading forEMERGENCY

    Francesca Draghetti,Pigneto Orkestra

    Cupola

    Dome2010

    Cosmiel e la Musicadei Pianeti

    Musica/Danza/Teatro

    Music/Dance/TheatreTeatro della Memoria

    Cupola e Museo

    Dome and Museum2010

    Il Laboratoriodella Nazione

    Reading teatrali

    Theatrical readings

    Lucia Bendia, Pietro Faiella,Massimo Fanelli,

    Marcello Mazzarella,Corrado Olmi

    Cupola / Dome

    Museo Arte Sanitaria /Museum of Medicine

    Museo di Zoologia /Zoology Museum

    2011

    Il Pianeta Azzurro /L'Animale in Gabbia

    Science Play

    Science play

    Simone Mariani,Roberto Mariotti

    Cupola

    Dome2011

    MACROcosmiPerformance teatrale

    Theatrical performance

    Daniela PoggiPaolo SassanelliAntonio Falduto

    Cupola

    Dome2011

    Una FilosoficaRagunata

    Conferenza spettacolocon reading

    Show talk with reading

    Massimo FanelliStaff del Planetario

    Accademia Americana

    American Academy2011

    Il Cosmo letterariodi Primo Levi

    Conferenza spettacolocon reading

    Show talk with reading

    Pietro Faiella,Antonio di Meo

    Cupola

    Dome2012

    Futurando

    Minirassegna di cortiteatrali e cinematografici

    Series of short films andtheatrical performances

    Luciana Luppi,Virginia Barrett

    Cupola e Museo

    Dome and Museum2012

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    7SCIENZA E TEATRO AL PLANETARIO DI ROMA: STRATEGIA, ESPERIENZE, RIFLESSIONI

    PRODUZIONI 2007-2012

    Lesplorazione della parte destra dello spettro deiformati comunicativi iniziata con decisione nelcorso del 2007, due anni e mezzo dopo lesordiodella struttura, e continua tuttora con slancio immu-tato. In tabella riportiamo le produzioni pi signifi-cative, che escludono gli eventi di puro caratteremusicale e le conferenze spettacolo standard gicitate, vera e propria ossatura della programmazioneregolare del Planetario.I momenti pi significativi del percorso sono, anostro modo di vedere, gli allestimenti di vere e pro-prie pice teatrali (talvolta itineranti) nelle sale delMuseo Astronomico e soprattutto sotto la cupola(una notevole sfida tecnologica), ma va segnalatoanche levento romano in Piazza Campo de Fiori, unomaggio a Giordano Bruno di grande impatto visivoe con larga partecipazione di pubblico e la successivarievocazione di Galileo a Roma sulla cima del Gia-nicolo, a cura della prestigiosa American Academy(tab. 1).

    CONCLUSIONI

    Nel corso degli anni il Planetario di Roma ha svilup-pato un ampio sistema comunicativo, che trova il suoculmine e la sua espressione pi originale (in ambitodi Science Communication) nella pratica delloStorytelling teatrale. Senza tralasciare formati piclassici, come quello della conferenza o della lectio

    magistralis, ha sempre pi espanso le proprie produ-zioni in direzione di formati di performativit cre-scente, guadagnando consensi e vasto riscontro dipubblico. dunque molto pragmaticamente e conspirito di sperimentazione che il Planetario entranella nebulosa arena del Teatro Scienza, privo di unarigida definizione operativa di genere, ma critica-mente flessibile, consapevole delle mille sfumaturein gioco, rispettoso di professionalit e competenze.Non esiste un confine netto tra Comunicazione dellaScienza e Teatro Scientifico: lo spettro continuo deiformati merita di essere esplorato nella sua interezza,senza stretti ed ingombranti vincoli pedagogici. La

    libert del racconto, la complessit del romanzo, lasottolineatura emotiva della musica, lintensit affet-tiva del gesto: sono questi i linguaggi che dannocorpo e sangue alla conoscenza, che regalano aliallintelletto. E non c paradosso, non c contraddi-zione nellaccantonare o riservare ad altri contestilalgida descrizione fattuale o lanodino rigore dellamatematica. Solo emancipandosi dalla pura didatticala comunicazione riesce a dare profondit, tridimen-sionalit al fascino dellesperienza scientifica.

    subsequent re-enactment of Galileo in Rome on thetop of the Janiculum hill in collaboration with theprestigious American Academy (Tab. 1).

    CONCLUSIONSOver the years, the Rome Planetarium has developeda broad communication system whose culminationand most original expression (in the field of ScienceCommunication) is the practice of theatricalstorytelling. Without neglecting more traditionalformats, such as the talk or keynote lecture, it hasincreasingly expanded its production toward formatsof increasing performativity, gaining broad publicacclaim. Therefore, very pragmatically and in aspirit of experimentation, the Planetarium has enteredthe nebulous arena of Science Theatre, devoid of arigid operational definition of genre but criticallyflexible, aware of the many variations in play andrespectful of professionalisms and expertises.There is no clear boundary between ScienceCommunication and Science Theatre: the continuousspectrum of formats should be explored in its entirety,without tight and intrusive pedagogical constraints.The freedom of the story, the complexity of the novel,the emotional emphasis of the music, the emotionalintensity of the gesture: these are the languages thatgive blood and body to knowledge, that make theintellect soar. And there is no paradox, nocontradiction in setting aside or reserving for othercontexts the icy factual description or anodynerigour of mathematics. Only by freeing itself frompure teaching can communication give depth, givethree-dimensionality to the charm of scientificexperimentation.

    BIBLIOGRAFIA

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