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1 SCHEMA DI RELAZIONE DESCRITTIVA Ambito Sociale Territoriale n. 2 Vibrata Ente di Ambito Sociale: Unione di Comuni “Città Territorio Val Vibrata” Anno di riferimento del rendiconto: 2010 Riepilogo delle somme rendicontate: Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) B1 € 758.200,00 (piano di zona) (di cui € 200.700,00 fondi destinati con determina n. dl22/73) Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) B2 42.902,17 (gestione associata) Fondo Sociale Regionale (FSR) A.2) 230.328,98 “Area integrazione ed inclusione sociale” Fondo Sociale Regionale (FSR) - A.1) - eventuale Risorse proprie dei Comuni (totali trasferimenti in relazione alle quote B1 – A2 ed eventualmente A1) € 834.085,95 Altre risorse (Provincia relativamente all’assistenza nelle scuole superiori) € 227.717,70 SPESA TOTALE € 2.093.234,80 Descrizione servizi e attività: Breve sintesi dei servizi ed interventi attuati, da esporre secondo la classificazione seguente: - Livelli essenziali generali Segretariato sociale Servizio sociale professionale L’Unione di Comuni ha garantito l’attivazione del Servizio sociale Professionale e Segretariato sociale affidandolo con contratti di somministrazione lavoro sino al mese di marzo e successivamente attraverso procedura di evidenza pubblica affidandola ad impresa esterna: il servizio è stato, quindi, espletato con l’impiego di un responsabile tecnico e di 5 assistenti sociali per 36 ore settimanali ciascuno; sostanzialmente è stato mantenuto lo standard in termini di quantità di servizio offerto nella precedente annualità per l’espletamento delle seguenti attività: Pianificazione accesso ai servizi sociali; Istruttoria tecnico-professionale delle domande ed integrazione socio-sanitaria; Supervisione e relazioni di servizio sociale; Azioni di training formativo appannaggio degli operatori di primo livello, attivazione degli sportelli di segretariato, visite domiciliari, progettazione sociale, valutazione, analisi dei bisogni, ecc. Tali servizi hanno permesso di superare le difficoltà di accesso alle informazioni da parte dei cittadini eliminando le barriere informative, culturali, fisiche, organizzative e burocratiche promuovendo unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, capacità di accompagnamento, funzione di filtro, funzione di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzioni di trasparenza e fiducia nei rapporti tra il cittadino e il servizio, gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi.

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SCHEMA DI RELAZIONE DESCRITTIVA

Ambito Sociale Territoriale n. 2 Vibrata

Ente di Ambito Sociale: Unione di Comuni “Città Territorio Val Vibrata”

Anno di riferimento del rendiconto: 2010

� Riepilogo delle somme rendicontate:

⇒ Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) B1 € 758.200,00

(piano di zona) (di cui € 200.700,00 fondi destinati con determina

n. dl22/73)

⇒ Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) B2 € 42.902,17

(gestione associata)

⇒ Fondo Sociale Regionale (FSR) A.2) € 230.328,98

“Area integrazione ed inclusione sociale”

⇒ Fondo Sociale Regionale (FSR) - A.1) - eventuale

⇒ Risorse proprie dei Comuni

(totali trasferimenti in relazione alle quote B1 – A2

ed eventualmente A1) € 834.085,95

⇒ Altre risorse

(Provincia relativamente all’assistenza nelle scuole superiori) € 227.717,70

SPESA TOTALE € 2.093.234,80

� Descrizione servizi e attività: Breve sintesi dei servizi ed interventi attuati, da esporre secondo la classificazione seguente: - Livelli essenziali generali Segretariato sociale Servizio sociale professionale

L’Unione di Comuni ha garantito l’attivazione del Servizio sociale Professionale e Segretariato sociale affidandolo con contratti di somministrazione lavoro sino al mese di marzo e successivamente attraverso procedura di evidenza pubblica affidandola ad impresa esterna: il servizio è stato, quindi, espletato con l’impiego di un responsabile tecnico e di 5 assistenti sociali per 36 ore settimanali ciascuno; sostanzialmente è stato mantenuto lo standard in termini di quantità di servizio offerto nella precedente annualità per l’espletamento delle seguenti attività:

• Pianificazione accesso ai servizi sociali; • Istruttoria tecnico-professionale delle domande ed integrazione socio-sanitaria; • Supervisione e relazioni di servizio sociale; • Azioni di training formativo appannaggio degli operatori di primo livello, attivazione degli

sportelli di segretariato, visite domiciliari, progettazione sociale, valutazione, analisi dei bisogni, ecc.

Tali servizi hanno permesso di superare le difficoltà di accesso alle informazioni da parte dei cittadini eliminando le barriere informative, culturali, fisiche, organizzative e burocratiche promuovendo unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, capacità di accompagnamento, funzione di filtro, funzione di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzioni di trasparenza e fiducia nei rapporti tra il cittadino e il servizio, gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi.

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Inoltre, i Comuni più grandi hanno provveduto ad integrare il Servizio di Segretariato Sociale offerto dall’Unione di Comuni con proprie risorse personali e strumentali ed in altri appalte per la gestione di specifici servizi sociali è stata, inoltre, attivata come offerta migliorativa la figura dell’assistente sociale per lo svolgimento delle relative attività professionali a supporto del servizio offerto dall’Ente. Non è stato ancora sottoscritto con la Asl di Teramo il protocollo elaborato nell’anno 2009 per l’ulteriore potenziamento del servizio attraverso l’impiego e la collaborazione delle assistenti sociali impiegate nei Consultori familiari.

Pronto intervento sociale Il servizio di pronto intervento sociale organizzato ed attuato con il coordinamento delle Province, in conformità alle indicazioni contenute nel documento di linee-guida allegato al Piano sociale non è stato attivato nell’anno 2010; tuttavia l’EAS già da diversi anni garantisce un proprio servizio di pronto intervento per i minori attraverso le proprie strutture residenziali, pertanto, ha potuto garantire la prosecuzione del “Pronto Intervento Sociale in maniera autonoma, garantendo interventi temporanei di sostegno e soccorso ai soggetti in difficoltà e a rischio di emarginazione, finalizzati ad assicurare la tempestiva capacità di fronteggiare le emergenze personali di minori e dei nuclei familiari con minori. Nel corso dell’anno, comunque, non sono state registrate grosse criticità.

- Area infanzia, adolescenza e giovani:

Servizio socio-psico-educativo per minori e famiglie (ex Centro per l’Età Evolutiva)

Trattasi della prosecuzione del servizio del centro per l’età evolutiva, iniziativa indirizzata a famiglie e genitori in situazione di disagio, sviluppate a partire dall'avvio della L. 285/97 e attualmente finanziata nell’ambito del Piano di Zona in seguito mancato rinnovamento ed esaurimento delle risorse di cui alla legge citata. L’Ambito Vibrata ha affidato la gestione di tale azione, insieme al Servizio Sociale Professionale e al Servizio di Segretariato sociale, con contratti di somministrazione lavoro sino al mese di marzo e successivamente attraverso procedura di evidenza pubblica affidandola a Cooperativa Sociale: la gestione di tutti e tre i servizi da parte del medesimo gestore ha consentito di superare le difficoltà di relazione e coordinamento manifestatesi in passato; le professionalità impegnate nel servizio sono state: un responsabile tecnico dell’azione e un assistente sociale. Il servizio è stato attuato attraverso la presa in carico delle famiglie con minori in stato di disagio. Le prestazioni offerte consistono in interventi finalizzati alla promozione, al trattamento a all'integrazione sociale del minore in difficoltà e della sua famiglia, favorendo l'autonoma capacità di affrontare situazioni problematiche e avendo cura di realizzare i seguenti obiettivi:

� Cura globale della famiglia in stato di marginalità sociale ed economica; � Cura globale della famiglia con minori in stato di disagio; � Migliorare la qualità della vita dei minori e delle famiglie; � Contrastare il disagio personale, familiare e socio –ambientale di minori che

frequentano la scuola dell’obbligo (il disagio maggiore si esplica in tale fascia di età); � Cura globale della famiglia con minori in stato di disagio; � Contrasto all’abuso e violenza sui minori; � Garantire coordinamento ed unitarietà di interventi tra i vari attori, istituzionali e non,

che si occupano dei minori e della famiglia in maniera da realizzare una presa in carico “globale” effettiva del minore in stato di disagio evitando frammentazione e sovrapposizione di interventi;

� Consulenza e sostegno famiglie in stato di separazione, divorzio, conflittualità; � Favorire interventi di sostegno alla genitorialità, supportare, sostenere la comunicazione

genitori – figli. Ludoteche

L’EAS ha provveduto all’implementazione di 10 ludoteche ubicate presso i comuni di Alba Adriatica, Ancarano, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Martinsicuro, Nereto, S. Egidio alla V.ta, S. Omero e Torano, attraverso procedura di gara ad evidenza pubblica.

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Il servizio di che trattasi è stato finalizzato alla educazione e socializzazione dei bambini tramite le attività tipiche della ludoteca, che sono l’animazione ludica con e senza giocattoli, il prestito di giocattoli, il recupero e il riciclaggio di giocattoli, il gemellaggio con altre ludoteche e le scuole, la ricerca delle tradizioni popolari, la conoscenza delle diverse etnie, la formazione e l’informazione dei genitori. Centri diurni per minori

L’EAS ha provveduto all’implementazione di tale azione attraverso i centri aggregativi ubicati presso i comuni di Alba Adriatica, Colonnella, Corropoli, Martinsicuro, Nereto Sant’Egidio alla V.ta e Sant’Omero, attraverso procedura di gara ad evidenza pubblica. Tali centri sono stati organizzati come luogo di incontro per ragazzi dove, oltre alla realizzazione di attività socio-ricreative attinenti i diversi ambiti del tempo libero, si cominciano a sperimentare percorsi di crescita finalizzati ad accompagnare il processo evolutivo tipico di questa eta’. I centri sono finalizzati a: fornire opportunità di sostegno culturale, relazionale ed educativa ai minori ed adolescenti; creare spazi dove i ragazzi/e abbiano reali possibilità di incontrarsi, riunirsi, trovare accoglienza ed ascolto e, soprattutto, stare bene insieme e divertirsi; promuovere, favorire una cultura dell’integrazione dei minori basata sulla socializzazione e condivisone e contrastare fenomeni di isolamento ed emarginazione sociale; prevenire e/o superare situazioni di bisogno, al fine di favorire lo sviluppo della personalità del minore; supportare ed integrare le attività scolastiche; offrire uno spazio per l’espressione ludica dei ragazzi; potenziare le capacità espressive e comunicative dei minori; favorire l’integrazione scolastica e sociale dei minori immigrati; favorire occasione e momenti di incontro con la realtà circostante tra le diverse persone; offrire ai ragazzi reali possibilità di gestione di alcune attività, anche come occasione di verifica delle proprie capacità; creare un’attenzione particolare ai bambini e ai ragazzi che usufruiscono di questi servizi nell’ottica della prevenzione del rischio,del disagio, della devianza Assistenza domiciliare minori in stato di disagio

Assistenza domiciliare a ca. n. 18 minori per circa 2.850 ore di servizio erogato, attuata attraverso prestazioni erogate al domicilio del minore ed del nucleo familiare con minori in stato di disagio per i quali sono pervenuti ai servizi sociali segnalazioni da parte del T.d.M. Gli interventi attuati sono connessi alla vita quotidiana e, in generale, in ogni attività di sostegno del minore, quali accompagnamento a scuola, sostegno psicologico, comprese le attività di tipo educativo e didattico. Il servizio è realizzato ormai da anni su tutto il territorio ed è interamente gestito per la parte operativa da Cooperative Sociali di tipo A in convenzione, con la supervisione ed il coordinamento del Servizio Sociale Professionale e Servizio Socio psicoeducativo. Il servizio ha riguardato, in particolare, minori in condizione di sofferenza e disagio psicologico e sociale in età 6-18 anni ed i loro genitori. Adozione affido

Il servizio è stato gestito con l’ausilio di un équipe multidisciplinare (corrispondente all’equipe socio-psico-educativo) che opera in contiguità con il servizio sociale professionale dell’Ambito. Le attività svolte hanno riguardato: una continua attività di sensibilizzazione sulle finalità dell’affidamento, rivolta alla popolazione, allo scopo di suscitare disponibilità al sostegno di nuclei familiari in difficoltà; ricerca della disponibilità delle persone interessate all’affido e colloqui di orientamento, attivazione di percorsi di formazione-informazione; predisposizione per ciascun affido di un progetto educativo individualizzato e sostegno alla famiglia affidataria oltre che psicosociale anche economico; monitoraggio e relazioni periodiche rispetto agli obiettivi prefissati; attività di sensibilizzazione e attraverso rapporti con le istituzioni, con le scuole, parrocchie e centri di aggregazione.

Il Servizio ha consentito ai minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo di essere affidati, mediante un intervento mirato, a un'altra famiglia (affidataria), la quale offre accoglienza, disponibilità e affetto, garantendo loro l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive da parte di altri adulti “in funzione genitoriale” sostenuti dall’azione coordinata ed integrata dei soggetti che sono chiamati ad applicarlo.

Nel corso dell’anno il servizio ha seguito circa 50 minori di cui in affido 4.

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Con deliberazione di Giunta Complessiva n. 44/2008 si è proceduto alla istituzione del Fondo per i minori allontanati dalla famiglia e per i minori stranieri non accompagnati, finalizzato a sostenere la spesa dei Comuni per i minori allontanati dalla famiglia con provvedimento del Tribunale e/o per i minori stranieri non accompagnati favorendo i processi di presa in carico, protezione e tutela degli stessi La gestione del Fondo viene attribuita all’Ente di Ambito Sociale per le finalità sopra specificate ed in relazione agli interventi direttamente sostenuti dall’EAS ed alle richieste che provengono dai Comuni dell’Ambito Sociale e per far fronte alle seguenti spese:

- spese sostenute per l’inserimento dei minori in strutture residenziali a carattere comunitario autorizzate al funzionamento secondo la normativa vigente, alle quali i Comuni e l’EAS sono tenuti per disposizione dell’Autorità Giudiziaria;

- spese sostenute dai Comuni e dall’Eas per l’inserimento dei minori in famiglie affidatarie; - spese sostenute dai Comuni e dall’EAS per assicurare al minore straniero non

accompagnato una protezione giuridica e materiale (dalla tutela legale, all’accoglienza in strutture residenziali).

Comunità di tipo familiare per minori

Nell’ambito del servizio affido il Servizio Sociale ha avuto modo di organizzare un servizio residenziale in favore di più minori abbandonati o allontanati caratterizzata per la presenza effettiva e permanente di una famiglia, al fine di prevenire l’istituzionalizzazione del minore e avendo modo di realizzare i seguenti obiettivi: Fornire un ambiente educativo sano e favorente lo sviluppo di relazioni affettive stabili, continuative e propositive, indispensabili per un equilibrato sviluppo della personalità del minore; Garantire la protezione del minore e la tutela dei suoi diritti quali cura, l'assistenza sanitaria, il diritto allo studio. Elaborare e gestire il progetto educativo individualizzato di ogni minore funzionale al conseguimento dell'autonomia e all'integrazione sociale al raggiungimento della maggiore età. La gestione del servizio rientra nell’ambito del Fondo per i minori allontanati dalla famiglia e per i minori stranieri non accompagnati dell’Ente di Ambito Sociale e pertanto le spese del servizio de quo verranno rendicontate nell’ambito del Fondo citato. Comunità educativa per minori

Nel corso dell’anno 2010 l’Unione di Comuni ha provveduto alla gestione di due comunità per minori in stato di allontanamento, previste nel Piano di Zona; la comunità per minori 0-12 è in grado di ospitare fino ad un massimo di n. 8 minori + 2 riservati al pronto intervento sociale e alla pronta accoglienza, e l’ubicazione è nel Comune di S. Egidio alla Vibrata , mentre la comunità per per minori da 14-18 anni è rivolta a 6 utenti ed è ubicata nel Comune di Teramo per minori da 14-18 anni. La volontà dell’Unione di Comuni di istituire le dette comunità, peraltro pianificata in sede di Piano di zona dei servizi sociali, si origina dall’elevato carico sociale e finanziario che i comuni di ambito devono sostenere per il mantenimento dei tanti minori affidati, in seguito a provvedimento del Tribunale per i minorenni, a strutture residenziali, alcune delle quali, tra l’altro, dislocate in comprensori esogeni alle rispettive zone di provenienza. Le comunità attivate, a tal proposito, consentono ai servizi territoriali di costruire percorsi socio-assistenziali più efficaci e, ove possibile, mantenere funzionali rapporti con le reti familiari, parentali, scolastiche ed amicali, al fine di non interrompere i livelli di integrazione e socializzazione. In seguito a nuove necessità di accoglienza soprattutto di minori stranieri abbandonati, emerse nel periodo estivo si è provveduto ad integrare il servizio offerto attraverso convenzionamenti con altre strutture presenti nella Provincia. Il numero delle presenze registrato nel corso dell’anno, considerando le dimissioni e i ricoveri, sono di circa 23 minori in media al mese (complessivamente 38 utenti). Questa amministrazione, quindi, attraverso il proprio Servizio socio-psico-educativo (Centro per l’Età Evolutiva) ha provveduto nel corso dell’anno alla presa in carico dei minori in stato di allontanamento e/o senza fissa dimora, alla integrazione interistituzionale con altri enti e o Istituzioni deputati alla tutela di minori ed alla individuazione ed attivazione delle risorse di rete. Sempre nell’ambito di questa azione si è provveduto ad un intervento di formazione,

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incentivazione e sostegno dell’affido familiare come alternativa, ove possibile, al ricovero nelle dette strutture. La gestione del servizio rientra nell’ambito del Fondo per i minori allontanati dalla famiglia e per i minori stranieri non accompagnati dell’Ente di Ambito Sociale e pertanto le spese del servizio de quo verranno rendicontate nell’ambito del Fondo citato. Area integrazione ed inclusione sociale: L’Unione di Comuni, al fine di sostenere la qualità di vita delle persone e famiglie che vivono situazioni di emarginazione sociale ed economica ha promosso nell’intero territorio dell’Ente Ambito Sociale un complesso di interventi finalizzati ad assicurare le essenziali condizioni materiali di vita, a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno utilizzo delle risorse personali, a prevenire condizioni di disagio e a favorire una dignitosa qualità della vita. L’attivazione degli interventi previsti è avvenuta sulla base della definizione di un progetto concordato e sottoscritto con le famiglie, che prevede reciproci impegni, tempi di realizzazione e verifiche periodiche, predisposto dal Servizio sociale professionale dell’ EAS, nella veste di Equipe per l’inclusione, valorizzando tutte le possibili risorse e potenzialità delle persone e della comunità locale e con l’obiettivo implicito di costruire percorsi mirati all’autosufficienza evitando il cronicizzarsi della dipendenza assistenziale. Nell’ambito degli interventi a contrasto dell’esclusione sociale sono stati previsti i seguenti interventi: - Interventi a contrasto dell’esclusione sociale e di sostegno al reddito, per circa 455 utenti, attraverso: progetti di aiuto economico continuativi: caratterizzati dalla necessità di affrontare situazioni di bisogno comprovato e continuativo ed erogati in sussidi mensili per un minimo di 3 mesi e progetti di aiuto economico una tantum: caratterizzati dalla necessità di affrontare situazioni di bisogno impreviste e/o urgenti sono erogati in un’unica soluzione. Ad ogni utente è offerta assistenza a trecentosessanta gradi, partendo da progetti individualizzati che estendano l’assistenza economica e sociale ad un discorso più ampio di carattere economico e culturale, attraverso un’educazione ed una sensibilizzazione rispetto al corretto uso del denaro, all’induzione al consumo, al rischio diffuso di indebitamento, all’usura, in sintesi sulla gestione delle proprie risorse e l’individuazione dei bisogni reali, per evitare sprechi e situazioni di comodo Gli interventi a contrasto dell’esclusione sociale e di sostegno al reddito sono un servizio che i Comuni hanno storicamente sempre garantito sul territorio. Il servizio viene svolto dagli stessi enti con l’utilizzo di mezzi e personale proprio, sotto la supervisione dell’Equipe per l’inclusione. - progetti riabilitativi formativi a favore di 23 persone con disagio sociale e/o individuale con i seguenti obiettivi generali: • sviluppo delle azioni di integrazione lavorativa della persona in carico, con la finalità di migliorare la qualità della vita e prevenire processi di emarginazione; • promozione di una cultura dell’integrazione della persona in carico all’interno del mondo del lavoro; Questi progetti nella loro parte relativa alla risocializzazione in ambiente reale, sono stati costruiti di concerto con il Centro Psico Sociale, prevedendo l’attivazione di percorsi risocializzanti in ambiente lavorativo rivolti a soggetti portatori di disagio psichico, in modo da creare una funzionale possibilità di aggancio con se stesso e con il mondo, cercando di creare luoghi di accoglienza e occasioni di incontro che possono fargli intravedere la possibilità di un legame sociale e la costruzione di relazioni. Il progetto prevede le seguenti azioni:

1) Ricerca sul territorio, a cura del Centro Psico Sociale, di cooperative sociali, aziende e organizzazioni del privato sociale disponibili ad accogliere i soggetti coinvolti nel progetto.

2) Selezione da parte degli operatori del Centro Psico Sociale dei destinatari, in accordo con le assistenti sociali del territorio di competenza;

3) Incontro tra le imprese del profit e del non profit con le capacità e le aspirazioni professionali dei soggetti coinvolti (operatori del CPS e assistenti sociali del territorio);

4) Predisposizione del progetto riabilitativo alla socializzazione in ambiente reale, dove verrà stabilito il compenso mensile e l’impegno orario, e l’impegno dell’Eas per il rimborso delle spese;

- interventi di pronto intervento sociale e di accoglienza residenziale e diurna in grado di affrontare situazioni di emergenza sociale;

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- attuazione progetti personalizzati in favore di soggetti con disabilità psichica al fine di sostenere la domiciliarità e il lavoro di cura svolto dalla famiglia e altri care givers; Tutti gli interventi descritti sono attuati sotto la supervisione di un Equipe per l’inclusione composta dal personale appartenente al Servizio sociale Professionale.

- Area persone anziane: Assistenza domiciliare anziani

Il servizio di assistenza domiciliare è un insieme di interventi a domicilio, rivolti a persone singole o famiglie che hanno bisogno di un aiuto, temporaneo o permanente, nel governo della propria casa, nella cura della persona e nella vita di relazione. II servizio acquista valenze diverse a seconda delle caratteristiche del destinatario quali: età del soggetto, età dei famigliari o del care-giver, composizione del nucleo famigliare, presenza di rete famigliare e informale allargata, accesso a servizi diurni o residenziali ed ha riguardato ca. 107 utenti con assistenza a domicilio per un numero di ca. 17.500 ore annue attraverso l'erogazione di: • Cura e igiene della persona • Vestizione • Preparazione e somministrazione dei pasti • Pulizia, governo e riordino della casa • Piccolo bucato • Svolgimento di pratiche amministrative • Accompagnamento presso presidi e/o servizi • Effettuazione della spesa • Tenuta di contatti con il medico di base e con i servizi sanitari • Interventi finalizzati a rimuovere situazione di emarginazione e a favorire rapporti sociali e

svolgimento di piccole commissioni. In linea con gli indirizzi nazionali e regionali, l’orientamento dei servizi agli anziani è quello di garantire alle persone che invecchiano, seppure in condizioni di scarsa autonomia, la possibilità di farlo nel proprio ambiente di vita, rinforzando tutte le attività mirate a questo obiettivo. Il ricorso all’istituzionalizzazione dovrebbe avvenire solo in ultima istanza, quando non risulti più possibile la permanenza a domicilio.Prevenire e rimuovere situazioni di bisogno e di disagio, consentire al cittadino di conservare l’autonomia di vita nella propria abitazione, evitare ricoveri in istituti o in ospedali, restano gli obiettivi prioritari del servizio. Il servizio è stato esternalizzato e gestito dalla cooperativa sociale Filadelfia. Si è registrato nel corso dell’anno una riduzione della spesa per tale servizio, in quanto diversi utenti sono stati assistiti attraverso i piani dell’Eas rivolti alla popolazione non autosufficiente; infatti, molti interventi di assistenza (per gli utenti aventi i requisiti) sono stati espletati nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS al fine di rendere la permanenza della persona non autosufficiente nel nucleo familiare meno difficile e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamiliari e delle relazioni sociali e ad evitare i ricoveri impropri; per tali utenti è stato attivato un processo di presa in carico attraverso progetti individualizzati di intervento, di sostegno e di accompagnamento della persona non autosufficiente e del suo nucleo famigliare nell’ambito degli interventi previsti, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante utilizzazione di processi unitari di valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) . Assistenza domiciliare integrata anziani L'Assistenza Domiciliare Integrata è stata rivolta a soddisfare le esigenze quasi esclusivamente degli anziani, affetti da malattie cronico-degenerative in fase stabilizzata, parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, aventi necessità di un'assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale ad interventi socio-sanitari (attività riabilitative, assistenza infermieristica, interventi del podologo, ecc.). Con tale intervento è stato possibile erogare un servizio di buona qualità, lasciando al proprio domicilio l'ammalato, consentendogli di rimanere il più a lungo possibile all’interno del suo ambiente di vita domestico e diminuendo notevolmente, in questo modo, anche i costi dei ricoveri ospedalieri.

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Le prestazioni di carattere socio-assistenziale offerte dall'ADI, perlopiù, sono: igiene e cura della persona,aiuto domestico e preparazione dei pasti, disbrigo di pratiche burocratiche e altre commissioni esterne, rapporti con l'Azienda Sanitaria Locale e il medico curante, aiuto alla socializzazione, accompagnamento per commissioni esterne, aiuto economico. L’Ambito Vibrata ha attivato gli interventi di assistenza domiciliare integrata con i fondi del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS al fine di rendere la permanenza della persona non autosufficiente nel nucleo familiare meno difficile e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamiliari e delle relazioni sociali e ad evitare i ricoveri impropri; per tali utenti è stato attivato un processo di presa in carico attraverso progetti individualizzati di intervento, di sostegno e di accompagnamento della persona non autosufficiente e del suo nucleo famigliare nell’ambito degli interventi previsti, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante utilizzazione di processi unitari di valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) . Il servizio è stato garantito con i Fondi del PNLA e verrà rendicontato in tale sede; Telesoccorso Teleassistenza L’Ambito Vibrata ha affidato la gestione del servizio di Telesoccorso e Teleassistenza ad Impresa Sociale e che ha garantito l’assistenza a 47 cittadini anziani, che, per motivi di salute, fragilità, debolezza, precarietà, disagio sociale o per il fatto di vivere soli e/o isolati dal punto di vista relazionale e/o abitativo, sono a rischio sanitario, sociale e di sicurezza ed è inserito in un ampio contesto di prestazioni erogate dall’EAS a sostegno della domiciliarità per prevenire l’isolamento e l’emarginazione, ritardare il più possibile l’istituzionalizzazione e prevenire il ricovero improprio e rappresenta parte attiva della rete territoriale socio-assistenziale-sanitaria per sostenere e supportare la permanenza della persona nella propria abitazione e nel proprio contesto ambientale, familiare, affettivo e amicale e per la salvaguardia della salute e della sicurezza . Con tale servizio si è risposto in tempo reale, in modo efficace e tempestivo, alle situazioni ed ai bisogni di emergenza e grave criticità nonché di erogare servizi complementari di telecompagnia e segretariato sociale, assicurando il costante monitoraggio delle condizioni personali, ambientali e psicofisiche degli utenti in uno spirito di accompagnamento e sostegno sociale nonché una sorta di “segretariato sociale” telefonico assicurando l’ascolto, il dialogo e il sostegno relazionale personale degli utenti ogni qualvolta questi si rivolgono alla centrale.

Centri sociali per anziani

L’Ambito Vibrata nel periodo a cavallo tra l’anno 2009 e 2010 ha collaborato con il Comune di Sant’Egidio finanziando un progetto elaborato dal medesimo Comune che aveva come obiettivo il miglioramento in via sperimentale della qualità dei servizi offerti dal centro sociale esistente come servizio di accoglienza socio-assistenziale aperto in modo particolare agli anziani e alle loro famiglie che spesso vivono condizione di solitudine. Comunità di tipo familiare per soggetti svantaggiati (anziani e disabili)

Nel territorio dell’Eas sono presenti diversi utenti in situazione di disagio privi di una rete familiare e di legami di prossimità. Alcuni di questi utenti in carico al Servizio sociale hanno beneficiato di un progetto sperimentale di assistenza attraverso comunità di tipo familiare la cui titolarità ed attuazione è stata posta in essere nell’anno 2009 dalla cooperativa Sociale La Formica che ha gestito per l’Ente il servizio del Centro diurno per disabili. Nell’anno 2010 tale azione non è stata riproposta stante la complessità, le risorse necessarie e l’indisponibilità di strutture. R esidenza assistita anziani e disabili – integrazione rette anziani in R.A

Le azioni di che trattasi sono state realizzate direttamente dai Comuni dell’Eas con propri costi; scopo degli interventi è stato il mantenimento e/o recupero dell’autonomia residua della persona, l’accoglienza e supporto alla vita quotidiana, la prevenzione dell’isolamento e la copertura totale o parziale deella retta per il soggiorno in strutture residenziali. Come da relazione del Servizio Sociale professionale gli interventi hanno riguardato utenti provenienti dai Comuni di Alba adriatica, Colonnella, Martinsicuro, Nereto, Sant’Omero e Tortoreto.

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- Area disabilità: Assistenza domiciliare disabili Il servizio di assistenza domiciliare è un insieme di interventi a domicilio, rivolti a persone singole o famiglie che hanno bisogno di un aiuto, temporaneo o permanente, nel governo della propria casa, nella cura della persona e nella vita di relazione. II servizio acquista valenze diverse a seconda delle caratteristiche del destinatario quali: età del soggetto, età dei famigliari o del care-giver, composizione del nucleo famigliare, presenza di rete famigliare e informale allargata, accesso a servizi diurni o residenziali ed ha riguardato ca 32 portatori di handicap grave con assistenza a domicilio per un numero di ca. 8.300 ore annue circa attraverso l'erogazione di: • Cura e igiene della persona • Vestizione • Preparazione e somministrazione dei pasti • Pulizia, governo e riordino della casa • Piccolo bucato • Svolgimento di pratiche amministrative • Accompagnamento presso presidi e/o servizi • Effettuazione della spesa • Tenuta di contatti con il medico di base e con i servizi sanitari • Interventi finalizzati a rimuovere situazione di emarginazione e a favorire rapporti sociali e

svolgimento di piccole commissioni. Il servizio è stato esternalizzato e gestito dalla cooperativa sociale Filadelfia. Si è registrato in questo servizio, come nel servizio di assistenza domiciliare anziani, nel corso dell’anno una riduzione della spesa, in quanto diversi utenti sono stati assistiti attraverso i piani dell’Eas rivolti alla popolazione non autosufficiente; infatti, molti interventi di assistenza (per gli utenti aventi i requisiti) sono stati espletati nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS al fine di rendere la permanenza della persona non autosufficiente nel nucleo familiare meno difficile e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamiliari e delle relazioni sociali e ad evitare i ricoveri impropri; per tali utenti è stato attivato un processo di presa in carico attraverso progetti individualizzati di intervento, di sostegno e di accompagnamento della persona non autosufficiente e del suo nucleo famigliare nell’ambito degli interventi previsti, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante utilizzazione di processi unitari di valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) . Centro diurno per disabili gravi E' un centro diurno, con n. 22 disabili gravi, in età post-scolare, per la prevenzione dell’istituzionalizzazione, a valenza educativa ed assistenziale all'interno del quale viene perseguito lo scopo di rendere possibile una integrazione sociale e anche lavorativa agli utenti attraverso attività di vivaismo, ippico, tennis, nuoto, laboratori di drammatizzazione teatrale, laboratori di attività logico – matematiche, laboratori di espressività grafico e pittorica, laboratori di manipolazione della pasta di sale e mais, laboratori di attività favorenti la acquisizione di competenze manuali legate alla cura del sé, all’autonomia personale e ambientale. Il servizio è altresì di supporto alla domiciliarità perché consente di lavorare soprattutto per favorire la permanenza della persona disabile a casa propria. L’Ambito Vibrata ha affidato la gestione di tale azione alla cooperativa sociale La formica Alcuni interventi di assistenza (per gli utenti aventi i requisiti) sono stati espletati nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS al fine di rendere la permanenza della persona non autosufficiente nel nucleo familiare meno difficile e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamiliari e delle relazioni sociali e ad evitare i ricoveri impropri; per tali utenti è stato attivato un processo di presa in carico attraverso progetti individualizzati di intervento, di sostegno e di accompagnamento della persona non autosufficiente e del suo nucleo famigliare nell’ambito degli interventi previsti, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante utilizzazione di processi unitari di valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) .

Assistenza scolastica per l’autonomia e la comunicazione dei disabili

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Servizio di assistenza a ca. n. 98 minori in situazioni di disabilità grave intrascolastica per un numero di ca. 40000 ore annue. Il servizio è stato affidato attraverso procedura di evidenza pubblica ad un’ ATI costituita tra le cooperative sociali Quadrifoglio e Sirena Fatto salvo quanto stabilito nella direttiva citata, il servizio di assistenza specialistica ha avuto una funzione complementare ma distinta rispetto al sostegno scolastico e garantendo il superamento delle difficoltà legate alla condizione di disabilità Gli obiettivi sono stati: - garantire il diritto allo studio; - favorire l’integrazione scolastica, l’integrazione sociale e la socializzazione; - favorire l’inserimento e la partecipazione a tutte le attività scolastiche; - assicurare la necessaria assistenza nella dignità umana e civile; - fornire stimoli educativi per contribuire alla formazione della personalità; - favorire il raggiungimento dell’autonomia individuale; - favorire la diffusione nell’ambito scolastico della cultura della diversità, dell’aiuto reciproco e della solidarietà; - stimolare le capacità relazionali e comunicative, l’interazione con gli altri e con l’ambiente. Le funzioni dell’operatore sono state:

a) agire, in momenti collegati e distinti, ma non separati, rispetto ai momenti specifici del personale docente (di norma è in servizio in tempi diversi da quelli in cui è in servizio l’insegnante di sostegno);

b) costruire con i docenti di classe, un proprio piano di lavoro all'interno del Piano Educativo Individualizzato per l'alunno in situazione di handicap;

c) evitare una gestione puramente assistenziale dell’alunno in situazione di handicap pur costituendo essa la base da cui muovere;

d) assumere conoscenze complete sull’alunno in situazione di handicap in modo da possedere un quadro della sua personalità (più oltre la descrizione dei suoi deficit), partecipando - qualora il Dirigente Scolastico lo ritenga opportuno ai lavori di messa a punto del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato;

e) garantire il massimo di segretezza professionale per tutto quanto si riferisce alle informazioni sull’alunno in situazione di handicap;

f) interagire con gli altri adulti presenti nell'ambito scolastico (docenti curricolari, docente di sostegno, personale ausiliario, educatori, …) e con il personale dei servizi del territorio;

g) proporre quanto ritenga utile, opportuno e vantaggioso per l’alunno in situazione di handicap nell'ambito del percorso scolastico;

h) collaborare con l'autorità scolastica nell'ambito delle attività previste dalla scuola in cui opera;

j) partecipare alle attività di formazione e aggiornamento attivate espressamente per l’area del personale educativo - assistenziale.

Con un lavoro durato alcuni mesi e con il coinvolgimento di tutti gli enti pubblici e privati che si occupano di erogare e gestire servizi per le Persone Disabili: Aziende Speciali, ASL, Enti erogatori, Istituti scolastici; si è arrivati alla condivisione di un “Protocollo tecnico operativo per l’autonomia e l’integrazione ed il coordinamento delle funzioni sociali e sanitari e delle modalità di accesso. Inoltre, è’ emersa una forte esigenza di attivare progetti in favore dei minori con disabilità, che durante il periodo delle vacanze scolastiche sono completamente delegati alla gestione dei familiari. Per tali minori, che ne hanno fatto richiesta, sono stati individuati come ambiti di socializzazione privilegiati i Centri Ricreativi Estivi organizzati dalle Amministrazioni Comunali in quanto questo permette loro di proseguire l’esperienza di relazione con i coetanei avviata durante l’anno scolastico, seguiti da Operatori Addetti all’Assistenza già conosciuti.

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Comunità alloggio per persone con disabilità Per l’attuazione dell’azione di che trattasi l’Eas Vibrata ha presentato da diverso tempo alla Regione Abruzzo un progetto per la realizzazione in sinergia con la Asl di Teramo un gruppo appartamento, per quella fascia di utenza portatrice di disagio psico-relazionali che non trovano al proprio domicilio o in altra sede condizioni sufficienti per condurre un’esistenza dignitosa, nonostante l’assistenza erogata dai competenti servizi sanitari e socio-sanitari; L’attuazione di tale azione, che prevedeva un finanziamento regionale nell’ambito del Piano Sociale Regionale 2007-2009 – Azione di piano Tutela della salute mentale, è stata sospesa nell’anno 2010 in seguito a comunicazione della non ammissione dei progetti da parte della Regione medesima.

- Gestione del piano:

Organizzazione Ufficio di Piano Presso la sede dell’Unione di Comuni Città Territorio Val Vibrata è operativo l’ufficio di piano che ha, innanzitutto, reso possibile l'avvio di tutti i progetti previsti nel piano di zona, ma ha anche fornito il necessario supporto allo svolgimento di tutti i servizi sociali, a livello di EAS, non ricompresi nel piano. L'organizzazione dell'ufficio di piano ha visto il coinvolgimento, oltre che del responsabile dei Servizi sociali, di tutto il personale presente nell’Unione di Comuni e degli assessori delegati alle politiche sociali dei Comuni dell’Eas. Le funzioni svolte dall’Ufficio di Piano, all’interno del livello di responsabilità amministrativo-gestionale che gli compete, sono state, principalmente:

- coordinamento delle attività e rapporti con Comuni ed altri soggetti coinvolti nell’attuazione del piano di zona;

- gestione dei servizi; - predisposizione di bandi e gestione delle gare; - amministrazione; - rendicontazione; - monitoraggio e valutazione; - sistema informativo.

Partecipazione del cittadino La partecipazione del cittadino è avvenuta su due livelli: al primo livello vi è la partecipazione e trasparenza non solo per coloro che fruiscono direttamente dei servizi e delle prestazioni sociali, ma anche delle reti familiari che di norma si prendono cura del cittadino bisognoso; al secondo livello la partecipazione della cittadinanza in generale. È stata garantita, innanzitutto la partecipazione del cittadino alla prestazione del servizio quale soggetto attivo al fine di una migliore efficacia dell'intervento nell'ottica di una stretta collaborazione con gli operatori dell'ente locale. L'utente ha potuto sempre esercitare il diritto di accesso alle informazioni in possesso dell'Ente che lo riguardano produrre memorie e documenti, prospettare osservazioni, formulare suggerimenti per il miglioramento del servizio. I progetti individuali di intervento sono stati condivisi con l’utente. Inoltre le assistenti sociali nello svolgimento dei propri compiti hanno sempre percepito e tenuto in considerazione la valutazione degli utenti circa la qualità del servizio reso. È stata data, inoltre, attenzione a tutti i reclami e le osservazioni pervenute: il cittadino nel formulare il reclamo, compie un gesto attivo di partecipazione diretta e costruttiva, al quale i Servizi Sociali si impegnano a dedicare la massima attenzione, garantendo le necessarie azioni di miglioramento ed una risposta in tempi rapi. Al livello generale la partecipazione è stata garantita attraverso le indagini sociali, gli iter di formazione dei piani e progetti e attraverso la Carta dei servizi sociali; infatti ogni cittadino che esprime interessi e competenza rispetto ad un problema sociale ha il diritto di partecipare alla definizione comunitaria di progetti, obiettivi e metodi di soluzione del problema stesso e la Carta dei servizi sociali garantisce la più ampia partecipazione dei cittadini sia nel momento della negoziazione degli standard di qualità dei servizi, sia attraverso il coinvolgimento diretto nella valutazione del servizio.

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La partecipazione si è concretizzata anche a livello associativo attraverso adesione ad associazioni di volontariato, organizzazioni pubbliche o private o gruppi presenti sul territorio riconosciuti dall'EAS. La Carta per la cittadinanza sociale L’Unione di Comuni si è dotata sin dall’annualità 2004 di una propria Carta dei servizi socio-assistenziali, con la quale si dichiarano le strategie e gli obiettivi da perseguire con gli strumenti necessari per raggiungerli, gli standard e gli indicatori di esito delle azioni erogate, e successivamente di una Carta per la Cittadinanza Sociale, intesa come strumento di comunicazione metodologico e come Patto con l’utenza rispetto agli indicatori e standard degli interventi posti in essere. L’EAS, pertanto ha provveduto, nel corso degli anni, alla diffusione in estratto della propria Carta della Cittadinanza Sociale. La formazione degli operatori Per la formazione del personale dell’EAS sono stati organizzati dall’Unione diversi incontri di formazione. L’aggiornamento e la formazione del personale appartenente alle imprese affidatarie di servizi è stato curato dalle medesime nel rispetto di quanto previsto nei singoli capitolati di appalto. Infatti negli atti di gara predisposti dall’Ente è stata sempre richiesta e premiata una continua attività di formazione e aggiornamento da porre in essere dai soggetti affidatari dei servizi. La valutazione e il sistema qualità Relativamente alla valutazione in senso stretto oltre ai normali incontri d’equipe tra gli operatori tesi ad una supervisione tecnico-professionale e psicologica e agli incontri con gli altri soggetti istituzionali deputati alla cura degli interessi socio sanitari ( in particolare DSB) periodicamente sono state fatte delle riunioni con tutti gli assessori delegati al sociale nei Comuni appartenenti all’ambito.

� Descrizione delle modalità di gestione delle attività:

Breve sintesi delle modalità di gestione delle attività. Precisare, inoltre, se si è fatto ricorso alla possibilità, contemplata dal piano Sociale regionale, di affidare ad un Comune o altro Ente Pubblico presente nell’ambito territoriale, le funzioni specifiche di coordinamento ed attuazione dei servizi e azioni previsti da una specifica area di bisogno per l’intero territorio dell’ambito sociale.

Il sistema dei servizi previsti nel Piano di Zona dell’Ambito sociale “Vibrata” è stata gestita da un Unione di Comuni costituita fra tutti i Comuni della Val Vibrata e denominata Unione di Comuni “Città Territorio Val Vibrata”. In tale contesto, l’Unione assumendo la natura di “ente locale” e rappresentando la forma associativa più idonea all’esercizio congiunto di un’ampia pluralità di funzioni, si è potuto considerare il piano di zona come l’unico strumento di programmazione sociale dell’intero ambito, in cui tutti gli interventi sono coordinati e gestiti in maniera unitaria e la gestione delle risorse è affidata ad un solo soggetto responsabile. Al fine di assicurare la traduzione del Piano di Zona in concrete azioni sul territorio, nella sede dell’Unione di Comuni, è costituito l’“Ufficio di Piano” con personale dipendente dell’Unione di Comuni, strumento esecutivo tramite il quale l’EAS provvede all’attuazione del piano stesso.

� Valutazione complessiva delle attività svolte

Esporre in modo sintetico ed esprimere un giudizio descrittivo dei servizi ed interventi attuati con il PDZ. Riportare le motivazioni che non hanno, eventualmente, consentito la realizzazione di attività previste nelle azioni del PDZ. Descrive i motivi delle eventuali variazioni finanziarie (assestamenti, tra le varie azioni, fermo restando l'importo totale del PDZ).

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Con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 27/7 dell’15/12/2009, pubblicata sul BURA n. 67 del 30/12/2009, al fine di evitare l’interruzione dei servizi ed interventi sociali riferiti ai livelli essenziali di assistenza sociale, sono state prorogate le norme del Piano Sociale Regionale 2007-2009 relative alla “Programmazione Locale”, concernenti in particolare le fasi metodologiche per la predisposizione e l’approvazione dei piani di zona da parte degli Enti di Ambito Sociale fino all’approvazione del nuovo Piano Sociale Regionale che individuerà i nuovi obiettivi programmatici e le modalità di approvazione dei prossimi piani di zona. Pertanto, in attesa dell’approvazione del nuovo Piano Sociale Regionale, la Giunta Complessiva dell’Unione di Comuni “Città Territorio Val Vibrata”, Ambito Sociale n. 2, con deliberazione n. 2 del 07/01/2010, ha provveduto a prorogare per l’anno 2010 l’ultima annualità del PDZ 2007-2009, approvandone il relativo quadro finanziario, con l’implementazione delle azioni previste a sostegno degli obiettivi prefissati ed in relazione ai bisogni sociali emersi ; come nell’anno precedente anche nel 2010 le attività previste dal Piano di Zona sono prevalentemente orientate al mantenimento dei servizi esistenti con alcune azioni di potenziamento dell’offerta e miglioramento dell’organizzazione più che altro riferite a progetti di sistema, limitando l’impiego delle risorse per quelle azioni che non hanno mostrato una specifica e consistente domanda. Anche nell’anno 2010 si registra un aumento delle richieste di assistenza sociale da parte dei cittadini residenti rispetto alle previsioni iniziali contenute nell’annualità prorogata del Piano di Zona. Tale incremento conferma l’andamento della spesa degli ultimi anni, richiedendo un ulteriormente potenziamento delle risorse originariamente previste nel Piano di zona, già attivate nell’annualità prorogata, alle quali si aggiungono le ulteriori risorse complessivamente considerate nei diversi Piani di intervento attivati dall’Eas; inoltre, per quanto riguarda gli interventi in favore delle persone non autosufficienti il rafforzamento delle azioni è stato possibile con la prosecuzione del Piano Locale per la non autosufficienza. Infatti, nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS al fine di rendere la permanenza della persona non autosufficiente nel nucleo familiare meno difficile e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamiliari e delle relazioni sociali e ad evitare i ricoveri impropri è stato possibile attivare processi di presa in carico attraverso progetti individualizzati di intervento, di sostegno e di accompagnamento della persona non autosufficiente e del suo nucleo famigliare secondo le previste tipologie di intervento di seguito indicate:

- Assistenza domiciliare integrata - Assistenza domiciliare socio assistenziale - Telesoccorso – Teleassistenza - Centri Diurni - Trasporto

Inoltre con l’istituzione del Fondo per i minori è stato possibile liberare alcune delle risorse previste nel Piano di Zona per le azioni di presa in carico, protezione e tutela dei minori allontanati dalla famiglia con provvedimento del Tribunale e/o dei minori stranieri non accompagnati (servizi case famiglia per minori e affido familiare) dirottandole in base al bisogno negli altri servizi. L’andamento generale dei servizi socio-assistenziali, in termini di erogazione, non ha quindi prodotto particolari criticità al sistema erogatorio, che è stato in grado di sostenere l’incremento significativo dei carichi di lavoro e di coordinare, con efficienza ed efficacia, l’implementazione del sistema integrato dei servizi sociali Le azioni sembrano essere corrispondenti ai bisogni percepiti ed espressi della popolazione residente. Sono continuate le azioni attivate nell’ambito dell’area per l’integrazione ed inclusione sociale ,nella quale trovano risposta diverse tipologie di utenza afferente alle aree Anziani, Disabilità, Salute Mentale, Dipendenze, Marginalità, che hanno consentito, di assicurare le essenziali condizioni materiali di vita, a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno utilizzo delle risorse personali, a prevenire condizioni di disagio e a favorire una dignitosa qualità della vita di molte persone e famiglie che vivono situazioni di emarginazione sociale ed economica nel territorio dell’Ente Ambito Sociale, in un contesto economico globale di grave crisi, che anche nell’anno 2010, a livello di bisogni sociali, mantiene una certa consistenza; anzi, probabilmente il 2010 è stato caratterizzato - ancor più del 2009 - dalla grave crisi economica internazionale, con la chiusura e/o il ridimensionamento di diverse realtà produttive anche del nostro territorio ed il

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conseguente licenziamento o il mancato rinnovo dei contratti di lavoro e le inevitabili ripercussioni sul tessuto sociale. Dal punto di vista finanziario si è registrato un grosso aumento della spesa rispetto alle previsioni, generalizzato a quasi tutti i servizi, alla quale si è fatto fronte, con maggiori stanziamenti in bilancio afferenti anche al PNLA e al Fondo per i Minori allontanati; le maggiori risorse sono state convogliate soprattutto nei servizi relativi all’area disabilità e alle azioni del Pnla nel quale sono confluti diversi utenti assistiti nel Piano di zona. In particolare consistente rimane la spesa nel servizio delle case famiglia gestito con il Fondo per i minori allontanati a seguito del ricovero di numerosi minori extracomunitari in situazione di bisogno trovati nel territorio dell’Eas. Inoltre, per quanto concerne l’assistenza educativa questa amministrazione ha prestato assistenza anche ai minori che hanno frequentato le scuole superiori per conto della Provincia, che per ciò ha promesso il rimborso delle spese. Nel complesso le azioni realizzate hanno consentito: - per l’area minori e famiglia un miglioramento della qualità di vita dei minori e delle famiglie attraverso forme di sostegno globali; contrasto all’abuso, maltrattamento e trascuratezza dei minori e promozione di azioni finalizzate alla de-marginalizzazione sociale dei minori; costruzione di percorsi socio-assistenziali più efficaci e, ove possibile, mantenimento di funzionali rapporti con le reti familiari, parentali, scolastiche ed amicali, al fine di non interrompere i livelli di integrazione e socializzazione; - per l’area anziani un miglioramento della qualità di vita delle persone anziane e la permanenza presso l’abitazione di residenza e presso i luoghi di vita; potenziamento degli interventi di assistenza nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS; - per l’area disabili un miglioramento della qualità di vita delle persone disabili, della promozione dei diritti, del recupero delle abilità sociali funzionali alla reale integrazione, incremento del livello di socializzazione e contrasto dell’isolamento socio-ambientale, creazione percorsi formativi che avvicinino il disabile alla piena espressività lavorativa; potenziamento degli interventi di assistenza nell’ambito del Piano Locale per la non autosufficienza dell’EAS. L’attivazione del sistema Welfare locale con l’implementazione dei servizi socio- assistenziali descritti ha dato discrete risposte ai bisogni del territorio anche se permangono discrasie di sistema inerenti:

• Domanda > offerta (saturazione dell’offerta ed incapacità di risposta globale al bisogno sociale anche in presenza del sistema di accesso a domanda individuale e dell’ I.S.E.E.);

• Esplosione di fenomeni sociali di disagio non contrastati (disagio famiglie in genere e famiglie immigrate, disabilità, invecchiamento, tossicodipendenza, prostituzione);

Resta sempre un approccio eccessivamente rigido e formalistico in materia di intese da parte di altre Istituzioni; infatti, il sistema locale dei servizi alle persone non ha registrato, nell’ultimo anno una particolare evoluzione del sistema di rete extra-istituzionale, tuttavia c’è una buona sincronia di intenti tra il comparto sociale e quello sanitario con conseguente miglioramento del livello di integrazione socio-sanitaria, volto ad evitare duplicazione dei servizi e incremento della spesa pubblica; tuttavia non è stato ancora sottoscritto con la Asl di Teramo il protocollo elaborato nell’anno 2009 per l’ulteriore potenziamento del servizio sociale professionmale attraverso l’impiego e la collaborazione delle assistenti sociali impiegate nei Consultori familiari. Inoltre, l’analisi dell’esperienza maturata dall’Ufficio di Piano ha evidenziato la necessità di un’ampia revisione della attuale disciplina regolamentare di accesso ai servizi sociali, inadeguata e arretrata rispetto alle esperienze maturate sino ad oggi, sulla quale ancora continua a discutersi; sulla base di tali considerazioni si segnala l’opportunità di avviare un processo di revisione della suddetta disciplina indirizzato al perseguimento di due obiettivi prioritari: semplificare e possibilmente ampliare il diritto di fruizione dei servizi socio-assistenziali e rendere la normativa in materia coerente con le recenti riforme della politica sociale e in prospettiva con quelle attualmente in discussione. Per quanto riguarda la verificata della corretta applicazione dei contratti collettivi di lavoro e delle norme di previdenza e assistenza da parte delle imprese affidatarie dei servizi negli atti di affidamento si è previsto l’obbligo ad erogare ai lavoratori dipendenti e, se cooperative, anche ai soci, una retribuzione non inferiore a quella risultante dal contratto collettivo di lavoro e dagli accordi integrativi dello stesso, applicabile alla categoria nella località in cui si svolge il servizio, nonché condizioni risultanti da successive modifiche ed integrazioni ed, in genere, da ogni altro contratto collettivo, successivamente stipulato per la categoria, applicabile nella località.

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Inoltre ai fini del pagamento delle fatture, si è provveduto all’acquisizione del documento unico di regolarità contributiva, conformemente alle modalità previste dalla normativa vigente in materia e dichiarazione di responsabilità del legale rappresentante attestatane la regolarità del pagamento delle retribuzioni con riferimento ai lavoratori subordinati nel rispetto del CCNL di categoria. Si è provveduto, altresì, nel corso dell’anno alla predisposizione di accurati controlli sull’osservanza delle suddette prescrizioni da parte delle Ditte aggiudicatarie, attraverso la produzione di copia delle buste paga per l’attestazione del ricevimento del compenso, quietanzate, o con allegate copia dei relativi bonifici bancari o altro elemento che attesti in modo oggettivo l’avvenuta erogazione della retribuzione. Un altro aspetto da evidenziare riguarda la carenza di personale amministrativo, che ha comportato ricadute in termini di carichi di lavoro e sofferenze in alcuni servizi: la gestione amministrativa dell’ufficio sociale è stata fatta sostanzialmente da una sola unità (sia pure con la saltuaria assistenza del personale dell’ufficio di piano) pur essendo l’EAS Vibrata uno degli ambiti sociali più grandi d’Abruzzo e nonostante la complessità delle materie amministrative e sociali e delle competenze in ambiti diversi e per attività.

.........................................., li.................................... IL RESPONSABILE

DEI SERVIZI SOCIALI

(bollo dell'ente) Sig........................................................