Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll.,...

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Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche presenti in Liguria e del patrimonio collegato Federica Natta – Chiara Luminati

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Schedatura scientifica di teatri

e sale cinematografiche presenti in Liguria

e del patrimonio collegato

Federica Natta – Chiara Luminati

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Regione Liguria – Dipartimento Agricoltura, Turismo, Cultura Dipartimento DIRAAS – Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università degli

Studi di Genova

Progetto: “Ricognizione del patrimonio collegato all’attività teatrale e alla sua documentazione in Liguria”

SOMMARIO

Introduzione: presupposti metodologici della ricerca pag. 2 Le schede pag. 15 - Teatro comunale di Ventimiglia pag. 15 - Teatro Ariston pag. 31 - Cinema-Teatro Centrale di Sanremo pag. 39 - Teatro del Casinò di Sanremo pag. 45 - Teatro “E. Rambaldi di Pieve di Teco pag. 56 - Teatro “T. Salvini” di Pieve di Teco pag. 64 - Teatro Civico Cavour di Imperia pag. 78 - Teatro Aycardi di Finale Ligure (Sv) pag. 94 - Teatro Sivori Finale Ligure (Sv) pag. 101 - Teatro Comunale Gabriello Chiabrera di Savona pag. 108 - Teatro Sacco (Savona) pag. 119 - Teatro Comunale "G. Modena" (Genova Sampierdarena) pag. 130 - Teatro Villa Duchessa di Galliera (Genova Voltri) pag. 146 - Teatro Carlo Felice di Genova pag. 158 - Teatro della Gioventù di Genova pag. 172 - Teatro Sociale di Camogli pag. 181 - Civico Teatro di La Spezia pag. 198 - Teatro degli Impavidi Sarzana (Sp) pag. 211 Appendice pag. 221

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INTRODUZIONE: PRESUPPOSTI METODOLOGICI E SALE DA SPETTACOLO PRESENTI SUL TERRITORIO LIGURE Il progetto “Ricognizione del patrimonio collegato all'attività teatrale e alla sua documentazione in Liguria”, in accordo con le parti contraenti, ha previsto una serie di interventi analitici e ricognitivi relativi alle sale da spettacolo storiche della Regione Liguria. Naturalmente, la consistenza e la complessità del progetto ha determinato lo svolgimento di molteplici attività, strutturate in momenti distinti e afferenti a specifiche e puntuali modalità di elaborazione. Necessaria in primis è stata una fase di Inquadramento metodologico che come primo esito ha prodotto una puntuale elencazione delle diverse emergenze storiche-teatrali presenti sul territorio. Operativamente si è proceduto utilizzando come discriminante da un lato la fattualità cronologica dello storico (strutture teatrali/spettacolari fondate entro il primo cinquantennio del XXI secolo) dall'altro operando un'intersezione/ raffronto con cataloghi regionali, strumenti bibliografici, materiale regionale pregresso, schede OA e A. Ne è derivata una ricognizione puntale, strutturata per province: PROVINCIA DI IMPERIA

NOMINATIVO STRUTTURA

DATA DI FONDAZIONE SITUAZIONE ATTUALE

Teatro Comunale di Ventimiglia

1905 Attivo

Cinema-Teatro Ariston (Sanremo)

1953 Attivo. Proprietà privata

Cinema-Teatro Centrale (Sanremo)

1924 Attivo. Proprietà privata

Teatro del Casinò (Sanremo)

1903 Attivo

Teatro Civico Cavour (Imperia)

1871 Attivo

Teatro “T. Salvini” (Pieve di Teco)

1834 Attivo

Teatro “E. Rambaldi” (Pieve di Teco)

1904 Non attivo. Trasformato in uno spazio polivalente con funzioni espositive e convegnistiche

Politeama Dianese Teatro “S. Palmieri”

1882 come “costruzione per adunanze pubbliche”

Teatro-cinema, usato occasionalmente anche

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per convegni e conferenze; la struttura può ospitare fino a 400 persone

PROVINCIA DI SAVONA

NOMINATIVO STRUTTURA

DATA DI FONDAZIONE SITUAZIONE ATTUALE

Teatro Sacco Colombo 1785 Attivo. Proprietà privata

Teatro Comunale Gabriello Chiabrera

1853 Attivo

Teatro Aycardi (Finale Ligure)

1804 Non attivo

Teatro Sivori (Finale Ligure)

1868 Non attivo

PROVINCIA DI GENOVA

NOMINATIVO STRUTTURA

DATA DI FONDAZIONE SITUAZIONE ATTUALE

Teatro Villa Duchessa di Galliera

1785 Attivo

Teatro “G. Modena” 1857 Attivo

Teatro Carlo Felice 1828 Attivo

Teatro della Gioventù 1930 Attivo

Teatro del Falcone Secolo XVI Non attivo. Riconvertito a spazio espositivo

Teatro “G. Verdi” Secolo XIX Attivo. Intitolato al compositore Giuseppe Verdi, il cinema-teatro Verdi ospita opere teatrali, concerti, balletti e proiezioni cinematografiche.

Cinema Chaplin, Cappuccini

Secolo XX Attivo

Ex cinema Manin Secolo XX Non più attivo

Cinema Opera Secolo XX

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Monsignor Macciò (Masone)

Cinema Roseto Secolo XX Non più attivo

Teatro Sociale di Camogli

1876 Attivo. Inaugurazione prevista nel dicembre 2016

Teatro Auditorium delle Clarisse (Rapallo)

Secolo XVII Attivo. Ricavato nell'antico convento del Seicento si propone come un razionale centro polivalente che ospita spettacoli di prosa, cinema, concerti e manifestazioni congressuali

Cinema-Teatro di Torriglia

Secolo XX Attivo. Teatro parrocchiale

Teatro Cantero (Chiavari)

1931 Attivo. Proprietà privata.

Una ricognizione più specifica ha riguardato le sale di spettacolo di Genova Sampierdarena

Sale di spettacolo – Sampierdarena

Dati e uso attuale Bibliografia

Arena Garibaldi

Citata da Schmuckher svolse la sua attività all’inizio del XX secolo. Il nome appare anche in alcuni estratti del periodo “Il Caffaro”. Luogo di aggregazione sampierdarenese accoglieva spettacoli danzanti per la borghesia locale. Non abbiamo ulteriori notizie né foto relative.

A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova, Industrie Grafiche La Tormena, Genova, 1976, p. 61 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 219 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e 7

Teatro L’ubicazione del teatro è in via Vittorio E. Frassoni, Due

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Splendor Emanuele. Fu inaugurato ai primi del Novecento dal nobile Stefano Frugone che lo trasforma prima in un luogo atto ad ospitare spettacoli di arte varia (balletto, prosa) poi in cinema. La capienza è buona ma ridotta. Pur Limitato negli spazi, nel secondo dopoguerra è costretto ad ospitare, poiché i teatri limitrofi sono stati tutti distrutti o irrimediabilmente compromessi, opere liriche, in particolare, come riporta Frassoni, la stagione 1945. Il nome appare anche in alcuni estratti de “Il Caffaro”.

secoli di lirica a Genova, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1980, 2 voll., vol. II, p. 279 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 219 M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

Teatro del circolo impiegati e professionisti

Inaugurato nel gennaio del 1913 con “Partita a scacchi” di Giacosa, realizzato da una compagnia filodrammatica locale. Ha un piccolo e “grazioso palcoscenico” come riportano le pagine de “il Lavoro” del 4 gennaio 1913

Il lavoro, 4 gennaio 1913 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 224

Teatro Mameli

Realizzato in via Mameli, da cui prende il nome, oggi via Carzino. Viene costruito in un edificio, in realtà pensato per il cinema, Il Cinematografo Volta inaugurato nel 1914. L’edificio è di proprietà di Stefano Pittaluga, pioniere del Cinema italiano. Su progetto da A. Spinola presenta un architettura moderna, aggiornata nelle tecnologie e con decorazioni, come rivela Franco Sborgi, eclettiche con elementi Liberty

M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, p. 162 G. C. De Landolina, Sampierdarena-Rinascenza, s. e., Genova,1922, p. 22 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 227 P. Millefiore, F. Sborgi, Un'idea di

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città. Sampierdarena nell'epoca del Liberty, Centro Civico di Sampierdarena, Genova, 1986, p. 75

Teatro-cinema Nuovo Splendor

Inaugurato il 24 ottobre 1921 sul lato opposto, in via Vittorio Emanuele, del già citato Teatro Splendor, anch’esso era proprietà di Stefano Frugone. Era strutturato in modo articolato, con un’ampia platea, una galleria a ferro di cavallo, due barcacce e sei palchetti. Presentava varie decorazioni di Antonio M. Canepa. Trasformato in cinema, il nuovo progetto ha cancellato le barcacce, i palchi e ogni decorazione pittorica. La recente denominazione è Splendor

Archivio fotografico Comune di Genova AA. VV., Le strutture dello spettacolo in Liguria, AGIS Liguria, Regione Liguria, 1989, p. 171 M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, p. 162 G. C. De Landolina, Sampierdarena-Rinascenza, s. e., Genova,1922, p. 22 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 229 P. Millefiore, F. Sborgi, Un'idea di città. Sampierdarena nell'epoca del Liberty, Centro Civico di Sampierdarena, Genova, 1986, p. 75

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Cinema varietà Excelsior

Il teatro è inaugurato, come riporta la pubblicistica d’epoca, il 2 dicembre del 1921. L’edificio e il teatro rappresentano, come riferisce anche Franco Sborgi, uno dei più significativi esempi genovesi del concetto di integrità delle arti, peculiarmente modernista, seppur realizzato assai più tardi rispetto alle dinamiche del Liberty. Attualmente trasformato in bar e annesso ad esercizi commerciali vari, quasi nulla rimane dello splendore dei progetti e delle foto d’epoca apparse nel Gennaio del 1923 su “L’architettura italiana” e successivamente riprodotte da Sborgi e Millefiore nel 1986. Il progetto architettonico è di Venceslao Borzani (si faccia riferimento anche al quasi inesplorato Archivio privato Borzani), ingegnere e architetto, figura significativa ligure nel campo dell’edilizia. A lui appartengono anche i progetti legati alle decorazioni plastiche, gli arredi interni, le vetrate e le decorazioni in ferro battuto di evidente sapore secessionista. Gli affreschi sono del poco noto artista romano Calcagnadoro. Ospitava spettacoli di varietà, operette e sul finire venne ricicleto come cinematografo. Nulla rimane del vecchio edificio se non, sul lato verso piazza Vittorio Veneto, la scansione dei pilastri con mascherone decorative sormontate da figure femminili che reggono ghirlande, scomparse, che dovevano reggere l’insegna del teatro.

Archivio fotografico Comune di Genova Archivio Privato Borzani AA. VV., Le strutture dello spettacolo in Liguria, AGIS Liguria, Regione Liguria, 1989, p. 177 M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, p. 162 G. C. De Landolina, Sampierdarena-Rinascenza, s. e., Genova,1922, p. 22 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991, p. 229 P. Millefiore, F. Sborgi, Un'idea di città. Sampierdarena nell'epoca del Liberty, Centro Civico di Sampierdarena, Genova, 1986, p. 78-85 F. Sborgi, La scultura a Genova e in Liguria: Il Novecento, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1989, p. 43 e p. 277

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“L’architettura italiana”, 1, gennaio 1923

Sala Mercato (annessa al Teatro Gustavo Modena)

L’ex-Mercato comunale, inaugurato nel 1905 (insieme al monumento a Giuseppe Garibaldi nelle vicina piazza del Monastero) e recentemente dismesso, era costituito da due principali volumi: il primo a tre livelli, affacciato verso via Ghiglione, che ospitava l’ingresso alla struttura e le funzioni accessorie al piani superiori; il secondo, che accoglieva i banchi del mercato, articolato in una vasta superficie rialzata coperta da tre navate in struttura metallica. Nei fondi, alcuni locali seminterrati adibiti a deposito completavano le superfici dell’immobile. La trasformazione in un Centro polivalente, reso possibile dall’investimento di Sviluppo Genova S.p.A., ha oggi posto al cuore del complesso una grande sala, pensata come un luogo ad elevato grado di flessibilità a potenziamento del complesso culturale dell’adiacente Teatro Gustavo Modena. Il pavimento è su piattaforme mobili, in grado di modificare l’assetto del palco e della platea in totale libertà, per allestimenti “all’italiana” o sfilate di moda, esibizioni a stazioni

diffuse o impianti a cavea centrale.Allo

stesso modo non esistono boccascena e un piano di graticcia vero e proprio: l’intero soffitto della sala è servito da ballatoi praticabili e ponti mobili. La rappresentazione può avvenire ovunque, ed il pubblico assistervi da luoghi sempre diversi cosi (la capienza può arrivare fino a circa 300 posti) come detteranno le mutevoli esigenze artistiche dei singoli

allestimenti.La risposta acustica è

controllata in modo naturale, grazie al rivestimento fonoassorbente in sughero, non trattato, mentre la luce è filtrata dalle

DATI TECNICI La Sala Mercato è stata inaugurata il 20 ottobre 2001.

CAPIENZA: n. 193 posti – platea disposta a

gradinata

Palcoscenico: Pedana alta 40 cm. Larghezza utile mt. 16, profondità utile

mt. 9oscurabilità

totale – i muri laterali e di fondo sono

neriPavimento

area scenica in legno inchiodabile. Colore pavimento nero. Non c’è

declivio.Non c’è

sipario. Sono disponibili 8 quinte armate nere, più due quinte più larghe per la chiusura di boccascena, 1

fondale nero.La

sala non è dotata di graticcia. Due americane su carro ponte spostabili lungo tutta la superficie della sala, con multicapi 10 ch per americana.

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ampie vetrate a scomparsa delle pareti, oscurabile se si vorrà, ma anche libera di penetrare nello spazio che può diventare loggia aperta, muovendo con una mano i pannelli scorrevoli lungo i fianchi della sala. Un impianto sofisticato di trattamento dell’aria consentirà le migliori condizioni di benessere durante tutte le stagioni dell’anno. Nel piano sottostante trovano collocazione tutti i locali di servizio della struttura, inclusi i camerini. Un segreto collegamento sotterraneo unisce questo piano al sottopalco del vicino teatro ottocentesco. Una nuova biglietteria diurna consente, al livello terreno, il passaggio del pubblico dal Modena al nuovo complesso. L’antica palazzina affacciata su via Ghiglione è stata recuperata nelle forme originali, ma singolari tagli prospettici, improvvise doppie altezze, lucernari, sono stati inseriti per rendere accoglienti i foyer, dove si potrà sostare, bere, parlare, o

semplicemente far niente.Infine i piani

superiori, che ospitano gli uffici per l’organizzazione teatrale ed una sala per la stampa e per gli incontri, affacciata sul grande atrio sottostante.

Possibilità di appendere riflettori sul corrimano dei ballatoi laterali e di fondo, sorretti da colonne, già attrezzati con ca. 35 ritorni elettrici per parte da 2 kw e 3 ritorni da 5 kw. Possibilità di posizionare proiettori a terra con n. 8 ritorni da 2 kw e n.2 ritorni da 5 kw dietro il fondale e n. 3 ritorni per parte da 2 kw in

fondo platea.

Altezza da piano palcoscenico a ballatoio mt 4,11. Larghezza da colonna a colonna mt. 8,50. Carico elettrico 80 kw. Cabina dimmer alle spalle dell’area scenica. Non c’è la possibilità di fare l’allaccio a cavo nudo, ma serve un

bocchettone 63A.

C’è la scala per i puntamenti. Regie luci e audio di fronte area scenica, su ballatoio. Ciabatta fonica da

16 ch.C’è DMX.

Camerini n. 7 con servizi igienici.

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Scarico materiali diretto sul

palcoscenico.Acce

sso alla porta di scarico dal cortile alle spalle del Teatro, cancello grigio, Piazza del Monastero.

PROVINCIA DI LA SPEZIA

NOMINATIVO STRUTTURA

DATA DI FONDAZIONE SITUAZIONE ATTUALE

Teatro Civico di La Spezia

1846 Attivo

Teatro degli Impavidi (Sarzana)

1809 Non attivo

Centro Culturale Giovanile e Multimediale “Dialma Ruggiero” (La Spezia)

Secolo XXI. Nasce per dare spazi attrezzati al mondo giovanile che da tempo richiedeva strutture adeguate per poter organizzare il proprio tempo libero. Ricavato da una ex scuola media completamente ristrutturata, variamente articolato in molteplici spazi per attività relative a più settori artistici e culturali, attrezzato per gli spettacoli, il Centro si configura come una struttura polifunzionale flessibile e dinamica finalizzata alla promozione e valorizzazione delle politiche giovanili. Luogo d'incontro e di scambio,

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ma anche di formazione e orientamento, di progettazione e produzione, il Centro, inaugurato nel marzo 2002, si è ben presto caratterizzato come polo d'attrazione e di aggregazione per i giovani di tutto il territorio spezzino.

Sala Dante (La Spezia) Secolo XXI. Viene utilizzata unicamente per scopi, iniziative e attività di significativo livello, che promuovono la conoscenza e la diffusione della cultura nei suoi molteplici aspetto per attività atte a promuovere l'immagine dell'Istituzione stessa. In tal senso la Sala Dante è destinata a svolgere principalmente le seguenti funzioni: Sala di rappresentanza dell'Istituzione e del Comune; Sede di convegni, corsi, conferenze,ecc.; Auditorium musicale. L'uso della sala può essere consentito ad Enti, Istituzioni Culturali, Associazioni.

Attivo. Dotazioni: impianto microfonico e di registrazione. Capienza: 210 posti a sedere.

La Sala o Centro Salvador Allende (La Spezia)

Secolo XXI. Ospita iniziative culturali organizzate dall'Istituzione, dall'Amministrazione comunale, da Associazioni, Enti, Circoli culturali, ecc.

Attivo. Dotazioni: impianto microfonico e di audioregistrazione, videoproiettore, struttura per mostre Capienza: 80 posti a sedere

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Cinema Teatro Moneglia Secolo XXI Attualmente in disuso, è stato prima sede di una Casa d'aste e poi magazzino. Dopo una ricerca presso l'Archivio del Comune non risultano esserci documenti, forse persi durante i traslochi.

I dati emersi hanno tuttavia palesato la necessità di un’individuazione e selezione metodologica dei dati numerici riassuntivi e /o analitici ricavati, al fine di ottenere un più ristretto ma significativo numero di elementi rilevanti, meritevoli di approfondimento. In questo senso, si è proceduto con l'analisi delle seguenti strutture: Civico Teatro di La Spezia Teatro Sociale di Camogli Teatro Cantero di Chiavari Teatro Comunale "G. Modena" (Genova Sampierdarena) Teatro Villa Duchessa di Galliera (Genova Voltri) Teatro Sacco (Savona) Teatro Civico Cavour di Imperia Teatro “T. Salvini” di Pieve di Teco Teatro “E. Rambaldi di Pieve di Teco Cinema-Teatro Ariston di Sanremo Cinema-Teatro Centrale di Sanremo Teatro del Casinò di Sanremo Teatro Comunale di Ventimiglia Teatro Carlo Felice di Genova Teatro della Gioventù di Genova Teatro Comunale Gabriello Chiabrera di Savona Teatro Aycardi di Finale Ligure (Sv) Teatro Sivori Finale Ligure (Sv) Teatro degli Impavidi Sarzana (Sp) In relazione alle specifiche strutture individuate é stata apportata una scheda digitale (file doc./excel) e cartacea, esemplata sul modello della ricognizione teatrale effettuata nella Regione Toscana nel 1992 (E. Garbero Zorzi, L. Zangheri, Teatri storici della Toscana. Censimento Documentario e architettonico, Giunta regionale toscana - Multigrafica editrice, Roma, 1991), semplificata e/o integrata tuttavia di alcuni dati, collegati più direttamente al patrimonio ligure. In specifico, in essa vengono analizzati i seguenti campi:

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locazione del bene; situazione storica; restauri e interventi sulla struttura; caratteristiche strutturali e materiche; stile prevalente; bibliografia, patrimonio documentale; attività e situazione d'uso; ambito culturale di riferimento. In relazione alle diverse strutture, analizzate, come indicato, nelle loro specifiche funzionali, logistiche, storico-strutturali, culturali, si è preso considerazione anche il patrimonio archivistico e artistico annesso. La compilazione di ogni singola scheda ha richiesto una preliminare ricerca storico-bibliografica, integrata con ricognizioni di archivio che si sono svolte, secondo le specifiche occorrenze, negli archivi di stato e negli archivi storici delle singole sedi comunali, nei fondi della sede del teatro, in alcune biblioteche civiche e comunali, nell'archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria. Nell'analisi di ciascuna struttura, oltre alla situazione storica e documentale, ci si è soffermati in particolare sugli ultimi eventi ed interventi che hanno interessato lo stabile, perché manca ad oggi una ricognizione esaustiva ed organica riguardo allo stato di fatto di ogni singolo bene. In questo senso, si é proceduto con una ricognizione e descrizione puntuale degli ultimi interventi di restauro, attraverso una ricostruzione precisa della cronologia e dello storico delle azioni, pervenuta soprattutto attraverso lo spoglio dei documenti di Soprintendenza. Come già accennato, anche il patrimonio teatrale collegato è stato oggetto di indagine e ricognizione; in questo senso, macchinari scenici, sipari, oggetti tecnici sono stati inseriti nella scheda relativa alla specifica emergenza.

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LE SCHEDE L'ordine di presentazione segue un criterio di ordine territoriale: si procede da Ponente a Levante.

TEATRO COMUNALE DI VENTIMIGLIA

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: via Aprosio 24, Ventimiglia

Tipologia originaria:

pianta a ferro di cavallo con galleria in cemento armato; palchi e fossa per l'orchestra vennero eliminati dopo il restauro post bellico

Uso attuale:

(1905), funzionante

Dati tecnici: palcoscenico: 10m (larghezza) 8m (profondità)

Capienza totale: 268 posti (platea) 150 posti (galleria)

Realizzato nel 1905, sulla base di un progetto degli architetti Antonio Capponi e Francesco Sappia, il Teatro Comunale di Ventimiglia assume la sua attuale intitolazione solo nel 1934 a seguito della sua cessione alla Municipalità. Ma un tempo la struttura teatrale aveva altro nome e cioè “Politeama Sociale” e fu realizzata grazie alla determinazione di una cooperativa di commercianti cittadini, la “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” che ne finanziò la costruzione attraverso l'emissione di ottantasei azioni di cento Lire ognuna, nell'ottica di “dotare la città di un ritrovo, in cui oltre alle rappresentazioni teatrali, la popolazione si possa raccogliere per sentire conferenze di indole commerciale, economica, agricola” (cfr. Istanza del 21 ottobre 1903 rivolta alla Giunta Municipale di Ventimiglia da parte di Angelo Maccario, presidente della Società Mutua Cooperativa). Il progetto, pubblicato già nel 1903 sulla base degli schizzi di Sappia all'interno della rivista “Memorie di un architetto”, presenta tutti quegli elementi che caratterizzano le sale destinate agli spettacoli e all'attività cinematografica. In questo senso sono da considerarsi la pianta a ferro di cavallo risolta però con una sola fila di palchetti, con una balconata e con palchi di proscenio; il palcoscenico piuttosto ampio con fossa per l'orchestra; la cupola ribassata per le esigenze acustiche. Capponi e Sappia però non dimenticano i caratteri dell'architettura civile privata per l'ambiente della Riviera; sotto quest'aspetto, l'attico timpanato, la facciata di struttura

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neoclassica con inserti liberty dati dalla pensilina in vetro e ferro battuto, dal lineare biomofismo, o le decorazioni fitomorfe, sono perfettamente in linea con le opere più note che i due progettisti realizzano nel Ponente: per esempio l'Hotel Splendid di Bordighera o Villa Angerer. Quanto all'attività di spettacolo: dai documenti si evince un'intensa attività sociale e culturale, ricca di prime liriche, concerti di musica classica, operette, spettacoli di prosa. Calcano il palco del Teatro Comunale grandi compagnie e attori di levatura: Emma Grammatica, Carlo Dapporto, Ermete Zacconi, Ettore Petrolini... Eliminando temporaneamente le file di poltrone si organizzavano inoltre feste e veglioni, balli, mascherate, tutte attività che salvo il periodo della prima guerra mondiale, che vede una riduzione delle programmazioni, continuano in modo felice fino alla metà degli anni Trenta. Il 21 febbraio 1934 il Podestà di Ventimiglia, Bernardo Borfiga, riceve dal rappresentante della Società Esercenti la cessione al Comune di tutti i diritti mobiliari e immobiliari del teatro. Il Comune diventa così proprietario del Politeama, lasciando però la gestione a un concessionario privato che mantiene gli obblighi precedentemente stabiliti dalla Società. In tale data, come già detto, il Politeama cambia nome per diventare Teatro Comunale di Ventimiglia e ospita nel tempo un'intensa attività di prosa, oltre che veglioni, incontri culturali e proiezioni cinematografiche che negli anni del II conflitto bellico saranno destinate soprattutto alle truppe di fanteria di stanza a Ventimiglia. Gravemente danneggiato durante la guerra, il teatro viene ricostruito nel 1948 subendo notevoli trasformazioni nella struttura interna, funzionali a un'attività prevalentemente cinematografica. Il teatro a palchi viene interpretato come sinonimo di antimodernità. Di qui la decisione di ricostruirlo in modo completamente diverso da quello originario. Ha così inizio un lungo percorso che si concluderà solo nel luglio 1948. Alle ragioni di tipo conservativo si contrappone l'esigenza di soluzioni considerate più efficaci ma anche più remunerative. L'incarico viene affidato all'architetto Giuseppe Bosio il quale realizza una nuova distribuzione interna con l'allargamento della platea, la chiusura della buca d'orchestra, l'eliminazione della fila di palchi e della balconata, l'abbassamento del soffitto della sala, la realizzazione di una galleria in cemento armato. Concesso in gestione a una società privata, il teatro viene inaugurato nel 1948 con Madama Butterfly di Puccini ma il principale impiego sarà quello cinematografico anche se non mancano avanspettacolo e varietà. Conosce un periodo di vitalità fino alla fine degli anni Sessanta quando viene dichiarato inagibile. Da questa data inizia un lungo contenzioso tra Comune e società concessionaria per la realizzazione dei lavori necessari all'agibilità pubblica, con il risultato che nel 1987 il teatro viene definitivamente chiuso. L'ultimo atto ufficiale, forse in quegli anni il più importante per la salvaguardia del teatro, è dell'aprile 1988 in cui il Ministero dei Beni Culturali a mezzo della Soprintendenza comunica al Comune di Ventimiglia che “[...] la facciata del Teatro deve considerarsi, ai sensi della legge 1089/1939, compresa negli elenchi descrittivi previsti dall'art. 4 della citata legge”. Si tratta, in sostanza, del provvedimento di

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vincolo per interesse culturale. A seguito di pressioni di associazioni culturali locali, nel 1989 un team di ingegneri ventimigliesi elabora uno studio di fattibilità per il recupero del teatro ma solo nel 1995 parte l'attuale ristrutturazione affidata all'ingegnere Nicolò De Mari Casareto dal Verme di Genova. Nell'occasione, la struttura viene ridisegnata ripristinando l'originaria vocazione spettacolare; il piano terra pertanto ha visto riattivate le funzioni di accoglienza, servizio, distribuzione con un ridimensionamento della sala; il piano intermedio ha tenuto conto della struttura come foyer, bar, salotto. La riorganizzazione dell'ultimo piano è stata realizzata nell'ottica di creare spazi tecnici e amministrativi funzionali alla vita sia del teatro che del cinema. Dal 2008 il Teatro Comunale di Ventimiglia è in gestione alla società “Ariston srl” della famiglia Vacchino. Bibliografia: Regolamento speciale per la costruzione di un Politeama a cura della società fra esercenti in Ventimiglia, art. 1, Tipografia Luigi Billi, Ventimiglia, 1904 E. Belgiovine, Ventimiglia, in AA. VV., Città da scoprire. Guida ai centri minori, Touring Club Italiano, Milano, 1983, vol. 1, p. 16 B. Cilento, N. Pazzini Paglieri, Le città della Liguria, Ventimiglia, Sagep, Genova, 1991 A. Colombara (a cura di), Spazi teatrali della Regione Liguria, censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'Opera di Genova, Genova, 1983 R. Cossu, Ricerche sul Teatro a Ventimiglia: il Politeama sociale, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2001/2002 G. de Villa, Il teatro di Ventimiglia: dal racconto storico all’analisi di progetto gestionale di un simbolo cittadino, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2014-2015 E. Duretto Conti, M. Migliorini, M. T. Verda Scajola, Sanremo tra due secoli. Arte e architettura di una “ville de saison” tra ‘800 e ‘900, Sagep, Genova, 1986 pp. 178-179: notizie sulla figura di Antonio Capponi e sulla sua vicenda di costruttore M. Di Dio, I teatri della Liguria, in AA. VV., Il Carlo Felice di Genova. Storie e progetti, Sagep, Genova, 1986 A. Folli, G. Merello, Charles Garnier e la Riviera, Erga Edizioni, Genova, 2000 D. Gnech, F. Miseria, R. Villa, La Battaglia di Fiori, Tip. Petrilli, Ventimiglia, 1987 L. Pescio, Il Comunale: la rinascita di un teatro storico in R. Iovino, M. Musso, E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, Fratelli Frilli Editiri, Genova, 2008, pp. 19-20 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 136-140 G. Rossi, Storia della Città di Ventimiglia dalle sue origini sino ai nostri tempi, Oneglia, Ghilini, 1886; riediz. anast. Bologna, 1986, pp. 330-334 G. M. Risso, A. Sismondini, F. Trucchi, Studio sul recupero del Teatro

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Comunale, Ventimiglia, 1989 A. Schmucker, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Mondani, Genova, 1976, p. 179 P. Silvano, Un teatro per la città nel nuovo millennio, Tesi di Laurea,, Università degli Studi di Genova, Laurea in Scienze dello Spettacolo, A. A. 2010/2011 G. Strafforello, Province di Genova e Porto Maurizio, UTE, Torino, 1892, p. 342 La mancanza di un teatro, in “Giornale di Ventimiglia”, Anno I, n. 8, 27 febbraio 1898 La mancanza di un teatro....e le commissioni, in “Giornale di Ventimiglia”, Anno I, n. 16, 24 aprile 1898 Politeama, in “Armonia”, Anno III, n. 11, 12 marzo 1904 Apertura del Teatro, in “Armonia”, anno IV, n. 8, 25 febbraio 1905 Vari Articoli in Teatro, in “La Parola socialista”, per le seguenti date: Anno X, n. 3, 15 gennaio 1905, Anno X, n.18, 30 aprile 1905, Anno X, n. 19, 7 maggio 1905, Anno X, n. 23, 4 giugno 1905, Anno X, n. 36 , 3 settembre 1905, Anno X, n. 38 , 17 settembre 1905, Anno XI, n. 4 , 28 gennaio 1906, Anno XI, n. 10, 11 marzo 1906, Anno XI, n. 12, 25 marzo 1906, Anno XI, n. 17, 29 aprile 1906, Teatro drammatico, in “La Parola socialista”, Anno X, n. 52 , 24 dicembre 1905 Conferenza pro rivoluzione russa, in “La Parola socialista”, Anno XI, n. 4 , 28 gennaio 1906 Movimenti delle Compagnie, in “L'Arte Drammatica”, Anno XXXV, n. 19, 17 marzo 1906 Rivista degli spettacoli, in “La Riscossa” Anno I, n. 2, 12 gennaio 1908 Vari articoli in Politeama Sociale in “La riscossa”, alle seguenti date: Anno I, n.3, 19 gennaio 1908, Anno I, n.35, 23 agosto 1908, Anno I , n. 45 , 1 novembre 1908, Anno II, n. 4, 7 febbraio 1909, Anno II, n. 7, 28 febbraio 1909. L'insediamento del nuovo Consiglio Comunale, in “La riscossa”, Anno I, n. 46, 8 novembre 1908 I veglioni di carnevale, in “La riscossa”, Anno I, n. 10, 8 marzo 1908 I Lillipuziani, in “Il risveglio liberale”, Anno III, n.19, 27 maggio 1909 L'Opera al Politeama, in “La riscossa”, Anno II, n. 33, 19 settembre 1909 Nuovo spettacolo, in “L'eco di Sanremo” Anno I , n. 1, 14 novembre 1909 Teatro Variétés, in “L'eco di Sanremo”, Anno I, n. 7, 5 dicembre 1909 Consiglio Comunale, in “L'Armonia”, Anno IX, n. 19, 14 maggio 1910 Romanticismo, in “La parola”, Anno XVIII, n. 24, 13 giugno 1915 Vari articoli in Politeama Sociale, in “L'eco della Riviera”, alle seguenti date: Anno I, nr. 1, 19 marzo 1916, Anno I, n. 35, 12 novembre 1916, Anno VI, n. 23, 5 giugno 1921 Goliardo, Uno spettacolo futurista, in “L'eco della riviera”, Anno I, n. 7 , 30

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aprile 1916 Padiglione Corbetta, in “L'eco della Riviera”, Anno IV, n.34, 24 agosto 1919 Caffè Eden Ligure, in “L'eco della Riviera” Anno IV, n. 43, 26 ottobre 1919 La Dialettale, in “L'Eco della Riviera” Anno XIV, n. 61, 27 luglio 1929 Vari articoli in Teatro, in “L'eco della Riviera”, alle seguenti date: Anno V, n. 52, 25 dicembre 1920, Anno VI, n. 55, 12 dicembre 1921, Anno IX, n. 33, 16 agosto 1924, Anno XII, n. 12, 26 marzo 1927, Nel fascio ventimigliese, in “L'eco della Riviera”, Anno VIII, n.64, 8 dicembre 1923 La Compagnia Grasso al Politeama Sociale, in “L'eco della Riviera”, Anno IX, n. 19, 10 maggio 1924 L'addio alla Compagnia Giovanni Grasso, in “L'eco della Riviera”, Anno IX, n. 21, 24 maggio 1924 La Compagnia di Govi al Politeama, in “L'eco della Riviera”, Anni IX, n. 37, 13 settembre 1924 Ventimiglia si diverte, in “L'eco della Riviera”, Anno XI, n.8, 20 febbraio 1926 Un po' d'ordine, in “L'eco della Riviera”, Anno XII, n. 2, 15 gennaio 1927 Cinema Teatro, in “L'eco della Riviera”, Anno XIII, n. 42, 22 ottobre 1927 Al Politeama Sociale, in “L'eco della Riviera”, Anno XVI, n. 46, 10 giugno 1931 Intorno al Politeama Sociale, in “L'eco della Riviera”, Anno XVI, n. 48, 17 e 18 giugno 1931 La tournée lirica al Politeama, in “L'eco della Riviera”, Anno XVII, n. 53, 3 luglio 1932 Il carro di Tespi, in “L'eco della Riviera”, Anno XVI, n. 72, 9-10 settembre 1931 Le veglie danzanti, in “L'eco della Riviera”, Anno XX, n. 1, 2-3 gennaio 1935 Spettacoli e ritrovi, in “L'eco della Riviera”, Anni XXI, n. 101, 19-20 dicembre 1936 Polemichetta cinematografica, in “L'eco della Riviera, Anno XXIII, n. 16, 26-27 febbraio 1938 Il Politeama di proprietà del Comune in “L'eco della Riviera”, Anno XXVII, n. 98, 7-8 novembre 1942 Scadrà la concessione del Teatro, in “La Voce Intemelia”, Anno XXVI, n. 10, 28 ottobre 1971 Successi teatrali della “Compagnia di Ventimigliusi”, in “La Voce Intemelia”, Anno XXII, n. 2 , 24 gennaio 1967 In corso i lavori di restauro del Teatro Comunale, in “La Voce Intemelia, Anno XXIII, n. 9, 26 settembre 1968 Sollecitata a Ventimiglia la riapertura del Comunale, in “L'Eco della Riviera”, Anno LVIII, n. 17, 27 febbraio 1972 Incerta la sorte del Teatro Comunale, in “La Voce Intemelia”, Anno XXVII, n. 3 , 29 marzo 1972 L'annosa questione del Cinema Teatro Comunale di Ventimiglia, in “L'Eco della Riviera”, Anno LVII n. 56, 16 luglio 1972

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Carnevale a Teatro in “La Voce Intemelia”, Anno XXX n. 3, 30 marzo 1976 Pittori al Comunale, in “La Voce Intemelia”, Anno XXX n. 8, 27 agosto 1976 Teatro e ferrovia inagibili?, in “La Voce Intemelia”, Anno XXXVIII, n. 4 , 23 aprile 1983. Finalmente riaperto il Teatro Comunale, in “La Voce Intemelia”, Anno LXII, n. 5 , 25 maggio 2007 F. Fornari, Teatri carichi di storia antincendio, in “La Stampa”, 1° dicembre 1983 F. Lanteri, Ridateci il Comunale, in “Il Secolo XIX”, 6 giugno 1989 L. Maccario, Repertorio e attitudini del Teatro Ventimigliusu, in “Intemelion”, n.17, 2010 F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in “Entropia”, n. 15, gennaio 1989 R. Villa, Dal “Politeama” alla rovina odierna, in“Il Secolo XIX”, 6 giugno 1989 Dati Storici Situazione iniziale Edificio realizzato nel 1905 in stile neoclassico con inserti e decorazioni liberty. L'impianto originario interno, a ferro di cavallo con palchetti, è stato tuttavia completamente modificato a seguito della ricostruzione post bellica del 1948 e del successivo restauro degli anni Novanta. Ubicazione: via Aprosio 24, Ventimiglia Attività: dal 1905 con interruzioni e chiusure. Attualmente è in gestione alla Società Ariston s.r.l. della famiglia Vacchino Dati tecnici: pianta a ferro di cavallo e galleria in cemento armato; originariamente erano presenti palchi e fossa per l'orchestra, eliminati dopo l'intervento post bellico. Dopo il restauro degli anni Novanta, la galleria è stata ridotta ed è stata recuperata una fila di palchetti per ciascun lato. Architetti: progettazione originaria degli architetti Francesco Sappia e Antonio Capponi; la realizzazione del teatro è invece stata sostenuta dalla “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” con l'emissione di azioni. Il terreno per la costruzione era di proprietà di sir Thomas Hanbury, ceduto al Comune nel 1903. Data inaugurazione teatro: 1905 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 1946-1948: restauro post bellico: si realizza una nuova distribuzione interna con l'allargamento della platea, la chiusura della buca d'orchestra, l'eliminazione della fila di palchi e della balconata, l'abbassamento del soffitto della sala, la realizzazione di una galleria in cemento armato

1983-2007: recupero architettonico e funzionale del teatro: risanamento della struttura; risanamento delle coperture, dei prospetti e della torre scenica; internamente si opera una diversa ridistribuzione degli spazi per esigenze di attività spettacolare e cinematografica.

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Variazioni apportate alla struttura: 1946-1948: progetto dell'architetto Giuseppe Bosio; i lavori sono invece eseguiti dalla ditta torinese Rambaldi/Bosia.

Il primo piano, comprendente i palchi e i retrostanti locali di intrattenimento viene completamente modificato per far posto alla balconata a gradoni della galleria. Quest'ultima viene realizzata con struttura in cemento armato a sbalzo, rendendo necessaria la costruzione di una pilastrata al piano della platea e di una struttura a traliccio al primo piano. Nella ristrutturazione vengono aumentati i posti a sedere (in origine il teatro contava una capienza di 600 sedute) con l'allargamento della platea e viene eliminata la buca per l'orchestra. L'interno dello stabile viene rinnovato secondo le ultime tecniche della scienza edilizia: il soffitto, rifatto a curva parabolica, viene ricostruito con materiale acustico specifico in grado di eliminare completamente la risonanza; infine viene realizzato un impianto a illuminazione diffusa. Al di sopra della galleria viene posta la cabina per le proiezioni. 1983-2007: progetto degli architetti Nicolò De Mari Casareto Dal Verme e Vittorio Grattarola con la collaborazione di Sandro Gennaro e dell'arch. Fabio Pontiggia; progettazione degli impianti tecnologici e prevenzione incendio, ing. Alberto Cazzaniga di Milano; Studio Associato Sorgentone / Risso per gli adempimenti in termini di “Piano di sicurezza” in fase di esecuzione lavori; realizzazione lavori: Ditta Delsoglio Marco sas di Torino. Nel 2005, dopo l'interruzione a seguito del necessario appalto a nuova ditta e dopo una revisione progettuale da parte dell'Ing. Gianmarco Risso, incaricato dalla nuova Amministrazione, subentra la ditta F.lli Negro di Arma di Taggia per il completamento dei lavori: inizio previsto 11 maggio 2005, fine prevista 27 maggio 2007.

Le opere di restauro hanno riguardato soprattutto il recupero degli intonaci e degli elementi architettonici/decorativi della facciata monumentale. Le tipologie di intervento e le modalità esecutive sono state: risarcimento dell'intonaco ammalorato; stuccatura di lesione i interessanti l'intonaco (crepe); preparazione e verniciatura opere in ferro; ripristino gronde e pluviali; pitturazione; risanamento e integrazione intonaci ed elementi architettonici decorativi. Internamente si è proceduto organizzando spazialmente la struttura in modo da recuperare l'originaria vocazione spettacolare dello stabile; il piano terra è stato ridisegnato tenendo conto delle funzioni di accoglimento, servizio, distribuzione, il piano intermedio è stata ridimensionato per ricavare gli spazi del foyer, del bar, del salotto; all'ultimo piano sono stati realizzati i locali tecnici e la cabina di regia, dotata di 2 proiettori. La platea è stata rivestita internamente di pannelli fonoassorbenti e ignifughi per assicurare sufficiente isolamento acustico. Sono state risistemate e adattate alla nuova capacità della sala le sedute. Si è messo a punto il recupero di una fossa per orchestrali, attraverso praticabili mobili che consentono una duplice configurazione (cinema oppure teatro). Un attico

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timpanato è stato disposto a mascherare la torre scenica e il palcoscenico. La galleria è stata ridotta ed è stata recuperata una fila di palchetti per ciascun lato. Sono state eliminate invece le balconate laterali, eccetto la porzione corrispondente al sottostante corridoio di distribuzione della platea. La torre scenica ha visto soprattutto un restauro conservativo dei prospetti; un risanamento delle coperture; l'adeguamento dei locali tecnici e dell'impiantistica alle normative vigenti. Sono state ripristinate le torri di boccascena, realizzate in struttura a traliccio di 6.50 m di altezza con canale interno dotato di prese per la distribuzione elettrica, con la funzione di supportare i proiettori per le luci di scena. Si è costruita una graticcia di palcoscenico in doghe d'acciaio, dotata di botola di servizio per la movimentazione dalla quota del piano palco al graticciato. In generale i lavori di ristrutturazione sono divisibili in sette grandi categorie: 1) opere di demolizione e disfacimento di porzioni esistenti di fabbricato, inclusa la copertura interamente sostituita; 2) opere di consolidamento statico e di nuova realizzazione di elementi o manufatti in calcestruzzo armato o acciaio (quali fossa orchestrale, scale varie, prolungamento galleria, rinforzi arco scenico, graticcia torre scenica); 3) opere di realizzazione rinforzi e sostituzione elementi portanti orditura tetto e realizzazione nuovo manto di copertura; 4) opere in muratura, inclusa la formazione di nuove aperture, quindi opere di intonacatura e finitura varie sia sui prospetti che all'interno, incluse le opere di tinteggiatura; 5) opere di carattere impiantistico, incluso impianto elettrico, impianto idraulico, impianto di condizionamento e impianto antincendio; 6) opere accessorie riguardanti l'arredo scenotecnico, l'arredo di sala, l'arredo bar, l'arredo atrio-zona guardaroba; 7) opere di provvista e posa in opera di serramenti esterni e serramenti interni (finestre, porte, porte Rei). La facciata non è stata modificata così come è stata mantenuta la divisione tra platea (268 posti) e galleria (150 posti) con la stessa conformazione che il Teatro aveva assunto con la ristrutturazione del 1948. Documenti Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia, seconda serie Titolo del fascicolo/tipologia: Verbale del Consiglio Comunale di Ventimiglia Data documento: aprile 1891 Notizie storiche: L'ordine del giorno contiene la richiesta, da parte del consigliere Paolo Aprosio, della nomina di una commissione per erigere il teatro; nell'istanza si discute anche della scelta dell'ingegnere cui affidare la progettazione e del reperimento dei fondi necessari Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia, seconda serie Titolo del fascicolo/tipologia: istanza alla Giunta di Ventimiglia da parte di Angelo Maccario, presidente della “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” Data documento: 21 ottobre 1903 Notizie storiche:

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Si menziona una sottoscrizione fra esercenti per costruire il teatro Politeama; si domanda il rimborso delle tasse daziarie percepite o da percepirsi sui materiali da costruzione; si fa richiesta di esenzione dalle tasse sugli spettacoli e sui balli; si richiede la concessione di suolo pubblico a uso di spettacolo Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia, seconda serie Titolo del fascicolo/tipologia: Deliberazione circa la costruzione di un Politeama Data documento: 1903 Notizie storiche: Si delibera la “costruzione di un Politeama allo scopo di favorire il decoro e le attraenze della città […] nonché giovare all'incremento di essa e, conseguentemente all'aumento e allo sviluppo del commercio” (artt. 1-2). Nel documento si prende atto della partecipazione di sir Thomas Hanbury alla costruzione della struttura attraverso la cessione del suo terreno, della superficie di circa 800 mq., situato nel Sestiere Sant'Agostino, in prossimità di via Aprosio. Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia, seconda serie Titolo del fascicolo/tipologia: Istanze alla Giunta Data documento: 9 dicembre 1904 Notizie storiche: La “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” chiede agevolazioni, sgravi fiscali, aiuti economici per poter concludere la costruzione del Politeama Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Cessione Politeama al Comune di Ventimiglia Data documento: 21 febbraio 1934 Notizie storiche: La “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” cede al Comune tutti i diritti mobiliari e immobiliari del Politeama; a sua volta il Municipio si obbliga a mantenere nella parte dell'edificio soprastante l'atrio, dei locali a disposizione della Società o a fornirne equivalenti nel caso che, per qualsiasi ragione, quelli attualmente occupati non fossero più disponibili. Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia, Serie terza Titolo del fascicolo/tipologia: concessione in uso del locali del teatro all'”Unione provinciale Fascista dei commercianti” Data documento: 1 febbraio 1943 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia consegna al Presidente dell'”Unione provinciale Fascista dei commercianti” i locali al I piano del teatro; dall'altra l'Unione si impegna a usare gli spazi senza alcun intralcio alla normale gestione amministrativa e artistica del teatro e al libero uso di esso sia da parte del

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Comune sia da parte di concessionari, affittuari, impresari, aventi causa del Comune e chi per esso. Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di ristrutturazione – teatro arch. Bosio Data documento: 21 dicembre 1946 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia concede l'incarico di ristrutturazione del teatro comunale all'architetto Giuseppe Bosio Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Approvazione Progetto di ristrutturazione – teatro arch. Bosio Data documento: 20 giugno 1947 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia approva il progetto di Bosio per la ricostruzione del teatro comunale Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Conferimento lavori di ristrutturazione del teatro alla ditta Rambaldi/Bosia di Torino Data documento: dicembre 1947 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia conferisce l'appalto dei lavori per il teatro alla ditta del dott. Rambaldi e del geom. Bosia che dovevano ricevere a compenso dei lavori previsti per fine aprile 1948, la concessione del cinema-teatro fino alla fine del 1964. Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Comunicazione tutela facciata del Teatro Comunale di Ventimiglia Data documento: aprile 1988 Notizie storiche: Il Ministero dei Beni Culturali a mezzo della Soprintendenza comunica al Comune di Ventimiglia che “[...] la facciata del Teatro deve considerarsi, ai sensi della legge 1089/1939 compresa negli elenchi descrittivi previsti dall'art. 4 della citata legge. Si tratta, in sostanza, del provvedimento di vincolo per interesse culturale. Il teatro di cui all'oggetto conserva ancora oggi un equilibrato prospetto meritevole di adeguata tutela e valorizzazione. Si coglie l'occasione per rammentare che qualsiasi provvedimento sull'immobile dovrà essere sottoposto all'esame preventivo di questa Soprintendenza”. Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria

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Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela Data documento: 23 aprile 1988 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo ai sensi dell'art. 4 della L. 1089/39 e relativa planimetria catastale Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione storico-artistica; relazione tecnica - teatro comunale, rifacimento facciata Data documento: 3 giugno 1994 Notizie storiche: Relazione illustrativa ing. Gian Marco Risso Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro comunale, Ristrutturazione Data documento: 3 giugno 1994 Notizie storiche: Relazione tecnica ing. Gian Marco Risso Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00011779 Data documento: 1994 Notizie storiche: compilatore D. Ottonello Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione tecnica, teatro comunale Ventimiglia Data documento: 13 maggio 1994 Notizie storiche: Relazioni con il progetto globale di ristrutturazione Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione tecnica, teatro comunale Ventimiglia Data documento: 22 gennaio 1996 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Ristrutturazione del teatro Comunale, Relazione tecnica Data documento: 8 febbraio 1996

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Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione storico-artistica - teatro comunale, rifacimento facciata Data documento: 16 settembre 2002 Notizie storiche: Relazione illustrativa Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: delibere n. 472 del 20 maggio 1995 e n. 862 del 27 luglio 1995 - Progetto di ricostruzione del Teatro di Ventimiglia – arch. De Mari Casaretto Data documento: 1995 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia approva il progetto di De Mari per la ricostruzione del teatro comunale Fonte: Archivio Storico, Comune di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: delibere n. 1435 del 22 dicembre 1995 e n. 752 del 2 luglio 1996 - Data documento: 1995-1996 Notizie storiche: Il comune di Ventimiglia affida all'ing. Cazzaniga i lavori tecnici di installazione elettrica – idraulica del teatro comunale Fonte: Archivio di Stato di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: Prefettura Gabinetto Serie I Data documento: 1911 Notizie storiche: Commissariato di P.S. di Ventimiglia, rapporto al Prefetto di Porto Maurizio, oggetto “Ventimiglia Politeama Sociale” del 24 novembre 1911

Fonte: Archivio di Stato di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: Prefettura Gabinetto Serie I, faldone 83, fasc. 5 Data documento: 1912 Notizie storiche: Lettera del Ministero dell'Interno, oggetto “Ventimiglia Politeama Sociale” del 7 gennaio 1912 Fonte: Archivio di Stato di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Serie III, Cartella 111, Categoria XV classe 3 fascicolo 1 Data documento: 1934 Notizie storiche:

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Il 21 febbraio 1934 con atto Notaio Gibelli in Ventimiglia (volume 129 n. 759) la Società esercenti cessa di esistere e nasce l'Unione Fascista dei Commercianti Fonte: Archivio di Stato di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Serie III, Cartella 111, Categoria XV classe 3 fascicolo 1 Data documento: 31 agosto 1943 Notizie storiche: Richiesta dell'OND in cui si comunica che il Dopolavoro Provinciale di Imperia organizza sul territorio provinciale spettacoli cinematografici per le Forze Armate nei cinema teatri di Diano Marina, Sanremo, Bordighera e Ventimiglia Fonte: Archivio di Stato di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Serie III, Cartella 102, Categoria X, Classe 10, fascicolo 119 Data documento: dicembre 1943 Notizie storiche: Si menzionano i danni dei bombardamenti: “[...] il fabbricato del Teatro Comunale sito in via Aprosio di Ventimiglia ha subito gravi danni in conseguenza delle azioni di guerra sulla città. Hanno riportato danni in modo particolare il materiale di copertura e le sue strutture portanti di grossa e piccola armatura, i muri di periferia e divisori interni, i solai e i pavimenti sia interni che esterni” Fonte: Archivio di Stato di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Serie III, Cartella 102 Data documento: 1943-1960 Notizie storiche: La cartella 102 contiene anche quanto archiviato in merito ai lavori di ristrutturazione del teatro comunale dal 1943 al 1960 Fonte: Archivio di Stato di Ventimiglia Titolo del fascicolo/tipologia: Serie 3, Appendice, Faldone 31 fascicolo 11 Data documento: 10 gennaio 1948 Notizie storiche: Verbale consegna lavori: l'aggiudicazione dell'appalto è affidata alla costituenda società Esercizi Pubblici Ritrovi Intemeli srl dei Sigg. Rambaldi e Bosia Pietro. La società si costituirà appositamente per il lavoro di ristrutturazione e la successiva gestione dell'ormai definito Cinema Teatro Comunale Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La costruzione del teatro si deve alla “Società Mutua Cooperativa tra Esercenti” che finanzia il

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progetto; la realizzazione è invece degli architetti Antonio Capponi e Francesco Sappia. Proprietà attuale: Comune di Ventimiglia ma la gestione, dal 21 settembre 2007, è affidata alla società Ariston srl di Walter e Carla Vacchino Gestione Tipo di gestione: Società privata a responsabilità limitata Vincoli e tutela

Notifica: esiste un vincolo ai sensi della legge 1089/1939 sulla sola facciata imposto dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Genova in data 23 aprile 1988 con la seguente motivazione: “Il teatro, realizzato nel 1903-1904 per iniziativa dei commercianti della città, conserva ancora oggi un equilibrato prospetto meritevole di adeguata tutela e valorizzazione”.

Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: eclettico; facciata in stile neoclassica con inseriti decorativi in liberty; l'interno è stato completamente rinnovato a seguito dei restauri post bellici. Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione originaria è stata completamente rimossa. A seguito dell'ultimo restauro (1995-2000), la galleria è stata ridotta ed è stata recuperata una fila di palchetti per ciascun lato. Sono state eliminate le balconate laterali e conservate per la sola porzione corrispondente al sottostante corridoio. Struttura di base della pianta della cavea: sala a ferro di cavallo con galleria in cemento armato Stato di conservazione: buono Impianti Platea: É stato messo a punto il recupero di una fossa per orchestrali attraverso praticabili mobili che consentono una duplice configurazione (cinema oppure teatro) con conseguente diversa capacità della platea in termini di sedute (circa 400) con possibilità di posti in più o in meno a seconda dell'allestimento Palchi: A seguito dell'ultimo restauro (1995-2000) la galleria è stata ridotta ed è stata recuperata una fila di palchetti per ciascun lato.

Palcoscenico (boccascena): apertura del boccascena 8 mt x 8 mt (altezza); dimensioni interne del palco 12 (larghezza) x 8,5 mt (profondità). Vi si accede dalla sala attraverso due scale laterali. La superficie sbotolabile di palcoscenico é di circa 6x9 mq, in corrispondenza del sottostante vano ci sottopalco.

Sono presenti n. 2 ingressi artisti, accessibili dall’esterno mediante due entrate separate. Esiste poi un accesso esterno per il monta persone della

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zona palco che serve la fossa per gli orchestrali e l’uscita esterna, piano palco. Palcoscenico (sipario): apertura all'italiana; telone in velluto rosso, di materiale ignifugo ed elegante frangia con al centro lo stemma del Comune di Ventimiglia; non c’è tagliafuoco; schermo di proiezioni in plastica bianca, montato “a giorno” su telaio d'acciaio.

Palcoscenico (proscenio): 8 x 3 mt rappresentano le dimensioni della pedana mobile che ha 3 posizioni: prolungamento del proscenio, prolungamento della platea, fossa per 40 orchestrali. Graticciata o soffitta: è in doghe d'acciaio con due parapetti: uno lungo la parete portante i tiri meccanici con relativa scaletta di accesso alle manovre; uno parallelo al lato boccascena. È previsto il parapetto di sicurezza sul lato dei tiri realizzato con tubi rettangolari in ferro. Sul graticciato è prevista per le sole opere di manutenzione una botola di servizio per la movimentazione dalla quota del piano palco al graticciato, intelaiata in due pezzi, delle dimensioni di 2x1 mt, incernierata al graticciato Dotazioni fisse di palcoscenico: sipario elettrico, tiri elettrici traslabili (8), tiri manuali (20). Primo arlecchino fisso, secondo arlecchino mobile, traguardi orizzontali, traguardi laterali, velario di fondo, parco proiettori composto da 76 elementi vari

Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza,, impianto elettrico per luci sceniche, consolle di regolazione per controllo dimmer, armadio portadimmer digitali, prese distribuite sul palco e sulle american, schermo cinematografico arretrato rispetto al boccascena Impianto di sicurezza: 5 uscite di sicurezza con apertura a spinta; due per ogni lato e una centrale verso l'atrio Servizi igienici (zona del retropalco): al termine del corridoio verso Levante toilette per gli artisti camerini e spogliatoi: in corrispondenza al palcoscenico si hanno due camerini a Levante e due a Ponente; mentre tre camerini per ogni lato sono presenti al piano superiore, con porta di accesso al loggione Servizi Atrio di ingresso con gradinata che comprende vano biglietteria; vano guardaroba; banco bar Corridoio di accesso alla platea Toilettes per uomini e donne situati sui fianchi della platea Nel lato Ponente, di fianco al palcoscenico, vano adibito a ufficio e direzione del teatro Dal piano del primo balcone attorno al palcoscenico, nel lato di Levante, a mezzo di scala a chiocciola si accede al solaio che incornicia l'apertura del palcoscenico che serve di passaggio agli operai scenografi. Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco

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Materiali Strutture orizzontali: la platea è retta da un sistema di volte a botte. Tutti gli altri solai sono in laterocemento Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra con puntuali inserimenti di elementi in cemento armato Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche; pavimenti lignei nella platea, in galleria e sul palco Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea e tende all'uscita di ogni palco Sedili: sedute della platea, dei palchi e della galleria con struttura in acciaio e sedili ribaltabili, con imbottitura in poliuterano ignifugo. Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting Genere degli spettacoli: prevalentemente attività di proiezione cinematografica ma anche spettacoli di prosa e varietà.

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TEATRO ARISTON (Schedatore: F. Natta)

Ubicazione:

Corso Giacomo Matteotti 212, Sanremo

Tipologia originaria: Sala rettangolare con una galleria e 16 palchi laterali su due ordini

Uso attuale:

(1953), funzionante

Dati tecnici: palcoscenico: 24x15m fossa per l'orchestra

Capienza totale: 1909 posti

20 maggio 1906. Viene inaugurato il primo cinematografo di Sanremo, realizzato nei locali dell'Eden Concert. A distanza di un anno, nel centralissimo corso Matteotti, nasce The American Cinematograph, rilevato da Carlo Vacchino nel 1908 e poi trasformato nel Sanremese. Sito al pianterreno, il locale dispone di 200 posti, di una vasta sala d'aspetto, di una comoda entrata e di una luminosa vetrina, ove vengono esposti i programmi forniti in esclusiva dal Consorzio Pathé. Ma anche l'antico Teatro Principe Amedeo, la struttura di spettacolo di proprietà comunale, prima della sua distruzione a seguito del bombardamento del 20 ottobre 1944, nei suoi ultimi anni vede la gestione della famiglia Vacchino. Di Carlo, in collaborazione con il primo tycoon italiano, il genovese Stefano Pittaluga, fautore del cinema sonoro; e poi di Aristide, successivamente alla morte improvvisa del padre. Ed è proprio Aristide che vuole per Sanremo un nuovo teatro, da realizzarsi in un'area prossima allo storico Principe Amedeo, l'attuale indirizzo di via Matteotti, al tempo occupato solo da alcune attività commerciali e abitazioni e, nell'affaccio di via Roma, dalla sala all'aperto del Cinema Giardino, anch'essa gestita dalla famiglia di imprenditori sanremesi. L'idea di Aristide Vacchino si concretizza il 31 ottobre 1952, quando vengono inviate alle autorità di competenza (la Presidenza del Consiglio per le autorizzazioni all'esercizio e la Commissione Edilizia Comunale per le concessioni edilizie) le richieste per l'ottenimento dei permessi. Tuttavia solo nel 1957, grazie agli sforzi congiunti degli architetti Dante Datta e Marco Lavarello e dell'ingegnere torinese Angelo Frisa, si arriva alla realizzazione, sul tetto dell'edificio di via Matteotti, della vasta arena cinematografica: l'Ariston all'aperto. Il 1962 è la volta

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dell'Ariston Mignon (oggi Ritz), una sala a forma di conchiglia di 450 posti, collocata nella parte sottostante il teatro, decorata con bassorilievi in metallo dello scultore Edoardo Alfieri. L'inaugurazione dell'Ariston vero e proprio è invece al 31 maggio 1963 con la proiezione del film Gli ammutinati del Bounty e con un concerto dell'Orchestra Sinfonica: l'esecuzione finale contempla un cinema-teatro con 16 palchi, capace di 1960 posti, suddivisi tra platea e galleria. Ma il fascino e la perfezione formale del teatro molto devono al lavoro dei migliori esperti nel settore: l'acustica infatti fu gestita dall'ingegner Franco Ravera e dal professor Gino G. Sacerdote, due luminari nel campo delle ricerche sonore. Argeo Raggi si occupò del palcoscenico mentre per le opere di finitura e per gli appalti tecnici fu responsabile lo Studio Lavarello di Genova. I velluti del sipario e delle tende furono fabbricati dalla Way, ditta fornitrice anche del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro Regio di Torino; i vetri arrivarono da Venezia e precisamente da Murano (ditte Venini e Barovier) mentre i marmi direttamente dalla Toscana, dal Piemonte e dalla Francia. ll soffitto affrescato infine fu opera del pittore Carlo Cuneo che lavorò a soggetti figurativi di ispirazione teatrale, realizzando maschere e scene di palcoscenico. Non solo. Il progetto fu grandioso fin dagli esordi anche per altri due ordini di ragioni: la sua modernità, che sotto certi aspetti anticipava il concetto odierno di “multisala”. Perché alle tre sale entrate in funzione a partire dagli anni Cinquanta, nelle intenzioni progettuali dovevano affiancarsi anche una serie di spazi minori nella parte sotterranea, che di fatto vennero realizzati e gestiti per usi commerciali impiantando, nei primi anni Sessanta, i Grandi Magazzini Standa (oggi Oviesse). In secondo luogo, furono impressionanti i “numeri” pensati per la realizzazione del teatro: 1200 posti in platea, 700 in galleria, 16 palchi, un palcoscenico di 24x15m, uno schermo cinematografico di 200 metri quadrati, una fossa capace di ospitare un centinaio di orchestrali, 28 camerini e 3 cameroni per i corpi di ballo, orchestrali e corali. Un complesso in costante aggiornamento sia per esigenze dettate da necessità funzionali (complice anche il Festival della Canzone Italiana, ospite al teatro Ariston dal 1977), sia per la stessa vocazione della struttura che si è da sempre percepita come un'attiva pluriunità congressuale e spettacolare. Non a caso nel 1994 c'è ancora una radicale modifica: nasce l'Ariston Roof, destrutturando la parte soprastante dell'originario edificio. Ariston srl oggi è costituito dalle sale: Ariston (1909 posti), Ritz (390 posti), Cinema Roof Sala 1 (384 posti), Roof Sala 2 (135 posti), Roof Sala 3 (135 posti), Roof Sala 4 (35 posti) che si trovano nello stesso stabile sito in corso Matteotti 107. Si è dunque di fronte a un edificio eclettico ed eterogeno, le cui strutture principali sono frutto di interventi funzionali alle esigenze di spettacolo e agli aggiornamenti tecnologici, elementi oggi imprescindibili per performances di qualità. In questo senso, la neutralità degli spazi, non specificatamente connotati stilisticamente è garanzia di polifunzionalità della struttura.

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Emblematica la facciata vetrata, articolata su due livelli, al cui interno accoglie l'ampio atrio di ingresso con caffé e servizi, decorato sul soffitto da una tela di Antonio Rubino. Allo stesso modo la sala rettangolare interna del teatro è sobria e lineare: i 16 palchi collocati lateralmente su due ordini, seguono la linea di filo della galleria, creando un continuum di grande ordine e rigore, particolari ulteriormente sottolineati dalle luminarie e dalle decorazioni del soffitto, mantenuti nella loro fisionomia originale. Garanzia di un eclettismo spettacolare e performativo è poi l'ampio palcoscenico che oltre a essere dotato di un proscenio esteso in lunghezza, può essere agevolmente modificato con pedane aggettanti nella parte anteriore o con articolate strutture verticali da porsi sul fondo. Non bisogna dimenticare infatti che, oltre al Festival della Canzone Italiana, il Teatro Ariston è sede dal 1974 del Premio Tenco e che ha ospitato negli anni concerti sinfonici, grandi appuntamenti con la danza internazionale (bastino per tutti i nomi di Carla Fracci e di Rudolf Nureyev), recital di artisti di fama mondiale (da Ray Charles a Chet Baker) e, in anni recenti, il Premio Regia Televisiva, il noto Oscar TV, oltre che edizioni di programmi RAI come Ti lascio una canzone. A 200 m dal Teatro Ariston sono situate altre due sale sempre di proprietà della famiglia Vacchino: il Cinema Centrale e la Sala Tabarin che si trovano in Corso Matteotti 226, presso il Palazzo degli Spettacoli. Bibliografia: AA. VV., Ariston (1950-1975), Quaderno n. 22, Tipolitografia Bacchetta, Albenga, 2011 Descrizione sommaria del teatro pp. 5-15: indicazione delle fasi costruttive principali, degli interventi e dei progettisti. L'unico dato specifico è un riferimento alle modifiche tecniche e strutturali che dovettero essere apportate al momento della destinazione del piano terreno del teatro a grande magazzino. Resoconto sull'attività spettacolare del teatro negli anni 1950-1975 Notevole repertorio fotografico d'archivio AA. VV., Ariston (1976-1986), Quaderno n. 25, Tipolitografia Bacchetta, Albenga, 2012 Descrizione degli eventi e delle attività del teatro nel periodo 1976-1986 Notevole repertorio fotografico d'archivio Dati Storici Situazione iniziale: Nel 1952 viene avviato il progetto per la costruzione di un teatro plurifunzionale, dotato di diversi spazi, onde consentire una variata fruizione spettacolare. La prima tappa di questo percorso è il 1957 che vede l'inaugurazione dell'Ariston all'aperto, un'arena cinematografica posta sul tetto dell'edificio di via Matteotti 212. Si procede in contemporanea alla costruzione

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dell'Ariston Mignon (oggi Ritz) e del teatro Ariston vero e proprio, completati rispettivamente negli anni 1962 e 1963. Ubicazione: Corso Giacomo Matteotti 212, Sanremo Attività: dal 1963 a oggi Dati tecnici: sala rettangolare con platea e galleria e 16 palchi laterali su due ordini Architetti: Dante Datta e Marco Lavarello; Ingegnere Angelo Frisa Data inaugurazione teatro: 31 maggio 1963 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri

a) 1989-1992: realizzazione di un centro polifunzionale mediante ricomposizione volumetrica della copertura del teatro Ariston.

b) 1992-1994: completamento del nuovo centro polifunzionale attraverso varianti successive di miglioramento dell'insieme architettonico del cinema-teatro Ariston

Variazioni apportate alla struttura: a) 1989-1992: il centro polifunzionale ha previsto, in sostituzione del cinema all'aperto, la realizzazione di una sala divisibile in tre vani mediante pareti mobili. L'intervento è dunque consistito nella modifica di un precedente cinematografo, posto all'ultimo piano dell'Ariston. La struttura di copertura e i tamponamenti perimetrali sono stati realizzati utilizzando una struttura metallica ancorata all'esistente in cemento armato, sorretta da tre travi reticolari di luce 22.2m. È stata realizzata una scala di emergenza e di sicurezza in struttura metallica con fondazione in piastra di cemento armato opportunamente nervata sul lato Sud dell'edificio, vincolata alla struttura preesistente. La scala di emergenza è stata realizzata servendosi di una struttura reticolare composta da colonne, traverse e cosciali. Progetto architettonico: arch. Emilio Rino Piana di Genova; progettista strutturale: ing. Ivano Amoretti per opere di fondazione in cemento armato della scala esterna e opere interne di ristrutturazione locale. Impresa costruttrice: Satri spa; collaudatore: ing. Stefano Puppo b) 1992-1994: completamento del centro polifunzionale attraverso successive varianti che hanno riguardato interventi strutturali in altre parti dell'organismo architettonico del cinema senza implicare tuttavia sostanziali alterazioni del comportamento globale dell'edificio. Dal verbale di ispezione del geom. Riccardo Grasso, redatto il 27 giugno 1995, si constatano i seguenti lavori. Realizzazione di: piano terra (zona degli accessi): creazione di zona di accesso con atrio e vani ascensori; piano dei depositi sottosala: n. 5 vani area tecnica, n. 2 servizi igienici, n. 3 cabine, n, 1 vano ascensore; piano delle sale: n. 3 sale multiuso n. 1 area bar, n. 6 servizi igienici (di cui 1 a uso motulesi), n. 1 atrio e corridoi di accesso; piano

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sovrastante le sale (anello servizi): n. 2 cabine proiezione, n. 1 ripostiglio, n. 1 locale ascensore. La realizzazione del centro polifunzionale corrisponde alla concessione edilizia n. B/649 del 12/02/1991 e successive varianti D. 890 del 30/11/92 e del F. 260 del 06/07/94 rilasciate alla Società Ariston s.r.l. Progetto architettonico: arch. Emilio Rino Piana di Genova; progettista strutturale: ing. Ivano Amoretti. Documenti Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratica edilizia n. 4336 Data documento: 1954 Notizie storiche: costruzione di un fabbricato in corso Matteotti Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratiche edilizie nn. 5260 (1956), 5260-2 (1956), 5260-3 (1957), 5260-4 (1957), 5260-5 (del 1958), 5260-6 (1959) Data documento: 1956-1959 Notizie storiche: pratica 5260: varianti in ampliamento al cinema-teatro Ariston in via Matteotti; pratica 5260-2: nuove varianti sistemazione facciata; pratica 5260-4: varianti al fabbricato nuovo Teatro Ariston Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratica edilizia n. 35 Data documento: 1966 Notizie storiche: lavori per sistemazione scala in ferro e soletta portante Cinema Ariston Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratiche edilizie nn. 1031, 941 (1981); 947 (1984); 31 (1985); 672 (1986); 739 (1987); 118 (1989) Data documento: 1981-1989 Notizie storiche: pratica 1031: modifica sottopalcoscenico teatro Ariston; pratica 941: manutenzione, risanamento e copertura; pratica 947: adeguamento locali annessi al ridotto galleria teatro Ariston; pratica 672: manutenzione straordinaria e completamento ultimo piano in corso Matteotti; pratica 118: variazione al P.R.G. zona A3, centro ristrutturazione e ampliamento ultimo piano centro Ariston Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratiche edilizie nn. 649 (1990); 890, 756 (1992); 732 (1993); 260 (1994) Data documento: 1990-1994 Notizie storiche: pratiche 649, 890: progetto centro plurifunzionale mediante ricomposizione volumetrica della copertura del teatro Ariston; pratica 732: installazione di un ascensore; pratica 756: realizzazione soletta a quota 23.80

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a salvaguardia di immobile esistente denominato teatro Ariston Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: pratica edilizia n. 697 Data documento: 2000 Notizie storiche: realizzazione locale tecnologico su terrazzo di copertura atrio via Matteotti 212 Documenti iconografici Fonte: Archivio privato, famiglia Vacchino Tipologia documento: fotografie Data documento: Breve descrizione e/o lettura del documento iconografico: Veduta dell'arena cinematografica all'aperto e poi immagine della terrazza con successiva parziale copertura in plastica Fonte: Archivio privato, famiglia Vacchino Tipologia documento: fotografie Data documento: 1956-1958 Breve descrizione e/o lettura del documento iconografico: Trasformazioni successive e stato di avanzamento dei lavori di costruzione del cinema-teatro Ariston Fonte: Archivio privato, famiglia Vacchino Tipologia documento: fotografie Data documento: Breve descrizione e/o lettura del documento iconografico: Interno del cinema-teatro Ariston alla data dell'inaugurazione Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: Famiglia Vacchino nella persona di Aristide Vacchino Proprietà attuale: Ariston srl, società degli eredi della famiglia Vacchino: Walter e Carla Vacchino Gestione Tipo di gestione: Società privata a responsabilità limitata Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: repertorio architettonico in linea con il razionalismo degli anni Sessanta Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro e cioè la metà degli anni Sessanta

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Struttura di base della pianta della cavea: sala rettangolare con palcoscenio prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: la platea presenta tre ordini di posti a sedere. Un primo ordine caratterizzato da 33 file di poltrone (dotate ciascuna di 11 postazioni, ad eccezione delle prime tre file caratterizzate rispettivamente da 8, 9, 10 sedute); un ordine centrale, formato da 31 file di 16 sedute ciascuna; infine un terzo ordine di 30 file da 11 posti, completato da un’ulteriore aggiunta di 7 sedute sul prospetto Est a cui vanno addizionate rispettivamente 8, 9, 10 postazioni che caratterizzano le prime tre file dell'ordine Palchi: 16 palchetti su due ordini; ogni palco ha 6 posti. Sopra i palchi corre un corridoio “tecnico”, funzionale alle esigenze audio-illuminotecniche Palcoscenico (boccascena): da 12 a 20 metri con quinte dista dalla platea circa 3m. Vi si accede attraverso scalette laterali in metallo. Palcoscenico (sipario): apertura all'italiana, in velluto, con tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): larghezza 20 mt, profondita 14 mt, altezza 9 mt Graticciata o soffitta: è in legno e acciaio con rocchetteria fissa e mobile. Vi si accede tramite scala. É dotata di un corredo di numerosi mazzi di corde e catinelle Dotazioni fisse di palcoscenico: panorama, fondali, telette, quinte e sipari Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco, schermo cinematografico arretrato rispetto al boccascena di circa 2 m Impianto di sicurezza: 4 uscite di sicurezza e apertura a spinta Servizi igienici (zona del retropalco): camerini e spogliatoi: Servizi Biglietteria e locale caffetteria Atrio di ingresso alla platea, alla galleria e ai palchi Toilettes per uomini e donne situati in fondo alla platea, lato Sud e galleria Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco Materiali Strutture orizzontali: solai in cemento armato Strutture verticali: fondazioni continue, muri perimetrali in cemento armato e tramezze in struttura mista (mattoni pieni e cemento armato) Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche; pavimenti in marmo Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea Sedili: poltrone della platea, dei palchi e della galleria in legno, con imbottitura e rivestimento in stoffa Ambiente culturale

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Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting, laboratori formativi, feste mondane, sfilate di moda. Genere degli spettacoli: prevalentemente attività di proiezione cinematografica ma anche spettacoli di prosa, concerti, performances coreutiche.

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CINEMA-TEATRO CENTRALE

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Corso Matteotti 107, Sanremo

Tipologia originaria:

sala progettata per uso cinematografico con pianta a croce latina; presenta tuttavia palchi di proscenio e balconate

Uso attuale:

(1924), funzionante

Dati tecnici: palcoscenico: 14x9 mt

sontuoso boccadopera; scena poco profonda Capienza totale: 414 posti (platea) 250 posti (galleria)

Inaugurato il 20 marzo 1924, la vicenda del Centrale costituisce un capitolo significativo nella storia delle architetture teatrali e di spettacolo della Liguria, non solo per la qualità della struttura e delle decorazioni ma anche per la testimonianza di un processo originale che si realizza nella contaminazione reciproca tra linguaggio cinematografico e concezioni spaziali legate al teatro. Pensato come cinematografo (tanto è vero che a parte qualche spettacolo d'opera e di rivista realizzato nei primi tempi, le attività di proiezione furono e sono predominanti), il Centrale è in realtà strutturato come un teatro: il sontuoso boccascena con quattro palchi di proscenio è in linea con la migliore tradizione ottocentesca. Così pure è tipico l'impianto a ferro di cavallo delle balconate inserite nei bracci della croce latina su cui è impostata la pianta del teatro. Ma soprattutto il Centrale incarna i concetti di “rituale laico”, di “luogo di aggregazione comunitaria”; non a caso il cinema-teatro viene costruito sulla centralissima via Vittorio Emanuele II (oggi via Matteotti), sullo stesso terreno che era prima dell'Arena Sisto e poi del cinematografo Parisiana (diventato successivamente Marconi e poi Moderno), un'area cioè a vocazione spettacolare e uso pubblico. La costruzione del teatro si deve all'imprenditore Aurelio Berardinelli, già proprietario di un cinematografo a Salso Maggiore Terme. Salsese è anche il progettista, l'architetto Guido Tirelli, che nella città emiliana è ingegnere capo della fabbrica delle Terme Belzieri per le quali costruisce anche la sala cinematografica. E in effetti l'inaugurazione delle due strutture di spettacolo è vicina: 20 marzo il Centrale di Sanremo; 27 maggio il Palazzo delle Terme. Ma se il teatro è aperto nel 1924, la conclusione della struttura si protrae nel tempo: nel 1928 viene completato il prospetto esterno in stile decò a opera

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dell'ingegnere Pietro Agosti; nel 1929 viene inaugurato il Tabarin adiacente al teatro. Preponderante è un eclettismo di fondo nella decorazione; alle linee liberty della cupola di Galileo Chini, s'affianca l'astratto geometrismo degli stilemi decò, sintetici, volumetricamente aerodinamici ma anche turgidi e opulenti nel loro affastellamento strutturale e nella densità cromatica. Ma l'eclettismo è semplicemente indice di proponimenti divaricati; l'operazione dell'artista Chini muove da una precisa ratio: il linguaggio liberty è scelto nell'intento di evocare i simboli di quel benessere che Sanremo conobbe negli anni Venti del secolo, come luogo di incontro, svago e spettacolo tra i più raffinati d'Italia. Il pittore realizza dunque un programma decorativo agiografico, affrescando nella fascia anulare della cupola una Sanremo trionfante circondata da centauri e ninfe che si inseguono in volo in un paesaggio di luci, immagini solari, scene marine. I toni sono limpidi, abbaglianti, luminosi: alle figure vaporose e sinuose, legate all'essenzialità di ispirazione simbolista, s'affiancano densi motivi decorativi di matrice divisionista, smaltati come maioliche. La nostalgica rievocazione non dimentica tuttavia le necessità tecniche e funzionali della sala cinematografica: alla fine di ogni spettacolo, al centro della cupola, una botola si apriva automaticamente. Un “cielo” meccanico in linea con le tecnologie costruttive tipiche degli edifici di pubblico spettacolo, in particolare delle sale di proiezione. E così anche nelle immagini e negli apparati tecnici della cupola si realizza quella contaminazione di cui all'inizio si diceva, realizzando una continuità di cultura e di comportamento che, pur nelle modificazioni del gusto e delle funzioni, riesce a recuperare il senso del fare spettacolo.

Bibliografia: E. Duretto Conti, M. Migliorini, M. T. Verda Scajola, Sanremo tra due secoli. Arte e architettura di una “ville de saison” tra ‘800 e ‘900, Sagep, Genova, 1986 pp. 247-259: si rievocano le notizie relative alla costruzione del cinema Centrale; si editano le principali fonti della stampa locale: “Il pensiero di Sanremo”, 15 marzo 1924; “L'eco della Riviera”, 22 marzo 1924; “La vita cinematografica”, 1924 R. Bossaglia, La cultura artistica di Sanremo, in E. Duretto Conti, M. Migliorini, M. T. Verda Scajola, Sanremo tra due secoli cit. pp. 13-14: si menzionano brevemente alcuni significativi passaggi dell'opera di Pietro Agosti sulla facciata del cinema-teatro C. Bertieri, Gruppo di famiglia di un interno teatrale, in Regione Liguria, AGIS, Le strutture dello spettacolo in Liguria, Genova, 1989 pp. 186-187: scheda teatro Centrale F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991 pp. 141-147: descrizione sommaria del teatro; indicazione delle fasi costruttive principali, degli interventi e dei progettisti. Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici della Liguria, Scheda

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inventariale n. 07/00209276 del 2001 “L'indicateur de Sanremo e du Littoral”, 6 dicembre 1928 L. Bortolotto, E Icaro torna a volare, “Art Dossier”, 4, luglio-agosto 1986 Dati Storici Situazione iniziale Inaugurato nel marzo del 1924, il cinema-teatro Centrale è un altissimo esempio, caratterizzato da notevole qualità compositiva e decorativa, dell'incontro tra la tipologia del teatro di fine Ottocento e del nuovo organismo del cinematografo. Della prima permane l'impianto e la sofisticata decorazione; dalla seconda si mutuano le innovazioni tecnologiche della nascente e sempre più diffusa tecnica cinematografica. Il cinema-teatro nasce per volontà dell'imprenditore Aurelio Berardinelli e viene adibito soprattutto a proiezioni e spettacoli di varietà, più frequenti con la realizzazione dell'attiguo locale notturno denominato Tabarin. Nel 1933 il Centrale viene acquistato da Aristide Vacchino ed è tuttora di proprietà della famiglia di imprenditori sanremesi. Subisce varie modifiche nel corso del tempo per soddisfare esigenze di capienza e di adeguamento alle tecnologie di proiezione cinematografica. Ubicazione: Corso Matteotti 107, Sanremo Attività: dal 1924 a oggi Dati tecnici: sala a croce latina con palchi e balconate ad andamento a ferro di cavallo Architetti: progettazione dell'ing. Guido Tirelli; opere in cemento armato dell'impresa Ugo Jacazio di Genova; realizzazione dei ferri battuti ad Alessandro Mazzucotelli; gli affreschi della cupola a Galileo Chini. La facciata è terminata nel 1928 su progetto di gusto decò, opera di Pietro Agosti. Data inaugurazione teatro: 20 marzo 1924 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri

c) 1929: inaugurazione del Tabarin, piccola sala originariamente destinata a locale notturno

d) 1987: modifiche nella zona delle gallerie per aumentare la capienza e adeguarsi alle nuove esigenze tecnologiche cinematografiche

Variazioni apportate alla struttura:

a) 1929: dopo il completamento della facciata esterna, viene ricavato dall'originale spazio del cinema, un locale di piccole dimensioni che per un breve periodo sarà destinato all'intrattenimento serale.La scelta decorativa è di impianto decò; l'intento è quello di offrire “alla borghesia frequentatrice dei luoghi di svago e di relax una ricetta stilistica che le consenta di abbandonarsi al benessere con una punta di consapevolezza critica, un sorriso d'intesa; le restituisca la dimensione

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del gioco”. Di gusto estremamente raffinato sono il piccolo palcoscenico racchiuso da due fanciulle nude, flessuose cariatidi di carta pesta policroma, le pareti e il soffitto riccamente decorati con motivi geometrici e con il Trionfo di Cupido al centro. Nella parete opposta al palco è invece il grande dipinto raffigurante La Primavera.

b) 1987: gli spazi e le strutture vengono omologati con le più recenti disposizioni di sicurezza e le più avanzate strumentazioni tecniche; la sala del teatro, ampliata nel dopoguerra, viene riportata alle dimensioni e alle caratteristiche originarie e negli spazi viene ricavato un video-club. Viene ridata vitalità al Tabarin che nei decenni precedenti era stato declassato a sala da biliardo e a magazzino. Oggi il locale è diventato una piccola, preziosa sala cinematografica e teatrale di un centinaio di posti.

Documenti Fonte: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela Data documento: 20 luglio 2011 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo, una relazione storico artistica relativa alle vicende costruttive dell'edificio, planimetria catastale Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: Verbale di delibera della Commissione igienico-edilizia costuituita dall'ing. Tornatore Antonio, geom. Carbonetto Paolo Eugenio, Roverio Gerolamo, Massa Giuseppe (impresario), Repetto Giovanni (impresario) assistiti dal segretario ing. Garino Pietro. Data documento: 8 settembre 1928 Notizie storiche: La delibera contiene l'autorizzazione alla sistemazione dell'ingresso del Cinema Centrale su progetto dell'ing. Pietro Agosti. Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La fondazione del cinema-teatro si deve all'imprenditore Aurelio Berardinelli, proprietario di un cinematografo anche a Salso Maggiore Terme. Nel 1933 la proprietà passa invece alla famiglia Vacchino. Proprietà attuale: Ariston srl, società degli eredi della famiglia Vacchino: Walter e Carla Vacchino Gestione Tipo di gestione: Società privata a responsabilità limitata

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Vincoli e tutela Notifica: 20 luglio 2011, vincolato ai sensi dell'art. 10 comma 3 lettera a del D. Lgs. 42/2004 in quanto significativo esempio di cinema teatro della prima metà del XX secolo Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: eclettico; cupola liberty di Galileo Chini ma esterno risalente agli anni Trenta del XX secolo Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro e degli interventi interni cioè metà del XX secolo Struttura di base della pianta della cavea: sala rettangolare con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 23 x 21 mt la platea presenta 18 file di poltrone di cui le prime 6, di fronte al palco, composte da 8 sedute; le sei centrali di 15 sedute e infine, a decrescere, in numero 14-13-12-11-9 posti le ultime 5 file. Palchi: presenti solo i due palchi di barcaccia, a destra e sinistra del palcoscenico Palcoscenico (boccascena): dista dalla platea circa 3m. Vi si accede attraverso scalette laterali, situate in corrispondenza della barcaccia di destra. Palcoscenico (sipario): apertura all'italiana, in velluto, con tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): 14 x 9 mt Graticciata o soffitta: no Dotazioni fisse di palcoscenico: fondale Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco, schermo cinematografico arretrato rispetto al boccascena Impianto di sicurezza: uscite di sicurezza e apertura a spinta Servizi igienici (zona del retropalco): si camerini e spogliatoi: 8 Servizi Atri di ingresso con biglietteria e videoteca Corridoio di accesso alla platea del cinema Centrale e del Tabarin Toilettes per uomini e donne situati sul fianco sinistro della platea, lato Ovest Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco Materiali Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche; pavimenti in ceramica originali mantenuti nell'ingresso; legno e linoleum nella platea

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Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea Sedili: poltrone della platea, dei palchi e della galleria in legno, con imbottitura e rivestimento in stoffa Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting Genere degli spettacoli: prevalentemente attività di proiezione cinematografica ma anche spettacoli lirici.

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TEATRO CASINÓ MUNICIPALE DI SANREMO (Schedatore: F. Natta)

Ubicazione:

Corso Inglesi, Sanremo

Tipologia originaria: Sala a ferro di cavallo

Uso attuale:

(1903), funzionante

Dati tecnici: palcoscenico: 476 mq (superficie)

fossa per l'orchestra Capienza totale: 300 (platea e loggette), 150 (galleria)

Il teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo viene inaugurato il 29 gennaio 1905, una manciata di giorni dopo l’apertura della casa da gioco. E per il sontuoso avvio si procede con la rappresentazione, al Giardino d’Inverno, di una pièce di Leo Delibes, Lakmé, perfettamente in linea, stando alle cronache, con il gusto eclettico e con l’orientalismo fascinoso dell’intero edificio. La vicenda edilizia della casa da gioco (o kursaal, secondo una felice definizione del tempo) in effetti non è del tutto lineare. I primi progetti (mai andati a buon fine) si susseguono a partire dal 1880: per la maggior parte si tratta di architetti stranieri (per esempio Adolf Mayer, 1880; Raynard per Agence Ligurienne, 1884; Guglielmo Wanderpool, 1895; Carlo Foison, 1897; Augusto Aberg, 1901; Godefry Tessere, 1901; Paul Boivier, 1902) mentre l’area idonea per la costruzione viene quasi sempre indicata nei giardini di Maria Vittoria, un tempo appartenenti al convento dei frati Cappuccini. Solo nel 1903 si arriva all’approvazione definitiva del progetto di Eugène Ferret, architetto parigino che al suo attivo aveva la realizzazione del Casinò di Saigon e soprattutto del primo Casinò municipale di Cannes. Ferret consegna il progetto il 9 dicembre 1903, venticinque tavole in tutto, che l’Amministrazione approva il 25 marzo dello stesso anno. Il disegno consta di una costruzione a due elevazioni, con corpo centrale a tre arcate e torrette ai fianchi. All’interno invece è previsto un grande atrio coperto (30x20m), con sistema voltato e vetrata, denominato “Giardino d’Inverno”, aperto su due saloni nominati, nel progetto Ferret, “Piccoli giochi” e “Piccoli cavalli”, oggi non più esistenti. Sul lato lungo, al confine con il teatro, il progetto indica poi un soppalco destinato all'orchestra, cui si accedeva dal palco di fondo. Infine al primo piano erano le sale da gioco. Ispirato ai sintagmi dell'architettura Liberty e Art Nouveau, il progetto contempla fin dall’inizio un corpo laterale

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con gli uffici, i servizi e il teatro. Quest’ultimo, realizzato secondo le linee del tempo con pianta a ferro di cavallo, palchi laterali e galleria, nelle intenzioni originali doveva essere destinato esclusivamente al repertorio lirico e al balletto da camera. La struttura infatti era affiancata strategicamente dal già menzionato spazio del Giardino d'Inverno, contenitore che, a sua volta, doveva essere adibito a concerti sinfonici e spettacoli scelti di varietà, oltre a veglioni, gala, soirées danzanti e di beneficenza. Recita infatti un articolo de “Il Secolo XIX”, datato 1 dicembre 1912: “Il concessionario Lurati, facendo gravissimi sacrifici che comporteranno una spesa di 250 mila lire, ha voluto cedere, in attesa che maturino gli eventi, alle insistenti preghiere degli albergatori e ha presentato all'approvazione della Giunta Comunale un programma di cui si riconoscerà di certo l'importanza. Eccolo per sommi capi. Nel Giardino d'Inverno verranno eseguiti, due volte al giorno, da un'orchestra di circa 30 professori, concerti e spettacoli di varietà come nella decorsa stagione. Nel Teatro del Casinò si alterneranno, una volta a settimana ed anche due, rappresentazioni di celebri tournée artistiche e di virtuosi come nei Kursaal della riviera francese”. Ma già nella stessa concessione del 1903 si menziona “l'eseguimento di concerti nel pomeriggio ed alla sera in numero non minore di tre per settimana […] e opere liriche nel periodo di carnevale”. Di fatto poi le cose vanno diversamente. La sala ospita le prime rappresentazioni del film Cabiria di Giovanni Patrone; nel 1907 vi recita Eleonora Duse. Il 31 dicembre 1910 va in scena Otello di Verdi con il baritono Bartolomeo Dadone nel ruolo di Jago. Nel 1922 ancora la Duse è protagonista de La donna del mare di Ibsen e di La porta chiusa di Lupi con Memo Benassi, Lia Orlandini e Piero Galvani. É in questo periodo, dopo gli anni Venti, che il Teatro del Casinò acquista una precisa fisionomia, diventando una delle strutture culturali più significative del tempo. Nomi prestigiosi del teatro anche straniero sono presenti in cartellone: la Compagnia del Grand Guignol di Parigi, ad esempio, ma anche commedie e tragedie di D'Annunzio e Pirandello; tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta nella sala del Giardino d'Inverno, si esibisce poi spesso l'attore Ettore Petrolini. Nel 1933, frutto della stretta collaborazione tra l'impresario Guido Salvini, Pirandello e Marta Abba, nasce poi la Compagnia Stabile “Sanremo-Marta Abba”: lei è la prima direttrice artistica, Pirandello il collaboratore-consulente. Il debutto avviene con la prima europea di Quando si è qualcuno: è l'8 novembre 1933. Sanremo diventa punto di partenza per le varie tournée del sodalizio artistico. Accanto alla prosa abbiamo la lirica e la danza. Già nel 1928, la Compagnia Lombardo presenta al Casinò una delle sue operette più note: Cin cin là, mentre l'anno successivo la coreografa e danzatrice russa Tatiana Pavlova propone i suoi balletti. Ma l'autentica età dell'oro in fatto di musica, è negli anni Trenta, l'era della gestione di Luigi De Santis, uomo di straordinaria cultura e sensibilità. Con lui si inaugura la tradizione dei “Lunedì Letterari” (incontri con intellettuali e scrittori internazionali divenuti poi “Martedì Letterari” con la successiva gestione Natta) e giungono a Sanremo anche i

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più noti compositori del tempo: Pietro Mascagni (nel 1932 va in scena La Pinotta; nel 1933 si ha Cavalleria Rusticana mentre Iris è all'anno successivo); Franco Alfano (L'Ultimo lord è del 1931); Gian Francesco Malipiero (1933, Il finto Arlecchino); e ancora Lorenzo Perosi, Ottorino Respighi, Umberto Giordano, Giancarlo Menotti. Ma anche l'operetta ha spazio al Casinò, con molte “prime” importanti: Signorina Jazz, scritta da Floritta e Carbone, viene rappresentata nell'agosto 1933, con protagonista Wanda Osiris.Il 14 gennaio 1934 va in scena Ballo al Savoy della celebre Compagnia dei Fratelli Schwarz insieme a Quando le donne dicono di no di Wilhems Hahn. Sempre nel 1934 abbiamo poi la prima nazionale de Il pipistrello di Strauss con la regia di Max Reinhardt su testo di Oreste Biancoli e interpreti quali Benassi Beliotti, Arturo Falconi, Febo Mari, Guido Riva, Aldo Rubens, Giulio Paoli. Negli anni successivi, la stagione spettacolare del Teatro del Casinò prosegue tra alti e bassi. Nel dopoguerra transita a Sanremo il gotha della prosa italiana: la compagnia di Nino Taranto, Carlo Dapporto, un giovane Vittorio Gassman nonché quel Renato Simoni, critico tra i più autorevoli del panorama teatrale. Nel settore operistico invece il peso della casa da gioco, dati gli alti costi degli allestimenti, tende a decrescere. Ma intanto si affiancano altri capitoli importanti nella storia musicale: il 28-29 gennaio 1956 decolla il Festival del Jazz, sotto l'egida di Pino Maffei e Arrigo Polillo, animatori del jazz milanese attraverso l'Hot Club Milano e il Circolo Amici del Jazz. L'appuntamento è importante perché ha il merito di portare nomi di prestigio internazionale: da Duke Ellington a Ella Fitzgerald, dal Modern Jazz Quartet ai Jazz Messagers, da Max Roach a Shelly Manne ed Earl Hines. Ancora negli anni Cinquanta abbiamo i “Concerti Martini e Rossi”, importanti eventi musicali radiofonici, frutto di sponsorizzazioni ante litteram, che tra i protagonisti della diretta dalla radio vedono nel 1955 la coppia Beniamino Gigli e Maria Callas. Due miti del tempo. Una tradizione che aveva le sue radici nei programmi di Radio Sanremo che dal 1946 (e fino a metà degli anni Settanta) trasmetteva dal night club della casa da gioco concerti musicali realizzati dall'orchestra Mayor insieme a un quintetto jazz diretto dal musicista di colore Tom Snark. Ma l'evento più significativo è sicuramente il debutto al Casinò, nel Giardino d'Inverno, battezzato successivamente Salone delle Feste, del Festival della Canzone Italiana, trasferito poi al Teatro Ariston nel 1977: siamo al 29 gennaio 1951. In gara canzonette eseguite dai più noti interpreti radiofonici (Achille Togliani, Nilla Pizzi, il Duo Fasano), accompagnati dall'Orchestra più nazional popolare del tempo, quella diretta da Cinico Angelini che divideva con l'orchestra più sofisticata di Pippo Barzizza, la passione radiofonica e canora della gente, con un accanimento pari alla rivalità Coppi-Bartali. Il successo è rapido e immediato e c'è negli anni un crescendo continuo. Nel 1955 arriva la televisione mentre nel 1958 c'è una conquista internazionale di Sanremo con la vittoria della celeberrima Nel blu dipinto di blu, cantata da Domenico Modugno. Negli anni Sessanta poi vanno in scena anche interpreti stranieri tra cui Louis Armstrong nel 1968.

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Infine non bisogna dimenticare altri appuntamenti di cui la sala da gioco è protagonista: nel 1961 si ha la prima e unica edizione del Festival Internazionale del Melodramma, dedicato a Riccardo Zandonai e in cui sono rappresentate le opere Giulietta e Romeo e Conchita; negli anni Settanta parte invece la Rassagna Internazionale Gino Marinuzzi, per giovani direttori d'orchestra. A fare il filo conduttore della storia musicale della casa da gioco è invece l'Orchestra Sinfonica cittadina diventata realtà stabile solo nel 1932 quando la direzione del Casinò vuole un complesso permanente sull'esempio della vicina Montecarlo. Una compagine di grande prestigio che non solo ha scritto pagine importanti di esecuzione musicale (come nel 1980 la prima tappa europea del danzatore Rudolf Nureyev) ma ha visto sfilare importanti “bacchette” sul suo podio: da Claudio Abbado a Gino Marinuzzi a Franco Mannino, Armando La Rosa Parodi, Tullio Serafin e molti altri. Bibliografia: C. Bertieri, Sanremo, voce in AA. VV., Enciclopedia dello Spettacolo, Editrice Le Maschere, Roma, 1961, coll. 1487-1488 A. Alberti, D. Cossu, Breve storia dell'azzardo nelle case da gioco, Comune di Sanremo, Sanremo, 1971 A. Schmucker, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Mondani, Genova, 1976 p. 177: si menziona l'allestimento dell'opera Lakmè di Leo Delibes M. Cupisti, Ventinove e cavalli, Moderna Stampa, Riva Ligure, 1977 La monografia presenta la storia del Casinò di Sanremo dalla Liberazione fino al 1977 e contemporaneamente offre uno spaccato di vita della città attraverso una prosa vivace, gustosi aneddoti e argute osservazioni. A. Polillo, Stasera jazz, Mondadori, Milano, 1978 M. Cupisti, Quando Sanremo odorava di mandarino. La belle époque di Sanremo dal 1880 al 1914, Ventimiglia, 1985 pp. 99-102: si raccontano le vicende e discussioni legate alla realizzazione della casa da gioco che inizialmente doveva avere una “funzione anti-noia per i forestieri”. pp. 103-112: attraverso cronache e articoli dei giornali del tempo si menzionano le vicende di illustri giocatori del tempo e della vita mondana della sala da gioco E. Duretto Conti, M. Migliorini, M. T. Verda Scajola, Sanremo tra due secoli. Arte e architettura di una “ville de saison” tra ‘800 e ‘900, Sagep, Genova, 1986 pp. 175-177: si menzionano brevemente alcuni fatti relativi all’iter costruttivo del Casinò. Si parla del progetto di Pio Soli, presentato al Comune in data 19 maggio 1880, progetto concernente la sala da gioco e il Kursal (di cui però non resta alcuna traccia negli archivi); si riferisce della vicenda relativa al collaudo delle strutture del Casinò, affidato dall’Amministrazione Comunale all’architetto Soli. Nell’occasione specifica, Soli riconobbe difetti e deficienze rispetto al progetto iniziale e suggerì al Consiglio Comunale di detrarre dal

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pagamento complessivo di L. 1076960 la somma di L. 7520, pari cioè a una parte del compenso di Ferret pp. 227-228: regesto delle proposte e dei progetti conservati nell’Archivio Comunale di Sanremo, fasc. Casino di Eugène Ferret F. Scalabrini, Sanremo, Sanremo, i favolosi anni '30, Edizioni Casabianca, Sanremo, 1989 pp. 80-84: sotto la gestione di Emilio Quirico, negli anni 1928-1940 il ristorante del Casinò è uno dei più rinomati locali mondani sanremesi (foto degli interni e dei alcuni spettacoli della Compagnia Schwarz e delle Blue Belles) pp. 91-92: si menzionano brevemente alcuni nomi della stagione concertistica e si riferisce del Festival Partenopeo A. Aragozzini, Enciclopedia del Festival di Sanremo, Rusconi, Milano, 1990 C. Gentili, Cronache di Sanremo tra le due guerre, Edizioni Casabianca, Sanremo, 1990 pp. 14-16: si riferisce della costruzione del Casinò e della gestione di Augusto Lurati che fece della casa da gioco di Sanremo un forte concorrente di Montecarlo. pp. 58-59: si menzionano le difficoltà di gestione del Casinò subito dopo la guerra del 1918 pp. 73-74: iter e ricadute sulla città di Sanremo al tempo dell'approvazione del R.D.L. n. 636 del 24 aprile 1924 sulla disciplina delle case da gioco. Si fissa la cauzione da versare al Comune per ottenere la concessione, cauzione da ripartirsi tra Sanremo, Ospedaletti, Bordighera in quanto questi comuni avevano ricevuto l'ordine di chiudere i loro casinò. pp. 105-106: si rievocano le vicende del Casinò legate all'amministrazione intelligente e lungimirante di Luigi De Santis pp. 114-115 e pp. 120: concessione governativa del gioco d'azzardo al Casinò e menzione delle vicende legate ai lavori di ampliamento p. 155 e p. 157: si parla dell'intesa attività mondana del Giardino d'Inverno e della prima di Mascagni dell'opera lirica Iris pp. 161-163: biennio 1932-1933; al Casinò si organizza il Festival Partenopeo e una lunga serie di spettacoli musicali e teatrali: jazz, opera lirica, concerti di classica; nel 1933 si inaugurano i Lunedì letterari. pp. 192-193: Luigi De Santis si aggiudica la gestione della casa da gioco di Campione ponendo a capo un uomo di fiducia che già dirigeva il Casinò di Sanremo: Francesco Biancheri pp. 200-203: si cita la nascita dell'Orchestra Sinfonica e di alcuni prestigiosi spettacoli ospitati dal Casinò M. Cupisti, Oro pro nobis – Storia del Casinò di Sanremo, Graficolor, Arma di Taggia, 1991 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep, Genova, 1991 pp. 129-133: si evidenziano i passaggi storici principali legati alla vicenda costruttiva e spettacolare del Casinò

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AA. VV., Carlo Dapporto, un sorriso da Sanremo, Itinera, Livorno, 1998 G. Borgna, L'Italia di Sanremo, Mondadori, Milano, 1998 C. Gentili, Gran Varietà, Edizioni Casabianca, Sanremo, 1998 D. Salvatori, Sanremo50, Rai Eri, Roma, 2000 AA. VV., Sanremo. Cent’anni di Casinò, De Ferrari, Genova, 2005 pp. 31-42: ricostruzione delle vicende edilizie della casa da gioco pp. 112-127: cenni intorno alle stagioni teatrali e ai protagonisti più importanti “Eco della Riviera”, n. 6, 1912 Si parla dei nuovi allestimenti al Casinò da parte di A. Lurati. Autore l’ing. Manfredini di Milano. Si presentano il Giardino d’Inverno e il Circolo Privato “Il Secolo XIX”, 1/12/1912 “L'Eco della Riviera”, 25/1/1951 “L'Eco della Riviera”, 1/2/1951 “Il Secolo XIX”, 2/2/1951 “Canzoniere della radio”, 28/2/1951 “Musica Jazz”, 2/1956 “Musica Jazz”, 1/1957 “Musica Jazz”, 1/1958 “Musica Jazz”, 3/1959 “Musica Jazz”, 2/1960 “Musica Jazz”, 2/1961 “Musica e dischi”, ottobre 1961 “Musica Jazz”, 3/1962 “Musica Jazz”, 4/1963 “Musica Jazz”, 3/1965 “Musica Jazz”, 4/1966 “Musica Jazz”, 5/1966 “Sanremo 87”, febbraio 1987 “La Stampa”, 20/02/1995 “Il Secolo XIX”, 23/2/1999 “A Gardiora”, giornale della Famija Sanremasca, 1999 “L'Eco della Riviera”, 19/1/2000 “La Stampa”, 28/02/2004 “Mellophonium”, 2004 “Charta”, 64/2004 Dati Storici Situazione iniziale Il Casinò, progettato nel 1903 dall’architetto Eugène Ferret e ultimato, in appena un biennio di lavori, nel 1905, sorge nel giardino Maria Vittoria di proprietà comunale. Il 5 novembre 1903 fu infatti stipulato un contratto tra la città di Sanremo, rappresentata dal sindaco Augusto Mombello e l’architetto francese per la costruzione e lo sfruttamento della sala da gioco. Nel documento si stabilisce la concessione dell’opera a Eugène Ferret per un

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decennio con l’impegno tuttavia dello stesso di realizzare la costruzione secondo il progetto presentato all’Amministrazione, nell’arco dei 16 mesi successivi all’adempimento di tutte le formalità tecniche concernenti la concessione. Il teatro è previsto già nel progetto iniziale. L’intento originale però era destinarlo a spettacoli lirici. Ubicazione: Corso Inglesi, Sanremo Attività: dal 1905 a oggi Dati tecnici: pianta a ferro di cavallo Architetti: Eugène Ferret Data inaugurazione teatro: 29 gennaio 1905. Si rappresenta al “Giardino d’Inverno” (oggi non più esistente) l’opera lirica Lakmé di Leo Delibes, con la direzione del maestro Giannini La casa da gioco viene inaugurata invece al 12 gennaio 1905. Si tratta di una festa di beneficenza con ingresso di L. 5. Viene realizzato un concerto dal raffinato programma musicale: Bizet, Mendelsson, Saint-Saens, Wagner, Rossini, Verdi, Délibes. Anche in questo caso la direzione è al maestro Giannini. Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri

e) 1911: su progetto dell’ingegnere Manfredini si avviano alcune modifiche f) 1928: il Casinò subisce una trasformazione di tipo organico, un

ampliamento, conseguenza della legge del 1924 che vieta il gioco d’azzardo. Solo nel 1927 la struttura viene riaperta per l’attività di gioco a seguito dell’emanazione del Decreto Regio del 22 dicembre n. 2448, convertito in legge un anno dopo. L'apertura viene celebrata da una serata di gala che vide un giovane Pippo Barzizza con l'orchestra dei “Blue Star”.

g) 1950: nuovo ampliamento di tipo organico dopo la chiusura per eventi bellici del 1940 (Regio decreto n. 596) e la riapertura nel 1945 per cessazione del conflitto (l’apertura ufficiale è al 31 dicembre 1945 in forza di un provvedimento dell’Alliede Military Gouvernement del 19 ottobre 1945, firmato da Hugh M. Renwich, commissario per la Provincia di Imperia, provvedimento con il quale il Comune di Sanremo fu autorizzato alla ripresa del gioco d’azzardo)

h) Anni 1970-1980: trasformazioni di tipo disorganico Variazioni apportate alla struttura:

c) 1911: si eliminano il caffè e la sala da biliardo a destra dell’atrio per realizzare lo scalone (tuttora esistente) di accesso alle sale da gioco al primo piano; si modifica il Giardino d’Inverno con l’introduzione di un palco per gli spettacoli

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d) 1928: la riapertura del Casinò impone al nuovo gestore, Luigi De Santis, anche “oneri di ampliamento e abbellimento dell'edificio”. Non a caso, proprio nel 1928, sono attuate le modifiche più rilevanti al progetto architettonico originario, come quelle che interessano la facciata principale, che assume proprio a quel tempo l'aspetto arrivato fino ai giorni nostri. Nello specifico, per il fronte dell'edificio, si procede alla realizzazione, sulla parte destra dell'avancorpo con terrazzo a livello del primo piano; si modificano le finestre, si coprono i terrazzi. Si realizzano poi ampliamenti negli spazi adiacenti i lati Est e Ovest del Salone d’Inverno con: sopraelevazione dei lati Est e Ovest con la realizzazione rispettivamente delle sale da gioco denominate “privata” e “comune”; realizzazione delle cupole, ricoperte di squame ceramiche color verde; sistemazione a ponente dell'ingresso-teatro; realizzazione dell’attuale sala liberty; realizzazione degli attuali guardaroba e segretariati per gli avventori delle sale da gioco. La trasformazione e l'ingrandimento del Casinò vengono compiuti all'interno del linguaggio liberty, anzi rafforzandolo e sottolineandolo, sino a raggiungere un insieme linguistico e architettonico armonici.

e) 1950: ampliamenti lati Est e Ovest con: realizzazione delle sale da gioco denominate “dorata” e “Giò Ponti”; ulteriore ampliamento del prospetto Sud ai due lati delle cupole; sopraelevazione di un piano dei locali sul prospetto Nord a seguito della realizzazione del terzo mezzanino destinato a spogliatoi e servizi per il personale. Il salone denominato “Piccoli cavalli” viene trasformato in palcoscenico del “Salone delle Feste” così da poter ospitare, nel gennaio 1951, la prima edizione del Festival della Canzone Italiana

f) Anni 1970-1980: trasformazioni di tipo disorganico. C'è la realizzazione delle due uscite di sicurezza: quella posta a Nord-Est e quella di Nord-Ovest. L'antico salone delle Feste viene smantellato e ribassato alla quota cantinato per essere destinato alle slot machine. Viene realizzata una struttura interna alla fabbrica, in cemento armato, di due elevazioni. Si procede alla demolizione della copertura del Giardino d'Inverno. Al suo posto vengono costruiti due solai; il primo dà luogo alla “Sala Nuova”; il secondo costituisce la nuova copertura piana del sistema edilizio. Viene completamente asportata la veste liberty per procedere al rinnovo dello spazio con linee moderne, luci, velluti e cristalli. La reinaugurazione è al 27 dicembre 1979. Sul tetto del Casinò si realizza un roof garden mentre il piano terra si attrezza a ristorante-night, l'ambiente che nel progetto di Ferret era destinato alla sala da pranzo, adiacente alla terrazza, e che negli anni Quaranta e Cinquanta era il ritrovo mondano della vita notturna di Sanremo.

Documenti Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: Casinò Municipale, Salone delle Feste. Progetto

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preliminare di Umberto Di Cristina e Francesco Vita. Relazione generale Data documento: luglio 2001 Notizie storiche: La relazione consta di: cenni storici sul Casinò; progetto per la costruzione di un Salone delle Feste sul tetto del Casinò, nella parte retrostante la fronte Sud, sul solaio degli anni Settanta, in sostituzione della copertura dell’antico Giardino d’Inverno; riordino degli attuali corpi di fabbrica; riordino di tutto il sistema delle coperture; modifica e/o la creazione e il rinnovo dei collegamenti verticali per utenti e merci destinati alla nuova Sala delle Feste e al Roof Garden; riordino dei servizi e dei percorsi concernenti il Salone delle Feste; riordino degli accessi al piano terreno e riorganizzazione dei percorsi dai depositi del cantinato verso la cucina sul tetto. Il progetto non è diventato esecutivo. Fonte: Archivio Storico, Comune di Sanremo Titolo del fascicolo/tipologia: lavori di manutenzione straordinaria e restauro alle facciate del Casinò Municipale di Sanremo, relazione illustrativa dell’arch. Canio Tiri Data documento: 2004 Notizie storiche: La relazione contiene una serie di indagini funzionali a ricostruire le tappe evolutive e l’aspetto cromatico delle superfici dell’organismo architettonico. La relazione si articola nei seguenti punti: principali fasi nell’evoluzione dell’organismo edilizio; ricostruzione prospetti anni 1905, 1928, 1950, 2004; analisi stratigrafiche, chimiche e petrografiche degli intonaci; linee guida dell’intervento di restauro; campionatura tinte. Rispetto al progetto, è stato realizzato il restauro delle sole due facciate a Sud e a Ovest. Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: Comune di Sanremo e l’architetto Eugène Ferret Proprietà attuale: Comune di Sanremo Gestione Tipo di gestione: Società per Azioni (Casinò SPA); proprietà del Comune di Sanremo Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: Liberty inizi '900 Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione della facciata è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione dell'edificio. L'interno del teatro è sobrio, Struttura di base della pianta della cavea: sala a ferro di cavallo con

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palcoscenio prospiciente Stato di conservazione: buono Impianti Platea: 15,40m (larghezza), 13,90m (lunghezza) La platea, a ferro di cavallo, presenta 12 file di posti a sedere e 6 logette, situate sul lato Sud, che in totale ospitano 48 sedute. Palchi: non ci sono palchetti laterali. Sono presenti 6 piccole logge al piano del teatro, situate simmetricamente in numero di tre, a destra e sinistra dell’accesso principale; al primo ordine, vi sono poi due palchi, con capienza di 6 persone, posti ai lati della galleria. Quest’ultima presenta sei file nella parte centrale, ognuna composta di 9 sedute, mentre le file a destra e sinistra sono rispettivamente di 4, 5, 3, posti, a decrescere dall’alto. Palcoscenico (boccascena): 4,20m (profondità) 15,30, (lunghezza). È un arco di ellissi; dista dalla platea circa 3m. Vi si accede attraverso scalette mobili poste al centro Palcoscenico (sipario): apertura all'italiana, in velluto, con tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): 10,250m (profondità) 22,40, (lunghezza) Graticciata o soffitta: parti lignee con rocchetteria mobile per permettere la collocazione e lo spostamento delle scene. Vi si accede tramite scalette metalliche ed è dotata di un corredo di numerosi mazzi di corde e catinelle. Attorno alla graticcia scorre un corridoio di percorrenza funzionale a esigenze tecniche. Dotazioni fisse di palcoscenico: panorama, fondali, telette, quinte Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza. In platea sono presenti 6 corpi illuminanti in forma di farfalla, con lampade a incandescenza dimmerabili. Sul cornicione si hanno invece lampade alogene dimmerabili. Il palco è provvisto di alogene a 650w orientabili sulla base di esigenze tecnico-sceniche; il retropalco presenta due punti di illuminazione, collegabili al palco e 7 americane su altezze diverse Impianto di sicurezza: 3 uscite di sicurezza, coperte da tendaggi, sul lato Ovest e 2 successivi flussi con apertura a spinta collegati al giardino Est. Vi è poi un’uscita sul lato Sud, al piano di calpestio, conducente all’ingresso principale del teatro. camerini e spogliatoi: a quota palco vi sono tre camerini, di cui uno di ampie dimensioni, generalmente usato per l’orchestra; al piano superiore sono invece 4 camerini, di cui quello per la prima donna, provvisto di servizi igienici interni Servizi igienici (zona del retropalco): a quota palco, è presente una toilette sul lato Sud, adiacente ai camerini; un locale di servizi igienici è situato anche al piano superiore, in corrispondenza del bagno al piano terra. Servizi Atrio di ingresso sul lato Ovest con annesso locale biglietteria; un secondo atrio, adibito occasionalmente ad esposizioni, conduce al corridoio di

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ingresso alla platea. Una scalinata in marmo collega poi il piano di calpestio alla galleria e ai locali tecnici, situati al III piano Toilettes per uomini, donne, disabili situati sul lato Ovest, adiacenti al secondo atrio. Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco Sul lato Sud, in corrispondenza della galleria, è presente un III ordine che ospita un balconcino, (attualmente impiegato per le luci) e due piccoli locali tecnici, posti in corrispondenza dei palchetti del II ordine. Materiali Strutture orizzontali: mantenimento delle strutture originali; copertura con di travi reticolari in acciaio con controsoffittatura lignea a volta Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche sulla volta con allegorie delle arti; pavimenti in legno, rivestiti con moquette Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea Sedili: poltrone della platea, dei palchi e della galleria in legno, con imbottitura e rivestimento in stoffa Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting, ricevimenti mondani Genere degli spettacoli: prevalentemente attività di incontro e di presentazione di libri; è tuttora viva infatti la tradizione dei “Martedì Letterari” presieduta da Ito Ruscigni con presenza di scrittori del panorama nazionale e internazionale. Si hanno poi spettacoli di prosa e concerti dell’orchestra sinfonica

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TEATRO CIVICO poi EMANUELE RAMBALDI

PIEVE DI TECO (Schedatore: F. Natta)

Ubicazione:

Piazza Borelli, Pieve di Teco

Tipologia originaria: Locale trapezoidale originariamente parte del convento secentesco delle

monache agostiniane

Uso attuale: (1904), attualmente è stato incorporato in una struttura destinata a mostre ed

esposizioni

Dati tecnici: palcoscenico: pedana lignea 3,85 m (profondità) 4,00 m (lunghezza),

galleria semicircolare a gradoni Capienza totale: 150 posti

Il teatro viene aperto nel 1904 per iniziativa del Comune di Pieve di Teco; viene ricavato dagli ampi locali del secentesco convento delle monache agostiniane di cui conserva ancora il pregevole porticato d'ingresso. Il grande edificio, costruito nel 1644 per la munificenza di un medico pievese, tale Gio Maria Ricci, di fatto viene costruito sul sito già occupato dal Castello della Pieve (castello di Clavesana), edificato nel 1234 contemporaneamente alla fondazione del nucleo abitativo, e distrutto dai Savoia nel 1625. Alla cessione del terreno, il monastero dovette rispettare una serie di condizioni: lasciare una strada per il passaggio della ronda attorno al convento; costruire, in caso di bisogno, un'abitazione per il giudice e la Corte, a spese della comunità; lasciare la chiesa unicamente usufruttuaria, restando il dominio e la proprietà alla Repubblica di Genova, con facoltà di destinare il complesso religioso ad altro uso pubblico. Il progetto fu affidato a Giulio Benso che ne diresse i lavori. Su indicazione di Ricci, al piano del cortile dovevano trovarsi: “ […] refettorio, lavrerio, capitolo, cucine, cantine per vino et legna, dispensa, sagrestia, parlatorio. La chiesa mediocre, honorevole con cappella, altare Maggiore et uno da ogni lato. La chiesa nel mezzogiorno ch'entrerà parte nel corpo dinanzi del monastero nel mezzo, parte di fuori. Dal piano poi montando una scala, s'andarà nel dormitorio, che donerà per tutto l'intorno da 27 sin 28 camere et sopra quel dormitorio un altro d'altre tante camere”. Scopo dell'opera pia fu di aiutare le famiglie pievesi accogliendo 20 monache e converse di Pieve e dei paesi vicini, senza alcuna dote. L'amministrazione fu delegata a quattro Protettori (Parroco, Decano del capitolo, Capo console della città e uno dei discendenti del fondatore). Le monache vennero a Pieve

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nel 1625. Fu eletta fondatrice del monastero Suor Maria Cecilia, figlia del donatore Gio Maria Ricci. Negli anni però il complesso religioso seguì le sorti del lascito e si verificano alcuni problemi dovuti a cambiamenti di governo e alle numerose vicende belliche. Sotto l'impero napoleonico, per esempio, il convento non potè usufruire delle rendite dei luoghi donati e, alla conclusione della vicenda bonapartiana, subì una riduzione dei 219 luoghi, poi liquidati nel 1819 a favore del Comune di Pieve di Teco. Annose questioni sorsero poi tra il Municipio e la Cassa Ecclesiastica portando alla concentrazione delle monache in due sole ali del monastero (con annessi coro e chiesa). Nel 1878, ridotte le suore al numero di sette, il complesso venne adattato prima a sede del Municipio, poi a Pretura urbana, infine a caserma militare degli alpini, destinazione che mantenne fino al 1973. Nel 1904 si ricavò un piccolo teatro per le esigenze ludiche dei militari e della popolazione ma pochi anni dopo il locale subì una ristrutturazione in sala cinematografica. Nel 1968, alla scomparsa del pittore Emanuele Rambaldi, venne modificata l'intitolazione e la struttura passò dall'originario nome di “Teatro civico” a “Teatro Rambaldi”. Attualmente, a seguito di lavori di ristrutturazione che hanno portato alla riqualificazione della caserma militare, sono stati recuperati gli spazi originari del palco e della cavea ma il teatro è stato destinato a mostre ed esposizioni. Bibliografia: ACPT (Archivio Comunale di Pieve di Teco), ms, Descrizione del convento, anno 1642 G. Strafforello, Province di Genova e Porto Maurizio, UTE, Torino, 1892 F. Zaverio, I Padri Cappuccini in Pieve di Teco, Tip. della Gioventù, Genova, 1917 A. Schmucker, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Mondani, Genova, 1976, p. 171 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, censimento degli spazi teatrali (all'aperto e al chiuso) Teatro Comunale dell'Opera di Genova, Genova, 1983 F. Amirante, D. Bruno, Dal Pizzo d'Ormea al Colle di S. Bartolomeo passando per Pieve di Teco, A. Dominici, Imperia, 1986, p. 66 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991 p. 61: descrizione sommaria del teatro p. 218: scheda relativa alla vicenda costruttiva dell'edificio con indicazioni bibliografiche Dati Storici Situazione iniziale Il convento delle Agostiniane si presenta come edificio a pianta centrale costituito da un corpo a U (convento vero e proprio) chiuso verso Sud da un corpo rettangolare sporgente verso l'esterno mediante un portico a tre archi frontali (prospetto della Chiesa, annessa al Convento con cupola dedicata

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alla Santissima Annunziata). La forma della pianta è pressochè simmetrica, salvo alcune differenziazioni di carattere fruitivo-distributivo. L'edificio si erge su tre piani: piano terra, piano primo, piano secondo. Il piano ammezzato ha solo funzione distributiva e ha bucature corrispondenti ad alcune stanze a doppia altezza a piano terra. Attorno al chiostro al piano terra, le scale sono aggregate come elementi seriali di dimensioni analoghe a volte differenziate funzionalmente. Dai documenti storici (cfr. Descrizione del Convento, fasc. II), si apprende che il chiostro, oggi solo spazio interno con presenza di plinti di fondazione, aveva dodici arcate, presumibilmente quattro per lato. Le stanze al primo piano sono disimpegnate da un ampio corridoio lungo la parete esterna, in corrispondenza degli spazi pubblici e lungo quella interna nel braccio che prospetta sull'area laterale di pertinenza del monastero. Le stanze dell'ultimo piano sono ripetute come elemento seriale e disimpegnate da corridoi più stretti (lungo la parete interna nelle ali Nord e Sud ed esterna sul lato più breve, ad Est). In prospetto i piani risultano gerarchizzati, con ampia zona basamentale, separata dall'elevato mediante fascia marcapiano. Essi sono differenziati rispetto ai percorsi su cui si affacciano: il prospetto principale è rivolto verso il centro storico (lato chiesa). I collegamenti verticali sono effettuati mediante tre corpi scala (due di origine storica e uno introdotto nel corso delle ristrutturazioni operate negli anni Settanta), finalizzati a inserire alcuni alloggi all'ultimo piano nell'ala di Levante del monastero. Ubicazione: Piazza Borelli, Pieve di Teco Attività: 1904-1968 Dati tecnici: locale di pianta trapezoidale con palco prospiciente, annesso all'originale complesso conventuale Architetti: ad autorizzare la realizzazione di un locale da adibirsi a teatro fu il Comune di Pieve di Teco a fine Ottocento Data inaugurazione teatro: 1904 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri

i) l'edificio nei secoli, è stato oggetto di successivi interventi e trasformazioni: destinazione a caserma; trasformazione in teatro e poi sala cinematografica; recupero e consolidamento statico negli anni Settanta del Novecento

j) 2004-2006: progetto per la riqualificazione dell'ex caserma Manfredi;

progetto generale: ing. Antonio Chirico e arch. Doriano Lucchesini; strutture: Gian Carlo Giorgini; impiantistica: studio tecnico ingg. G. Anselmo e N. Novaro; sicurezza lavori: ing. Augusto Forno; collaborazione: Giuliano Bosco (architetto); Elisa Lombardi (designer);

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Michele Conti (scenografo); Michela Porro (architetto); Silvia Rasetto (architetto)

Variazioni apportate alla struttura:

g) a fine Ottocento c'è la trasformazione della struttura in caserma con le relative modificazioni interne per l'adattamento alla nuova funzione;

segue poi la trasformazione post-bellica con l'utilizzazione della ex chiesa come teatro e poi come sala cinematografica tramite realizzazione di una galleria con struttura in cemento armato e l'occultamento tramite contro soffittatura delle volte e della cupola centrale dell'originaria chiesa; negli anni Settanta si avvia il recupero di parte della struttura con operazioni di risanamento statico che provvedono prioritariamente a dotare l'edificio di un complesso apparato di catene d'acciaio in grado di legare le componenti murarie in tutte e tre le ali dei corpi di fabbrica; negli anni Novanta si ha la realizzazione di alcuni alloggi per residenza agevolata in un'ala del secondo e ultimo piano e l'eliminazione delle superfetazioni di occultamento delle originarie strutture con il ripristino dell'antica spazialità del complesso

h) 2004-2006: in sintesi gli interventi del progetto hanno adottato un generale approccio di tipo conservativo e valorizzativo delle originarie strutture architettoniche, in linea con le operazioni di consolidamento strutturale degli anni Novanta. Dal punto di vista funzionale-distributivo si è proceduto al:

- riuso dell'ex chiesa, oggi cinema-teatro e di alcuni locali annessi a centro polivalente di aggregazione per congressi, manifestazioni ed eventi, dotato di accesso privilegiato da piazza Borelli e dal porticato di affaccio al centro storico. Tale centro è composto da una sala conferenze e spettacolo, ricavata dalla ristrutturazione del cinema con il recupero del volume a pianta centrale dell'antica chiesa con relativa cupola, adattata a un uso flessibile di tipo sia congressuale che teatrale-cinematografico - insediamenti nei rimanenti locali a piano terra nonché nell'area porticata e nel cortile aperto al centro dell'edificio della mostra permanente delle maschere di Ubaga e delle funzioni accessorie - creazione di una biblioteca con spazi espositivi e didattici dei reperti archeologici presenti e di un centro multimediale all'ultimo piano dell'edificio, nelle ali contrapposte a quelle degli alloggi e alla chiesa sul lato a monte - adeguamento dei sistemi di distribuzione verticale (scale e ascensori) per garantire condizioni di accessibilità e di sicurezza a tutte le diverse funzioni ed attività dell'edificio Interventi specifici sull'Auditorium: occupa l'antica chiesa del convento che è stata riportata in larga misura alla unità spaziale architettonica originaria, in base al progetto preliminare del 7 maggio 2004, accolto dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali della Regione

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Liguria in sede di Conferenza dei servizi. Si è proceduto in particolare alla demolizione della cabina di proiezione, del palcoscenico, delle tramezze che chiudevano le scale di accesso alla galleria e del parapetto in muratura della galleria; si è restaurata completamente la cupola e il tamburo, eliminando il controsoffitto Perret sospeso dell'ex-cinema e riaprendo le bucature murate che si alternano nel tamburo con le nicchie a esedra; in concomitanza all'intervento si è proceduto al rifacimento del tetti della chiesa che nella porzione di copertura della volta verso il chiostro è stato elevato in passato fino ad occultare con il colmo la corrispondente finestra esistente nel tamburo; si sono demolite le due porzioni quadrate di galleria in cemento armato (circa 22mq) che erano comprese negli angoli esterni all'incrocio tra le due navate ortogonali verso il pronao. L'intradosso della rimanente area di galleria è stata controsoffittata in maniera da realizzare una superficie completamente piana e neutra per forma, colore, materiali; tutto il fronte della navata verso il chiostro è stato aperto e dotato di una grande vetrata a tutta altezza, che pone in relazione diretta il cortile interno con lo spazio della sala auditorium. Documenti Fonte: Archivio Storico, Comune di Pieve di Teco, Ministero dell'Educazione Nazionale Amministrazione dei Monumenti, dei Musei, Gallerie e Scavi Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela a seguito della legge 20 giugno 1909 n. 364 per le Antichità e Belle Arti Data documento: 30 marzo 1937 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo al Podestà del Comune, planimetria catastale, documentazione fotografica Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: progetto di recupero e riuso dell'ex caserma Manfredi, ai sensi del Documento unico di programmazione Obiettivo 2; progetto esecutivo; relazione illustrativa Data documento: 9 novembre 2004 Notizie storiche: La relazione contiene: descrizione dell'intervento da realizzare (note sulla vicenda storica dell'edificio; impianto dell'edificio storico); riferimenti pianificatori e normativi del contesto territoriale (verifica di compatibilità dell'intervento con le prescrizioni dei piani paesaggistici, territoriali e urbanistici sia a carattere generale che settoriale); soluzione progettuale sotto il profilo funzionale, distributivo, architettonico, strutturale ed impiantistico in relazione all'attuazione delle azioni di programma dell'Ob. 2 del finanziamento CEE (criteri utilizzati per le scelte progettuali e l'impianto generale del recupero dell'immobile; dettaglio del progetto dell'impianto

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funzionale e distributivo, in relazione alle problematiche connesse alla prefattibilità ambientale, alle preesistenze archeologiche e alle condizioni di stabilità complessive della struttura e del suo stato generale) Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: progetto di recupero e riuso dell'ex caserma Manfredi, ai sensi del Documento unico di programmazione Obiettivo 2; planimetria generale Data documento: 30 ottobre 2004 Notizie storiche: Planimetria generale di inquadramento; documentazione fotografica; scala 1:500, elaborato C1. 01 Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: progetto di recupero e riuso dell'ex caserma Manfredi, ai sensi del Documento unico di programmazione Obiettivo 2; progetto; pianta piani terra e ammezzato Data documento: 20 febbraio 2007 Notizie storiche: Progetto definitivo, scala 1:100, elaborato B. 02 Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: fornitura di arredi fissi e mobili, apparecchi di illuminazione e corpi illuminanti Data documento: 2006 Notizie storiche: Elenco prezzi / modulo offerta Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: Comune di Pieve di Teco Proprietà attuale: Comune di Pieve di Teco Gestione Tipo di gestione: gestione pubblica Vincoli e tutela Notifica: 30 marzo 1937, vincolato ai sensi degli artt. 5, 6, 7, 12, 14, 29, 31, 34 e 37 della legge del 20 giugno 1909, n. 364, per le Antichità e le Belle Arti e degli artt. 1, 2 e 3 della legge 23 giugno 1912 n. 688. Tipologia Tipologia prevalente: vano trapezioidale, parte di un originario complesso conventuale; l'attuale auditorium è stato ricavato dagli spazi absidali della chiesa secentesca Stile architettonico prevalente: le linee architettoniche e strutturali conservano

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l'impianto della destinazione conventuale secentesca Stile prevalente nelle decorazioni: mantenuta solo la cupola di Giulio Benso con l'originale decorazione a fogliami. Di fatto la veste barocca era già andata perduta con l'adattamento tardo ottocentesco dei locali in caserma. Struttura di base della pianta della cavea: forma trapezioidale con palco prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 5,30 m (lunghezza); 6,00 m (profondità). La platea ha una pavimentazione in lastre di finta ardesia e sedute mobili Palcoscenico: costituito da una pedana lignea di misure: 3,85 m (profondità) 4,00 m (lunghezza) Graticciata o soffitta: non presente; adiacente al palco c'è la cabina di regia Dotazioni fisse di palcoscenico: americana fissa posta su un binario a filo del boccascena; corpo illuminante per posa ad incasso a pavimento Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza (binario trifase per tre circuiti separati di sezione rettangolare in alluminio estruso; corpo illuminante con adattatore per binario orientabile; diffusori JM 250W con gruppo commutazione; diffusori JM 250W con gruppo emergenza); prese distribuite sul palco. Impianto di sicurezza: 2 uscite poste sul lato Ovest, sul prospetto rivolto verso Piazza Ricci, 1 uscita sul prospetto Nord, sul lato di piazza Borelli Servizi igienici: posti nel lato Ovest, sul prospetto rivolto verso Piazza Ricci camerini e spogliatoi: uno spogliatoio 6,50 m (lunghezza) 2,00 m (profondità), lato Ovest Servizi Accesso su piazza Ricci Atrio di accoglienza Toilettes per uomini e donne situati sul fianco sinistro della platea, lato Ovest Cabina di regia posta sul lato Ovest, adiacente al palco Materiali Strutture orizzontali: travature in cemento armato Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Opere di finitura: intonacatura a base calce; pavimenti in lastre di finta ardesia; sottofondo con impianto di riscaldamento Sedili: sedute mobili (seduta su gambe in struttura d'acciaio, completa di braccioli e profilato piatto rivestito con poggiabraccio in termoplastica grigia; sedile ribaltabile e schienale in legno pigmentato) che vengono allocate funzionalmente alla circostanza dello spettacolo; gradinate in cemento armato rivestite in moquette con sedili in struttura di acciaio verniciato completa di braccioli e profilato piatto rivestito con termoplastica grigia; sedile ribaltabile e schienale in legno.

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Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting, mostre Genere degli spettacoli: prevalentemente attività di esposizione e di relazione congressuale

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TEATRO “Tommaso Salvini” PIEVE DI TECO

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Via Umberto I, Pieve di Teco

Tipo

Struttura su tre livelli, con sala a U, dotata di due ordini di palchi sovrapposti.

Uso attuale: (1834), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: pedana lignea; 7,75 m (profondità) 5,76 m (lunghezza), Capienza totale: 52 posti (platea) e 46 posti (palchetti e loggione del primo e

del secondo ordine di palchi)

Che gli abitanti di Pieve di Teco siano stati inclini alle attività teatrali e molto amanti della musica, lo riportano sia l'ecclesiastico Goffredo Casalis che il canonico Lorenzo Sertorio e lo conferma la testimonianza di diversi luoghi deputati a questo genere di divertimenti, presenti fin dal XVIII secolo. La prima notizia di un teatro allestito ed utilizzato con continuità per sacre rappresentazioni e spettacoli profani risale infatti al 1786 ma a leggere alcuni documenti dell'Archivio di Stato di Genova trascritti dal Ferretto, già nel 1750 doveva essere talmente forte l'interesse e l'attrazione per il teatro da costringere i pievesi a scrivere nei capitoli delle confraternite, costituite in quell'anno, l'impegno a evitare “tutte le occasioni dei mali come giuochi, mascherate, commedie e ciarlatani”. Nel 1786, si allestisce un teatro, a cui viene dato il nome di Olimpico, nella chiesa di Nostra Signora della Ripa, che viene “disfatto per ordine della Municipalità nel luglio 1799”, salvo poi ritornare ad ospitare spettacoli nel 1806 (con una stagione di grande vitalità negli anni Trenta e Quaranta) e ad essere trasformato infine in cinematografo tra il 1908 e il 1912. La vicenda del Salvini inizia invece nella primavera del 1834, quando Giuseppe Manfredi rivolge al Sindaco e al Consiglio Comunale la richiesta di “concessione del suolo attiguo e fabbricato in cui è costrutto l'attuale forno della Roggia” per costruirvi un teatro. L'autorizzazione viene concessa con l'obbligo di mantenere la nuova e approvata destinazione, senza poter sfruttare i locali per altri usi. Il nascente teatro è piccolo, di gusto attardato, di foggia settecentesca: presenta una pianta a U, con platea di circa cento posti a sedere, su cui si affacciano un ordine di plachi (n. 16) e un loggione. La visibilità del palcoscenico non è ottimale; l'ottica è infatti quella di privilegiare interazioni tra palchi e platea, in funzione soprattutto dei principali intrattenimenti dell'epoca che sono in generale veglioni e feste danzanti. Non si hanno notizie precise circa l'inaugurazione del teatro Salvini e della sua

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attività: lo spoglio dei documenti e dei periodici dell'epoca non ha restituito significative notizie. Secondo Schmuckher il teatro ha ospitato con una certa regolarità opere liriche e spettacoli di prosa soprattutto da parte di compagnie di giro e filodrammatiche locali. Una testimonianza ottocentesca è riferita dal Sertorio quando riporta la presenza nel 1847 delle compagnie Marazzi e Petruni e nel 1850 quella di Ferdinando Bornati di Oneglia. Per lo più è l'iniziativa privata che stimola la vivacità del teatro ma anche lo stesso Comune conferma il suo interesse per le attività culturali dal momento che sappiamo che nomina e stipendia un maestro di musica tra il 1866 e il 1882. É nel contesto di questi anni (1868) che la struttura realizzata da Manfredi compare nel censimento effettuato dalla prefettura di Porto Maurizio come Teatro di Pieve di Teco, a seguito della modifica della denominazione della stessa comunità pievese. Rosmini invece, nella sua rassegna dei teatri del 1893, lo riporta come Teatro Sibilla, dal nome del nuovo proprietario Giacomo Sibilla. L'intitolazione a Salvini è invece del 1897, quando la struttura cambia nuovamente proprietà; il passaggio a Giambattista Dian di Rezzo, commerciante, implica in particolare due condizioni: una ristrutturazione e il cambio di titolazione. Nel frattempo nel 1904 viene aperto un nuovo il Teatro Civico (poi Rambaldi), ricavato dai locali del secentesco convento delle monache agostiniane; qualche anno dopo, dopo una breve chiusura, ritorna in attività anche l'antica chiesa di Nostra Signora della Ripa, trasformata, come già accennato, in un cinematografico, che però brucia in un incendio nel 1912. Dopo quest'anno, la situazione culturale pievese si modifica: Lorenzo Sertorio la definisce “rachitica”, asfittica; i periodici dell'epoca parlano solo di veglioni, serate danzanti, spettacoli dialettali. Non si hanno notizie circa la programmazione degli anni Venti; il dopoguerra è periodo difficile per tutte le attività culturali, cui si somma anche un declino della stessa comunità di Pieve che conosce una crisi economica e un calo demografico. In questo contesto anche il teatro subisce una progressiva decadenza fino alla sua definitiva chiusura negli anni Quaranta, dopo essere ritornato nel 1927 di proprietà del generale Manfredi. Nel corso del Novecento, il Salvini diventa anche un deposito di legname ma, nonostante il degrado, la struttura per fortuna non conosce modifiche. Nel 2001 la Provincia di Imperia decide l'acquisto della proprietà e inizia le pratiche per un restauro che inizia nel 2004. L'ente compra anche l'attigua struttura, per adibirlo a un foyer, e un terreno confinante con il proposito di convertirlo in giardino per incontri all'aperto. Il restauro coinvolgerà anche queste dependaces che, dopo l'inaugurazione del 17 settembre 2004, a oggi possono essere rimirate nella loro integrità e bellezza. Bibliografia: AA. VV., Restauro e conservazione del patrimonio artistico, a cura di M. C. Frate, Dario Flaccovio Editore, 2010, pp. 308-314 AA. VV., Teatri storici in Liguria. Un viaggio fra palcoscenici scenici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la cultura,

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Genova, 2015, pp. 230-233 F. Amirante, D. Bruno, Dal Pizzo d'Ormea al colle di S. Bartolomeo passando da Pieve di Teco, Editore Dominici, Imperia. 1986, p. 78 G. Amoroso, Teatro Salvini. Il risveglio dell’antico palcoscenico, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in DAMS, A. A. 2012-2013 G. Bellezza, Lavorare per conservare, Ed. Grafiche Amedeo, Imperia, 2007, pp. 289-294 I. Belmonti, Teatro Salvini nuovi documenti d’archivio?, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2014-2015 S. Bregliano, Strategie per la valorizzazione e il recupero degli edifici per la cultura nella Liguria di Ponente. L’esempio del Teatro Salvini di Pieve di Teco, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea Magistrale in Letterature e Civiltà Moderne, A. A. 2007-2008 G. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, G. Maspero, Torino, 1847, vol. XV, p. 37 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, censimento degli spazi teatrali (all'aperto e al chiuso) Teatro Comunale dell'Opera di Genova, Genova, 1983 S. Corti, La provincia di Porto Maurizio, Paravia, Milano, 1891, p. 54 M. Di Dio Rapallo, I Teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, 1986, p. 202G. Ferrario, Storia e descrizione de’principali teatri antichi e moderni, Ferrario, Milano, 1830 G. Ferrario, Storia e descrizione de’principali teatri antichi e moderni, Ferrario, Milano, 1830 A. Ferretto, Contributo alla storia del teatro in Liguria. Le rappresentazioni sacre in Chiavari e Rapallo, Tipografia Sordo Muti, Genova, 1898, p. 23 e p. 71 A. Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni, Blu Edizioni, Torino, 2005 Istoria della cara Pieve, a cura del Sotto Comitato C.R.I. di Pieve di Teco, Reparto Tipografico dell’Opera Cristo Vita, Pieve di Teco, 1951 N. Giuliani, Prospetto cronologico metodico di un nomenclatore letterario ligustico, C. Maro e Comp. Genova, s. d. (ma 1885), p. 316 F. Rosmini, Legislazione e giurisprudenza dei teatri, U. Hoepli, Milano, 1893, III ed. p. 858 L. Sertorio, Storia religiosa di Pieve di Teco, ms. sec. XX, Biblioteca della Società di Storia Patria, Genova, 397-422 L. Sertorio, Teatro nella chiesa di Madonna della ripa, ms. sec. XX, Biblioteca della Società di Storia Patria, Genova, pp. L. Sertorio, Libro contenente la storia della città di Pieve di Teco, ms. sec. XX, Biblioteca della Società di Storia Patria, Genova L. Sertorio, Recite fatte a vantaggio della chiesa costruenda, in L. Sertorio, Storia religiosa di Pieve di Teco, cit. , pp. 101-102 L. Sertorio, Supplica a nome della società firmata da Luigi Scarella e G. B.

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Rolando, 1830, in L. Sertorio, Teatro nella chiesa di Madonna della ripa, cit. L. Sertorio, Deliberazioni del 31 marzo 1830, 8 aprile 1833, 23 aprile 1833 del Consiglio Comunale di Pieve di Teco, in L. Sertorio, Teatro nella chiesa di Madonna della ripa, cit. L. Sertorio, Memoria di Giuseppe Manfredi, 1834, in L. Sertorio, Teatro nella chiesa di Madonna della ripa, cit. L. Sertorio, Deliberazione del 2 aprile 1834 del Consiglio Comunale di Pieve di Teco, in L. Sertorio, Teatro nella chiesa di Madonna della ripa, cit. A. Schmucker, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Mondani, Genova, 1976, p. 170 G. Strafforello, Province di Genova e Porto Maurizio, UTE, Torino, 1892, p. 305 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 59-63 M. Varoli, Teatro di Pieve di Teco, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2013-2014 F. Zaverio, I Padri Cappuccini in Pieve di Teco, Tipografia della Gioventù, Genova, 1917, p. 31 S. Asteggiante, Salvini, super mini teatro, in “Fondazione Informa: rivista trimestrale della Provincia di Imperia”, n. 105, anno 2007 S. Delfino, La passerella delle stars, in “Fondazione Informa: rivista trimestrale della Provincia di Imperia”, n. 3, anno 2005 N. Famà, Metti una sera a Pieve nel nuovo teatro, in “Fondazione Informa: rivista trimestrale della Provincia di Imperia”, n. 105, anno 2007 A. Giacobbe, Il recupero del teatro Salvini di Pieve di Teco: un palcoscenico per l’entroterra imperiese, in “Fondazione Informa: rivista trimestrale della Provincia di Imperia”, n. 9, anno 2004 G. Giuliano, Premessa, in “Provincia di Imperia. Rivista trimestrale dell'Amministrazione Provinciale di Imperia”, n. 3, anno 2005 M. C. Lanteri, Storia e curiosità di un restauro, in “Provincia di Imperia. Rivista trimestrale dell'Amministrazione Provinciale di Imperia”, n. 3, anno 2005 L. Maritan, Il più piccolo teatro del mondo, in “Provincia di Imperia. Rivista trimestrale dell'Amministrazione Provinciale di Imperia”, n. 3, anno 2005 F. Natta, Teatro Salvini. Il gioiello di Pieve di Teco, “B-Cult newsletter”, rivista on line della Regione Liguria, n. 23, (novembre 2010), http://www.tavolidellacultura.net/ F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in “Eutropia”, n. 15, gennaio 1989 Dati Storici Situazione iniziale Nel 1834 Giuseppe Manfredi presenta al Sindaco e al Consiglio Comunale la richiesta di costruzione di un teatro. La delibera approva il progetto constatando che “L'erezione di un teatro in questa città purchè ben regolao e basato sopra di principi sani non può che essere utile e vantaggioso per ogni supposto morale e politico”. Vince dunque la voglia dei pievesi di avere un

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teatro ma si afferma anche l'intraprendenza e l'autorità dell'iniziativa di una delle famiglie più in vista del paese. Di quel Giuseppe Manfredi, cioè, padre del più noto Sebastiano che, facendo leva sull'inclinazione dei suoi concittadini acquisisce e gestisce una impresa privata in un edificio di proprietà pubblica, il forno della Roggia appunto. “Una casa particolare” scriverà Goffredo Casalis, cogliendo il lato privatistico dell'iniziativa, in cui “si recita dagli ultimi giorni di dicembre sino a tutto il carnevale, ora da qualche compagnia comica, ora dai dilettanti del paese”. Ubicazione: Via Umberto I, Pieve di Teco Attività: dal 1834 con spettacoli a chiamata collegati alla famiglia Manfredi, poi Sibilla Dati tecnici: Struttura su tre livelli, dotata di platea a ferro di cavallo con palco prospiciente (primo piano) e due ordini di palchi sovrapposti Architetti: la famiglia Manfredi si occupa della costruzione di un locale da adibirsi a teatro privato ottenuta la concessione del Comune di Pieve di Teco (inizio Ottocento). Non si conosce il nome del progettista originario. Un rinnovo della struttura è ad opera di Giambattista Dian mentre il restauro attuale è stato affidato alla direzione dell'architetto Carmen Lanteri Data inaugurazione teatro: 1834 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri a) 1897: lavori di rifacimento della copertura, della platea, della facciata e opere di adeguamento dell'immobile ad esigenze di pubblica agibilità e sicurezza b) 5 Ottobre 2003: data Inizio lavori relativi al restauro del Teatro Salvini di Pieve di Teco e dell'adiacente struttura settecentesca ad esso collegata, costituita da un edificio di tre piani a nord (“Casa Sibilla”) e di un giardino rialzato, aperto su una delle uscite di emergenza del teatro. Fondi dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e Fondazione Carige. Progettista: Carmen Lanteri; Strutture: Gianni Biancheri; Impiantistica: P.I. Aldo Natta; Rilievo strum.: Domenico Piccone; Collaborazione: Giovanna Maccario (architetto), Daniela Marazzi (architetto); restauratore intonaci e decorazioni: Paola Giliberti Variazioni apportate alla struttura: a) 1897: le opere maggiori riguardano il consolidamento della struttura, il rifacimento del manto di copertura, il rinnovo della platea, con ridipintura interna e costruzione dell'impianto elettrico (in funzione a Pieve dal 1895), rifacimento della facciata e cambio di titolazione con il nuovo nome di Tommaso Salvini. Non si modifica la scala di accesso alla galleria e al loggione, che le cronache del tempo segnalano come “strettissima e tortuosa” tale da permettere il passo a una sola persona.

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b) 2003-2005: gli obiettivi principali dell'intervento di riqualificazione hanno riguardato il raggiungimento delle condizioni di sicurezza di impianti e strutture e di igiene conformi alle norme generali e locali vigenti in contemporanea al recupero delle tipologie e dei materiali originali del teatro, nonché l'adeguamento dimensionale dei solai ai sovraccarichi pari a 400 kg/mq. Per quanto concerne il recupero strutturale l'intervento ha previsto i seguenti lavori: -smontaggio del manto di copertura e della struttura lignea -demolizione dei muri perimetrali sommitali dell'edificio ed inserimento di

cordolo ad anello perimetrale con funzione di cucitura della muratura esistente

-inserimento delle nuove capriate lignee e relativa struttura secondaria; per il manto di copertura si è optato per il riutilizzo delle ciappe di pietra originali

-chiusura e parziale modificazione delle finestre -smontaggio delle strutture dei palchi, del palcoscenico e della platea per

consolidamento delle parti lignee da recuperare -esecuzione del nuovo solaio della platea con sostituzione totale dell'orditura

principale e secondaria -esecuzione dei nuovi solai dei palchi con inserimento di profilati metallici

fasciati in legno, in sostituzione dei travi portanti principali in corrispondenza del loggione

-rinforzo fondazioni al piano terra mediante cordolatura perimetrale e rifacimento dei solai

-consolidamento della muratura principale Per le opere interne di finitura è stato previsto: Piano terra: costruzione di tramezzature per l'inserimento dei servizi igienici e dei camerini (questi erano originariamente nel sottopalco e perciò sono stati compartimentati secondo quanto previsto nella regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo – DM 19 Agosto 1996) I pavimenti sono stati piastrellati in cotto con posa a reticoli in diagonale per l'intera superficie del piano terra tranne nei locali destinati a servizio igienico dove sono state utilizzate piastrelle in gres rosso simili per dimensioni e posa al cotto. Gli intonaci sono stati risanati e tinteggiati con tinte a calce; per quanto riguarda i serramenti interni sono stati previsti porte in legno e portocino di ingresso dotato di maniglioni antipanico. Il controsoffitto in legno è stato interamente sostituito ripentendo la tipologia presente. Piano platea e successivi: si è proceduto con la sostituzione totale dell'assito sia in platea che nei palchi e nel palcoscenico, salvo il riutilizzo di tavolato originario ove è stato possibile. I palchi sono stati restaurati e sono stati ripristinati i colori presenti sulla base delle risultanze degli esami di laboratorio. L'intonaco e la tinteggiatura sono stati totalmente sostituiti con tinte silossaniche; il controsoffitto è stato sostituito e portato a un'altezza di +9,48 all'introdosso permettendo un'altezza utile del secondo ordine di palchi

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di 1,97 (in questo caso, durante i lavori di rifacimento dei solai si è prevista una variazione minima dell'altezza dei piani per rendere agibile e uniformi i diversi livelli all'interno del teatro). Le scale sono state demolite e ricostruite tenendo conto dell'originaria conformazione e dei materiali. Per le opere esterne sono stati eseguiti i seguenti interventi sulle tre facciate: Prospetto Nord: l'intonaco esistente è stato scrostato ed è stata realizzata una nuova intonacatura con intonaco “spalmato” in maniera da lasciare la pietra a vista. La decorazione pittorica presente all'angolo con via Umberto I è stata recuperata e completata. Sono state realizzati nuove soglie e davanzali in ardesia, riprendendo il disegno in sezione di quelli esistenti; si è eseguita la fornitura e posa in opera di serramenti e di gronde pluviali. Prospetto Est: le due bucature esistenti sono state tamponate e si è intonacata completamente la facciata con intonaco deumidificante, previa scrostatura di quello esistente. Prospetto Ovest: il prospetto principale ha previsto uno specifico trattamento per la presenza di un'ampia parte di decorazione ancora visibile relativa alla titolazione dell'edificio. Si è proceduto dunque con la scrostatura delle parti di intonaco esistente privo di decozione e nuova intonacatura seguita da decorazione aderente allo stile originale, permettendo però la distinzione tra le parti reintegrate e quelle autentiche. Si è prevista inoltre la realizzazione di soglie e davanzali in ardesia in linea con il disegno in sezione di quelli esistenti nonché fornitura e posa in opera di gronde pluviali e ringhiere in ferro. Opere di consolidamento: Consolidamento delle murature in pietra: c'è stato il totale rifacimento della struttura lignea e l'inserimento di capriate per consentire l'annullamento delle spinte orizzontali. Contemporaneamente è stato costruito un cordolo in cemento armato atto a legare ad anello la sommità della muratura perimetrale, a ripartire le azioni orizzontali e a favorire la diffusione dei carichi concentrati. Il consolidamento della muratura è stato eseguito con iniezioni di boiacca a base di legante idraulico composito, resistente a solfati e a sali. Con la tecnica del “cuci e scuci” si è proceduto a rivedere i tamponamenti ad alcune aperture preesistenti e alla chiusura delle finestre come previsto da progetto. Intonaci: data la presenza di ammaloramenti e lacune e data l'assenza di decorazione pittorica riconoscibile e significativa, si è proceduto con una nuova intonacatura compatibile con il supporto esterno del manufatto. Impianti: sono stati realizzati impianti elettrico, idrico-sanitario, riscaldamento, prevenzione incendi Copertura: sostituita completamente, mantenendo tuttavia la struttura lignea a capriate ed arcarecci. È stato inserito un tavolato con soprastante impermeabilizzazione in zinco e successivo manto in lastre di pietra, recuperando quelle esistenti. Il tetto ha subìto un modesto innalzamento delle linee di gronda nonché l'aumento della pendenza delle falde per ripristinare l'originale forma a capanna.

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Pavimentazione lignea: si è proceduto con il rifacimento del pavimento, proponendo una copertura simile a quella originale, con travi assemblate tramite unione a dente e canale e fissaggio per mezzo di perni e cavicchi in legno. Vista la mancanza di porzioni di pavimentazione sul primo e secondo palco, si è proceduto alla reintegrazione con assi asportate in parte dalla copertura del palcoscenico. Nel 2004 una variante di progetto apporta le seguenti modifiche: a) creazione di un'uscita di sicurezza sul giardino e ampliamento dell'esistente porta fino a 120 cm b) collegamento tra il sottopalco e il palcoscenico mediante scala a chiocciola, ad uso esclusivo del personale di scena, posta sull'angolo Sud-Est. Tale scala in muratura, costruita con impiego del pietrame locale, adempie alla funzione di consentire un ulteriore accesso al palcoscenico direttamente dai locali di servizio posti al piano terra, in aggiunta alla scala esistente a livello platea. La soluzione determina il ribaltamento dei camerini dal lato Sud al lato Nord c) cordolo sommitale: diminuzione delle dimensioni da 40x40 a 40x30 e sostituzione del cordolo orizzontale in corrispondenza dei lati corti dell'edificio con una catena di acciaio del diametro di 35 cm. Formazione di cordolo a seguire forma del timpano per il successivo appoggio degli arcareggi d) inserimento di un cordolo di rinforzo lungo i muri longitudinali collegato da una catena di ferro sui lati corti sul prospetto posteriore Est per esigenze statiche di consolidamento della muratura perimetrale e) interventi sulla copertura di uniformità delle pendenze e omogeneizzazione del tetto f) per motivi strutturali, di sicurezza e funzionalità del locale il prospetto Nord subisce un incremento delle altezze medie di 30 cm g) realizzazione di alcune opere interne: allungamento di una finestra sul prospetto Nord longitudinale lungo il giardino per creare una nuova uscita; costruzione di una scaletta in muratura per sanare la differenza di quota tra giardino e piano palco; conservazione della scaletta esistente adiacente al teatro sul lato Sud con conseguente non apertura della porta di collegamento dal primo ordine di palchi; semplificazione funzionale del corridoio di accesso ai camerini al piano terra con successivo ampliamento dei servizi igienici e l'eliminazione di una porta tagliafuoco; creazione di un'intercapedine all'interno dei camerini lati Nord ed Est h) modifica dell'impianto originario di riscaldamento a pannelli radianti sotto il pavimento con pannelli incassati nella muratura. Documenti Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Atti contrattuali soggetti a registrazione 1823-1856 Data documento: 1823-1856 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Atti di appalto Data documento: 1826-1848

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Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Atti di appalto Data documento: 1837-1843 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Atti relativi all’ex Massa Cantonale di Pieve Data documento: 1491-1878 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1834-1836 Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1831-1833 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1837-1844 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1866 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1869 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1872-1873 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1880-1881 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1884-1885 Fonte: Archivio Comunale di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Libro delle deliberazioni comunali Data documento: 1889-1890-1891

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Fonte: Archivio di Stato di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: Ufficio di insinuazione 1834, vol. 75 Data documento: 1834 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00110840 Data documento: 1994 Notizie storiche: compilatore S. Galati Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini- Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela al sig. Manfredi Giancarlo Data documento: 26 febbraio 1988 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo ai sensi dell'art. 2/3 per la L. 1089/1939 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini - Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Relazioni tecniche specialistiche impianti e schemi unifilari, quadri elettrici comando Data documento: 30 gennaio 2003 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro Teatro Salvini - Analisi di laboratorio: identificazione della specie legnosa e del biodegradamento dei campioni Data documento: 28 aprile 2003 Notizie storiche: Il fascicolo contiene copia della relazione delle analisi di laboratorio sulle opere in legno Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di restauro del Teatro Salvini Data documento: 11 giugno 2003 Notizie storiche: Il fascicolo contiene copia della relazione tecnica di progetto aggiornata e

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relazione delle analisi di laboratorio sulle opere in legno Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione sulla tassellatura a bisturi eseguita sugli intonaci del Teatro Savini di Pieve di Teco Data documento: 6 maggio 2004 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica relativa agli elementi rivenuti sugli intonaci da parte del restauratore Paola Giliberti Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Salvini - Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del Teatro Salvini in Pieve di Teco - Variante di progetto Data documento: 6 maggio 2004 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica generale relativa alla variante Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Piccoli Lavori DL n. 88 art., Restauro e risanamento conservativo Data documento: fasc. n. 211, anno 2004 Documentazione contenuta nel fascicolo: Relazione tecnica relativa al recupero degli spazi adiacenti al Teatro Salvini in Pieve di Teco e denuncia di inizio attività; DIA-Progetto preliminare (Documentazione fotografica; Relazione tecnica illustrativa; Progetto piante, sezioni e prospetto ovest; Stralcio P.T.C.P. sc- 1:25000; Inquadramento urbanistico; Planimetria generale; Stralcio P.R.G. sc. 1:2000, stralcio catastale sc. 1:1000, stralcio P.P.E. sc. 1:500; Stato di fatto - piante; Stato di fatto – sezioni; Stato di fatto – prospetti; Confronto piante, sezioni AA'-BB'-YY'); Atto di vendita Casa Sibilla Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Piccoli Lavori DL n. 88 art. 8, Realizzazione impianto di climatizzazione del Teatro Salvini Data documento: fasc. n. 263, anno 2005 Documentazione contenuta nel fascicolo: Relazione tecnica allegata a denuncia di inizio attività per la realizzazione di lavori di climatizzazione; Progetto esecutivo (Relazione tecnica; Documentazione fotografica; Stralcio P.T.C.P., P.R.G., catastale, P.P.E.; Impianto di condizionamento; Prospetti)

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Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Piccoli Lavori DL n. 88 art. 8, Variante a progetto approvato in conferenza dei servizi Data documento: fasc. n. 259, anno 2005 Documentazione contenuta nel fascicolo: Denuncia di inizio attività per l'esecuzione di nuove bucature sul prospetto Nord del Teatro Salvini; Autorizzazione paesaggistica; Variante di progetto (Relazione tecnica; Documentazione fotografica; Progetto piante; Progetto: sezione ZZ' e prospetto Nord) Fonte: Archivio Comunale, Comune di Pieve di Teco Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del Teatro Salvini – Verbale di approvazione conferenza dei servizi tenutasi in sede deliberante il 10.06.2003 alle ore 930 presso la Biblioteca della Provincia di Imperia Data documento: pratica n. 1759 del 13/03/2003 prot. 1423 Documentazione contenuta nel fascicolo: Restauro del Teatro Salvini, Progetto definitivo (Computo metrico estimativo; Relazione tecnica specialistica – verifiche strutturali; Relazione tecnica specialistica – impianti e schemi unifilari, quadri elettrici comando; Planimetria area di intervento; Planimetria generale; Rilievo stato di fatto – piante; Rilievo stato di fatto – sezioni XX', YY', HH', ZZ; Rilievo Stato – Prospetti Nord, Est, Ovest; Rilievo di fatto – fascicolo del degrado; Rilievo stato di fatto –schemi strutturali piano platea e palchi; Rilievo stato di fatto –schema strutturale della copertura; Progetto piante; Pianta copertura, particolare capriata e cordolo; Solaio - piano platea, particolari costruttivi A, B, C, D; Solaio – primo ordine di palchi; Solaio – secondo ordine di palchi; Impianto elettrico; Impianti di alimentazione acqua, gas piano terra e piano platea) Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: Amministrazione Provinciale di Imperia, Comune di Pieve di Teco Proprietà attuale: Amministrazione Provinciale di Imperia Gestione Tipo di gestione: gestione pubblica Vincoli e tutela Notifica: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 2 febbraio 1988, vincolato ai sensi della legge del 1 giugno 1939, n. 1089 sulla tutela delle cose di interesse storico-artistico Tipologia Tipologia prevalente: Struttura su tre livelli, con sala a U e due ordini di palchi. Al piano terra sono presenti camerini, servizi igienici e botteghino. Stile architettonico prevalente: gli interventi restaurativi hanno teso al

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recupero e al ripristino (laddove possibile) delle originali architetture e delle decorazioni ottocentesche. Quest'ultime sono state rivenute in lacerti solo nella facciata principale, in prossimità della copertura; gli altri due prospetti non presentano decorazioni particolari fatta eccezione per una lesena dipinta a bugnato sull'angolo del prospetto Nord, verso via Umberto I. Stile prevalente nelle decorazioni: internamente le sole decorazioni sopravvissute sono quelle a rosette dorate e a fiori, rinvenute nella parte superiore e sugli elementi lignei laterali del boccascena. Struttura di base della pianta della cavea: pianta a ferro di cavallo con due ordini di palchi sovrapposti Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 9,37 m (lunghezza); 5,89 m (profondità). La platea ha una pavimentazione in legno e sedute fisse Palcoscenico: costituito da una pedana lignea di misure: 5,76 m (profondità) 7,75 m (lunghezza) Graticciata o soffitta: non presente Dotazioni fisse di palcoscenico: americana fissa posta su un binario a filo del boccascena; corpi illuminanti fissi posti sulle pareti laterali; proiettore orientabile con riflettore in alluminio e cristallo frontale. Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno e interno a norma, provvisto di apparecchi di emergenza autonomi posti a parete; la realizzazione del quadro elettrico di palcoscenico comprende n. 1 sezionatore tetrapolare; 2 interruttori differenziali tetrapolari e n. 6 interruttori bipolari; punti luce comandabili da quadro; impianto di ricezione TV con amplificatore da parete banda larga; punti presa distribuiti sul palco. Si ha poi un lampadario centrale al piano terra mentre l'illuminazione dei piani alti è affidata ad apparecchi di illuminazione da parete a incasso (basse) e da parete alta (appliques). Impianto di sicurezza: al piano della platea sono presenti n. 2 uscite; una posta sul lato Est, sul prospetto rivolto verso la corte esterna e un'altra sul prospetto Ovest, collegata all'accesso dell'adicente edificio settecentesco “Casa Sibilla”. Ai piani superiori sono presenti uscite sul lato Est, anch'esse collegate con “Casa Sibilla”; l'edificio è dotato di impianto di rilevazione antincendio e porte tagliafuoco a uno e due ante cieca. Servizi igienici: posti a piano terra, lato Sud, adiacenti alle toilettes destinate al pubblico camerini e spogliatoi: due camerini con annessi servizi igienici di circa 4 m (lunghezza) 2 m (profondità) ciascuno, lato Sud, collocati nel sottopalco Servizi Accesso su via Umberto I e sulla corte esterna (prospetto Est) Corridoio di ingresso con botteghino, atrio di accoglienza, guardaroba e scala di accesso al piano della platea

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Toilettes per uomini e donne situati al piano terra, lato Sud Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco Materiali Strutture orizzontali: Primo piano: orditura principale con travature in legno parallele 18x25 cm ad interasse di 1,40 per platea e 1,75 per palcoscenico incassate nella muratura esistente; orditura secondaria costituita da travetti a sezione 8x8 e interasse di 50 cm disposti ortogonalmente alle travi principali; tavolato di spessore 2/3 cm con soprastante massetto armato con rete elettrosaldata. Piani primo e secondo: orditura costituita da travi lignee supportate da pilastrini in legno di sezione 12x12 cm. Struttura tetto: capriate lignee in numero di 4 con manto di copertura in lastre di pietra Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Opere di finitura: intonacatura a base calce; pavimenti in piastrelle di cotto con posa a reticoli in diagonale tranne nei locali destinati a servizio igienico ove sono state utilizzate piastrelle in gres per dimensioni e posa simili al cotto. Ai piani superiori (platea, palcoscenico, palchi) il pavimento è in legno, integrato al tavolato originale esistente, a seguito di restauro e consolidamento dello stesso. Sedili: sedute fisse (Struttura lignea, completa di braccioli con sedile ribaltabile e schienale imbottito in materiale ignifugo) in platea in numero di 52, disposte su 8 file di rispettivamente 5 (I fila) 6 (II-III fila) 7 sedute. Sedute fisse in numero di 3 sono poste anche al I piano nella zona del loggione Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: concerti di musica classica o jazz, presentazione di libri, congressi Genere degli spettacoli: concertistica da camera e attività teatrale di prosa

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TEATRO CAVOUR DI IMPERIA (Schedatore: F. Natta)

Ubicazione:

Via F. Cascione 33, Imperia

Tipologia originaria: Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi, loggione e platea

Uso attuale:

(1871), chiuso dal 6 luglio 2015 per inagibilità

Dati tecnici: Palcoscenico: 170 mq, con graticcio alto 18,5 mt.,17,50 mt (larghezza) x 8,40

mt (profondità) Boccascena: 11 mt (larghezza) x 6 mt (profondità)

Buca orchestra: 15x8 mt Capienza totale: 643 posti, 431 (platea), 203 (galleria)

La nomina di Porto Maurizio a capoluogo di Provincia, avvenuta nel 1860 in seguito alla cessione di Nizza alla Francia e al conseguente riordino del rimanente territorio sabaudo, porta il Consiglio Comunale a deliberare numerosi interventi per la creazione di strutture, spazi, servizi, di carattere pubblico e di rappresentanza. È in questo contesto che si decide la costruzione di un teatro “notturno” che vede in lizza due noti progettisti del tempo: Gio Batta Olivieri e Nicolò Arnaldi, quest’ultimo vincitore ed esecutore poi del progetto definitivo. Il Notturno, che con delibera del 31 ottobre 1962 viene dedicato a Cavour, tuttavia viene completato quasi dieci anni dopo l’appalto dei lavori. Infatti, anche se il teatro figura già nel censimento del 1868, la sua inaugurazione è solo al 21 dicembre 1871, con l’esecuzione della sinfonia I vespri siciliani e la rappresentazione de Un Ballo in maschera di Giuseppe Verdi. La struttura viene realizzata secondo i canoni della tradizione neoclassica: un fronte rettangolare lungo 32 mt , comprese le ali laterali, articolato su due livelli sormontati da cornicione piatto e stemma civico, accessibili dal piano strada attraverso una gradinata. Cinque strutture arcuate, di cui tre accessibili, scandiscono la fronte in bugnato del primo livello, decorato in alto con simboli in stucco a rappresentare le arti. Più mosso è invece il secondo piano, riquadrato da colonne ioniche su basamento, a intervallare alti finestroni balaustrati, rettangolari e ad arco, sormontati anch’essi da fregio con al centro l’effigie di Cavour. Anche l’interno segue il gusto del tempo: una platea a forma di ferro di cavallo su cui si affacciano tre ordini di palchetti e loggione. Le decorazioni pittoriche sono affidate a Leonardo Massabò, coadiuvato da Domenico Laura nella realizzazione del sipario raffigurante l’epopea risorgimentale, e da Raffaele

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Raineri, pittore dell’ornato, per l’affresco del ridotto con il Volo delle Grazie e di Amore. I primi anni di attività del teatro vedono un’intensa produzione operistica con nomi anche di levatura. Interessante qui è soprattutto ricordare la stagione del 1875, allestita con un’attenzione particolare, in relazione al soggiorno invernale sanremese del Duca Amedeo di Savoia che, infatti, la sera del 5 febbraio, presenzia all’esecuzione del Faust di Gounoud, complimentandosi per l’accoglienza e la qualità dell’esecuzione. Nel 1888 abbiamo una prima chiusura che determina una serie di interventi volti soprattutto a garantire la sicurezza e l’agibilità del teatro, anche a seguito del grande sisma del 1887, che aveva determinato gravi danni in molte zone e comuni della Provincia. Nello specifico, viene realizzato l’ampliamento di tutti gli accessi rivolti verso l’esterno e della scala a chiocciola di ingresso al loggione nonché l’eliminazione di tutte le barriere lignee della platea, poste a divisione dell’orchestra. Dal giugno 1889 le rappresentazioni poi riprendono con regolarità. Francesco Vatteone in questo senso ha condotto un’indagine dettagliata sulle diverse attività del teatro nel tempo, fornendo nello specifico indicazioni sulle compagnie e, in parte, anche sulle opere in cartellone. Qui giova solo ricordare il passaggio di grandi interpreti come Carlo Duse, Renzo Ricci, Andreina Pagnani… la presenza di teatro leggero, operetta e varietà con gli spettacoli di Ettore Petrolini, di Wanda Osiris, dei fratelli Schwartz, di Carlo Dapporto o ancora la venuta di grandi protagonisti della lirica come Margherita Carosio, Rosina Sasso, Antenore Reali… Giolberto Govi allestisce le sue commedie dialettali al Cavour dal 1922 al 1926; il noto clown Grock si esibisce a teatro il 28 marzo 1934, suscitando entusiastica accoglienza. Dopo la fine del secondo conflitto bellico, fra il 1953 e il 1955, l’attività del teatro conosce una seconda battuta d’arresto: il Comune decide nuovi interventi che determinano la modifica totale della struttura. L’originaria sala ottocentesca viene infatti completamente trasformata in un vano rettangolare a seguito della demolizione di tutte le strutture interne in legno e muratura; inoltre vengono eliminati gli ordini dei palchi in favore della realizzazione di un’unica grande galleria in cemento armato. Così ristrutturato, il Cavour conosce una seconda inaugurazione ma non più nel segno della lirica: nel 1955 viene proiettata infatti La Magnifica Preda con Marylin Monroe. Della struttura originale pensata dall’architetto Arnaldi, oggi rimane solo la facciata e il complesso dell’ingresso e del ridotto. Il 5 maggio 1983, a seguito del tragico incidente del Cinema Statuto di Torino, la Giunta di Imperia emana una nuova chiusura e decreta l’inizio dei lavori di restauro, terminati solo nel 1990 con la riconsegna del teatro alla città l’8 dicembre. Il cinema, che determina le ristrutturazioni degli anni Cinquanta e che rappresenta la risorsa principale delle gestioni private in quegli anni, a partire dall’A. N. P. I., oggi nei nuovi programmi del Comune è escluso in favore di un’attività teatrale e concertistica. Nel 2002 è stato avviato un nuovo intervento di risanamento al fine di realizzare un ripristino ottimale delle diverse parti teatrali e intervenire contemporaneamente su alcune situazioni di degrado, al fine di garantire la conservazione delle emergenze pittoriche.

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Bibliografia: AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R. Iovino, Marta Musso, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2008, pp. 13-18 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 215-222 E. Berio, Cronache di Porto-Oneglia. La nascita di Imperia, Sagep, Genova, 1983, pp. 38-40 F. Bianchi, Imperia, Grafiche Amadeo, Imperia, 2003 F. Boggero, R. Paglieri, Imperia, Sagep, Sagep 1988, pp. 45-51 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 S. Corti, Provincia di Porto Maurizio, Paravia, Milano, 1891, pp. 31-33 G. De Camelis, Cento anni della Provincia di Imperia, Editrice Liguria, Genova, 1960 G. De Moro, M. T. Anfossi, Il Sipario Del Teatro Cavour, Tipografia Fratelli Stalla, Albenga, 1993 G. De Moro, M. T. Anfossi, Leonardo Massabò, disegni, Tipografia Fratelli Stalla, Albenga, 1989 M. Di Dio Rapallo, I teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova, storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, p. 200 F. Paoletti, Il duomo di Porto Maurizio e le sue vicende, Porto Maurizio, 1912 F. Ragazzi, Teatri storici in Liguria, Sagep Editrice, Genova, 1991, pp. 112-121 S. Raimondi, Oltre il velario, Silvana Editoriale Milano, 1993 A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Guido Mondadori Editore, 1976, pp. 167-171 L. Ughetto, A. Zencovich, Leonardo Massabò e l’Ottocento nella Riviera Occidentale, Genova, Sagep, Genova, 1990, pp. 43, 62, 87 (scheda n. 11), 100 (scheda n. 28), 128 (scheda n. 68) F. Vatteone, Il teatro Cavour, 150 anni di storia, Edizione Nante, Imperia, 2011 F. Vatteone, Oneglia e il suo teatro, Edizione Nante, Imperia, 2014 R. Iovino, Le prime note al teatro Cavour, in “La Stampa”, 22 settembre 1990 F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in “Eutropia”, n. 15, gennaio 1989 Dati Storici Situazione iniziale Inaugurato nel 1871, il teatro Cavour, nel progetto dell’architetto Arnaldi viene realizzato secondo lo stile neoclassico del tempo con una facciata sobria, dai nitidi volumi e una platea a ferro di cavallo, contornata da tre ordini di palchi decorati e da un capiente loggione. Barriere in legno dividono l’orchestra

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dalle poltrone della sala e queste ultime dalla rimanente platea, deputata a ospitare spettatori in piedi. Il palcoscenico è ampio: circa 170 mt con boccascena decorato da stucchi e lesene e ampia dotazione scenica. Si contano due sipari (quello artistico con Le Gloria d’Italia e il comodino), dieci scenari in tela, diciotto quinte, di cui due fisse. Al primo livello, oltre all’atrio di ingresso, compaiono una serie di locali accessori che ospitano sul lato sinistro la biglietteria, gli uffici della direzione, il guardaroba mentre sul latro destra il caffè e alcuni locali di ritrovo. Dall’ingresso a piano terra, sul lato est dell’edificio, un corridoio immette nella sala centrale del Ridotto, a oggi utilizzato come sede di alcuni uffici comunali. Il secondo livello è occupato invece dall’ampio loggione e da un gabbiotto con la biglietteria. Al tempo del 1871, ospita fila di panche in legno e gli accessi sono due: uno a lato nord e uno a lato est, a livello dell’ingresso del Ridotto, accessibile mediante scala a chiocciola. I sedici camerini degli artisti sono invece disposti sul lato ovest della struttura, distribuiti sui due livelli. A oggi dell’originario complesso ottocentesco rimangono solo la facciata, l’atrio con pavimento alla veneziana, lesene marmoree alle pareti e soffitto a cassettoni e il Ridotto. In stile neoclassico, quest’ultimo presenta una pregevole decorazione in stucco a lesene scanalate con capitelli corinzi alle pareti, alternati a riquadri con volute fitomorfe e stemmi rappresentanti la città di Porto Maurizio e il Conte Cavour. Il teatro subisce varie modifiche nel corso del tempo per soddisfare esigenze di capienza e di adeguamento alle norme di sicurezza nonché, negli anni Cinquanta del Novecento, alle tecnologie di proiezione cinematografica. Ubicazione: Via F. Cascione 33, Imperia Attività: dal 1871 al 6 luglio 2015 con alterne vicende e chiusure Dati tecnici: sala a ferro di cavallo con galleria in cemento armato e palcoscenico prospiciente (La sala ha oggi un aspetto rettangolare causa il raddrizzamento dell'ultima fila di poltrone della platea che sono state allineate orizzontalmente invece che seguire il profilo della sala) Architetti: la progettazione originaria é dell’architetto Nicolò Arnaldi mentre le decorazioni sono affidate all’artista Leonardo Massabò coadiuvato dal pittore Domenico Laura e dall’ornatista Raffaele Ranieri. L’intervento del 1888-1889 è affidato all’impresa Bossetti con capomastro Ambrogio Garibbo, mentre quello del 1953-1955 è della società che gestirà il teatro per un breve periodo e cioè la ditta Jossetti Ercole e figlio di Torino. L'intervento del 1983 è sotto la supervisione di una commissione tecnica formata dall’arch. Maria Teresa Bagnasco, dallo scenografo Gianni Polidori e dall’architetto Gigi Ferro dello studio International Design di Genova, con l'intervento anche dell'ing. Marco Gaminara. Il recenti restauri sono ad opera dei progettisti ing. Giuseppe Ansaldo e arch. Lucia Barbera (1983-1990) mentre l'intervento del 2002 é affidato alla direzione dell'architetto Fiorenzo Marino. Data inaugurazione teatro: 21 dicembre 1871 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri

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1888-1889: lavori di adeguamento strutturale per intervenute esigenze di agibilità e sicurezza a seguito del terremoto del 1887

1953-1955: trasformazione interna dell’impianto originario ottocentesco con costruzione della galleria e rifacimento della sala

1983-1990: si modifica la capienza della sala che viene ridotta a 643 posti; si hanno lavori di adeguamento acustico con sostituzione del legno originario con moquette fonoassorbente (si rivela una scelta errata per l'eccessivo assorbimento sonoro). Contemporaneamente si l'allargamento delle dimensioni del “golfo mistico” (il numero massimo previsto di orchestrali sarà nell'ordine di 50 unità) e il ripristino della terza arcata d’entrata alla platea con spostamento della cabina di proiezione all’altezza del vecchio loggione. Si hanno infine lavori sull'impianto elettrico e sul sistema antincendio per l'adeguamento della struttura a esigenze di sicurezza. Da relazione tecnica, gli interventi di maggior peso risultano: SALA: allargamento del golfo mistico; copertura mobile dello stesso su tre livelli per adeguare il palco alle diverse esigenze teatrali; installazione di luci per illuminazione nuovo palco. CAMERINI: finiture di arredo; realizzazione di un accesso particolare per gli artisti mediante una modifica alla scala di servizio sul lato Sud del teatro. FOYER: intervento finalizzato al l'abbattimento delle barriere architettoniche realizzato mediante l'installazione di un elevatore idro-pneumatico con relativo bussola in cristallo; trasferimento del locale guardaroba in una zona maggiormente accessibile e a maggior respiro riguardo alla capienza e alla funzionalità; ripristino della scala di collegamento tra il foyer e l'androne del ridotto; realizzazione di bacheche di servizio al teatro. RIDOTTO: ripristino della scala di accesso senza alterarne minimamente la tipologia; sistemazione dei vani del primo piano di uffici direzionali per il Teatro; rifacimento dei servizi igienici

2002: sono stati eseguiti due interventi, distinti in due lotti. Primo lotto: 1) Risanamento murature retropalco mediante realizzazione di controparete ventilata al fine di eliminare fenomeni di umidità ascendente 2) interventi di impermeabilizzazione di parte delle coperture piane presenti sul lato sud dell’edificio 3) Verifica del manto di copertura in tegole marsigliesi 4) rimozione della moquette dal piano di calpestio della sala e della galleria con successiva realizzazione di nuovo sottofondo e posa di pavimento misto in parquet di ciliegio e piastrelle di ardesia 5) Riparazione della controsoffittatura esistente nella sala spettacolo e potenziamento del sistema illuminante 6) Recupero della pannellatura in legno di copertura della fossa orchestra mediante squadratura e levigatura dell’esistente. Secondo lotto: 1) Eliminazione delle cause di umidità e risanamento delle murature delimitanti la platea e la galleria della sala spettacolo del teatro 2) Miglioramento delle caratteristiche acustiche mediante rimozione della moquette esistente sulle pareti ed inserimento di pannellatura in legno di ciliegio, quest’ultima limitata alla zoccolatura della platea, e posa in opera di

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rivestimento murale in tessuto con caratteristiche fonoassorbenti nelle rimanenti parti 3) Interventi di isolamento e protezione delle murature interne dall’umidità ascendente nei locali foyer e corridoi al piano terra e contestuale restauro degli stucchi e decorazioni esistenti secondo le indicazioni della Soprintendenza per i Beni ambientali ed Architettonici della Liguria 4) Restauro dell’affresco e della controsoffittatura nella sala del ridotto al piano primo. 5) Rimozione della controsoffittatura esistente nella sala spettacolo e ripristino del soffitto cassettonato con idonea struttura ignifuga. Descrizione analitica dell'ultimo restauro – lotto 2 1) Risanamento delle murature delimitanti la sala spettacolo del teatro La particolare conformazione della struttura adibita a teatro comunale e soprattutto la sua ubicazione (costruito a ridosso del muro di contenimento della Via Massabò), hanno comportano problematiche legate all’isolamento delle murature portanti e del relativo sistema di fondazioni. Le cause sono riconducibili essenzialmente al fenomeno dell’umidità ascendente proveniente dal sottostante terreno di fondazione, dal quale le strutture di fondazione e le relative murature portanti non sono state opportunamente isolate sin dall’epoca di realizzazione; inoltre, come desumibile dai documenti di progetto originari, si rileva la presenza di una falda acquifera di notevoli dimensioni sotto il terreno di imposta dell’edificio. É opportuno segnalare che i lavori di trasformazione del teatro, eseguiti negli anni Ottanta, hanno portato a una configurazione spaziale e distributiva del tutto diversa dalla originaria. Infatti da quanto emerso nel corso della ricerca storica effettuata presso l’Archivio di Stato di Imperia e presso gli Archivi Comunali, si può desumere che del progetto dell’Architetto Arnaldi e di quanto realizzato dall’impresa Bosetti nella parte relativa alla sala spettacolo, restano solo gli ingombri volumetrici delimitanti la platea e la galleria. In origine, come descritto nella perizia degli Ingegneri Dogliotti e Oneglio redatta nel 1868, gli spazi erano definiti dalla platea e dai palchi/loggioni realizzati al perimetro della sala spettacolo. I materiali usati per le finiture furono il legno (rovere, pino e castagno) e l’intonaco finemente fratazzato ed in alcune parti anche affrescato e/o completato con finto marmo lucido eseguito con ferro caldo, oltre a fregi, lesene corinte ed ornati che caratterizzavano gli interni dell’intero teatro. Purtroppo, a oggi, non restano che le testimonianze descritte nei vari stati di avanzamento dei lavori originari. Analizzando le cause e gli effetti delle anomalie esistenti con le risultanze della ricerca storica, il secondo lotto dei lavori ha tentato di coniugare le esigenze di un pieno recupero estetico e funzionale della struttura teatro con la restituzione di una immagine originaria, sia pur interpretata in chiave moderna. In questo senso, si è optato per esempio, per l'eliminazione della moquette. La presenza della stessa infatti sul totale delle pareti interne delimitanti la sala spettacolo era indubbiamente un elemento di disturbo e privo di riferimento storico rispetto alla struttura ottocentesca; inoltre per le cause collegate all’umidità ascendente, il tessuto risultava altamente insalubre causa anche una sgradevole sensazione olfattiva. Un aspetto rilevante ha poi riguardato la resa acustica della sala. Le

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sostanziali modifiche apportate negli anni Ottanta, hanno variato notevolmente le caratteristiche sonore della sala; l’eliminazione dei palchi e del loggione, oltre all’inserimento di un controsoffitto tipo “Eraclit”, il quale risponde esclusivamente alle normative antincendio oggi in vigore ma non rispetta la concezione strutturale originaria, hanno inciso notevolmente sui risultati acustici ed indotto all’utilizzo della moquette quale rivestimento murario in grado di mitigare, con spesa contenuta, gli inconvenienti di una bassa qualità del suono. Si è proposto pertanto, una volta risanate le murature, l’inserimento di opportuna pannellatura in legno di ciliegio in sostituzione della suddetta moquette, limitatamente alla parte bassa della platea (in corrispondenza cioè della rastremazione della muratura, la quale coincide con il profilo superiore dei vani porta di ingresso della platea e delle uscite di sicurezza). Si ricorda infatti che il primo lotto dei lavori in corso ha previsto la completa rimozione della moquette presente sul piano di calpestio della platea e della galleria e la formazione di un nuovo pavimento in parquet di legno di ciliegio, alternato a piastrelle di ardesia, richiamando quanto originariamente in essere. La parte superiore e la rimanenza delle superfici interne della sala, sono state completate mediante un nuovo rivestimento murale in tessuto con classe 1 di resistenza al fuoco e con caratteristiche fonoassorbenti appropriate. Tale tessuto è stato scelto nella gamma delle tinte e trama di tipo classico, ricercando il migliore abbinamento cromatico tra i vari elementi e materiali che costituiscono l’insieme della sala spettacolo (legno, ardesia, velluto rosso delle poltrone esistenti....). Per il risanamento della muratura perimetrale delimitante la sala spettacolo, gli interventi effettuati possono essere riassunti in questo modo: Rimozione della moquette degradata esistente fissata alle pareti interne della

sala spettacolo; scrostamento dell’intonaco interno sino al vivo della muratura; reintonacatura con impasto di malta premiscelata deumidificante e resistente ai solfati.

Posizionamento di pannellatura in legno di ciliegio in luogo della moquette rimossa, limitatamente alla zoccolatura della platea, e posa in opera di rivestimento tessile murario sulle rimanenti zone.

2) Interventi di isolamento e protezione delle murature dall’umidità ascendente nei locali foyer e corridoi al piano terra Le problematiche legate all’isolamento della struttura dai fenomeni di umidità erano purtroppo presenti anche nei locali foyer e corridoi di collegamento al piano terra. Le cause sono da ricercarsi anch'esse nell’umidità di risalita. Le parti delle murature interessate dal fenomeno erano limitate in altezza sino a circa 50 cm dal pavimento ma riguardavano la quasi totalità del perimetro delle pareti interne. In questo caso, l’intervento previsto ha considerato la particolare conformazione delle finiture esistenti, relative alla pavimentazione, agli stucchi e alle decorazioni del foyer, al fine di conservare inalterato lo stato attuale. Si proceduto quindi con lo scrostamento dell’intonaco per una altezza di circa 1,50 ml dal pavimento e sino al vivo della muratura con successivo ripristino, utilizzando materiali speciali antiumidità ascendente; è

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stato però necessario prevedere la rimozione e successiva posa in opera degli zoccoli in marmo per ottenere una azione più efficace; inoltre, al fine di evitare antiestetiche riprese, si è proceduto con la ritinteggiatura per parti omogenee delle pareti interessate ad esclusione delle zone decorate che non sono state interessate dall’intervento. 3) Restauro dell’affresco e della controsoffittatura nella sala del ridotto al piano primo : Le problematiche legate all’umidità, già viste prima, sono presenti anche nelle parti alte dell’edificio e dovute in questo caso ad infiltrazioni da pioggia attraverso il manto di protezione delle coperture a falda. Gli effetti più evidenti si sono riscontrati nella sala del ridotto dove erano presenti vistose lesioni nella volta controsoffittata e sull’affresco e rosoni a centro volta La completa revisione delle coperture con eventuale sostituzione delle gronde e dei pluviali dove necessario è rientrato nei lavori del primo lotto funzionale in corso d’opera. Nel secondo lotto si è proceduti pertanto al ripristino della volta controsoffittata mediante rifacimento dell’intonaco interno e/o stuccatura delle parti lesionate con successiva ritinteggiatura e consolidamento della struttura lignea di sostegno superiore. Per quanto riguarda l’affresco esso è stato restaurato secondo le tecniche più avanzate di pulitura ed eventuale ripresa del colore dove necessario. 4) Sostituzione della controsoffittatura nella sala spettacolo Umidità e pioggia hanno provocato il deterioramento di una parte consistente della controsoffittatura della sala del teatro. Nel primo lotto dei lavori i si è provveduto alla riparazione della controsoffittatura esistente, mediante sostituzione degli elementi danneggiati. Nel secondo intervento è si proceduto alla rimozione della controsoffittatura esistente e al rifacimento di una controsoffittatura cassettonata mediante l’utilizzo di pannelli in impasto di gesso e fibra inorganica, con modularità di 600x600 mm. Il tutto è stato montato su intelaiatura metallica appesa alle soprastanti capriate lignee facente parte del sistema delle coperture. Il controsoffitto cassettonato, oltre a richiamare quello originario rimosso e quello esistente nel foyer del teatro, è stato integrato con sistema di illuminazione della sala mediante l’utilizzo di corpi illuminanti incassati. L’impianto elettrico è stato reso indipendente ed interamente a scomparsa oltre che diviso per zone; i corpi illuminanti sono stati disposti secondo una maglia regolare in funzione della modularità dei pannelli di controsoffittatura della sala. Variazioni apportate alla struttura:

1888-1889: si realizzano lavori di messa in sicurezza come l’ampliamento di

tutte le uscite verso l’esterno, della scala a chiocciola di accesso al loggione e l’eliminazione delle barriere in legno che in platea dividono l’orchestra dal pubblico. Si dispone anche il restauro di soffitto e cornicione a stucco del boccascena seriamente danneggiati, suggerendo di usare per la ricostruzione legname anziché stucco.

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Anche per il loggione che era dotato di una sola uscita sul lato nord si realizza una nuova apertura sul lato opposto con la costruzione di un loggiato esterno. Per quanto concerne i palchi si li si dota di antine con apertura a coulisse e si provvede alla sostituzione, laddove necessario, delle coperture delle sedute. Infine si realizza la grande tenda della porta centrale di ingresso tra atrio e platea. Si hanno poi lavori di restauro all’esterno dell’edificio: sistemazione del tetto, stuccatura delle pareti e tinteggiatura. Nel 1906 abbiamo nuovi interventi per la sostituzione dell’impianto di illuminazione a gas con quello elettrico e per creare un accesso diretto al Ridotto, utilizzando il vano guardaroba. Si avvia anche una modifica della strutturazione interna del primo livello in funzione di un più agevole fruizione degli uffici comunali che vengono spostati nella parte centrale della struttura. Infine nel 1911, si modificano anche parte dei vani destinati agli uffici del secondo livello con ampliamenti e costruzione di nuove scale di accesso diretto. Infine dai camerini del terzo ordine, lato ovest, vengono ricavati alloggi per i custodi.

1953-1955: si procede con la demolizione di tutte le strutture interne in legno e in muratura: si eliminano gli ordini dei palchi e si provvede alla costruzione di una gallerie a gradinata in cemento armato; contemporaneamente si ha la realizzazione di una cabina di proiezione, ricavata dalla muratura dell'arco sinistro interno della sala. Solo il palcoscenico conserva le dimensioni originarie. Si realizza inoltre un adeguamento totale dell’impianto elettrico, la sistemazione degli impianti igienici, dei camerini, del riscaldamento e infine si ha una sostituzione completa di tutte le sedute e del sipario.

1989-1990 e 2002: non si hanno interventi di tipo strutturale ma solo lavori di risanamento conservativo

Documenti Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour - Ministero dell'Educazione Nazionale. Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela al Comune di Imperia Data documento: 28 marzo 1939 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo relativa al sipario del Massabó e salone nel ridotto, planimetria catastale Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour - Ministero dell'Educazione Nazionale. Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela al Circolo Rionale

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Fascista "Silvio Borra" Data documento: 16 maggio 1939 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo ai sensi dell'art. 5 per la L. 364/1909 relativa al salone nel ridotto, planimetria catastale Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione sulle opere di consolidamento del teatro “Cavour” Data documento: 20 dicembre 1982-19 febbraio 1983 Notizie storiche: Progetto di massima della ristrutturazione, tavole e planimetrie varie; previsione di spesa per il primo e secondo blocco del progetto Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione sulle opere di consolidamento del teatro “Cavour” Data documento: 16 aprile 1991 Notizie storiche: Relazione illustrativa del terzo e quarto blocco di lavoro Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00109327 Data documento: 1993 Notizie storiche: compilatore L. Maccario Fonte: Archivio del Comune di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: Settore VII, Lavori Pubblici, Interventi di consolidamento, restauro ed adeguamento funzionale sul teatro comunale “Cavour” Data documento: 2 maggio 2002 Notizie storiche: Perizia di variante tecnica Fonte: Archivio del Comune di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: Settore VII, Lavori Pubblici, Interventi di consolidamento, restauro ed adeguamento funzionale sul teatro comunale “Cavour” Data documento: 10 luglio 2002 Notizie storiche: Relazione tecnico illustrativa degli interventi proposti; progetto definitivo

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Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico Cavour Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro ed adeguamento funzionale del Civico teatro “Cavour” Data documento: 12 settembre 2002 Notizie storiche: Relazione illustrativa- progetto esecutivo Fonte: Archivio di Stato di Imperia (ASI) - Ex Comune di Porto Maurizio - Titolo del fascicolo/tipologia: Delibere di Consiglio Volume 16 dal 15-05-1858 al 24-12-1860 Volume 17 dal 02-01-1861 al 14-04-1863 Volume 18 dal 11-05-1863 al 21-10-1865 Volume 19 dal 02-11-1865 al 26-12-1867 Volume 20 dal 09-01-1868 al 20-12-1869 Volume 21 dal 11-01-1870 al 26-08-1872 Volume 22 dal 01-10-1872 al 12-12-1875 Volume 23 dal 07-01-1876 al 22-11-1878 Volume 24 dal 01-01-1879 al 22-10-1880 Volume 25 dal 25-10-1880 al 20-12-1882 Volume 50 dal 28-01-1921 al 31-12-1923 Fonte: Archivio di Stato di Imperia (ASI) Ex Comune di Porto Maurizio - Titolo del fascicolo/tipologia: Delibere di Consiglio Delegato e Giunta Volume 6 dal 01-03-1859 al 31-12-1861 Volume 7 dal 03-01-1862 al 31-08-1864 Volume 8 dal 28-01-1864 al 30-09-1867 Volume 9 dal 02-11-1867 al 09-05-1871 Volume 10 dal 22-04-1873 al 28-08-1873 Volume 11 dal 01-05-1873 al 11-12-1877 Volume 43 dal 09-01-1923 al 31-12-1923 Fonte: Archivio di Stato di Imperia (ASI) Ex comune di Porto Maurizio Titolo del fascicolo/tipologia: FALDONI nn. 51, 325 / 326 / 327 categoria IX *Fascicoli 1/12 *, 328 , 368 categoria X , 373 - Fonte: Archivio Storico del Comune di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: CATEGORIA 9 – 13: FALDONI 259 e 260; CATEGORIA 10 – 6: FALDONI 318 - 319 - 321 - 332 Fonte: Archivio Storico Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) - Sezione di Imperia Titolo del fascicolo/tipologia: II C 1 - CARTELLA 128

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II C 3 - CARTELLA 10 ATTI SEZIONE ANPI DALLA LETTERA E ALLA LETTERA Z DAL 1945 AL 1955 II C 4 – CARTELLA 84 LETTERE E CIRCOLARI DEL 1945 – 46 –47 . II C 5 CARTELLA 89 LETTERE E CIRCOLARI DEL 1948 –49 –50. II C 6 - CARTELLA 87 COSTITUZIONE DELL’ANPI IN ASSOCIAZIONE II C 8 - CARTELLA 83 RELAZIONI CON ASSOCIAZIONI E CON COMUNI II C 9 - CARTELLA 57 ATTIVITA’ VARIE E VERBALI RIUNIONI COMITATO PROVINCIALE DAL 1945 AL 1950. II C 10 - CARTELLA 82 ORGANIZZAZIONE E SEGRETERIA DAL 1945 AL 1953 II C 13 - CARTELLA 59 SEGRETERIA DAL 1947 AL 1950 II C 14 - CARTELLA 61 SEGRETERIA Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La fondazione del teatro è decisa dal Comune di Porto Maurizio con votazione unanime del Consiglio al luglio 1862, su progetto predisposto dall’architetto Nicolò Arnaldi di Sampierdarena con prospetto di spesa di lire 112000. I lavori sono affidati all’Impresa Bossetti con l’impegno di portarli a termine entro il 30 novembre 1863. Proprietà attuale: Comune di Imperia Gestione Tipo di gestione: Comune di Imperia Vincoli e tutela Notifica: 16 maggio 1939, edificio vincolato ai sensi dell'art. 5 della L. 364/1909 Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: severe linee neoclassiche della facciata e delle strutture interne con ambienti calibrati su volumi geometrici nitidi ed armonici Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione neoclassica è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro (seconda metà XIX secolo) solo nelle parti del Ridotto e del complesso di ingresso al piano terra. Si tratta di una decorazione in marmo bianco e bassorilievi in stucco bianco caratterizzati da motivi a volute fitomorfe, alternati a lesene rastremate a capitelli corinzio composito. Le parti interne della sala sono invece state completamente modificate nel corso dell’intervento effettuato negli anni Cinquanta del Novecento Struttura di base della pianta della cavea: sala rettangolare con galleria a gradinata in cemento e palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: buono

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Impianti Platea: 18 mt (larghezza) x 22 mt (lunghezza) la platea presenta nella I fila (A), 13 sedute per lato; le altre file di platea del primo settore e quelle del secondo settore (da B a O) 14 sedute per lato; l'ultima fila del secondo settore (P) presenta 14 sedute sul lato sinistro e solo 13 su quello destro. Sono inoltre presenti a buca d’orchestra chiusa 2 file mobili (X, Y) rispettivamente con 11 e 10 sedute per lato. Palchi: non sono presenti. C’è una galleria a gradinata in cemento armato che presenta presenta 7 file di poltrone (una per ogni “gradone” con esclusione del primo e l’ultimo dedicati ai transiti) (da A a G) con 14 sedute per lato Palcoscenico (boccascena): Boccascena: 11 mt (larghezza) x 6 mt (profondità); dista dalla platea circa 4,5 mt (dalla massima estensione della buca dell’orchestra) Palcoscenico (sipario): apertura alla greca, manuale, in velluto rosso, senza tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): esiste un proscenio a doppia curva, non visibile dalla galleria (profondità massima a centro palco circa 1,4 mt); palcoscenico: 170 mq, con graticcio alto 18,5 mt; 17,50 mt (larghezza) x 8,40 mt (profondità massima) – 6,40 mt (profondità utile); altezza da piano platea a botola orchestra chiusa circa 1,35 mt; sono presenti due scale di accesso palco/platea, in muratura, nascoste dalle “velette” laterali, con accesso da porte: quella di sinistra porta solo a palco e sottopalco (golfo mistico se aperto); quella di destra permette anche l’accesso ai camerini. L'area del palcoscenico è completamente sbotolabile; buca dell'orchestra: 15x8 mt. Normalmente é chiusa da botole su cui vengono fissate due file di poltrone; tempi di sbotolamento di circa 4 ore; chiusura 6 ore. Esisteva anche una buca del suggeritore, tamponata poi nell'intervento del 1953. Graticciata o soffitta: presente, metallica, con n. 2 ballatoi di servizio in metallo, senza mantegni; altezza alla graticcia 18,5 mt Dotazioni fisse di palcoscenico: diffusori audio posti a piano palcoscenico. La posizione dell'impianto audio di diffusione in sala é fissa. Diffusori audio posti nelle “velette” laterali a circa 3 mt dal piano di platea e all’altezza della prima fila di poltrone di galleria. Fondale “panoramico” in tessuto nero, non più centinato, a 6 mt. dal boccascena (attualmente montato con sistema manuale a contrappeso); set di 4+4 quinte nere non armate. A circa 4,5 mt dal boccascena si ha un controsipario in velluto grigio, innalzabile con motore, alla greca, chiusura manuale; set di n. 2+2 quinte in velluto grigio da abbinare al detto Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto elettrico sottotraccia nelle zone aperte al pubblico con rete di illuminazione di emergenza attivato da n. 4 batterie 140 A/h collegate con survoltore. Armadio elettrico dietro la veletta sinistra, [120 Kw?] 380 V trifase; sala dimmer ricavata da un camerino a livello zero (prima era stata posta nel sottopalco ma è stata spostata nel 1991 per problemi di umidità). 1 cassetto dimmer 6 elementi da 5 kW

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ciascuno e n. 15 dimmer con 6 elementi da 2 kW ciascuno. Collegamento con casse di distribuzione a 4 americane motorizzate, a due “torri” luce nascoste nelle “velette” laterali, con max 8 proiettori per parte; n. 8 proiettori da 2 kW sono fissati al fronte esterno della galleria, 4 per parte. Cabina di regia: tutti gli impianti luce e audio afferiscono a “consolle” di controllo nella cabina di regia, realizzata tramite un “balconcino” sporgente sul lato destro della sala (lato Ovest) a poco più di metà altezza tra la platea e il piano inferiore della galleria. Impianto di sicurezza: uscite di sicurezza e apertura a spinta situate sul lato Est e sul lato Ovest in n. di 3 per parte. Servizi igienici (zona del retropalco): non presenti camerini e spogliatoi: n. 1 camerini con relativi servizi igienici, lato Ovest, al piano terra; n. 4 camerini con docce e lavabo + n. 2 sale spogliatoio con servizi comuni al II piano Servizi Atrio di ingresso con biglietteria, guardaroba e locale bar con annesso deposito Ridotto, lato Est, centrale, I piano (alcune sale laterali sono usate come uffici) Scale di accesso alla galleria Toilettes per uomini e donne situati sul fianco destro della platea, lato Ovest e in cima alla scala d’accesso alla galleria, lato Ovest Magazzini e depositi nel sottopalco, nel retropalco e nel corridoio d’accesso ai camerini Materiali Opere di finitura: intonacatura; pavimenti in graniglia originali mantenuti nel complesso dell’ingresso e nel Ridotto; moquette fonoassorbente nella platea Strutture orizzontali: capriate lignee e travature in cemento armato Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea e alla galleria Sedili: poltrone della platea, dei palchi e della galleria in legno, con imbottitura e rivestimento in velluto ignifugo Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Imperia e della riviera di Ponente Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e musicale Il Sipario del Teatro Cavour di Imperia di Leonardo Massabó (1871) Tempera magra su tela; restauro realizzato presso il Laboratorio di Nicola di Aramengo (Asti) Il sipario del Teatro Cavour (mt. 8,83x11,16) rappresenta le Glorie d'Italia, ossia alcuni fra i più illustri personaggi che nel corso della storia hanno

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modellato la nostra vicenda nazionale: un tema allegorico, di impegno civile e storico, risolto in una composizione di grande respiro e secondo un'impaginazione monumentale, fortemente suggestiva. L'artista, infatti, contiene la scelta dei personaggi su criteri storici-nazionalistici, senza alcun riferimento pedante alla cultura greco-latina, riflettendo così, salvo alcune eccezioni, la visione della cultura del suo tempo e della specifica realtà portorina. É dunque naturale la presenza di Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Machiavelli, quest'ultimo risorto a nuova fama nell'Ottocento per le idee unitarie espresse nei suoi scritti, dopo due secoli di ripudio; allo stesso modo si comprende la presenza di Alfieri, assai apprezzato al tempo perché considerato il primo nazionalista italiano, per le sue tragedie infiammate di fervori libertari. Più inusuale, per contro, la presenza di Boccaccio, raramente presente nelle raffigurazioni ottocentesche causa il bigotto moralismo della critica letteraria del tempo. Nuovo é anche l'inserimento, accanto a Colombo, di Galileo, a testimonianza di un'apertura scientifica mostrata dalla nuova cultura nazionale ma anche, più in specifico, di un rinnovato interesse verso la produzione del pisano, oggetto di un autentico culto laico dopo la cancellazione dei suoi scritti dall'Indice, nel 1835. La struttura del telero é di ampio respiro; un paesaggio bucolico e ameno, punteggiato da vestigia classiche, accoglie il pacato conversare di una folla di personaggi illustri delle arti e della politica, sotto lo sguardo vigile delle Muse e degli Dei. Leonardo Massabó contrappone volutamente al contesto classicheggiante la lettura romantica, di foscoliana memoria: il riferimento al Parnaso, qui non soltanto monte dell'ispirazione poetica ma anche di quella scientifica, se da un lato attenua la pregnanza storica del discorso pittorico, per contro lo radica nell'universalità, senza nulla sottrarre alla modernità della tematica, così incentrata sul significato nazionalistico. I personaggi rivivono in una radura classicheggiante, uniti ma "scanditi" a gruppi, a seconda del genere artistico-culturale di appartenenza, in dialogo ideale con la Musa loro pertinente. La volontà rappresentativa dell'unità italiana, non causalmente richiamata dai colori nazionali dell'abito di Clio (quasi a indicare un peculiare ruolo formativo della storia, specie nella delicata congiuntura unificatoria) s'impronta inevitabilmente in chiave storico-letteraria attraverso il retaggio culturale della nazione, e, in particolare, attraverso il teatro, le lettere, la scienza. Ai lati estremi dell'ideale raduna rivivono a sinistra la storia (Botta, Guicciardini, Machiavelli), a destra la scienza (Galilei e Colombo). Convergono al centro i generi più propriamente connessi al palcoscenico ossia la tragedia (Monti e Alfieri), la musica (Rossini, Bellini e Donizzetti), la commedia e il melodramma (Goldoni e Metastasio). Quindi le lettere (Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto e Boiardo) mentre il forte richiamo all'unità politica, Cavour in posizione centrale, trova in Dante il riscontro dell'unità linguistica. La disposizione della scena é ad anfiteatro, con una ricca vegetazione a contorno e con massi che fungono da sedili per i personaggi disposti ai due lati della mitica fonte Ippocrene. Sullo sfondo la

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scena é dominata dalla Fama che incorona i protagonisti; segue la Patria, solenne in trono, quindi Apollo, ispiratore delle arti. Relazione di Restauro di Gian Luigi Nicola (1987-1993) in AA. VV., Il sipario del Teatro Cavour, Tipolitografia F.lli Stalla, Albenga, 2011, pp. 38-42 Il restauro é stato realizzato da tecnici della ditta Nicola, sotto la direzione di Gian Luigi e Guido Nicola e la supervisione di Franco Boggero. Il restauro é partito dall'identificazione e dall'analisi dei danni e delle cause di danneggiamento, in modo da eliminarle il più possibile e da ripristinare al meglio la situazione originaria. Si é provveduto alla rimozione della tela, schiodandola dalle traverse, al fine di non provocare lacerazioni né allargamenti dei fori delle parti indebolite, causa la diffusa marcescenza e la ruggine dei chiodi. La tela, protetta con velinatura nelle parti più deteriorate, avvolta su rullo appositamente apprestato, é stata per prima cosa consolidata nella superficie cromatica, al fine di poter effettuare la pulitura iniziale del retro. Si sono poi rimosse le toppe e le cuciture di rattoppo. Per restituire potenza la tela, dopo aver rinforzato localmente le parti più danneggiate, si é proceduto con foderatura con nuova tela appositamente tessuta, in modo da non richiedere cuciture, sempre influenti e rilevabili

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TEATRO AYCARDI

(Schedatore: C. Luminati)

Ubicazione:

Piazza Aicardi 11, Finalborgo

Tipologia originaria:

Sala a ferro di Cavallo con due ordini di palchi e loggione

Uso attuale:

in restauro

Dati tecnici:

in passato poteva contenere circa 250 persone

All’inizio del XIX secolo, per iniziativa delle principali famiglie di Finalborgo,

venne edificato quello che a oggi è il più antico teatro ligure ottocentesco.

Progettato dall’Ing. Giacomo Barella, presenta una struttura raccolta

composta da una piccola platea, da ventiquattro palchetti suddivisi in due

ordini da dodici e da un loggione.

Nonostante le dimensioni ridotte, l’attività artistica all’interno del teatro fu

intensa e proficua e nel 1845 venne stata allestita un'opera appositamente

scritta per il teatro, L'empirico ed il Masnadiero, su libretto di Lazzaro

Damezzano e con la musica di Giovanni Battista Oldoini. Il successo

esclusivo del teatro durò fino agli ultimi decenni dell’ottocento quando a

Finalmarina, a pochi km dalla vecchia struttura teatrale, venne edificato il

Teatro Sivori, che presentava programmi molto simili all’Aycardi.

Le due realtà riuscirono a convivere tranquillamente fino al XX secolo,

quando iniziò una lenta decadenza per entrambe le strutture: a pochi anni di

distanza, l’Aycardi nel 1965, i teatri vennero dichiarati inagibili e sono

attualmente in fase di ristrutturazione, dopo essere stati messi sotto tutela

dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Monumentali della Liguria.

Bibliografia:

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A. Schmuckher, TEATRO E SPETTACOLO A GENOVA E IN LIGURIA,

Genova 1976

M. Ricchebono, C. Varaldo, SAVONA; Genova 1982

R. Aiolfi, IL TEATRO A SAVONA 1583/1984, Savona 1984

Comune di Savona, Assessorato ai LL: PP: IL RESTAURO DEL TEATRO

“GABRIELLO CHIABRERA”, Firenze 1986

N. Cerisola, SAVONA TRA ‘800 E ‘900, Savona 1986

F. Ragazzi, I TEATRI STORICI IN LIGURIA, Genova 1991

M. Cascone, IL TEATRO GABRIELLO CHIABRERA DI SAVONA. LETTURA

CRITICA DEL PROCESSO DI FORMAZIONE E DEGLI INTERVENTI DI

RISTRUTTURAZION: 1950-1995, Tesi di Laurea, Università di Genova,

Facoltà di architettura, Genova 1995

R. Iovino, C. Viazzi, TEATRI STORICI DI LIGURIA. UN VIAGGIO FRA

PALCOSCENICISTORICI E NATURALI, Genova 2016

Dati storici

Situazione iniziale

Nel 1803 per poter fornire Final Borgo di una sala teatrale alcune delle più

importanti famiglie del luogo formarono la “società del Teatro” con lo scopo di

costruirne uno. Nonostante per molti anni, anche a causa della trabazione del

boccascena che reca la data 1806, i lavoro per la costruzione dell’edificio

teatrale terminarono appena un anno dopo nel 1804. La rapi9dità dei lavori fu

dovuta anche al fatto che il teatro venne edificato nell’oratorio delle Scuole

Pie (collegio Aycardi), adeguando gli spazi già esistenti. A eseguire il progetto

e a coordinare il lavoro venne chiamato l’Ing Giacomo Barella (spesso

confuso con il più famoso parente Nicola a cui si deve la facciata della

Basilica di San Giovanni Battista in Final Marina)che chiamò ad eseguire le

decorazioni artisti locali rimasti sconosciuti. Dopo un primo restauro tra il

1818 e il 1819, il Comune subentrò alla società nel 1832, facendosi carico di

tutte le spese che avrebbe coinvolto l’edificio. Il teatro visse di una rilevante

vita artistica, tanto che tra le sue mura si costituì un Accademica filarmonica.

L’apertura del Teatro Sivori a Finalmarina frenò il successo dell’Aycardi

poiché il nuovo teatro aveva una capacità di pubblico più elevata. Nonostante

questo il successo della filamronica e alcune stagioni di prosa, permisero al

teatro di continuare la sua attività fino al 1965, quando una commissione

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tecnica dichiaro gli spazi inagibili, stessa sorte era toccato pochi anni prima al

teatro Sivori, così la città di Finale si ritrovò improvvisamente senza teatri.

Ubicazione: Piazza Aicardi 11, Finalborgo

Attività: dal 1804 al 1965; oggi in restauro

Dati tecnici: Sala a ferro di Cavallo con due ordini di palchi e loggione

Architetti: Ing. Giacomo Barella

Data inaugurazione teatro: 1804 (fino a poco tempo fa si teneva conto della

datazione errata 1806)

Ristrutturazioni successive

A- il primo restauro che interessò la struttura risale al 1818 quando quasi

contemporaneamente crollo una parte del tetto dell’edificio e un incendio

distrusse completamente gli arredi. In due anni si portarono conclusero i

lavori e vennero contatati per le nuove scenografie pittori genovesi come

Gerolamo Novaro e Giuseppe Leonardi

B- Negli anni 80 vennero portati avanti lavori di rifacimento del tetto così

che la struttura non si deteriorò completamente.

C- Nel 1996 ha preso il via una progettazione dei lavori di recupero del

teatro che prevedeva il rifacimento della facciata e degli interni

Ristrutturazioni e restauri successivi:

Nel 1936 venne restaurato e le attività proseguirono fino al 1965; dopo un

periodo di abbandono, dagli anni ’90 sono stati realizzati vari interventi di

restauro, per il recupero e la conservazione della struttura culturale. In

particolare sono stati eseguiti: il rifacimento completo della falda del tetto

verso piazza Aycardi, il restauro del prospetto sulla piazza, con il rifacimento

degli intonaci e dei decori pittorici, il recupero della funzionalità degli spazi, il

risanamento del palcoscenico e degli ambienti di retropalco, la riacquisizione

di alcuni locali del teatro utilizzati per destinazioni diverse, servizi igienici a

norma, compreso quello per disabili, il risanamento delle pavimentazioni, la

pavimentazione in marmo del foyer, l’impianto elettrico per la platea e la

predisposizione per i palchetti, l’impianto di riscaldamento a gas metano, la

copertura in tegole marsigliesi nel lato ovest, compresa la coibentazione

necessaria. I lavori in fase di realizzazione, che possono considerarsi di

completamento del totale recupero della struttura, prevedono il

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completamento delle pavimentazioni in legno del palcoscenico e della platea,

la pavimentazione dei primi due ordini di palchetti, il consolidamento dei

pilastri e dei voltini dei palchetti, la scala di collegamento con i palchi e le vie

di fuga, l’adeguamento dell’impianto di prevenzione incendi, l’accesso per

disabili al palcoscenico, il restauro degli intonaci e delle tinte delle parti non

decorate, il restauro pittorico delle decorazioni dei palchetti e del proscenio, il

restauro del plafone in tela dipinta, l’arredo della platea e dei palchetti, il

completamento degli impianti elettrici, idraulici e di rilevazione incendi, il

restauro e l’adeguamento dei portoni di accesso

Documenti

Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: FINALE LIGURE (SV) – loc. Borgo . teatro

Aicardi

Data documento: 18/04/1985

Notizie storiche: Vincolo del teatro ai sensi della legge n. 1089 del 1.06.1939

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione tecnica sul Teatro Aycardi. Aspetti

storici

Data documento: sd

Notizie storiche: Relazione tecnica /storica sul teatro Aicardi di Finale Ligure

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Finalborgo Teatro Aicardi. Costruito nell’anno

1806. Relazione sul sopralluogo effettuato il giorno 5/04/1996

Data documento: 13/04/1996

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Notizie storiche: nel documento vengono prese in considerazione e descritte

tutte le parti di cui è composto il teatro.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Il teatro Aycardi in Finalborgo Progettazione dei

lavori di recupero.

Data documento: 02/08/1996

Notizie storiche: Primo stralcio attuativo ripristino della facciata su Piazza

Aycardi – Documentazione fotografica

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Il teatro Aycardi in Finalborgo Progettazione dei

lavori di recupero.

Data documento: 31/05/1996

Notizie storiche: Relazione Illustrativa – A) La storia e lo stato attuale (arch.

Walter Balducci); B) Relazione statico-strutturale (ing. Riccardo

Sansebastiano); C) analisi mineralogica-petrografica e tessiturale degli

intonaci (geol. Roberto Ricci)

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Scheda di catalogo Teatro Aycardi

Data documento: 1994

Notizie storiche: Scheda di catalogo n.07/00111563

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Aycardi – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

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Titolo del fascicolo/tipologia: Il teatro Aycardi in Finalborgo Progettazione dei

lavori di recupero.

Data documento: dicembre 1997

Notizie storiche: Progetto definitivo

Proprietà passata e attuale

Committenti e promotori della fondazione del teatro: Il teatro venne fatto

costruire dalle più importanti famiglie borghesi di Final Borgo che costituirono

“la Società del Teatro”, con lo specifico obbiettivo di costruirne uno.

Proprietà attuale: Comune di Finale Ligure

Gestione

Vincoli e tutela: vincolato ai sensi della legge n. 1089 dell’1/06/1939 art. 4

dalla Soprintendenza dei Beni Artistici e Monumentali della Liguria nel 1985.

Tipologia

Tipologia prevalente: edificio proprio

Stile architettonico prevalente: Edificio in muratura con mattoni intonacati,

iniziato nel 1803 e finito nel 1804, su progetto dell'ing. Barella. Ha decorazioni

floreali in campo azzurro, rifatte nel 1936.Nel secondo ordine di palchi c'è un

medaglione ovale con vedute fantastiche e reali; dominano i colori bianco,

rosso, rosato. Sopra il secondo ordine di palchi sono raffigurate maschere

teatrali, lo stemma della città, riproposto in forme differenti, e su ciascuno c'è

il nome di alcuni componenti la famiglia Del Carretto. Il soffitto è originale,

dipinto dopo i danni del 1818.Nel boccascena spicca uno stemma ovale

circondato da motivi floreali e musicali e con una croce rossa in campo

bianco, sotto un leone rampante. Ai lati del boccascena, in medaglioni ovali,

sono rappresentati Giuseppe Verdi e Giovanni Aycardi.

Struttura di base della pianta della cavea: era composto da platea ellittica,

due ordini di palchi divisi in 12 settori, il loggione in 8. La capienza era di circa

250 persone.

Stato di conservazione: in restauro

Impianti

Platea: /

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Galleria: /

Palcoscenico (boccascena): /

Palcoscenico (sipario): /

Graticciata o soffitta: /

Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: /

Impianto di sicurezza: /

Materiali:

Opere di finitura: Intonacatura e decorazioni pittorica; stucchi decoravi.

Strutture orizzontali: Travature in legno

Strutture verticali: Struttura in muratura portante in pietra

Tessuti: /

Sedili: /

Ambiente culturale

Area culturale: comuni della provincia di Savona e della riviera di Ponente

Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: non agibile

Genere degli spettacoli: non agibile

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TEATRO SIVORI

(Schedatore: C. Luminati)

Ubicazione:

Via Torino Finalmarina 17024, Finale Ligure

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi, l’ultimo dei quali sostituito in

epoca più recente con un loggione

Uso attuale:

In restauro

Dati tecnici:

400 posti

Il teatro venne edificato su progetto dell’ingegnere Giorgio Finocchio che

pensò a una struttura classicheggiante all’esterno, con stucchi di Antonio

Brilla, e con sobrie decorazioni interne, attribuibili a Giovanni Quinzio e a

Luigi Baroni, che dovevano vivacizzare la tipica pianta a ferro di cavallo su

cui si affacciavano i palchetti.

L’inaugurazione avvenne il 20 dicembre 1868, con la partecipazione del

violinista Camillo Sivori a cui si decise di dedicare l’edificio.

La struttura poteva ospitare circa quattrocento spettatori e sin da subito

svolse un’intensa attività in campo culturale e d’intrattenimento.

Fra il 1946 e il 1956, la decadenza della struttura portò alla chiusura per

inagibilità del teatro e a evitare il rischio di una sua demolizione, arrivò, nel

1985 una dichiarazione della Soprintendenza ai Beni Artistici e Monumentali

della Liguria. Nel 1989, con la costituzione degli Amici del Teatro Sivori è

iniziata una fase nuova di promozione del recupero della struttura, ancora in

atto.

Bibliografia:

AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R.

Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 125-131

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AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali,

a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura,

Genova, 2015, pp. 70-73 e pp. 83-85 AA. VV., Teatro dell'Archivolto. Con i

piedi fortemente poggiati sulle nuvole. i primi vent'anni, a cura di G. Gallione,

Feltrinelli, Milano, 2007

A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi

teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova,

1983

F. Menardi Noguera, I. Vescovo, I teatri di Finale, Catalogo della mostra,

Finale Ligure 1991

F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 80-97

A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova, Industrie Grafiche La

Tormena

Dati Storici:

Situazione iniziale

L'edificazione del Teatro Sivori (progetto dell'ingegnere finalmarinese Giorgio

Finocchio) rispondeva ad un vecchio desiderio della popolazione di

Finalmarina che, dal 1824, in seguito alla restituzione al Collegio Ghiglieri di

un grande locale nell'omonimo Palazzo utilizzato per gli spettacoli, era

rimasta priva di un locale adatto agli spettacoli. Le spese di costruzione

furono ripartite tra il Comune e le famiglie più importanti del paese. Furono

chiamati a lavorare alle decorazioni artisti come Antonio Brilla (1813-1891),

famoso scultore savonese e Luigi Baroni specialista in ornato. Mario e

Giuseppe Moscino realizzarono invece le scenografie ed il celebre pittore

Giovanni Quinzio (1832-1918) il sipario.

Il teatro aveva una capienza di 400 posti (tre ordini di palchi ed una platea) e

fu dedicato a Camillo Sivori (1815-1894), unico allievo di Paganini, virtuoso e

concertista di fama internazionale che lo inaugurò con due concerti nel

dicembre del 1868. Per molti decenni il Sivori costituì la sede ideale per ogni

tipo d'attività culturale ospitando spettacoli di prosa, stagioni operistiche,

concerti, operette, spettacoli d'arte varia, riunioni, veglioni carnevaleschi,

proiezioni cinematografiche, conferenze e così via. Dei tanti artisti che ne

calcarono le scene ricordiamo almeno: Riccardo Stracciari, Lina Pagliughi,

Antonietta Stella, Vittorio De Sica, Marzari e Sorrentino.

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Chiuso per inagibilità nel 1956, il Teatro Sivori è oggi in fase di recupero (di

recente sono stati restaurati il tetto e la facciata) secondo il progetto

dell'architetto Ettore Piras, che si propone di riportare l'edificio al suo antico

splendore dotandolo al contempo di tutte le necessarie infrastrutture.

Ubicazione: Via Torino Finalmarina 17024, Finale Ligure

Attività: dal 1868 al 1956

Dati Tecnici: Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi, l’ultimo dei quali

sostituito in epoca più recente con un loggione

Architetti: Giorgio Finocchio

Data inaugurazione del teatro: 20 dicembre 1868

Ristrutturazioni e restauri:

Sin dall’inizio, tanto era il successo degli spettacoli del Sivori, tanto l’edificio si

presentava non sicuro. Già all’epoca della costrizione il tetto presentava

problemi strutturali che portarono alla decisione, nel 1878, di intervenire per

permetter una maggiore stabilità arrivando, nel 1884 ad eliminare la terza

falda a sud del tetto riducendolo a soli due spioventi; nel medesimo periodo si

portarono avanti anche lavori sulla facciata.

Negli anni 20 del 900 si decise si demolire il terzo ordine di palchi realizzando

un loggione e negli anni della seconda guerra mondiale l’Ing. Savonese

Paolo Bianchi propose la trasformazione del teatro in cinema snaturandone

l’impianto ottocentesco. La decisione venne rimandata alla fine del conflitto e

tra riunioni e scontri si arrivò al 23 giugno 1956 quando la commissione

provinciale di sicurezza sospese l’agibilità del Civico teatro. Da questo

momento in poi le idee per la rinascita del Sivori si sono susseguite nel

tempo, senza però dare alcun tipo di risultato, tanto che più volte si è preso in

considerazione l’abbattimento del teatro a favore di aree parcheggio; pericolo

scongiurato quando nel 1985 la soprintendenza ai Beni artistici e

monumentali della Liguria pose una vincolo sui due tetari finalesi: il Sivori e

L’Aycardi. Nel 1988 per tutelare i teatri storici si costituì “l’Associazione Amici

del Teatro Sivori”, un sodalizio tra appassionati che fece si che nel 1996

l’amministrazione comunale avviasse il restauro dell’immobile. Nonostante

questa decisione i lavori si stanno procrastinando nel tempo e dopo vent’anni

i locali rimangono ancora inagibili. È notizia degli ultimi anni che si voglia

riqualificare Piazza Milano, su cui si affaccia il teatro e questo progetto

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comporterebbe anche una messa a nuovo e un ampliamento e un rifacimento

della facciata dello storico Sivori.

Documenti

• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori– Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Nota di Trascrizione

Data documento: 18/04/1989

Notizie storiche: Lettera per la trascrizione del vincolo secondo la legge n.

1089 del 1/06/1939

• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Sivori – Intervento di Salvaguardia

Data documento: 19/01/1990

Notizie storiche: Lettera al ministero circa le varie lamentale giunte

dall’associazione “Amici del Teatro Sivori” per i gravi danni che si stanno

presentando nei locali del teatro Sivori

• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Scheda di catalogo

Data documento: 1994

Notizie storiche: Scheda di catalogo n. 07/00111588

• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Finale Ligure “C. Sivori”

Data documento: 20/04/1995

Notizie storiche: Relazione storica

Page 106: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Giornale dell’Associazione Amici del Teatro

Sivori

Data documento: Novembre 1997

Notizie storiche: articolo riguardante l’avvio del restauro del Sivori.

• Fonte: Archivio della

Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria –

Fascicolo Teatro Sivori – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Allegato alla richiesta di autorizzazione per

l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali (art. 21,

comma 4, D.Lgs n. 42/2004) per la riqualificazione di piazza Milano (area

pubblica)

Data documento: 08/03/2013

Notizie storiche: Relazione tecnica illustrativa

Proprietà passata e attuale:

Committenti o promotori della fondazione del teatro: approfittando del clima

finanziariamente favorevole gli amministratori finalesi e la borghesia cittadina,

che si sarebbe fatta chiamare “la Società dei palchettisti” decisero di

finanziare la costruzione di un nuovo teatro civico che fungesse da scuola di

moralità e vita oltre che luogo di svago.

Proprietà attuale: Comune di Finale Ligure

Gestione:

Tipo di gestione: pubblica

Vincoli e tutela:

Notifica: Legge 1 giugno 1939, n. 1089 attribuita al teatro dalla

Soprintendenza dei Beni Artistici e Monumentali della Liguria nel 1985. Con

questa tutela si protegge il teatro da ogni progetto disruttivo con la seguente

motivazione Il teatro Sivori costituisce uno dei pochi esempi di teatri

Page 107: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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ottocenteschi ancora esistenti conserva ancora abbastanza integre la forma e

la decorazione originarie.

Tipologia

Tipologia prevalente: edificio proprio

Stile architettonico prevalente: la facciata neoclassica si articola su due piani

sormontati da un fascione, scandito da decorazioni a stucco, a cui si

sovrappone un timpano con figure femminili che reggono lo stemma cittadino.

I modelli dir riferimento sono i più importanti teatri già realizzati, come ad

esempio la “Scala” di Milano e il “Chiabrera” di Savona.

Stile prevalente nelle decorazioni: anche per quanto riguarda la decorazione

dell’esterno e dell’interno dell’edificio si fa riferimento allo stile neoclassico già

usato nell’edificazione del teatro Chiabrera di Savona; a questo proposito

venne chiamato a realizzare gli stucchi della facciata e alcune sculture da

posizionare all’interno, Antonio Brilla che aveva già lavorato al cantiere

savonese. Per le decorazioni interne vennero chiamati da Genova Luigi

Baroni, che curò le decorazioni pittoriche del soffitto della platea, del ridotto,

dei salotti, dell’atrio e dei palchetti, e Giovanni Quinzio, che ideò il bellissimo

e ancora esistente sipario raffigurante “la gloria di Camillo Sivori”.

Struttura di base della pianta della cavea: sala a ferro di cavallo a tre ordini di

palchi e loggione con palcoscenico prospiciente

Stato di conservazione: in disuso. È in corso il restauro

Impianti:

Platea: /

Galleria: /

Palcoscenico (boccascena): /

Palcoscenico (sipario): /

Graticciata o soffitta: /

Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: /

Impianto di sicurezza: /

Materiali:

Page 108: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Opere di finitura: Intonacatura e decorazioni pittorica; stucchi decoravi.

Strutture orizzontali: Travature in legno, copertura in ardesia (recentemente

rimossa)

Strutture verticali: Struttura in muratura portante in pietra

Tessuti: /

Sedili: /

Ambiente culturale:

Area Culturale: Riviera ligure di ponente

Altri usi a cui il locale è adibito occasionalmente: in disuso

Genere degli spettacoli: in disuso

Page 109: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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TEATRO COMUNALE GABRIELLO CHIABRERA

(Schedatore: C. Luminati)

Ubicazione:

Piazza Diaz, 2 - 17100 Savona

Tipologia originaria:

La sala, "all'italiana", con 4 ordini, 3 dei quali originariamente a palchetti (62

in totale) e, a seguito di un restauro della fine degli anni cinquanta, trasformati

in balconate.

Uso attuale:

funzionante

Dati tecnici:

Pavimentazione sala: parquet di legno

Tipo palcoscenico: legno

Larghezza m. 16 profondità m. 12

Palcoscenico utile: larghezza m. 14 profondità m. 11

Declivio: 2,50%

Graticcio: m. 19 in acciaio

Altezza dal piano di platea: m. 1,20

Boccascena: larghezza m. 9,20 altezza m. 2

Sipario: elettrico

Totale posti: 626

Il Teatro Comunale Chiabrera fu costruito su progetto dell’architetto

messinese Carlo Falconieri, approvato dall’Accademia Albertina di Belle Arti

di Torino alla quale il Comune di Savona aveva demandato la scelta dei vari

elaborati. Fu realizzato in circa tre anni, dal 1850 al 1853, con la

sottoscrizione per i 2/3 da palchettisti e dal 1883 è interamente di proprietà

Page 110: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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comunale. All’architetto messinese in corso d’opera subentro il savonese

Giuseppe Cortese.

L’edificio ha un prospetto di 27 metri, un altezza di 23 metri sino al vertice del

frontone e una profondità di 57 metri, con la facciata che ha un portico

esterno sorretto da 4 colonne doriche di marmo e altrettante superiori in

cemento e marmo di stile ionico che sorreggono un frontone triangolare. Nel

timpano è raffigurato il poeta Gabriello Chiabrera nell’atto di presentare il

poema “Amedeide” al Duca Carlo Emanuele I° di Savoia. Il bassorilievo è di

mano del savonese Antonio Brilla su bozzetto del genovese Santo Varni.

Sopra il timpano è posto un Apollo Citaredo di mano del savonese Giobatta

Frumento. Le 4 statue della facciata sono, in alto, Rossini e Metastasio

realizzate dal savonese Antonio Brilla e, in basso, Alfieri e Goldoni realizzate

a Carrara rispettivamente da Giuseppe Rocchi e Ceccardo Ludovici su

modelli in gesso di Santo Varni.

La sala, "all'italiana", con 4 ordini, 3 dei quali originariamente a palchetti (62

in totale) e, a seguito di un restauro della fine degli anni cinquanta, trasformati

in balconate, ha una capienza di 626 posti (312 in platea e 314 nei quattro

ordini), circa 350 in meno di quelli originari. L'Architrave dorato e le colonne

corinzie laterali riprendono la decorazione del San Carlo di Napoli mentre gli

stucchi, meno direttamente, quella del Teatro alla Scala di Milano. La volta è

divisa in otto spicchi e affrescata con figure allegoriche rappresentanti le otto

arti della tradizione classica (Tragedia, Commedia, Poesia, Musica, Danza,

Pittura, Architettura e Scultura) e medaglioni realizzati dal pittore genovese

Carlo Danielli. Il resto del plafone è stato affrescato dal ticinese, ma operante

a Genova, Giuseppe Mola. Il sipario storico, ad opera del milanese Gaetano

Borgo Caratti, rappresentante la "deificazione" da parte delle Muse del

Chiabrera, è andato distrutto nell'incendio del 1883, così come il secondo

sipario o "comodino" rappresentante lo sbarco di Cristoforo Colombo in

America realizzato dal genovese Michele Bruno su bozzetto dello stesso

Borgo Caratti.

Bibliografia:

A. Schmuckher, TEATRO E SPETTACOLO A GENOVA E IN LIGURIA,

Genova 1976

M. Ricchebono, C. Varaldo, SAVONA; Genova 1982

R. Aiolfi, IL TEATRO A SAVONA 1583/1984, Savona 1984

Page 111: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Comune di Savona, Assessorato ai LL: PP: IL RESTAURO DEL TEATRO

“GABRIELLO CHIABRERA”, Firenze 1986

N. Cerisola, SAVONA TRA ‘800 E ‘900, Savona 1986

F. Ragazzi, I TEATRI STORICI IN LIGURIA, Genova 1991

M. Cascone, IL TEATRO GABRIELLO CHIABRERA DI SAVONA. LETTURA

CRITICA DEL PROCESSO DI FORMAZIONE E DEGLI INTERVENTI DI

RISTRUTTURAZION: 1950-1995, Tesi di Laurea, Università di Genova,

Facoltà di architettura, Genova 1995

R. Scunza, LA VOLTA DEL TEATRO CHIABRERA DI SAVONA. DAL

CROLLO AL RESTAURO, San Giorgio editore, Genova 2005

R. Iovino, C. Viazzi, TEATRI STORICI DI LIGURIA. UN VIAGGIO FRA

PALCOSCENICISTORICI E NATURALI, Genova 2016

Dati Storici

Sin dal 1842 il comune di Savona aveva acquisito l’area della Piazza del

mercato (attuale Diaz) per costruirvi un nuovo teatro che finalmente potesse

sostituire il più antico teatro Sacco, ma è solo nel 1850, dopo aver visto

bocciati dalle autorità torinesi i progetti dell’Ing Giuseppe Galliano e

dell’architetto Gioacchino Dell’Isola, si bandisce in tutti i Regni Italiani un

concorso per scegliere il progetto definitivo. Risulta vincitore quello

dell’architetto messinese Carlo Falconieri che nello stesso anno inizia la

direzione dei lavori condotti dall’impresa di Andra Casanova. Come il Carlo

Felice, il Chiabrera sorge in una zona che è destinata a funzionare da

cerniera tra la città vecchia e le nuove espansioni urbane dell’800 e del ‘900.

Realizzato in forme rigorosamente neoclassiche, l’edificio è dotato di un atrio

carrozzabile, di un caffè e di un’elegante sala adorna di tre ordini di palchetti

e di loggione.

Il teatro viene inaugurato l’1.10.1853, esattamente un anno dopo il terzio

centenario dalla sua nascita, con l’”Attila” di Giuseppe Verdi diretto dal M°

Luigi Fabbrica. Principalmente teatro d’opera per tutta la seconda metà

dell’Ottocento con la gestione affidata ad impresari in concorso con la

sovvenzione comunale che prevedeva una stagione di prosa ad Autunno e

una d’opera a Carnevale (per non meno di 60 recite complessive), ha visto

rappresentate le maggiori opere del melodramma con la presenza di illustri

cantanti da Mc Cormack a Giani, dalla Gruitz alla Caruzzi Bedogni, fino a Toti

del Monte e Tito Schipa e al debutto assoluto della savonese Renata Scotto.

Page 112: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Oltre alle rappresentazioni liriche si sono alternate le più importanti

compagnie di prosa dell’Ottocento dalla Lambertini alla Maieroni, dalla

Papadopoli alla Santoni e, nel Novecento fino alla seconda guerra mondiale,

da Salvini a Novelli, da Zacconi a Ruggeri, da Picasso a Ricci, da Moissi a

Benassi.

L’intervento finanziario del Comune tende a diminuire progressivamente fino

ad interrompersi alla vigilia del primo conflitto mondiale. Ad esso si

sostituiscono due benemerite associazioni cittadine, gli “Amici dell’Arte” e gli

“Amici della Musica” che programmano stagioni di buon livello (tra l’altro, la

presenza di Govi e Cervi e, nel dopoguerra, di Eduardo De Filippo).

Dopo una lunga chiusura per tutti gli anni cinquanta, dal 1967 il Comune

assume la gestione diretta che tuttora mantiene e che gli ha consentito di

porsi come un qualificato interlocutore della prosa italiana.

Ubicazione: Piazza Diaz, 2 - 17100 Savona

Attività: dal 1853 a oggi con alterne vicende e chiusure

Dati tecnici: Teatro all'italiana con quattro ordini di palchi (tre dei quali a

balconata) e platea

Architetti: Struttura originale: Carlo Falconieri; Giuseppe Cortese; Restauro

del 2002/2015: Giovanni grossi Bianchi, Massimiliano Cremonini (Ingegnere)

Data inaugurazione teatro: 19 ottobre 1853

Ristrutturazioni successive

A- Nel 1954 inizia un lunghissimo restauro che si conclude nel 1963 con la

ripresa di una programmazione di prosa di qualità in collaborazione con

l’Ente Teatrale Italiano. L’intervento mirava principalmente

all’ampliamento della capienza dell’edificio.

B- Nel 1984 venne eseguito un ulteriore intervento che aveva come scopo

principale quello di conservare, ripristinandone la funzionalità, i valori

architettonici e costruttivi originali. In particolare si punto sul restauro

degli elementi lignei del tetto (capriate), i quali vennero rinforzati e

trattate con vernici protettive.

C- L´ultimo restauro si è prolungato dall´aprile 2002 al 22 ottobre 2005 ed

ha interessato il completo rifacimento degli impianti, degli arredi e dei

decori ed il restauro della volta interessata dal distacco dell´affresco

verificatosi nell´ottobre del 1999.

Page 113: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Ristrutturazioni, restauri

Fin dai tempi della costruzione sorsero critiche in merito alla dimensione ed

alla capienza della platea, cosa che porto Falconeri, durante i lavori ad

aumentare la curva della sala di 25 cm. Il primo intervento di rilievo di cui si

ha memoria è un incendio avvenuto il 19 aprile 1883 che distrusse parte del

palcoscenico e molti degli arredi mobili e degli apparati di scena tra cui il

pregevolissimo sipario dipinto dal pittore piemontese Borgo Carati, rimasero

invece illese il soffitto della sala e le strutture di copertura. A questo triste

evento suguirono lavori di restauro ce ripresero in considerazione anche

l’opportunità di abbassare e allargare la platea, a cui si rinunciò però

limitandosi a lievi modifiche al terzo ordine dei palchi, temendo di alterare le

buone proporzioni della sala e del boccascena, ma soprattutto di

compromettere l’ottima acustica. L’edificio fu anche colpito da numerosi

spezzoni incendiari durante il bombardamento aereo del 23 ottobre 1942, ma

per fortuna la struttura non subì rilevanti danni.

In occasione del primo centenario l’amministrazione comunale decise di

sottoporre il teatro, che presentava notevoli problemi alle strutture, ad una

radicale ristrutturazione. Nell’ottobre del 1954 iniziarono importanti lavori di

restauro e consolidamento dell’edificio su progetto dell’Ing Damonte di

Savona. Le opere prevedevano una profonda ristrutturazione del teatro,

incentrata principalmente sul lungamente discusso ampliamento della sala,

con l’abbassamento del piano della platea e l’eliminazione dei palchi del I^ e

del III^ ordine e la trasformazione di quelli del secondo ordine. Durante i

lavori si evidenziarono problemi statici più gravi di quelli previsti, che

portarono alla necessità di demolire e ricostruire interamente le balconate, il

solaio e il pavimento del ridotto e di compiere numerose opere di rinforzo

strutturale sia sulle fondazioni che su parti in elevazione dell’edificio. La

necessità nel 1956 di provvedere anche ad interventi riguardanti la visibilità

della sala, la scena e le sue strutture, portò Damonte a rinunciare all’incarico

e il suo posto venne prese dall’architetto Caliterna di Firenze. Dopo alcuni

anni di fermo i lavori ripresero nel 1960 e si conclusero definitivamente nel

1963 e durante questi dieci anni, ogni attività artistica venne sospesa.

Il complesso programma di ristrutturazione no aveva comunque risolto

completamente i problemi costruttivi e di manutenzione del teatro e nel 1984

furono necessari ulteriori lavori rivolti in particolare al restauro del tetto, alla

realizzazione di un nuovo solaio del sottotetto e al restauro delle facciate, con

particolare riguardo al pronao e al frontone. Le opere realizzate in questa

Page 114: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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occasione, dirette dall’ufficio tecnico del comune di Savona, sono state

principalmente di restauro e di sostituzione ove inevitabile di strutture

dell’edificio, senza modifiche distributive o funzionali.

Gli ultimi interventi di ristrutturazione risalgono invece la 200 dove accanto a

ragguardevoli lavori edilizi si è provveduto anche al rifacimento degli impianti

di riscaldamento, elettrico e antincendio, in questa occasione si è dovuto

provvedere anche al restauro degli affreschi della volta, crollati sulla platea

nell’ottobre del 1999. Il lavoro di restauro è stato molto dettagliato e

minuzioso e ha coinvolto esperti di ogni campo artistico edilizio, permettendo

così alla volta di potersi di nuovo mostrare in tutto il suo splendore.

Documenti

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: SAVONA-Trasformazione del Teatro Chiabrera

Data documento: 15/04/1947

Notizie storiche: Relazione tecnica del progetto di ampliamento del Teatro “G.

Chiabrera”

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Chiabrera

Data documento: 07/07/1980

Notizie storiche: Elenco di disposizione da attuare durante i lavori di restauro

del teatro Chiabrera

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Lavori ed interventi diversi di manutenzione

straordinaria del teatro G. Chiabrera

Page 115: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Data documento: ottobre 1996

Notizie storiche: Relazione tecnica del progetto esecutivo

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Crollo controsoffittatura dipinta

Data documento: 02/10/1999

Notizie storiche: Lettera della Soprintendenza per i beni ambientali e

architettonici della Liguria al Ministero circa il crollo della volta del Teatro

Chiabrera.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di ristrutturazione e risanamento del

Teatro Comunale G. Chiabrera

Data documento: ottobre 1999

Notizie storiche: Progetto preliminare. Relazione al Progetto

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: scheda di catalogo del Teatro Comunale G.

Chiabrera

Data documento: 1993

Notizie storiche: Scheda di catalogo

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di ristrutturazione e risanamento del

Teatro Comunale G. Chiabrera

Page 116: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Data documento: ottobre 2000

Notizie storiche: relazione progetto esecutivo - secondo stralcio

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Comune di Savona – Teatro G. Chiabrera –

Relazione storico artistica

Data documento: 6/09/2010

Notizie storiche: Relazione storica artistica

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Chiabrera – Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Ridotto Teatro Chiabrera. Intervento urgente per

restauro vetrata esterna e recupero funzionale salone.

Data documento: Dicembre 2014

Notizie storiche: Progetto definitivo esecutivo

Proprietà passata e attuale

Proprietà attuale: Comune di Savona

Gestione

Dal 1967 il Comune ha assunto la gestione diretta che ha fatto del Teatro

Chiabrera un qualificato interlocutore della prosa italiana e il principale teatro

comunale della Regione. Dal 1983 il Teatro è diretto da Roberto Bosi.

Vincoli e tutela

30 aprile 1935, Vincolato ai sensi della legge 364/1909 art. 5

Tipologia

Tipologia prevalente: edificio proprio

Page 117: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Stile architettonico prevalente: architettura neoclassica che si distingue per

l’equilibrato e sapiente linguaggio compositivo, caratterizzato dall’armoniosa

ed elegante facciata distinta dal doppio ordine sovrapposto di colonne

Stile prevalente nelle decorazioni: neoclassico. La facciata presenta un

grandioso pronao dorico sormontato da un colonnato ionico con frontone ad

altorilievi. Nell’architrave è la dedica al Chiabrera, in onore del massimo

poeta savonese, autore di drammi e libretti d’opera. Sempre al poeta è

intitolato il soggetto del grande rilievo in stucco del timpano che raffigura

Chiabrera nell’atto di presentare il proprio poema Amadeida al Duca Carlo

Emanuele I di Savoia, suo mecenate. Autore del rilievo è lo scultore

savonese Antonio Brilla che qui, come nelle due statue poste nelle nicchie

della facciata raffiguranti Metastasio e Rossini, opera su disegni del

genovese Santo Varni. All’interno, la volta della sala presenta, recentemente

e magistralmente restaurata a causa di un crollo avvenuto nel 1999, le

originali decorazioni del pittore Gaetano Borgo Caratti di Mondovì, artista

specializzato nella decorazione di teatri e nella realizzazione di apparati

scenici. La composizione della decorazione è costituita da otto grandi figure

allegoriche in altrettanti spicchi convergenti verso il lampadario centrale ,

moderna interpretazione del vecchio “Astrolabio”. Al pittore appartengono

anche le decorazioni del ridotto, raffigurante illustri savonesi e l’originale

sipario, andato distrutto a seguito di un incendio avvenuto nel 1883.

Struttura di base della pianta della cavea: La sala, "all'italiana", e quindi di

forma tipicamente ottocentesca a “ferro di cavallo”, con 4 ordini, 3 dei quali

originariamente a palchetti (62 in totale) e, a seguito di un restauro della fine

degli anni cinquanta, trasformati in balconate, ha una capienza di 626 posti

(312 in platea e 314 nei quattro ordini).

Stato di conservazione: ottimo

Impianti

Totale posti: 626 (platea 312; balconata 109; palchi 85; galleria 62; loggione

58)

Pavimentazione sala: parquet di legno

Tipo palcoscenico: legno

Larghezza m. 16 profondità m. 12

Palcoscenico utile: larghezza m. 14 profondità m. 11

Page 118: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Declivio: 2,50%

Graticcio: m. 19 in acciaio

Altezza dal piano di platea: m. 1,20

Boccascena: larghezza m. 9,20 altezza m. 2

Sipario: elettrico

Attrezzeria per scene: quintatura completa nera, corde, cantinelle, 4 tiri

elettrici

Servizi

Biglietteria

Toilettes per uomini e donne

Camerini:

1° piano: 2 con servizi e docce e 2 con servizi

2° piano: 4 con servizi

3° piano: 6 con servizi e 2 cameroni con servizi

Scarico materiali: diretto in palcoscenico

Materiali

Opere di finitura: Intonacatura e decorazioni pittorica; stucchi decoravi

Strutture orizzontali: Travature in cemento armato

Strutture verticali: L’edificio ha un prospetto di 27 metri, un altezza di 23 metri

sino al vertice del frontone e una profondità di 57 metri, con la facciata che ha

un portico esterno sorretto da 4 colonne doriche di marmo e altrettante

superiori in cemento e marmo di stile ionico che sorreggono un frontone

triangolare.

Tessuti: tende in velluto

Sedili: Imbottite e di velluto

Ambiente culturale

Area culturale: comuni della provincia di Savona e della riviera di Ponente

Page 119: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting; teatro

per ragazzi

Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e musicale

Page 120: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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TEATRO SACCO-COLOMBO DI SAVONA

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: via Quarda Superiore 1, Savona

Tipologia originaria:

Pianta a U con due ordini di palchi

Uso attuale: (1785), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: 6,27 mt (larghezza) x 5 mt (profondità) Boccascena: 6,27 mt (larghezza), 1,49 mt (altezza) Capienza totale: 69 posti (platea), 24 posti (palchi)

La costruzione teatro Sacco ha inizio nel 1783, dopo il protrarsi, per circa due secoli, di accese discussioni da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Solo quando i fidecommissari, amministratori del lascito di Girolamo Sacco, hanno finalmente le autorizzazioni da parte del Senato di Genova, il progetto è approvato e messo in atto probabilmente sotto la supervisione del maestro d’opera Giovanni Battista Pellegrini, con il contributo del pittore di scena Carlo Cazzaniga. I nomi degli effettivi esecutori tuttavia non sono certi; il riferimento ai sopraccitati progettisti si deve a una superstite documentazione d’archivio: una perizia, datata 26 novembre 1783, sottoscritta appunto dal Pellegrini e un obbligo contrattuale in data 20 luglio 1784 che riferisce il nome di Cazzaniga. È del 4 agosto 1785 invece l’autorizzazione del Senato ad aprire il teatro. Ci si avvale, per finanziare la costruzione, della disposizione testamentaria del 28 febbraio 1555 del patrizio Girolamo Sacco (frattanto implementata da altri lasciti degli eredi della famiglia) che disponeva l’impiego dell’intero patrimonio finanziario e immobiliare donato qualora “[…] la Magnifica Comunità si eleggesse edificare alcuno loco publico al politico vivere della Cità e di qualsivoglia altra cosa che fusse in ornamento di detta Cità”. Sono così i fidecommissari del lascito (Paolo Vincenzo Colonna d’Istria, Girolamo Sansoni, Cesare Muzio) che assumono la costruzione del teatro, la sua amministrazione e ne predispongono il regolamento. E con l’apertura della struttura, la comunità savonese riesce così a realizzare un’aspirazione molto antica, i cui retaggi vanno fino alle lontane frequentazioni con il mondo teatrale, musicale e poetico del secolo XVI e che hanno in Gabriello Chiabrera e nelle diverse accademie, l’espressione più alta. Ma il teatro, cui viene dato il nome del benefattore e che viene ricavato negli ambienti del palazzo Sacco, già dalla sua realizzazione viene ritenuto piccolo e inadatto. All’esterno solo un portone angusto a segnalarne la presenza. Le cronache

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del tempo parlano poi di capienza insufficiente in grado di ospitare solo qualche centinaio di persone, assiepate su due ordini di palchetti e in una platea, dotata di sole panche mobili per accogliere borghesia e popolo insieme; si tratta una dimensione e di un contesto ritenuti inadeguati per una città che conta allora circa diecimila abitanti con una classe dirigente in ascesa, poco propensa a condividere spazi esclusivi. Nonostante tutto, il teatro per tutto il Settecento conosce una notevole attività. Lo spoglio dei documenti superstiti, restituisce una notevole vitalità e un aggiornamento con i più importanti teatri italiani. Alla data del 1788 in cartellone, per esempio, compaiono I due Baroni di Roccazzura di Cimarosa e I due fratelli Pappamosca di Felice Alessandri. Oltre alla stagione lirica, si hanno poi rappresentazioni drammatiche, concerti, veglioni, feste danzanti che continuano anche per tutto l’Ottocento e che per la prosa vedono i nomi anche di Adelaide Ristori, Cesare Asti, Carolina Santoni con testi di Alfieri e Pellico… In realtà, agli inizi del XIX secolo, a causa delle circostanze politiche liguri, le rappresentazioni musicali e drammatiche sono poche e saltuarie. La vera stagione artistica del teatro è tra il 1830 e il 1853, anni in cui anche la documentazione diventa più cospicua e puntuale, permettendo di ricostruirne la storia. Qui basti ricordare che compaiono le produzioni musicali/drammatiche e i nomi più noti del tempo (i già citati attori per la prosa) mentre per la lirica il repertorio è aggiornato a Rossini, Marcadante, Donizzetti, Pacini, Bellini e il Verdi risorgimentale di Ernani (1846), Attila e Nabucco (1848-1849), I due Foscari (1850-51). Le insufficienze del Sacco, le polemiche sulle modeste dimensioni e la scarsità di servizi e comodità, la crescita di interesse verso le attività teatrali che è di pari passo allo sviluppo demografico ed economico della città, portano alla costruzione di un nuovo teatro, il Chiabrera, inaugurato il 1 ottobre 1853. Una data che per il teatro di via Quarda significa però l’inizio della decadenza inesorabile. Solo alla fine del secolo si riaccendono interessi per la sala settecentesca. Nel 1888 viene anche eseguito un restauro e la nuova apertura nel 1892 diventa occasione per un cambio di nome e rinverdire i fasti dell’antica sala: si sceglie la titolazione a Colombo, quale buon auspicio. Ma anche con il nuovo nome il teatro non conosce fortuna. Dopo alcuni cartelloni realizzati da varie filodrammatiche locali, un incendio danneggia gravemente la struttura, distruggendo palchetti e palcoscenico. Nel frattempo la proprietà passa a privati; chiuso durante gli eventi bellici, tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento il teatro è rimodernato e riaperto per saltuarie manifestazioni promosse da associazioni culturali ma a seguito di provvedimenti legislativi sulla sicurezza viene chiuso per totale inagibilità. Dopo il restauro, il teatro è tornato in attività grazie all’attività dell’associazione S.A.C.C.O., nata con lo scopo non solo di recuperarne gli spazi ma anche di riattivare l’antica struttura e la sua dimensione culturale. Bibliografia: AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R.

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Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 43-49 AA. VV., Cronache della commemorazione del IV Centenario Colombiano, Stabilimento Fratelli Armanino, Genova, 1892 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 142-147 R. Aiolfi, Il teatro a Savona 1583/1984, Comune di Savona, Savona, 1984, pp. 19-23 R. Aiolfi, Savona nel Risorgimento, Ed. Liguria, Savona, 1963 C. Bertieri, Savona, voce in Enciclopedia dello Spettacolo, Editrice Le Maschere, Roma, 1958, col. 1545 D. Bertolotti, Viaggio nella Liguria Marittima, Eredi Botta, Torino, 1834, 2 voll., vol. I, p. 374 A. Bruno, Gabriello Chiabrera e Isabella Andreini, Bertolotto, Savona, 1888 A. Bruno, Gli antichi archivi del Comune di Savona, D. Bertolotto, Savona, 1890 G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al divisionismo, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1982, pp. 9-12 e p. 25 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 M. Di Dio Rapallo, I teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova, storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, p. 200 A. Ferretto, Contributo alla storia del teatro in Liguria, le rappresentazioni sacre in Chiavari e Rapallo, Tipografia Sordo-Muti, Genova, 1898, pp. 25-26 E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1980, 2 voll., vol. II, p. 397, n. 43, G. Fusconi, G. Ruffini, S. Bottaro, Gabriello Chiabrera. Iconografia e documenti, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Sagep, Genova, 1988, p. 109, scheda n. 41 D. Gardone, Memorie di successi notabili avvenuti a Savona nel sec. XVIII narrate da Domenico Gardone sacerd. Savon., a cura di G. Farris, Associzione Culturale “Angelo Barile” - Centro Storico “Filippo Noberasco”, Savona, 1999, pp. 29-85 G. Malandra, Inventario dell'Archivio della Fidecommissaria Sacco a Savona (1531-1882), s.n., Genova, 1981 G. Navone, Passeggiate per la Liguria occidentale fatta nell’anno 1827, Carlo Puppo stampatore vescovile, Ventimiglia, 1832, p. 31 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 38-44 M. Ricchebono, C. Varaldo, Savona, Sagep, Genova, 1982 A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova, Mondani, Genova, 1976 I. Andreoli, La Colonia Sabazia e le accademia arcadiche liguri, in “Genova”, n. 5, 1943 Anonimo, L'incendio del Teatro Colombo, in “Il Cittadino. Gazzetta di Savona”, XXIV, 1983, n. 56 (9-10 marzo)

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A. Bruno, Memoria sull'antica colonia degli Arcadi sabazi, in “Bollettino della Società Storica Savonese”, III, 1900 A. Bruno, Vicende musicali savonesi dal secolo XVI sino al presente, in “Atti e Memorie della Società Storica Savonese”, vol. II, Savona, 1889-1890, pp. 485-487 A. F. Ivaldi, Note in margine all’attività di Ferdinando e Francesco Galli Bibiena a Genova, in “Palladio”, n. 1-4, 1979 M. Lammardo, Teatro musicale a Savona. L'intermezzo Chi tutto vuol aver nulla possiede ovvero Il tutore fallito di Giovanni Battista Zingoni, in “Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria”, n. s., XXXVIII, 2002, pp. 190-200 F. Noberasco, I pubblici spettacoli in Savona durante l'era napoleonica, in “Gazzetta di Genova”, LXXXIII, 1915, n. 6, 30 giugno V. E. Petrucci, Una commedia savonese del 1892, in “Columbus 92”, anno 2, n. 3-4, marzo-aprile 1986 F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in "Eutropia", n. 15, gennaio 1989 F. Ragazzi, Il Teatro Sacco Colombo di Savona, in “Columbus 2”, n. 5, maggio 1989 A. Schmuckher, Teatro e cultura a Savona, in “La Casana”, n. 2, 1976 Dati Storici Situazione iniziale Inaugurato nel 1785, si tratta del primo teatro della città di Savona e tale resta fino al 1853, anno dell’apertura del Chiabrera. Edificato all’interno del palazzo nobiliare da cui ricava il nome, su lascito testamentario di Girolamo Sacco, il Teatro nasce forse su progetto di Giovanni Battista Pellegrini con contributi del pittore di scena Carlo Cazzaniga. La struttura nel corso del tempo, ha soprattutto ospitato feste, veglioni, spettacoli di intrattenimento ed eventi a carattere celebrativo. Solo con la Restaurazione e il suo passaggio al Regno di Sardegna conosce l’apice del prestigio artistico; una stagione aurea che però, di fatto, si conclude nel 1853, anno che riconsegna il teatro alla consueta attività di intrattenimento e festa, fino al passaggio alla proprietà privata a fine secolo (1892). Ubicazione: via Quarda Superiore 1, Savona Attività: dal 1785 a oggi con alterne vicende e chiusure Dati tecnici: Teatro all'italiana con due ordini di palchi Architetti: non è dato sapere con certezza i nomi dei progettisti originari; i documenti superstiti restituiscono una perizia, datata 26 novembre 1783, sottoscritta da Giovanni Battista Pellegrini con contributi del pittore di scena Carlo Cazzaniga, la cui menzione è in un obbligo contrattuale del 20 luglio 1784. Il restauro del 2008 é stato realizzato dai membri dell'Associazione S.A.C.C.O. Data inaugurazione teatro: 19 settembre 1785

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Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 1888: restauro di tipo strutturale che comporta la perdita dell’originaria

decorazione settecentesca. Primo decennio del Novecento: restauro di tipo strutturale che ripristina

palchetti e palcoscenico, distrutti nell’incendio del 1893 2008-2009: restauro conservativo teso al recupero e al ripristino dei locali e

delle emergenze teatrali Variazioni apportate alla struttura: 1888: dai documenti superstiti, si evince un restauro di tipo strutturale che

riguarda soprattutto opere di consolidamento e di creazione dell'impianto elettrico per adeguare il teatro alle rinnovate esigenze di pubblica sicurezza e di spettacolo. Si mantiene tuttavia inalterata la conformazione a doppio ordine di palchi con platea e palco prospiciente. Nell’intervento si la distruzione dell’antica figurazione settecentesca. Anche la volta viene modificata e affrescata con motivi a sfondato che rappresentano gli stemmi delle famiglie nobili savonesi e ritratti dei grandi personaggi della musica, della poesia e della storia: Verdi, Bellini, Alfieri, Chiabrera, Goldoni, Cristoforo Colombo

Primo decennio del Novecento: la data è ipotetica e ricavata dall’analisi di riproduzioni fotografiche del teatro risalenti all’anno 1921. A seguito dell’incendio del 1893, il nuovo intervento recupera le strutture a doppio ordine e il palcoscenico. Alla data del 1921, le immagini mostrano sui parapetti dei palchi una decorazione con riquadri e tondi, aperti su paesaggi naturali, divisi da colonne dipinte rastremate impostate su alto basamento. È probabile che nel corso del tempo ci siano stati anche interventi successivi. Dall’analisi della documentazione fotografica degli anni Novanta, si constata infatti la scomparsa della figurazione a quadri e tondi dipinta in favore dell’adozione di una decorazione in stucco bianco e doratura, quest’ultima visibile nei capitelli dorici delle colonne divisorie dei palchi. Un nuovo intervento si ha nel 1979, come documenta una breve lettera conservata nel fascicolo della Soprintendenza. In essa si parla di "semplici riparazioni in due punti del pavimento, senza alcuna sostituzione, riparazione dei vecchi serramenti e ancoraggio del soffitto ai travi sovrastanti, senza manomissione".

2008-2009: restauro conservativo teso al ripristino della struttura, al fine di recuperarne la primigenia funzione teatrale. Ad oggi la fruizione è a uso esclusivo dei membri dell'Associazione S.A.C.C.O., autori materiali degli interventi conservativi, la cui azione ha riguardato essenzialmente la messa di sicurezza del teatro, secondo la legislazione vigente. In questa direzione va la posa in opera dell'impianto elettrico e di riscaldamento a norma, la fornitura di serramenti a risparmio energetico, la costruzione di n. 2 servizi sanitari nel foyer ad uso

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pubblico, la realizzazione di n. 2 camerini con toilette e doccia nel retropalco per esigenze sceniche, la fornitura di tessuti ignifughi secondo normativa (sipario, fondali, quinte, soffitti e oscuri di porte e finestre) da parte della ditta Peroni. L'Associazione ha provveduto poi al ripristino delle parti deteriorate e al restauro di quelle storiche intervenendo con una nuova pavimentazione in gres laddove mancante e al recupero di quella originaria nella zona dell'ingresso e del II ordine di palchi; curando il ripristino delle travi lignee del palcoscenico; provvedendo infine all'intonacatura e dipintura delle pareti della platea, del foyer, del locale di disimpegno e dei palchi con colori in gradazione a spugnato. Non esiste documentazione in soprintendenza di questi lavori. La ricostruzione degli interventi é stata possibile previo sopralluogo in loco e colloquio con il Presidente dell'Associazione S.A.C.C.O. Sign. Antonio Carlucci

Documenti Fonte: Archivio di Stato di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: Opere Pie cart. 71: Fidecommissaria Sacco: Libro di testamenti e instrumenti (copie testamenti di Gerolamo e Benedetta Sacco), Testamento del quodam magnifico Geronimo Sacco nobile savonese, not. Antonio Ricci, cap. 14 Data documento: 28 febbraio 1555 Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG), Archivio Segreto Titolo del fascicolo/tipologia: Iurisdictionalium (1776) n. 1284 Data documento: 30 gennaio 1776 Notizie storiche: Biglietto anonimo datato 30 gennaio 1776 con il numero 3 a matita Fonte: Archivio di Stato di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: Opere Pie cart. 71-74: Fidecommissaria Sacco: V. Amministrazione del Teatro: Instrumenti (1777-1820); Lettere (1786-1821); Conti (1780-1786); Conti (1787-1821) Data documento: 1777-1821 Fonte: Archivio di Stato di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: Opere Pie cart. 71: Fidecommissaria Sacco: (1777-1820), Decreti per l'apertura del teatro Data documento: 4 agosto 1785 Fonte: Archivio di Stato di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: Opere Pie cart. 71: Fidecommissaria Sacco: (1777-1820), Regolamenti per il Teatro che da' magnifici fidecommissari del quodam magnifico Geronimo Sacco si presenta a sua eccellenza il signor governatore Francesco Maria d'Oria per la di lui comprovazione in conformità

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della supplica al Senato Serenissimo e successivo decreto delli 8 agosto 1785 Data documento: 8 agosto 1785 Fonte: Archivio di Storico del Comune di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: serie 3A, n. 287: Ordinati consolari, vol. XVI (1833), n. 71, cc. 216r-233v Data documento: 30 agosto 1833 Fonte: Archivio di Storico del Comune di Savona Titolo del fascicolo/tipologia: serie 3A, registri nn. 628-633, cartella 98 e serie Ordinati (deliberazioni comunali) Data documento: 1830-1840 Notizie storiche: Locandine e documenti comunali relative agli spettacoli del periodo Fonte: Biblioteca Civica di Savona “A. G. Barilli” Titolo del fascicolo/tipologia: Carlo Alberto re di Sardegna, Patente per il Teatro Sacco (ms. IX-III-11-9) Data documento: 11 dicembre 1832 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero dell'Educazione Nazionale. Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela a Fantoni Umberto Data documento: 26 agosto 1910. Un successivo vincolo é emesso alla data dell'8 luglio 1937 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo relativa alla casa di via Quadra Superiore n. 1 e la planimetria catastale Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Sovrintendenza dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Missiva dell'avvocato Levati Luigi con oggetto: "Vostre eventuali prescrizioni per lavori al Teatro Colombo (ex Sacco) - via Quadra Superiore 1 Data documento: 7 giugno 1979 Notizie storiche: Si indicano alcuni lavori di intervento che si intendono eseguire: "revisione tetto anche per la tutela dell'affresco; restauro del dipinto limitatamente alle parti mancanti o deteriorate; restauro dei palchetti e galleria senza alcuna alterazione; intonaco e pitturazione facciata su via Quadra"

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Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Sovrintendenza dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Missiva dell'avvocato Levati Luigi in risposta della lettera del 31.5.1979 Data documento: 28 ottobre 1979 Notizie storiche: Si indicano i lavori di intervento eseguiti nel 1979: "semplici riparazioni in due punti del pavimento, senza alcuna sostituzione, riparazione dei vecchi serramenti e ancoraggio del soffitto ai travi sovrastanti, senza manomissione". Il documento contiene anche una breve descrizione dello stato di fatto del soffitto che si presenta "screpolato e con vecchie fessurazioni del canniccio" Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Savona-ex Teatro Colombo Data documento: 17 aprile 1985 Notizie storiche: "Con la presente si prega codesto Comune di voler gentilmente fornire notizia degli attuali proprietari dell'ex teatro Colombo già Sacco al fine di consentire la veloce istituzione della procedura necessaria a vincolare l'insieme monumento ai sensi della legge 1089/39" Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN non presente Data documento: 1993 Notizie storiche: compilatore E. Matarazzo - vincolo sul palazzo Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN non presente Data documento: 1993 Notizie storiche: compilatore M. L. Tassinari - vincolo sul portale di ardesia del palazzo Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali

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Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di Autorizzazione per manutenzione ordinaria via Quadra Superiore n. 1/2 Data documento: 28 giugno 2006 Notizie storiche: Relazione tecnica per intervento di sostituzione porta ingresso principale con documentazione fotografica e planimetria catastale. Progettista: arch. Nicolò Scarabicchi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di Autorizzazione per intervento in via Quadra Superiore n. 1/2 Data documento: 29 ottobre 2009 Notizie storiche: Relazione tecnica per intervento di restauro relativo al manto di copertura di una falda del tetto dell'immobile e alla corrispondente facciata prospiciente sul cavedio; documentazione fotografica e planimetria catastale. Progettista: arch. Mario Michele Alessi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Casa in via Quadra Superiore n. 1, Teatro Sacco ex teatro Colombo - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Esposto anonimo contro i restauri eseguiti nel teatro Sacco Data documento: 4 giugno 2010 Notizie storiche: Il fascicolo contiene copia dell'esposto anonimo presentato in Prefettura a Savona e la risposta del Comune in cui si dichiara che non esistono presupposti legali per intervenire Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: l’idea di edificare un teatro in Savona si comincia a manifestare nell’ultimo quarto del XVIII secolo da parte della comunità e delle istituzioni locali ma si scontra con l’opposizione del Senato genovese. Materialmente, dopo l’ottenimento dell’autorizzazione, saranno gli amministratori del patrimonio Sacco a curare la costruzione, l’amministrazione e la gestione del teatro. I loro nomi sono Paolo Vincenzo Colonna d’Istria, Girolamo Sansoni, Cesare Muzio ma occorre ricordare che l’istituzione fidecommissaria appositamente costituita per l’amministrazione del lascito, ogni anno eleggeva tre cittadini notabili, designati dai collegi riuniti degli Anziani e dei Maestri Razionali del Comune di Savona. Il teatro dunque è espressione della comunità tutta, istituzionale e cittadina, del tempo.

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Proprietà attuale: proprietà privata Gestione Tipo di gestione: Associazione no profit S.A.C.C.O. (Sodalizio Artistico Culturale Creativo Omnivalente) Vincoli e tutela Notifica: 26 agosto 1910, edificio vincolato ai sensi dell'art. 5 della L. 364/1909 Tipologia Tipologia prevalente: struttura teatrale ricavata al piano nobile dell’antico palazzo Sacco Stile architettonico prevalente: l’architettura del Palazzo è settecentesca e dunque le linee della sala sono state adattate a quei volumi e spazi Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione originaria è andata completamente persa Struttura di base della pianta della cavea: sala a U a due ordini di palchi con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 11,05 mt (larghezza) x 8,71 mt (profondità); la platea presenta sedute mobili, allocate in numero variabile a seconda degli specifici eventi. La capienza massima è comunque nell'ordine dei 69 posti. Palchi: sono presenti due ordini di palchi, con sedute mobili, parapettate in ardesia e legno; il secondo ordine è adibito a regia audio-luci Palcoscenico (boccascena): 6,27 mt (larghezza) x 1,49 mt (profondità); dista dalla platea circa 4 mt. Vi si accede attraverso una scala laterale, posizionata a destra del palcoscenico Palcoscenico (sipario): apertura all'imperiale, in velluto blu, ignifugo, con tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): non c'è proscenio; palcoscenico: 6,27 mt (larghezza) x 5 mt (profondità). È presente, sul lato Est, una scala di accesso. Sul palco si rileva traccia dell'antica buca del suggeritore ora chiusa. Presente un fondale in velluto scuro e 3 coppie quinte laterali. Graticciata o soffitta: graticcia in legno, rocchetteria mobile; è stato rinvenuto durante i lavori relativi all'ultimo restauro un tiro di botte appartenente all'antico equipaggiamento del teatro Dotazioni fisse di palcoscenico: diffusori audio posti a piano palcoscenico Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco; per esigenze di spettacolo: 1 americana elettrica e faretti e riflettori PAR; sono presenti due regie audio-luci: una frontale, allocata nel II ordine e una laterale, alla destra del palcoscenico

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Impianto di sicurezza: uscita di sicurezza con indicatori luminosi camerini e spogliatoi: due camerini dotati di servizi sanitari e doccia, situati sul lato Est Servizi Piccolo atrio di ingresso con biglietteria, guardaroba e scale di accesso ai palchi Foyer e toilettes per uomini e donne situati sul fianco destro della platea, lato Est Deposito nel sottopalco Locale di disimpegno, adiacente al foyer, lato Est Al II ordine è presente un piccolo studio ad uso esclusivo dell'Associazione Materiali Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche mantenute nella struttura originaria nella volta della platea e del locale di disimpegno. Pavimenti in gres nella platea e nel foyer; legno sul palcoscenico Strutture orizzontali: travature in legno e canniccio nelle volte Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Sedili: sedute mobili allocate in funzione degli specifici eventi Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Savona Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting ed è provvisto di video proiettore e schermo di proiezione Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e musicale

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TEATRO GUSTAVO MODENA

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Piazza G. Modena 3, Genova

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi, loggione e platea

Uso attuale: (1857), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: 19,50 mt (larghezza) x 10,60 mt (profondità) Area palcoscenico sbotolabile 12x8 mt

Boccascena: 11,35 mt (larghezza), 11 mt (altezza) Buca orchestra: 12x3 mt

Capienza totale: 349 posti (platea), 149 posti (palchi e loggione)

Il teatro nasce come orgogliosa rappresentazione della nuova classe dirigente di Sampierdarena che si sente antagonista più moderna e dinamica rispetto a quella della vicina Genova e del suo Carlo Felice, la cui edificazione é prodotto esclusivo delle istanze celebrative della contemporanea società borghese cittadina, al tempo in sensibile crescita. Il Modena é dunque simbolo del benessere e dei traguardi sociali ed economici di Sampierdarena; non a caso la sua titolazione a un grande attore, patriota, fervente mazziniano e avversario dei Savoia é la manifestazione di una preciso indirizzo, politico e civile insieme, decisamente non conformista, ma anzi in aperto contrasto con la "monarchica" Genova. L'area scelta per la sua costruzione é infatti, non a caso, il centro della città ottocentesca, centralità riaffermata dalla realizzazione del Palazzo del Comune e dall'apertura del Mercato nel 1905, proprio a lato del teatro. La nuova struttura, realizzata su progetto dell'ingegnere Nicolò Bruno (autore anche del Teatro Sociale di Camogli) viene inaugurata il 19 settembre 1857, a poco più di un anno dalla posa del primo "angolare" (30 giugno 1856). La facciata, tipicamente neoclassica, é realizzata su due livelli: cinque aperture arcate a finto porticato a piano strada, un colonnato ionico, concluso da timpano, al secondo ordine. Oggi la facciata originaria ha perso parte della sua primitiva levità, causa la realizzazione di un avancorpo con terrazzo, aggiunto nei lavori di ristrutturazione del 1920 che internamente ha anche comportato un abbassamento del livello interno e la scomparsa della gradinata di accesso. L'interno si apre con un atrio a cui corrisponde, al piano superiore, un elegante ridotto voltato con colonnato ionico. La sala é a ferro di cavallo con

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tre ordini di palchi e il loggione. Le strutture sono in legno, definite da decorazioni animali e floreali a nastro tipicamente ottocentesche in stucco e dorature, su pareti in smalto bianco e pastello, realizzate dal pittore Delucchi e dallo stesso Bruno. Il soffitto piano, sagomato su disegno della platea, presenta una botola centrale, funzionale alla discesa di un grande lampadario in bronzo dorato. Al di là dell'arcoscenico, riquadrato da lesene rastremate corinzie, si apre il palcoscenico e la torre di scena dotata di graticcia e in origine di meccanismi per la movimentazione delle scene e dei sipari ottocenteschi, costruiti in legno di mogano dall'ebanista Giacomo Daste, uno dei soci fondatori del teatro. La copertura della sala é ottenuta con tetto a capanna, un tempo sostenuto da una struttura lignea a capriate, ma sostituite da travature in cemento armato nel recente restauro (è rimasto solo un originale camminamento a passerella in ferro autoportante). L'originale decorazione della sala é di Nicolò Barabino: alla sua mano fu affidato l'affresco del soffitto con il Ritratto di Gustavo Modena e le figure delle Arti (Musica, Poesia, Danza, Teatro) incorniciate in spicchi convergenti verso l'apertura circolare e il sipario principale che rappresentava L'apoteosi dell'Ariosto al Tempio della gloria. Come nel Carlo Felice, anche nel Teatro Modena le pitture del soffitto andranno in parte perse o danneggiate. Una loro ridipintura viene eseguita nei primi anni del Novecento da Carlo Orgero e dall'ornatista Zunino. Dello stesso Orgero, allievo del Barabino, é anche il secondo sipario del Modena rappresentante Il Falconiere, che veniva usato per i cambi di scena e per gli spettacoli meno importanti. A seguito della sua inaugurazione (avvenuta con l'opera lirica di Carlo Pedrotti Tutti in maschera), il teatro inizia una lunga e nutrita attività di "pubblici spettacoli di Commedia, Opera e Ballo ed altri divertimenti pubblici come Veglie danzanti, Accademie schermistiche e ginnastiche e simili", come prevede il Capitolato di Appalto per l'esercizio del teatro. La gestione é affidata a una direzione che, di anno in anno, né appalta l'esercizio a imprese. Per la maggior parte, gli spettacoli vengono allestiti e interpretati da compagnie di giro, spesso a conduzione familiare, con cantanti che si esibiscono in opere diverse, nell'arco di una stessa stagione. Non mancano però interessanti nomi come Marietta Ballerini e il marito baritono Antonio Cotogni, che compaiono nella stagione agosto/settembre 1858. Problemi di agibilità e concorrenza di altri teatri tra cui il Politeama Sampierdarese (inaugurato nel 1887), determinano però un progressivo declino dell'attività lirica del Modena, che diventa sede privilegiata di spettacoli di prosa e grandi attori. Ernesto rossi vi recita il Kean e l'Amleto, le sue scene sono calcate da Adelaide Ristori, Gustavo Salvini, Giovanni Emanuel... Con la prosa sono presentate poi molte operette, feste e veglioni danzanti nonché spettacoli misti di cinema e varietà. Ai primi anni del Novecento, nonostante alcuni interventi, insormontabili problemi di agibilità della struttura interna determinano la chiusura del teatro. Si procede dunque a una serie di lavori di trasformazione (1920-1922) miranti a mantenere l'aspetto estetico e distributivo originario ma utili ad aumentare la capienza interna che raggiunge i novecento posti, quasi cento in più rispetto

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alla struttura ottocentesca. Così ristrutturato il Modena viene inaugurato una seconda volta nel 1922 con la Carmen di Bizet. Da questa data riprendono con rinnovata energia le attività di teatro: opera lirica, riviste, prosa, teatro dialettale, feste danzanti, cinema, fino a metà degli anni Trenta. Nel frattempo la situazione politica e sociale genovese muta profondamente. Nel 1926 nasce la "Grande Genova" con l'annessione di 19 comuni, tra i quali Sampierdarena. L'orgoglio municipale che tanta parte aveva avuto nella costruzione e storia del teatro si attenua, l'affermazione del cinema sulle attività teatrali, i nuovi interessi del pubblico, la nascita di nuovi centri di attrazione e aggregazione della città diventata una conurbazione metropolitana, portano alla decadenza del Modena, all'abbandono e alla distruzione del palcoscenico, alla muratura del ridotto, trasformato in cabina di proiezione, alla chiusura della buca d'orchestra... Risparmiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il teatro viene riaperto nuovamente nel 1979, nell'occasione dell'interpretazione della Petite Messe Solennelle di Rossini da parte del Coro Comunale Genovese diretto da Tullio Boni. Ma si tratta solo di una "provocazione intellettuale", di una sollecitazione raccolta dal pubblico e dal Comune di Genova che decide di avviare le procedure per l'acquisto, decretando nel frattempo una nuova chiusura nel 1983. Solo nel 1987 si riesce a completare l'acquisizione della struttura, causa un aggrovigliato iter burocratico reso complesso dalla frammentazione della proprietà divisa tra i palchettisti e le norme statutarie del 1857. L'attuale restauro data invece 6 aprile 1994 e si é concluso con la presentazione al pubblico del 18 settembre 1997 da parte del Teatro dell'Archivolto, che in forza di una convenzione con il Comune (sottoscritta con Pina Rando), a oggi ha la gestione della struttura. Nell'ottobre 2001 é stata inaugurata anche la Sala Mercato, una moderna sala teatrale con camerini e bar, dalla capienza di 193 posti, nata dalla trasformazione dell'edificio originale. Bibliografia: AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R. Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 125-131 AA. VV., Giuseppe Verdi a Genova, Catalogo della mostra delle opere verdiane al Teatro Modena, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 AA. VV., Un’idea di Teatro. Omaggio al “Modena”, Catalogo della mostra, Assessorato al decentramento, Genova, 1997 AA. VV., Sampierdarena 1864-1914. Mutualismo e cooperazione, AMES, Genova, 2005 AA. VV., Teatro dell'Archivolto... Con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole... i primi vent'anni, a cura di G. Gallione, Feltrinelli, Milano, 2007 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 70-73 e pp. 83-85

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C. Bertieri, Genova, voce in Enciclopedia dello Spettacolo, Editrice Le Maschere, Roma, 1958, col. 1048 M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, vol. I, pp. 156-160 M. Bottaro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1982, vol. I, p. 165, n. 13 M. Bottaro, Genova, due teatri, s.n., Genova, 1987, p. 29 G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al Divisionismo, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1981, pp. 430-431 D. Castagna, Nuova guida di Genova, Erga, Genova, 1974, p. 462 P. Cervini, La conurbazione genovese, in AA. VV., Liguria, Guida d'Italia del Touring Club Italiano, Milano, 1982, p. 218 M. C. Cigolini, M. R. Croce, Il teatro Gustavo Modena. Analisi di un organismo teatrale, Istituto di Architettura e Tecnica Urbanistica della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Genova, Genova, 1988 B. Ciliento, San Pier d'Arena, Sagep, Genova, 1978, p. 11 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 De Liberi (S. A. Caligo), Nel 50 Anniversario del Teatro Massimo di Sampierdarena che prende il nome da Gustavo Modena, Orazione Commemorativa Cronistorica pronunciata il 29 dicembre 1907, edita dalla Direzione del Teatro Modena, Sampierdarena, 1908 M. Di Dio Rapallo, I teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova, storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, p. 200 O. Grosso, Genova e la riviera ligure, Istituto Poligrafico di Stato, Roma, 1951, p. 221 O. Grosso, All'ombra della Lanterna, Erga, Genova, 1968, p. 154 T. Pastorino, Dizionario delle strade di Genova, voce Bruno Nicolò, p. 177, vol. I; voce Modena (piazza Gustavo), p. 123, vol. II, Tolozzi, Genova, 1968 E. Poleggi, P. Cevini, Le città nella storia d’Italia, Genova, Laterza, Bari, p. 182 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 80-97 F. Ragazzi, Il Teatro: un “Termometro della civiltà”, in AA. VV., Un’idea di Teatro. Omaggio al Modena, Catalogo della mostra, Genova, Comune di Genova, Assessorato al Decentramento, 1997 T. Tuvo, M. G. Campagnol, Storia di Sampierdarena, D'Amore, Genova, 1975 G. Strafforello, Province di Genova e Porto Maurizio, UTE, Torino, 1892, p. 113 A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova, Industrie Grafiche La Tormena, Genova, p. 49 C. Vigesi, Teatro Modena: compagnie e repertorio, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2013-2014 M. Bottaro, Lunga storia di un gioiello, in "Il Secolo XIX", 18 settembre 1997

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G. D'Oria, Risplendono le luci del Teatro "Modena", in "Gazzettino Sampierdarese", n. 7, anno XXVI, 15 settembre 1997 R. Fravega, Teatri, c'è un superstite, in "Il Secolo XIX", 17 ottobre 1979 R. Fravega, Modena, punto a capo, in "Il Secolo XIX", 22 marzo 1988 F. Ragazzi, Modena e Sociale: due teatri della memoria da salvare, in "L'Unità", 9 febbraio 1988 F. Ragazzi, L’Arte Moderna di Sampierdarena: un teatro “socialista” con cronologia degli spettacoli 1905-1915, in “Ventesimo Secolo”, Rivista di storia contemporanea, a. II, n. 4, gennaio-aprile 1992 S. Z., Modena su il sipario. Dopo 60 anni ritorna a essere teatro. Lo gestirà la compagnia dell'Archivolto, in "Il Secolo XIX", 18 settembre 1997 Dati Storici Situazione iniziale Inaugurato nel settembre 1857, il teatro Modena è importante testimonianza genovese della cultura architettonica teatrale dell'Ottocento, essendo l'unico palcoscenico risparmiato dai bombardamenti bellici del secondo conflitto nonché dai devastanti mutamenti di gusto e di mercato. In stile neoclassico nella facciata e nella sofisticata decorazione interna, permane a oggi l'impianto originario a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e loggione. Il teatro nasce per volontà della classe dirigente di Sampierdarena e viene adibito all'allestimento di opere liriche e di prosa, alternate a varietà, veglioni danzati e riviste, tipiche queste soprattutto nel primo decennio del Novecento. Subisce varie modifiche nel corso del tempo per soddisfare esigenze di capienza e di adeguamento alle norme di sicurezza nonché, negli anni Venti del Novecento, alle tecnologie di proiezione cinematografica. Ubicazione: Piazza G. Modena 3, Genova Attività: dal 1857 a oggi con alterne vicende e chiusure Dati tecnici: Teatro all'italiana con tre ordini di palchi, loggione e platea Architetti: la progettazione originaria é dell'ingegnere sampierdarese Nicolò Bruno che cura anche, insieme al pittore Delucchi, le dorature e i rilievi in stucco nonché le decorazione delle pareti; l'affresco del soffitto con Gustavo Modena e le Stagioni é invece dell'artista Nicolò Barabino, autore anche del sipario principale. Raffaele Bruno é il progettista degli interventi del 1920-1922 mentre il restauro del 1994-1997 é stato affidato all'architetto Filippi Alberto e alla restauratrice Alessandra Cavalli. Data inaugurazione teatro: 18 settembre 1857 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 1920-1922: architetto Raffaele Bruno; modifica della facciata esterna e delle

parti strutturali interne con abbassamento del livello della sala ed estensione della platea e degli ordini dei palchi per aumentare la capienza interna

1994-1997: restauro conservativo che ha mantenuto inalterata la struttura

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della sala risalente all'intervento degli anni Venti e parte delle decorazioni ottocentesche; si è dunque conservata, nelle originarie dimensioni e materiali, la suddivisione tra platea, galleria e tre ordini di 25 palchi cadauno. Sono da riferire invece al primo intervento ottocentesco e sono stati sottoposti a opere di restauro e consolidamento le pitture del Barabino con figure allegoriche negli spicchi della botola e il ritratto di Gustavo Modena. Originali sono anche l'orologio e il grande lampadario in bronzo. Ottocentesco é anche l'arcone del boccascena e i rosoni dorati che decorano il soffitto del sottarco a cassettoni. Del 1857 sono le due cariatidi dorate che ornano il palco principale. Anche la zona del foyer è rimasta inalterata: in effetti sono presenti ancora le due fila di 4 colonne che dividono lo spazio in tre zone. Nel restauro del 1997 sono stati trasformati infatti solo le pavimentazioni e i basamenti colonnari. Il progetto, in particolare, é stato suddiviso in due settori di intervento: lavori di sicurezza e azioni di restauro conservativo. L'adeguamento normativo sulla sicurezza e prevenzione incendi ha costituito la fase più complessa dell'intervento per le difficoltà di trovare un'integrazione tra le esigenze di spettacolo e il mantenimento del decoro globale. Diverso invece l'intervento conservativo dell'interno che ha riportato alla luce coloriture e motivi originali. Con un'indagine stratigrafica sono stati individuati i colori dell'epoca dei frontalini dei palchetti, del soffitto della sala e dell'arcoscenico e riprodotti con tinte particolari. Di seguito si specificano gli interventi per ogni settore del teatro: PIANO TERRENO - PLATEA: a) costruzione di un gruppo di bagni per il pubblico alla sinistra dell'entrata in platea e costruzione di un W.C. per disabili b) costruzione di murature per la realizzazione di un guardaroba per il pubblico c) demolizione delle scale che dal palcoscenico conducono ai camerini d) demolizione delle stanze in muratura costruite sul palcoscenico. Questi due vani, senza prese d'aria, sono successivi alla costruzione del teatro ed erano adibiti a uso magazzini. Con le attuali normative essi devono necessariamente essere rimossi perché non più previsti e) demolizione e ricostruzione del palcoscenico. L'intervento in particolare ha consistito nella rimozione del tavolato esistente, nella costruzione di un nuovo palco secondo normative vigenti con soletta di cemento armato e finitura superiore con legno omologato f) costruzione di una scala di accesso in cemento armato dal palco ai camerini, con rivestimento in pietra g) rimozione dei solai in legno esistenti e costruzione di solette in cemento armato h) costruzione di due scale per entrata e uscita di sicurezza dei camerini i) scavo per la zona del sottopalco per esecuzione di una platea in cemento armato e cordoli di fondazione per l'esecuzione del solaio del palcoscenico l) pulizia dei pavimento di atrio e sala m) tinteggiatura di pareti e soffitti n) rimozione degli infissi dell'entrata del teatro e sostituzione con altri in vetro o) demolizione e rifacimento degli intonaci ammalorati del sottopalco p)

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smontaggio degli infissi esterni del palco (porte e finestre) e sostituzione con altri in legno con le stesse modanature di quelli esistenti q) fornitura e posa in opera dei porto finì in legno dell'ingresso principale r) sostituzione di tutte le piane e i mezzanini delle finestre e porte in ardesia. PIANO PRIMO - I ORDINE DI PALCHI: a) demolizione di murature di tamponamento per l'ampliamento dei corridoi di passaggio b) demolizione e costruzione di a mezzi per ampliare i bagni pubblici e dividerli secondo il sesso c) tinteggiatura di pareti e soffitti d) revisione delle porte dei palchetti e) levigatura dei pavimenti delle scale e dei pianerottoli e) revisione del ballatoio posto nella zona palcoscenico, lato sinistro, mediante rimozione del tavolato esistente e sostituzione con stigliato in ferro. PIANO SECONDO - II ORDINE DI PALCHI: a) demolizione e ricostruzione tramezzi per ampliamento bagni pubblici b) demolizione di tramezzi per ampliamento del salone c) demolizione e costruzione di murature per cabina di proiezione d) demolizione di murature per uscite di sicurezza e) tinteggiatura di pareti e soffitti f) rimozione parziale dei solai nella zona foyer per rifacimento solaio lesionato g) demolizione di tramezzi per ampliamento di corridoio dei palchetti h) rimozione dei controsoffitti deteriorati e lesionati della zona uffici. PIANO TERZO - III ORDINE DI PALCHI: a) demolizione dei bagni esistenti per ottenere un'uscita di sicurezza b) demolizione di tramezzi interni per l'ampliamento dei corridoi di accesso ai palchi c) tinteggiatura di pareti e soffitti. PIANO GALLERIA: a) demolizione e costruzione di tramezzi interni per il rifacimento dei bagni pubblici b) tinteggiatura di pareti e soffitti. A proposito della copertura si é intervenuti con pulitura e restauro delle capriate lignee oltre che con la verifica dell'efficienza e della resistenza delle stesse, con prove di carico e calcoli strutturali. Si é intervenuti sulla struttura portante del tetto con sostituzione di travi e tavolato, applicazione di manto impermeabile, inserimento di cupole per l'evacuazione fumi, rifacimento e sagomatura dei frontalini dei cornicioni Il restauro conservativo ha riguardato invece a) dipinto della volta della sala con ritratto di Gustavo Modena, putti con cartigli, figure allegoriche delle arti. Si é intervenuti con consolidamento delle crepe degli intonaci, ripristino del canniccio della volta, adesione e coesione della pellicola pittorica, reintegrazione delle stuccature e delle lacune con ripresa a pennello con terre in latte di calce. Invece delle originali figure delle arti, si é predisposta la loro riproduzione (mediante scansione) su pannelli di resine fenoliche (leggere, ignifughe, flessibili) che sono stati applicati al soffitto e fissati tramite dei tiranti ai travetti della volta, lasciando un'intercapedine di 1,5 cm per l'areazione del dipinto originale b) colonne, capitelli, cornicioni con interventi di pulitura degli strati di colore sovrapposti, asportazione delle zone del modellato lesionate e sfarinate, applicazione di fissativi, consolidamento, coloritura c) archivolto e arcone del boccascena con decorazione in due spicchi bordati in oro di due donne alate con

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trombe, putti a rilievo nonché rosoni dorati, fasce laterali riccamente intarsiate, con cornicioni dorati a ovuli e foglie. Azioni di pulitura, stuccatura, consolidamento di crepe degli stucchi, applicazione del bolo e della successiva foglia d'oro, lucidatura, coloritura di tutte le superfici piatte con colori al silicato a imitazione delle tonalità originali d) tre ordini di palchi. Azioni di asportazione di stucchi vecchi e delle zone rimodellate, consolidamento di crepe, tasche e lacune, ricostruzione a malta cementizia e a gesso delle parti mancanti, rasatura delle zone piatte a stucco, pulitura delle coloriture sovrapposte e fissaggio e) colonnato ionico, due ordini di cornici modanate, portali del foyer. Interventi di asportazione dei vecchi stucchi, dei chiodi e delle coloriture sovrapposte, consolidamento delle lacune e ricostruzione del modellato lacunoso (cornicioni, capitelli e lesene), bolatura e doratura di tutte le zone dove era presente la bronzina, decorazione ad acrilico a finto marmo delle zone piatte dei portali. Nel 2001 si opera un ampliamento del locale guardaroba e un intervento di tinteggiatura della facciata esterna con consolidamento dei colori originali (giallo ocra sulle superfici piatte e azzurro sulle mensole e sui cornicioni) e di alcune parti interne: atrio e platea.

Variazioni apportate alla struttura: 1920-1922: la facciata neoclassica originaria viene modificata nel secondo

ordine dalla realizzazione di un avancorpo centrale con terrazzo che determina anche un abbassamento del livello interno della platea e la scomparsa della scalinata di accesso. La struttura portante della sala e dei palchi in legname viene sostituita con cemento armato; vengono soppresse la quarta fila di palchi e il sovrastante loggione, sostituiti da una vasta galleria. Il piano della platea e quello, conseguentemente, del palcoscenico vengono abbassati per ottenere un ampliamento dei posti a sedere con il prolungamento della sala sotto l'anello del primo ordine di palchi e con la realizzazione di dieci barcacce. Così trasformata, la sala presenta ottantacinque palchi rispetto ai precedenti novantasette, una perdita compensata però dagli ampliamenti di platea e galleria che consentono una capacità complessiva di pubblico di novecento posti, con uno scarto di cento posti in più rispetto alla struttura originale. Il soffitto e le architetture dorate del bocca d'opera rimangono intatte, mentre sono ricostruiti sullo stile originale gli stucchi dorati delle fasce dei parapetti dei palchi. Tracce di aggiornamento sullo stile eclettico umbertino rivelano invece le colonne del primo ordine di palchi e le balaustre traforate delle barcacce e della galleria. Sono realizzate infine opere antincendio con creazione dell'impianto elettrico per adeguare il teatro alle rinnovate esigenze di pubblica sicurezza e di spettacolo.

1994-1997: non si registrano variazioni strutturali eccetto un intervento nella zona del retropalco che ha visto una modifica, per esigenze di adeguamento alla normativa di sicurezza, dell'area dei camerini, ridotti da n. 12 a n. 3 su due livelli.

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Documenti Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856, Vendita di un orto 5/4/1856 Data documento: 5 aprile 1856 Notizie storiche: Atto con allegato un disegno acquerellato di cm 40x30, firmato Nicolò Bruno, datato 20 marzo 1856 Arch. to Ing. re con Tipo geometrico d’un terreno ortivo di proprietà S. E. il P.e Centurione distinto colle lettere da A a P sito in S. P. d’Arena nella regione cosiddetta del Monastero Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856, Convenzione per l’erezione di un teatro, 30/5/1856. Relazione sul nuovo Teatro proposto in Sampierdarena nell’orto di S. E. Principe Centurione dall’Ingegnere Architetto Nicolò Bruno Data documento: 30 maggio 1856 Notizie storiche: Relazione con allegati quattro disegni acquerellati, datati 6 febbraio 1856: il prospetto (una tavola acquerellata di cm 65x49), due piante (cm 45x42), la sezione longitudinale (cm 56x36). Tutte le tavole sono firmate dal progettista Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856, Convenzione per l’erezione di un teatro 30/5/1856 Data documento: 30 maggio 1856 Notizie storiche: Si menzionano i prezzi fissati per le loggie che sono di milleottocento per i palchi del primo ordine, lire duemila per il secondo ordine, lire milleottocento per il terzo ordine, lire ottocento per il quarto ordine Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856, Procura Speciale 30/5/1856 Data documento: 30 maggio 1856 Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856, Vendita di 33 loggie 5/7/1857 Data documento: 5 luglio 1857 Fonte: Archivio di Stato di Genova (ASG) Titolo del fascicolo/tipologia: Notaio Grasso Gian Severino, n. 899/1856,

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Fissazione di norme per il teatro Modena tra i compartecipi 5/6/1857 Data documento: 5 giugno 1857 Notizie storiche: Si tratta dello Statuto del Teatro Gustavo Modena Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: Pratiche riguardanti il Teatro Modena 1871-1910, cart. 232, fasc. 2 Data documento: 1871-1910 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Ministero dell'Educazione Nazionale. Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela al Liberti Avv. Placido Data documento: 17 febbraio 1934 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo ai sensi degli art. 5, 6, 7, 12, 14, 21, 31, 34, 37 della L. 364/1909 e ai sensi degli art. 1, 2 e 3 della L. 688/1912 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Atto di vendita al Comune di Genova dell'azienda "Teatro Gustavo Modena" da parte della Società "Immobiliare Augustus - Società civile - Società per azioni" Data documento: 3 luglio 1980 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Genova Sampierdarena - Teatro Modena Data documento: 14 gennaio 1984 Notizie storiche: Richiesta da parte dell'Associazione Italia Nostra di avviare sulla struttura le procedure di nuovo vincolo ai sensi dell'art. 16 della L. 1089/1939 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Vendita al Comune di Genova delle proprietà dei palchi del Teatro "G. Modena" e della quota dell'Azienda Teatrale Data documento: 1985

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Notizie storiche: Il fascicolo contiene copia di tutti gli atti di vendita (n. 26) stipulati dal Comune di Genova con i palchettisti del teatro rispettivamente: Gadolla/Tasca/Maggiolo/Salvatores/Alberti (porzione di 13,74 palchi); Soc. Immobiliare Augustus spa (cessione di azienda pari alla quota di 65,04 - 45,19 palchi); Colantuoni/Sgorbati (2 palchi: palco 9 e 23); Repetto Elena (palco 21); Bianchi Elena (palco 15); Tubino Salvatore (palco 20); Daglio Carlo (palco 18); Canonero Giovanna (palco 1); Roccatagliata Guido (palco 11); Rivaro Francesco (palco 6); sigg. Canale (palco 12); Frassinetti/Basili (palco 8); Derchi Maria (palco 9); Parodi Rossana (palchi 9 - II fila e 23 - III fila); De Andreis A. Maria (palco 17); Roncagliolo/Lesca (palco 20); Bagnasco/Calcagno (palco 12); Aglieta Roberto (palco 11 - I fila); Bagnasco/Zaninetta (palco 15); Ravano Isabella (palco 1); sigg. Podestá (palco 3); Castello/Colamartino (palco 23); Bagnara Ines (palco 21 - sottofila); Gencia/De Carli (palco 4); sigg. Galliano (palco 10); sigg. Massocco (palco 5); Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Genova Sampierdarena - Teatro Modena- furto del sipario di Nicolò Barabino Data documento: 14 giugno 1989 Notizie storiche: Si denuncia nel documento il furto del sipario del Barabino e il grave stato di degrado e incuria della struttura con allegata copia della denuncia presentata ai carabinieri Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00108340 Data documento: 1993 Notizie storiche: compilatore M. G. Atzeni Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro Teatro "G. Modena" Data documento: 11 febbraio 1993 Notizie storiche: Relazione illustrativa degli architetti G. Giudice, V. Marconi, G. Pellegrino per il restauro del teatro. Il progetto non sarà mai attuato. Prevarrà infatti un altro intervento elaborato dall'architetto Alberto Filippi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria -

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Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro Teatro "G. Modena" Data documento: 11 novembre 1993 Notizie storiche: Relazione tecnica con prospetti e planimetrie varie degli architetti G. Giudice, V. Marconi, G. Pellegrino Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro Teatro "G. Modena" Data documento: 11 febbraio 1993 Notizie storiche: Relazione illustrativa degli architetti G. Giudice, V. Marconi, G. Pellegrino Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Situazione proprietà del Teatro "G. Modena" rilasciata dal Comune di Genova, servizio Patrimonio Data documento: 11 novembre 1995 Notizie storiche: Relazione dello stato della proprietà del teatro alla data del novembre 1995: "la proprietà del Teatro Modena risulta essere del Comune di Genova con le seguenti eccezioni: palco n. 24 - I fila (proprietà eredi Garibaldi); palco n. 25 - I fila (proprietà eredi Garibaldi); palco n. 1 - I fila (proprietà Ospedale Sampierdarena); palco I fila (proprietà eredi Saglietti); palco n. 3 - III fila (proprietà condominiale); palco n. 25 - III fila (proprietà condominiale) Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Adeguamento normativo Teatro "Gustavo Modena" Data documento: 8 gennaio 1996 Notizie storiche: Relazione tecnica dell'architetto Alberto Filippi Fonte: Archivio Teatro Archivolto Titolo del fascicolo/tipologia: Convenzione con il Comune di Genova Data documento: 6 marzo 1996 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e

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Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto conservativo e di Adeguamento normativo Teatro "Gustavo Modena" in Genova Data documento: 16 marzo 1996 Notizie storiche: Relazione tecnica dell'architetto Alberto Filippi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto conservativo e di Adeguamento normativo Teatro "Gustavo Modena" in Genova Data documento: 16 marzo 1996 Notizie storiche: Relazione tecnica del restauratore Alessandra Cavalli Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Legge 21.12.1961 n. 1552 - Contributi Genova - Teatro "Gustavo Modena" - I lotto preventivo 847.759.900 lire - II lotto preventivo 783.962.000 Data documento: 17 dicembre 1997 Notizie storiche: Alla nota sono allegate: istanza e codice fiscale del teatro Archivolto, consuntivo di spesa (totale: 2.657.585.840 lire) , relazione tecnica post-opera, certificato di nulla osta al pagamento, certificato di collaudo (avvenuto in data 27 marzo 1998 dal collaudatore arch. Gianni Bozzo), elaborati grafici, documentazione fotografica, fotocopie dichiarazioni di proprietà degli eredi Saglietto, Luigi e Angela Garibaldi, Usl n. 3 Genova, fatture Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Incarico per lavori di ritinteggiatura, manutenzione superfici colorate, stuccatura e ricoloritura grigia dei muretti delle scale dell'atrio del Teatro Gustavo Modena di Genova Data documento: 16 novembre 2000 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di autorizzazione Data documento: 5 luglio 2001 Notizie storiche:

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Progetto e richiesta di realizzazione di un nuovo guardaroba e di una scala di sicurezza a collegamento degli uffici del secondo piano a firma dell'architetto Vittorio Grattarola Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di autorizzazione per lavori di manutenzione delle superfici dipinte dell'atrio e della platea Data documento: 21 settembre 2001 Notizie storiche: Richiesta per l'esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria a firma dell'architetto Vittorio Grattarola con appalto all'impresa di Giacomina De Palo Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Modena Sampierdarena - Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di autorizzazione per lavori di manutenzione ordinaria facciata a firma dell'architetto Vittorio Grattarola con appalto all'impresa di Giacomina De Palo Data documento: 23 settembre 2002 Notizie storiche: Richiesta per l'esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria sulla facciata principale con asportazione delle superfici ammalorate, ripresa dell'intonaco del marcapiano e delle coloriture a firma dell'architetto Vittorio Grattarola con appalto all'impresa di Giacomina De Palo Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La fondazione della struttura ottocentesca é finanziata dalla borghesia sampierdarese che si costituisce in società con lo scopo di costruire il teatro. I veri e propri soci fondatori sono Giovanni Bruno con i fratelli Nicolò e Gaetano Casanova e l'ebanista Giuseppe Daste che però poi rinunciano alla proprietà del teatro in favore dei compratori di trentatré logge, assegnate a estrazione il 5 luglio 1857; compratori che altro non sono che i rappresentanti della borghesia mercantile e imprenditoriale della città che identificano il loro successo nell'immagine simbolica del nuovo teatro. Proprietà attuale: Comune di Genova Gestione Tipo di gestione: Fondazione Teatro dell'Archivolto Vincoli e tutela Notifica: 17 febbraio 1934, ai sensi degli art. 5, 6, 7, 12, 14, 21, 31, 34, 37 della L. 364/1909 e ai sensi degli art. 1, 2 e 3 della L. 688/1912

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Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: severe linee neoclassiche della facciata e delle strutture interne con ambienti calibrati su volumi geometrici nitidi ed armonici Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione neoclassica è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro (metà XIX secolo). Si tratta di una decorazione in legno e stucco dorato caratterizzata, nelle fasce dei parapetti, da motivi floreali e animali a nastro e da coppie di cariatidi dorate nel prospetto principale. In alcune parti, si sono avute modifiche interne intervenute negli anni Venti del Novecento, aggiornate sull'eclettismo umbertino. Struttura di base della pianta della cavea: sala a ferro di cavallo a tre ordini di palchi e loggione con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: ovale a ferro di cavallo di 17 mt (lunghezza) per 14 mt (larghezza massima e 12 mt dal boccascena) la platea presenta 19 file di poltrone con sedute in numero variabile che vanno da un minimo di 7 per lato (file A, B, R, S, T) a un massimo di 13 (file M, N, O). Il primo settore della platea vede anche due file di sedute laterali, verticali alla sala, di 7 e 8 posti ciascuna. L'ultima fila del secondo settore della platea presenta solamente 3 sedute per lato (fila U) Palchi: sono presenti tre ordini di palchi, conclusi da loggione, quest'ultimo tuttavia non accessibile al pubblico perché adibito a postazione seguipersona Palcoscenico (boccascena): 11,35 mt (larghezza) x 11 mt (altezza); dista dalla platea circa 3m. Vi si accede attraverso due scalette mobili. Palcoscenico (sipario): apertura alla greca, manuale, in velluto rosso, senza tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): proscenio a mezzaluna di 70 cm in profondità massima; palcoscenico: 19,50 mt (larghezza) x 10,60 mt (profondità) x 1,20 (altezza); profondità utile: 10,60 mt; declivio 3%; sono presenti due scale di accesso palco/platea, mobili. Area palcoscenico sbotolabile 12x8 mt. Buca orchestra: 12x3 mt. Normalmente é chiusa da botole su cui vengono fissate due file di poltrone; tempi di sbotolamento di circa 4 ore; chiusura 6 ore. Graticciata o soffitta: graticcia originale, in legno, rocchetteria fissa, altezza alla graticcia: 13 mt. La graticcia originale è stata mantenuta in tutta la sua struttura e in alcune parti funzionali. A oggi sono tuttora conservati, seppure in disuso, anche gli argani e il timone lignei per la sospensione del lampadario bronzeo. Dotazioni fisse di palcoscenico: diffusori audio posti a piano palcoscenico e in barcaccia di II ordine. La posizione dell'impianto audio di diffusione in sala é fissa. Regia al primo ordine con 40 trasporti audio dal palco, n. 2 DXM dalla cabina dimmer, quadratura nera con quinte armate spostabili, fondali nero e

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PVC Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco; per esigenze di spettacolo: 6 americane elettriche; staffe in sala ai palchetti n. 2 e n. 24 del II ordine e n. 2 e n. 24 del III ordine di 8 riflettori ciascuna; staffe frontali in loggione; cabina elettrica in sottopalco, dotata di 6 prese a muro (tutto con ritorni in cabina) Impianto di sicurezza: uscite di sicurezza e apertura a spinta Servizi igienici (zona del retropalco): si, con accesso diretto in palco (un servizio WC piano palco) camerini e spogliatoi: n. 1 camerino nel retropalco; n. 2 camerini con doccia e servizi al II piano; n. 9 camerini nel sottopalco Mercato che servono entrambe le sale (di questi camerini: n. 7 hanno doccia e servizi e solo 2 solo WC) Servizi Biglietteria Foyer e punto ristoro Atrio e corridoi di accesso alla platea della sala Gustavo Modena e della Sala Mercato Toilettes per uomini e donne situati sul fianco sinistro della platea, lato Ovest Magazzini e depositi nel sottopalco; non c'è retropalco Materiali Opere di finitura: intonacatura e decorazioni pittoriche; pavimenti in ceramica originali mantenuti nell'ingresso; legno e moquette nella platea Strutture orizzontali: travature in cemento armato Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea Sedili: (sala Modena) poltrone della platea, dei palchi e della galleria in legno e ferro, con imbottitura e rivestimento in stoffa Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Genova e delle riviere di Levante e Ponente Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e musicale

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IL TEATRO DI VILLA DUCHESSA DI GALLIERA

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Vico Nicolò da Corte 2, Genova

Tipologia originaria:

Sala rettangolare di 18x7,5 mt

Uso attuale: (1786), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: 7,42 mt (larghezza) x 7,38 mt (profondità) Boccascena: 7,42 mt (larghezza) Capienza totale: 100 posti circa

La villa Brignole Sale (poi Duchessa di Galliera) sorge, in posizione altamente scenografica, su un ripiano a dominio dell'ampio parterre, realizzato sfruttando abilmente il pendio della collina di Castellaro. Già esistente in epoca rinascimentale, la costruzione originaria, di proprietà dei Mandillo, ha subìto nel corso del tempo numerose trasformazioni, tra le quali quella più importante é costituita dalla realizzazione di un corpo rialzato, a levante dell'originaria struttura. Oggi la villa presenta dunque due nuclei asimmetrici: uno principale, di tre piani (mezzanino, piano nobile, sottotetto) a struttura centrale, affiancata da due piccole ali; un corpo rialzato, prolungamento del palazzo, con particolare pianta a "S" che abbraccia le terrazze del sovrastante parco. Alla costruzione del complesso hanno collaborato architetti di grande fama come Nicolò Bianco e Giacomo Viano. Tra gli artisti della decorazione vanno invece citati il voltrese Giuseppe Canepa, autore delle scene affrescate del Teatro e della Sala delle Conchiglie e il più noto Michele Canzio, architetto e scenografo che rinnova le pitture del corpo principale secondo i dettami del neoclassicismo. I lavori per la "fabrica" del teatro sono datati all'anno 1786, a tre anni di distanza dal matrimonio tra Anton Giulio III Brignole Sale e Anna Pieri. É infatti quest'ultima a volere la costruzione di una struttura scenica privata e pertanto chiama come capo d'opera Gaetano Cantoni, che si ispira per il progetto architettonico a un modello in scala acquistato da Tommasina Balbi Cambiaso. Adattata alle necessità statiche e volumetriche dell’edificio, la sala del teatro in particolare è costituita da un vano stretto e allungato (18x7,5 mt), oggi in grado di ospitare circa cento persone. Autore delle scene affrescate delle pareti é invece il già citato Giuseppe Canepa che imposta una decorazione a sfondato, con architetture illusorie, a tromp l’oeil, aperte su boschi vedute, terrazze, riquadrate da colonne ioniche rastremate. La volta testimonia un

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certo eclettismo; Pietro Boccardo ne attribuisce la paternità a Carlo Alberto Baratta, per il particolare dei putti alati recanti simboli relativi alla schiatta della famiglia e al loro ruolo di politici e mecenati, identici nel disegno, a quelli presenti in Palazzo Rosso, nella camera da letto di Anna Pieri. La decorazione è in linea con lo stile del tempo: soffitto a volute floreali e rosette, concluso da un lanternino forato, progettato dall'architetto Andrea Tagliafichi al fine di garantire una migliore acustica. Nelle vele angolari sono presenti invece quattro figure femminili rappresentanti Le Arti: Architettura, che regge il progetto del teatro, Pittura, con la maschera e identificata dalla scritta imitatio e infine Musica e Poesia. Concludono il tutto, quattro cammei cobalto che propongono personaggi della cultura classica, tre dei quali identificati da iscrizioni: Platone, Creso, Enea. Da un documento del 1803, relativo ai mobili presenti in villa, risulta che la sala era provvista di diciassette panche bianche, dotate di schienale nella parte centrale e vi era poi un “palchettone” costituito da dodici sedute “frà grandi e piccole”. Il fondo della sala invece, con soffitto ribassato in forma di esedra con balconata dipinta, probabilmente era destinato ai musici data la menzione nel documento di una “orchestra di legno bianco colorita” e dato il ritrovamento di una struttura lignea, comunicante con le scale di servizio. Sul palco in legno, di pendenza al 7%, mantenuto nelle forme e nei materiali originali, si possono vedere ancora l’antica graticciata, i ballatoi laterali, i rulli per le scene e i mantegni ferma corda mentre è in fase di restauro il carro dei tuoni ed è collocato nel foyer l’originale rullo funzionale ai cambi scena. Ai piedi, una porticina ribassata, consentiva di entrare nella buca del suggeritore. Per quanto invece riguarda l’attività del teatro, i documenti datano al 1786, le rappresentazioni de Le Gelosie Villane di Giuseppe Sarti e del Convito di Cimarosa. Nel 1788 è invece l’allestimento de L’Isola dei Portenti di Giuseppe Isola. Nel 1782, a testimonianza del notevole ruolo della famiglia Brignole Sale, è rappresentata la prima genovese del Saul di Alfieri. Il ritrovamento di registri e copioni, ancora in fase di catalogazione e studio, mostrano un’attività intensa fino alla fine del secolo. Con il passaggio della proprietà al figlio di Anna Pieri, la villa continuerà ad essere sede di spettacoli, concerti, feste oltre che di ospiti illustri e scenario, nel 1832, del matrimonio di Maria Cristina di Savoia e Ferdinando II di Borbone. Tuttavia, dopo la morte di Antonio non si hanno più indicazioni circa un effettivo uso del teatro che però fino al 1888 continuerà a conservare in situ scenografie e fondali, oggi purtroppo perdute. La villa di Voltri assume infatti con la Duchessa di Galliera, Maria Brignole Sale, figlia di Antonio, una funzione diversa; diventa una sorta di luogo simbolo, un pantheon/parco celebrativo del casato, con riguardo anche alla fruizione pubblica, seppure riservata ad alcuni giorni settimanali. È per volontà della Duchessa che tutto il complesso, alla sua morte (1888) passa all’Opera Pia Brignole Sale e poi da questa al Comune di Genova nel 1931. Nel frattempo la villa conosce alterne vicende: ricovero per gli sfollati durante i bombardamenti bellici e poi, dopo il conflitto, struttura scolastica con un uso del teatro come spazio per recite, lezioni di canto e musica. A causa di danni

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strutturali e per intervenute norme di sicurezza e adeguamento, la sala diventa inagibile così da rendere urgente la necessità di un restauro che avviato nel 2007 per iniziativa del Comune, dell’Opera Pia Brignole Sale, della Compagnia San Paolo, della Regione Liguria e della Soprintendenza, ha permesso il recupero dell’antica struttura. Bibliografia: AA. VV., Voltri: Villa Duchessa di Galliera, a cura di Bruno Ciliento, Sagep, Genova, 1979 AA. VV., Catalogo delle Ville genovesi, ristampa dell’edizione del 1967, Associazione Italia Nostra, Borgo San Dalmazzo, s. d. (ma 1980), pp. 285-291 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 93-139 G. Assereto, I patrimoni delle famiglie Brignole Sale e De Ferrari tra la fine del Settecento e la Restaurazione, in L. Saginati, I Duchi di Galliera, alta finanza, arte, filantropia tra Genova e l'Europa nell'Ottocento Marinetti, Genova, 1993 C. Bertieri, Genova, Voce in Enciclopedia dello Spettacolo, Le Maschere, Roma, 1958, col. 1048 P. Boccardo, Anton Giulio e Anna Brignole Sale, Gaetano Cantoni e Carlo Baratta nel teatro della Villa di Voltri, in M. Frulio (a cura di), Villa Duchessa di Galliera, tra principesche sale e giardini di fama europea, Sistema Paesaggio, Genova, 2011 M. Bottaro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1982, vol. I, pp. 57-58 G. B. Cabella, Pagine Voltresi. Contributo per la storia medioevale e contemporanea, Tipografia della Gioventù, Genova, 1908 G. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, G. Maspero, Torino, vol. XXVI, 1854, p. 60 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 C. Dall'Orto, Voltri: antologia di cose, fatti e personaggi, 2 voll., Tipolitografia Opera SS. Vergine di Pompei, Genova, 1967 S. De Maestri, Riordino e valorizzazione di documenti sparsi relativi alla famiglia Brignole Sale nel secolo XVIII, Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Genova, A.A. 1993-1994 L. Magnani, Il Tempio di Venere. Giardino e villa nella cultura genovese, Sagep, Genova, 1987, pp. 222-224 M. Frulio, A. Malaspina, Villa Brignole Sale, Duchessa di Galliera: Genova Voltri, Sagep, Genova, 2006 M. Frulio, Maria Brignole Sale, storia e progetti di una Duchessa, Associazione Amici della Villa Duchessa di Galliera, Genova, 2007 P. Frulio, Delle lettere e delle carte presenti nell’Archivio dell’Istituto S.

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successivo trasformano profondamente la villa. Come registrano i documenti, l’attività spettacolare è intensa dal 1788 fino al primo decennio del secolo alternata a feste, veglioni, ricevimenti, quest’ultimi registrati fino al 1863, anno della morte di Antonio Brignole Sale. In realtà alcuni spettacoli rappresentanti nel complesso possono essere datati anche a un periodo precedente, legati in particolare alla figura di Barbaretta Durazzo, moglie di Giacomo Brignole. È attraverso una Durazzo che la passione per le scene giunge nella villa di Voltri, attraverso una donna che svolge un ruolo fondamentale nel teatro settecentesco del tempo in qualità di proprietaria di tre teatri pubblici genovesi il Falcone, il Sant’Agostino e il Vigne. Un legame che si mantiene nel tempo. Non a caso, Carlo Alberto Baratta è anche scenografo e pittore dell’Impresa dei Teatri e del Sant’Agostino, per il quale disegna scene per la stagione del 1786. I legami tra quest’ultimo e il teatrino privato, probabilmente favoriti sempre dai Durazzo, riguardano anche la realizzazione dei meccanismi di scena, opera di Giovanni Battista Tagliafichi, capo macchinista del Sant’Agostino. Ubicazione: Vico Nicolò da Corte 2, Genova Attività: dal 1786 fino al 1863 con alterne vicende Dati tecnici: sala rettangolare di 18x7,5 mt Architetti: la progettazione originaria é di Gaetano Cantoni mentre il restauro del 2004 é stato affidato alla ditta Co.Art di Marialuisa Carlini e Stefano Meriana e ai progettisti arch. Luca Patrone, ing. Giovanni Battista Gaggero, ing. Andrea Pezza Data inaugurazione teatro: maggio 1786 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 2004-2007: il teatro ha subìto un lungo periodo di incuria che lo ha visto

relegato a palestra e a deposito. Inoltre, abbandonata la funzione originaria, gli interventi di manutenzione praticati nel tempo, sono stati condotti senza una logica conservativa, di fatto non tenendo in conto le qualità artistiche del manufatto. Nel recupero della struttura, si è dunque proceduto tenendo a mente il versate storico-culturale dell'opera, intervenendo nella rimozione delle cause di degrado e lavorando sul ripristino delle parti dipinte. Tra le problematiche più evidenti si è registrato: uno spesso deposito di polvere su tutta la superficie pittorica con colore che tendeva a staccarsi e disgregarsi. La volta era attraversata da profonde crepe, provocate da movimenti strutturali; porzioni di pareti erano state grossolanamente stuccate e scialbate e nascondevano profonde crenature. Infine l'umidità filtrata dalla parete Nord generava formazione di sali sulle pitture. Nel restauro si è proceduto con la pulitura delle superfici dipinte, la rimozione dei sali e, nelle emergenze mancanti, si è intervenuti con colori in sottotono, evitando in generale la ripresa di particolari, in modo da rendere

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riconoscibile l'intervento. Si è poi intervenuti nella rimozione delle stuccature e delle scialbature e si sono tamponate le crepe, dovute a sollecitazioni strutturali. I lavori di restauro della ditta Co. Art. hanno riguardato soprattutto le seguenti parti: soffitto (interventi sulle bucature presenti negli angoli ribassati della finta esedra e in corrispondenza del lanternino centrale e rimozione di ritocchi e stuccature non originali. Si é intervenuti, in specifico, con estrazione dei sali solubili presenti sulla superficie mediante applicazione di carta assorbente; consolidamento degli intonaci in corrispondenze delle crepe con iniezioni localizzate di malta premiscelata a basso peso specifico per ristabilire piccoli problemi di adesione tra l'intonaco e il canniccio; rimozione dei vecchi ritocchi a tempera con solventi a miscela di sali inorganici in sospensione; rimozione meccanica delle stuccature non idonee, per morfologia o per composizione, alla superficie del dipinto; stuccatura, a livello delle lacune di intonaco, con malte a base di calce, sabbia e polvere di marmo; ripresa pittorica per velature delle lacune stuccate a livello, con ricostruzione mimetica delle decorazioni ripetitive semplici, quali ripartizioni architettoniche e decorazioni lineari, con riporto del disegno preparatorio; consolidamento del supporto e trattamento preventivo antitarlo a pennello dei sei rosoni lignei inseriti nel laternino); cornicione a demarcazione della divisione tra soffitto e pareti (degradato per la formazione di efflorescenze saline, ha visto un trattamento di estrazione di sali solubili; pulitura con spugne Wishab e gomme per la rimozione di polvere aderente parzialmente al colore; eliminazione dei vecchi ritocchi a tempera; ristabilimento della coesione della pellicola pittorica mediante applicazione a pennello di resina acrilica Primal E330; stuccatura a livello delle lacune di intonaco; ripresa pittorica a velature con colori a tempera e acquerelli delle stuccature e delle abrasioni di pellicola pittorica con ricostruzione mimetica delle decorazioni ripetitive); pareti (le infiltrazioni di umidità hanno determinato la perdita di circa il 50% della pellicola pittorica e dell'intonaco con la conseguenza di rendere illeggibili ampie porzioni dipinte come la quadratura di collegamento del palcoscenico; si é intervenuti con pulitura con acqua distillata e applicazione di materiale assorbente; estrazione dei sali solubili; ristabilimento dell'adesione tra gli strati di intonaco costituenti il supporto dell'affresco; ristabilimento della coesione degli intonaci disgregati in prossimità delle lacune di intonaco mediante applicazione a pennello di soluzione acquosa satura di idrato di calcio; ristabilimento dell'adesione/coesione della pellicola pittorica mediante applicazione di idrato di bario e resina acrilica Primal; rimozione della pittura acrilica e della scialbatira delle tre pareti dell'esedra mediante mezzi meccanici quali bisturi, microfrese e microsabbiatrici; rimozione del pannello di compensato della parete Nord dell'esedra per recuperare l'originale vano settecentesco; rimozione della pittura acrilica ed eventuale ritinteggiatura della parete

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sotto il palco; rimozione meccanica delle crene e delle stuccature eseguite durante i precedenti interventi di manutenzione; rimozione dei tasselli in legno e degli elementi metallici non idonei; trattamento per l'arresto dell'ossidazione degli elementi metallici originali; ricostruzione delle parti mancanti del modellato in stucco e di due capitelli della parete Nord con malta lavorata sul posto; stuccatura a livello delle lacune di intonaco; reintegrazione a tratteggio delle lacune stuccate a livello e delle abrasioni di pellicola pittorica con colori ad acquarello; ripresa pittorica per velature, a tempera o acquarello, delle abrasioni di pellicola pittorica sul l'intonaco originale, con ricostruzione mimetica delle decorazioni ripetitive semplici; ripresa pittorica ex novo, con colori a tempera o a calce, delle grosse stuccature a livello, con ricostruzione mimetica delle decorazioni ripetitive semplici quali ripartizioni architettoniche, decorazioni lineari o complesse come decorazioni floreali e tendaggi qualora siano presenti modelli analoghi in altre parti della decorazione; tinteggiatura della parete sotto il palco (escluso il ripristino dello sportello in legno per l'accesso al sottopalco); decorazione ex novo delle due porte allargate per rendere le vie di accesso al teatro conformi alle vigenti norme di sicurezza, riproponendo la decorazione originale a persiana semiaperta e la ringhiera). Oltre agli interventi sugli affreschi, ci sono state alcune migliorie di tipo tecnico-normativo. In particolare, per implementare le vie di uscita, sono state costruite una scalinata esterna e una piattaforma elevatrice per disabili, quest'ultima situata ai lati dello scalone laterale di ingresso e strutturata in un corpo vetrato. La scalinata invece é stata realizzata in muratura, con parapetto pieno su entrambi i lati, piana di marmo bianco di Carrara e ardesia, con pedate della stessa finitura. Tutte le parti a vista in muratura dello scalone sono state opportunamente intonacate, finite in arenino e tinteggiate con pittura di colore giallo ai silicati, a ripresa del colore utilizzato nelle cornici delle finestre del prospetto. Si é poi proceduto con un allargamento del corridoio relativo alle due uscite di sicurezza per una misura di 1,20 mt, eliminando alcune intercapedini esistenti nonché é stato eseguito un allargamento di due porte che dall'interno del teatro confluivano nel corridoio di piano. Le stesse sono state portate a una luce netta di 90 cm e sono state dotate di maniglione antipanico. Infine sono stati sostituiti i vecchi corpi illuminanti del teatro (neon ancorati a catene strutturali) e si é messo a norma l'impianto elettrico con canalette in rame create all'esterno, al fine di evitare il danneggiamento degli affreschi e degli stucchi. Nel dicembre 2009, su progetto dell'architetto Nella Cevasco, sono stati eseguiti ulteriori interventi di manutenzione straordinaria e di nuova accessibilità che hanno determinato: l'inserimento di tre nuove capriate a ulteriore supporto statico dell'orditura delle travi principali del tetto, per conferire, in caso di incendio, una maggior resistenza al fuoco; un rinforzo del solaio-terrazzo; il consolidamento di 17 nodi strutturali che

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presentavano cedimenti e distacchi degli elementi lignei; un rinforzo dell'impalcato del palcoscenico, inserendo in adiacenza all'intradosso, un sistema di puntellamento, formato da nuovi travetti di supporto; un ampliamento dei varchi di porta di accesso al teatrino; negli spogliatoi degli artisti sono stati inseriti un blocco di servizi igienici comprensivo di docce; l'uscita di sicurezza é stata spostata in quanto la differenza di quote tra interno ed esterno non consentiva un agevole esodo: la nuova soluzione ha comportato la realizzazione di una passerella di collegamento metallica atta a mettere in comunicazione il retrostante terrazzo (luogo dinamico sicuro) e gli spogliatoi attraverso un'esistente portafinestra.

Variazioni apportate alla struttura: 2004-2007: non si rilevano interventi di modifica strutturale relativi al corpo

originale dell'edificio Documenti Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: BS, Libro dei conti n. 63, Gio Francesco Brignole Sale, c. 215 Data documento: 1656-1675 Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: BS, Libro dei conti n. 81-82, Antonio figlio Brignole Data documento: 1698-1710 Notizie storiche: Le carte riferiscono le spese per le muraglie poste davanti al palazzo, per il legname, per le maestranze Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: BS, Notaio Nicolò Gambino Data documento: 14 aprile 1780 Notizie storiche: I documenti riguardano le vicende legate ai passaggi di eredità della villa e dei relativi acquisti da parte di Anton Giulio III Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: BS, Libri di Cassa, di aprile 1800 a tutto dicembre 1807, c. 111 e BS, Voltri, Scatola 66 Data documento: 1800-1807 Notizie storiche: Le carte riguardano lo stato di avanzamento dei lavori nel palazzo e nel parco di Voltri con lettere di Andrea Tagliafico ad Anna Pieri

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Fonte: Archivio Storico del Comune di Genova (ASCG) Titolo del fascicolo/tipologia: BS, Lettere inedite di Maraia Teresa d’Asburgo Toscana ad Artemisia Negrone, moglie di Antonio Brignole Sale Data documento: 1800-1807 Notizie storiche: Lettere in fase di catalogazione ritrovate nel 2010 nell’Archivio Opera Pia Brignole Sale in Voltri Fonte: Archivio Opera Pia Brignole Sale in Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Carte e documenti inerenti il teatro di Voltri sito nella Villa Data documento: scatola di cartone s. d. Corpus di 4618 documenti, avvisi, lettere, carte (in fase di catalogazione) Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri - Ministero dell'Educazione Nazionale. Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela Data documento: 23 giugno 1923 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo e planimetria catastale. Da notare che il vincolo é sulla villa e non sulla sola sala da teatro) Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00109905 (la scheda é relativa alla villa nel suo insieme) Data documento: 1993 Notizie storiche: compilatore C. Wurtz Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del teatrino storico di Villa Duchessa di Galliera a Genova Voltri con interventi di manutenzione straordinaria e nuova accessibilità ai disabili Data documento: 22 marzo 2006 Notizie: Relazione specialistica relativa al restauro degli affreschi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del teatrino storico di Villa Duchessa di Galliera a Genova Voltri con interventi di manutenzione straordinaria e nuova

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accessibilità ai disabili Data documento: 22 marzo 2006 Notizie: Progetto preliminare; stato attuale - pianta piano terra; progetto piano terra; stato attuale, progetto, raffronto, stralcio, pianta piano secondo Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del teatrino storico di Villa Duchessa di Galliera a Genova Voltri con interventi di manutenzione straordinaria e nuova accessibilità ai disabili Data documento: 8 novembre 2006 Notizie: Relazione storico-architettonica/ relazione tecnica-illustrativa Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Scheda per la presentazione della richiesta di autorizzazione paesaggistica per le opere oggetto di intervento Data documento: 26 gennaio 2007 Notizie: La pratica é collegata al fascicolo "Restauro del teatrino storico di Villa Duchessa di Galliera a Genova Voltri con interventi di manutenzione straordinaria e nuova accessibilità ai disabili" Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Villa Duchessa di Galliera, Voltri Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro del teatrino storico di Villa Duchessa di Galliera a Genova Voltri con interventi di manutenzione straordinaria e nuova accessibilità ai disabili, planimetrie varie e prospetti (variante 2) Data documento: 11 gennaio 2010 Notizie: Relazione illustrativa relativa alla realizzazione di nuove opere quali inserimento di capriate di rinforzo, costruzione di passerella metallica, costruzione di servizi igienici nei vani destinati agli artisti Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La sala privata è realizzata nel 1786 su progetto di Gaetano Cantoni per volere di Anna Pieri, moglie di Antonio Giulio III Brignole Sale Proprietà attuale: Comune di Genova Gestione Tipo di gestione: Teatro Cargo

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Vincoli e tutela Notifica: 23 giugno 1923, vincolato ai sensi dell'art. 5 della L. 364/1909 Tipologia Tipologia prevalente: sala privata interna, situata nell’ala bassa dell’edificio che si protende a lato della villa verso levante, a contatto diretto con il grande parco Stile architettonico prevalente: l’edificio, diviso in due ali, collegate da un corpo ribassato che presenta come copertura una grande terrazza, è punto terminale di un complesso progetto che modifica nel 1803, su indicazione dell’architetto Andrea Tagliafichi, la preesistente struttura. Le forme attuali sono aderenti al gusto architettonico ottocentesco caratterizzato da volumi definiti e armonici e prospetto esterno in severe linee neoclassiche. Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro (anni Ottanta del XVIII secolo). Alle pareti abbiamo stilemi neoclassici in stucco dipinto e dorato e scene affrescate, riquadrate da lesene ioniche rastremate, impostate su alto basamento, concluse in alto da cornici a fogliame. La volta di Baratta presenta invece stilemi espressivi riferibili all’ambito settecentesco genovese, in particolare le Arti sono chiaramente ispirate ai bozzetti di Paolo Gerolamo Piola, conservati oggi nella galleria di Palazzo Bianco. Struttura di base della pianta della cavea: sala rettangolare con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 15,04 mt (lunghezza) x 7,42 mt (larghezza) Palcoscenico (boccascena): 6,50 mt (larghezza) Palcoscenico (sipario): apertura all’italiana, manuale, in velluto, con tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): non c'è proscenio; palcoscenico: 7,42 mt (larghezza) x 7,8 mt (profondità) con declivio 7% Graticciata o soffitta: praticabile, presente ancora l’antica graticcia in legno, i ballatoi laterali, i rulli per le scene e i mantegni ferma corda. Dotazioni fisse di palcoscenico: diffusori audio posti a piano palcoscenico: casse a cluster n. 2; SUBB sottopalco n. 1, mixer 12 canali; Fondale nero, n. 6 quinte, n. 3 arlecchini; cabina di regia mobile in fondo alla sala Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco; n. 8 PC 500, n. 2 sagomatori, 1 Dimmer, consolle 12 canali; per la sala 2 Domino 1000W Impianto di sicurezza: uscita di sicurezza con apertura a spinta, parete destra, lato Est Servizi igienici (zona del retropalco): n. 2 servizi igienici con lavandino e docce Camerini e spogliatoi: presenti n. 2 camerini, dietro al palcoscenico

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Servizi Piccolo foyer di ingresso Atrio di ingresso con reception Toilettes per uomini e donne situati sul fianco sinistro della platea, lato Nord-Est Piccolo deposito nel sottopalco accessibile da una particina lignea situata sul fronte del palco Materiali Opere di finitura: restauro conservativo delle decorazioni a stucco e in pittura e delle scene affrescate; pavimenti in marmo, mantenuti nella loro tipologia originale Strutture orizzontali: travature in legno con volte in canniccio con intonato Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra Sedili: sedute mobili allocate in funzione degli specifici eventi Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Genova e delle riviere di Ponente Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting, conferenze Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale ad opera del Teatro Cargo

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TEATRO CARLO FELICE

(schedatore: C. Luminati)

Ubicazione:

Passo Eugenio Montale, 4 16123

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo con cinque ordini di palchi

Uso attuale:

funzionante

Dati tecnici:

Auditorium: 200 posti

Sala: 1399 posti in platea, 504 in galleria, 76 nei palchi e 21 nei balconi per

un totale di 2000 posti

Il teatro Carlo felice come appare oggi è il frutto del progetto di un team di

architetti, coordinati da Aldo Rossi, che negli anni 90 ebbe l’incarico di

ricostruire l’edificio sulle rovine del vecchio teatro dell’opera comunale,

andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. La squadra di progettisti

prese spunto da una serie di progetti presentati nel corso degli anni, in

particolare da Paolo Chessa e da Carlo Scarpa, che prevedevano la

realizzazione di una piazza coperta di quattrocento mq di superficie, dove il

teatro fosse il collegamento ideale tra Galleria Mazzini e piazza De Ferrari.

Nel progetto finale venne quindi realizzata una piazza che funge da foyer

all'aperto dove le pareti sono rivestite con lastre di pietra e sono arricchite da

colonne e travature in metallo.

Sono due le esigenze che gli architetti hanno voluto tenere presenti, anche

perché fortemente richieste dall’amministrazione, nella realizzazione del

nuovo teatro Carlo Felice: anzitutto la necessità di ricostruirlo esattamente

dov'era e in secondo luogo il voler dotare la nuova struttura della più

avanzata tecnologia. Da quest'ultima necessità nasce l'imponente torre

scenica alta circa 63 metri.

Del vecchio teatro progettato dal Barabino rimangono le colonne, il pronao,

l'iscrizione latina e il terrazzo che si affaccia su via XXV Aprile al quale si

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accede da uno dei foyer; la struttura odierna è molto compatta e geometrica,

la torre scenica è un parallelepipedo sviluppato in altezza molto lineare,

adornato soltanto da un cornicione. La platea, i foyer e i servizi per il pubblico

sono contenuti in un parallelepipedo più piccolo, sul quale hanno rilievo il

pronao e il portico.

Quanto alla costruzione del nuovo teatro sono stati usati per gli esterni la

pietra, l'intonaco e il ferro, per gli interni il marmo e il legno. Si tratta di

materiale duraturo che suggerisce un'immagine di eternità, di sicurezza e

sopravvivenza dell'edificio nel tempo.

Dalla piazza coperta, scendendo una scalinata, si entra nell’auditorium

Montale, una sala capace di circa duecento posti. Fornita di un piccolo

palcoscenico e indipendente dal resto del teatro, dove vengono ospitati

convegni, conferenze e incontri musicali.

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Dati Storici

Situazione iniziale

Già nel 1799 venne presentato all’amministrazione cittadina un progetto di

Andrea Tagliafichi che prevedeva la realizzazione di una struttura a palchetti

nell’ex chiesa di S.Domenico, divenuta magazzino militare e poi abbattuta nel

1821, questo per adempiere alla necessità di un teatro nel centro della città.

Non tenuto conto del primo progetto presentato, nel 1824 viene costituita

“l'Eccellentissima Direzione dei Teatri” che dispose il finanziamento della

costruzione del teatro con la vendita dei palchi; l’anno successivo Carlo

Barabino, affiancato inizialmente da Luigi Canonica, propose una sala ellittica

alla quale venne poi preferita una pianta a ferro di cavallo. Con una insolita

gestione mista, il Carlo Felice, voluto dal governo ma realizzato grazie al

contributo dei palchettisti, venne inaugurato nel 1828, pur privo di parte della

decorazione esterna. Da subito, l’attività venne uniformata alle consuetudini

dei maggiori teatri italiani ma, per la difficile situazione economica, il rilievo

della programmazione fu scarso e gli impresari non riescirono a sostenere,

con l’eccezione di Francesco Sanguineti e Luigi Piontelli, più di un paio di

stagioni. Il pubblico, tuttavia, acquistò la fama di essere particolarmente

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esigente: prima con Rossini poi con Verdi, l'opera lirica fu lo spettacolo di

maggior richiamo e tutte le classi sociali parteciparono ripartendosi i posti con

criteri prestabiliti. Alla lirica e al balletto si affiancò, nella seconda metà

dell’Ottocento, la prosa.

Durante la seconda guerra mondiale Genova venne colpita da pesanti

bombardamenti che danneggiarono e poi incendiarono anche il teatro

cittadino in due occasioni il 7 novembre 1942 e il l’8 agosto 1943.

Nel corso dei successivi quarant’anni una programmazione di elevata qualità

continuò a proporre - inizialmente nel vecchio teatro bombardato e dal 1963

presso il Politeama Margherita - prime assolute, appuntamenti di rilievo e

grandi artisti fra cui Maria Callas, Renata Tebaldi e Mario Del Monaco. Ad

essa si contrappose un iter per la ricostruzione particolarmente farraginoso e

controverso.

Il vecchio edifico di gusto neoclassico, presentava un colonnato marmoreo in

stile dorico, un pronao sovrastato da una imponente scultura di Giuseppe

Gaggini e un’ampia terrazza. Dalle tre porte, ornate di bassorilievi, si

accedeva al vestibolo, alla galleria, a due grandi sale e al salone centrale

elegantemente arredato e decorato. La sala, considerata una delle migliori

del tempo per la risposta acustica, era circondata da cinque ordini di palchi.

Nel corso dell’Ottocento la struttura fu soggetta a numerosi interventi estetici

e funzionali, fra cui l’illuminazione a gas e poi a corrente elettrica.

Ubicazione: Passo Eugenio Montale, 4, Genova

Attività: Dal 1828 al 1943 e a seguito del restauro dal 1991 ad oggi.

Dati tecnici: Originariamente il teatro del Barabino presentava una pianta a

ferro di Cavallo con cinque ordini di palchi, nella ristrutturazione avvenuta alla

fine del XX secolo la sala si presenta rettangolare con due balconate.

Architetti: Il primo progetto venne portato avanti da Nicolò Barabino con

l’aiuto del ticinese Luigi Canonica. Il concorso per la ristrutturazione del

Teatro Comunale dell’Opera venne vinto nel 1984 e fu vinto dalla ditta Mario

Valle s.p.a. di Arenzano, con il progetto degli architetti Aldo Rossi, Ignazio

Gardella, Fabio Reinhart.

Data Inaugurazione teatro: 7 aprile 1828 e 18 ottobre 1991

Ristrutturazioni successive

Ristrutturazioni e restauri:

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Quando presentava ancora la sua struttura originale il Teatro del Barabino fu

sottoposto a numerosi interventi di restauro e di ammodernamento. Tra

questi ammodernamenti nel 1853 arrivò l’illuminazione a gas e in

quell’occasione venne realizzato un apposito lampadario in bronzo dorato;

nel 1892, in occasioni delle Colombiane, il teatro venne dotato di corrente

elettrica e un ventennio dopo, nel 1912, venne istallato un sipario metallico

comandato da un argano idraulico. Per quanto riguarda la struttura e le

decorazioni, tra il 1859 e il 1860 il Barabino realizzò dei nuovi affreschi , in

particolare sui palchi e il pavimento di atrio e parte dei corridoi fu piastrellato

con lastre di marmo. Oltre alla corrente elettrica nel 1892 si apportarono

importanti opere di ristrutturazione all’edificio, completando in realtà quello

che non si era portato a termine in occasione dell’inaugurazione del Teatro:

vennero sostituite a colonne e lesene di gesso copie in marmo, alcuni

affreschi danneggiati vennero eliminati a favore di opere pittoriche di

importanti artisti come Luigi Gainotti, allievo del Barabino stesso e otto

giovani artisti genovesi furono incaricati di realizzare altrettante statue

raffiguranti le più importanti opere liriche dei maestri italiani da collocare in

nicchie presenti sulle pareti. L’ultimo restauro alla vecchia struttura venne

eseguito nel 1934 quando si decise di eliminare una fila di palchi e

trasformare questo spazio in un balconata e di sostituire le travature in legno

del palcoscenico e della buca orchestrale con il cemento armato.

Subito dopo la guerra, furono incaricati dei restauri del teatro Paolo Antonio

Chessa, poi in contenzioso con il Comune, e Carlo Scarpa, obbligato a

rivedere il progetto per adattarlo alle mutevoli esigenze della committenza.

Dopo diatribe pubbliche di varia natura, si preferì, infine, la ricostruzione nella

medesima area, con il recupero di alcuni elementi delle precedenti

progettazioni. Gli architetti Ignazio Gardella, Fabio Reinhart, Aldo Rossi e

Angelo Sibilla portarono l’opera a compimento verticalizzando gli spazi con lo

sviluppo di un’imponente torre scenica e dotando il teatro della più avanzata

tecnologia. Il progetto, inoltre, inglobava la terrazza e i volumi residui del

Barabino in una struttura geometrica, appena mossa dalle sporgenze del

pronao e del portico. Dalla piazza coperta si accedeva all’atrio e al foyer

principale, decorato con opere di Raimondo Sirotti e Aurelio Caminati. Infatti,

a seguito di un concorso bandito dal comune per la realizzazione delle opere

d’arte da collocarsi nel teatro, Sirotti vinse la parte dedicata ai due arazzi da

posizionare nel foyer principale, per i quali l’artista decise di ispirarsi a opere

di Bernardo Strozzi e del Grecchetto, e Caminati realizzò i due affreschi del

foyer centrale raffiguranti alcuni episodi della storia genovese. Inoltre al

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Nuovo teatro venne donata dai padri Domenicani la statua di San Domenico

una volta posizionata dell’ex convento che sorgeva al posto del teatro. Nella

sala fu ricreata l’immagine di una piazza genovese con balconi laterali e

finestre con persiane e anche il sipario fu il frutto del concorso per le opere

d’arte proposto dal Comune di Genova, dove risultò vincitore Luigi Ceccarelli

in arte Nerone che realizzò un’opera intitolata “Viva Schoenberg”.

Tecnicamente imponente, il teatro è ad oggi dotato di quattro palcoscenici

mobili; il principale è modulato a scacchiera in venticinque elementi

singolarmente innalzabili e inclinabili, mentre dal sottopalco sotterraneo le

scene, montate e stoccate, sono agevolmente innalzabili al livello scenico.

Documenti

• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo

Amministrazione Municipale – Scatola 39/1 e SS Anno 1910-1949

Titolo del fascicolo/tipologia: Contratti, appalti e varie relative al Carlo Felice

Data documento: 1910-1949

Notizie Storiche: Miscellanea relativa a diversi argomenti legati al teatro

• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo

Amministrazione Municipale – Scatola 38/1 e SS Anno 1910-1949

Titolo del fascicolo/tipologia: Contratti, appalti e varie relative al Carlo Felice

Data documento: 1910-1949

Notizie Storiche: Miscellanea relativa a diversi argomenti legati al teatro tra

cui controversie giuridiche

• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo

Amministrazione Municipale – Scatola 90/7 E, cat. 11, n. 1062 anno 1911-

1933

Titolo del fascicolo/tipologia: Rapporto sulla mostra di floricultura tenutasi

presso il teatro 1911

Data documento: 1911-1933

Notizie Storiche: Rapporto sulla mostra di floricultura tenutasi presso il teatro

1911

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Rapporto sulla mostra di floricultura tenutasi presso il teatro 1911 Rapporto

sulla mostra di floricultura tenutasi presso il teatro 1911

• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo Integrazione

amministrazione comunale sec. XX – Anno 1885/1954

Titolo del fascicolo/tipologia: Varie amministrazione orchestra e personale

Data documento: 1885/1954

Notizie Storiche:

Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo Integrazione

amministrazione e municipale 1275 (227) fasc. 113/128

Titolo del fascicolo/tipologia: Consegna dei palchi e cause relative

Data documento: 1885/1954

Notizie Storiche: Suddivisione dei palchi del Teatro dell’opera

Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – Fondo Integrazione

amministrazione e municipale 1275 (227) fasc. 196/236

Titolo del fascicolo/tipologia: Concorso per la fondazione di una bottega al

Carlo Felice

Data documento: 1885/1954

Notizie Storiche:

Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – FONDO

AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 672 ANNO 1855

Titolo del fascicolo/tipologia: Restauri sipario

Data documento: 1855

Notizie Storiche:

• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – FONDO

AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 242bis 976-977 ANNO 1857

Titolo del fascicolo/tipologia: Riparazioni ordinarie del teatro

Data documento: 1857

Notizie Storiche:

Page 166: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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• Fonte: Archivio storico del Comune di Genova – FONDO

AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 246 ANNO 1858

Titolo del fascicolo/tipologia: Collocazione orologio esterno, segreteria

Data documento: 1858

Notizie Storiche:

Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto per la ricostruzione del Teatro Carlo

Felice di Genova. Relazione tecnica

Data documento: novembre 1946

Notizie Storiche: il documenti presenta una proposta di progetto per il

recupero per il teatro dell’opera Comunale. Vengono elencati gli elementi da

conservare e ciò da eliminare e il documento si completa con il quadro

economico generale

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Carlo Felice di Genova. Relazione

tecnica

Data documento: novembre 1946

Notizie storiche: Bando di concorso per il restauro del Carlo felice a seguito di

numerose polemiche nate a causa del rudere dell’ex teatro dell’opera.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Page 167: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto esecutivo del Teatro Carlo Felice di

Genova. Versione stenografica riveduta. Seduta commissione edilizia del 26

giugno 1953

Data documento: Giugno 1953

Notizie storiche: Seduta della commissione edilizia del comune di Genova

circa la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice danneggiato da attacco aereo

durante il secondo conflitto mondiale.

Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Costruzione del nuovo teatro comunale

dell’Opera Carlo Felice. Relazione tecnica a cura di “Comune di Genova.

Ripartizione Edilizia Pubblica

Data documento: 3 Giugno 1970; protocollata il 10 maggio 1971 N. prot. 3920

Notizie storiche: il fascicolo presenta una proposta di restauro per il teatro

dell’opera Comunale. Vengono elencati gli elementi da conservare e ciò da

eliminare e il documento si completa con il quadro economico generale

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Piazza DeFerrari – progetto per la ricostruzione

del Teatro Comunale dell’Opera “Carlo felice”.

Data documento: 20/06/1985

Notizie storiche: Trasmissione al Ministero dei Beni culturali e ambientali del

progetto Rossi, Gardella per la ricostruzione del teatro comunale

Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Page 168: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Titolo del fascicolo/tipologia: ricostruzione teatro comunale dell’Opera di

Genova – Opere d’arte

Data documento: 8/02/1988; protocollata il 10/02/1988 N. prot. 24

Notizie storiche: relazione relativa alle proposte di sistemazione delle opere

d’arte da collocarsi nell’ambito del Teatro dell’opera in corso di costruzione.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: ricostruzione teatro comunale dell’Opera di

Genova – Opere d’arte

Data documento: 11/03/1988; protocollata il 17/03/1988

Notizie storiche: ringraziamenti del vice sindaco Fabio Morchio circa la

donazione della statua di San Domenico al nuovo teatro da parte dei Padri

Domenicani

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Lettera d’invito

Data documento: 28/03/1988; protocollata il 31/03/1988

Notizie storiche: Lettera d’invito del vice sindaco Fabio Morchio al

soprintendente Semino per l’illustrazione alla stampa dei lavori portati avanti

in un anno nel Nuovo Teatro

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: ricostruzione teatro comunale dell’Opera di

Genova – Opere d’arte

Page 169: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Data documento: 18/04/1988; protocollata il 20/04/1988

Notizie storiche: Descrizione del bando di concorso per le opere d’arte da

collocarsi all’interno del nuovo Teatro Carlo Felice

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Genova Portoria - Teatro Comunale dell’Opera

“Carlo Felice”

Data documento: 02/10/1990

Notizie storiche: Documenta che le parti superstiti risalenti all’originale Teatro

del Barabino sono sottoposte alle disposizioni di tutela della legge 01/06/1939

n. 1089

Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: scheda di catalogo

Data documento: 1993

Notizie storiche: Scheda di catalogo 07/00108741

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione I. Appalto concorso per la

ristrutturazione del teatro Comunale dell’Opera.

Data documento: 26 aprile 1993

Notizie storiche: Relazione del progetto eseguito da Valle SRL vincitore del

concorso indetto per la ristrutturazione del teatro Carlo Felice: composta da

Soluzione Proposta; Cenni storici; Relazione urbanistica; Relazione

architettonica funzionale; relazione strutturale; planimetrie.

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• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro Carlo Felice – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Denuncia di inizio attività

Data documento: luglio 2008

Notizie storiche: Lavori di adattamento dei locali siti in Via Galleria Cardinale

Siri 2, già adibiti ad uso bar, al fine di collocarvi la nuova biglietteria diurna.

Proprietà passata e attuale

Committenti o promotori della fondazione del teatro: Il 24 dicembre 1824

venne costituita L’eccellentissima Direzione dei teatri Presieduta dal

marchese Ettore Veuillet D’Yenne de la Saunière, governatore della città di

Genova e composta da ventisei membri tra cui i sindaci Antoino Brignole Sale

e Luigi Morro. Per questa situazione, sin dall’inizio il Carlo Felice si configurò

con una gestione mista pubblico/privata. Infatti, il maggior contributo per

l’edificazione del teatro venne versato dai palchettisti, così come richiesto dal

governo.

Proprietà Attuale: Comune di Genova

Gestione

Tipo di Gestione: Teatro Carlo Felice Fondazione

Vincoli e tutela

Notifica: le parti superstiti risalenti all’originale Teatro del Barabino sono

sottoposte alle disposizioni di tutela della legge 01/06/1939 n. 1089

Tipologia

Tipologia prevalente: edificio proprio

Stile architettonico prevalente: Le parti restanti dell’edificio progettato da

Barabino sono neoclassiche oggi unite a uno schema più moderno e

geometrico pensato come collante tra gli elementi antichi e quelli di nuova

realizzazione dagli architetti che hanno portato avanti il progetto di restauro

del distrutto Teatro dell’opera Comunale.

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Stile prevalente nelle decorazioni: le nuove decorazioni sono state studiate

molto attentamente sia dai progettisti che dalla giunta comunale che ha

bandito due bandi di concorso per la realizzazione di opere d’arte da

collocarsi all’interno del teatro. Gli artisti che hanno realizzato arazzi,

affreschi, statue e sipario hanno voluto rendere omaggio alla tradizione

culturale e storica genovese.

Struttura di base della pianta della cavea: Sala rettangolare con due

balconate

Stato di Conservazione: Ottimo

Impianti

Platea: La platea e la galleria hanno una superfice di circa 1500 mq. La

platea è composta da 32 file di poltrone, mentre la galleria è composta da 8

file di poltrone.

Plachi: sono presenti otto palchi e due balconate

Palcoscenico (Boccascena): dista dalla platea circa 44 metri

Palcoscenico (Sipario): Sipario Tagliafuoco decorato da Luigi Ceccarelli detto

Nerone

Palcoscenico (Proscenio): Il palcoscenico ha una superficie di 565 mq,

larghezza 20 metri e profondità di 15. È dotato di un piano mobile a

scacchiera con possibilità di inclinazione. In realtà, il Carlo Felice è dotato di

quattro palcoscenici: quello principale, un dorsale alle spalle del primo e due

inferiori affiancati.

Impianto di sicurezza: a norma

Servizi

Impianto di aria condizionata

Impianto di amplificazione

Predisposizione per impianto di traduzione simultanea

Proiettori per diapositive

Schermi per proiezioni da pc

Video registratori VHS, U-MATIC, BVU, BETA

Radio microfoni

Toilette per i disabili

Servizio guardaroba

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Servizio catering

Materiali

Opera di Finitura: Marmi, ardesie e legno

Strutture orizzontali: Le strutture sono in muratura, pietra, ferro e cemento

armato

Strutture verticali: Le strutture sono in muratura, pietra, ferro,

Tessuti: Velluti come accesso alla platea

Sedili: imbottiti e rivestiti in velluto

Ambiente culturale

Area Culturale: Comune di Genova e aree limitrofo.

Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: Meeting, congressi,

conferenze, manifestazioni.

Genere degli spettacoli: Opere Liriche, Concerti, spettacoli teatrali

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TEATRO DELLA GIOVENTU’

(Schedatore C. Luminati)

Ubicazione:

Via Cesarea, 16, 16121 Genova

Tipologia originaria:

sala con platea

Uso attuale:

funzionante

Dati tecnici:

Sala Gilberto Govi (grande)

Dimensione: palco 8mt X 8mt X 6 mt (LxPxH)

Declivio palcoscenico 2,5 %

Altezza piano palco: 1,60mt

N° 2 soffitti 8mt x 1,10mt

N° 2 mezzi fondali 8mt x 6mt quintatura alla tedesca

N° 1 fondale 8mt x 6mt

Capienza sala 368 posti + 3 posti disabili

Sala Gianni Barabino (piccola)

Dimensione palco 8mt X 3mt X 3,5 mt (LxPxH)

Declivio palcoscenico 0 %

Altezza piano palco 0,36 mt

Capienza sala posti 100 + 3 posti disabili

Il teatro venne costruito dall'architetto Giuseppe Crosa di Vergagni e

ufficialmente inaugurato il 28 ottobre 1930. Inizialmente fu sede dell'Opera

Nazionale Balilla: si trattava di una palestra con un palco sullo sfondo, nata

per ospitare saggi e spettacoli di intrattenimento e per preparare i giovani

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nelle loro attività ricreative e sportive. Dal dopoguerra agli anni settanta, si

svolsero attività occasionali, sia teatrali che di intrattenimento; in epoca

successiva venne invece utilizzato per attività lontane dalla sua funzione: in

definitiva, perduta la destinazione originaria, il locale aveva subito un lento ed

inesorabile degrado.

Nel 2004 in occasione dell'evento Genova capitale europea della cultura, la

Regione Liguria, proprietaria della struttura, decise di porre mano al restauro

e al recupero funzionale del teatro, per restituirlo alla sua destinazione

originaria. Tale recupero ha seguito criteri di risanamento e restauro

conservativo rispettando rigorosamente le dimensioni del palcoscenico che è

stato ripristinato e attrezzato secondo le moderne tecniche sceniche. Il teatro

consta di due sale: la maggiore (situata al livello superiore, capienza 371

posti) è intitolata a Gilberto Govi, la minore (situata al livello inferiore,

capienza 103 posti) a Gianni Barabino. La sala Govi è stata schermata

acusticamente utilizzando tecnologie avanzate sia per i materiali che per gli

impianti. Le linee architettoniche degli esterni sono state salvaguardate

rispettando l'originale edilizio. Sono stati apposti alle finestre ampi cristalli di

protezione con un buon risultato estetico e funzionale.

Tra il 2004 e il 2011 il Teatro della Gioventù ha ospitato spettacoli in dialetto

genovese, operette, commedie brillanti e musicali, concerti jazz e di cantanti

contemporanei.

Dal 2011 la gestione è passata alla Hurly Burly srl. La programmazione

include gli spettacoli di prosa della Compagnia teatrale The Kitchen

Company, fondata nel 2008, oltre che concerti rock, jazz, mise en espace,

reading e festival teatrali e musicali.

Bibliografia:

A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova ed in Liguria, Genova 1976

Dati Storici

Il Teatro della Gioventù fu costruito nel 1930 su progetto di Giuseppe Crosa

di Vergagni, come sede dell’Opera Nazionale Balilla. L’edificio era dotato di

palestra con palcoscenico, di sale di scherma, di lettura e di riunione e di un

terrazzo al primo piano per le esercitazioni sportive all’aperto. La palestra,

con palco sullo sfondo era nata per ospitare saggi e spettacoli di

intrattenimento e per preparare i giovani nelle loro attività ricreative e

sportive. Dal dopoguerra agli anni settanta., si svolsero attività occasionali,

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174

sia teatrali che di intrattenimento e la proprietà passò in mano alla Regione

Liguria. In epoca successiva l’edificio venne invece utilizzato per attività

lontane dalla sua funzione, perdendo così la sua destinazione originaria e

procedendo verso un graduale processo di degrado.

Ubicazione: Via Cesarea, 16, 16121 Genova

Attività: dal 1930 ad oggi con alterne vicende e chiusure, la più recente a

seguito dell’alluvione che ha colpito Genova nell’autunno 2014

Dati tecnici: sala con platea

Architetti: la progettazione originaria fu affidata a Giuseppe Crosa di

Vergagni, che edificò la struttura puntando su uno stile razionalista. I restauri

furono portati avanti in occasione di “Genova 2004 – Capitale Europea della

cultura” dallo studio Canepa Associati, che a partire dal 2003 presentarono

un progetto sia conservativo che strutturale.

Data inaugurazione teatro: 28 ottobre 1930

Ristrutturazioni, restauri:

Dopo anni di abbandono il teatro fu completamente rinnovato nel 2004 in

occasione di “Genova 2004 – Capitale Europea della cultura” e trasformato in

una sala multifunzionale attrezzata di moderne tecnologie destinata a

rappresentazioni teatrali con annessi foyer e zona bar-ristoro. Lo studio

Canepa Associati ha operato sia con interventi restaurativi e conservativi e

anche adeguando la struttura alle normative vigenti in materia di sicurezza,

prevenzione incendi e abbattimento delle barriere architettoniche e rifacendo

completamente gli impianti elettrici e termo meccanici.

L’intento progettuale era quello di mantenere il più possibile inalterata la

struttura esistente senza operare interventi di adeguamento che potessero

alterare l’organizzazione spaziale-distributiva sia interna che esterna e la e

architettoniche. I progettisti hanno anche rilevato che sotto il profilo

architettonico e artistico di particolare interesse risultano solo i prospetti

dell’edificio, caratteristici di un ben preciso periodo storico e i fregi decori che

“individuano il palcoscenico. E è stato proprio il palcoscenico e le sue

dimensioni ha presentare particolari difficoltà nel suo restauro, comportando

così una lunga serie di varianti che hanno permesso alla struttura di

rispondere al meglio possibile alle esigenze di pubblico e teatro. Anche per

quanto riguarda la manutenzione di prospetti si ha avuto particolare cura per

quanto riguarda gli interventi di pulitura e restauro di vetrate, molto

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interessanti quelle sulla facciata verso via Cesarea in stile “cattedrale” e i

portoni d’accesso completamente rifatti ,tenendo però conto dei progetti

risalenti agli anni 30. Sia all’interno che all’esterno dell’edificio gli elementi

architettonici originali sono stati valorizzati anche grazie a un’appropriata

scelta dell’illuminazione.

A seguito dell’alluvione del 9/10 ottobre 2014 la struttura del teatro della

Gioventù ha subito numerosi danni, soprattutto nei locali dei fondi e per poter

rimettere in uso la struttura è stato necessario intraprendere un nuovo

intervento restaurativo , ancora in corso.

Documenti

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Interventi di restauro e risanamento conservativo

del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea a Genova

Data documento: aprile 2003

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Interventi di restauro e risanamento conservativo

del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea a Genova

Data documento: aprile 2003

Notizie storiche: Documentazione fotografica

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Page 177: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Titolo del fascicolo/tipologia: D. Lgs 29.10.99 n.490, Titolo I Comune di

Genova – Portoria, Ex Teatro della Gioventù. Restauro risanamento

conservativo

Data documento: 21/05/2003

Notizie storiche: Lettera riportante il parere favorevole della soprintendenza ai

lavori di restauro proposti.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova

Data documento: settembre 2003

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova

Data documento: dicembre 2003

Notizie storiche: Documentazione Fotografica integrativa

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova

Page 178: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Data documento: gennaio 2004

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova

Data documento: marzo 2004

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova per la realizzazione al piano fondi del deposito della “The M.

Wolfson Jr. Collection”

Data documento: 10 settembre 2004

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Regione Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù – 82

Titolo del fascicolo/tipologia: Verbale di consegna alla “Regione Liguria” della

sala teatro e relative pertinenze dell’immobile “Teatro della Gioventù” in

Genova, da parte della A.R.T.E. di Genova

Data documento: Novembre 2004

Notizie storiche: sunto sui lavori compiuti presso la struttura “Teatro della

Gioventù”

Page 179: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Variante in corso d’opera al progetto di restauro

e risanamento conservativo del “TEATRO della GIOVENTU’” in via Cesarea

a Genova per la realizzazione al piano fondi del deposito della “The M.

Wolfson Jr. Collection”

Data documento: gennaio 2005

Notizie storiche: Relazione tecnico descrittiva

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta autorizzazione concessione bene

vincolato Art. 106 D. Lgs n. 42/2004

Data documento: 12/08/2011

Notizie storiche: Bando di concorso istituito dalla regione Liguria per la

concessione del ex teatro della Gioventù

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di risanamento conservativo nei locali

seminterrati della struttura regionale teatro della Gioventù per il ripristino dei

danni alluvionali

Data documento: 16/07/2015

Notizie storiche: Relazione storico-artistica

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Page 180: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Fascicolo Teatro della Gioventù– Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di risanamento conservativo nei locali

seminterrati della struttura regionale teatro della Gioventù per il ripristino dei

danni alluvionali

Data documento: 16/07/2015

Notizie storiche: Relazione tecnica con documentazione fotografica

Proprietà passata e attuale:

Costruita durante il ventennio fascista la struttura faceva parte dell’Opera

Nazionale Balilla, una volta concluso il conflitto la proprietà passo in mano

alla Regione Liguria che curò i restauri e la gestione del teatro. E notizia del

maggio 2016 di un passaggio di proprietà alla Fondazione Teatro Carlo

Felice.

Gestione:

Hurly Burly s.r.l. TKC TEATRO DELLA GIOVENTU’

Vincoli e tutela

Notifica: legge 8 ottobre 1997, n.352

Tipologia:

Tipologia prevalente: edificio proprio

Stile architettonico prevalente: razionalista

Stile prevalente nelle decorazioni: razionalista

Stato di conservazione: a seguito degli eventi alluvionali del 2014 il teatro

necessita di lavori i restauro e di adeguamento alle norme igienico sanitario

Impianti:

Palcoscenico (boccascena): 8mt X 8mt X 6 mt (LxPxH) Vi si accede

attraverso due scalette mobili.

Graticciata o soffitta: graticcia in legno, rocchetteria fissa, altezza alla

graticcia 13 mt

Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce

Page 181: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Impianto di sicurezza: uscite di sicurezza e apertura a spinta

Servizi:

Biglietteria

Foyer teatro con servizio bar

Toilettes per uomini, donne e disabili situati presso il foyer e presso la sala

Govi.

Magazzini e depositi nel sottopalco e nel retropalco

Materiali:

Opere di finitura: vetrate stile cattedrale, pavimentazioni e rivestimenti

ceramici

Strutture orizzontali: travature in cemento armato

Strutture verticali: struttura in pietra e cemento armato

Tessuti: tendaggi di velluto

Sedili: poltrone imbottite

Ambiente culturale:

Area culturale: comuni della provincia di Genova e delle riviere di Levante e

Ponente

Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting

Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e musicale

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TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Piazza Matteotti 3, Camogli

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi, loggione e platea

Uso attuale: (1876), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: 10,82 (larghezza utile) x 10,47 mt (profondità utile); Boccascena: 8,22 mt (larghezza) x 1,30 mt (profondità);

Buca orchestra: 22,84 mq Capienza totale: 499 posti; 158 sedute (platea), 292 posti (palchi e loggione)

Come per Sampierdarena, la costruzione del Teatro Sociale rappresenta il simbolo del successo e dell'affermazione politica ed economica insieme della borghesia locale, l'orgoglio della classe ricca camogliese, dei costruttori e dei finanziatori di opere pubbliche. L'inaugurazione data al 30 settembre 1876, a due anni dalla posa del primo angolare (1874), realizzato su progetto dei fratelli Salvatore e Niccolò Bruno, autori già del teatro Modena. La struttura, anche in questo caso, é impostata sui dettami del tradizionale "teatro all'italiana" con pianta a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e loggione. La decorazione é neoclassica, in legno e stucco dipinto, a volute e grottesche a nastro nei parapetti dei palchetti e lesene rastremate, capitelli corinzi, fregi sulle pareti e nel boccascena. Quest'ultimo in origine era chiuso da un sipario rappresentante Venere Ciprigna, risorgente dalle acque, attribuito al genovese G. Petra, autore anche delle scenografie. In severe linee neoclassiche é anche la facciata esterna a due livelli, riquadrata da lesene a capitello ionico, e dotata di cinque bucature per ogni piano, tutte di profilo arcuato al piano strada, che figurano come accessi al corpo dell'edificio. Finestre rettangolari ai lati e un porticato arcuato presenta invece il secondo livello, sormontato da una cornice marcapiano, bucata da cinque oculi e conclusa da tetto a capanna. Campeggia al centro, in rosso, la scritta "Teatro Sociale". L'attività dei primi anni di vita lo fa considerare un "ritrovo frequentato dagli esponenti e dai gregari tutti delle tendenze politiche liberali", nonché " il vero centro di attrazione della cittadinanza" che conviene ad esso "vibrante di entusiasmo nella ricorrenza di ogni manifestazione patriottica, artistica, benefica". Ma già dopo un decennio la tendenza cambia. Se la costruzione del teatro ha rappresentato il culmine delle fortune della

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marineria a vela camogliese, con lo sviluppo del vapore, accanto alla crisi economica della città, si ha anche la decadenza delle attività teatrali. Si riducono le programmazioni d'opera e di prosa; restano feste, veglioni, conferenze politiche e patriottiche. Con l'inizio del nuovo secolo, viene avviata anche un'attività cinematografica ma non risulta sufficiente. Alle difficoltà economiche si sommano problemi derivanti dalle disposizioni in materia di sicurezza e pubblica agibilità: nel 1923 viene limitato l'uso del teatro ai soli intrattenimenti cinematografici; nel 1930 anche queste attività vengono sospese e si decide la chiusura. Ad apportare modifiche alla struttura per l'adeguamento alle nuove normative, viene chiamato Raffaele Bruno, già progettista del Modena di Sampierdarena nel 1920, che interviene anche in questo caso con simili modalità: ricostruzione delle strutture in cemento armato, abbassamento del livello l'interno per ricavare maggiore spazio sotto il primo ordine di palchi, allocazione della cabina di regia. Così modificato, la struttura riapre il 30 novembre 1933 con Il Barbiere di Siviglia di Rossini e una nuova titolazione: "Teatro Principe di Piemonte". Si tratta di una stagione fortunata che vede presenti importanti opere liriche e artisti notevoli; nel 1942, per esempio, in piena guerra, sono rappresentate La Traviata e Rigoletto con la soprano Lina Pagliughi, Madama Butterfly con Toshiko Hasegawa e a concludere Cavalleria e Pagliacci con Mario Biasola. Le cronache ricordano questo periodo come il secolo d'oro del teatro ma va considerata la tragica congiuntura storica che vede i teatri genovesi soffrire per i bombardamenti, consentendo dunque lo spostamento di fortune e spettacoli nella vicina Camogli. Nel dopoguerra, cancellata l'intitolazione sabauda, il teatro é usato principalmente come cinematografo, con qualche eccezione per i concerti e gli allestimenti del Teatro Comunale dell'Opera di Genova fra il 1973 e il 1975, tra cui la prima de I due avari di Gréty, con regia di Filippo Crivelli e scene di Emanuele Luzzati (26 settembre 1975). Intervenuti nuovamente problemi per la gestione e la sicurezza, il teatro é chiuso nel 1982, anno di inizio di una rinnovata campagna di restauri, la cui conclusione é prevista per dicembre 2016. Bibliografia: AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R. Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 151-157 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 32-39 G. Bono Ferrari, La città dei mille bianchi velieri: Camogli, Nuova Editrice Genovese, Genova, 1991 L. P. Cichero (a cura di), Inaugurazione del Teatro Principe di Piemonte, programma di sala, Camogli, 30 novembre 1933 Civis, Camogli marinara, in L. P. Cichero, Inaugurazione del Teatro Principe di Piemonte, programma di sala, Camogli, 30 novembre 1933, pp. 13-15 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi

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teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 M. Di Dio Rapallo, I teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova, storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, p. 202 S. Ferrari, Il Teatro Sociale di Camogli , in AA. VV., Viaggio in Liguria, Fondazione Regionale Cristoforo Colombo, n. 1, Genova, 2005 G. B. R. Figari, S. Bagnato Bonuccelli, La Marina mercantile camogliese dalla guerra di Crimea all’inchiesta parlamentare di Boselli: 1855-1882, Tolozzi, Genova, 1983 G. B. R. Figari, Convegno di studi storici in onore e in occasione del primo centenario del conferimento del titolo di città al Comune di Camogli (1877-1977), Quaderno n. 1, Civico Museo Archeologico, Genova, 1986 F. Frassoni, Due secoli di Lirica a Genova, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, enova, 1980, 2 voll., vol. II, pp. 226-336, p. 437, n. 50, p. 275 L. Gravina, Camogli e i suoi vaghi dintorni di Ruta, Portofino Vetta e San Fruttuoso, Chiavari, s. d., pp. 6-7 T. Leali Rizzi, Camogli. Guida storico turistica, Camogli, s. e., s. d., pp. 16-20 G. Meriana, Il Promontorio di Portofino e il Tigullio, in AA. VV., Liguria, Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Milano, 1982, p. 574 A. Pizzi Baroffio, Il teatro sociale di Camogli: eventi, in AA. VV., Camogli da borgo a città. Notizie storiche e spunti di ricerca, a cura di G. B. R. Figari, De Ferrari, Genova, 2004 G. Pizzorno, Teatro Sociale Camogli, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Laurea in Lettere, A. A. 2014-2015 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 122-128 B. Rombi, I segreti della provincia di Genova, Cappelli, Bologna, 1972, pp. 27-28 D. Roscelli, Nicolò Barabino maestro dei maestri, Associazione Operaia Universale “Giuseppe Mazzini” Sampierdarena, Genova, 1982, pp. 57-66 Teatro Comunale dell’Opera di Genova, Musica al Teatro Sociale – Camogli, programma di sala, settembre 1975 Teatro Comunale dell’Opera di Genova, I due Avari di A. M. Gréty, programma di sala, 26 settembre 1975 A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova e in Liguria, Mondani, Genova, pp. 129-130 A. Zanini, Un difficile equilibrio. Stato, pescatori e comunità in Liguria tra Sei e Settecento, in AA. VV., Ricchezza del mare. Secc. XIII-XVIII, Atti della XXXVII settimana di Studi, a cura di S. Cavaciocchi, Le Monnier, Firenze, 2006 G. Ansaldo, s.t., in “Il Lavoro”, 30 novembre 1933 Notizie e recensioni degli spettacoli (anonimi) sono in “Caffaro”, alle date 28-29-30 settembre 1876 Notizie e recensioni degli spettacoli (anonimi) sono in “Giornale di Genova”, alle date: 28-30 marzo; 14-21 aprile; 15-20 giugno 1943 M. Bompiani, Il Sociale a Camogli ha un futuro in prosa, in "La Repubblica",

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17 marzo 2001 M. Bompiani, Il Teatro Sociale sarà Fondazione, in "Il Secolo XIX", 2 febbraio 2002 L. Cicala, s.t., in “Caffaro”, 2 ottobre 1876 S. Ferrari, La situazione del Teatro Sociale, in “Nuove Pagine”, periodico camogliese d’opinione, n. 3, 1987 S. Ferrari, Palcoscenico sul mare, in “Il Secolo XIX”, 28 settembre 1990 Notizie e recensioni degli spettacoli a firma di Leontino sono in "Il Secolo XIX", alle date: 9 aprile, 22 dicembre, 29 dicembre, 19 marzo, 2 giugno 1907; 5 gennaio, 19 gennaio, 27 gennaio, 9 febbraio, 1 marzo, 8 marzo, 17 marzo, 22 marzo, 5 aprile, 25 dicembre 1908; 11 gennaio, 13 gennaio, 24 gennaio, 21 febbraio, 24 febbraio, 21 maggio 1909; 30 gennaio, 11 dicembre 1910; 16 dicembre 1911; 16 gennaio, 19 maggio, 23 novembre 1912; 18 maggio 1914; 21 luglio 1915 D. U. Razeto, Il Teatro di Camogli ritornato a novello splendore, in “Giornale di Genova”, 28 novembre 1933 D. U. Razeto, Il Teatro di Camogli. Rievocazioni e ricordi. Cinquantasette anni or sono. La serata inaugurale, in “Giornale di Genova”, 30 novembre 1933 D. U. Razeto, Il Teatro di Camogli. Rievocazioni e ricordi, in “Giornale di Genova”, 5 dicembre 1933 F. Ragazzi, Modena e Sociale: due teatri della memoria da salvare, in "L'Unità", 9 febbraio 1988 F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in “Eutropia”, n. 15, gennaio 1989 F. Ragazzi, Un concerto del Carlo Felice, regalo augurale per la rinascita. Il teatro da salvare. Camogli, il Sociale ha 120 anni ma il restauro resta nel cassetto, in “Il Secolo XIX”, 21 luglio 1996 F. Ragazzi, Musei aperti e luoghi della memoria. Ritornano i teatri storici, manca l’ultima resurrezione, in “Il Secolo XIX”, 20 aprile 1997 T. L. R. [Tina Leali Rizzi], E se il palco reale fosse del Comune?, "Il Secolo XIX", ottobre-novembre 1998 Dati Storici Situazione iniziale Inaugurato nel settembre 1876, il teatro di Camogli diventa immediatamente punto di ritrovo dei camogliesi di "tendenza liberale", simbolo dell'attenzione rivolta verso le esigenze di intrattenimento della cittadinanza e tempio culturale del nucleo urbano. Per la sua costruzione viene costruita una società e le proprietà, analogamente a quanto avveniva per le navi, vengono suddivise in carature. Un carato per ogni placo, da cui il termine palchettisti, per indicare quanti avessero contribuito all'edificazione della struttura. In stile neoclassico nella facciata e nella sofisticata decorazione interna, permane a oggi l'impianto originario a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e loggione. Il teatro nasce per volontà della classe dirigente di Camogli e viene adibito all'allestimento di opere liriche soprattutto, alternate a veglioni danzati, feste, conferenze politiche e di carattere culturale. Subisce varie modifiche

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nel corso del tempo per soddisfare esigenze di capienza e di adeguamento alle norme di sicurezza nonché, negli anni Trenta del Novecento, alle tecnologie di proiezione cinematografica. Ubicazione: Piazza Matteotti 3, Camogli Attività: dal 1876 a oggi con alterne vicende e chiusure Dati tecnici: Teatro all'italiana con quattro ordini di palchi, loggione e platea Architetti: la progettazione originaria é dell'ingegnere sampierdarese Salvatore Bruno, insieme al fratello Nicolò; il sipario con Venere Ciprigna e le scenografie del genovese Petra. Raffaele Bruno é il progettista degli interventi del 1930-1933. Il restauro del 1982 è realizzato dalla ditta lombarda A.T.I. Berlucchi s.r.l. mentre la ditta appaltatrice che ha rimesso mano al teatro nel 2010, causa la non liquidità di fondi che ha determinato un fermo dei lavori, é la R.T.I. S.A.C.A.I.M. Spa. (Sotto la direzione tuttavia della società A.T.I. Berlucchi). I fondi sono arrivati da Regione Liguria, Fondazione Carige, FAS, Comune di Recco, Compagnia San Paolo, Associazione Amici del Teatro Sociale di Camogli. Progettisti: arch. R. Burroni, arch. S. Timon, ing. G. Mangini, Studio di Architettura Arassociati (M. Brandolisio, G. Da Pozzo, M. Scheurer, M. Tadini), Studio Arch. Nicola Chiari S.P.C. Srl (ing. G. Croci, ing. A. Bozzetti), Intertecnica Group srl (ing. M. Belardi, ing. M. Caffi), Studio De Carlo Associati (arch. E. De Carlo, arch. G. Zaio, arch. E. Ricciardi) Data inaugurazione teatro: 30 settembre 1876 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 1930-1933: architetto Raffaele Bruno; modifica delle parti strutturali interne

con interventi in cemento armato e abbassamento/ampliamento del livello della platea e degli ordini dei palchi per aumentare la capienza interna

1982-2016: rinforzo delle colonne in cemento del loggione con fibra di carbonio e restauro copertura lignea. Restauro conservativo delle scale esistenti e costruzione del vano ascensore. Intervento conservativo delle decorazioni dei palchi e del boccascena nonché dell’intonaco delle pareti interne ed esterne con rimozione del colore ocra e ripristino del bianco originale. Restauro pareti e soffitto mediante: descialbatura preliminare degli strati sovrammessi a quello originale con bisturi e microsabbia tangenziale tipo Roteco Jobs; rifinitura mediante impacchi di carbonato d'ammonio; stonacatura preventiva dalla porzione di intonaco eccessivamente degradato; consolidamento intonaco originale mediante iniezioni di miscela legante; integrazione, rasatura e stuccatura a livello di tutte le lacune con malta e tinta superficiale a base di calce simile all'originale per aspetto, colore, materiali; ripristino della coloritura originale ottocentesca con tinte a base di puro idrossido di calcio additivate di coloranti naturali inorganici. Nuovo controsoffitto

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in cartongesso sagomato a volta su struttura metallica con finiture e cornici in gesso uguali a quelle esistenti. Levigatura e lucidature pavimentazione esistente in marmo; lucidatura e piombo di pavimentazione esistente in seminato; rivestimento in cartogesso sp. 2X12,5 mm con inclinazione 10 per le pareti tutte.

Variazioni apportate alla struttura: 1930-1933: la struttura portante della sala e dei palchi in legname ad

eccezione dei muri perimetrali e del soffitto, viene demolita e ricostruita in cemento armato. L'atrio e la platea vengono ribassati per ricavare sotto il primo ordine di palchi più spazio; in conseguenza di questo intervento c'è anche l'abbassamento del palcoscenico. Rimangono invariati i livelli dei palchi e del loggione ma cambiano le forme dei tramezzi e, nella quarta fila, sette palchi vengono eliminati per ricavare una galleria. Vengono costruite sei nuove barcacce e due nuovi palchi nel proscenio. Il nuovo locale, realizzato al di sopra dell'area di accesso alla platea diventa cabina di proiezione. Nel soffitto viene aperta una cupola ribassata a riflessione di luce, in sostituzione dell'antico lampadario in bronzo. Permangono le decorazioni neoclassiche mentre all'atrio é riservata "un'intonazione prettamente più moderna", in linea con il gusto degli anni Venti. Sono realizzate infine opere antincendio con creazione dell'impianto elettrico per adeguare il teatro alle rinnovate esigenze di pubblica sicurezza e di spettacolo.

1982-2016: si individuano due fasi di lavoro: un primo intervento datato 1982-1987 e un secondo intervento collocato negli anni 2008-2015; Fase I (1982-1987) - opere murarie: demolizione dei solai in legno in adiacenza ai palchi di proscenio di destra e di sinistra e loro ricostruzione in cemento armato; costruzione di soletta in cemento armato nell'ex locale caldaia; demolizione e ricostruzione in cemento armato delle scale di accesso ai palchi, dei solai di appoggio e di copertura della scala di destra di accesso ai palchi nonché rinforzo del solaio di sinistra; ristrutturazione completa dei servizi igienici esistenti e costruzioni di due nuovi nuclei di servizi; rimozione della cupola soprastante la platea; costruzione e adattamento dei locali adibiti alla caldaia e impianto di termoventilazione del sottopalco; modifiche all'impianto fognario con interventi diversi, anche esterni al teatro, a lato strada e gioco bocce; demolizione della soffittatura a cannicciate del loggione e sua ricostruzione con intonaci adeguati posti in opera su rete metallica elettrosaldata. Nel 1982, durante i lavori di restauro, si provvede anche al consolidamento delle strutture lignee e in ferro della copertura, data la constatazione di un grave stato di degrado (in particolare si attuano: consolidamento statico delle otto capriate lignee mediante ricostruzione delle parti deteriorate, sostituzione di elementi marcescenti, rinforzi con piastre di ferro, barre di tensione, tenditori e piastre di bloccaggio; maggiorazione delle tre capriate maggiormente

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sollecitate delle sezioni resistenti dei puntoni e delle sottocatene tramite "impacchettamento"; revisione e consolidamento delle strutture in ferro portanti il lucernario e delle strutture in legno portanti il canniccio del boccascena e la calotta sferica; sostituzione dei vetri del lucernario e creazioni di telai per areazione). Nel 1987 si provvede poi al rifacimento del manto di copertura realizzando: livellamento delle falde mediante orditura di listelli longitudinali e trasversali in legno; demolizione e ricostruzione del manto a tre falde in abbaini alla genovese a tripla sovrapposizione; demolizione e ricostruzione del muriccio d'attico, del cornicione di gronda, di n. 3 abbaini pericolanti; sostituzione grondaie e realizzazione due nuovi pluviali in lamiera zincata, converse e risvolti. Opere tecnologiche: esecuzione impianto di riscaldamento (radiatori e termoventilatori), installazione di n. 2 caldaie a gas; realizzazione impianto elettrico a servizio dell'intero teatro, escluso il palco. Il 3 dicembre 1987 si esegue il collaudo dei lavori da parte dell'ingegnere C. Foglia. Fase II (2008-2016): a partire dal 2008 si ha un nuovo intervento sulla struttura con l'obbiettivo di attuare il pieno recupero delle sue caratteristiche di "teatro all'italiana", affrontando, in questa luce, anche le disposizioni previste per garantirne la piena agibilità, il rispetto delle norme antincendio e l'abbattimento delle barriere architettoniche. I lavori interessano soprattutto: demolizioni e rimozioni di tramezze, spicconatura di intonaci interni ed esterni, rimozione di rete di scarico e idrica; rimozione di rivestimenti a parete, di pavimenti, di tavolato di palco (compresi i puntelli del sottopalco) e di tendaggi di qualsiasi genere; recupero pavimenti originari; opere murarie in elevazione; adeguamento e revisione impianto elettrico (quadri elettrici di potenza, quadri di telecomando, linee elettriche, canalizzazioni, frutti di utilizzazione e di comando, impianti di chiamata per bagni, impianti di dispersione a terra, impianto citofonino intercomunicante, impianto di ascolto in sala e camerini, impianto di rilevazione automatica di incendio, impianto di regolazione luci/sala, corpi illuminanti); adeguamento e revisione dell'impianto di riscaldamento e fornitura e posa in opera di impianto di condizionamento; realizzazione di impianto antincendio (reti idranti, impianto sprinkler - zona palcoscenico - alimentazione reti idranti e impianto rilevazione incendi con rilevatori ottici in sottotetto); realizzazione di intonaci interni ed esterni; fornitura e posa in opera di infissi esterni ed interni con risanamento di alcuni elementi; fornitura e posa in opera di porte REI; fornitura e posa in opera di ferro lavorato per ringhiere, cancelli, terrazzini; compartimentazione REI alloggi quinto piano; tinteggiatura di parti esterne e interne; restauro conservativo e di consolidamento delle parti pittoriche, dei fregi e delle decorazioni in gesso; fornitura e posa in opera di attrezzatura di palcoscenico (piano palco sbotolabile, ponti luci mobili trasversali, tiri di scena motorizzati, tiri di manovra manuali); interventi sugli arredi di sala (recupero e ripristino degli arredi originari e

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fornitura e posa in opera di poltrone classe 1IM di reazione al fuoco per platea e sedie classe 1IM di reazione al fuoco per palchi, nonché tendaggi in velluto ignifugo classe 1). Nel 2009 c'é una variante di progetto a seguito di problematiche emerse in sede di cantiere, cui non é possibile provvedere. Per esempio, la rimozione delle marmette della pavimentazione della platea si dimostra più molto laboriosa e complessa; inoltre si verifica la mancanza completa delle strutture di fondazione del palcoscenico. Ciò determina una serie di modifiche tese al miglioramento sia del comportamento strutturale dello stabile, sia del confort ambientale complessivo del teatro. In generale le novità riguardano: a) l'utilizzo di materiali migliorativi per tutte le finiture delle superficie interne dei palchi e dei relativi corridoi di accesso b) l'esecuzione delle opere di conservazione e restauro decorativo e pittorico con intervento di rimozione dei depositi superficiali, pre-consolidamento e verifica dello stato di ancoraggio dei decori, pulitura ed eventuale reintegrazione dei decori e delle diverse superfici c) la realizzazione di una fossa orchestrale tecnologicamente più avanzata (si tratta di una pedana mobile per orchestra realizzata in carpenteria metallica con pavimentazione lignea) d) l'intervento sul locale pompe del teatro che viene ridimensionato per consentire al ristorante/bar al piano terreno della struttura di usare parte della superficie per zona freezer e) la realizzazione di nuove fondazioni in cemento armato per consentire l'ancoraggio di nuovi pilastri metallici a supporto del palco. Le nuove fondazioni sono accompagnate dalla riqualificazione del solaio contro terra nella zona del sottopalco per migliorare l'isolamento termico e per minimizzare le possibili infiltrazioni di umidità di risalita. In corrispondenza del golfo mistico é inserita poi una nuova fila di pilastri in metallo per ottimizzare la risposta strutturale del palcoscenico f) la realizzazione di una nuova pavimentazione per la platea (in legno invece delle originarie marmette di fatto completamente lesionate), con riqualificazione del solaio di attacco a terra e, in corrispondenza della parte centrale, la realizzazione di un plenum impiantistico per la distribuzione uniforme della climatizzazione interna g) la creazione di un dado di fondazione per il nuovo setto curvo di platea a rinforzo dei palchetti e contemporanee opere di consolidamento strutturale di colonne e travi dei vari ordini di palchi h) la demolizione dei contro soffitti dei foyer per eseguire le opere di rinforzo dei travi in legno i) la realizzazione di scala a chiocciola e n. 2 rampe nella zona camerini con corrispettivo getto di solaio l) il rinforzo del sottopalco e delle capriate lignee di copertura e la realizzazione n. 9 bocche di lupo lato Sud e Nord. Nel 2013 viene previsto un nuovo intervento (variante 2) relativo alla copertura, a seguito di infiltrazioni delle acque meteoriche. I lavori riguardano una serie di azioni finalizzate alla ricomposizione del manto e dei relativi raccordi con lavori puntuali sugli elementi strutturali (sostituzioni e rinforzi). Si realizza poi un intervento sul lucernario

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esistente per sanare le rotture delle lastre vitree e per saldare le sigillature del telaio metallico. Si realizza anche una linea vita a partire dall'abbaino esistente per consentire l'accesso alla copertura dall'interno del manufatto. Relativamente ai prospetti esterni, in corrispondenza delle piane di ardesia a parapetto e soglie, si opta per una loro totale sostituzione. Nel prospetto Est, a seguito di richiesta dei Vigili del fuoco, le modifiche riguardano la costruzione di una scala metallica esterna (larghezza 90 cm) in luogo della esistente passerella, al fine di consentire il collegamento del piano terra con il quinto ordine di palchi. All'interno é realizzato al piano interrato l'inserimento di una bocca di lupo con serramento grigliato in corrispondenza del locale pompe antincendio. C'è anche una semplificazione della scala di collegamento del piano interrato con i livelli soprastanti. Infine nel piano platea si modifica l'accesso al palco in seguito al ritrovamento di tracce di un passaggio esistente che si decide di ripristinare. Si interviene anche sul soffitto con l'inserimento di 8 sfondati tondi di diametro di 110 cm, disposti a coronamento del vuoto centrale. In 4 degli 8 sfondati in particolare, vengono collocati alcuni medaglioni originali, rinvenuti in teatro. Il nuovo disegno geometrico viene relazionato alla struttura lignea esistente in modo da non interferire con le capriate lignee. L'ultimo intervento é del 2015 (variante 3) e i diversi lavori sono relativi soprattutto alla facciata, interessata da esfoliazioni e polverizzazione della pellicola pittorica unite ad abrasioni, erosioni, distacco dell'intonachino. Non mancano poi macchiature diffuse di ossido di ferro, rilasciate dalle balaustre a seguito della loro esposizione agli agenti atmosferici, efflorescenze saline, depositi coerenti, patine biologiche ed erbe infestanti. Si procede con pulitura tramite descialbo di precisione e reintegrazione delle parti fatiscenti oltre che risanamento degli intonaci e tinteggiatura con pittura ai silicati a imitazione della coloritura originaria; infine si hanno interventi di pulitura e di rifinitura delle parti lapidee. Internamente si interviene solamente sul lucernario che viene rivestito con lastre in rame brunito, verificata l'inutilità dei precedenti lavori di consolidamento sulle lastre vitree.

Documenti Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Atto notarile: vendita di un'area e terreno annesso in Camogli alla Società per la costruzione del teatro Data documento: 24 agosto 1874 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Missiva di presentazione della compagnia al Sindaco

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Data documento: 12 marzo 1874 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Richiesta di sistemazione e cessione della Piazza al comune Data documento: 14 febbraio 1876 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Missiva di presentazione della compagnia al Sindaco Data documento: 17 settembre 1876 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Copia dell'atto di accertamento dei lavori di sicurezza contro possibili incendi Data documento: 27 settembre 1876 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Trasmissione copia del sopralluogo del genio civile Data documento: 29 maggio 1881 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Missiva del presidente della Società del teatro al Sindaco Data documento: 4 gennaio 1884 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro sociale di Camogli, missiva al Sindaco Data documento: 28 gennaio 1888 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Copia di ricognizione del Genio Civile Data documento: 6 febbraio 1888 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Copia di ricognizione del Genio Civile

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Data documento: 5 maggio 1894 Fonte: Archivio Storico di Camogli, fald. 261, cat. IX, cl. VI, fasc. 4, "Teatro Sociale 1874-1946" Titolo del fascicolo/tipologia: Pubblici spettacoli Data documento: 26 gennaio 1930 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Fascicolo Teatro Civico Cavour - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00112838 Data documento: 1996 Notizie storiche: compilatore S. Montinari Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela Data documento: 21 settembre 1996 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo, la relazione storico-artistica e la relativa planimetria catastale Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Istanza per l'imposizione di vincolo storico artistico indiretto, ex art. 49 D. Lgs.vo 29 ottobre 1999, n. 490 Data documento: 18 dicembre 2000 Notizie storiche: La relazione contiene la richiesta dell'Amministrazione Comunale di Camogli per l'imposizione di vincolo indiretto sulle aree antistanti il teatro in quanto unico strumento idoneo a imporre "una valutazione preventiva del progetto esecutivo" Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Promemoria Teatro Sociale Camogli Data documento: 6 febbraio 2002 Notizie storiche: La relazione stilata dal Segretario Generale della Provincia, dott. Lenzetti, contiene descrizione dello stato del teatro al 21 maggio 1998 con indicazione dei lavori di completamento, una valutazione di massima del bene con relativi

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costi e infine una determinazione del valore dei locali destinati ad uso abitativo e come bar Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Sociale di Camogli. Approvazione del progetto preliminare in linea tecnica per un importo complessivo di euro 4.458.000,00 dei lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento normativo Data documento: 28 ottobre 2003 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto preliminare di manutenzione straordinaria e adeguamento normativo Data documento: 8 maggio 2006 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Manutenzione straordinaria e adeguamento normativo. Relazione tecnico illustrativa Data documento: 9 maggio 2006 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Erogazioni liberali ai sensi dell'art. 38 della Legge 21.11.2000 n. 342, contributo Fondazione CARIGE per ristrutturazione Teatro Sociale di Camogli Data documento: 2 marzo 2007 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio Data documento: 6 novembre 2008 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione ai proprietari di notifica del vincolo in seguito agli aggiornamenti legislativi successivi al vincolo del 21 settembre 1996 ex Lege 1089/1939 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria -

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Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Progetto definitivo Data documento: 5 dicembre 2008 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione architettonica e le relative planimetrie Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Restauro delle facciate esterne Data documento: 28 luglio 2009 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica e la descrizione degli interventi Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro Sociale di Camogli - Indagini stratigrafiche per i lavori di restauro. Caratterizzazione stratigrafica delle finiture di intonaci e stucchi Data documento: 28 luglio 2009 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Fondazione Teatro Sociale di Camogli - Computi metrici estimativi delle sole opere di restauro, consolidamento e adeguamento impiantistico necessari alla conservazione del bene, per richiesta ammissione ai contributi statali Data documento: ottobre 2009 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Progetto di variante Soprintendenza Data documento: 16 febbraio 2011 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica e la descrizione degli interventi con relative planimetrie

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Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Valore tecnico: migliorie inerenti l'intervento di recupero e restauro. Data documento: 16 febbraio 2011 Notizie storiche: Il fascicolo contiene l'esecuzione e documentazione delle opere di conservazione e restauro con descrizione dettagliata di eventuali tecniche di restauro migliorative rispetto a quelle del progetto Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Valore tecnico: migliorie inerenti l'intervento di recupero e restauro - Realizzazione di una fosse orchestrale tecnologicamente più avanzata Data documento: 16 febbraio 2011 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli contratto d'appalto n. 27.337/15352 dell'8 luglio 2010 - documentario fotografico dell'avanzamento lavori Data documento: 2012 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la descrizione degli interventi e la documentazione fotografica delle opere realizzate fino alla data del marzo 2011 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali - Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Progetto di variante 2 Data documento: 20 settembre 2013 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica e la descrizione degli interventi con relative planimetrie inerenti la variante 2 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Sociale di Camogli - Ministero dei Beni e delle Attività

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Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Intervento di restauro e di manutenzione straordinaria per l'adeguamento normativo del Teatro Sociale di Camogli - Progetto di variante 3 Data documento: 23 novembre 2015 Notizie storiche: Il fascicolo contiene la relazione tecnica e la descrizione degli interventi con relative planimetrie inerenti la variante 3 Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La fondazione della struttura ottocentesca é finanziata dalla borghesia di Camogli che si costituisce in società con lo scopo di costruire il teatro. Le proprietà vengono successivamente divise tra i palchettisti che altro non sono che i rappresentanti della classe dirigente mercantile e imprenditoriale della città che identificano il loro successo nell'immagine simbolica del nuovo teatro. Proprietà attuale e gestione: Fondazione Teatro Sociale di Camogli (Onlus) che vede tra i fondatori: il Comune di Camogli, la Provincia di Genova e I Proprietari del Teatro Sociale (i palchettisti); nel 2009 è entrata come membro della Fondazione anche l'Associazione Amici del Teatro Sociale di Camogli Vincoli e tutela Notifica: 21 settembre 1996 , vincolato ai sensi della L. 1089/39. Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: severe linee neoclassiche della facciata e delle strutture interne con ambienti calibrati su volumi geometrici nitidi ed armonici Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione neoclassica è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di costruzione del teatro (anni Settanta del XIX secolo). Si tratta di una decorazione in legno e stucco dipinto, a volute e grottesche a nastro nei parapetti dei palchetti e lesene rastremate, capitelli corinzi, fregi sulle pareti e nel boccascena Struttura di base della pianta della cavea: sala a ferro di cavallo a quattro ordini di palchi e loggione con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 10 mt (larghezza) x 9,40 (profondità); pendenza al 4%. La capienza totale della platea è 158 posti con 4 stalli per disabili La platea presenta 12 file di poltrone con sedute in numero variabile che vanno da un minimo di 4 per lato a un massimo di 8. Il primo settore della platea vede anche n. 3 barcacce per lato di 12 sedute in totale. Palchi: sono presenti quattro ordini di palchi, conclusi da loggione Palcoscenico (boccascena): 8,22 mt (larghezza) x 1,30 mt (profondità); dista

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dalla platea circa 10 mt. Palcoscenico (sipario): non attualmente provvisto di sipario; la dotazione definitiva del teatro sarà completata per la data di dicembre 2016 e a progetto é previsto un sipario classico, in velluto di classe 1 di reazione al fuoco, sostenuto da americana metallica e composto da Arlecchino, mantovana e fasce laterali Palcoscenico: 164 mq totali; 10,82 (larghezza utile) x 10,47 mt (profondità utile); è presente un vano di accesso al palco e alla fossa orchestrale, situato sul lato destro della platea; Buca orchestra: 22,84 mq. totali: 8,23 mt (profondità) x 9,40 mt (larghezza). Piano scenico sbotolabile, provvisto di ponti luci mobili trasversali, tiri di scena motorizzati, tiri di manovra manuali Graticciata o soffitta: graticcia in legno originaria, altezza alla graticcia: 13,79 mt. La graticcia é dotata di argani meccanici e tiri manuali (rocchetti, rocchettiere e funi di canapa) ed é predisposta per consentire in futuro l'inserimento di altri elementi per meccanizzare la movimentazione. Dotazioni fisse di palcoscenico: diffusori audio posti a piano palcoscenico. Cabina di regia sul lato destro del palco. Una seconda regia audio-luci è stata prevista sul IV ordine di palchi. É stata studiata una macchina scenica di tipo semplice a tipologia elettromeccanica con avvolgimento a fune su tamburo, completa di quadro comandi a bordo e pulsantiera portatile. Sono previsti n. 6 tiri motorizzati a velocità fissa. Il tiro motorizzato per la movimentazione, sospensione e posizionamento in altezza di scenari, proiettori, ring... è composto da: gruppo elettromeccanico, quadro elettrico, gruppi di pulegge, funi e tiranti, barre a carico a doppio tubo per sospensione di apparati scenici o proiettori. Il posto idoneo per la sistemazione dei 6 tiri, ovvero 3 americane e 3 tiri scenici sarà: per gli argani in prossimità delle pareti laterali a quota graticcia e disposti a 3 per parete; è prevista una serie di travi alle quali andranno fissate le pulegge di rinvio e calata delle funi. Le travi saranno in profilo HEA di adeguata sezione disposte parallelamente all'asse longitudinale del teatro e a un'altezza di circa 2 metri dal livello della graticcia. Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco; per esigenze di spettacolo sono stati al momento previsti: 3 americane e 3 tiri scenici Impianto di sicurezza: uscite di sicurezza con apertura a spinta sul fianco destro e sinistro della sala in numero di 2 e n. 3 situate sul fronte del teatro Servizi igienici (zona del retropalco): non presenti camerini e spogliatoi: n. 3 camerini con servizi igienici al II ordine di palchi Servizi Atrio di ingresso, biglietteria, foyer e guardaroba Locali di sottotetto adibiti a uffici e a sala per le prove Scale e ascensore per l’accesso ai palchi e al loggione Toilettes per uomini e donne situati sul fianco destro e sinistro al I, II, III, IV ordine di palchi Magazzini e depositi nel sottopalco

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Materiali Opere di finitura:intonacatura e ripristino del colore bianco originario; pavimenti in graniglia decorata nella zona d’ingresso e parquet sul palcoscenico a sostituzione del cemento. Strutture orizzontali: travature in legno con lucernai Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra con tramezze interne in cemento armato Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea Sedili: poltrone della platea in legno, con imbottitura e rivestimento in stoffa; sedie in legno sono invece previste per palchi e loggione Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di Genova e delle riviere di Levante Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting, conferenze Genere degli spettacoli: prevalentemente attività teatrale e lirica

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TEATRO CIVICO LA SPEZIA

(Schedatore: F. Natta)

Ubicazione: Piazza Mentana 1, La Spezia

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi, loggione e platea

Uso attuale: (1846), funzionante

Dati tecnici:

Palcoscenico: 12,40 mt (larghezza) x 13,30 mt (profondità) Boccascena: 9,42 mt (larghezza), 14 mt (altezza)

Buca orchestra: 9,42 mt (larghezza) x 8 mt (profondità) Capienza totale: 926 posti, 440 (platea), 174 (I galleria), 112 (loggione), 40

palchi (con 5 sedute per palco)

Le prime notizie sulla vita teatrale a La Spezia risalgono al 1738: le attività però sono ospitate, in generale, in strutture di piccole dimensioni e non destinate specificatamente a funzione spettacolare. Così il Teatro di San Carlo (1798), ritenuto il primo teatro pubblico della città, nasce in un edificio che in precedenza era oratorio e poi scuola. È solo con la caduta dell’Impero Napoleonico che La Spezia acquisisce importanza, anche in concomitanza al crescente interesse politico che le mostra il Regno di Sardegna, che designa la città come sede della propria marina militare. Si tratta di un momento fondamentale (per la comunità spezzina) che coincide con il processo di identificazione e di costruzione della classe borghese cittadina, di cui la edificazione del Civico è simbolo. Non a caso, la stessa costruzione del nuovo teatro è in un’area strategica: un tracciato esterno alle mura, punto nodale di un disegno di espansione verso il mare, in direzione dell’Arsenale, che sarà arteria dello sviluppo urbano ed economico ottocentesco della città. La fabbrica del Civico viene avviata il 6 luglio 1840 e portata a termine il 16 marzo 1846 su progetto dell’architetto Ippolito Cremona. L’interno è realizzato secondo una tipologia tradizionale: sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e il loggione. Al primo piano, nel ridotto e nei locali attigui, sono collocate le sale del “Casino Civico” che diventa ritrovo per feste, incontri mondani della migliore società cittadina. La facciata è disegnata con gusto neoclassico, articolata sobriamente in due piani, mossa da un avancorpo centrale e conclusa da timpano. Le decorazioni, i sipari, il corredo scenografico è invece opera dell’artista Francesco Gonin. L’inaugurazione con l’Ernani di Verdi, cui seguono la Gemma di Vergy di Donizetti, l’opera

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buffa Chi la dura la vince di Ricci e poi balli e concerti, inaugura un periodo di intensa attività che va fino al 1880 e vede in cartellone le maggiori opere liriche del momento nonché importanti compagnie di prosa, tra cui quella di Arturo Stacchini. Ma nel 1880 una grande novità nel panorama spezzino determina una graduale decadenza del Civico. In quell’anno infatti viene aperto il Politeama Duca di Genova, la cui capienza e programmazione, lo fanno preferire al più angusto Civico. La concorrenza del Politeama determina così un progressivo impoverimento delle attività teatrali, compensata in parte da congressi, manifestazioni e soprattutto dalla vivace presenza del Casino Civico che, proprio per la sua accresciuta importanza, viene ampliato nel 1889 con la costruzione di due nuove sale. Nel periodo successivo, la programmazione del Civico è impostata su un profilo di modesta attività; si hanno soprattutto eventi di carattere culturale e sociale tra i quali si ricorda in particolare l’attività didattica dell’Università Popolare. A seguito di un intervento di adeguamento strutturale, nel marzo del 1906 debutta il cinematografo e poi si allestiscono alcuni spettacoli lirici e musicali: l’opera Zanetto di Pietro Mascagni nel 1907 e due stagioni di attività concertistica nel biennio 1909-1911 e negli anni dal 1921 al 1928 sotto l’egida delle “Società Amici della Musica”, “Società dei Concerti e dell’”Associazione Santa Cecilia”. Si tratta tuttavia di eventi sporadici. La crisi del Civico, anche a seguito delle vicende politiche e belliche, pare avviata tanto che nel 1924 la Commissione vigilanza sui teatri ne ordina la chiusura per ragioni di sicurezza e incolumità. La rinascita sarà solo negli anni Trenta nel quadro di un rinnovo urbano e culturale della città stessa. Nel 1933 viene demolito infatti il Politeama per l’apertura di una nuova piazza e lo stesso anno, al 4 febbraio, viene inaugurato il Nuovo Civico con la Tosca di Puccini cantata dal soprano Bianca Scacciati. Ma il “Nuovo” Civico altro non è che la rifabbrica del teatro di Cremona ad opera dell’architetto Franco Oliva che demolisce il vecchio impianto e lo riprogetta nel gusto dell’allora architettura di regime. Si riprende in facciata lo schema del primo teatro, accentuando però il verticalismo delle linee: ampia gradinata di accesso, corpo centrale avanzato con tre arcate di ingresso e sottili archi laterali al primo livello, finestroni rettangolari al centro del secondo piano, alternati a snelle colonne , sormontate da statue. All’interno Oliva modifica i volumi abbandonando la sala a ferro di cavallo in favore di un parallelepipedo quasi regolare con conservazione della struttura a tre ordini di palchi e barcacce (a lato del palcoscenico). Nella migliore tradizione degli anni Venti e Trenta, la grande volta della sala presenta poi una cupola apribile decorata con i segni dello zodiaco. Un moderno razionalismo, elegante e ironico, caratterizza anche lo stile della decorazione interna ed esterna, opera di Augusto Magli, attivo in un fecondo sodalizio con Oliva. Abbandonando stucchi e ornamenti ottocenteschi l’artista, autore anche delle sculture in facciata, realizza semplici bassorilievi in marmo bianco, le cui linee sottili e allungate, sono in piena sintonia con il verticalismo architettonico. Ovviamente la modernità del teatro si esprime anche nella tecnologia e nella razionalità della distribuzione interna: dal raggruppamento

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dei comandi elettrici all’allestimento di camerini, dei sistemi di manovra per le scene e dell’impianto di illuminazione, alla costruzione della cabina di proiezione . Il Nuovo Civico, infatti, viene concepito da subito come un cinematografo e soprattutto questa è la sua attività preminente anche se non mancano interessanti rappresentazioni spettacoli, alcune anche di altissimo livello come la singolar tenzone, avvenuta proprio nell’anno di riapertura del teatro (1933) del poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti. L’attività cinematografica e spettacolare del Civico si interrompe al 20 giugno 1987 per mancanza di inagibilità, quindi il teatro rimane chiuso per restauri dal 1989 al 1995. L’intervento è stato soprattutto conservativo con mantenimento e ripristino della struttura e della decorazione originaria. A oggi il Civico ha ripreso la sua funzione di teatro cittadino, con un cartellone piuttosto vario (prosa, balletto, stagione concertistica…) alcune iniziative estive e soprattutto l’importante Festival Jazz. Bibliografia: AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R. Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 169-178 AA. VV., Le strutture dello spettacolo in Liguria, AGIS Liguria, Regione Liguria, 1989, pp. 69-72 e p. 207 AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali, a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura, Genova, 2015, pp. 24-29 A. Ambrosi, Straviario, Cassa di Risparmio di La Spezia, La Spezia, 1983, p. 187 G. Antonello, Trent’anni suonati, Edizione Giacché, La Spezia, 1999 P. P. Bedini, Sulla trasformazione del Teatro Civico di La Spezia, s. ed., Sarzana, 1931 Città di Spezia. Capitolato d’Appalto del Teatro Civico per gli anni 1870, 1871 e 1872, Tipografia Eredi Argiroffo, La Spezia, 1870 Città di Spezia. Capitolato d’Appalto del Teatro Civico per gli anni 1872, 1873 e 1874, Tipografia Eredi Argiroffo, La Spezia, 1871 S. M. G. Cerini, Guida della città di Spezia, del Golfo e dei suoi dintorni, Marinetti e Porporato, La Spezia, 1883, p. 28 P. Cevini, La Spezia, Sagep, Genova, 1984, n. 59, p. 17 P. Cevini, La Spezia e il suo golfo, in AA. VV., Liguria, Guida del Touring Club Italiano, Milano, 1982, p. 670 G. Chioma, La Spezia 1923-1943, Immagini di una città, Edizioni del Tridente, La Spezia, 2 voll., vol. II, 1987, p. 87 A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova, 1983 F. Dalmasso, R. Maggio Serra, Francesco Gonin 1808-1899, Catalogo della mostra, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino, 1991 F. De Negri, Ottocento e rinnovamento urbano, Carlo Barabino, Sagep,

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Genova, 1977 M. Di Dio Rapallo, I teatri in Liguria, in AA. VV., Il Teatro Carlo Felice di Genova, storia e progetti, Catalogo della mostra, Sagep, Genova, p. 198 A. Falconi, Guida al Golfo di Spezia, Tipografia civica di Giuseppe Tellarini, Torino, 1877, pp. 103-104 A. Fara, Le città nella storia d’Italia. La Spezia, Laterza, Bari, 1983 A. Farina, La Spezia prima della costruzione dell’Arsenale, in U. Formentini, T. Valenti, La Spezia e la sua provincia, Forni Editore, Milano, 1924 G. Giubbini, L’acquaforte originale in Piemonte e in Liguria, 1860-1875, Sagep, Genova, 1976, pp. 218-219 G. Giubbini, L’Eroica. Una rivista italiana del Novecento, Comune di Genova, Genova, 1983 C. Olcese Spingardi, La scultura e le arti applicate negli anni Venti, in AA. VV., La scultura a Genova e in Liguria. Il Novecento, a cura di F. Sborgi, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1989, pp. 49-51, p. 91, p. 277 e p. 280, scheda n. 30 F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 157-164 Regolamento del Teatro Civico della Città di Spezia, Tipografia Eredi Argiroffo, La Spezia, 1867 G. Strafforello, Province di Genova e Porto Maurizio, UTE, Torino, 1892, p. 113 E. Rumaneddu, Cinema e teatri della Spezia, Litoeuropa Editore, La Spezia, 1996 A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova ed in Liguria, Mondani, Genova, pp. 139-141 A. Zolesi, Guida Pittorica del Golfo di Spezia, Tipografia di Francesco Argiroffo, La Spezia, 1861, p. 47 Per la sistemazione del Teatro Civico, in “Il Comune della Spezia”, a. VI, n. 1-3, gennaio-marzo 1928, pp. 50-51 Alcuni cenni sull’attività del teatro sono in P. e B., Il Teatro Civico, in “Il Comune della Spezia. Rassegna municipale”, n. 1, XI, 1933, pp. 20-35 G. Chioma, Sul teatro il voto è all’unanimità, in “La Nazione”, 9 ottobre 1990 S. Del Santo, Il sipario perduto del pittore Gonin, in “Civico”, 1999 A. Discovolo, Franco Oliva e l’arte del suo tempo, in “Memoria dell’Accademia Lunigianense di scienze, lettere ed arti “Giovanni Cappellini”, La Spezia, 1955 A. Marmori, Il Teatro Civico di Ippolito Cremona nella città dell’Ottocento, in “Civico”, 1999 A. Marmori, Il Teatro Civico come emblema della città negli anni Trenta. La cultura edilizia e figurativa, in “Civico”, 1997 U. Mazzini, Del più antico teatro della Spezia nella prima metà del Settecento, in "Giornale Storico della Lunigiana", n. 3, 1916 F. Ragazzi, I teatri storici della Liguria, in “Eutropia”, n. 15, gennaio 1989

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Dati Storici Situazione iniziale L’edificio, opera dell’architetto Ippolito Cremona viene completato il 16 marzo 1846. Largo 20 metri e lungo 40 è caratterizzato da una facciata neoclassica composta da un porticato ad archi al piano terreno, collegata al piano stradale da una lieve gradinata. Il piano superiore, con finestre rettangolari chiuse da persiane, comprende invece un avancorpo centrale avanzato, sovrastato da timpano, sopra il quale figurano tre statue: Musica, Tragedia, Arte Plastica; altre due sculture (figure rappresentanti, in forma allegorica, il Golfo e la Città di La Spezia) sono collocate su un basamento, nei gradini, a chiudere simmetricamente le tre arcate principali. Alla struttura esterna corrisponde quella degli interni. La sala è a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi e loggione, a cui si collegano, al primo piano, le sale del Casino. Sia la dipintura dei sipari (andati perduti nell’incendio del 1862) che le decorazioni del soffitto, della sala, dei parapetti dei palchi e del boccascena sono opera del piemontese Francesco Gonin, così come i disegni del Ridotto, con vignette sul costume spezzino. Ubicazione: Piazza Mentana 1, La Spezia Attività: dal 1846 a oggi con alterne vicende e chiusure Dati tecnici: Sala rettangolare con tre ordini di palchi e barcacce Architetti: la progettazione originaria é dell’architetto Cremona mentre le decorazione interne sono dell'artista Gonin, autore anche dei sipari e degli apparati scenografici. L’architetto Franco Oliva é l’esecutore degli interventi del 1930-1933, insieme allo scultore Magli, mentre il restauro del 1989-1995 é stato affidato al progettista ing. Oreste Passalacqua e alla restauratrice Bennacci Elisabetta. Nel 2006 un nuovo intervento di consolidamento di alcune parti strutturali é stato realizzato dai progettisti arch. Marina Frumento, ing. Riccardo Rolla, geom. Nilo Giannini. Data inaugurazione teatro: 18 luglio 1846 Ristrutturazioni successive Ristrutturazioni, restauri 1885 e 1889: modifica della facciata esterna e delle parti strutturali interne

per esigenze di ampliamento dei locali del Casino Civico, collocati al primo piano

1930-1933: architetto Oliva e artista Magli; ricostruzione del teatro: interventi sulla facciata e modifiche del sistema interno di distribuzione degli spazi, con trasformazione della platea e dei palchi per esigenze di capienza e per ampliamento dimensionale del palcoscenico

1989-1995: restauro conservativo dell’impianto del 1933 (compreso il ripristino funzionale della cupola apribile) con intervento su tessuti e rivestimenti e restauro delle decorazioni di Magli. Nuovi lavori: palcoscenico a struttura mobile; rinnovo dei camerini; ripristino della

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sala del ridotto (con pavimentazione originaria); eliminazione dell’apparato cinematografico e della cabina di proiezione, divenuta ora sala di regia. Nel 1991 é stato realizzato un progetto di adeguamento del teatro alle vigenti disposizioni di legge in materia di sicurezza impiantistica-strutturale che ha comportato: rifacimento dell'impianto di riscaldamento e dell'impianto elettrico; rifacimento dell'impianto ascensore; realizzazione dell'impianto idrico antincendio e rilevazione fumi; adeguamento alla normativa sull'abbattimento delle barriere architettoniche; adeguamento dei locali alle norme di sicurezza e prevenzione incendi con realizzazione di vie di esodo per l'evacuazione al piano terra. Si é intervenuti poi su stuccature e affreschi a partire dal 1994. In particolare si é proceduti con il restauro del del coronamento a rilievo in stucco della cupola raffigurante i segni dello Zodiaco nonché degli elementi scultorei delle barcacce e delle balconate, interessati tutti da vaste cavità (con insediamenti di microflora e microbatteri), sfaldamenti, scagliature e sfarinamenti del materiale e stuccature/integrazioni non idonee. Sempre nello stesso anno si é eseguito un restauro delle facciate e dei cornicioni che ha comportato: demolizione delle parti ammalorate e/o cadenti; lavaggio accurato con idropulitrice a pressione delle superfici; rifacimento dell'intonaco demolito con malta di calce e cemento, previa arricciatura di malta cementizia. Gli interventi principali sono stati: sostituzione degli originari pluviali in plastica con altri in rame; demolizioni degli intonaci ammalorati e rifacimento degli stessi su tutti i prospetti; ripristino illuminazione della facciata e delle opere di Magli; pulitura e tinteggiatura a più colori dei prospetti; restauro delle parti in legno esistenti. Nel 2006 si é proceduto con un restauro parziale di alcuni elementi, degradati dal tempo e dall'usura. I principali interventi sono stati: consolidamento della muratura di separazione palcoscenico/camerini con intonaco e apposita rete in acciaio zincato, fissata alla muratura da appositi tasselli (oltre che rasatura delle pareti verticali e orizzontali e tinteggiatura a tempera di colore nero); restauro facciate laterali al piano terra (con demolizione di intonaci, laddove fatiscenti; ripristino della funzionalità della parte terminale ed incassata dei pluviali; restauro cornicione marcapiano mediante rimozione e successivo riposizionamento delle lastre di ardesia danneggiate, integrazione delle stesse, laddove mancanti, impermeabilizzazione del cornicione con guaina liquida; realizzazione di tracce o carne per impiantistica; rimozione di cavi a vista presenti in facciata ed inserimento di cavi elettrici di adeguata sezione e isolamento in conformità con le normative vigenti; idrolavaggio delle parti interessate da sali, impurità, depositi di smog; realizzazione di intonaco rustico con malta bastarda; realizzazione di rasatura con arenino su parti verticali e orizzontali compresa la formazione di spigoli sporgenti; tinteggiatura della facciata con vernice traspirante silossanica; eliminazione scritte e

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graffiti dalle pareti rivestite in materiale lapideo); restauro finestre in legno con eliminazione degli stucchi fermavetro, sostituzione di bassetti lignei logori, pulitura; restauro dei portoni laterali al piano terra (demolizione e rimozione delle porte in ferro e legno esistenti e successiva posa in opera di nuovi ingressi in legno di abete costruiti su disegni di quelli originari); restauro delle porte a bussola di ingresso e dei serramenti laterali interni ed esterni; restauro dei marmi dell'atrio dell'ingresso con fissaggio di eventuali lastre danneggiate a mezzo di barrette di acciaio, ripristino delle parti lesionate con apposizione di tasselli); restauro pareti atrio d'ingresso e camerini (realizzazione di imbiancatura interna a parete e soffitto, previa preparazione del fondo con conseguente rimozione di chiodi e stuccatura di fori e fessurazioni nonché rasatura; pitturazione con smalto lucido lavabile); restauro separé in legno dei palchetti sulle logge della galleria mediante sverniciatura fino a legno vivo, risanamento delle parti ammalorato, chiusura delle crepe, stuccatura e impregnatura; restauro del palcoscenico (demolizione del piano di calpestio e sostituzione dello stesso con tavole piallate in larice a perline da 3 cm); restauro del graticciato e della ringhiera in legno mediante sostituzione della parti degradate con elementi in larice; restauro della cupola mobile del tetto in particolare della struttura portante e dei meccanismi di movimentazione (con asportazione delle vernici ossidate; trattamento antiruggine; revisione di tutti gli elementi mobili; revisione del manto di copertura in rame, con fissaggio mediante rivetti delle parti disancorate)

Variazioni apportate alla struttura: 1885 e 1889: nel 1883 viene discusso e poi attuato, a seguito di Decreto

Regio del 10 dicembre 1885, un intervento che riduce il terzo ordine di palchi e lo trasforma parzialmente in una più semplice e agevole galleria. Il 19 giugno 1889 viene invece approvato un progetto di modifica della facciata mediante “la sostituzione di due corpi in muratura a due terrazzi esistenti, con lo scopo di formare due piccole nuove sale”. Di fatto vengono allineati i corpi laterali a quello centrale, aumentando lo spazio interno e semplificando la struttura della facciata: il loggiato diventa ora unico con lo spostamento delle statue sulla gradinata all’ingresso del teatro. L’incorniciatura del timpano triangolare viene modificata in fregio continuo a dentelli, esteso per tutta la lunghezza dell’edifico; i balconcini laterali del primo piano vengono sostituiti, in corrispondenza delle finestre centrali, da una balconata a sbalzo.

1930-1933: si riprende lo schema del primo teatro, adeguandolo alle linee del razionalismo del tempo e verticalizzandolo. Il nuovo fabbricato viene ampliato dal lato di piazza Mentana, inglobando l’antico ripiano e le gradinate esterne, al fine di aumentare la capienza interna (che raggiunge il dato di 1800 persone) e consentire l’estensione del

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palcoscenico. Con il nuovo assetto, l’ingresso è attraverso tre porte arcuate al piano strada, affiancate da ambo i lati, da due sottili archi laterali, memoria del portico a cinque arcate della precedente struttura. Il secondo livello presenta invece tre corpi, delimitati superiormente da cornici, con i due laterali ancora più arretrati rispetto al piano inferiore. Al centro del secondo livello, un corpo chiuso da tre finestroni rettangolari, imita in parte l’antico timpano ed è scandito da colonne sormontato da statue. All’interno, un atrio con scalinata consente l’ingresso al foyer principale, al Caffè e, a destra, al guardaroba e alle scale di accesso ai palchi e alla balconata. Un piccolo foyer è presente anche nel piano del primo ordine di palchi. La platea modifica l’originario impianto a ferro di cavallo e si dota di un volume rettangolare, che conserva però la struttura a tre ordini di palchetti e barcacce, ma con il primo ordine ricavato dal prolungamento a U del piano inferiore della balconata, sopra l’ingresso, divisa a sua volta in due ordini e sovrastante buona parte della platea. Caratteristica la cupola del soffitto, al centro della sala, apribile a comando elettrico in due sezioni al fine di consentire il controllo della temperatura e il cambio d’aria. Si allestiscono camerini, si ammoderna e razionalizza l’impianto elettrico, si realizzano opere per i sistemi di manovra delle scene, per l’illuminazione del palco e si eseguono interventi per esigenze legate alla proiezione cinematografica che portano alla creazione anche di una cabina di proiezione. A livello decorativo vengono eliminati stucchi e ornamenti del precedente impianto per realizzare bassorilievi marmorei dalle linee eleganti e allungate, aderenti al razionalismo e al verticalismo della rinnovata struttura.

1989-1995: non sono state apportate modiche strutturali nell'ultimo intervento, trattandosi di fatto di un restauro conservativo

Documenti Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Sopralluogo effettuato al teatro civico di La Spezia Data documento: 5 ottobre 1932 Notizie storiche: La relazione dello stato di fatto del teatro da parte dell'architetto Achille Oliva Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Legge n. 1089/1939 - trasmissione vincolo Data documento: 12 ottobre 1992 Notizie storiche:

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La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo ai sensi dell'art. 4 della L. 1089/1939 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di adeguamento del cinema Teatro Civico alle vigenti disposizioni di legge in materia di sicurezza impiantistica-strutturale Data documento: 3 novembre 1992 Notizie storiche: La relazione tecnica Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Titolo del fascicolo/tipologia: scheda tipo I, NCTN 07/00111222 Data documento: 1994 Notizie storiche: compilatori B. Bernabó, A. Lercari Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia Titolo del fascicolo/tipologia: Rifacimento e restauro delle facciate e dei cornici dell'edificio sede del Teatro "civico" di La Spezia Data documento: 10 gennaio 1994 Notizie storiche: Planimetrie varie con sezioni e prospetti diversi. Progettista: ing. Oreste Passalacqua Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia Titolo del fascicolo/tipologia: Rifacimento e restauro delle facciate e dei cornici dell'edificio sede del Teatro "civico" di La Spezia Data documento: 16 febbraio 1994 Notizie storiche: Relazione tecnica Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia Titolo del fascicolo/tipologia: Relazione tecnica sull'intervento di restauro del coronamento a rilievo in stucco raffigurante i segni dello Zodiaco del Teatro civico di La Spezia Data documento: 7 luglio 1994 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria -

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Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto parziale di restauro del Teatro Civico del Comune della Spezia Data documento: 23 marzo 2006 Notizie storiche: Relazione storico-tecnico-illustrativa; planimetrie varie con sezioni e prospetti diversi. Progettisti: arch. Marina Frumento, ing. Riccardo Rolla, geom. Nilo Giannini. Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria Titolo del fascicolo/tipologia: Installazione di due nuovi hot spot sulla facciata del Teatro Civico in piazza Mentana Data documento: 2 luglio 2014 Notizie storiche: Richiesta di autorizzazione all'installazione Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Verifica interesse culturale - Istruttoria Data documento: 19 novembre 2015 Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria - Fascicolo Teatro Civico La Spezia - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Titolo del fascicolo/tipologia: Notifica del vincolo di tutela del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio Data documento: 14 marzo 2016 Notizie storiche: La relazione contiene la comunicazione di notifica del vincolo secondo l'art. 15, comma 1 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio Proprietà passata e attuale Committenti o promotori della fondazione del teatro: La fondazione della struttura ottocentesca é finanziata dalla comunità cittadina e dalle pubbliche istituzioni e nasce per rispondere in modo adeguato alle esigenze culturali di una città in via di sviluppo e di accresciuta importanza. La costruzione viene avviata il 16 luglio 1840 con la pubblica inaugurazione dell’allora sindaco Lorenzo Federici. Sono passati alcuni mesi dalla data della delibera che ne ufficializzava la realizzazione (24 aprile 1839), mesi durante i quali vengono raccolti i fondi necessari a realizzare l’impresa. Proprietà attuale: Comune di La Spezia Gestione Tipo di gestione: gestione pubblica, Comune di La Spezia, Istituzione per i

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Servizi Culturali Vincoli e tutela Notifica: 12 ottobre 1992; vincolo ai sensi dell'art. 4 della L. 1089/1939. L'ultimo vincolo é in data 2 novembre 2015, ai sensi del D. Lgs. 42/2004, art. 10, in quanto significativo esempio di cinema-teatro degli anni Trenta del XX secolo nonché in quanto testimonianza dello sviluppo economico, culturale e sociale della città di La Spezia Tipologia Tipologia prevalente: edificio proprio Stile architettonico prevalente: architettura razionalista della facciata e delle strutture interne con ambienti calibrati su nitidi volumi geometrici, in linea con le tendenze dell’allora imperante funzionalismo Stile prevalente nelle decorazioni: la decorazione, in linea con il gusto razionale dell’architettura di regime, è stata mantenuta nella sua tipologia originaria riferita all'epoca di ricostruzione del teatro (Anni Trenta del Novecento). Si tratta di bassorilievi in marmo bianco per la maggior parte: le allegoria di Bacco, Tabacco e Venere a sinistra del foyer, in prossimità del Caffè; figure danzanti su onde ai lati dell’atrio; due piccole danzatrici nude all’ingresso della platea e dame cavalcanti all’esterno dei palchetti. La cupola è invece decorata da una fascia raffigurante stelle e segni dello Zodiaco Struttura di base della pianta della cavea: sala rettangolare a tre ordini di palchi e loggione con palcoscenico prospiciente Stato di conservazione: ottimo Impianti Platea: 15,10 mt (larghezza) x 13,95 mt (profondità) la platea presenta 25 file di poltrone con sedute in numero variabile che vanno da un minimo di 7 per lato a un massimo di 9. Capienza totale: 440 posti divisi in tre settori. Palchi: sono presenti tre ordini di palchi, conclusi da loggione Palcoscenico (boccascena): 9,42 mt (larghezza), 14,96 (profondità), 14 mt (altezza); dista dalla platea 2,70 mt. Palcoscenico (sipario): apertura manuale, in velluto beige, senza tagliafuoco Palcoscenico (proscenio): palcoscenico (12,40 mt –larghezza - x 13,30 mt -profondità) a struttura mobile che permette la variazione delle dimensioni e l’ampliamento della buca orchestrale; declivio 4,8% e altezza dal piano della platea di 1,50 mt; è presente una scala di accesso centrale e poi un altro accesso sul lato destro della platea. Un montacarichi di servizio, direttamente collegato al palco, è presente sul lato sinistro della platea. Buca orchestra: 9,42 mt (larghezza) x 8 mt (profondità). Fornitura di palco costituita da n. 14 quinte, un fondale, n. 5 soffitti e n. 2 arlecchini, di cui uno fisso e uno mobile. Graticciata o soffitta: graticcia costituita da travetti con fessure di 20 cm (possibilità di tiri elettrici o manuali), rocchetteria fissa, corde, catinelle;

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altezza alla graticcia: 14 mt. Dotazioni fisse di palcoscenico: sistema audio a piano palco costituito da n. 2 casse, mixer, n. 2 microfoni a filo e un radio microfono. La sala è attrezzata con n. 4 aste con possibilità di posizionare proiettori, con n. 10 ritorni per piano Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: impianto esterno con rete di illuminazione di sicurezza, prese distribuite sul palco; per l’illuminazione della sala si è mantenuto l’impianto a luce diffusa utilizzando la cornice della cupola e dei capitelli delle colonnine dei palchi. Cabina di distribuzione da 120 KW con prese da 32, n. 2 da 63 e possibilità di collegare un cavo spellato. Sul palco, sul fianco destro e sinistro, ci sono n. 2 quadri elettrici da dove è possibile attingere corrente fino a 3 KW. Un ulteriore quadro elettrico, collocato a destra del palco, può essere usato per aumentare la fornitura elettrica, dietro specifica richiesta delle compagnie. Regia a fondo sala con stesura di cavi tramite canaline. Vecchia ADB a 24 canali usata per piccole iniziative. Per esigenze di spettacolo: 3 americane elettriche non cablate Impianto di sicurezza: n. 5 uscite di sicurezza con maniglioni a spinta (sala), n. 2 con accesso alla strada per il palcoscenico; ad ogni piano si ha un sistema di innaffiatura ad acqua e rilevatori di fumo. Sono presenti infine n. 2 cupolini in palcoscenico per l'evacuazione fumo e un cupolone centrale in sala. UPS in caso di mancanza di energia elettrica Servizi igienici (zona del retropalco): non sono presenti camerini e spogliatoi: fianco destro, lato Nord-Ovest: n. 3 (I piano), n. 2 (II piano), n. 2 (III piano); fianco sinistro della platea, lato Nord-Est: n. 2 (I piano), n. 2 (II piano); n. 1 grande (III piano). Sono presenti servizi igienici con docce a ogni piano, su entrambi i lati destro e sinistro Servizi Foyer con biglietteria e guardaroba Atrio di accesso alla platea e scale per l’accesso ai palchi e alla galleria Ascensore per piano terra/platea e platea/ridotto Toilettes per uomini e donne situati sul fianco destro e sinistro della platea, lati Nord-Ovest e Nord-Est; altri servizi igienici sono presenti in galleria sul lato destro e sinistro in n. di 4 per ciascuna parte Magazzini esterni in numero di 2 e piccolo vano nel sottopalco Ridotto (10 x 6 mt) ad uso riunioni e conferenze, posizionato sotto la I galleria Urban center (locale ricavato sotto il teatro di circa 180 mq) ad uso biglietteria e per esigenze dell'amministrazione comunale Materiali Opere di finitura: intonacatura liscia e dipintura a stucco veneziano in sala; pavimenti in marmo originali mantenuti nell'ingresso; mattonelle in marmo con listelli in legno per il posizionamento delle sedute nella platea e guide in moquette nella parte centrale Strutture orizzontali: travature in cemento armato

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Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra e cemento armato Tessuti: tendaggi, velluti usati come accesso alla platea (n. 6 tende) Sedili: poltrone della platea con imbottitura e rivestimento in stoffa; per i palchi sono presenti sedute mobili in legno Ambiente culturale Area culturale: comuni della provincia di La Spezia e delle riviere di Levante Altri usi ai quali il locale è adibito occasionalmente: congressi, meeting Genere degli spettacoli: prevalentemente attività spettacolare e musicale (Festival Jazz) Per le diverse strutture, particolarmente complessa e laboriosa si è rivelata la ricognizione documentale che ha rilevato moltissime problematiche dovute alle situazioni più composite: dispersione e frammentazione degli archivi; inaccessibilità (anche legata all'indisponibilità dei proprietari, laddove si trattava di strutture private); mancata sistematizzazione della documentazione; lacunosità delle carte. In generale la ricognizione è stata realizzata con focus specifico sulle emergenze, oggetto di approfondimento; si è tuttavia deciso, in accordo con le parti, di procedere a uno spoglio anche dell'Archivio Storico del Comune di Genova per verificare la consistenza di eventuali fondi teatrali. Ne è derivato un regesto sommario che sembra soprattutto essere relativo alle specifiche occorrenze dei teatri sampierdarenesi, con qualche eccezione per strutture più rilevanti al tempo come il Teatro Sant'Agostino e il Carlo Felice.

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TEATRO DEGLI IMPAVIDI

(Schedatore: Chiara Luminati)

Ubicazione:

Viale Giuseppe Mazzini, 77 – 19038, Sarzana, La Spezia

Tipologia originaria:

Sala a ferro di cavallo balconata in due ordini sovrapposta a platea con tre

ordini di palchetti

Uso attuale:

in restauro

Dati tecnici:

350 posti

Costruito sulle rovine della Chiesa e del convento dei frati domenicani di

Sarzana, il teatro degli Impavidi risulta essere l’esempio più antico di struttura

teatrale autonoma, un “tempio laico” voluto all’inizio dal XIX secolo dalla

Borghesia cittadina per esprimere il proprio ruolo emergente e per soddisfare

la necessità di una cittadina che, già dal secolo prima, manifestava l’interesse

per una intensa vita teatrale.

Quattordici imprenditori, che poi si ridussero a otto a cause di divergenze sul

luogo di edificazione della struttura, furono i finanziatori della costruzione del

nuovo teatro e i lavori iniziarono il 31 maggio del 1807 e si conclusero nel

luglio del 1809.

La maggior parte delle strutture preesistenti venne demolita, anche se si

vollero lasciare alcune testimonianze della “Vita precedente” del complesso

dei frati Domenicani, fra queste vi erano: una lunetta affrescata nei camerini

che rivelava il chiostro, che ritroviamo ancora intatto in un immobile

confinante e forse, anche il pozzo posto sotto il palco, di quest’ultimo le

notizie sono poco precise perché potrebbe essere stato già ad uso del

convento, o potrebbe essere stato realizzato sotto il palcoscenico per

migliorare l'acustica della sala. Il progetto venne affidato all'architetto Paolo

Bargigli, professore dell'Accademia di Carrara, al quale si affiancò ben presto

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il socio Bernardo Valenti, al quale si possono ascrivere le numerose

modifiche apportate al tanto discusso progetto iniziale, che prevedeva dei

sapienti equilibri tra gli elementi settecenteschi e quelli neoclassici. Il teatro,

che si apre su piazza Garibaldi ha un prospetto di due ordini di finestre,

alcune delle quali sono timpanate; la facciata è arricchita da un elaborato

cornicione, da alcune lesene e dalla presenza di vari oggetti di ferro battuto

(lampade, supporti delle grondaie, frangiacque) che testimoniano l’antica

tradizione sarzanese.

All’interno la platea è contornata da tre ordini di palchi e dal loggione che

potevano offrire circa 800 posti. Decorazioni, stucchi e medaglioni

impreziosiscono l'interno del teatro; il boccascena quadrato presenta in

sommità un arcoscenico rettilineo sostenuto da lesene corinzie pronunciate; il

sipario anteriore, opera ormai smarrita del Maret, raffigurava Omero in atto di

accompagnare con la lira i versi dei suoi poemi; il secondo sipario e il soffitto

furono decorati dal pittore genovese G. Battista Celle; le tramezze che

separano i palchetti sono adornate con cariatidi in rilievo. Il soffitto crollò nel

1815 e solo dopo un anno di lavori il teatro riebbe la sua volta nuovamente

affrescata; un'ulteriore danno avvenne durante la seconda guerra mondiale

quando una bomba perforò la volta e danneggiò irreparabilmente una parte

degli affreschi. Il tetto soprastante è sorretto da capriate in legno che coprono

una luce di oltre 15 metri con un'imponente e suggestiva orditura lignea di

travi e travicelli.

Oggi, una lapide posta sul lato sinistro dell'ingresso secondario ricorda l'anno

di ultimazione del teatro (1809), gli otto fondatori ed il motto che li animava:

"Fingendis moribus relaxandis animis virtutibus aemulandis aere collato

extruebant IMPAVIDI".

Bibliografia:

AA. VV., E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R.

Iovino, M. Musso, Fratelli Frilli Editore, Genova, 2008, pp. 125-131

AA. VV., Teatri storici di Liguria: un viaggio tra palcoscenici storici e naturali,

a cura di R. Iovino, C. Viazzi, Palazzo Ducale: Fondazione per la Cultura,

Genova, 2015, pp. 70-73 e pp. 83-85 AA. VV., Teatro dell'Archivolto... Con i

piedi fortemente poggiati sulle nuvole... i primi vent'anni, a cura di G.

Gallione, Feltrinelli, Milano, 2007

M. Bottaro, M. Paternostro, Storia del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni

Esagraph, Genova, 1982

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A. Colombara, Spazi teatrali della Regione Liguria, Censimento degli spazi

teatrali all'aperto e al chiuso, Teatro Comunale dell'opera di Genova, Genova,

1983

F.L. Mannucci, IL Teatro di Sarzana, in “Giornale storico della Lunigiana”, I,

1909

F. Ragazzi, Teatri storici della Liguria, Sagep, Genova, 1991, pp. 80-97

A. Schmuckher, Teatro e spettacolo a Genova, Industrie Grafiche La

Tormena

Dati Storici:

Situazione iniziale

Il teatro venne costruito sull’antico monastero dei farti domenicani, la chiesa,

il chiostro e il cimitero per i monaci sono di epoca quattrocentesca. Opere di

prosa ed in musica sono rappresentate a Sarzana con regolarità già dalla

seconda metà del Settecento. Con l’avvento delle leggi napoleoniche il

convento domenicano venne soppresso e il 14 aprile 1807 venne acquistato

all’asta pubblica da otto cittadini sarzanesi che avvertirono la necessità di uno

spazio adeguato alle sempre più frequenti ed importanti rappresentazioni. La

stesura del progetto per l’edificio venne affidato all’architetto Paolo Bargigli,

poi sostituito da Bernardo Valenti. Il teatro venne inaugurato, il 9 settembre

1809, con uno spettacolo comprendente il dramma musicale “La guerra

aperta, ossia Astuzia contro astuzia” di Pietro Carlo Guglielmi, con testo di

Bernardino Mezzanotte, alternato con il ballo “La donna del bosco” e altri due

balli comici, scritti e diretti da Luigi Dupain. Il 17 settembre 1813 venne

fondata l’Accademia degli Impavidi, che avrebbe diretto l’attività del teatro per

più di un secolo. A sei anni di distanza dall’inaugurazione, il soffitto

affrescato, che sovrastava la platea, crollo e ci volle un anno per ricostruirlo.

L’attività del teatro proseguì seguendo l’intenzione iniziale di rappresentare

due opere l’anno, ma dal 1819, per scarsità di fondi, si passò ad una sola;

andarono comunque in scena la Matilde di Shabran, La gazza ladra, La

Cenerentola e Semiramide di Rossini, La Straniera e il Pirata di Bellini, l’Elisir

d’amore di Donizetti. Col tempo le opere in musica diminuirono lasciando

spazio alla prosa. Ad oggi il Teatro Impavidi, che ha conosciuto negli ultimi

decenni una certa vitalità artistica con interessanti stagioni di prosa e di

musica solistica o da camera, è la più antica struttura ligure destinata allo

spettacolo che abbia mantenuto, fin dalle sue origini, una certa regolarità di

utilizzo. Nel 1912, accanto alle stagioni teatrali si affiancarono le proiezioni

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cinematografiche che, negli anni a seguire, prevalsero sull’attività teatrale. Gli

eventi bellici dell’ultimo conflitto segnarono l’Impavidi in uno degli elementi più

belli e significativi: la volta affrescata. Questa venne lacerata da una bomba

che colpì la parte sinistra; a guerra finita la volta venne restaurata mediante il

rifacimento del cannicciata e riaffrescata soltanto con la rappresentazione del

cielo senza riproporre i musici che adornano le altre parti. Nel corso della

seconda metà del 900 si sono susseguite varie gestioni, che hanno sempre

puntato a stagioni teatrali di grande rilievo. Il 17 maggio 1993 il teatro venne

chiuso dalla proprietà, senza alcun provvedimento coattivo da parte delle

autorità.

Ubicazione: Viale Giuseppe Mazzini, 77 – 19038, Sarzana, La Spezia

Attività: Dal 1809 al 2000 con alterne vicende e chiusure

Dati Tecnici: Teatro all’italiana con tre ordini di palchi e logione

Architetti: Paolo Bargigli e Bernardo Valenti

Data inaugurazione del teatro: 9 settembre 1809

Ristrutturazioni e restauri:

Dopo i primi restauri a seguito della caduta della volta nel 1815 e

dell’esplosione di una bomba del secondo conflitto mondiale, le più

significative opere di restauro sono state portate avanti durante gli anni 90 del

900 a seguito della chiusura degli spazi teatrali nel 1993.

Nei primi progetti, datati 1994-98, si pensò di dare al teatro la sola funzione di

cinematografo, adeguando così gli spazi esistenti a questa necessità e

integrando studi per la sicurezza dello stabile.

Dal 2000, quando il teatro venne acquistato totalmente dall’amministrazione

comunale, iniziò un lungo e contrasto iter per la riqualificazione dell’edificio,

dove cavilli e impedimenti burocratici e non, si intervallarono. La prima parte

dei lavori fu portata avanti da uno studio milanese, con coordinamento

dell’architetto Luigia Luisella Pennati, e ha interessato il restauro della volta ,

soprattutto per quanto riguardava la stabilità del soffitto e il restauro del

pregevole affresco. Inoltre, venne rimesso a nuovo il pavimento del Foyer,

riutilizzando le piastrelle originali in graniglia, e posizionando al di sotto

l’impianto elettrico.

Lo stesso studio ha preso in carico anche questi ultimi restauri, iniziati nel

2013, che si concentrano principalmente sugli interni, andando a intervenire

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sulla sala di spettacolo e sulla torre scenica. Da un punto di vista tecnico

queste opere si concentrano anche sul sistema di aereazione, per rendere

totalmente a norma il teatro.

Documenti

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Scheda di catalogo

Data documento: 1994

Notizie storiche: Scheda di catalogo n. 07/4110129

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Nota di Trascrizione

Data documento: 08/01/1986

Notizie storiche: Lettera per la trascrizione del vincolo secondo la legge n.

1089 del 1/06/1939

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Sarzana (Sp) – Teatro degli Impavidi

Data documento: 1986

Notizie storiche: relazione storico artistica

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

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Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto per l’adeguamento parziale (ad uso

cinema) alle nome di prevenzione incendi del Teatro degli Impavidi

Data documento: 15/10/1994

Notizie storiche: Relazione tecnica Allegati fotografici

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Consulenza per l’acquisizione del Teatro

Impavidi

Data documento: 10/09/1998

Notizie storiche: Relazione dell’architetto Luisella Pennati in cui il progetto

viene esposto sotto tutti i punti di vista, tenendo presente i cenni storici e lo

stato attuale dell’immobile. Il documento è accompagnato da planimetrie e

computi metrici.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Lettera del consigliere comunale Peroni alla

soprintendenza

Data documento: 21/10/2000

Notizie storiche: Lettere di avviso a causa di un parziale crollo della volta del

teatro degli impavidi. Pericolo di crollo totale.

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

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Titolo del fascicolo/tipologia: Ristrutturazione Teatro degli Impavidi.

Data documento: 11/09/2000

Notizie storiche: Studio di fattibilità

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto architettonico, scenotecnico. Spazi di

servizio e rappresentanza del teatro degli Impavidi

Data documento: 23/01/2002

Notizie storiche: Progetto esecutivo

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto di adeguamenti tecnologici Teatro

Impavidi

Data documento: 24/04/2007

Notizie storiche: Relazione generale con schedatura elementi architettonici

del teatro e prime indicazioni di restauro

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Teatro degli Impavidi - Progetto esecutivo

ultimazione Foyer

Data documento: 20/05/2008

Notizie storiche: Relazione generale

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• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Completamento Teatro Impavidi

Data documento: 26/06/2004

Notizie storiche: Richiesta autorizzazione per smontaggio murature e

rimozione depositi stratigrafici per realizzare canalizzazione impianto

ricambio aria

• Fonte: Archivio della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della

Liguria –

Fascicolo Teatro degli Impavidi – Soprintendenza Beni Ambientali e

Architettonici

Titolo del fascicolo/tipologia: Progetto: “Completamento Teatro Impavidi di

Sarzana”

Data documento: 18/06/2015

Notizie storiche: Informativa circa l’inizio dei lavori di ristrutturazione del

Teatro degli Impavidi

Proprietà passata e attuale

Committenti o promotori della fondazione del teatro: Oggi, una lapide posta

sul lato sinistro dell'ingresso secondario ricorda l'anno di ultimazione del

teatro (1809) e gli otto fondatori: Luigi Berbucci e fratelli Giuseppe De

Benedetti e fratelli Agostino Magni Griffi e fratelli Azzolino Malaspina,

Giuseppe Picedi, Gio Batta Picedi Benettini e fratelli Cesare Remedi, Gio

Batta Valenti. Questi illustri sarzanesi fondarono “L’Accademia degli Impavidi”

che gestì il teatro per più di un secolo, quando, negli anni 50, la proprietà

passo in mano alla “Teatro degli Impavidi Srl”. Fu solo nel 1996 che lo stabile

venne acquisito totalmente dall’amministrazione comunale.

Proprietà attuale: Comune di Sarzana

Gestione

Tipo di gestione: Società privata a responsabilità del comune

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Vincoli e tutela

Notifica: 1 giugno 1939, n. 1089. Il teatro costituisce un raro e pregevole

esempio di teatro lirico e di prosa del sec. XIX costruito nel 1809 in severe

forme neoclassiche.

Tipologia

Tipologia prevalente: Il teatro sarzanese costituisce, per l’epoca, un moderno

e inusuale esempio di edificio autonomo rispetto all’edilizia circostante ma

perfettamente integrato con il contesto urbano: la facciata, esposta sull’asse

viario principale della città, espone su un’ampia piazza.

Stile architettonico prevalente: Il teatro si presenta all’esterno con una

struttura neoclassica, semplice ma elegante: la zona inferiore con tre porte

alternate a due finestre, tutte ad arco, intervallate da lesene e chiuse da una

cornice; la parte centrale in lieve aggetto; due ordini di finestre superiori; un

alto cornicione alla sommità scandito da piccole lesene. Alcuni elementi

accessori in ferro battuto testimoniano una tradizione artigianale tipicamente

sarzanese. All’interno, il foyer conduce direttamente alla sala principale, dalla

forma a ferro di cavallo tipica dei teatri tardo-settecenteschi, con tre ordini di

palchi e loggione.

Stile prevalente nelle decorazioni: La decorazione interna rivela compostezza

neoclassica: pitture, stucchi e medaglioni, cariatidi a rilievo. Il sipario

principale originario è dipinto da Maret, mentre la decorazione pittorica del

secondo sipario e del soffitto è realizzata da Giovanni Battista Celle. Sopra

alla volta del soffitto affrescato, crollata nel 1815 ma subito ricostruita, il tetto

copre un vano alto oltre 15 metri, nel quale sono intrecciati travi e sostegni in

legno.

Struttura di base della pianta della cavea: Sala a ferro di cavallo balconata in

due ordini sovrapposta a platea con tre ordini di palchetti

Stato di conservazione: Nonostante vari interventi e adattamenti, fra cui

l’impiego come cinematografo e i danni subiti durante l’ultima guerra

mondiale, l’edificio ha mantenuto nel tempo una certa coerenza strutturale,

sia all’esterno che all’interno.

Impianti:

Platea:200 posti

Galleria: 250 posti

Page 221: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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Palcoscenico (boccascena): mq. 9. Il palcoscenico ha conservato parte dei

meccanismi originari, mentre la buca dell’orchestra è stata chiusa nel

dopoguerra e così è rimasta per garantire maggiore spazio sul palcoscenico.

Palcoscenico (sipario):mt. 10

Graticciata o soffitta: mt. 20

Impianto elettrico e dotazioni apparecchi-luce: Secondo necessità

Impianto di sicurezza: in fase di normalizzazione

Materiali:

Opere di finitura: mattonelle in granito e palco in legno

Strutture orizzontali: Travature in legno

Strutture verticali: struttura in muratura portante in pietra

Tessuti: /

Sedili: imbottiti e rivestiti in tessuto

Ambiente culturale:

Area Culturale: Comune di Sarzana, riviera di levante

Altri usi a cui il locale è adibito occasionalmente: Manifestazioni culturali

Genere degli spettacoli: attività teatrale e musicale

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APPENDICE Ricerca archivistica portata avanti presso l’archivio storico del comune di Genova

LUOGO E NOMINATIVO TEATRO ARGOMENTO COLLOCAZIONE NOTE

SAN PIER D'ARENA

Documentazione e richieste per spettacoli pubblici estivi all'aperto in sostituzione delle attività teatrali.

FONDO SAN PIER D'ARENA PRIMA DELL'ANNESSIONE- SC.177 FASC. 7 ANNO 1923

SAN PIER D'ARENA

Proiezione film nelle scuole per evitare di portare gli allievi fuori dalla classe

FONDO SAN PIER D'ARENA PRIMA DELL'ANNESSIONE- SC.351 FASC. 12 ANNO 1925

SAN PIER D'ARENA

Documentazione relativa l'ampliamento della via Teatro Modena

FONDO SAN PIER D'ARENA PRIMA DELL'ANNESSIONE- SC.392 FASC. 1 ANNO 1883-1900

SAN PIER D'ARENA

Edilizia cinema e teatri 1897-1925, ampliamenti e restauri

FONDO SAN PIER D'ARENA PRIMA DELL'ANNESSIONE- SC.456/2 455/2 ANNO 1897-1925

Vari argomenti miscellanea relativa ai teatri genovesi in generale.

GENOVA CARLO FELICE

Contratti appalti e varie relative al Carlo Felice

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 39/ 1 E SS. ANNO 1910-1949

Vari argomenti miscellanei, controversie giuridiche

GENOVA CARLO FELICE e SAN PIER D'ARENA

Verbali riunioni relative ai contratti e appalti del Teatro Carlo Felice e del Modena

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 38/ 1. ANNO 1910-1949

Vari argomenti miscellanei, controversie giuridiche

SAN PIER D'ARENA

Manutenzione ordinaria dei teatri di S. Pier d'Arena

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 79/ 3 E, n.816 ANNO 1930-1937

GENOVA CARLO FELICE

Rapporto sulla mostra di floricultura tenutasi presso il teatro 1911

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 90/ 7 E, cat. 11 n.1062 ANNO 1911-1933

Page 223: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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SAN PIER D'ARENA

Rautorizzazione all'uso dei giardini delle Scuole barabino per spettacoli pubblici estivi a cura di Leandro Greppi-1922

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 177 E, cat. 11 n.1062 ANNO 1879-1928

Spettacoli pubblici all'aperto S.Pier D'Arena

SAN PIER D'ARENA

Edilizia cinema e teatri varie annate, ammodernamenti e piccoli restauri interni (sedie, mobilio…)

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 455/2 ANNO 1897-1945

SAN PIER D'ARENA Illuminazione Teatro Verdi 1925

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-335 SCATOLA 455/2 ANNO 1897-1945

SAN PIER D'ARENA

Blocco lavori ampliamento teatro centrale Controversia giuridica con l'impresario Chiarella. Si vuole bloccare l'ampliamento del cinematografo nell'area di proprietà della Vedova Serra. 1913

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 455 ANNO 1897-1945

Vi è uno schizzo planimetrico interessante, raffigurante l'area incriminata.

SAN PIER D'ARENA Ampliamento teatro Modena 1907

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 455 ANNO 1897-1945

Vi è uno schizzo planimetrico interessante, raffigurante l'edificio.

SAN PIER D'ARENA

Costruzione botteghe di fianco al teatro Modena e aggiunte restauri 1903

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE-SCATOLA 455 ANNO 1897-1945

Vi è uno schizzo planimetrico interessante, raffigurante le botteghe

GENOVA CARLO FELICE

Varie amministrazione orchestra e personale

FONDO INTEGRAZIONE AMMINISTRAZIONE COMUNALE SEC. xx- ANNO 1885-1954 MA FINO AL 1981 CAT.5 1002 e ss.

GENOVA CARLO FELICE

Consegna dei palchi e cause relative

SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE 1273 (222) fasc. 53/82

GENOVA CARLO FELICE

Consegna dei palchi e cause relative

SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE 1275 (224) fasc. 113/128

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GENOVA CARLO FELICE

Corcorso per fondazione di una bottega al Carlo Felice

SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE 1278 (227) fasc. 196/236

GENOVA CARLO FELICE

Tassa sul teatro Carlo Felice

SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE 1279 (228) fasc. 257

GENOVA CARLO FELICE

Intestazione dei palchi e cause relative

SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE 1284 (233) fasc. 487

SAN PIER D'ARENA

Teatro Paganini offerte per un palco

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 1286 (235) ANNO 1855

GENOVA CARLO FELICE

Lavori restauro tetto del Carlo Felice

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 616 ANNO 1855

GENOVA CARLO FELICE

Relazione circa il lampadario del Carlo Felice

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 648 ANNO 1855

GENOVA TEATRO SAN AGOSTINO

Vendita vecchie quinte del teatro

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 669 ANNO 1855

GENOVA CARLO FELICE Restauri sipario FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 672 ANNO 1855

GENOVA CARLO FELICE

Restauri Carlo Felice

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 702 ANNO 1855

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GENOVA CARLO FELICE

Richiesta di compere Meccanismi palcoscenico

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 240 ANNO 1856

GENOVA CARLO FELICE

Accademia musicale nel Teatro a beneficio delle Scuole

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 241 ANNO 1857

GENOVA CARLO FELICE

Teatri civici nomina Ispettore di palcoscenico

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 242 ANNO 1857

GENOVA CARLO FELICE

Riparazioni ordinarie teatro

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 242bis 976-977 ANNO 1857

GENOVA CARLO FELICE

10044 Punizione di una ballerina, 1076 Intestazioni a palco

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 245 ANNO 1858

GENOVA CARLO FELICE

Collocazione orologio esterno, segreteria 1098

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 246 ANNO 1858

GENOVA CARLO FELICE

Nuovo capitolato d'appalto

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 248 ANNO 1859

GENOVA CARLO FELICE

Appunti di segreteria 1301

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 249 ANNO 1859

GENOVA CARLO FELICE Capitolato 1240 FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 249 ANNO 1859

Page 226: Schedatura scientifica di teatri e sale cinematografiche ......del teatro a Genova, 2 voll., Edizioni Esagraph, Genova, 1982, pp. 162, 166 e 303 “Il Caffaro”, 1901, n. 2 e n. 7

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GENOVA TEATRO SAN AGOSTINO

Rapporto intorno al teatro di San Agostino 1252

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 249 ANNO 1859

GENOVA CARLO FELICE

Assenza del Sig. Mariani direttore d'orchestra del Carlo Felice 1269

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 249 ANNO 1859

GENOVA CARLO FELICE Segreteria 1317 FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 251 ANNO 1860

GENOVA TEATRO SAN AGOSTINO Restauri 1317

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 251 ANNO 1860

GENOVA Varie teatri

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 126 ANNO 1797-98

GENOVA

Teatri pubblici feste da ballo

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 329 ANNO 1797-98

GENOVA

Lettere al direttore per Commissione teatri e verbale assegnazione palchi, pratiche varie e manifesti dal 1831 al 44, Annuario Impresa Sanguineti

FONDO AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE- SCATOLA 1192 ANNO 1825-28