SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO ... · Provincia di Treviso Numero Comuni...

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(Allegato 1) 1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: IN-SUPER-ABILI 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: assistenza Area d’intervento: disabili Codifica: A06 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto “In-super-abili” si rivolge alle persone disabili presenti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII situate all’interno delle provincie di Vicenza e di Treviso. Le strutture che prenderanno parte al progetto sono le seguenti: Casa famiglia Vicenza (VI); Casa famiglia 24 (VI); Casa famiglia San Francesco (VI); Casa famiglia Anawim (TV). Le case famiglia ospitano 16 soggetti adulti e minori, portatori di handicap, non autosufficienti e/o autonomi, caratterizzati da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, o con manifestazioni di sindromi psichiatriche e/o comportamentali. I bisogni di relazione empatica e socializzazione, la ricerca dell’autonomia, oltre all’abbattimento di pregiudizi e stereotipi, sono le aspettative a cui il 1 NZ 00394 ALBO NAZIONALE

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(Allegato 1)

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

IN-SUPER-ABILI

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: assistenza Area d’intervento: disabili Codifica: A06

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza

il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori

misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto “In-super-abili” si rivolge alle persone disabili presenti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII situate all’interno delle provincie di Vicenza e di Treviso. Le strutture che prenderanno parte al progetto sono le seguenti:

Casa famiglia Vicenza (VI);

Casa famiglia 24 (VI);

Casa famiglia San Francesco (VI);

Casa famiglia Anawim (TV). Le case famiglia ospitano 16 soggetti adulti e minori, portatori di handicap, non autosufficienti e/o autonomi, caratterizzati da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, o con manifestazioni di sindromi psichiatriche e/o comportamentali. I bisogni di relazione empatica e socializzazione, la ricerca dell’autonomia, oltre all’abbattimento di pregiudizi e stereotipi, sono le aspettative a cui il

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NZ 00394

ALBO NAZIONALE

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progetto intende rispondere, al fine di promuovere un percorso verso l’integrazione solidale in contesti esterni, differenti rispetto agli abituali luoghi di frequentazione in cui viene solitamente inserito il disabile. Il progetto vuole quindi sensibilizzare e favorire interventi che possano aumentare le autonomie degli utenti, favorendone le capacità relazionali e socializzanti, neutralizzando l’isolamento in cui solitamente vivono. CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE DEL TERRITORIO

Numero comuni (PROVINCIA DI VICENZA) 121

Superficie 2.722,53 km²

Popolazione residente totale 867.314

- Variazione 2014 - 2015 -0,28%

Tabella n. 1 Provincia di Vicenza – Fonte: ISTAT - Elaborazione dati tuttitalia.it

Numero comuni (PROVINCIA DI TREVISO) 95

Superficie 2.479,83km²

Popolazione residente totale 885.447

- Variazione 2014 - 2015 -0,21%

Tabella n. 2 Provincia di Treviso – Fonte: ISTAT - Elaborazione dati tuttitalia.it

CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO La regione Veneto è storicamente caratterizzata da un settore industriale trainante. Essa costituisce un caso eclatante nell’ambito di quello che è stato definito negli anni Sessanta il “miracolo economico italiano”. Fino alla metà degli anni Cinquanta, infatti, il Veneto era caratterizzato da un’economia di tipo prevalentemente agricole da un’elevata percentuale di emigrazione della sua popolazione. Grazie al territorio in gran parte pianeggiante l’agricoltura è tutt’ora molto fiorente e ancora oggi, la regione, che detiene il primato nella produzione di mais e della soia, contribuisce per circa il 10% alla produzione agricola nazionale e le sue aziende, quasi tutte meccanizzate e con un alto livello di specializzazione, sono molto competitive. Tratto saliente dell’economia veneta è la sua forte vocazione all’export: la regione concorre in misura significativa al totale delle esportazioni nazionali. Nel 2014 si è assistito ad una lenta ripresa dell’attività produttiva a livello regionale, seguendo la tendenza registrata negli ultimi trimestri del 2013, dopo la brusca contrazione subita nel 2012. La produzione industriale ha registrato una flessione media annua del +1,8 per cento, evidente cambio di marcia rispetto allo scorso anno (-0,8%). Per quel che concerne i livelli produttivi, dopo la forte spinta registrata nel primo trimestre 2014, con un aumento della produzione del +3,3 per cento, i livelli produttivi hanno evidenziato una dinamica più debole, passando dal +1,2% nel secondo trimestre al +1% nel terzo trimestre. (Fonte: La situazione economica del Veneto - Rapporto Annuale 2015 a cura di Unioncamere Veneto). Tale situazione si riflette sul tasso di disoccupazione regionale, dato che è passato dal 7,5% del 2014 al 7,4% del primo trimestre del 2015 (Dati Istat). I dati del contesto regionale si riflettono anche sull’andamento congiunturale nelle Provincie di Vicenza e di Treviso. Infatti nel primo trimestre 2015 le imprese registrate nella provincia di Vicenza risultano essere state 82.781 di cui 18.540 del commercio, 13.787 nell’industria manifatturiera, 12.580 nei servizi alle imprese, 11.616 nelle costruzioni, 10.580 nelle altre attività, 8.775 nell’agricoltura, 4.799 negli alberghi e ristoranti e 2.104 nei trasporti. La comparazione su base annua indica una stazionarietà delle imprese registrate. Nell’ambito del manifatturiero (-0,9%) gli unici settori ad evidenziare un trend positivo sono stati la chimica gomma-plastica (+1,4%) e la metalmeccanica (+2,6%); in flessione tutti gli altri: alimentare -5,7%, altre industrie -9,9%, orafo -3,4%, legno e mobile -2,0%, tessile e abbigliamento -1,0%, concia e pelli -0,1%. Al di fuori del manifatturiero sono risultati in crescita i servizi alle imprese (+0,9%), gli alberghi e i ristoranti (+0,4%) e il commercio (+0,2%); in calo l’agricoltura (-0,9%), i trasporti (-4,3%). Il confronto tra il primo trimestre del 2015 ed il trimestre precedente evidenzia una leggera flessione (-0,5%) del numero delle imprese registrate (Fonte: “Andamento Congiunturale dell’economia vicentina – 1°

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indagine 2015”, Camera di Commercio di Vicenza). Tali dati hanno inciso anche sul tasso di disoccupazione provinciale che si attesta al 6,7% rispetto al 7,3% del 2014 (Dati Istat).

DATI CONGIUNTURALI PROVINCIA DI VICENZA Settore Numero imprese registrate

2015 Variazione rispetto al trimestre

precedente

Commercio 18.540 +0,2%

Industria manifatturiera 13.787 -0,9%

Servizi alle imprese 12.580 +0,9%

Costruzioni 11.616 +0,2%

Altre attività 10.580 -1,7%

Agricoltura 8.775 -0,9%

Alberghi e ristoranti 4.799 +0,4%

Trasporti 2.104 -4,3%

Tabella n. 3 Dati congiunturali Provincia di Vicenza - Fonte: Andamento Congiunturale dell’economia vicentina – 1° indagine 2015, Camera di Commercio di Vicenza

Per quel che concerne l’economia trevigiana invece è da rilevare una continua contrazione del numero di imprese attive nei primi tre mesi del 2015: -574 unità, di cui -278 nell’agricoltura. Più̀ significativo il confronto su base annuale: da marzo 2014 a marzo 2015 la provincia di Treviso ha perso 867 imprese, portando ad oltre 4.400 l’emorragia di imprese da inizio crisi, di cui oltre 2.500 nell’agricoltura. Quanto alle dinamiche di dettaglio per settori, l’agricoltura continua a rappresentare il comparto economico nel quale si registrano le perdite più importanti: -278 imprese attive rispetto a dicembre 2014 (-1,9%) e -399 unità rispetto a marzo 2014 (-2,8%). Si evidenzia inoltre, dal confronto con il trimestre precedente, che il comparto più penalizzato – dopo quello primario – è quello del commercio che si contrae di -157 imprese attive (-0,9%) in linea con la variazione annuale (-0,9%) e con quella del primo trimestre 2009 (-0,9%). Le perdite congiunturali più consistenti sono imputate al commercio all’ingrosso (-113 unità; -1,4%) rispetto al commercio al dettaglio (-34 unità, -0,4%). Segue il comparto dell’edilizia per il quale si contano rispettivamente -82 imprese attive (-0,7%) rispetto a dicembre 2014 e -206 unità (-1,7%) rispetto a marzo 2014 (erano -439 le perdite tendenziali registrate esattamente un anno fa; -3,4%). (Fonte: “La demografia d’impresa in provincia di Treviso - Aggiornamento al 31 marzo 2015”. Camera di Commercio di Treviso). Tali dati si riflettono nel tasso di disoccupazione provinciale del trevigiano che si attesta al 8,3% rispetto al 7,3% del 2014 (Dati Istat).

DATI CONGIUNTURALI PROVINCIA DI TREVISO Settore Variazione rispetto al trimestre precedente

Industria manifatturiera -0,6%

Servizi alle imprese -0,7%

Costruzioni -0,1%

Altre attività +3,0%

Agricoltura -1,9%

Commercio -0.9%

Edilizia -0,7%

Alberghi e ristoranti -0,4%

Trasporti -3,1%

Tabella n. 4 Dati congiunturali Provincia di Treviso - Fonte: La demografia d’impresa in provincia di Treviso - Aggiornamento al 31 marzo 2015, Camera di Commercio di Treviso

I dati macroeconomici riportati fino ad ora, che apparentemente possono sembrare fini a se stessi, hanno in realtà delle significative ricadute a livello sociale, in quanto l’inserimento da parte dei giovani nell'industria locale e il reinserimento lavorativo per chi perde il lavoro risulta difficile. Ciò si ripercuote negativamente sulle famiglie, comprese quelle dei soggetti disabili che devono affrontare le difficoltà economiche dovute ai periodi prolungati di disoccupazione e di cassa integrazione. Inoltre, per quel che concerne la composizione demografica del Veneto, si è assistito ad un modico aumento dei residenti di circa 1.000 unità, passando dai 4.926.818 abitanti nel 2014 ai 4.927.596 del 2015 (Dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2015).Anche le province ed i comuni in cui il presente

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progetto si andrà a collocare hanno conosciuto uno sviluppo demografico nel corso degli anni, come riportato nelle tabelle sottostanti. Provincia di Treviso

Numero Comuni 95

Superficie territorio provinciale 2 479,83 km²

Popolazione residente totale 887.293

Variazione rispetto al 2012 +1,2%

Residenti nel Comune di Farra di Soligo 9.014

Variazione rispetto al 2012 +0,5%

Tabella n. 5 Provincia di Treviso - Fonte: Dati ISTAT aggiornati al 01/01/2015 Provincia di Vicenza

Numero Comuni 121

Superficie territorio provinciale 2 722,53 km²

Popolazione residente totale al 01/01/2015 869.718

Variazione rispetto al 2012 +1,2%

Residenti nel Comune di Vicenza 113.599

Variazione rispetto al 2012 +2,1%

Residenti nel Comune di Dueville 13.983

Variazione rispetto al 2012 +0,6%

Residenti nel Comune di San Vito di Leguzzano 3.614

Variazione rispetto al 2012 +1,3%

Tabella n. 6 Provincia di Vicenza - Fonte: Dati ISTAT aggiornati al 01/01/2015

CONTESTO SETTORIALE DI RIFERIMENTO Il tema della disabilità nella sua accezione più ampia, è un fenomeno articolato e complesso. Su scala nazionale, stando ad un’analisi del CENSIS del 2014, si stima che le persone con disabilità siano pari al 6,7% della popolazione totale, ossia 4,1 milioni di persone. Nel 2020 saranno 4,8 milioni (il 7,9% della popolazione) e raggiungeranno i 6,7 milioni nel 2040 (il 10,7% della popolazione). Il modello di risposta alla disabilità del welfare italiano si basa in modo informale sulla famiglia, che non solo diventa il soggetto centrale della cura, ma spesso viene anche coinvolta nello stesso percorso di marginalità ed isolamento che tende ad accentuarsi quando le persone disabili crescono. Infatti, fino alla minore età, le famiglie possono contare su uno dei pochi punti di forza della risposta istituzionale alla disabilità: l'inclusione scolastica, che rappresenta un'importante occasione di inclusione sociale. Oltre l'età scolastica, le persone con disabilità finiscono per essere abbandonate nelle loro case, con ridottissime opportunità di inserimento sociale e di esercizio del loro diritto alle pari opportunità. Nel mondo del lavoro l'inclusione è pressoché inesistente ed è inoltre da rilevare come l'universo delle disabilità non riesca ad uscire dal cono d'ombra in cui si trova, non solo per quel che concerne le statistiche pubbliche a livello nazionale (i dati ufficiali dell'Istat sono fermi al 2005) ma anche per quel che concerne i dati regionali e delle Province di Treviso e di Vicenza. E’ inoltre da rilevare come in Italia non esista una modalità unificata della disabilità come invece è sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006; conseguentemente non si possono ottenere dati certi a riguardo ma solamente parziali, aggregando dati provenienti da diverse fonti. Nel 2012 in Veneto le persone con disabilità erano stimate in 207 mila, mentre nel 2022 saranno da 237 mila a 246 mila (+16%), di cui 205/212 mila in età anziana (Fonte: Fondazione «Emanuela Zancan» Onlus). Attualmente la distribuzione percentuale media regionale degli utenti disabili nei tre livelli di bisogno assistenziale è rappresentata dalla seguente tabella:

Bisogno Basso 31%

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Bisogno Medio 31%

Bisogno Alto 38%

Tabella n. 7 Distribuzione percentuale media regionale degli utenti disabili - Fonte: ALLEGATO D alla Dgr n. 740 del 14 maggio 2015 della regione Veneto

Per bisogno basso si intende una compromissione funzionale lieve da parte del soggetto, con un sufficiente livello di autonomia nelle ADL (Activities of Daily Living). La persona non presenta significative riduzioni della capacità funzionale complessiva, è in grado mediamente di svolgere la propria attività̀ quotidiana/lavorativa anche con l’aiuto di ausili. La complessità̀ assistenziale è bassa, gli interventi richiesti spesso sono mono/biprofessionali e mirati a specifiche problematiche (es: infermieristiche e/o riabilitative e assistenziali). Sono presenti anche bisogni correlati alla “fragilità̀ sociale”. Già̀ a questo livello risulta di fondamentale importanza la presa in carico territoriale, a garanzia della continuità̀ assistenziale in tutte le sue componenti. Gli interventi programmabili presentano una forte componente sociale, ed in caso di persone con disabilità, in particolare nell’età̀ pediatrica, risulta determinante anche l’intervento educativo, reso alla famiglia in supporto alle abituali attività̀ assistenziali. Il livello di bisogno medio si caratterizza per il consolidamento della gravità del quadro di compromissione globale (dipendenza totale) con l’interessamento di più̀ aree. L’aggravamento del deficit a carico della componente motoria condiziona pesantemente lo svolgimento in autonomia delle attività̀ di base e strumentali e richiede la necessità del ricorso ad ausili personalizzati. La compromissione delle principali funzioni sensoriali, unitamente alla deflessione reattiva del tono dell’umore e la presenza di deficit della cognitività, comportano una riduzione della vita di relazione e dei rapporti sociali: nelle fasce di età̀ più giovani tutto questo può̀ comportare una riduzione della capacità lavorativa con interruzione per lunghi periodi dell’attività̀ professionale. Il bisogno sociosanitario è correlato all’instabilità̀ clinica su un quadro cronico evolutivo/progressivo. Molto spesso si rendono necessari ricoveri ospedalieri per la gestione delle complicanze legate all’evolversi della malattia o al riacutizzarsi della malattia cronica. La tenuta delle reti familiari è una variabile decisiva nella progettazione dei percorsi assistenziali e nella scelta del setting assistenziale più̀ appropriato. La complessità̀ assistenziale è medio-alta ma con problematiche prevalenti a carico della componente tutelare/assistenziale, molto spesso con la necessità di una copertura continua nelle 24 ore, per la gran parte svolta dal caregiver. Il livello di bisogno alto presenta un quadro di gravissima compromissione funzionale e di totale dipendenza nelle attività̀ quotidiane, ma anche problematiche di tipo sociosanitario che richiedono frequenti e costanti interventi medico-specialistici ed infermieristici. Possono essere ricompresi in questo livello le situazioni legate ad elevata complessità̀ assistenziale: la comparsa in talune situazioni di grave insufficienza respiratoria che rende inevitabile la dipendenza dal ventilatore, la presenza della nutrizione artificiale, il totale allettamento, la necessità di effettuare manovre, di particolare impegno (es: paracentesi, toracentesi, ecc.) rappresentano solo alcune delle condizioni che caratterizzano questo livello assistenziale. L’assistenza si connota per la complessità̀ dell’intervento che richiede competenze specifiche nella gestione delle problematiche sociosanitarie e una tenuta forte delle reti familiari e del caregiver nella progettazione dei percorsi assistenziali e nella scelta del setting assistenziale più̀ appropriato. Per quel che concerne i dati sulla disabilità nelle province di Treviso e di Vicenza dati riportati nelle seguenti tabelle possono essere utilizzati come punti stellari per la definizione di tale fenomeno nelle province in oggetto.

CLASSE DI ETÀ

DISABILITÀ MOTORIA

DISABILITÀ PSICO-

SENSORIALE

DISABILITÀ CARDIO –

RESPIRATORIA

ALTRE DISABILITÀ E

INDETERMINATE

TOTALE

FINO A 19 2 0 0 0 2

20-34 112 41 3 28 184

35-49 924 227 38 99 1288

50-64 1528 506 79 463 2576

65 E PIÚ 2083 1911 307 1788 6089

TOTALE 4649 2685 427 2378 10139

MASCHI 4.034 2.504 361 2.045 8.944

FEMMINE 615 181 66 333 1.195

Tabella n. 8 Disabili titolari di rendita INAIL della Provincia di Treviso per classe di età e tipo di disabilità al 31/12/2014 – Fonte: INAIL

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CLASSE DI ETÀ

DISABILITÀ MOTORIA

DISABILITÀ PSICO-

SENSORIALE

DISABILITÀ CARDIO –

RESPIRATORIA

ALTRE DISABILITÀ E

INDETERMINATE

TOTALE

FINO A 19 0 0 0 0 0

20-34 91 39 1 14 145

35-49 794 223 20 52 1089

50-64 1358 414 42 427 2241

65 E PIÚ 1880 1568 173 1860 5481

TOTALE 4123 2244 236 2353 8956

MASCHI 3608 2084 205 2066 7963

FEMMINE 515 160 31 287 993

Tabella n.9 Disabili titolari di rendita INAIL della provincia di Vicenza per classe di età e tipo di disabilità al 31/12/2014 – Fonte: INAIL

In aggiunta a tali tabelle è utile riportare i dati relativi ai verbali UVMD (Unità di valutazione Multidimensionale Distrettuale) rilasciati dalle ULSS per le province di Vicenza e Treviso in relazione alla popolazione residente in età compresa tra i 3 ed i 19 anni (Fonte: Miur – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto – Direzione regionale – Aggiornato al 7 gennaio 2015). Come si può notare, le tabelle sotto riportate vanno a completare le tabelle inerenti ai disabili titolari di rendita INAIL della provincia di Vicenza e di Treviso, soprattutto per quel che concerne i dati sulla fascia di popolazione compresa tra i 3 ed i 19 anni.

N° Verbali

UVMD Popolazione

residente Popolazione scolastica

Incidenza % su popolazione residente

Incidenza % su popolazione scolastica

VI 3.278 140.065 138.841 2,34% 2,36%

TV 2.302 141.694 139.217 1,62% 1,65%

Tabella n. 10 Disabili titolari di rendita INAIL - Fonte: Miur – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto – Direzione regionale – Aggiornato al 7 gennaio 2015

Qui di seguito sono riportati i dati delle ULSS in merito ai verbali UVMD da esse rilasciati per soggetti in età compresa tra i 3 ed i 19 anni. È da rilevare che le ULSS di competenza per i territori in cui il progetto andrà ad impattare, sono le seguenti: - USLL4: competente per 32 Comuni, tra cui quello di San Vito di Leguzzano; - USLL6: competente per 39 Comuni, tra cui quello di Vicenza e di Dueville; - USLL9: competente per 39 Comuni, tra cui quello di Farra di Soligo.

Ulss Infanzia primaria media superiore totale Residenti 3-19 anni

incidenza % su popolazione

residente 3-19 anni

AZIENDA ULSS N. 4 ALTO VICENTINO 62 281 220 133 696 30.264 2,30%

AZIENDA ULSS N. 6 VICENZA 175 446 457 149 1.227 50.442 2,43%

AZIENDA ULSS N. 7 PIEVE DI SOLIGO 29 347 183 85 644 33.247 1,93%

Tabella n. 11 Verbali UVMD rilasciati dalle ULSS – Fonte: Miur – Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto – Direzione regionale – Aggiornato al 7 gennaio 2015

I piani di zona per la Provincia di Treviso e per quella di Vicenza costituiscono ulteriori fonti di dati, soprattutto per quel che concerne i bisogni delle persone con disabilità che emergono dall’analisi del contesto settoriale. Per quel che concerne la provincia di Vicenza, al 1° gennaio 2015 il quadro inerente all’assistenza fornita a soggetti disabili, viene fornito dalle seguenti tabelle.

Anno Utenti al 1° gennaio Inserimenti Dimissioni Utenti al 31 dicembre

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2012 203 15 6 212

2013 212 20 20 212

2014 214 21 9 226

Tabella n. 12 Andamento Inserimenti residenziali in Provincia di Vicenza - Fonte: Documento per la Ri-Pianificazione 2015 del Piano di Zona Area Disabilità, Conferenza dei Sindaci, Azienda ULSS, Enti Gestori,

Associazioni Famiglie - Vicenza, 14 aprile 2015

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Totale Utenti 79 105 103 96 108 101 111

Totale Accoglienze 3774 4793 4440 4536 4220 4469 5116

Tabella n. 13 Accoglienze Temporanee, Servizio residenziale in Provincia di Vicenza - Fonte: Documento per la Ri-Pianificazione 2015 del Piano di Zona Area Disabilità, Conferenza dei Sindaci, Azienda ULSS, Enti Gestori,

Associazioni Famiglie - Vicenza, 14 aprile 2015

Anno Utenti al 1° gennaio Inserimenti Dimissioni Utenti al 31 dicembre

2012 566 14 19 561

2013 579 5 61 523

2014 523 37 67 496

Tabella n. 14 Andamento inserimenti in Centri Diurni provincia di Vicenza - Fonte: Documento per la Ri-Pianificazione 2015 del Piano di Zona Area Disabilità – Conferenza dei Sindaci, Azienda ULSS, Enti Gestori,

Associazioni Famiglie - Vicenza, 14 aprile 2015

E’ da notare come il fabbisogno non evaso dei Centri Diurni per il 2014 ammonti a 17 persone e vi sono 49 persone richiedenti un aumento di fascia di contribuzione. Come riportato dal “Documento per la Ri-Pianificazione 2015 del Piano di Zona Area Disabilità – Conferenza dei Sindaci, Azienda ULSS, Enti Gestori, Associazioni Famiglie - Vicenza, 14 aprile 2015” in relazione al costante aumento del fabbisogno di inserimenti residenziali e di inserimenti diurni per le persone con disabilità che escono dalla scuola, tali attività devono essere necessariamente potenziate, rinforzando le azioni di presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia e migliorando al tempo stesso i percorsi di orientamento e formazione ed inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Per quel che concerne invece la provincia di Treviso la situazione fotografata dai piani di zona redatti per il periodo 2011-2015, è la seguente:

Interventi /Azioni Numero posti/utenti

Politiche sociali e socio-sanitarie Anno

Centro diurno per persone con disabilità

284 Promozione di reti solidali di supporto alle persone con disabilità ed alla famiglia

2011

Comunità alloggio per persone con disabilità

76 Garantire accoglienza residenziale per chi resta senza riferimenti familiari in situazione di disabilità grave.

2011

Residenze Sanitarie Assistenziali(RSA) per persone con disabilità

30 Garantire accoglienza residenziale per chi resta senza riferimenti familiari in situazione di disabilità grave.

2011

Gruppo appartamento per persone con disabilità

5 Garantire accoglienza residenziale per chi resta senza riferimenti familiari in situazione di disabilità grave.

2011

Tabella n. 15 La Provincia di Treviso dai Piani di Zona 2011-2015 - Fonte: Piano di Zona 2011-2015, Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n.7 di Pieve di Soligo

Come riportato dall’asse prioritario n.6 del Piano Strategico di Sviluppo territoriale della Provincia di Treviso del 2014 ed intitolato “Sostenere una nuova stagione di benessere e di qualità dei servizi e del lavoro, quale risorsa per lo sviluppo”, tra le azioni prioritarie di tale asse è sottolineato come sia necessario “Rafforzare la rete di strutture e servizi socio assistenziali di accoglienza per portatori di handicap e prive di adeguata assistenza familiare” (Fonte: Piano Strategico Provincia di Treviso). Dalle tabelle sopra riportate si evince chiaramente che:

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- L’accrescimento delle possibilità terapeutiche e dei livelli di cura delle persone con disabilità, nonché l'ulteriore sviluppo della scolarizzazione e della cultura dell'integrazione delle persone disabili, richiedono un costante incremento dei servizi e della programmazione di attività da parte dei servizi socio-sanitari, e producono la progressiva saturazione dei tassi di utilizzo delle risorse. - In particolare sta via via aumentando il ricorso a strutture diurne o residenziali, prevalentemente per l’invecchiamento sia della popolazione disabile sia dei nuclei familiari di riferimento che non riescono più a garantire il necessario supporto di assistenza e di cura. - I rapidi fenomeni di trasformazione sociale e la negativa congiuntura economica colpiscono in modo particolare le reti parentali di mutua assistenza, mettendone a rischio la tenuta. Le famiglie con persone disabili a carico che hanno difficoltà di accesso ai servizi o che non trovino adeguate risorse al proprio bisogno di inserire i familiari disabili in percorsi di inserimento sociale, rischiano di vedere pregiudicata la possibilità di svolgere appieno la propria vita sociale fino a sviluppare una vera e propria difficoltà di integrazione sociale.

All’interno del contesto sopra descritto, l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera attraverso quattro case famiglia, ubicate rispettivamente a Vicenza, a Dueville, a San Vito di Leguzzano e a Farra di Soligo. Nello stile dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII le strutture sono organizzate come vere e proprie famiglie, nelle quali sono presenti in maniera continuativa figure genitoriali che sono il riferimento per gli utenti accolti. La casa famiglia è una struttura preposta all'accoglienza di minori, anche con disabilità, e persone adulte con gravi handicap e/o forme di disagio sociale diversificate. È, per definizione, “una convivenza continuativa e stabile di due adulti che si dedicano in maniera totale a svolgere la funzione paterna e materna. Risiedono presso una struttura di civile abitazione e accolgono soggetti diversi per età, genere e stato di disagio, privi di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva, con rapporti individualizzati, per assicurare sviluppo e maturazione, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alla vita sociale, ospitalità. Il tutto in una organizzazione della vita quotidiana di tipo familiare. L’accoglienza di diverse tipologie di soggetti è la caratteristica più originale, che rimanda al modello di famiglia allargata”. Gli utenti vi possono dimorare anche per tutta la vita. Le persone accolte sono spesso prive di una rete familiare in grado di garantire l’assistenza e il supporto necessari nella vita quotidiana. Le strutture di casa-famiglia dell’Associazione rispondono alle richieste delle persone accolte attraverso la predisposizione di percorsi individualizzati di educazione, riabilitazione, avviamento lavorativo, accompagnamento e reinserimento sociale. La presenza degli operatori garantisce alle persone inserite nella comunità un sostegno e un supporto costante 24/24 ore. Gli operatori sono singoli o coppie di sposi che diventano temporaneamente o definitivamente padre e madre, fratello e sorella delle persone accolte, garantendo una vera e propria “comunità di tipo familiare”, vivendo in pienezza il concetto della famiglia e della sua eterogeneità interna. Attualmente nelle quattro sedi progettuali sono accolte 16 persone con problematiche varie di disabilità medio-grave, prevalentemente psichiche. Mensilmente l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII riceve richieste di accoglienza provenienti sia da privati cittadini, sia dai servizi territoriali della Provincia di Treviso e Vicenza: tali richieste possono essere quantificate tra le otto e le dieci al mese (Fonte: Associazione Comunità papa Giovanni XXIII). Attualmente l’Ente non è in grado di soddisfare tale quantità di richieste di accoglienza, ma a fronte dell’incremento e della qualificazione delle attività previste dal progetto, sarà possibile valutare la fattibilità di ulteriori inserimenti all’interno delle strutture. I soggetti disabili accolti nelle strutture della Comunità, richiedono in larga parte di assistenza continua e di situazioni stabili e protette sulla base della gravità dei disturbi, dei sintomi e dei tratti caratteriali dei soggetti stessi. La tabella sottostante offre un quadro riassuntivo delle specificità dei soggetti accolti: Casa Famiglia di Dueville (VI)

Disturbo/Diagnosi Età Sintomi e tratti caratteriali

Disabilità grave. Invalidità pari al 100% con riconoscimento di accompagnamento– “oligofrenica in morbo di Litle (Tetraparesi spastica)”

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Presenta un atteggiamento infantile che si ripercuote nelle conversazioni, di norma povere e basilari. Ha spesso atteggiamenti “lunatici” o aggressivi anche verso altri o autolesionistici verso se stessa, quando non sa manifestare alcuni bisogni. È in difficoltà nella deambulazione ed in

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alcune attività della normale vita quotidiana.

Disabilità media. Invalida civile 100% con diagnosi “ sviluppo delirante in debole mentale. Epilessia generalizzata” con riconoscimento indennità di accompagnamento.

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Ha perso alcune autonomie in conseguenza del suo handicap e attualmente si sposta nel territorio solo se accompagnata. Fisicamente mostra un difetto dovuto a postura che le ha deformato la schiena. La doppia patologia di epilessia e psichiatrica condizionano molto il vivere quotidiano. Spesso fa fatica a recepire le cose che le vengono dette, creando così delle incomprensioni con gli operatori; incomprensioni che poi si risolvono riprendendo l’argomento non compreso e chiarendo il tutto con calma, a volte anche con l’aiuto esterno di una psichiatra che la sta seguendo.

Psichiatrico – Invalida civile 100% con riconoscimento indennità di accompagnamento. Grave disturbo schizofrenico di tipo disorganizzato, con spiccata incoerenza ideoverbale e alterazioni del comportamento di tipo stolido-inpulsivo

56 Ha allucinazioni imperative che a volte lo inducono a compiere agiti aggressivi, pertanto necessità di una continua presenza degli operatori. Non ha una buona gestione del denaro, anzi se ne entra in possesso ne abusa. Nelle attività che la casa propone vi partecipa se sono presenti degli operatori.

Invalida civile 80% con diagnosi di insufficienza mentale medio – grave di carattere psichico

35 Si presenta fisicamente più giovane della sua età e simpatica, ma si coglie facilmente il limite intellettivo, anche se all’interno di un gruppo riesce a strumentalizzare le situazioni che si presentano, manipolandole a suo favore. Grazie ad alcune autonomie e capacità, sta svolgendo un progetto d’Integrazione Sociale in Contesto Lavorativo presso una scuola in aiuto al personale ATA

Invalidità al 100% con riconoscimento di accompagnamento – “Disturbo borderline di personalità in debole mentale lieve”

38 Prima seguita dalla neuropsichiatria infantile e poi successivamente dalla psichiatria, ha avuto molteplici ricoveri. Rimane ancora molto infantile negli atteggiamenti, pur avendo migliorato le diverse modalità regressive, ha ridotto i comportamenti autolesionistici, ma continua a manifestare uno scarso controllo emotivo e ha bisogno di accentrare su di se tutta l’attenzione possibile. Parla in continuazione ed interviene sempre anche quando a parlare sono altri, poiché deve sempre dire l’ultima parola. Si inserisce facilmente nei gruppi o nelle nuove conoscenze di volontari mostrandosi affabile e accondiscendente.

Casa Famiglia San Vito di Leguzzano (VI)

Disturbo/Diagnosi Età Sintomi e tratti caratteriali

Ritardo mentale di grado medio, psicosi d’innesto

23 Impacciata nella socializzazione, prova sentimenti d’inadeguatezza e di rabbia, si inibisce se riceve valutazioni negative – adeguatamente incoraggiata tende comunque a cercare interazioni sociali, manifestando un forte bisogno di sentirsi accettata. Svolge con supervisione e, a volte con aiuto le attività igienico-personali

Ritardo mentale di grado medio, psicosi d’innesto

25 Instabilità del tono dell’umore, alterna momenti di chiusura e tendenza all’isolamento a momenti di ricerca della compagnia e dello svago. Presenta tratti autolesionisti. Autonoma nelle attività quotidiane.

Paralisi cerebrale infantile da asfissia neonatale. Idrocefalo post asfittico- emorragico. Ritardo mentale profondo, cecità

15 Completamente dipendente in qualsiasi attività quotidiana. Alimentazione mista orale e tramite PEG. Non comunica verbalmente ma solo tramite vocalizzi, sorrisi, espressioni del viso. Molto sensibile al contatto fisico e uditivo.

Casa Famiglia di Vicenza

Disturbo/Diagnosi Età Sintomi e tratti caratteriali

Grave insufficienza mentale con tratti di autismo

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Dipendenza nella cura di sé e negli spostamenti, necessita di costante accompagnamento. Comportamenti aggressivi per cui necessita di

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contenimento e di affiancamento costante.

Insufficienza mentale con tratti psicotici

44 Pensiero dissociato, ritardo mentale, comportamento talvolta aggressivo e autolesionista. Instabilità emotiva.

Disturbo della personalità di tipo borderline

22 Forte instabilità del tono dell’umore con tendenza all’aggressività, soprattutto verbale. Difficoltà nella relazione. Autonoma nelle attività quotidiane e negli spostamenti. Ha bisogno di supporto nell’accudimento e nella relazione con il figlio di 24 mesi. Ama le uscite e lo svago

Insufficienza mentale media 55 Parziale capacità di curare la propria persona nel soddisfacimento dei bisogni primari, tratti caratteriali, non capacità lavorative.

Sindrome dissociativa di carattere psichico

54 Tratti caratteriali egocentrici e narcisistici; disturbi d'ansia

Tetraparesi spastico-distonica e ritardo delle prestazioni intellettive

28 Limitazioni a livello sensoriale, comunicazione con computer e linguaggio non verbale. Necessita di assistenza continua

Casa Famiglia Farra di Soligo (TV)

Disturbo/Diagnosi Età Sintomi e tratti caratteriali

Ritardo mentale e disabilità fisica Tetraparesi spastica

26 Grave disabilità fisica – autonomia ridotta e necessario supporto di ausili - Assenza di capacità nell’uso del denaro - Difficoltà a comunicare - difficoltà deambulatoria - Inefficienza nell'attività sociale, la comunicazione, le attività della vita quotidiana e la responsabilità sociale

Ritardo mentale e disabilità fisica Tetraparesi spastica

27 Grave disabilità fisica – autonomia ridotta e necessario supporto di ausili - Assenza di capacità nell’uso del denaro - Difficoltà a comunicare - difficoltà deambulatoria - Inefficienza nell'attività sociale, la comunicazione, le attività della vita quotidiana e la responsabilità sociale

Le caratteristiche dei soggetti accolti nelle strutture dell’Associazione consentono di tracciare il seguente quadro generale:

Scarsa autonomia negli spostamenti in ambienti esterni per la quasi totalità dei soggetti;

Scarsa autonomia nella relazione con gli altri, soprattutto in contesti esterni a quello famigliare;

Impossibilità di inserimento occupazionale (anche protetto), per la maggior parte dei soggetti;

Livello di stabilità nelle relazioni con persone al di fuori delle strutture molto basso ( 7 persone su 16)

Nel 2016 le strutture APG23 hanno realizzato le seguenti attività:

Attività volte all’implementazione delle autonomie individuali degli utenti (3 volte la settimana);

Attività di socializzazione quali organizzazione di gite fuori porta, escursioni, momenti ricreativi, feste (2 volte la settimana);

Attività di sviluppo delle abilità espressive e laboratori artistici – 1 volta la settimana: o Laboratorio di ceramica; o Laboratorio di pittura; o Laboratorio di decoupage; o Laboratorio di cucina;

Laboratori ergo terapici una volta la settimana: o Laboratorio di giardinaggio (1 volta la settimana); o Laboratorio di cucito (1 volta la settimana); o Laboratorio di falegnameria (1 volta la settimana); o Laboratorio di informatica (1 volta la settimana).

Inoltre i dati sopra riportati inerenti all’azione dell’Ente, riguardo al numero delle persone accolte nelle strutture dell’Associazione sono in linea con quelli degli anni precedenti (Fonte: Associazione comunità Papa Giovanni XXIII) e mostrano una sostanziale stabilizzazione delle attività di accoglienza in casa-famiglia. In aggiunta, stando ai dati di contesto generale ed alle interviste degli operatori

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dell’Associazione, è da rilevare come nell’ultimo decennio sia costantemente aumentato il numero di persone disabili che beneficiano di servizi ed interventi dedicati. Ciò consente quindi di evidenziare due importanti aspetti: fino ad oggi vi sono state persone con disabilità i cui bisogni non erano ancora soddisfatti; in secondo luogo la natura permanente dei bisogni intercettati richiede la stabilità nel tempo degli interventi messi in atto. Occorre pertanto mantenere inalterato il processo di costante potenziamento, qualificazione e diversificazione dei servizi per persone disabili, a fronte dei permanenti bisogni generali di:

cura, riabilitazione, formazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;

percorsi personalizzati corrispondenti ai bisogni specifici delle persone con disabilità;

soluzioni abitative per le persone con disabilità prive di autonomia domestica o risorse parentali.

IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DI PROGETTO Il Progetto IN-SUPER-ABILI è rivolto ai 16 soggetti disabili accolti nelle quattro strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nelle province di Treviso e Vicenza, identificati nella tabella del contesto settoriale. BENEFICIARI DEL PROGETTO I beneficiari del progetto possono essere così individuati:

i membri dei nuclei famigliari delle persone affette da disabilità che potranno migliorare le relazioni con i propri ragazzi e ottenere aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane;

i cittadini dei paesi in cui le strutture sono inserite, che potranno accrescere e migliorare la loro sensibilità verso il mondo della disabilità;

I servizi sanitari e territoriali che potranno usufruire della qualificazione delle risorse offerte agli utenti attraverso il progetto;

Potenziali nuovi utenti che potrebbero essere inseriti nelle strutture a progetto nell’anno di realizzazione del progetto.

DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Approfondendo i bisogni del target group individuato, si rilevano i seguenti bisogni all’interno delle Province di Treviso e di Vicenza:

Accoglienza di nuovi utenti privi di autonomia individuale;

Programmazione di servizi nella prospettiva del “dopo di noi” (scomparsa delle famiglie che si prendono cura delle persone disabili);

Necessità di creare opportunità di inserimenti lavorativi per i disabili adulti;

Necessità di sperimentare nuove forme di integrazione e di dare continuità ai progetti di integrazione sociale e tempo libero precedentemente intrapresi;

Necessità di supporto psicologico da parte delle famiglie dei disabili inseriti. OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI All’interno delle province di Vicenza a Treviso sono presenti numerose strutture residenziali per persone disabili che costituiscono una valida risorsa per il trattamento delle disabilità e per il mantenimento degli sviluppi raggiunti dagli utenti.

STRUTTURE RESIDENZIALI IN PROVINCIA DI VICENZA Ente Tipo Denominazione Comune Posti

accreditati

Agape SCS Comunità Alloggio La Capannina Vicenza 8

Agape SCS Comunità Alloggio Casa Fonos Vicenza 8

Agape SCS Comunità Alloggio Casa Fonos Bolzano Vicentino 8

Ass. Gen. Casa Serena Comunità Alloggio Casa Serena Monticello Conte Otto

10

Promozione e Lavoro SCS

Comunità Residenziale

Il Giardino dei Tigli Altavilla Vicentina 20

Città Solidale SCS Comunità Alloggio Luisa e Renato Vicenza 10

Città Solidale SCS Comunità Alloggio Lisiera Bolzano Vicentino 8

Città Solidale SCS Comunità Alloggio Bolzano Vicentino Bolzano Vicentino 9

12

Città Solidale SCS Comunità Alloggio Via Cerato Vicenza 7

Città Solidale SCS Comunità Alloggio Sandrigo Sandrigo 10

Fondazione F. Poli Onlus

Comunità Alloggio A. Silvestri Vicenza 17

Fondazione C. Stefani Onlus

Comunità Alloggio Candida e Fratelli- Ettore

Noventa Vicentina 16

Fondazione C. Stefani Onlus

Comunità Alloggio Luigi Noventa Vicentina 8

Il Nuovo Ponte SCS Comunità Alloggio Il Sentiero Vicenza 9

Il Nuovo Ponte SCS Comunità Alloggio Il Faro Vicenza 9

Istituto Palazzolo S. Chiara

Comunità Residenziale

Istituto Palazzolo S. Chiara

Vicenza 33

MEA SCS Comunità Alloggio Ancora Insieme Mossano 20

Totale: 210

Tabella n. 16 Strutture residenziali in Provincia di Vicenza - Fonte: Documento per la Ri-Pianificazione 2015 del Piano di Zona Area Disabilità, Conferenza dei Sindaci, Azienda ULSS, Enti Gestori, Associazioni Famiglie - Vicenza,

14 aprile 2015

STRUTTURE RESIDENZIALI IN PROVINCIA DI TREVISO

Ente Tipo Denominazione Comune

Coop. Sociale FAI Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio HandyHope

Vazzola

Coop. Sociale FAI Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Il Girasole Orsago

Coop. Sociale Fendler Gruppo Appartamento Gruppo Appartamento Fendler

Vittorio Veneto

Coop. Sociale Sorgente Comunità alloggio per persone con disabilità

Coop. Sociale Sorgente Farra di Soligo

Fondazione di culto e religione Piccolo Rifugio

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa monsignor Carraro

Vittorio Veneto

Fondazione di culto e religione Piccolo Rifugio

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa Flavia Vittorio Veneto

Fondazione di culto e religione Piccolo Rifugio

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Zaina-Bernardi

Susegana

Fondazione di culto e religione Piccolo Rifugio

Gruppo Appartamento Gruppo Appartamento Piccolo Rifugio

Vittorio Veneto

Coop. Sociale La Rete

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa Maria Adelaide da Sacco

Vidor

OAMI Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa Giulia

Giavera del Montello

Coop. Sociale Insieme Si Può

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Il Mosaico

Oderzo

Fondazione Il Nostro Domani ONLUS

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa Codato

Preganziol

Fondazione Il Nostro Domani ONLUS

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa Giovanna De Rossi

San Biagio Di Callalta

Fondazione Il Nostro Domani ONLUS

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Casa L. Spigariol-G. Minatel

Breda di Piave

Coop. Sociale Quadrifoglio a.r.l

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Il Ponte

Treviso

Associazione Conca d’Oro ONLUS

Comunità alloggio per persone con disabilità

Comunità Alloggio Il Quadrifoglio

Treviso

Totale posti accreditati nelle strutture sopra menzionate: 111

Tabella n. 17 Strutture residenziali in Provincia di Treviso - Fonte: Piano di Zona 2011-2015, Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n.7 di Pieve di Soligo

INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Dall’analisi del contesto si rileva come sia molto difficile trovare nel territorio opportunità di integrazione e crescita per quanto riguarda la disabilità adulta. Le attività proposte dal territorio,

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infatti, riguardano soprattutto fasce di età molto basse e relegano la persona disabile adulta in un ruolo di marginalità. Vi è quindi una carenza di attività di assistenza, integrazione ed emancipazione per le 16 persone disabili inserite nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che portino ad un empowerment psicologico-individuale e di comunità delle stesse. INDICATORI DI CONTESTO - n. di disabili inseriti nelle strutture dell’ente; - n. di attività volte all’implementazione delle autonomie individuali; - n. di attività di socializzazione; - n. di attività di sviluppo delle abilità espressive e laboratori e frequenza con cui vengono attivati; - n. di laboratori ergoterapici e frequenza con cui vengono attivati.

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7) Obiettivi del progetto:

BISOGNO SPECIFICO: Dall’analisi del contesto si rileva come sia molto difficile trovare nel territorio opportunità di integrazione e crescita per quanto riguarda la disabilità adulta. Le attività proposte dal territorio, infatti, riguardano soprattutto fasce di età molto basse e relegano la persona disabile adulta in un ruolo di marginalità. Vi è quindi una carenza di attività di assistenza, integrazione ed emancipazione per le 16 persone disabili inserite nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che portino ad un empowerment psicologico-individuale e di comunità delle stesse.

OBIETTIVO SPECIFICO

Empowerment psicologico e sociale dei 16 soggetti con disabilità inseriti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con conseguente incremento dell’autonomia individuale e di relazione con il “mondo” esterno.

INDICATORI

DI CONTESTO DI RISULTATO RISULTATI ATTESI

- n. disabili inseriti nelle strutture dell’ente; - n. attività volte all’implementazione delle autonomie individuali;

Potenziamento e miglioramento qualitativo delle attività volte all’implementazione delle autonomie degli utenti: da 5 a 6 volte la settimana (aumento del 20% rispetto al precedente anno);

Incremento dell’autonomia di almeno 12 utenti;

- n. attività di socializzazione;

Potenziamento e miglioramento qualitativo delle attività di socializzazione: da 4 a 5 volte al mese (aumento del 25% rispetto al precedente anno);

Incremento delle competenze sociali e relazionali di almeno 10 utenti;

-n. attività di sviluppo delle abilità espressive e laboratori e frequenza attivati;

Potenziamento e miglioramento qualitativo delle attività di sviluppo delle abilità espressive: da 2 a 3 volte alla settimana (aumento del 33% rispetto al precedente anno);

Incremento delle capacità espressive di almeno 10 utenti;

-n. laboratori ergoterapici attivati;

Potenziamento e miglioramento qualitativo delle attività ergoterapiche: da 4 a 5 volte al mese (aumento del 25% rispetto al precedente anno);

Aumento delle capacità manuali ed incremento dell’autostima e del sentimento di gratificazione personale per almeno 9 utenti.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le

attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in

servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo

che quantitativo:

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8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

L’ideazione del presente progetto è stata intrapresa nel corso del 2016 attraverso la raccolta dei dati derivanti dalle precedenti esperienze di Servizio Civile Nazionale, rilevando al contempo sia i bisogni delle persone affette da disabilità presenti sul territorio, sia quelli delle persone accolte nelle strutture della Comunità. Da tale analisi si è manifestata quindi la necessità di ideare e mettere in pratica strategie per dare risposta alle esigenze emerse, sviluppando maggiormente le azioni necessarie finalizzate al raggiungimento degli obiettivi individuati. Tale processo, conclusosi nell’agosto 2016 con la stesura e revisione del presente progetto di Servizio Civile basato sull’analisi dei risultati raggiunti dai precedenti progetti di Servizio Civile Nazionale, si è articolato attraverso le seguenti fasi ed operatività:

- Analisi delle necessità territoriali: Individuazione dei principali stakeholders nell’ambito della disabilità all’interno dei territori del vicentino e del trevigiano, che hanno sottolineato come sia imprescindibile e necessario l’aumento del numero delle accoglienze. Tali stakeholders, individuati tra assistenti sociali, educatori professionali ed assessori comunali e provinciali, hanno proceduto a creare una rete a cui è possibile accedere per avere una mappatura dei bisogni del territorio;

- Analisi dei bisogni dei soggetti disabili nelle strutture dell’ente: Attraverso meetings di valutazione con i responsabili e con i collaboratori delle comunità, si sono analizzate le criticità e le opportunità quotidiane per i soggetti disabili accolti;

- Individuazione ed analisi della documentazione necessaria per il reperimento degli indicatori statistici: Indagine delle fonti statistiche e demografiche attendibili, tramite documenti cartacei ed analisi attraverso i siti internet dei Servizi Territoriali e siti nazionali (es. ISTAT e CENSIS);

- Individuazione dei “copromotori/partners” del progetto e messa in rete delle attività: Analisi approfondita delle entità più sensibili alle tematiche connesse al tema della disabilità e maggiormente impegnate nel sociale. Si è preso contatto con i referenti di tali organizzazioni, con il fine di integrare le loro attività con le necessità di persone disabili e dei volontari, come coloro che partecipano al Servizio Civile Nazionale.

OBIETTIVO SPECIFICO: Empowerment psicologico e sociale dei 16 soggetti con disabilità inseriti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con conseguente incremento dell’autonomia individuale e di relazione con il “mondo” esterno.

MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONI

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili

0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto

Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale

1.1Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie

1.2Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente

1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani individuali

1.4 Planning delle attività

1.5 Messa in rete dei servizi offerti

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1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti

2.1 Laboratorio di ceramica

2.2 Laboratorio di giardinaggio

2.3 Laboratorio di falegnameria

2.4 Laboratorio di informatica

2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate

2.6 Laboratorio di decoupage

2.7 Laboratorio di cucina

2.8 Laboratorio di cucito

2.9 Laboratorio di pittura

2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti

Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione

3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali

3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio

Azione 4 -Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio

4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni

4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità.

Azione 5 – Valutazione di medio termine

5.1 Raccolta delle schede di verifica

5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente

6. Valutazione finale

6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale

6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

Per la realizzazione del progetto l’ente si impegna a seguire le seguenti azioni. AZIONE 0- PREPARATORIE E PRELIMINARI: STUDIO ED ANALISI DELLE AZIONI REALIZZABILI L’azione preparatoria consiste nell’analizzare quali sono le possibili attività che possono consentire un progresso relazionale e lo sviluppo delle capacità delle persone disabili accolte nelle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII. Inoltre sulla base delle precedenti esperienze verranno analizzate le principali difficoltà riscontrate nel corso dei precedenti anni, individuando le opportune soluzioni finalizzate ad un miglioramento qualitativo di tali attività.

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0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto

- Preparazione di un workingplan con calendarizzazione dei giorni, della durata e dei luoghi delle attività;

- Identificazione dei sostegni e degli ausili disponibili per le attività (sia di proprietà della Comunità Papa Giovanni XXIII sia quelli da noleggiare al fine di realizzare il progetto);

- Progettazione di un modello per la raccolta dei dati relativi alle attività esterne: scopo delle attività e relativa riuscita attraverso verifiche compiute sui soggetti disabili che hanno preso parte a tali attività.

AZIONE 1 – PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITÁ E COORDINAMENTO PROGETTUALE Attraverso questa azione vengono esaminate le esigenze progettuali e vengono realizzati piani di lavoro che tengano in considerazione possibili modifiche da attuare attraverso verifiche intermedie di progetto. 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie

Gli educatori, come concordato durante i precedenti team meeting di progetto, pianificheranno un calendario di colloqui con gli utenti disabili e con le loro famiglie al fine di poter analizzare congiuntamente i bisogni e la storia degli utenti, analizzando anche i progressi realizzati dagli utenti stessi.

1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente

In riunioni di équipe si analizzeranno e si approfondiranno le situazioni di partenza ed i progetti individuali di intervento per gli utenti delle strutture coinvolte nel progetto. In questa fase l’obbiettivo dell’équipe è quello di implementare i progressi individuati nel corso dell’Azione 1.1.

1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani

individuali Attraverso riunioni di équipe a cui parteciperanno anche gli educatori professionali, verranno predisposte delle schede di monitoraggio suddivise per fasi di intervento rispetto ai progetti d’intervento individuali predisposti sui bisogni dei singoli utenti.

1.4 Planning delle attività

L’equipe degli operatori preparerà il setting dei laboratori, delle attività ricreative, delle attività di socializzazione e di quelle professionalizzanti, nonché il materiale e la strumentazione necessari per la loro implementazione.

1.5 Messa in rete dei servizi offerti Verrà predisposta, sulla base di riunioni del team di progetto, una metodologia per mettere in rete i servizi delle strutture coinvolte nel progetto, con quelle simili presenti sul territorio finalizzate ad offrire un intervento sempre più attento alle necessità delle persone con disabilità.

1.6 Realizzazione di un’analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Realizzazione di una ricerca finalizzata a censire gli utenti psichiatrici non certificati per poter arginare questo fenomeno. L’équipe si avvarrà dell’apporto di un ricercatore dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, con cui definiranno obiettivi, metodologie e strumenti della ricerca.

AZIONE 2 - POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA PERSONALE E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI Questa azione è finalizzata al potenziamento ed al miglioramento qualitativo delle attività di supporto nella facilitazione della relazione e dell’autonomia sociale degli utenti, attraverso l’utilizzo di laboratori. Tali laboratori sono estremamente utili per consentire ai soggetti disabili di esprimere la propria creatività e fantasia. In aggiunta i laboratori di attività professionalizzanti consentono ai

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disabili di prendere coscienza dell’importanza e dell’utilità di tali attività laboratoriali e del loro lavoro. All’interno di tale azione verranno quindi sviluppate le seguenti attività: 2.1 Laboratorio di ceramica: 1 volta alla settimana.

Questa attività favorisce lo sviluppo e l’esercizio della creatività degli utenti offrendo loro un momento strutturato di condivisione, socializzazione e libera espressione creativa della propria interiorità ed avviando un processo di ristrutturazione ed interiorizzazione della realtà.

2.2 Laboratorio di giardinaggio: 1 volta al mese. Tale attività consente alle persone disabili di impegnarsi nella cura di “qualcosa di vivo” e restituire loro un valore come persone adulte, capaci di provvedere agli altri, anche se in questo caso si tratta di piante e fiori, comunque esseri viventi.

2.3 Laboratorio di falegnameria: 2 volte al mese. All’interno del laboratorio si realizzano oggetti in legno mediante l’uso di attrezzature manuali e di macchinari elettrici di semplice e sicuro utilizzo che possono essere adattati alle difficoltà degli utenti. .L’attività persegue finalità di tipo relazionale: la collaborazione e l’aiuto reciproco favoriscono la crescita della propria autostima e tali conquiste possono poi essere trasferite propria vita quotidiana degli utenti.

2.4 Laboratorio di informatica: 2 volte al mese. Questa attività è finalizzata alla familiarizzazione e alfabetizzazione degli utenti con tale tecnologia. Gli utenti, attraverso l’uso del computer possono approfondire alcuni aspetti della loro espressività coltivati negli altri laboratori.

2.5 Laboratorio di elettronica e di recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate: 2 volte al mese. Tale attività consente di impegnare gli utenti in attività che possano stimolare le loro capacità cognitive, emotive, creative e sensoriali, occupandoli in un progetto che consente il recupero di e la rivitalizzazione di apparecchiature scartate.

2.6 Laboratorio di decoupage: 2 volte alla settimana. Questo laboratorio consente agli utenti di partecipare ad un processo di recupero e riutilizzo degli oggetti e costituisce uno spazio in cui si può sperimentare creatività, implementare o mantenere abilità manuali, rinforzare competenze spazio-temporali, apprendere le regole del lavoro in gruppo. Inoltre consente e rafforza il processo di autostima e potenziamento delle capacità di scelta ed autonomia.

2.7 Laboratorio di cucina: 2 volte la settimana. Tale laboratorio favorisce il potenziamento ed il mantenimento delle abilità adattive funzionali degli utenti nelle attività quotidiane, consentendo loro di porre le basi per diventare protagonisti attivi dello svolgimento di tali attività e non più fruitori passivi.

2.8 Laboratorio di cucito: 2 volte la settimana. Questo laboratorio consente agli utenti di apprendere l’utilizzo corretto e parsimonioso dei materiali e viene stimolato il processo mentale che permette lo sviluppo dei concetti di figura e di forma, partendo dall’utilizzo e dalla elaborazione delle figure geometriche fondamentali.

2.9 Laboratorio di pittura: 1 volta alla settimana. Tale attività consente lo sviluppo ed il mantenimento delle capacità creative degli utenti attraverso la realizzazione di “piccole opere d’arte” con le tecniche degli acquerelli, tempere, oli (ecc..) che consentiranno agli utenti di esprimere la propria emotività.

2.10 Potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali: 6 volte la settimana

Sulla base dei progetti individuali, gli operatori affiancano e guidano gli utenti nella consapevolezza della cura di sé e dell’ambiente in cui vivono. Agli utenti vengono affidati piccoli compiti e responsabilità, sperimentazione di spostamenti in autonomia, gestione di

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piccole somme di denaro, gestione dell’uso del cellulare. AZIONE 3 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO DELLE ATTIVITÁ RICREATIVE E DI SOCIALIZZAZIONE 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali: 5 volte al mese

Organizzazione (anche dal punto di vista logistico) di momenti di socializzazione (quali feste di compleanno, momenti con le famiglie, uscite per cena ed altri eventi)tra i soggetti affetti da disabilità e gli educatori al fine di facilitare la coesione del gruppo. Tale attività è finalizzata da parte degli utenti di esprimere le proprie capacità relazionali e di relazionarsi fra loro e con gli educatori ed i volontari in servizio civile.

3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio.

A seguito della pianificazione effettuata ad inizio progetto (Attività 0.1) gli utenti parteciperanno agli eventi (quali feste di paese) del territorio in calendario durante l’anno di attuazione del progetto. Tale attività è finalizzata a collocare gli utenti in contesti esterni alle case famiglia ed a porli in relazione con tali contesti, rafforzando così la loro autostima.

AZIONE 4 – SVILUPPO DELLE RETI DI COLLABORAZIONE FRA I SERVIZI PRESENTI SUL TERRITORIO 4.1 Analisi e mappatura dei servizi del territorio

Si delineerà una mappa dei servizi che possono completare l’azione delle strutture inserite nel progetto al fine di ottimizzare la risposta ai bisogni inespressi delle persone con disabilità.

4.2Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni sul territorio

Sviluppo delle collaborazioni fra enti interessati alle tematiche della disabilità con il fine di dare una risposta sempre più strutturata agli utenti delle strutture inserite nel progetto. Periodicamente verranno realizzati incontri di equipe in cui condividere priorità e buone prassi nell’intervento.

4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Riunioni appositamente preposte consentiranno di verificare l’andamento delle collaborazioni con gli altri enti del territorio riguardo la rete di servizi per la disabilità presenti sul territorio. Verranno inoltre implementate iniziative finalizzate all’approfondimento delle collaborazioni esistenti ed all’attuazione di nuove.

AZIONE 5 – VALUTAZIONE DI MEDIO TERMINE Tale attività si realizza a metà progetto con il fine di verificare e analizzare le criticità del progetto ed il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, in modo tale da poter correggere eventuali errori ed ostacoli incontrati nel corso dello svolgimento dello stesso. 5.1 Raccolta delle schede di verifica

- Il responsabile di progetto raccoglie le schede di valutazione effettuate nei mesi precedenti, verificando l’andamento del progetto anche grazie al confronto con gli altri operatori;

- Analisi con il team di progetto dei miglioramenti intercorsi o delle criticità mostrate dai soggetti disabili.

5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente

- Valutazione con il team di progetto dell’andamento delle attività potenziate e migliorate qualitativamente rispetto ai precedenti anni e valutazione di eventuali modifiche o cambiamenti necessari da apportare in tali attività.

- Meeting con gli utenti finalizzati alla valutazione dell’andamento delle attività e alla comparazione di tali attività rispetto agli anni precedenti, in modo tale da prendere in esame ed attuare eventuali cambiamenti.

AZIONE 6 – VALUTAZIONE FINALE Nel corso di tale attività si analizza l’andamento annuale del progetto ponendo l’accento sulle

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attività e sul loro svolgimento, soffermandosi in particolare su come è cresciuto il rapporto tra i responsabili del progetto e gli utenti, verificando anche che il progetto abbia soddisfatto le esigenze dei ragazzi in servizio civile ed i loro fabbisogni. 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale

- Meeting tra i responsabili, i collaboratori ed i volontari sulle attività svolte nel corso dell’anno e raccolta delle schede di valutazione annuale;

- Esame del gradimento degli utenti;

- Analisi sul soddisfacimento del bisogno degli utenti. 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

- Riunione con il team di progetto per verifica e confronto dell’anno trascorso ed eventuale

analisi delle criticità sperimentate e soluzioni adottate;

- Esame di tutte le valutazioni effettuate nel corso dell’anno finalizzate all’ottenimento di un

quadro generale dell’andamento del progetto.

8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,

con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette

attività

OBIETTIVO SPECIFICO

Empowerment psicologico e sociale dei 16 soggetti con disabilità inseriti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con conseguente incremento dell’autonomia individuale e di relazione con il “mondo” esterno.

Casa Famiglia 24 (VI)

N° RUOLO Specifica professionalità ATTIVITA’

1 Coordinatore - responsabile della casa famiglia

Laurea in Scienze dell’educazione e formazione – Esperienza in missione (Servizio civile in Romania), in casa famiglia e nel campo dell’immigrazione e accoglienza profughi

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente- Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità.

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Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Operatore sociale Laurea in cooperazione allo sviluppo e alla pace – Esperienza pregressa in missione nel campo del disagio minorile e in ambito rurale – Esperienza di casa famiglia e nel servizio con senza fissa dimora

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni soggetto Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Attività 1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.1 Raccolta delle schede di verifica Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Animatrice Diploma di scuola superiore – esperienza nell’ambito del volontariato in particolare a favore di persone con disabilità, con esperienza residenziale

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e

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recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio

3 Volontario Socio di Donarsi (Associazione di volontariato) da vari anni con impegno a chiamata nella struttura di accoglienza e funzione di autista per un centro diurno

Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio 4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

4 Volontaria Operatrice socio sanitaria che opera nel campo della disabilità da diversi anni in cooperative e come assistenza scolastica di sostegno (rapporto uno a uno)

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio

Casa Famiglia SAN FRANCESCO (VI)

N° RUOLO Specifica professionalità ATTIVITA’

1 Coordinatore - responsabile della casa famiglia

Esperienza pluriennale nella gestione di strutture di accoglienza – Esperienza pluriennale nell’accoglienza di soggetti con disabilità

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e

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fisica e mentale. Laurea in medicina e chirurgia, specializzazione in pediatria. Esperienza pluriennale di lavoro presso Policlinico Universitario e, successivamente, nell’ambito della pediatria del territorio Diploma di specializzazione in bioetica e sessuologia. Referente servizio maternità difficile e vita, dell’Ass. Papa Giovanni XXIII

coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi per sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Coordinatore - responsabile della casa famiglia

Esperienza pluriennale nell’accoglienza e nelle attività con persone con disabilità fisica e/o mentale. Esperienza di accoglienza di giovani dimessi da carceri minorili. Responsabile gruppo fine programma terapeutico per tossicodipendenza.

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Attività 1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.1 Raccolta delle schede di verifica

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Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Fisioterapista Fisioterapista dell’USL (valutazioni semestrali insieme alla fisiatra)

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Psicologa Laurea in medicina e specializzazione in psichiatria. Incaricato USL della psichiatria e della neuropsichiatria del territorio

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

2 Educatori professionali

Laurea in Scienze della Formazione

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Azione 5 – Valutazione di medio termine

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Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

2 Animatori Laurea in economia esperienza di volontariato in particolare a favore di persone con disabilità- particolare attitudine per disegno e lavori artistici

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio

Casa Famiglia Vicenza

N° RUOLO Specifica professionalità ATTIVITA’

1 Coordinatore -responsabile della casa famiglia

Diploma maturità magistrale – Corso per operatori addetti all’assistenza. Esperienza pluriennale di accoglienza di persone con handicap.

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti disabili e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni

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Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

2 Volontari per attività esterne nel tempo libero

Esperienza di affiancamento a persone con disabilità

Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio 4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

3 Tirocinanti Scienze della formazione - Operatori addetti all’assistenza

Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale 1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani individuali 1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio 4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio Azione 5 – Valutazione di medio termine 5.1 Raccolta delle schede di verifica

4 Volontari in formazione nell’ambito dell’Associazione

Esperienze di formazione nell’assistenza di portatori d’handicap e/o disagi psico-sensoriali

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed

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eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Attività 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio 4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

Casa Famiglia Anawim (TV)

N° RUOLO Specifica professionalità ATTIVITA’

1 Coordinatore - responsabile della casa famiglia

- Esperienza pluriennale nella gestione di strutture di accoglienza - diploma maturità tecnica

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti e con le loro famiglie Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.1 Laboratorio di ceramica Attività 2.2 Laboratorio di giardinaggio Attività 2.3 Laboratorio di falegnameria Attività 2.4 Laboratorio di informatica Attività 2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali: 5 volte al mese Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

1 Coordinatore - responsabile della casa famiglia

- Esperienza pluriennale nella gestione di strutture di accoglienza

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili Attività 0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto Azione 1 – Progettazione delle Attività e coordinamento progettuale Attività 1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti disabili e con le loro famiglie

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Attività 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni utente Attività 1.4 Planning delle attività Attività1.5 Messa in rete dei servizi offerti Attività 1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti Attività 2.6 Laboratorio di decoupage Attività 2.7 Laboratorio di cucina Attività 2.8 Laboratorio di cucito Attività 2.9 Laboratorio di pittura Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione Attività 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio Attività 4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni Attività 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità. Azione 5 – Valutazione di medio termine Attività 5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente Azione 6 – Valutazione finale Attività 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale Attività 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

I volontari del Servizio Civile costituiranno un importante canale di relazione e di comunicazione con i soggetti disabili che prenderanno parte al progetto, consentendo loro di sperimentare le proprie capacità socializzanti e comunicative. I volontari del Servizio Civile saranno impiegati soprattutto nel corso delle attività esterne svolgendo i seguenti ruoli:

- Collaboratori dei responsabili nelle attività di sviluppo delle autonomie;

- accompagnatori dei soggetti disabili delle case famiglie nel corso delle escursioni e degli

eventi a del territorio a cui parteciperanno;

- accompagnatori dei soggetti disabili nel corso dello svolgimento delle attività laboratoriali;

- collaboratori dei responsabili delle case famiglia e dei referenti delle attività esterne.

Qui di seguito vengono riportate nello specifico le mansioni che i volontari svolgeranno nel corso del progetto, facendo riferimento all’elenco delle attività e delle azioni nel quale è previsto il loro coinvolgimento.

OBIETTIVO SPECIFICO

Empowerment psicologico e sociale dei 16 soggetti con disabilità inseriti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con conseguente incremento dell’autonomia individuale e di relazione con il “mondo” esterno.

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AZIONE 1 - PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITÁ E COORDINAMENTO PROGETTUALE Attività 1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani individuali I volontari si occuperanno di assistere l’equipe, a cui parteciperanno anche gli educatori professionali e tirocinanti della Facoltà di Scienze della Formazione, a predisporre le schede di monitoraggio degli sviluppi dei soggetti disabili rispetto ai piani individuali. Attività 1.6 Realizzazione di un’analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento Realizzazione di una ricerca finalizzata a censire gli utenti psichiatrici non certificati per poter arginare questo fenomeno. L’équipe si avvarrà dell’apporto di un ricercatore dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, con cui definiranno obiettivi, metodologie e strumenti della ricerca. Il volontario parteciperà alla ricerca finalizzata a censire gli utenti psichiatrici non certificati sul territorio, realizzata dall’equipe delle strutture in collaborazione con un ricercatore dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia. AZIONE 2 - POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI I volontari collaboreranno ad assistere gli utenti nelle attività giornaliere promuovendo la loro emancipazione nello svolgimento delle attività quotidiane. Nel dettaglio, i volontari affiancheranno gli operatori nell’organizzazione e nella realizzazione delle seguenti attività:

Laboratorio di ceramica (Attività 2.1)

Laboratorio di giardinaggio (Attività 2.2)

Laboratorio di falegnameria (Attività 2.3)

Laboratorio di informatica (Attività 2.4)

Laboratorio di elettronica e di recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate (Attività 2.5)

Laboratorio di decoupage (Attività 2.6)

Laboratorio di cucina (Attività 2.7)

Laboratorio di cucito (Attività 2.8)

Laboratorio di pittura (Attività 2.9) I volontari affiancheranno gli operatori in tali attività soprattutto per quel che concerne la preparazione del setting e dei materiali per la realizzazione di tali laboratori. Inoltre i volontari parteciperanno sotto la supervisione degli operatori incaricati alla realizzazione dei laboratori, affiancando gli utenti e valorizzandone le attività, Attività 2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti I volontari affiancheranno gli operatori dell’ente nella realizzazione delle attività a guida degli utenti alla consapevolezza della cura di sé e dell’ambiente in cui vivono. Accompagnerà, sempre sotto la supervisione degli operatori dell’ente, gli utenti nella sperimentazione di spostamenti in autonomia, nella gestione di piccole somme di denaro e nella gestione dell’uso del cellulare. AZIONE 3 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO DELLE ATTIVITÁ RICREATIVE E DI SOCIALIZZAZIONE Azione 3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali I volontari parteciperanno alla realizzazione ed all’organizzazione di momenti di socializzazione tra gli utenti, quali feste, uscite ed eventi, mettendo a disposizione le proprie capacità, soprattutto per quel che concerne la fase logistica, accompagnando gli utenti e gli operatori nel corso dello svolgimento di tali attività. Azione 3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio Il volontario affiancherà lo staff di progetto nella preparazione del calendario degli eventi sul territorio a cui gli utenti delle strutture potranno partecipare nel corso dell’anno e, insieme agli operatori, li accompagnerà durante queste iniziative.

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AZIONE 4 – SVILUPPO DELLE RETI DI COLLABORAZIONE FRA I SERVIZI PRESENTI SUL TERRITORIO Attività 4.1 Analisi e mappatura dei servizi del territorio I volontari collaboreranno con gli altri volontari dell’associazione nella mappatura dei servizi del territorio che si occupano di disabilità e con cui potrebbe essere stretta una collaborazione. AZIONE 5 – VALUTAZIONE DI MEDIO TERMINE Attività 5.1 Raccolta delle schede di verifica I volontari collaboreranno con i responsabili di progetto e con gli operatori nel raccogliere le schede di verifica al fine di consentire l’analisi di medio termine del progetto. AZIONE 6 – VALUTAZIONE FINALE 6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale I volontari collaboreranno con gli operatori di progetto e con i responsabili di progetto nel raccogliere le schede di verifica finalizzate all’analisi complessiva del progetto stesso. Inoltre, i volontari del Servizio Civile potranno elaborare nuove proposte per superare le difficoltà incontrate nel corso dello svolgimento del progetto stesso. Tali proposte verranno analizzate nel corso delle riunioni di verifica finale del progetto.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito. Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso.

4

4

0

0

30

5

31

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N.

Sede di

attuazione del

progetto

Comune Indirizzo Cod.

ident. sede

N. vol. per

sede

Nominativi degli Operatori Locali di

Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente

Accreditato

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

32

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle leggi 772/72 e 230/98, oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio civile e consci dell’apporto che produce sia livello sociale che formativo -culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco di pubblicazione e scadenza del bando, ma debbano essere permanenti e realizzarsi trasversalmente ad ogni attività dell’Ente. L’Ente si è dotato da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni territoriali, laddove è presente, che espleta anche la funzione di struttura di gestione per il Servizio Civile. Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e relativi progetti da parte di giovani interessati o semplicemente curiosi, che possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata.

Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di attività , non quantificabili che comunque concorrono alla realizzazione del piano di promozione.

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale

A=12

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “IN-SUPER-ABILI”

C=20

TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C= 32

Alle suddette 32 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza.

Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N. ORE

A

Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale, a cui partecipano tutte le zone periferiche dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto.

4

Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.

4

Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.

4

33

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 12

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI

B

Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596

Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale.

Acquisto di post targettizzati sul social network Facebook per raggiungere il target di utenti interessati al Servizio Civile Nazionale.

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore N. ORE

C

Incontro pubblico (nell’atto dell’eventuale approvazione del presente progetto) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Verranno inoltre presentate le esperienze di alcuni volontari che hanno concluso il periodo di SCN con l’Ente in progetti analoghi, preferibilmente nello stesso territorio.

2

Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali:

Gruppo Scout “Vicenza 3 e 8” Vicenza

Gruppo Scout “Schio 1 e 2” Vicenza

Gruppo Scout “Povolaro” Vicenza

Gruppo giovani Parrocchia San Vito di Leguzzano (VI)

Gruppo giovani di Pieve di Soligo (TV)

Gruppo giovani di Farra di Soligo (TV)

3

Interventi nelle scuole: interventi di 1,5 ore nelle classi IV e V delle scuole superiori situate nel territorio di realizzazione del progetto.

ITIS De Pretto di Schio (VI)

Istituto Montagna di Vicenza (VI)

Liceo Fogazzaro di Vicenza (VI)

Istituto arte e mestieri di Schio (VI)

Liceo Sociale e Scientifico “Marco Casagrande Pieve di Soligo (TV)

Istituto Geometri “Marco Casagrande Pieve di Soligo (TV)

9

Partecipazione a 3 incontri pubblici:

Festa interculturale a Pieve di Soligo (TV)

Festival Biblico a Vicenza

Festa pubblica organizzata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che coinvolge tutte le realtà

6

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 20

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ Non quantificabili in ore

D

Pubblicizzazione del progetto

Promozione su siti web:

1. www.apg23.org 2. www.odcpace.org 3. www.antennedipace.org

34

Newsletters a:

1. Gruppi scout a livello nazionale 2. Informagiovani del territorio nazionale 3. Centri missionari diocesani d’Italia 4. Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale

Promozione con inserti su riviste/quotidiani: 1. Mensile “Sempre” 2. Il Giornale di Vicenza 3. La Voce dei Berici 4. Realtà Vicentina 5. Il Vicenza 6. Il Gazzettino 7. Avvenire 8. In Città 9. Nigrizia 10. Il Mattino di Padova 11. Il Gazzettino del Nord Est/Treviso e Provincia 12. La Nuova 13. Tribuna/Treviso 14. Difesa del Popolo 15. L’azione di Vittorio Veneto

Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso:

Parrocchie dove sono inserite le realtà a progetto.

Patronati

Sedi Scout del territorio dove sono inserite le realtà a progetto.

Università di Padova, Vicenza.

Comuni dove hanno sedi le strutture e Comuni vicini.

Casa per la pace di Vicenza

Partner del progetto ArteSuono

Partner del progetto Galvan Center

Partner del progetto Il casale delle Erbe

Partner del progetto Parrocchia San Sebastiano Povolaro

Partner del progetto Guidolin Ceramiche

Partner del progetto Teatro Ariston

Stampa e diffusione di volantini (n° copie: 200), manifesti (n° copie: 20) e biglietti da visita (n° copie: 200) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.

DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 32

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

35

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del

progetto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli

richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

NESSUNO

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla

realizzazione del progetto:

RISORSE FINANZIARIE GENERALI Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alla promozione del progetto, alla formazione specifica alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici in riferimento alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse finanziarie aggiuntive sono così presentate e suddivise nelle seguenti tabelle. A. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto

Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

Elaborazione grafica materiale promozionale

Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione

40 euro

Stampa materiale promozionale

Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti (come da box 17)

60 euro

Spese Numero Verde Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17)

20 euro

Acquisto indirizzario target giovani

Vengono acquistati da aziende specializzate, indirizzi privati in riferimento al target dei giovani del territorio

40 euro

Invio lettere informative

L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list, Promo Posta, spedizioni varie)

60 euro

Partecipazione ad eventi

L’ente partecipa come descritto nei box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti

80 euro

Totale spesa A: 300 euro

B. Formazione specifica

Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

36

Materiale didattico Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari

40 euro

Organizzazione logistica del coordinatore

La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule

200 euro

Tutor d’aula Come previsto nei box della formazione, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la partecipazione e curi l’efficacia dell’ambiente pedagogico

200 euro

Formatori Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita, altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento

200 euro

Totale spesa B: 640 euro

C. Risorse specifiche

Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili

0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto

1 videoproiettore 100 euro

Acquisto materiale di cancelleria per organizzazione delle attività

50 euro

Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale

1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti disabili e con le loro famiglie 1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni soggetto delle case famiglie coinvolte nel progetto

1 videoproiettore 100 euro

Internet 75 euro

Acquisto materiale di cancelleria per la pianificazione delle attività

50 euro

1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani individuali 1.4 Planning delle attività laboratoriali, delle attività ricreative e di socializzazione e di quelle professionalizzanti

Internet 75 euro

Acquisto materiale di cancelleria per la pianificazione delle attività

50 euro

1.5 Messa in rete dei servizi offerti 1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento

Quota carburante per gli spostamenti utili alla messa in rete dei servizi

200 euro

Internet 75 euro

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia

37

e delle attività relazionali degli utenti

2.2 Laboratorio di giardinaggio

Quota carburante per gli spostamenti 200 euro

2.4 Laboratorio di informatica

Acquisto supporto multimediali per PC 300 euro

2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate

Acquisto materiale per la lavorazione e recupero di oggettistica elettronica e stoccaggio e rivitalizzazione delle apparecchiature scartate

200 euro

2.7 Laboratorio di cucina Acquisto utensili da cucina 150 euro

2.8 Laboratorio di cucito Acquisto materiale di consumo (fili, stoffe, aghi ecc.) 250 euro

Acquisto 4 macchina da cucire da tavolo 400 euro

2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti

Quota carburante per gli spostamenti 250 euro

Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione

3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali

Acquisto materiale per attività aggregative (giochi in scatola, DVD, libri)

150 euro

3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio ed all’esterno delle strutture selezionate

Quota carburante per gli spostamenti al fine di raggiungere le sedi degli eventi ricreativi all’esterno delle strutture selezionate

200 euro

Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio

4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

Internet e spese telefoniche 125 euro

Acquisto materiale di cancelleria per mappatura dei servizi presenti sul territorio

50 euro

4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni 4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità.

Quota carburante, per gli spostamenti dovuti agli incontri di équipe

150 euro

Acquisto materiale di cancelleria utile alla programmazione degli incontri

100 euro

Stampa di 500 volantini 250 euro

Azione 5 – Valutazione di medio termine

5.1 Raccolta delle schede di verifica

Acquisto materiale di cancelleria per raccolta delle schede di verifica

200 euro

Spese telefoniche e internet 125 euro

5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente

Spese telefoniche e internet 125 euro

6. Valutazione finale

38

6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale 6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

Acquisto materiale di cancelleria per incontri finali di valutazione e redazione della relazione finale

75 euro

Spese telefoniche e internet 125 euro

Totale spesa C: 4.200 euro

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

PARTNERS E COPROMOTORI PROFIT Galvan Center -Via Marosticana 40/N - Bolzano Vicentino- Vicenza (profit): affissione, durante il bando per la selezione dei volontari, di manifesti promozionali, presso il proprio punto vendita e distribuire dei volantini promozionali alla clientela; supporto al progetto attraverso la fornitura, a titolo gratuito, di materiale per bricolage per attività ricreative e laboratoriali. Fornitura di materiale e attrezzi per lavorazione dell’orto e del giardino come previsto nell’ AZIONE 2 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI nello specifico 2.2, 2.3 Laboratorio di giardinaggio e falegnameria e 2.10 Potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali. Il casale delle Erbe – Caffarette – Bolzano Vicentino- Vicenza (profit): affissione, durante il bando per la selezione dei volontari, di manifesti promozionali presso il proprio punto vendita; supporto al progetto attraverso fornitura a titolo gratuito di sementi e piante da utilizzare nelle strutture di accoglienza, come previsto dall’AZIONE 2 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI, in particolare per il laboratorio di giardinaggio (2.2) e il potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali (2.10). Arte suono - Bolzano Vicentino - Vicenza (profit): affissione, durante il bando per la selezione dei volontari, di manifesti promozionali presso il proprio punto vendita e distribuzione di volantini promozionali alla clientela; supporto al progetto attraverso l’organizzazione e la gestione di laboratori di musica con vari strumenti e canti individuali e l’organizzazione di un saggio finale di un saggio finale a fine percorso come previsto dall’ dall’AZIONE 2 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI, in particolare per il potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali (2.10). Guidolin Ceramiche SRL (profit): affissione di manifesti promozionali presso il proprio punto vendita e distribuzione di volantini promozionali alla clientela; supporto al progetto attraverso la fornitura di materiale a titolo gratuito di materiale per bricolage per attività ricreative e laboratoriali da utilizzare nelle strutture per poter riprodurre in parte le competenze acquisite in laboratorio come previsto dall’AZIONE 2 - POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA PERSONALE E DELLE ATTIVITÁ RELAZIONALI DEGLI UTENTI in particolare per il laboratorio di ceramica (2.1), il laboratorio di decoupage (2.6), il laboratorio di pittura (2.9) e il potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali (2.10). PARTNERS E COPROMOTORI NO PROFIT

Vita nel territorio - Quinto Vicentino - Vicenza (no profit): affissione, durante il bando per la selezione dei volontari, di manifesti promozionali presso la propria sede e distribuzione di materiali promozionali; supporto al progetto attraverso l’organizzazione e la gestione di corsi base per l’utilizzo dei pc, corsi per la conoscenza e rinforzo della lingua italiana, organizzazione e gestione di attività ludico ricreative come previsto dall’AZIONE 2 – POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DELL’AUTONOMIA PERSONALE E DELLE ATTIVITA’ RELAZIONALI DEGLI UTENTI, nello specifico per il laboratorio di informatica (2.4) e per il potenziamento dello sviluppo delle autonomie individuali (2.10).

39

Parrocchia di San Sebastiano Povolaro (no profit): realizzazione di incontri pubblici di promozione del progetto tra i giovani del territorio; supporto al progetto attraverso la disponibilità dei propri operatori a collaborare nella realizzazione delle attività previste dall’Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti, in particolare per il potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti (2.10).

Comitato di gestione “Teatro Ariston” della Parrocchia Santa Maria di Bolzano Vicentino (no profit): affissione, durante il bando per la selezione dei volontari, di manifesti promozionali presso la propria sede e distribuzione di volantini promozionali; supporto al progetto attraverso la realizzazione di attività artistiche e ricreative previste dal progetto per l’organizzazione e la gestione di corsi di recitazione individuali e di gruppo con l’obiettivo di produrre uno spettacolo teatrale alla fine dell’anno scolastico come previsto dall’Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti, in particolare per potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti (2.10).

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto con riferimento agli obiettivi prefissati e alle attività previste nel punto 8.1

OBIETTIVO SPECIFICO

Empowerment psicologico e sociale dei 16 soggetti con disabilità inseriti nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con conseguente incremento dell’autonomia individuale e di relazione con il “mondo” esterno.

Attività Risorsa Tecnica e strumentale e n°

Azione 0 – Preparatorie e preliminari: studio ed analisi delle azioni realizzabili

0.1 Team meeting, pianificazione ed organizzazione delle attività del progetto

1 salone attrezzato per 20 persone con sedie, tavoli, postazione PC e videoproiettore; materiale di cancelleria (risme di carta, penne, matite, portadocumenti ecc.)

Azione 1 – Progettazione delle attività e coordinamento progettuale

1.1 Realizzazione dei colloqui con gli utenti disabili e con le loro famiglie

1 salone attrezzato per 20 persone con sedie, tavoli, postazione PC e videoproiettore; 4 uffici attrezzati con postazione PC, fax stampante e connessione internet; Materiale di Cancelleria utile alla pianificazione delle attività (faldoni porta schede, risme di carta, penne, pennarelli ecc.)

1.2 Analisi ed attuazione dei piani individuali di intervento per ogni soggetto delle case famiglie coinvolte nel progetto

1.3 Predisposizione delle schede di monitoraggio degli sviluppi degli utenti rispetto ai piani individuali

4 uffici attrezzati con postazione PC, fax stampante e connessione internet; Materiale di Cancelleria utile alla pianificazione delle attività (faldoni porta schede, risme di carta, penne, pennarelli ecc.)

1.4 Planning delle attività laboratoriali, delle attività ricreative e di socializzazione e di quelle professionalizzanti

1.5 Messa in rete dei servizi offerti 4 pulmini per la messa in rete dei servizi e la realizzazione dell’analisi dei soggetti psichiatrici non certificati sul territorio; 4 uffici attrezzati con postazione PC, fax stampante e connessione internet;

1.6 Realizzazione di un’ analisi sui soggetti adulti psichiatrici non certificati nelle aree di intervento

Azione 2 – Potenziamento e miglioramento qualitativo dell’autonomia e delle attività relazionali degli utenti

2.1 Laboratorio di ceramica Materiale per la realizzazione del laboratorio di ceramica (creta, gesso, piccoli attrezzi per

40

uso artistico, spatola ecc.)

2.2 Laboratorio di giardinaggio Attrezzi per la manutenzione del giardinaggio, piante e semi. 4 pulmini per gli spostamenti nei vari luoghi di attuazione delle manutenzioni.

2.3 Laboratorio di falegnameria Attrezzi per la lavorazione del legno, e materiale per l’assemblaggio.

2.4 Laboratorio di informatica 4 sale computer attrezzate con 6 postazioni pc dotate di software e semplificatori speciali per persone con disabilità; Supporti multimediali per i Personal Computer (DVD, CD ecc.)

2.5 Laboratorio di elettronica e recupero e rivitalizzazione di apparecchiature scartate

Materiali per la lavorazione di materiali di recupero, contenitori di stoccaggio, attrezzatura per l’assemblaggio ecc.

2.6 Laboratorio di decoupage Materiale per laboratorio come pennarelli, colori, forbici, colla, pennelli ecc.

2.7 Laboratorio di cucina Utensili da Cucina pentolame, taglieri, frullatori ecc.

2.8 Laboratorio di cucito Attrezzatura per cucire, fili, aghi 4 macchine da cucito da tavolo

2.9 Laboratorio di pittura Materiale per laboratorio di pittura (pennelli, colori a cera, pastello, indelebili, tele ecc.)

2.10 Potenziamento e realizzazione di attività di sviluppo delle autonomie degli utenti

4 pulmini attrezzati per il trasporto disabili

Azione 3 - Potenziamento e miglioramento delle attività ricreative e di socializzazione

3.1 Organizzazione di momenti ed eventi finalizzati a sviluppare la socialità e le relazioni interpersonali

2 saloni attrezzati per riunioni con sedie e videoproiettore; Materiale per attività aggregative (giochi in scatola, DVD, libri ecc.)

3.2 Partecipazione agli eventi ricreativi del territorio ed all’esterno delle strutture selezionate.

4 pulmini attrezzati per il trasporto disabili

Azione 4 - Sviluppo delle reti di collaborazione fra i servizi presenti sul territorio

4.1 Analisi e mappatura dei servizi sul territorio

4 uffici attrezzati con pc dotato di connessione ad internet, fotocopiatrice, fax, telefono; materiale di cancelleria (risme di carta, cartelline, porta documenti, pinzatrici ecc.)

4.2 Attuazione e sviluppo di nuove collaborazioni

4 pulmini per gli spostamenti durante gli incontri di equipe con gli altri attori sociali; 2 saloni attrezzati per riunioni con sedie, videoproiettore e lavagna; Materiale di cancelleria da utilizzare nelle programmazione degli incontri Materiale informativo (500 volantini)

4.3 Miglioramento e sviluppo delle reti di collaborazione fra servizi per la disabilità.

Azione 5 – Valutazione di medio termine

5.1 Raccolta delle schede di verifica 4 uffici attrezzati con pc dotato di connessione ad internet, fotocopiatrice, fax, telefono; Cartelline e portadocumenti per archiviazione dei documenti prodotti.

5.2 Analisi e valutazione delle attività potenziate e migliorate qualitativamente

2 saloni attrezzati per riunioni con sedie, videoproiettore e lavagna; 4 uffici attrezzati con pc dotato di connessione

41

ad internet, fotocopiatrice, fax, telefono;

6. Valutazione finale

6.1 Riunioni di verifica e schede di valutazione annuale

2 saloni attrezzati per riunioni con sedie, videoproiettore e lavagna; 4 uffici attrezzati con pc dotato di connessione ad internet, fotocopiatrice, fax, telefono; materiale di cancelleria (risme di carta, cartelline, porta documenti, pinzatrici ecc.)

6.2 Relazione finale sull’andamento del progetto

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

NESSUNO

27) Eventuali tirocini riconosciuti:

NESSUNO

28) Attestazione delle conoscenze acquisite in relazione delle attività svolte durante

l’espletamento del servizio utili ai fini del curriculum vitae:

Il presente progetto rende possibile l'acquisizione delle seguenti conoscenze, di base e specifiche, riferite alle attività previse dallo stesso:

CONOSCENZE DI BASE

La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche).

Norme di comportamento utili ad adeguarsi al contesto di servizio: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari

Ruoli e funzioni delle figure professionali e non presenti nel contesto

Modalità di collaborazione con il personale dell’ente e con i colleghi coinvolti nei progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere.

Tecniche per la gestione della propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.

Tecniche e fondamenti teorici e pratici utili a mantenere ed esercitare il proprio ruolo educante nei confronti dell’utenza.

Caratteristiche delle problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza del progetto (immigrazione, disagio adulto, minori, giovani, dipendenze, malati terminali, ecc.).

Protocolli e regole per fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti.

Fondamenti essenziali di primo soccorso

Procedure e metodologie per la salvaguardia della privacy

Metodologie di ascolto e autoascolto.

Tecniche per instaurare relazioni empatiche.

Ruolo e funzioni principali delle istituzioni pubbliche

Ruolo e funzioni principali delle istituzioni pubbliche e dei relativi servizi correlati al progetto di servizio civile

Principali costituenti di un calcolatore e le sue funzioni più comuni

Programmi e prodotti informatici di uso comune per la videoscrittura la navigazione Internet e lo scambio di informazioni

Tecniche e modalità di documentazione sia attraverso l’uso di materiale predefinito (schede – questionari, ecc. cartelle) sia con modalità maggiormente libere (verbali – report

42

– relazioni – videoregistrazioni).

CONOSCENZE SPECIFICHE

Elementi teorici e pratici di base sulla relazione d’aiuto con i disabili

Tecniche e modalità di assistenza della persona disabile (medio/grave insufficienza mentale, compromessa attività motoria/incapacità della cura di sé stesso).

Concetti di menomazione, disabilità, handicap

Tecniche per fronteggiare situazioni impreviste/organizzare l’intervento di aiuto con l’utente

Tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi.

Norme per l’ igiene ambientale, nonché pulizia e cura della persona.

Tecniche per l’assunzione dei pasti, la deambulazione e nell’uso corretto degli ausili

Tecniche di comunicazione non verbale e di stimolo della memoria, del pensiero e dell’orientamento.

Utilizzo e funzionalità degli automezzi per disabili

Conoscenza delle figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone disabili, riconoscendone i ruoli

Principali caratteristiche di un servizio residenziale, semiresidenziale e domiciliare per disabili

Tecniche per attivare laboratori specifici (maglieria, ceramica, teatrale), per sviluppare le capacità del disabile.

Progettazione, organizzazione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale.

Tali conoscenze, oltre ad essere attestate dall’Ente promotore del progetto, sono altresì attestate e riconosciute dall’ente terzo “Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII” sulla base del protocollo di intesa sottoscritto fra le parti in data 9/10/2016 ed allegato al presente progetto. CFR File : COMPETENZE_PROTOCOLLO_CONOSCENZE_ATTESTABILI_SCN_APGXXIII.PDF

Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

a) Casa della Pace, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica e) Casa San Michele – Loc. Gualdicciolo – Repubblica di San Marino (RSM) f) Cooperativa L’ ECO via Ungaretti, 20 36031 Povolaro di Dueville VI

43

g) Cooperativa L’ ECO viale dell’industria e dell’artigianato 53010 Carmignano di Brenta h) Casa per incontri di San Pietro in Trigogna, 115 36100 – VI i) Comunità Terapeutica San Daniele via Giovanelli, 1 36045 Lonigo VI j) Cooperativa “Il Calabrone” via Bruno Menini, 6 San Pietro di Legnago (VR)

30) Modalità di attuazione:

La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”. La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio. Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo. La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale, cercando di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente eterogeneo, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la presenza del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali, che comunque hanno una valenza formativa, in particolare rispetto alle dinamiche di gruppo. Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare,

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supervisionare il percorso formativo.

33) Contenuti della formazione:

Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della cittadinanza attiva e della nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice entro la quale si colloca la loro esperienza. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la realizzazione di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso di formazione generale tra il 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il restante 20% verrà erogato tra il 7° e il 9° mese di servizio . 1. “Valori e identità del servizio civile” I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza.

1.1

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Conoscenza fra i volontari

Costruire un’identità di gruppo

Condivisione di motivazioni e aspettative

Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile

Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.

1.2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

La storia del servizio civile e la sua evoluzione: o La storia dell’Obiezione di Coscienza o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 o I valori e le finalità della legge 64/2001 o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze

Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari

Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria

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con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre forme di intervento ed impegno sociale.

1.3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta

La Costituzione italiana: o Art. 52 della costituzione o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 o I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna;

Concetto di difesa della Patria: o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria nella

società post-moderna; o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla

Dichiarazione dei diritti umani

Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta

Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili

Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN

Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.). Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”. Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà affiancata una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, ri-attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.

1.4

La normativa vigente e la carta di impegno etico

La carta di impegno etico

Le norme attuali

Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.

2. “La cittadinanza attiva”. L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno. Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo.

2.1

La formazione civica

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Carta costituzionale

Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)

La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione

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Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo. Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione.

2.2

Le forme di cittadinanza

Concetto di cittadinanza attiva o condivisione di conoscenze ed esperienze; o Concetto di cittadinanza planetaria

Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo

Ruolo del volontario in servizio civile nella società

Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come forma di cittadinanza attiva

Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva. Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è l’uso dell’informazione alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la propria esperienza di servizi civile, portando alla luce criticità del territorio di servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di sviluppare nei volontari un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società globalizzata. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.

2.3

La protezione civile

Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile

Concetto di rischio: P x V x E

Il metodo Augustus

Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni

Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.

2.4

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile

Consulta Nazionale per il Servizio civile

Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.

3. “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni. Il progetto rappresenta uno “spazio” condiviso.

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3.1

Presentazione dell’Ente

Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;

Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;

L’intervento sociale dell’ente o Modus operandi o Ambiti e tipologie d’intervento o Beneficiari o Il progetto di servizio civile

I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause: o La differenza tra condividere e prestare un servizio o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova o La società del gratuito

La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di accoglienza dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile. Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.

3.2

Il lavoro per progetti

Metodologia della progettazione: o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei risultati

attesi; o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto;

Valutazione della formazione;

L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro crescita personale. Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari conoscano le figure professionali coinvolte e i loro ruoli affinché si possano raggiungere gli obiettivi previsti. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere. Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

3.3

L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure

- Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome;

- Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali coinvolte nei progetti;

Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro

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interazione è fondamentale.

3.4

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Ruolo del volontario

Diritti e doveri del volontario in servizio civile

In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti. Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica.

3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario)

Elementi di comunicazione nonviolenta

La comunicazione nel gruppo

Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi

Gestione nonviolenta dei conflitti

In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi.

34) Durata:

Moduli formativi

Quando Ore lezioni frontali

40%

Ore dinamiche non form.

60%

Totale ore

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

All’avvio del servizio

0 4 4

Presentazione dell’Ente All’avvio del servizio

2 0 2

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (diritti e doveri)

All’avvio del servizio

2 0 2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Tra 3° e 4° mese 1 2 3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta

Tra 3° e 4° mese

Rireso Tra 7°

e 9°

2 5 7

Il lavoro per progetti Tra 3° e 4° mese

1 2 3

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure Tra 3° e 4° 2 0 2

La normativa vigente e la carta di impegno etico Tra 3° e 4° mese

1 1 2

La formazione civica Tra 3° e 4° mese

2 1 3

Le forme di cittadinanza Tra 3° e 4° mese

2 6 8

49

Ripreso tra 7°

e 9°

La protezione civile Tra 3° e 4° mese

1 1 2

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile Tra 3° e 4° mese

2 0 2

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Tra 3° e 4° mese

0 4 4

TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE 18 26 44

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e della disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

a) Casa della Pace, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

b) Cooperativa L’ECO via Ungaretti, 20 36031 Povolaro di Dueville VI c) Cooperativa L’ECO viale dell’industria e dell’artigianato 53010 Carmignano di Brenta d) Casa per incontri di San Pietro in Trigogna, 115 36100 – VI e) Comunità Terapeutica San Daniele via Giovanelli, 1 36045 Lonigo VI f) Cooperativa “Il Calabrone” via Bruno Menini, 6 San Pietro di Legnago (VR)

36) Modalità di attuazione:

In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente ed esterni.

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Nome e cognome Luogo di nascita Data di nascita Codice fiscale

SOLDATI ROBERTO Rimini (RN) 26/04/1948 SLDRRT48D26H294P

CERON UGO Valdagno (VI) 29/01/1965 CRNGUO65A29L551V

PELLINI MARIA CHIARA Roverchiara (VR) 22/04/1963 PLLMCH63D62H606L

PERDONCINI DAMIANA Bonavigo (VR) 1/06/1966 PRDDMN66H57A964B

TOGNATO DAVIDE Lonigo (VI) 6/10/1964 TGNDVD64R06E682A

GROLLA MICHELE Sandrigo (VI) 12/06/1981 GRLMHL81H12H829M

MIOTTI ZEUDI Camposampiero (VR) 30/05/1974 MTTZDE74E70B563W

CASELLA MICHELE Legnago (VR) 22/06/1974 CSLMHL74H22E512F

GRANDIS DEBORA Milano 21/05/1975 GRNDBR75E61F205C

RINALDI LUCA Cittadella (PD) 08/06/1968 RNLLCU68H8C743U

50

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

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Cognome nome

Competenze specifiche Modulo svolto

CERON UGO Psicologo/Psicoterapeuta, responsabile della Zona Veneto Ovest dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, supervisore di equipe terapeutiche e/o singoli operatori, formazione clinica degli operatori, ha anni di esperienza con soggetti sia psichiatrici che disabili.

MODULO 1: Presentazione delle progettualità dell’Ente

RINALDI LUCA

Educatore sociale, ha lavorato per diversi anni come operatore in strutture per disabili e come insegnante di sostegno. Dal 2010 è educatore presso un centro diurno per disabili psichiatrici. Esperto in laboratori ricreativi con disabili.

MODULO 1. Presentazioni delle progettualità dell’Ente

GRANDIS DEBORA

Laureata in Assistenza Sociale, da anni segue ragazze uscite dalla tratta della schiavitù della prostituzione. Per L’Associazione collabora con i servizi del territorio per l’accoglienza di minori nelle case famiglia. Ha esperienza pluriennale di accoglienza di minori con disagio familiare e di handicap.

MODULO 4: La casa Famiglia nel progetto “in-super-abili” MODULO 7: contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito della disabilità

PERDONCINI DAMIANA

Educatore/Operatore presso l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, impegnata da anni nella gestione del servizio civile nazionale e internazionale. Collabora con scuole e centri di ascolto su progetti inerenti alle dipendenze e ai giovani. Da qualche mese coordina un gruppo di auto/mutuo/aiuto di genitori con figli con problemi di dipendenze.

MODULO 3 e 15: La relazione d’aiuto MODULO 10 : il progetto “in-super-abili”

PELLINI MARIA CHIARA

Assistente Sociale per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, collabora da anni con i Servizi Sociali del territorio, seguendo e monitorando l’accoglienza di adulti e minori. Responsabile dell’Equipe Accoglienza, esperta in affidamento familiare. E’ responsabile con il marito di una casa famiglia per adulti.

MODULO 8: la normativa MODULO 14: approfondimento a seconda della tematica del progetto

MIOTTI ZEUDI

Operatrice di musica, teatro e arte terapia. Esperienza pluriennale nell’ambito della disabilità e della gestione di gruppi.

MODULO 5: Approfondimento di aree specifiche: disabilità

TOGNATO DAVIDE

Psicologo e psicoterapeuta, lavora in particolare con i giovani e gli adulti, responsabile di Comunità Terapeutica dove accompagna gli utenti nel percorso terapeutico, in particolare nella fase del reinserimento sociale e lavorativo. Segue in particolare gli utenti con doppia personalità, borderline e con problemi di elaborazione del lutto.

MODULO 12: la relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti.

SOLDATI ROBERTO

Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il Responsabile per la sicurezza per l’ente Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e dei volontari, e sovrintendere all’organizzazione delle squadre di primo soccorso e antincendio.

MODULO 2:Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

CASELLA MICHELE

Responsabile e operatore da anni in realtà della Comunità di accoglienza, responsabile per il Veneto del Fund Raising, raccolta fondi e sensibilizzazione del territorio per le varie tematiche di disagio. Referente per la Comunità del Veneto di scambi culturali con la Comunità Europea progetti giovani in servizio civile europeo. Dal 1994 responsabile di struttura di accoglienza di adulti e minori. Dal 2011 responsabile di un progetto nel Veneto “Banca della speranza” per nuclei disagiati e senza fissa dimora.

MODULO 11: strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione

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GROLLA MICHELE

Laureando in Cooperazione allo sviluppo e alla pace (scienze della formazione), da anni volontario in centri per minori con problemi familiari, sociali. Ha vissuto all’estero per alcuni mesi, in Brasile e Africa dove ha collaborato a progetti sullo sviluppo e alfabetizzazione. Interessato ai problemi sulla pace e la giustizia collabora con la casa della Pace di Vicenza. Da un anno è responsabile di una realtà di accoglienza dove vivono adulti e minori con problemi familiari e psicologici. Collabora alla formazione specifica dei volontari in servizio civile e alla supervisione del percorso.

Modulo 6 :Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “IN-SUPER-ABILI” Modulo 9: il lavoro d’equipe nel progetto “in-super-abili” MODULO 13: ruolo del volontario in servizio civile nel progetto MODULO 16: il progetto

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti 22 ore tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi. La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il coinvolgimento diretto dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico. Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche non formali, quali:

Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore;

Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo;

Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli;

Cineforum;

Teatro dell’oppresso (TDO);

Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio;

Verifiche periodiche. Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato in cui acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente - con il supporto di formatori e degli OLP - un’autoriflessione costante sul proprio servizio.

40) Contenuti della formazione:

53

I contenuti della formazione specifica riguardano, l’apprendimento di nozioni e competenze necessarie allo svolgimento de l servizio nell’ambito specifico previsto dal progetto, ovvero la disabilità. Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con particolare attenzione alle strutture a progetto;

approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di intervento dell’ente sul territorio;

visita ad alcune realtà dell’ente . Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro;

informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, e alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo;

Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si svolgono in contemporanea.

Modulo 3: La relazione d’aiuto

Elementi generali ed introduttivi;

Il rapporto “aiutante-aiutato”;

Le principali fasi della relazione di aiuto;

La fiducia;

Le difese all’interno della relazione di aiuto;

Presa in carico della persona aiutata;

Comunicazione, ascolto ed empatia;

Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto;

Gestione della rabbia e dell’aggressività. Modulo 4: La casa famiglia

Storia delle case famiglia dell’ente;

normativa e gestione della struttura;

il contributo della casa famiglia nell’ambito specifico del progetto. Modulo 5: Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto

Disabilità fisica e/o Psichico

Il vissuto psicologico della persona con handicap

Le principali forme di handicap psichico

Aspetti generali dei disturbi mentali:

Le psicopatologie secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Menali);

I sistemi diagnostici;

I metodi di accertamento: la valutazione psicodinamica, il colloquio clinico, esami medici e psichiatrici, i test mentali;

Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative. Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “IN -SUPER-ABILI”

Il ruolo del volontario nel progetto;

La relazione con i destinatari del progetto;

L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe;

L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

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Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito della disabilità

descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il progetto e lettura dei bisogni del territorio;

conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale;

strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a partire dalle attività realizzate dal progetto;

descrizione dei servizi o associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità, con particolare attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto;

il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità.

Modulo 8: La normativa

Analisi della normativa del territorio sul tema della disabilità ;

Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte normative ;

Applicazione delle normative e criticità. Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “IN-SUPER-ABILI”

Dinamiche del lavoro di gruppo;

Strategie di comunicazione nel gruppo;

Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “IN -SUPER-ABILI”.

Modulo 10: Il progetto “IN-SUPER-ABILI” Verifica, valutazione ed analisi di:

Obiettivi e attività del progetto;

Risposta del progetto alle necessità del territorio;

Inserimento del volontario nel progetto;

Necessità formativa del volontario. Modulo 11:Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione

Finalità e senso delle attività di sensibilizzazione del progetto “IN-SUPER-ABILI”;

Strumenti operativi per progettare, programmare e realizzare le attività di sensibilizzazione;

Momento laboratoriale in cui progettare un’attività di sensibilizzazione (legata all’ambito del progetto).

Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

Ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto ;

Analisi delle particolari situazioni legate al progetto “IN -SUPER-ABILI”;

Racconto di esperienze concrete legate alla relazione con i disabili. Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “IN -SUPER-ABILI”

Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento;

La relazione con i destinatari del progetto;

Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;

L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

Modulo 14: Modulo di approfondimento a seconda della tematica del progetto

Quali risorse nel territorio, collaborazioni con a ltre Associazioni che operano con i disabili, centri diurni, comunità alloggio;

Mappatura dei contatti e associazione del territorio;

Approfondimento della normativa sulla disabilità;

Approfondimento diritti e doveri dei cittadini con disabilità, fisica e psichica.

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Modulo 15: La relazione d’aiuto

L’attuazione pratica delle nozioni teoriche sulla relazione d’aiuto;

Analisi delle relazioni d’aiuto vissute dal volontario all’interno del progetto “IN-SUPER-ABILI”: riflessione e confronto su situazioni concrete ;

Analisi del vissuto del volontario circa la relazione aiutante/aiutato attraverso la mediazione di OLP e operatori.

Modulo 16:Il progetto “IN-SUPER-ABILI”

Competenze intermedie del volontario;

Andamento del progetto;

Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario e valutazione della formazione specifica.

41) Durata:

Modulo formativo

Quando Durata

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

Primo mese 4 h

Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Primo mese 4 h

Modulo 3: La relazione d’aiuto Primo mese 8 h

Modulo 4: La casa famiglia Secondo mese 4 h

Modulo 5:Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto

Secondo mese 8 h

Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “In-super-abili”

Secondo mese 3 h

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito della disabilità

Secondo mese 6 h

Modulo 8 : La normativa Terzo mese 4 h

Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “in -super-abili”

Terzo mese 4 h

Modulo 10: Il progetto “in-super-abili” Terzo mese 4 h

Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione

Terzo mese 3 h

Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

Quinto mese 4h

Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “in-super-abili”

Sesto mese 3 h

Modulo 14: approfondimento a seconda della tematica del progetto

Settimo mese 3 h

Modulo 15: La relazione d’aiuto Ottavo mese 8 h

Modulo 16: Il progetto “in-super-abili” Nono mese 4 h

DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ore

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Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento.

Data 14/10/2016

Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente

Nicola LAPENTA