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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE ITALIANA DONAZIONE ORGANI (AIDO) 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: AIDO: IL VALORE DEL DONO 2012 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area di intervento: salute Codice: A15 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Premessa. Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del monitoraggio interno. Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli anni successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari somministrati ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale (12° mese). Nella realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei progett i “Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto” 4 NZ02515 REGIONE EMILIA-ROMAGNA

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1

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

ASSOCIAZIONE ITALIANA DONAZIONE ORGANI (AIDO)

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

AIDO: IL VALORE DEL DONO 2012

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: ASSISTENZA

Area di intervento: salute

Codice: A15

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il

progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili;

identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

Premessa.

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli anni

successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari somministrati

ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale (12° mese). Nella

realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei progetti “Piano di

monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto”

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NZ02515

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

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I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari ente,

utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

Ai fini del presente box non si ritiene di variare i destinatari del progetto (il contesto territoriale non è

influenzato dal monitoraggio) che comunque restano quelli previsti nel punto 6.3.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

6.1 Breve descrizione della situazione di contesto territoriale e di area di intervento con relativi

indicatori rispetto alla situazione di partenza:

Il trapianto di organi è l´unica cura che permette di sopravvivere (trapianto di cuore, fegato, polmone),

o che migliora la qualità della vita (trapianto di rene nei dializzati, di intestino per chi si nutre solo per

via endovenosa).

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Il prelievo di organi a scopo di trapianto viene eseguito sui soggetti che si trovano nei reparti di

rianimazione in condizioni di morte encefalica e che avevano manifestato, in vita, la volontà di

donare.

La maggioranza dei trapianti sono effettuati con organi prelevati da donatore cadavere; anche i viventi

possono talora donare un organo (rene) o parte di organo (fegato) ad un familiare gravemente malato

con il quale venga accertata la compatibilità biologica (per escludere il rigetto).

Il problema principale dei trapianti è la carenza di organi, dovuta alla richiesta crescente e alle lunghe

liste di attesa. E´ indispensabile e doveroso che la popolazione venga correttamente informata

sull´argomento prima di esprimere la propria volontà di donare. Il trapianto è possibile grazie alla

cultura della solidarietà civile della società che dona, a cui il dono torna con il trapianto che risponde

alla richiesta di salute e di vita degli iscritti in lista d´attesa.

Il Centro regionale di Riferimento per i Trapianti (CRT-ER) coordina tutte le attività di donazione,

prelievo e trapianto di organi e tessuti in Emilia-Romagna. Il CRT del´Emilia-Romagna ha sede

presso l´ospedale S.Orsola di Bologna (Azienda Ospedaliera di Bologna, Policlinico S.Orsola-

Malpighi). Al CRT-ER fanno riferimento diretto i Centri trapianto di Bologna (Policlinico S.Orsola-

Malpighi), di Modena (Policlinico di Modena), di Parma (Ospedale Maggiore). Al CRT-ER fanno

inoltre riferimento anche tutte le sedi di banche regionali di tessuti e cellule.

Il CRT-ER è anche in collegamento on-line con il Centro Nazionale Trapianti, cui rende visibili le

liste d´attesa regionali, l´operatività di ogni singola donazione, i follow-up dei trapianti effettuati.

Donatori segnalati, effettivi in Emilia-Romagna (tratta dal Centro riferimento trapianti e riferita al

31.12.2011)

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Fonte: Regione Emilia-Romagna

Il numero di donatori segnalati è riportato nella tabella sottostante (tratta dal Centro riferimento

trapianti e riferita al 31.12.2011)

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Opposizione alla donazione al 31.12.2011 (tratta dal Centro riferimento trapianti e riferita al

31.12.2011)

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La figura sotto riportata evidenzia graficamente il numero dei donatori utilizzati p.m.p. negli ultimi

due anni nelle regioni italiane, notiamo come molte regioni del nord abbiano un tasso di utilizzo

superiore a 20 donatori p.m.p., rimane un gap con molte regioni del centro e del sud, dove l‟utilizzo

dei donatori è ancora troppo basso per rispondere alla richiesta di salute dei cittadini residenti iscritti

in lista d‟attesa per trapianto (tratto da Attività di donazione e trapianto di organi e tessuti rapporto del

2012 riferito al 2011 del Centro riferimento trapianti E-R.)

In Regione nel 2011 si sono avuti

- 29 trapianti di cuore

- 85 trapianti di fegato da cadavere

124 trapianti di rene da cadavere

13 trapianti di polmone

- 1 trapianto di intestino e multiviscerale

La ripartizione regionale è la seguente:

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Nella provincia di Bologna, contesto del progetto, i segnalati sono stati 40 (fonte Regione Emilia-

Romagna report 2012 sui trapianti)

Ospedale Bellaria Bologna 12

Ospedale Maggiore Bologna 14

Policlinico S.Orsola Bologna 14

Come di evince dal Rapporto 2012 sui trapianti tratto dal sito www.saluter.it della Regione Emilia-

Romagna “Le segnalazioni di potenziali donatori di organi effettuate al CRT-ER (Centro Riferimento

Trapianti dell’Emilia-Romagna) sono state 208, con una flessione del 2,8% rispetto al 2010; i

donatori utilizzati hanno raggiunto il numero di 96 (-17,2%), gli effettivi 102 (-13,6%). In

ottemperanza a quanto stabilito a livello nazionale, anche quest’anno riportiamo i dati relativi alla

categoria di donatori “procurati”, che comprende, oltre al numero dei donatori effettivi, anche i

potenziali donatori in cui il processo donativo si è concluso, ma non è stato possibile utilizzarne gli

organi per i seguenti motivi: opposizione della Procura, donatore senza ricevente compatibile in

Italia ed in Europa, non idoneità al prelievo (del donatore o degli organi). Questo per rilevare cosa

abbia impedito l’utilizzo di alcuni donatori potenziali, indipendentemente dall’efficienza della rete

donazione-trapianto. I donatori procurati sono stati quindi 116 (-12,1%)”.

Resta alta la percentuale di persone che rifiutano l‟espianto, ovvero il 28,4 % (fonte Regione Emilia-

Romagna anno 2012) e la raccolta di organi è ancora insufficiente a coprire la richiesta delle liste di

attesa superiore alle 30 persone (insieme con Piemonte e Liguria), chiaramente differenziabile per

tipologia di trapianto.

Il progetto si prefigge la costruzione di un percorso di crescita della società civile in un territorio in

cui il benessere porta le giovani generazioni ad una sorta di apatia verso quella che tutti riconoscono

come il principale frutto di queste terre: la tradizione civica. L‟inserimento dei volontari permettere

infatti di potenziare le attività dell‟ Associazione e di implementare le iniziative di sensibilizzazione

che periodicamente vengono condotte.

Oltre a questo diventa fondamentale poter proporre canali d‟ingresso ai giovani in un settore come è

quello dell‟associazionismo che si caratterizza per la sua complessità spesso non compresa appieno o

neppure in parte proprio dai più giovani.

Dati territoriali della Provincia di Bologna

Popolazione per età al 1° gennaio 2012, per totale residenti per Comune di residenza e età

Comune di residenza 0-14 anni 15-39 anni 40-64 anni 65 anni e oltre Totale

Anzola dell'Emilia 1.843 3.178 4.552 2.558 12.131

Argelato 1.421 2.583 3.782 1.959 9.745

Baricella 966 1.964 2.498 1.439 6.867

Bazzano 948 1.938 2.449 1.575 6.910

Bentivoglio 789 1.387 2.127 1.096 5.399

Bologna 42.853 106.818 133.646 99.467 382.784

Borgo Tossignano 524 964 1.198 661 3.347

Budrio 2.582 4.874 6.622 4.130 18.208

Calderara di Reno 1.996 3.602 5.098 2.522 13.218

Camugnano 172 461 762 616 2.011

Casalecchio di Reno 4.787 9.287 12.875 9.315 36.264

Casalfiumanese 538 977 1.290 685 3.490

Castel d'Aiano 210 455 754 538 1.957

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Castel del Rio 170 303 402 372 1.247

Castel di Casio 460 910 1.326 831 3.527

Castel Guelfo di Bologna 708 1.267 1.634 756 4.365

Castello d'Argile 1.147 1.945 2.325 1.110 6.527

Castello di Serravalle 738 1.472 1.890 837 4.937

Castel Maggiore 2.426 4.710 6.870 3.764 17.770

Castel San Pietro Terme 2.711 5.388 7.856 4.872 20.827

Castenaso 2.001 3.631 5.497 3.332 14.461

Castiglione dei Pepoli 648 1.585 2.284 1.470 5.987

Crespellano 1.506 2.845 3.641 2.096 10.088

Crevalcore 2.053 3.923 4.711 3.046 13.733

Dozza 1.032 1.907 2.399 1.205 6.543

Fontanelice 315 552 687 412 1.966

Gaggio Montano 768 1.363 1.816 1.193 5.140

Galliera 817 1.578 2.035 1.132 5.562

Granaglione 265 553 822 627 2.267

Granarolo dell'Emilia 1.622 2.914 4.224 2.124 10.884

Grizzana Morandi 528 1.030 1.592 870 4.020

Imola 9.217 18.737 25.011 16.309 69.274

Lizzano in Belvedere 233 577 867 679 2.356

Loiano 592 1.223 1.764 944 4.523

Malalbergo 1.254 2.456 3.353 1.836 8.899

Marzabotto 966 1.833 2.721 1.347 6.867

Medicina 2.490 4.797 6.037 3.530 16.854

Minerbio 1.210 2.320 3.378 1.828 8.736

Molinella 2.402 4.329 5.680 3.484 15.895

Monghidoro 460 969 1.510 948 3.887

Monterenzio 870 1.686 2.436 1.118 6.110

Monte San Pietro 1.518 2.693 4.636 2.128 10.975

Monteveglio 866 1.386 2.089 1.015 5.356

Monzuno 930 1.792 2.561 1.253 6.536

Mordano 664 1.358 1.679 1.023 4.724

Ozzano dell'Emilia 1.925 3.570 4.996 2.609 13.100

Pianoro 2.265 4.259 6.709 4.070 17.303

Pieve di Cento 977 1.850 2.576 1.611 7.014

Porretta Terme 631 1.199 1.697 1.277 4.804

Sala Bolognese 1.325 2.352 3.180 1.457 8.314

San Benedetto Val di Sambro 532 1.106 1.730 1.085 4.453

San Giorgio di Piano 1.313 2.265 3.107 1.700 8.385

San Giovanni Persiceto 3.942 7.292 10.121 6.099 27.454

San Lazzaro di Savena 4.167 7.716 11.829 7.979 31.691

San Pietro in Casale 1.716 3.306 4.445 2.469 11.936

Sant'Agata Bolognese 1.228 2.203 2.635 1.334 7.400

Sasso Marconi 2.079 3.467 5.562 3.670 14.778

Savigno 320 711 1.081 694 2.806

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Vergato 1.073 2.097 2.878 1.759 7.807

Zola Predosa 2.655 4.843 6.925 4.089 18.512

Totale 129.364 270.756 362.857 235.954 998.931

(Fonte: Sistema statistico Regione Emilia-Romagna)

L‟attività dei volontari si collocherà specificatamente all‟interno delle strutture dell‟Associazione con

lo scopo di coadiuvare i volontari e gli operatori presenti nell‟organizzazione delle iniziative e di

verifica dei dati anagrafici dell‟Anagrafe Provinciale dell‟Ente verificandone la loro attualità e

correttezza.

INDICATORI CORRELATI

INDICATORI CORRELATI

Indicatori qualitativi

- partecipazione del volontario alla definizione del progetto personalizzato

- partecipazione del volontario alla realizzazione delle attività programmate

- partecipazione attiva e propositiva del volontario alle attività di socializzazione

- positivo inserimento del volontario nel lavoro di equipe

Indicatori quantitativi

- numero di donatori

- numero di persone assistite

- numero di ore di aggiornamento dell‟ anagrafe provinciale dei donatori numero di studenti

coinvolti

- numero di test raccolti

6.2 Criticità e/o bisogni relativi agli indicatori riportati al 6.1

CRITICITA’/BISOGNI INDICATORI MISURABILI

Implementare la donazione di organi

nell‟area bolognese attraverso iniziative

ed attività specifiche arginando un

costante calo di consensi in atto anche

nella provincia di Bologna. Permettere

inoltre un costante aggiornamento della

banca dati dei donatori, fondamentale per

attuare gli interventi sanitari.

Indicatori misurabili

- numero di donatori

- numero di persone assistite

- numero di ore di aggiornamento dell‟ anagrafe

provinciale dei donatori

Costruire un‟attività di sensibilizzazione

per le scuole sul tema dei trapianti.

Indicatori misurabili

- numero di studenti coinvolti

- numero di test raccolti

6.3 Individuazione dei destinatari ed i beneficiari del progetto:

6.3.1 destinatari diretti (soggetti o beni pubblici/collettivi favoriti dalla realizzazione del

progetto, che costituiscono il target del progetto)

I destinatari diretti sono i cittadini possibili donatori e in genere coloro che sono sensibili a questa

tematica. Ne beneficiano anche le strutture sanitarie che possono avere a disposizione una banca dati

aggiornata sui donatori. Gli studenti delle scuole di Bologna che aderiscono al progetto sulla

sensibilizzazione ai trapianti.

6.3.2 beneficiari indiretti (soggetti favoriti dall’impatto del progetto sulla realtà

territoriale/area di intervento)

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I destinatari indiretti possono ascriversi all‟intera collettività. Che usufruisce in caso di malattia, di un

possibile donatore. Le famiglie degli studenti coinvolte nel progetto di sensibilizzazione.

6.4. Indicazione su altri attori e soggetti presenti ed operanti nel settore e sul territorio

Il contesto locale è estremamente ricco di realtà associative, che spaziano in tutti i campi culturali,

socio-assistenziali, ambientali e sportivo. Citiamo solo le principali in campo assistenziale e socio

sanitario:

Altre associazioni presenti a Bologna sono:

ADMO Associazione Donatori di Midollo Osseo - Regione Emilia-Romagna

ADMO – Associazione Donatori di Midollo Osseo - Regione Emilia-Romagna, è un‟Associazione

regionale di volontariato che opera in ambito sociosanitario con l‟obiettivo principale di sensibilizzare

alla donazione di midollo osseo il maggior numero di persone. È costituita da 9 sezioni che dipendono

dalla sede di Parma e sono diffuse su tutto il territorio regionale. Ha iniziato la propria attività nel

1991.

Principali attività di ADMO Emilia-Romagna sono:

• La sensibilizzazione dei giovani attraverso una corretta informazione sulla donazione di midollo

osseo, cellule staminali e loro trapianto.

• La raccolta delle adesioni dei potenziali donatori, compresa una prima selezione e la gestione delle

prenotazioni per la tipizzazione presso i Centri Donatori necessaria al loro inserimento nel Registro

Regionale.

• Il sostegno alle strutture che si occupano del trapianto di midollo osseo, tramite donazioni finalizzate

all‟impiego di personale e acquisti di attrezzature.

Purtroppo negli ultimi anni è emerso un dato che non può non preoccupare sia i medici che ADMO:

c‟è un sensibile calo di iscritti in Emilia-Romagna ed a livello nazionale. Questo è dovuto sia a alla

difficoltà di reperire nuovi tipizzati sia alla fuoriuscita dal Registro di chi ha raggiunto i 55 anni. Per

questo motivo il limite d‟età è stato spostato in avanti e oggi fino a 40 anni si può diventare potenziali

donatori.

ANED

Opera a livello nazionale dal 1972 e a quello regionale dal 1975. È stata insignita della Medaglia

d‟oro al Merito della Sanità Pubblica. Si occupa globalmente delle persone affette da malattie renali

nelle diverse fasi: prevenzione, dialisi e trapianto. ANED è stata sempre motore attivo e punto di

riferimento, a livello nazionale e regionale, nella promozione dell‟attività dei trapianti ed è

Coordinatrice delle Giornate Nazionali “Donazione e Trapianto”. È Associazione di promozione

sociale, di tutela dei diritti, iscritta al registro delle ONLUS.

ADISCO

ANTR - l‟Associazione Nazionale dei Trapiantati di Rene

ANTFGG Onlus – Trapianti di fegato

AVIS e FIDAS

6.5 Soggetto attuatore ed eventuali partners

L’impegno del Ente in tema di servizio civile.

L‟approvazione della Legge 226 del 23 agosto 2004, ha portato alla sospensione del servizio di leva

obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2005. Con l‟attuazione della legge, le associazioni hanno visto

come prima conseguenza, scomparire i giovani impegnati nello svolgimento del servizio civile

obbligatorio. Si tratta di ragazzi che nell‟ Ente hanno contribuito a fornire importanti ore di servizio.

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L‟Ente ha raccolto il bisogno di un inserimento “strategico” di nuove e giovani risorse all‟interno

degli enti locali con l‟obiettivo di sostituire il servizio civile obbligatorio con la nuova forma del

“Servizio Civile Volontario”.

La dimensione di nuove forme di “politiche giovanili” vede, infatti, il giovane seriamente impegnato

nel contesto organizzativo dell‟Ente in un‟ottica innovativa che lo impiega non solo come fruitore di

servizi ma come protagonista di percorsi di cittadinanza attiva.

L‟Ente al momento non ha volontari in servizio.

L’AIDO.

L‟ AIDO nasce a Bergamo il 26 febbraio 1973. L‟obiettivo è, inizialmente, quello di cercare di

diffondere la prospettiva del trapianto dei reni, come auspicabile alternativa alla dialisi dei nefropatici.

E‟ una associazione non lucrativa costituita tra i Cittadini favorevoli alla donazione volontaria, post

mortem, anonima e gratuita di organi, tessuti e cellule a scopo di trapianto terapeutico. E‟ apartitica,

aconfessionale, interetnica, fondata sul lavoro volontario. Essa opera nel settore socio-sanitario ed ha

l‟esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale (tratta da statuto dell‟ Ente).

La sede provinciale di Bologna coordina le attività sul territorio bolognese comprendente 60 comuni e

circa 998.000 persone. I dati regionali sono molto incoraggianti ponendo l‟Associazione regionale fra

le prime come numero di soci, oggi a circa 158.700 su 1.126.800 circa nazionali.

IL LABORATORIO EUROPEO PERMANENTE PER LA PROMOZIONE DELLA

SICUREZZA, SETTORE SICUREZZA DELLA SALUTE - UNA SCELTA CONSAPEVOLE

L‟idea del progetto nasce dall‟importanza rivestita dal tema dell‟educazione alla salute che, in vista

dell‟assunzione di stili di vita congruenti e consapevoli, rappresenta un‟istanza sociale particolarmente

significativa.

Le organizzazioni di volontariato, preso atto del progressivo e costante aumento dei mancati consensi

alla donazione degli organi che si registra a livello nazionale e nella Provincia i Bologna, avendo ben

chiaro che la mancanza di organi tessuti e cellule è il principale ostacolo al ritorno ad una nuova vita

per tanti pazienti in lista d‟attesa.

Avendo tra gli obiettivi primari, quello di sensibilizzare alla cultura della donazione come senso

civico più alto, all‟informazione sulla realtà dei trapianti come terapia consolidata di gravi patologie

spesso mortali, alla necessità di compiere una scelta il più consapevolmente possibile tra due istanze

legittime se motivate: il donare o il negare il consenso alla donazione.

Si sono impegnate assieme a diversi partner nel dare vita ad un laboratorio stabile dove aumentare il

grado di conoscenza sulla donazione, sui meccanismi e le modalità che regolano tale pratica, nonché

sul trapianto di organi, tessuti e cellule, in modo imparziale, al fine di favorire la possibilità di

compiere, al raggiungimento della maggiore età, una scelta individuale e consapevole sulla donazione,

sia in senso positivo che negativo.

Come viene realizzato.

Nell‟atrio dell‟area adibita a laboratorio viene chiesto ai ragazzi di lasciare soprabiti, quaderni e

quant‟altro in loro possesso e gli viene fornito un braccialetto identificativo di patologia, lo scopo è di

immedesimarli in un mondo che è quello dell‟ospedalizzazione prolungata. Nello stesso locale viene

fatto compilare il test d‟ingresso, una serie di semplici domande tese a valutare il grado di conoscenza

delle tematiche trattate nel laboratorio. Man mano che finiscono il test vengono avviati al percorso

didattico, un percorso conoscitivo dell‟anatomia, fisiologia e patologia che sottostanno alle necessità

di un trapianto. Il percorso informa anche su procedure, leggi e regolamenti che tutelano i cittadini ed

i pazienti.

6.6 Partner

A.N.T.R. onlus. Associazione Nazionale Trapiantati di Rene

c/o Policlinico S. Orsola – Bologna via Massarenti 9

CF 91243070371

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12

Collabora con AIDO per le attività di sensibilizzazione essendo ANTR interessata a diffondere la sua

attività fra la cittadinanza.

È una ONLUS fondata da persone che hanno ricevuto un trapianto di rene e loro familiari e

simpatizzanti. Una associazione aperta a chiunque sia interessato ad approfondire le tematiche relative

al trapianto di organi e del rene in particolare, a chi sia disponibile ad impegnarsi nella attività della

associazione, a chi sia sensibile alla diffusione della cultura della donazione di organi.

7) Obiettivi del progetto:

Premessa.

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli

anni successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari

somministrati ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale

(12° mese). Nella realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei

progetti “Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del

progetto”

I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari

ente, utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

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13

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

Ai fini del presente box non si ritiene di variare gli obiettivi generali o specifici, in quanto alcune

attività episodiche e molti limitate nel tempo che hanno svolto i giovani sono state legate ad

emergenze di tipo temporaneo, non pianificabili e/o prevedibili. Vengono rivisti gli indicatori alla

luce del progetto realizzato e considerato che nell‟ anno 2012 non si sono avuti volontari (ex ante).

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

Le tre gambe del servizio civile sono i giovani, la comunità e l‟ente stesso; pertanto in questa ottica il

progetto si propone le seguenti finalità:

1. continuare l‟esperienza presso questo Ente del servizio civile volontario, traducendo il tempo di

servizio volontario in occasione di crescita civile, di responsabilità e di cittadinanza;

2. far crescere e diffondere una cultura ispirata all'equità e al rispetto delle differenze, volta ad

ottenere il concreto adempimento costituzionale dei diritti/doveri inderogabili di solidarietà sociale;

3. valorizzare, anche attraverso riconoscimenti formali, l‟esperienza svolta in questo settore dai

volontari, per cogliere e sviluppare risorse e capacità, quale investimento per il futuro;

4. contribuire ad accrescere e migliorare i servizi per la comunità

7.1 Gli obiettivi di cambiamento generati dalle criticità e bisogni indicati nel 6.2:

CRITICITA’/BISOGNI OBIETTIVI

Implementare la donazione

di organi nell‟area

bolognese attraverso

iniziative ed attività

specifiche arginando un

costante calo di consensi in

atto anche nella provincia

di Bologna. Permettere

inoltre un costante

aggiornamento della banca

dati dei donatori,

fondamentale per attuare

gli interventi sanitari.

- avere a disposizione una banca dati aggiornata con cui rapportarsi

con i centri di trapianto;

- creare iniziative di sensibilizzazione per la cittadinanza al fine di

implementare la raccolta di adesioni alle donazioni di organi e

tessuti;

- aumentare la disponibilità di donatori e la tempestività della

risposta alle richieste;

- fornire informazioni sugli innumerevoli profili della donazione

di organi e tessuti (etici, giuridici, organizzazione dell‟ attività di

donazione, prelievo e trapianto di organi) nell‟area di pertinenza

dell‟Azienda USL di Bologna, a partire dalle strutture sanitarie che

le sono proprie;

Costruire un‟attività di

sensibilizzazione per le

scuole sul tema dei

trapianti.

Promuovere il progetto Laboratorio Europeo Permanente per la

sicurezza della salute attivando delle attività con le scuole per

sensibilizzare i giovani alla tematica delle donazioni.

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14

7.2 Gli obiettivi sopra indicati con gli indicatori del 6.2 alla conclusione del progetto

OBIETTIVO INDICATORI

1)

- avere a disposizione una banca dati aggiornata con cui rapportarsi

con i centri di trapianto;

- creare iniziative di sensibilizzazione per la cittadinanza al fine di

implementare la raccolta di adesioni alle donazioni di organi e

tessuti;

- aumentare la disponibilità di donatori e la tempestività della

risposta alle richieste;

- fornire informazioni sugli innumerevoli profili della donazione

di organi e tessuti (etici, giuridici, organizzazione dell‟ attività di

donazione, prelievo e trapianto di organi) nell‟area di pertinenza

dell‟Azienda USL di Bologna, a partire dalle strutture sanitarie che

le sono proprie;

Indicatori misurabili

- numero di donatori

- numero di persone

assistite

- numero di ore di

aggiornamento dell‟

anagrafe provinciale dei

donatori

2) Promuovere il progetto Laboratorio Europeo Permanente per la

sicurezza della salute attivando delle attività con le scuole per

sensibilizzare i giovani alla tematica delle donazioni.

Indicatori misurabili

- numero di studenti

coinvolti

- numero di test raccolti

7.3 Il confronto fra situazione di partenza e obiettivi di arrivo

INDICATORI Ex ANTE Ex POST

numero di donatori: + 3% su

base annua

numero di persone assistite + 3% su

base annua

numero di ore di aggiornamento dell‟ anagrafe provinciale dei donatori 200 500

numero di studenti coinvolti 0 150

numero di test raccolti 0 150

7.4 Obiettivi rivolti ai volontari:

- formazione ai valori dell‟impegno civico, della pace e della nonviolenza dando attuazione alle linee

guida della formazione generale al SCN (vedi box 33);

- apprendimento delle finalità, delle modalità e degli strumenti del lavoro di gruppo finalizzato alla

acquisizione di capacità pratiche e di lettura della realtà, capacità necessarie alla realizzazione delle

attività del progetto e successivamente all‟inserimento attivo nel mondo del lavoro, a cominciare dai

soggetti no profit;

- fornire ai partecipanti strumenti idonei all‟interpretazione dei fenomeni socio-culturali al fine di

costruire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile;

- crescita individuale dei partecipanti con lo sviluppo di autostima e di capacità di confronto,

attraverso l‟integrazione e l‟interazione con la realtà territoriale.

Gli obiettivi specifici del progetto relativi ai volontari del servizio civile sono:

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15

DIFFUSIONE FRA I

VOLONTARI DI UN

ATTEGGIAMENTO DI

CITTADINANZA

ATTIVA

L‟Ente ha la possibilità attraverso il servizio civile di fornire alle

giovani generazioni un‟opportunità formativa unica nel suo genere,

non limitata alla fornitura di strumenti spendibili successivamente

nel mondo del lavoro, ma progettata fin da subito come momento

di educazione alla cittadinanza attiva, alla solidarietà e al

volontariato.

DIFFUSIONE FRA I

VOLONTARI DI

CONOSCENZE

PROFESSIONALI PER

L’ INSERIMENTO NEL

MONDO DEL LAVORO

Lo svolgimento del servizio civile consente al volontario, un più

agevole inserimento nel mondo del lavoro per la possibilità di

vantare l‟acquisizione di:

· un‟effettiva esperienza d‟applicazione di conoscenze tecniche

maturate durante lo svolgimento di percorsi di formazione teorici;

· capacità di strutturare relazioni sociali complesse acquisite

mediante una lunga permanenza in un concreto ambito lavorativo.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività

previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale,

nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

1 – Obiettivo

1) Attivare delle iniziative di sensibilizzazione e informazione che raggiungano il numero più alto

possibile di cittadini. Aggiornare la banca dati dei donatori anche nell‟ottica di fornire un servizio

efficiente alle strutture sanitarie pubbliche.

Azione 1

Predisporre una serie di attività per la sensibilizzazione e informazione e di aggiornamento della

banca dati

Attività 1.1

- avere a disposizione una banca dati aggiornata con cui rapportarsi con i centri di trapianto;

- creare iniziative di sensibilizzazione per la cittadinanza al fine di implementare la raccolta di

adesioni alle donazioni di organi e tessuti;

- aumentare la disponibilità di donatori e la tempestività della risposta alle richieste;

- fornire informazioni sugli innumerevoli profili della donazione di organi e tessuti (etici, giuridici,

organizzazione dell‟ attività di donazione, prelievo e trapianto di organi) nell‟area di pertinenza

dell‟Azienda USL di Bologna, a partire dalle strutture sanitarie che le sono proprie;

2) Promuovere il progetto Laboratorio Europeo Permanente per la sicurezza della salute attivando

delle attività con le scuole per sensibilizzare i giovani alla tematica delle donazioni.

Azione 2

Attivare il progetto di sensibilizzazione scolastica ai trapianti

Attività 2.1

- attivare il progetto attraverso la stesura del programma di intervento definitivo

- promozionale sul progetto presso le istituzioni scolastiche

- svolgere i laboratori presso le classi coinvolte dal progetto

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16

Le azioni comuni a tutti e due gli obiettivi sono:

Azione 3: formazione

Azione 4: inserimento e affiancamento strutturato

Azione 5: promozione e sensibilizzazione

Azione 6: monitoraggio

Azione 7: verifica finale

Nella tabella che segue è rappresentato il piano annuale delle attività previste per i 12 mesi di

servizio civile, riassunto dal diagramma di Gantt, che consente una visualizzazione semplice delle

diverse fasi progettuali.

E‟ così evidenziato l‟impianto complessivo del progetto, le diverse fasi, la loro singola durata, i

tempi di sovrapposizione delle differenti attività. Il progetto per ogni volontario è declinato su 1400

ore annue di servizio, con 42 ore di Formazione generale, 72 ore di Formazione specifica. Il

pacchetto formativo (formazione generale e formazione specifica) è di 114 ore complessive.

Diagramma di Gantt delle attività.

TIPOLOGIA DI /Mese

ATTIVITÀ

1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°

OBIETTIVO 1 – AREA ANZIANI

AZIONE 1 ATTIVITA‟ 1.1

OBIETTIVO 2 – AREA MINORI

AZIONE 2 ATTIVITA‟ 2.1

AZIONE 3:

FORMAZIONE

Formazione generale

Formazione specifica

AZIONE 4: INSERIMENTO E

AFFIANCAMENTO STRUTTURATO

AZIONE 5: PROMOZIONE E SENSIB.

AZIONE 6: MONITORAGGIO

AZIONE 7: VERIFICA FINALE

AZIONE 3 : FORMAZIONE

L‟attività svolta durante il servizio offre alle giovani generazioni un‟opportunità formativa unica nel

suo genere, non limitandosi alla fornitura di strumenti spendibili nel mondo del lavoro, ma progettata

dall‟origine come momento di educazione alla cittadinanza attiva e alla solidarietà.

La funzione del formatore e dell‟Olp è quella di condurre il volontario all‟interno dell‟esperienza,

fornirgli riferimenti per il confronto, indicare gli strumenti e i principi utili a interpretare le

situazioni.

Il servizio civile può essere considerato un‟esperienza giovanile di formazione continua, un momento

di crescita della persona anche attraverso l‟interazione con l‟altro e il confronto con un‟attività

professionale in situazioni di apprendimento intenzionali e naturali. La proposta formativa offerta al

volontario si concentra principalmente nei primi mesi di attività. La formazione generale e specifica

dei volontari inizierà nel primo mese di servizio.

In sintesi la proposta formativa è articolata come segue:

FORMAZIONE GENERALE

Rientrano in queste 42 ore:

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17

FORMAZIONE SPECIFICA

Rientrano in queste 72 ore:

AZIONE 4 : INSERIMENTO E AFFIANCAMENTO

L‟avvio e introduzione ai servizi avviene nell‟ Ente a cura dell‟Operatore Locale di progetto e sarà

coordinata nei contenuti dal formatore specifico del progetto. L‟articolazione prevista è la seguente:

Presentazione dell’ Ente nel quale svolge il progetto

- Visita della struttura e presentazione del volontario a coloro che operano all‟interno

dell‟associazione

- Analisi dell‟organizzazione dell‟ Ente: quali sono i servizi che offre ai cittadini e qual è il ruolo

del volontario all‟interno di esso.

Introduzione, addestramento e inquadramento dei servizi specifici

L‟Olp dedica del tempo per presentare e spiegare nel dettaglio i diversi servizi proposti, specificando

e chiarendo bene al volontario quali sono le problematiche che dovrà affrontare e gli strumenti da

utilizzare.

E‟ utile inoltre presentare al volontario i progetti precedentemente svolti dai volontari che lo hanno

preceduto, spiegando quanto fatto, i traguardi ottenuti e gli ostacoli affrontati. L‟esperienza di altri

volontari insieme alla possibilità di comunicare con il proprio Olp permetterà al volontario di

comprendere meglio il proprio ruolo e di creare un rapporto di fiducia e collaborazione.

L‟Olp, dopo aver presentato il volontario agli altri dipendenti e/o collaboratori operanti nella sede e

aver mostrato i locali e le risorse tecniche e strumentali a disposizione, predisporrà un primo

calendario di attività da far svolgere al volontario, per permettergli di avere un primo approccio con

l‟intero arco di attività previste dal progetto in assenza di dirette responsabilità operative e di

sperimentarsi sul campo, permettendo contemporaneamente all‟Olp di valutarne capacità e

competenze.

AZIONE 5: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

Riguarda le attività previste al box 17. Tutti i volontari che parteciperanno al progetto avranno il

compito, all‟interno del monte ore annuo, di realizzare le attività di promozione e sensibilizzazione

del servizio civile nazionale.

AZIONE 6: MONITORAGGIO

Nel piano di attività descritto e rappresentato nel diagramma di Gantt è prevista l‟attività di

monitoraggio. L‟attività prevede due modalità di verifica: una serie di azioni di verifica in itinere che

definiamo con il termine monitoraggio e un bilancio finale complessivo del progetto.

Le azioni di monitoraggio offriranno agli attori del progetto uno spazio per valutare l'esperienza in

relazione al progetto di servizio civile nelle sue diverse fasi di realizzazione. In particolare, il

monitoraggio si propone di osservare, avvalorare e sostenere l'esperienza di servizio civile;

supportare i referenti delle sedi di progetto nella relazione con i volontari; offrire uno spazio di

confronto. In quest‟ottica il monitoraggio diviene un momento di verifica dell‟andamento dei

progetti ed ha l‟obiettivo di fare il punto sulla situazione, di raccogliere proposte, critiche e domande.

I dettagli sono riportati nel box 20.

AZIONE 7: VERIFICA FINALE

Al termine di un anno di servizio civile è doveroso ed opportuno avviare un bilancio finale dell‟intera

esperienza svolta e delle competenze acquisite. A tal proposito nel corso del dodicesimo mese il

responsabile del monitoraggio organizzerà degli incontri di valutazione finale che riguarderanno:

- i volontari.

- l‟Operatore Locale di progetto

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18

e saranno finalizzati alla valutazione del raggiungimento o meno degli obiettivi previsti dal progetto.

8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica

delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

Attività del progetto Professionalità Ruolo

nell’attività

Nume

ro

Attività 1.1

- avere a disposizione una banca dati aggiornata con

cui rapportarsi con i centri di trapianto;

- creare iniziative di sensibilizzazione per la

cittadinanza al fine di implementare la raccolta di

adesioni alle donazioni di organi e tessuti;

- aumentare la disponibilità di donatori e la

tempestività della risposta alle richieste;

- fornire informazioni sugli innumerevoli profili

della donazione di organi e tessuti (etici, giuridici,

organizzazione dell‟ attività di donazione, prelievo e

trapianto di organi) nell‟area di pertinenza

dell‟Azienda USL di Bologna, a partire dalle strutture

sanitarie che le sono proprie.

Operatore

dell‟Ente con

provata

esperienza sulla

banca dati e di

conoscenza della

materia

Coordinare e

organizzare le

attività

1

Attività 2.1

- attivare il progetto attraverso la stesura del

programma di intervento definitivo

- promozionale sul progetto presso le istituzioni

scolastiche

- svolgere i laboratori presso le classi coinvolte dal

progetto

Educatore

professionista ed

esperto in

sensibilizzazione

e animazione

con minori

Costruire i

percorsi formativi

e le attività di

animazione

1

8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

Premessa.

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli

anni successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari

somministrati ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale

(12° mese). Nella realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei

progetti “Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del

progetto”

I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

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n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari

ente, utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

Ai fini del presente box le attività che hanno svolto i giovani in servizio nell‟anno 2011, ricadono

tutte all‟interno di quelle descritte di seguito: è certamente difficile riuscire a quantificare l‟una

rispetto all‟altra, ovvero quanto i volontari sono stati impegnati su una attività piuttosto che l‟ altra.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

Attivita’ Ruolo

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20

Attività 1.1

Ai volontari verranno chieste le seguenti attività concrete:

- aggiornare la banca dati con cui rapportarsi con i centri di trapianto, inserendo i

nuovi nominativi e cancellando quelli ritirati o deceduti;

- contribuire alla creazione e promozione di iniziative di sensibilizzazione per la

cittadinanza al fine di implementare la raccolta di adesioni alle donazioni di organi e

tessuti;

- essere in grado, dopo la formazione specifica, di fornire informazioni sugli

innumerevoli profili della donazione di organi e tessuti (etici, giuridici,

organizzazione dell‟ attività di donazione, prelievo e trapianto di organi) nell‟area di

pertinenza dell‟Azienda USL di Bologna, a partire dalle strutture sanitarie che le sono

proprie.

Attività 2.1

- coadiuvare i responsabili dell‟ Ente nella costruzione del progetto di

sensibilizzazione per le scuole, studiando i materiali più opportuni per gli studenti

e gli argomenti

- sensibilizzare le scuole su questo laboratorio, distribuendo materiali informativi

- coadiuvare il personale dell‟Ente direttamente durante lo svolgimento delle attività

nelle scuole

In generale il volontario si spende a più livelli:

- attività individuali e/o di gruppo mirate all‟integrazione e alla socializzazione;

- accompagnamento ed affiancamento in attività strutturate;

- partecipazione a momenti di équipe di programmazione e progettazione sui casi portando un

importante contributo a partire dalle osservazioni fatte durante gli interventi a contatto con l‟utente;

- partecipazione a momenti formativi.

Il volontario apprende:

- un recupero degli aspetti relazionali più primitivi e autentici;

- modalità di confronto in cui riflettere sul fare per trasformarlo in esperienza;

- un‟esperienza di vita che può contribuire ad un percorso di formazione personale.

Al volontario si richiede:

- disponibilità a giocarsi su un piano relazionale/ disponibilità alla relazione;

- disponibilità al confronto e all‟acquisizione di nuove conoscenze;

- affidabilità e senso di responsabilità.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

e numero minimo di ore settimanali 12

2

0

2

0

1400

0

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21

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Disponibilità a svolgere il servizio occasionalmente anche in giorni festivi, domeniche e orari

serali. Rispetto della legge sulla privacy per le informazioni di cui si viene a conoscenza nello

svolgimento del servizio civile volontario. Possibilità di impiego durante i giorni di sabato o

domenica per le iniziative di natura culturale e di sensibilizzazione, fermo restando il

mantenimento del lavoro su 5 giorni/settimana e dunque una diversa articolazione dell‟orario

settimanale in base a questi particolari eventi.

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente

Accreditato:

5

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22

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L‟Ente aderisce inoltre alle attività previste nel Piano Provinciale del Servizio Civile e

parteciperà alla sua attuazione e a quella del Protocollo d’Intesa con il Coordinamento

degli Enti di Servizio Civile della Provincia di Bologna – Co.Pr.E.S.C per l‟anno 2012.

Pertanto il progetto prevede:

1 - Attività di sensibilizzazione e Promozione congiunta del bando e orientamento dei

giovani alla scelta del progetto in collaborazione con il Copresc 15 ore complessive

2 – attività sensibilizzazione e promozione realizzate dall’Ente 6 ore complessive

1 - Attività di sensibilizzazione e Promozione congiunta del bando e orientamento dei

giovani alla scelta del progetto in collaborazione con il Copresc 15 ore complessive

Il Copresc di Bologna favorisce la collaborazione degli enti sulle attività di

sensibilizzazione e di promozione del servizio civile attraverso appositi incontri di lavoro

in cui programmare le iniziative e valutare gli elementi di successo e di criticità di quelle

già attivate.

L’attività di sensibilizzazione viene svolta continuativamente durante tutto l‟anno e può

utilizzare diversi strumenti e metodi a seconda del contesto e dei destinatari:

- interventi di sensibilizzazione nelle scuole superiori con la possibilità di fare

un‟esperienza pratica di servizio civile regionale 15-18 anni;

- percorsi di formazione rivolti agli insegnanti con il progetto di Educazione alla

Solidarietà ed alla Cittadinanza Attiva - P.E.S.C.A.;

- visite agli enti di servizio civile da parte degli studenti dei centri di formazione

professionale per conoscere le realtà del volontariato civile;

- momenti informativi nelle facoltà universitarie - “10 minuti per il Servizio Civile”-

durante le lezioni universitarie;

- incontri di presentazione del servizio civile regionale per giovani stranieri all‟interno

di centri interculturali e centri giovanili;

- eventi di sensibilizzazione e valorizzazione delle esperienze: convegni, seminari,

incontri, feste;

- partecipazione ad eventi pubblici rivolti alla cittadinanza e ai giovani: feste del

volontariato - Volontassociate, sagre, feste paesane ecc.;

- iniziative di sensibilizzazione sul territorio, da definire a seconda dei target e delle

zone: gruppi informali, centri di aggregazione, informagiovani, quartieri, uffici di

piano ecc.

Il Copresc si occupa di coordinare e programmare le iniziative per realizzarle in

collaborazione con gli enti e i volontari di servizio civile, in qualità di testimoni diretti

dell‟esperienza. Viene costruito un calendario condiviso di eventi ed iniziative da svolgere

sul territorio a cui gli enti e i loro volontari possono partecipare. Il calendario può essere

arricchito e aggiornato di nuovi eventi nel corso dell‟anno, purchè vengano comunicati

almeno un mese e mezzo prima del loro effettivo svolgimento e rispettino i criteri stabiliti dal

gruppo di lavoro.

Durante le attività di sensibilizzazione vengono trattati i diversi temi legati al servizio civile:

principi legislativi (legge nazionale n.64/01 e legge regionale 20/03), storia dell‟obiezione di

coscienza, valori della difesa non armata e violenta, della pace e della solidarietà, Carta

d‟impegno d‟etico, opportunità offerte dal sistema di servizio civile volontario.

Particolare attenzione viene data al servizio civile all’estero per sensibilizzare gli enti e i

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23

giovani su questa opportunità di servizio civile (Il Copresc di Bologna ha sempre partecipato

al progetto sovraprovinciale “Oltreconfine Spaziomondo” per diffondere il SC all‟estero sul

territorio regionale).

Le iniziative proposte dagli enti devono avere come tema il servizio civile o un tema ad esso

legato (cittadinanza attiva, non violenza, pace, solidarietà, comunità ecc.). Questo si traduce

anche in una piccola attività dedicata al servizio civile all‟interno di un evento più ampio e

trasversale (feste, convegni, seminari, festival ecc.), purchè ci sia un pubblico potenzialmente

interessato al servizio civile (giovani, enti, famiglie ecc.).

Al fine di informare e preparare i volontari di servizio civile alle attività di sensibilizzazione e

promozione, il Copresc di Bologna ha inserito, da vari anni, un modulo su questo tema

all‟interno dei percorsi di formazione generale.

L’attività di promozione è legata ai bandi di selezione dei volontari e si propone, da un lato,

di dare visibilità ai progetti disponibili sul territorio bolognese e, dall‟altro, di orientare i

giovani nella scelta di servizio civile. In particolare vengono utilizzati i seguenti strumenti:

- incontri pubblici per la presentazione dei progetti e degli enti;

- sportello informativo per i giovani;

- sito web, mailing list e newsletter;

- mass media locali: comunicati, inserzioni, spot radiofonici ecc.;

- materiali informativi e pubblicazioni (locandine, cartoline, brochure ecc.);

- “Open day” del servizio civile c/o gli enti del territorio.

Per quanto concerne l’attività di orientamento, viene attivato un sistema di monitoraggio

condiviso per informare i giovani e gli enti sul numero di domande presentate. Ogni

settimana il Copresc pubblica l‟aggiornamento del monitoraggio sul proprio sito web.

Negli ultimi anni si è osservato un progressivo aumento del numero di domande complessivo

rispetto ai posti disponibili e un livello di distribuzione delle domande più omogeneo.

Nell‟ambito dell‟attività di orientamento dei ragazzi, soprattutto durante il bando di selezione

dei volontari, gli enti dovranno individuare preventivamente un referente del servizio civile

per il proprio ente. I contatti del referente dovranno quindi essere resi noti all‟intera struttura

dell‟ente al fine di mettere direttamente in contatto l‟interessato con il referente dell‟ente

incaricato. Così come il numero di telefono diretto dell‟incaricato dovrà essere comunicato al

Copresc che lo inserirà nel materiale divulgativo.

Ogni ente che aderisce al Piano provinciale 2012 è inoltre tenuto a pubblicare i contatti del

Copresc ed il link al sito del Copresc sulla propria pagina web dedicata al servizio civile.

2 – attività sensibilizzazione e promozione realizzate dall’Ente 6 ore complessive Il testo sarà pubblicato sul sito internet dell‟ente per tutta durata del bando.

L‟Ente ha inoltre predisposto sul territorio varie iniziative di pubblicizzazione:

- materiale cartaceo (200 volantini, 100 pieghevoli)

- pubblicazione sulla notiziario associativo

- comunicati stampa su emittenti regionali come Resto del Carlino di Bologna, cronaca

bolognese di Repubblica

- iniziative di sensibilizzazione in occasione di feste o incontri pubblici all‟interno di

circoli e di attività pubbliche

Data inoltre l‟importanza che riveste la diffusione del SCN fra tutte le fasce di cittadini, di

una corretta interpretazione delle sue finalità e destinatari, tutti i volontari che parteciperanno

al progetto avranno il compito, all‟interno del monte ore annuo, di promuovere le seguenti

attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

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24

Il cronogramma è il seguente:

1° mese di servizio: Presentazione e avvio del progetto, in presenza dei volontari e dell‟ OLP,

in cui si evidenziano le finalità e gli obiettivi del progetto e l‟apporto dei volontari in servizio

civile:

per un totale di 1 ora

4°/11° mese:

- feste rivolte ai giovani, coinvolgendo in particolare i volontari in SC al fine di far

conoscere il SC stesso;

- partecipazione ad eventi pubblici rivolti alla cittadinanza e ai giovani, realizzando

stand con materiale promozionale;

- partecipazione ad assemblee scolastiche nelle scuole superiori e in assemblee

universitarie, realizzando interventi informativi riguardo al SC.

per un totale di 3 ore

12° mese: presentazione e diffusione pubblica del “Diario di Viaggio: un anno in Servizio

Civile Nazionale” che il gruppo di volontari avrà elaborato durante i 12 mesi di servizio:

per un totale 2 ore

Descrizione e mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Presentazione e avvio del progetto

Campagna permanente

Diario di Viaggio

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si adottano i criteri contenuti nel decreto 11 giugno 2009 n. 173 "Elementi di valutazione e punteggi

per la selezione dei volontari in SCN" adottato dal direttore dell‟Ufficio nazionale per il servizio

civile.

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

NO

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

L‟Ente aderisce inoltre alle attività previste nel Piano Provinciale del Servizio Civile e parteciperà

alla sua attuazione e a quella del Protocollo d’Intesa con il Coordinamento degli Enti di Servizio

Civile della Provincia di Bologna – Co.Pr.E.S.C per l‟anno 2012.

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25

INDICAZIONI PER LA REALIZZAZIONE DEL MONITORAGGIO INTERNO AI

PROGETTI E PERCORSO ACCOMPAGNAMENTO COPRESC DI BOLOGNA

Premessa

La Regione Emilia Romagna, attraverso gli strumenti legislativi e le azioni dei Coordinamenti

Provinciali (previsti dalla legge n.20/03 e dalle delibere contenenti i criteri aggiuntivi regionali), cerca

di migliorare il sistema di servizio civile incentivando la collaborazione tra enti e la condivisione di

esperienze.

Dal bando di progettazione del 2006, l‟adozione di alcuni criteri condivisi di monitoraggio vengono

valorizzati con un punteggio aggiuntivo regionale.

Dal 2008 si è cercato di compiere un ulteriore passo: l‟osservazione e valutazione dell‟andamento del

progetto nei suoi diversi aspetti vuole arrivare a riconoscere le ricadute esterne del servizio civile sulla

comunità locale. A seguito del confronto avvenuto tra gli enti relativamente ai progetti di servizio

civile dei bandi 2009, 2010, 2011 viene confermato il percorso coordinato e congiunto di

accompagnamento al monitoraggio interno dei progetti, quale luogo di scambio e confronto tra

enti per individuare i prodotti sociali del servizio civile e per ri-orientare la progettazione futura.

Gli Enti, pur aderendo a tale “percorso di accompagnamento Co.Pr.E.S.C.”, sono chiamati a

realizzare comunque un proprio piano di monitoraggio interno da indicare alle voce 20 della

scheda progetto “Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell‟andamento delle attività del

progetto”. La voce 20 dovrà quindi riportare sia il percorso di accompagnamento Co.Pr.E.S.C.

sia il piano di monitoraggio interno che deve essere predisposto dall’ente; il piano di

monitoraggio dovrà quindi essere redatto coerentemente sia al progetto dell’ente sia al percorso

di accompagnamento Co.Pr.E.S.C.

L‟obiettivo è sviluppare parallelamente sia le attività interne all‟ente che i momenti di confronto a

livello territoriale, intersecando le tappe di lavoro dei due percorsi.

Primo livello – Piano di monitoraggio interno

Il piano di monitoraggio interno che l’ente deve obbligatoriamente predisporre a prescindere

dal Copresc, pena l’esclusione del progetto dalla valutazione di qualità, dovrebbe concentrarsi

principalmente su due dimensioni:

1. RILEVAZIONE ANDAMENTO ATTIVITA’ PREVISTE E REALIZZATE E

RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI PROGETTUALI

2. L’ESPERIENZA DEL GIOVANE VOLONTARIO

Come richiesto dal prontuario per la progettazione (approvato con D.P.C.M. del 4/11/2009) e nei

criteri aggiuntivi regionali (Del.GR 1265/2012) ogni ente è chiamato a predisporre un proprio

specifico piano di monitoraggio completo e funzionale, vista l‟eterogeneità di progetti presenti sul

territorio, sia in termini di aree di intervento che di “destinatari diretti” e “beneficiari indiretti”1.

Nell‟elaborazione di tale piano, gli enti devono però tener conto delle tappe del percorso di

accompagnamento Co.Pr.E.S.C. dettagliate nel paragrafo successivo, cercando di specificare come

intendono integrare il proprio piano di monitoraggio con le tappe del percorso di accompagnamento.

N.B.: In particolare l’adesione al percorso di accompagnamento in ambito Copresc, coerentemente ai

criteri aggiuntivi regionali, prevede obbligatoriamente la predisposizione di un report finale

contenente le azioni correttive apportate nel corso dell’esperienza, utilizzabili per dare evidenza alla

ri-progettazione e per comunicare gli esiti complessivi del monitoraggio quindi dell’andamento del

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26

progetto, rendendo pubblici i risultati. Ciò deve essere reso coerente al piano di monitoraggio interno

dell’ente.

Ricordiamo che è di fondamentale importanza, nella scelta degli indicatori del monitoraggio, rifarsi a

quanto previsto dalla voce 6 della scheda progetto:

“Definire il contesto territoriale e dell’area di intervento entro il quale si realizza il progetto

descrivendo la situazione di partenza (situazione data) sulla quale il progetto è destinato ad incidere,

mediante pochi e sintetici indicatori. Il contesto è rappresentato dalla ristretta area territoriale di

riferimento del progetto e dall’area di intervento dello stesso. E’ opportuno, quindi, evitare di

riportare indicatori a livello nazionale ed internazionale o politiche generali di settore. Gli indicatori

devono rappresentare in modo chiaro la realtà territoriale entro la quale è calato il progetto, con

particolare riferimento all’area di intervento nella quale si vuole operare. In presenza di attività

difficilmente misurabili attraverso indicatori numerici è possibile quantificare il numero degli

interventi che si intendono realizzare nell’arco di tempo di durata del progetto, proponendone una

accurata descrizione. Gli indicatori sono scelti dall’ente proponente il progetto”

Si rinvia al promemoria predisposto dal Copresc di Bologna per la stesura del piano di

monitoraggio interno dell’ente.

Coerentemente ai criteri aggiuntivi regionali, la dimensione “L’ESPERIENZA DEL GIOVANE

VOLONTARIO” deve essere obbligatoriamente indagata per quanto riguarda: esperienza del

giovane, la crescita del giovane, il raggiungimento degli obiettivi, il rapporto con gli

operatori/volontari dell‟ente e con gli utenti.

Per il monitoraggio della dimensione “L’ESPERIENZA DEL GIOVANE VOLONTARIO”, gli enti

possono avvalersi dello strumento concepito all‟interno del precedente percorso di accompagnamento,

declinandolo opportunamente per obiettivi e attività del proprio progetto. Si rinvia ai documenti di

approfondimento che possono essere richiesti al Copresc.

secondo livello – Percorso di accompagnamento del Co.Pr.E.S.C

Il Copresc si propone di sostenere il percorso di monitoraggio interno degli enti attraverso un

percorso di collaborazione e confronto che faciliti il lavoro di progettazione e di restituzione degli

enti stessi. Ciascun ente è chiamato ad esplicitare come intende integrare il proprio sistema di

monitoraggio interno con le tappe del percorso di accompagnamento.

La prima tappa di questo percorso di accompagnamento ha l‟obiettivo di migliorare la leggibilità dei

risultati del monitoraggio sia per l‟ente stesso che per la comunità che viene indirettamente coinvolta

nei progetti di servizio civile.

Una cornice comune in cui inscrivere le specificità dei progetti e attraverso cui guardare il sistema di

servizio civile a livello provinciale.

Il Copresc elaborerà la mappatura dei progetti avviati sul territorio provinciale.

La prima tappa si svolgerà in plenaria.

La seconda tappa del percorso vuole essere l‟occasione per sollecitare un riflessione all‟interno degli

enti, con uno sguardo più approfondito sui prodotti sociali del servizio civile.

Quali sono gli effetti delle diverse esperienze di servizio civile a livello di distretto territoriale o di

settore di intervento?

La proposta è quella di identificare il valore aggiunto del servizio civile nei confronti dei giovani,

degli enti e della comunità tramite un confronto più ravvicinato a livello territoriale o settoriale.

Ci si auspica che da questo dialogo gli enti possono avviare progettazioni o co-progettazioni.

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27

Il percorso di accompagnamento diventa itinerante e vengono costituiti diversi gruppi di enti sulla

base delle risultanze della mappatura svolta dal Copresc (suddivisione per distretto o per ambito di

intervento).

Il lavoro di gruppo si sviluppa a partire dai dati e dalle analisi svolte internamente agli ent i con

l‟obiettivo di produrre materiali e restituzioni condivisi.

La terza tappa prevede nuovamente, previa raccolta dei reports intermedi del monitoraggio

interno elaborati dagli enti, la riunione in plenaria per la condivisione dei risultati del percorso e

la ri-progettazione futura.

Gli esiti del monitoraggio devono essere elaborati da ogni ente, inviandone copia al Copresc e alla

Regione.

Gli enti sono chiamati ad elaborare:

1) RELAZIONE IN ITINERE (interna all’ente da condividere in ambito Copresc nel percorso di

accompagnamento al monitoraggio)

2) REPORT FINALE

Il report finale deve raccogliere tutti gli elementi emersi dalla realizzazione del piano di

monitoraggio interno dell’ente riportando quindi tutte le azioni correttive apportate nel corso

dell‟esperienza, utilizzabili per dare evidenza alla riprogettazione e per comunicare gli esiti

complessivi del monitoraggio quindi dell‟andamento del progetto e rendendo pubblici i risultati.

Il report finale dovrà, coerentemente al progetto, riportare i prodotti sociali del servizio civile rispetto

all‟ente, al giovane e alla comunità, andando a contribuire alla elaborazione in sede Copresc della

mappa del valore del servizio civile a livello provinciale. A tal fine il report deve contemplare e

distinguere nettamente le due dimensioni: a) rilevazione andamento attività previste e realizzate e

raggiungimento degli obiettivi progettuali; b) esperienza del giovane volontario.

Il report potrà essere arricchito altresì con prodotti audiovisivi, foto ecc.. quali strumenti per

promuovere la pubblicazione e diffusione dei risultati.

Copia del report finale dovrà essere consegnata al Copresc e alla Regione, oltre che tenuta agli

atti nella sede dell’ente titolare.

TAPPE DI LAVORO DEL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO E CONDIVISIONE DEL CO.PR.E.S.C. DI BOLOGNA

(a cui integrare le principali tappe del percorso di monitoraggio interno dell’ente)

PERIODO Percorso di accompagnamento del Co.Pr.E.S.C.

In occasione del

bando di

progettazione

Restituzione degli esiti del percorso di accompagnamento del

monitoraggio del Copresc anno 2010/2011 propedeutico al nuovo

percorso di accompagnamento del Copres

Avvio del progetto

Primo trimestre

Prima tappa

- Riunione plenaria

confronto tra i diversi sistemi di monitoraggio e scambio di buone

pratiche

e condivisione delle modalità di realizzazione del percorso di

accompagnamento

- Mappatura degli enti che hanno attivato il progetto (per distretti

e/o per settore) – a cura del Copresc

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28

Secondo trimestre

Seconda tappa – incontri per

distretto

- Riconoscimento di esiti e

prodotti sociali (giovane, Ente,

territorio)

- prefigurazione di restituzioni a

vari livelli (dentro gli Enti, nei

territori distrettuali, a livello

provinciale…)

- reports in itinere (interna all’ente

da condividere in ambito Copresc

nel percorso di accompagnamento

al monitoraggio – incontri

distrettuali)

Terzo Trimestre

Quarto trimestre

Terza Tappa

Riunione plenaria -condivisione

dei risultati del monitoraggio

interno

- riprogettazione per il nuovo

bando

Indicazioni per la nuova

progettazione di SC

Fine progetto

annuale

- reports finale a cura degli

enti. Il report finale dovrà,

coerentemente al progetto,

riportare i prodotti sociali del

servizio civile rispetto

all‟ente, al giovane e alla

comunità, andando a

contribuire alla elaborazione

in sede Copresc della mappa

del valore del servizio civile

a livello provinciale.

Report finale con la raccolta di tutti

gli elementi emersi dalla

realizzazione del piano di

monitoraggio interno dell‟ente che

contempli e distingua nettamente le

due dimensioni:

a) rilevazione andamento attività

previste e realizzate e

raggiungimento degli obiettivi

progettuali ;

b) esperienza del giovane volontario.

Indicazioni per la nuova

progettazione di SC

Piano di monitoraggio interno

L‟Ente applicherà un Piano di Monitoraggio Interno di propria competenza e valutazione

periodica dello svolgersi delle attività previste dal progetto ed indicate al Punto 8.1 del relativo box

8. A questo scopo il suddetto piano di monitoraggio porrà l‟attenzione sulla rilevazione periodica dei

diversi indicatori inseriti nel box 6 al Punto 6.2, e nel box 7 ai Punti 7.2 e 7.3.

Fondamentale sarà, inoltre, il monitoraggio dell‟ andamento del progetto in rapporto alla

partecipazione attiva dei giovani volontari secondo le modalità di seguito riportate:

- i volontari saranno assegnati all‟ operatore locale di progetto che li seguirà costantemente nelle loro

attività quotidiane divenendo per essi un punto di riferimento e supporto oltre che elemento di verifica

e supervisione del lavoro svolto;

- si svolgeranno incontri periodici fra volontari e personale dell’ Ente per discutere dei parziali

risultati raggiunti e delle eventuali criticità;

- i volontari saranno periodicamente invitati a compilare questionari di autovalutazione (con

domande a risposta aperta e non) durante lo svolgimento del loro percorso presso l‟ente al fine di

registrare le opinioni dei volontari rispetto al progetto in corso di svolgimento;

I questionari saranno compilati dai volontari all‟inizio del loro percorso di servizio civile, a metà ed

alla fine dell‟esperienza e prenderanno in considerazione i seguenti aspetti:

- inizio percorso: caratteristiche dei volontari e loro iniziali aspettative, loro modalità di presa contatto

con l‟ente, loro opinione sulle modalità di accoglienza ed inserimento nel conteso dell‟ente,

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29

l‟esperienza del giovane e la sua crescita, il raggiungimento degli obiettivi, il rapporto gli operatori

dell‟Ente e con gli utenti;

- metà percorso: considerazioni sulla formazione generale e specifica effettuate fino a quel momento,

rapporto tra le attività svolte dai volontari e le caratteristiche ed attività descritte nel progetto

scelto, l‟esperienza del giovane e la sua crescita, il raggiungimento degli obiettivi, il rapporto gli

operatori dell‟Ente e con gli utenti;

- fine percorso: indagine quantitativa e qualitativa sulle conoscenze e capacità apprese dai volontari,

loro opinioni e considerazioni sull‟esperienza effettuata, grado di soddisfazione e corrispondenza alle

aspettative rispetto al periodo di servizio civile volontario prestato, l‟esperienza del giovane e la sua

crescita, il raggiungimento degli obiettivi, il rapporto con gli operatori dell‟Ente e con gli utenti.

L‟esperto del monitoraggio incrementerà e completerà l’analisi dell’andamento delle attività del

progetto provvedendo ad effettuare le proprie periodiche valutazioni relativamente alle oscillazioni in

itinere degli indicatori ed alle analisi dei dati relativi al monitoraggio riguardante il percorso dei

volontari in rapporto allo svolgimento del progetto stesso.

Realizzazione di un report finale contenete, fra l‟altro, le azioni correttive apportate nel corso

dell‟esperienza utilizzabili per dare evidenza alla riprogettazione e i dati stessi del monitoraggio,

incluso l‟andamento del progetto, che saranno resi pubblici attraverso il percorso di

accompagnamento in ambito Copresc.

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

NO

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Nessuno

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del

progetto:

- Personale specifico coinvolto nel progetto e non

attinente all‟accreditamento

- Sedi ed attrezzature specifiche (box 25)

- Utenze dedicate al progetto

- Materiali informativi

- Pubblicizzazione SCN (box 17)

- Formazione specifica (docenti materiali)

- Spese viaggio

- Materiale di consumo finalizzati al progetto

- Autovettura (carburante, assicurazione, bollo

come quota a parte)

TOTALE

€ 1.000

€ 1.000

€ 500

€ 1.000

€ 500

€ 500

€ 400

€ 1.000

€ 1.000

€ 6.900

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

Premessa.

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30

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli anni

successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari somministrati

ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale (12° mese). Nella

realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei progetti “Piano di

monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto”

I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari ente,

utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

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31

Per il tipo di attività realizzate è difficile creare delle sinergie reali e durature con altre strutture (Enti

od associazioni), pertanto si è optato in questa fase di mantenere i rapporti unicamente con il Copresc.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

Nominativo Copromotori e/o

Partner

Tipologia

(no profit,

profit,

università)

Attività Sostenute

(in riferimento al punto 8.1)

1 – COPRESC di Bologna CF

91252570378

No profit - come da accordo allegato si

aderisce alle attività ed iniziative

promosse dal COPRES di Bologna,

ovvero:

- Sensibilizzazione congiunta sul

servizio civile svolto in Italia e carta

etica

- Promozione congiunta del bando

e orientamento dei giovani alla scelta

del progetto

- Formazione coordinata e

congiunta per gli OLP

- Formazione generale.

A.N.T.R. onlus. Associazione

Nazionale Trapiantati di Rene

c/o Policlinico S. Orsola – Bologna

via Massarenti 9

CF 91243070371

No profit Collabora con AIDO per le attività di

sensibilizzazione essendo ANTR

interessata a diffondere la sua attività fra

la cittadinanza.

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Premessa.

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli anni

successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari somministrati

ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale (12° mese). Nella

realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei progetti “Piano di

monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto”

I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

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base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari ente,

utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

Il monitoraggio non ha evidenziato particolari problematiche relativamente alle risorse tecniche e

strumentali, disponendo l‟ Ente di una dotazione di attrezzature adeguata al tipo di attività che viene

svolta, che viene messa a disposizione dei volontari stessi.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

In coerenza con gli obiettivi (box 7) e le attività (box 8) del progetto, si indicano di seguito le risorse

tecniche e strumentali ritenute necessarie ed adeguate.

Dal punto di vista tecnico i volontari potranno contare sui seguenti supporti:

- il supporto dell‟Operatore Locale di Progetto quale riferimento nella quotidiana attività del progetto;

- la presenza di un‟equipe di lavoro con la quale si relazionerà quotidianamente, imparando a

coordinare il proprio lavoro con quello degli altri;

- la possibilità di partecipare a riunioni organizzative e di programmazione delle attività;

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33

- la possibilità di fruire di archivi documentativi e banche dati non riservate e di attingere a tutte le

informazioni necessarie per un approfondimento delle tematiche oggetto dell‟attività specifica da lui

seguita;

Risorsa Attività

collegata

(box 8)

Adeguatezza Num.

Stanze Tutte Necessaria per la realizzazione degli obiettivi per

permettere l‟organizzazione ed il funzionamento di

tutte le attività

3

Scrivanie Tutte Necessaria per la realizzazione degli obiettivi per

permettere l‟organizzazione ed il funzionamento di

tutte le attività

2

Telefono e Fax Tutte Necessaria per la realizzazione degli obiettivi per

permettere l‟organizzazione ed il funzionamento di

tutte le attività

1

Computer e posta

elettronica

Tutte Necessaria per la realizzazione degli obiettivi per

permettere l‟organizzazione ed il funzionamento di

tutte le attività

1

Fotocopiatrici Tutte Necessaria per la realizzazione degli obiettivi per

permettere l‟organizzazione ed il funzionamento di

tutte le attività

1

Strumentazione tecnica

specifica (videoproiettore,

fotocamera digitale,

pennarelli, tempere,

materiali di cancelleria)

Tutte Necessaria per realizzare attività con le scuole 20

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

Nessuno

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

Nessuno

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,

certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

Premessa.

Come previsto dalla D.G.R. 1265/2012 “Approvazione dei criteri regionali per la valutazione dei

progetti di servizio civile nazionale da presentare nell‟anno 2012” si riportano in sintesi i risultati del

monitoraggio interno.

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34

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2010”

Il monitoraggio dei progetti di servizio civile ha il duplice scopo di valutare l‟andamento del progetto

nel corso dell‟anno che di fornire indicazioni utili per la rimodulazione della progettazione per gli

anni successivi. Come previsto dal progetto il monitoraggio si è articolato con tre questionari

somministrati ai volontari all‟inizio del progetto (1° mese), uno intermedio (5° mese) ed uno finale

(12° mese). Nella realizzazione di questo report è stato seguito quanto riportato nel box 20 dei

progetti “Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del

progetto”

I dati che seguono sono una sintesi del rapporto finale del monitoraggio dei volontari del Servizio

Civile Nazionale (n.2). E‟ ovvio che avendo due soli volontari (uno solo ha terminato il progetto) la

base statistica per trarre conclusioni definitive è ampiamente insufficiente. Piuttosto si possono trarre

spunti su alcuni argomenti per migliorare il progetto.

n. volontari avviati:2

n. volontari che hanno concluso il progetto:1

Esperienza del giovane

Il volontario rimasto in servizio è soddisfatto delle attività realizzate e in generale del progetto.

Rapporti (con operatori – olp - esperto di monitoraggio – altro personale dell‟ente, altri volontari

ente, utenti e comunità)

Il rapporto con gli utenti è stato sempre molto positivo da parte dei due volontari, soprattutto durante

momenti esterni (punti informativi, iniziative). L‟impatto che hanno avuto i volontari è stato come

previsto dal progetto, sia sui beneficiari diretti che indiretti, essendo le attività dell‟ente codificate in

modo preciso.

Percorso formativo

Fra le capacità che si rilevano maggiormente citate dai volontari c‟è la capacità di lavorare in gruppo,

tenere i rapporti con la gerarchia, utilizzare i nuovi media e il computer.

Crescita del giovane:

E‟ difficile da valutare vista la particolarità dell‟attività dell‟Ente. Certamente ha appreso un metodo

di lavoro, ma quanto questo sia poi spendibile sull‟esterno è difficilmente comprensibile. Dalle

risposte del monitoraggio emerge che le attività non erano affatto scontate, né sono scadute nella

routine, ma hanno contribuito ad un arricchimento culturale dei giovani.

Sensibilizzazione al SC:

I volontari hanno partecipato alle attività del Copresc che hanno generalmente apprezzato i momenti

di sensibilizzazione.

Raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi indicati nel progetto sono stati in buona misura raggiunti, anche se un volontario ha

interrotto il servizio circa 3 mesi prima, cosa non secondaria in un progetto con soli 2 volontari.

Attualmente non pare necessario rivedere o correggere le attività del progetto. Dopo alcuni mesi

hanno raggiunto una discreta autonomia ed una buona conoscenza della struttura che gli hanno

permesso una buona operatività.

Nel progetto “Aido solidarietà 2010” non era prevista la certificazione delle competenze. Per

ovviare a questa mancanza e per offrire ai giovani un‟opportunità in più, si è arrivati ad un accordo

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35

con il CESVIP, ente terzo titolato al rilascio di certificazioni di competenze.

Monitoraggio del progetto “Aido solidarietà 2011” – Progetto non approvato.

Le competenze acquisibili dai volontari sono certificate da un ente terzo come da accordo allegato,

ovvero il

CE.SVI.P Società Cooperativa Sociale – Centro di sviluppo della piccola e media impresa

Stradone Farnese, 3 - Piacenza CF/PIVA 01034300333

CESVIP è una società di formazione di emanazione della Lega delle Cooperative, da anni opera

nell'ambito della formazione finanziata e a catalogo/mercato, predisponendo piani di formazione e

sviluppo rivolti a imprese pubbliche e private, lavoratori e soggetti in cerca di occupazione.

Nel rispetto della propria mission, Cesvip è in grado di fornire:

competenza nel presidio dei processi educativi e di apprendimento non solo attraverso le

forme tradizionali di formazione e di addestramento ma anche con modalità più avanzate,

quali tutorship e affiancamento.

competenze ed expertise per promuovere la nascita e lo sviluppo di imprese cooperative, la

diffusione del modello imprenditoriale cooperativo

una rete di relazioni tra interlocutori, pubblici e privati, che operano nel mercato del lavoro

valorizzando le azioni di inserimento lavorativo proposte sul territorio di riferimento.

CESVIP, Centro Sviluppo Piccola e Media Impresa, è una Società Cooperativa che opera,

conformemente alla L. 845/78, alla legislazione ed alla normativa comunitaria, nazionale e regionale,

nell'ambito della formazione professionale attraverso sedi territoriali accreditate presso la Regione

Emilia-Romagna.

In specifico sul progetto, a richiesta dei singoli volontari, il CESVIP, al termine del periodo di

servizio civile volontario, se prestato positivamente, potrà rilasciare certificazione delle seguenti

competenze acquisite :

- Conoscenza della organizzazione e funzionamento di un ente pubblico;

- Conoscenza delle attività in campo sociale dell‟ Ente;

- Arricchimento delle capacità relazionali e di creare contesti di accoglienza sia verso i bambini

che verso gli adulti ed i disabili;

- Acquisizione di abilità nella conduzione di gruppi e nella gestione di attività di animazione;

- Conoscenza dei principali software (word, excel, posta elettronica, internet) necessari alla

normale attività nell‟Ente;

- Competenze nella gestione di attività basilari di socio assistenziali con minori, disabili ed

anziani.

Metodologia

Il percorso proposto prevede due incontri, in occasione del primo e secondo monitoraggio dei

progetti, nei quali sia mediante colloqui di gruppo che attraverso lavori individuali viene svolta la

rilevazione dell‟andamento dei progetti e l‟indagine delle proprie competenze. La terza fase è svolta

attraverso il questionario di monitoraggio finale.

Collettivamente ciascuno è invitato a presentarsi e ad esprimere le proprie aspettative riguardo il

progetto che sta per iniziare. Successivamente sono proposte una serie di attività volte a far

emergere, per ogni volontario, uno o più obiettivi, in merito alle sue aspettative, ai suoi interessi

personali, ai suoi valori, partendo dall‟analisi delle esperienze.

Il percorso è articolato in tre fasi:

· Fase iniziale: la fase è rivolta all‟analisi dei bisogni del volontario e alle sue attese. Nella prima

Page 36: SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO … · 2020-06-05 · SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) ... CARATTERISTICHE

36

fase del percorso di bilancio ci si propone:

· una funzione di "filtro" per una prima verifica dei bisogni del volontario attraverso alcune

domande chiave poste dal conduttore del monitoraggio, la compilazione della scheda di ingresso.

· una funzione di "accoglienza" per un‟analisi più approfondita della domanda, un‟informazione

dettagliata sul percorso e la definizione del "contratto". Tale funzione si articola in un momento di

gruppo per le informazioni sul bilancio e la messa in comune delle aspettative.

· Fase di indagine: la fase è finalizzata all‟analisi delle esperienze già realizzate dal volontario,

nonché all‟individuazione delle sue competenze, attitudini e motivazioni.

Nel corso di questa fase si sviluppa la parte centrale dell'intervento di bilancio che si pone come

obiettivo di consentire ai volontari di aumentare il proprio livello di consapevolezza riguardo le

proprie competenze e i contesti in cui potrebbero essere valorizzate. Saranno pertanto indagate l‟area

di conoscenza di sé e della definizione del proprio progetto.

·Fase di conclusione: corrisponde alla fase finale, destinata alla restituzione dei risultati emersi

durante la fase d‟indagine. Questa fase si conclude con la definizione di quanto acquisito nel corso

dell‟anno, in termini di competenze maturate e di esperienze svolte. Il bagaglio formativo acquisito

sarà raccolto all‟interno di un documento di sintesi finale.

Gli obiettivi da perseguire in questa fase sono i seguenti:

· sintetizzare e mettere in relazione gli elementi rilevati nel corso delle prime due fasi;

· insieme ai volontari costruire, in modo dinamico, il bilancio finale o portafoglio di competenze;

· costruire insieme ai volontari il proprio progetto di sviluppo, fornendo azioni di sostegno e

accompagnamento.

Gli strumenti utilizzati saranno:

Nella fase iniziale:

- domande chiave per la verifica dei bisogni

- presentazione dell‟attività: strumenti, metodi, obiettivi

Nella fase di indagine:

- scheda di monitoraggio

- discussione e confronto di gruppo

Fase di conclusione:

- Scheda di monitoraggio

Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

Le sedi di realizzazione vengono individuate su base territoriale tra quelle potenzialmente

disponibili, prevedendo anche l‟uso e la visita di luoghi significativi per il tema del Servizio Civile:

- Co.Pr.E.S.C. c/o Provincia di Bologna, via Finelli 9/a, Bologna

- Provincia di Bologna, via Zamboni 13, Bologna

- Provincia di Bologna, via San Felice 25, Bologna

- Regione Emilia Romagna, v.le Aldo Moro 21, Bologna

- Regione Emilia Romagna, v.le Silvani 6, Bologna

- Istituto Aldini Valeriani, via Bassanelli 9/11, Bologna

- Istituzione Gian Franco Minguzzi, via San‟isaia 90, 40123 Bologna

- Museo Ebraico, via Valdonica 1/5, Bologna

- Museo Civico del Risorgimento, p.zza Carducci 5, Bologna

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37

- Comune di Bologna, Piazza Liber Paradisus -6, 40 129 Bologna

- Comune di Bologna, Via Ca‟ Selvatica 7, Bologna

- Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, via S. Vitale 114, Bologna

- Scuola di Pace, via Lombardia 36, Bologna

- Aido provinciale via Tiarini 21/2 - 40129 Bologna

- Cooperativa Sociale Società Dolce, via Cristina da Pizzano N° 5 - 40133 Bologna

- CASA del Paleotto, via del Paleotto, 11 -40141 Bologna

- Istituto storico Parri, via Sant‟Isaia 18 - Bologna

- Fondazione Santa Clelia, c/o Villa Clelia via San Rocco 42, Vidiciatico (Bo)

- BAM (Biblioteca, Archivio, Museo), Via Borgolungo 10, Porretta Terme (Bo)

- Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica - Via Brento 9 - 40037 Sasso Marconi

(BO)

- Aula della Memoria – Borgo Colle Ameno - 40037 Sasso Marconi (BO)

- Cà Vaina - Centro Musicale Viale Saffi 50/b, Imola (Bo)

- La Palazzina - Centro Multimediale Via Quaini 14, Imola (Bo)

- Biblioteca del Comune di Imola, via Emilia 80, Imola (Bo)

- Casa Piani del Comune di Imola, via Emilia 88, Imola (Bo)

- Pinacoteca del Comune di Imola, via Sacchi 4, Imola (Bo)

- ASP CASA PROTETTA di Imola, via Venturini 14, Imola (Bo)

- Fondazione Montecatone, via Montecatone 37 40026 Imola (BO)

- ASP v.le D‟Agostino 2/a, Imola (Bo)

- Museo Cidra sulla resistenza, via dei Mille 26, Imola

- Saletta del suffragio del Comune di Medicina, via Fornasini, Medicina (Bo)

- Comune di Casalecchio di Reno, via dei Mille 9, Casalecchio di Reno (Bo)

- Casa della Conoscenza, via Porrettana 360, Casalecchio di Reno (Bo)

- Casa della Solidarietà, via del Fanciullo 6, Casalecchio di Reno (Bo)

- Ausl di Bologna, Sede di Via Cimarosa 5/2, Casalecchio di Reno - Frazione S. Biagio (Aule

A, B, 24, 134, 119, 175)

- Sala del Consiglio del Comune di Monte San Pietro, p.zza della Pace 4, Comune di Monte

San Pietro (Bo)

- Sala Consiliare Municipale del Comune di Calderara di Reno, p.zza Marconi 7, Calderara di

Reno (Bo);

- Teatro Spazio Reno, via Roma 12, 40012 Calderara di Reno

- Centro Civico di Longara, Via Longarola 33/a - 40012 Calderara di Reno;

- Centro Civico di Lippo, Via Castaldini n. 2 - 40012 Calderara di Reno;

- Fondazione Scuola di Pace di Montesole, via San Martino 25, Marzabotto (Bo)

- Casa per la Pace "La Filanda", via Canonici Renani 8/10, Casalecchio di Reno (Bo)

- Sala “Antichi sotterranei”, sede Municipio p.zza XX settembre 3 40024 Castel San Pietro

Terme

- Sala Corsi - Comune di Zola Predona -Piazza della Repubblica, 1 - 40069 Zola Predosa (BO)

- Comune di Pianoro Centro Civico di Rastignano Via Andrea Costa, 66, 40065 Rastignano -

Pianoro BO

- Il Bosco Soc. Coop. Sociale, Via Montericco 5/A, 40026 IMOLA BO

- Cooperativa Sociale Il Pellicano, via Sante Vincenzi 36/4 – 40138 Bologna (BO)

30) Modalità di attuazione:

In proprio presso l‟ente con formatore esterno con esperienza pluriennale dichiarata all‟atto

dell‟accreditamento e accreditato con il corso tenutosi dall‟ UNSC a Roma dal 12 al 15 luglio 2005,

di cui si allega il curriculum.

In collaborazione con il Copresc di Bologna come previsto dal protocollo d‟ intesa e dal piano

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38

provinciale del servizio civile.

Formatore messo a disposizione:

Massimo Becchi nato a Reggio Emilia il 03.08.1971

Studi effettuati

Diploma di Perito Agrario conseguito all‟ ITAS “A. Zanelli.” nell‟ a.s. 1989/90 con 46/60.

Diploma in Tecnologie per la Protezione Ambientale e la Sicurezza, conseguito presso la Facoltà

di Ingegneria Chimica e di Processo di Bologna, nell‟ a.a. 1991/92. Trattasi di una Scuola Diretta a

Fini Speciali con sede del corso presso la struttura decentrata di Reggio. Tesi di diploma: “Lo

smaltimento dei fanghi di depurazione in agricoltura”, discussa con il Prof. F.P. Foraboschi, con

tirocinio di due mesi presso AGAC di Reggio E.

Voto finale: 49/50.

Laureato in Scienze Ambientali il 19 luglio 2006 presso l‟Ateneo Parmense.. Tesi su “Il progetto

di risparmio idrico del comune di Bagnacavallo – RA” con voto 102/110.

Pubblicazioni

Pubblicato nel marzo del „92 la prima edizione del libro, “Discorso sul Castagno”, poi revisionato

e riedito nel febbraio del „96, in 1500 copie, per conto del Consorzio Legnolegno.

Curatore dell‟ “Antologia del Legno”, opera in due volumi di 1.500 pagine edita dal Consorzio

Legnolegno nel Novembre 1997 del prof. ing. Guglielmo Giordano.

Co-autore del volume “Il Noce da legno” edito dal Consorzio Legnolegno nel Settembre 2000

insieme al prof. Sergio Burani.

Curatore del volume “L‟Olivo” edito dal Consorzio Legnolegno nel Novembre 2001 di Massimo

Gigante

Co-autore dell‟articolo “Envinronmental qualità and sustainability in the province of Reggio

Emilia (Italy): using multi-criteria analysis to assess and compare municipal performance” insieme al

dott. Ferrarini Alessandro e al dott. Bodini Antonio di prossima pubblicazione sul Journal of

Envinronmental Management

Co-autore dell‟articolo “Ecopaese: an approach to comunicate sustainability in the Province of

Reggio Emilia (Italy) con il dott. Ferrarini Alessandro, il dott. Bodini Antonio e la dott.ssa Antonella

Bachiorri per i tipi di Walter Leal Filho ed. nel volume “Communicating Sustainability” dell‟anno

2000

Esperienze sul Servizio Civile Nazionale

Presidente di Arci Servizio Civile di Reggio Emilia dal giugno 2001, con compiti operativi

dell‟obiezione di coscienza e sul servizio civile nazionale.

Realizzazione della formazione interna ai progetti stessi sia all‟interno di Arci Servizio Civile che

in modo autonomo come Raggruppamento delle Guardie Ecologiche Volontarie della

Legambiente di Reggio Emilia.

Stesura e realizzazione dei progetti di servizio civile per numerosi enti pubblici delle provincie di

Reggio Emilia, Modena e Mantova dal 2006 ad oggi.

Formatore generale dal 2005 ad oggi.

Accreditato alla formazione generale con il corso tenutosi dall’ UNSC a Roma dal 12 al 15

luglio 2005.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

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39

NO

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Come indicato nella determina del direttore generale dell‟UNSC del 4/04/06 contenente le “Linee

guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, i contenuti del progetto

formativo sono stati organizzati in 11 moduli formativi suddivisi in 8 giornate di formazione

compreso il modulo di valutazione dell‟esperienza.

L‟impianto metodologico del progetto formativo prevede di utilizzare la lezione frontale per circa il

58% delle ore complessive e tecniche di apprendimento non formale per il restante 42%.

Per la parte di formazione frontale vengono coinvolti sia i formatori accreditati degli enti di servizio

civile competenti sul tema indicato che esperti esterni che possano arricchire la qualità della lezione,

con il supporto di materiale informativo, bibliografie di riferimento, slide e dispense, appositamente

preparati.

Per la parte di formazione non formale i giovani verranno chiamati a partecipare attivamente alla

discussione dell‟argomento attraverso tecniche di action learning, esercitazioni di gruppo,

simulazioni, analisi di caso e discussioni plenarie ed eventuali visite a realtà significative per la storia

del Servizio Civile come musei storici.

33) Contenuti della formazione:

Progetto di Formazione Generale per Volontari in Servizio Civile

PREMESSA

L‟obiettivo formativo individuato è “fornire strumenti teorici ed operativi ai giovani volontari in

servizio civile” e di “sviluppare all’interno degli enti una maggiore conoscenza del ruolo dei

volontari e del significato del servizio civile come risorsa per l’ente stesso e la comunità di

appartenenza”. L‟idea di costruire un percorso di formazione generale coordinata e congiunta tra gli

enti che operano sullo stesso territorio provinciale nasce dall‟esigenza di offrire una formazione

sempre più qualificata e di creare occasioni di incontro e scambio tra giovani che prestano il servizio

civile in contesti organizzativi diversi ed in ambiti di intervento differenti. La presenza di figure

referenti per ogni ente partecipante (tutor, OLP, formatori, responsabili amministrativi) produce anche

una crescita nelle competenze interne all‟ente ed un‟opportunità di entrare in contatto con realtà simili

o differenti che si impegnano, a vario titolo, per il benessere della collettività.

Il percorso di formazione generale, sia in termini di modalità organizzative che di obiettivi e contenuti

formativi, è stato condiviso ed ideato all‟interno di un gruppo di lavoro appositamente costituito a cui

partecipano formatori accreditati, esperti, referenti degli enti ed operatori del coordinamento.

Tale gruppo ha cominciato il suo lavoro a gennaio 2007 ed è coordinato da una consigliera del

Co.Pr.E.S.C., nonché formatrice accreditata di Caritas Italiana. Sin dall‟inizio l‟obiettivo era di

scambiare competenze ed esperienze tra i diversi enti e dar vita ad un percorso di formazione che

fosse espressione della diversità di approccio dei diversi formatori, seppur accomunati dagli stessi

valori di fondo e dalle stesse linee guida. Ciò ha dato luogo, per la formazione generale legata ai

progetti avviati nel 2007e nel 2008, ad una progettazione sperimentale e partecipata che ha dimostrato

la disponibilità degli enti del territorio a collaborare per il fine comune del servizio civile. Nel 2009 e

nel 2010 si sono apportate alcune modifiche nell‟organizzazione delle giornate e si sono aggiunte le

esperienze di formazione all‟interno di luoghi significativi come i musei storici e della resistenza.

Nel 2011 si è ritenuto opportuno, da un lato, riorganizzare i moduli formativi in un ordine che

consentisse uno sviluppo più armonico del percorso e, dall’altro lato, rivedere alcuni contenuti per

approfondire le tematiche emerse dalle valutazioni coi volontari.

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40

Nel 2012 sono stati invitati gli olp a partecipare alla prima giornata di corso, per renderli partecipi

del percorso formativo e condividere la presentazione dell’ente insieme ai volontari.

Ogni anno il gruppo continua ad incontrarsi per la valutazione in itinere e finale del percorso di

formazione generale dei volontari. Dalle indicazioni emerse si continua a lavorare in incontri

successivi. Alla luce delle criticità evidenziate nel percorso vengono apportati degli aggiustamenti e

delle integrazioni rispetto all‟anno precedente.

Destinatari della formazione: giovani volontari che svolgono il servizio civile all‟interno degli enti

aderenti alla formazione coordinata e congiunta tramite il Co.Pr.E.S.C. di Bologna. In base a quanto

previsto dalla deliberazione di giunta regionale n.1265 del 2012 “Approvazione criteri regionali per la

valutazione dei progetti di servizio civile nazionale”, i gruppi-classe sono costituiti da un massimo di

20 partecipanti e vengono definiti sulla base di criteri temporali (la data di avvio del progetto) e

territoriali (la sede di attuazione del progetto).

Durata: 42 ore per ogni gruppo-aula, suddivise in 9 giornate formative, all‟interno dello stesso

gruppo aula, di cui 4 ore sui temi della mediazione interculturale, 2 ore di valutazione dell‟esperienza

di formazione generale nel contesto del servizio civile e 1 ora di presentazione delle attività di

sensibilizzazione svolte dal Co.Pr.E.S.C.

I soggetti coinvolti in questo processo formativo sono:

- la Regione Emilia Romagna in quanto responsabile della formazione;

- il Coordinamento Provinciale degli enti di Servizio Civile della Provincia di Bologna in

quanto punto di raccordo e di confronto tra enti che, secondo quanto previsto dall‟art. 16 della

L.R. 20 del 2003, garantisce servizi di base per tutti gli Enti aderenti, consistenti in attività

d'informazione ed orientamento, consulenza, sostegno alla presentazione dei progetti,

formazione ed aggiornamento e non si sostituisce, nella titolarità dei progetti o delle

convenzioni, agli Enti di servizio civile ed a forme di aggregazione finalizzate alla

realizzazione di progetti che gli stessi Enti si danno, siano essi sedi locali di assegnazione di

Enti nazionali od Enti a carattere locale;

- i formatori accreditati e gli esperti che svolgono l‟attività di docenza nei corsi;

- gli enti di Servizio Civile che hanno ideato e realizzato il progetto di servizio civile;

- i giovani volontari che svolgono l‟esperienza di servizio civile;

- i referenti per la formazione individuati dagli enti;

- la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bologna in virtù della

convenzione stipulata con il Co.Pr.E.S.C. per lo svolgimento di tirocini formativi all‟interno

dei corsi di formazione generale

- la comunità locale che beneficia del lavoro congiunto di enti e volontari.

MODELLO ORGANIZZATIVO

Sulla base delle riflessioni e delle proposte emerse dal gruppo di lavoro, istituito con i referenti degli

enti aderenti al progetto, e soprattutto a seguito dell‟esperienza maturata nei precedenti percorsi di

formazione generale, è emerso un modello organizzativo che evidenzia le seguenti funzioni e ruoli dei

soggetti coinvolti nella gestione dei corsi.

ORGANIZZAZIONE E COORDINAMENTO - I corsi di formazione vengono coordinati dal

Co.Pr.E.S.C., in collaborazione con gli enti interessati, i quali mettono a disposizione gli spazi e le

attrezzature necessarie allo svolgimento delle lezioni.

Ruoli e funzioni

Coordinatore della formazione:

- supporta il gruppo di lavoro dei formatori e aggiorna il manuale della formazione generale;

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41

- coordina tutti gli aspetti organizzativi dei corsi di formazione (gruppi-aula, calendario dei

corsi, aule e attrezzature, docenze e supplenze ecc.);

- cura i rapporti contrattuali con gli enti che forniscono i formatori accreditati;

- sostiene gli enti nelle procedure e negli adempimenti richiesti dall‟UNSC;

- segue l‟attività di tutoraggio e osservazione svolta dai tirocinanti di Scienze della Formazione

(tutor d‟aula);

- si rapporta e collabora con le diverse figure coinvolte nel percorso formativo (enti, volontari,

tutor ecc.).

Referente di zona:

- collabora con il Co.Pr.E.S.C. per individuare le aule disponibili alla formazione all‟interno del

proprio territorio;

- reperisce la strumentazione necessaria ai docenti (operatore dell‟ ente del territorio in cui si

svolge il corso);

- gestisce le dispense, i file di testo-audio-video, e i materiali di cancelleria.

AULA E TUTORAGGIO - Ogni corso di formazione prevede la presenza di due figure che

affiancano il coordinatore della formazione del Co.Pr.E.S.C.: il tutor d‟aula, (se individuato tra gli

studenti della Facoltà di Scienze della Formazione), e il referente dei volontari, uno per ogni ente

aderente al corso, così come indicato nel progetto di servizio civile.

Ruoli e funzioni

Tutor d’aula:

- è presente in aula per seguire il percorso formativo;

- presenta i formatori o gli esperti introducendo l‟argomento e collegando i diversi moduli nelle

diverse giornate;

- collabora con i formatori per lo svolgimento di alcune attività previste nel modulo

- osserva le dinamiche relazionali interne al gruppo e descrive l‟andamento del corso tramite

appositi strumenti di rilevazione;

- è responsabile del registro presenze;

- è un punto di riferimento per i volontari rispetto ad eventuali difficoltà e si occupa di

raccogliere le richieste per comunicarle al Co.Pr.E.S.C.;

- distribuisce e raccoglie i questionari di valutazione.

Referente dei volontari:

- definisce insieme al Copresc la data di avvio del progetto e del percorso formativo, sulla base

dell‟elenco dei progetti inseriti nel piano provinciale e dei criteri organizzativi e metodologici

stabili dal gruppo di lavoro;

- si occupa di distribuire il calendario del corso di formazione ai volontari di Servizio Civile;

- comunica al Co.Pr.E.S.C. eventuali assenze, interruzioni o problemi dei partecipanti;

- spiega ai volontari e ai referenti dell‟ente di appartenenza l‟importanza di partecipare al corso

di formazione;

- redige un report finale sul percorso di formazione indicando suggerimenti e criticità

- organizza recuperi in sede per eventuali assenze dei volontari al corso di formazione generale

coinvolgendo formatori accreditati e eventualmente esperti.

FORMAZIONE: i contenuti dei moduli formativi vengono condivisi all‟interno del gruppo di lavoro

che individua gli obiettivi prioritari e raccoglie il materiale e i contributi di ogni formatore ed esperto.

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42

Ruoli e funzioni

Formatore accreditato:

- partecipa al gruppo di lavoro e si confronta con gli altri formatori sui contenuti formativi;

- si prepara sui moduli formativi da svolgere nei diversi corsi di formazione;

- comunica la propria disponibilità in termini di ore di docenza e di eventuali sostituzioni (enti

accreditati);

- mette a disposizione il materiale didattico necessario;

- si rende disponibile ad incontri in itinere con gli altri formatori per confrontarsi e scambiarsi

suggerimenti e materiali didattici, al fine di migliorare la qualità formativa.

Esperti esterni: docenti preparati su uno specifico argomento che vengono individuati dal gruppo di

lavoro e che partecipano, se possibile, al percorso di progettazione e valutazione.

Testimoni privilegiati: persone che hanno avuto esperienze in iniziative e/o progetti sulla difesa

civile non armata e non violenta, sull‟obiezione di coscienza, sul servizio civile ecc. La testimonianza

dal vivo è un modo per facilitare, nei ragazzi, la comprensione che i valori sono di fatto “vivibili”

concretamente e non sempre restano una mera “dichiarazione d‟intenti”; rafforzando il messaggio che

il servizio specifico svolto dai ragazzo è, di fatto, già una modalità molto concreta di trasmettere valori

“alti”.

TIMING

Il percorso formativo si articola in 9 incontri della durata variabile di 4/6 ore da svolgersi in un arco

temporale da un minimo di 6 settimane a un massimo di 2 mesi.

Il calendario degli incontri viene concordato con gli enti partecipanti sulla base di queste indicazioni

generali:

- Prima giornata (5 ore)

- a distanza di circa 1 settimana: Seconda giornata (5 ore) e Terza giornata (5 ore) possibilmente

in due giorni consecutivi (o al massimo intervallati di una settimana)

- a distanza di circa 1 settimana: Quarta giornata (4 ore)

- a distanza di minimo 1 giorno o al massimo 1 settimana: Quinta giornata (6 ore)

- a distanza di circa 1 settimana: Sesta giornata (4 ore)

- a distanza di minimo 1 giorno o al massimo 1 settimana: Settima giornata (4 ore)

- a distanza di circa 1 settimana: Ottava giornata (4 ore)

- a distanza di circa 1 settimana: Nona giornata (5 ore)

PROGRAMMA FORMATIVO

Il Gruppo di lavoro sulla formazione ha permesso di produrre un manuale per la formazione

generale. Il manuale, ad uso interno dei formatori e dei tutor del Co.Pr.E.S.C. di Bologna, riunisce

contributi teorici ed esercitazioni pratiche forniti dalle persone che hanno partecipato al tavolo di

lavoro. Tale lavoro è il frutto:

- delle linee guida per la formazione dei volontari definite dal Ministero;

- dell‟esperienza maturata negli anni precedenti dai formatori e dagli esperti che hanno

realizzato i corsi di formazione per i propri volontari;

- dell‟esperienza maturata in generale durante le edizioni 2007/08, 2008/09 e 2009/10 dei corsi

di formazione generale coordinata e congiunta;

- delle considerazioni emerse a seguito delle valutazioni fatte con i volontari frequentanti i corsi

dell‟edizione 2007/08, 2008/09 e 2009/10.

A seguito, infatti, dell‟esperienza maturata nelle precedenti edizioni, il manuale viene rivisto e

aggiornato, ripensato e riorganizzato in un ottica di miglioramento delle criticità emerse

dall‟esperienza diretta con i volontari.

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43

Metodologia e Contenuti

Come indicato nella determina del direttore generale dell‟UNSC del 4/04/06 contenente le “Linee

guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, i contenuti del progetto

formativo sono stati organizzati in 11 moduli formativi suddivisi in 9 giornate di formazione

compreso il modulo di valutazione dell‟esperienza e quello sull‟intercultura.

L‟impianto metodologico del progetto formativo prevede di utilizzare la lezione frontale per il 52,4%

delle ore complessive e tecniche di apprendimento non formale per il restante 47,6%.

Per la parte di formazione frontale vengono coinvolti sia i formatori accreditati degli enti di servizio

civile, competenti sul tema indicato, sia esperti esterni che possano arricchire la qualità della lezione,

con il supporto di materiale informativo, bibliografie di riferimento, slides e dispense, appositamente

preparati.

Per la parte di formazione non formale i giovani verranno chiamati a partecipare attivamente alla

discussione dell‟argomento attraverso tecniche di action learning, esercitazioni di gruppo, simulazioni,

analisi di caso, discussioni plenarie ed eventuali visite a realtà significative per la storia del Servizio

Civile, come musei storici.

Di seguito il programma delle diverse giornate formative con l‟indicazione dei contenuti, delle scelte

metodologiche e degli obiettivi di ogni modulo previsto.

PERCORSO DI FORMAZIONE GENERALE PER VOLONTARI DI SERVIZIO CIVILE

PROGRAMMA 2012-2013

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1° giorno 2°

giorno 3° giorno 4° giorno 5° giorno 6° giorno

giorno 8° giorno 9° giorno

Modulo:

Presentazi

one

dell‟ente

- 1 ora

Modulo:

Servizio

civile,

Associazi

onismo e

volontaria

to

– 1 ora

Modulo:

Diritti e

doveri del

volontario

di

servizio

civile

–1 ora

Modulo:

la

normativa

vigente e

la carta di

impegno

etico

– 2 ore

Modulo:

l‟identità

del

gruppo

in

formazio

ne

- 5 ore

Modulo:

l‟identità

del gruppo

in

formazione

– 5 ore

Modulo:

il lavoro

per

progetti

– 4 ore

Modulo: il

dovere di

difesa della

patria

– 3 ore

Modulo:

dall‟obiezi

one di

coscienza

al servizio

civile – 3

ore

Modulo:

La difesa

civile non

armata e

non

violenta

– 4 ore

Modulo

: la

solidarie

tà e le

forme di

cittadina

nza – 4

ore

Lavorare

in contesti

intercultur

ali:

approcci,

strumenti e

parole della

mediazione

– 4 ore

Modulo:

la

protezione

civile

– 2 ore

Valutazion

e

esperienza

di SC – 2

ore

Laboratori

o: le

attività di

sensibilizza

zione verso

l‟esterno –

1 ora

ore

x

gior

n.

5

ore

5 ore 5 ore 4 ore 6 ore 4 ore 4 ore 4 ore 5 ore

frontale: 3

ore

Analisi di

caso: 2

ore

Frontale:

2 ore

Action

Learning

: 3 ore

Frontale: 2

ore

Esercitazio

ne: 3 ore

Frontale:

2 ore

Analisi di

caso: 2

ore

Frontale : 4

ore

Esercitazio

ne: 2 ore

Frontale:

3 ore

Esercitazi

one: 1 ora

Frontale

: 2 ore

Analisi

di caso:

2 ore

Frontale: 2

ore

Esercitazio

ne:2 ore

Frontale: 2

ore

Esercitazio

ne: 1 ore

Verifica di

gruppo: 2

ore

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PROGRAMMA DETTAGLIATO

1° GIORNO (presenza degli olp alla giornata formativa)

MODULO PRESENTAZIONE DELL’ENTE 1 ora

OBIETTIVI

- VERIFICARE LA CONOSCENZA DEL GIOVANE RISPETTO ALL‟ENTE IN CUI PRESTA

SERVIZIO

- AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA DELLA SCELTA PROGETTUALE ALL‟INTERNO DI

UN DETERMINATO ENTE

CONTENUTI

- PRESENTAZIONE DELL‟ENTE DI APPARTENENZA da parte di volontari e olp

- EVENTUALI MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA DI UN ENTE IN

PARTICOLARE

L’affiancamento degli olp ai volontari contribuisce a colmare la distanza che inevitabilmente si crea

fra la FG e la FS, ma anche per aiutare i ragazzi a comprendere l’assoluta continuità che esiste fra la

FG e il loro servizio civile quotidiano.

MODULO SERVIZIO CIVILE NAZIONALE, ASSOCIAZIONISMO E VOLONTARIATO

1ora

OBIETTIVI

- ILLUSTRARE GLI OBIETTIVI DEL PERCORSO DI FORMAZIONE GENERALE

ALL‟INTERNO DEL SC

- RICONDURRE L‟ESPERIENZA PRATICA DEL VOLONTARIO AI PRINCIPI E VALORI DEL

SC

CONTENUTI

- PRESENTAZIONE DEL PERCORSO DI FORMAZIONE E DEL COPRESC

- MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALLA SCELTA DEL SC E DELLO SPECIFICO

PROGETTO

Obiettivo della prima giornata è essenzialmente quello di far comprendere ai volontari l‟importanza

del contenitore in cui sono inseriti.

Si comincia con l‟illustrare ai volontari il contesto in cui sono inseriti. Ad una spiegazione generale

del COPRESC segue in particolare la presentazione del percorso di formazione generale e degli enti

coinvolti.

Si cerca infine di incrociare queste informazioni con le motivazioni degli stessi volontari, partendo

dall‟idea che i volontari hanno del Servizio Civile.

MODULO DIRITTI E DOVERI DEL VOLONTARIO DEL SERVIZIO CIVILE

1 ora

OBIETTIVI

- AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA RISPETTO ALLE REGOLE E AL CONTESTO DEL

SC

CONTENUTI

- INFORMAZIONE SUI DIRITTI E DOVERI DEI VOLONTARI (DISCIPLINA DEI VOLONTARI

IN SC)

- PATTO FORMATIVO

A partire dalla definizione di Servizio Civile emersa dai volontari, vengono identificati i valori

portanti e la filosofia sottostante al SC, nonché le sue regole di funzionamento (citando in merito la

Circolare ministeriale). Segue la consegna e spiegazione del Patto Formativo.

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MODULO LA NORMATIVA VIGENTE E LA CARTA DI IMPEGNO ETICO 2 ore

OBIETTIVI

- CONOSCERE L‟IMPIANTO NORMATIVO DEL SC E LE SPECIFICHE REGIONALI, CON

PARTICOLARE RIGUARDO AL VALORE ETICO DEL SC

CONTENUTI

- SPIEGAZIONE DEI PUNTI FONDAMENTALI DELLA NORMATIVA DEL SC

- RIFLESSIONE SULL‟ETICA E SUL CASO SPECIFICO DEL SC

In questo modulo si illustrano i punti fondamentali dell‟impianto normativo relativo al servizio civile,

con particolare attenzione alla presentazione della sua valenza etica.

Si presenta la Carta di impegno etico cercando di farne cogliere il senso ai volontari. Seguono attività

da cui può scaturire una discussione sulla Carta.

2° GIORNO

MODULO L’IDENTITA’ DEL GRUPPO IN FORMAZIONE 5 ore

OBIETTIVI

- SPERIMENTARE SITUAZIONI RELAZIONALI DI GRUPPO, RIFLETTENDO SULLE

PROPRIE MODALITÀ DI INTERAZIONE CON GLI ALTRI

CONTENUTI

- PRESENTAZIONE DEI VOLONTARI EVIDENZIANDO LE ASPETTATIVE SUL CORSO E

SUL SC

- LA COSTITUZIONE DEL GRUPPO: DINAMICHE RELAZIONALI, COOPERAZIONE,

COLLABORAZIONE

Questo modulo è diviso in due giornate da 5 ore. Nel primo incontro i formatori cercano di far

sperimentare ai volontari situazioni che favoriscano l‟interazione tra gli stessi.

I volontari vengono stimolati a mettersi in gioco dando una originale presentazione di sé stessi, legata

alle motivazioni che li hanno portati alla scelta del SC.

Attraverso giochi di cooperazione si cerca di lavorare sul gruppo, in modo da attivare dinamiche

relazionali che consentano un clima d‟aula ottimale.

3° GIORNO

MODULO L’IDENTITA’ DEL GRUPPO IN FORMAZIONE

5 ore

OBIETTIVI

- AUMENTARE LA CONOSCENZA DELLA MODALITÀ DI COMUNICAZIONE E LE

CAPACITÀ DI ASCOLTO

CONTENUTI

- GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

- LE DIFFERENTI MODALITÀ DI ASCOLTO

La seconda parte di questo modulo si propone di presentare ai volontari le modalità di comunicazione

in maniera dinamica, attraverso esposizioni di tipo frontale e diverse esercitazioni di gruppo.

Si cerca anche di sviluppare le capacità di ascolto attivo, tramite altre esercitazioni e role playing.

4° GIORNO

MODULO IL LAVORO PER PROGETTI

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4 ore

OBIETTIVI

- AUMENTARE LA CAPACITÀ DI LAVORARE PER PROGETTI SENZA PERDERE DI VISTA

IL CONTESTO GENERALE DEL SC

- COLLEGARE L‟ESPERIENZA PRATICA DI SC CON IL CONTESTO VALORIALE IN CUI È

INSERITA

CONTENUTI

- INQUADRAMENTO TEORICO SULLA METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE E SUL

LAVORO PER PROGETTI

- ANALISI DEI SINGOLI PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE

- ELEMENTI TEORICI ED ESERCITAZIONE PRATICA PER LA VALUTAZIONE DEI

PROGETTI

Questo modulo si propone di presentare ai volontari come si costruisce, gestisce e valuta un progetto.

Questa attività può svolgersi all‟interno degli enti di servizio civile per mostrare dal vivo la gestione

del lavoro per progetti.

In una prima parte, dopo una presentazione generale del lavoro per progetti, i partecipanti vengono

coinvolti nell‟analisi dei singoli progetti di SC. Nella seconda parte di questo modulo i volontari

cercano di rielaborare il loro progetto sulla base di nuovi stimoli sulla mentalità progettuale forniti dal

formatore.

L‟incontro si conclude con un‟attività di valutazione pratica dei progetti.

5° GIORNO

MODULO IL DOVERE DI DIFESA DELLA PATRIA 3 ore

OBIETTIVI

- COMPRENDERE IL SC COME STRUMENTO DI DIFESA DELLA PATRIA

CONTENUTI

- IL CONCETTO DI PATRIA: IDENTITÀ CULTURA, AMBIENTE

- LA RADICE COSTITUZIONALE: DIRITTI E DOVERI, ESEMPI STORICI

Il modulo si propone di far ragionare i volontari sul concetto di patria, cercando di calarne il

significato dalla sua radice costituzionale nel conteso attuale e legandolo alla vita pratica dei volontari.

Questo modulo viene realizzato all‟interno di musei storici e della resistenza per ampliare lo sguardo

sulle diverse esperienze di difesa civile.

MODULO DALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

3 ore

OBIETTIVI

- CONOSCERE LE RADICI DEL SERVIZIO CIVILE E LA STORIA DELL‟OBIEZIONE DI

COSCIENZA

CONTENUTI

- LA STORIA DELL‟OBIEZIONE DI COSCIENZA e DELLA DIFESA DELLA PATRIA

- L‟ISTITUZIONE DEL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO: DALL‟ESPERIENZA DELLE

RAGAZZE A QUELLA DEI GIOVANI

Questo modulo ripercorre la storia dell‟obiezione di coscienza facendo particolare attenzione al ruolo

che anche le donne hanno avuto in questo processo.

In questo modulo possono essere invitati testimoni privilegiati per attualizzare i contenuti e collegarli

all‟esperienza dei volontari.

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6° GIORNO

MODULO LA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NON VIOLENTA 4 ore

OBIETTIVI

CONOSCERE I PRINCIPI E LE PRATICHE DELLA NON VIOLENZA, AUMENTANDO LE

CAPACITÀ DI GESTIONE DEI CONFLITTI

CONTENUTI

- LE FORME DEL CONFLITTO E LE MODALITÀ DI GESTIONE

- LA NON VIOLENZA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Il modulo cerca di presentare ai volontari la pace e le pratiche di non violenza come strumenti di

inclusione. Si tenta di decostruire il concetto di conflitto, anche presentando esempi concreti di

pratiche non violente.

7° GIORNO

MODULO LA SOLIDARIETÀ E LE FORME DI CITTADINANZA

4 ore

OBIETTIVI

- RAFFORZARE IL CONCETTO DI CITTADINANZA ATTIVA

- CONOSCERE IL MONDO DEL VOLONTARIATO NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

CONTENUTI

- ESPERIENZE DI CITTADINANZA ATTIVA A CONFRONTO: ASSOCIAZIONISMO,

COMITATI, ORGANI CONSULTIVI, PRATICHE DI CONSUMO CRITICO E

COMPORTAMENTI SOSTENIBILI

- IL CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO DI BOLOGNA: CARTA DEL

VOLONTARIATO E TESTIMONIANZE

Questo modulo intende far riflettere i volontari sul valore della cittadinanza attiva e presentare loro la

realtà del volontariato bolognese. Attraverso le attività proposte ed eventuali proiezioni si cerca di

sviluppare il tema e presentare la Carta dei Valori del volontariato

8° GIORNO

MODULO LAVORARE IN CONTESTI INTERCULTURALI

4 ore

OBIETTIVI

- ACQUISIRE STRUMENTI DI CONOSCENZA SULLA FIGURA E SUL RUOLO DELLA

MEDIAZIONE CULTURALE NELLA COSTRUZIONE DI NUOVE CITTADINANZE

- AUMENTARE LE CAPACITÀ DEI VOLONTARI DI LAVORARE IN CONTESTI

INTERCULTURALI PER FAVORIRE L‟INTEGRAZIONE TRA CITTADINI STRANIERI E

ITALIANI

- APPRENDERE STRUMENTI PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI ANCHE IN UNA

PROSPETTIVA INTERCULTURALE

CONTENUTI

- PRESENTAZIONE DELLA DEFINIZIONE CONCETTUALE DEI TERMINI E DI ALCUNI

DATI REGIONALI SULLA MEDIAZIONE INTERCULTURALE

- RIFLESSIONE DI GRUPPO ED ESERCITAZIONI SUI TERMINI DI CITTADINANZA,

INTERCULTURALITÀ/MULTICULTURALITÀ, CULTURA

Si proporranno ai volontari alcuni spunti concettuali, pratici e statistici per un uso terminologico

consapevole delle parole legate all‟interculturalità, nel tentativo di aumentare le capacità di

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interazione e relazione dei volontari. Il gruppo sarà guidato a constatare il carattere fluido del concetto

di „cultura d‟appartenenza‟ e di „identità‟ per indagare percezioni personali e stereotipi.

9° GIORNO

MODULO LA PROTEZIONE CIVILE

2 ore

OBIETTIVI

CONOSCERE LE MODALITÀ OPERATIVE DELLA PROTEZIONE CIVILE

CONTENUTI

RUOLO E FUNZIONI DELLA PROTEZIONE CIVILE. L‟ESPERIENZA DELLA PROTEZIONE

CIVILE DI BOLOGNA

LA VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA di SC

2 ore

OBIETTIVI

- RACCOGLIERE LE OSSERVAZIONI DEI VOLONTARI PER UNA VISIONE COSTRUTTIVA

DEL PERCORSO

CONTENUTI

- ANALIZZARE DIVERSI ASPETTI DELL‟ESPERIENZA DI SERVIZIO CIVILE: RAPPORTO

CON L‟ENTE, FORMAZIONE, ATTIVITÀ PRATICA ECC.

LA SENSIBILIZZAZIONE AL SERVIZIO CIVILE

1 ora

OBIETTIVI

- AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA SUL RUOLO DEL VOLONTARIO E SULLE

MODALITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE

CONTENUTI

- LE ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE DEL SERVIZIO CIVILE

- LE PROPOSTE DEI VOLONTARI

- LA TESTIMONIANZA

34) Durata:

La durata complessiva della formazione generale è di 42 ore, con un piano formativo di 8 giornate,

questa è parte integrante dei progetti ed è conteggiata a tutti gli effetti ai fini del monte ore.

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

AIDO in via Tiarini 21/2 a Bologna

36) Modalità di attuazione:

In proprio.

Le lezioni saranno mirate a fare conoscere ai volontari la loro area di attività e a fargli acquisire la

capacità di relazionarsi con il pubblico e ad organizzare iniziative. Dovranno acquisire anche le

capacità informatiche laddove il loro servizio lo richieda. In particolare con la formazione specifica

si vuole fare acquisire ai volontari la conoscenza dell‟organizzazione e delle funzioni

dell‟Amministrazione comunale con riferimento al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e utenti.

Particolare attenzione sarà dedicata alle norme di sicurezza degli ambienti di lavoro e

all‟apprendimento del lavoro in gruppo.

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37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Gamberini Luca nato a Bologna (BO) il 13/02/1972 e residente a Castenaso (BO) in via Caduti per la

Libertà 80/3.

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Gamberini Luca: volontario dal 1991 all‟ AIDO di Bologna. In possesso di laurea conseguita il

12/12/1997 presso l‟Università di Bologna in Scienze Politiche – indirizzo Storico Politico. Ha

maturato alcuni anni di esperienza nei progetti di servizio civile volontario in AIDO, dove ha anche

ricoperto la carica di segretario provinciale, con i compiti dati dallo statuto stesso. Ha svolto il

servizio di leva (obiezione di coscienza) presso l‟ AIDO con mansioni di ammodernamento,

manutenzione e gestione dell‟archivio anagrafico dell‟ Associazione ed assistenza alla segreteria.

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

L‟attività di formazione verrà svolta in sede prevedendo attraverso incontri con i volontari:

- Orientamento e introduzione al servizio: sono previsti 2 incontri iniziali di circa 3 ore ciascuno

finalizzati alla conoscenza del progetto ed all‟inserimento delle volontarie all‟interno della sede

di attuazione (lezione frontale) – 6 ore

- Il servizio e le attività: sono previsti 15 momenti formativi in itinere che prevedano un‟analisi dei

ruoli e delle mansioni svolte nei diversi momenti di intervento da parte dei volontari (incontri di 4

ore ciascuno nell‟arco dei primi 4 mesi di attività) – 60 ore

- Verifica delle competenze acquisite: nel corso degli ultimi 2 mesi di servizio saranno realizzati 2

incontri di 3 ore ciascuno finalizzati alla presa di coscienza da parte delle volontarie dell‟effettivo

raggiungimento degli obiettivi previsti e delle competenze acquisite – 6 ore

Realizzazione di incontri con lezioni di tipo frontale e non e utilizzo di materiale audiovisivo. Gli

incontri di tipo non frontale saranno realizzati direttamente dal formatore con i volontari affrontando

casi e situazioni specifiche tipiche del progetto stesso.

40) Contenuti della formazione:

Formatore: Gamberini Luca

Orientamento e introduzione al servizio: – 6 ore

Contenuti della fase di presentazione

La piena comprensione e definizione dei ruoli, degli incarichi e delle responsabilità connesse al

servizio civile è il presupposto da cui partire per avviare l‟esperienza.

Contenuti proposti:

· Le aspettative sul servizio civile. L‟Olp avvia insieme al volontario una riflessione sulle aspettative

connesse al progetto di servizio civile.

· L‟Operatore Locale di progetto: presentazione del ruolo e delle responsabilità.

La comprensione da parte del volontario del ruolo di guida e coordinamento svolto dall‟Olp

permetterà al volontario di individuare e riconoscere l‟Olp come la figura cui fare riferimento e alla

quale rivolgersi nel corso del proprio servizio.

Contenuti della fase di orientamento

In questa fase si propongono i seguenti contenuti:

- Analisi della sede di servizio: si descrive l‟organizzazione e le funzioni dell‟ Ente

- Le responsabilità del volontario: analisi e riflessioni sul ruolo che il volontario dovrà assumersi

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51

durante il servizio

La conoscenza dell‟organigramma del servizio, dei ruoli e delle responsabilità coinvolte permetterà

al volontario di sviluppare la consapevolezza del contesto nel quale svolgerà servizio e di definire

con maggiore chiarezza il proprio ruolo e il contributo che dovrà svolgere all‟interno dell‟Ente.

Contenuti della fase di introduzione al servizio

In questa fase si dedica del tempo per presentare e spiegare nel dettaglio i diversi servizi proposti,

specificando e chiarendo al volontario quali sono le problematiche che dovrà affrontare e gli

strumenti da utilizzare.

Nel dettaglio, i contenuti formativi proposti sono i seguenti.

- Riflessione ed analisi delle prestazioni erogate dal servizio e delle priorità della struttura

- Riflessione ed analisi delle problematiche e delle criticità del servizio e delle modalità di

realizzazione.

Risultato finale di questa fase di introduzione al servizio è la definizione e la stesura

del piano di lavoro settimanale del volontario, all‟interno del quale sono specificati gli orari di

servizio e le attività da svolgere.

I contenuti di introduzione al servizio vengono riproposti ogni volta che il volontario si affianca ad

una nuova attività e rappresentano quantitativamente la parte più significativa di quanto trasmesso.

Il servizio e le attività - 60 ore

MODULO 1: organizzazione dell’ Ente

Durata: 12 ore (3 incontri da 4 ore)

Il primo modulo avrà come obiettivo quello di offrire ai volontari la possibilità di conoscere il

contesto nel quale andranno ad inserirsi dal punto di vista del funzionamento dell‟ente e della sua

organizzazione, delle politiche sociali che lo orientano, dei servizi e degli interventi sociali che lo

caratterizzano.

Saranno pertanto presi in esame ed approfonditi i seguenti argomenti: analisi dell‟organizzazione di

un Ente, organigramma, servizi e funzioni, identità, ruolo e funzione del volontario di servizio civile

all‟interno dell‟Ente.

Il servizio:

1) Analisi delle modalità di intervento

2) Figure professionali coinvolte e attività previste:

3) Programmazione, gestione e monitoraggio dei diversi interventi

4) Modalità e tempi di richiesta/ assegnazione/ ricezione e delle risorse economiche necessarie per

gli interventi preventivati.

5) Analisi rapporto bisogno-risposta.

MODULO 2: gli interventi educativi con i minori

Durata: 18 ore (6 incontri da 4 ore)

Analisi delle tecniche animative utilizzate negli interventi educativi con i minori in età scolare.

- Gli interventi educativi all‟interno della scuola: norme comportamentali, preparazione dei materiali

educativi in rapporto all‟età scolastica, il contatto con le scuole, ecc..

MODULO 3: la donazione di organi: norme e comportamenti

Durata: 30 ore (6 incontri da 5 ore)

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52

· indagine degli aspetti normativi della donazione di organi e tessuti;

· le istituzioni sanitarie coinvolte;

· il donatore, psicologia, numeri e indagini regionali;

· trattamento dei dati sensibili;

Verifica delle competenze acquisite: - 6 ore

- Individuazione delle competenze relazionali e gestionali;

- Comprensione della distinzione ruolo-mansione

Dovranno acquisire inoltre, come già citato, anche le capacità informatiche laddove il loro servizio lo

richieda. In particolare con la formazione specifica si vuole fare acquisire ai volontari la conoscenza

dell‟organizzazione e delle funzioni dell‟Amministrazione comunale con riferimento al

soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e utenti.

41) Durata:

La durata del corso è di 72 ore suddivise in 18 incontri circa.

Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE della FORMAZIONE GENERALE

Il monitoraggio del percorso di formazione generale dei volontari di servizio civile intende essere

strumento per valutare la qualità e l‟efficacia del progetto formativo, al fine di evidenziarne gli

elementi di criticità e i punti di forza.

Ecco in dettaglio i differenti canali di monitoraggio che vengono utilizzati.

● Il Tutor d‟aula, figura individuata per ogni corso di formazione generale attivato (vedi Modello

organizzativo), ha per il monitoraggio tre obiettivi principali:

- osservare le dinamiche relazionali e il clima d‟aula all‟interno del gruppo classe;

- curare il processo di valutazione, attraverso la distribuzione, spiegazione, raccolta di apposite

schede di valutazione giornaliera.

- Redigere un report finale, volto in particolare ad evidenziare le criticità e le positività emerse

dal lavoro, nonché delle proposte di possibili miglioramenti.

(Il ruolo di tutor può essere ricoperto da un tirocinante dell‟università e coadiuvato dal GREP per una

consulenza scientifica nella stesura del report finale).

● Un incontro di valutazione in itinere del gruppo dei formatori e/o referenti dei volontari, momento

di confronto che si svolge circa alla metà del percorso di formazione generale.

● L‟inserimento di un modulo formativo sulla Valutazione dell‟esperienza di Servizio Civile, della

durata di 2 ore, obbligatorio per tutti i partecipanti di ogni gruppo classe.

Il modulo viene svolto alla fine del percorso di formazione generale ed è curato da una figura super

partes, non da formatori che hanno condotto gli incontri precedenti, per non condizionare e/o alterare

i giudizi dei volontari. Si cerca di analizzare, oltre al percorso di formazione generale, anche il

rapporto con l‟ente, le attività svolte ecc.

Il Co.Pr.E.S.C. raccoglie e organizza tutto il materiale prodotto tramite i diversi canali attivati al fine

di presentarlo e discuterlo all‟interno del gruppo di lavoro sulla formazione.

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Questo momento di confronto finale viene sintetizzato in un rapporto conclusivo sulla valutazione

della formazione generale.

● Il punto di vista di ciascun ente.

Anche gli enti esprimeranno una loro valutazione sulla formazione generale.

La figura del Referente dei volontari, interna all‟ente, si occupa di redigere un report finale sul

percorso di formazione, indicando suggerimenti e criticità. Il Co.Pr.E.S.C. raccoglie i contributi

prodotti da tutti i referenti.

Sulla base delle risultanze e dal confronto prodotto tra i diversi punti di vista, del Co.Pr.E.S.C. e

degli Enti, è possibile migliorare i successivi corsi di formazione generale, i quali vengono progettati

e gestiti in ottica di condivisione e cooperazione tra enti aderenti al Co.Pr.E.S.C.

Al termine di ogni giornata formativa è previsto un momento di valutazione giornaliera, che tiene

conto degli aspetti di contenuto, di metodologia, nonché relativi alla docenza dei moduli formativi

svolti.

Il responsabile della distribuzione e raccolta delle schede di monitoraggio è il Tutor di aula, figura

individuata per ogni corso di formazione generale attivato, mentre l‟elaborazione dei dati viene

effettuata dal Co.Pr.E.S.C. I risultati del monitoraggio della formazione generale verranno discussi

all‟interno del gruppo di lavoro con l‟obiettivo di apportare eventuali modifiche e miglioramenti per

l‟anno successivo.

Monitoraggio della formazione specifica.

Si farà ricorso ad un sistema monitoraggio così strutturato:

- tre questionari (uno iniziale, intermedio e finale) atti a verificare le conoscenze trasmesse ai

volontari, a verificare il livello di gradimento, di completezza dei temi trattati e di

raggiungimento degli obiettivi.

- tre incontri con l‟ operatore locale di progetto atti a verificare le problematiche emerse durante

l‟attività dei volontari, il raggiungimento degli obiettivi e la predisposizione dei nuovi per l‟anno

seguente.

L‟Ente intende infatti compiere un‟attenta attività di monitoraggio delle iniziative di formazione

generale e specifica al fine di calibrare al meglio gli interventi. Dall‟ elaborazione di questi

questionari e dagli incontri si potranno trarre le indicazioni utili per perfezionare la formazione stessa

e redigere una relazione finale.

Il suddetto Piano di monitoraggio e di valutazione servirà pertanto:

a valutare la qualità della formazione specifica ricevuta;

a valutare la crescita formativa dei giovani volontari impiegati

Per la realizzazione del punto 2), si utilizzeranno apposite schede di autovalutazione, con

somministrazione di questionari semistrutturati (contenenti cioè domande sia a risposta aperta che

chiusa) da compilare a cura dei Volontari in tre fasi successive : Fase iniziale, Fase intermedia e

Fase finale.

Le schede di autovalutazione sono volte a rilevare ed analizzare le opinioni dei volontari in servizio

civile in particolare all‟interno del progetto in corso di realizzazione.

FASE INIZIALE

Il primo questionario pertanto:

tenderà a individuare le attività di formazione specifica ricevute;

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rileverà il loro giudizio sulla formazione rispetto alle modalità di inserimento e di attuazione del

progetto.

FASE INTERMEDIA

Il secondo questionario raccoglierà le opinioni dei volontari:

in merito alla formazione specifica già effettuata.

FASE FINALE

I questionari nella fase finale:

tenderà a individuare le attività di formazione specifica ricevute e se il grado di soddisfazione sia

stato sufficiente.

Indicazioni metodologiche:

Gli strumenti di lavoro a disposizione attualmente sono:

a) I questionari redatti con domande a risposta chiusa o aperta permette di confrontare facilmente i

dati raccolti. Risulta maggiormente efficace se somministrato ad un numero consistente di giovani.

b) Le interviste non strutturate: colloquio semi-strutturato (tre incontri) con l‟ operatore locale di

progetto atti a verificare le problematiche emerse durante l‟attività dei volontari e che possono avere

ripercussioni sulla formazione specifica. Il colloquio ha grandi capacità di penetrazione, di

approfondimento, flessibilità ed adesione alla soggettività del singolo operatore e alla specificità del

singolo caso.

Data

Il Responsabile legale dell‟ente

Il Presidente