Scheda OA-D – Opere d’Arte e Disegni versione base ... · 3 Queste linee guida nascono...

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1 Linee guida per la catalogazione Scheda OA-D – Opere d’Arte e Disegni versione base ICCD 3.00 – revisione SIRBeC 3.02 Regione Lombardia 2009

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Linee guida per la catalogazione

Scheda OA-D – Opere d’Arte e Disegni versione base ICCD 3.00 – revisione SIRBeC 3.02

Regione Lombardia

2009

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Introduzione Per le attività di documentazione del patrimonio culturale promosse da Regione Lombardia all’interno del Sistema Informativo Regionale Beni Culturali - SIRBeC, al fine di migliorare il livello qualitativo e metodologico dell’intero sistema della conoscenza, si rende necessario elaborare criteri e fornire strumenti di supporto ad integrazione delle normative nazionali. Questo accompagnamento dell’intero processo di catalogazione consente un approfondimento conoscitivo e scientifico delle caratteristiche specifiche e del contesto dei beni, una strutturazione più uniforme e controllata delle informazioni raccolte e il recepimento dei risultati delle attività di documentazione già svolte dai partner del Sistema che realizzano i progetti. I presenti orientamenti nascono dalla necessità di fornire indicazioni comuni per la compilazione delle schede di catalogo oltre che per la messa a norma e il recupero di alcune delle banche dati afferenti al SIRBeC, stratificatesi dal 1992, realizzate secondo metodologie differenti e pertanto in corso di allineamento agli standard di catalogazione nazionali e regionali, adottati a partire dal 1998 e comunque in costante aggiornamento ed evoluzione in rapporto al procedere delle conoscenze e delle esigenze di gestione, conservazione e valorizzazione del patrimonio. Si precisa che tali linee guida consentono la compilazione delle schede e la normalizzazione dei dati nel caso di recupero, aggiornamento, informatizzazione di schede pregresse ma devono altresì essere utilizzate anche in fase di verifica e controllo dei contenuti delle schede derivanti da campagne di catalogazione realizzate ex novo. Con l’adozione di questi criteri è possibile disporre di informazioni standardizzate di identificazione e descrizione dei beni che consentano di conoscere e documentare il patrimonio culturale diffuso in Lombardia e mettere a disposizione, di un più vasto pubblico, le informazioni raccolte attraverso operazioni di valorizzazione, comunicazione, fruizione e promozione anche su web. Il lavoro è stato condotto sulla scheda per la catalogazione delle opere e oggetti d’arte e disegni per agevolare la raccolta delle informazioni e la compilazione delle schede recependo le istanze di approfondimento metodologico e di ampliamento del tracciato derivanti dalle esperienze già condotte all’interno del SIRBeC su questa tipologia di beni.

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Queste linee guida nascono dall’esigenza di agevolare la registrazione dei dati reperiti in fase di catalogazione, la normalizzazione delle informazioni nella compilazione del tracciato e la revisione delle schede pregresse. La normativa nazionale ICCD, Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N del 1992, fornisce criteri di compilazione, vocabolari di controllo e liste terminologiche relativi alle opere e oggetti d’arte e disegni1 ed è da considerarsi ancora ad oggi il riferimento metodologico più specifico per le campagne di catalogazione riguardanti queste tipologie di beni. D’altra parte è necessario sottoporre le normative e gli strumenti di supporto alla catalogazione a periodici aggiornamenti e approfondimenti che recepiscano le istanze derivanti dalle operazioni di documentazione del patrimonio. La Struttura Sistemi della conoscenza dei beni culturali di Regione Lombardia ha definito le presenti linee guida attraverso il costante riferimento alla normativa su citata del 1992 e l’adozione dei campi, indicati come trasversalmente obbligatori per tutte le tipologie di schede, della nuova versione della normativa 3.02 messa a punto dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD e che costituisce il modello di sviluppo più prossimo di tutti i tracciati per la catalogazione del patrimonio culturale in Italia. Infine secondo quanto elaborato all’interno del progetto ARTPAST2, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono stati implementati e aggiornati alcuni vocabolari e liste di controllo così come sono stati precisati, e a volte anche ridefinite, le regole e la sintassi per la compilazione di alcune parti della scheda. Analisi delle normative e cura redazionale di Rita Gigante.

1 Si ricorda che per la catalogazione delle monete e delle medaglie (vecchio tracciato N-Numismatica) l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ha elaborato uno specifico tracciato con relativa normativa di compilazione al quale si rimanda per la catalogazione di queste tipologie di beni. Strutturazione dei dati delle schede di catalogo. Scheda NU. Beni Numismatici. ICCD 2004. 2 Art Past (Applicazione informatica in Rete per la Tutela e la valorizzazione del Patrimonio culturale nelle aree Sottoutilizzate) è un progetto - promosso nel 2005 sotto la responsabilità della Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione – di popolamento del database nazionale SIGEC attraverso l’informatizzazione di schede cartacee, relative ad opere di interesse storico-artistico, presenti presso le Soprintendenze competenti per territorio.

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Nella compilazione della scheda, a prescindere dalle obbligatorietà presentate dal tracciato, si suggerisce di compilare tutti i campi per i quali si avranno informazioni immediatamente disponibili al momento della catalogazione e del rilevamento dei dati. Nel tracciato di riferimento delle presenti linee guida. “Le voci sono presentate secondo il seguente schema: § il nome del “Paragrafo”, preceduto dalla sigla di due lettere

Es.: CD CODICI § il nome del “Campo semplice”, preceduto dalla sigla di tre lettere

Es.: LIR Livello di ricerca § il nome del “Campo strutturato” in lettere capitali, preceduto dalla sigla di tre lettere

Es.: NCT CODICE UNIVOCO § il nome del “Sottocampo”, preceduto dalla sigla di quattro lettere

Es.: NCTR Codice regione3”

Nel caso di compilazione di campi e sottocampi collegati a vocabolari chiusi i termini da utilizzare sono esclusivamente quelli contenuti nel vocabolario. Nel caso in cui sia necessario implementare con voci nuove i vocabolari aperti, l’operazione va comunicata e concordata con gli uffici competenti della Regione Lombardia. CD – CODICI In questo paragrafo vengono forniti i dati che permettono di individuare la scheda negli archivi costituiti dalle Istituzioni preposte alla catalogazione e di risalire all’Ente che l’ha prodotta ed all’Ente che ha la competenza sul bene schedato. In particolare, il codice univoco serve da ‘chiave’ per identificare univocamente un bene a livello nazionale. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. UOP – Unità operativa Dimensione 5 caratteri - Obbligatorio Identifica la stazione di lavoro in cui vengono immessi i dati; non è modificabile in fase di compilazione della scheda. Il valore dell'unità operativa viene impostato all'atto dell'installazione del programma, quando viene richiesto il file dell'unità operativa: ogni postazione di lavoro deve avere una unità operativa diversa. I file delle unità operative devono essere richiesti dai soggetti catalogatori alla Regione Lombardia e vengono distribuiti attraverso il Sito Servizio SIRBeC. NSK – Numero scheda Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio Numero progressivo della scheda compilata; non è modificabile in fase di compilazione della scheda. Il campo viene incrementato di una unità alla creazione di ogni nuova scheda. Combinato con il campo "Unità operativa" consente di attribuire alla scheda compilata una identificazione univoca sul territorio lombardo. IDK – Codice scheda Dimensione 18 caratteri - Obbligatorio Il codice IDK è formato in automatico da UOP + NSK (Unità operativa + Numero scheda). Rappresenta l’identificatore univoco di ogni scheda. Viene gestito in automatico dal software e non è modificabile in fase di compilazione della scheda. VSK- Visibilità scheda Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso Contiene il livello di pubblicabilità e di diffusione su web delle informazioni contenute nella scheda. La pubblicazione avverrà secondo profili di accesso differenziati in base al tipo di bene ed alla categoria del fruitore, nel rispetto dei principi di tutela della sicurezza dei beni, dei diritti di proprietà intellettuale e della privacy. Il sottocampo riporterà i valori attribuiti dall’ente catalogatore secondo le seguenti indicazioni pubblicate nel bando annuale SIRBeC: Livello 1 – Consultazione minima Questo livello è destinato a beni mobili non musealizzati o non in sicurezza Per gli utenti non registrati consentirà:

o accesso alle informazioni della scheda riguardanti la localizzazione generica del bene - con riferimento alla sola provincia -, la definizione e descrizione del bene oltre che del suo ambito cronologico e culturale, la condizione giuridica generica, i dati di realizzazione della scheda;

3 Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pag. X.

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Per gli utenti registrati verrà ampliato l’accesso alle informazioni descrittive, documentarie e bibliografiche dell’oggetto presenti nella scheda Livello 2 - Consultazione ampliata

- per beni mobili musealizzati o diffusi sul territorio e considerati in sicurezza accesso alle informazioni della scheda riguardanti la localizzazione territoriale - comprendente il nome dell’istituto di conservazione del bene o dell’edificio architettonico in cui sono collocati - la definizione e descrizione del bene oltre che del suo ambito cronologico e culturale, la condizione giuridica anche specifica se diversa da proprietà privata, i dati di realizzazione della scheda;

- per i beni architettonici e i parchi e giardini (previa autorizzazione del proprietario per la pubblicazione delle informazioni relative alle pertinenze decorative e agli interni se si tratta di bene privato)

accesso alle informazioni della localizzazione territoriale del bene – comprendente la provincia, il comune e l’indirizzo – la definizione e descrizione del bene e del suo ambito cronologico e culturale, lo stato di conservazione, l’uso attuale e storico, la condizione giuridica generica, i dati di realizzazione della scheda.

Per gli utenti registrati verrà ampliato l’accesso alle informazioni descrittive, documentarie, bibliografiche dell’oggetto presenti nella scheda nonché alla condizione giuridica specifica del bene (previa autorizzazione del proprietario se si tratta di bene privato). Livello 3 - Consultazione completa Per gli utenti registrati e non registrati consentirà l’accesso a tutte le informazioni presenti nella scheda eccetto le specifiche di collocazione del bene (previa autorizzazione del proprietario se si tratta di bene privato). Livello 0 – Dati non pubblicabili Questo livello è destinato ai beni catalogati all’interno del SIRBeC che per eccezionali motivi di tutela e di sicurezza sono considerati incompatibili con la pubblicazione. Le schede relative a questi beni non saranno consultabili. La catalogazione di questa tipologia di beni dovrà essere concordata con gli uffici regionali competenti ed esplicitamente dichiarata nella richiesta di cofinanziamento. Secondo quanto stabilito nell’atto di impegno il soggetto proponente si impegna ad indicare il livello di accesso ai dati in fase di catalogazione. A tutela dei diritti di proprietà intellettuale saranno resi sempre visibili i dati di compilazione della scheda. Resta a cura degli enti produttori dei dati la raccolta delle informazioni sulla proprietà intellettuale indispensabili per una corretta gestione dei contenuti. Le immagini saranno diffuse con una risoluzione non superiore ai 72 DPI e una dimensione di 768x768 pixel. DSK – Utilizzo scheda per diffusione Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso Campo di pertinenza regionale. La compilazione non è consentita da parte dell’Ente. Indica il livello attribuito alla scheda dalla verifica tecnico-scientifica effettuata da Regione Lombardia. Vocabolario 00= non collaudata 01= pubblicabile a livello minimo 02= pubblicabile a livello intermedio 03= pubblicabile a livello completo 04= non pubblicabile perché in fase di collaudo 05= non pubblicabile per documentazione fotografica scadente 06= non pubblicabile per documentazione fotografica mancante 07= non pubblicabile per documentazione fotografica errata 08= non pubblicabile per allegati errati 09= non pubblicabile per qualità dei dati scadente 10= non pubblicabile perché doppia NIN – Numero interno Campo ad uso interno dell'istituzione, da utilizzare per l'attribuzione di una numerazione alternativa alla scheda. I criteri di numerazione e quindi di compilazione del campo sono a discrezione dell’Ente catalogatore. NINR - Riferimento Dimensione 100 caratteri Riferimento al catalogo, all'inventario o ad altro che contenga la numerazione della scheda. NINN - Numero interno Dimensione 15 caratteri Numerazione scheda: ogni museo potrà definire il criterio di numerazione delle schede secondo sue specifiche necessità dettate dalla strategia della campagna di catalogazione. CUB - CODICE UNIVOCO DEL BENE

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Individuazione, in forma univoca, del collegamento fra la scheda ed il bene. La concatenazione dei due sottocampi CUBN e CUBS (qualora ne ricorra la necessità) determina un valore univoco associato all'oggetto secondo il modello proposto. CUBN - Codice univoco del bene Dimensione 10 caratteri Contiene un codice che identifica in modo univoco il bene che si sta catalogando. Campo obbligatorio. Dimensione: 10 caratteri alfanumerici. CUBS - Suffisso del codice univoco del bene Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso Nel caso in cui si stia catalogando un bene di cui esiste già una scheda si ripete il codice univoco nel campo CUBN e si inserisce un codice di un carattere nel presente campo. Vocabolario Lettere dell'alfabeto da A a Z CUC - CODICE UNIVOCO DEL CONTENITORE CUCN - Codice univoco del contenitore Dimensione 10 caratteri Si riporti il codice assegnato alla scheda del contenitore dell'oggetto schedato. Es. 12SCE10000 (per un affresco collocato nella Chiesa di S. Cecilia in Trastevere a Roma) 12CLE11000 (per una dipinto mobile nella chiesa superiore di S. Clemente a Roma) Dimensione: 10 caratteri alfanumerici. CUCS - Suffisso del codice univoco del contenitore Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso Specificare l'eventuale suffisso se presente nella scheda relativa al contenitore. Vocabolario Lettere dell'alfabeto da A a Z TSK – Tipo scheda Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare la sigla che contraddistingue il modello di scheda previsto per il bene catalogato. L’indicazione del tipo di scheda è necessario per le procedure di trasferimento delle informazioni catalografiche fra banche-dati e per l’immediata individuazione della tipologia del bene. La compilazione del campo è obbligatoria. Vocabolario chiuso OA D LIR – Livello ricerca Dimensione 5 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare la sigla che individua il livello di indagine effettuato nel processo catalografico: inventario (I), precatalogo (P), catalogo (C). La compilazione del campo è obbligatoria. Vocabolario chiuso I [Inventario] P [Precatalogo] C [Catalogo]4 NCT – Codice univoco Indicare, in forma univoca, il codice di collegamento tra la scheda e il bene. Il codice univoco è generato dalla concatenazione dei due sottocampi Codice Regione (NCTR) e Numero catalogo generale (NCTN), che viene assegnato dall’ICCD, ed eventualmente del Suffisso (NCTS). La concatenazione dei tre sottocampi Codice Regione (NCTR), Numero di Catalogo generale (NCTN), e Suffisso NCTS) (qualora ne ricorra la necessità) determina un valore univoco associato al bene. La compilazione del campo è obbligatoria. 4 I (inventario) le schede dovranno contenere tutti i dati identificativi dell’oggetto; P (precatalogo) le schede dovranno registrare oltre agli elementi identificativi dell’oggetto tutte le osservazioni desumibili da un osservazione diretta del bene; C (catalogo) le schede dovranno contenere tutti gli elementi identificativi, tutte le informazioni desunte da un’osservazione diretta dell’oggetto e inoltre informazioni storico-critiche utili a ricostruire la storia del bene, del contesto culturale di produzione, dei luoghi di raccolta e delle occasioni espositive che andranno desunte dalla bibliografia specifica o di confronto e dall’esame delle fonti documentarie che dovranno essere puntualmente citate nelle schede.

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NCTR – Codice Regione Dimensione 2 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare il codice che individua la Regione in cui ha sede l’Ente competente sul bene catalogato. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Lista di valori Codici di Regione Nel caso di beni catalogati insistenti sul territorio lombardo il sottocampo andrà compilato con il codice 03 corrispondente alla Regione Lombardia. NCTN – Numero catalogo generale Dimensione 8 caratteri - Obbligatorio Indicare il numero, composto da otto cifre, assegnato dall’ICCD a ciascun bene catalogato, secondo l’ordine progressivo relativo ad una determinata Regione. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Vocabolario chiuso serie di numeri da 00000001 a 99999999 Es.: 00005438 L’ente catalogatore dovrà obbligatoriamente richiedere i numeri di catalogo generale agli uffici competenti della Regione Lombardia o obbligatoriamente recuperare i numeri di catalogo già eventualmente assegnati ai beni in precedenti campagne di catalogazione svolte dalla Soprintendenza competente. In caso eccezionale di mancata assegnazione dei numeri di catalogo il codice identificativo sarà da considerarsi il valore presente nel campo IDK della scheda SIRBeC relativa al bene catalogato. Si raccomanda l’eventuale corretta assegnazione (o recupero) dei numeri di catalogo generale ad ogni oggetto semplice, complesso o aggregato catalogato5. “ Lo schedatore che decide di catalogare un oggetto come oggetto semplice o complesso o rilevare aggregazione tra oggetti si deve attenere alle regole di catalogazione specifiche della categoria, descritte di seguito. 1. Per gli oggetti complessi occorre specificare i riferimenti tra gli oggetti componenti. L'oggetto complesso può essere pensato come una serie di oggetti legati da una relazione gerarchica. In particolare l'oggetto complesso ha: ° caratteristiche proprie in quanto insieme; ° caratteristiche peculiari che riguardano le componenti.

5 “Sono da considerare oggetti semplici: 1) l’oggetto singolo: ossia un oggetto i cui dati anagrafici, fisico-descrittivi e storici sono validi per l’oggetto nella sua totalità e che non presenta componenti meritevoli di menzioni specifiche (vaso, dipinto); 2) un insieme di oggetti per cui non è possibile (per mancanza di informazioni) o non è opportuno schedare separatamente i singoli pezzi. Questo si riferisce in particolare ad oggetti riprodotti con tecnica o criterio seriale, per i quali le informazioni sono sempre le stesse (candelieri). In altri casi lo schedatore può trovarsi di fronte ad un insieme di oggetti per il quale non ritiene opportuno schedare i singoli pezzi (paramento liturgico). In altri termini, l’oggetto semplice è tale per cui tutti i suoi attributi si riferiscono all’oggetto nella sua interezza, e non esistono componenti assumibili come oggetti di catalogazione. Sono da considerare oggetti complessi: 1) l’oggetto singolo e/o fisicamente composito. Le sue parti, concettualmente e/o fisicamente separabili differiscono per un qualche aspetto che, all’atto della catalogazione, è stato ritenuto importante ai fini della classificazione (un crocifisso del quale siano stati analizzati la croce e la statuetta del Cristo; un monumento sepolcrale; un polittico); 2) la serie di più oggetti diversi formanti un oggetto complesso (anche astratto) identificato da un nome (un ciclo di affreschi o un paramento liturgico del quale interessi descrivere singolarmente le varie parti: pianeta, stola etc.). Gli oggetti componenti possono essere a loro volta oggetti complessi (un altare con tabernacolo marmoreo di particolare interesse, a sua volta con sportello in argento sbalzato e figurato). E’ evidente che l’oggetto complesso può comprendere oggetti eterogenei per dimensione e struttura (un servizio da caffè con le sue componenti). L’oggetto complesso ha caratteristiche proprie in quanto insieme e caratteristiche peculiari che riguardano le componenti. L’appartenenza di un oggetto ad una delle categorie appena discusse non è implicita nel tipo di oggetto, ma dipende esclusivamente dalla quantità e dalla qualità delle informazioni riportate. Oggetti aggregati: spesso ci si trova nella situazione in cui un insieme di due o più oggetti, ritenuti oggetti di catalogazione siano correlati tra loro in base ad un criterio concettuale. E’ il caso in cui due o più oggetti di catalogazione formano un complesso unitario per il quale non esiste un nome di oggetto che li identifichi nel loro insieme (calice e patena; coppa e coperchio; tazza e piattino)”. Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 17-18. Gli oggetti aggregati sono quindi oggetti diversi catalogati singolarmente, identificati da un proprio numero di catalogo generale, che per caratteristiche di vario genere (tipologico, funzionale, contestuale, di produzione etc.) si vuole mettere in connessione.

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La correlazione che lega le componenti di un oggetto complesso per essere visualizzata come un relazione verticale, in cui il processo di analisi procede "dal generale al particolare". 2. Per l'aggregazione di oggetti occorre specificare i riferimenti che rimandano dall'oggetto in esame agli oggetti ad esso correlati attraverso un concetto di aggregazione. La correlazione che lega gli oggetti di un aggregato va pensata invece come una relazione orizzontale. Usando una terminologia "familiare", c'è un rapporto "tra padre e figli" per quanto riguarda la gerarchia tra parti di un oggetto complesso, e una relazione di "fratellanza" tra gli oggetti che costituiscono un aggregato. Un aspetto rilevante della metodologia proposta è costituito dal fatto che i componenti di un oggetto complesso sono individuati da una serie di attributi che rispondono alle stesse voci che descrivono l'oggetto nel suo complesso. Di conseguenza, per l'oggetto complesso dovranno essere memorizzati: ° una unità di archiviazione contenente la definizione e gli attributi dell'oggetto inteso come complesso; ° unità di archiviazione specifiche contenenti le informazioni relative alle componenti”6. Si precisa che nella catalogazione di un oggetto complesso un unico numero di catalogo generale identifica sia l’oggetto complesso che le parti componenti. Pertanto le parti componenti, catalogate in riferimento verticale, hanno in NCTN lo stesso numero di catalogo generale assegnato alla scheda oggetto radice (madre). Per gli oggetti complessi (come si vedrà in seguito), qualora sia prevista la realizzazione sia della scheda oggetto complesso (scheda oggetto radice) che delle schede delle singole parti-oggetto componente, si ricorda che esclusivamente le informazioni comuni a tutte le parti componenti, o riguardanti l’oggetto nel suo insieme, vanno inserite nella scheda oggetto radice. Le informazioni relative alle singole parti componenti devono essere registrate, invece, nelle rispettive schede. Si segnala per esempio che qualora non si posseggano o non sia possibile rilevare le misure di un oggetto nel suo insieme, occorre compilare nella scheda oggetto radice, il sottocampo MISR con la voce “MNR” che ne indica la mancanza. Oggetti semplici: per gli oggetti semplici ossia “opere isolate” viene assegnato un unico numero di catalogo alla scheda. Es. NCTN: 00000002 OGTD: statua Oggetti complessi: per gli oggetti complessi che costituiscono un insieme considerato unitario vengono realizzate più schede in riferimento verticale tra di loro e viene assegnato un numero di catalogo per la scheda madre (in cui è catalogato l’oggetto nel suo insieme con le caratteristiche generali) e questa scheda avrà il sottocampo RVEL compilato con il valore 0. Si riporterà lo stesso numero di catalogo anche nelle schede figlie delle parti componenti. Queste schede avranno il sottocampo RVEL compilato con numerazione progressiva 1,2,3 etc. e riporteranno nel campo RVER in successione e senza separatori il codice NCTR e NCTN della scheda madre. Es: Scheda madre NCTR: R03 NCTN: 00000001 RVEL: 0 OGTD: polittico OGTV: insieme Prima Scheda figlia NCTR: R03 NCTN: 00000001 RVEL: 1 RVER: 0300000001 OGTD: predella dipinta OGTV: elemento d’insieme Seconda Scheda figlia NCTR: R03 NCTN: 00000001 RVEL: 2 RVER: 0300000001 OGTD: cimasa OGTV: elemento d’insieme Il disegno sciolto, anche se appartenente in origine ad un album la cui unitarietà è ormai dispersa nel tempo, è da considerarsi esemplare a sé stante e autonomo perché spesso caratterizzato da una propria storia anche collezionistica.

6 Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 18-19.

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In tal caso, quando cioè non è possibile ricostruire l’unitarietà dell’album a cui in origine è appartenuta il disegno, verrà attribuito un unico numero di catalogo generale all’esemplare catalogato. Per qualsiasi dubbio riguardante la strutturazione delle schede di catalogo relative agli oggetti complessi contattare gli uffici competenti della Regione Lombardia. NCTS - Suffisso numero di catalogo generale Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso Codice costituito da lettere dell’alfabeto, maiuscole. Questo sottocampo va utilizzato per l’eventuale riassestamento dei numeri di catalogo generale già assegnati, in occasione della revisione di schede di catalogo pregresse, quando sia necessario modificare le modalità di schedatura dei dati. Qualora più schede di catalogo pregresse vadano ricondotte ad un unico bene identificato come bene complesso, si deve creare ex novo una scheda principale, alla quale dovrà essere attribuito un numero di catalogo, necessario per identificare univocamente il bene complesso. La scheda generale del bene complesso conserverà lo stesso numero di catalogo già assegnato ad uno dei beni componenti, al quale numero andrà aggiunta la lettera dell’alfabeto ‘A’ (suffisso), da inserire in questo sottocampo. Qualora, invece, si debba ‘scomporre’ una scheda già utilizzata per catalogare impropriamente più beni, il numero di catalogo generale identificativo delle nuove schede elaborate per i singoli beni dovrà essere attribuito come segue: si utilizzerà per la scheda del singolo bene scelta convenzionalmente il numero di catalogo generale già attribuito alla scheda elaborata per catalogare insieme tutti i beni, mentre per le altre schede il numero di catalogo generale sarà costituito dal concatenamento del sottocampo NCTN (che resterà lo stesso della scheda preesistente) e di questo sottocampo NCTS, digitando per ogni scheda una lettera dell’alfabeto, in progressione (A, B, C, …AA, AB, AC, …BA, BB, BC, ecc.)7. Vocabolario chiuso lettere dell’alfabeto dalla A alla Z (eventualmente duplicate) ESC - Ente schedatore Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicare in codice l’Ente che ha curato la campagna di catalogazione. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice corrispondente facendolo precedere dalla lettera R; per le Province si utilizzano le sigle corrispondenti; per le Diocesi si utilizza il codice corrispondente preceduto dalla lettera D, facendolo precedere dalla lettera D; per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT aggiornati, facendoli precedere dalla lettera C; per le Biblioteche si utilizzano i codici contenuti nell’Indice per codice del Catalogo delle biblioteche d’Italia (Roma, ICCU/Milano, Editrice Bibliografica, 1993); per le Università si utilizza un codice composto dal prefisso UNI seguito dalla sigla della provincia dove risiede l’Università (nel caso in cui in una provincia vi siano più Università, verrà aggiunto un numero progressivo – in ordine di istituzione dell’Università – collocato dopo la sigla della provincia). Nel caso di campagne di catalogazione condotte da soggetti privati a seguito di atto di concessione, il soggetto schedatore deve essere contrassegnato dalla lettera C e dal numero di progetto indicato sulla Gazzetta Ufficiale, seguiti entro parentesi dal numero e anno della legge relativa. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con l’ICCD, fermo restando che per gli enti esterni al Ministero per i Beni e le Attività Culturali si darà priorità all’istituzione di appartenenza (eventuali specifiche di dettaglio sull’ente schedatore potranno essere fornite nel

7 Revisione delle schede di catalogo Nella revisione delle schede già compilate, si possono presentare diversi casi: 1. Oggetti complessi: a. Schedati su una sola scheda cartacea, quindi con un unico numero di catalogo. Ci si atterrà al modello precedentemente descritto, separando gli attributi per i componenti. b. Schedati su più schede cartacee, di cui una dell'oggetto principale e altre delle componenti, quindi con diversi numeri di catalogo. Il caso viene risolto utilizzando il campo " RSP Codice scheda pregressa " per riportarvi il numero di codice univoco delle schede relative alle componenti. c. Schedati su più schede cartacee relative alle componenti, senza la scheda del complesso. Il caso viene risolto con la costituzione ex-novo di una scheda a cui viene attribuito il numero di catalogo della prima scheda di particolare, cui si aggiunge il suffisso "A" nel sottocampo "NCTS suffisso numero di catalogo generale", per indicare che non esiste scheda cartacea corrispondente, mentre i numeri di catalogo delle vecchie schede dei componenti andranno nel campo " RSP Codice scheda pregressa " dei singoli documenti relativi. 2. Aggregazione di oggetti: a. Schedati su una sola scheda cartacea, quindi con un unico numero di catalogo. Il caso viene risolto utilizzando per la prima scheda il numero di catalogo originale e per le successive il sotto-campo "NCTS Suffisso numero di catalogo generale" riempito con una lettera dell'alfabeto come aggiunta al numero di catalogo della scheda cartacea. b. Schedati su più schede cartacee, quindi con diversi numeri di catalogo. Il caso non presenta problemi perché ricade nel modello proposto. Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D, ICCD 1992, pagg. 21-22.

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paragrafo CM – COMPILAZIONE, campo CMPE - Specifiche ente schedatore).La compilazione del campo è obbligatoria. Nel caso del Comune di Roma si utilizza il codice CMA9. Es.: R08 per la Regione Emilia Romagna S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini R03 per la Regione Lombardia S27 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Milano, Bergamo, Como, Pavia, Sondrio, Lecco, Lodi e Varese. (usare caratteri maiuscoli) Le parrocchie devono essere ascritte alla diocesi di appartenenza. (usare caratteri maiuscoli) Vocabolario Codici Regioni, Soprintendenze, Province, Diocesi con prefisso R, S, P,D. Nel caso di impossibilità di reperimento del Codice corrispondente (perché non ancora attribuito a livello nazionale e regionale) inserire la denominazione ufficiale dell’Ente che realizza il progetto preceduta da R03 per catalogazioni in Lombardia. Usare come separatore “/” seguito da uno spazio. Es.: ESC R03/ Musei Civici di Como Per i musei lombardi adottare le denominazioni ufficiali dei musei così come censiti e riconosciuti dalla Regione Lombardia. (usare caratteri alto basso) I singoli dipartimenti delle Università devono essere indicati con il nome ufficiale dell’Università di appartenenza. Es.: R03/ UNIPV (usare caratteri maiuscoli) Nel caso siano state realizzate più schede di catalogo di medesimo bene è necessario accorpare le informazioni verificate al fine di comporre un’unica scheda utile al riconoscimento e alla descrizione del bene. A parità di informazioni fra le schede si sceglieranno i dati della campagna di catalogazione più completa e recente nel tempo. I nomi di tutti i compilatori e dei funzionari responsabili devono essere inseriti nei relativi campi utilizzandone le ripetitività. Nel campo ESC deve essere inserita la denominazione ufficiale dell’ente che effettua la normalizzazione. Per qualsiasi dubbio inerente alla compilazione del campo contattare gli uffici competenti della Regione Lombardia. ECP - Ente competente Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicare in codice l’Ente sotto la cui competenza ricade la tutela o la delega alla tutela del bene catalogato. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla); per le Regioni si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera R. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con l’ICCD. La compilazione del campo è obbligatoria. Es.: R08 per la Regione Emilia Romagna S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Vocabolario Codici Regioni e Soprintendenze con prefisso R o S. EPR – Ente proponente Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto Indicare, per i beni di proprietà privata sottoposti a vincolo, l’Ente che ha proposto il provvedimento amministrativo. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Nel caso di Ufficio Esportazione si usa la sigla UE seguita dal nome della città in cui ha sede l’ufficio stesso. Il campo è ripetitivo. Es.:

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S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini S36 Vocabolario Codici Soprintendenze Nel caso di Ufficio Esportazione si usa la sigla UE seguita dal nome della città in cui ha sede l'ufficio stesso. Vocabolario UE Agrigento UE Ancona UE Bari UE Bologna UE Cagliari UE Firenze UE Genova UE Milano UE Napoli UE Palermo UE Perugia UE Pisa UE Roma UE Sassari UE Torino UE Venezia UE Verona RV- RELAZIONI CON ALTRI BENI In questo paragrafo vengono registrate le informazioni che riguardano le relazioni fra le diverse parti che costituiscono un bene, nel caso di beni complessi (campo RVE), e le relazioni che intercorrono fra il bene catalogato ed altri beni, di uguale o diversa tipologia (campo RSE). RVE – STRUTTURA COMPLESSA Il campo struttura una relazione gerarchico-verticale all’interno dello stesso bene, che si crea quando quest’ultimo viene trattato come bene complesso: la scheda viene a tal fine articolata nella scheda principale, cui si riferisce il numero di catalogo generale e che contiene le informazioni comuni al bene, e nelle schede delle singole parti, che hanno lo stesso numero di catalogo della principale e contengono le informazioni specifiche relative a ciascun componente del bene complesso. RVEL - Livello Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Il sottocampo indica, in forma numerica, la posizione di ciascuna scheda all’interno del sistema relazionale definito dalla strutturazione complessa: - nella scheda principale il sottocampo viene compilato sempre con valore 0 - nelle schede delle singole parti il sottocampo viene compilato con valori numerici progressivi 1, 2, 3 ecc. - nel caso di ulteriori scomposizioni, la numerazione rimanda al numero di livello attribuito alla scheda della parte cui si riferisce, seguito da un punto e quindi dal numero che indica il livello della scheda componente (2.1, 2.2, 2.3, ecc.). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. RVER - Codice bene radice Dimensione 25 caratteri Questo sottocampo va compilato solo nelle schede dei beni componenti. Indicare il codice univoco della scheda principale della gerarchia descrivente un oggetto complesso. La struttura di questo sottocampo è la stessa di ‘Codice univoco NCT’, ma i valori dei sottocampi NCTR, NCTN, NCTS vanno trascritti di seguito. L’indicazione del codice bene radice è necessaria per le procedure di trasferimento delle informazioni catalografiche fra banche-dati diverse. Es.: 0200000378 1100002539A

RVEK – Codice IDK della scheda di livello superiore Dimensione 18 caratteri Nel caso di schede relative a parti componenti un oggetto complesso indicare il Codice IDK della scheda di livello superiore. RSE - RELAZIONI CON ALTRI BENI

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Insieme di relazioni che indicano eventuali collegamenti tra il bene catalogato ed altri beni catalogati della stessa o di diversa tipologia. Vanno quindi registrati nei sottocampi che seguono il tipo di relazione (sottocampo RSER), eventuali specifiche del tipo di relazione (RSES), il tipo di scheda con cui è stato catalogato il bene posto in rapporto con quello in esame (sottocampo RSET), il codice univoco di tale scheda (sottocampo RSEC). Il campo è ripetitivo. RSER - Tipo relazione Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il tipo di relazione che intercorre tra il bene catalogato ed un altro bene, anch’esso già catalogato. Il vocabolario si riferisce al bene con cui l’oggetto della scheda viene posto in rapporto (cfr. quanto indicato per memoria del catalogatore fra parentesi quadre). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso luogo di collocazione/localizzazione [è contenuto in] sede di provenienza [era contenuto in] sede di rinvenimento [è stato rinvenuto in] esecuzione/evento di riferimento [è coinvolto in] relazione urbanistico ambientale [è in relazione urbanistico ambientale con] sede di realizzazione [è stato realizzato in] bene composto [è riutilizzato da] fonte di rappresentazione [è documentato in] riferimento alla matrice [si riferisce alla matrice] appartenenza a un insieme eterogeneo [è compreso in] correlazione [è in relazione con] Inoltre sono ammesse le voci (SIRBeC) comprende è compreso Es.: -un museo costituisce attualmente il luogo di collocazione/localizzazione di un bene; -un palazzo (o un altro museo) costituisce la sede di provenienza di un bene, prima della sua attuale collocazione; -un sito archeologico è sede di rinvenimento di un bene; -un avvenimento (catalogato come bene culturale) costituisce motivo di esecuzione/evento di riferimento per la realizzazione di un bene; -un edificio monumentale (ad es. l’edificio sede di una fabbrica) è sede di realizzazione di un bene; -un manufatto è un bene composto (inteso come bene con parti di reimpiego) rispetto ad un bene; -un disegno è fonte di rappresentazione di un bene; -una matrice costituisce riferimento alla matrice per un bene; -un fondo fotografico costituisce l’insieme eterogeneo a cui appartiene una macchina fotografica -un dipinto e la sua cornice sono in correlazione fra loro8 - RSES - Specifiche tipo relazione Dimensione 70 caratteri - Vocabolario aperto Indicare eventuali specifiche utili a chiarire il tipo di relazione che intercorre tra il bene catalogato ed un altro bene, anch’esso già catalogato, in particolare per quanto riguarda la ‘relazione con’ . Vocabolario aperto correlazione stilistica correlazione funzionale correlazione di contesto correlazione di posizione ecc. RSET - Tipo scheda Dimensione 10 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di scheda con cui è catalogato il bene posto in relazione con il bene in esame. Va indicata la sola sigla della scheda (la definizione fra parentesi quadre è per memoria del catalogatore). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto A [Architettura]

8 La relazione in questo caso è reciproca e può essere instaurata a partire da uno qualsiasi dei beni interessati.

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AT [Reperti AnTropologici] BDI [Bene Demoetnoantropologico Immateriale] BDM [Bene Demoetnoantropologico Materiale] CA [Complesso Archeologico] D [Disegno] F [Fotografia] FA [Foto Aerea] MA [Monumento. Archeologico] MI [Matrice d’Incisione] NU [Beni Numismatici] OA [Opera e oggetto d’Arte] OAC [Opere di Arte Contemporanea] PG [Parchi e Giardini] RA [Reperto Archeologico] S [Stampa] SI [SIto Archeologico] BNB [Beni Naturalistici – Botanica] BNM [Beni Naturalistici – Mineralogia] BNPE [Beni Naturalistici – Petrologia] BNPL [Beni Naturalistici – Planetologia] BNZ [Beni Naturalistici – Zoologia] BNP [Beni Naturalistici – Paleontologia] ecc. Es.: se in RSER si è optato per il primo esempio (luogo di collocazione/localizzazione), in RSET valorizzare A; se in RSER si è optato per il terzo esempio (sede di rinvenimento), in RSET valorizzare SI; ecc. RSEC - Codice bene Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice univoco che individua il bene con cui il bene in esame è posto in relazione. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1200003527 (nel caso in cui il bene sia individuato con i codici NCTR- NCTN); 1200003527A (nel caso in cui il bene sia individuato con i codici NCTR-NCTN + NCTS); 1200003527-2 (nel caso di un bene componente, per il quale va indicato anche il valore del RVEL). RSEK – Codice IDK della scheda correlata Dimensione 18 caratteri Indicare il Codice IDK della scheda correlata.

Es: UOP: CM120 NSK: 00001 NCTR: 03 NCTN: 00000010 RSER: correlazione RSES: correlazione funzionale RSET: OA RSEC: 0300000011 RSEK: CM120-00002 OGTD: cornice OGTV: opera isolata UOP: CM120 NSK: 00002 NCTR: 03 NCTN: 00000011 RSER: correlazione RSES: correlazione funzionale RSET: OA RSEC: 0300000010 RSEK: CM120-00001

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OGTD: dipinto OGTV: opera isolata Nel caso in cui si voglia creare una relazione con schede madri o figlie, si deve precisare la gerarchia del bene cui si fa riferimento. In questo caso il RSEC è costituito in sequenza da NCTR ed NCTN e dal RVEL del bene cui si fa riferimento. Si adoperi come elemento separatore tra i valori NCTN e RVEL il trattino alto “-“. Es: Scheda madre oggetto complesso UOP: DF136 NSK: 00010 NCTR: 03 NCTN: 00000050 RVEL: 0 RSER: fonte di rappresentazione RSET: S RSEC: 0300000067 RSEK: GH145-00005 OGTD: altare OGTV: insieme Scheda oggetto semplice UOP: GH145 NSK: 00005 NCTR: 03 NCTN: 00000067 RSER: correlazione RSET: OA RSEC: 0300000050-0 RSEK: DF136-00010 OGTD: stampa OGTV: opera isolata RSP – Codice scheda pregressa Dimensione 25 caratteri Questo campo viene utilizzato nel corso di operazioni di revisione di schede pregresse. Quando schede pregresse, identificate ciascuna con il proprio codice univoco (NCT), descrivono beni componenti di un bene complesso e quindi, nella revisione, viene creata una struttura di bene complesso (con ‘scheda-madre’ e ‘schede-figlie’), in questo campo viene registrato, in ciascuna delle schede figlie, per conservarne memoria, il numero di catalogo pregresso (Codice univoco NCT, trascrivendo di seguito i valori dei sottocampi). Quando una scheda pregressa descrive più beni da trattare, invece, come oggetti semplici, e quindi da identificare nell’operazione di revisione ciascuno con il proprio codice univoco (NCT), in questo campo viene registrato in ciascuna nuova scheda il numero di catalogo della scheda pregressa. Il sottocampo è ripetitivo, nel caso si debbano registrare i codici di più schede. Es.: 1100002539 (NTCR 11 + NTCN 00002539) AC – ALTRI CODICI Il paragrafo va compilato nel caso in cui gli Enti schedatori abbiano l’esigenza di assegnare alle schede di catalogo un codice identificativo all’interno della propria banca dati, oppure nel caso in cui sia necessario evidenziare la presenza di schede di altro tipo (di vulnerabilità, di restauro, etc.) contenute in altre banche dati, correlate alla scheda catalografica. ACC – Altro codice bene Dimensione 25 caratteri Altro codice che identifica la stessa scheda di catalogo nell’ambito di un sistema locale, provinciale, regionale, etc. Il codice identificativo (numerico o alfanumerico) dovrà essere seguito dalla specifica dell’ente cui si riferisce, separato da quest’ultimo da una barra, seguita da uno spazio. Il campo è ripetitivo. Es.: PST-LOM60-00000001/ R03

ACI- Codice internazionale Dimensione 25 caratteri Numero di codice internazionale che identifica il bene.

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ACS – SCHEDE CORRELATE Informazioni sui codici identificativi di schede di altro tipo, correlate a quella catalografica. Il campo è ripetitivo. ACSE - Ente Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Nome per esteso o in acronimo dell’Ente che ha prodotto la scheda. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: ICR ACSC - Codice Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Codice identificativo (numerico o alfanumerico) della scheda da correlare. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 14965 ASC24 ACSS - Specifiche Dimensione 100 caratteri Indicare in maniera non strutturata informazioni utili all’individuazione o alla specificazione della scheda che viene collegata a quella catalografica ICCD.

OG –OGGETTO Il paragrafo contiene le informazioni essenziali per un’immediata identificazione del bene catalogato. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. GRP – Gruppo di oggetti Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso Tipologia di appartenenza dell’oggetto. Nel caso di appartenenza dell’oggetto a più tipologie scegliere quella proponderante. Vocabolario chiuso abbigliamento armi e oggetti storico-militari arredi e suppellettili arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica ceramiche e porcellane disegno oreficeria paramenti liturgici pertinenze decorative pittura scultura strumenti musicali teatro di figura tessuti vetri OGT – Oggetto Il campo contiene indicazioni che consentono la corretta e precisa individuazione, sia tipologica che terminologica, del bene catalogato (indicato sempre al singolare, ad eccezione dei casi in cui la definizione è convenzionalmente al plurale, oppure per paia di oggetti). La compilazione del campo è obbligatoria. I sottocampi relativi devono essere compilati individuando le connotazioni morfologiche, funzionali e tipologiche dell’oggetto. OGTD – Definizione Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Specificare il nome o la locuzione che individua il bene oggetto della catalogazione, in base alla connotazione funzionale e morfologica espressa secondo la tradizione degli studi storico-scientifici. Per la compilazione di questa voce si veda la normativa relativa al Vocabolario di controllo del campo OGT. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Quando la tecnica di esecuzione individua univocamente la particolarità morfologica dell’oggetto si adotta la forma “polittico dipinto”, “dittico a rilievo” ecc. che permette il recupero dell’informazione. Quando non è possibile dare altre connotazioni, l’oggetto viene indicato con un unico sostantivo.

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Es.: statua dipinto “Nel caso di più oggetti uguali si adotta la forma al singolare provvedendo a riempire il campo seguente “Quantità QNT” con il numero degli esemplari. Così per insiemi di oggetti non rigidamente uguali (come cicli, mute, serie, ecc.) si adotta sempre la forma al singolare specificando nel sottocampo “Identificazione OGTV” la particolare situazione e nel campo “Quantità QNT” il numero degli esemplari. Per i frammenti si può presentare la seguente casistica: a. il nome del frammento ed il nome dell'oggetto a cui questo appartiene sono individuabili entrambi. In questo caso vanno specificati in "Definizione OGTD" entrambi gli oggetti. Es.: raggiera di ostensorio scomparto di polittico dipinto b. è individuabile il nome del frammento, ma non quello dell'oggetto di appartenenza. In questo caso in "Definizione OGTD" va specificato il solo nome del frammento, mentre in "Identificazione OGTV" si indica che trattasi di "elemento d'insieme". Es.: OGTD: raggiera OGTV: elemento d'insieme OGTD: base OGTV: elemento d'insieme c. è individuabile solo il nome dell'oggetto di appartenenza. In questo caso si indica il nome dell'oggetto intero in "Definizione OGTD", mentre in "Identificazione OGTV" deve essere posta la specifica "frammento". Es.: OGTD: piatto OGTV: frammento OGTD: ostensorio OGTV: frammento”9 Vocabolario aperto ARTPAST L’inserimento di una nuova voce nel vocabolario di controllo di definizione dell’oggetto dovrà essere concordata con l’ufficio competente della Regione Lombardia. OGTT - Tipologia Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Tipologia formale dell'oggetto considerato escludendo le connotazioni funzionali e morfologiche. Es.: OGTD: pace OGTT: a tavoletta OGTD: reliquiario OGTT: a braccio Vocabolario aperto ARTPAST OGTA - Parti e/o accessori Dimensione 250 caratteri Parti o accessori del bene, che non ne costituiscono parte integrante, ma lo completano e lo arricchiscono. OGTN - Denominazione Dimensione 250 caratteri Nome storico o tradizionale del bene o dedicazione dell'opera. Es.: Fontana delle Tartarughe Altare di S. Antonio Monumento sepolcrale di Urbano VIII Fonte Gaia OGTL - Codice lingua Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso Lingua utilizzata per la definizione del bene, se diversa dalla lingua della schedatura. Lista di valori 9 Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pag. 45.

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Codici Lingua

OGTV - Identificazione Dimensione 100 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare la situazione del bene oggetto della scheda. Vocabolario ARTPAST ciclo complesso decorativo coppia elemento d'insieme (si intende l’ esemplare appartenente ad una serie unitaria) frammento insieme opera isolata paio pendant serie OGTP - Posizione Dimensione 100 caratteri Qualora l’oggetto della scheda sia un bene componente, indicarne la posizione rispetto al bene nel suo complesso. Il sottocampo sarà quindi riempito solo nella scheda descrittiva della parte componente. Es.: piede fianco sinistro QNT – QUANTITÀ Quantità degli elementi che costituiscono il bene oggetto della scheda, quando il loro numero sia diverso da uno. Da usare per esemplari della stessa tipologia (trattati al singolare nel campo OGTD), o per una serie, un insieme, ecc. QNTN - Quantità degli esemplari Dimensione 10 caratteri Numero, espresso in cifre, relativo alla quantità degli esemplari che costituiscono il bene catalogato (cfr. contenuto del campo OGTD). Es.: 3 QNTI – Quantità complessiva degli elementi Dimensione 10 caratteri Numero, espresso in cifre, relativo alla quantità complessiva degli elementi che costituiscono il bene catalogato nel caso di una serie, di un insieme etc. (cfr. contenuto del campo OGTV). QNTS - Quantità non rilevata Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso Nel caso in cui non sia possibile per motivi pratici rilevare la quantità degli esemplari o la quantità complessiva degli elementi che costituiscono il bene oggetto della scheda (come, ad es., nella fase di revisione di schede pregresse), valorizzare questo campo. Vocabolario chiuso NR OGR - Disponibilità del bene Dimensione 12 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare se il bene è materialmente disponibile al momento della redazione della scheda, oppure se la sua esistenza è documentata, ma il bene non è più disponibile (a causa di furto, distruzione per evento naturale, ecc.). Vocabolario chiuso reale documentato

OGA - ALTRA DEFINIZIONE OGGETTO (denominazione storica, tradizionale o popolare). Denominazioni alternative attuali o altre denominazioni che il bene ha assunto nel tempo. Per consentire l'indicazione delle diverse denominazioni questo campo è ripetitivo. Indicare eventuali altre definizioni con le quali l’oggetto può essere comunemente noto.

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In questo campo ripetitivo si indicano eventuali altri nomi con i quali l’oggetto può essere comunemente noto (nomi impropri storici o tradizionali o popolari dell'oggetto con indicazione dell’area culturale di provenienza), al di fuori della rigida normativa che presiede la compilazione dei campi OGTD e OGTN. Il campo è ripetitivo. OGAG – Genere della denominazione Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto Precisazione del tipo di denominazione individuata come alternativa o precedente a quella indicata in OGTD. Tale precisazione può essere eventualmente seguita dall'epoca storica indicata tra parentesi. Vocabolario idiomatica originaria storica OGAD –Definizione Dimensione 100 caratteri Indicare l’eventuale altra definizione con cui è noto il bene catalogato, anche in altra lingua diversa dall’italiano. OGAL – Codice lingua Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso Questo campo identifica la lingua usata dallo schedatore nella compilazione del campo OGA. Vocabolario chiuso OGAF – Fonte dell’altra denominazione Dimensione 30 caratteri - Vocabolario chiuso Indicazione della fonte della denominazione. Al campo è collegato un vocabolario chiuso. Vocabolario chiuso consuetudine bibliografia fonti archivistiche elenchi enti locali catalogatore In questo campo si indica la motivazione, la fonte, la provenienza o la responsabilità del nome alternativo specificato nei sottocampi OGAD e OGAS. OGAM – Specifica della fonte dell’altra denominazione Dimensione 255 caratteri Indicazione specifica della fonte della denominazione. Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica andranno inserite nei campi FNT o BIB. SGT – SOGGETTO Informazioni relative al soggetto o alla scena rappresentati. Es.: Episodi della vita di San Giovanni Battista Scene mitologiche SGTC – Categoria generale Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Classe iconografica generale a cui può essere ascritto il soggetto. Si scelga la classe del soggetto considerato preponderante nella raffigurazione. Vocabolario chiuso allegorie, simboli e concetti animali (anche mitologici, fantastici, preistorici) araldica archeologia architettura (quando il soggetto preponderante è un elemento edificato ma non nel caso di paesaggio e vedute con architetture. Comprende anche categorie quali per esempio monumenti funebri e commemorativi, costruzioni di edilizia e ingegneria civile) astronomia e cosmologia cartografia composizioni di invenzione (nel caso di oggetti e raffigurazioni astratte, geometriche, fantastiche in cui è impossibile ritrovare un elemento figurativo riconducibile ad altre categorie o generi. In questo caso il DESS va compilato con le voci e con eventuali specifiche al loro interno segni, figure geometriche, forme fantastiche) genere

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letteratura mitologia natura morta oggetti e strumenti (che sono in sé elemento iconografico principale delle raffigurazioni e che non possono essere ricondotti ad altre categorie. Comprende anche categorie quali per esempio arredi e suppellettili, accessori, armi e armamenti, numismatica, glittica e filatelia. decorazioni e ornati paesaggio (comprende anche i giardini) ritratto sacro satirico e grottesco società e cultura (comprende per esempio categorie quali abbigliamento, feste e celebrazioni, lavori agricoli e attività umane anche artistiche, mezzi di trasporto etc.). storia teatro, spettacolo e musica essere umano e uomo in generale (comprende anche categorie quali per esempio anatomia, corpo umano, atti). veduta vegetali SGTI – Identificazione Dati relativi al soggetto secondo le definizioni iconografiche tradizionali. Per indicazioni sui criteri di compilazione e sulla sintassi da utilizzare si veda in appendice Note di accompagnamento al vocabolario di controllo del sottocampo Soggetto – SGT e Indicazioni per la normalizzazione ortografica del sottocampo per l’identificazione del soggetto SGTI. Vocabolario aperto ARTPAST Se nell’opera sono raffigurati personaggi di un’opera letteraria quest’ultima andrà indicata tra parentesi tonde a seguito del soggetto identificato. Nelle parentesi tonde andranno indicate anche altre specificazioni necessarie per la descrizione del soggetto. Es. STGI: Valino (La luna e i falò di Cesare Pavese) Es. Veduta di Alberobello (Bari) Per le composizioni cromatiche indicare in questo sottocampo il soggetto con la definizione “Composizione cromatica” seguita dall’indicazione dei colori usati. La “e” congiunzione deve essere utilizzata in caso di indicazione di soggetti che non hanno alcuna connessione iconografica ma sono legati da contestualizzazione fisica (sono presenti sullo stesso foglio), nel caso in cui vi sia un legame iconografico si utilizzerà la preposizione “con “. Nel caso in cui sia necessario indicare nel sottocampo SGTI più di un soggetto il separatore da usare sarà “/” seguito da uno spazio. La “,” seguita da uno spazio verrà utilizzata nel caso di elenchi. I “:” seguiti da uno spazio verranno utilizzati nel caso di descrizioni dal generale al particolare. Es. :Veduta di Venezia: Rialto Per i dipinti raffiguranti un soggetto storico in cui sia necessario evidenziare l’evento rappresentato e la sua ambientazione verrà utilizzato come elemento separatore “;” seguito da uno spazio Veduta del Castello di Milano; Assedio austriaco del Castello di Milano oppure una locuzione che li comprenda entrambi Veduta del Castello di Milano durante l’assedio austriaco SGTT- Titolo Dimensione 250 caratteri Titolo dato dall'autore o denominazione tradizionale del soggetto. Es.: Madonna delle Arpie La fiducia in Dio La Fornarina

LC- LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO AMMINISTRATIVA ATTUALE In questo paragrafo vengono registrati i dati relativi alla localizzazione geografico-amministrativa del bene nel momento in cui viene compilata la scheda. La compilazione del paragrafo è obbligatoria.

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PVC – LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE Informazioni sulla localizzazione geografico-amministrativa del bene al momento in cui viene compilata la scheda, relativa al territorio italiano oppure ad organizzazioni amministrativo-territoriali di Paesi esteri. La compilazione del campo è obbligatoria. PVCS - Stato Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare il nome dello Stato nel quale si trova il bene catalogato, sulla base della lista alfabetica dei nomi dei Paesi secondo la Norma UNI-ISO 3166-1, 1997 (I). La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Qualora, in occasione di attività di recupero di schede pregresse, l’informazione non sia disponibile, utilizzare l’espressione ‘NR (recupero pregresso)’. Es.: Francia Italia Lussemburgo NR (recupero pregresso) ecc. PVCR – Regione Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare il nome della regione nella quale si trova il bene catalogato, secondo le denominazioni ufficiali delle regioni italiane. Qualora il bene non si trovi in Italia, al momento della catalogazione non valorizzare il campo; in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Altra ripartizione amministrativa o località estera (PVCE). La compilazione del campo è obbligatoria. Lista di valori Denominazioni ufficiali delle regioni italiane Es.: Toscana Lazio Sicilia PVCP - Provincia Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare la sigla corrispondente alla provincia nella quale si trova il bene catalogato. Qualora il bene non si trovi in Italia, non valorizzare il campo; in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Altra ripartizione amministrativa o località estera (PVCE). La compilazione del campo è obbligatoria. Lista di valori Sigle delle province italiane Es.: RM NA TN PVCN - Nome provincia Dimensione 20 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Nome per esteso della provincia indicata in PVCP. PVCJ - Codice Istat comune Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Codice del comune, come da fascicoli ISTAT. PVCC - Comune Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare il comune nel quale si trova il bene catalogato, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT aggiornate dei comuni italiani. Qualora il bene non si trovi in Italia, al momento della catalogazione non valorizzare il campo; in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Località estera (PVCE). La compilazione del campo è obbligatoria. Es.: Reggio di Calabria Reggio nell’Emilia Pago del Vallo di Lauro San Giuliano Terme PVCL - Località Dimensione 50 caratteri

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Indicare la località in cui è situato il bene catalogato, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT aggiornate delle località abitate. Es.:

Ponticello

PVCE - Località estera Dimensione 250 caratteri Questo sottocampo, a testo libero, viene compilato in abbinamento al sottocampo Stato (PVCS) e in alternativa ai sottocampi PVCR, PVCP, PVCC, PVCL, quando il bene catalogato si trovi in località estera. Indicare se necessario le ripartizioni amministrative interne allo stato, seguite dal nome della località, utilizzando per quanto possibile le forme italianizzate. Qualora queste non esistano o siano cadute in disuso, si adotterà la lingua ufficiale dello stato di appartenenza, traslitterata se necessario. Es.: Parigi Mosca Amsterdam Westem States, Ibadan

PVL – Altra località Dimensione 250 caratteri Indicare eventuali altre denominazioni del luogo in cui si trova il bene catalogato, specificando tra parentesi la fonte utilizzata per l’individuazione del toponimo e, dopo una barra (/), la sua datazione. Il campo può essere utilizzato anche per memorizzare il contenuto, presente in versioni precedenti della scheda, del sottocampo ‘PVCF-Frazione’ (le frazioni sono state soppresse dall’ISTAT in occasione del censimento 1991), facendo seguire al nome della località la specifica ‘frazione ISTAT’ fra parentesi tonde. Il campo è ripetitivo. Es.: Colle Curino (IGM/ 1949) Gramiccia (mappa catastale/ 1934)

Zappolino (frazione ISTAT)

PVE – Diocesi Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare la diocesi nel cui territorio ricade il bene catalogato, secondo la denominazione ufficiale delle diocesi italiane. Lista di valori Denominazioni ufficiali delle diocesi italiane Es: Latina-Terracina-Sezze LDC – COLLOCAZIONE SPECIFICA Informazioni specifiche sulla collocazione del bene catalogato. I dati registrati nei campi LDCT ed LDCN devono coincidere con le informazioni inserite nella scheda relativa all’immobile contenitore, al fine di garantire il collegamento fra i due beni (contenuto/contenitore). La compilazione del campo è obbligatoria. Si rende in questa fase necessario allineare il più possibile i criteri di compilazione del paragrafo LDC della localizzazione fisica degli beni mobili a quelli del paragrafo OGT della schede in cui vengono registrati i dati identificativi dei beni immobili. Questa operazione consente di mettere in correlazione, secondo univoci criteri di normalizzazione, i dati identificativi le architetture in quanto oggetto di catalogazione e in quanto contenitori di oggetti mobili catalogati. L’univocità delle informazioni permetterà di effettuare ricerche incrociate sui dati, facilitandone il recupero e favorendo l’integrazione per l’individuazione dei beni all’interno dei loro contenitori architettonici. LDCT - Tipologia Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Indicare la tipologia architettonica del contenitore del bene catalogato. Vocabolario aperto Si faccia riferimento al vocabolario delle tipologie architettoniche elaborato da Regione Lombardia. Il tipo architettonico deve essere prioritariamente quello originario del bene, ove l’impianto sia ancora riconoscibile, indipendentemente dal suo eventuale riutilizzo funzionale. Es: Palazzo Sormani a Milano viene edificato come palazzo gentilizio sebbene attualmente sia in uso come biblioteca comunale. La tipologia da indicare è dunque "Palazzo" e non "Biblioteca". Diverso è il caso della

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Biblioteca Nazionale Centrale di Roma che dovrebbe essere indicata come "Biblioteca" poiché edificata con questa specifica destinazione d'uso. LDCQ - Qualificazione Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Aggettivo o locuzione che precisa, integra o caratterizza il contenitore dal punto di vista della condizione giuridico-amministrativa o funzionale. Vocabolario aperto LDCN - Denominazione Dimensione 80 caratteri Indicare il nome proprio completo o la denominazione corrente o il titolo del contenitore, anche se comprende lo stesso termine usato nel precedente sottocampo Tipologia (LDCT). Per la denominazione degli edifici si farà riferimento, ove possibile, a fonti ufficiali (ad esempio gli Annuari Diocesani per gli edifici ecclesiastici). Es.: Palazzo Castellani Accademia delle Scienze di Siena detta de' Fisiocritici Palazzo Torrigiani Nel caso di catalogazione di oggetti mobili conservati presso beni componenti appartenenti a beni complessi, se l’edificio componente ha una propria specifica denominazione questa va indicata nel campo LDCN, ed in LDCC la denominazione specifica dell’edificio complesso di appartenenza Es.: LDCN: Chiesa di S. Lanfranco LDCC: Monastero di S. Lanfranco In LDCN si deve indicare anche la denominazione del bene complesso se il bene componente ha una denominazione specifica non sufficiente ad identificarlo univocamente. Es. LDCN: Casa padronale della Cascina Poscallone LDCC: Cascina Poscallone (usare caratteri alto basso) La denominazione del bene da indicare prioritariamente è quella consuetudinaria corrente anche se ripete lo stesso termine già indicato nel campo OGTT. Es.: LDCT: palazzo LDCN: Palazzo di Brera La denominazione consuetudinaria può anche riferirsi al nome storico qualora ancora in uso del committente o del progettista o del proprietario (originario e/o attuale) che ha realizzato il bene. Es.: LDCT: grattacielo LDCN: Grattacielo Pirelli Per le infrastrutture inoltre la denominazione consuetudinaria è spesso quella legata alla denominazione della località territoriale in cui il bene è collocato. Es.: LDCT: ponte LDCN: Ponte della Becca L’utilizzo delle fonti diventa obbligatorio nel caso in cui non sia possibile recepire una denominazione consuetudinaria ancora corrente del bene. Nel caso in cui le fonti di riferimento non contengano alcuna denominazione del bene si deve indicare il tipo architettonico seguito dall’indirizzo e dal numero civico principale corrispondente. Es. LDCN: Casa Via della Posterla 8 Non è consentito utilizzare il termine generico “edificio”: si deve quindi obbligatoriamente indicare anche nella denominazione il tipo architettonico. Tutte le varianti quali per esempio chiesetta, chiesuola, chiostrino, palazzotto, possono essere mantenute nella denominazione, ma nel campo TIPO devono essere ricondotte al tipo architettonico originario come indicato dai rimandi delle rispettive voci del glossario.

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Il termine “complesso” seguito dalla relativa denominazione viene utilizzato solo nel caso non sia possibile risalire ad un tipo architettonico identificabile. Nel caso invece di catalogazioni di beni architettonici complessi, nella schede bene componente occorre indicare sempre anche la denominazione del bene complesso di appartenenza Es.: LDCN: Campanile della Chiesa di S. Giuseppe. LDCN: Cappella della Visitazione del Sacro Monte OGTN: Casa padronale della Cascina Morabassa (usare caratteri alto basso) DENOMINAZIONE/DEDICAZIONE (solo per l’architettura religiosa) La denominazione da indicare prioritariamente è quella consuetudinaria corrente del bene anche se ripete lo stesso termine già indicato nel campo TIPO: Es.: LDCT: battistero LDCN: Battistero di S. Giovanni E’ necessario riportare sempre, utilizzando la ripetitività dei campi collegati, anche la denominazione/dedicazione del bene presente sull’ultima edizione della Guida diocesana, riprendendo solo l’indicazione del tipo architettonico con la relativa dedicazione. Nella trascrizione si seguiranno le regole di sintassi sotto indicate. La Guida diocesana è inoltre la fonte privilegiata da consultare nel caso in cui non sia possibile risalire ad una denominazione/dedicazione consuetudinaria corrente. Nelle Guide diocesane è possibile che il tipo architettonico sia indicato in corsivo mentre la denominazione/dedicazione in grassetto seguita dalla qualificazione ecclesiastica del bene Es.: Chiesa S. Giovanni Battista parrocchiale In questo caso nella denominazione non va riportato il termine di qualificazione “parrocchiale”; per cui il campo si compila come segue: Es.: LDCT: Chiesa LDCN: Chiesa di S. Giovanni Battista L’indicazione della qualificazione ecclesiastica va mantenuta solo se è presente nella denominazione consuetudinaria del bene oppure se il bene è cosi denominato in altre fonti di riferimento consultate. Es.: LDCT: chiesa LDCN: Parrocchiale di S. Maria in Betlem Fonti consigliate per la compilazione: - per l’architettura ecclesiastica Guida ufficiale della diocesi, ultima edizione. - per tutte le altre categorie architettoniche: Lombardia e Milano, Guide d’Italia del Touring Club Italiano, ultima edizione e relative bibliografie specifiche indicate Elenchi compilati dagli enti locali. Nel caso in cui la denominazione non sia nota e nel caso in cui non sia possibile in alcun modo risalire ad alcun tipo di denominazione il catalogatore è tenuto ad inserire una dicitura che permetta comunque di identificare il bene. LDCA - Altra denominazione Dimensione 250 caratteri Indicare altre denominazioni alternative attuali o altre denominazioni che l’immobile contenitore ha assunto nel corso del tempo. Per consentire l’indicazione delle diverse denominazioni questo sottocampo è ripetitivo. LDCC - Complesso monumentale di appartenenza Dimensione 80 caratteri Indicare la denominazione del complesso monumentale a cui appartiene l’edificio in cui è collocato il bene. Es.: Abbazia delle Tre Fontane Convento dei Cappuccini

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LDCU - Denominazione spazio viabilistico Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio Dati riguardanti gli spazi viabilistici, pubblici o di uso pubblico, che consentono di individuare la collocazione dell'immobile contenitore. Il sottocampo dovrà contenere il nome della via o piazza e relativo numero civico, se esiste, oppure l'indicazione della progressione chilometrica nel caso di viabilità extraurbana. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Es.: Piazza dei Giudici, 1 L’indicazione viabilistica deve essere seguita dal numero civico o, nel caso di viabilità extraurbana, dall’indicazione chilometrica, separata da virgola seguita da spazio. Es.: Via Sant’Antonio, 34 Via Giosuè Carducci, 1 Piazza Roma, 3 Strada Statale 136, Km 2.5 (usa il punto come separatore decimale) (usare caratteri alto basso) Nel caso di strade statali, provinciali, comunali, normalmente indicate in forma abbreviata scrivere: Strada Statale, Strada Provinciale, Strada Comunale seguito dall’indicazione numerica non preceduta da n. (usare caratteri alto basso) Es.: Via Sant’Antonio Via Giosuè Carducci Piazza Roma Strada Statale 136 LDCM - Denominazione struttura conservativa I livello Dimensione 70 caratteri Nome ufficiale per esteso della struttura conservativa di I livello presso la quale è conservato il bene oggetto della scheda. In caso di beni di proprietà privata va indicato il cognome ed il nome del proprietario, detentore o possessore, preceduto dalla dizione ‘collezione privata’. Es.: LDCN: Palazzo Castellani LDCM: Istituto e Museo di Storia della Scienza E’ la denominazione dell’Istituto di Conservazione di I livello. Per i musei lombardi adottare le denominazioni ufficiali dei musei così come censiti ed eventualmente riconosciuti dalla Regione Lombardia. Es.: LDCM Musei Civici di Como. Nel caso in cui più raccolte museali costituiscano o facciano parte di un’unica entità giuridica andrà indicato il nome dell’istituzione giuridica principale riconosciuta. Es: per le raccolte Pinacoteca Tosio Martinengo; Museo Cristiano, Museo Romano, Galleria d'Arte moderna e contemporanea, Museo del Risorgimento, Museo delle armi "Luigi Marzoli” facenti parte di un unico istituto culturale indicare in LDCM Civici Musei di Arte e Storia Brescia. LDCI – Denominazione struttura conservativa II livello Dimensione 70 caratteri Inserire compilare con la denominazione dell’eventuale sottosezione dell’Istituto culturale in cui è conservato il bene catalogato. Es. LDCM: Civici Musei di Arte e Storia di Brescia LDCI: Pinacoteca Tosio Martinengo LDCZ – Tipologia struttura conservativa Dimensione 70 caratteri - Vocabolario chiuso Inserire tipologia Istituto di conservazione in cui il bene è contenuto Vocabolario museo biblioteca archivio LDCS - Specifiche Dimensione 250 caratteri Informazioni peculiari sulla localizzazione dell'oggetto all'interno del contenitore. La descrizione deve procedere dal generale al particolare, indicando, prioritariamente, ove esista, la denominazione.

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Es.: primo piano - Sala V, numero I depositi - GF astronomia 27 piano terra Usare di preferenza come separatore la “,” seguita da spazio. Le specifiche di collocazione da indicare sono quelle rilevate al momento della catalogazione ossia la collocazione più recente dell’oggetto. LDCO - Collocazione originaria Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare se la collocazione descritta nel campo LDC è quella originaria del bene, oppure no. Vocabolario chiuso SI NO SC [sconosciuta] ACB – ACCESSIBILITÀ DEL BENE Informazioni riguardo all’accessibilità del bene. ACBA - Accessibilità Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso Indicazione sulla accessibilità del bene all’interno del contenitore. Vocabolario chiuso SI NO ACBS – Specifiche Dimensione 2000 caratteri Fornire eventuali specifiche riguardo all’accessibilità del bene. In particolare, per le realtà mussali, si richiede di indicare il caso in cui il bene sia accessibile ma non esposto al pubblico. LA – ALTRE LOCALIZZAZIONI GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVE Informazioni relative ad altre localizzazioni del bene, diverse dall’attuale, registrata nel paragrafo LC, che possono riguardare sia precedenti luoghi di conservazione, sia il luogo dove il bene è stato realizzato, sia quello dove è stato reperito, sia quello dove è stato esposto nel caso di opere recuperate, ecc. Il paragrafo è ripetitivo e segue la stessa logica del paragrafo LC. TCL – Tipo di localizzazione Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il tipo di localizzazione del bene che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso versione 3.02 e ARTPAST 10 luogo di esecuzione/fabbricazione luogo di reperimento luogo di provenienza luogo di deposito luogo di esposizione luogo di collocazione successiva luogo di ripresa area rappresentata

10 Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad es. in occasione di uno scavo archeologico, di una ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad es. deposito temporaneo per restauro, o depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad es. in occasione dell’esposizione di beni recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene effettuata una ripresa fotografica.

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luogo di rilevamento PRV - LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO – AMMINISTRATIVA Informazioni sulla localizzazione geografico-amministrativa, relativa al territorio italiano oppure ad organizzazioni amministrativo-territoriali di paesi esteri.

PRVK - Continente Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il nome del continente. Lista di valori Africa America Asia Europa Oceania PRVS - Stato Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il nome dello Stato nel quale si trovava il bene, secondo la lista alfabetica dei nomi dei Paesi secondo la Norma UNI-ISO 3166-1, 1997 (I). Es.: Francia Italia Lussemburgo PRVR - Regione Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il nome della regione nella quale si trovava il bene, secondo le denominazioni ufficiali delle regioni italiane Es.: Toscana Lazio Sicilia PRVP - Provincia Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare la sigla corrispondente alla provincia nella quale si trovava il bene. Es.: RM NA TN PRVC - Comune Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il comune nel quale si trovava il bene, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT dei comuni italiani. Per le aree bilingue si adotta la denominazione in lingua italiana. Es.: Reggio di Calabria Reggio nell'Emilia Pago del Vallo di Lauro San Giuliano Terme PRVL - Località Dimensione 50 caratteri Indicare la località nella quale si trovava il bene, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni delle località abitate dei fascicoli ISTAT. Es.: Ponticello PRVE - Località estera Dimensione 250 caratteri Questo sottocampo, a testo libero, viene compilato in abbinamento al sottocampo Stato (PRVS) e in alternativa ai sottocampi PRVR, PRVP, PRVC, PRVL, quando il bene catalogato si trovi in località estera. Indicare se necessario le ripartizioni amministrative interne allo stato, seguite dal nome della località, utilizzando per

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quanto possibile le forme italianizzate. Qualora queste non esistano, o siano cadute in disuso, si adotterà la lingua ufficiale dello stato di appartenenza, traslitterata se necessario. Es.: Parigi Mosca Amsterdam Westem States, Ibadan PRL – Altra località Dimensione 250 caratteri Indicare eventuali altri toponimi, specificando tra parentesi la fonte utilizzata per l'individuazione del toponimo e, dopo una barra “/” seguita da uno spazio, la sua datazione. Il campo può essere utilizzato anche per memorizzare il contenuto, presente in versioni precedenti della scheda, del sottocampo 'PRVF-Frazione' (le frazioni sono state soppresse dall'ISTAT in occasione del censimento 1991), facendo seguire al nome della località la specifica 'frazione ISTAT' fra parentesi tonde. Il campo è ripetitivo. Es.: Colle Curino (IGM/ 1949) Gramiccia (mappa catastale/ 1934) Zappolino (frazione ISTAT) PRE - Diocesi Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare la diocesi, secondo la denominazione ufficiale delle diocesi italiane. Es.: Latina-Terracina-Sezze PRC – COLLOCAZIONE SPECIFICA Informazioni specifiche sulla collocazione del bene catalogato. I dati registrati nei campi PRCT e PRCN devono coincidere con le informazioni inserite nell’eventuale scheda relativa al bene contenitore. Il paragrafo – nel caso l’ente ne abbia necessità – potrà essere utilizzato per registrare e gestire le informazioni relative alla movimentazione delle opere all’interno del contenitore utilizzando nel campo “TCL” la voce “collocazione successiva” in senso diacronico (e quindi collegata alla/e relativa/e data/e). Il sottocampo LDCS (specifiche) nel paragrafo LC non conterrà alcun riferimento a queste movimentazioni, riporterà la collocazione dell’oggetto risultante al momento della catalogazione e verrà modificato solo in caso di aggiornamento della scheda realizzata. Nel caso in cui si cataloghi materiale proveniente da una donazione/acquisto e si possa individuare il luogo fisico di provenienza delle opere il paragrafo andrà compilato con tutte le informazioni reperite in fase di catalogazione anche se ridondanti rispetto al paragrafo relativo alla condizione giuridica ACQ. PRCT - Tipologia Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Indicare la tipologia funzionale e/o architettonica del contenitore del bene catalogato. Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCT. PRCQ - Qualificazione Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Aggettivo o locuzione che precisa, integra o caratterizza il contenitore dal punto di vista della condizione giuridico-amministrativa o funzionale. Vocabolario aperto PRCD - Denominazione Dimensione 80 caratteri Indicare il nome proprio completo, o la denominazione corrente, o il titolo del contenitore, anche se comprende lo stesso termine usato nel precedente sottocampo Tipologia (PRCT). Per la denominazione degli edifici si farà riferimento, ove possibile, a fonti ufficiali (ad esempio gli Annuari Diocesani per gli edifici ecclesiastici). Es.: Palazzo Pitti Palazzo Vecchio Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCN. PRCA - Altra denominazione Dimensione 250 caratteri Indicare altre denominazioni del contenitore alternative a quella citata nel precedente sottocampo PRCD. Per consentire l’indicazione delle diverse denominazioni questo sottocampo è ripetitivo.

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Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCA. PRCC – Complesso monumentale di appartenenza Dimensione 80 caratteri Indicare la denominazione del complesso monumentale a cui appartiene l’edificio in cui è collocato il bene. Es.: Abbazia delle Tre Fontane Convento dei Cappuccini PRCU - Denominazione spazio viabilistico Dimensione 250 caratteri Dati riguardanti gli spazi viabilistici, pubblici o di uso pubblico, che consentono di individuare la collocazione dell'immobile contenitore. Il sottocampo dovrà contenere il nome della via o piazza e relativo numero civico, se esiste, oppure l'indicazione della progressione chilometrica nel caso di viabilità extraurbana. Es.: Piazza Pitti Piazza della Signoria Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCU. PRCM - Denominazione struttura conservativa I livello Dimensione 70 caratteri Nome ufficiale per esteso della raccolta, o tipologia e denominazione della collezione. In caso di beni di proprietà privata va indicato il cognome ed il nome del proprietario, detentore o possessore, preceduto dalla dizione 'collezione privata'. Es.: Collezione medicea Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCM. Nel caso di collezioni private non inserire alcuna qualifica del nome quali titoli nobiliari, professionali etc. e non usare termini quali “famiglia”, “fratelli” se non necessari alla individuazione della collezione. Se l’indicazione è necessaria andrà inserita in coda. PRCI – Denominazione struttura conservativa II livello Dimensione 70 caratteri Inserire compilare con la denominazione dell’eventuale sottosezione dell’Istituto culturale in cui è conservato il bene catalogato. Es.: PRCM: Civici Musei di Arte e Storia di Brescia PRCI: Pinacoteca Tosio Martinengo Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCI. PRCZ – Tipologia struttura conservativa Dimensione 70 caratteri - Vocabolario chiuso Inserire tipologia Istituto di conservazione in cui il bene è contenuto Vocabolario museo biblioteca archivio PRCS - Specifiche Dimensione 250 caratteri Informazioni peculiari sulla localizzazione del bene all'interno del contenitore. La descrizione deve procedere dal generale al particolare, indicando, prioritariamente, ove esista, la denominazione. Es.: guardaroba PRD – DATA Indicazioni cronologiche relative alla provenienza o deposito del bene. Per la provenienza si specificheranno, quando possibile, gli estremi cronologici relativi ad ogni passaggio di bene. PRDI - Data ingresso Dimensione 25 caratteri

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Data iniziale di presenza del bene nel luogo di provenienza o di deposito. La datazione può essere espressa in anni, in secoli o frazioni di secolo, eventualmente accompagnati dalle precisazioni che seguono precedute da uno spazio: ante post inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. (?) Es.: 1730 ante sec. XVIII fine sec. XX ante PRDU - Data uscita Dimensione 25 caratteri Data finale della presenza del bene nel luogo di provenienza. La datazione può essere espressa sia in anni che in secoli o frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti precisazioni precedute da uno spazio: ante post inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. (?) Es.: 1632 post 570 ca./ sec. II a.C. metà UB –DATI PATRIMONIALI – COLLEZIONI Informazioni relative alla posizione patrimoniale del bene, all’inventario e alla stima, nonché all’appartenenza di un bene a una specifica collezione poi confluita all’interno di una raccolta. I campi relativi all’inventario e alla stima contengono i dati ‘amministrativi-patrimoniali’ del bene; il campo relativo alle collezioni contiene i dati ‘storico-culturali’ relativi alle collezioni delle quali ha fatto parte o fa ancora parte nell’ambito della raccolta attuale. UBB – UBICAZIONE DEL BENE Informazioni relative alla posizione del bene e all’inventario di appartenenza. INV – Inventario Informazioni relative all’inventario. Va riportato il numero di inventario del bene, eventualmente preceduto dal nome o dalla sigla del museo, Soprintendenza etc.; nel caso di collezioni di proprietà privata il bene può essere individuato con il semplice numero progressivo, talvolta preceduto dalla sigla della collezione. Qualora nel tempo il bene sia stato inventariato più volte, è bene ripetere i dati (utilizzando la ripetitività del campo strutturato), riportando per primo l’inventario attuale seguito dagli inventari storici, in ordine cronologico dal più recente al più antico. Poiché ad un bene complesso con parti distinte, o con parti di reimpiego, oppure frammentato e successivamente ricomposto, possono essere stati attribuiti più numeri di inventario per le singole componenti, è necessario riportare tutti i numeri. In assenza del numero d’inventario, il bene può essere identificato con il numero del Registro cronologico di entrata (o del Registro d’ingresso). Il campo è ripetitivo. INVA - Denominazione

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Dimensione 500 caratteri Indicare la denominazione dell'inventario. Es.: Inventario Corsini Inventario corrente INVD - Data Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Riportare l'anno o l'arco cronologico di compilazione dell'inventario eventualmente seguita dalle seguenti precisazioni: ante, post, inizio, fine, metà, prima metà, seconda metà, ca., secondo gli esempi indicati di seguito. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: 2002 1900 ante 1900 post 1840 ca. sec. XX seconda metà 1950-1975 Nel caso di inventari in corso, si può indicare la sola data di inizio, seguita da un trattino. Es.: 1995- Nel caso di più occorrenze le datazioni saranno in ordine cronologico decrescente (ARTPAST). INVC - Collocazione Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Luogo in cui è conservato l'inventario, se diverso da quello della raccolta museale o dalla Soprintendenza di pertinenza; per le Soprintendenze e altri Istituti si utilizza la sigla corrispondente. Es.: SBA NA INVN - Numero Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto Numero di inventario nella forma numerica o alfanumerica adottata dalla Soprintendenza o dal museo; nel caso di collezioni il numero può essere preceduto dalla sigla relativa. Nel caso di più numeri, questi vanno separati da una barra (/). Qualora il numero si riferisca non all'inventario, ma al registro d'ingresso, va fatto precedere dalla dizione 'Reg. Ingr.'; qualora il numero di riferisca al Registro cronologico d'entrata, va fatto precedere dalla sigla 'RCE'. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: 35.000 G 193 Reg. Ingr. 4693 RCE 800 20317/1 1452/A M.2002.12.124 N.B. In alcuni casi un gruppo di oggetti possono essere registrati con un unico numero di ingresso o di inventario legato alle modalità e ai tempi di acquisizione all’interno della collezione o del patrimonio museale. INVX – Transcodifica del numero di inventario Dimensione 50 caratteri Trascodifica del numero di inventario riportato nel sottocampo INVN. Ha l'unico scopo di ottenere un corretto ordinamento delle schede per numero inventario. Le posizioni a disposizione sono 15 e il sottocampo è alfanumerico, ma si può utilizzare un tipo di trascodifica che ne utilizzi un numero inferiore. L'importante è utilizzare per tutte le schede lo stesso numero di posizioni; se necessario si integri con gli zeri a precedere: es. 001234. L'esempio che segue utilizza 6 posizioni. Esempio: in Accademia Carrara l'Inventario è a numerazione replicata perché organizzato per settori (I, II ..., X, A, B): quindi le medaglie hanno numerazione I.1, I.2, .... II.1, II.2, ..... X.19, X.20, poi A.1, A.2, ..... La convenzione adottata è di sostituire le prime due cifre (che sarebbero sempre 0 perché nessun settore eccede le 1.000 unità) con un numero di convenzione, ed esattamente I = 01, II = 02, fino a X = 10, e poi A = 11, B = 12. Es.: Inventario generale I.1 -------> 010001 II.3 --------> 020003 IX.124 ---------> 090124 B.273 ---------> 120273

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Es.: numero inv: 1234/a -> transcodifica: 001234; numero inv: 6 -> transcodifica: 000006. INVY – Numero della segnatura Dimensione 50 caratteri Numero della segnatura dell’esemplare nel caso sia diverso dal numero di inventario o di ingresso. INVP - Riferimento alla parte Dimensione 500 caratteri Specificare, se utile nel caso di un bene complesso con parti distinte, o con parti di reimpiego, oppure frammentato e successivamente ricomposto, a quale parte del bene si riferisce il numero di inventario indicato nel campo INVN. INVS – Specifiche inventario Dimensione 1000 caratteri Inserire eventuali specifiche relative all’inventario. In questo campo è possibile qualificare la data. Si indica infatti qui se la data è quella in cui il bene è stato inventariato o la data dell’inventario stesso. Es. data inventario data ingresso STI – STIMA Riportare le informazioni inerenti la stima del bene. La stima del bene risponde a specifiche esigenze delle Soprintendenze o dell’ente di pertinenza. Poiché il bene può subire nel tempo rivalutazioni o deprezzamento si possono riportare tutte le stime, dalla più recente alla più antica, preceduta dall’indicazione della valuta. Il campo è ripetitivo. STIS - Stima Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Per i beni di proprietà statale e di altri enti pubblici la stima è proposta dall'Ente competente oppure può essere desunta dall'inventario o dal Registro cronologico d'entrata. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: Euro 500,00 Lire 1.000.000 STID - Data stima Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare l'anno della stima. Es.: 2002 STIM - Motivo della stima Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il motivo della stima. Vocabolario aperto acquisto alienazione assicurazione compilazione dell'inventario generale donazione importazione premio di rinvenimento restauro COL - COLLEZIONI Inserire in questo campo strutturato le informazioni sulla collezione attuale e/o sulle collezioni storiche delle quali il bene catalogato fa o ha fatto parte (indicando, utilizzando la ripetitività del campo, dalla più recente alla più antica). I dati da riportare in questo campo non devono coincidere con quelli relativi alla raccolta (museale, privata etc.) di cui la specifica collezione o il singolo bene che ne proviene fa attualmente parte. Il campo è ripetitivo.

COLD - Denominazione Dimensione 500 caratteri

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Denominazione corrente o tradizionale/storica della collezione alla quale apparteneva o appartiene il bene catalogato, all’interno della raccolta. Es.: Collezione Farnese Collezione medicea Collezione Tommaso Ruscitti COLP - Partizione Dimensione 50 caratteri Definizione, nel caso esista una suddivisione dei beni all'interno del collezione, della relativa partizione/serie di appartenenza. COLS - Sottopartizione Dimensione 50 caratteri Nel caso si abbia un'ulteriore partizione dei beni all'interno di una partizione/serie, denominazione della relativa sottopartizione. COLM - Insieme Dimensione 50 caratteri Identificatore di un gruppo di oggetti raggruppati, anche non permanentemente, per logiche collezionistiche, espositive, commerciali o altro. Un oggetto può appartenere a diversi insiemi, per cui il campo è ripetitivo. COLC - Nome del collezionista Dimensione 100 caratteri Nome del collezionista o dei collezionisti (nel caso di più persone coinvolte nella formazione di un’unica collezione) riportati in sequenza nella forma Cognome, Nome eventualmente separati da una barra (/) seguita da uno spazio. Es.: Ruscitti, Tommaso

COLA - Data ingresso del bene nella collezione Dimensione 50 caratteri Indicare l’anno o la fascia cronologica di acquisizione del bene all’interno della collezione. Es.: 1593 2002 sec. XIX COLU - Data uscita del bene dalla collezione Dimensione 50 caratteri Indicare l’anno o la fascia cronologica di uscita del bene dalla collezione o di smembramento della collezione stessa. Sottocampo da compilare solo nel caso di collezioni precedenti all’attuale. Es.: 1870 sec. XVII

COLI - Numero inventario del bene nella collezione Dimensione 100 caratteri Indicare l’eventuale numero d’inventario attribuito al bene nella collezione. Nel caso di più numeri o partizioni, questi vanno separati da una barra (/). Es.: 35.000 G 193 20317/1 1452/A COLV - Valore Dimensione 50 caratteri Indicare il valore del bene, desunto, quando presente, dall’inventario della collezione o dal suo prezzo di acquisto o vendita. Es.: Ducati 1.000 Lire 2.000.000 Euro 500,00

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COLN - Specifiche e note Dimensione 5000 caratteri Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla collezione o sul collezionista.

CS – LOCALIZZAZIONE CATASTALE Informazioni relative alla localizzazione del bene sulla base della ripartizione catastale nazionale. Il paragrafo è ripetitivo. CTL - Tipo di localizzazione Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il tipo di localizzazione che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario versione 3.02 e ARTPAST 11 localizzazione fisica12 luogo di esecuzione/fabbricazione luogo di reperimento luogo di provenienza luogo in deposito luogo di esposizione luogo di collocazione successiva luogo di ripresa area rappresentata luogo di rilevamento CTS - LOCALIZZAZIONE CATASTALE Indicazioni necessarie per identificare il luogo nell’ambito della ripartizione catastale. Si utilizza la ripetitività nel caso in cui l’area ricada nel territorio di più Comuni. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. CTSC - Comune Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il nome del Comune a cui è intestato il foglio di mappa, riportato senza alcuna abbreviazione. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: Allumiere CTSF - Foglio/Data Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il numero del foglio di mappa catastale in cui ricadono la particella o le particelle. Nel caso in cui sia leggibile la data di formazione del foglio e/o quella di eventuali aggiornamenti, indicare la più recente separandola dal numero di foglio mediante una barra (/), seguita da uno spazio. Si utilizza la ripetitività nel caso di più fogli catastali ricadenti in un medesimo Comune. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 41 35/ 1947 CTSN - Particelle Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto

11 Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad Es.: in occasione di uno scavo archeologico, di una ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad Es.: deposito temporaneo per restauro, o depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad Es.: in occasione dell’esposizione di beni recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene effettuata una ripresa fotografica. 12 La localizzazione fisica indica il luogo dove si trova il bene catalogato. .

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Indicare il numero o la lettera che individua la particella catastale; se le particelle sono più di una, dividere i numeri e/o le lettere con una virgola. Si utilizza la ripetitività per registrare particelle che appartengono a fogli catastali diversi pertinenti ad un medesimo Comune: in questo caso indicare il numero del foglio e quindi, dopo una barra (/) seguita da uno spazio, la/le particella/e (divise da una virgola quando sono più di una). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 15 24, 25, 25, E 41/ 112, 113

GP – GEOREFERENZIAZIONE TRAMITE PUNTO In questo paragrafo vengono registrati i dati che permettono di georeferenziare il bene catalogato mediante la definizione di un punto, individuato da una coppia di coordinate agganciate al sistema di riferimento specificato. Il paragrafo è ripetitivo, in relazione alla possibilità di registrare vari tipi di localizzazione (cfr. il vocabolario chiuso collegato al campo GPL), oppure di georeferenziare un bene con metodi e tecniche diverse, su basi differenti. GPL - Tipo di localizzazione Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il tipo di localizzazione che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario versione 3.02 e ARTPAST 13 localizzazione fisica14 luogo di esecuzione/fabbricazione luogo di reperimento luogo di provenienza luogo in deposito luogo di esposizione luogo di collocazione successiva luogo di ripresa area rappresentata luogo di rilevamento

GPD - DESCRIZIONE DEL PUNTO Informazioni necessarie per la definizione del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. GPDP - PUNTO Informazioni per la definizione del punto tramite coordinate agganciate al sistema di riferimento specificato nel campo GPP. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. GPDPX - Coordinata X Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la coordinata ‘x’ del punto. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1396569,837 [GB, fuso Ovest] 2310749,737 [GB, fuso Est] 788598, 288 [UTM 32] GPDPY - Coordinata Y

13 Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad Es.: in occasione di uno scavo archeologico, di una ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad Es.: deposito temporaneo per restauro, o depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad Es.: in occasione dell’esposizione di beni recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene effettuata una ripresa fotografica. 14 La localizzazione fisica indica il luogo dove si trova il bene catalogato.

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Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la coordinata ‘y’ del punto. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 4991690,680 [GB, fuso Ovest] 4641074, 564 [GB, fuso Est] 4644052,227 [UTM 32] GPC - CARATTERISTICHE DEL PUNTO Indicazioni sulle caratteristiche del punto GPCT - Tipo Dimensione 50 caratteri Indicare, in forma libera, il tipo di punto che georeferenzia il bene catalogato. La definizione del tipo di punto, infatti, non è univoca e dipende dalla tipologia e dalla conformazione del bene (mobile o immobile) e dal tipo di localizzazione espressa nel paragrafo (localizzazione fisica, o di reperimento, o luogo di esecuzione/fabbricazione: cfr. campo GPL). Si possono definire, ad esempio, sia un punto significativo collegato alla forma geometrica del bene (baricentro, centroide, ecc.), sia un punto significativo collegato ad una parte caratteristica o funzionalmente rilevante (area posta alla quota più elevata, zona di accesso, area con resti visibili in superficie), ecc.

GPCL - Quota s.l.m. Dimensione 12 caratteri Indicare un valore di quota associato al punto. La quota, riferita al livello del mare, è espressa in metri; si possono utilizzare i decimali, separati da numero intero mediante una virgola. Nel caso di valori negativi e per i siti sommersi, premettere il segno ‘-’. Es.: 135,4 - 5,5

GPCI - Quota minima s.l.m. dell’area rappresentata dal punto Dimensione 12 caratteri Indicare la quota minima assoluta dell’area rappresentata dal punto, rispetto al livello del mare, espressa in metri; si possono utilizzare i decimali, separati dal numero intero mediante una virgola. Se tutta l’area del bene si trova alla medesima quota, indicare lo stesso valore sia nel campo ‘GPCI-quota minima’, che nel campo ‘GPCS-quota massima’. Nel caso di valori negativi, e per i siti sommersi, premettere il segno ‘- GPCS - Quota massima s.l.m. dell’area rappresentata dal punto Dimensione 12 caratteri Indicare la quota massima assoluta dell’area rappresentata dal punto, rispetto al livello del mare, espressa in metri; si possono utilizzare i decimali, separati dal numero intero mediante una virgola. Nel caso di valori negativi, e per i siti sommersi, premettere il segno ‘-’. GPM - Metodo di georeferenziazione Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare il metodo utilizzato per l’acquisizione del punto, se cioè sia stato individuato in modo esatto o approssimato. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso punto esatto punto approssimato

GPT - Tecnica di georeferenziazione Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare la tecnica utilizzata per l’acquisizione delle coordinate del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso rilievo tradizionale rilievo da cartografia con sopralluogo rilievo da cartografia senza sopralluogo rilievo da foto aerea con sopralluogo rilievo da foto aerea senza sopralluogo rilievo tramite GPS rilievo tramite punti d’appoggio fiduciari o trigonometrici stereofotogrammetria

GPP - Proiezione e sistema di riferimento

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Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Informazioni necessarie per individuare la proiezione ed il sistema di riferimento cui sono agganciate le coordinate del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. Lista di valori UTM 32 [UTM ED50, fuso 32] UTM 33 [UTM ED50, fuso 33] GB1 [GB, fuso Ovest] GB2 [GB, fuso Est] ecc.

GPB - BASE DI RIFERIMENTO15 Informazioni necessarie per identificare la base cartografica impiegata per la georeferenziazione. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto. GPBB - Descrizione sintetica Dimensione 20 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicazioni che consentono di descrivere sinteticamente la base di riferimento utilizzata (l’ICCD fornirà indicazioni sulle modalità di descrizione delle basi cartografiche, in modo da renderle il più possibile omogenee). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: IGMI 144 INE CTR Toscana 1:10.000

GPBT - Data Dimensione 10 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data di redazione della base cartografica utilizzata. Nel caso si tratti di una foto aerea, indicare la data della ripresa. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1939 GPBO - Note Dimensione 250 caratteri Eventuali informazioni che non è possibile inserire altrove: ulteriori indicazioni sulla base di riferimento o sul procedimento seguito per l’acquisizione del punto, ecc. GPR – CARTOGRAFIA GPRF - Sigla foglio C.T.R. 1:10.000 Dimensione 4 caratteri Sigla del foglio della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000. RE – MODALITA’ DI REPERIMENTO Informazioni relative alle modalità con cui è stato reperito o recuperato il bene in esame. RCG - RICOGNIZIONI Informazioni relative alle indagini archeologiche di superficie che hanno portato all’individuazione del bene. RCGU - Uso del suolo Dimensione 100 caratteri Indicare l’uso del suolo al momento della ricognizione. Il sottocampo è ripetitivo. Es.: seminativo arborato vigneto incolto edificato

RCGC - Condizioni di visibilità Dimensione 100 caratteri Indicare le condizioni di visibilità al momento della ricognizione. Il sottocampo è ripetitivo. Es.:

15 Nel caso in cui le coordinate vengano acquisite tramite GPS, quindi senza l’ausilio di una base cartografica, è possibile non rispettare le obbligatorietà richieste per questo campo (nel SIGEC viene richiesta al catalogatore una giustificazione).

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arato zappato erboso RCGA - Responsabile scientifico Dimensione 250 caratteri Indicare il nome del responsabile scientifico della ricognizione nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo. RCGE - Motivo Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il motivo che ha determinato la ricognizione. Vocabolario aperto campagna catalografica fotointerpretazione indagine territoriale lavori agricoli notizie bibliografiche notizie d’archivio opere pubbliche opere private prospezione subacquea scavo clandestino rinvenimento fortuito RCGM - Metodo Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare sinteticamente il metodo di ricognizione adottato. Vocabolario aperto occasionale per campioni per quadrati di … m. di lato sistematico RCGD -Data Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data in cui è stata effettuata la ricognizione nella forma anno/mese/giorno, oppure indicare un arco di tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1998/11/06 1950/00/00 1999/05/12-1999/09/01 RCGJ – Codice IDK della scheda ricognizioni Dimensione 18 caratteri Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Ricognizioni-RCG SIRBeC normalizzato centralmente. RCGH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Indicare il codice univoco che individua la ricognizione nell’ambito di un repertorio locale. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Ricognizioni-RCG SIRBeC normalizzato centralmente. RCGS - Bibliografia specifica Dimensione 1000 caratteri Citazioni bibliografiche sulla ricognizione, contenenti informazioni utili alla conoscenza del bene in esame, secondo i criteri esemplificati di seguito. Il sottocampo è ripetitivo. Es.: Grigato S., Maragno E., Ricerca archeologica di superficie su un’area di 90 kmq dell’agro centuriato di Adria, in La ricerca archeologica di superficie in area padana, Atti del Workshop (Villadose, 1 ottobre 1994), a cura di Maragno E., Stanghella 1996, pp. 179-198.

RCGZ - Specifiche Dimensione 5000 caratteri Eventuali informazioni relative alle modalità di reperimento del bene nel corso della ricognizione.

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DSC - DATI DI SCAVO Informazioni relative all’intervento di scavo in occasione del quale è stato reperito il bene in esame.

DSCV - Denominazione dello scavo Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto Riportare la denominazione ufficiale o, in mancanza di questa, quella maggiormente attestata in bibliografia, eventualmente seguita dalla ripartizione interna, nel caso di scavi particolarmente ampi. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: Himera, tempio B Calvatone, area della domus dei signini Corte Cavanella

DSCF - Ente responsabile Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare la denominazione dell’Ente responsabile dello scavo. Il sottocampo è ripetitivo.

DSCA - Responsabile scientifico Dimensione 100 caratteri Indicare il nome del responsabile scientifico dello scavo nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo. DSCT - Motivo Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il motivo che ha determinato lo scavo. Vocabolario aperto fotointerpretazione lavori agricoli notizie bibliografiche notizie d’archivio opere pubbliche opere private prospezione subacquea ricerca scientifica scavo clandestino rinvenimento fortuito

DSCM - Metodo Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare sinteticamente il metodo di scavo adottato. Vocabolario aperto open area per quadranti di … m. di lato per approfondimenti progressivi scavo stratigrafico

DSCD - Data Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data in cui è stato effettuato lo scavo nella forma anno/mese/giorno, oppure indicare un arco di tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 2001/12/16 1944/00/00 1999/07/11-1999/10/01 DSCJ - Codice IDK della scheda scavo Dimensione 18 caratteri Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Scavi-DSC SIRBeC normalizzato centralmente. DSCH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Indicare il codice univoco che individua lo scavo nell’ambito di un repertorio locale. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Scavi-DSC SIRBeC normalizzato centralmente.

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DSCU - Unità Stratigrafica Dimensione 25 caratteri Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica l’Unità Stratigrafica dalla quale proviene il bene catalogato, preceduta dalla sigla US. Qualora si tratti di un’Unità Stratigrafica Muraria o di un’Unità Stratigrafica di Rivestimento, tale serie sarà preceduta rispettivamente dalla sigla USM o USR. Es.: US 122 US CC1456 USM SG71 USR PT41

DSCS - Numero tomba Dimensione 25 caratteri Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica la sepoltura nella quale è stato rinvenuto il bene o alla quale esso appare indiscutibilmente connesso. Es.: 23 SP8

DSCI - Numero inventario di scavo Dimensione 25 caratteri Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica il bene catalogato all’interno dell’inventario di scavo. Es.: 87 122/43 VC45/187

DSCZ - Bibliografia specifica Dimensione 1000 caratteri Citazioni bibliografiche sullo scavo nella forma cognome iniziale nome, titolo contenenti informazioni utili alla conoscenza del bene in esame. Le informazioni complete relative alla citazione bibliografica andranno inserite nel campo BIB. Il sottocampo è ripetitivo. DSCN - Specifiche Dimensione 5000 caratteri Eventuali informazioni riguardanti lo scavo del sito in esame, anche relative a vecchie indagini, a lavori d’emergenza, etc., significative ai fini della conoscenza del bene catalogato. AIN - ALTRE INDAGINI Informazioni su altre tipologie di indagine che hanno portato all’individuazione o al reperimento del bene catalogato. Il campo è ripetitivo. AINT - Tipo Dimensione 100 caratteri Indicare il tipo di indagine effettuata. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: attività di manutenzione demolizione edifici restauro architettonico restauro di manufatti AIND - Data Dimensione 50 caratteri Indicare la data in cui sono state effettuate le indagini specificate nel sottocampo precedente, nella forma anno/mese/giorno, oppure con un arco di tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1977/09/16 1936/00/00 1998/06/14-1999/01/12 AINR - Responsabile Dimensione 100 caratteri Indicare il responsabile dell’indagine nella forma cognome, nome ovvero, nel caso di ditta o società specializzata, con la sua denominazione ufficiale.

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AINS - Note Dimensione 5000 caratteri Indicare informazioni su eventuali altre indagini, integrative a quelle già espresse nei sottocampi precedenti. RES - Specifiche di reperimento Dimensione 5000 caratteri Informazioni relative ad eventi particolari che hanno condotto all’individuazione o al reperimento del bene o a modalità di deposizione che si ritiene utili citare. La descrizione, a testo libero, deve essere quanto più possibile sintetica senza duplicare informazioni già inserite altrove. RO – RAPPORTO Dati relativi allo stadio del bene in esame, in rapporto con un altro bene che ne costituisce la fase prototipale (bene originale) o la fase derivata (bene finale). ROF – RAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE Indicare lo stadio del bene che si sta catalogando, nell’ambito del processo artistico-produttivo, in rapporto con l’altro bene che ne rappresenta la fase prototipale o la fase finale. Il campo è ripetitivo. ROFF- Stadio bene in esame Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Definizione dello stadio del bene in esame, in relazione con il bene da cui deriva o di cui rappresenta uno stadio preparatorio. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario ARTPAST bozzetto calco cartone copia derivazione disegno preparatorio modellino modello replica sinopia Inoltre voci da normativa 3.02 progetto prototipo prova stadio finale A ciascun termine del vocabolario si possono eventualmente aggiungere le specifiche “con variante” oppure “parziale”. ROFO – Bene finale/originale Dimensione 50 caratteri Indicare il nome o la locuzione che individua il bene con il quale il bene che si sta catalogando è in rapporto, in base alla connotazione funzionale e morfologica espressa secondo la tradizione degli studi (cfr. il vocabolario definito per il campo OGTD della specifica tipologia di bene a cui si fa riferimento), con eventuali specifiche relative alla denominazione, alla dedicazione o alla tipologia (le specifiche vanno separate dalla definizione mediante una virgola). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: dipinto scultura disegno monumento sepolcrale di Urbano VIII fontana delle Tartarughe acquasantiera, a parete ombrellino processionale, a cielo rigido ecc. ROFS - Soggetto bene finale/originale Dimensione 250 caratteri Indicare il soggetto del bene con il quale il bene in esame è in rapporto, con l’eventuale specifica del titolo.

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Per la compilazione di questa voce si veda il campo "Soggetto SGT", sottocampo "Identificazione SGTI" o solo "Titolo SGTT", qualora compilato. Questo sottocampo non va compilato se coincide con il campo "Soggetto SGT". Es.: Cristo benedicente Madonna di Foligno ROFA – Autore Dimensione 100 caratteri Indicare l’autore singolo o collettivo del bene con il quale il bene in esame è in rapporto, secondo le stesse modalità previste per la compilazione dei campi AUTN, Autore/ Nome scelto e AUTB, Ente collettivo/ Nome scelto (nel paragrafo AU- Definizione culturale). Si utilizza la ripetitività del campo nel caso di più autori. Qualora la realizzazione del bene non sia attribuibile direttamente ad uno o più autori, indicare l’ambito culturale di riferimento (per la compilazione cfr. il campo ATBD, Denominazione, paragrafo AU- Definizione culturale). Es.: manifattura di Capodimonte

Nel caso di più autori i nomi andranno separati da “/” seguito da uno spazio. Le indicazioni relative alla bottega, scuola, maniera etc. (usare voci del vocabolario collegato al sottocampo AUTS del campo AUT) seguiranno il nome tra parentesi tonde. Es. Tintoretto (scuola) Giulio Romano (attribuito) ROFD - Datazione bene finale/originale Dimensione 50 caratteri Datazione del bene con il quale il bene in esame è in rapporto. La datazione può essere espressa sia in anni che in secoli o frazioni di secolo, eventualmente accompagnati dalle seguenti precisazioni da posporre all’indicazione della data: ante inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. (?) Es.: sec. XVIII prima metà 1516 1633 ca. Le indicazioni cronologiche, nei casi in cui sia necessario, vanno seguite dalla specifica ‘a.C.’ (senza spazi), separata mediante uno spazio dalla data. Es.: 1570 ca. 1510 ante 150 a.C. 1815 (?) 1530 ca./ 1550 ca. 1823-1825/ 1840 sec. XV inizio sec. XIX fine/ 1870 ante secc. XV prima metà/ XVIII fine secc. XIX fine/ XX inizio secc. XVIII/ XIX 75 a.C./ sec. I fine

ROFC – Collocazione bene finale/originale Dimensione 100 caratteri

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Indicare la localizzazione geografica e la collocazione specifica del bene con cui il bene in esame è in rapporto. Per la compilazione si veda il paragrafo LC (Localizzazione geografico-amministrativa); le informazioni andranno registrate di seguito, separate da una barra (/) seguita da uno spazio. Es.: Italia/ Toscana/ FI/ Firenze/ Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Italia/ Veneto/ VE/ Venezia/ Biblioteca Marciana Regno Unito/ Londra/ National Gallery Inserire Stato, regione, sigla della provincia, nome del comune, nome del contenitore (quest’ultimo indicato con le stesse regole e la stessa sintassi utilizzate per la compilazione dei sottocampi LDCN e LDCM), separati da “/” seguito da uno spazio. Eventuali indicazioni di persone andranno indicate sempre nella forma cognome nome. Se la collocazione è all’estero inserire prima nome dello stato per esteso, il nome della città e poi denominazione dell’istituto di conservazione separatati da “/” seguito da uno spazio. Nel caso di altri alfabeti traslitterare in caratteri latini e in lingua inglese Es. Italia/ Lombardia/ BG/ Bergamo/ Cappella Colleoni Italia/ Lombardia/ CR/ Azzanello/ Chiesa parrocchiale di Azzanello Regno Unito/ Londra/ National Gallery Sono inoltre ammesse le voci “opera dispersa”, “opera distrutta”, “opera non eseguita”. ROFI - Inventario bene finale/originale Dimensione 100 caratteri Numero di inventario, preceduto eventualmente dal nome o dalla sigla, dell'opera con cui il bene in esame è in rapporto. Es.: 356 ROFZ – Segnatura bene finale/originale Dimensione 50 caratteri Inserire il numero della segnatura dell'opera con cui il bene in esame è in rapporto. ROFR - Collocazione precedente Dimensione 50 caratteri Antica collocazione dell'opera con cui il bene in esame è in rapporto presso collezioni, palazzi, chiese, ecc., quando questa è segnalata o sicuramente deducibile dalle fonti bibliografiche. Inserire Stato, regione, sigla della provincia, nome del comune, nome del contenitore (quest’ultimo indicato con le stesse regole e la stessa sintassi utilizzate per la compilazione dei sottocampi LDCN e LDCM), separati da “/” seguito da uno spazio. Eventuali indicazioni di persone andranno indicate sempre nella forma cognome nome. Se la collocazione è all’estero inserire prima nome dello stato per esteso, il nome della città e poi denominazione dell’istituto di conservazione separatati da “/” seguito da uno spazio. Nel caso di altri alfabeti traslitterare in caratteri latini e in lingua inglese. Es.: Regno Unito/ Londra/ Collezione Ellesmere ROFP - Specifiche rapporto Dimensione 5000 caratteri Indicare eventuali specifiche in merito al rapporto del bene in esame con un altro bene che ne costituisce la fase prototipale (bene originale) o la fase derivata (bene finale). Può essere inserito in questo campo, a testo libero, il rimando al campo RSE qualora entrambi i beni siano stati catalogati e sia stata instaurata una relazione fra le schede che li descrivono. REI - REIMPIEGO Tipo di intervento di reimpiego subito dal bene o da una parte del bene catalogato. Il campo è ripetitivo. REIP - Parte reimpiegata Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la parte del bene che ha subito un intervento di reimpiego. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es. capitello REIT - Tipo reimpiego Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Tipo di reimpiego subito dal bene. Il sottocampo presenta un’obbligatorità di contesto.

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Vocabolario aperto epigrafico edilizio ornamentale scultoreo strumentale etc. REID - Datazione reimpiego Dimensione 50 caratteri Indicare la cronologia del reimpiego. La datazione può essere espressa con l’indicazione di una fascia cronologica di riferimento, oppure in anni, in secoli o frazioni di secolo, eventualmente con le seguenti precisazioni: ante post inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. Le indicazioni cronologiche, nei casi in cui sia necessario, vanno seguite dalla specifica “a. C.”, separata mediante uno spazio dalla data. Es.: 1570 ca. 1510 ante 150 a.C. REIS - Specifiche reimpiego Dimensione 5000 caratteri Indicare eventuali specifiche in merito alle modalità del reimpiego subito dal bene o da una sua parte. Può essere inserito in questo campo, a testo libero, il rimando al campo RSE qualora entrambi i beni siano catalogati e sia stata instaurata una relazione fra le schede che li descrivono.

DT – CRONOLOGIA Informazioni sugli estremi cronologici del bene catalogato, nella forma più precisa possibile. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. DTZ – CRONOLOGIA GENERICA Indicazione della fascia cronologica di riferimento. Quando è possibile indicare gli estremi cronologici precisi nel campo "Cronologia specifica DTS", non si deve compilare il sottocampo "Frazione di secolo DTZS". Questo campo può essere ripetitivo nei casi in cui un oggetto abbia subito interventi successivi validi per il suo insieme (per esempio una statua del sec. XV rilavorata nel sec. XVIII). DTZG - Secolo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio Indicazione dei secoli in numeri romani seguita, se necessario, dalla specifica “a.C.”. Qualora si debba indicare l’intervallo tra due secoli occorre adoperare quale elemento separatore “/” seguito da uno spazio. Es.: sec. XVI secc. XIII/ XIV DTZS – Frazione di secolo Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso Specifiche che permettono di circoscrivere maggiormente la fascia cronologica. Vocabolario ARTPAST inizio fine metà

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prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto fine/inizio Si compila con la frazione di secolo solo quando DTSI e DTSF non hanno la stessa data; al contrario se la data è certa ad annum si compilano solo i sottoampi DTSI e DTSF ripetendo lo stesso anno. DTS – Cronologia specifica Datazione specifica in anni, eventualmente anche a cavallo di secoli. Se esiste solo una datazione generica, va riportato il relativo intervallo in anni secondo la seguente tabella: secolo: da 0 a 99; inizio: da 0 a 10; primo quarto: da 0 a 24; secondo quarto: da 25 a 49; terzo quarto: da 50 a 74; ultimo quarto: da 75 a 99; prima metà: da 0 a 49; seconda metà: da 50 a 99; metà: da 40 a 60; fine: da 90 a 99; fine/inizio: da 90 a 10 Nel caso in cui la data sia un anno preciso, si compilano i due sottocampi "Da DTSI" e "A DTSF" con lo stesso valore. Nei casi in cui si conosca solo il termine ante quem o post quem si compilerà solo uno dei due sottocampi seguenti, mentre l'altro sarà riempito automaticamente in relazione alla cronologia generica secondo la tabella precedente. Il campo è ripetitivo contestualmente a "Cronologia generica DTZ", negli stessi casi. DTSI - Da Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio Indicazione in anni della data iniziale dell'esecuzione dell'opera, eventualmente seguita da mese e giorno nella forma: "anno/mese/giorno"(aaaa/mm/gg). Es.: 1842/12/03 1623 DTSV - Validità Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto Precisazioni relative alla data iniziale. Vocabolario ARTPAST ante post ca. (?) DTSF - A Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio Indicazione in anni della data finale dell'esecuzione dell'opera, eventualmente seguita da mese e giorno nella forma: "anno/mese/giorno" (aaaa/mm/gg). Es.: 1902/03/05 1648 DTSL - Validità Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto Precisazioni relative alla data finale. Vocabolario ARTPAST ante post ca. (?)

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DTX – Specifica Dimensione 255 caratteri Utilizzare il campo quando sia necessario specificare a cosa esattamente si riferisce la cronologia riportata. Nel caso in cui venga riportata una sola indicazione cronologica, non è necessario compilarlo. Ad esempio, nel caso in cui un capitello abbia un'iscrizione di un epoca completamente differente, verrà riportata un indicazione cronologica relativa al capitello ed un'altra relativa all'iscrizione. DTM – Motivazione cronologia Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicazioni sulle motivazioni della datazione. Il campo può essere ripetitivo se si vogliono dare più giustificazioni per la cronologia indicata. Vocabolario ARTPAST analisi iconografica analisi diagnostiche analisi paleografica analisi stilistica analisi storica arme bibliografia bollo contesto data documentazione fonte archivistica iscrizione marchio nota manoscritta punzone tradizione orale Inoltre sono ammesse le voci inventario museale Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”. ADT – Altre datazioni Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Datazioni superate, alternative o tradizionali. Il campo è ripetitivo per registrare diverse datazioni. La datazione può essere espressa sia in anni che in secoli o frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti precisazioni: ante post inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. (?) Es.: 1508 sec. XIV prima metà AU – DEFINIZIONE CULTURALE Informazioni che consentono di collocare il bene nel contesto culturale di produzione. AUT – Autore Dati individuativo-anagrafici sull'autore del bene catalogato o sull'artista al cui ambito è riferibile l'opera, anche se d'autore ignoto. Nel caso di diverse attribuzioni si indicherà la più convincente, riportando le altre nel campo "Altre attribuzioni AAT".

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Via via che si immettono nuovi nomi di autori va inoltre elaborata a parte una scheda bibliografica specifica, secondo il modello definito per la costituzione dell'Archivio controllato degli Autori. Il campo è ripetitivo, per poter registrare i dati relativi a più autori (persone singole o enti collettivi) eventualmente coinvolti, con ruoli diversi, nella realizzazione del bene. Pertanto, i due sottocampi per l’indicazione del nome, AUTN e AUTB, sono alternativi l’uno all’altro: ad ognuno di essi, di volta in volta, andranno associate le informazioni inserite negli altri sottocampi, a partire dal ruolo (AUTR). Per autori si intendono: Il campo è ripetitivo nel caso di opere di collaborazione. AUTR – Riferimento all’intervento Dimensione 50 caratteri Informazione che indica il ruolo svolto dall'autore nella realizzazione del bene catalogato. Vocabolario aperto E’ necessario differenziare i ruoli anche quando coperti da uno stesso autore, in tal caso è necessario inserire due occorrenze con lo stesso nome dell’autore differenziandole attraverso il ruolo inserito in AUTR. AUTN - Autore/Nome scelto Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio Nel sottocampo AUTN dovrà essere riportato, nella forma standardizzata il nome scelto di persona o ente collettivo. Nel caso in cui esistano per una stessa persona o ente diverse denominazioni o forme varianti del nome si dovrà in primo luogo individuare il nome da adottare e successivamente stabilire, secondo precise regole, la forma standard del nome. Al momento della registrazione del record bisognerà quindi interrogarsi sul nome da scegliere - il nome anagrafico o lo pseudonimo ad esempio- e in quale ordine e secondo quali criteri rappresentarlo. Nella maggioranza dei casi gli autori collettivi - intesi come organizzazione, istituzione, impresa, ditta, studio o gruppo di persone, anche a carattere temporaneo, che sia direttamente coinvolta nel processo creativo o nella realizzazione, diffusione e conservazione di un’opera e che sia identificabile univocamente attraverso un nome o una definizione univoca - sono identificati attraverso un nome assunto o dalla denominazione ufficiale dell’ente. Eventuali rinvii tra la forma del nome scelto e altre forme dovranno essere riportate nella scheda AUT. Scelta del nome autore personale Il principio di fondo che guida la scelta del nome è quello di individuare, tra le diverse forme note, quella con la quale un autore o una persona è prevalentemente conosciuta o con la quale preferisce rendersi nota. A seconda che si tratti di un autore moderno o contemporaneo, o di un autore antico, la scelta dovrà essere condotta tenendo presente la volontà esplicita dell’autore (cfr. nomi o pseudonimi assunti) o le diverse fonti di riferimento (cfr. nomi, denominazioni e pseudonimi assegnati). Va precisato che tra le varianti di un nome la scelta deve essere condotta solo tra quelle significative, escludendo quindi forme diverse determinate da un diverso ordine del nome, da varianti ortografiche, da forme vernacolari o storicizzate. Si dovranno prendere in considerazione solo quelle forme varianti determinate dall’uso di pseudonimi assunti o attribuiti, da denominazioni convenzionali, da cambiamenti del nome dovuti a cambiamento di stato. Ad esempio la scelta del nome per Michelangelo Buonarroti dovrà essere fatta tra la forma Buonarroti Michelangelo o la forma Michelangelo, tralasciando tutte le varianti ortografiche minori (Buonnarota, Michel Angelo, Michelagnolo ecc.). Pseudonimi o nomi assunti Per gli autori che durante la loro attività hanno scelto di presentare le loro opere con un nome diverso da quello anagrafico si dovrà prediligere la forma da essi utilizzata, sia essa uno pseudonimo o un nuovo nome. In caso di dubbio fra un cambiamento deliberato del nome o un uso occasionale e contemporaneo di un altro nome, si utilizza la forma prevalente. Es.: AUTN: Scipione [pseudonimo di Bonichi, Gino] AUTN: Savinio, Alberto [nome assunto di De Chirico, Andrea] Nel caso in cui un autore sia prevalentemente noto con un nome che presenta una forma di completezza minore rispetto a quella anagrafica, si adotta quest’ultima Es.: AUTN: Aulenti, Gae [forma incompleta di Aulenti, Gaetana] Ma se il nome presenta, senza una esplicita volontà da parte dell’autore, una forma incompleta, ad esempio le sole iniziali del prenome o nome proprio o il cognome senza suffisso, in caso di corretta integrazione e scioglimento delle iniziali si preferisce quest’ultima forma per chiarezza di identificazione. Nomi, pseudonimi, denominazioni convenzionali assegnati

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In assenza di esplicitazione della volontà dell’autore, ad esempio per gli autori antichi, la scelta del nome si baserà sulla tradizione storiografica e critica, preferendo la forma prevalentemente utilizzata nei repertori e dalle fonti. Es.: AUTN: Botticelli, Sandro [per Filipepi, Alessandro] Casi di scelta dubbia o difficile potrebbero presentarsi per quegli autori generalmente più noti attraverso uno pseudonimo. L’uso di pseudonimi, largamente condiviso e utilizzato dalla critica, tende oggi in alcuni casi ad essere progressivamente sostituito dalla forma anagrafica del nome. Ad esempio tra Francesco Mazzola e Parmigianino si opterà per quest’ultima facendo un rinvio della prima forma. Di Alessandro Magnasco detto il Lissandrino si adotterà invece la forma anagrafica e non lo pseudonimo, ormai non più così frequentemente utilizzato. La scelta del nome dovrà essere comunque fatta sulla base dello spoglio delle fonti e dei repertori aggiornati ed autorevoli. Es.: AUTN: Parmigianino [per Mazzola, Francesco] AUTN: Magnasco, Alessandro [per Lissandrino] Nel caso in cui non si tratti proprio di un pseudonimo ma di una denominazione convenzionale o notname attribuito ad un autore anonimo dalla critica, la denominazione convenzionale verrà assunta come intestazione autorizzata. Es.: AUTN: Maestro della Pala Sforzesca Se una denominazione convenzionale è stata adottata per un autore del quale si sia scoperta l’identità anagrafica si potrà scegliere se continuare ad adottare il notname o se al contrario utilizzare la forma anagrafica o lo pseudonimo, secondo quanto attestato dalle fonti o dai repertori. Es.: AUTN: Fra Carnevale [per Maestro delle Tavole Barberini o Corradini, Bartolomeo] Diverso invece è il caso di un autore anonimo, generalmente indicato dalle fonti o dalla critica con un nome convenzionale o con uno pseudonimo, per il quale sono state solo avanzate ipotesi circa la sua identità anagrafica. In questo caso si registrerà la denominazione o lo pseudonimo. Nomi di autori stranieri Nel caso di autori stranieri la registrazione del nome scelto dovrà essere nella lingua d’origine dell’autore stesso. Es. : AUTN: Montagne, Renaud de la Per autori stranieri attivi soprattutto in Italia e noti attraverso una forma italiana del nome si utilizzerà preferibilmente come nome scelto la forma italiana. Es.: AUTN: Giambologna [per Bologne, Jean de] Forma del nome personale Il principio generale che determina la forma del nome scelto è quello che in prima posizione compaia sempre quell’elemento del nome che meglio identifica l’autore. Il principio non è diverso da quello che normalmente presiede alla creazione di indici sistematici ed è innanzitutto funzionale al reperimento delle informazioni all’interno di una lista. L’intestazione può quindi essere in forma diretta se il primo elemento del nome scelto, nell’uso linguistico, è il medesimo utilizzato per indicizzare il nome scelto, ad esempio Agostino da Siena, Piero della Francesca. Se il nome scelto presenta in prima posizione, nell’uso linguistico, un elemento del nome non qualificante ai fini di una indicizzazione (ad esempio un nome di battesimo o prenome), si adotterà la forma inversa, separando con una virgola l’elemento del nome, assunto come identificante, da altri elementi del nome, ad esempio Muziano, Girolamo. Indicazione di origine o provenienza Per i nomi qualificati attraverso un’attestazione di provenienza si adotterà la forma diretta. Il nome sarà seguito dall’indicazione della provenienza, preceduto da preposizione o dalla forma aggettivata. Es.: AUTN: Gentile da Fabriano AUTN: Stefano Fiorentino Nel caso in cui la forma aggettivata abbia assunto nel tempo una valenza principale nell’identificazione sarà preferibile anteporre questa al nome, utilizzando una forma inversa.

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Es.: AUTN: Pisano, Nicola e non Nicola Pisano AUTN: Aretino, Pietro Patronimici Per i patronimici si indicherà solo il grado di parentela diretto con forma diretta. Es.: AUTN: Berto di Giovanni I patronimici non saranno da riportare quando il nome scelto presenta un elemento del nome sufficientemente identificativo dell’autore. Nomi con prefisso Per i nomi con prefisso bisognerà distinguere quelle forme nelle quali il prefisso si è ormai stabilizzato nell’uso moderno diventando parte integrante del cognome stesso, da forma arcaiche nelle quali il prefisso ha ancora una valenza di patronimico. Nel primo caso, comune soprattutto per autori moderni, il prefisso si mantiene in prima posizione, e sarà riportato sempre con iniziale maiuscola; se il prefisso e il nome sono saldati o legati da un trattino si considerano un elemento unico. Nel secondo caso i prefissi degli, de’, dei, de li si pospongono, facendo rinvio dalla forma con il prefisso in prima posizione. Es.: AUTN: De Chirico, Giorgio AUTN: Menabuoi, Giusto de’ Cognomi composti Nei cognomi composti, o quando una persona si presenta con due o più cognomi o elementi assimilabili, la prima parte assume generalmente la prima posizione. Es.: AUTN: Bianchi Ferrari, Francesco AUTB - Ente collettivo/Nome scelto Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio Per gruppi o autori collettivi si farà una registrazione d’autorità avente come nome scelto il nome assunto o prevalentemente utilizzato; per gli eventuali membri del gruppo sarà opportuno comunque creare un’intestazione d’autorità personale. Anche se il criterio generale che determina la scelta della forma per l’intestazione degli enti collettivi potrebbe apparire in contraddizione con quanto stabilito per il trattamento della forma dei nomi personali, che prevede in prima posizione l’elemento del nome maggiormente significativo e identificativo, generalmente la forma preferita per l’intestazione di autori o enti collettivi è quella diretta, comprensiva di eventuali specifiche se queste compaiono nel nome stesso. Es.: AUTB: Studio Perotti Denominazione convenzionale Il nome dell’autore o ente collettivo potrebbe essere rappresentata da un nome convenzionale o da una denominazione scelta dall’autore come identificativa dell’identità del gruppo. Es.: AUTB: Studio Azzurro Nomi di persona all’interno del nome di un ente Un nome di un autore o ente collettivo potrebbe contenere o essere esclusivamente costituito dal nome di una persona. Eventuali specifiche (studio, ditta, manifattura) o sigle che indicano la natura giuridica (& figli, & fratelli etc.) dell’ente devono essere registrate solo nel caso in cui compaiano nella denominazione ufficiale. Es.: AUTB: Fratelli Alinari Cambiamento di denominazione Una difficoltà nella scelta del nome potrebbe presentarsi per quegli enti la cui denominazione è mutata nel tempo. In genere ogni trasformazione, fusione, scissione comporta una variazione anche del nome. In questo caso sarà opportuno creare distinte schede AUT. AUTA - Dati anagrafici/Periodo di attività Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio Il sottocampo deve essere utilizzato per registrare in forma sintetica la qualificazione cronologica dell’autore, sia esso personale o collettivo. Informazioni estese sugli estremi biografici o sul periodo di attività saranno riportati nei campi successivi (AUTD, AUTV, AUTT, AUTF, AUTG) o nel paragrafo AB - Attività e biografia.

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Per gli autori personali si dovrà riportare l’anno di nascita e di morte o, quando queste siano ignote, le date di attività. Per gli autori collettivi o enti indicare l’anno di istituzione, fondazione, legislazione costitutiva e le date di soppressione, cessazione attività ecc. In presenza di informazioni approssimative e di dati certi prediligere questi ultimi. Ad esempio per un autore di cui si abbiano notizie dalla fine del XV secolo e del quale si conosca la data di morte inserire solo questo dato certo, rimandando ad altri campi il periodo di attività. Il campo è obbligatorio e non ripetitivo. Si adotta la sintassi di seguito riportata:

Anno: utilizzare soltanto l’indicazione dell’anno, senza specifiche del mese e del giorno. Secolo: utilizzare i numeri romani, preceduti dal termine “sec.”. Ulteriori specifiche di frazione di secolo andranno inserite dopo il numero. Specifiche: i termini ca., ante, post potranno essere inseriti sempre dopo l’indicazione della data o del secolo. Segni diacritici: si utilizzerà il segno “-” senza alcuno spazio a precedere o a seguire per l’indicazione dell’arco cronologico, siano essi estremi biografici o indicazioni relative al periodo di attività. Si utilizzerà “/” per separare estremi cronologici incerti all’interno dell'arco cronologico, ad esempio per un autore la cui data di nascita è incerta in un breve intervallo di tempo. Nel caso in cui sia abbia una possibilità alternativa e non un arco cronologico incerto, ad esempio un autore per il quale la critica propone due anni diversi di nascita, si potranno esprimere le due date separate da “o”. Si ricorda comunque di preferire sempre informazioni concise e di rimandare eventuali formulazioni più articolate nei sottocampi AUTD, AUTV, AUTT, AUTF, AUTG. Eventuali incertezze dovranno essere segnalate con (?).

Esempi

autore vivente 1924- estremi cronologici noti 1650-1714 estremo/i cronologici approssimativi 1890-1960 ca. 1420 ante-1480 1420-1480 post estremo/i cronologici probabili 1845 (?)-1905 (?) estremo/i cronologici incerti fra due anni 1422 o 1426-1469 estremo/i cronologici incerti fra un intervallo di anni 1420/1422-1480 conosciuta solo data nascita n. 1870 conosciuta solo data di morte m. 1982 data di nascita approssimativa n. 1870 ca. data di morte approssimativa m. 1982 ca. data nascita probabile n. 1870 (?) data di morte probabile m. 1982 (?) unico anno di attività conosciuto notizie 1550 periodo di attività noto notizie 1460-1500 periodo di attività noto fino ad una certa data notizie fino al 1400 periodo di attività noto da una certa data notizie dal 1420 periodo di attività riferite ad un secolo notizie sec. XIX prima metà periodo di attività riferite ad un arco di secolo notizie sec. XIX metà periodo di attività a cavallo di due secoli notizie sec. XVIII fine-sec. XIX inizio

AUTJ – Codice Scheda autore Dimensione 18 caratteri Riferimento al campo "IDH - codice scheda" della scheda biografica redatta per l'Archivio controllato degli autori. AUTH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Riferimento al campo "AUTH - Sigla per citazione", corrispondente al codice univoco della scheda relativa all'autore all'interno del repertorio biografico della Regione Lombardia che provvede a numerare in sequenza ogni scheda biografica redatta per l'Archivio controllato degli Autori. La sigla è costituita dal numero progressivo di otto cifre del biografico locale. Il sottocampo deve contenere il codice corrispondente alla voce dell’autore normalizzata centralmente nell’Archivio di controllo “Autori–AUT-SIRBeC” (pubblicato sul Sito Servizio all’indirizzo

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http://www.culture.lispa.it/sitserv/ nella sezione Strumenti e Software – Archivi controllati e distribuiti da Regione Lombardia). Il campo non deve essere compilato. Nel caso di riferimento ad una scheda presente nell’Archivio di controllo “Autori–AUT-SIRBeC” viene valorizzato automaticamente dal sistema quando si effettua il collegamento tramite il precedente campo AUTJ. AUTM – Motivazione dell’attribuzione Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicazione della fonte dell'attribuzione. Il sottocampo può essere ripetitivo se si vogliono dare più motivazioni per l'attribuzione. Vocabolario ARTPAST analisi iconografica analisi diagnostiche analisi stilistica attributo figurato bibliografia bollo contesto documentazione firma fonte archivistica iscrizione marchio monogramma nota manoscritta punzone sigla tradizione orale Inoltre sono ammesse le voci simbolo (da versione PST 3.01) inventario museale Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”. AUTS – Riferimento all’autore Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Nei casi in cui l'autore del bene considerato non sia individuabile, ma ne sia ricostruibile il rapporto con altro artista noto, si indicano i dati relativi a quest'ultimo nei sottocampi precedenti, mentre in questo si precisa il tipo di tale riferimento.Vocabolario ARTPAST attribuito bottega cerchia e aiuti maniera scuola AUTY – Specifiche Dimensione 250 caratteri Nel caso in cui l'autore (singolo o ente collettivo) sia responsabile della realizzazione di una o più parti del bene, specificare di quale/i si tratta, utilizzando, se necessario, la ripetitività del campo. ATB – AMBITO CULTURALE Indicazioni di carattere generale riguardo al contesto culturale a cui può essere ricondotta la realizzazione dell'opera catalogata. Il presente campo è in alternativa al campo "Autore AUT", oppure può essere considerato integrativo rispetto a quest'ultimo, quando si tratta di opera di collaborazione di cui una parte sia anonima. Il campo è ripetitivo nel caso di più artisti anonimi indicati per ambito culturale che siano intervenuti nell'esecuzione dell'opera per ruoli diversi. ATBD – Denominazione Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicazione dell’ambito culturale cui può essere riferita la realizzazione dell’opera. Si adottano i termini del vocabolario collegato al sottocampo seguiti dalla qualificazione geografica o dal nome specifico. Vocabolario ARTPAST Es.: ambito napoletano

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manifattura di Capodimonte bottega comacina ATBR - Riferimento all'intervento Dimensione 50 caratteri Informazione che precisa la natura dell’intervento o l’attività attribuibile all’ambito culturale, di cui al precedente sottocampo. Vocabolario aperto disegnatore esecutore ATBM - Motivazione dell'attribuzione Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicazione della fonte dell'attribuzione. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto e può essere ripetitivo se si vogliono dare più motivazioni per l'attribuzione. Vocabolario ARTPAST analisi diagnostiche analisi iconografica analisi stilistica attributo figurato bibliografia bollo contesto documentazione firma fonte archivistica iscrizione marchio monogramma nota manoscritta punzone sigla tradizione orale Inoltre sono ammesse le voci simbolo (da versione PST 3.01) inventario museale Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”. AAT – Altre attribuzioni Dimensione 70 caratteri Indicazioni relative ad attribuzioni vecchie, alternative o tradizionali con riferimento al ruolo entro parentesi. Il campo è ripetitivo per registrare diverse attribuzioni. Per la sua compilazione si veda il campo "Autore AUT", sottocampi "Nome AUTN" e "Riferimento all'intervento AUTR" o il campo "Ambito culturale ATB", sottocampi "Denominazione ATBD" e "Riferimento all'intervento AUTR", a seconda del caso e "Riferimento all'intervento ATBR". Es.: Dolci ,Carlo ambito senese EDT – EDITORI/STAMPATORI Dati relativi alla Zecca e all'autorità emittente per la numismatica. EDTZ - Zecca Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Nome della zecca responsabile del conio. Es.: Zecca di Roma EDTA - Autorità Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Nome dell'autorità responsabile del conio. Es.: Senato EDTN - Nome

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Dimensione 70 caratteri Indicare il nome dello zecchiere, del monetiere o del maestro di zecca. EDTO - Opificio Dimensione 100 caratteri Per le medaglie: opificio di fabbricazione della medaglia. Immettere il titolo ufficiale (se noto) o convenzionale dell'opificio. CMM – Committenza Informazioni relative alla committenza dell'opera. Il campo è ripetitivo quando per un'opera si sono avute committenze diverse in momenti successivi o per specifici interventi. CMMN – Nome Dimensione 70 caratteri Nome della persona o dell'istituzione committente nella forma cognome, nome titolo e qualifica". Il sottocampo è ripetitivo nel caso di una committenza legata a più nominativi. Es.: Albani, Alessandro cardinale CMMD - Data Dimensione 50 caratteri Anno o secolo, con eventuali specifiche (v. "Cronologia specifica DTZ" e "Cronologia generica DTS"), in cui è stata commissionata l'opera. Es.: 1586 sec. XVIII seconda metà CMMC - Circostanza Dimensione 100 caratteri Occasione in cui è stata commissionata l'opera. Es.: ingresso trionfale nascita del Delfino Il separatore da utilizzare è “/” seguito da uno spazio. CMMF - Fonte Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Riferimento alla fonte delle informazioni sulla committenza. Es.: stemma iscrizione documentazione CMML - Luogo Dimensione 100 caratteri Luogo di committenza o di esecuzione materiale. MT – DATI TECNICI Informazioni relative agli aspetti materici e tecnici del bene in esame. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. MTC – Materia e tecnica Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Nel caso in cui nella lista di controllo manchino delle voci, la lista andrà implementata e le nuove occorrenze inserite previa comunicazione a Regione Lombardia al fine di consentire un’unificazione e normalizzazione delle nuove istanze. Indicare la materia e la tecnica di esecuzione del bene catalogato, nella forma: materia/ tecnica (utilizzando il sostantivo). Nel caso di più tecniche, riguardanti la stessa materia, specificarle una di seguito all’altra, separandole con una barra (/) seguita da uno spazio. La compilazione del campo è obbligatoria; si utilizza la ripetitività nel caso di manufatti polimaterici. Vocabolario ARTPAST MTS - Specifiche e note Dimensione 500 caratteri Indicare eventuali specifiche e annotazioni relative agli aspetti materici e tecnici del bene.

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Es.: doratura mediante amalgama di mercurio MIS – Misure Dimensioni massime dell'opera catalogata espresse in centimetri, in millimetri nel caso di disegni, in metri solo nel caso di opere di dimensioni eccezionali. Se il valore è decimale separare con una virgola. Nel caso in cui si ritenga necessario fornire misure ulteriori o diverse da quelle previste si utilizzerà il sottocampo ripetitivo "Varie". Utilizzare la ripetitività del campo per indicare unità di misura differenti a seconda della dimensione specificata. Es.: 43,2 MISO - Parte Dimensione 100 caratteri Specificare se le informazioni sulle misure riguardano l’interno bene oppure una sua parte: nel primo caso utilizzare la dizione “intero”, altrimenti indicare la parte secondo la sintassi mostrata negli esempi. Es.: intero parte: coppa parte: piede parte: fusto MISU - Unità Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicazione dell'unità di misura. Utilizzare la ripetitività del campo MIS per indicare unità di misura differenti a seconda della dimensione specificata. Vocabolario m cm mm g MISA - Altezza Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Altezza massima dell'opera. Es.: 45,3 MISL - Larghezza Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Larghezza massima dell'opera. Es.: 28 MISP - Profondità Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Profondità massima dell'opera. Es.: 15,6 MISD - Diametro Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Diametro massimo dell'opera. Es.: 12,5 MISN - Lunghezza Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Lunghezza massima dell'opera. Es.: 65 MISS - Spessore Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio

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Spessore massimo dell'opera. Es.: 2 MISG – Peso Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio Peso. Es. 213 MISV – Specifiche Dimensione 250 caratteri Eventuali specifiche riferite alle misure registrate. Es.: altezza con anse 33 MISR - Mancanza Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Sigla MNR (misure non rilevate) da utilizzare nel caso in cui non si siano potute rilevare le misure. Vocabolario ARTPAST MNR MIST - Validità Dimensione 3 caratteri - Vocabolario aperto Sigla indicante l'approssimazione di almeno uno dei valori di misura sopraindicati. Vocabolario ARTPAST ca. FIL – filigrana Dimensione 50 caratteri Riferimento al repertorio o, in sua assenza, descrizione della filigrana della carta con le eventuali specifiche sul luogo e la data di fabbricazione. La filigrana è il marchio impresso sulla carta per segnalare la cartiera di appartenenza, visibile in controluce. In caso di difficoltà di lettura se ne segnala almeno la presenza. Es.: Briquet 25 filigrana illeggibile E’ qui possibile inserire le informazioni relative alla carta non registrabili altrove. In questo caso partire sempre dalla descrizione della filigrana, proseguire con il nome della cartiera, la tipologia del foglio, la grammatura del foglio. FRM – Formato Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Formato dell'oggetto bidimensionale. Vocabolario ARTPAST centinato cruciforme cuspidato ellittico esagonale mistilineo ogivale ottagonale ovale pentagonale polilobato quadrato rettangolare sagomato tondo trapezoidale triangolare trilobato

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DA – DATI ANALITICI Informazioni di dettaglio sul bene catalogato. DES -Descrizione Descrizione dell'opera, a testo libero e in forma sintetica, evitando duplicazioni di informazioni già presenti in altre voci. DESO – Indicazioni sull’oggetto Dimensione 1300 caratteri - Obbligatorio Descrizione tipologica e morfologica dell'oggetto. Per la descrizione delle parti componenti dell'oggetto fare riferimento, dove esistano, ai Dizionari terminologici e alle relative Metodologie di catalogazione. DESI - Codifica Iconclass Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio Codifica della raffigurazione dell'opera secondo il sistema di classificazione iconografica Iconclass. Es.: 11 G 19 21 3 D 32 5 Separare i numeri all’interno del codice con uno spazio e indicare i nomi dei personaggi fra parentesi tonde. DESS - Indicazioni sul soggetto Dimensione 2000 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Descrizione iconografica del soggetto in categorie e voci normalizzate letterali che definiscono l'immagine nelle sue componenti particolari secondo il prototipo adottato in Modello di banca-dati per un museo. Per la compilazione di questa voce si vedano in allegato le Note di accompagnamento al vocabolario di controllo delle categorie iconografiche normalizzate del sottocampo "Indicazioni sul soggetto DESS". Si propone, in questa sede, una revisione complessiva delle categorie descrittive collegate al sottocampo che consenta una descrizione iconografica più agevole e approfondita. Alcune voci sono state recepite dal vocabolario ARTPAST altre riviste, accorpate o sdoppiate. Le categorie proposte sono le seguenti: Abbigliamento Abbigliamento religioso Abbigliamento esotico Abbigliamento etnico Abbigliamento militare Alimenti Allegorie Animali Animali fantastici Animali mitologici Animali preistorici Araldica Archeologia Architetture (specificare se industriale e produttiva; infrastrutture e impianti; fortificata; religiosa rituale; per la residenza, il terziario e i servizi; rurale) Architetture fantastiche Armi Arti liberali Arti meccaniche Attività umane (si intende ludiche, culturali, biologiche, occupazionali) Attributi Beati Cartografia Continenti Corpo umano Corpi celesti Costruzioni Divinità Divinità minori Divinità orientali Elementi decorativi Elementi architettonici Fenomeni astronomici Fenomeni divini

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Fenomeni geologici Fenomeni metereologici Fenomeni naturali (tramonto, alba, aurora etc.) Feste e celebrazioni Figure Figure umane Figure fantastiche Figure mitologiche Fiumi Figure geometriche Forme fantastiche Fiori Frutti Giochi rituali Interno Insegne ecclesiastiche Laghi Mari Metalli Metamorfosi Mezzi di trasporto Minerali Mobilia Montagne Nudi femminili Nudi maschili Oceani Oggetti Ortaggi e legumi Paesaggio Personaggi Personaggi storici Personaggi letterari Personaggi mitologici Personaggi religiosi Personificazioni Piante Pratiche rituali Punti cardinali Quattro elementi (terra, aria, fuoco, acqua) Ritratti Scheletri Sculture Segni (si intende lettere, numeri, segni di interpunzione) Segni zodiacali Simboli Simboli della Passione Simboli del martirio Simboli mariani Stagioni Strumenti Strumenti del martirio Strumenti musicali Strumenti scientifici Suppellettili ecclesiastiche Temperamenti Veduta Virtù cardinali Virtù teologali Si segnala, inoltre, la necessità di promuovere un’implementazione delle categorie della lista di voci controllate che comprenda anche categorie descrittive per l’arte contemporanea. Per i segni di interpunzione le categorie andranno separate con “.”. Le specifiche all’interno della classe sono precedute da “:”. Le voci all’interno delle categorie sono separate da “;”. (ARTPAST). Gli elenchi all’interno di

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una classe saranno separati con “,” e all’interno delle parentesi tonde andranno indicati i personaggi di cui si indicano delle specifiche di seguito. Es. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Veduta: Roma: Colosseo. Abbigliamento: (Madonna) manto. E’ possibile compilare più istanze del sottocampo nel caso di presenza di più soggetti indipendenti tra di loro. FON – Fonti Dimensione 200 caratteri Opere figurative individuate come fonte iconografica dell'opera in esame, oppure fonti di altro tipo, come le fonti letterarie (ad esempio "Divina Commedia"). Il "Rapporto" va segnalato nelle forme: Parziale: se la derivazione si limita ad un particolare significativo: indicare sempre, tra parentesi tonde, a che cosa ci si riferisce; Ripresa; Totale/Copia: se la derivazione è totale o attiene alla struttura e/o alla composizione generale. Il separatore è “/” seguito da uno spazio. Es.: Totale: Firenze/ Galleria degli Uffizi/ Agnolo Bronzino/ Ritratto di Lorenzo il Magnifico/ olio/ inv. 567. Parziale (volto): Chantilly/ Musée Condè/ Jean Fouquet/ Ritratto di Francesco I,/ disegno/ inv. 489. Questo campo viene mantenuto soprattutto per il riversamento delle informazioni in esso contenute in schede pregresse. ISR – Iscrizioni Indicazioni relative alle iscrizioni presenti sull'opera. Le iscrizioni andranno riportate per intero partendo dalle indicazioni di responsabilità. Il campo va considerato ripetitivo ogni qualvolta compaia una variante all'interno di un sottocampo. Segnalare tutte le iscrizioni presenti: firma, dediche etc. ISRC – Classe di appartenenza Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Classificazione dell'iscrizione in riferimento al contenuto dell'iscrizione. L’eventuale firma presente sull’opera va considerata “documentaria”. Vocabolario ARTPAST amorosa celebrativa commemorativa dedicatoria descrittiva didascalica (anche nel caso sia topografica, geografica, funzionale) documentaria usa per inventariale di titolazione elogiativa esortativa indicazione di responsabilità itineraria magico-difensiva magico-offensiva monetale monumentale normativa nota manoscritta onoraria prescrittiva pubblicitaria sacra segnaletica sepolcrale strumentale votiva Inoltre sono ammesse le voci firma di commento ISRL – Lingua Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso

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Lingua in cui è scritta l’iscrizione, se diversa dall’italiano. Vocabolario ARTPAST E’ possibile inserire più lingue, il separatore sarà “/” seguito da uno spazio (ARTPAST). ISRS- Tecnica di scrittura Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicazione circa la tecnica di scrittura, in particolar modo se trattasi di note manoscritte. Vocabolario ARTPAST a caratteri applicati a caratteri mobili a cucito a fuoco a graffito a impressione a incisione a intaglio a matita a penna a pennello a punti a ricamo a rilievo a sgraffio a solchi a traforo ad alveoli e le voci (da vocabolario scheda OAC) a grafica computerizzata a stampa (nei casi delle relative tecniche) ISRT – Tipo di caratteri Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Informazioni sulla forma grafica. Vocabolario ARTPAST caratteri gotici corsivo lettere capitali numeri arabi numeri romani E’ possibile inserire più tipi, il separatore sarà “/” seguito da uno spazio (ARTPAST). Es.: lettere capitali/ numeri romani ISRP - Posizione Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto Posizione dell'iscrizione sull'opera. Es.: bordo del piede in basso a destra ISRA - Autore Dimensione 100 caratteri Autore del testo dell'iscrizione, seguito, entro parentesi, dal titolo dell'opera con eventuali specifiche. Es.: Alighieri, Dante (Divina Commedia, Inferno, canto I) ISRI – Trascrizione Dimensione 2200 caratteri - Obbligatorio di contesto Trascrizione del testo dell'iscrizione. Trascrizione preferibilmente in lettere capitali con separatore / preceduto e seguito da spazio per indicare l’a capo. Nel caso in cui sull’opera ci sia un’iscrizione che inizia da una parte e prosegue altrove trascriverla interamente e indicare in ISRP da dove a dove si estende. Es. ISRP: in alto a destra e in basso a sinistra. Nel caso di iscrizioni leggibili da destra a sinistra (in modo speculare) si trascrivano normalmente e si inserisca nel campo OSS l’indicazione che l’iscrizione va letta al rovescio.

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Nel caso in cui l’iscrizione sia lacunosa e/o illeggibile interamente o in alcune parti inserire tra parentesi quadre l’integrazione del testo operate dal catalogatore e in OSS le relative motivazioni e annotazioni. Es. ISRI: [PA]TER FAMILIAS OSS: Nella parte lacunosa della iscrizione in basso a destra la carta è abrasa. STM – STEMMI, EMBLEMI, MARCHI Indicazioni su stemmi, emblemi, marchi, ecc. che compaiono sull'opera. Il campo è quindi ripetitivo. STMC – Classe di appartenenza Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Classe a cui appartiene la segnatura o il simbolo araldico. Per la compilazione dei sottocampi STMC e STMQ si veda Vocabolario ARTPAST. STMQ – Qualificazione Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Attributo che specifica la classe. Nel caso di un timbro relativo alla cartiera usare la dizione “civile”. Per la compilazione dei sottocampi STMC e STMQ si veda Vocabolario ARTPAST. STMI – Identificazione Dimensione 100 caratteri Identificazione del nome della famiglia cui appartiene l'arme, o della collezione di appartenenza cui fa riferimento il marchio, il bollo, ecc. Es.: (STMC) (STMQ) STMI (arme) (gentilizia) Lambertini (timbro) (di collezione) Lugt 2807 STMU - Quantità Dimensione 10 caratteri Indicazione in cifre di quante volte lo stemma, l'emblema, il timbro ecc. è ripetuto sull'oggetto. Es.: 3 STMP - Posizione Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto Posizione dello stemma, dell'emblema, del marchio ecc. sull'oggetto. Es.: in basso a destra STMD – Descrizione Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto Descrizione sintetica a testo libero o rinvio alla fotografia, purché questa permetta un'agevole lettura. Per la descrizione degli stemmi attenersi ai criteri adottati nel campo dell'araldica. Es.: (STMC) (STMQ) STMD (bollo) (camerale) ombrellino a chiavi decussate (arme) (gentilizia) d'oro a quattro pali d'azzurro Fornire qui la descrizione fisica partendo (dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra) con la descrizione della forma, le raffigurazioni e le iscrizioni. Nel caso di iscrizioni trascriverle in maiuscolo. Le iscrizioni presenti andrebbero riportate anche nel campo ISR. Es.: timbro circolare con al centro due teste d’angelo alate, in alto iscrizione ANGELI e in basso LUCCA. STMJ - Codice scheda autore Dimensione 18 caratteri Riferimento al campo "IDH - Codice per citazione" della scheda di authority relativa all’autore a cui lo stemma eventualmente appartiene. STMH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri

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Riferimento al campo "AUTH - Sigla per citazione" della scheda di authority relativa all’autore a cui lo stemma eventualmente appartiene. Il campo non deve essere compilato. Nel caso di riferimento ad una scheda di authority viene valorizzato automaticamente dal sistema quando si effettua il collegamento tramite il precedente campo STMJ. NSC – Notizie storico-critiche Dimensione 5000 caratteri Inquadramento storico-critico dell'opera con motivazioni giustificative di quanto affermato in altri campi o, per opere smembrate, notizie sulle parti perdute o conservate altrove. Citazione dei testi essenziali di riferimento con indicazione di quelli comprensivi di ragguaglio bibliografico esaustivo. CO – CONSERVAZIONE Indicazioni sullo stato di conservazione del bene catalogato come si evince dall’osservazione. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. STC – STATO DI CONSERVAZIONE Qualificazione dello stato di integrità e/o leggibilità, considerata in rapporto alla condizione originaria. Il campo è obbligatorio e ripetitivo STCP – Riferimento alla parte Dimensione 500 caratteri Specificare, se utile, a quale parte del bene si riferiscono le informazioni sullo stato di conservazione. STCD – Data Dimensione 25 caratteri Indicare l'anno in cui è stato rilevato lo stato di conservazione specificato nel campo STCC. Nel caso sia necessario indicare un arco di anni, i due estremi andranno separati da un “-“. Es.: 1989 1963-1965 STCC- Stato di conservazione Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Giudizio sintetico sullo stato dell'opera. Vocabolario ARTPAST buono cattivo discreto mediocre ottimo (scheda PST 3.01) STCS – specifiche Dimensione 500 caratteri Segnalazione eventuale del dato più macroscopico, causa delle modifiche, rispetto allo stato originario, nella forma e nella consistenza dell'opera. Vocabolario aperto Usare punteggiatura normale. Registrare le specifiche dello stato di conservazione dell’esemplare così come rilevato al momento della catalogazione. Nel caso in cui l’esemplare abbia subito interventi di restauro di cui non si conoscano date di esecuzione e responsabili gli esiti andranno indicati anche in questo campo. STCM - Modalità di conservazione (da scheda PST 3.01) Dimensione 500 caratteri Indicare le eventuali modalità specifiche di conservazione del bene, con particolare riguardo a componenti del bene che siano eventualmente da sostituire o reintegrare. STCF- Fonte Dimensione 100 caratteri Compilare con la voce “osservazione diretta” nel caso l’informazione sia desunta da una rilevazione e analisi diretta del catalogatore. RS – RESTAURI E ANALISI (da scheda PST 3.01) Informazioni sugli interventi di restauro effettuati nell'ultimo secolo. Il campo è quindi ripetitivo.

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RSTP – Riferimento alla parte Dimensione 500 caratteri Specificare, se utile, a quale parte del bene si riferiscono le informazioni sugli interventi di restauro. RSTD – Data Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Anno in cui è stato effettuato il restauro. Nel caso di restauro durato più anni si indicano l'anno iniziale e finale separati da un "-". Es.: 1944 1963-1965 RSTT – Descrizione intervento Dimensione 250 caratteri Descrizione sintetica degli interventi conservativi o di restauro effettuati sul bene. Nel caso in cui l'opera, al momento della schedatura, sia sottoposta a restauro non ancora concluso, si registrerà 'in corso di restauro' con l'eventuale indicazione del luogo cui si stia effettuando l'intervento utilizzando la dizione “presso”. RSTE - Ente responsabile Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Indicazione dell'Ente sotto la cui responsabilità è stato restaurato il bene catalogato. Nel caso di Soprintendenze e altri Istituti si può utilizzare la sigla corrispondente. Nel caso di Istituto Centrale del Restauro si riporta la sigla ICR, nel caso dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze si riporta la sigla OPD, nel caso del Comune di Roma si riporta la sigla COM RM. Nel caso di Regioni si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera R. Es.: SBAS BO SBAAAS PI OPD ICR COM RM RSTC – Responsabile scientifico Dimensione 250 caratteri Cognome, Nome del responsabile scientifico dell'intervento. Es.: Marchi, Giuseppe RSTN - Nome operatore Dimensione 250 caratteri Indicare il nome dell'operatore nella forma cognome, nome oppure il nome dell'impresa'. Il sottocampo è ripetitivo. Es.: Marchi, Giuseppe RSTR - Ente finanziatore Dimensione 250 caratteri Nome dell'Ente che ha finanziato il restauro. Il sottocampo è ripetitivo. Es.: Banco San Paolo di Torino RSTO - Note Dimensione 1000 caratteri Eventuali ulteriori informazioni sugli interventi di restauro.: per esempio, si può segnalare la presenza di relazioni o documenti, che possono essere collegati alla scheda di catalogo mediante il campo strutturato FNT (paragrafo DO-Fonti e documenti di riferimento). INT – PROGETTI DI INTERVENTI Inserire informazioni riguardanti progetti di interventi di restauro. INTD – Data Dimensione 50 caratteri Anno in cui è stato progettato il restauro. Nel caso di progettazione durata più anni si indicano l'anno iniziale e finale separati da un "-" seguito da uno spazio.

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Es.: 1944 1963-1965 INTN – Descrizione Dimensione 200 caratteri Descrizione sintetica degli interventi conservativi o di restauro progettati. ALB – Analisi di laboratorio Informazioni sulle analisi di laboratorio eseguite sul manufatto. Il campo è ripetitivo. ALBT - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il tipo di analisi eseguita. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. ALBD - Data Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data di esecuzione dell'analisi nella forma 'anno/mese/giorno' (aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si possa indicare solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. ALBE – Ente responsabile / Laboratorio Dimensione 100 caratteri Indicare il nome dell’Ente e/o del laboratorio presso cui è stata effettuata l’analisi oppure entrambi separati da una / seguita da uno spazio. ALBO – Nome operatore / Responsabili Dimensione 100 caratteri Indicare il nome dell’impresa, oppure il nome dell’operatore nella forma cognome, nome oppure entrambi separati da un “/” seguito da uno spazio. ALBR – Risultati delle analisi Dimensione 5000 caratteri Indicare, in dettaglio, i risultati dell’analisi e specificare se sono riferiti all’intero campione o a parte di esso. ALBN – Note Dimensione 1000 caratteri Eventuali ulteriori informazioni sulle analisi effettuate. TU – CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI (da scheda PST 3.01) Indicazioni relative alla proprietà del bene, ai provvedimenti di tutela, ai mutamenti di proprietà. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. ACQ - Acquisizione Indicazioni relative alla circostanza e/o al titolo in base a cui l'opera è pervenuta e si trova nelle attuali condizioni di proprietà o di detenzione. ACQT – Tipo acquisizione Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Modalità in cui l'opera è stata acquisita. Le specifiche fra parentesi sono per memoria del catalogatore. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario ARTPAST acquisto alienazione aggiudicazione (a seguito di atto giudiziario) assegnazione compravendita confisca deposito donazione esercizio di diritto di prelazione legato permuta prelazione restituzione postbellica

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ritrovamento fortuito sequestro scavo successione soppressione ACQN – Nome Dimensione 70 caratteri Nominativo della persona o dell'Ente fonte dell'acquisizione nella forma cognome, nome o forma aggettivata del nome proprio. Es.: (ACQT) ACQN (soppressione) napoleonica acquisto Bianchi, Mario Riportare denominazione ufficiale (qualsiasi sia l’ordine) nel caso di Fondazioni, Associazioni etc. ACQD - Data acquisizione Dimensione 25 caratteri Indicare la data di acquisizione in anni, in secoli o in frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti precisazioni: ante post inizio fine metà prima metà seconda metà primo quarto secondo quarto terzo quarto ultimo quarto ca. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1900 ante sec. XVIII inizio sec. XVII ca. ACQL - Luogo di acquisizione Dimensione 50 caratteri Indicazione del luogo in cui è avvenuta la transazione. Per la compilazione si rimanda ai campi "Localizzazione Geografico-amministrativa PVC" e "Collocazione Specifica LDC", pur non richiedendosi la strutturazione. Es.: RM/ Roma/ Asta Finarte Usare come separatore “/” seguito da uno spazio. ACQF – Fonte Dimensione 150 caratteri Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica andranno inserite nei campi FNT o BIB. CDG – CONDIZIONE GIURIDICA Indicazioni relative all'attuale proprietà o detenzione dell'opera catalogata. CDGG – Indicazione generica Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicazioni relative alla personalità giuridica della proprietà o, qualora essa non sia accertabile, quella del detentore o del possessore. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Vocabolario ARTPAST proprietà Stato proprietà Ente pubblico territoriale proprietà Ente pubblico non territoriale proprietà privata proprietà Ente religioso cattolico proprietà Ente religioso non cattolico

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proprietà Ente straniero in Italia proprietà mista pubblica/privata proprietà mista pubblica/ecclesiastica proprietà mista privata/ecclesiastica detenzione Stato detenzione Ente pubblico territoriale detenzione Ente pubblico non territoriale detenzione privata detenzione Ente religioso cattolico detenzione Ente religioso non cattolico detenzione Ente straniero in Italia detenzione mista pubblica/privata detenzione mista pubblica/ecclesiastica detenzione mista privata/ecclesiastica E’ inoltre ammessa la voce proprietà organismo no-profit detenzione organismo no-profit CDGS - Indicazione specifica Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio Denominazione esatta dell'Amministrazione, dell'Ente, del privato che hanno la proprietà del bene. Qualora questi non siano noti va indicata la denominazione del detentore o del possessore. Il sottocampo è ripetitivo nel caso di più proprietari della stessa opera. Es.: (CDGG) CDGS (pertinenza edificio monumentale) Chiesa di S. Giacomo Per le opere di proprietà dello Stato indicare l’Istituzione che ne ha l'uso. Es.: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Per le opere di proprietà degli Enti pubblici territoriali indicare le specifiche precedute dalle denominazioni: Regione Provincia Comune Consorzio di Comuni Comunità montana Es.: Regione Marche Provincia di Novara Comune di Tivoli Per le opere di proprietà degli Enti pubblici non territoriali indicare la denominazione (es.: Università, Banca d' Italia, Fondo Edifici di Culto, ecc.), seguita dalle eventuali specifiche. Per le opere di proprietà degli Enti religiosi di confessione cattolica o di proprietà degli Enti di altra confessione religioda indicare la denominazione (es.: Diocesi; Confraternita; Istituto religioso, Istituto secolare, Congregazione, Ordine religioso, Comunità ebraica; Comunità valdese), seguita dalle eventuali specifiche. Es.: Comunità valdese Ordine benedettino Per le opere di proprietà di Stati o Enti stranieri in Italia indicare le specifiche con la denominazione. Es.: Città del Vaticano Ambasciata del Brasile Sovrano Militare Ordine di Malta Per le opere di proprietà privata indicare il nome del proprietario nella forma cognome, nome o denominazione della persona giuridica, specificando di seguito, entro parentesi, se trattasi di persona fisica o giuridica straniera. Es.: Bianchi, Giulio Società Generale Immobiliare

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Fondazione Peggy Guggenheim (persona giuridica straniera) CDGI - Indirizzo Dimensione 250 caratteri Indirizzo del proprietario dell'oggetto vincolato di cui al sottocampo precedente. Il sottocampo è ripetitivo, nel caso di più proprietari, per indicare i singoli indirizzi. Per la compilazione seguire quanto indicato per il sottocampo LDCU. Es.: Via Bernardino Varisco, 9 - 25032 Chiari BS CDGF - Fonte Dimensione 150 caratteri Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica andranno inserite nei campi FNT o BIB. NVC – PROVVEDIMENTI DI TUTELA Dati relativi ai proveddimenti di tutela che interessino opere di proprietà privata o di Ente o Istituto legalmente riconosciuto. Il campo è ripetitivo per registrare i diversi atti amministrativi. NVCT - Tipo provvedimento Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Tipo di provvedimento amministrativo relativo all'opera di proprietà privata o di Ente o Istituto legalmente riconosciuto con indicazione, entro parentesi, delle leggi e dell'articolo in base al quale è stato imposto il vincolo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario ARTPAST notificazione (L. n. 364/1909) DM (L. n. 1089/1939, art. 3) DM (L. n. 1089/1939, art. 5) DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1 DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2 revoca notificazione (L. n. 364/1909) revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 3) revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 5) revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1 revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2 rinnovo notificazione (L. n. 364/1909) rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 3) rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 5) notificazione (L. n. 778/1922) DM (L. n. 1497/1939, art. 6) DPR n. 1409/1963, art. 36 DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4 revoca notificazione (L. n. 778/1922) revoca DM (L. n. 1497/1939, art. 6) revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4 rinnovo notificazione (L. n. 778/1922) rinnovo DM (L. n. 1497/1939, art. 6) DLgs n. 42/2004, art.13, comma 1 NVCE - Estremi provvedimento Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Data di emissione del provvedimento amministrativo nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg). Tale sottocampo dovrà essere obbligatoriamente compilato solo se nel sottocampo precedente (NVCT) sia indicato un provvedimento di tipo amministrativo (DM, revoca DM, rinnovo DM, etc.). Es.: 1988/02/15 NVCD - Data notificazione Dimensione 25 caratteri Data di notificazione del decreto al proprietario, nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg). Es.: 1965/08/13 NVCI – Estremi provvedimento in itinere

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Dimensione 25 caratteri Data di comunicazione di avvio del procedimento di dichiarazione di interesse al proprietario, possessore o detentore, nella forma “anno/mese/giorno”. Es.: 2002/10/24 ALN – MUTAMENTI TITOLARITÀ / POSSESSO / DETENZIONE Indicazioni relative ad eventi che abbiano determinato mutamenti di titolarità, possesso o detenzione, compresa la perdita dell'opera e il successivo eventuale recupero. Il campo è quindi ripetitivo e viene compilato ed aggiornato d'ufficio. ALNT - Tipo evento Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Tipo di evento determinante la perdita o il recupero dell'opera. Vocabolario ARTPAST alienazione danneggimento distruzione furto ipoteca pegno perdita permuta recupero ALND - Data evento Dimensione 25 caratteri Data dell'evento nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg). Es.: 1970/11/04 ALNN - Note Dimensione 250 caratteri Indicazioni supplementari ad integrazione di quelle precedenti, ad esempio sui contraenti e sul luogo di vendita, sulle cause della distruzione, ecc. Es.: alluvione terremoto ESP - ESPORTAZIONI Informazioni relative all’attestato di libera circolazione, al tipo ed estremi di licenze di esportazione, importazione o reimportazione del bene catalogato, indicando anche la sede dell’Ufficio Esportazione che ha rilasciato la licenza o posto il veto. Il campo è ripetitivo. ESPT - Tipo licenza Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di attestato o licenza. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto attestato di libera circolazione licenza comunitaria licenza importazione temporanea licenza importazione definitiva licenza esportazione temporanea licenza esportazione definitiva licenza reimportazione veto all’attestato di libera circolazione ESPU - Ufficio Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare l’Ufficio Esportazione che ha rilasciato la documentazione, utilizzando la sigla UE seguita dal nome della città in cui ha sede l’ufficio stesso. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: UE Bari UE Milano

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ESPD - Data emissione Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data di emissione della licenza o del veto nella forma anno/mese/giorno. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. Es.: 1975/08/04 DO- DOCUMENTI E FONTI DI RIFERIMENTO (da scheda PST 3.01) Informazioni sulle fonti documentarie e sui riferimenti fotografici, grafici, multimediali e bibliografici che si ritiene utile allegare alla scheda o semplicemente citare. “Si raccomanda di curare una documentazione fotografica tecnicamente accurata e completa dell’opera, eventualmente evidenziando con riprese di particolare quegli aspetti che possano essere utili non solo per l’identificazione, ma anche per un successivo approfondimento critico”16. FTA – DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Per la gestione delle immagini, le modalità di ripresa e gli standard di digitalizzazione della documentazione fotografica si vedano le pagine in appendice. Informazioni sulla documentazione fotografica, anche in formato digitale, del bene catalogato, sia essa allegata alla scheda di catalogo, o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Nel caso di manufatti nei quali l’immagine si presenta in negativo (conii, matrici, etc.), va allegata la documentazione dell’impronta. Il campo è ripetitivo perché ogni documento va indicato singolarmente, elencando nell’ordine quelli relativi a riprese generali del bene, e quindi quelli relativi a particolari e/o componenti dell’opera. La compilazione del campo è obbligatoria. FTAX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa al bene in esame. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Secondo la convenzione adottata si dovrà utilizzare “documentazione allegata” quando si collega il file relativo alla fotografia (vedi sottocampo FTAI), mentre si utilizzerà “documentazione esistente” quando si vuole comunque descrivere una fotografia senza collegare alla scheda il corrispondente file digitale. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente FTAP - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicare il tipo di documentazione allegata e/o esistente. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Vocabolario integrato ARTPAST, PST 3.01, SIRBeC fotografia b/n fotografia colore negativo b/n negativo colore diapositiva b/n diapositiva colore fotografia digitale b/n fotografia digitale colore matrice digitale b/n matrice digitale colore fotocopia b/n fotocopia colori fotografia a raggi X fotografia a raggi infrarossi radiografia FTAA - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome o la denominazione dello studio fotografico. 16 Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede S-MI del 1995, pag. VIII.

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FTAD - Data Dimensione 25 caratteri Indicare la data della documentazione, espressa nella forma anno/mese/giorno. Nel caso in cui si conosca solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri. Es.: 1994/05/04 1915/00/00 FTAE - Ente proprietario Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Indicare l'Ente proprietario della documentazione fotografica, se diverso dall'Ente schedatore. Es.: SA BO FTAC - Collocazione Dimensione 50 caratteri Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. FTAN - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di altri enti o privati. E' possibile comprendere in una stessa fotografia più di un oggetto, purché esista un riferimento univoco tra immagine e bene, ad esempio segnalando con una lettera dell'alfabeto oppure con un numero ciascuno dei singoli beni. Tali riferimenti dovranno comparire sulla foto e andranno riportati nel sottocampo FTAS. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Es.: PSAEPR32525 SBASBO7776 Alinari3280 MART25372. FTAT - Note Dimensione 250 caratteri Indicare le specifiche di ripresa. Es: particolare prima del restauro FTAF - Formato Dimensione 25 caratteri Indicare il formato della fotografia. Es.: 6x6 13x18 35 mm 21x27 FTAS - Specifiche Dimensione 250 caratteri Indicare le specifiche sulla fonte di origine dell'immagine, qualora non sia stato fotografato l'originale, ma una sua riproduzione (ad es. un disegno). E' possibile registrare in questo sottocampo i riferimenti che consentono l'individuazione univoca dell'immagine del bene, quando questo è documentato in una stessa fotografia insieme ad altri manufatti (cfr. quanto indicato in proposito per il sottocampo FTAN). FTAU - Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo FTAW – Visibilità immagine Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso

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La compilazione di questo campo permette di indicare i criteri per regolare la diffusione di ogni singola immagine associata alla scheda. Per il suo specifico significato, questo campo deve essere compilato solo nel caso in cui si collega il file digitale, cioè quando FTAX contiene “documentazione allegata”. Vocabolario chiuso 0 immagine pubblicabile come principale (l’immagine è allegata alla scheda e viene inviata in Regione per

la pubblicazione ed è considerata la più rappresentativa del bene) 1 immagine pubblicabile (l’immagine viene inviata in Regione per la pubblicazione) 2 immagine non pubblicabile (l’immagine viene inviata in Regione ma non è considerata pubblicabile) 3 immagine presso l’archivio dell’ente (l’immagine non viene inviata in Regione) FTAV - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco o il numero di serie del PhotoCD se le immagini sono in formato PhotoCD. L'utilizzo di questo campo è facoltativo FTAR - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso delle immagini in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'immagine (compreso il nome del drive); 2) percorso parziale senza drive; 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Immagini (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi). L'utilizzo di questo campo è facoltativo. FTAI - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'immagine completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione delle immagini associate N.B. Questi sottocampi sono utilizzati per la gestione delle immagini da parte del sistema. Non sono campi definiti dall'ICCD, per cui quando si esportano le schede vengono esportati solo se si seleziona un'apposita opzione. DRA – DOCUMENTAZIONE GRAFICA Informazioni sulla documentazione grafica dell’opera catalogata, allegata alla scheda di catalogo, o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo. DRAX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa al bene catalogato. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente DRAT - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di documentazione esistente. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario disegno DRAO - Note Dimensione 250 caratteri Indicare le specifiche di documentazione. Es.: particolare DRAS - Scala Dimensione 25 caratteri Indicare la scala adottata per il disegno. Es.: 1:1

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DRAE - Ente proprietario Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Indicare l'Ente proprietario della documentazione grafica, se diverso dall'Ente schedatore. Es.: SBA BO DRAC - Collocazione Dimensione 50 caratteri Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. DRAN - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. DRAA - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome. DRAD - Data Dimensione 25 caratteri Indicare la data di esecuzione della documentazione grafica, nella forma 'anno'. DRAU - Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo DRAW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. DRAY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. DRAL - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. VDC – DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA Indicazione della documentazione video, anche in formato digitale, del bene catalogato, allegata alla scheda di catalogo o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo. VDCX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente VDCP - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di documentazione originale. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto

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film 35 mm. film 16 mm. film super 8 video VHS video super VHS video U-MATIC video BVU video Betacam video 1 pollice VDCR - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome. VDCD - Data Dimensione 25 caratteri Indicare la data della documentazione, espressa nella forma 'anno/mese/giorno'. Nel caso si conosca solo l'anno, il giorno ed il mese saranno indicati da due zeri. Es.: 2002/09/12 1971/00/00 VDCE - Ente proprietario Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. VDCA - Titolo Dimensione 250 caratteri Indicare il titolo del documento videocinematografico. VDCC - Collocazione Dimensione 50 caratteri Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. VDCN - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: SBAS PR 32525 MART 25372 VDCT - Note Dimensione 250 caratteri Indicare eventuali specifiche sulla ripresa. VDCU – Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo VDCW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. VDCY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive); 2) percorso parziale senza drive; 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi).

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L'utilizzo di questo campo è facoltativo. VDCL - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. REG – DOCUMENTAZIONE AUDIO Indicazione della documentazione audio, anche in formato digitale, del bene catalogato, allegata alla scheda di catalogo o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo. REGX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente REGP - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di documentazione originale. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto cassetta audio cassetta DAT CD Rom compact disc disco 33 giri disco 45 giri disco 78 giri disco LP file digitale mini compact disc MiniDisc nastro magnetico in bobina etc. REGA - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome. REGD - Data Dimensione 25 caratteri Indicare la data della documentazione, espressa nella forma 'anno/mese/giorno'. Nel caso si conosca solo l'anno, il giorno ed il mese saranno indicati da due zeri. Es.: 2002/09/22 1971/00/00 REGE - Ente proprietario Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. REGZ - Titolo Dimensione 250 caratteri Indicare il titolo del documento audio. REGC - Collocazione Dimensione 50 caratteri Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. REGN - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti (sulla base

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della 'Lista Enti' definita dall'ICCD) o il nome di altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: SBAS PR 32525 MART 25372 REGT - Note Dimensione 250 caratteri Indicare eventuali specifiche sulla registrazione audio. REGU – Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo REGW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. REGY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. REGL - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. FNT – FONTI E DOCUMENTI Informazioni, in ordine cronologico, su fonti e documenti in cui il bene è menzionato. Il campo va utilizzato anche per registrare le eventuali schede storiche che riguardano il bene. Il campo è ripetitivo. FNTX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente FNTP - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare la categoria di appartenenza della fonte o del documento. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario ARTPAST atto battesimale atto notarile carta sciolta cronaca deliberazione documento contabile fascicolo filza inventario lettera libro di memorie libro mastro

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pandetta perizia preventivo registro registro contabile registro dei pagamenti relazione scheda visita pastorale volume dattiloscritto volume manoscritto FNTA - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della fonte o del documento nella forma cognome, nome. FNTT - Denominazione Dimensione 250 caratteri Indicare il titolo della fonte o del documento. Es.: Diario ordinario FNTD - Data Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data della fonte o del documento, ad annum o per più ampio periodo cronologico. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: 1588 sec. XVII FNTF - Foglio Carta Dimensione 25 caratteri Indicare il numero di foglio o di carta del documento che interessa il bene. Es.: fol. 1251 v. FNTN - Nome dell'archivio Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il nome dell'Archivio e/o dell'Istituzione, separato dal nome del fondo, quando presente, mediante una barra seguita da uno spazio. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: Biblioteca Apostolica Vaticana/ Vat.Lat. ASC - ICCD FNTS - Posizione Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la posizione inventariale o l'identificativo numerico della fonte o del documento. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. FNTI - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice identificativo della documentazione. Tale codice alfanumerico deve avere carattere di univocità a livello locale e potrà essere determinato, ad esempio, dalla sigla dell'Archivio e/o dell'Istituzione di cui al sottocampo FNTN più il valore numerico (senza spazi o segni d'interpunzione) indicato al sottocampo FNTS. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: AGS25382 FNTL - Lingua Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare la lingua utilizzata nel documento. Fare riferimento alla ‘Lista Codici Lingua’ definita dall’ICCD. FNTE - Note Dimensione 250 caratteri Indicare eventuali specifiche.

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FNTU - Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo FNTW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. FNTY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. FNTK - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive); 2) percorso parziale senza drive; 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi). L'utilizzo di questo campo è facoltativo. ADM – ALTRA DOCUMENTAZIONE MULTIMEDIALE Indicazioni sulla documentazione multimediale in formato digitale relativa al bene catalogato, realizzata in formati non compresi dalle norme ICCD, allegata alla scheda di catalogo o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo in quanto ogni documento va indicato singolarmente. La trasmissione di allegati informatizzati di questa tipologia deve essere preventivamente concordata con l’ICCD. ADMX - Genere Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo, o di altra documentazione nota relativa al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso documentazione allegata documentazione esistente ADMP - Tipo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare il tipo di documentazione allegata e/o esistente ed il tipo di formato utilizzato per la sua produzione e memorizzazione. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto Realtà virtuale (VRLM) File musicale (MID) ADMA - Autore Dimensione 50 caratteri Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome o la denominazione dello studio fotografico. ADMD - Data Dimensione 25 caratteri Indicare la data in cui è stata effettuata la documentazione, espressa nella forma 'anno, mese, giorno' (aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si conosca solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri. ADME - Ente proprietario Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto

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Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. ADMC - Collocazione Dimensione 50 caratteri Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore. ADMN - Codice identificativo Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. ADMT - Note Dimensione 250 caratteri Indicazioni specifiche sulla ripresa. ADMU - Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo ADMW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. ADMY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. ADML - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. BIB – BIBLIOGRAFIA Informazioni relative alla bibliografia riguardante specificatamente il bene catalogato, e/o alla bibliografia essenziale di confronto, riportata in ordine cronologico ed in forma abbreviata. Le informazioni bibliografiche fanno riferimento ad Authority Files, con l’eccezione di quanto contenuto nel campo Citazione completa-BIL da utilizzarsi nel caso di pubblicazioni riguardanti esclusivamente il bene catalogato. Il campo è ripetitivo. BIBX - Genere Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di bibliografia specifica sul bene catalogato oppure di bibliografia di confronto. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso bibliografia specifica bibliografia di confronto BIBA - Autore Dimensione 250 caratteri Indicare l'autore del testo nella forma cognome iniziale nome; nel caso di più autori, i nomi vanno separati da una barra (/) seguita da uno spazio. In presenza di più di tre autori o in totale assenza, si riportano le prime due parole del titolo (senza articoli e preposizioni). Nel caso di repertori comunemente noti con una sigla, indicare questa in luogo del nome dell'autore. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: Giessen A. Head B.V./ Le Rider G.

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RIC BIBG - Titolo libro o rivista Dimensione 250 caratteri Si indica il titolo dell'opera in esame. BIBT - Titolo contributo Dimensione 200 caratteri Si riporta il titolo del contributo, trascritto senza segni d'interpunzione convenzionale (ISBD); le lettere di altri alfabeti devono essere trascritte seguendo i parametri RICA. BIBL - Luogo di edizione Dimensione 100 caratteri Luogo di edizione. BIBD - Anno di edizione Dimensione 10 caratteri Indicare l'anno di edizione dell'opera o del contributo. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: 1990 BIBJ – Codice scheda bibliografia Dimensione 18 caratteri Riferimento al codice SIRBeC della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia. BIBH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Indicare il codice univoco che individua il testo nell'ambito di un repertorio locale. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Bibliografia-BIB SIRBeC normalizzato centralmente. BIBN - V., pp., nn. Dimensione 100 caratteri Indicare l'eventuale volume in numeri romani, le pagine e/o i numeri di catalogo nei quali è stata fatta specifica menzione del bene in esame o dei confronti citati, nella forma redazionale indicata dagli esempi. Es.: v. I pp. 35-36 v. II p. 41 n. 50 BIBI - V., tavv., figg. Dimensione 100 caratteri Indicare l'eventuale volume in numeri romani e il riferimento alle tavole o figure che riproducono il bene catalogato o i confronti citati, nella forma redazionale indicata dagli esempi. Es.: v. I tav. V ff. 6-8 BIBU - Indirizzi bibliografici di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riportano gli eventuali indirizzi di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trovano riferimenti alla risorsa descritta. Il sottocampo è ripetittivo. Es.: http://www.iccu.sbn.it/ http://www.iccd.beniculturali.it/ BIBW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo. BIBY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive

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3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. BIBK - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. BIL – Citazione completa Dimensione 500 caratteri Indicare la citazione completa del testo. Questo campo va utilizzato solo nel caso in cui una specifica pubblicazione tratti esclusivamente del bene catalogato e non menzioni o descriva altri beni culturali; non va quindi utilizzato nel caso di bibliografia di confronto. Il campo è ripetitivo. BSE – BIBLIOGRAFIA SU SUPPORTO ELETTRONICO Dati relativi alla bibliografia (specifica o di confronto) su supporto elettronico, sia che si tratti di opere pubblicate, sia che si tratti di informazioni in rete. Il campo è ripetitivo per poter riportare, in ordine cronologico, tutti i diversi riferimenti bibliografici. A differenza del campo BIB, nel quale i testi sono citati in forma abbreviata (in quanto si richiede di compilare, per ognuno di essi, la scheda BIB per l’Archivio controllato “Bibliografia”) il campo BSE registrerà tutti i dati essenziali per l’individuazione del contributo bibliografico che si vuole citare. BSEX - Genere Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso Indicare se si tratta di bibliografia specifica sul bene catalogato oppure di bibliografia di confronto. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario chiuso bibliografia specifica bibliografia di confronto BSES - Tipo di supporto Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il tipo di supporto/risorsa elettronica sul quale sono memorizzati i dati. Nel caso di risorsa elettronica con accesso locale (supporto fisico inserito in una unità periferica collegata ad un computer), si riporta l'indicazione del supporto; nel caso di indicazione di una risorsa elettronica con accesso remoto (una risorsa in rete), se ne dà l'indicazione. Vocabolario aperto CD-ROM DVD Floppy disk Photo-CD Risorsa elettronica con accesso remoto etc. BSEA - Autore/curatore dell'opera Dimensione 150 caratteri Indicare l'autore (nella forma cognome iniziale nome) o l'ente responsabile dell'opera che si vuole citare o della pubblicazione principale contenente il contributo che si vuole citare. In presenza di diversi autori responsabili dell'opera, si riporteranno tutti (fino a tre autori), separati dal segno “/” seguito da uno spazio. In presenza di più di tre autori o in totale assenza, si riporteranno le prime due parole del titolo dell'opera (senza articoli e preposizioni). BSET - Titolo dell'opera Dimensione 250 caratteri Indicare il titolo proprio della pubblicazione principale che si vuole citare o che comprende l'eventuale parte componente (il contributo specifico) da citare (cfr. sottocampo BSEC). Il titolo sarà desunto dall'etichetta esterna del supporto o dalla schermata interna (secondo il criterio di completezza delle informazioni), per le risorse elettroniche con accesso locale; dalla schermata interna, per le risorse elettroniche con accesso remoto. BSEL - Luogo di edizione Dimensione 250 caratteri Indicare il nome della città o altra località nella quale il documento elettronico è stato pubblicato. Si riporta così come appare sul documento elettronico. Il nome dello Stato, Regione o simili sarà eventualmente aggiunto tra

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parentesi in forma abbreviata, se possibile, quando sia necessario per evitare omonimie oppure per meglio identificare un luogo poco conosciuto. Es.: Roma Cambridge (Mass.) Cassina de' Pecchi (Milano) BSEE - Editore/Produttore/Distributore Dimensione 150 caratteri Indicare il nome della persona o ente responsabile della pubblicazione e diffusione del documento elettronico. Il nome dell'editore può essere dato in forma abbreviata, purché non dia luogo ad ambiguità. Prenomi o iniziali saranno dati solo se necessario. Frasi come 'and company', 'e figli', 'S.p.a.', etc., saranno omesse. Es.: SEI Wiley [e non : John Wiley & Sons] Microapplication BSED - Data di edizione Dimensione 25 caratteri Indicare l'anno di pubblicazione, così come appare e trascritto in numeri arabi. Quando non vi è la data di pubblicazione/produzione o distribuzione, si dà in suo luogo la data di copyright o di manifattura. Es.: 1997 c1995 manifattura 1996 BSEN - Edizione Dimensione 25 caratteri Specificare l'edizione, nella forma con cui è indicata sul documento elettronico. Es.: 12 ed. Versione 1.5 Release 1.A BSER - Autore del contributo Dimensione 150 caratteri Indicare l'autore (nella forma cognome iniziale nome) o l'ente responsabile del contributo specifico/parte componente che si intende citare (contenuto all'interno dell'opera riportata al sottocampo BSET). In presenza di diversi autori responsabili del contributo, si riporteranno tutti (fino a tre autori), separati dal segno “/” seguito da uno spazio. In presenza di più di tre autori o in totale assenza, si riporteranno le prime due parole del titolo del contributo/parte componente (senza articoli e preposizioni). BSEC - Titolo del contributo/parte componente Dimensione 250 caratteri Indicare il titolo proprio del contributo/parte componente che si intende citare (es.: capitolo, articolo, rubrica, etc.). BSEK - Specifiche Dimensione 50 caratteri Dati relativi alle indicazioni numeriche e/o cronologiche del periodico (numero, mese, anno). Le cifre arabe sostituiscono le altre cifre o la numerazione in lettere. Abbreviazioni normalizzate sono utilizzate al posto delle parole. Es.: N.1 (mar. 1982) 1973/dic. 1997 BSEI - Indirizzo di rete Dimensione 250 caratteri Per le risorse elettroniche con accesso remoto, indicare l'indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) che consente di localizzare una risorsa elettronica. Es.: http://www.iccd.beniculturali.it/standard/index.html BSEJ – Codice scheda bibliografia Dimensione 18 caratteri

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Riferimento al codice SIRBeC della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia a cui si fa riferimento. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Bibliografia su supporto elettronico-BSE SIRBeC normalizzato centralmente. BSEH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Indicare il codice univoco che individua la scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia a cui si fa riferimento. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Bibliografia su supporto elettronico-BSE SIRBeC normalizzato centralmente. BSEW - Etichetta del volume Dimensione 32 caratteri Riferimento al campo "NSK - numero scheda" della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia a cui si fa riferimento. BSEY - Percorso relativo del file Dimensione 255 caratteri Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi: 1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive) 2) percorso parziale senza drive 3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano sempre gli stessi percorsi) L'utilizzo di questo campo è facoltativo. BSEZ - Nome del file Dimensione 255 caratteri Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati. MST – MOSTRE Elenco delle mostre in cui è stato esposto il bene catalogato, anche se già riportate in bibliografia. Il campo è ripetitivo. MSTT - Titolo Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il titolo della mostra. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Es.: Pedalando nel tempo Cieli Medicei, XII Settimana della Cultura Scientifica in Toscana MSTL - Luogo, sede espositiva, data Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la città in cui la mostra è stata allestita, seguita dalla sede espositiva e dalla data, espressa o con una cronologia specifica (aaaa; aaaa-aaaa; aaaa/mm/gg - aaaa/mm/gg; gg mese per esteso aaaa - gg mese per esteso aaaa) oppure con una fascia cronologica generica di riferimento (sec. XX; seconda metà XIX secolo). Le diverse informazioni vanno separate da virgole. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto ed è ripetitivo, nel caso in cui la mostra sia stata allestita in luoghi diversi, o nel caso in cui ad uno stesso luogo corrispondano sedi espositive diverse, o ancora nel caso in cui vadano registrati più riferimenti cronologici in relazione al luogo e alla sede. Es.: Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza, 2004 Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza, 8 Aprile - 31 Agosto 2002 MSTS - Specifiche Dimensione 500 caratteri Indicare eventuali specifiche relative alla mostra o al luogo/ai luoghi in cui essa è stata allestita. MSTN – Numero opera nel catalogo Dimensione 25 caratteri Numero dell'opera nel catalogo dell'esposizione, preceduto da "n."; se senza numero, indicare la pagina, preceduta da "pag." oppure "S.n." se priva di pagina; per esposizioni prive di catalogo inserire: "senza catalogo". MSTU - Indirizzo di rete

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Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo MSTJ – Codice scheda mostra Dimensione 18 caratteri Riferimento al codice SIRBeC della scheda redatta per l'Authority File delle Mostre. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Mostre-MST SIRBeC normalizzato centralmente. MSTH - Sigla per citazione Dimensione 8 caratteri Riferimento al campo "MSTH - sigla per citazione" della scheda redatta per l'Authority File delle Mostre. Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo Mostre-MST SIRBeC normalizzato centralmente. PRM – PREMI Descrivere gli eventuali premi conquistati dall'opera catalogata. Il campo è ripetitivo. PRMT - Denominazione Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la denominazione del premio. PRML - Luogo Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il comune in cui si è svolta la manifestazione di consegna del premio. PRMS - Sede Dimensione 150 caratteri Indicare la sede, intesa come edificio o struttura, in cui si è svolta la manifestazione di consegna del premio. PRMD - Data Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare la data di consegna del premio nella forma aaaa/mm/gg. PRME - Ente/Istituto promotore Dimensione 150 caratteri Indicare l'Ente promotore della manifestazione. PRMR – Riconoscimento ottenuto Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto Indicare il riconoscimento ottenuto Vocabolario aperto premio segnalazione partecipazione PRMM - Motivazione Dimensione 1000 caratteri Indicare la motivazione per la quale il premio è stato assegnato. PRMU – Indirizzo di rete Dimensione 255 caratteri In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta. Es.: http://www.ieee.org/ http://mese.jhu.edu/journals/callaloo AD – ACCESSO AI DATI (da scheda PST 3.01) In questo paragrafo vengono registrate le indicazioni relative all’accesso ai dati, secondo le indicazioni dell’Ente fornitore, per l’utenza generica.

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La compilazione del paragrafo è obbligatoria per l’acquisizione della scheda nel Sistema Informativo Generale del Catalogo. ADS – SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI Indicazioni relative al profilo di accesso ai dati, alla motivazione che ha portato alla scelta di tale profilo, ad eventuali date di scadenza previste per consentire la visibilità completa delle informazioni sul bene. La compilazione del campo è obbligatoria. ADSP - Profilo di accesso Dimensione 1 carattere - Obbligatorio - Vocabolario chiuso Indicare il profilo di accesso in cui ricade la scheda con il numero cui la definizione scelta si riferisce (le indicazioni fra parentesi sono per memoria del catalogatore). La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Lista di valori 1 [intera scheda visibile] 2 [limitazione per privacy e tutela] ADSM - Motivazione Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto Indicare la motivazione che ha determinato l'adozione del profilo di accesso specificato nel precedente sottocampo ADSP. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Vocabolario aperto scheda contenenti dati personali beni non adeguatamente sorvegliabili dati pubblicabili ADSD - Indicazioni sulla data di scadenza Dimensione 25 caratteri Indicare l'eventuale data di scadenza per il profilo di accesso specificato nel sottocampo ADSP, nella forma 'anno/mese/giorno' (aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si voglia indicare solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri. Se questo sottocampo viene compilato, la modifica del profilo deve essere gestita manualmente in seguito e la scheda dovrà essere aggiornata e validata. CM - COMPILAZIONE (da normativa scheda PST 3.01) In questo paragrafo vengono registrate le informazioni relative all’elaborazione e alla validazione scientifica della scheda, ad eventuali successive operazioni di trascrizione, di aggiornamento, di revisione. Le informazioni riguardano le date in cui tali operazioni sono state svolte e le persone intervenute e/o responsabili. La compilazione del paragrafo è obbligatoria. CMPD - Data Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio Indicare l'anno di redazione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Es.: 1999 CMPN - Nome Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio Indicare il nome del/dei compilatore/i della scheda nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo nel caso di più autori e la sua compilazione è obbligatoria. Es.: Bianchi, Giulio CMPE – Specifiche ente compilatore Dimensione 150 caratteri Inserire la denominazione ufficiale dell’ente compilatore. RSR – Referente scientifico Dimensione 70 caratteri Indicare il referente scientifico dell'attività di catalogazione che ha prodotto la scheda, quando questi non coincide con il funzionario responsabile, nella forma cognome, nome. Il campo è ripetitivo. FUR – Funzionario responsabile Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio Indicare il funzionario responsabile della campagna di catalogazione nella forma cognome, nome. Il campo è ripetitivo nel caso di avvicendamenti di funzionari nelle varie fasi di lavoro di catalogazione e la sua compilazione è obbligatoria.

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RVM – TRASCRIZIONE PER INFORMATIZZAZIONE Informazioni relative al trasferimento dei dati della scheda dal formato cartaceo tradizionale a quello strutturato per l’informatizzazione. RVMD - Data Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare l'anno della trascrizione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. RVMN - Nome Dimensione 70 caratteri Indicare il nome di chi ha effettuato la trascrizione della scheda nella forma cognome, nome. RVME - Ente Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare in codice l'Ente che ha curato la trascrizione per informatizzazione della scheda. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice rispettivo, facendolo precedere dalla lettera R. Per le Province si utilizzano le sigle. Per le Diocesi si utilizza il codice rispettivo, facendolo precedere dalla lettera D. Per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT (aggiornamento 2000), facendoli precedere dalla lettera C. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con l'ICCD. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto Codici Enti con prefisso S Codici di Regione con prefisso R Sigle delle Province Codici delle Diocesi con prefisso D Es.: S08 R08 NA D576 AGG – AGGIORNAMENTO – REVISIONE Informazioni sulla revisione del contenuto della scheda a seguito di sopralluoghi, di studi storico-critici, di ricerche bibliografiche, di eventi (es.: passaggi di proprietà) o altro, oppure per indicare il passaggio da una scheda di precatalogazione. Il campo è ripetitivo per registrare i successivi aggiornamenti della scheda. AGGD - Data Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare l'anno di aggiornamento - revisione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. AGGN - Nome Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il nome di chi ha eseguito l'aggiornamento - revisione della scheda, nella forma cognome, nome. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. AGGE - Ente Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Indicare in codice l'Ente che ha curato l'aggiornamento-revisone della scheda. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice risepttivo, facendolo precedere dalla lettera R. Per le Province si utilizzano le sigle in elenco. Per le Diocesi si utilizza il codice rispettivo, facendolo precedere dalla lettera D. Per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT (aggiornamento 2000), facendoli precedere dalla lettera C. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con l'ICCD. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. Vocabolario aperto Codici Enti con prefisso S Codici di Regione con prefisso R Sigle delle Province Codici delle Diocesi con prefisso D Es.: S08

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R08 NA D576 AGGR - Referente scientifico Dimensione 70 caratteri Indicare l'eventuale referente scientifico che ha seguito e/o coordinato l'attività di aggiornamento relativamente a settori specifici, nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo. AGGF - Funzionario responsabile Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il funzionario responsabile dell'aggiornamento, nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo e la sua compilazione presenta un'obbligatorietà di contesto. ISP – ISPEZIONI Ispezioni effettuate per constatare lo stato del bene catalogato. Il campo è ripetitivo. ISPD - Data Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare l'anno dell'ispezione. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. ISPN - Funzionario responsabile Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto Indicare il funzionario responsabile dell'ispezione, nella forma cognome, nome. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto. AN- ANNOTAZIONI In questo paragrafo vengono registrate eventuali notizie supplementari sul bene catalogato. OSS - Osservazioni Dimensione 5000 caratteri Informazioni sul bene catalogato per le quali non è stato possibile utilizzare altri campi della scheda.

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Regole generali di sintassi e di compilazione all’interno dei campi

- Si suggerisce di fare attenzione, nell’inserimento dei dati all’interno delle schede, a non digitare spaziature non richieste (linee vuote, doppi spazi etc.).

- Utilizzare i normali segni di interpunzione e il carattere alto-basso: all’interno dei campi a testo libero compresa la prima lettera del campo. I caratteri di interpunzione vanno uniti alla parola precedente e seguiti da spazio.

- Utilizzare il carattere minuscolo: in tutti gli altri campi e sottocampi a partire dalla prima lettera del campo, eccetto se relativi a nomi propri (geografici, enti, persone etc.).

- Utilizzare il carattere maiuscolo quando presente nelle voci del vocabolario collegato al campo o al sottocampo.

- Nel caso in cui la identificazione di una città sia controversa perché la stessa denominazione è presente in più Stati mettere tra parentesi tonde lo stato di appartenenza nella forma abbreviata internazionale Es.: Cambridge (USA)

- Qualsiasi informazione interpretata dal catalogatore andrà indicata tra parentesi [ ] Es.: numeri di pagina nel campo BIBN

p. [20] - Per le informazioni dubbie usare (?) - Le abbreviazioni, a eccezione a.C. e d.C., vanno sciolte se non diversamente richiesto dalla norma di

compilazione del campo - Le sigle e gli acronimi si usano preferibilmente in maiuscolo e senza punti - Nei sottocampi relativi alle datazioni nel caso ci siano più occorrenze andranno registrate in ordine

cronologico crescente salvo se diversamente indicato (ARTPAST). - Da ARTPAST: di seguito si indicano i criteri da seguire per la compilazione dei campi Datazione ad

esclusione del campo DTS (Datazione specifica). Un evento temporale può essere espresso con un unico estremo cronologico o con un arco temporale rappresentato da un estremo cronologico di inizio e uno di fine. Es.: data evento data nascita e data morte data inizio e data fine di un determinato evento Nel caso dei due estremi cronologici si usa / seguito da uno spazio per separare gli argomenti. All'interno di un estremo cronologico la data può essere espressa o per anno o per secolo, nel caso in cui l'estremo di riferimento è racchiuso tra due archi cronologici si usa il - per separarli, quest’ultimo caso è valido solo in cui l’estremo cronologico sia espresso in anni. Es.: data inizio/ data fine in cui l'inizio è ipotizzato tra due anni e la fine certa 1823-1824/ 1830 (ciò vale per uno o tutti e due i termini) Quando la datazione è espressa con secolo questo va scritto in lettere romane e maiuscolo e preceduto da sec. Seguito da uno spazio. Es.: sec. XVI Nel caso in cui l'estremo cronologico sia compreso tra due secoli si scriverà secc. seguito da uno spazio. Es.: secc. XVI/ XVII Ad un estremo cronologico espresso per anno è possibile associare una delle seguenti specifiche: ante, post, ca., (?) Ad un estremo cronologico espresso per secolo è possibile associare una delle seguenti specifiche: inizio, fine, metà, prima metà, seconda metà, primo quarto, secondo quarto, terzo quarto, ultimo quarto, fine/inizio. La specifica deve essere posta dopo il valore di anno o di secolo separata da uno spazio: Es.: 1815 ca., 1815 (?), 1530 ca./ 1550 ca., 1820 ante/ 1822, 1820 ca./ 1822 post, sec. XV inizio, secc. XV prima metà/ XVI inizio, secc. XIX fine/ XX inizio. Per i campi in cui la datazione conosciuta comprende anche mese e giorno usare la seguente sintassi: AAAA/MM/GG.

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Note di accompagnamento al vocabolario di controllo del sottocampo Soggetto – SGT

(sottocampo SGTI – Identificazione)17

La ricerca è stata condotta per fornire agli Organi preposti alla catalogazione e agli Enti ed Istituti operanti nello stesso settore, uno strumento univoco per la compilazione del sottocampo "SGTI Identificazione del soggetto" della scheda OA strutturata secondo la normativa ICCD. In tale sottocampo vengono specificati i "dati relativi al soggetto secondo le definizioni iconografiche tradizionali" in modo che nella scheda informatizzata non si perdano né le definizioni dei soggetti affermate dalla letteratura storico-artistica, né l'insieme unitario della rappresentazione in esame. Il sottocampo "SGTI Identificazione", dunque, si affianca a quelli presenti nella sezione "Dati analitici- Descrizione" della scheda S-MI in particolare ai sottocampi "DESC Descrizione e Codifica" e "DESS indicazioni sul soggetto". In tali sottocampi le rappresentazioni iconografiche connesse all'oggetto in esame vengono ulteriormente analizzate con l'inserimento nel primo (DESI) del codice alfanumerico del sistema di classificazione iconografica ICONCLASS (H. van de Waal, An iconographic classification system, Amsterdam 1973-1983) e nel secondo (DESS) della descrizione analitica letterale degli elementi che compongono l'immagine. Nel presentare il soggettario iconografico si sono voluti indicare i criteri che hanno determinato la selezione di particolari forme espressive di temi iconografici rispetto ad altre. Si sono, pertanto, volute esplicitare una serie di norme scaturite dal lavoro di ordinamento e normalizzazione di materiale, per sua natura non facilmente riconducibile a criteri di uniformità e di normalizzazione considerata la estrema varietà di rappresentazione e di espressione dei temi iconografici. Tale lavoro ha comportato la ricerca e la raccolta, più ampia possibile, di materiale iconografico selezionato da cataloghi schede presenti nell'Archivio dell'Istituto, soggettari realizzati dai progetti di catalogazione informatica nell'ambito L. n. 41, 1986 ex art. 15, per poi procedere all'analisi, al confronto e al necessario approfondimento dei vari temi. Nella redazione del soggettario ci si è costantemente riferiti al sistema di classificazione iconografica ICONCLASS che ha rappresentato un utile strumento di controllo e verifica sia sul piano terminologico che iconografico. Il soggettario deve essere inteso come prima normalizzazione dei dati, ai fini del recupero informatico degli stessi, eliminando i rischi di ambiguità terminologiche e della conseguente dispersione delle informazioni. Il dizionario dei soggetti si pone come strumento di lavoro naturalmente aperto ad ulteriori acquisizioni e contributi dai soggetti operanti nel territorio nazionale nell'ambito catalografico. CRITERI Obiettivo della ricerca realizzata è stato la scelta di terminologie idonee a definire i soggetti iconografici; alla luce di tale fine si sono stabiliti alcuni principi preliminari scaturiti dall'esame di varianti legate al contesto figurativo o situazionale a prescindere dai singoli contenuti propri di ciascun soggetto analizzato: 1 individuazione delle figure che compaiono nella rappresentazione (es.: Madonna o Madonna con Bambino) 2 Indicazione del particolare atteggiamento o situazione in cui queste figure vengono rappresentate (es.: Madonna con Bambino in trono). 3 Indicazione di altre eventuali figure aggiuntive (es.: Madonna con Bambino in trono e angeli o santi). Si è inoltre cercato di evitare, nella definizione dei temi iconografici, di indicare nel soggetto personaggi non presenti nella rappresentazione anche se in qualche modo da essa richiamati, in modo da garantire un corretto recupero dei dati informatizzati senza, peraltro compromettere la necessaria chiarezza espressiva. Gli ulteriori criteri metodologici che hanno informato il lavoro possono essere così individuati: 1 Univocità delle voci selezionate. 2 Correttezza terminologica. 3 Conformità a tipologie iconografiche storicamente determinate. 4 Confronto con le fonti testuali. 5 Rispetto, quanto possibile, di forme consolidatesi nella tradizione devozionale. Per quanto concerne i nomi propri dei personaggi rappresentati, si è utilizzato il Vocabolario di controllo ricavato dalle parole chiave del sistema di classificazione iconografica ICONCLASS. Nomi propri storici, letterari, geografici. Locuzioni iconografiche, a cura di M. Lattanzi e F. Colalucci, Roma, ICCD, 1992. NORME Nell'intento di fissare normative che forniscano un orientamento e un utile riferimento per la compilazione di schede catalografiche, si sono delineate e di seguito si presentano alcune indicazioni generali sottolineando che esse forniscono solo una traccia e sono più esplicative delle situazioni problematiche rilevate nel corso della redazione del soggettario, che non una sistematica elencazione di norme di compilazione.

17 Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 87- 90.

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1 L'articolo viene omesso nella quasi totalità dei casi, si mantiene solo quando assume una funzione significativa, cioè concorre ad individuare e precisare soggetti altrimenti non del tutto determinati (es.: Agnello apocalittico). 2 La quantità viene indicata solo quando significativa ai fini della individuazione del soggetto (es.: Quattro stagioni, Quattro dottori della Chiesa). 3 Il termine "allegoria" si è omesso in quei soggetti che, pur possedendo un carattere allegorico, fossero comunque identificabili chiaramente per i loro specifici attribuiti connotanti un preciso tipo iconograficio (es.: Fede, Speranza, Fortuna ecc.). Si sono così voluti distinguere i "tipi iconografici" rappresentanti figure allegoriche identificate dai loro attributi e le "Scene allegoriche" con identico carattere ma diverso contesto figurativo. Nel caso in cui la figura rappresentata sia priva degli specifici attributi si è usata la forma "figura allegorica". 4 Nel caso di sinonimi si è selezionato il termine più comunemente usato nella tradizione iconografica facendo opportuno rinvio per le forme escluse. 5 Si è cercato, nei limiti del possibile, di ridurre l'uso di termini con ambivalenza di significato, utilizzando, per ciascun tema, forme diverse. Si è così preferito usare esclusivamente la forma nominale Cupido per denominare l dio dell'amore per evitare un' eventuale fonte di equivoco. 6 Il termine "ritratto" si è posto in rilievo nel caso in cui esso caratterizi la forma del soggetto come rappresentazione di una persona (cfr. Enciclopedia Universale dell'arte, alla voce "Ritratto", v. XI, pp. 565 ss.). 7 Si è parlato di "figura" quando la rappresentazione risulta priva di particolari connotazioni fisionomiche, psicologiche o di ambiente (Figura di donna seduta). 8 Quando la figura risultava connotata da particolari attributi che la rendono tipica o che la relazionano in maniera peculiare a contesti ben definiti si è usato il termine "personaggio" (es.: Personaggio biblico). 9 Alcuni soggetti sono stati espressi nella lingua in cui generalmente vengono indicati dalla tradizione iconografica intendendo con questa scelta sottolineare tra l'altro, l'area di maggior diffusione del tema (es.: Etimasia). 10 L'uso della forma "Apoteosi" si è esclusivamente legato a soggetti profani, mentre per i soggetti religiosi si è preferito adottare la forma "gloria" (es.: Gloria dell'ordine francescano e non Apoteosi dell'Ordine Francescano). 11 Tenendo presente la tradizione iconografica relativa agli eventi della vita di Cristo si è preferito mantenere sia la forma nominale Gesù che Cristo, legando quest'ultima ai temi relativi alla vita pubblica e l'altra ai temi relativi ai primi anni della vita di Cristo. Per il soggetto devozionale "Sacro Cuore di Gesù" per il soggetto "Adorazione del nome di Gesù" e per quelli relativi alle singole Stazioni della Via Crucis si è mantenuta la forma affermatasi nella tradizione devozionale. 12 Il soggetto "Natività di Gesù" è stato adottato quando il tema manifestava un chiaro carattere devozionale con riferimento alla rappresentazione del Presepe come genere artistico. I soggetti "Adorazione dei pastori" e "Adorazione dei Magi" sono stati indicati per rappresentare gli aspetti di carattere storico e narrativo del tema. 13 Il soggetto "Adorazione del Bambino", si è affiancato agli altri come tema di chiara impronta devozionale con evidenti riferimenti alla visione di Santa Brigida di Svezia descritta nelle Rivelazioni (cfr. G. Schiller, Iconography of Christian Art v. I, p. 76 ss.). Il soggetto "Presepe" si è mantenuto esclusivamente per indicare la riproduzione devozionale del tema della Natività di tradizione francescana. 14 Il soggetto "Cristo crocifisso" è stato scelto per individuare la rappresentazione del solo Cristo sulla croce; "Crocefissione di Cristo" si è proposto per definire il tema in chiave storico narrativo, secondo la tradizione delle fonti neotestamentarie. 15 Il soggetto "Pietà" identifica il gruppo della Madonna con il Cristo morto in grembo. Il soggetto "Compianto sul Cristo morto" definisce il medesimo tema espresso però con un ampio contesto figurativo e un dichiarato carattere narrativo. 16 La forma "Simboli della Passione" deve essere utilizzata quando gli oggetti del martirio hanno una chiara connotazione simbolica, estranea ad un contesto narrativo, o prefigurano il destino del Cristo (es.: Gesù Bambino con simboli della passione); nelle altre occorrenze deve essere usata la forma "Strumenti della Passione". 17 La forma "Cristo Redentore" deve essere adottata quando la figurazione sottolinea il valore salvifico della Passione (es.: Cristo Redentore intercede presso Dio Padre mostrando le piaghe"). La forma "Cristo Risorto" si mantiene quando viene individuato un episodio successivo alla Redenzione (Apparizione di Cristo Risorto alle Pie Donne). 18 Per quanto riguarda l'iconografia mariana si è utilizzato lo stesso criterio cronologico adottato per il Cristo. Si è quindi utilizzata la forma "Maria Vergine" nei soggetti relativi agli anni precedenti la nascita di Cristo e "Madonna"per i successivi. Unica eccezione è l'episodio dell'incoronazione che deve essere individuato con "Incoronazione di Maria Vergine". 19 Il soggetto "Madonna Immacolata" si è scelto per definire una tipologia che si consolida a seguito della Controriforma e riprende l'Immagine della Donna dell'Apocalisse incoronata da dodici stelle sopra la luna crescente (es.: Murillo, Madonna Immacolata; G. Reni, Madonna Immacolata); mentre si è preferito il soggetto

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"Immacolata Concezione" per le rappresentazioni in cui il carattere dogmatico concettuale del tema è posto in maggior rilievo. 20 La definizione del tema della morte della Madonna ha presentato problemi di non facile soluzione in considerazione delle numerose varianti iconografiche sviluppatesi nei secoli legate alle diverse fonti e tradizioni religiose. Nel tentativo di raccoglierle tutte in un unico soggetto, si è selezionata la forma "Transito della Madonna"che si è pensato potesse opportunamente definire sia le rappresentazioni più realistiche e drammatiche del tema sia quelle più idealizzate e ieratiche. Si sono comunque inseriti opportuni rinvii per le forme escluse. 21 Tenendo conto delle distinzioni fatte all'interno di ICONCLASS si sono proposte tre forme nominali per la definizione di soggetti relativi a Dio; si è proposta la forma nominale "Dio" i temi riguardanti il vecchio Testamento, "Dio Creatore" in un contesto pertinente al tema della Creazione, "Dio Padre" in contesto trinitario e neotestamentario. 22 La forma "Satana" si usa quando il personaggio e connotato iconograficamente o si riconosce l'identità dal contesto della scena, soprattutto quando si identifica con il concetto di Male in opposizione al Bene. Nelle raffigurazioni non connotate iconograficamente usare la forma "Demonio/Demoni"; con la sola eccezione del soggetto "Patto col Diavolo". 23 I Santi sono stati indicati specificando gli eventuali ulteriori elementi distintivi (es.: Santa Caterina d'Alessandria; San Giovanni Battista). 24 Si è scelta la forma "storie della vita di........." nel caso di cicli pittorici che trattino in immagini dell'intera biografia del personaggio; "Episodi" per sottolineare momenti peculiari della vita di un personaggio o della storia di un popolo estrapolati da una trattazione organica; "Scene" per le rappresentazioni fortemente caratterizzate da divenire generi pittorici (es.: Scene campestri). 25 Per i nomi propri relativi a soggetti profani essi sono stati indicati nella forma italianizzata da quella latina (es.: Ercole e non Eracle).

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Indicazioni per la normalizzazione ortografica del sottocampo per l’identificazione del soggetto

SGTI

L’iniziale del sottocampo è sempre maiuscola (usare caratteri alto basso) Con iniziale minuscola:

1. i termini santo/santa/san/santi etc. (quando non facciano parte della denominazione di una chiesa o di toponimi), Es. Madonna con Bambino e san Giovanni Episodio della vita di san Bernardo Madonna con Bambino e santi Miracolo di santo monaco Chiesa di S. Lorenzo a Milano

2. le cariche ecclesiastiche,

Es. Ritratto di papa Alessandro V

3. i titoli civili, onorifici, nobiliari e accademici,

Es. Carlo V imperatore Ritratto del barone Blixen Ritratto del cavaliere Cesare Azzini

4. i titoli professionali e militari, Ritratto del generale Giuseppe Pianelli

5. gli attributi in generale, Es. Sant’Alessandro martire Maddalena penitente Madonna con Bambino e santo domenicano San Pietro apostolo Cristo redentore Sant’Agostino dottore della Chiesa

6. gli ordini religiosi e gli ordini militari storici, Es. Ordine dei gesuiti

Simboli dei templari Croce dei cavalieri teutonici

7. i personaggi in forma sostantivata e i nomi di gruppi Es. Dodici apostoli in forma di agnelli Simboli dei quattro evangelisti Strage degli innocenti

8. i nomi di popolazioni

Es. I troiani oltrepassano Cariddi

9. i nomi dei mesi e dei giorni della settimana anche compresi nelle date Es. Processione del venerdì santo

Battaglia del Montello del 18 giugno 1918

Con iniziale maiuscola 1. I nomi propri di persona,

Es. Ritratto del conte Bertolomeo Arese

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2. gli appellativi e i soprannomi di personaggi storici Es. Ritratto di Carlo il Calvo Filippo il Bello Tarquinio il Superbo

3. le denominazioni geografiche e i termini mare/lago/ monte solo quando fanno parte della denominazione stessa, Veduta di fiume Po Veduta del Lago di Como Veduta del Mar Nero Veduta del Canal Grande

4. le denominazioni proprie di uno Stato e dei suoi enti

5. le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi

Es. Veduta della Camera dei Lord

6. le denominazioni di istituzioni, delle armi e dei corpi militari e civili e delle loro divisioni Es. Stemma del Comune di Firenze

7. le denominazioni delle chiese, degli edifici rappresentati, degli indirizzi viabilistici Es. Veduta della Chiesa di S. Francesco di Assisi Mosaici della Chiesa di S. Apollinare in Classe Palazzo Via Brera 22 Casa Piazza Diaz Veduta del Palazzo Borromeo Parco della Villa Reale di Monza Veduta di Via Ripa dell’Olmo a Orvieto

8. le rappresentazioni simboliche, allegoriche, le personificazioni Es. Allegoria della Castità Allegoria del Silenzio Simboli della Fortuna

9. il termine chiesa inteso come istituzione Es. Croce della Chiesa russa ortodossa

10. le festività Es. Celebrazione della domenica di Pentecoste Calendario dell’Avvento

11. le denominazioni di periodi o fatti storici Es. Battaglia delle Cinque Giornate Episodi della Guerra dei Trent’Anni

12. i secoli, i decenni, gli anni Es. Veduta di Milano negli anni Trenta Bottega di speziale del Seicento

13. i punti cardinali e i sostantivi ad essi correlati quando indicano una specifica regione geografica Es. Vie della seta in Oriente Paesaggio del Nord Europa

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14. nelle denominazioni scientifiche delle scienze naturali si scrive con l’iniziale maiuscola il genere e con la minuscola la specie. Es. Larix decidua

15. Madame, Mademoiselle, Monsieur, Lord Es. Ritratto di Lord Byron

16. i modelli e i marchi di automobili

Numeri Trascrizione in lettere

1. i secoli, i decenni e i periodi storici con iniziale maiuscola 2. i mesi nelle date con iniziale minuscola

Es. Ritratti di poeti del Cinquecento Battaglia del Montello del 15-18 giugno 1918

Trascrizione in numeri arabi

1. i giorni e gli anni delle date 2. le date che indicano anni storici particolari per i quali non si ammette comunque la

forma abbreviata con l’apostrofo (il ’48, il ’68) 3. i numeri civici (senza farli precedere dalla dizione “numero” “n.” etc.) 4. gli orari

Es. Battaglia del Montello del 15-18 giugno 1918 Carri armati del 1935 (e non ’35) Casa Via Massari 3

Trascrizione in numeri romani e in maiuscolo

1. i secoli e i numeri che seguono nomi di re, imperatori, papi etc. 2. i numeri delle stazioni della via crucis 3. i numeri delle armi e dei corpi militari con le loro divisioni

Es. Ritratto di Luigi XII di Francia Ritratto di gruppo della VII Fanteria Brigata Cuneo

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Note di accompagnamento al vocabolario di controllo delle Categorie Iconografiche normalizzate del sottocampo Indicazioni sul soggetto – DESS18

Il sottocampo DESS Descrizione del soggetto deve essere compilato con categorie normalizzate letterali e relative voci specifiche che definiscono l'immagine nelle sue componenti particolari secondo il prototipo adottato in Modello di banca-dati per un museo. I dipinti della Galleria Spada in Roma, Roma Multigraphica Editrice, 1987. Queste categorie e voci iconografiche s'integrano con la notazione alfanumerica del sottocampo DESI nel quale figura ICONCLASS descrivendo in modo analitico letteralmente ciò che in ICONCLASS figura codificato sinteticamente. Il presente vocabolario è stato realizzato nel corso del Progetto ex art. 15 L. 41/86 "Automazione della Fototeca Nazionale" con la collaborazione delle dr.sse Brigida di Leo, per il settore archeologico, e Maria Grazia Massafra per quello storico-artistico. Ogni categoria può essere usata da sola o con le specifiche delle voci relative. La categoria "Architetture" deve essere compilata, se l'edificio è identificabile, con la sua denominazione preceduta dal nome della città dove è edificato. Es.: Architetture (religiosa rituale): Roma: Pantheon Architetture (religiosa rituale): Firenze: S. Maria Novella La categoria "Attributi" deve essere compilata premettendo allo specifico attributo il nome del personaggio al quale è riferito fra parentesi. Es.: Attributi: (San Giovanni Battista) croce. Attributi: (San Girolamo) cappello cardinalizio; cranio; crocifisso; leone. Nella categoria "Divinità minori" andranno inserite le voci "Satiri", "Ninfe", "Sileni", ecc. La categoria "Fenomeni naturali" comprende le voci "luce", "oscurità", "temperatura" ecc. La categoria "Figure" comprende anche la voce "Angeli", "Cherubini", ecc. Gli arcangeli dovranno essere collegati nella categoria "Personaggi" con la specifica di "San". La categoria "Metamorfosi" dovrà contenere la metamorfosi analizzata con i nomi relativi divisi da segno “/” seguito da uno spazio. Es.: Metamorfosi: Io/ Giovenca La categoria "Personaggi" comprende le specifiche dei nomi per i quali si veda Vocabolario di controllo ricavato dalle parole chiave del Sistema di classificazione iconografica ICONCLASS. Nomi propri storici, letterari e geografici. Locuzioni iconografiche, a cura di M. Lattanzi - F. Colalucci, Roma, ICCD, 1992. Nel caso della SS. Vergine Maria si userà per convenzione la forma "Maria vergine" per gli episodi fino alla nascita di Cristo; "Madonna" per gli episodi successivi. La categoria "Strumenti del martirio" deve essere utilizzata quando gli oggetti raffigurati nella scena non hanno alcuna valenza simbolica, ma solo di narrazione realistica. Altrimenti va usato "Simboli del martirio". La categoria "Temperamenti" va compilata con le voci "Collerico" "Sanguigno", Flemmatico" e "Melanconico". La categoria "Veduta" va compilata con la specifica del luogo rappresentato se questo è identificabile. Es.: Veduta: Roma: Colle Esquilino La categoria "Personificazioni" deve essere adottata nel caso di figure simboliche ritratte singolarmente e non inserite in un contesto allegorico più vasto. (es.: Carità, Prudenza, ecc.). Si segnalerà dunque la "Personificazione" nella voce predisposta specificando gli attributi nell'apposita categoria.

18 Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 90-91.

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Gestione delle immagini

I dati testuali delle schede sono memorizzati nei database; le immagini digitali eventualmente associate alle schede sono invece contenute in file di formato standard memorizzati in cartelle e supporti di memorizzazione indipendenti dal database. La corrispondenza tra schede e immagini è stabilita attraverso la combinazione di informazioni e regole definite a livello di configurazione del sistema e di dati, tipicamente il nome dell'immagine o una sua codifica, derivati dalle singole schede. Le due informazioni fondamentali che devono essere fornite al sistema perché possa collegare le immagini alle schede sono:

1. La cartella (o le cartelle) in cui si trovano le immagini. Questa informazione viene inserita nel pannello “Opzioni” ed è associata all’intero database di schede.

2. I nomi dei file delle immagini associate alle singole schede. Questa informazione viene inserita all’interno delle schede e precisamente nel campo strutturato FTA, con i criteri descritti nel seguito.

Il campo strutturato FTA gestisce sia la descrizione delle fotografie del bene che il collegamento delle relative immagini. Per questo motivo il campo strutturato FTA prevede alcuni sottocampi aggiuntivi che non fanno parte del tracciato vero e proprio della scheda, ma hanno la funzione di mantenere il collegamento con il file immagine. La logica da seguire per stabilire il collegamento tra scheda e immagini è la seguente: ogni istanza del campo FTA descrive una fotografia (che può essere un supporto fisico o anche uno scatto di una macchina digitale). Nel campo aggiuntivo FTAI si inserisce il nome del file immagine che la rappresenta: nel caso di fotografia classica è quindi il risultato della scannerizzazione; nel caso di fotografia digitale è il file prodotto dalla macchina fotografica. Convenzioni per la corretta denominazione dei file Per agevolare la gestione delle immagini quando queste convergono in una banca dati centrale è importante che queste vengano memorizzate utilizzando nomi univoci rispetto all’intera banca dati. Il modo più semplice per assegnare nomi univoci alle immagini è quello di utilizzare nella denominazione del file il numero di catalogo NCTN della scheda a cui l’immagine si riferisce; il numero di catalogo costituisce infatti la chiave univoca di identificazione di ogni bene catalogato. Poiché ad ogni scheda possono essere associate più immagini si può utilizzare il numero di catalogo come prefisso e un numero progressivo (o eventualmente una lettera) come suffisso per il nome del file. Es. Per una scheda con il numero di catalogo NCTN è 00001234 e 3 fotografie collegate i file si potranno chiamare: 00001234_01.jpg, 00001234_02.jpg, 00001234_03.jpg N.B. Si richiede di utilizzare sempre il codice per i nomi dei file e di evitare assolutamente l’utilizzo di nomi descrittivi ma generici (es. “catastale.jpg”, “facciata.jpg”). Nel caso si voglia mantenere il contenuto descrittivo del nome lo si utilizzi come ulteriore suffisso da far seguire alla parte di codice (es. 00001234_01_catastale.jpg”). Per la denominazione delle fotografie relative al bene catalogato, in caso eccezionale di mancata assegnazione dei numeri di catalogo alle schede, si potrà utilizzare al posto dell’NCTN, il codice identificativo presente nel campo IDK della scheda SIRBeC. Guida pratica - Campi che gestiscono le informazioni sul file collegato: FTAX (Genere): può assumere 2 valori, “documentazione allegata” e “documentazione esistente”. Secondo la convenzione adottata si dovrà utilizzare “documentazione allegata” quando si collega il file relativo alla fotografia, mentre si utilizzerà “documentazione esistente” quando si vuole comunque descrivere una fotografia senza collegare alla scheda il corrispondente file digitale. FTAW (Visibilità immagine): questo campo permette di assegnare un attributo di visibilità/pubblicazione ad ogni singola immagine associata ad una scheda, in base a criteri sia di riservatezza che di qualità dell'immagine. Per il suo specifico significato, questo campo deve essere compilato solo nel caso in cui si collega il file digitale, cioè quando FTAX contiene “documentazione allegata”. I suoi possibili valori sono: 0 immagine pubblicabile come principale 1 immagine pubblicabile 2 immagine non pubblicabile 3 immagine presso l'archivio dell'ente Il valore 0 si assegna all’immagine ritenuta più rappresentativa della scheda (o all’unica se è una sola) Il valore 1 si assegna alle altre immagini Il valore 2 si utilizza per le immagini che si consegnano alla Regione Lombardia, ma non si vuole che siano pubblicate (ad esempio foto di interni di abitazioni private la cui diffusione può essere potenzialmente pericolosa)

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Il valore 3 si utilizza nel caso particolare di immagini che sono state collegate alle schede ma che non si intende inviare alla Regione Lombardia nell’ambito della fornitura relativa al progetto di catalogazione che si sta effettuando (ad esempio può essere utilizzato per collegare immagini ad alta risoluzione che non sono richieste) - Campi che gestiscono il collegamento al file: Il sistema mette a disposizione 3 sottocampi appartenenti al campo strutturato FTA-Fotografie: FTAV (Identificatore del volume): in questo sottocampo si inserisce il nome (etichetta) del disco o il numero di serie del PhotoCD se le immagini sono in formato PhotoCD. Questo campo è mantenuto per compatibilità con campagne di catalogazione passate; l’aumentare della capacità dei supporti ed il progressivo abbandono del formato PhotoCD lo rende attualmente inutile, per cui si consiglia di lasciarlo vuoto. FTAR (Percorso relativo del file): in questo sottocampo si inserisce generalmente la parte finale del percorso delle immagini quando queste sono strutturate in sottocartelle, secondo criteri che dipendono dalle singole schede. Se non vi sono motivi particolari per creare raggruppamenti di immagini si consiglia di non usarlo. FTAI (Nome del file): in questo sottocampo si inserisce il nome del file dell'immagine. Il caso più semplice è il seguente: Si decide una cartella (es. “C:\Documents and Settings\NomeUtente\Documenti\Immagini\Catalogazione”) in cui si tengono i file delle immagini e la si imposta in “Opzioni/Immagini”; si depositano tutti i file nella cartella prescelta; in ogni scheda si inseriscono i nomi dei file collegati nel campo FTAI. Note 1. Secondo le norme ICCD il campo FTAN è obbligatorio e dovrebbe contenere il codice univoco della

fotografia; queste norme sono pensate tenendo come riferimento il caso delle Soprintendenze, in cui si trova un archivio fotografico che assegna un codice ad ogni fotografia. Nel caso in cui non si disponga di un codice assegnato, si richiede di compilare il campo FTAN ripetendo il nome del file inserito in FTAI avendo l’avvertenza di togliere l’estensione che ne identifica il formato (es. “.jpg”).

2. Con riferimento a quanto detto precedentemente rispetto alla denominazione univoca dei file utilizzando il numero di catalogo, si noti che il codice univoco di un bene è rappresentato formalmente alla concatenazione di 4 campi della scheda che sono: NCTR – codice regione (obbligatorio) NCTN – numero di catalogo (obbligatorio) NCTS – suffisso del numero di catalogo (opzionale) RVEL – livello della gerarchia per i complessi/componenti (opzionale) Per la costruzione dei nomi dei file il campo NCTR non si usa perché è sempre uguale il campo NCTN è il codice vero e proprio e quindi si usa sempre il campo NCTS si dovrebbe usare ma si utilizza solo per il recupero di schede cartacee, quindi sarà sempre vuoto il campo RVEL sarà valorizzato nel caso di beni complessi, le cui schede avranno lo stesso valore di NCTN; si deve quindi utilizzare anche per la generazione dei nomi dei file

Esempi di compilazione Scheda 1 (bene individuo con 2 foto) CD: TSK: OA NCTR: 03 NCTN: 0012345678 DO: FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345678_01 FTAW: 0 FTAI: 0012345678_01.jpg FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345678_02 FTAW: 1 FTAI: 0012345678_02.jpg

Scheda 2 (bene complesso con 1 foto) CD: TSK: OA NCTR: 03 NCTN: 0012345679

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RV: RVEL: 0 DO: FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345679-0_01 FTAW: 0 FTAI: 0012345679-0_01.jpg

Scheda 3 (primo bene componente con 3 foto) CD: TSK: OA NCTR: 03 NCTN: 0012345679 RV: RVEL: 1 DO: FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345679-1_01 FTAW: 0 FTAI: 0012345679-1_01.jpg FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345679-1_02 FTAW: 1 FTAI: 0012345679-1_02.jpg FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345679-1_03 FTAW: 1 FTAI: 0012345679-1_03.jpg

Scheda 4 (secondo bene componente con 1 foto) CD: TSK: OA NCTR: 03 NCTN: 0012345679 RV: RVEL: 2 DO: FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345679-2_01 FTAW: 0 FTAI: 0012345679-2_01.jpg

Scheda 5 (bene individuo con 2 foto di cui solo una con il file collegato) CD: TSK: OA NCTR: 03 NCTN: 0012345680 DO: FTA: FTAX: documentazione allegata FTAN: 0012345680_01 FTAW: 0 FTAI: 0012345680_01.jpg FTA: FTAX: documentazione esistente FTAN: 0012345680_02

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Documentazione fotografica

La qualità delle immagini collegate alle schede, in quanto strumento di approfondimento e di integrazione delle informazioni contenute nelle schede in ordine ad aspetti morfologici, conservativi e di relazione contestuale, deve rispondere ai seguenti requisiti:

§ standard di ripresa che garantiscano illuminazione uniforme, utilizzo della scala colore, essenzialità ed oggettività per una corretta leggibilità dell’oggetto, delle sue componenti più significative e peculiari (andamento delle superfici e dei volumi, ornamentazione, tecnica esecutiva, stato di conservazione) secondo le indicazioni contenute in La documentazione fotografica delle schede di catalogo. Metodologie e tecniche di ripresa, ICCD, 1998;

§ standard di digitalizzazione che deve essere almeno di livello B, se non diversamente specificato in convenzione o nell’atto d’impegno;

Si precisa che per i beni mobili il corredo fotografico deve seguire le seguenti indicazioni: § per gli oggetti semplici, per gli oggetti in serie, per gli oggetti aggregati almeno una

immagine per scheda; § per gli oggetti complessi o insiemi in riferimento verticale una immagine dell’oggetto

complesso o dell’insieme per la scheda madre, una immagine dell’oggetto componente per la scheda figlia.

Nel caso del recupero di schede pregresse quando di un oggetto complesso siano state realizzate solo le schede delle parti componenti ed occorra creare la scheda madre ex novo si deve allegare a quest’ultima soltanto l’immagine dell’oggetto nel suo insieme. Qualora non sia stata realizzata l’immagine dell’insieme dell’oggetto complesso la scheda madre sarà priva di immagini e non riporterà le informazioni delle immagini allegate e/o esistenti, delle parti componenti, che verranno registrate solo nelle rispettive figlie.

Standard di digitalizzazione per le immagini fotografiche

Le procedure di digitalizzazione dei materiali fotografici qui proposte tengono conto delle condizioni dell’originale da digitalizzare, del suo pregio, della sua stabilità, dell’esposizione a fattori di deterioramento e dell’uso che si intende fare dell’immagine digitalizzata. Gli standard tengono conto, inoltre, della risoluzione dei monitor normalmente utilizzati (fino a 1600x1200 punti) e della qualità di stampa ottenibile ai diversi livelli di digitalizzazione proposti. Sono previsti quattro livelli qualitativi: A, B, e A1. q Per i livelli A, B viene sostanzialmente adottata la “Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini

fotografiche” pubblicata nel 1998 dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. q Il livello A1, attualmente adottato dall’Archivio dell’Immagine della Regione Lombardia, è previsto per la

digitalizzazione di originali di particolare pregio o particolarmente a rischio ed è finalizzata ad ottenere immagini di altissima qualità e risoluzione rivolta alla stampa di grandi dimensioni.

Ai formati per la memorizzazione delle immagini originariamente previsti dalla normativa ICCD (JPG, PNG e PCD), dall’Archivio dell’Immagine della Regione Lombardia sono stati aggiunti ulteriori formati quali il BMP ed il TIF non compresso. I formati degli originali presi in considerazione sono quelli dei materiali fotografici (pellicole, lastre, stampe) più frequentemente in uso: negativi su pellicola 24x36 mm., 4,5x6, 6x6,6x7,6x9,10x12 cm.; negativi su lastra 6x9,10x15,13x18 cm.; stampe 13x18,18x24,24x30 cm. Per la digitalizzazione delle immagini a colori è indispensabile prevedere la calibrazione del dispositivo di acquisizione (scanner) in modo da garantire la fedeltà delle tonalità dei colori memorizzati. E’ quindi opportuno utilizzare i prodotti software per la calibrazione forniti generalmente insieme allo scanner, o altrimenti dotarsi di uno specifico software di calibrazione (Color Management System – CMS). Con tale sistema è possibile anche calibrare i dispositivi di lettura e riproduzione dell’immagine (monitor, stampante grafica). Livello A – Immagini ad alta risoluzione spaziale, utilizzabile per stampe a grandi dimensioni e per la conservazione come riferimento digitale di alta qualità dell’originale fotografico. Viene utilizzato per le immagini a colori di qualità e per gli originali di qualità a rischio di deterioramento. Per le immagini a colori è richiesta la risoluzione cromatica di 24 bit per pixel e di 8 bit per quelle a toni di grigio.

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Formati di memorizzazione: sono accettati i formati non compressi (o a compressione senza perdita di qualità) TIF, PNG, PCD 16 base.

Dimensioni originale Risoluzione punti per pollice (dpi) Dimensione del file

TIF (RGB) in MB

24x36 mm. 2167 18,9 4.5x6 cm. 1300 21,2 6x6 cm. 1300 28,3 6x7 cm. 1115 24,3 6x9 cm. 867 18,9 10x12 cm 650 23,6 10x15 cm. 520 18,9 13x18 cm. 433 20,4 18x24 cm. 325 21,2 24x30 cm. 260 22,6

Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini che meglio si adattano, in base ai rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 3072x3072 pixel. Livello B - Immagini di media risoluzione spaziale a corredo delle schede catalogo e destinate alla normale consultazione. Viene comunemente utilizzato per gli originali in bianco e nero non a rischio di deterioramento e per i materiali a colori stabili. Per le immagini a colori è richiesta la risoluzione cromatica di 24 bit per pixel e di 8 bit per quelle a toni di grigio. Formati di memorizzazione: sono accettati i formati non compressi (o a compressione senza perdita di qualità) TIF, BMP, PNG, PCD 4 base ed il formato JPEG (con perdita di qualità).

Dimensioni originale Risoluzione punti per pollice (dpi) Dimensione del file

TIF (RGB) in MB

24x36 mm. 903 3,3 4.5x6 cm. 542 3,7 6x6 cm. 542 4,9 6x7 cm. 464 4,2 6x9 cm. 361 3,3 10x12 cm 271 4,1 10x15 cm. 217 3,3 13x18 cm. 181 3,5 18x24 cm. 135 3,7 24x30 cm. 108 3,9

Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini che meglio si adattano, in base ai rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 1280x1280 pixel. Livello A1 - Immagini ad altissima risoluzione da utilizzarsi per acquisire in formato digitale originali di grande pregio o particolarmente a rischio ed in caso di stampe di alta qualità e di grandi dimensioni. Formati di memorizzazione: sono accettati i formati TIF, PNG, PCD 64 base.

Dimensioni originale Risoluzione punti per pollice (dpi) Dimensione del file

TIF (RGB) in MB

24x36 mm. 4335 75,5 4,5x6 cm. 2601 84,9 6x6 cm. 2601 113,2 6x7 cm. 2229 97,1 6x9 cm. 1734 75,5 10x12 cm 1300 94,4 10x15 cm. 1040 75,5 13x18 cm. 867 81,8 18x24 cm. 650 84,9 24x30 cm. 520 90,6

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Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini che meglio si adattano, in base ai rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 6144x6144 pixel.

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Ruolo del responsabile scientifico nei progetti SIRBeC Il responsabile scientifico del progetto risponde della verifica e del controllo dei contenuti dei dati prodotti e della rispondenza agli standard catalografici ed informatici vigenti. Mantiene il ruolo di referente sia per i catalogatori che per la Regione Lombardia, anche durante la fase di verifica e di validazione (per i su citati e i restanti obblighi del responsabile scientifico si veda D.d.s. 25 gennaio 2008 – n. 518 Approvazione del bando per la presentazione di progetti per l’inventariazione, la catalogazione e la documentazione del patrimonio culturale – Anno finanziario 2008, allegato 6). Prima della consegna definitiva dei dati il responsabile scientifico dovrà assicurarsi che il prodotto risponda ai seguenti requisiti:

1. il quantitativo dei dati prodotti e consegnati alla Regione deve rispettare quanto stabilito nella convenzione o nell’atto d’impegno;

2. la compilazione dei campi obbligatori deve essere verificata rispetto al livello catalografico definito nella convenzione o nell’atto d’impegno;

3. deve essere verificato e validato il contenuto e la qualità scientifica dei dati catalografici; 4. deve essere verificata la strutturazione delle informazioni rispetto agli standard ICCD/SIRBeC in

particolare: § adozione delle voci presenti nei vocabolari di controllo; § rispetto della sintassi codificata; § rispetto delle strutture di catalogazione previste per le categorie di oggetti semplici,

complessi o aggregati; 5. deve essere verificata la compatibilità tra oggetti catalogati e tipologie di schede adottate; 6. deve essere verificata la corretta attribuzione (o recupero) dei numeri di catalogo generale se

assegnati al progetto; 7. deve essere controllato il quantitativo delle immagini in base a quanto stabilito nella convenzione o

nell’atto d’impegno. Ogni scheda deve avere almeno un’immagine allegata che identifichi il bene. Nel caso di oggetti complessi o insiemi il bene deve essere rappresentato nella sua interezza.

8. deve essere controllata la qualità delle immagini collegate alle schede relativamente a: § standard di ripresa; § standard di digitalizzazione; § corretto collegamento delle immagini alle schede;

9. deve essere verificata la rispondenza degli allegati grafici e cartografici agli standard; 10. deve essere controllata la rispondenza degli allegati grafici e cartografici alle schede a quanto stabilito

nella convenzione o nell’atto d’impegno.

Solo a seguito della verifica dell’adeguatezza ai suddetti requisiti il responsabile scientifico potrà considerare i dati validati per la consegna e potrà procedere alla trasmissione (che andrà fatta secondo quanto indicato nel documento Catalogazione SIRBeC - Carta del Rischio: linee guida per la consegna dei dati pubblicato sul Sito Servizio SIRBeC all’indirizzo http://www.culture.lispa.it/sitserv/ nella sezione Strumenti e Software).

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Bibliografia essenziale

Auer P., Cavallini F., Giffi E. (a cura di), Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini fotografiche. ICCD 1998 Roma. Corti L., I beni culturali e la loro catalogazione, Mondadori 2003. Definizione dei criteri e della metodologia per il recupero del patrimonio catalografico di interesse storico-artistico ed etnoantropologico. Progetto ArtPast, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno, Scuola Normale Superiore di Pisa. Encyclopedia of Graphics File Formats (Edizione 2). Normative per la catatalogazione – versione 3.02. Paragrafi trasversali. Struttura dei dati e norme di compilazione, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione 2007. Strutturazione dei dati delle schede di catalogo. Patrimonio scientifico e tecnologico. Scheda PST. Norme di compilazione, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione 2005. Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione 1992. Vasco Rocca S., Beni culturali e catalogazione, Gangemi 2002