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SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE DI UNA UNITA’ DI APPRENDIMENTO TRASVERSALE E MULTIDISCIPLINARE COMPETENZA LINGUAGGI NON VERBALI E VERBALI TITOLO IL GIOCO DELLE EMOZIONI - LE EMOZIONI IN GIOCO CONTESTO SCOLASTICO Infanzia Primaria Secondaria di primo grado COMPETENZE ATTESE: Life skills : competenze per la vita sono un insieme di capacità umane acquisite tramite insegnamento o esperienza diretta che vengono usate per gestire problemi, situazioni e domande comunemente incontrate nella vita quotidiana.In definitiva, l'interazione fra le varie abilità è ciò che produce potenti risultati comportamentali, specialmente quando questo approccio è supportato da altre strategie. Lo scopo principale dell'acquisizione di "competenze per la vita" è, in sintesi, il superamento degli ostacoli e la capacità di vivere al meglio delle proprie possibilità. Queste competenze sono: Saper risolvere i problemi Saper prendere decisioni Creatività Senso critico Autoconsapevolezza Capacità relazionali Comunicazione efficace Gestione delle emozioni Gestione dello stress Empatia Competenze chiave europee 5 IMPARARE A IMPARARE 6 COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE 7 SPIRITO DI INIZIATIVA E IMPRENDITORIALITÀ 8 CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE Competenze di cittadinanza IMPARARE AD IMPARARE PROGETTARE COMUNICARE: COMPRENDERE E RAPPRESENTARE COLLABORARE E PARTECIPARE AGIRE IN MODO AUTONOMO RISOLVERE PROBLEMI INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI ACQUISIRE E INTERPRETARE LE INFORMAZIONI RELAZIONARSI IN MODO POSITIVO NORMATIVA:

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SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE DI UNA UNITA’ DI APPRENDIMENTO TRASVERSALE E MULTIDISCIPLINARE COMPETENZA LINGUAGGI NON VERBALI E VERBALI TITOLO IL GIOCO DELLE EMOZIONI - LE EMOZIONI IN GIOCO CONTESTO SCOLASTICO

Infanzia Primaria Secondaria di primo grado COMPETENZE ATTESE:

Life skills : competenze per la vita sono un insieme di capacità umane acquisite tramite insegnamento o esperienza diretta che vengono usate per gestire problemi, situazioni e domande comunemente incontrate nella vita quotidiana.In definitiva, l'interazione fra le varie abilità è ciò che produce potenti risultati comportamentali, specialmente quando questo approccio è supportato da altre strategie.

Lo scopo principale dell'acquisizione di "competenze per la vita" è, in sintesi, il superamento degli ostacoli e la capacità di vivere al meglio delle proprie possibilità. Queste competenze sono:

Saper risolvere i problemi

Saper prendere decisioni

Creatività

Senso critico

Autoconsapevolezza

Capacità relazionali

Comunicazione efficace

Gestione delle emozioni

Gestione dello stress

Empatia

Competenze chiave europee 5 IMPARARE A IMPARARE 6 COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE 7 SPIRITO DI INIZIATIVA E IMPRENDITORIALITÀ 8 CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE Competenze di cittadinanza

IMPARARE AD IMPARARE

PROGETTARE

COMUNICARE: COMPRENDERE E RAPPRESENTARE

COLLABORARE E PARTECIPARE

AGIRE IN MODO AUTONOMO

RISOLVERE PROBLEMI

INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI

ACQUISIRE E INTERPRETARE LE INFORMAZIONI

RELAZIONARSI IN MODO POSITIVO NORMATIVA:

PROFILO DELLE COMPETENZE al termine del primo ciclo di istruzione dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo D.M. n. 254 del 16.11.2012 “… e’ in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, esprimendo la propria personalita’ in tutte le sue dimensioni. Ha consapevolezza delle proprie potenzialita’ e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri per riconoscere ed apprezzare le diverse identita’, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, , osserva con curiosità ed interpreta con senso ambienti fatti e fenomeni, dimostra originalita’ e spirito di iniziativa, si impegna in campi motori, e’ disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi con le novita’ e gli imprevisti…”.

TRAGUARDI DI SVILUPPO dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo D.M. n. 254 del 16.11.2012 scuola dell’infanzia Fra i tre e i sei anni i bambini incontrano e sperimentano diversi linguaggi, scoprono attraverso il dialogo e il confronto con gli altri bambini l‘esistenza di diversi punti di vista, pongono per la prima volta le grandi domande esistenziali, osservano e interrogano, elaborano le prime ipotesi. Le loro potenzialità e disponibilità possono essere sviluppate o inibite, possono evolvere. Sviluppare l’autonomia comporta l’acquisizione della capacità di interpretare e governare il proprio corpo e le emozioni; partecipare alle attività nei diversi contesti; avere fiducia in sè e fidarsi degli altri; realizzare le proprie attività senza scoraggiarsi; provare piacere nel fare da sè e saper chiedere aiuto; esprimere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni; esplorare la realtà e comprendere le regole della vita quotidiana; partecipare alle negoziazioni e alle decisioni motivando le proprie opinioni, le proprie scelte e i propri comportamenti; assumere atteggiamenti sempre più responsabili. Sviluppare il senso della cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso le relazioni, il dialogo, l’espressione del proprio pensiero, l’attenzione al punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di uno star bene, eticamente orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto tra le persone. Campo d’esperienza il sé e l’altro Il bambino sviluppa il senso dell’identità personale, Ë consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli e esprimerli in modo adeguato. E’ consapevole delle differenze e sa averne rispetto. Ascolta gli altri e dà spiegazioni del proprio comportamento e del proprio punto di vista. Dialoga, discute e progetta confrontando ipotesi e procedure, gioca e lavora in modo costruttivo e creativo con gli altri bambini. Campo d’esperienza il corpo e il movimento Il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino apprende attraverso specifici percorsi di apprendimento: i gesti mimici, sostituiscono o sottolineano la parola, mantengono la conversazione o la sospendono, esprimono sentimenti e emozioni, accompagnano la fruizione musicale La scuola dell'infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere, capire e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, di rispettarlo e di averne cura, di esprimersi e di comunicare attraverso di esso scuola primaria Nella fase sensibile dell’apprendimento dai 6 ai 10 anni è importante far riconoscere che le emozioni ci accompagnano durante ogni tipo di attività, in particolare durante il gioco in palestra Questa affermazione è guidata dalla convinzione: - che la palestra rappresenti un luogo d’incontro di relazione tra personalità diverse impegnate nel processo di apprendimento in un contesto di relazioni significative - che questo luogo possa essere qualificato come un ambito significativo di esperienza per gli alunni - che questo luogo debba essere oggetto di progettazione in tutte le sue sfaccettature, significativa e motivante, in ordinata e strutturata attraverso percorsi d’insegnamento e apprendimento reali: “esperienze vissute dall’alunno in tutte le sue dimensioni e occasioni ” L’alunno acquisisce consapevolezza di sè attraverso l’ascolto e l’osservazione del proprio corpo, la padronanza degli schemi motori e posturali, sapendosi adattare alle variabili spaziali e temporali. Utilizza il

linguaggio corporeo e motorio per comunicare e esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali. Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, e li esprime in modo sempre più adeguato E’ in grado di dare dare un nome agli stati d’animo Prende consapevolezza delle proprie ed altrui emozioni. Riconosce, comunica ed esprime emozioni e sentimenti attraverso il linguaggio del corpo Acquisisce strumenti per gestire le proprie emozioni Scuola secondaria di primo grado - Assume e controlla in forma consapevole diversificate posture del corpo con finalità espressive. “L’alunno è consapevole delle proprie competenze motorie sia nei punti di forza che nei limiti. Utilizza gli aspetti comunicativo -relazionali del linguaggio motorio Utilizzare in modo personale il corpo e il movimento per esprimersi, comunicare stati d’animo, emozioni e sentimenti, anche nelle forme della drammatizzazione e della danza. Riconosce, ricerca e applica a sé stesso comportamenti di promozione dello “star bene” in ordine ad un sano stile di vita. E’ capace di integrarsi con l’altro/i, di assumersi responsabilità e di impegnarsi per il bene comune. Il lavoro nella secondaria di primo grado è basato su un percorso che tende alla scoperta di sé e dell’altro, un terreno in cui sperimentare e scoprire attraverso le emozioni il contesto comunicativo, attraverso il corpo, il gesto, la musica, mettendosi in gioco su potenzialità corporee poco esplorate nella quotidianità. Scuola secondaria di secondo grado Tra tutti gli obiettivi specifici di apprendimento abbiamo scelto di lavorare su quelli che sono attinenti all’aspetto emotivo perché: - nell’ambito didattico formativo è attuale rivolgere l’attenzione a quest’aspetto del movimento: le nuove Indicazioni Ministeriali promuovono la capacità di tradurre le idee in atti ed espressioni creative; - sviluppare questa competenza porta ad essere consapevoli che il corpo comunica attraverso linguaggi specifici ed esprime stati d’animo, trasmette messaggi, anche attraverso la drammatizzazione, il ritmo e le esperienze coreutiche (tratto dalle IN); Le attività espressive, infatti, si raccordano con le diverse materie scolastiche e offrono interessanti occasioni interdisciplinari, spunti per gestire in modo intelligente il movimento sia esso momento di creatività o di miglioramento del livello funzionale. In particolare, risalta l’elemento relazionale e sociale perché si rende possibile: - coinvolgere tutti, attraverso l’inserimento collaborativo anche degli alunni in difficoltà - educare al movimento consapevole, utile nell’arco della vita intera, aiutare a vincere delle paure e prendere responsabilità Il movimento ha aspetti differenti, rivela la tensione verso un oggetto cui si attribuisce valore, oppure uno stato mentale. La sua forma e il suo ritmo mostrano la disposizione della persona che si muove in quella particolare situazione. Può esprimere uno stato d’animo momentaneo e una reazione fugace oppure i tratti costanti di una personalità. L’analisi del movimento dunque ha carattere quantitativo, misurabile, come nello sport, oppure qualitativo, emozionale. Goleman definisce l’intelligenza emotiva come “la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui e di saperle indirizzare nella direzione più favorevole e vantaggiosa”. Essa è considerata come una meta-capacità ovvero una capacità che ci permette di usarne altre più complesse. Un buon sviluppo dell’intelligenza emotiva permette di adattarci meglio all’ambiente e di conseguenza di migliorare il benessere. Gardner “intelligenza intrapersonale e interpersonale all’interno della teoria delle intelligenze multiple

Salovey-Mayer “intelligenza emotoiva” composta da 5 abilità (da cui ne derivano poi molte altre ad esse strettamente collegate): la consapevolezza emotiva, il controllo emotivo, la motivazione di sé stessi, l’empatia con le emozioni altrui e le competenze sociali.

Va da sè che è differente lavorare sull’intelligenza emotiva con ragazzi oppure con bambini. Molte abilità in cui si articola questo tipo di intelligenza non sono ancora riscontrabili in bambini molto piccoli (es. la piena capacità di autocontrollo) o sono presenti in forme diverse rispetto a quelle adulte (es. l’empatia) o sono solo agli arbori (es. le competenze sociali). E’ consigliabile comunque iniziare da subito, quando i bambini sono ancora molto piccoli, a “lavorare con questa meta-abilità” per fare sì che il suo ( e di tutte le capacità correlate) sviluppo sia ottimale e che per il bambino diventi, poi, naturale ed automatico farne uso. Il lavoro consigliato è a coppie, a terne, a piccoli gruppi che forniscono occasioni per sviluppare un senso di autostima e autoefficacia

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO RIFERITI ALLA COMPETENZA Suddivisi in saper teorico (conoscenze) e saper fare (abilità) sui quali progettare il percorso. INFANZIA

CONOSCENZE ABILITÀ

Conoscere i segni/segnali della comunicazione non verbale sperimentati

Sperimentare l’uso del corpo per comunicare azioni, stati d’animo, emozioni, messaggi suscitati da avvenimenti, racconti, favole, attraverso le modalità della comunicazione non verbale (mimica, espressioni del volto, sguardo, gestualità, movimenti del corpo, postura, contatto corporeo, movimenti spaziali e temporali, forme, suoni, elementi di mimo, drammatizzazione) e verbalizzare i contenuti più semplici.

STANDARD INFANZIA Utilizza gesti e posture del corpo per esprimere azioni e stati d’animo.

LIVELLI 3 Utilizza tutto il corpo come modalità di comunicazione per esprimere una varietà di azioni e stati d’animo 2 Utilizza molteplici gesti e posture per esprimere azioni e stati d’animo 1 Guidato utilizza movimenti per esprimere azioni e stati d’animo

PRIMARIA

BIENNIO TRIENNIO

CONOSCENZE ABILITÀ CONOSCENZE ABILITÀ

Conoscere le modalità di comunicazione non verbale attraverso il corpo e i segni/segnali Analizzare e verbalizzare le modalità di espressione corporea utilizzate e i contenuti comunicativi propri e dei compagni

Utilizzare il corpo per comunicare situazioni, stati d’animo, emozioni suscitati da canzoni, bans, racconti, poesie, musiche, attraverso le modalità della comunicazione non verbale (mimica, gestualità, postura, contatto corporeo, drammatizzazione, danza) individualmente e in gruppo Leggere e interpretare la comunicazione non verbale dei compagni.

Conoscere una varietà di segni/segnali e identificare i contenuti emotivi Analizzare e interpretare le modalità di espressione corporea utilizzate e i contenuti comunicativi propri e dei compagni

Utilizzare in forma personale il corpo e gli attrezzi di fortuna e di fantasia per esprimere situazioni ed emozioni attraverso i segni/segnali non verbali, il mimo, la danza, la drammatizzazione individualmente e in gruppo Creare ed eseguire individualmente e in gruppo semplici combinazioni motorie e coreografie per esprimere sentimenti, situazioni e contenuti musicali

STANDARD PRIMARIA Utilizza modalità espressive per comunicare con il linguaggio non verbale LIVELLI 3 Controlla molteplici modalità espressive e comunica efficacemente attraverso il linguaggio non verbale 2 Utilizza diverse modalità espressive e comunica attraverso il linguaggio non verbale 1 Guidato, utilizza alcune modalità espressive comunicando semplici situazioni e stati d’animo

SECONDARIA DI PRIMO GRADO

CONOSCENZE ABILITÀ

Conoscere modalità di espressione corporea utilizzando una varietà di segni/segnali e identificare i contenuti emotivi Conoscere il linguaggio specifico motorio e sportivo

Utilizzare l’espressione corporea per rappresentare idee, stati d’animo e storie mediante l’utilizzo del corpo e degli attrezzi di fortuna in forma originale e creativa individualmente, a coppie, in gruppo con fini comunicativi Decodificare i linguaggi specifici di compagni, avversari, insegnanti e arbitri

STANDARD SECONDARIA DI PRIMO GRADO Utilizza i linguaggi motori: specifici, comunicativi ed espressivi con soluzioni personali LIVELLI

3 Padroneggia molteplici linguaggi specifici, comunicativi ed espressivi trasmettendo contenuti emozionali 2 Utilizza i linguaggi specifici, comunicativi ed espressivi in modo personale 1 Guidato utilizza alcuni linguaggi specifici, comunicativi ed espressivi in modo codificato

SECONDARIA DI SECONDO GRADO

PRIMO BIENNIO SECONDO BIENNIO QUINTO ANNO

CONOSCENZA ABILITÀ CONOSCENZA ABILITÀ CONOSCENZA ABILITÀ

Conoscere le modalità di utilizzo dei diversi linguaggi non verbali Elementi di base relativi alle principali tecniche

Rappresentare idee, stati d’animo e sequenze con creatività e con tecniche espressive. Comprendere e produrre consapevolmente i linguaggi non

Conoscere codici della comunicazione corporea Conoscere tecniche mimico-gestuali e di espressione

Saper dare significato al movimento (semantica) Esprimere con il movimento le differenti emozioni

Conoscere possibili interazioni fra linguaggi espressivi ed altri contesti ( letterario, artistico, musicale, teatrale filmico, etc.) Conoscere gli aspetti della comunicazione non verbale

Padroneggiare gli aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell'espressività corporea nell'ambito di progetti e percorsi anche interdisciplinari. Individuare fra le diverse tecniche espressive

espressive.

verbali

corporea e le analogie emotive con diversi linguaggi (musicale, visivo, poetico, pittorico… etc.)

suscitate da altri tipi di linguaggio (musicale, visivo, poetico, pittorico …)

per migliorare l’espressività e l' efficacia delle relazioni interpersonali.

quella più congeniali alla propria modalità espressiva

STANDARD SECONDARIA DI SECONDO GRADO BIENNIO Esprime con creatività azioni, emozioni e sentimenti con finalità comunicativo espressiva, utilizzando più tecniche LIVELLI 3 Applica e rielabora molteplici tecniche espressive in diversi ambiti, assegna significato al movimento. 2 Si esprime con creatività utilizzando correttamente più tecniche, sa interagire con i compagni con finalità comunicative. 1 Si esprime riferendosi ad elementi conosciuti con finalità comunicativo espressiva, utilizzando, guidato, le tecniche proposte

STANDARD SECONDARIA DI SECONDO GRADO TRIENNIO Rielabora creativamente il linguaggio espressivo in contesti differenti LIVELLI 3 È consapevole di favorire la libera espressione di stati d’animo ed emozioni attraverso il linguaggio non verbale. Assegna significato e qualità al movimento. 2 Comunica attraverso un linguaggio specifico e interpreta i messaggi, volontari ed involontari, che esso trasmette 1 Riconosce i principali aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea

PERCORSO DI LAVORO. Il percorso per sviluppare tutte le abilità e le conoscenze necessarie è costituito da un insieme di unità di apprendimento su temi specifici da svilupparsi in una o più lezioni ciascuna. I temi sviluppati sono collegati e presentati secondo una logica che vede un primo approccio all’argomento portando l’attenzione sulla necessità di sperimentare la “comunicazione interiore”. Da questa “necessità” nascerà spontanea l’esigenza opposta di voler entrare in comunicazione emotiva dapprima con un compagno e successivamente con il gruppo. I temi successivi prevedono una serie di proposte che ridurranno progressivamente le “distanze” tra gli allievi, per arrivare a sperimentare la comunicazione attraverso le emozioni attraverso una pluralità di canali sensoriali e una pluralità di contatti. Da subito sarà necessario soffermarsi sulla necessità di avere sempre un approccio rispettoso e sensibile con l’intenzione di accogliere la relazione e di mettersi in ascolto, con gli altri e con se stessi. Successivamente sarà possibile proporre al gruppo classe attività in reciproco equilibrio (per equilibrio reciproco si intende quella situazione ottimale nella quale due o più persone stabiliscono una sintonia tale per cui le forze e le energie si completano senza opporsi). Questa sintonia si ricerca e si realizza attraverso l’ascolto tenendo conto delle caratteristiche dell’altro/altri nel rispetto della propria ed altrui sensibilità, sperimentando sensazioni e stati emotivi quando si entra nella bolla prossemica altrui.

PROPOSTE OPERATIVE INFANZIA

Sperimentare uso del corpo per comunicare azioni o situazioni con il racconto o la fiaba (es. gioco dei mestieri, azioni giornata, sport...) anche con l’utilizzo di piccoli attrezzi e materiale (stoffe, carta, oggetti …)

Sperimentare l’uso del corpo per esprimere stati d’animo ed emozioni (es. gioco del “se fossi stanco..., se fossi arrabbiato, spaventato...)

Sperimentare il linguaggio del corpo con le espressioni del viso, gesti, andature. Iniziare con attività di gioco che fanno simulare le varie emozioni con le espressioni del viso (simulare le sensazioni ed emozioni della felicità, tristezza, stupore) con un gioco dei mini.

Ripresa del gioco precedente e alle espressioni del volto si combinano i gesti del corpo e si mimano la leggerezza e la pesantezza, la lentezza e la velocità attraverso il gioco dei mimi degli animali

Ripresa del gioco precedente e alle espressioni del volto, dei gesti si combinano andature nelle spazio inserendo il mino del camminare nella neve, nell’acqua, scivolare sul ghiaccio, saltellare sui sassi di un ruscello, camminare sulla sabbia calda, nuotare come un delfino, volare come una farfalla

Gioco con il telo gigante utilizzato entrando SOTTO come tana per rifugiarsi dalle paure possibilmente con una storia

Gioco con il telo gigante utilizzato salendo SOPRA come casa per stabilire delle alleanze tra i compagni possibilmente con una storia

PRIMARIA

Comunicare con il corpo azioni, sentimenti, emozioni: gioco dei mestieri, gioco delle smorfie e boccacce, gioco del” fare come se” ( essere in ritardo, avere freddo, avere caldo, camminare sulla sabbia che scotta, …) camminare e fermarsi come se avessi inciampato, avessi visto un amico, avessi sbagliato strada, se avessi un cane al guinzaglio, …

Con musiche adatte , mimare situazioni tipo mare in tempesta, il naufragio, torna il mare calmo, il vento forte nel bosco ..

Utilizzare il corpo e il movimento per rappresentare situazioni comunicative reali e fantastiche: es. a coppie, un compagno si muove che se fosse dentro ad una bolla di sapone, l’altro all’esterno segue il movimento, spinge la bolla ecc. utilizzando una musica e scambiandosi di ruolo

Rappresentare mimando una storia/racconto letto dall’insegnante rispettando la successione delle azioni

Rappresentare con movimenti liberi, singolarmente, a coppie o in gruppo, una poesia conosciuta o un brano letto.

Ripresa del lavoro precedente con il supporto di brani musicali e di immagini proiettate sul muro e di piccoli video

GIOCO DEL MOSTRO (paura) C’era una volta un mostro che tutti credevano cattivo. Per evitarlo chi lo incontrava si rendeva invisibile rimanendo immobile …

A coppie, utilizzare il corpo ed un unico attrezzo– sciarpe, foulards, funicelle- tenuto alle estremità per esprimere sensazioni ed emozioni concordate e poi a piccoli gruppi

I bambini giocano a piccoli gruppi alternandosi nel ruolo di chi coccola e chi è coccolato … utilizzando palline da tennis, palle di spugna …

Gioco del telo gigante per sperimentare uno alla volta e poi in coppia e in gruppo l’essere portati e sollevati dalle onde

Gioco del telo gigante utilizzato come coraggio nell’attraversarlo prima da soli poi in coppia e in gruppi mentre si gonfia

1 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Termometro delle emozioni MATERIALI: attrezzi vari sparsi per il campo Creare 3 zone all'interno del campo: o Mi sento benissimo o Mi sento così così o Non me lo chiedere Alternativa: usare 10 coni o cerchi o cinesini (a seconda del materiale a disposizione) per creare una linea che va da 1 (mi sento molto male) a 10 (mi sento benissimo). Dare 10" di tempo per chiudere gli occhi ed ascoltarsi (sensazioni corporee, tensioni, pensieri, emozioni). Passati i 10" andare a sistemarsi nella zona di campo che corrisponde a come mi sento. In questo primo momento è possibile chiedere quali indizi hanno fatto sentire una cosa piuttosto che un'altra. Una volta sistemati si da la possibilità a tutti di avere 3' di libertà con l'obiettivo di fare qualcosa che aiuti a migliorare o mantenere il proprio stato psicofisico. Passati i 3' ridare i 10" di ascolto e vedere le differenze. VARIANTI: Il termometro empatico → il cambiamento, nel termometro empatico, è che il miglioramento/conferma del proprio stato psicofisico deve per forza passare attraverso l'aiuto di un'altra persona. Chi è su di morale potrà quindi aiutare chi è giù di morale e anche chi è giù di morale potrà aiutare chi sta come lui. La riflessione è che la condivisione, l'altruismo, il coinvolgimento ed il sostegno sono tutte azioni che generano energia e possono aiutarci a stare meglio. Musica Adele Someone Like You

A fine gioco si può riflettere sull'importanza di ascoltarsi bene per capire come si sta (non a caso si chiede "come ti senti?", con un evidente rimando al sentire e all'ascolto interiore). Inoltre questo gioco aiuta a riflettere sulla capacità che abbiamo di scegliere cosa fare in base a come ci sentiamo, e quindi sulla possibilità di essere attivi e non passivi rispetto ai nostri stati interiori. I giocatori possono scoprire cosa li aiuta a stare meglio (o peggio in alcuni casi). Una riflessione importante in questo gioco è che le emozioni spiacevoli tendono a spegnere il nostro organismo, se sono triste e rimango fermo sto affrontando la tristezza sul suo campo di battaglia. Quindi se mi sento poco bene mi conviene scegliere di accendere l'organismo e muovermi!

2 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Indovina cosa Al via del conduttore ogni partecipante dovrà muoversi esprimendo l'emozione che sta sentendo in quel momento. Prima di partire è corretto dare ad ognuno il tempo di ascoltarsi e capire che emozione prova.

Lasciare che i partecipanti si muovano esprimendo le loro emozioni (se sono più di una o cambiano nel corso del gioco).

Dopo questa fase di espressione dare l'indicazione che ogni volta che 2 partecipanti si incontrano ognuno deve provare ad indovinare l'emozione dell'altro (massimo 3 tentativi). VARIANTI: Il mimo delle emozioni → le indicazioni rimangono le stesse, soltanto che, prima di indovinare l'emozione di qualcuno, devo imitarne i movimenti come se fossi uno specchio. Quindi prima di indovinare provo ad essere l'altro. Gli osservatori → dividere il gruppo in 2, da una parte gli animali e dall'altra gli osservatori. Gli animali giocano ad esprimere le loro emozioni per 2', gli osservatori devono cercare, semplicemente osservando i comportamenti, di indovinare più emozioni possibili. Poi fare a cambio squadre. Musica lost frequencies feat Janieck Devy Reality

Questo gioco ha il grande tema dell'espressione delle emozioni. Gestire le emozioni non vuol dire reprimerle, giudicandole come sbagliate o, peggio ancora, giudicandosi come sbagliati. Le emozioni vanno bene, ed hanno sempre un messaggio per noi che le stiamo provando. Quindi è importante ascoltarsi ed ascoltare questo messaggio. Il secondo tema è la diversità con la quale noi tutti esprimiamo stati emotivi diversi. Potrebbe essere che uno lanci le cose dall'entusiasmo e uno invece le lanci dalla rabbia, stessi gesti ma significati emotivi differenti. Nel viso abbiamo tutti gli stessi modi di esprimere le emozioni (vedi Paul Ekmann), ma con i movimenti del nostro corpo invece apriamo un mondo di diversità. È importante riconoscere questa diversità e che persone diverse da me esprimono in maniera diversa da me le loro emozioni perché mi permette di relazionarmi meglio con gli altri. Il terzo tema grande di questo gioco è l'attenzione all'altro e quindi, prima di provare ad indovinare, è corretto fermarmi ad osservare l'altro, la sua postura, il suo viso, il modo in cui si muove.

3 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Semaforo MATERIALI: nessuno. Per il semaforo o si utilizzano dei cartoncini colorati o dei segni del corpo (mano alzata per esempio). DESCRIZIONE:

Muoversi liberamente nel campo prestando attenzione ai segnali: o ROSSO: fermarsi o GIALLO: muoversi sul posto o VERDE: liberi di muoversi VARIANTI: Usare il pallone → l'emozione è qualcosa che portiamo dentro di noi, così come la palla è qualcosa che portiamo con noi. Usare il pallone in questo senso aumenta la complessità, proprio come vivere le emozioni può rendere più complicato esprimerle. Musica The magnificent seven

Col semaforo si parla di gestione delle emozioni e, in particolar modo, di espressione dei nostri vissuti emotivi. Le domande chiave per questo gioco sono:

come vi sentite quando il semaforo è rosso? come vi sentite quando il semaforo è giallo? come vi sentite quando il semaforo è

verde? Culturalmente ci viene trasmesso il messaggio che le emozioni vanno trattenute (semaforo rosso o giallo), mentre in realtà è importante trovate le modalità corrette per esprimerle. È stato scientificamente dimostrato che dichiarare la propria emozione ne può ridurre l'intensità fisiologica del 30/40%. Ecco perché è importante dichiarare il proprio stato emotivo dal momento che, per quanto proviamo a zittirci, l'emozione è dentro di noi!

4 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Rabbia MATERIALI: alcuni palloni DESCRIZIONE:

Dividere i partecipanti in file, con un pallone per fila. Il primo della fila ha la palla.

Disporre le file alla distanza di 5-6 metri dalla parete della palestra.

Il primo della fila scaglia il pallone contro il muro con molta forza e corre dietro alla fila.

Il secondo deve prendere il pallone, scagliarlo contro il muro e mettersi in fondo alla fila. Idem dicasi per gli altri. VARIANTI: Giocare in cerchio → invece di disporsi in file si fanno dei cerchi. Chi ha la palla la deve scagliare a terra in modo che rimbalzi verso l'alto. Qualche compagno la deve prendere e fare lo stesso. I ragionamenti rimangono i medesimi, viene solo tolta la parete. Sfide di passaggi → per sperimentare gli effetti del canalizzare la rabbia può risultare utile dare degli obiettivi. Alcune sfide possono essere sfide a fare un numero definito di passaggi, oppure vedere quanti passaggi si riescono a fare in un certo numero di tempo. Dando queste condizioni i partecipanti si sfogheranno ma con un'intenzione differente che porterà ad un utilizzo diverso delle loro energie. Musica queen we will rock you

La rabbia è un'emozione che fisiologicamente ci da molta energia ma è anche molto stancante. Giocare a questo gioco per un tempo prolungato genererà stanchezza nei partecipanti e questo è un primo rimando da dare loro. Inoltre la rabbia è qualcosa che, quando parte da noi in maniera incontrollata, diventa difficile da controllare anche per gli altri, infatti durante il gioco capiterà che chi deve ricevere i passaggi (i palloni che arrivano dalla parete, la rabbia degli altri) farà fatica. Ecco perché la conclusione importante che si può trarre da questo gioco è che la rabbia va si espressa, va si sfogata, ma in una maniera efficace per sé e anche per le persone che mi stanno attorno. Come per il quadrante, anche qui ognuno avrà bisogno di scoprire una maniera funzionale ed individuale di esprimersi.

5 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Il gioco degli errori MATERIALI: palloni DESCRIZIONE:

Creare diverse file a seconda del numero di partecipanti. Ogni fila ha un pallone, che tiene il primo della fila.

Il primo della fila tira a canestro: o SE SEGNA: rimane fermo sul posto o SE SBAGLIA: deve fare il prossimo tiro dopo aver arretrato di un passo

In questo gioco, molto semplice, la riflessione consiste nel chiedere ai partecipanti che sensazione dà il doversi allontanare dopo un errore. Ci sarà chi raccoglie questa sfida e chi, invece, si butterà giù. Il buttarsi giù è simile all'allontanarsi dal canestro, quante volte dopo un errore ci buttiamo giù e non proviamo a rimetterci in gioco? Quante volte la paura ci porta ad allontanarci da una sfida, che percepiamo invece come sfiga? Avvicinarsi un passo alla volta aiuta a controllare le nostre paure e le nostre insicurezze. Raccogliere un errore o un passo indietro come sfida, invece, è un buon approccio, purché permetta di imparare dalle situazioni e dai propri errori, usando le emozioni come carica per fare meglio. .

6 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Gioco del coraggio MATERIALI: coni o cinesini Sistemare il campo come in figura .

I fuggitivi avanzano fino a quando non provano paura. Quando provano paura si girano e scappano per tornare al loro punto di partenza. Appena il fuggitivo si gira il predatore deve provare a prenderlo (con 2 mani) prima che torni a casa. Predatore e fuggitivo si invertono. VARIANTI: Giocare a squadre e a punti → ogni cinesino di avanzamento è 1 punto. I punti valgono solo se riesco a scappare. Possibilità di attaccare → dare la possibilità ai fuggitivi di scartare e superare il predatore. Musica R,City Locked Away ft Adam Levine

Il gioco del coraggio affronta il discorso dell'ascoltare il corpo e, nello specifico, di ascoltare i segnali legati alla paura ed alla tensione. Ognuno avrà i suoi segnali che lo faranno scappare prima oppure dopo. Inoltre il gioco del coraggio è un gioco con cui si può parlare di emozione come informazione di un cambiamento che è in atto. Fare qualcosa di diverso, andare verso una paura, verso una sfida è qualcosa che ci cambia e, di conseguenza, l'emozione collegata allo spostarsi ci sta dicendo qualcosa. Per esempio ci sarà chi andando avanti si sentirà incuriosito dalla sfida, mentre altri potrebbero invece sentire la preoccupazione di essere presi. Questo gioco è in grado di mostrarci come di fronte a stimoli diversi ci siano reazioni differenti. In generale, un'informazione che possiamo dare rispetto alle nostre reazioni a minacce è che, geneticamente, ne abbiamo ereditate 3: attacco, blocco e fuga. Un ultimo tema affrontabile con questo gioco è quello della noia. Solitamente all'inizio tutti sono molto timorosi e scappano facilmente, così facendo il gioco è troppo facile e noioso. Ecco quindi che un'emozione vissuta solitamente male come la noia diventa il motore per spingerci a fare qualcosa di diverso. Ecco perché è importante non giudicare le emozioni, ma prendere il messaggio che hanno per noi, la noia in certi casi ci aiuta a smuoverci

Fuggitivi

7 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Il magazzino delle emozioni MATERIALI: biglietti con scritti diversi nomi di emozioni (1 emozione per biglietto) Fare delle file a seconda del numero di partecipanti (sopra i 20 fare 4 file, una per ogni angolo del campo da basket). Ogni fila ha 2 palloni da basket. A metà campo mettere dentro ad un cerchio i biglietti con i nomi delle emozioni, il cerchio sarà il magazzino da svuotare. Ogni squadra ha un cerchio Il capofila palleggia fino a metà campo, si gira e, sempre palleggiando, va a tirare a canestro: se fa canestro si può tornare a metà campo e prendere un biglietto da portare alla propria fila. se sbaglia ritorna in fila senza pescare nessun biglietto. I compagni in fila, mentre aspettano, sistemano i biglietti separando le emozioni piacevoli da quelle spiacevoli. Vince la prima squadra che svuota il proprio magazzino per prima. VARIANTI: Usare un solo magazzino → usando un solo magazzino si fa a gara nel vedere quale squadra riuscirà a raccogliere il maggior numero di emozioni. In caso di pareggio vincerà chi riesce ad azzeccare la distinzione tra emozioni piacevoli e spiacevoli. Chiedere di raggruppare le emozioni per somiglianza → così da accorpare ed affrontare il tema delle famiglie di emozioni principali che tutti noi proviamo con diversi gradi di intensità. Musica pretty woman

Esistono moltissime parole per definire come ci sentiamo. Sfortunatamente tendiamo ad utilizzare sempre le stesse e, talvolta, non usiamo quelle giuste. Il gioco del magazzino serve per stimolare nei partecipanti la consapevolezza di quanti modi abbiamo per descrivere le nostre emozioni e di quanto sia importante utilizzare i termini giusti, in modo che il nostro corpo e la nostra mente siano in armonica sintonia. Questo gioco aiuta anche ad affrontare il tema della piacevolezza o spiacevolezza delle emozioni. Le emozioni non sono positive o negative, non sono belle o brutte. Il termine negativo, infatti, è giudicante e può portare a valutarsi negativamente (Es. "non dovrei essere triste") e a reprimere emozioni spiacevoli che vengono considerate sbagliate. La realtà è che le emozioni vanno bene e quindi, al massimo, può essere piacevole provarne alcune e spiacevole provarne altre.

8 GIOCO: Il quadrante delle emozioni

MATERIALI: attrezzi vari sparsi per il campo + biglietti con nomi di alcune emozioni DESCRIZIONE: Dividere il campo in 4 zone, con i biglietti (vedi immagine) e gli oggetti sparsi in ogni quadrato. Far muovere i partecipanti in ogni quadrato muovendosi "come se.." stessero provando l'emozione scritta sul biglietto. In seguito far muovere i partecipanti liberamente tra i quadranti. Chiedere ai partecipanti cosa li aiuta a spostarsi tra i quadranti. Chiedere ai partecipanti di immaginarsi due storie e di viverle nel quadrante muovendosi: BELLA STORIA: che li ha visti protagonisti con effetti piacevoli per sé e per gli altri BRUTTA STORIA: che li ha visti protagonisti con effetti spiacevoli per sé e per gli altri VARIANTI: La curva del navigare le emozioni che attraversa i 4 quadranti assomiglia alla linea del tiro da 3 punti della pallacanestro. Si potrebbe quindi giocare al quadrante in metà campo e usare la linea come riferimento visivo, oppure inventarsi giochi nuovi che possano spiegare il navigare le emozioni. Pensiamoci... Musica marion meadows suede

Il quadrante ci da altre informazioni sulle emozioni e ci racconta che sono un cambiamento, in questo caso un vero e proprio cambio di posizione (da un quadrato ad un altro). Inoltre il gioco ci serve a introdurre il tema dell'intensità delle emozioni che, infatti, oltre a distinguersi per piacevolezza, possono anche essere più o meno intense (timore, paura, terrore, per esempio). Il messaggio importante è rendere i partecipanti consapevoli che noi nell'arco della giornata ci spostiamo continuamente tra i quadrati del quadrante in base a cosa pensiamo o a che cosa ci succede. Noi navighiamo costantemente nelle nostre emozioni. Sapere cosa ci aiuta a spostarci tra un quadrato e l'altro (un gesto, delle abitudini, parlarne, ecc...) ci rende inoltre consapevoli rispetto alle risorse che possiamo adottare in certi momenti (quando sono arrabbiato, triste, felice, ecc..). Importante, in questo senso, è capire che ognuno ha i suoi strumenti e le sue risorse ed il quadrante è un lavoro molto individuale e personalizzato. Ultima cosa importante è che raramente il viaggio giusto è quello che passa dal 1° quadrante al 4° (a meno di eventi particolari). Il viaggio "ideale" (anche se non mi piace definirlo tale) è quindi quello che da un'emozione molto intensa e spiacevole (1° quadrante), ne abbassa l'intensità (2° quadrante) in modo che possa essere trasformata in un'altra emozione (3° quadrante). L'energia prodotta dall'emozione piacevole del 3° quadrante potrà quindi, in certi casi, addirittura portarci nel 4° quadrante. Ovviamente per tutto questo giro ognuno ha bisogno dei propri tempi, navigare le emozioni non è automatico, ma è una pratica nella quale possiamo allenarci costantemente.

9 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Oggetti emozionati MATERIALI: materiale sparso da palestra DESCRIZIONE:

Mettere al centro del campo i materiali Lasciare un po' di tempo ai partecipanti

perché si ascoltino (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche)

I partecipanti hanno 2-3' per esprimere il loro stato emotivo, senza parlare, ma utilizzando uno strumento. VARIANTI: Emozioniamoci insieme → dare indicazione che ogni volta che si incontra qualcuno bisogna fare qualcosa insieme, in base agli strumenti che si hanno. Prima chiedere di farlo in silenzio (per stimolare la comunicazione e l'ascolto non verbale), poi inserire la parola. È carino vedere come in certi casi l'inserimento della parola complichi il gioco, invece di facilitarlo. In questi casi è importante richiamare all'attenzione verso il non verbale, principale strumento comunicativo a nostra disposizione (la nostra comunicazione è per più dell'80% non verbale: 55% corporeo, 38% paraverbale)! Il gioco può continuare dando l'indicazione di utilizzare gli strumenti a gruppi di 3-4-5 e via dicendo, complicando quindi l'aspetto di creatività e comunicazione! Musica from the heart

In questo gioco l'aspetto principale è quello dell'espressione di sé e di come vi siano modi alternativi per raccontare il proprio vissuto. Inoltre lasciando libertà di movimento si permette ai partecipanti di scaricare, con un generale effetto di benessere.

10 QUALI ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Roccia e mozzarella MATERIALI: cerchi, palloni Creare due file come in immagine Chiedere ai partecipanti di muoversi

(camminando, correndo, palleggiando, ecc..) lungo il percorso irrigidendosi (diventando roccia) o rilassandosi (diventando mozzarella) in maniera graduale. A fine percorso tirare a canestro o da rigidi o da rilassati e poi cambiare fila. VARIANTI: Complicare → è possibile inserire degli ostacoli tra un cerchio e l'altro, in modo da rendere la componente motoria più complessa. La fila dell'equilibrio → si può inserire una terza fila, nel centro del campo, in cui i partecipanti possano muoversi liberamente così da enfatizzare ancora di più la differenza tra la rigidità, l'eccessivo rilassamento e l'equilibrio. Togliere il pallone → potrebbe essere che l'uso del pallone complichi il concentrarsi sulle sensazioni corporee. In questo caso basta mettere il pallone a fine percorso, in modo che i partecipanti si muovano senza. Musica circo Lento veloce

Questo gioco mira a consapevolizzare rispetto alle sensazioni corporee della tensione e del relax. Con questo gioco possiamo stimolare nei ragazzi la consapevolezza che le emozioni sono nel corpo e delle conseguenze di questo stato (es. com'è tirare da rigidi? E da rilassati?). Questo gioco stimola anche l'importanza dell'equilibrio, infatti nel passare da uno stato all'altro ci sarà un momento in cui non saremo né troppo rigidi né troppo ammosciati.

11 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Distanze MATERIALI: inizialmente nulla, volendo in seguito si possono inserire dei palloni (vedi varianti) DESCRIZIONE:

I partecipanti si mettono in coppia Ogni componente della coppia può

muoversi nello spazio della palestra senza perdere di vista l'altro

I partecipanti dovranno muoversi seguendo le indicazioni di qui sotto: o Muoversi cercando di stare distanti più possibile uno dall'altro (1' circa) o Muoversi stando schiena contro schiena (1' circa) o Muoversi portando il proprio compagno di coppia in spalla per 5 passi e poi fare a cambio (1' circa) o Muoversi con il palmo di una mano a contatto con il palmo del mio compagno di coppia VARIANTI: Distanze con il pallone → se facciamo lo stesso gioco dando un pallone ad ogni partecipante possiamo dire che la palla è l'emozione che stiamo portando con noi. Se dobbiamo palleggiare o fare dei giochi (far passare la palla attorno alla vita, ecc...) con la nostra palla, cioè con la nostra emozione, sarà più difficile fare attenzione al mondo dell'altro. Più siamo distanti, più sarà difficile notare i dettagli dell'altro (per esempio la scritta presente su un pallone, il numero di righe che la palla ha, ecc...). Se prendo la palla dell'altro ho due palloni da palleggiare con il mio compagno in groppa, ecco il costo della fusione! Musica naughty boy runnin beyoncè

Empatia è la capacità di riconoscere le emozioni degli altri, mettendosi nei loro panni. L'empatia è capire gli altri senza diventare completamente gli altri. Empatia è in due parole: giusta distanza. Il gioco delle distanze gioca proprio sullo spazio che c'è tra 2 persone per invitarle a riflettere sula vicinanza che mettiamo tra noi e gli altri, e su come tale distanza impatti nel modo in cui ci relazioniamo. Alcune persone saranno molto a loro agio a stare distanti, altre invece saranno molto a loro agio nello stare vicino. Generalmente il movimento più vicino all'empatia è l'ultimo (i due palmi a contatto) perché crea un contatto con l'altro, ma lasciandomi libero di essere me stesso. Il momento in cui prendo in groppa qualcun altro è detto fusione, e significa che io oltre a sentire le emozioni dell'altra persona, me ne assumo il carico. La fusione è molto rischiosa e dispendiosa emotivamente parlando. Esempi di fusione: Mamma che parla del figlio "Abbiamo preso 4 al compito"

12 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Percorsi di distanze MATERIALI: coni o cerchi, palloni DESCRIZIONE:

Creare un percorso con coni a varie distanze tra loro

I partecipanti si mettono in coppia, una palla per coppia

I partecipanti si passano la palla tra di loro mentre si muovono tra i coni e trovandosi di volta in volta a distanze diverse

Quando un giocatore riceve la palla si ferma, si muove non appena l'ha passata

A fine percorso i due partecipanti possono andare a tirare a canestro, facendo un tiro a testa

VARIANTI: Un pallone a testa → Se diamo un pallone a testa i partecipanti dovranno organizzarsi ancora meglio nei vari passaggi. Inoltre in questa variante il pallone può diventare metafora di qualcosa che portiamo con noi e che diamo all'altro. In questo senso, quindi, passarsi la palla significa comunicare e, più nello specifico, dare qualcosa di sé all'altro. Ecco quindi che comunicare organizzandosi e giocando insieme, invece di pensare per sé, aiuta nel gioco, come nella vita. Musica Train Hey Soul Sister

Come puntualizzato nel gioco precedente l'empatia è giusta distanza. In questo gioco i partecipanti sperimentano una situazione in cui devono comunicare e collaborare tra loro a distanze diverse. Anche in questo caso per alcune persone sarà piacevole e sfidante a stare distanti, mentre per altri sarà più comodo passarsi la palla da vicino. Nelle varie distanze che possiamo creare tra coni l'empatia è una distanza intermedia. Possiamo chiedere loro queste cose in modo da conoscerli meglio e renderli consapevoli rispetto alle loro distanze giuste. Interessante è anche chiedere come si sentono nell'avvicinarsi o nell'allontanarsi uno dall'altro.

13 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Regolarsi MATERIALI: inizialmente nulla, volendo in seguito si possono inserire vari materiali diversi DESCRIZIONE:

I partecipanti si mettono in coppia Un componente della coppia sta davanti,

l'altro dietro Il partecipante dietro deve imitare quello

davanti in tutto quello che fa Vietato parlare Dopo un po' fare a cambio coppia

VARIANTI: Comanda quello dietro → facendo comandare quello dietro si inserisce il tema della comunicazione efficace, infatti in questo caso sarà importante che chi comanda descriva in modo comprensibile quello che sta facendo. Sarà importante essere precisi per evitare cattive esecuzioni ed incomprensioni. Inserire materiali → utilizzando i materiali ci sarà la maggior complessità legata al comunicare movimenti che si fanno con oggetti e non solo con il proprio corpo. Un'altra variante è farlo a terzetti, quartetti, ecc...complicando ulteriormente la comunicazione. Musica wille jason derulo

Questo gioco è un in grado di stimolare riflessioni rispetto alla responsabilità individuale e alla capacità di regolarsi con l'altro. Chi è davanti, infatti, decide cosa fare senza sapere se per l'altro sia facile oppure difficile quello che viene eseguito. Se, per esempio, uno va troppo veloce aumenta la distanza col proprio compagno, perdendolo di vista esattamente come quando, nella vita di tutti i giorni, facciamo qualcosa senza pensare agli altri e isolandoci. Il grosso tema di questo gioco e delle sue varianti è che comunicare senza guardare l'altro e senza regolarsi insieme all'altro risulta molto difficile. Siamo essere molto visivi e per questo osservarsi è una strategia molto importante per comprendere sé stessi e gli altri.

14 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Il gioco delle palline MATERIALI: palline da tennis (4-5), si possono usare anche altri palloni (preferibilmente morbidi) DESCRIZIONE:

Mettere i partecipanti in cerchio (a seconda del numero fare anche più gruppi)

I partecipanti si devono passare la pallina tra di loro in modo che tutti ricevano la pallina

Una volta concluso il giro la pallina torna al primo, che fa ripartire il giro

In sostanza ogni partecipante passerà la pallina sempre allo stesso e la riceverà sempre dallo stesso

Una volta che il gruppo ha preso ritmo e confidenza inserire nel gioco le altre palline in maniera graduale

Fermare il gioco e ripartire da capo (cioè da 1 pallina) ogni volta che una pallina cade per terra Musica carnevale veneziano

In questo gioco possiamo parlare di stress. Quando siamo stressati tendiamo a fare sempre le stesse cose, esattamente come la pallina che compie sempre lo stesso giro. Questa fissità, se da un lato ci da una buone dose di sicurezza, in realtà ci priva di vedere alternative che sono accanto a noi. Alcuni partecipanti potranno vivere con divertimento il gioco, aprendo quindi il tema che lo stress non è soltanto qualcosa di nocivo per noi, esiste infatti un tipo di stress (chiamato eu-stress) che è in grado di attivare le nostre risorse. Stress non è quindi una brutta parola, ma è un modo per descrivere il nostro modo di rispondere agli eventi che ci accadono. La capacità di gestire questo stress è quindi molto legata a come noi percepiamo le cose che ci accadono, passando da una sfiga (4 palline da passarsi) ad una sfida (giochiamo a non farle cadere!).

15 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Passiamoci le paure MATERIALI: palloni DESCRIZIONE:

Dare un po' di palloni ad alcuni componenti del gruppo, lasciando gli altri senza

Chi ha la palla deve rimanere fermo sul posto (al massimo può girare su un piede, vedi piede perno del basket)

Chi è senza palla può muoversi L'unico modo per liberarsi del pallone e

muoversi è passarlo a qualcun altro, raccontandogli una nostra paura

Chi riceve il pallone si ferma e per liberarsi dovrà, a sua volta, raccontare una sua paura VARIANTI: Usare palloni diversi → per affrontare il tema della diversa intensità della paura possiamo usare palloni che abbiano grandezze diverse come rappresentazioni di paure diverse. Per esempio le palline da tennis potrebbero rappresentare una paura piccola, mentre le fitball potrebbero invece raffigurare una paura grande. In questo caso si può anche chiedere di palleggiare stando sul posto, in modo da poter affrontare l'argomento di quanto è difficile muoversi con una grossa paura. Giocare con emozioni diverse → il gioco si può fare anche con altre emozioni (rabbia, gioia, curiosità) perché possiamo sentirci meglio anche nel dichiarare altri nostri stati emotivi. Giocando si può così imparare a conoscere gli altri ed i loro gusti. Mettere oggetti vari in mezzo al campo → mettendo coni, cerchi, ecc.. in mezzo al campo chi è libero di muoversi può svolgere nel frattempo degli esercizi motori in grado di rendere più sfidante e difficile l'esecuzione. Musica sound of the island

Innanzitutto è importante precisare una cosa: le paure che vanno raccontate in questo gioco non devono per forza essere paure profonde, bastano anche cose di poco conto. Detto questo, il gioco ci permette di conoscere il mondo della paura che, in certi casi, è in grado di bloccarci tanto da non farci muovere. Passare la paura, condividerla, è un gesto molto semplice che ci consente di liberarci di un peso. Spesso capita che le persone, giocando a questo gioco, si rendano conto che le loro paure sono come quelle degli altri e che, spesso, ne abbiamo tante in comune rompendo quella sensazione di inadeguatezza e di solitudine che la paura è in grado di metterci addosso. Grazie a questo gioco si può anche parlare dell'importanza di andare verso gli altri per dare aiuto, infatti se qualcuno non si avvicina per chiedermi la palla (cioè non mi chiede come sto e di cosa ho paura) io difficilmente potrò liberarmene. Torna inoltre d'attualità, come in altri giochi, l'importanza del chiedere aiuto, nel momento in cui vogliamo liberarci del pallone! Chiedere aiuto non è quindi simbolo di debolezza, ma diventa significato di consapevolezza, di forza e di una presa di iniziativa che ci aiuterà a stare meglio con noi e con gli altri.

16 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Sbilanciamoci MATERIALI: cerchi + pallone DESCRIZIONE: Disporre i cerchi a zig zag Mettere il pallone alla fine dello zig zag Istruzioni Nei cerchi centrali posso stare con due piedi Cerchi a destra: in equilibrio su piede destro Cerchi a sinistra: in equilibrio su piede sinistro Alla fine del percorso posso andare a prendere il pallone, andare a tirare a canestro, rimettere a posto il pallone e rimettermi in fila. VARIANTI: Coppie che si sbilanciano → mettere i partecipanti a coppie. Tutti e due i partecipanti devono restare in equilibrio su una gamba sola e giocare a sbilanciarsi. Per sbilanciarsi le varianti possono essere: o usare la gamba libera o usare le mani o usare degli oggetti (coni, cerchi, ecc...) o palloni da passarsi Giocare a sbilanciarsi apre al confronto con l'altro che, con i suoi comportamenti e le sue parole, può essere fonte di sbilanciamento/cambiamento emotivo. La domanda in questo caso è: "Che cosa vi sbilancia (ovvero vi emoziona) del comportamento altrui?" Da questa domanda sarà possibile per ogni partecipante, riflettere con consapevolezza su quali gesti, parole, atteggiamenti, ecc.. hanno un impatto sul proprio mondo emotivo. Musica tor cheney nahana

Le emozioni sono un movimento interiore, le emozioni sono sempre con noi e sono dei preziosi indizi di cambiamento (se prima ero sereno e poi mi sono infastidito vuol dire che sono cambiato). Questo gioco ci aiuta a spiegare le emozioni come degli spostamenti (interiori, ma anche molto esteriori visto come cambiano postura, viso, ecc..) che ci informano su come stiamo cambiando. Passare da un'emozione all'altra è quindi come un cambiare continuamente equilibrio.

17 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Coccodrillo MATERIALI: palloni DESCRIZIONE:

Dividere i partecipanti in due gruppi: coccodrilli e cacciatori

Coccodrilli e cacciatori si dispongono sulle linee di fondo del campo da basket, i cacciatori da una parte, i coccodrilli dalla parte opposta.

I cacciatori hanno il pallone: possono lanciarlo facendolo SOLO ROTOLARE a terra (vietati lanci alti e rimbalzi). Una volta lanciato il pallone devono correre a riprenderlo e tornare al punto di partenza per effettuare altri lanci.

I coccodrilli devono evitare di essere colpiti dai palloni dei cacciatori strisciando a terra (vietato alzare il bacino da terra). Se vengono colpiti i coccodrilli si fermano sul posto, altrimenti proseguono fino ad arrivare alla terra dei cacciatori dove saranno salvi. VARIANTI: Aiuto reciproco → una variante che si può inserire in questo gioco è che se un coccodrillo libero lo desidera, può andare a liberare un coccodrillo che è fermo perché stato preso. In questo caso bisogna che i due coccodrilli si diano un 5 con la mano e quello fermo tornerà ad essere libero.

Il gioco dei coccodrilli sviluppa molto la consapevolezza rispetto al proprio corpo, molti ragazzi, giocando, schivano il pallone con il busto ma vengono colpiti alle gambe, rendendosi conto di esserne dotati. Oltre a questo il gioco del coccodrillo, un po' come quello del coraggio, facendoci avvicinare ai cacciatori allena ad una pressione e ad una difficoltà sempre più crescente. Da questo gioco, osservando, possiamo vedere le diverse tattiche e strategie di gestione di questa difficoltà. Inoltre, è possibile anche riflettere su come, per giocare, sia obbligatorio muoversi nella direzione della minaccia (il cacciatore) e quindi di come, in certi casi, l'unico modo per risolvere dei problemi e delle difficoltà sia quello di affrontarli.

18 ATTIVITA’ RIFLESSIONI

GIOCO: Le api delle emozioni MATERIALI: cerchi/coni + biglietti con nomi famiglie di emozioni DESCRIZIONE: Mettere dentro ad ogni cerchio un biglietto (10 cerchi per 10 famiglie di emozioni), mettere i cerchi distanti tra loro. Mettere intorno ai cerchi dei coni o degli altri cerchi in modo da costruire delle specie di petali. Indicazioni: Muoversi liberamente da un cerchio all'altro Quando arrivo sul petalo mi fermo e penso a qualcosa che mi ha fatto sentire in quel modo (gioioso, triste, arrabbiato, sorpreso, curioso, ecc...) Ascolto le sensazioni del mio corpo ed i miei pensieri fino a quando me la sento Quando non me la sento più ringrazio quell'emozione e mi muovo per cambiare petalo VARIANTI: Il gioco delle api si può fare con i palloni e con degli attrezzi vari sparsi nel campo, così che chi gioca possa fare anche movimenti più complessi per muoversi da un petalo all'altro, proprio come a livello emotivo, è difficile il passaggio da un'emozione all'altra. Musica Einaudi le onde

Il gioco delle api aiuta a "ripassare" le emozioni che vivono dentro di noi attraverso i ricordi. È importante specificare e chiedere di ricordarsi cose di poco conto, per evitare di riaprire ferite che, a seconda del caso, possono essere molto dolorose. Se capitasse qualcosa, possiamo usare la nostra empatia, metterci alla giusta distanza e lasciare che la persona navighi la sua emozione. Il gioco delle api serve a porre attenzione a come rapidamente possiamo passare da un'emozione all'altra (basta dire "ti ricordi di quella volta che..." e già torniamo con le emozioni a momenti specifici), proprio come le api che volano di fiore in fiore molto velocemente. Siccome possiamo passare da un'emozione all'altra abbastanza velocemente questo significa che abbiamo il potere di scegliere come affrontare le situazioni che ci capitano durante il giorno. Inoltre porre l'attenzione su come sentiamo l'emozione nel corpo è molto importante per maturare consapevolezza di noi e della nostra vita interiore. Il gioco della api, infine, stimola il tema dell'accettazione delle emozioni. Il fatto di ringraziare l'emozione prima di cambiare fiore è un modo per dire alla nostra emozione che ha il diritto di esistere e che la ringraziamo per il messaggio che ha nei nostri confronti, perché è un messaggio che ci aiuta a cambiare.

Il docente, a seconda della logica che intende utilizzare, potrà variare l’ordine dei temi o utilizzarli singolarmente o approfondirne alcuni. Questi giochi non sono una scienza esatta, hanno spunti scientifici, ma poi puntano molto sull'espressione della singola persona che, proprio esprimendosi e giocando con sé stessa, diviene centro della sua attenzione. Non sono giochi per diagnosticare, sono giochi per scoprire sé stessi e gli altri. Non sono giochi per valutare, ma sono giochi per aiutare a scoprire alternative. Inizialmente, proprio come è capitato, sarà difficile riconoscere e vedere molte delle sfumature emotive che emergeranno. In altri casi ancora, sarà difficile riuscire ad interpretare quello che accade. In questi casi, è fondamentale chiedere, piuttosto di dare interpretazioni inesatte e basate sui nostri valori, sulla nostra storia e sulle nostre credenze. Chiedere quindi agli altri come si sentono, cosa li fa sentire in un certo modo e che alternative hanno può sembrare banale, ma non lo è davvero mai.

Trattandosi comunque di giochi, una cosa che insegniamo costantemente è che per imparare a giocare bisogna provare. Quindi provare a giocare con le emozioni ! 6. Autovalutazione Saper esprimere la propria autopercezione di efficacia attraverso la tabella figurata con gli Emoticom Autovalutazione utilizzando gli Emoticom a 4 livelli (++, +,-) (vedi tabella allegata)

Autovalutazione

Colora un solo smile per riga

Molto Abbastanza Poco

riesco a riconoscere i vari tipi di emozioni ?

riesco a sentirle dentro ?

riesco a rappresentarle agli altri ?

riesco a collaborare e relazionarmi con le emozioni?

Livello

10. BILANCIO DEL PERCORSO: LE RIFLESSIONI DEL DOCENTE (IL DIARIO DI BORDO) I punti di forza di questo percorso sono stati il lavoro sull’emotività, alla ricerca prima di sé stessi e poi dell’empatia. Alcuni allievi hanno riconosciuto di aver molto apprezzato questo lavoro, di essersi divertiti, altri hanno affrontato delle difficoltà nell’ascoltarsi e nella relazione con l’altro E’ interessante riproporre agli stessi allievi nel corso degli anni, esperienze come queste, per registrare il processo di evoluzione della comunicazione/relazione. ALESSANDRO TODESCHI [email protected] 347-0029680 INNOCENTE LUCIA [email protected] 339 2775192 Grazie mille!

Allegato MATERIALI UTILI: LE PRINCIPALI FAMIGLIE DELLE EMOZIONI RABBIA Collera, furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acrimonia, fastidio, irritabilità, ostilità, odio, disappunto, astio, rancore, aggressività TRISTEZZA Pena, dolore, mancanza d’allegria, cupezza, malinconia, solitudine, abbattimento, disperazione, depressione, spiacevolezza, afflizione, infelicità, ansia, sconforto, dispiacere, sofferenza, avvilimento, demoralizzazione, costernazione ANTICIPAZIONE Attenzione, Interesse, curiosità PAURA Timore, preoccupazione, apprensione, esitazione, agitazione, tensione, spavento, terrore, fobia, panico, angoscia, soggezione, fifa e spago GIOIA Felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fierezza, piacere sensuale, esaltazione, gratificazione, soddisfazione, euforia, entusiasmo, allegria, ilarità, lietezza, serenità, tranquillità, piacere, esultanza, letizia, giubilo, benessere, estasi, tranquillità, calma, quiete SORPRESA Shock, stupore, meraviglia, trasecolamento, sbigottimento, distrazione DISGUSTO Disprezzo, sdegno, aborrimento, avversione, ripugnanza, raccapriccio, ribrezzo, orrore, repulsione, schifo, noia, sdubbio (dialettale) FIDUCIA devozione, infatuazione, ammirazione, accettazione VERGOGNA Imbarazzo, senso di colpa, rammarico, rimorso, rimpianto, mortificazione, onta MISTE Delusione, invidia, , gelosia, nostalgia, amarezza, confusione, rammarico, sconcerto, soggezione, struggimento, nervosismo, tenerezza, rimorso, disapprovazione, sottomissione, adorazione AMORE Benevolenza, affinità, gratitudine, passione, desiderio, rapimento, affetto