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Sviluppo economico ed efficienza 4.0 Scenario di riferimento Firenze, 29 settembre 2017 Elena Bruni Confindustria

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Sviluppo economico ed efficienza 4.0

Scenario di riferimento

Firenze, 29 settembre 2017

Elena Bruni

Confindustria

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PA

CC

HE

TT

O

20

20

Efficienza energetica:

+20% risparmio energia primaria

Emissioni CO2:

-20% rispetto al 1990

Fonti rinnovabili:

+ 20% sul consumo finale

*Primes 2008

Fonte: Elaborazioni su dati Roadmap 2050

Fonti rinnovabili:

Da +17% a +20% su CF

Emissioni CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Efficienza energetica:

Da +20% a +24% su CF TA

RG

ET

S

EN

2020

N

UO

VI O

BIE

TT

IVI

2030

Efficienza energetica:

+ 27% sul consumo stimato*

Emissioni CO2:

-40% rispetto al 1990

Fonti rinnovabili:

+ 27% sul consumo a livello europeo

Nel Clean Energy Package si propone di alzare dal 27% al 30% il target

sull’Efficienza Energetica al 2030

Evoluzione obiettivi Comunitari

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Efficienza energetica: cosa chiede l’Europa

-1-

• Nel Clean energy package la Commissione UE pone l’efficienza

energetica, intesa come fonte di energia più pulita e più economica,

come obiettivo prioritario e, per questo, propone un obiettivo per il

2030 più ambizioso (30%) di quello concordato dal Consiglio

Europeo di ottobre 2014 (27%).

• Secondo l’Esecutivo, l’obiettivo del 30% si tradurrebbe in 70 miliardi

di Euro di PIL e 400.000 posti di lavoro aggiuntivi.

• Con l’obiettivo vincolante a livello europeo del 30% la Commissione

UE non definirà obiettivi vincolanti specifici per gli Stati Membri, ma

questi dovranno indicare il proprio obiettivo di efficienza energetica a

livello nazionale per il 2030 nei Piani Nazionali per l’Energia e il

Clima. La Commissione UE, monitorerà se gli obiettivi nazionali

consentiranno di raggiungere l’obiettivo europeo e potrà intervenire

nel caso di deviazioni dalla traiettoria.

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I SETTORI ETS EMETTONO IL 39% IN MENO DEI NON ETS (156 Mt CO2 contro 254 Mt CO2 al 2015)

Fonte: Elaborazioni su dati Ispra, Commissione Europea, SEN 2013

Mt CO2

SI STIMA CHE LE ATTUALI MISURE COLLEGATE AD UNA

RIPRESA ECONOMICA PORTERANNO L’ITALIA AL

2030 AD UN LIVELLO DELLE EMISSIONI DEL 20%

INFERIORE RISPETTO AL 2005

NEL 2015 IN ITALIA E’ STATO GIA’ RAGGIUNTO IL TARGET

PREVISTO DALLA SEN AL 2020 CON UNA RIDUZIONE

DELLE EMISSIONI DEL -29% RISPETTO AL 2005

SEN 2017: Scenari emissivi per l’Italia

Scenario emissivo 2030: NON ETS CO2 -33% / ETS CO2 -43%

NON ETS -27% rispetto

al 2005

ETS -31% rispetto

al 2005

PER OTTEMPERARE AI VINCOLI EUROPEI AL 2030

CON SOLI INTERVENTI TECNOLOGICI LE FUTURE

MISURE DOVREBERO PORTARE LE EMISSIONI:

NON ETS -33% rispetto

al 2005

ETS -43% rispetto

al 2005

349,4

254,4 304,0 276,2 276,8

234,1

226,0

156,2

167,8

164,2 181,7

128,8

575

411

472 455

440 459

363

Emissioni 2005

Emissioni 2015

Obiettivi EU 2020

Obiettivi SEN 2020

Tendenziale 2020

Tendenziale 2030

Obiettivi 2030

ETS NON ETS

NON EST

-8% SUL

2015

ETS

-18% SUL

2015

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• La Direttiva estende il periodo per gli obblighi di risparmio

energetico fino al 2030 e chiarisce che gli Stati Membri potranno

utilizzare schemi vincolanti a livello nazionale come i certificati

bianchi, misure alternative oppure un approccio “misto”.

• Il metodo per il calcolo del risparmio energetico è semplificato e si

chiarisce quali risparmi sono ammissibili.

• Il calcolo del totale dei risparmi richiesti sulla base degli obblighi per

il 2020 e il 2030 sarà basato sulle vendite annuali di energia ai

consumatori finali rispetto alla media dei tre anni precedenti all’inizio

del periodo sottoposto a obbligo.

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• La proposta della Commissione UE punta ad affidare al settore

dell’edilizia un ruolo centrale nel conseguimento del nuovo

obiettivo europeo di efficienza energetica per il 2030.

• Per conseguire l’obiettivo sarà indispensabile promuovere

investimenti su larga scala per migliorare l’efficienza del

patrimonio edilizio, in Italia assai vetusto.

• La revisione della Direttiva tiene conto del progresso tecnologico,

come la digitalizzazione del sistema energetico, e delle sinergie

con lo sviluppo dei contatori intelligenti, della generazione

distribuita e delle infrastrutture per la mobilità elettrica.

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-4-

• Condividiamo la necessità di considerare prioritari gli interventi per

il settore residenziale e di favorire in questo ambito le iniziative per

la riduzione dei consumi di energia primaria; è un settore dove per

l’alto numero degli edifici che richiedono importanti interventi di

riqualificazione sia sull’involucro che sugli impianti.

• Poiché il nostro Paese ha da tempo un'intensità energetica

inferiore alla media UE, si può presumere che per ridurre

ulteriormente i consumi al ritmo dell’ 1-1,5% all’anno, come previsto

dalla direttiva europea oggi in discussione, si vada incontro a costi

marginali crescenti.

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2008

Proposte di Confindustria per il Piano

Nazionale di Efficienza energetica

2010

Proposte di Confindustria per il Piano

Straordinario per l’Efficienza Energetica

2013

Smart Energy Project

Evidenziare le singole tecnologie più promettenti in base ad analisi costi/benefici per indirizzare le istituzioni verso una politica di medio-lungo periodo

Aggiornamento delle attività per integrare il lavoro con nuovi settori e con l’analisi degli effetti delle misure di efficienza sul sistema economico

Nuovo approccio metodologico basato su Business

case facilmente replicabili e standardizzabili per

semplificare valutazione finanziaria di progetti smart.

L’impegno di Confindustria

Dall’efficienza energetica allo Smart Energy Project

2013

2013

Nuovo studio 2017

Analisi dei possibili scenari di decarbonizzazione

con orizzonte al 2030 per definire policy adeguate a

promuovere la domanda e l’offerta di tecnologie ad

alta efficienza energetica

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Struttura del rapporto Efficienza Energetica

2017

1. Analisi del quadro normativo e stato di attuazione;

2. Mappatura delle tecnologie e delle filiere italiane per l’efficienza;

3. Assessment delle tecnologie, analisi del potenziale teorico e delle

relative barriere;

4. Scenari energetici e proposte di policy;

5. Effetti economici e ricadute per il sistema Italiano

Le proposte di policy sono articolate su tre aree di intervento:

A. Politiche di sostegno all’offerta e alla domanda di tecnologie

B. Interventi di semplificazione e snellimento burocratico

C. Azioni per informazione e formazione

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Politiche di sostegno all’offerta e alla domanda

di tecnologie

• Le politiche per l’efficienza devono sviluppare un approccio a 360°

su base sistemica, dallo stimolo alla domanda per l’innovazione dei

processi di consumo e la promozione di energia allo sviluppo

dell’innovazione tecnologica all’interno di filiere integrate

1. Mantenimento/Rinnovo dei meccanismi fiscali di sostegno e sua

razionalizzazione in relazione ai target di performance;

2. Promozione delle tecnologie a basse emissisioni locali non solo

CO2;

3. Attuazione aggiornamento del meccanismo dei certificati bianchi;

4. Nuovo quadro di policy per promuovere teleriscaldamento e

teleraffrescamento su ampia scala

5. Promozione dell’innovazione e della ricerca su sistemi di

impiantistica integrati e lo sviluppo delle reti intelligenti e strumenti

di misurazione

6. Sostenibilità e mobilità secondo un approccio razionale in relazione

alle esternalità evitate

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Il contributo dell’industria al raggiungimento degli

obiettivi di efficienza energetica

-1-

• Il settore industriale ha storicamente contribuito in modo importante

alla riduzione dei consumi e continuerà a dare un forte impulso in

innovazione. Tuttavia, per tendere al raggiungimento contestuale

anche degli obiettivi di riduzione delle emissioni nei settori NON-

ETS, si dovranno focalizzare gli sforzi sui settori residenziale e

trasporti, il primo ad oggi presidiato da strumenti poco efficaci ed

efficienti, il secondo poco presidiato.

• Si confermano la centralità dell’efficienza nei processi industriali, per

assicurare, da un lato, una maggiore competitività dell’industria

nazionale e contestualmente per trasformare il raggiungimento dei

target europei da un insieme di costi e vincoli ad un’opportunità di

crescita economica ed industriale.

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-2-

• Nello studio Confindustria si dimostra come un impegno costante

alla riduzione dei consumi energetici può rappresentare per il

sistema industriale uno strumento di riduzione dei costi del processo

produttivo ed un’occasione per sollevare il proprio standard

competitivo sui mercati internazionali.

• Non dobbiamo infatti dimenticare che il nostro Paese rappresenta

uno dei più grandi produttori manifatturieri europei ed è, in

particolare, uno dei Paesi con il maggiore sviluppo di efficienza

energetica. Proprio questa condizione ci pone in una posizione

privilegiata per valorizzare le opportunità della green economy.

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-3-

• Più del 22% dell’industria nazionale ha investito, negli ultimi anni, in

tecnologie green al fine di assicurare un maggior risparmio

energetico e un minor impatto ambientale.

• Ma per poter abbattere il costo delle tecnologie green ed

assicurarne un’ampia diffusione è fondamentale definire una politica

che promuova l’attività di ricerca e sviluppo per assicurare un alto

standard di innovazione: il progresso tecnologico è infatti condizione

fondamentale per fare efficienza energetica.

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95%

100%

65%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

100%

115%

103%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

140%

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

PIL (Mln €2005) Consumi imprese (Mtep) Fonte: Eurostat

Dal 2005 risulta sempre più evidente il disaccoppiamento fra la crescita economica e i

consumi delle imprese italiane

Le tecnologie 4.0 accresceranno il decoupling smaterializzando la produzione

Sostenibilità volano di competitività per le imprese italiane

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Processi industriali in Italia

18% delle emissioni

22% del consumi finali

-1,3%

0,6%

0,9%

-0,4%

2,6%

Industria Trasporti Residenziale Agricoltura Servizi

Tasso cumulato di variazione consumi finali

Anni 1990 - 2015

Performace settoriali e potenziale

15

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Favorire l’efficienza Energetica negli altri settori

-1-

• Sono necessari interventi per la competitività delle imprese e per il

rilancio degli investimenti, che rappresentano la chiave per la

crescita, l’occupazione e la diffusione dell’innovazione.

• Nel residenziale occorre rivedere il meccanismo delle detrazioni

fiscali (ecobonus), con la quale si prevede di:

- riorganizzare lo strumento in coerenza con i meccanismi di

incentivazione per l'antisismica e la ristrutturazione edilizia

- modulare la percentuale in detrazione in relazione al risparmio atteso

dall'intervento

- stabilizzare il meccanismo delle detrazioni fiscali

- estendere la portabilità del titolo al fine di agevolare il coinvolgimento

degli operatori e anche di istituti finanziari almeno per interventi

radicali sull'edificio

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-2-

• Nei trasporti occorre un rafforzamento delle misure di mobilità

locale per ridurre il traffico urbano, in particolare:

-dare impulso ai Piani Urbani della Mobilità Sostenibile e a servizi di

riequilibrio modale

-promuovere la smart mobility (car sharing, car pooling, smart parking e

bike sharing)

-promuovere la mobilità ciclo-pedonale

- disincentivare la circolazione delle autovetture private nei centri urbani

promuovere il trasporto pubblico locale

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Intensità energetica

18

-4,74%

-1,75%

-0,48%

-3,27%

-1,71%

-3,04%

-2,15%

-4,23%

-2,12%

0,60%

-2,95%

-3,18%

Siderurgia

Estrattive

Metalli non ferrosi

Meccanica

Alimentare

Tessile e abbigliamento

Minerali non metalliferi

Chimica

Cartaria e grafica

Altre manifatturiere

Costruzioni

Totale Industria

I settori manifatturieri italiani hanno ridotto il consumo di energia nei processi produttivi

Consumo energetico dell'industria per

comparto produttivo 2014

Fonte: Rapporto Annuale Efficienza Energetica ENEA 2015

22,6%

17,8%

14,8% 14,6%

10,8%

8,9%

4,1%

4,5%

1,4% 0,5%

Metallurgia Minerali non metalliferi Chimica e Petrolchimica Meccanica Alimentare e tabacco

Cartaria e grafica Altre manifature Tessile e abbigliamento Costruzioni Industria Estrattiva

Tasso medio di variazione dal 1992 al

2010 per settori industriali nazionali

Intensità energetica finale nell’industria

Anno base 1995

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Efficienza energetica: Leva sul sistema competitivo Italia è il paese manifatturiero con maggiore efficienza energetica

19

Il valore aggiunto prodotto dalla green economy è stimabile in Italia pari al 10,2%

dell’economia nazionale (101 Mld€).

Si rileva la presenza di circa 3 milioni di "green job", ammontare in costante crescita

(dovrebbe arrivare a coprire il 61% della domanda di forza lavoro e il 70% delle nuove

assunzioni in R&S).

L’American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE) ha posizionato l’Italia al

terzo posto al mondo, dopo Gran Bretagna e Germania, per gli sforzi nazionali

compiuti a favore dell’incremento dei livelli di efficienza energetica.

Le imprese della green economy italiane sono verticalmente integrate con altri settori

industriali.

L’Italia è in una posizione privilegiata per valorizzare le opportunità dello sviluppo

green, infatti:

Il nostro paese rappresenta, nonostante la crisi, il secondo produttore

manifatturiero europeo con una quota (circa il 17%) di valore aggiunto

industriale superiore rispetto ai principali competitor europei.

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Efficienza energetica: Leva sul sistema competitivo Spese per la protezione dell’ambiente da parte dei comparti industriali

Anni 2003 - 2011

Fonte: Eurostat

€ pro capite

Le spese pro capite per la protezione dell’ambiente sviluppate dalle imprese italiane

superano abbondantemente quelle operate dagli altri paesi europei.

Nel settore manifatturiero il 25,8% delle imprese, che hanno sviluppato

eco innovazione, hanno avuto nel 2013 un aumento del fatturato.

Dal 2008 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti sono state il 22% del totale, il

33% per il comparto manifatturiero.

272

220

179 195 199

220 220

189 182

192 202

0

50

100

150

200

250

300

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Industrial Environmental protection expenditure in Europe

European Union Germania Spagna Italia Finlandia UK

1,8%

1,7%

2,1%

2013

National Environmental protection expenditure

Percentage of GDP

20

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Azioni future

-1-

• Definire un quadro normativo certo e stabile nel tempo che

assicuri alle imprese la necessaria continuità nello svolgimento della

loro attività, pur nel rispetto dell’ambiente, producendo vantaggi in

termini di competitività.

• Semplificare l’attuale quadro normativo in materia ambientale e

energetica, ottenendo tempi più celeri e procedure più snelle per il

rilascio e il rinnovo delle autorizzazioni.

• Recepire e applicare le disposizioni comunitarie senza oneri

impropri e aggravi ulteriori.

• Maggiore integrazione delle politiche di sostenibilità ambientale

con le politiche energetiche (efficienza e rinnovabili). Si devono

perseguire parallelamente gli obiettivi climatici e di sviluppo.

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-2-

• Promuovere l’attività di ricerca e sviluppo e per assicurare un alto

standard di innovazione. Risulta necessaria una “mappatura” delle

risorse disponibili sul territorio per calibrare le risorse pubbliche in

modo mirato e valorizzare il progresso tecnologico esistente.

• Sviluppare ulteriori partenariati tra industria, istituzioni, centri di

ricerca e/o poli universitari, secondo l’impostazione dei Digital

Innovation Hub, oltre a favorire il finanziamento dei progetti per lo

sviluppo delle filiere industriali, anche prevedendo possibilità di

deroga ai patti di stabilità per gli investimenti in campo ambientale.

• Rafforzare le filiere industriali e la cooperazione intersettoriale.

• Sviluppare policy atte a indirizzare gli interventi di

“efficientizzazione” verso i settori che per dimensione e entità dei

possibili risparmi, risultino avere maggiori margini di miglioramento.

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Conclusioni: Creare un “sistema di sistema” nella green economy

• Maggiore integrazione delle politiche di sostenibilità ambientale con le

politiche energetiche (efficienza e rinnovabili).

• Rafforzare le filiere industriali di primo livello, dalla fase pilota a quella

dimostrativa molto più “capital-intensive” per aggredire il mercato internazionale.

• Necessità di una “mappatura” delle risorse disponibili sul territorio per

calibrare gli incentivi in modo mirato.

• Semplificazione nel campo dell’efficienza energetica.

• Rafforzare la cooperazione intersettoriale, specilalmente nel settore ICT

• Deroghe ai patti di stabilità per gli investimenti pubblici in campo energetico-

ambientale.

• Standardizzazione degli interventi tecnologici.

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