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L’INDUSTRIA CHIMICA IN ITALIARAPPORTO 2007-2008

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Da molto tempo il Rapporto sull’Industria chimica in Italia è l’occasione per avere un’informazione sufficientementeapprofondita per conoscere meglio la chimica e le sue imprese.

Chi lavora nella nostra industria è consapevole di quanto sia importante un’adeguata conoscenza del ruolo dellachimica nel sistema economico e per la qualità della vita.Senza di questa gli amministratori pubblici, gli opinion leader, i formatori, i giornalisti possono facilmente caderenell’errore di un mondo che può fare a meno della chimica.E le conseguenze possono essere disastrose; certamente per le imprese (normative inutilmente pesanti, divieti illogici e opposizioni fortemente ideologiche) con perdita di competitività, mancati investimenti nazionali ed esteri,distruzione di posti di lavoro.

In verità, è il sistema economico e sociale ad avere bisogno della chimica.

Essa è, infatti, fondamentale nei processi innovativi di tutti i settori industriali e, in particolare, di quelli che megliorappresentano l’Italia. Una buona parte delle possibilità di sopravvivenza e sviluppo dell’industria manifatturiera italiana è legata alla capacità di interagire con le imprese chimiche nel promuovere salti tecnologici nei propri prodotti.

Per questo ci sentiamo di sostenere che la chimica è il turbo del Made in Italy.

Questo aspetto non è mai sufficientemente chiarito e troppo spesso ci si dimentica della chimica come settoretrainante e, anzi, lo si presenta come una pesante eredità del passato.La chimica, inoltre, non ha perso la sua capacità di offrire soluzioni nuove ed economicamente convenienti ai cittadini e ai consumatori per una migliore qualità della vita.

Abbandonando i vecchi stereotipi di una “chimica sporca”, si possono apprezzare le caratteristiche che fanno dell’industria chimica uno dei settori su cui puntare per il futuro e nell’interesse del nostro Paese.

Giorgio SquinziPresidente

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PRIMA PARTEL’INDUSTRIA CHIMICA IN ITALIA E NEL MONDO

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IL CONTESTO MONDIALE

La produzione chimica mondiale nel 2007 è cresciutadel 4.3%, un ritmo solo leggermente inferiore alla mediadegli ultimi 5 anni (4.5%). Complessivamente il com-parto raggiunge un valore della produzione pari a 1764miliardi di Euro di cui � il 45% circa è dato dalla petrolchimica, gli inorganici di

base e le materie plastiche; � il 40% proviene dalla chimica fine e specialistica;� il restante 17%, dalla chimica destinata al consumo

(detergenti e cosmetici).

Le aree più dinamiche sono quelle emergenti, l’Asia(+8.3% in termini reali) ma anche l’Europa centro-orien-tale (+6.5%). Il Nord America mostra, invece, una leg-gera contrazione (-0.4%) che riflette la crisi dell’edilizianegli Stati Uniti e la debolezza di altri importanti settoriclienti, quali l’auto. L’Europa chiude l’anno con una cre-

scita della produzione pari al 2.2%, sostanzialmente inlinea con il 2006.

L’andamento della chimica mondiale negli ultimi mesi del2007 ha evidenziato, tuttavia, segnali di stanchezza. Ineffetti, non vi è dubbio che nel 2008 il contesto econo-mico generale risulterà meno favorevole all’industria chi-mica. Gli Stati Uniti, almeno nella prima parte dell’anno,hanno subito una – seppur moderata – recessione. Sonodestinate a permanere le tensioni sui costi in quanto ilprezzo del petrolio, fonte energetica e materia prima fon-damentale della filiera petrolchimica, in una situazione diofferta limitata a fronte di una domanda mondiale in cre-scita anche quest’anno, non può scendere molto al disotto dei 100$ al barile. Pur rallentando, infatti, i Paesiemergenti non dovrebbero arrestare la loro corsa, fruttodi un processo di industrializzazione e di sviluppo che siautoalimenta e non dipende soltanto dalle esportazioniverso il resto del Mondo. Al contrario, la svalutazione del$ e le incertezze sui mercati finanziari alimentano le quo-tazioni del petrolio portandole ben al di sopra dei 100$.

Chimica e scenario economico1

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L’industria chimica mondiale nel 2002-2007

Fonte: elaborazioni su dati ACC, Cefic, Eurostat

Produzione chimica mondiale per settore (%)

Fonte: elaborazioni su dati EU Commission, ACC, Cefic

Var. % della produzioneMedia annua

2006 2007 2002-2007

Europa 1.9 2.2 1.4- Germania 3.4 3.2 2.5- Francia 0.2 4.4 1.6- Italia 2.2 1.9 1.1- Regno Unito 1.1 0.5 0.7Nord America 3.2 -0.4 2.2Asia 9.3 8.3 7.8America Latina 3.1 2.6 4.9Europa Centro-Orientale 3.8 6.5 5.6Africa e Medio Oriente 8.0 4.6 9.0Mondo 4.8 4.3 4.5

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INDICE

PRESENTAZIONE

PRIMA PARTEL’INDUSTRIA CHIMICA IN ITALIA E NEL MONDO

CAPITOLO 1 9Chimica e scenario economico

CAPITOLO 2 15Il ruolo delle imprese chimichea capitale estero

CAPITOLO 3 19Ambiente, sicurezzae qualità delle normative

CAPITOLO 4 23Chimica e sviluppo sostenibile

CAPITOLO 5 29Chimica ed energia

CAPITOLO 6 33Logistica e competitività

CAPITOLO 7 37Chimica e conoscenza

CAPITOLO 8 41Relazioni industriali e risorse umane

CAPITOLO 9 45Restituire alla chimica il suo ruolo

SECONDA PARTELA CHIMICA E I SUOI SETTORI

Chimica di base organica, inorganica e tensioattivi 51

Materie plastiche e resine sintetiche 53

Fertilizzanti 55

Fibre artificiali e sintetiche 56

Agrofarmaci 57

Principi attivi e intermedi di chimica farmaceutica 59

Chimica fine e delle specialità 61

Prodotti sensibili 67

Oli lubrificanti 69

Abrasivi 70

Smalti per ceramica, pigmenti inorganici, ossidi metallici 71

Adesivi e sigillanti 72

Pitture e vernici 74

Gas tecnici, speciali e medicinali 76

Detergenti e specialità per l’industria e per la casa 81

Profumeria e cosmetica 82

Farmaci di automedicazione 83

Prodotti per la salute animale 85

Biotecnologie 87

Gas di petrolio liquefatti 88

APPENDICEFEDERCHIMICA:STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE 93

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Per la chimica europea la situazione è complicata dal pro-gressivo apprezzamento dell’Euro nei confronti del $, lega-to alle incertezze che circondano l’economia americana.Finora ciò non ha compromesso la crescita del settoregrazie al buon tenore della domanda interna e alla capa-cità delle imprese europee di presidiare i mercati più dina-mici e di basare il proprio successo su fattori diversi dalprezzo. Non si può affermare, d’altro canto, che l’Euroforte non stia creando problemi di competitività. Nel 2007,infatti, il saldo commerciale della chimica europea ha subi-to un deterioramento significativo: si stima sia passato da40.6 a 35.3 miliardi di Euro. Il peggioramento, inoltre, hacoinvolto tutti i settori ad esclusione della chimica per ilconsumo.

In una prospettiva di medio termine la chimica europea(e con essa quella italiana) è chiamata ad affrontare sfideper molti versi anche più impegnative.

Innanzitutto l’Europa deve difendere la propria leadershipmondiale nella chimica. La Cina già adesso si è afferma-ta quale terzo produttore mondiale, grazie alla necessitàdi fornire materie prime alle attività manifatturiere a segui-to dei processi di delocalizzazione favoriti dal basso costodella manodopera. Attualmente la produzione è concen-trata nella chimica di base, tuttavia il governo cinese sipropone nei prossimi anni di incrementare la quota dellachimica fine e specialistica dal 30% al 45% mediante l’in-troduzione di un piano di incentivi. Nel prossimo futuro laCina diventerà sempre più attrattiva anche con riferimen-to alle attività di R&S. Nel Paese, infatti, è disponibile unnumero elevato di ricercatori chimici di buon livello e i costidella ricerca sono del 60% circa inferiori rispetto all’Europaoccidentale.

Nella petrolchimica sono in atto forti investimenti in nuo-va capacità produttiva, che vedono quali protagonisti l’Asiae il Medio Oriente. Ciò rischia, probabilmente non nel 2008ma negli anni successivi, di creare una situazione di sovrac-capacità che metterebbe in difficoltà l’Europa caratteriz-zata da impianti talvolta di scala sub-ottimale e non sem-pre all’avanguardia da un punto di vista tecnologico.

La chimica europea è in prima linea anche nella sfida del-lo Sviluppo Sostenibile. Ciò comporta, da un lato, il diffi-cile compito di adeguarsi a normative europee sempre

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Produzione chimica mondiale

Fonte: elaborazioni su dati ACC

Surplus dell’industria chimica europea

Fonte: Cefic

(miliardi di Euro)

Surplus dell’industria chimica europeaper settore

Fonte: Cefic

(miliardi di Euro)

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più restrittive (basti pensare al REACH) senza perderecompetitività nei confronti dei produttori extra-europei;dall’altro, un ruolo proattivo nella ricerca di soluzioni tec-nologiche in grado di promuovere lo Sviluppo Sostenibilenei settori utilizzatori e nella vita quotidiana.

Per vincere queste sfide la chimica europea deve neces-sariamente rilanciare lo sforzo di ricerca e innovazione,investendo sul capitale umano e sulla tecnologia. Al tem-po stesso è importante che le Istituzioni siano consape-voli del ruolo positivo dell’industria chimica e che creinoun ambiente favorevole alle imprese e ai cambiamenti chesono chiamate a realizzare.

LA CHIMICA IN ITALIA

Nel 2007 l’industria chimica in Italia ha superato i 57 miliar-di di Euro (con la farmaceutica raggiunge gli 81 miliardi diEuro). Il settore occupa 127 mila addetti (194 mila, far-maceutica inclusa) che si caratterizzano per un elevatolivello di qualifica e formazione. Basti pensare che nellachimica il 18% degli addetti è laureato (e tale quota risul-ta in aumento) a fronte di una media dell’industria italia-na ferma al 7%. Nel 2007 l’occupazione è risultata in leg-gero calo (per circa 900 unità) a conferma di una dinami-ca in atto da diversi anni. Bisogna, peraltro, tenere con-to che in parte questa tendenza è legata al progressivoprocesso di esternalizzazione di attività prima svolte all’in-terno delle imprese chimiche, ad esempio nell’ambito del-la logistica e della gestione ambientale. In effetti il com-

parto attiva, tramite la sua domanda di beni e servizi e isuoi investimenti, circa 2 lavoratori per ogni addetto chi-mico, tanto che l’occupazione diretta e indiretta com-plessiva è stimata intorno ai 356 mila addetti (farmaceu-tica esclusa).

Nel 2007 la produzione chimica in Italia è cresciutadell’1.9%. Si tratta di una performance complessivamentepositiva e solo leggermente inferiore alla media europea(2.2%). D’altro canto il profilo piuttosto piatto già nel cor-so del 2007 desta preoccupazione soprattutto con rife-rimento alle prospettive di crescita per il 2008.

La domanda interna ha chiuso l’anno con un aumentopari all’1.0%, in significativo rallentamento rispetto al2006 (1.9%). � L’industria manifatturiera italiana, principale cliente del-

la chimica, non ha dunque risolto i suoi problemi dicompetitività e si trova in una condizione di particola-re fragilità dinnanzi a un contesto internazionale nel2008 certamente meno favorevole.

� Il settore delle costruzioni, che per anni ha sostenutola domanda di chimica, risulta in frenata (anche se nonvi sono rischi di scoppio della bolla immobiliare comenegli Stati Uniti).

� Detergenti e cosmetici subiscono la debolezza deiconsumi in un contesto di diffusa sfiducia delle fami-glie italiane.

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La chimica in Italia nel 2006-2007

Fonte: Federchimica, Istat

Chimica 2006 2007 Var.Produzione 54.4 57.4 +5.4%Esportazioni 20.9 22.1 +5.6%Importazioni 31.4 32.7 +3.8%Saldo commerciale -10.5 -10.6 -0.1Addetti (migliaia) 128.0 127.1 -0.9

Chimica e farmaceutica 2006 2007 Var.Produzione 77.6 80.8 +4.1%Esportazioni 32.7 34.0 +4.0%Importazioni 45.1 47.2 +4.5%Saldo commerciale -12.4 -13.2 -0.8Addetti (migliaia) 197.5 194.1 -3.4

(miliardi di Euro, salvo diversa indicazione)

L’attività chimica in Italia

Fonte: Federchimica

2006 2007Domanda interna 1.9 1.0Importazioni 3.3 0.0Esportazioni 4.5 2.0Produzione 2.2 1.9Chimica di base -2.8 3.6Plastiche 3.6 3.0Fertilizzanti -1.0 3.5Fibre chimiche 1.9 -16.4Pitture e adesivi 3.9 2.0Intermedi di chimica fine e specialità 2.0 1.5Agrofarmaci -2.0 1.0Gas tecnici 9.5 0.3Detergenti e prodotti per la casa 0.8 0.4Cosmetici 2.9 0.4Prodotti per la salute animale 1.5 3.5Principi attivi e int. farmaceutici 1.0 1.0Farmaci di automedicazione -4.0 3.9

(var. % reali)

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Negli anni recenti la chimica in Italia ha mostrato una sem-pre maggiore propensione all’esportazione: nel 2007 essaha raggiunto il 38% (anche se questo dato è in parte sovra-stimato a causa delle riesportazioni di prodotti importati)

con un progresso di 7 punti percentuali in 10 anni. In effet-ti il settore figura tra i più brillanti dell’industria italiana intermini di performance all’export. � Da un lato, ciò è frutto del sempre maggiore orienta-

mento ai mercati internazionali delle imprese a capita-le italiano, anche di piccole dimensioni. Tra queste spic-ca, inoltre, un gruppo di realtà medie e medio-grandi,spesso leader a livello mondiale o europeo nella loronicchia di specializzazione e internazionalizzate anchedal punto di vista produttivo.

� Dall’altro, rispecchia il flusso di esportazioni sempre piùconsistente, e in parte anche di tipo intra-firm, checaratterizza le filiali italiane di gruppi chimici a capitaleestero.

Nel 2007 il deficit commerciale, pari a 10.6 miliardi di Euro,è rimasto sostanzialmente invariato grazie a una crescitadelle esportazioni (+5.6% in valore) più vivace rispetto aquella delle importazioni (+3.8%). Tale deficit si concen-tra nella chimica di base e nelle fibre (11.4 miliardi di Euronel 2007) e risulta in peggioramento soprattutto a causadell’aumento del prezzo del petrolio e, di conseguenza,dei prodotti petrolchimici. La chimica fine e specialistica,invece, mostra un surplus pari a 877 milioni di Euro, in

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Distribuzione della produzione in Italia

Fonte: stime Federchimica, anno 2007

Note: come Imprese Medio-Grandi si sono considerate quelle con vendite mondiali superioriai 100 milioni di Euro

Le principali imprese chimiche italiane

Fonte: Federchimica

Note: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (al netto dei farmaci)

Vendite Produzionemondiali in Italia

Polimeri Europa 6.934,0 5.336,0 Gruppo Mossi&Ghisolfi 1.860,0 468,0Mapei 1.577,0 689,0Radici Group 1.086,0 724,0Gruppo P&R 656,0 438,0Polynt 575,9 522,9Gruppo Bracco 572,0 451,0Gruppo Colorobbia 492,0 266,0Gruppo C.O.I.M. 460,0 292,0Gruppo SOL 427,1 273,5Gruppo Aquafil 394,0 222,0Gruppo SIAD 378,0 210,0Gruppo Lamberti 370,0 296,0Gruppo Sapio Industrie 363,0 353,6Montefibre 326,1 158,9Syndial-Attività diversificate 279,3 279,3Gruppo SIPCAM-OXON 270,0 150,0

Vendite Produzionemondiali in Italia

Zobele Group 257,0 92,0IVM Group 223,6 180,2Intercos 223,0 146,0ACS Dobfar 222,7 209,3Isagro 195,0 115,0Gruppo Desa (Italsilva) 190,0 190,0Snia 185,8 155,03V Partecipazioni Statali 170,0 120,0Indena 152,0 126,0Esseco Group 135,8 100,0F.I.S. 132,5 132,5Mirato 129,0 129,0Sinterama 124,7 80,2Gruppo Polyglass 123,1 76,0Giovanni Bozzetto 116,9 53,0Inver 100,0 100,0Lechler 100,0 100,0

Risultati 2007 (milioni di Euro)

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crescita, per il terzo anno consecutivo, per 287 milioni diEuro. Tale miglioramento è dovuto soprattutto all’eccel-lente performance di vernici, inchiostri e adesivi (il cui sal-do attivo è passato da 526 a 716 milioni di Euro) mentrenei detergenti e cosmetici l’avanzo è rimasto fermo a cir-ca 1.2 miliardi di Euro. Gli altri settori della chimica fine especialistica hanno ridotto il loro disavanzo complessivoper circa 120 milioni di Euro.

L’analisi dei flussi commerciali per area geografica evi-denzia risultati meno confortanti. La performance è sen-za dubbio molto positiva nei vecchi e nuovi Paesi mem-bri dell’Unione Europea e, in modo meno marcato,nell’Europa centro-orientale (Russia in primis). Complessivamente in queste due aree il saldo è miglio-rato di 442 milioni di Euro. Gli scambi con le altre regio-ni, invece, vedono le importazioni crescere più delle espor-tazioni e il saldo commerciale peggiorare (fa eccezionesolo l’Africa). � Nel Nord e nel Sud America, aree verso le quali l’Italia

gode di un surplus strutturale, l’export è persino cala-

to complici la brusca frenata degli Stati Uniti e la debo-lezza del $.

� Il deficit nei confronti dell’Asia è peggiorato drastica-mente e supera ormai i 525 milioni di Euro. Pesano inquesto caso la competitività sui fattori di costo di cuigodono i Paesi emergenti e la svalutazione che hannosubito sia la valuta giapponese, sia quella cinese neiconfronti dell’Euro.

� Si aggrava anche il disavanzo nei confronti del MedioOriente, da cui importiamo essenzialmente chimica dibase (nel 2007 ha raggiunto i 193 milioni di Euro).

È evidente che l’industria chimica in Italia risulta parti-colarmente colpita dall’elevato prezzo delle materie pri-me e dell’energia, conseguente alla continua ascesadelle quotazioni del petrolio, e dall’Euro forte. Questasituazione condiziona i volumi di vendita, ma soprat-tutto genera forti pressioni sui margini delle imprese avalle della chimica di base in un contesto di intensa con-correnza internazionale. Si stima che gli aumenti di costosubiti negli ultimi due anni dalle imprese di chimica finee specialistica, a parità di altre condizioni (cioè in assen-za di una loro reazione), abbiano comportato un dete-rioramento del margine operativo lordo dal 9.4% al 6.2%.Le imprese hanno contrastato tale minaccia miglioran-do l’efficienza, puntando sui mercati più dinamici e rive-dendo il portafoglio prodotti. Non sempre però ciò èstato sufficiente ad evitare del tutto l’assottigliamentodei margini.

Nel 2008 il quadro non può che farsi più problematicoin quanto a un rallentamento generalizzato della doman-da di chimica è atteso accompagnarsi un livello del cam-bio dell’Euro stabilmente prossimo a 1.50$ e un prezzodel petrolio intorno ai 100$ a barile. In una situazione di

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Saldi settoriali nel 2006-2007

Fonte: Istat

2006 2007 Var. ass.Chimica -10.537 -10.569 -32Chimica di base e fibre -11.127 -11.445 -319Chimica a valle 590 877 +287- Vernici e adesivi 526 716 +190- Detergenti e cosmetici 1.228 1.204 -24Farmaceutica -1.893 -2.567 -674Chimica e farmaceutica -10.569 -13.136 -706

(milioni di Euro)

Pressione sui margini generata dagli aumenti di costo in una tipica impresa

di chimica delle specialità

Fonte: Federchimica su elaborazione dati Istat, ICIS

Note: deterioramento del MOL in assenza di interventi delle imprese a sostegno dell’efficienza e della competitività

2005 2007 Var. %Fatturato 100.0 107.5 +7.5Materie prime 60.0 68.4 +14.0Energia e logistica 6.0 6.8 +14.0Servizi 9.6 10.1 +5.7Costo del lavoro 15.0 15.9 +6.3MOL 9.4 6.2 -34.0

Saldo commerciale della chimica in Italiaper area geografica nel 2006-2007

Fonte: Istat

Saldo 2007 Var. SaldoUnione Europea -11.994 +366Europa Centro-Orientale 784 +76Medio Oriente -193 -90Africa 351 +2Nord America 373 -116Sud America 344 -51Asia -525 -313Totale Chimica -10.569 -32

(milioni di Euro)

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prolungata pressione sui margini, tutti i fattori che inci-dono sulla competitività delle imprese diventano crucialiper evitare la perdita di quote di mercato. In Italia leimprese chimiche hanno un’incidenza sul fatturato deicosti connessi al sistema infrastrutturale, vale a dire deicosti di trasporto e delle utilities (energia in primis), supe-riore agli altri grandi produttori europei per un ammon-tare in media pari al 23%. È evidente come, in questocontesto, le arretratezze del Sistema Paese rappre-sentino un peso insostenibile che rischia di compro-mettere gli sforzi delle imprese e le stesse prospettivedi sviluppo dell’industria chimica In Italia.

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Incidenza sul fatturato di una tipica impresachimica dei costi di trasporto e delle utilities

Fonte: KPMG, Competitive Alternatives 2008

Italia 100Germania 94Regno Unito 74Paesi Bassi 73Francia 67Media Europea 77

(indice Italia = 100, anno 2007)

Note: media europea basata sui grandi Paesi produttori di chimica sopra riportatiad esclusione dell’Italia

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In un mercato sempre più globale in cui a concorrere nonsono più solo le aziende ma anche le nazioni, le istituzionisono chiamate a porre in essere politiche attive che aiuti-no le imprese a crescere aumentandone la competitività.Affinché la politica industriale elabori azioni corrette cherealmente possano rappresentare un aiuto per le impreseitaliane è fondamentale che siano chiari i punti di forza e didebolezza del nostro sistema socio-economico. In questosenso uno degli indicatori maggiormente rappresentatividella competitività del Sistema Paese è rappresentato dal-la sua capacità di attrarre investimenti esteri.È noto che l’Italia è deficitaria in termini di attrazione di

investimenti diretti esteri: nel complesso dell’industriamanifatturiera, infatti, solo il 10% degli addetti lavora inimprese estere a fronte di una media europea pari al 21%.Nella chimica e farmaceutica invece la quota delle impre-se estere, pari al 44%, è la più alta tra i settori industrialied è in linea con la media europea a testimonianza delfatto che ciò non va letto come sintomo di impoverimen-to dell’industria chimica italiana ma al contrario come unindice di capacità di attrazione.

Da queste considerazioni è nata l’idea di lanciare un’in-dagine approfondita sulle ragioni della presenza in Italiadi imprese a maggioranza di capitale estero (per sempli-cità in seguito indicate anche come “imprese estere”).Queste tematiche hanno una forte attinenza con la com-petitività del Sistema Paese, poiché individuare le moda-lità e le finalità della presenza di imprese estere in Italia,oltre che avere valore in sé, consente di valutare i fattoridi attrazione dell’Italia nei confronti di un’attività manifat-turiera complessa e sofisticata come quella chimica.

Globalizzazione e crescente concorrenza da parte deiPaesi a basso costo rendono sempre più necessario unincremento da parte dell’Italia della capacità di attrarreinvestimenti esteri. In merito a quest’ultimo aspetto è,infatti, chiaro che l’Italia difficilmente può competere coni Paesi emergenti su variabili quali il costo della manodo-pera. Tuttavia risulta inaccettabile che fattori di sistemaespongano l’Italia al rischio di delocalizzazione di capa-cità produttiva in altri Paesi avanzati. A tale proposito nelcorso dell’Indagine è stato citato un caso che potrebbeessere definito esemplare in cui la Svizzera è stata prefe-rita per la realizzazione di un investimento produttivo,nonostante il mercato di destinazione principale del pro-dotto fosse l’Italia. Normalmente le analisi condotte sulle imprese a capitaleestero enfatizzano gli svantaggi dell’operare in Italia, che per altro sono tristemente noti e sostanzialmentecomuni a tutti i settori industriali essendo essenzialmente

Il ruolo delle imprese chimichea capitale estero

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Presenza estera in Italia e in Europa

Fonte: Eurostat

Note: ultimo anno disponibileMedia europea basata sui seguenti 17 Paesi membri: Austria, Bulgaria, Rep. Ceca,Estonia, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Francia, Lituania, Ungheria, Portogallo, Slovacchia, Svezia

Italia Europa

Industria manifatturiera 10 21Chimica e farmaceutica 44 42

(quota % sul totale degli addetti)

Le imprese estere nella chimica in Italia

Fonte: Istat, Reprint e stime Federchimica

Note: ultimo anno disponibileTutte le elaborazioni escludono imprese estere attive in Italia solo a livello commercialeDal valore della produzione in Italia sono escluse le importazioni dalla casa madreIndotto attivato tramite gli acquisti di beni e servizi da fornitori italiani

Imprese Quota % su totaleestere chimica in Italia

Imprese con produzione in Italia (numero) 288 16Valore della produzione in Italia (mld. di Euro) 16.8 36Export (mld. di Euro) 6.6 43Investimenti fissi (milioni di Euro) 566.4 39Addetti (migliaia) 39.5 31Indotto in Italia (mld. di Euro) 9.5 -Addetti incluso indotto (migliaia) 85.5 -

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legati alle inefficienze del Sistema Paese. In questo casosi è preferito enfatizzare gli aspetti positivi perché è pro-prio su questi aspetti che le Istituzioni devono concen-trare le loro attenzioni. Conoscere quegli aspetti del siste-ma socio-economico, che le aziende estere operanti inItalia ritengono positivi, è un fondamentale punto di par-tenza per costruire politiche attive in grado di rilanciare lacompetitività del Paese.

I VANTAGGI DEL FARE CHIMICA IN ITALIA

Risorse umaneL’aspetto che viene richiamato maggiormente è la qua-lità delle risorse umane; ben il 64% delle imprese par-tecipanti all’indagine lo identifica come “molto impor-tante”. In particolare vengono indicate come caratteri-stiche chiave la creatività (51%), la flessibilità (49%) e,in misura inferiore, la disponibilità di risorse umane altamente qualificate a un costo relativamente conte-nuto, soprattutto se paragonato ai Paesi dell’EuropaOccidentale (21%).La creatività rappresenta una vera e propria competenzaprofessionale in quanto si tramuta in forte propensioneall’innovazione e capacità di problem solving. La flessibi-lità, compenetrandosi con la creatività, comporta un’ele-vata reattività ai cambiamenti, orientamento al migliora-mento continuo e capacità di lavorare sotto pressione. Sitratta di aspetti molto rilevanti perché rappresentano lemaggiori sfide attuali del mercato. In effetti, i manager italiani sono molto apprezzati dallerealtà multinazionali, tanto è vero che spesso vanno aricoprire posizioni importanti in altre sedi del gruppo opersino nella sede centrale. La capacità di adattamen-to e risposta in tempi rapidi è comunque centrale in tut-te le aree: nelle funzioni manageriali, ma anche nella ricer-ca e nelle attività più strettamente manifatturiere. Adesempio, per uno stabilimento l’innalzamento dell’effi-cienza dei processi produttivi rappresenta un fattore dicompetitività importante.La chimica impiega risorse umane altamente qualifica-te. Creatività e flessibilità si combinano quindi necessa-riamente con competenze tecniche e scientifiche. In par-ticolare, le imprese intervistate segnalano la presenza inItalia di un know how specifico e avanzato con riferi-mento a numerose aree: ad esempio le materie plasti-che e i sistemi poliuretanici, la chimica applicata al tes-sile e al cuoio, gli adesivi, le membrane bitume-polime-ro, il personal care e la cosmetologia.

In alcuni casi ciò ha fatto sì che l’Italia si affermasse in unadeterminata linea di prodotti come unico produttore mon-diale o europeo per tutto il gruppo multinazionale. Talvoltala filiale italiana, con riferimento al suo business di spe-cializzazione, realizza persino il training professionale atutti gli addetti del gruppo.

Qualità e affidabilità dei fornitori di input e diimpiantiLe imprese intervistate evidenziano che i punti di forzadelle risorse umane italiane – in termini di preparazione,creatività e flessibilità – non riguardano solo gli addettidel settore chimico ma tutta la filiera. In particolare laqualità e affidabilità dei fornitori di impianti e di materieprime è considerata “molto importante” rispettivamen-te dal 23% e dal 19% delle imprese. Il buon livello deifornitori italiani di impianti consente di effettuate modifi-che in tempi brevi, con costi relativamente contenuti econ soluzioni spesso personalizzate e innovative.

Dimensioni del mercato italianoTra le ragioni della presenza in Italia molte imprese chimi-che a proprietà estera indicano le dimensioni del merca-to. L’Italia ha un’estesa base manifatturiera e, per la chi-mica nel suo complesso, rappresenta il terzo mercatoeuropeo. In alcune aree, ad esempio nelle vernici in pol-vere o negli ausiliari per il tessile e il cuoio, il peso dell’Italiaè anche maggiore. Le dimensioni del mercato di sbocco non giustificano diper sé la presenza produttiva delle multinazionali datoche il mercato può essere servito anche attraverso leimportazioni. In alcuni casi, può essere necessario col-locare la produzione in prossimità degli utilizzatori a cau-sa degli elevati costi di trasporto di prodotti a basso valo-re unitario. D’altro canto, la vicinanza al cliente consen-te, soprattutto con riferimento alle produzioni più spe-cialistiche, di adattare il prodotto alle esigenze specifi-che degli utilizzatori, di fornirlo in tempi brevi e garanti-re un servizio adeguato.

Qualità elevata dei clienti italiani e disponibilitàper nuovi prodotti e nuove applicazioniIl mercato italiano è considerato attrattivo non soltan-to per le sue dimensioni. Numerose imprese conside-rano “molto importanti” la qualità elevata dei clienti ita-liani (45%) e la loro disponibilità a collaborare per svi-luppare e testare nuovi prodotti (26%). Queste moti-vazioni spingono le imprese estere a mantenere in Italiaanche una presenza di tipo produttivo, oltre a quellacommerciale.

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Innanzitutto il cliente italiano tende ad essere molto piùesigente della media. Ciò significa che un prodotto svi-luppato per il mercato italiano è bene accettato anchenel resto del mondo. Ciò è vero per i clienti industriali,ma è altrettanto vero per il consumatore finale (e, di con-seguenza, vale anche per le imprese estere attive neisettori della cosmetica e della detergenza). Le imprese chimiche, per la loro natura di fornitrici dibeni per lo più intermedi, lavorano per il successo delcliente. D’altro canto, hanno bisogno dei clienti per testa-re i nuovi prodotti, migliorarli e individuarne tutte le poten-zialità applicative. La peculiarità italiana consiste nellanumerosità degli attori. Di conseguenza, in Italia i clien-ti sono tantissimi e la collaborazione è particolarmenteintensa e vitale. Molte imprese chimiche a proprietà este-ra lavorano in vera e propria partnership con le PMI ita-liane attive soprattutto (ma non solo) nei settori tradi-zionali del made in Italy (tessile, cuoio, arredamento,ceramica, ecc.). Infatti, la dimensione mediamente ridot-ta delle imprese italiane le porta a ricercare la competi-tività in altri fattori, prima fra tutti l’innovazione. Di con-seguenza, le PMI presentano forti doti di imprenditoria-lità e apertura alla sperimentazione. Le grandi multinazionali chimiche, in numerosi business,considerano l’Italia come uno tra i più importanti mer-cati a livello mondiale magari non in termini di volumi,ma sicuramente in termini di qualità e creazione dellenuove tendenze. Mantenere la leadership in questi mer-cati richiede una presenza forte e proattiva in Italia. Laglobalizzazione tende a portare i gruppi multinazionali a razionalizzare la propria presenza nel mondo.L’abbandono delle produzioni di massa e la focalizza-zione su nicchie (con la messa a punto di prodotti chi-mici spesso tailor made) consente di mantenere unabase produttiva in Italia.

La R&S delle imprese estere in ItaliaCirca un quinto delle imprese del campione identifica,tra le ragioni più importanti della loro presenza produt-tiva, le sinergie con l’attività di ricerca e innovazione rea-lizzata in Italia. In effetti questo aspetto diventa semprepiù strategico in quanto la globalizzazione spinge mol-te imprese operanti nei Paesi avanzati al progressivoabbandono di produzioni considerate di massa, indiriz-zandole verso nicchie di prodotti specialistici ad eleva-to valore aggiunto. Spesso le imprese multinazionali hanno razionalizzatol’attività di R&S dando vita a “centri di competenza” che,situati in un Paese, lavorano per tutto il gruppo o comun-que definiscono le linee di ricerca e coordinano tutti i

progetti afferenti a determinate aree di business. In unbuon numero di casi l’Italia si è affermata quale centrodi competenza grazie � al buon livello dei laureati chimici;� alla disponibilità di un know how specifico – a volte giu-

dicato persino unico al mondo – in determinate aree(ad esempio chimica del fluoro, tessuti non tessuti inpoliestere, poliuretani, poliolefine, polimeri speciali, chi-mica applicata al cuoio, adesivi, principi attivi per far-maci, additivi per la detergenza);

� alla capacità dei gruppi di ricerca di essere competiti-vi in termini di costi e risultati;

� talvolta anche grazie alla presenza di un network efficiente che coinvolge Università e centri di ricerca italiani.

A parte alcuni casi di grande rilievo nazionale, normal-mente la ricerca di base viene condotta nella casa madreo in altri Paesi. Si riconosce invece all’Italia una fortecapacità nel fare ricerca applicata e sviluppo prodotti,ambiti che presentano orizzonti temporali più brevi enecessità più stringenti di rapido conseguimento deirisultati. Ciò dipende � dalla numerosità di clienti italiani vivaci e aperti alla spe-

rimentazione;� dalla capacità degli addetti chimici italiani di leggere e

interpretare le esigenze del mercato; � dalle loro doti di creatività e problem solving che con-

sentono di individuare in tempi brevi soluzioni innova-tive ed efficaci.

Il fatto che la ricerca di base venga effettuata normal-mente nella casa madre (e non in Italia) in parte è lega-to alla concentrazione in quella sede delle attività a carat-tere più strategico. In realtà però questo è sempre menovero in quanto le multinazionali tendono a sfruttare i van-taggi localizzativi nelle loro diverse filiali non solo perquanto concerne la produzione, ma anche con riferi-mento alle funzioni commerciali o di ricerca. In effetti,non soltanto tra le imprese a capitale estero ma più ingenerale in tutta l’industria chimica in Italia, solo unaquota minoritaria delle spese di R&S è destinata allaricerca di base (9%). Sembrerebbe quindi emergere una sorta di specializ-zazione della ricerca chimica italiana verso l’ambito piùstrettamente applicativo. In altre parole le multinazionalitenderebbero a valorizzare una vocazione italiana. Aconferma di questa interpretazione, alcune delle impre-se intervistate descrivono il rapporto con la casa madrein tema di ricerca come complementare.

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IL CONTRIBUTO DELLE IMPRESE ESTEREALLA REALTÀ SOCIO-ECONOMICAITALIANA

Talvolta le imprese a capitale estero vengono vissute dal-le Istituzioni e dall’opinione pubblica con diffidenza comese “sfruttassero” le risorse italiane. Al contrario, le impre-se estere creano valore, anche al di fuori dei confini azien-dali. Innanzitutto – operando in un settore come quellochimico che fornisce essenzialmente beni intermedi adampio spettro di utilizzo – costituiscono un fattore di cre-scita e di competitività per tutto il sistema produttivo ita-liano. Si può persino affermare che l’Italia, grazie alleimprese estere, può affrontare più facilmente le sfide del-la globalizzazione.

Le imprese estere presenti in Italia fanno parte di gruppichimici spesso leader a livello mondiale. A maggior ragio-ne, quindi, rappresentano un fattore di competitività per iloro clienti, tipicamente PMI italiane ai fini dello sviluppo diprodotti innovativi. Questa relazione è particolarmente for-te con i settori del made in Italy, al punto che il loro suc-cesso nel mondo spesso dipende da prodotti chimici svi-luppati in collaborazione con imprese a capitale estero. La dimensione tipicamente grande dell’impresa estera,ma anche la sua appartenenza a un gruppo multinazio-nale, fa sì che l’innovazione sia uno strumento sistemati-co di sviluppo e non un’attività da perseguire occasional-mente come spesso avviene nelle piccole realtà. In que-sto senso l’innovazione è parte della cultura aziendale eviene gestita attraverso modelli organizzativi avanzati. Ciò è particolarmente importante se si considera che l’in-dustria manifatturiera italiana è specializzata in settori tra-dizionali e dominata dalle PMI, che difficilmente sono ingrado di fare ricerca e che tendono ad acquisire l’inno-vazione dall’esterno. Per quanto concerne l’internazionalizzazione le impresechimiche a capitale estero, operando sui mercati mon-diali, possono spingere i clienti italiani ad allargare i pro-pri orizzonti facendo loro conoscere nuovi mercati e leesigenze che questi esprimono. Le imprese a capitale estero contribuiscono, inoltre, allaformazione delle risorse umane per tutto il sistema, gene-rando un patrimonio a cui attingono anche le PMI chi-miche e non. La formazione avviene trasferendo com-petenze specialistiche che l’Università non è in gradodi offrire, creando cultura manageriale ma anche cultu-ra internazionale, cioè capacità di adattarsi velocementealle diverse realtà locali e di assumere l’innovazionecome atteggiamento mentale.

Le imprese chimiche estere possono attingere alle bestpractice generate in tutto il mondo. Di conseguenza arric-chiscono la cultura industriale introducendo modelli orga-nizzativi che trovano poi applicazione anche nelle realtàlocali e di piccole e medie dimensioni. L’organizzazione èconsiderata uno strumento importante per il pieno svi-luppo della produttività dei dipendenti e più in generaleper ottenere il massimo dalle risorse disponibili.Nel settore chimico le imprese estere sono portatrici diuna forte cultura associativa e rappresentano, in tale ambi-to, una risorsa e un fattore di stimolo; basti pensare che,da esse, proviene il 70% dei partecipanti ai gruppi di lavo-ro tecnico-scientifici di Federchimica. Queste impreseconsiderano come un vero valore lo scambio di informa-zioni, la condivisione di pratiche aziendali e modelli di ben-chmarking. Inoltre, vivendo il confronto internazionale,sono potenti “sensori” della competitività di sistema ita-liana e attori in grado di suggerire modelli più efficaci sul-la base dell’esperienza di altri Paesi. La forte partecipazione alla vita associativa delle impresechimiche a capitale estero dipende anche dal fatto che laloro presenza in Italia è radicata e comporta una logicacomplessiva e non soltanto attenta al Paese inteso comemercato di destinazione dei propri prodotti. Quasi sem-pre, infatti, la presenza è di natura produttiva e, anchequando prevalentemente commerciale, richiede comun-que risorse umane altamente qualificate e opportuna-mente formate, innovazione, gestione attenta a livelloambientale e della sicurezza.Proprio nell’area di salute, sicurezza e ambiente il con-tributo delle imprese estere alla diffusione delle best prac-tice è di grandissimo rilievo. Rispetto alle imprese attivesolo sul mercato locale, ciò che caratterizza le multina-zionali non è tanto l’attenzione ai temi di HSE – condi-visa da tutte le imprese del settore – quanto l’approccioavanzato da un punto di vista organizzativo e gestiona-le. Salute, sicurezza e ambiente, infatti, non si conse-guono semplicemente rispettando le norme e adottan-do comportamenti di “buon senso”, ma richiedono spe-cifiche competenze tecniche e manageriali, procedure,tecnologie e sistemi di gestione.

Infine è importante sottolineare che le realtà multina-zionali, perseguendo il raggiungimento di elevati stan-dard di qualità, tendono a essere molto esigenti versoi fornitori e a generare, anche nei confronti dei clienti,effetti di imitazione molto positivi per la competitività. Inquesto senso si può quindi affermare che le impresemultinazionali sono un elemento di dinamismo per tut-to il tessuto industriale italiano.

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SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA E PROCEDURALE

Oramai solo il 2% degli investimenti internazionali è diret-to verso il nostro Paese. I fattori che hanno determinatoquesta situazione sono sicuramente molteplici ma fra que-sti un ruolo predominante spetta sicuramente al bassogrado di efficienza della nostra Pubblica Amministrazione.Lentezza esasperante dei procedimenti amministrativi,mancanza di autorevolezza degli enti decisori, sovrap-posizione di competenze e norme comunitarie recepitein modo nettamente più stringente rispetto alla media deiPaesi UE, continuano a essere, ad 11 anni dalla leggeBassanini, il motivo principale di sfiducia degli operatorieconomici nazionali e internazionali nei confronti del legi-slatore nazionale e della Pubblica Amministrazione.La situazione non è certo migliorata a seguito della rifor-ma del Titolo V della Costituzione, la quale, preveden-do una nuova ripartizione delle competenze legislativetra Stato e Regioni, ha determinato una frammentazio-ne di competenze che disorienta sempre più le impresee i cittadini. Il Tavolo di coordinamento tecnico istituito presso ilDipartimento per gli Affari Regionali, così come l’Accordodel 2007 Stato-Regioni-Autonomie locali in merito allasemplificazione e alla qualità della regolazione, tentanofaticosamente di ricondurre “ad unum” la dispersione ope-rata dalla riforma.

La necessità di semplificazione normativa e proceduralee di riduzione degli oneri amministrativi si è fatta largoanche in ambito comunitario. La Commissione Europeaha infatti presentato un Programma d'azione (“Better regu-lation”) per ridurre gli oneri amministrativi imputabili allalegislazione UE del 25% entro il 2012. Obiettivo che, unavolta raggiunto, comporterebbe secondo le stime dellaCommissione un aumento dell’1.5% del PIL europeo,generando nel tempo più investimenti e posti di lavoroper complessivi 150 miliardi di Euro.

Il Programma d’azione comunitario è stato recepitodall’Italia con il Piano di azione 2007 per la semplificazio-ne e la qualità della regolazione, improntato ad una logi-ca di risultato che consideri non semplicemente il nume-ro delle norme adottate o soppresse, bensì l’effettiva ridu-zione degli oneri e dei tempi burocratici per cittadini eimprese.È ovvio che in tale quadro un effettivo ammodernamen-to del Paese non può più prescindere da una forte azio-ne di Governo ripartita su tre aree: semplificazione nor-mativa, semplificazione procedurale, coordinamento Stato-Regioni-Autonomie locali.Nella prima area di intervento, il cui obiettivo dovrebbeessere quello di perseguire la semplicità, l’efficacia el’omogeneità dei contenuti normativi con gli altri Paesimembri, il divario dell’Italia nei confronti dell’Unione èallarmante: con sistematicità sconcertante le direttivecomunitarie vengono recepite con inseverimenti che,nella maggior parte dei casi, sono assolutamente ingiu-stificati. Paradossalmente la maggior severità del legi-slatore nazionale è preceduta dal frequente disinteres-se dello stesso per il processo di formazione della nor-mativa comunitaria, disertando troppo spesso le riunio-ni tecniche che contribuiscono alla definizione delle pro-poste europee.Per quanto concerne la seconda area di intervento, e cioèla semplificazione delle procedure, sebbene qualche timi-do passo sia stato fatto, il cammino verso la “normalità”(perché nulla di più è quel che serve) è ancora lungo. Eallora ben vengano le leggi di semplificazione annuale ele altre iniziative legislative (anche comunitarie) volte adintrodurre una semplificazione “effettivamente percepita”e non semplicemente “annunciata”. Una semplificazioneche non solo snellisca i procedimenti ma li renda anchemeno costosi, annullando progressivamente il divario checi separa da Paesi “normali” (avviare un’attività in Italiacosta 20 volte di più che negli Stati Uniti ed 11 volte inpiù che in Francia!).Per la terza area, e cioè il necessario coordinamento Stato-

Ambiente, sicurezzae qualità delle normative

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Regioni-Autonomie locali, è ovvio che qualsiasi politica disemplificazione non possa essere condotta esclusiva-mente a livello statale, ma debba essere affrontata nel-l’ambito di una visione unitaria e il più possibile omoge-nea per tutti i normatori dell’ordinamento giuridico: perl’appunto Stato, Regioni e Autonomie locali.

Ma quel che a nostro avviso più conta è qualche cosache, purtroppo, le norme da sole non possono darci.Sarebbe, infatti, necessario passare da una gestioneburocratica dell’amministrazione a una gestione strate-gica, il cui baricentro sia sempre più quello di un diri-gente amministrativo che, nell’ambito della sua discre-zionalità decisionale, sia capace di ragionare per obiet-tivi e di raggiungerli. Anche in questa direzione qualchepasso è stato fatto ma è dipeso più dalla buona volon-tà di singoli amministratori che da un’azione concretadi Governo.Sarebbe un cambiamento radicale ma perché possaeffettivamente realizzarsi richiede interventi impopolari,come quelli coraggiosamente ipotizzati dal Formez (ilCentro Formazione e Studi della Presidenza del Consigliodei Ministri) che ritiene necessaria per un vero rinnova-mento della Pubblica Amministrazione: “…la fuoriuscitadi un terzo del personale e la sua sostituzione con unpersonale orientato a lavorare, giovane, volitivo, che vuo-le cambiare l’amministrazione perché è un beneficio pertutti. Purtroppo con le risorse che ci sono si può fareben poco. Il nostro rendimento amministrativo è moltobasso, si può accelerare con programmi, progetti, ini-ziative che rivitalizzino alcuni comparti, ma il personaleè invecchiato, si è stancato, è disorientato. Inoltre, i pro-cessi si sono decomposti, c’è una cattiva distribuzionedella spesa e delle risorse, non c’è un orientamento allaresponsabilità, la cultura è disgregata e per rinnovarla civuole una forte vocazione, grandi energie e forte pro-gettualità politica”. Non sono certo parole incoraggian-ti, tuttavia dipingono con realismo la situazione che èsotto gli occhi di tutti.

La forte progettualità politica necessaria per poter effet-tivamente cambiare è tuttavia di tale portata che il suopeso non può essere sopportato da una singola mag-gioranza di Governo. Tantomeno la durata delle politi-che pubbliche necessarie per attuarla può essere limi-tata allo svolgersi di una sola legislatura. Solo un’ampiacondivisione del problema (e degli interventi necessariper risolverlo) da parte di tutte le forze politiche e socia-li può far sì che questo diventi il leit motiv delle politichedi Governo per i prossimi decenni.

L’EVOLUZIONE DELLA LEGISLAZIONE HSE

AmbienteNel 2007 è continuato il lungo e complesso processo direvisione del cosiddetto Codice Ambientale (D.Lgs152/2006), iniziato nel giugno 2006. Tale provvedimen-to, che si poneva l’obiettivo di costituire l’unico stru-mento normativo in materia ambientale riunendo, inte-grando e modificando la complessa e corposa norma-tiva nazionale previgente, è stato infatti sottoposto perdue lunghi anni ad analisi, approfondimenti e numerosiprogetti di modifica.Nonostante il proposito – dichiarato – del Ministerodell’Ambiente fosse quello di riscrivere e riorganizzarecompletamente il testo normativo, allo scadere della dele-ga al Governo per la revisione del Codice Ambientale(Aprile 2008) solo due dei decreti correttivi proposti sonoarrivati alla pubblicazione in gazzetta; sono state dunquemodificate solo quattro delle sei Parti del D.Lgs 152/2006,dedicate a valutazione d’impatto ambientale, valutazioneambientale strategica, IPPC, tutela delle acque, gestionedei rifiuti e bonifiche; la disciplina su danno ambientale edemissioni, invece, è rimasta invariata.A ciò si aggiunge che nel 2006 sono stati dichiarati inef-ficaci 17 dei 19 decreti attuativi del Codice Ambientale eche da allora il Governo non ha più provveduto all’ema-nazione dei numerosi decreti ministeriali necessari allaconcreta e completa attuazione delle disposizioni conte-nute nel D.Lgs 152/2006.

Dal 2006 all’aprile 2008, dunque, il quadro normativonazionale in materia ambientale è stato caratterizzato dauna notevole instabilità. Considerato che il rispetto delledisposizioni in materia di Ambiente, Salute e Sicurezza èalla base della quotidiana operatività di ogni stabilimentoproduttivo chimico e che l’incertezza normativa è un gra-ve ostacolo per l’attività delle imprese poiché impediscedi programmare gli interventi da attuare, rallenta l’otteni-mento di permessi e autorizzazioni ed espone a continuecontestazioni, l’auspicio è che il presente Governo si impe-gni per bloccare questa situazione, garantendo maggio-re stabilità al mondo produttivo.

Fattore fondamentale per l’Italia è anche l’allineamento el’armonizzazione rispetto alla legislazione della ComunitàEuropea, anch’essa in fase di continua evoluzione dal2006 ad oggi. Mentre ha già visto la sua pubblicazione laDirettiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sot-terranee dall’inquinamento e dal deterioramento, altri treimportanti provvedimenti sono in itinere: la proposta di

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Direttiva relativa a standard di qualità ambientale delleacque superficiali, la proposta di nuova Direttiva Quadrosui rifiuti e la proposta di nuova Direttiva in materia di IPPC.Altro provvedimento di particolare interesse per l’industriachimica è la proposta di Direttiva Quadro per la protezio-ne del suolo, avanzata dalla Commissione Europea, cheinclude un capitolo dedicato alla bonifica dei siti conta-minati. Tale testo si trova attualmente in una fase di stal-lo, in quanto il Consiglio Europeo ne ha bloccato l’iter diapprovazione; la Commissione ha comunque manifesta-to la volontà di riprenderne i contenuti e di portarne avan-ti l’approvazione.

L’applicazione della Direttiva IPPCL’anno 2007 non ha fatto registrare un bilancio positivoper l’applicazione della Direttiva IPPC in Italia. Fin dallasua emanazione nel 1996, la Direttiva (96/61/CE) avevastabilito la scadenza dell’ottobre 2007 per il completa-mento del processo di autorizzazione integrata ambien-tale, che innova, per gli impianti industriali interessati, ilregime delle autorizzazioni all’esercizio. A tale scadenzasi è arrivati in Italia in una situazione in cui il processo nonera stato completato, sia pure con situazioni differenzia-te nelle varie regioni. A fine ottobre 2007 è stato emana-to un decreto di proroga di sei mesi dei tempi previsti peril completamento delle attività istruttorie e la concessio-ne dell’autorizzazione IPPC (autorizzazione integrataambientale), non sufficiente a superare il problema, datala complessità degli aspetti organizzativi richiesti.

La categoria di impianti con le maggiori criticità è quel-la degli impianti di competenza nazionale, cioè quelli per i quali l’Autorità Competente, responsabile per l’autorizzazione integrata ambientale, è il Ministerodell’Ambiente. Un Decreto del 19 aprile 2006 ha stabi-lito i “calendari” per la richiesta di autorizzazione da par-te degli impianti di competenza nazionale; per l’industriachimica la scadenza, rispettata, era il marzo 2007, manel corso dell’anno non ci sono state significative attivi-tà di istruttoria, data la mancanza di operatività della pre-vista Commissione ministeriale. La carenza di operativi-tà si è riflessa anche nella mancata pubblicazione di alcu-ne “Linee Guida Nazionali per l’individuazione e appli-cazione delle Migliori Tecniche Disponibili”, che pure era-no state completate in “Gruppi Tecnici Ristretti” coordi-nati dai Ministeri e con la partecipazione dell’industria:tra i documenti completati con la collaborazione diFederchimica, e non pubblicati, ricordiamo quelli riguar-danti le olefine, i cloro-alcali e il trattamento delle emis-sioni gassose e gli scarichi idrici.

I contenuti del Codice Ambientale in materia di IPPC era-no tali da influenzare solo in maniera marginale gli aspet-ti operativi; qui citiamo un aspetto positivo, consistentenella previsione di integrazione delle procedure di VIA eIPPC (nei casi soggetti ad entrambe le procedure), e unodiscutibile, come la mancanza di una chiara previsione didistinzione dei provvedimenti conclusivi, data la loro diver-sa natura.La situazione dell’applicazione della Direttiva IPPC potràprodurre significativi problemi nei confronti della Commis-sione Europea, comunque insoddisfatta dello stato diapplicazione della Direttiva in Europa, sia pure sulla basedi elementi non aggiornati, e in vista della troppo recen-te finalizzazione di molti dei documenti di riferimento (BREF)sulle BAT (Best Available Techniques). Tale insoddisfazio-ne si è tradotta, a fine 2007, in una proposta di revisionedella Direttiva IPPC, che contiene molte criticità, poten-zialmente in grado di influire negativamente sul principiodi flessibilità, che è un principio ispiratore della Direttivadel 1996, da valutare positivamente, e che merita di esse-re preservato.Infine, tra le attività di definizione a Siviglia (pressol'European IPPC Bureau) dei documenti BREF, ricordia-mo la positiva conclusione di quelle relative al BREF inmerito a “Energy Efficiency”, che può costituire un utileriferimento per migliorare la gestione degli aspetti ener-getici nelle attività industriali.

Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoroRispondendo ai ripetuti appelli ed inviti del Capo delloStato ad intervenire in materia di salute e sicurezza neiluoghi di lavoro, il Parlamento ha adottato la Legge 3 ago-sto 2007, n. 123, con la quale delega il Governo ad ema-nare appositi provvedimenti per riorganizzare una disci-plina articolata, stratificata nel tempo e resa complessadal recepimento di numerose norme comunitarie, proce-dendo al contempo all’introduzione di “necessari aggior-namenti” e al “superamento di lacune significative”.La Legge 123/2003, oltre a dettare i criteri di delega,ha introdotto varie disposizioni di immediata applica-zione, tra le quali spiccano le novità in materia di appal-ti (tessera di riconoscimento dei lavoratori, elaborazio-ne del Documento Unico di Valutazione dei Rischi daInterferenza, costi relativi alla sicurezza) e l’estensionedelle sanzioni previste dal D.Lgs 231/2001, relativo alladisciplina della responsabilità amministrativa delle per-sone giuridiche, delle società e delle associazioni, ai casidi omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime a segui-to della violazione di norme antinfortunistiche e sullatutela dell’igiene e della salute sul lavoro. Disposizioni

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di questo tipo sono state riprese, ampliate e rafforzatenello schema di decreto legislativo messo a punto inbase ai criteri di delega della Legge 123/2001.Le preoccupazioni non mancano: lo schema di prov-vedimento – che si configura come la “nuova 626” –persegue il giusto e condiviso obiettivo di garantire sod-disfacenti livelli di tutela dei lavoratori ma, anziché valo-rizzare i comportamenti virtuosi e l’impegno delle impre-se, sembra prediligere il mero rispetto di nuove normeprescrittive, in aggiunta all’enorme appesantimento orga-nizzativo connesso alla corretta implementazione diquanto previsto dal D.Lgs 231/2001. Soprattutto que-st’ultimo aspetto rappresenterà un notevole sforzo, inparticolare in termini organizzativi, procedurale e docu-mentali, per le PMI.

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SOSTENIBILITÀ E OPPORTUNITÀ

L’interesse verso le tematiche dello Sviluppo Sostenibileè sempre più visibile nei comportamenti della collettivitànel suo complesso e in particolare nelle azioni dei deci-sori pubblici sia a livello europeo sia a livello nazionale elocale.A solo titolo di esempio ricordiamo la Strategia di SviluppoSostenibile dell’Unione Europea (EU SDS) del 2006 cheindividua la Produzione e il Consumo Sostenibile (SCP)tra le priorità strategiche. In seguito a questa strategia laCommissione Europea presenterà nel corso del 2008 unPiano d’Azione per la Produzione e il Consumo Sostenibilecon l’obiettivo di delineare gli interventi necessari ad inci-dere sugli attuali modelli di produzione e consumo. A livel-lo nazionale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare ha incominciato a lavorare attiva-mente su questa tematica.I principali obiettivi ambientali della SCP sono i seguenti.� Ridurre l’uso dell’energia, specie quella proveniente da

fonti fossili, promuovere il ricorso alle fonti rinnovabili econseguentemente favorire la riduzione delle emissio-ni di gas climalteranti. La strategia rafforzerà gli impe-gni dell’Italia a favore del conseguimento degli obietti-vi fissati dall’Unione Europea, in particolare: riduzionedi almeno il 20% dei gas serra rispetto ai livelli del 1990entro il 2020 e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30%in caso di conclusione di un accordo internazionale;ricorrere a fonti di energia rinnovabili almeno per unaquota pari al 20% della domanda di energia entro il2020 e una quota minima del 10% di biocarburanti;incremento dell’efficienza energetica di almeno il 20%.

� Ridurre l’uso delle risorse naturali non rinnovabili (es.acqua e fonti fossili).

� Ridurre la produzione di rifiuti e la loro pericolosità.� Ridurre l’uso delle sostanze pericolose.

L’industria chimica è da sempre fortemente impegnatanel garantire elevati standard nelle aree di Sicurezza,

Chimica e sviluppo sostenibile4

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Emissioni in acqua delle imprese aderentia Responsible Care® negli ultimi 17 anni

Fonte: Federchimica - Responsible Care®

(anno 2006, indice 1989 = 100)

Emissioni in aria delle imprese aderentia Responsible Care® negli ultimi 17 anni

Fonte: Federchimica - Responsible Care®

(anno 2006, indice 1989 = 100)

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Salute e Ambiente attraverso il Programma ResponsibleCare®, iniziativa mondiale volontaria nata nel 1985 inCanada e presente in Italia da quasi 20 anni. Essa è unatestimonianza concreta di come il settore chimico siastato uno dei primi a comprendere l’importanza di ave-re un’attività produttiva in grado di minimizzare il pro-prio impatto sull’uomo e sull’ambiente.I dati delle 177 imprese aderenti a Responsible Care®,che possono essere considerati un campione rappre-sentativo dell’industria chimica in Italia, rappresentan-done circa il 60% del fatturato e il 50% dei dipendenti,dimostrano che la riduzione delle emissioni di proces-so è stata continua e costante nel tempo.I valori di riduzione delle emissioni di processo in acquadal 1989 al 2006 vanno dal 16.3% dei Metalli pesantial 73.5% dei Solidi sospesi, mentre le emissioni di CODe di Azoto si sono ridotte rispettivamente del 69.5% edel 58.2%. Le emissioni in atmosfera mostrano per-centuali di abbattimento ancora più confortanti e tutteal di sopra dell’80%.

Particolarmente interessanti sono i dati APAT relativi alleemissioni di gas serra principalmente per l’industria chi-mica CO2 (Anidride Carbonica), N2O (Protossido diAzoto) e HFC (Idrofluorocarburi). Inseriti nel contestoitaliano – nel quale le emissioni di gas serra nel 2005,rispetto al 1990, non solo non si sono ridotte ma sono

addirittura aumentate del 12.1% – la performance del-l’industria chimica, che mostra una riduzione del 28.2%,appare estremamente positiva.

Pur tenendo in considerazione che una parte delle ridu-zioni di gas serra e di CO2 dell’industria chimica è unfenomeno dovuto allo scorporo di alcune centrali perla produzione di energia dal settore chimico a quellodell’energia (ma una parte altrettanto consistente è frut-to del passaggio di alcune centrali termiche da oliocombustibile a metano, nonché da una sempre mag-giore efficienza energetica), questo risultato rimanecomunque importante soprattutto se confrontato conle performance di altri settori. Il settore dei trasporti haaumentato le emissioni di gas serra di 27.5 MtCO2 eq.Negli usi civili le emissioni di gas serra sono cresciutedi 17.0 MtCO2 eq.Con riferimento alla produzione sostenibile, quindi, sipuò sicuramente dire che l’industria chimica abbiacominciato ad andare nella giusta direzione fin dal 1992e grazie ad un costante sviluppo di processi e tecno-logie produttive sempre maggiormente eco-compati-bili, ha ridotto in maniera consistente i propri impattisull’ambiente. Si pensi solamente ai miglioramenti nel-l’area delle tecniche di abbattimento degli inquinantiatmosferici, delle tecnologie di trattamento dei refluioppure ai sensibili progressi nel campo dell’efficienza

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Emissioni di gas serra in Italia (1990-2005)

Fonte: Apat

(*) Rifiuti, emissioni fuggitive da combustibili, solventi e altro

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energetica (ossia riduzione dei consumi di energia aparità di produzione).

Ma il fatto che ci deve far riflettere è che l’industria chi-mica, attraverso i suoi prodotti, supporta i consumato-ri e le altre industrie nella riduzione dei consumi energe-tici e di conseguenza nel calo delle emissioni di gas ser-ra. Molti prodotti chimici permettono ai consumatori diridurre gli effetti negativi del loro stile di vita sull’ambiente.I settori degli usi civili (ad esempio riscaldamento e raf-freddamento delle abitazioni) e dei trasporti sono duedei maggiori responsabili delle emissioni di gas serra.L’industria chimica è in grado di offrire tecnologie chepermettono di garantire una qualità della vita semprepiù elevata e sostenibile. Si pensi a solo titolo di esem-pio ai materiali isolanti utilizzati in edilizia, ai diodi emet-titori di luce (OLED), ai componenti chimici contenuti neipannelli fotovoltaici, ai materiali sintetici utilizzati nei vei-coli di trasporto ecc. L’elenco potrebbe continuare.

Non solo mostra attenzione all’ambiente, l’industria chi-mica dimostra una particolare attenzione a garantire la

sicurezza dei propri dipendenti all’interno dei luoghi dilavoro: l’indice di frequenza degli infortuni (ossia il nume-ro di infortuni per milione di ore lavorate), elaborato dadati INAIL per tutti i settori economici, dimostra come iluoghi di lavoro dell’industria chimica siano tra i più sicu-ri registrando una performance di 10.1 infortuni per milio-ni di ore lavorate mentre la media dell’industria mani-fatturiera si attesta a 22.6.

Per ottenere questi risultati le imprese chimiche ade-renti a Responsible Care® hanno impiegato ingenti risor-se finanziarie e professionali: si stima che esse abbia-no investito complessivamente 895 milioni di Euro nel2006 per garantire standard sempre più alti di Sicurezza,Salute e Ambiente. Le spese per Sicurezza, Salute eAmbiente sono in costante aumento in valore assolu-to negli ultimi anni e rappresentano mediamente il 3.0%del fatturato complessivamente generato.Attraverso queste risorse economiche, l’industria chi-mica ha finanziato investimenti in nuovi impianti e mac-chinari (investimenti HSE) in grado di migliorare il pro-prio ciclo produttivo, ha sviluppato sistemi di gestione

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Infortuni sul lavoro: confronto tra settori economici(*) nel periodo 2004-2006

Fonte: Federchimica - Responsible Care®; elaborazione su dati Inail

(*) Media aritmetica del triennio

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formalizzati (che in molti casi hanno ottenuto la certifi-cazione) oltre a garantire elevati standard di perfor-mance (costi operativi HSE). Inoltre circa 150 milioni diEuro sono stati destinati a bonifica dei suoli e delleacque di falda e testimoniano l’approccio responsabi-

le dell’industria nel voler sanare eventuali inquinamen-ti pregressi.

A supporto di quanto sopra affermato si può osserva-re il grafico che mostra l’aumento delle certificazioniISO 14001 nelle unità operative produttive e/o logisti-che dell’industria chimica: negli ultimi 4 anni esse sonopassate da 204 a 345. È possibile anche osservarecome il recente standard OHSAS 18001 si stia diffon-dendo molto velocemente: 43 imprese hanno ottenu-to questa certificazione.

In un contesto sempre più fortemente caratterizzato dauna domanda di sostenibilità delle attività economiche,proveniente da tutti i principali soggetti portatori d’inte-resse della collettività (Autorità pubbliche, clienti, con-sumatori, opinion leader e cittadini), l’industria chimicaha dimostrato negli anni il proprio contributo allo svilup-po sostenibile. Ciò è stato possibile, grazi ad un approc-cio che non si è accontentato del rispetto dei limiti dilegge ma è andato oltre con l’obiettivo dichiarato dirispondere alle esigenze delle generazioni presenti sen-za compromettere la capacità di quelle future di soddi-sfare le proprie. Questo approccio è stato perseguitoattraverso una gestione attenta e meticolosa delle pro-cedure interne e attraverso l’innovazione, lo sviluppo dinuovi prodotti e di nuove tecnologie di processo.

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Imprese aderenti a Responsible Care®: evoluzione e struttura delle spese in HSE(*)

Fonte: Federchimica - Responsible Care®

(*) Spese HSE = Investimenti HSE (I) + Costi Operativi HSE (CO)

Unità produttive e/o logistiche certificateISO 14001 e OHSAS 18001

nell’industria chimica e nelle imprese RC

Fonte: Federchimica - Responsible Care®; Sincert

(*) Mancano i dati relativi alle Imprese aderenti a Responsible Care®

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L’AVVIO DEL REGOLAMENTO REACH: LA SFIDA DELLE IMPRESE PER IL PROSSIMO DECENNIO

Il Regolamento concernente la Registrazione, laValutazione e l’Autorizzazione delle sostanze chimiche,meglio noto con l’acronimo REACH (Registration,Evaluation and Authorisation of Chemicals), è giunto allasua prima vera fase operativa, cioè alla pre-registrazione.Le imprese che intendono garantirsi la continuità delle loroattività con le sostanze chimiche soggette alla registra-zione dovranno effettuare la pre-registrazione nel perio-do 1 Giugno - 1 Dicembre 2008.

Le criticità emerseMentre ci stiamo avviando verso la pre-registrazione, mol-ti aspetti importanti devono essere ancora risolti dallaCommissione Europea e dall’Agenzia ECHA (EuropeanChemicals Agency). Si sta ancora lavorando ad alcunicosiddetti “REACH Implementation Projects” (RIPs), percompletare le Linee Guida e i Sistemi Informatici per leimprese e le Autorità nell’implementazione del REACH.

L’Agenzia di Helsinki è tuttora nella fase di costruzionedell’organico previsto di circa 400 addetti per garantire lapiena funzionalità a partire dal 1 Giugno 2008. Sono emer-se grosse difficoltà nel trovare personale provenientedall’Italia e da altri Paesi dell’area mediterranea.

Il sistema REACH IT, la piattaforma informatica dell’ECHAper la gestione del REACH, è operativa soltanto in manie-ra parziale. Esiste il rischio per le imprese di incontrare dif-ficoltà all’atto della pre-registrazione.

Un punto molto critico per l’industria sta nel fatto che laCommissione non ha ad oggi confermato o meglio rila-sciato gli Allegati IV (l’elenco delle sostanze esentate dalREACH) e V (l’elenco dei criteri per l’esenzione dalREACH). L’industria ha compiuto un grosso sforzo perpresentare in tempi molto ristretti le domande e i dossierper l’inclusione in Allegato IV. Più di 290 dossier sono sta-ti presentati, ma la Commissione, in collaborazione conuna società di consulenza (DHI), in pratica sta respingendoin gran parte tali domande nonostante le sostanze rien-trino spesso nella stessa famiglia chimica di sostanze pre-senti nell’Allegato IV già esistente. Anzi, la Commissioneha messo in discussione anche l’elenco delle sostanzegià incluse nell’Allegato IV. Questa incertezza e il modo di procedere da parte della

Commissione hanno creato molta tensione a tutti livellicompreso quello delle Autorità nazionali competenti peril REACH. Da tempo Federchimica e il Cefic stanno dia-logando con le varie Direzioni della Commissione Europea,oltre ad essere in stretto e continuo contatto con le Auto-rità nazionali che partecipano ai Working Groups con laCommissione.

Avvicinandosi la scadenza per la pre-registrazione, seentro inizio settembre di quest’anno non arriveranno posi-zioni precise dalla Commissione su questi allegati,Federchimica sarà costretta a consigliare a tutte le impre-se di effettuare la pre-registrazione anche per le sostan-ze potenzialmente esentate. Il REACH prevede la figura del Rappresentante Unico (OR)per la registrazione di sostanze per conto dei produttoriextra-UE. Fino a poco tempo fa risultava che tale figurapotesse coprire con una sola registrazione un numeromultiplo di produttori della stessa sostanza. Questo inve-ce non sarà possibile. La Commissione ha deciso sol-tanto pochi giorni fa, che tutte le fonti di un'identica sostan-za, e quindi anche quelli di importazione, dovranno ave-re una registrazione singola. La decisione si è basata sulprincipio del pari trattamento con i produttori europei.Siamo in attesa di una linea guida precisa dalla Commis-sione su questo argomento.

Nello scorso Aprile è stato pubblicato il Regolamento perle tariffe e oneri pagabili all’ECHA. Si tratta del principalestrumento di finanziamento per l’Agenzia. Il Regolamentopurtroppo non incentiva molto la presentazione congiun-ta delle registrazioni in quanto prevede soltanto una ridu-zione del 25% rispetto alla registrazione individuale. Tuttaviasi tiene conto delle esigenze delle PMI con riduzioni chevanno dal 30% per le medie al 70% per le piccole.

Previsioni per le pre-registrazioniIl numero complessivo delle sostanze soggette alla regi-strazione è di circa 30000 su un totale di circa 100000.Le stime sul numero di pre-registrazione vanno da circa180000 (stima dell’ECHA) a ben oltre 300000 secondoaltri attori coinvolti. L’Agenzia invita alla prudenza e al rea-lismo, mentre molte aziende, in buona parte a causa del-le incertezze e della necessità di garantirsi multisupplysources, effettueranno pre-registrazioni per cautela.

Federchimica stima il numero di pre-registrazioni da parte di società con sede legale in Italia in circa 15000 -20000. Questo numero include anche le sostanze impor-tate da parte dei formulatori. Attualmente è difficile

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arrivare a valutare il numero preciso delle registrazioni veree proprie, ma riteniamo che potranno raggiungere i 3000- 4000 casi considerando anche i formulatori già citati.Gran parte di queste rientreranno nel secondo e terzogruppo essendo in tonnellaggi inferiori alle 1000 tonnel-late annue.

Attività di supporto di FederchimicaSotto il coordinamento del Comitato Sicurezza Prodotti,Federchimica ha già organizzato molti seminari e work-shop sui vari capitoli del REACH. Altre iniziative segui-ranno nell’arco del 2008. Federchimica assiste anche lealtre associazioni per sensibilizzare e preparare le impre-se utilizzatrici di sostanze chimiche. Su specifica richie-sta del Ministero per lo Sviluppo Economico, dà un impor-tante contributo in una serie di incontri con particolareattenzione alle aziende cosiddette “utilizzatrici del Centro-Sud” fino a fine Giugno 2008. Si deve constatare che laconoscenza e le implicazioni operative del regolamentoREACH nella supply chain non hanno ancora raggiuntoun livello adeguato. Si prevede pertanto un’estensionedelle iniziative già citate, oltre ad attività in collaborazionecon il sistema Confindustriale, anche nella seconda metàdel 2008.

Federchimica continua a lavorare sulle linee guida percapitoli specifici del REACH ad esempio, per citarne alcu-ni recenti, sull’identificazione delle sostanze e sulla guidaalla pre-registrazione, quali strumenti di informazione e disupporto ai membri dell’Associazione.

Il “Centro Reach S.r.l.”L’offerta di servizi del “Centro Reach” si articola su:� corsi di formazione che stanno avendo successo;� attività del tipo field, cioè di assistenza e consulenza

presso le aziende;� consulenze di tipo legale per la formazione di pre-

consorzi e consorzi;� assistenza di società che partecipano a consorzi

europei.

Si sta creando una rete di esperti per le varie attività delCentro Reach: la consulenza, la preparazione e la reda-zione dei dossier sulle sostanze chimiche, il coordina-mento delle strutture idonee ad effettuare i test sullesostanze e la gestione dei Consorzi di Registrazione. Il Centro Reach ha effettuato anche una verifica per iden-tificare i laboratori nazionali in grado di supportare le atti-vità per le registrazioni. Inoltre si potrà avvalere anche dieventuali collaborazioni e competenze di società europee

di primissimo livello nel campo di laboratori, tossicologiee risk assessments.

Il Centro Reach ha sviluppato anche una cooperazionecon il Reach Centrum (struttura legata al Cefic). Questoper dare il supporto necessario e qualificato all’industriachimica e ai settori a valle nell’implementazione del REACHe nell’ottenimento delle registrazioni ai costi complessivipiù contenuti possibili.

REACH LINK - SOCIETÀ SIEF SERVICE

Costituita il 14 gennaio 2008, ha quali azionisti Cefic,Federchimica e le Federazioni chimiche tedesca, inglese,francese e spagnola.Si tratta di un investimento molto importante per tutta l’in-dustria chimica europea. Lo scopo è quello di creare unapiattaforma informatica che consenta in maniera più uni-forme possibile il dialogo tra tutti i potenziali attori in ambi-to SIEF (Substance Information Exchange Forum).Questa iniziativa, strategica per aiutare le aziende, si è resa necessaria a causa della totale assenza di volon-tà d’iniziativa da parte delle Commissione Europea edell’ECHA in questo campo.Reach Link SA si è fatta carico dello sviluppo del proget-to, e quindi del suo finanziamento, e sarà proprietaria eresponsabile della futura gestione in collaborazione conil service provider IBM. La fase di testing inizierà nelle pros-sime settimane e Federchimica sarà direttamente coin-volta grazie alla presenza diretta nel user-committee.

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Le politiche energetiche e climatiche sono considerateprioritarie, da qualche tempo, nell’attuale agenda europea.Il Consiglio Europeo di marzo 2007 ha fissato l’obiettivodi una quota del 20% di energie rinnovabili nel totale deiconsumi energetici dell'UE entro il 2020 e una quota del10% per i biocarburanti sul totale dei carburanti per il tra-sporto, oltre all’obiettivo di riduzione del 20% entro il 2020delle emissioni di gas serra.Nel settembre 2007 la Commissione ha emesso unsecondo “pacchetto” di misure, riguardanti interventi suimercati dell’energia elettrica e del gas, mentre a gen-naio 2008 sono seguiti interventi (terzo “pacchetto”) sul-lo schema europeo di Emissions Trading oltre il 2012,una proposta di direttiva sulle fonti rinnovabili, misureper la dimostrazione di generazione sostenibile di ener-gia da fonti fossili (con cattura e stoccaggio di CO2), oltrea linee guida riguardanti gli aiuti di stato per la protezio-ne ambientale.

Rispetto agli altri settori, l’industria chimica ha insiemeun’elevata intensità energetica ed è esposta alla con-correnza internazionale, data la rilevanza dei flussi diimportazioni ed esportazioni. Ciò fa dell’energia un fat-tore rilevante della gestione, soprattutto quando incidesui costi di produzione per decine di punti percentuali.L’industria chimica è dunque particolarmente interessa-ta alle misure indicate, in relazione al loro possibile impat-to sui costi dell’energia, di cui essa è rilevante consu-matrice (in Italia seconda solo all’industria siderurgica);inoltre l’industria chimica può svolgere un ruolo di primopiano nelle azioni di contrasto al cambiamento climati-co, per la sua capacità di fornire soluzioni in tutti i set-tori industriali e della società civile.

La Commissione Europea intende esercitare un ruolo dileadership mondiale nella transizione verso un’econo-mia a bassa intensità di carbonio, a cui si dovrebbe arri-vare attraverso un accordo globale. Mentre si condivi-de l’obiettivo, si esprimono preoccupazioni sui possibi-

li effetti della politica europea nel periodo di transizioneche precede l’auspicato (ma quanto realistico?) accor-do internazionale.

Si ricorda che le decisioni di “policy making” in discus-sione riguardano problematiche molto complesse, sul-le quali si sono già verificati elementi che limitano la fidu-cia nell’“infallibilità” dell’impostazione europea. Si cita-no tre esempi:� l’intervenuto riconoscimento di problematiche esisten-

ti nello schema europeo di Emissions Trading, prece-dentemente considerato dalla Commissione come unesempio per il mondo;

� le indicazioni di invito alla prudenza sugli effetti dellepolitiche in tema di energie rinnovabili e in particola-re dei biocarburanti, per l’interazione con tematicheanche etiche (ad esempio la concorrenza con il set-tore alimentare e l’influenza sulla gestione delle risor-se idriche);

� la dichiarazione del Vice Presidente della CommissioneVerheugen (a margine della Conferenza di conclusio-ne dell’High Level Group on Competitiveness, Energyand the Environment, sui rischi di esportazione di inqui-namento e importazione di disoccupazione).

La proposta di revisione dello schema europeo diEmissions Trading, per il periodo 2012-2020, costituisceuna parte importante della politica climatica proposta dal-la Commissione. Di seguito si riportano i punti di critica.� La principale criticità della politica climatica europea,

in contrasto con il riferimento alla strategia di Lisbona,è l’incentivo implicito nello schema di EmissionsTrading come strumento di riduzione delle emissioni(di gas serra) alla riduzione del livello produttivo, oltreche al miglioramento di efficienza. A causa del mancato legame delle emissioni con il livello produt-tivo, una riduzione di quest’ultimo fornisce gli stessibenefici, in termini di crediti di emissioni, di un miglio-ramento di efficienza. La soluzione al problema è

Chimica ed energia5

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l’assegnazione gratuita di quote basata su criteri diperformance.

� I pericoli di delocalizzazione dell’industria non sono rife-riti (solo) a destinazioni lontane (le “classiche” Cina eIndia), ma anche semplicemente appena fuori dei con-fini della Comunità (es. Croazia).

� Gli obiettivi della politica climatica non sono correlatiad un’analisi del potenziale disponibile di riduzione, esembrano con esso incompatibili. Ciò porta ad unaumento del prezzo del carbonio, senza corrispondentibenefici ambientali.

� Nonostante i consuntivi di riduzione delle emissioni diorigine industriale, a fronte del mancato controllo deglialtri settori (trasporti, residenziale) gli obiettivi definiti sonoancora incomprensibilmente sbilanciati verso il settoreindustriale, che ha già conseguito importanti risultati e icui ulteriori margini sono di conseguenza esigui.

� Lo sviluppo di uno strumento di mercato come èl’Emissions Trading avviene in una situazione di insod-disfacente progresso del processo di liberalizzazione,limitando la funzionalità dello strumento; le necessariecorrezioni da apportare per tener conto delle limitazio-ni (differenti criteri di assegnazione, protezione di alcu-ni stakeholder) riducono fortemente il principale appe-al dello strumento, che dovrebbe essere la semplicità.

� Dopo aver delegato troppo agli Stati Membri nelle fasiiniziali dello schema, la proposta della Commissionecentralizza l’assegnazione delle quote, e questo è posi-tivo, ma lascia eccessiva discrezionalità agli Stati Membrisulla destinazione dei proventi delle aste. Le ingentirisorse sottratte al sistema industriale in nome di unobiettivo ambientale saranno in minima parte destina-te a scopi ambientali, non essendo previsti significati-vi vincoli specifici per gli Stati Membri: tale approccio(che ottiene il facile gradimento degli Stati Membri) èda giudicare irresponsabile e basato su un’ipotesi disfruttamento di un settore che potrebbe cessare diessere fonte di risorse (sebbene mal destinate).

� La proposta della Commissione, che sottovaluta le cri-ticità per l’industria, soprattutto in coincidenza con unasituazione di costi dell’energia alti e in crescita per altreragioni (e con all’orizzonte, per la chimica, i notevoliimpegni connessi al REACH), si dimostra inopinata-mente sensibile alle esigenze del trading finanziario del-le quote, progettando un sistema con una popolazio-ne di impianti inutilmente numerosa (i tre quarti di essicoprono appena il 5% delle emissioni controllate, secon-do i dati dell’European Environment Agency, riferiti alloschema ET nel periodo 2005-2007).

� Le caratteristiche del settore chimico rendono discuti-

bile più che per altri settori una divisione tra sottoset-tori esposti (da proteggere) e non esposti (che posso-no sopportare gli oneri della partecipazione allo sche-ma). Gli effetti sui costi dell’energia colpiranno i setto-ri downstream della chimica, anche nei casi in cui essinon siano direttamente Energy Intensive a causa delcontenuto di energia nei prodotti di partenza.

� Le nuove politiche possono penalizzare gli utilizzi di tra-sformazione chimica di biomasse, a vantaggio di usienergetici, senza variazioni apprezzabili per la nuovaenergia prodotta, ma con possibile sparizione di set-tori di trasformazione.

In conclusione i punti principali, in relazione alla propostadi revisione dello schema ET, sono i seguenti.� Lo schema ET non deve imporre un unilaterale onere

di costi sull’industria chimica europea.� Lo schema ET deve essere progettato in modo da inco-

raggiare una transizione economica di lungo termineverso un’industria manifatturiera in Europa competiti-va e a basso tenore di carbonio, al contempo evitan-do distorsioni di concorrenza.

� L’industria chimica è esposta alla concorrenza inter-nazionale, non può trasferire sui clienti i costi dello sche-ma ET, e deve perciò ricevere quote gratuite di CO2

basate su standard di prestazione (benchmark).� L’assegnazione gratuita basata su benchmark incen-

tiva i leader tecnologici e un efficiente meccanismo eco-nomico di transizione verso un’industria manifatturie-ra efficiente e a basso tenore di carbonio.

� L’estensione dello schema ET ad altri processi chimi-ci deve essere limitata ai maggiori processi corrispon-denti alla maggior parte delle emissioni dell’industriachimica. Tutti gli altri processi chimici devono rimane-re esclusi dallo schema ET. Occorre correggere la defi-nizione eccessivamente estesa di “impianti di combu-stione” per evitare l’inclusione impropria e involontariadegli altri impianti chimici.

� Gli impianti di generazione di energia elettrica per l’in-dustria chimica devono ricevere quote gratuite di CO2

basate su benchmark di prestazione. Gli impianti dicogenerazione sono altamente efficienti e l’Europa inten-de incentivare la loro crescita. Quindi occorre non appe-santire la cogenerazione con i costi delle aste delloschema ET ma occorre assegnare quote gratuite perl’elettricità e il calore per uso industriale.

� Sono necessarie misure per affrontare la crescita deiprezzi dell’energia elettrica dovuta allo schema ET, adesempio con assegnazione gratuita di quote ai pro-cessi Energy-intensive.

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� A proposito di BTA (Border Tax Adjustments) si apprez-za l’intenzione di sostenere la posizione competitivadelle industrie Energy–intensive, ma si esprimono per-plessità per possibili misure di ritorsione dei partnercommerciali dell’Europa, e anche sull’efficacia di talimisure dal punto di vista commerciale.

I messaggi� Si sostiene l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas

serra (GHG) da parte dell’industria chimica su scalaglobale, non però riducendo la produzione in Europama migliorandone l’efficienza. Per questo si chiede l’as-segnazione gratuita di quote basata su standard ambi-ziosi di efficienza (benchmarking).

� Si sostiene anche la spinta della Commissione peruna transizione verso un’economia a bassa intensitàdi carbonio, ma efficiente energeticamente e compe-titiva. Restare competitivi richiede politiche che nonimpongano oneri di costo unilaterali sull’industria euro-pea ma misure che incoraggino la crescita dei leadertecnologici.

� Alcune delle proposte vanno nella giusta direzione (rico-noscimento dei pericoli per la competitività, misure perle industrie Energy-intensive, i settori “esposti”). Tuttavia,la procedura è troppo complessa, non è sufficiente perl’industria; quest’ultima ha bisogno di un sistema chefunzioni per preservare la competitività e la base mani-fatturiera in Europa.

� L’assegnazione tramite asta equivale ad un rischio inac-cettabile per i costi ed è inaccettabile per settori coin-volti nella concorrenza globale (non possono trasferi-re i costi sui clienti). Per l’industria è necessaria la fles-sibilità, ad esempio attraverso il pieno accesso ai cre-diti JI/CDM.

� Si propone per la chimica la considerazione di 8 distin-ti processi (senza asta ma con assegnazione gratuitasecondo benchmark di prestazione) e si richiede l’esclu-sione dei piccoli emettitori.

� Il chiarimento della prospettiva per l’industria europeanon deve essere rinviato e reso dipendente dall’incer-tezza attorno ad un futuro accordo internazionale,rischio imprevedibile per l’industria europea e cattivosegnale per i partner globali.

� Si richiede una visibilità più a lungo termine (non unarevisione ogni tre anni).

� Molti elementi della revisione della Direttiva sono essen-ziali e dovrebbero essere definiti nella procedura legi-slativa, invece che con la “Comitologia” (il meccani-smo per la definizione dei dettagli “non essenziali” èpoco trasparente).

� Si richiede una chiara soluzione per le emissioni indi-rette (ad es. assegnazione di quote ai processi inte-ressati da costi “indiretti” per la CO2 attraverso i prez-zi dell’elettricità).

� Il principio dell’assegnazione a titolo gratuito potrà esse-re riconsiderato quando ci fosse un accordo interna-zionale, con equivalenti oneri e costi su tutta la produ-zione interessata nelle regioni fuori dall’Europa.

Il settore dell’industria chimica in Italia vanta una pre-stazione molto buona in termini di emissioni di gas ser-ra, come dimostrato dai dati trasmessi dall’Italia alleNazioni Unite, per la raccolta di dati dell’UNFCCC (UnitedNations Framework Convention for Climate Change),riportati in tabella.

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Emissioni di gas serra. La prestazione dell’industria chimica in Italia

Fonte: elaborazione su dati Apat, National Inventory Report

Dati in ktCO2/a

1990 2000 2005Emissioni totali 29695 22579 21333- di cui CO2 22238 14574 13492- di cui CH4 68 15 14- di cui N2O 6785 7968 7807- di cui F-gas 605 22 20

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LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

L’innovazione industriale al servizio del trasporto diven-ta un’occasione di sviluppo economico e di tutelaambientale.

Il commercio mondiale, così come si è sviluppato nelcorso degli ultimi anni, ha subìto una profonda trasfor-mazione rispetto alla sua configurazione tipica del perio-do precedente a seguito dell’intensificarsi dei processidi globalizzazione.La distanza delle sorgenti di approvvigionamento non rap-presenta più un ostacolo insormontabile dovuto ai costidel trasporto: la crescita dimensionale delle navi, unita alvantaggio derivante dall’utilizzo dei container che con-sentono un’ineguagliata efficienza del processo portualedi carico e scarico, hanno permesso una riduzione sostan-ziale dei costi di trasporto “long distance”.

La nuova Europa allargata a 27 Paesi è impegnata in unprocesso di integrazione che ha individuato nei Paesidell’Est e del Mediterraneo la direttrice su cui convoglia-re progetti di mobilità sostenibile in grado di assicurareuna posizione strategica nell’ambito dell’economia inter-nazionale, considerato lo sviluppo dei traffici marittimi tral’area del “Far East” e l’Unione Europea.I collegamenti fondamentali sono:� la mobilità transalpina;� i rapporti con i Paesi dell’Est, attraverso il corridoio 5,

non solo per agganciare i mercati dei nuovi Paesi mem-bri della UE ma per integrare, attraverso una logisticaefficiente, le nuove aree di delocalizzazione;

� i collegamenti verso i Balcani con il corridoio 8;� la mobilità verso il Mediterraneo che si alimenta con la

realizzazione delle autostrade del mare ma anche connuove infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali.

Per perseguire questi obiettivi generali occorre una con-divisione generale a livello politico e sociale sulle scelte

fondamentali da compiere, una dotazione adeguata dirisorse finanziarie, un’organizzazione della mobilità dovel’impianto legislativo, le modalità gestionali e gli Organismidi controllo operino in una logica di sistema in coerenzacon gli interessi generali del Paese.

Il settore dei trasporti, nell'era del mercato globale, hadi fatto determinato il superamento di gran parte delleteorie delle risorse e di localizzazione delle attività pro-duttive. Alla base di questa trasformazione epocale stail cambiamento fondamentale della filosofia di approc-cio al mercato che non vede più in posizione dominan-te la “produzione”, protagonista indiscussa di tutta lafiliera a valle, bensì il “consumatore” che va asseconda-to nelle sue richieste.

A questa rivoluzione copernicana si deve il grande ruoloche oggi assume la logistica orientata al “consumatore”.Questo significa capacità di “delivery”, da cui deriva lacreazione del moderno mercato dei trasporti, caratteriz-zato da due processi fondamentali: l’intermodalità, cioèquella tecnica di trasferimento della merce che si avvaledi più modalità di trasporto nella filiera produzione-con-sumo, e la logica cosiddetta “H&S” (Hub and Spoke), let-teralmente mozzo e raggio, che consente di ridurre i col-legamenti necessari per l’interscambio delle merci.La logica H&S richiede la concentrazione del traffico pri-mario su pochi punti che poi dirottano le merci verso strut-ture periferiche, da cui hanno origine le consegne finali,su brevi itinerari terrestri. Il modello H&S è stato inizial-mente adottato nel trasporto marittimo dove oggi è lar-gamente diffuso e dove gli “hub” (per il transhipment) sonoposizionati lungo le tratte servite da grandi navi oceani-che; tale soluzione risponde alla necessità di massimiz-zare il carico delle grandi navi e quindi raggiungere un’eco-nomia di scala nel trasporto.Questo modello si sta diffondendo, sia pure più lenta-mente, anche nella distribuzione terrestre dove il ruolo di“hub” è associato all’interporto di grandi dimensioni e gli

Logistica e competitività6

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“spoke” sono invece rappresentati dalle piattaforme logi-stiche di livello inferiore, incaricate di movimentare lotti dimerci quantitativamente più bassi quanto più vicine alladestinazione finale dei prodotti.

Relativamente alla ferrovia, le previsioni per il prossimodecennio fatte dalla Commissione Europea, con riferi-mento ai 27 Paesi, non sono ottimistiche. Alla stabilitàdella strada e alla crescita per il mare si contrappone uncalo per la rotaia, confinata al ruolo di modalità semprepiù destinata ai trasporti “long distance” dove, peraltro,più acute si fanno sentire le limitazioni imposte ai con-ducenti dei veicoli stradali dalla recente normativa sugliorari di guida; da qui la necessità di creare nuovi svin-coli/nodi intermodali, soprattutto in simbiosi col trasportomarittimo.

Il pericolo, per il sistema dei trasporti italiano, è la derivaverso assetti non sistemici che non permettono di sfrut-tare le sinergie e i benefici dell’integrazione tra i diversicomparti e che tendono a fare crescere il sistema in modocasuale, come sommatoria di macroesigenze localistiche,piuttosto che in modo programmato e in linea con unachiara individuazione delle priorità tra cui:� il riequilibrio modale nel trasporto merci;� il riequilibrio territoriale con il completamento della rete

stradale e ferroviaria nazionale;� il rafforzamento del sistema dei collegamenti dall’Italia

con la rete di trasporto europea, attraverso il poten-ziamento dei valichi alpini e la realizzazione dei corri-doi plurimodali;

� lo sviluppo della portualità e dei traffici marittimi peraffermare la “leadership” dell’Italia nel bacino medi-terraneo;

� la promozione delle attività economiche collegate allalogistica integrata.

È indubbio che l’Italia dovrà rispondere alle esigenze diun sistema economico e produttivo molto sviluppato conuna notevole accelerazione nei tempi di realizzazionedelle opere infrastrutturali. In questo campo la doman-da spazia dall’innovazione tecnologica di processi rea-lizzativi all’introduzione di materiali innovativi, alla pro-gettazione e al controllo delle opere e si estende allanecessità di avere una componente impiantistica sem-pre più complessa. Tale ricerca abbraccia, necessaria-mente, aspetti multidisciplinari molto estesi per rispon-dere all’esigenza di sicurezza, di economicità, di quali-tà e di durabilità delle opere e a una sempre più attentasensibilità ambientale, oltre naturalmente a comprende-

re lo studio delle fattibilità delle realizzazioni dal punto divista economico-finanziario.Per raggiungere questi obiettivi occorre una revisione legi-slativa in materia di sviluppo e riordino del traffico mercie la costituzione di un’Agenzia per la sicurezza stradale,in analogia con quanto avvenuto nei settori aereo, marit-timo e ferroviario.

Al fine di garantire livelli efficienti di sviluppo del sistemaPaese è necessario che si favorisca una più stretta inter-relazione tra il settore dei trasporti e la politica industria-le, finalizzata a incentivare lo sviluppo e la competitivitàdelle imprese italiane nei diversi comparti.È in questo senso necessario perseguire un raccordo frale scelte di politica dei trasporti e quelle dei comparti indu-striali connessi, tra cui emergente è il settore delle nuovetecnologie applicate alla logistica.

Il tema della mobilità sostenibile è centrale perConfindustria, ove viene seguito in sede di Commissione“Infrastrutture, Trasporti e Sviluppo Territoriale” ai cui lavo-ri Federchimica partecipa fornendo un contributo impor-tante derivante dalle esperienze del nostro specifico set-tore. Ciò ha consentito di promuovere linee programma-tiche, sviluppare elaborazioni specifiche e creare occa-sioni di confronto e collaborazione con il sistema indu-striale e con quello pubblico per soluzioni condivise.

IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSEE LA GESTIONE DELLE EMERGENZE

Il Comitato Logistica di Federchimica, nella sua nuova for-ma ristrutturata, è stato pensato per fornire risposte imme-diate a specifiche esigenze dell’utenza, articolandosi ingruppi di lavoro con competenze professionali mirate allevarie problematiche che costituiscono il mosaico dellalogistica.Particolarmente avvertita dal nostro settore è l’esigenzadi linee-guida, in grado di dirigere il processo decisiona-le nell’individuazione di politiche per la gestione di questaproblematica, fornendo indicazioni utili originate da espe-rienze condivise a livello internazionale.

È questo il caso della linea-guida per la sicurezza del cari-co, scarico e trasporto di merci in colli su veicoli e un’al-tra sul trasporto dei rifiuti che sono state selezionate traquelle su cui prioritariamente attivarsi in considerazionedel rilevante interesse di queste tematiche per l’utenza.

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Esse si aggiungeranno perciò al documento in italianorecante “Linee Guida per il trasporto su strada di pro-dotti chimici mediante l’utilizzo di subvettori” licenziatolo scorso anno quando l’entrata in vigore del D.Lgs. 21novembre 2005, n 286 rivoluzionò il sistema italiano del-l’autotrasporto anche e soprattutto in termini d respon-sabilità e obblighi contrattuali che impegnano in un cir-colo virtuoso Committente, Caricatore e Trasportatore.Da qui le ricadute sulla “subvezione” che nel nostroPaese, caratterizzato da una miriade di piccole impresedi autotrasporto, molto spesso monoveicolari, è parti-colarmente diffusa.

Sempre in sede di Comitato Logistica è stato realizzato,con il contributo di AssICC e Certiquality, un pieghevolerelativo al sistema SQAS (Safety & Security AssessmentSystem), inteso come strumento manageriale di valuta-zione delle “performance” nella catena distributiva.Questo sistema, promosso dal Cefic, si basa sui que-stionari specifici che coprono l’intero ciclo dei servizi affe-renti la logistica dei prodotti chimici, finalizzati alla valuta-zione del “fornitore”. Da ciò deriva la possibilità per il “com-mittente”, in sede di selezione, di verificare, sulla base del-le esigenze aziendali, il livello di conformità dell’offerta aipropri standard.Il pieghevole che è stato realizzato ha una funzione pro-mozionale nata dall’esigenza di migliorare la conoscenzadel SQAS per incentivarne la diffusione sul territorio tra glioperatori logistici. Ad essi le imprese chimiche maggior-mente strutturate chiedono servizi sempre più qualificatiper soddisfare esigenze crescenti che si riconoscono inquella cultura della sicurezza e della qualità ambientaleche costituisce oggi il principale volano di un modernosistema di gestione aziendale.

Un’altra importante iniziativa di Federchimica è stata lapubblicazione, di concerto con Orange Project e ArsEdizioni, del testo in italiano del RID 2007, accompagna-to da una versione informatica su CD, per assistere leImprese a conformarsi alle nuove disposizioni in vigoredal 2007 che disciplinano in regime nazionale e interna-zionale il trasporto per ferrovia delle merci pericolose.

L’edizione italiana del RID 2007 si è affiancata così a quel-la dell’ADR 2007 e questo è un impegno importante dicui Federchimica ha voluto farsi carico nell’ottica di offri-re un servizio sempre più qualificato al sistema chimiconazionale per renderlo meglio consapevole, avendo adisposizione testi in lingua nazionale, degli adempimentiche a pioggia si distribuiscono tra i vari operatori della

catena logistica in relazione alle competenze attribuite.

Un altro fronte dell’area della logistica, che da tempovede Federchimica protagonista, è quello delle emer-genze con il Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.) sulquale molto si sta investendo per rilanciarlo attraversola creazione di un nuovo sito internet, l’accesso dal sitoper esempio alle schede di istruzioni scritte per i con-ducenti (Tremcard) e per le squadre di intervento (EriCard),l’istituzione di un numero verde per ricerche di informa-zioni tossicologiche estrapolate da banche-dati interna-zionali, ecc. Un collegamento alla “Banca-dati inciden-ti” consentirà inoltre di effettuare, sulla base delle infor-mazioni raccolte, valutazioni utili alla gestione delle emer-genze, valorizzando l’aspetto della prevenzione. Su que-sto fronte Federchimica è impegnata a cercare nuoveforme di collaborazione con i Vigili del Fuoco per avere,sull’incidentalità nel trasporto, quante più informazionipossibili da cui sviluppare uno scenario significativamenterappresentativo del fenomeno.

In questa ottica di rivitalizzazione del S.E.T. è stato lan-ciato il 1° Rapporto S.E.T. con l’obiettivo di migliorare lacomunicazione con il mondo esterno sull’operatività e sul-le potenzialità di questo Servizio.Il Rapporto è organizzato su tre blocchi:� la prima parte, dedicata al fenomeno dei trasporti in

generale, mette in evidenza, per le differenti modalitàdi trasporto delle merci pericolose, volumi movimen-tati e incidentalità, unitamente ad una comparazione

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dei dati riferiti all’industria chimica in Italia con quellirelativi alle Imprese S.E.T.;

� la seconda parte, dedicata specificatamente al S.E.T.,registra gli interventi che il Servizio ha attivato e li clas-sifica rispetto a incidenti nazionali totali, modalità di tra-sporto, livelli di intervento, Utilizzatori del Servizio,Regioni ove le attivazioni del S.E.T. sono confrontatecon il sistema ambientale;

� la terza parte è polarizzata sui Centri di Risposta deiPaesi UE, facenti capo al Programma ICE (InternationalChemical Environment) del Cefic, che vengono messia confronto relativamente al numero degli interventieffettuati e ai risultati delle simulazioni alle quali sonoannualmente sottoposti per verificarne e valutarne lacapacità di risposta.

Molto ampio quindi è lo spettro del campo di attività nelsettore del trasporto e delle aree ad esso collegate cheFederchimica, con il suo Comitato Logistica e laCommissione Direttiva S.E.T., è impegnata a presidiare asupporto delle nostre imprese, oltre a promuovere, in sin-tonia con i principi del Programma Responsible Care, ini-ziative di collaborazione con le Pubbliche Autorità a tute-la della collettività e del territorio.

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Nel sistema italiano la catena dell’innovazione chimica siè polarizzata sui due estremi: da un lato l’università, glienti pubblici di ricerca, i pochissimi grandi centri di ricer-ca privati ancora attivi, dove si svolge gran parte dellaricerca di base e dall’altro un’industria focalizzata sul sod-disfacimento a breve delle esigenze del mercato. La situa-zione fa sì che manchi il luogo deputato a generare nuo-ve tecnologie, che non può essere l’università, per man-canza di mezzi e di una missione specifica.Candidate naturali a colmare il divario creatosi tra la ricer-ca di base e quella industriale dovrebbero essere le impre-se di una certa dimensione, che avrebbero i mezzi eco-nomici e intellettuali per collaborare con l’università ebeneficiare della ricerca di base. Queste imprese sonomolto specializzate e di conseguenza limitano l’intera-zione con la ricerca pubblica a settori di stretto interes-se aziendale, avendo così ricadute minime sulla catenadell’innovazione di tutta l’industria chimica. D’altro can-to, la stragrande maggioranza delle imprese chimicheoperanti in Italia è di dimensione troppo piccola per ave-re la capacità economica per sostenere costi e rischi diprogetti di ricerca di ampio respiro, vale a dire che com-prendano tutti i necessari stadi di ricerca, e in particola-re quella applicata.In conclusione, poche imprese hanno le risorse intellet-tuali ed economiche per sostenere un rapporto organicocon le strutture che conducono la ricerca di base.

Per le PMI, come per tutte le altre, il processo di fortecambiamento in atto nella chimica offre molte opportu-nità, ma anche notevoli rischi. Sono proprio le PMI, infat-ti, le imprese che soffrono di più di normative ambien-tali complesse e inutilmente penalizzanti (perché un costofisso impatta di più su una struttura minore), e che sen-tono meno la vocazione ad innovare attraverso la ricer-ca. Questo fenomeno è negativo, in quanto potrebbeportare ad un calo ulteriore dell’economia del settorechimico, con la conseguente scomparsa di alcune diqueste PMI. Sono quindi queste le imprese che potreb-

bero avvantaggiarsi di più da una vera collaborazionecon la ricerca pubblica.

Per cercare di risolvere questo problema, Federchimicaha deciso di intervenire con forza, proponendo al CNRun Accordo Quadro di collaborazione. Dopo un’analisiapprofondita di alcuni modelli di successo di strutture ditechnology transfer europee ed extraeuropee, Federchimicaha concluso che il punto chiave per le imprese chimichein Italia è di poter contare su una o più strutture di techno-logy transfer in grado di alimentarle con risultati di ricer-ca applicata e di metterle in grado di svolgere l’attività diricerca industriale, in cui possono operare con successo.Sulla base di tali considerazioni, Federchimica ritiene cheil ruolo di technology transfer possa essere portato avan-ti nel modo ottimale dal CNR.

L’Accordo Quadro stipulato tra Federchimica e il CNRperciò prevede:� specifici progetti elaborati congiuntamente, con obiet-

tivi condivisi da CNR e impresa;� attività di ricerca pianificata e controllata con la respon-

sabilità di un project manager di adeguata professio-nalità ed esperienza;

� assunzione da parte del CNR di costi e rischi relativiall’attività di ricerca applicata;

� garanzia, da parte dell’impresa, dell’utilizzo dei risulta-ti con assunzione dei relativi costi di industrializzazio-ne e rischi imprenditoriali;

� istituzione di penali in caso di inadempienza, a garan-zia della serietà dell’Accordo e degli impegni sottoscritti;

� disciplina dei diritti di proprietà industriale;� corresponsione al CNR di royalties per licenza d’uso

dei risultati.

Nell’ambito del proposto Accordo Quadro CNR –Federchimica, si sono dimostrate utili specifiche azionimirate alla presentazione dell’offerta CNR alle impreseassociate e sono stati fondamentali incontri personalizzati,

Chimica e conoscenza7

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soprattutto diretti alle PMI, finalizzati all’esplicitazione del-la domanda. Questi incontri messi in atto da Federchimicahanno favorito la nascita di concrete collaborazioni traimprese e CNR, attraverso la stipula di ConvenzioniOperative e la realizzazione di progetti di ricerca.

La mancanza di cooperazione tra mondo industriale eaccademico è una delle cause della perdita di competiti-vità del sistema produttivo italiano.Per favorire il rilancio della politica industriale, il Governo,attraverso la Finanziaria 2007, ha avviato una strategia disostegno, prevedendo una serie di strumenti aventi l’obiet-tivo di valorizzare la vocazione manifatturiera del Paese,favorendo la partecipazione delle grandi imprese ai pro-cessi di collaborazione industriale, europei e internazio-nali, e agevolando la diversificazione industriale in dire-zione dei settori meno tradizionali e altamente innovativi.Di conseguenza, dopo un’analisi sulle cause della perdi-ta di competitività del Paese, il Governo ha individuatocinque aree strategiche di innovazione tecnologica(Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecno-logie per il Made in Italy, Nuove tecnologie della vita eTecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turi-stiche) che sono state inserite nel Programma di finan-ziamento “Industria 2015”. Ad ogni area corrisponde unProgetto di innovazione industriale (PII), sulla cui base ver-ranno finanziati grossi progetti di ricerca industriale e svi-luppo competitivo utili per aumentare la competitività delmondo delle imprese operanti in Italia.

Di sicura utilità per le imprese chimiche è il tema “NuoveTecnologie per il Made in Italy”: per lo sviluppo del pro-getto sono state coinvolte le Associazioni Industriali (tracui ha avuto grande importanza Federchimica), che sonostate stimolate a sviluppare idee progettuali che fosseroin grado di coinvolgere le imprese associate. Inoltre, lachimica è stata compresa tra quei settori con un ruolocentrale di offerta di tecnologia per il Made in Italy, mag-giormente orientati alla ricerca e in grado di sviluppareprogetti di filiera con ricadute diffuse sui settori utilizzato-ri. Su questa priorità le Associazioni di settore diFederchimica più coinvolte nel Made in Italy sono impe-gnate nella presentazione di specifici progetti.

A livello europeo, il ruolo dell’industria chimica è fonda-mentale per l’aumento della competitività del proprio set-tore e di quelli a valle. Infatti, solo il 30% del consumoeuropeo di prodotti chimici è destinato direttamente agliend user; il 70% invece è utilizzato dai downstream user.Per consolidare l’importanza dell’industria chimica euro-

pea, è necessario un impegno sempre maggiore verso laricerca e l’innovazione, perseguendo così anche gli obiet-tivi di Lisbona che vorrebbero la quota della R&S sul PILpari al 3% entro il 2010. Purtroppo l’obiettivo del 3% èsempre più lontano, a causa del calo degli investimentidel settore privato, soprattutto in confronto al rispettivoaumento di quelli americani e orientali.Nonostante questo quadro, esistono significative poten-zialità e opportunità di crescita: la domanda e la produ-zione chimica mondiale continuano a crescere a tassisignificativi, perché i processi di industrializzazione e ilsoddisfacimento dei bisogni più avanzati (salute, rispar-mio energetico, sport, benessere in generale) comporta-no un elevato consumo di chimica.

Per implementare lo sviluppo dell’industria chimica sonofondamentali alcune azioni, come la maggiore collabora-zione con centri di ricerca pubblici, l’aumento dell’eccel-lenza dei risultati della ricerca e lo sviluppo di start up inno-vative. Sarebbe inoltre opportuno creare un sistema diincentivi all’innovazione e un ambiente favorevole per laproprietà intellettuale, promuovere l’accettazione dell’in-novazione nell’opinione pubblica, stabilire priorità nellaricerca per la crescita, la salute e l’ambiente, favorire il tra-sferimento delle conoscenze e dell’innovazione, pro-muovere la cultura scientifica e adoperarsi per colmare ilgap formativo.

Dal 1° gennaio 2007, per promuovere le attività di R&S,in Europa è stato avviato il 7° Programma Quadro RSTdella Commissione Europea. Con questo Programma, laCommissione Europea ha stanziato oltre 50 miliardi diEuro per progetti di ricerca previsti nel periodo 2007-2013.Fino ad oggi, la percentuale di successo nel 7° ProgrammaQuadro di imprese e centri di ricerca nazionali è ancorabassa, anche se l’Italia ha aumentato la sua partecipa-zione ai Bandi (ad esempio, nel Bando relativo ai“Nanomaterials Projects”, su 135 proposte presentate daCoordinatori Italiani, ben 25 hanno passato la selezione).Nel 7° Programma Quadro è stata data una maggioreconsiderazione alle Piattaforme Tecnologiche come stru-menti per individuare i settori cui attribuire i fondi: in par-ticolare per il settore chimico è molto importante il ruolodella Piattaforma Tecnologica “Suschem” (SustainableChemistry).

Per promuovere la partecipazione delle proprie impreseal 7° Programma Quadro, Federchimica ha iniziato un’at-tività di informazione e di supporto alla presentazione diprogetti. Attraverso l’organizzazione di seminari operati-

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vi, con la partecipazione in qualità di relatori di Funzionaridella Commissione Europea, Federchimica ha avviato unospecifico servizio attraverso la sua Società controllata SCSviluppo Chimica S.p.A. Dato che è molto importante chele imprese chimiche partecipino a questi schemi di finan-ziamento per aumentare la propria competitività sia a livel-lo nazionale che europeo, Federchimica intende suppor-tare le proprie associate nell’identificazione di contattiinternazionali e nella gestione dei progetti di ricerca.

In Europa viene data sempre maggiore rilevanza alle nano-tecnologie: nel 7° Programma Quadro, infatti, è stata dedi-cata una parte consistente di finanziamento (3.5 miliardidi Euro) a questo fascio di tecnologie emergenti. Le nano-tecnologie rappresentano un nuovo approccio alla ricer-ca e allo sviluppo finalizzato a controllare la struttura fon-damentale e il comportamento della materia a livello diatomi e di molecole. Attualmente stanno facendo la lorocomparsa applicazioni in molti settori diversi fra loro qualila salute, le tecnologie dell’informazione, le scienze deimateriali, l’industria manifatturiera, l’energia, la sicurezzae lo spazio. Molte PMI inoltre utilizzano o producono mate-riali che saranno condizionati dalle nanotecnologie. Lericerche sulle nanotecnologie in corso hanno uno spettromolto ampio e riguardano lo sviluppo e l’applicazione dimateriali nuovi o migliorati (per i trasporti, tecnologie del-l’informazione, le telecomunicazioni); prodotti chimici nuo-vi o migliorati (per es. nuovi catalizzatori); lo sviluppo dinuovi farmaci e di nuovi sistemi/dispositivi di cura; appli-cazioni per l’ambiente (stoccaggio e produzione) e l’ener-gia; la messa a punto di nuovi prodotti cosmetici e perl’industria alimentare; lo sviluppo di prodotti per il settoredella difesa e quello aerospaziale.Alcuni prodotti derivanti dalle nanotecnologie sono giàdisponibili sul mercato quali, ad esempio, nanopolvericon proprietà anti UV per creme solari e polveri nano-strutturate per coating o vernici ma anche hard disk consuperfici nanostrutturate per la registrazione dati ad altis-sima densità.

Federchimica, attraverso lo sviluppo del Programma“Nanotecnologie nell’industria chimica”, si è attivata percoinvolgere le imprese in un dibattito, con l’aiuto di tuttigli stakeholder che possono essere interessati al settore(imprese, università, centri di ricerca, parchi scientifici efondi di venture capital), sia utilizzando metodi di divul-gazione, che preparandosi alla possibilità di intervenire inconfronti europei.Dato che sia negli Stati Uniti che in Asia il mercato dellenanotecnologie è da anni avviato con un buon succes-

so, è opportuno che l’Europa, e in particolare l’Italia, ini-zino ad affrontare con vigore questo nuovo campo. Lenanotecnologie infatti possono migliorare notevolmentela qualità della vita, la competitività dell'industria europeae lo sviluppo sostenibile.Gli obiettivi delle azioni di Federchimica sono quelli di crea-re una rete di contatti utile per avviare progetti di R&S nel-le nanotecnologie e per sostenere le proprie imprese nel-la partecipazione a bandi di gara europei.

Parallelamente, Federchimica si sta occupando anchedella valutazione del biossido di titanio secondo le richie-ste del REACH e dei rischi e opportunità dei nanoma-teriali anche sul fronte della sicurezza negli ambienti dilavoro. Un ampio dibattito che coinvolga sia le imprese,sia i centri di ricerca, sia il pubblico è necessario in quan-to può portare a un’analisi efficace dei benefici e deirischi sia reali che percepiti.

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L’anno 2007, concluso con l’accordo del 6 dicembreper il rinnovo contrattuale di secondo biennio, è statocaratterizzato dall’attuazione degli impegni assunti conil CCNL 10 maggio 2006 e dall’attività propedeutica allascadenza contrattuale.

L’impegno comune a tutte le attività è stato quello dimodernizzare e semplificare le norme che regolano i rap-porti di lavoro e le relazioni industriali, al fine, da una par-te, di limitare quanto più possibile motivi di conflittualitàaziendale e dall’altra, di fornire nuovi strumenti alla con-trattazione aziendale per sostenere e sviluppare la com-petitività e l’occupazione.

L’ACCORDO SULLE LINEE GUIDA PER LAREALIZZAZIONE DI DEROGHE AL CCNL

Il rinnovo contrattuale del maggio 2006 si era tra l’altrocontraddistinto per la definizione di una rilevante inno-vazione che consente alle Parti aziendali di derogare,per un periodo transitorio, alle norme del CCNL (Cfr.nostra Circolare IND n. 108/06 pag. 24 e seguenti). Inquella sede si era preso l’impegno a definire linee gui-da che sono state convenute con Accordo realizzato il29 giugno 2007.L’obiettivo delle linee guida è facilitare l’applicazione alivello aziendale di questa nuova previsione contrat-tuale, unica nel panorama delle relazioni industriali nonsolo italiane, che in sostanza consente alle imprese,per superare momenti di difficoltà o per attrarre nuoviinvestimenti, di realizzare accordi che determinino van-taggi competitivi riducendo i costi e incrementando laproduttività.La contrattazione aziendale avrà quindi la possibilità, inmomenti particolarmente importanti e delicati per l’im-presa, di adattare il CCNL alle esigenze specifiche indot-te dalla sfida competitiva.

IL RINNOVO CONTRATTUALE DI SECONDO BIENNIO

Le scelte effettuate nel rinnovo contrattuale del 6 dicem-bre 2007 hanno confermato il ruolo fondamentale e stra-tegico del CCNL per lo sviluppo di relazioni e di politi-che industriali funzionali a realizzare la crescita dell’im-presa nel suo complesso e a rendere il settore attratti-vo per gli investimenti e per le risorse umane.

Il negoziato, si è svolto, come consuetudine, in un cli-ma costruttivo che ha consentito, in una fase di fortitensioni nel Paese in materia di lavoro e salario, di con-cludere la trattativa in tempi rapidi, prima della scaden-za naturale e con piena soddisfazione della delegazio-ne imprenditoriale che ha valutato positive e compati-bili le scelte realizzate.Di particolare rilievo le innovazioni in materia di classifi-cazioni, assistenza sanitaria e specificità settoriali.

ClassificazioniL’importante revisione del sistema classificatorio avvi-cina ulteriormente la normativa contrattuale alla realtàoperativa delle imprese e agevolerà una gestione dellerisorse umane moderna, flessibile, produttiva e non con-flittuale, attraverso maggior oggettività e trasparenzadel sistema stesso. Su questo tema a valle del rinnovo contrattuale sonoproseguiti i lavori interni e nell’ambito dell’appositaCommissione Bilaterale Classificazioni per ricercareeventuali soluzioni utili a cogliere specifiche esigenzedelle PMI.È stata inoltre ultimata la realizzazione di un manualeper la comprensione ed il corretto utilizzo del rinnova-to sistema di inquadramento e sono stati progettati, apartire dal mese di settembre 2008, specifici semina-ri ed incontri finalizzati a realizzare un’adeguata infor-mazione e formazione sulla revisione del sistema clas-sificatorio.

Relazioni industriali e risorse umane8

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FASCHIMLa scelta di destinare risorse a FASCHIM per promuove-re una più ampia adesione dei lavoratori, oltre a consen-tire un risparmio in termini di costi contrattuali dovuto aivantaggi fiscali e contributivi previsti per questo tipo dispesa, vuole confermare la sensibilità del settore sui temidella responsabilità sociale e la volontà di rafforzare unascelta contrattuale finalizzata a rispondere ad esigenzereali degli addetti del settore.

Specificità settorialiL’obiettivo di offrire un contributo reale per il miglioramentodella competitività delle imprese ha indirizzato le decisio-ni contrattuali relative ai settori Fibre e Abrasivi (con il rie-quilibrio della scala parametrale contrattuale) e ai settoriLubrificanti e GPL (per i quali è stata consolidata la pecu-liarità settoriale ed è stato concordato il percorso per larevisione dello specifico sistema classificatorio). Tali inter-venti consentiranno di realizzare una maggiore aderenzadegli incrementi retributivi contrattuali alla situazione sala-riale settoriale e di contenere al contempo l’impatto eco-nomico dei prossimi rinnovi contrattuali.

LE ALTRE AREE DI ATTIVITÀ

L’attività della Direzione, oltre che dall’ordinaria attività isti-tuzionale e dall'assistenza alle imprese associate nell’ap-plicazione delle novità contrattuali, è stata caratterizzatadalla necessità di dare esecuzione agli impegni assunti altavolo contrattuale in modo particolare sui temi della for-mazione e della Sicurezza Salute e Ambiente.

L’attività in materia di Sicurezza, Salute e AmbienteL’area della Sicurezza, Salute e Ambiente è stata comesempre un ambito di attività rilevante della Direzione.L’impegno a sostenere la crescita in tutto il settore dellacultura della sostenibilità e della prevenzione, in un'otticadi Responsabilità sociale, si è realizzato nel periodo con-siderato da questa relazione attraverso� la pubblicazione congiunta con le OOSS del Manuale

Sicurezza Salute Ambiente. La pubblicazione, che hauna valenza sia operativa sia politica, offre a tutti i sog-getti che operano nelle imprese un’utile raccolta com-pleta e sistematica delle molteplici iniziative settoriali edelle novità legali e contrattuali in materia, alla luce del-la riscrittura della disciplina realizzata con il CCNL del10 maggio 2006 e della sottoscrizione delle Linee gui-

da sulla gestione della Sicurezza e Salute dei lavorato-ri e della tutela dell’Ambiente a livello aziendale, avve-nuta nel gennaio 2007;

� l’avvio di uno specifico gruppo di lavoro per la realiz-zazione degli impegni contrattuali in tema di: linee gui-da per la partecipazione al programma ResponsibleCare, anagrafe dei Rappresentanti per la Sicurezza,Salute e Ambiente (RLSSA) e Analisi dei quasi incidenti;

� un importante impegno sul versante formativo illustra-to nel successivo paragrafo.

L’attività in materia di formazioneL’impegno in materia di formazione ha portato nel corsodel 2007 alla:� pubblicazione, nell’ambito dell’OBC, dell’aggiorna-

mento del Vademecum su agibilità e opportunità for-mative nel CCNL, oltre che del manuale su Salute,Sicurezza, Ambiente, sopra richiamato;

� sottoscrizione di un accordo quadro per la realizzazio-ne di iniziative di formazione continua a livello territo-riale e aziendale nelle aree, considerate strategiche peril settore della Sicurezza, Salute e Ambiente e della retri-buzione variabile;

� definizione di Linee guida in tema di apprendistato perla formazione dei tutor a livello aziendale;

� progettazione di attività informativa e seminari forma-tivi, anche congiunti con le Organizzazioni Sindacali,per il rilancio e la valorizzazione dell’istituto del Premiodi Partecipazione.

Per la promozione e diffusione di tali iniziative il 14 novem-bre 2007 è stato organizzato un seminario dal titolo “Laformazione continua strategica per il settore chimico-far-maceutico”, con l’intervento, fra gli altri, del Prof. AlbertoQuadrio Curzio, che ha riscosso notevole successo.

Nel 2008, la priorità si è concentrata sul rilancio del con-tratto di apprendistato e sulla formazione dei Rappresen-tanti dei lavoratori per la sicurezza, salute e ambiente(RLSSA), con la definizione, nell’ambito delle attività dell’OBC,rispettivamente di� moduli formativi annuali, per i tutor previsti dal contratto

di apprendistato;� aggiornamento dei moduli formativi di introduzione al

ruolo dell’RLSSA, organizzati in collaborazione con gliOrganismi Territoriali Bilaterali per la promozione dellespecificità del settore chimico;

� nuovi moduli formativi annuali di introduzione al ruoloper l’RLSSA da realizzare a livello nazionale;

� nuovi moduli annuali di aggiornamento per l’RLSSA.

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È inoltre proseguita l’attività formativa congiunta nei con-fronti dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezzasvolta in collaborazione con Assolombarda e le OOSSterritoriali, con l'obiettivo di sviluppare, nei confronti deilavoratori chiamati a questo compito, un’adeguata con-sapevolezza del proprio ruolo.

L’attività in ambito confederaleA livello confederale la Direzione Centrale RelazioniIndustriali ha svolto un'intensa attività partecipando atti-vamente a specifici comitati e gruppi di lavoro sui temisindacali e del lavoro, garantendo il necessario supportoagli uffici confederali sulle diverse tematiche legislativenonché su quelle contrattuali e di relazioni industriali. Unaparticolare attenzione ed azione propositiva, forte delleesperienze maturate nel settore, è stata dedicata allematerie del Testo unico su Salute e Sicurezza nei luoghidi lavoro e della revisione degli assetti contrattuali.

Le indagini statisticheCon l’obiettivo di fornire alla Federazione e alle sueAssociazioni i necessari dati conoscitivi per svolgere lapropria attività istituzionale e alle imprese gli utili ele-menti di raffronto con l’intera realtà settoriale, l’attivitàdi indagine statistica sul settore è in fase di riorganiz-zazione attraverso una maggiore collaborazione e lo sviluppo di sinergie con la Direzione Centrale AnalisiEconomiche - Internazionalizzazione.Come di consueto si sono svolte specifiche indagini rapi-de riguardo a temi di interesse particolare e la ormai con-solidata indagine retributiva annuale che, da oltre 20 anni,fornisce indicazioni sui livelli retributivi e sulle caratteristi-che dell’occupazione nel nostro settore. È stata inoltre realizzata un’ulteriore indagine, a caden-za annuale, sulle tipologie di assunzioni effettuate, suiflussi dell’occupazione e in generale sull’utilizzo da par-te delle imprese degli strumenti di flessibilità forniti dal-la legge di riforma del mercato del lavoro e dalle normecontrattuali. L’indagine 2007 ha fra l’altro confermato iseguenti punti.� La particolare esigenza del nostro settore di disporre

di collaboratori con elevate competenze (tra l’altro qua-si la metà delle nuove assunzioni riguarda laureati).

� L’utilizzo responsabile delle forme di flessibilità nel rap-porto di lavoro previste dalle norme contrattuali e dilegge (per esempio: oltre il 95% dei rapporti di lavoroin essere è a tempo indeterminato; inoltre, per tre lavo-ratori su quattro, l’ingresso nel nostro settore comportada subito o successivamente la stabilizzazione del rap-porto di lavoro; infine, le percentuali di utilizzo delle tipo-

logie contrattuali della somministrazione delle collabo-razioni e degli stage complessivamente prese non supe-rano il 5% nella media settoriale).

Questi e altri gli spunti di riflessione che possono esseretratti dall’indagine saranno utilizzati da Federchimica persostenere, nelle sedi appropriate, la necessità di conti-nuare a migliorare nel nostro Paese il mercato del lavoroe gli strumenti a disposizione delle imprese per accre-scere la loro competitività.

L’attività internazionale Nell’ambito dell'attività internazionale prosegue la parte-cipazione al Dialogo Sociale strutturato per il settore chi-mico che è stato ufficialmente inaugurato al termine del2004 con il pieno supporto e coinvolgimento dellaCommissione Europea. Il Dialogo si svolge, con incontriperiodici, tra ECEG (European Chemical Working Group)– che rappresenta le organizzazioni imprenditoriali deiPaesi membri – e EMCEF (European Mine, Chemical andEnergy Workers Federation) in rappresentanza dei lavo-ratori, e rappresentanti della Commissione stessa.In particolare l’attività è programmata su un periodo bien-nale 2007-2008 e si sta svolgendo nell’ambito di tre spe-cifici gruppi di lavoro sui temi di� politica industriale, competitività e occupazione,� educazione, addestramento e formazione continua,� Responsible Care® e sicurezza e salute.

È continuata inoltre l’attività interna all’ECEG di ricerca dilinee di intervento comuni in merito all’evoluzione norma-tiva in atto a livello comunitario sui temi del lavoro cosìcome lo scambio di informazioni sulle situazioni in atto neidiversi Paesi.

FONCHIM

Il 2007 ha segnato un traguardo importante, ricco di risul-tati positivi. A 10 anni dall’autorizzazione all’attività,Fonchim ha superato l’80% della copertura dei potenzialiassociati, confermandosi ormai da anni come il Fondo diprevidenza complementare di riferimento per tutti i lavo-ratori dei settori interessati.L’eccezionalità della situazione dovuta all’entrata in vigo-re del D.Lgs 252/05 concernente la riforma della previ-denza complementare, ha consentito risultati difficilmenteripetibili dal punto vista delle iscrizioni (+ 47000 adesio-ni). Il Fondo ad oggi ha raggiunto 167 mila iscritti e 2300

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aziende associate, con un patrimonio che ammonta aquasi due miliardi di Euro.Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie alle mol-teplici iniziative poste in essere da Fonchim per coglie-re le opportunità offerte dall’anticipazione della riformaprevidenziale. L’efficienza della gestione amministrativadel Fondo è confermata dalla diminuzione dell’incidenzadelle spese amministrative passate dall’1.17% allo 0.17%.Anche sul versante della gestione finanziaria il risultato siconferma, come negli scorsi anni, sensibilmente miglioredi quello della media dei fondi presenti sul mercato, rea-lizzando un incremento della quota, nell’anno, per i diver-si comparti pari a: 3.12% per Stabilità; 1.46% per Moneta,2.74% per Crescita.Grazie anche ai buoni risultati conseguiti dal Fondo, ilpatrimonio medio per aderente ha raggiunto i 10900Euro. Con esclusivo riferimento a coloro che sono iscrit-ti dal 1997 il patrimonio medio individuale ammonta a22000 Euro.Tra le novità relative ai comparti di investimento, da luglio2007 ha iniziato ad operare il comparto “Garantito”, pre-visto dal D.Lgs n. 252. Le caratteristiche di questo com-parto sono quelle di produrre nel lungo termine rendimenticomparabili con quelli del TFR, garantendo in ogni momen-to la restituzione del capitale versato al netto dei costiamministrativi.

FASCHIM

Il consolidamento di FASCHIM, il Fondo di assistenza sani-taria complementare settoriale, è proseguito anche nel2007 e, grazie alle scelte realizzate nel CCNL il Fondopotrà contare sulla iscrizione tra il 2008 e il 2009 dellaquasi totalità dei lavoratori del settore, con un aumentodi quasi quattro volte il numero degli attuali iscritti.

L’introduzione della norma transitoria contrattuale che pre-vede, per l’arco temporale 1 luglio 2008 - 30 giugno 2009,l’iscrizione a FASCHIM di tutti i lavoratori non coperti daaltra forma di assistenza sanitaria, senza oneri a propriocarico, oltre a comportare una crescita esponenziale delFondo nel corso dell’anno, ne consentirà anche la cono-scenza diretta, con i vantaggi offerti, da parte di una pla-tea amplissima di lavoratori. Gli stessi, successivamente,potranno scegliere di mantenere volontariamente l’iscri-zione, avvantaggiandosi ulteriormente della riduzione deglioneri associativi previsti a loro carico sempre con il rin-novo contrattuale del 6 dicembre 2007.

La previsione della massiccia crescita degli iscritti dovu-ta alle innovazioni contrattuali, ha indotto FASCHIM adaumentare le azioni informative a livello nazionale, territo-riale e aziendale e a progettare campagne promozionalimirate alla valorizzazione dei servizi offerti e dei beneficiderivanti dal loro utilizzo.La collaborazione tra Federchimica, Farmindustria e leOrganizzazione Sindacali di settore ha portato alla costi-tuzione di una task force nel Lazio, che si aggiunge aquella già operante in Lombardia, per intensificare lacampagna promozionale del Fondo a livello territorialee aziendale.

Nella prima parte del 2008, con oltre 1600 imprese asso-ciate, FASCHIM ha superato i 60000 iscritti ed ha regi-strato il continuo aumento di iscrizione di familiari dei lavo-ratori. Lo sviluppo del Fondo ha comportato nell’ultimoanno il trattamento di oltre 75000 richieste annue di rim-borso, di più 200000 prestazioni sanitarie, di liquidazionisuperiori a 8 milioni di Euro, con tempi di rimborso mediinferiori a 12 giorni.

Gli Organi del Fondo hanno messo in atto tutte le azioninecessarie al perseguimento dell’efficienza gestionale percostruire, su solide basi, lo sviluppo del Fondo negozia-le FASCHIM, continuando l’attrazione anche di altri set-tori, come già successo anche nel 2007 per quelli coi-bentazioni termiche-acustiche e per il settore minerario.

Un importante momento di visibilità del Fondo e di rico-noscimento dell’importante ruolo svolto è derivato anchedal fatto che FASCHIM è stato uno tra i fondi integrati-vi presi in considerazione dal gruppo di lavoro tecnicodel Ministero della Salute per le analisi e le riflessioni chehanno portato alla stesura del testo del recente decre-to ministeriale relativo agli ambiti delle prestazioni deiFondi integrativi.

Tra le molte innovazioni introdotte, anche quest’anno sisegnalano infine l’ulteriore aumento delle tipologie di pre-stazioni e l’ampliamento della rete delle strutture sanita-rie convenzionate che hanno raggiunto quota 100.

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La chimica è indispensabile alla nostra vita di tutti i gior-ni, grazie all’insostituibile supporto che fornisce in ter-mini di qualità e innovazione. L’industria chimica è il moto-re del made in Italy, con il suo irrinunciabile contributotecnologico e scientifico; è il settore dove è più sicurolavorare, tra i più salubri nei comparti manifatturieri, rap-presenta l’eccellenza nei rapporti industriali; è un setto-re dinamico, che offre posti di lavoro qualificati.Questa, in sintesi, la descrizione della chimica e dellasua industria. Come riuscire ad affermare questi princi-pi, a far valere questi dati, a far condividere questi valo-ri è un compito importante e imprescindibile, perché l’im-magine della chimica in Italia resta purtroppo ancorataa stereotipi assai distanti dalla realtà.Occorre dunque sviluppare un’attività volta a qualifica-re sostanzialmente la chimica per ciò che effettivamen-te oggi rappresenta. Per perseguire questo obiettivo, dacostruire nel tempo anche tramite un’intensa attività direlazione negli ambiti dell’opinione, occorre ampliare ilconsenso, raggiungendo anzitutto il pubblico dei cosid-detti “distratti”, ovvero coloro che quotidianamente uti-lizzano i prodotti della chimica, senza quasi renderseneconto. È importante che questa tipologia di consuma-tore sia informata sul ruolo della chimica, ne compren-da il valore e ne apprezzi il contributo.

Inoltre è necessario parlare agli “scettici” ovvero coloroche basano la propria opinione sulla chimica su un pregiudizio ormai polveroso e non aderente alla realtà dioggi.

È necessario costruire un consenso ampio intorno alla chi-mica, frutto non di ignoranza e superficialità, com’è statoper troppo tempo, ma di riflessione e di conoscenza. Per fare questo l’Industria chimica è pronta a rivisitarela propria storia, partendo dalle proprie origini e analiz-zando il proprio sviluppo, fino ai giorni nostri. È infattiindispensabile chiudere i conti con un passato che gra-va ingiustamente sull’immagine della chimica in Italia,

con un’operazione culturale che conferisca al settorecredibilità e autorevolezza. D’altra parte, la storia delPaese dal dopoguerra ad oggi non si può scindere dal-la storia della chimica stessa. Ripercorrendo questo cam-mino si potranno riconoscere i meriti, non senza assun-zione di responsabilità, con l’obiettivo di accreditare lastoria recente, raccontare il presente della chimica, affer-mare il suo ruolo importantissimo per il nostro futuro.

Federchimica ha condiviso questa strategia al propriointerno e sta realizzando alcuni progetti. Anzitutto la pro-mozione di un nuovo video, che racconta la chimica ela sua storia, un’operazione culturale che possa rap-presentare una testimonianza per i più giovani, un ele-mento di riflessione per i “distratti”, un'apertura di dia-logo per gli “scettici”.Inoltre sarà promosso un web magazine che intendeparlare e far parlare di chimica a un pubblico ampio,anche lontano dal mondo dell’impresa. Il magazine saràcollocato all’interno del sito della Federazione, che è sta-to ampliato nella parte rivolta all’esterno, sempre perinteressare anche utenti di internet che abitualmente noncollocheremmo tra i nostri referenti.

CHIMICA E SCUOLA

Nei rapporti tra scuola, Università e imprese la chimicasi trova in una situazione del tutto particolare e in qual-che modo privilegiata. L’industria chimica infatti è stret-tamente legata alla scienza chimica e, viceversa, la scien-za chimica ha un’industria che realizza quanto essa svi-luppa. Questa peculiarità fa sì che l’interazione tra i duemondi nell’ambito della formazione trovi un interlocuto-re ben preciso. Lo stesso non si potrebbe verificare adesempio con la fisica o la matematica laddove non esi-ste un settore industriale di riferimento e conoscere i fab-bisogni delle imprese risulta molto più complesso.

Restituire alla chimica il suo ruolo9

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Chimica e UniversitàL’industria chimica negli ultimi anni si è impegnata perdiventare un interlocutore efficace nel dialogo conl’Università; e Federchimica, per conto delle sue impre-se, agisce assumendosi il ruolo di “ponte” tra questi duemondi.La realtà della chimica attuale è composta in modo par-ticolare di medie e piccole imprese che difficilmente pos-siedono la struttura e la vocazione al dialogo con l’ac-cademia al contrario di quanto, ad esempio, facevaMontedison che riassumeva in sé esigenze formativeben precise ed interagiva con continuità con il mondoaccademico.Le esigenze delle nostre imprese cambiano sempre piùvelocemente e, parallelamente, aumenta l’importanzadegli aspetti “immateriali”, cioè legati alle conoscenze. Unbuon laureato chimico con la giusta preparazione diven-ta in alcuni casi un fattore di successo strategico per l’im-presa. Non solo, ma cresce la domanda di laureati chi-mici per funzioni non tecniche (pensiamo ad esempio almarketing, alla qualità, alla normativa ambientale) e di con-seguenza c’è un gran bisogno di trasferire esigenze, distudiare e comunicare fabbisogni formativi, di essere par-tner per iniziative che migliorino i percorsi formativi eFederchimica opera in questo senso.

Il dilemma della laurea triennale o quinquennaleLe imprese chimiche conferiscono grande importanza allalaurea triennale sebbene nel valutare l’ipotesi di una lau-rea breve, il timore principale dello studente è che sia con-siderata una laurea “di serie B”. Certamente, in un mondo sempre più competitivo e sem-pre più basato sulla conoscenza, la scelta della laureaquinquennale è estremamente valida. Ed è vero che inalcuni casi il laureato triennale andrà a sostituire i vecchiperiti, ma ciò avviene perché si tratta di figure che hannoacquisito importanza nelle realtà aziendali e che si sonoarricchite di contenuti.Infatti, senza voler assolutamente scoraggiare quantidecidono per una laurea quinquennale, è opportunosottolineare che le imprese attualmente assorbono anchemolti giovani con laurea triennale, mediamente il rap-porto è di un laureato triennale ogni tre quinquennali.L’interesse per le lauree brevi è più diffuso in alcuni set-tori chimici, e riguarda soprattutto le imprese più pic-cole che intendono elevare il loro patrimonio di cono-scenze e tecnologico. Inoltre, considerata la crescentedomanda di chimica per funzioni non tecniche, una for-mazione chimica triennale può essere ampiamente suf-ficiente magari affiancata da un successivo master; è

infatti possibile e anche auspicabile rafforzare le proprieconoscenze con un master che segua la laurea trien-nale e che fornisca quel patrimonio conoscitivo utileall’inserimento in azienda.

Ma prima di tutto c’è da lavorare insieme – Scuola, Università,Industria – per promuovere le vocazioni scientifiche. Per fare questo è necessario dimostrare che la chimica èuna scienza entusiasmante, ma anche che il chimico habuoni sbocchi lavorativi (e non solo nell’industria chimi-ca). Si deve inoltre aiutare chi insegna, soprattutto nellascuola secondaria, a rendere più interessante l’ora di chi-mica e a combattere stereotipi duri a morire (la chimicainquina, fa male, la chimica come industria è morta).

Il Progetto Lauree Scientifiche Per questi motivi Federchimica ha sviluppato un’intensaattività nell’Education e ha accolto con entusiasmo leopportunità offerte dal Progetto Lauree Scientifiche, cheproseguirà anche per il biennio 2008/2009. QuestoProgetto, promosso in collaborazione con il Ministerodell’Istruzione e il Ministero dell’Università e della Ricerca,fornisce risorse per far meglio e di più, ma soprattutto uni-sce gli attori in uno sforzo comune orientato a migliorarele conoscenze e l’insegnamento della chimica con la fina-lità di promuovere le vocazioni sia con l’approccio diret-to che attraverso un sito dedicato (www.chimicaunabuo-nascelta.it) oltre al proprio. Federchimica propone stru-menti per incrementare il dialogo tra scienza, scuola eindustria. Federchimica rende inoltre disponibili testimo-nianze aziendali o di esperti per i tantissimi momenti diinterazione che annualmente si realizzano a livello territo-riale. In particolare Federchimica, è stata presente insie-me al Gruppo Chimici di Confindustria Bergamo all’inter-no di BergamoScienza, durante la manifestazioneJob&Orienta a Verona insieme a Confindustria Veneto, aisaloni CampusOrienta di Milano e sarà presente al pros-simo Festival della Scienza di Genova.

Strumenti per tuttiGrazie al sostegno del Progetto Lauree Scientifiche è sta-ta realizzata la guida “Chimica: una buona scelta” che èstata stampata in decine di migliaia di copie per render-la disponibile in numero sufficiente a chiunque voglia uti-lizzarla e distribuirla nei momenti di promozione della cono-scenza della chimica nelle scuole superiori. Questa gui-da vuole essere uno strumento per aiutare il ragazzo chesta decidendo che studi universitari fare e nello stessotempo si propone come un portale di informazione sulruolo della chimica e della sua industria.

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Un’altra guida “Costruirsi un futuro nell’industria chimica”si rivolge allo studente universitario per aiutarlo nel percor-so formativo con notizie utili e suggerimenti pratici (dallascelta della tesi di laurea alla stesura di un curriculum); puòessere utilizzata anche dai docenti come fonte di informa-zioni, di stimoli e di supporti grafici per presentazioni e lezio-ni sull’industria chimica. Nella guida sono anche presen-tati i diversi “lavori” che un chimico può fare in un’impresae quali conoscenze si associano a ciascuno di questi.

Federchimica inoltre continua a sostenere il ProgettoFederchimica Stage, pubblicando nel proprio sito unabanca dati con le offerte delle imprese e firmando con-venzioni con le principali università italiane.

Sempre nell’ambito del Progetto Lauree ScientificheFederchimica mette a disposizione di chiunque ne fac-cia richiesta (Scuole, università, Imprese associate, musei)il cortometraggio “Vivere senza chimica?”. Il video è natoper sensibilizzare i ragazzi (dai 10 ai 18 anni), ma pos-siede elementi di comunicazione di un certo rilievo ancheper gli adulti. Nel filmato, della durata di circa 5 minuti,un ragazzo, prima di addormentarsi, sta leggendo unarticolo che ipotizza una vita senza chimica. Si addor-menta e il mattino dopo non si sveglia in tempo perchéla sveglia è scomparsa. Si alza e da quel momento il suomondo è stravolto: ogni suo gesto abituale è impeditodal fatto che tutti gli oggetti che lo circondano, fatti dichimica, scompaiono. Dal dentifricio alla bottiglia del lat-te, dai detersivi alle piastrelle, dai giornali al televisore, ildivano, il letto, le fotografie, i vestiti, tutto sparisce lascian-do il protagonista nel più totale sconforto. Per fortuna sitratta di un incubo, il mondo che ci circonda è confor-tevole proprio grazie alla chimica, è il mondo in cui abbia-mo scelto di abitare e in cui, sempre grazie alla chimi-ca, riusciamo a vivere meglio e più a lungo. L’intento di trasmettere con immediatezza l’irrinuncia-bilità della chimica ha una molteplice valenza: da un lato,i giovani comprendono che la chimica mette loro a dispo-sizione oggetti “di culto”: l’ipod, il telefonino, gli artico-li sportivi. E questa considerazione potrebbe essere lapiù efficace per far sì che prendano in considerazionegli studi di chimica, superando un pregiudizio purtrop-po ancora diffuso e una visione parziale della materia.D’altro canto, anche gli adulti che – spesso con pocainformazione – osteggiano la chimica si rendono contoche essa fa parte della nostra vita quotidiana, in modointrinseco e irrinunciabile e quindi, pur nel linguaggioscherzoso e un po’ surreale scelto per realizzare il video,anche un adulto è indotto a riflettere.

“Vivere senza chimica?” ha partecipato a diversi concor-si cinematografici dedicati a cortometraggi e a docu-mentari scientifici (“Vedere la scienza Festival’08” – “Festivaldel documentario scientifico ’07” – “premio Rete 07” – “XPremio Impresa e cultura ’07”) e lo scorso gennaio, inoccasione della Business Community Confindustria, havinto il primo premio dedicato alla miglior campagna pro-mozionale per comunicare con cittadini e imprese “perun’idea originale che fa riflettere su cose che diamo perscontate”.

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SECONDA PARTELA CHIMICA E I SUOI SETTORI

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Nel 2007, la produzione di chimica organica di base (ole-fine, aromatici, intermedi) in Italia è cresciuta di oltre il10% trainata dagli intermedi e dalle olefine. Tale brillan-te andamento è da ricondursi principalmente al conti-nuo elevato consumo di prodotti chimici di base nell’in-dustria chimica di tutto il mondo, e in particolare in quel-la dei Paesi asiatici.Nel comparto della chimica inorganica di base si è assi-stito, invece, nel 2007 a un calo complessivo della pro-duzione in Italia del 6% rispetto all’anno precedente. Taleandamento negativo è da ricondursi principalmente allapesante riduzione della produzione di cloro-soda (-20%),a causa della fermata di impianti a valle, e alla mancatacrescita della produzione di acido solforico che si atte-sta su 1.3 milioni di tonnellate. Da segnalare che il mer-cato italiano di tale prodotto ha continuato a risentire inmaniera sensibile delle tensioni già manifestatesi al ter-mine del 2006. Le difficoltà della produzione, dovute aperiodi di manutenzione degli impianti non programma-ti, hanno comportato una riduzione sostanziale delladisponibilità di prodotto che, unitamente ad un com-plessivo aumento del consumo industriale, ha progres-sivamente indebolito l’offerta, compromettendo le espor-tazioni. Il mercato interno ha, inoltre, fortemente risenti-to di un’analoga situazione a livello europeo e mondia-le. La crescita esponenziale delle produzioni di metalloe fertilizzanti a livello globale ha favorito la migrazione diimportanti flussi di prodotto verso altri mercati, in parti-colare il Sud America, oggi decisamente più remunera-tivi. Il mercato tradizionale ha dovuto fare i conti, già dalsecondo semestre, con ancor meno disponibilità di aci-do solforico, prezzi sempre crescenti, e minime possi-bilità di importazione. Tale complessa situazione è sta-ta aggravata ulteriormente dalla scarsità di zolfo, princi-pale materia prima, ugualmente indisponibile e, comun-que, a costi sempre più elevati. Con riferimento ad altriprodotti di chimica inorganica, si segnala che, nel cor-

so del 2007, è stato avviato un nuovo impianto di pro-duzione di cloruro di calcio granulare (destinato princi-palmente all’export) ed è stata incrementata la produ-zione di persali e carbonato di sodio.Per quanto riguarda il settore dei tensioattivi, nel corsodel 2007, si è rilevata una sostanziale stabilità dei con-sumi. I prezzi sono stati fortemente condizionati dallaalta volatilità dei costi delle materie prime, in particolaredei derivati del petrolio e dei derivati da oli naturali. Laproduzione italiana è stata allineata ai consumi.

Nel corso del 2007, Assobase ha proseguito nella suaazione di salvaguardia degli interessi del settore. Particolareattenzione è stata data:� unitamente a Euro Chlor, alla proposta di Regolamento,

adottata dalla Commissione Europea il 26 ottobre 2006,relativa al bando di esportazione del mercurio (a parti-re dal 2011) e alle disposizioni per lo stoccaggio in sicu-rezza del mercurio;

� all’implementazione, da parte della CommissioneEuropea, del sistema GHS (Globally HarmonizedSystem), che cambierà la metodologia di classifica-zione ed etichettatura dei preparati pericolosi sia perquanto riguarda la manipolazione sia per quanto riguar-da il trasporto.

Costante è stata, inoltre, l’attività di monitoraggio relativaalla stesura dei criteri Eco-Label. In particolare, quella rela-tiva ai saponi, shampoo e balsami per capelli, alle coper-ture dure e morbide per pavimenti, ai mobili in legno, allecalzature e agli edifici. L’Associazione sta anche seguen-do il processo di revisione del Regolamento Eco-Label.L’intenzione della Commissione Europea è di predispor-re la prima bozza entro agosto 2008.

A livello nazionale, Assobase ha monitorato la predispo-sizione dei Decreti correttivi e integrativi del Decreto

La chimica e i suoi settori

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CHIMICA DI BASE ORGANICA, INORGANICA E TENSIOATTIVI

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Legislativo 152/2006 (Codice Ambientale) e la tematicarelativa all’energia.Particolare interesse è stato mostrato dall’Associazionenel seguire gli sviluppi del Green Public Procurement(G.P.P.), cioè la materia che regola gli “acquisti verdi” daparte della Pubblica Amministrazione. La necessità dimonitorare attentamente l’evoluzione di tale argomentonasce dal fatto che spesso i criteri utilizzati dalle AAPPpenalizzano, senza un reale fondamento scientifico, lesostanze chimiche, in particolare, le materie plastiche.Da segnalare, inoltre, che il Ministero dell’Ambiente haultimato la predisposizione del Piano d’azione naziona-le sul GPP e sta ora predisponendo i “criteri minimiambientali” che costituiscono i requisiti utili a qualifica-re come “sostenibili” le procedure d’acquisto pubblicheelaborate in conformità ad essi.Sull’argomento IPPC/AIA (Autorizzazione IntegrataAmbientale), Assobase ha continuato a partecipare alGruppo di lavoro di Federchimica, avente lo scopo difornire contributi al Ministero dell’Ambiente che sta pre-disponendo le Linee Guida Nazionali IPPC per l’Industriachimica, tra cui quelle relative al cloro-soda.Con particolare riferimento al mercurio, Assobase, instretto collegamento con l’Associazione europea EuroChlor, è stata impegnata nell’attività relativa alle proble-matiche concernenti la sostituzione della tecnologia amercurio con quella a membrana negli impianti cloro-soda che, si ricorda, viene prevista dal BREF quale tec-nica di produzione da adottare per l’industria dei cloro-alcali. Sul tema, Assobase e le altre Associazioni nazio-nali del cloro si stanno costantemente adoperando persensibilizzare i rispettivi rappresentanti nazionali affinchésupportino la posizione dell’industria, che si è impegnata,a livello europeo, a sostituire le celle a mercurio dei pro-pri impianti entro il 2020.Assobase ha partecipato al Gruppo di lavoro istituito daFederchimica per monitorare l’evoluzione delRegolamento REACH.

Le attività di comunicazione sviluppate dai produttori dicloro hanno mirato a diffondere una corretta informa-zione sul cloro e i suoi principali derivati, enfatizzando-ne il ruolo e l’importanza nella vita di tutti i giorni. Targetdi riferimento è stato prevalentemente quello dei giova-ni. Per raggiungere tale pubblico, i produttori di clorohanno portato avanti diverse iniziative mirate. Con la pre-sentazione del progetto sul cloro, si sono incontrati eraggiunti insegnanti di scuole primarie e secondarie diprimo grado, su tutto il territorio nazionale.Il sito www.cloro.org ha mantenuto due diverse sezioni:

“Cloro che elemento!”, dal tono più istituzionale; e“Naturalmente Cloro”, dal tono più giocoso. Il sito è sta-to, inoltre, aggiornato durante l’anno; in particolare, èstata implementata la sezione dedicata al Premio2007/2008 ed è stato creato uno spazio all’interno delsito contenente alcuni dei lavori realizzati nelle prece-denti edizioni.Alla luce del successo della scorsa edizione (più di 4000persone hanno visitato i laboratori del cloro), anche nel2007 i produttori di cloro hanno partecipato al Festivaldella Scienza, che ha avuto luogo a Genova, dal 26 otto-bre al 7 novembre 2007, con il laboratorio “Cloro Puro”in cui sono stati realizzati esperimenti sul cloro e pro-iettati filmati esplicativi. Il laboratorio è stato uno tra i piùvisitati, con un’affluenza di 4566 persone. È prosegui-ta, nel corso dell’anno, la realizzazione del PremioFederchimica Sezione Cloro; la Cerimonia di premia-zione ha avuto luogo il 29 ottobre 2007, nell’ambito delFestival della Scienza di Genova, a Palazzo Ducale.Hanno partecipato all’incontro circa 350 persone, trastudenti, insegnanti e genitori, provenienti da tutte leRegioni d’Italia, insieme a giornalisti e rappresentantidelle imprese associate. Al termine dell’incontro, le sco-laresche hanno visitato i laboratori del cloro e l’Acquariodi Genova. Quindici gli articoli pubblicati da quotidianie riviste tecniche in occasione dell’evento. I produttoridi cloro hanno, inoltre, partecipato attivamente, conlaboratori, insieme a Federchimica, alla manifestazionea carattere scientifico Bergamo Scienza, dal 1° al 21ottobre 2007.Nel 2007 sono state, inoltre, assegnate tre borse di stu-dio, del valore di 2500 Euro ciascuna, a studenti laure-andi e laureati, su segnalazione delle imprese associa-te, che si sono distinti per avere realizzato interessantitesi di laurea sulla chimica di base.I produttori di cloro hanno organizzato e ospitatol’Assemblea di Euro Chlor (Associazione europea deiproduttori di cloro) che ha avuto luogo, dal 12 al 15 set-tembre 2007, a Taormina. I lavori sono stati seguiti daun apposito programma sociale messo a punto per ipartecipanti e gli accompagnatori, circa 190. Tra le iniziative di comunicazione trasversali ai gruppi diAssobase si segnala il progetto di collaborazione avvia-to con il Museo Leonardo da Vinci di Milano, per la rea-lizzazione di una sezione interattiva dedicata alla chimi-ca di base.Il progetto prevede, entro il 2008, la messa a punto diun piano di fattibilità e, entro il 2010, l’apertura della nuo-va sezione che andrà a inserirsi nell’area dedicata ai nuo-vi materiali.

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Nel 2007 la domanda di polimeri da parte dei trasforma-tori ha superato le 7400 Kton, con un aumento dell’1.7%rispetto al 2006. L’andamento dei consumi di materie pla-stiche può essere, dunque, considerato nel complessopositivo anche se la crescita è stata inferiore a quella avu-ta nel 2006 (+2.4%).Analizzando l’andamento specifico dei principali polime-ri e dei relativi settori di applicazione, si evidenzia quantosegue.La domanda dei polietileni bassa densità è aumentatadell’1.5%. I settori di applicazione in sviluppo sono statiil film estensibile/retraibile (+2.6%) e quello per confezio-namento automatico (+1.7%). In calo, i comparti delloshopper/sacchettame (-0.8%) e del film agricolo (-3%).La domanda dei polietileni alta densità è salita del 2.7%.I settori di applicazione trainanti sono stati i tubi (+4.6%),in particolare quelli per fognatura/scarico, i fusti/cisterne(+5.8%) e i tappi (+3.8%). Crescite inferiori si sono avutiper il comparto film.Si è mostrato positivo anche l’andamento del polipropi-lene. L’incremento è stato, infatti, dell’1.8%. Il settore trai-nante è stato l’estrusione e, in particolare il comparto tubi(+14%). Positivi, ma con crescite inferiori, sono risultati icomparti iniezione (+1.5%) e film (+1.3%).In calo il PVC rigido (-1.5%), a causa della decelerazionedei calandrati (-5.3%) e dei tubi (-2.1%). Più che buona,invece, la crescita dei profilati (+6.9%). In sviluppo il PVCplastificato (+3.6%), grazie al buon andamento di tutti isettori.Il polistirene compatto è risultato in crescita (+2.4%), altraino del comparto lastre (+4.5%), estrusione (+4.1%) efoglia (+3.2%). In calo, invece, l’iniezione (-0.6%). Più chepositiva è risultata anche la dinamica del polistirene espan-dibile (+3.2%), grazie, in particolare, al blocco per isola-mento (+7.1%).L’estrusione foglia (+4.8%) e l’iniezione/soffiaggio (+3.7%)sono alla base della buona crescita della domanda di PET(+3.5%), in recupero rispetto al 2006.Le poliammidi non hanno avuto un andamento favorevo-le (-0.5%), a causa del forte calo del settore estrusione (-5.6%) che non è stato compensato dalla crescita del com-parto iniezione (+1.3%).Da segnalare, infine, la stabilità degli espansi poliure-tanici.Per quanto riguarda la produzione nazionale di materieplastiche, il 2007 si è chiuso positivamente con una cre-scita di circa il 3%.

Nel corso del 2007 PlasticsEurope Italia ha seguito e svi-luppato numerose attività, volte alla salvaguardia degliinteressi del settore. L’Associazione, infatti, in linea anchecon le direttive di PlasticsEurope, e con il supporto deivari gruppi di lavoro tecnici, ha costantemente e attiva-mente monitorato l’ampia produzione normativa, euro-pea e italiana; mediante il Comitato Immagine ha, inoltre,realizzato un'intensa attività di comunicazione.

A livello europeo, particolare attenzione è stata data allaproposta di revisione della Direttiva Quadro sui rifiuti chemodifica la Direttiva 2006/12/CE; alla proposta di revi-sione della Direttiva 89/106/CE relativa ai prodotti dacostruzione; alla proposta di Direttiva che modifica laDirettiva 2002/72/CE relativa ai materiali e ai prodotti inplastica destinati a venire in contatto con le sostanze ali-mentari. Quest’ultima pone maggiori livelli di attenzionesulle sostanze potenzialmente pericolose che potrebbe-ro migrare dall’imballaggio al cibo in esso contenuto.Costante è stata, inoltre, l’attività di monitoraggio relativaalla stesura dei criteri Eco-Label. In particolare, quella rela-tiva ai saponi, shampoo e balsami per capelli, alle coper-ture dure e morbide per pavimenti, ai mobili in legno, allecalzature ed agli edifici. L’Associazione sta anche seguen-do il processo di revisione del Regolamento Eco-label.L’intenzione della Commissione Europea è di predispor-re la prima bozza entro agosto 2008.A livello nazionale, l’Associazione ha seguito con parti-colare attenzione la predisposizione dei Decreti correttivied integrativi del Decreto Legislativo 152/2006 (CodiceAmbientale) e l’implementazione del Decreto Legislativo151/2005 relativo all’attuazione della Direttiva RAEE (Rifiutidi apparecchiature elettriche ed elettroniche). Al momen-to, l’Associazione sta seguendo la fase di costituzione eregistrazione dei consorzi preposti alla raccolta e allo smal-timento di questi rifiuti.Particolare interesse è stato mostrato dall’Associazionenel seguire gli sviluppi del Green Public Procurement (GPP),cioè la materia che regola gli “acquisti verdi” da parte della Pubblica Amministrazione. La necessità di monito-rare attentamente l’evoluzione di tale argomento nascedal fatto che spesso i criteri utilizzati dalle AAPP penaliz-zano, senza un reale fondamento scientifico, le sostanzechimiche, in particolare, le materie plastiche. Da segna-lare, inoltre, che il Ministero dell’Ambiente, su mandatodella Commissione Europea, ha ultimato la predisposi-zione del Piano d’azione nazionale sul GPP e sta ora

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MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE

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predisponendo i “criteri minimi ambientali” che costitui-scono i requisiti utili a qualificare come “sostenibili” leprocedure d’acquisto pubbliche elaborate in conformi-tà ad essi.PlasticsEurope Italia ha seguito attivamente anche il pro-cesso di attuazione del Decreto Legislativo 192/2005 rela-tivo al rendimento energetico in edilizia. L’Associazionesta, inoltre, seguendo due importanti tematiche quali labioedilizia e l’architettura sostenibile. Partecipa, infine, alGruppo di lavoro Interregionale, istituito presso ITACA(Istituto per l’Innovazione e la Trasparenza degli Appalti ela Compatibilità Ambientale), che sta predisponendo l’ag-giornamento tecnico della struttura e delle schede di valu-tazione del “Protocollo ITACA” (strumento di lavoro checonsente di attribuire un punteggio di eco-sostenibilitàagli edifici sulla base di una serie di requisiti).PlasticsEurope Italia, unitamente ad altri attori della filie-ra delle materie plastiche (Federazione Gomma Plasticae IPPR), partecipa, in ambito ANCE, ad un Tavolo tecni-co delle costruzioni mirato alla stesura di una banca datisui materiali utilizzati nelle costruzioni.PlasticsEurope Italia ha partecipato, inoltre, al Gruppo dilavoro istituito da Federchimica per monitorare l’evolu-zione del Regolamento REACH. L’Associazione ha datoinizio ad una serie di incontri di filiera, con la partecipa-zione dei produttori di additivi (rappresentati daFederchimica/AISPEC) e dei trasformatori di materie pla-stiche/compoundatori (rappresentati da FederazioneGomma Plastica), per identificare le responsabilità e gliobblighi di ogni attore della filiera delle materie plastiche.A completamento di questo lavoro è stato emesso undocumento congiunto PlasticsEurope Italia/AISPEC sul-l’implementazione del REACH nella filiera delle materieplastiche.PlasticsEurope Italia ha anche avuto parte attiva, con-frontandosi con il Ministero della Salute, l’Istituto Superioredi Sanità e il Ministero delle Attività Produttive, nella tute-la dell’impiego di composti organostannici nel PVC e neisigillanti siliconici e dell’esabromociclododecano (HBCD)come agente antifiamma nel polistirene espanso, mate-riale di primaria importanza nell’isolamento per l’edilizia.Il programma di comunicazione 2007 formulato dalComitato Immagine Plastica è continuato nel corso del-l’anno attraverso numerose iniziative.È proseguito il dialogo con la Scuola, con la presenta-zione del progetto sulle plastiche, che ha raggiunto inse-gnanti di scuole primarie e secondarie di primo grado, sututto il territorio nazionale.PlasticsEurope Italia, in collaborazione con le aziendeassociate, ha assegnato dieci borse di studio, del valore

di 2500 Euro cadauna, a studenti universitari e a neo lau-reati che si sono distinti per avere realizzato interessantitesi di laurea sulle materie plastiche.È proseguita nel corso del 2007, la realizzazione del PremioFederchimica Sezione Plastica; la Cerimonia di premia-zione ha avuto luogo il 29 ottobre 2007 nell’ambito delFestival della Scienza di Genova, a Palazzo Ducale. Hannopartecipato all’incontro circa 350 persone, tra studenti,insegnanti e genitori, provenienti da tutte le regioni d’Italia,insieme a giornalisti e rappresentanti delle imprese asso-ciate. Al termine dell’incontro, le scolaresche hanno visi-tato i laboratori sulle materie plastiche e l’Acquario diGenova. Quindici gli articoli pubblicati da quotidiani e rivi-ste tecniche in occasione dell’evento.

PlasticsEurope Italia ha partecipato al Festival della Scienzadi Genova, dal 26 ottobre al 7 novembre 2007, realiz-zando un laboratorio sulle plastiche in uno spazio di cir-ca 130 metri quadrati, nella zona del porto antico. Il labo-ratorio è stato uno tra i più visitati, con un’affluenza di oltre4200 persone, la maggior parte delle quali facenti partedi scolaresche, che hanno potuto “toccare” la plastica davicino.PlasticsEurope Italia ha, inoltre, partecipato, insieme aFederchimica, alla manifestazione a carattere scientificoBergamo Scienza, dal 1° al 21 ottobre 2007. Lo spaziodedicato alle plastiche è stato realizzato, all’internodell’Istituto Giulio Natta, da studenti e docenti dell’Istitutostesso. La manifestazione ha registrato nel complesso75000 presenze in tre settimane, di cui oltre un migliaiohanno visitato lo spazio dedicato alle plastiche.PlasticsEurope Italia ha proseguito, anche nel 2007, lasponsorizzazione della sezione permanente sulle mate-rie plastiche al Museo della Scienza e della Tecnologia diMilano. La sezione ripercorre, tramite l’esposizione dioggetti particolarmente significativi e pannelli esplicativi,le tappe più importanti dello sviluppo delle materie pla-stiche, dando particolare risalto anche alla figura del PremioNobel italiano per la chimica, e inventore del polipropile-ne, Prof. Giulio Natta. L’Associazione ha partecipato all’iniziativa del Museo del-la Scienza e della Tecnologia per promuovere la scienzatra i ragazzi, con un proprio stand dedicato a “Plastica,Energia e Ambiente”, dal 15 al 18 maggio 2007. Lo standè stato visitato da 330 studenti, particolarmente incurio-siti dall’argomento, che hanno realizzato innumerevoliesperimenti.Nel 2007 è proseguita la Campagna “Hey! Sono unPolimero!” per fidelizzare ed approfondire i rapporti giàavviati, cercando di raggiungere nuovi contatti. La

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Campagna ha voluto umanizzare l’immagine della plasti-ca, divertendo, incuriosendo e coinvolgendo emozional-mente i giovani, target di riferimento, attraverso i due pro-tagonisti: Poly Mary e Polimerlino.

È proseguito il coordinamento con PlasticsEurope.Nell’ambito delle attività di comunicazione, l’Associazioneha organizzato un convegno, in collaborazione con ilPolitecnico di Milano, dal titolo “2030 la società prossimaventura – Il ruolo della plastica”, per presentare a docen-ti, studenti, giornalisti e rappresentanti dell’industria lo stu-dio in oggetto attraverso la voce di chi lo ha realizzato,Ray Hammond, futurologo di grande fama. L’iniziativa èstata abbinata ad una mostra, “Plastica e futuro sosteni-bile”, sulla sostenibilità delle materie plastiche. Nel corsodell’evento sono, inoltre, state consegnate tre borse di

studio a giovani, neo laureati del Politecnico. Erano pre-senti 160 partecipanti di cui 20 giornalisti. Nel corso dell’anno, sono stati realizzati leaflet promo-zionali e divulgativi, rivolti ad un pubblico generico, in 6diverse lingue (francese, inglese, italiano, polacco, spa-gnolo e tedesco), su Arte e Design, Edilizia e Architettura,Protezione del Clima, Salute, Sport e Tempo Libero,Imballaggio, Protezione, insieme ad un leaflet istituziona-le su PlasticsEurope.

È proseguito il coordinamento di PlasticsEurope Italia delMediterranean Cluster che comprende Bulgaria, Cipro,Croazia, Grecia, Malta, Romania e Turchia. Sono stati atti-vati 6 Gruppi di Lavoro per seguire tematiche specifichedi interesse per l’Industria delle materie plastiche nelCluster.

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FERTILIZZANTI

Una caratteristica del terzo millennio che non ha avutoeguali nei secoli precedenti è che quei cambiamenti, chefino al secolo scorso venivano definiti epocali e si svilup-pavano a volte nell’arco di generazioni, avvengono inve-ce ora in modo repentino e per certi versi incontrollato.La cosa è evidente nello sviluppo delle tecnologie, nei ciclieconomici ma anche nei comportamenti delle popola-zioni. Ci si riferisce qui in particolare alla domanda di der-rate alimentari da parte di quelle popolazioni che si stan-no affacciando ad un nuovo livello di benessere dovutoallo sviluppo che stanno vivendo. La richiesta in partico-lar modo di cereali negli ultimi tempi è cresciuta in manie-ra esponenziale e ha fatto sì che le scorte strategiche deiPaesi sviluppati, USA e Unione Europea in testa, già ridot-te ai minimi termini, si siano praticamente azzerate. A ciò si aggiunge anche la spinta mondiale alla produ-zione di biomassa a fini energetici e come biocarburantiche sottrae superfici alla produzione di colture alimenta-ri (feed e food); si stima che solo nell’Unione Europea daqui al 2020 verrà convertito a colture per biocarburantialmeno il 25% della superficie agricola (circa 104 milionidi ettari) per raggiungere il target prefissato del 20% delquantitativo totale di carburanti immessi sul mercato. Daqui si è innescata una crescente domanda che ha fattolievitare i prezzi internazionali dei cereali e di tutti i mezzitecnici necessari per produrli: sementi, fertilizzanti, agro-farmaci ed energia.

Nel 2007 i fertilizzanti hanno vissuto un periodo di ten-

sione dei prezzi a livello internazionale. Ciò è stato dovu-to al fatto che il mercato dei fertilizzanti è caratterizzatoda un’offerta poco elastica e sconta l’impossibilità da par-te della produzione di rispondere in tempi brevi alle accre-sciute richieste. Nonostante ciò possa sembrare banale,non è facile però spiegare, soprattutto agli agricoltori,come mai i prezzi della maggior parte dei fertilizzanti sonoquasi raddoppiati negli ultimi mesi.

Da quando è cominciato a delinearsi lo scenario illustra-to i produttori hanno dovuto affrontare il perdurare e inalcuni casi l’acuirsi delle tensioni che in tutti i settori sisono manifestati a causa dell’aumento dei prezzi del-l’energia e delle materie prime. A livello mondiale il 48%dei fertilizzanti viene consumato in India, Cina e Sud estasiatico. L’Europa e il nostro Paese in particolare si sonotrovati quindi in difficoltà ad ottenere il prodotto da distri-buire a livello domestico. L’aumento dei prezzi e la crisidei mercati finanziari hanno messo in difficoltà gli opera-tori che si sono trovati ad esporsi molto più pesantementeper acquistare la materia prima necessaria alle produzio-ni o i carichi di prodotto finito importato. Occorre ricor-darsi infatti che molto più della metà dei fertilizzanti usatiin Italia è d’importazione e che la quasi totalità delle mate-rie prime utilizzate viene dall’estero.

Per quanto riguarda invece gli aspetti tecnico normativilegati alla commercializzazione dei fertilizzanti occorresegnalare che il numero dei fabbricanti di fertilizzanti

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regolarmente registrati al Ministero, che alla fine del 2006era di circa 500 aziende, alla fine del 2007 è diventatopari a circa 800 con un significativo incremento delleaziende produttrici di formulati specifici per l’agricolturabiologica.Intenso è stato il dibattito e il confronto con gli uffici delMinistero per definire il percorso delle procedure per latracciabilità dei prodotti che ha visto alla fine l’emanazio-ne di una circolare. Essa vuole andare nella direzione diaumentare la credibilità di tutta la filiera in quanto anchei fertilizzanti possono dimostrare la loro origine e le moda-lità di preparazione.

Sul fronte della domanda, trattandosi di mezzi tecnici ilcui impiego è fondamentalmente costante, anche conuna quotazione elevata, gli acquisti non sono stati ridot-ti. Tra prezzi dei raccolti interessanti per i quali valeva lapena massimizzare la resa (quantitativa e soprattutto qua-litativa) attraverso l’uso dei fertilizzanti e aumento dei prez-

zi di quest’ultimi, l’agricoltore si è trovato di fronte allascelta di bilanciare il meglio possibile il proprio compor-tamento. Il tutto complicato dal fatto che l’offerta si èmostrata scarsa e ha premiato chi è riuscito ad approv-vigionarsi in tempo.

È continuato il buon andamento del settore dei prodotticosiddetti specialistici grazie alla capacità degli operato-ri che già dagli scorsi anni si sono affacciati sui nuovi mer-cati emergenti.

Il problema della concorrenza sleale legata alla qualità deiprodotti di cui si è accennato anche gli anni scorsi conti-nua a rimanere nonostante l’inasprimento delle sanzionipreviste dal nuovo Decreto Legislativo di revisione delladisciplina dei fertilizzanti (D.Lgs 217/06). Su questo fron-te l’Associazione continua a vigilare e a richiamare i pro-pri aderenti ad un comportamento corretto e rispettosodelle regole di mercato.

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Se il 2006 aveva visto interrompersi (almeno nei livelli pro-duttivi) la lunga serie di risultati negativi che caratterizza-vano l’andamento del settore ormai dal 2000, il 2007 èstato nuovamente un anno difficile per l’industria italianadelle fibre man made influenzato da cali nella produzionecausati sia dalla chiusura di impianti sia dagli alti livelli deicosti di produzione che minano la competitività delle pro-duzioni italiane. I volumi prodotti dall’industria italiana sonocalati del 16.4% nel confronto con il 2006 mentre la ridu-zione del fatturato si è attestata su livelli più contenuti.Questa disparità tra valori e volumi prodotti, comune agran parte dei Paesi dell’Europa Occidentale e del NordAmerica, è il risultato di un processo, ormai in corso datempo, di riposizionamento competitivo su produzioni apiù alto contenuto tecnologico caratterizzate da elevatovalore aggiunto e volumi produttivi contenuti. Le previsioni per l’anno in corso restano molto caute.Persiste, infatti, un clima di forte instabilità dei mercati diriferimento che difficilmente si ridurrà nel corso dell’anno.La concorrenza asiatica, resa forte dai bassi prezzi di pro-duzione, impedisce alle aziende italiane ed europee il tra-sferimento dei costi di produzione. L’industria italiana del-le fibre chimiche si trova perciò schiacciata tra gli alti prez-zi delle materie prime (aumentate in media del 5% nel solo2007) e dell’energia (che le industrie italiane pagano finoal 40% in più rispetto ai principali concorrenti europei) da

un lato e l’incapacità di trasferire tali aumenti sui prezzidei suoi prodotti finiti dall’altro. L’industria europea del tessile/abbigliamento resta il prin-cipale mercato di sbocco per le fibre italiane. Da nume-rosi anni la concorrenza proveniente dai Paesi emergen-ti pone in grande difficoltà questo settore che per primoha subito gli effetti della globalizzazione. In questo diffici-le scenario l’industria italiana del tessile/abbigliamento hamostrato alcuni segnali positivi nel 2007. La produzionerealizzata in Italia è aumentata del 2.9% rispetto al 2006mentre le esportazioni sono cresciute del 3.9%. Purtroppoquesto andamento non è confermato dai risultati che sisono registrati nei primi mesi del 2008 che hanno vistouna brusca frenata del tessile/abbigliamento e che lascia-no presagire un risultato ben al di sotto delle performan-ce fatte registrare negli ultimi anni. Per quanto riguarda ilmercato a monte, il tessile, che rappresenta la domandaper l’industria delle fibre sintetiche e artificiali, per il 2008è ancora più cupo. Si prevede, infatti, una stagnazione esi stima una perdita del fatturato dello 0.5% per ogni pun-to di svalutazione permanente del Dollaro rispetto all’Euro. Sfavorite dalla forza dell’Euro e schiacciate da una con-correnza asimmetrica proveniente dai Paesi asiatici nume-rose industrie tessili e di abbigliamento de-localizzano leloro produzioni al di fuori dell’Italia (nel 2007 il 6.6% del-le imprese italiane di questo settore ha delocalizzato la

FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE

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produzione). Le industrie di fibre si trovano perciò ad affron-tare uno scenario dal lato della domanda complesso e incostante riduzione. Le decisioni di delocalizzazione dellaproduzione da parte dei settori clienti rappresentano unduplice problema: in primo luogo le imprese italiane difibre registrano una riduzione della domanda a cui siaggiunge una perdita di importanti partner commercialiper lo sviluppo di nuovi prodotti.Il cambio sfavorevole alle nostre produzioni fa sentire ilsuo peso sugli scambi commerciali internazionali di fibrerendendo negativa la variazione dei valori esportati nel2007 (-8.1% rispetto al 2006). Questo dato è frutto di duetendenze distinte a seconda che si considerino le espor-tazioni intra o extra UE. Se si considerano, infatti, le espor-tazioni extra UE, che risentono delle tensioni sui tassi dicambio, il calo è netto (-19.6% rispetto al 2006), mentrela riduzione è più contenuta per quanto concerne il mer-cato europeo (-2.6%). Tuttavia, non tutte le aree presen-tano trend in diminuzione: le esportazioni verso l’Europacentro orientale segnano, infatti, una robusta crescita(+10.6%) trainate soprattutto da Romania (+14.1%) eBulgaria (+21.5%). Nonostante una domanda interna stagnante, nel corsodell’ultimo anno le importazioni sono aumentate in valo-re del 2.2%. L’aumento delle importazioni, in controten-denza rispetto al trend registrato nei consumi interni difibre, evidenzia la perdita di quote di mercato da parte deiproduttori italiani a favore di quelli esteri. Si registra in par-ticolare un enorme flusso di merci in entrata provenientidai Paesi asiatici (+43.0% le importazioni in valore nel2007) che, potendo contare su bassi costi di manodo-pera e pressoché inesistenti limitazioni provenienti da nor-mative ambientali, praticano una concorrenza spietataspiazzando i produttori italiani.In questo contesto di grande difficoltà per le aziende pro-duttrici di fibre artificiali e sintetiche l’esigenza di un effet-

tivo recupero di competitività è sempre più stringente: l’in-dustria italiana sta cercando nuove sinergie attraversoaccorpamenti e joint venture, ma altrettanta importanzaviene dedicata alle iniziative di internazionalizzazione attra-verso investimenti produttivi e accordi in Paesi con unadomanda in crescita. Il futuro dell’industria italiana ed euro-pea è sempre più legato alla sua capacità di riposizionarsisui segmenti di maggior valore aggiunto e, parallelamen-te, sui più promettenti settori di applicazione, primo fratutti il tessile tecnico. A tal fine, risulta indispensabile chele imprese si trovino nelle condizioni favorevoli per inve-stire in ricerca e innovazione, unica via di uscita per con-trastare la concorrenza extra-europea che non è ancorain grado di competere con la qualità e le prestazioni garan-tite dalle produzioni occidentali di più alto livello. Allo scopo di sfruttare a pieno queste potenzialitàAssofibre Cirfs Italia ha promosso la nascita di unProgetto di ricerca settoriale fortemente innovativo deno-minato “Fibre Innovative per il Made in Italy”, in grado ditradursi in innovazioni di tipo radicale, risultato dell’in-crocio di tecnologie adatte ad applicazioni che, parten-do da quelle più tradizionali legate al tessile, sfoci neicomparti di utilizzo emergenti, come le applicazioni indu-striali, medicali, geotessili, ecc. Le imprese partecipan-ti al Progetto nel 2008 presenteranno una proposta all’in-terno dell’area “Nuove tecnologie per il Made in Italy”dell’iniziativa “Industria 2015” promossa dal Ministerodello Sviluppo Economico.Infine grande attenzione è riservata alle problematiche set-toriali sul fronte tecnico-normativo caratterizzato dall’en-trata in vigore del REACH. L’Associazione ha sempre svol-to un ruolo di assistenza e informazione alle imprese e diinterfaccia con le Istituzioni, nel corso dell’anno è statoistituito un gruppo di lavoro presso il Cirfs per aiutare iproduttori ad affrontare in modo coordinato le problema-tiche conseguenti a tale implementazione.

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L’industria italiana degli agrofarmaci, specialità per la curadelle colture agricole, rappresentata in Federchimica daAgrofarma, è un settore produttivo di dimensioni relativa-mente piccole (con circa 730 milioni di Euro rappresental’1.5% del fatturato globale dell’industria chimica italiana),ma il suo contributo alla produzione agricola e quindiall’economia nazionale è essenziale. In termini di merca-to degli agrofarmaci, l’Italia si colloca al sesto posto a livel-lo mondiale e al terzo in Europa, preceduto soltanto da

Francia e Germania. Le industrie del settore impieganocirca 3000 persone e il valore della produzione e degliinvestimenti per addetto è tra i più elevati nell’ambito delsettore chimico. L’industria degli agrofarmaci è una delleindustrie a più alto investimento in ricerca, si stima infat-ti che il 5% circa del fatturato complessivo del compartovenga investito in ricerca e sviluppo, valore confrontabilecon quello di settori conosciuti come research intensivecome l’industria farmaceutica.

AGROFARMACI

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Le imprese del comparto che aderiscono ad Agrofarmarappresentano il 95% del fatturato italiano e con l’ade-sione all’Associazione s’impegnano all’osservazione rigo-rosa di un severo Codice di Autodisciplina e alla sotto-scrizione di Responsible Care, programma volontario del-l’industria chimica finalizzato a migliorare le prestazionidelle imprese per la difesa della salute, la salvaguardiadella sicurezza e la tutela dell’ambiente.

Il mercato italiano degli agrofarmaci nel 2007 ha regi-strato un incremento del valore del 4% circa a fronte diuna diminuzione delle quantità vendute. Tale andamen-to è in perfetta linea con il trend degli ultimi 15 anni dovu-to ad una progressiva riduzione delle quantità di agro-farmaci utilizzate in campagna per effetto del migliora-mento delle formule chimiche attive. L’aumento del valo-re del mercato è giustificato dal trend inflazionistico e dalcostante miglioramento del mix che, a fronte di un piùbasso dosaggio di impiego, ha implicato un aumentodei prezzi unitari.

Le diverse famiglie di prodotti hanno presentato i seguen-ti andamenti.� Il segmento degli Erbicidi è il secondo per fatturato. Nel

2007 si è evidenziato un incremento del valore del mer-cato di questa classe di prodotti del 2.7%. Il continuoaumento delle colture ad alto utilizzo di erbicidi, comeil mais e altre colture industriali, spiega tale incremento.

� I Fungicidi sono la principale classe di prodotti per ilmercato italiano e presentano una diminuzione dellequantità vendute rispetto all’anno scorso di circa il 2%legata in larga misura alla diminuzione d’impiego deiprodotti a base di rame. La spiegazione probabile èl’introduzione di nuovi formulati che, mantenendo inal-terata l’efficacia, sono impiegabili in quantità inferiori.

� Il segmento degli Insetticidi è quello che fa registrare lamaggiore diminuzione per quanto riguarda le quantitàvendute (-5%) dovuta probabilmente al sempre mino-re impiego di prodotti ad alta dose di applicazione comegli oli minerali. Il mercato in valore presenta un aumen-to dell’1.5% circa. La classe degli insetticidi è quellache sta subendo e subirà maggiori perdite di prodottia causa dell’inasprimento delle normative.

� Il segmento Fumiganti/Nematocidi è in crescita siaper quanto riguarda i quantitativi che per il valore dimercato.

Il settore degli agrofarmaci sta attraversando un periododi grandi trasformazioni, avendo visto nel 2007 la discus-sione a livello di Parlamento e Consiglio Europeo di due

importanti normative. L’obiettivo della CommissioneEuropea, che si inserisce all’interno del VI programmaquadro per l’ambiente, è quello di ridurre ulteriormentel’impatto degli agrofarmaci sulla salute umana e sull’am-biente. A tal fine è stata presentata una proposta di revi-sione della Direttiva 91/414 che attualmente norma l’im-missione in commercio degli agrofarmaci e della Direttivaper un uso sostenibile degli agrofarmaci con l’obiettivo dinormare la fase dell’uso degli agrofarmaci a valle del pro-cesso registrativo. Agrofarma, in stretta collaborazionecon ECPA (European Crop Protection Association) a cuiaderisce, si è mossa ormai da tempo e continuerà a lavo-rare intervenendo in tutte le sedi istituzionali richiedendosoluzioni legislative che siano in linea con le esigenzedell’Industria e di tutta la filiera agricola.

L’industria degli agrofarmaci si impegna costantemen-te a diffondere una gestione responsabile e professio-nale dei propri prodotti al fine di garantire la sicurezzadell’ambiente, del consumatore e dell’operatore pro-fessionale.

Oltre alle attività messe in atto dalle singole imprese asso-ciate, Agrofarma è stata coinvolta in un progetto cofi-nanziato dall’Associazione europea ECPA e dallaCommissione Europea. Tale progetto (TOPPS: Train theOperator to Prevent Pollution from Point Sources), si ponel’obiettivo di ridurre l’inquinamento puntiforme delle acquediffondendo presso gli agricoltori le migliori pratiche esi-stenti in termini di gestione delle fasi di stoccaggio deiprodotti, riempimento e lavaggio delle macchine irroratri-ci, smaltimento degli imballaggi e dei residui di trattamenti.

Anche per il 2007 l’Italia è risultata in netto vantaggiorispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda la limi-tata presenza di residui di agrofarmaci sulla frutta e ver-dura. Agrofarma si impegna ormai da anni per comuni-care al consumatore la sicurezza dei prodotti agricoli chearrivano sulle tavole italiane. Come gli anni precedenti èstata svolta la campagna, in collaborazione con Intesadei Consumatori e Coldiretti, “Mangia più sicuro”.L’obiettivo della stessa era quello di verificare il rispettodei limiti di legge di presenza di residui di agrofarmaci sufrutta e verdura. Nella campagna di comunicazione è sta-ta fondamentale anche la diffusione del termine “agrofar-maco” per identificare i prodotti chimici per la difesa del-le colture, che è sempre più utilizzato all’interno della filie-ra e nel mondo scientifico lasciando sempre meno spa-zio alla parola “pesticidi” che nell’immaginario comunecomporta una connotazione fortemente negativa.

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Il settore degli agrofarmaci, come molti altri, è soggettoalla sempre maggiore diffusione di prodotti contraffatti.Nel 2007 si stima che il valore complessivo di furti, con-traffazioni e importazioni illegali di agrofarmaci sia pari acirca il 4% del mercato totale. Tale fenomeno, in conti-nua crescita, porta con sé numerosi elementi di rischioper la collettività, per l’agricoltore e per il consumatore.Al fine di ridurre il fenomeno, Agrofarma ha lanciato anchequest’anno la campagna “Stop agli agrofarmaci illega-li” con l’obiettivo, in stretta collaborazione con leOrganizzazioni dei Distributori agricoli, le Confederazioniagricole e le Forze dell’Ordine, di sensibilizzare gli ope-

ratori sui rischi legati all’uso di tali prodotti. In particola-re, la campagna ha previsto nel 2007 il lancio del “nume-ro verde” dove poter segnalare fenomeni riconducibiliad un mercato illegale di agrofarmaci.

Agrofarma è stata coinvolta anche in un progetto lan-ciato dall’Associazione europea ECPA per migliorare la protezione dell’operatore usando in modo adeguato le protezioni individuali. La realizzazione di questo pro-getto vedrà Agrofarma impegnata nella formazione degli operatori professionali in collaborazione conConfagricoltura.

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Il comparto italiano dei principi attivi farmaceutici è tra ipiù importanti a livello mondiale, rappresentando il 10%della produzione totale, ed è storicamente leader per quan-to riguarda la qualità della sua produzione. Proprio gra-zie alla riconosciuta qualità del prodotto e alle tecnologieimpiegate ha saputo imporsi su mercati estremamenteseveri e controllati come quello americano, sottopostoalle rigorose regole dell’FDA, così come sul mercato euro-peo e giapponese. Il 2007 ha fatto registrare un fattura-to complessivo pari a 3.1 miliardi di Euro. Oltre l’85% del-la produzione è stato esportato: il 39% del totale versogli Stati Uniti, il 35% in Europa, il 17% in Giappone. Il settore si trova da alcuni anni in una difficile situazioneper la concorrenza di India e Cina, che fruiscono di van-taggi economici e legislativi che consentono loro di forni-re prodotti a prezzi difficilmente praticabili per i produtto-ri italiani ed europei. I loro vantaggi riguardano il costo del lavoro, minori vincoli ambientali, incentivi governativiall’export, nonché limitate ispezioni ai siti produttivi perverificare la conformità alle GMP (Good ManufacturingPractices), così come definite dalla linea guida interna-zionale ICH Q7A.

Aschimfarma, che all’interno di Federchimica rappre-senta i produttori italiani di principi attivi e intermedi perl’industria farmaceutica, ha proseguito nell’intraprende-re iniziative finalizzate a mantenere la leadership quali-tativa del settore e consentire una competizione “a pari-tà di condizioni”, in particolare per quanto concerne ilregulatory. Aschimfarma dal 2004 al 2006 ha realizzatotre edizioni di Bulk@Italy e nel 2007 ha organizzato l’APIsEurope, che ha avuto luogo a Stresa dal 5 al 7 ottobre.L’evento, come i precedenti Bulk@Italy, si è confermato

un qualificato luogo di incontro dei produttori di APIs conla loro migliore clientela internazionale.

Aschimfarma ha inoltre presidiato, d’intesa con la DirezioneCentrale Relazioni Istituzionali di Federchimica, le sedi ovevengono discusse e avviate azioni di interesse del setto-re a livello europeo e nazionale.

Dopo l’approvazione della Dichiarazione Scritta sui prin-cipi attivi farmaceutici, l’11 luglio 2007 è stata presen-tata al Consiglio Europeo una Interrogazione Scritta intema di “Prodotti Cinesi Contraffatti Importati” nella qua-le si chiedeva una forte azione di controllo sui prodotticinesi immessi nel mercato europeo e misure a difesadella salute dei consumatori minacciata dall’uso di prodotti la cui qualità non corrisponde agli standard richiesti ai prodotti europei. Nell’Interrogazione si chie-deva esplicitamente alla Commissione di dare seguitoai contenuti della Dichiarazione Scritta approvata dalParlamento Europeo.Il Presidente di Aschimfarma ha effettuato incontri pres-so la Commissione Europea per sollecitare l’implemen-tazione dei contenuti della Dichiarazione Scritta. A questiincontri, condotti d’intesa con l’EFCG-European FineChemicals Group (Cefic), sono seguite azioni di sensibi-lizzazione nei confronti dei Commissari, supportate dallanecessaria documentazione. Al riguardo particolare evi-denza è stata data ad alcuni recenti avvenimenti, la cuigravità dovrebbe indurre ad attuare i contenuti dellaDichiarazione Scritta sui principi attivi farmaceutici: ispe-zioni obbligatorie e tracciabilità.� Indagine condotta dal New York Times al CPhI di Milano,

la più importante fiera internazionale del settore, che

PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA

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ha avuto luogo il 2-4 ottobre 2007. I risultati dell’inda-gine sono stati pubblicati il 31 ottobre 2007 con un arti-colo dal titolo “Chemicals flow unchecked from Chinato drug market”, accompagnata dal video “China’sunwatched drug makers”. Nell’articolo si riporta che alCPhI erano presenti numerosi fornitori cinesi sottoinchiesta per contraffazione, mai certificati dalla Foodand Drug Administration, che operavano sui mercatioccidentali. Al riguardo il TG1 ha richiesto un’intervistaal Presidente di Aschimfarma che è stata trasmessa il31 ottobre 2007 nell’edizione delle ore 20. È stato pos-sibile in tale occasione evidenziare alcune problemati-che relative ai principi attivi farmaceutici.

� Warning letter dell’FDA (31 ottobre 2007) ad un’azien-da cinese, che risultava non conoscere quanto richie-sto dalle GMP. L’azienda cinese però disponeva di unCEP (Certificate European Pharmacopeia) rilasciatodall’Emea per gli stessi prodotti per i quali aveva rice-vuto la Warning Letter dall’FDA , e quindi vendeva inEuropa.

� L’articolo del New York Times pubblicato il 17 dicem-bre 2007 dal titolo “Counterfeit drugs’ path eased byfree trade zones”. Nell’articolo si evidenziano i percor-si dei prodotti farmaceutici contraffatti che dalla Cinaattraverso i Paesi del Golfo Persico entrano nei mer-cati dei paesi Occidentali.

� L’articolo del New York Times del 29 febbraio 2008“Blood thinner might be tied to more deaths”, che ripor-ta le conseguenze dell’uso di eparina contaminata diprovenienza cinese, che ha causato negli Stati Unitinumerose vittime e reazioni avverse in centinaia dipazienti. Questa situazione ha provocato allarme anchein Europa, con il ritiro del farmaco in Germania per l’evi-denza di alcune reazioni avverse, e un’attenta osser-vazione da parte delle Agenzie del Farmaco negli altriPaesi europei.

La Commissione Europea, preso atto del pericolo deri-vante dall’immissione sul mercato di principi attivi farma-ceutici che, per la mancanza degli standard qualitativirichiesti, possono arrecare danni alla salute dei cittadini,ha ritenuto opportuno avviare agli inizi di aprile 2008 un’ini-ziativa denominata “Public consultation in preparation ofa legal proposal to combat counterfeit medicines forhuman use – Key ideas for better protection of patientsagainst the risk of counterfeit medicines”. L’indirizzo inter-net di riferimento è: http://ec.europa.eu/enterprise/phar-maceuticals/ pharmacos/new.htm. I risultati della con-sultazione potrebbero portare a una modifica della legi-slazione vigente per introdurre misure, che possano meglio

garantire la salute pubblica, quali quelle contenute nellaDichiarazione Scritta.

Il Consiglio dei Ministri italiano nella riunione del 29novembre 2007, su proposta del Ministro per le PoliticheEuropee e del Ministro della Salute, ha approvato unDecreto Legislativo che modifica la normativa che hadato attuazione alla Direttiva 2001/83, ossia il DecretoLegislativo n. 219 del 2006, relativo a un codice comu-nitario sui medicinali per uso umano. L’intervento cor-rettivo si è reso necessario a seguito di procedure diinfrazione, nonché per adeguare il codice alle recentiinnovazioni in tema di vendita al pubblico di prodottimedicinali. Il Decreto di modifica approvato conferma ilprincipio espresso all’art. 54 (richiesta di un CertificatoGMP per gli API importati), rimandando però la sua attua-zione al 1° gennaio 2009. Va evidenziato che se i con-tenuti dell’articolo 54 non dovessero entrare in vigore,come previsto, dal 1° gennaio 2009, si avrebbe comeconseguenza una definitiva crisi del settore dei principiattivi farmaceutici.

Aschimfarma, consapevole che la formazione è una levastrategica di sviluppo per le imprese e che la crescita cul-turale delle risorse umane è un fattore essenziale peraumentare la competitività, ha proseguito anche nel 2007a realizzare corsi di formazione su varie tematiche di diret-to interesse delle imprese del settore, che hanno rispo-sto con entusiasmo e soddisfazione all’iniziativa.Aschimfarma è presente alle principali fiere di settore conun’area Italia o uno stand associativo. Al CPhI di Milano(2-4 ottobre 2007) lo stand dell’Associazione è stato fre-quentato da molte imprese aderenti per i propri incontridi business. Nel corso del 2008 Aschimfarma è stata pre-sente all’Informex (29 gennaio - 1 febbraio 2008, NewOrleans-LA), al CPhI Japan (9-11 aprile 2008-Tokyo) edispone al CPhI China (24-26 giugno 2008, Shanghai) diuno stand presso l’area Italia organizzata dall’ICE e inol-tre parteciperà con uno stand istituzionale al CPhIWorldwide (30 settembre - 2 ottobre 2008, Francoforte).L’intensa attività di marketing associativo, facendo levasugli evidenti successi conseguiti, senza dubbio grazieanche all’appartenenza al Sistema Federchimica, ha convinto anche nel 2007 molte imprese ad aderireall’Associazione.

Grande attenzione è stata dedicata anche alla gestionedelle relazioni istituzionali con l’Agenzia italiana del far-maco. Di particolare importanza l’avvio, agli inizi di aprile2008, di un Tavolo Tecnico AIFA-Aschimfarma per affron-

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tare costruttivamente le problematiche regolatorie con lequali i produttori di API si devono confrontare.

Le Commissioni Marketing, HSE, e Qualità hanno conti-nuato con regolarità le loro riunioni, che hanno consenti-

to, oltre ad un’attività istituzionale di aggiornamento sul-le rispettive tematiche di competenza, di realizzare ancheiniziative specifiche. Al riguardo si evidenzia che nell’am-bito delle Commissioni sono stati realizzati Quaderni su argomenti di particolare interesse per il settore.

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Additivi e ausiliari, chimica fine e specialità per l’industriaGli additivi e ausiliari sono utilizzati congiuntamente perottimizzare le caratteristiche del prodotto finito e per miglio-rarne la lavorabilità nei diversi processi downstream. Lagamma è estremamente vasta, sia per funzioni svolte,sia per tipologia di prodotti chimici impiegati: per que-sto additivi e ausiliari si considerano specialty. Il settoreinclude anche i prodotti della chimica fine ottenuti pre-valentemente per sintesi. Tale industria rappresenta quin-di settori le cui produzioni, di sintesi e di formulazione,a specifica o a comportamento, sono destinate sia all’in-dustria chimica stessa, sia ai settori a valle. I principalisegmenti di mercato, nelle rispettive filiere, sono posi-zionati su più livelli intermedi.

L’Europa Occidentale rappresenta il principale partnercommerciale con riferimento sia all’export, sia all’im-port. Esportazioni rilevanti riguardano anche il NordAmerica e l’Estremo Oriente. La presenza di imprese acapitale estero sul mercato italiano, attraverso unità pro-duttive o uffici commerciali/distributori, è forte. Alcunisettori tipici del Made in Italy vedono, inoltre, la presenzadi numerose imprese italiane. Il livello di specializzazio-ne è piuttosto elevato soprattutto perché sono moltis-sime le tipologie di prodotti chimici che costituiscono lavasta gamma degli additivi specialty. In ogni singolo seg-mento di mercato generalmente un numero ristretto diimprese rappresenta una quota di mercato rilevante.Tale consolidamento dell’offerta è da porre in relazioneall’esigenza degli utilizzatori di poter fare riferimento aun fornitore che disponga di una gamma quanto piùampia possibile di prodotti. Il settore si posiziona, infat-ti, all’inizio della catena del valore aggiunto delle princi-pali filiere del Made in Italy, che da sempre sono carat-terizzate da produzioni di qualità e dalle spiccate pre-stazioni. La concorrenza da parte di distributori checommercializzano soprattutto prodotti provenienti dalFar East, in aumento, riguarda prevalentemente prodotti

“consolidati“. Tale situazione genera comunque turba-tive sui prezzi.

La crescita dei vari comparti nel 2007 è stata fortemen-te condizionata dall’andamento dei settori a valle, tutta-via, anche dove si sono registrati andamenti positivi, lacrescita permane su livelli inferiori rispetto alla mediaeuropea. Questo significa che, in un contesto in cui lavaluta e le quotazioni del petrolio sono omogenee, l’in-dustria italiana fatica ad avvantaggiarsi pienamente delprocesso di internazionalizzazione avviato verso i Paesiemergenti. Le condizioni per consolidare accordi e svi-luppi produttivi in tali aree permangono, nonostante alcu-ne variabili politiche e sociali come la riduzione degliincentivi sulle esportazioni, la politica ambientale piùrestrittiva e attenta, l’inferiore livello di produttività dellamanodopera.Il costo in costante aumento di materie prime ed energiacomporta la necessità di adeguare i prezzi ma spesso ciònon è possibile, specialmente nei casi in cui le merci sonodirette verso l’area del dollaro. La situazione congiuntu-rale nel 2008 presenta, inoltre, segnali di ripresa delladomanda che risultano più deboli rispetto al 2007. Tra le difficoltà si segnala anche la crescente “commodi-tizzazione” dei prodotti di chimica fine e specialistica. Inparticolare, la domanda di certe specialità sta crollando,mentre per altre i consumi finali nelle quantità sembranoinvariati, mentre i margini risultano in diminuzione. D’altrocanto, in Europa vi sono alcune produzioni i cui volumisembrano non essere sufficienti a soddisfare i quantitati-vi richiesti dal mercato. La forte concorrenza dei mercati emergenti e la loro cre-scente produzione anche di chimica fine e specialistica,oggi più che mai richiede un intervento deciso attraversol’impegno sul fronte della ricerca e innovazione.L’attenzione in questo senso viene rivolta, soprattutto, aquelle aree ad alto potenziale come le biotecnologie, lenanotecnologie, la chimica della catalisi e la chimica degliintermedi ad elevato valore aggiunto. Forti investimenti

CHIMICA FINE E DELLE SPECIALITÀ

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sono necessari anche per far fronte agli adempimenti nor-mativi imposti a livello sia italiano, sia europeo.

Le principali azioni dei Gruppi di riferimento di AISPECsono state realizzate in collaborazione con le rispettivefiliere. � REACH “Scenari Espositivi”

Dopo l’esperienza fatta nella filiera della carta, insie-me ad Assocarta, si sono avviate le riunioni focaliz-zate al settore tessile. Attualmente si stanno formalizzando e standardizzan-do i processi industriali, traendo fondamento dalle BAT(Best Available Techniques) e dal sostegno di SistemaModa Italia, insieme all’Associazione Tessile e Salute.È in fase di definizione lo stesso tipo di attività per quan-to riguarda la filiera del cuoio. È in fase di realizzazio-ne un lavoro di approfondimento sugli “Scenari espo-sitivi REACH – Filiera delle Materie Plastiche” che haprevisto e prevede diversi momenti di incontro con glioperatori della filiera. Tale attività avviene in collabora-zione con PlasticsEurope Italia, Centro InformazionePVC, Federazione Gommaplastica.

� Progetto UNITEX – ISPELS: banca dati e marchioSi tratta di una collaborazione tra il Gruppo,Associazione Tessile e Salute e UNITEX per la predi-

sposizione di unabanca dati.Partendo dagli ele-menti forniti dalleimprese associate(schede di sicurez-za), si integra con idati forniti dalleaziende tessili sugliutilizzi/esposizioniche il settore appli-cativo prevede perquelle sostanze. In ambito REACH

significa anche ottenere un fondamentale contributoper la costruzione degli scenari espositivi relativi alsettore tessile.

� “Requisiti di sicurezza nel tessile” (UNITEX)Sono iniziati i lavori in ambito UNITEX per di definireuna norma volontaria per la sicurezza nel tessile.L’attività va seguita per sensibilizzare sull’importanzache rappresenta, per la sicurezza dei consumatori, uncorretto utilizzo delle sostanze chimiche da parte deidownstream user. Anche questa attività risulta strate-gica in prospettiva REACH.

� Pubblicazione “Il Regolamento REACH implementa-zione nella filiera delle materie plastiche”Il documento fornisce un’interpretazione del Rego-lamento REACH finalizzata al particolare settore.Descrive per sommi capi obblighi, adempimenti e buone norme, previsti o conseguenti all’applicazionedel REACH.

� Progetti Comunicazione ImmagineÈ stata pubblicata una brochure avente come ogget-to il ruolo degli additivi e ausiliari nella vita quotidiana esi stanno valutando i possibili eventi in cui distribuirla.L’obiettivo è di creare un momento “interattivo” in cuimostrare agli studenti laboratori ed esperimenti sullachimica dei settori di riferimento. Un primo evento èBergamo Scienza, previsto per ottobre, e gli esperi-menti saranno preparati dall’Istituto Natta in collabo-razione con alcune imprese associate. Un ulteriore pro-getto è finalizzato alla sensibilizzazione del pubblico sulvalore intrinseco delle materie plastiche, in termini siaeconomici, sia ambientali. Gli attori coinvolti in questoprogetto sono PlasticsEurope Italia, FederazioneGommaplastica e ASSOCOMAPLAST.

� Tanning Tech 2007 - Chemspec 2008I Gruppi hanno previsto una presenza a tali manife-stazioni con un piccolo stand finalizzato a fornire unappoggio logistico alle imprese intenzionate a parte-cipare al fine di arricchire le proprie opportunità dimercato.

� “Task Force Organostannici”Il Gruppo di Lavoro è stato costituito per seguire atten-tamente quanto in discussione presso la CommissioneEuropea a proposito di tali composti. In seguito ad unrapporto della RPA (Risk and Policy Analists), societàdi consulenza che esegue i risk assessment per con-to dell’Unione Europea, si è concretizzato il rischio dimessa al bando di due importantissimi stabilizzanti per PVC: DOT e DBT. La Task Force comprende rap-presentanti del Gruppo, insieme a rappresentanti diFederazione Gomma Plastica, PlasticsEurope Italia,AVISA e della Direzione Centrale Tecnico-Scientifica diFederchimica.

� Innovazione tecnologica per il Made in ItalyImportante è stato il lavoro svolto in tale ambito daAISPEC insieme al Ministero dello Sviluppo Economico.Il risultato è all’interno del bando Nuove Tecnologie peril Made in Italy, che include diversi temi di ricerca dedi-cati alla chimica delle formulazioni. I Gruppi hanno lavo-rato concentrandosi proprio sulla chimica delle formu-lazioni, che oggi più che mai deve essere consideratauna scienza. L’Associazione ha messo a disposizione

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la convenzione Federchimica-CNR e un esperto in R&Sche effettua screening continuo sulle attività di ricercae sviluppo delle imprese di AISPEC e del CNR. È Infase di elaborazione un progetto sull’innovazione diampio respiro, che prevede lo sviluppo di proposte fina-lizzate a soddisfare il bisogno di innovare che l’indu-stria italiana presenta e percepisce, ma la cui “gestio-ne manageriale”, come emerso in un’indagine cono-scitiva e dalle recenti interviste, risulta poco diffusa. Ilprogetto prevede tre principali azioni, ovvero l’orga-nizzazione della giornata annuale della chimica fine edelle specialità, in collaborazione con il CNR, la valu-tazione e l’eventuale miglioramento di una banca daticondivisa con il CNR sui progetti di ricerca in campo,l’organizzazione di un master sulla gestione manage-riale dell’innovazione.

Additivi e ausiliari per la detergenzaIl settore della detergenza è rappresentato dai prodot-ti di largo consumo, il cui ingrediente principale e fun-zionale è costituito dal tensioattivo. I tensioattivi scioltiin acqua abbassano la tensione superficiale grazie allaloro caratteristica di essere costituiti da una parte idro-fila (testa polare) e una lipofila (coda apolare). La partelipofila può essere sia di origine naturale, animale o vege-tale, sia di origine petrolchimica. I tensioattivi per le loroproprietà chimiche-fisiche vengono impiegati non solocome detergenti veri e propri ma anche come disper-denti, emulsionanti, inibenti, schiumogeni o antischiu-ma, solubilizzanti e pertanto trovano impiego in diversiambiti, quello domestico, quello personale e quelli isti-tuzionali o industriali.

Il comparto è rappresentato da aziende di piccole emedie dimensioni con il supporto e il coinvolgimento dialcune imprese multinazionali, che soprattutto nell’ulti-mo anno – con l’ingresso del settore P.I.T.I.O. nel Gruppoadditivi e ausiliari per la detergenza, polimerizzazione etensioattivi di AISPEC – hanno contribuito a rafforzarela rappresentatività e l’operatività delle nostre impresea livello nazionale, europeo e internazionale. Questoaspetto è di particolare rilevanza con l’entrata in vigoree l’implementazione del Regolamento europeo REACH,che prevede un oneroso dispendio di energie sia dicarattere monetario, sia in termini di risorse umane.Risulta pertanto molto importante conoscere e divul-gare le attività svolte dall’Associazione europea, CESIO.Al fine di fornire aggiornamenti sulle attività svolte dalCESIO è stata organizzata una giornata specifica cheè risultata di particolare interesse dal momento che ha

messo in luce la difficoltà di identificare in modo univo-co i diversi tensioattivi che dovranno essere registratisecondo il REACH.

Nel Gruppo sono presenti anche alcune imprese appar-tenenti al settore oleochimico, che utilizzano come mate-rie prime sostanze di origine animale (sego bovino, strut-to suino) o oli vegetali come l’olio di palma. Queste impre-se sono particolarmente colpite dall’attuale normativaeuropea sulle fonti rinnovabili che considera queste sostan-ze biomasse impiegate per produrre energia a scapito diutilizzi alternativi come i prodotti ecosostenibili destinatialle svariate filiere della detergenza, della cosmetica, del-la farmaceutica, ecc.

Complessivamente il fatturato annuo del comparto si atte-sta intorno a 370 milioni di Euro; il settore si trova parti-colarmente schiacciato tra l’aumento del costo delle mate-rie prime (derivati dal petrolio, etilene, olio di palma e sego)e il potere contrattuale della grande distribuzione che, alcontrario, applica politiche di riduzione dei prezzi verso iclienti. Il settore difende con difficoltà la sua posizioneattraverso lo sviluppo di prodotti di nicchia o sfruttandole economie di scala in un contesto di forte concorrenzainternazionale.

Materie prime per l’industria cosmeticaIl settore dei cosmetici, con un fatturato pari a 8.1 miliar-di di Euro nel 2007 e in costante crescita, ha un pesoimportante nel mercato italiano. I prodotti cosmeticiappartengono, infatti, ai quei prodotti di largo consumoche, insieme ai prodotti per la casa, sono ampiamentediffusi in tutto il mondo e quotidianamente utilizzati. Ilcosmetico in realtà nasce dalla combinazione abile eaccurata di diverse sostanze chimiche o meglio mate-rie prime che contribuiscono a conferire ad un deter-minato prodotto, sia esso un sapone, un bagnoschiu-ma, una crema o un colorante per capelli, particolaricaratteristiche (sicurezza, profumazione gradevolezzaal tatto, ecc.) e funzionalità (efficacia, ecc.). Oltre all’ac-qua, che costituisce gran parte della formulazione di unprodotto cosmetico, esistono diverse altre sostanzeestremamente differenziate per origine, caratteristiche,proprietà chimico-fisiche e processi produttivi, moltedelle quali trovano inoltre impiego non solo nel settorecosmetico, ma anche in quello alimentare e farmaceu-tico. Gli ingredienti cosmetici possono essere suddivi-si nelle principali seguenti categorie: coloranti, emol-lienti (sostanze grasse), estratti naturali, filtri solari, prin-cipi funzionali, tensioattivi, fragranze.

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Il settore delle materie prime cosmetiche, rappresentatoin Federchimica dal Gruppo Mapic di AISPEC, è costitui-to da imprese di piccole-medie dimensioni che produco-no e distribuiscono, a cui si affiancano alcune multina-zionali e altre società che svolgono servizi per il settorecosmetico e farmaceutico. Il fatturato annuo del compartosi attesta intorno ai 240 milioni di Euro.

Molte sono state le attività che hanno visto impegnato ilGruppo e molti sono stati i documenti realizzati per tute-lare il settore, per comunicare ad ampio raggio le attivitàsvolte, per stimolare la partecipazione sia delle impreseassociate, sia di enti/organizzazioni nazionali ed europeiche operano nella cosmetica. In primis il Regolamento REACH, che riguarda tutte le filie-re industriali che utilizzano sostanze chimiche con la solaeccezione di alcuni settori che hanno già delle normativedi riferimento. Gli ingredienti cosmetici che sono sostan-ze chimiche, ricadono, pertanto, sotto questa normativae, di conseguenza, i produttori e importatori di tali sostan-ze saranno coinvolti in tutti gli step che la norma preve-de, pre-registrazione delle sostanze phase-in, registra-zione, relazione sulla sicurezza chimica ecc. Al fine di aiu-tare le imprese nell’implementazione di questa comples-sa e onerosa norma sono state redatte lettere, organiz-zati incontri con l’Associazione dei produttori di cosme-tici finiti, Unipro, e realizzata insieme all’Associazione euro-pea, EFfCI, una linea guida che tratti in maniera specificaalcune sostanze d’interesse per il settore come quelle diorigine naturale.

Il settore si trova però direttamente coinvolto anche conla proposta di Regolamento sui prodotti cosmetici, adot-tata dalla Commissione lo scorso 5 febbraio, attualmen-te in discussione a livello del Parlamento e del ConsiglioEuropeo. L’attuale Direttiva 76/768/CEE sui prodotticosmetici si è trasformata in un insieme disordinato ditesti, spesso con terminologia non appropriata e incoe-rente. L’obiettivo che la Commissione Europea si è pre-posta con la proposta di Regolamento, è stato quello disemplificare il quadro normativo per ridurre i costi ammi-nistrativi, disporre di un testo armonizzato e immediata-mente applicabile in tutti gli Stati Membri, e soprattuttorafforzare disposizioni legislative in modo da contribuiread immettere sul mercato prodotti cosmetici sempre piùsicuri. A tal proposito il Gruppo, insieme all’Associazioneeuropea EFfCI, in sede di discussione sul testo è statointerrogato dalla Commissione Europea per fornire le infor-mazioni in merito al contenuto minimo di dati sui prodot-ti cosmetici per fare la valutazione della sicurezza. Lo stes-

so ha inoltre inviato i suoi commenti al testo del nuovoRegolamento (articolato e allegati) e ha suggerito modifi-che all’allegato I del Regolamento sui prodotti cosmetici(in merito alla relazione sulla sicurezza dei prodotti cosme-tici) per evitare che le informazioni richieste fossero sen-za senso o troppo gravose per il comparto.

Additivi alimentari e coadiuvanti tecnologiciGli additivi alimentari e i coadiuvanti tecnologici sono gliingredienti funzionali più importanti utilizzati dalla moder-na industria alimentare. La principale differenza tra que-ste due tipologie di ingredienti – sancita peraltro dalla nor-mativa – risulta essere l’effetto funzionale sul prodotto ali-mentare che nel caso dell’additivo alimentare continua apersistere anche sul prodotto finito, mentre nel caso delcoadiuvante tecnologico si esaurisce al termine del pro-cesso produttivo dell’alimento. Gli effetti funzionali espli-cati dagli additivi alimentari, tanto per citarne alcuni, sonoquelli conservanti, per combattere i microrganismi cheprovocano il deterioramento degli alimenti, quelli antios-sidanti, per ritardare l’irrancidimento di oli e grassi dovu-to al processo ossidativo, quelli emulsionanti, per la pre-parazione di prodotti alimentari costituiti da una faseacquosa e una fase grassa (ad esempio la maionese),quelli addensanti per migliorare la stabilità e la consistenzadei prodotti alimentari semisolidi, quelli edulcoranti perprodurre alimenti di gusto dolce ma con ridotto apportoglicemico. Possiamo tranquillamente affermare che moltissimi alimentiprodotti dalla moderna industria alimentare, tra cui moltianche diversi prodotti tipici del Made in Italy non potrebbe-ro esistere, così come oggi li conosciamo, se non potes-sero beneficiare dell’azione funzionale svolta dagli additivialimentari. Tra i coadiuvanti tecnologici riveste un ruolo impor-tantissimo la categoria degli enzimi alimentari. Tali sostan-ze, che ritroviamo anche all’interno del nostro organismo,svolgono da millenni importanti funzioni negli alimenti, bastipensare alla produzione e maturazione dei formaggi, cosìcome alla produzione del vino, della birra e dei salumi. Lamoderna industria alimentare li impiega con profitto nei pro-pri processi di produzione, ottenendo importanti vantaggitecnologici, che si riflettono in una migliore qualità degli ali-menti e in una maggiore sicurezza per i consumatori.

Il comparto industriale che produce e formula additivi ecoadiuvanti per alimenti è caratterizzato da numeroseimprese di medio-piccole dimensioni a cui si affiancanoalcuni grandi gruppi multinazionali. Trattandosi in ognicaso di vere e proprie “specialties”, queste sostanze nonsono mai trattate in quantitativi rilevanti in termini assoluti.

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Oltre al già citato settore dell’alimentare, gli altri compar-ti di sbocco sono quello farmaceutico, cosmetico e deimangimi. Il fatturato annuo del comparto si aggira intor-no ai 300 milioni di Euro.

Al fine di garantire la massima sicurezza per il consuma-tore, la produzione e l’impiego degli additivi alimentarisono regolamentati da severe norme comunitarie e inter-nazionali, che fissano gli elenchi delle sostanze impiega-bili, i relativi campi di impiego permessi, nonché i dosag-gi massimi di impiego dell’additivo nell’alimento finale,tutto ciò a seguito di scrupolosissimi studi tossicologicieffettuati da organismi scientifici ufficiali internazional-mente riconosciuti. Il 2008 è un anno molto importanteper questo comparto in quanto la normativa comunita-ria in materia, che è tuttora in continua evoluzione, saràcompletamente rivoluzionata da una serie di regolamen-ti (pacchetto FIAP) che sostituirà le vigenti norme sugliadditivi alimentari e introdurrà per la prima volta a livellocomunitario una regolamentazione specifica per gli enzi-mi alimentari. Sarà inoltre un anno preoccupante dal pun-to di vista economico, in quanto si prevede un allarga-mento anche al settore alimentare della debolezza deiconsumi delle famiglie.

Amidi e derivatiLe imprese produttrici di amido aderenti al Gruppo ami-di e derivati producono in Italia circa il 10% dell’amidoprodotto in Europa. Tali imprese si occupano inoltre del-la produzione e della commercializzazione dei derivati qualidestrosio, isoglucosio e sciroppo di glucosio, nonché del-la produzione di acido citrico e aminoacidi, come ad esem-pio la lisina, aminoacido essenziale utilizzato prevalente-mente come integratore proteico per alimenti zootecnici.Gli amidi nativi sono poi utilizzati come composto di par-tenza per la produzione degli “amidi modificati”, alcuni deiquali rientrano nella categoria degli additivi alimentari, uti-lizzati dall’industria alimentare e farmaceutica per ottene-re diversi effetti funzionali sul prodotto finito. Anche gli aci-di organici prodotti per fermentazione dalle sostanze zuc-cherine derivate dagli amidi, quali l’acido citrico, ascorbi-co e isoascorbico, svolgono funzione di additivo alimen-tare in qualità di acidificanti, antiossidanti e conservanti.Sono prodotti a partire dai derivati dell’amido anche icosiddetti polioli (maltitolo, sorbitolo, mannitolo, xilitolo),utilizzati come edulcoranti per la produzione di alimentiipocalorici, prodotti cosmetici e medicinali. Un ulterioreprodotto derivato dall’idrolisi dell’amido è il caramello, che nelle sue diverse varianti è utilizzato come aromatiz-zante e come colorante per l’industria alimentare. Anche

i sottoprodotti della lavorazione del mais e del frumentohanno rilevanza nell’alimentazione umana (olio) e in quel-la animale (semola). Si chiude così un ciclo alimentare chedalla terra ritorna alla terra attraverso l’agroindustria com-patibile con l’ecosistema.

I mercati di sbocco del settore sono costituiti dall’indu-stria alimentare e farmaceutica per quanto riguarda ami-di nativi, destrosio, isoglucosio e sciroppo di glucosio. Gliamidi sono utilizzati anche dall’industria tessile e cartaria,fino ad arrivare all’industria delle plastiche e degli adesi-vi. Il fatturato annuo del settore si aggira in Italia intornoai 450 milioni di Euro.

Poiché i cereali – principale materia prima utilizzata dalsettore – rientrano nell’elenco dei prodotti oggetto dellaPolitica Agricola Comune dell’Unione Europea, i produt-tori di amidi e derivati sono significativamente toccati dal-le normative comunitarie che, al fine di sostenere l’agri-coltura europea, prevedono regimi di restituzione all’espor-tazione e di restituzione alla produzione. Oltre a doversostenere l’onere di questi adempimenti burocratico-nor-mativi decisamente complessi, le imprese del settore sistanno scontrando con un grave problema di aumentodei costi delle materie prime cerealicole, dovuto – oltreche all’aumento globale dei prezzi dei prodotti del’agri-coltura – alla concorrenza del settore dei bio-carburantiche, sostenuto dagli incentivi previsti dalle apposite nor-me comunitarie, ha fortemente contribuito ad aumenta-re la domanda di cereali.

Aromi e fragranzeLa funzione dell’aroma è impartire direttamente note orga-nolettiche, come sapore e odore, a prodotti alimentari,bevande, mangimi, prodotti medicinali, cosmetici e anchetabacchi. In determinate applicazioni, come ad esempio lebibite, gli snack e le caramelle, l’aroma costituisce il prin-cipale se non unico ingrediente che caratterizza e distin-gue il prodotto, mentre in altre, quali i prodotti a base dicarne, i gelati e i liquori, svolge un ruolo di integrazione ecompletamento del sapore. Compito della fragranza è inve-ce donare una specifica nota olfattiva a moltissimi prodot-ti, da quelli di cosmetica e di profumeria a quelli per la puli-zia della casa, dai detersivi ai deodoranti per ambiente. Inalcune di queste applicazioni, come ad esempio i profumie i deodoranti per ambiente, è la fragranza, da sola, checrea l’identità del prodotto. Gli aromi e le fragranze sonospecialities prodotte sia a partire da materie prime di origi-ne naturale con procedimenti fisici, enzimatici e microbio-logici, sia con sostanze (molecole) prodotte per sintesi chi-

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mica. In ogni caso aromi e fragranze devono rispondere aprecisi requisiti di purezza, sicurezza e innocuità per la salu-te del consumatore, in base a quanto disposto dalla sem-pre più severa legislazione vigente in materia.

I comparti utilizzatori di aromi sono le industrie alimenta-ri, farmaceutiche, cosmetiche e dell’alimentazione ani-male, mentre le fragranze sono impiegate, oltre che nel-la cosmetica, nei detersivi e prodotti per la pulizia dellacasa, nei deodoranti e a volte anche in prodotti industrialiquali vernici, collanti e solventi. Il fatturato annuo del com-parto aromi e fragranze è in Italia di circa 240 milioni diEuro. La dimensione media delle imprese del settore è,specialmente in Italia, medio-piccola con 15-20 addettiper azienda. Bisogna osservare che in ogni caso gli aro-mi e le fragranze sono beni di medio-alto valore intrinse-co, movimentati di conseguenza in volumi non elevati.

Dal punto di vista normativo, il 2008 è un anno estrema-mente importante sia per le fragranze, sia per gli aromi.Infatti, per le prime in particolare, partirà la fase applica-tiva del Regolamento comunitario REACH, che compor-terà tutta una serie di adempimenti obbligatori che avran-no sicuramente un forte impatto sulle imprese, soprat-tutto sui costi delle materie prime. Per gli aromi vicever-sa sarà l’anno di pubblicazione del Regolamento FIAPche sostituirà la normativa vigente in materia, introdu-cendo diversi elementi di novità, che a loro volta si riflet-teranno non solo sulla attività degli aromi ma anche sututta la filiera dei prodotti alimentari, tra cui in particolarela lista comunitaria delle sostanze aromatizzanti. Nel 2008si prevede una contrazione delle vendite a causa delladiminuzione generalizzata del potere d’acquisto delle fami-glie a cui si associa un deciso aumento dei prezzi deglialimentari a causa del sempre maggior costo delle mate-rie prime agricole.

Materie prime per integratori alimentari e alimentifunzionaliLe materie prime per integratori alimentari e alimenti fun-zionali sono rappresentate dalle vitamine e dai prodottisimilvitaminici, dai lipidi e dagli acidi grassi essenziali e

polinsaturi, dai sali minerali, dagli amminoacidi e dai pep-tidi, dagli estratti naturali, dai fermenti lattici probiotici,dalle fibre vegetali e da tutte le altre materie prime concaratteristiche funzionali che sono impiegate nella pre-parazione di integratori alimentari, alimenti destinati aregimi dietetici particolari, alimenti per sportivi e prodot-ti alimentari arricchiti. Queste particolari tipologie di pro-dotti alimentari hanno registrato negli ultimi anni unasempre più forte richiesta da parte dei consumatori e siprevede che tale trend possa continuare, anche se per-sistono preoccupazioni dovute all’aumento generalizza-to dei prezzi delle materie prime unito alla diminuzionedel potere di acquisto della popolazione. Il fatturato annuoin Italia relativo a questi ingredienti specialistici è inferio-re ai 50 milioni di Euro.

Le disposizioni di legge che riguardano questi prodotti– come tutte le norme del comparto alimentare – mira-no essenzialmente alla massima sicurezza del consu-matore. A livello comunitario possono essere ricondot-te alla Direttiva 2002/46/CE, recepita nel 2004 con ilDecreto Legislativo n. 169, che regolamenta gli integra-tori alimentari e fissa gli elenchi delle vitamine e dei saliminerali utilizzabili negli stessi e alla Direttiva 2001/15/CE,attuata con il Decreto Legislativo n. 31/2003, che disci-plina l’aggiunta di specifiche sostanze nutritive agli ali-menti destinati ad un’alimentazione particolare. Sonoinoltre stati recentemente pubblicati e sono in fase diapplicazione due ulteriori regolamenti comunitari chetrattano rispettivamente degli alimenti arricchiti e dellemodalità con cui indicare sulle etichette dei prodotti leinformazioni nutrizionali e salutistiche per il consumato-re, mentre è in fase di revisione la normativa sui cosid-detti “Novel Foods” ovvero gli alimenti e gli ingredientiinnovativi per i quali è richiesta una particolare autoriz-zazione di prodotto. A contorno di queste norme esistono poi tutta una seriedi decreti e circolari del Ministero della Salute che rego-lamentano i vari aspetti pratici relativi alla presentazio-ne, etichettatura e autorizzazione alla produzione e com-mercializzazione degli integratori alimentari e dei prodotticosiddetti “salutistici”.

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Nel settore dell’acquisizione, elaborazione e trattamentodell’immagine, in particolare nella radiologia medica e nel-la fotografia (macchine fotografiche monouso) e pre-stampa, sono presenti imprese appartenenti a grandi grup-pi internazionali, con elevata capacità d’investimento inricerca e innovazione tecnologica.

Diagnostica medicale per immaginiLa radiologia medica, o meglio la diagnostica per imma-gini, è un’importantissima branca della medicina, essen-ziale in tema di prevenzione, diagnosi e ora anche di tera-pia delle patologie.

Nella struttura dell’offerta troviamo tre fondamentali seg-menti: sistemi di cattura dell’immagine con attrezzatu-re tradizionali per la radiologia (sistemi schermo-pelli-cola), sistemi digitali, sistemi di gestione e archiviazio-ne dati. La più alta quota di fatturato viene ancora rea-lizzata nei sistemi tradizionali, tuttavia è in atto una rapi-da rivoluzione tecnologica che dalla radiologia tradizio-nale, che si avvale del film, sta passando alla radiologiadigitale e alla correlata diffusione dell’informatica.L’informatizzazione della Sanità, nonostante le forti spin-te in questa direzione, è ad oggi in generale piuttostobassa; fanno eccezione appunto la radiologia (dove lemodalità digitali ne hanno trainato l’introduzione) e alcu-ni settori amministrativi, come le prenotazioni. Le moti-vazioni che spingono verso l’informatizzazione sonoprincipalmente l’interoperabilità tra reparti e ospedali ela conseguente disponibilità delle informazioni in for-mato digitale (referti via telematica, prenotazioni auto-matiche, telemedicina).

Nell’anno 2007 l’Italia ha speso circa 500 milioni di Europer applicazioni cliniche e gestionali, circa lo 0.5% del-la spesa della sanità; in Europa questa percentuale siaggira attorno al 2%. Si ipotizza che nei prossimi 4-5anni, la maggior parte delle strutture sanitarie possaessere informatizzata, naturalmente se vi saranno i neces-sari stanziamenti.

Non ci sono dati certi sulla ripartizione digitale/pellico-la, la quota del digitale si stima attorno al 40% con mag-giore densità al Nord. Bisogna tuttavia considerare cheanche in un sistema digitale, spesso il radiologo prefe-risce stampare le immagini per la diagnosi e per con-segnare il referto al paziente. Questi film sono di tipo

diverso (spesso sono termici) ma utilizzano ancora lachimica. È in crescita, ma al momento relegato solo allerealtà più avanzate, l’utilizzo del “tutto digitale” ovverorefertazione su monitor e consegna al paziente di unmedia ottico con referto e immagini (CD, DVD). La nic-chia importante della mammografia è stata solo margi-nalmente toccata dalla digitalizzazione. A questo siaggiunga che spesso negli ospedali non esiste una strut-tura dotata delle necessarie conoscenze informatiche,da poter mantenere in perfetta efficienza un sistemainformatizzato.

Rispetto al passato si assiste ad uno spostamento del-l’importanza dal prodotto al servizio e di conseguenzaad un aumento del livello professionale del personalecoinvolto. Oggi l’assistenza assume un’importanza fon-damentale. Spesso i software sono forniti con licenze abasso valore economico e accompagnati da un’assi-stenza costosa ma assidua. Talvolta nell’assistenza pos-sono essere compresi interventi di miglioramento e diaggiunta di caratteristiche. Il valore del comparto soft-ware medicale è perciò quanto mai volatile, dipenden-do per ogni ospedale dalla situazione contingente. Inalcune regioni d’Italia si sono accorpate più ASL (zonavasta) in modo da ottenere alcuni risparmi. Il valore e lacomplessità delle commesse sono talmente elevati chenon sono abbordabili da un solo player, per cui in queicasi vengono costituite delle associazioni temporaneetra società del settore (le c.d. ATI), nelle quali ciascunarisponde ad una parte del progetto. In questi appalti èfacile trovare insieme tutti i concorrenti del settore.

L’Associazione assiste le imprese nelle relazioni con ilMinistero della Salute e altri Enti locali territoriali in meri-to alla politica di contenimento della spesa per l’acqui-sto dei dispositivi medici, ai cronici ritardi nei tempi dipagamento, alla centralizzazione degli acquisti e altriancora.

Il massimo impegno è oggi dedicato ad individuare conla Commissione Unica Dispositivi medici, forme di razio-nalizzazione degli acquisti alternative a quelle dei prez-zi base d’asta stabiliti con decreti ministeriali. Tale rigido sistema è stato introdotto nel mese di ottobre2007, con l’emanazione del primo di questi Decreti pre-visti dalla Legge finanziaria 2007, relativo alle pellicoleradiografiche. Da quel momento le stazioni appaltanti

PRODOTTI SENSIBILI

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di tutt’Italia sono obbligate ad adottare questo “prezzobase” nelle loro gare, prezzo che la CUD ha stabilito inbase ai valori più bassi tra quelli forniti a suo tempo dal-le Regioni, senza tenere in alcun conto i dati comuni-cati dai fornitori. Si può facilmente comprendere il danno che questi subi-scono dall’applicazione generalizzata da parte delSistema sanitario nazionale di un prezzo d’acquisto giàmolto al di sotto di quello di mercato. All’inizio di maggio è stato avviato presso il Ministerodella Salute un Tavolo Tecnico per il governo della spe-sa pubblica dei dispositivi medici, cui partecipano tut-te le parti interessate, al fine di esaminare gli interventipiù appropriati per ridimensionare l’entità della spesacontemperando le esigenze delle imprese. Il presup-posto indicato nel documento di presentazione del set-tore è che una seria politica dei prezzi non può mai pre-scindere dall’attenta valutazione dei fattori che li deter-minano, tra cui la quantità dei prodotti da offrire, il luo-go di consegna, il rispetto dei termini di pagamento pat-tuiti, il servizio di assistenza post vendita e, non ultimo,il rincaro dei prezzi delle materie prime, nel caso speci-fico petrolio e argento.L’Associazione reputa quest’apertura di dialogo un’oc-casione preziosa per contribuire a delineare soluzioniidonee a riequilibrare la spesa sanitaria con riguardo atutti gli elementi che la compongono e non al solo fat-tore prezzo.

Macchine fotografiche monouso Obiettivo Ambiente, l’unico sistema nazionale di rac-colta differenziata delle monouso, finanziato dalle impre-se fotografiche del Gruppo, ha raccolto nell’anno 2007il 48% del totale venduto, ovvero 1100000 macchineusate su 2225000 nuove, in linea con i tassi di raccol-ta degli anni precedenti.

Nei primi due mesi di quest’anno il mercato ha raggiuntoquota 184 mila circa, con un calo del 25% rispetto allostesso bimestre dell’anno scorso. La raccolta nei primidue mesi del 2008 ammonta a circa 80 mila pezzi, parial 43.5% del totale mercato. Le previsioni di vendita peril 2008 indicano circa 1700000 macchine, con una flessione del 25% rispetto all’anno 2007, andamentoche si ritiene proseguirà fino al 2010.

Arti grafiche - prestampaCome la diagnostica medicale, anche il comparto dellaprestampa è caratterizzato da un’imponente evoluzionetecnologica, con il passaggio dai processi analogici a quelli

digitali, e dalla sempre maggior applicazione dell’infor-matica. L’offerta è composta da un più grande assorti-mento di consumabili (film e lastre offset), attrezzature esoftware.

Da 10 anni il settore organizza con successo in tutt’Italiaun ciclo d’incontri di orientamento per gli studenti del-le scuole medie, dal titolo: “Colori e caratteri – il fasci-no di un mestiere”, in collaborazione con Assografici,l’Associazione delle imprese clienti che realizzano il pro-dotto finito, tra cui libri, riviste, packaging, ecc.

Ci si propone di indicare agli studenti delle terze medieun interessante percorso di studi, che offre buone pro-spettive di lavoro. Il mondo della carta stampata èdescritto attraverso una divertente rappresentazioneteatrale, seguita dagli interventi di qualificati professio-nisti del settore e infine dalla proiezione del filmato “La Comunicazione scritta, dagli albori alla stampa, dalpackaging al riciclo”. Una formula che riesce sempre a conquistare il giova-ne pubblico e a suscitarne la curiosità verso un com-parto industriale “in continua e rapidissima evoluzione– come si afferma nel filmato – dove fra tante attività cen’è di certo una che potrà appassionarti!” Per quest’anno si stanno progettando strumenti innova-tivi, come i file in media player, per una più veloce e ampiadiffusione alle scuole e agli Enti pubblici di formazione.

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Gli oli lubrificanti hanno il compito principale di lubrificareorgani meccanici in movimento relativo con lo scopo diridurre l’attrito attraverso la formazione di una pellicolafluida, diminuendo sensibilmente le usure. Oltre a questafunzione di importanza imprescindibile, gli oli lubrificantisvolgono molte altre importanti funzioni, tali da renderevastissima la gamma delle formulazioni prodotte dall’in-dustria del settore, utilizzabili per innumerevoli diverseapplicazioni. Gli oli lubrificanti sono normalmente com-posti da una base (o miscela di basi), di prima raffinazio-ne o rigenerata, miscelata con un insieme di additivi. Siala qualità della base, sia quella degli additivi e le relativecaratteristiche chimico-fisiche sono determinanti per ilraggiungimento di elevate prestazioni. Le due caratteri-stiche principali verificabili al tatto, sono la densità e laviscosità. Il settore degli oli lubrificanti si suddivide in duemacroaree di business: i lubrificanti per industria e quelliper autotrazione.

Si contano un centinaio di marchi presenti sul territorionazionale, per circa 3000 addetti distribuiti su una gran-de frammentazione dei player, che si suddividono in “blen-datori”, società commerciali che rietichettano e rappre-sentanti esclusivi di marchi stranieri. Dal 2004 al 2007 ladomanda del mercato interno è risultata stabile, per volu-mi intorno alle 570 mila tonnellate di prodotti venduti.

Il Gail (Gruppo aziende industriali della lubrificazione) diAISPEC–Federchimica ad oggi rappresenta 30 aziendeproduttrici operanti in Italia nel settore della lubrificazionee degli additivi, per circa 1500 addetti. L’ampia compo-sizione degli associati, la tradizione legata ai servizi mira-ti per le aziende del settore e l’autonomia decisionale,testimoniano che ormai il Gail può essere considerato ilriferimento italiano del settore e il luogo ideale in cui tuttigli operatori si incontrano per confrontarsi e discutere inmerito alle problematiche comuni. La rappresentatività delsettore corrisponde a oltre il 50% in termini di quantitati-vi immessi in consumo sul territorio nazionale.

Caratteristica del Gail è una vivace e fertile eterogeneità;a fianco di multinazionali esistono numerosissime realtàdi piccole o medie dimensioni. Il Gail armonizza al suointerno diversi settori merceologici, che comprendono leaziende produttrici di basi lubrificanti da raffinazione, oltreai settori storici delle aziende della rigenerazione, delleaziende produttrici di lubrificanti finiti, infine di quelle azien-

de che non dispongono di tutti i requisiti di una societàindipendente di lubrificanti, previsti dalla "Carta UEIL", cheè l’Associazione europea del settore.

Per il settore in Italia proseguono le difficoltà correlate prin-cipalmente alla vigenza di un’imposta di consumo pari a842 Euro a tonnellata, che continua a gravare sui lubrifi-canti (l’Italia è l’unico tra i Paesi Europei in cui vige taleimposta), accresciute dal rischio di aumenti paventatiannualmente in periodo di Finanziaria. A ciò si devonoaggiungere i continui fenomeni di evasione ed elusionefiscale che falsano il mercato creando concorrenza slea-le, ad opera soprattutto di operatori commerciali che tra-sferiscono prodotti da altri Paesi comunitari sul territorionazionale.Attualmente il Gail assicura ai propri aderenti un’intensaattività di rappresentanza/tutela degli interessi di settore,servizio e consulenza sulle svariate tematiche attinenti alprodotto lubrificante in quanto “preparato chimico” e nonpetrolifero. Il Gruppo, nel corso del 2007, ha seguito davicino l’iter legislativo di importanti disegni di legge, � sia a livello nazionale, quali il Testo Unico Ambientale,

la Legge finanziaria, il Progetto Telematizzazione(Agenzia delle Dogane), il provvedimento di rispostaalla procedura d’infrazione europea contro l’Italia perl’agevolazione fiscale sugli oli rigenerati;

� sia a livello europeo, come la Proposta di Direttiva euro-pea sui rifiuti e il Regolamento REACH.

Gli organi Direttivi, il Comitato Tecnico, il Comitato Fiscale,il Comitato Competition e i Gruppi di Lavoro hanno rea-lizzato specifici position paper, trasmessi alle Autorità com-petenti, affrontando numerose tematiche tecniche tra cui� imposta di consumo/accise,� REACH,� Product Stewardship,� etichettatura e imballaggio,� adempimenti fiscali di clienti e utilizzatori.

Anche nel 2007 il Gruppo ha continuato nella collabo-razione con altre associazioni settoriali italiane ed euro-pee. In particolare con la UEIL (Indipendent Union of theEuropean Lubricant Industry) – di cui il Gail è socio fon-datore – che, attraverso numerosi gruppi di lavoro atti-vi, opera a livello europeo per la tutela delle aziendeassociate e resta il principale punto di riferimento delGruppo in ambito internazionale. In collaborazione con

OLI LUBRIFICANTI

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UKLA e VSI (associazioni inglese e tedesca dei produt-tori di lubrificanti), il Gail ha definito una posizione euro-pea sull’esenzione dei sottoprodotti dal campo di appli-cazione del REACH. Il Gruppo, dal punto di vista istitu-

zionale, ha inoltre seguito gli aspetti di interesse con ivari enti collegati tra cui ricordiamo il ConsorzioObbligatorio Oli Usati, l’Unione Petrolifera e la StazioneSperimentale Oli Grassi.

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La produzione degli abrasivi più comunemente utilizzati inambito industriale, si suddivide principalmente in due macroaree di business: gli abrasivi flessibili (tele, carte e fibre abra-sive) e gli abrasivi rigidi (mole convenzionali a legante inor-ganico e mole a centro depresso a legante organico).

Le imprese del settore in Italia sono circa una quaranti-na, con prevalente concentrazione in Piemonte,Lombardia e Veneto, per un totale di circa 2000 addet-ti. Si annoverano importanti aziende multinazionali, concasa madre sia estera, sia italiana, oltre a varie impor-tanti realtà nazionali.

Il know how necessario alla fabbricazione e alle svariateapplicazioni di questi prodotti, l’alto livello di automazio-ne del processo produttivo, la tecnologia in continua evo-luzione, capace di garantire sempre maggiori prestazio-ni e più elevati standard di sicurezza, il costante impegnonell’area ricerca e sviluppo, nonché l’esperienza matura-ta da aziende operanti da molti anni e competitive sui mer-cati domestici e globali, fanno delle imprese del settoreun punto di forza anche nella rappresentanza della tec-nologia del made in Italy, in Europa e nel Mondo.

Tra i settori di sbocco quello delle costruzioni ha finoracostituito un’occasione di sviluppo, sebbene abbia subi-to una lieve frenata rispetto agli anni precedenti; ma èattualmente l’industria automobilistica ad influenzare mag-giormente con il proprio andamento quello degli abrasi-vi, registrando una buona crescita nel 2007. Per l’indu-stria degli abrasivi si stimano vendite in Italia per circa 300milioni di Euro e la crescita del mercato domestico in valo-re è stata all’incirca del 4%. Anche l’export si è confer-mato in espansione; la crescita è stimata nel 6% circa. Inentrambi i casi i segmenti più dinamici sono stati gli abra-sivi convenzionali, con particolare riferimento alle moleorganiche; a seguire le mole a centro depresso e tronca-trici. Per l’industria degli abrasivi saranno sempre di piùla sicurezza e la qualità delle produzioni a giocare un ruo-lo strategico di crescita anche in chiave economica, mentre i prodotti a basso costo della concorrenza asiati-

ca e la contraffazione rappresentano, attualmente e soprat-tutto in prospettiva, le minacce più concrete.Il Gruppo abrasivi di Federchimica – AISPEC, che rap-presenta ad oggi 27 imprese, per un totale di oltre 1500addetti, raduna i maggiori produttori dell’industria italia-na degli abrasivi, in particolare rigidi e flessibili, che costi-tuisce certamente uno dei maggiori mercati di riferimen-to per il settore, a livello internazionale.

L’assistenza della Federazione a favore del Gruppo spa-zia dall’area contrattuale alla lobby, sia nazionale, sia euro-pea, dalle relazioni con le Istituzioni all’assistenza nel-l’applicazione delle normative. Le attività del Gruppo nel2007 si sono articolate su diversi fronti, con� la partecipazione ai lavori di revisione degli standard; � il presidio costante delle Commissioni Tecniche della

FEPA (Associazione europea di riferimento) e l’interfac-cia con gli enti nazionali e internazionali di normazione;

� il contributo alla revisione e la traduzione in italiano dialcuni importanti standard;

� l’implementazione delle nuove Schede Dati di Sicurezza,conformemente alle vigenti normative europee sullasicurezza prodotti, e il manuale e le istruzioni operati-ve per la loro corretta compilazione;

� la partecipazione ai lavori associativi sul REACH – siaa livello FEPA sia a livello Federchimica – e la finalizza-zione di documenti utili alla più chiara individuazionedelle scadenze e alla comunicazione di filiera, oltre chela realizzazione di una posizione comune europea disettore che definisce i prodotti abrasivi classici come“articoli senza rilascio intenzionale di sostanze”;

� l’attività di indagine statistica relativa al mercato degliabrasivi;

� il lavoro prodotto in sede di revisione dello statuto e delbudget FEPA, per garantire a Federchimica e all’Italiamaggiore rappresentatività e peso, oltre che costi diadesione minori;

� i risultati raggiunti per il Settore Abrasivi con l’Accordoper il rinnovo di secondo biennio del Contratto collet-tivo nazionale, con ottimi tempi e modalità di condu-zione del negoziato.

ABRASIVI

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Il settore comprende tradizionalmente la produzione dismalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria cera-mica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, ecc.) e in misuraminore nell’industria meccanica (soprattutto per finiturasuperficiale di elettrodomestici e prodotti per la casa). Ilsettore comprende anche alcune aziende produttrici diossidi metallici che trovano diffusione, per ben oltre lametà del loro impiego, nei processi di reazione chimicaintesi all’ottenimento di pigmenti e fritte. Sono, tuttavia,presenti anche nella composizione di prodotti antiruggi-ne e di stabilizzanti. A Ceramicolor, Associazione Italianacolorifici ceramici e produttori di ossidi metallici, aderi-scono 21 imprese.

I colorifici sono prevalentemente ubicati nell’area diSassuolo. Il comparto infatti costituisce, insieme aicostruttori di macchinari e ai produttori di piastrelle, ilterzo attore necessario alla creazione di piastrelle dapavimento e rivestimento. Le più importanti multinazio-nali del settore hanno in Italia filiali e stabilimenti che,data l’importanza strategica del mercato, rivestono unruolo spesso determinante per la stessa capogruppo.Le aziende di Ceramicolor sono un importante esem-pio di chimica al servizio della ceramica alla quale vie-ne fornito il vero valore aggiunto che permette al pro-dotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Ilprocesso di studio e ricerca nell’applicazione dello smal-to riveste un ruolo fondamentale per la ceramica. Questiaspetti sono il vero punto forte dei colorifici che effet-tuano annualmente investimenti molto rilevanti e spes-so in percentuale superiore a quelli delle aziende chi-miche tradizionali. Tale processo di affinamento dei pro-dotti, associati ai necessari servizi forniti per l’applica-zione dei medesimi, ha ormai spostato il settore versole specialità. In effetti il colorificio, quale fornitore di ricer-ca ed estetica, spesso all’atto della presentazione delproprio prodotto propone la piastrella finita e non unintermedio chimico.

Le forti concentrazioni e le acquisizioni tra colorifici avve-nuti negli ultimi anni dimostrano che le aziende del setto-re sono abituate a competere a livello globale. La com-petitività, soprattutto con la Spagna, ha avuto un ruolofondamentale nella riorganizzazione di un settore chespesso per necessità ha dovuto reinventarsi e che ha per-messo con la propria ricerca di fare crescere il mondo del-la piastrella. Dopo una fase di continua espansione, dovu-

ta soprattutto all’esplosione del settore piastrelle, negliultimi anni si registra una contrazione nelle vendite soprat-tutto nel mercato domestico. La criticità del periodo èdovuta a vari fattori, tra cui una sempre crescente con-correnza delle aziende estere e, in particolare, di Paesicon minori vincoli normativi (soprattutto in campo ambien-tale) e minori costi di produzione.

Nel 2007 le aziende produttrici coloranti, fritte e smaltiper la ceramica, hanno realizzato in Italia circa 500 milio-ni di Euro di fatturato. Le imprese hanno subito l’im-portante e continuo aumento dei costi delle materie pri-me strategiche; tali rincari sono stati recuperati solo inminima parte nei prezzi di vendita, a causa delle condi-zioni di mercato, e ciò ha provocato un’ulteriore e gra-ve perdita dei margini contributivi, che rende la situa-zione preoccupante. Parallelamente si registra la con-tinua contrazione del mercato italiano dovuta a un perio-do congiunturale non certo brillante per la ceramica ita-liana che, seppur mantenendo un valore elevato, vedecomunque una costante diminuzione dei volumi.Fortunatamente, essendo i colorifici adeguatamente glo-balizzati, riescono comunque a competere sui mercatiesteri e specialmente in alcuni Paesi, come Russia, Irane Medio Oriente che stanno vivendo una fase di espan-sione decisamente brillante.

Da sempre Ceramicolor indirizza prevalentemente le pro-prie attività alle tematiche ambientali e di sicurezza; inlinea generale esse sono volte principalmente allo stu-dio delle problematiche inerenti alla classificazione, all’eti-chettatura ed all’imballaggio delle sostanze e dei pre-parati pericolosi.Nel corso del 2007, sempre nell’ambito del ComitatoEcologia, si sono avviate una serie di attività estrema-mente operative per gestire l’impatto che il REACH avràsul settore. Nello specifico, al fine di dare seguito allafase di pre-registrazione delle sostanze, le imprese conil supporto della struttura di Ceramicolor hanno presoparte alle attività tenute in ambito internazionale prope-deutiche alla formazione dei consorzi. In Italia, dal pun-to di vista strettamente tecnico, gli esperti aziendali han-no provveduto ad un’analisi delle tipologie dei prodottidel settore e ad una classificazione dei medesimi in vistaproprio della preregistrazione. Visto l’elevato numero disostanze prodotte, si guarda con particolare preoccu-pazione agli investimenti (non solo economici ma anche

SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI, OSSIDI METALLICI

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in termini di risorse umane) necessari per dare seguitoagli onerosi adempimenti richiesti.Sono ancora numerose le incognite per il settore in quan-to per alcune tipologie di sostanze non vi è ancora unorientamento su quali debbano essere gli adempimentiai quali si dovrà dare seguito per il REACH. In particola-re, vista l’elevata complessità e specialità di tali prodotti,le maggiori problematiche riguardano le fritte che sonooggi considerate dal punto di vista legislativo delle sostan-ze ma che, per le questioni legate alla classificazione eall’etichettatura, sono trattate come preparati.Proprio per gestire al meglio le problematiche del settoree portare all’attenzione le necessità specifiche, si sonointensificati gli incontri con i principali Organismi di con-trollo a livello sia locale sia nazionale, con i Ministeri dellaSalute, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, conl’Istituto Superiore di Sanità e con le Istituzioni scientifiche.

Occorre inoltre sottolineare che Ceramicolor, ha attiva-mente partecipato anche a numerose altre attività inambito europeo, sia attraverso l’Associazione di setto-re, Eurocolour, sia con contatti diretti con alcune asso-ciazioni di interesse tra cui ANNFECC che rappresentain Spagna i produttori di fritte e pigmenti inorganici. Infunzione del carattere sempre più europeo che avran-no le future norme appare oltremodo necessario affron-tare tali problematiche a livello globale e non solo a livel-lo nazionale.

A fine 2007 sono iniziati i lavori di revisione del BREF sul-le fritte che fa seguito agli adempimenti relativi alla Direttivaeuropea 96/61/CE. Come già accaduto per la stesura

delle Linee Guida nazionali, il settore contribuisce attiva-mente nella redazione di tali documenti che risultano esse-re un importante riferimento che riporta le migliori tecni-che a disposizione per la tutela dell’ambiente.Ceramicolor ha inoltre pianificato, attraverso il ComitatoComunicazione e Immagine, una serie di attività nel-l’ambito delle relazioni esterne. Si è provveduto a patro-cinare il “Seminario di reologia applicata alla ceramica“organizzato dalla Società Ceramica Italiana e tenutosia Fiorano Modenese il 12 luglio 2007. Dopo il successo ottenuto con il convegno “Quo Vadis?Dove vanno le aziende che vincono” tenutosi a Sassuoloil 30 Novembre 2006 organizzato con ConfindustriaCeramica, si è deciso di organizzare una seconda edi-zione dal titolo “Quo Vadis? 2015” (tenutasi il 6 dicem-bre 2007) che ha visto la partecipazione di numerosiimprenditori di successo italiani e alcuni esperti nel-l’ambito sociologico e del design. L’evento, che ha vistola partecipazione e l’interesse di molti operatori del settore, ha avuto anche un’ottima eco sulla stampadiventando, anche se solo dopo due edizioni, un appun-tamento del distretto ceramico.Anche in questa edizione non si è volutamente parlato diceramica, in quanto si è privilegiato fornire stimoli e spun-ti nuovi provenienti da mondi e realtà molto diverse dimo-strando che è possibile recepire idee e suggerimentianche a fronte di modelli di business molto differenti eapparentemente lontani.

Al termine, si è tenuto un interessante approfondimentocon dibattito in merito al futuro del made in Italy e sulle“visioni “ dei partecipanti sul futuro dell’industria italiana.

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Per il mercato degli adesivi e dei sigillanti il 2007 hamostrato una discreta dinamica dal punto di vista deivolumi, su base annua, pur con le differenziazioni delcaso a seconda dei mercati di applicazione dei prodot-ti. In particolare il segmento dell’auto ha tratto vantag-gio dalla ripresa dell’industria nazionale di riferimento,mentre per tutti gli altri settori clienti la situazione è sta-ta caratterizzata da fasi alterne.Da un punto di vista generale, lo scorso anno si è con-fermata più che mai trainante la capacità di competeresui mercati esteri, mentre il mercato interno ha rivelatouna certa debolezza.L’andamento del costo delle materie prime, di notevole

portata già nella prima parte dell’anno, ha continuato amostrare forti spinte al rialzo. A complicare ulteriormenteil quadro si sono aggiunti, da un lato, la limitata capacitàproduttiva di alcuni impianti e i momentanei fermi permanutenzione di altri e, dall’altro, la vigorosa domandaproveniente dalle economie emergenti. La già delicatasituazione dei livelli di redditività, negli ultimi anni notevol-mente compressi, si è manifestata e continua anche attual-mente in modo sempre più evidente.

Analizziamo nel dettaglio la dinamica dei mercati di sbocco.� Per gli adesivi impiegati in edilizia l’andamento è stato

differenziato tra la prima parte del 2007, rivelatasi mode-

ADESIVI E SIGILLANTI

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ratamente positiva, e l’ultimo scorcio dell’anno caratte-rizzato da forte rallentamento. Esauritasi definitivamen-te la spinta a ristrutturare a seguito delle misure fiscali afavore del settore, il mercato ha mostrato evidenti segnidi frenata. In effetti, pur avendo registrato un segno posi-tivo, il 2007 si è chiuso con un ridimensionamento del-la crescita su base annua, se paragonato con le pro-spettive di inizio dell’anno. Tra i segmenti del mercatohanno mostrato maggiore dinamismo quelli nuovi (fini-ture), mentre hanno evidenziato tendenze alla riduzionequelli più tradizionali (resilienti e moquette). Stante il deci-so rallentamento degli ultimi mesi, le previsioni non favo-revoli sull’edilizia abitativa e sul comparto edile in gene-re, il mercato nel 2008 sta mostrando chiari segni di unaprogressiva tendenza alla contrazione.

� Si è confermata tendenzialmente debole la perfor-mance degli adesivi impiegati nell’industria del mobi-le e dell’arredamento, anche se con sfumature diver-se a seconda dei segmenti applicativi e delle areegeografiche. Nel complesso il 2007 si è chiuso convolumi stabili rispetto al 2006. I costi in crescenteaumento e le difficoltà di approvvigionamento diimportanti materie prime destano forte preoccupa-zione tra gli operatori del settore anche per il 2008.

� Per gli adesivi impiegati nell’industria calzaturiera laprima parte del 2007 era sembrata l’inizio di un’in-versione di tendenza rispetto ai lunghi anni bui cheavevano penalizzato pesantemente l’industria calza-turiera nazionale. Invece, i segnali provenienti dal mer-cato nella seconda parte dell’anno si sono rivelati tut-t’altro che positivi, fino a determinare la chiusura del-l’esercizio con un ridimensionamento del risultato intermini di volumi. Ciò si spiega in buona parte con ilfatto che le misure daziarie stabilite dalla UE sulleimportazioni di calzature da Cina e Vietnam non han-no sortito completamente l’effetto desiderato, rife-rendosi sostanzialmente ad una fascia di prodottimedia. La situazione ha mostrato altri aspetti critici,rivelatisi in tutta la loro complessità nel corso del 2007,legati soprattutto all’apprezzamento dell’Euro nei con-fronti del dollaro, ai fenomeni di shortage di alcunematerie prime, all’aumento generalizzato dei costi(dalle materie prime all’energia). I segnali della primaparte del 2008 mostrano forte debolezza delladomanda.

� Per il settore degli adesivi e dei sigillanti utilizzati neimezzi di trasporto il 2007 è stato archiviato con risul-tati positivi. La vivacità mostrata dal mercato sin daiprimi esordi dell’anno è andata rafforzandosi con ilpassare dei mesi, a conferma della ritrovata leader-

ship dell’industria nazionale di riferimento. La cresci-ta dei volumi su base annua si è attestata su risulta-ti ancora più brillanti delle previsioni. Di tutt’altrosegno si presenta il 2008, condizionato da una bru-sca frenata del mercato interno che rischia di com-promettere irrimediabilmente i risultati di fine anno.

� Per gli adesivi utilizzati nel settore della cartotecnicae dell’imballaggio si sono confermate per tutto il 2007le difficoltà registrate nella prima parte dell’anno,anche se devono essere sottolineate alcune diffe-renze tra i vari segmenti del mercato. Per ciò che con-cerne quello della cartotecnica, dopo un avvio ceden-te della domanda, nel corso del secondo semestresi è verificata una certa ripresa. Si è confermata lasituazione stagnante del segmento della legatoria. Laperformance del segmento delle etichette risentesempre del fenomeno, già in atto da qualche anno,di riduzione della superficie dell’etichetta impiegata,con la conseguente contrazione dei consumi di ade-sivo. Il settore della cartotecnica e imballaggio hacomplessivamente chiuso il 2007 con volumi stabilisu base annua. Il primo scorcio del 2008 si presen-ta in frenata.

L’attività del Gruppo in ambito associativo si caratteriz-za sempre più, con il passare del tempo, per il forteintreccio tra livello nazionale ed internazionale delle tema-tiche affrontate. Conseguentemente, la partecipazionedel Gruppo Adesivi e Sigillanti di AVISA alle attività diFEICA (Fédération Européenne des Industries des Colles,Adhesifs et Sealants) ha assunto crescente rilievo nelcorso degli anni più recenti, concretizzandosi nell’au-mentato impegno di partecipazione, non solo da partedei rappresentanti delle imprese associate.In particolare, in ragione dell’importanza che il Gruppoannette alla conoscenza del mercato, la partecipazio-ne diretta ai lavori del Working Group “Statistics” assu-me un significato rilevante. È, infatti, in tale ambito chesi sta attualmente discutendo la revisione della classi-ficazione europea – per famiglie di prodotti e per mer-cati di applicazione – degli adesivi e l’inserimento dellaclassificazione relativa ai sigillanti. Il dibattito attualmentein corso sulla materia costituisce elemento di rilievo,stante il fatto che l’esito di tale lavoro si prefigge dueobiettivi: da una parte pervenire ad un aggiornamentoin linea con i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni perrendere lo strumento sempre più aderente alla realtà,per l’utilizzo della classificazione quale base metodolo-gica su cui poggeranno le indagini di mercato del futu-ro. D’altro canto, nel processo di globalizzazione ormai

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affermatosi, è necessario armonizzare a livello mondia-le, rendendo la classificazione quanto più possibile vici-na anche ai mercati USA e asiatici. Le risultanze dellaverifica nazionale, che ha comportato la costituzione diun Gruppo di Lavoro ad hoc a cui hanno preso parteesperti provenienti da alcune imprese associate, sonostate presentate a livello europeo quale contributodell’Associazione italiana per rendere lo strumento quan-to più possibile compatibile con le esigenze enunciate.Altrettanto impegnativo è stato il lavoro di confronto del-lo studio sul mercato nazionale con una ricerca euro-pea sul mercato degli adesivi e dei sigillanti relativa al2007, commissionata dall’Associazione europea ed invia di pubblicazione. Attraverso un approfondito con-fronto sulla metodologia seguita nella conduzione del-l’indagine da parte del ricercatore europeo, si è cerca-to un dialogo costruttivo che consentisse di pervenirealla definizione delle dimensioni del mercato italiano degliadesivi e dei sigillanti con dati effettivamente attinentialla realtà nazionale.

Da ultimo, per completare il riferimento al panoramainternazionale, è doveroso riportare gli esiti dellaConferenza Mondiale degli Adesivi, svoltasi a Miami dal19 al 23 aprile 2008. L’evento, al quale hanno presoparte circa 1000 delegati provenienti da tutto il mondo,ha registrato anche la presenza di imprese italiane asso-ciate che hanno partecipato ai lavori congressuali conrelazioni tecniche particolarmente apprezzate.

È sicuramente degna di nota la prosecuzione dell’atti-vità di promozione del Manuale “Materiali DidatticiIncollaggio/Adesivi”, concretizzatasi nella partecipazio-ne all’edizione 2007 di “BergamoScienze”.

Le esperienze tratte dal Manuale sono state propostenell’ambito degli eventi di “Laboraperto”, istituito all’ITIS“Giulio Natta”, realizzate espressamente nel corso di unweekend per rendere maggiormente evidente lo spaziodedicato agli adesivi. È stato riscontrato interesse daparte del pubblico eterogeneo che ha frequentato i labo-ratori, costituito non solo da studenti ma anche da fami-glie. Appare, in tal modo, raggiunta la finalità di trasfe-rire ad un pubblico quanto più possibile vasto la cultu-ra tecnico-scientifica della nostra industria. Sempre nell’ambito delle iniziative legate alla formazio-ne il Gruppo ha rinnovato il proprio impegno, delibe-rando l’istituzione di un Premio per Tesi di Laurea. Il ban-do di concorso è stato diffuso presso i maggiori atenei.Una Commissione Scientifica valuterà i lavori che per-verranno, al fine di selezionare i vincitori che sarannopremiati nel corso di una cerimonia prevista entro il 2008.Il Premio del Gruppo sarà attribuito alla migliore Tesipubblicata sul tema “Innovazione nello studio delle for-mulazioni per tecnologie di incollaggio”.

Quanto, invece, alle tematiche squisitamente tecnicheampia attenzione è stata dedicata al REACH, nel 2007,con la realizzazione del Workshop “Il RegolamentoREACH: elementi principali e criticità”. Ben consape-voli delle implicazioni che l’implementazione delRegolamento Europeo avrà sull’attività della nostra indu-stria anche il Workshop del 2008 “Aggiornamenti sul REACH” è stato dedicato alla tematica, affrontan-dola nella prospettiva degli sviluppi verificatisi nell’ulti-mo anno. La numerosa e qualificata partecipazioneall’evento, anche da parte di rappresentanti di Impresenon associate, testimonia l’interesse nei confronti del-la problematica.

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Il settore delle pitture e vernici rappresenta una compo-nente molto rilevante della chimica italiana. Con un valore della produzione superiore ai 3 miliardi di Euro,l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania.In Italia sono attive sia imprese a capitale italiano di dimen-sioni piccole e medie, sia filiali produttive di importantigruppi internazionali. I loro prodotti trovano impiego insvariati settori: i più importanti in termini quantitativi sonol’edilizia (circa il 58% delle vendite complessive), l’indu-stria metalmeccanica (19%) e il mobile (14%), ma figura-no anche l’auto, la protezione industriale e la nautica. In

effetti le imprese di pitture e vernici – attraverso la quali-tà dei propri prodotti, l’innovazione e la capacità di dareefficacemente risposte alle esigenze dei clienti – sonospesso alla base dei successi di molte imprese del cosid-detto made in Italy. Una parte significativa e tendenzial-mente crescente della produzione è rivolta ai mercati este-ri. Il settore, infatti, vanta una bilancia commerciale in avan-zo e in progressivo rafforzamento.

Complessivamente nel 2007 la produzione di vernici inItalia è risultata in espansione (+2% circa) grazie anche

PITTURE E VERNICI

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a una performance molto positiva sui mercati esteri siatradizionali (Germania, Francia e Spagna) sia emergen-ti (come la Russia o i Paesi produttori di petrolio). Ladomanda interna si è confermata buona soprattutto neisegmenti delle vernici per industria e delle vernici perauto primo impianto. Nella parte finale dell’anno, invece, la crescita si è note-volmente ridimensionata nei segmenti del legno e del-l’edilizia. Hanno pesato e pesano ancor di più con rife-rimento all’anno in corso le difficoltà generali dell’Italia,aggravate dall’Euro forte e da un contesto internazio-nale che si sta facendo più difficile. D’altro canto, unasituazione di domanda meno favorevole rischia di com-plicare il già difficile processo di adeguamento dei prez-zi ai continui rincari delle materie prime (di derivazionepetrolifera ma non solo).Lo scenario dell’industria delle pitture e vernici nel 2007è stato caratterizzato a livello internazionale, ma ancheeuropeo ed italiano, da numerose operazioni di fusioneed acquisizione tra Gruppi ma anche tra medie e gran-di imprese. In Italia, l’anno 2007 è stato fortemente influenzato dal-l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 161 del 27marzo 2006 (D.Lgs 161/2006), recante “Attuazione del-la Direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emis-sioni di composti organici volatili conseguenti all’uso disolventi in talune pitture e vernici, nonché prodotti percarrozzeria”; tale Decreto ha imposto un limite specifi-co del contenuto massimo di composto organico vola-tile (COV) nei prodotti vernicianti utilizzati in edilizia, incarrozzeria, ma anche nel settore legno.Per i prodotti soggetti a tale Decreto, aventi un conte-nuto di COV superiore ai valori limite consentiti e fab-bricati prima del 1° gennaio 2007, era previsto un annodi proroga che ne consentiva l’immissione sul mercatoentro il 31 dicembre 2007. Tale proroga valeva per ilproduttore quanto per il rivenditore e distributore; allaconclusione del 2007, i prodotti non conformi rimasti amagazzino sono stati ritirati dal mercato per esseredismessi o riformulati. Il D.Lgs 161/2006 ha avuto inol-tre importanti ricadute sull’attività di ricerca e sviluppodei produttori di pitture e vernici; le imprese hanno inve-stito significative risorse (umane ed economiche) per laformulazione di prodotti a basso contenuto di COV. Il Gruppo Pitture e Vernici ha seguito da vicino l’iter legi-slativo del suddetto Decreto e le implicazioni tecnico-normativo conseguenti.

L’impegno dell’Associazione si è concretizzato attra-verso una puntuale e tempestiva informazione, circola-

ri di chiarimento, riunioni interassociative, incontri tratecnici; inoltre, in previsione della pubblicazione di unDecreto di modifica al D.Lgs 161/2006, è stata realiz-zata una proposta – inviata al Ministero dell’Ambienteed oggetto di un incontro con i referenti ministeriali – alfine di recepire con maggior correttezza alcuni passag-gi della Direttiva 2004/42/CE.

Dopo la pubblicazione del D.Lgs 33/2008, il testo dimodifica atteso, il Gruppo si è immediatamente attiva-to e ha trasmesso alcune richieste di chiarimento alMinistero competente, inviato circolari informative agliassociati e incontrato la Stazione Sperimentale Oli eGrassi, l’Autorità riconosciuta dal D.Lgs 33/2008 qua-le ente preposto all’attività di monitoraggio e controllo,per condividere la modulistica di raccolta dati richiesti.

Il 2007 è stato un anno caratterizzato da una significa-tiva attività associativa; molti sforzi sono stati condottinel realizzare il rilevante progetto di partecipazione delGruppo Pitture e Vernici alla fiera MADE expo 2008, laFiera dell’Architettura, Design ed Edilizia tenutasi a MilanoRho dal 5 al 9 febbraio. Per attuare tale progetto, improntato alla valorizzazio-ne dell’attività associativa e alla promozione dello svi-luppo associativo, attività cruciali per il Gruppo, è sta-to allestito uno stand di 48 metri quadri, all’interno delquale è stata ricavata una saletta ove era attivo uncheck-point consulenziale presso il quale numerosiimprenditori, manager e tecnici hanno avuto l’opportu-nità di incontrare qualificati professionisti di AVISA eFederchimica per consulenze tecnico normative. Lo stand è stato presidiato, infatti, per tutti giorni dellamanifestazione, oltre che dalla struttura del GruppoPitture e Vernici e di AVISA, anche da numerosi funzio-nari delle Direzioni Centrali di Federchimica.Nella giornata di giovedì 7 febbraio è stato inoltre orga-nizzato un convegno sul tema “Le nuove normative peri produttori di pitture e vernici: obblighi, controlli, costi”,al quale sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente diFederchimica e il Presidente di AVISA. Il convegno è sta-to molto apprezzato e ha registrato oltre 70 presenze.La partecipazione associativa alla fiera è stata promos-sa da una significativa campagna di comunicazioneattraverso e-mail, inviti, lettere personalizzate, redazio-nali e articoli sulle principali riviste di settore. Numerosi rappresentanti di imprese non associate han-no potuto incontrare i funzionari dell’Associazione,cogliere i vantaggi dell’essere associati ad AVISA, com-prenderne i numerosi servizi offerti e l’intensa attività.

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Molte di queste imprese hanno già manifestato inte-resse a far parte dell’Associazione ed alcune si sonogià associate.

La partecipazione alla fiera è stata anche l’occasioneper diffondere alcuni documenti tra i quali “I passi dacompiere in preparazione al REACH” (una brochure chesintetizza i principali adempimenti per le imprese delsettore derivanti dall’applicazione del RegolamentoREACH), “I servizi per le imprese associate” (edizioneaggiornata della carta dei servizi associativi).Per tale occasione inoltre, su iniziativa del settore edili-zia, è stato realizzato l’opuscolo “La caratterizzazionedei prodotti vernicianti”, un documento che, facendoriferimento al linguaggio delle norme tecniche, aiuta achiarire la terminologia che può essere adottata perdescrivere le caratteristiche dei prodotti.

L’industria delle pitture e vernici italiana ha manifesta-to, negli ultimi anni, una grande necessità di formazio-ne specifica per i propri tecnici; pochi sono infatti i cor-si post-diploma o universitari che possono preparareun tecnico alla produzione delle pitture e vernici. Per questo il Gruppo Pitture e Vernici collabora con laStazione Sperimentale Oli e Grassi e AITIVA (l’Associa-

zione Italiana dei tecnici di industrie di vernici ed affini)nel programma di formazione permanente denominatoforVER. Seguendo le indicazioni di interesse manifestate dalle stes-se imprese produttive, nel 2007 sono stati organizzati consuccesso i corsi sul “Colore e colorimetria” e sul “Ruolodegli additivi nella formulazione dei prodotti vernicianti”.Nel marzo 2008 è stato organizzato, per la prima volta, ilcorso di formazione su “La tecnologia di produzione: dal-la formula al prodotto”, tenuto da un corpo docente pro-veniente dalla scuola ITECH di Lione, il rinomato IstitutoTessile e Chimico riconosciuta dallo Stato francese, cheassegna la Laurea in Ingegneria (Master) e rappresentauna delle più importanti scuole europee del settore. Tuttii corsi realizzati, in considerazione del significativo inte-resse e gradimento ricevuto e di nuove numerose richie-ste di partecipazione saranno ripetuti.

Per approfondire analizzare e consentire un costruttivoconfronto, sulle implicazioni della legislazione europeae italiana, di rilievo per il settore, sono stati infine realiz-zati due Workshop, rispettivamente dal titolo “IlRegolamento REACH per le imprese del Gruppo Pitturee Vernici” e “Nuovi adempimenti legislativi per i produt-tori di pitture e vernici: COV e biocidi".

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Assogastecnici rappresenta le imprese che operano nelsettore dei gas tecnici, medicinali e speciali, quali ossi-geno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene,anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi,aria, gas speciali e miscele di gas. L’Associazione è arti-colata in due gruppi merceologici:� il Gruppo gas tecnici e speciali, che rappresenta il set-

tore dei gas destinati ad usi industriali, tecnologici e diricerca;

� il Gruppo gas medicinali, che rappresenta il settore deigas per uso terapeutico e diagnostico.

Fanno parte di Assogastecnici 26 aziende con un fattu-rato di oltre 1 miliardo di Euro, che rappresentano circail 95% del mercato nazionale. Le applicazioni dei gastecnici sono estremamente diffuse, estendendosi dallagrande industria alle attività artigianali, ai laboratori dianalisi e ricerca, agli usi terapeutici per patologie respi-ratorie e anestesia.

Il settore dei gas industriali ha chiuso il 2007 senza signi-ficative variazioni dei volumi prodotti: i dati Istat eviden-ziano una produzione in stallo, impercettibilmente aumen-tata dello 0.3% rispetto al 2006, anno in cui i volumi pro-dotti erano aumentati del 9.5%. Il settore ha sofferto del-la stagnazione di alcuni importanti comparti a valle qualila metallurgia, l’industria chimica e l’industria della carta.Tra i settori di impiego dei gas che hanno permesso lasostanziale tenuta dei volumi si distinguono il settore petro-lifero, la plastica, la meccanica e i macchinari e mezzi ditrasporto. Altrettanto trainante il settore alimentare, che,nonostante un andamento generale poco brillante, si pre-senta come un mercato in cui l’industria dei gas continuaad ottenere risultati molto incoraggianti e di rilievo grazieallo sviluppo di nuove applicazioni.Nel complesso, è possibile fare le seguenti valutazioni:� rallenta il settore siderurgico, tipicamente ciclico che,

dopo il recente passato di forte crescita, sta ora asse-standosi su ritmi di sviluppo meno accentuati;

GAS TECNICI, SPECIALI E MEDICINALI

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� è stazionario il settore chimico;� ristagna il settore metallurgico;� crescono le applicazioni in campo ambientale.

Il fronte energetico continua ad essere un punto criticoper il comparto: l’elevata incidenza del costo dell’ener-gia sui costi di produzione obbliga le imprese ad atten-te politiche di acquisto con ricorso a contratti interrom-pibili. Proprio su tale fronte, anche a seguito delle novi-tà recentemente introdotte nei Contratti di erogazionedel servizio di interrompibilità, è fondamentale che lesospensioni avvengano in casi di effettiva emergenza dimodo che il vantaggio tariffario connesso alla disponi-bilità a subire interruzioni non venga totalmente vanifi-cato dai consistenti costi di fermata, riavvio degli impian-ti e mancata produzione.

Più in generale, la mancanza di una politica energeticae industriale nel nostro Paese è causa di sempre piùpericolose perdite di competitività dell’Italia nel con-fronto con i Paesi europei. Lo stesso settore dei gas tecnici assiste a crescenti casidi delocalizzazione dei propri clienti in Paesi emergen-ti ma anche in Paesi quali Spagna e Francia, dove losviluppo di attività produttive e la bolletta energeticabeneficiano di specifiche agevolazioni.

Il comparto medicinale, infine, pur confermandosi sta-zionario nei volumi, registra progressivi incrementi deiservizi accessori che ospedali e strutture private tendo-no sempre più a terziarizzare a beneficio delle aziendeproduttrici di gas. L’annoso problema dei ritardi di pagamento da parte del-la Pubblica Amministrazione influenza negativamente ilsettore dei gas medicinali, dove i ritardi di pagamentosuperano oramai, mediamente, i 300 giorni. Il problemaè stato solo parzialmente risolto (e per il momento sololocalmente, in alcune regioni) ricorrendo ad interventi dicartolarizzazione dei crediti.

Gas tecnici e specialiA fianco della normale attività istituzionale e progettua-le, il 2007 è stato un anno di eventi pubblici importantiper il Gruppo dei gas tecnici e speciali che ha compiu-to notevoli investimenti in comunicazione e visibilità neiconfronti dell’esterno.

La divulgazione della nuova Brochure Assogastecnici,descrittiva della complessità del settore e delle sue carat-teristiche, ha rappresentato una preziosa occasione perprendere contatto con una numerosa cerchia di interlo-cutori istituzionali, quali gli Assessorati regionali allo svi-luppo economico, all’industria e all’energia, i Direttori

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Prezzi dell’energia elettrica in Europa - Consumi industriali

Fonte: Eurostat

Prezzi per un consumo annuo di 24 GWh - Tasse incluse

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Regionali e Provinciali dei Vigili del Fuoco, i rappresen-tanti di Enti e Società quali ISPESL, Enel e Terna.

Nel mese di ottobre è stato inoltre organizzato ilConvegno “Qualità e Sicurezza con i Gas Alimentari”,nell’ambito del quale l’Associazione ha potuto presen-tare alla stampa e ad autorevoli Istituzioni nazionali edeuropee i vari aspetti caratterizzanti il comparto dei gasutilizzati dall’industria alimentare come additivi, coadiu-vanti di processo o ingredienti a contatto con alimenti.Ospiti e oratori di prestigio i rappresentanti della DirezioneSicurezza degli Alimenti del Ministero della Salute edell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)rappresentata dal Direttore del Gruppo Food Additivesand Packaging. A riprova del successo dell’iniziativa, ilConvegno è stato ripreso in modo articolato e significa-tivo su importanti riviste di settore.

Nel mese di novembre, il Comitato sicurezza gas ha orga-nizzato un importante momento di aggregazione e con-fronto in occasione della X Riunione Nazionale Sicurezza,evento di forte contenuto formativo sul tema tanto deli-cato e cruciale della sicurezza sul luogo di lavoro, maanche nei trasporti e nell’utilizzo dei gas tecnici, specialie medicinali.L’Assemblea annuale è stata invece l’occasione per asse-gnare i Premi Assogastecnici per la sicurezza sul lavoro,un riconoscimento ai risultati conseguiti dalle aziende nelcorso dell’anno precedente, che certifica l’attenzione allasicurezza dei lavoratori negli stabilimenti, attestata dal-l’assenza di incidenti.Assogastecnici è da tempo impegnata nel miglioramen-

to continuo delle prestazioni ambientali e di sicurezza del-le imprese di settore. L’Associazione si avvale del sup-porto tecnico del Comitato sicurezza gas, composto daesperti delle aziende associate, che ha il compito di svi-luppare linee guida, strumenti di prevenzione e formazio-ne, monitoraggio degli indicatori di prestazione. Grazie aquesta intensa attività, l’incidenza e la gravità degli infor-tuni sul lavoro negli ultimi vent’anni si è notevolmente ridot-ta (-70%). L’indice di frequenza è infatti sceso in tale perio-do da 19 a 4.5 infortuni per milione di ore lavorate, men-tre l’indice di gravità è passato da circa 300 a circa 81giornate di lavoro perse per infortunio per milione di orelavorate. Sebbene questi dati siano fra i migliori di tutto ilcomparto chimico, l’obiettivo è quello di avvicinarsi il piùpossibile all’assenza totale di infortuni.Più recente, infine, il seminario organizzato a seguito delle novità introdotte dal Decreto Legislativo sulla sicu-rezza nei luoghi di lavoro – il cosiddetto Testo Unico. Nel maggio 2008 è stata organizzata una mattinata diapprofondimento sui temi disciplinati dalla nuova norma-tiva, evento che ha riscosso notevole interesse e parte-cipazione da parte delle Aziende Associale.

Tra i temi più dibattuti all’interno dell’Associazione si èdistinta l’entrata in vigore del Regolamento REACH, dalcui campo di applicazione rimangono esclusi la maggiorparte dei gas tecnici. Ciò nonostante, per alcuni prodottisarà comunque necessario attivare in azienda una pro-cedura per la registrazione di sostanze, direttamenteprodotte o importate.Il caso più significativo è certamente quello dell’acetile-ne e dell’idrato di calcio per i quali si dovranno valutareipotesi di formazione di un consorzio per la realizzazio-ne del relativo dossier necessario per la Registrazionedelle sostanze. Su questo importante argomentoAssogastecnici, con l’aiuto del Centro Reach, provvedead informare in modo articolato e continuo le proprieaziende, ricordando periodicamente la scadenza dellapre-registrazione e stimolandone l’eventuale partecipa-zione a consorzi per la compilazione dei fascicoli diRegistrazione.

Prosegue il monitoraggio dei problemi riguardanti laDirettiva PED (Direttiva sugli apparecchi a pressione fis-si), che stenta a vedere chiariti gli aspetti applicativi dipertinenza della legislazione nazionale. Le azioni svoltea livello istituzionale dovrebbero consentire l’estensio-ne, anche agli organismi notificati, della possibilità diintervento per la messa in servizio e la verifica periodicadei recipienti.

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Nell’ambito dei lavori del Comitato idrogeno, invece, pro-segue la collaborazione con i Vigili del Fuoco e l’Universitàdi Pisa per lo sviluppo di normative tecniche riguardantila sicurezza dei distributori, delle installazioni sui veicoli aidrogeno e delle tubazioni di trasferimento del prodotto.In tale ambito, è stato sviluppato un contratto di ricercaper condurre prove in campo relative a dispersioni di idro-geno da tubazione in pressione. La sperimentazionedovrebbe concludersi nel corso del 2008. Il Comitato siè posto inoltre obiettivi di comunicazione esterna e hacompletato il Portale dedicato all’idrogeno (http://idroge-no.assogastecnici.federchimica.it), un prezioso strumen-to del quale Assogastecnici potrà avvalersi per promuo-vere l’utilizzo dell’idrogeno nei vari ambiti industriali edenergetici e, non ultimo, per divulgare i risultati della spe-rimentazione avviata con l’Università di Pisa.

Sul fronte trasporti vi è stato un significativo lavoro perseguire lo sviluppo della normativa italiana sul trasportodelle bombole, per la quale è in atto una fase di ade-guamento alle normative europee e internazionali. Suquesti aspetti Assogastecnici collabora strettamente conil Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con parti-colare riferimento alla “Commissione permanente per leprescrizioni sui recipienti per gas compressi, liquefatti edisciolti”. Il Comitato trasporti ha completato la realiz-zazione delle linee guida sull’edizione 2007 dell’ADR esta attentamente seguendo i lavori di realizzazionedell’ADR 2009.

Come più volte sottolineato, l’industria dei gas è parti-colarmente toccata dal tema dell’energia, essendo set-tore energy intensive e, di conseguenza, fortementepenalizzato dagli oneri e dai costi vigenti nel nostro Paese.Il Comitato energia ha lavorato intensamente sui varifronti quali la verifica e interpretazione delle Delibere pub-blicate dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, lapredisposizione di informative alle aziende associate eil monitoraggio dell’andamento di indicatori del costodell’energia elettrica. Su quest’ultimo punto, in partico-lare, la liberalizzazione del mercato elettrico partita ametà del 2007 e la conseguente scomparsa del merca-to vincolato ha reso necessario lo studio approfondito el’individuazione di nuovi parametri per la misurazione deicosti dell’energia elettrica per il mercato libero. Un altro importante tema di discussione e intervento hariguardato le modalità di assegnazione di bande inter-rompibili e la relativa gestione di tali sospensioni delleforniture. Assogastecnici e Federchimica hanno con-giuntamente portato avanti una politica di sensibilizza-

zione sulla necessità di maggiore trasparenza nelle asse-gnazioni di quote interrompibili e di puntuali verifiche suquanto realmente usufruibile dai richiedenti e quantoeffettivamente disponibile per il mercato.

Da segnalare, infine, la realizzazione di numerosi adat-tamenti e traduzioni di Documenti EIGA (l’AssociazioneEuropea dei Gas Industriali) quali il pieghevole e le LineeGuida sulla “Sicurezza nel trasporto di gas su veicoli nondedicati”, le Newsletter sull’impatto ambientale degliimpianti di acetilene, di protossido d’azoto, di anidridecarbonica e ghiaccio secco e le Newsletter di sicurez-za. I suddetti documenti, insieme a tutte le pubblicazio-ni Assogastecnici realizzate negli ultimi anni, sono stati resi disponibili sulla nuova sezione del sitodell’Associazione dedicata alle Pubblicazioni e LineeGuida, sezione suddivisa nelle seguenti aree tematiche:Istruzioni di sicurezza per l’utilizzatore, Sicurezza sulLavoro, Sicurezza nel Trasporto, Sicurezza e Qualità diprodotto, Protezione Ambientale.

Gas medicinaliIl Gruppo gas medicinali prosegue una strategia di sen-sibilizzazione e di coinvolgimento di tutti gli operatori del-la sanità per promuovere il settore dal punto di vista delvalore in termini terapeutici, etici, industriali e sociali.Infatti, a seguito dell’approvazione del Nuovo CodiceFarmaceutico (D.Lgs 24 aprile 2006 n. 219) e dei relatividecreti di modifica (D.Lgs 29 dicembre 2007, n. 274, conproroga scadenze per i gas medicinali), i gas medicinalihanno assunto a tutti gli effetti lo status di farmaci, con ilconseguente innalzamento dei requisiti minimi di qualitàe sicurezza da soddisfare e la necessità, al termine di un periodo transitorio, di ottenere l’Autorizzazioneall’Immissione in Commercio (AIC); da qui emerge l’im-portanza del ruolo che riveste il Gruppo gas medicinalinell’impegnarsi a informare operatori sanitari pubblici eprivati dell’importanza della qualità e della sicurezza diquesti medicinali affinché sia sempre tutelata in primis lasalute dei cittadini.Altro aspetto molto importante sul quale si focalizza l’at-tenzione del Gruppo è quello che riguarda i DispositiviMedici necessari per l’erogazione e la somministrazionedei gas medicinali stessi; anche in questo campo qualitàe sicurezza sono le parole chiave per garantire sempre ilmedesimo obiettivo: la salute dei cittadini.Per adeguarsi al meglio alla fase di evoluzione dalla qua-le sta emergendo la normativa di riferimento, il Gruppogas medicinali ha mantenuto ed intensificato i rapportiistituzionali verso gli interlocutori di riferimento:

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� Ministero della Salute;� AIFA;� Istituto Superiore di Sanità;� Segreteria Generale della Farmacopea Ufficiale Italiana;� Commissione Unica sui Dispositivi Medici.

Il Comitato tecnico del Gruppo gas medicinali, attra-verso l’attività di gruppi di lavoro costituiti ad hoc, hadedicato particolare attenzione all’elaborazione e all’ag-giornamento delle linee guida di riferimento destinatealle aziende associate, proponendosi come punto diriferimento per gli operatori del settore. Il Comitato hainoltre operato a continuo supporto delle attività delGruppo di lavoro AIC.

Nel contesto del Gruppo gas medicinali le tematichespecifiche riguardanti l’ossigenoterapia domiciliare sonotrattate dalla Commissione Ossigenoterapia Domiciliare.Ad essa aderiscono le principali aziende operanti nellospecifico settore che rappresentano circa il 95% delmercato nazionale.La Commissione ha il compito di promuovere l’attività del-l’ossigenoterapia domiciliare, elaborare linee guida di com-portamento per gli associati e per gli operatori del setto-re, sviluppare studi e ricerche specifiche. In quest’area siprovvede continuamente, grazie all’impegno dei gruppidi lavoro che vi fanno capo, alla redazione di linee guidache, prendendo spunto dai corrispettivi documenti EIGA,approfondiscono le norme e le “good manufacturing prac-tices” in ambito di sicurezza nella fornitura del servizio diossigenoterapia domiciliare.

Prosegue inoltre l’efficace collaborazione con altreAssociazioni di pazienti e non solo: a seguito dell’inda-gine conoscitiva sull’ossigenoterapia domiciliare svilup-pata con AMOR (Associazione Milanese di Ossigeno-terapia Riabilitativa) che negli anni scorsi ha interessatotutti i pazienti della ASL “Città di Milano”, si sta ora collaborando con AIPO (Associazione Italiana PneumologiOspedalieri) e con la stessa AMOR anche sull’annosotema della mobilità dei pazienti in ossigenoterapia domiciliare.

Il Gruppo di lavoro AIC (Autorizzazione all’Immissione inCommercio), supportato dalla Direzione Centrale RelazioniIstituzionali, dalla Commissione Direttiva e dal ComitatoTecnico, ha avuto modo di incontrarsi e confrontarsi a piùriprese con Ministero della Salute e AIFA per definire i prin-cipi e le linee guida che il settore dovrà seguire per poterpresentare i dossier AIC. Tale attività, che porterà alla reda-zione di apposite linee guida per le aziende associate,prosegue e dovrebbe concludersi nel corso del 2008.

Il Gruppo gas medicinali di Assogastecnici, supportatodalla Direzione Centrale Relazioni Istituzionali e dallaDirezione Centrale Comunicazione Immagine di Federchimica,ha ritenuto necessario impegnarsi in una campagna disensibilizzazione sull’impiego corretto e sicuro dei gasmedicinali e, in particolare, sulle modalità di manipolazio-ne e dispensazione di tali farmaci all’interno delle StruttureSanitarie pubbliche e private con lo scopo� di diffondere nelle strutture sanitarie una sempre mag-

giore consapevolezza delle peculiarità di tali farmaci;� di garantire i migliori standard di sicurezza nell’utilizzo dei

gas medicinali per gli operatori sanitari e per i pazienti;� di migliorare la percezione che i vertici delle Strutture

Sanitarie hanno del settore dei gas medicinali.

Per questo progetto, intitolato “Gas medicinali: la sicurez-za è nell’aria”, Assogastecnici ha conseguito l’adesione diVVFF, ISPESL e ISS come enti patrocinanti dell’iniziativa. La campagna di comunicazione – che nel corso degli ultimi anni ha visto l’organizzazione di vari congressi isti-tuzionali che hanno richiamato l’attenzione di una gran-de schiera di addetti ai lavori – è stata pubblicizzata sulSole24Ore Sanità a più riprese e in particolare, nel 2007,ha visto il Gruppo di lavoro comunicazione e immagineimpegnato nella realizzazione di 4 Corsi Regionali, accre-ditati ECM, destinati ai farmacisti SIFO che utilizzano igas medicinali a contatto con i pazienti nella vita di tut-ti i giorni. Anche nel corso del 2008 si prevede la rea-lizzazione di alcuni corsi regionali di questo tipo, unita-mente ad altri interventi di tipo istituzionale finalizzatianch’essi alla sensibilizzazione verso un impiego cor-retto e sicuro dei gas medicinali.

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Le imprese produttrici di prodotti per la pulizia, la manuten-zione e l’igiene degli ambienti (detersivi per la casa, le comu-nità e le industrie, saponi da bucato, coadiuvanti di lavag-gio, presidi medico-chirurgici, biocidi, cere, prodotti per lacura delle auto e prodotti per la pulizia e la manutenzione ingenerale) sono rappresentate da Assocasa (AssociazioneNazionale Detergenti e Specialità per l’Industria e per la Casa).Assocasa rappresenta attualmente circa 100 imprese nazio-nali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato glo-bale che supera i 3 miliardi di Euro, pari alla quasi totalità delmercato.

L’Associazione costituisce un punto di riferimento per il coor-dinamento delle attività del settore e per la promozione del-le sue capacità di sviluppo, con l’obiettivo primario di con-ciliare le necessità di uno sviluppo economico e industrialesostenibile da parte degli associati con le esigenze dei con-sumatori e degli utilizzatori. Dal punto di vista normativol’Associazione, oltre ad offrire servizi di consulenza sulle nor-mative italiane ed estere che regolano il settore, offre la pro-pria esperienza tecnico/scientifica in fase di sviluppo preli-minare delle normative stesse, con l’obiettivo di dare il pro-prio contributo alla loro stesura finale. Per questo scopoAssocasa si coordina con il proprio “network” europeo diassociazioni gemelle facenti capo ad A.I.S.E. (AssociationInternationale de la Savonnerie, de la Détergence et desProduits d’Entretien), che opera a Bruxelles.

Il settore dei prodotti per la casa ha chiuso il 2007 con unasostanziale stagnazione delle vendite. Anche sul fronte del-l’esportazione i risultati non sono positivi in quanto le multi-nazionali servono sempre più i principali mercati europei dasiti produttivi localizzati in Paesi geograficamente vicini conl’effetto di ridimensionare l’export italiano.La diminuita disponibilità di risorse economiche da parte del-le famiglie italiane si ripercuote in modo importante su que-sto settore dei beni di largo consumo. Di conseguenza, unaquota crescente di consumatori ricerca i canali di venditapiù convenienti e concentra gli acquisti in periodi promozio-nali. Infatti, continua ad aumentare il peso dei discount, cheormai ha raggiunto il 7%, e rimane molto intensa la pres-sione promozionale anche se nel 2007 non ha registratoincrementi significativi. In generale si rileva una crescita deimercati di altissima e bassissima gamma privilegiando quin-di il prezzo oppure prodotti ad elevate performance. Molticonsumatori sono infatti sempre più attenti all’efficacia in ter-mini di risultati e al risparmio di tempo e fatica che sono in

grado di offrire. Di conseguenza reali innovazioni, prodottialtamente performanti o prodotti di nicchia, pensati per risol-vere problemi specifici ancora non soddisfatti, ottengonobuoni risultati in termini di acquisti e possono collocarsi sufasce di prezzo elevate. Ottengono risultati positivi ancheprodotti che consentono di godersi al meglio la casa e di ral-legrare le attività più ripetitive della vita quotidiana.

L’aumento in valore registrato nel 2008 appare modesto(+1.2%) e comunque è significativamente al di sotto dell’in-flazione. Le premesse per il 2008 non sono favorevoli, perla perdita del potere d’acquisto da parte delle famiglie lega-ta anche all’aumento dell’inflazione. Di conseguenza, la cre-scita della produzione non potrà raggiungere aumenti signi-ficativi e quindi la vera sfida consiste nel continuare a pun-tare sulla ricerca e innovazione.La principale attività messa in atto dall’Associazione nel 2007riguarda l’organizzazione di due Osservatori sul mercato deidetergenti che hanno visto la partecipazione di numeroseimprese associate e non associate, di operatori dei settorilegati alla filiera e dei media. Il Market Monitor è stato orga-nizzato con la collaborazione di ACNielsen che ha fornito unquadro dettagliato dei principali segmenti del settore conuna particolare focalizzazione su alcune categorie che han-no visto nel 2007 incrementi o situazioni di particolare inte-resse. Inoltre uno spazio è stato dedicato a un’analisi det-tagliata sui consumi e le abitudini del consumatore. ACNielsenha anche fornito un quadro specifico sui principali canali divendita e sulle marche private che rappresentano in Italia unmercato meno sviluppato rispetto a quanto avviene in altriPaesi europei. Visto l’interesse per l’iniziativa si è stabilito diorganizzare due ulteriori eventi anche per il 2008 con inter-venti mirati. Ad esempio si sta valutando la possibilità di dedi-care una parte dell’Osservatorio al mercato I&I.

Numerosi sono stati i temi specifici seguiti in ambito asso-ciativo, tra i quali possiamo ricordare i principali.� Assocasa, dopo aver sollecitato le aziende italiane ad ade-

rire all’ “A.I.S.E Charter for sustainable cleaning” (“Il CharterA.I.S.E. per una pulizia sostenibile”), ha registrato un incre-mento di interesse verso l’iniziativa con l’adesione di unbuon numero di piccole e medie imprese nazionali. Taleprogramma prevede una certificazione finale che attestal’utilizzo di procedure volte alla tutela della salute, dellasicurezza e dell’ambiente per tutti i prodotti del settore siaper il largo consumo sia per l’area istituzionale. Inoltre Assocasa ha messo a disposizione delle aziende

DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA E PER LA CASA

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un supporto tecnico affinché possano pervenire alla cer-tificazione e quindi alla possibilità di apporre sulle confe-zioni dei propri prodotti i loghi distintivi del programmastesso. A livello nazionale hanno già aderito a tale pro-gramma alcune piccole e medie imprese produttrici eaziende della Grande Distribuzione.

� A livello europeo è in corso l’implementazione della DirettivaBiocidi. Assocasa, per quanto concerne l’ambito nazio-nale, collabora con il Ministero della Salute – con il qualeha attivato uno specifico tavolo di lavoro – per la gestio-ne del periodo transitorio che porterà quelli che oggi sonodefiniti Presidi Medico Chirurgici ad essere classificaticome Biocidi. Allo stato attuale sono ancora molte le inco-gnite – soprattutto a livello europeo – che hanno portatoil legislatore a valutare l’opportunità di procrastinare alcu-ni adempimenti.

� Assocasa segue con particolare attenzione l’evoluzionedelle normative REACH e GHS e, insieme ad A.I.S.E. ealla Direzione Tecnico Scientifica di Federchimica, sta ope-rando affinché siano tenute in debito conto le istanze delsettore quali “utilizzatori a valle” in modo che le nuove legi-slazioni siano applicabili in maniera efficace e sostenibile.

� Anche nel corso del 2007 Assocasa ha collaborato conle Autorità preposte per fornire tutte le informazioni neces-

sarie per fare chiarezza sulla presunta pericolosità dei deo-doranti ambientali. Si può ricordare che le conclusioni pre-sentate da Assocasa sono state anche condivise dalloSCHER, che a livello di Commissione Europea ha ribadi-to che l’uso appropriato dei deodoranti ambientali nonpresenta particolari rischi per la salute. È inoltre stato attua-to il programma – operante a livello europeo – di “ProductStewardship” che prevede che le imprese forniscano inetichetta o su siti internet dedicati una serie di informa-zioni aggiuntive per la tutela della salute del consumato-re. Attualmente hanno già aderito alcune imprese cheoperano anche sul mercato nazionale.

� Sono stati completati in collaborazione con alcuni Centrianti-veleno e sono in via di pubblicazione gli aggiorna-menti dei manuali di sicurezza dei prodotti, con l’introdu-zione di formule quadro per tipologia. Tali documenti ver-ranno distribuiti ai medici che lavorano su possibili emer-genze legate alle intossicazioni accidentali. La presenta-zione ufficiale avverrà nella metà del 2008 e prevede con-testualmente l’organizzazione di un corso specifico per imedici che operano sul territorio.

Per il 2008, Assocasa ha pianificato nuove attività di“Comunicazione” per mettere a punto nuove strategie vol-te a migliorare l’immagine dell’Associazione.

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Nel 2007 il fatturato dell’industria cosmetica ha toccato gli82445 milioni di Euro con una crescita dell’1.7% rispettoall’anno precedente. A sostenere la performance, per laprima volta negli ultimi 10 anni, non sono più le esporta-zioni ma il mercato interno che ha assorbito oltre 5900milioni di Euro del fatturato delle imprese italiane con unacrescita di 2.5 punti percentuali.

Il rallentamento nella crescita delle esportazioni ha unaspiegazione generale. Da tempo infatti si segnalano lepesanti difficoltà degli operatori che devono fronteggia-re un tasso di cambio euro/dollaro molto penalizzante.Le tensioni sui prezzi petroliferi e il contemporaneo recorddi valutazione dell’Euro sul dollaro nella seconda partedel 2007 hanno sicuramente pesato sulle valorizzazionidelle esportazioni italiane di cosmetici non solo nell’areanordamericana ma in tutti quei Paesi dove la valuta dinegoziazione è la divisa statunitense. Le esportazioni, con un valore stimato in quasi 2270 milio-ni di Euro, potrebbero avere risentito anche di modificazio-

ni nell’assetto distributivo di alcune multinazionali che han-no spostato unità produttive fuori Italia modificando in talmodo il cosiddetto valore intercompany.

Nonostante le difficoltà dell’ambiente economico, il costan-te investimento in innovazione di prodotto e in ricerca haconsentito alle imprese italiane di rispondere alle sollecitazionidei vari mercati e alla diversificazione di prodotto e di cana-le che i consumatori hanno imposto negli ultimi anni.L’industria nazionale, infatti, ha registrato importanti incre-menti degli investimenti sia nell’allargamento della capa-cità produttiva sia nell’evoluzione della ricerca e applica-zione tecnologica nei processi produttivi.

La scarsa propensione ai consumi da parte di larghe fascedi consumatori ha condizionato solo in parte l’andamentodei consumi di cosmetici. Anche nel 2007, infatti, il mer-cato italiano di cosmetici registra una crescita costante,+2.7%, con un valore della domanda di poco superiore a9000 milioni di Euro.

PROFUMERIA E COSMETICA

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La tradizionale elaborazione del Centro studi e cultura d’im-presa di Unipro conferma alcune importanti tendenze: � la penetrazione dei cosmetici nel vissuto quotidiano (igie-

ne personale, cura della persona e benessere), nonostantei forti condizionamenti sulla propensione al consumo;

� il costante e generalizzato processo di polarizzazione deiconsumi che evidenzia lo spostamento verso prodotti dinicchia da un lato, e verso prodotti dall’evidente alto rap-porto qualità prezzo dall’altro.

Come accade da diverse stagioni, è il canale farmacia cheregistra le dinamiche più interessanti: nel 2007 il valore delmercato è cresciuto del 8.5% toccando i 1337 milioni di

euro, il 15% del totale mercato cosmetico. L’erboristeria evi-denzia similitudini con gli andamenti nel canale farmaciaanche se con volumi più limitati. Nel 2007 la crescita è sta-ta infatti dell’8%, con un valore del mercato che ha supera-to i 300 milioni di Euro. La profumeria nel 2007 ha eviden-ziato una ripresa pari al 3.3% con un valore di oltre 2350milioni di euro, il 26% del mercato totale. Il canale ha regi-strato il positivo impatto di nuovi lanci e ha confermato lasignificativa revisione organizzativa, anticipata dall’avventodi alcune importanti catene di distribuzione. La grande distri-buzione organizzata, che rappresenta sempre la più ampiaquota del consumo di cosmetici (44%), segna una crescitamedia dell’1.1%. Il valore totale del canale supera i 3900milioni di euro, al suo interno i super e ipermercati toccanoi 2200 milioni di Euro. I canali professionali registrano, infine,un valore complessivo di 970 milioni di Euro anche se si assi-ste a una ripresa più vivace delle vendite negli istituti di bel-lezza ed estetiste (+2.1%) e meno evidente dei prodotti pro-fessionali venduti nei saloni di acconciatura (+1%).

A conferma di un mercato attento all’evoluzione e alle offer-te specifiche, nel 2007 si segnalano i trend particolarmentedinamici delle vendite di creme idratanti, nutrienti ed esfo-lianti che, con un valore di 186 milioni di euro, crescono del7.2% e delle creme maschili per il trattamento, +8.5% peroltre 48 milioni di Euro. I prodotti per la cellulite crescono del7.5% con un valore di oltre 110 milioni di Euro e i rassodantie antietà corpo, con 63 milioni di Euro di valore, cresconoaddirittura del 10%. La performance più significativa è rappresentata tuttavia dal-le vendite di solari e pigmentanti che,con 343 milioni diEuro,registrano una crescita del 7.1%.

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Fatturato per canale distributivo

(*) Include erboristerie con fatturato per l’anno 2006 pari a 146.9 milioni di Euro e per il 2007 di 158.6 milioni di Euro, con un incremento relativo del 8.0%

2006 2007 %Fatturato Mercato Italia 5835.4 5978.7 2.5Canali Tradizionali 5044.9 5175.5 2.6

- Farmacia 685.0 742.9 8.5- Profumeria 1268.4 1309.9 3.3- Grande Distribuzione

e Altri Canali(*) 2684.2 2712.4 1.1- Vendite Porta a Porta

e Corrispondenza 407.3 410.3 0.7Canali Professionali 790.5 803.2 1.6

- Estetiste 136.4 139.3 2.1- Acconciatura 654.1 663.9 1.5

Fatturato Esportazione 2274.2 2265.8 -0.4Fatturato GlobaleSettore Cosmetico 8109.6 8244.5 1.7

(milioni di Euro)

Il 2007 per il settore dell’automedicazione può essere defi-nito come l’anno del consolidamento delle modifiche intro-dotte nello scenario normativo di riferimento; in questi 12mesi, infatti, si è misurato concretamente l’impatto sulmercato del Decreto Legge Bersani che ha liberalizzatola vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione al difuori della farmacia. La prima considerazione che emer-ge è che non c’è stato un boom di vendite come da qual-cuno paventato e che il cittadino italiano si conferma anco-ra una volta maturo e consapevole nelle proprie scelte diacquisto di un farmaco. Per inquadrare il fenomeno bastano alcuni dati. A gen-

naio 2008 lo spaccato dei canali di vendita che distribui-scono farmaci senza obbligo di prescrizione restituisce laseguente fotografia: 17224 farmacie, 1500 parafarmacieattive (rispetto alle 1736 autorizzate) e 162 corner dellagrande distribuzione organizzata. Le vendite per farmacidi automedicazione ammontano a circa 241 milioni di con-fezioni (che coprono il 13.8% delle vendite per farmaci del2007) per un controvalore di quasi 1588 milioni di Euro(con una quota dell’8.3%). I dati riportati non compren-dono, tuttavia, la quota dei farmaci senza obbligo di pre-scrizione, ma privi di possibilità di fare pubblicità al pub-blico, che rappresentano una quota del 2.9% a valore e

FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE

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del 5.2% a volume. Considerato che le due classi, anco-ra distinte per una classificazione italiana differente daldettato europeo, possono essere sommate per la loroidenticità sotto il profilo tecnico scientifico, si può affer-mare che la quota di farmaci accessibili senza obbligo diprescrizione rappresenta oggi l’11.2% in termini di girod’affari in farmacia e il 19% in unità sul mercato farma-ceutico totale.

Con riferimento alla liberalizzazione della distribuzione deifarmaci senza obbligo di prescrizione, la Legge Bersani(Legge 248/2006, art. 5) prevede che la vendita delle spe-cialità medicinali negli esercizi diversi dalla farmacia deb-ba essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto,con l’assistenza di uno o più farmacisti abilitati all’eserci-zio della professione e iscritti al relativo ordine; sono vie-tati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sottocosto aventi ad oggetto farmaci; ciascun dettagliante pos-sa determinare liberamente lo sconto sul prezzo indicatodal produttore, purché lo sconto sia esposto in modo leg-gibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gliacquirenti. È importante sottolineare come il modello adot-tato in Italia – con la presenza di un farmacista anche nel-la nuova realtà distributiva – sia garanzia di assistenza econsiglio professionale e per questo è importante man-tenere il principio che tutti i farmaci senza obbligo di ricet-ta debbano poter essere venduti anche nel nuovo cana-le distributivo.A completamento del processo di liberalizzazione avvia-to con la Legge Bersani, la Legge Finanziaria 2007 haprevisto che, a partire dal 2007, sia il farmacista o il det-tagliante a determinare il prezzo finale dei farmaci da ban-co; un prezzo al quale è possibile dare la massima visibi-lità sul punto vendita, mettendo così l’intera filiera nellecondizioni di competere a vantaggio del consumatore. Lanorma stabiliva inoltre che ancora per tutto il 2007 il prez-zo determinato dal dettagliante non poteva comunqueessere superiore al prezzo massimo di vendita in vigoreal 31 dicembre 2006, prolungando di fatto per un ulte-riore anno il blocco dei prezzi stabilito dalla Legge149/2005. Con il primo gennaio 2008 è stato quindi com-pletato il processo di liberalizzazione della catena del prez-zo; tuttavia il Decreto Legge n. 248 del 31 dicembre 2007(c.d. Milleproroghe) istituisce per le aziende titolari di medi-cinali non soggetti a ricetta medica l’obbligo di comuni-care al Ministero della Salute e all’Agenzia Italiana delFarmaco il prezzo massimo ex-factory con il quale cia-scun medicinale è offerto in vendita.

Nel 2007 il mercato dei farmaci non prescription è cre-

sciuto complessivamente (a volumi) del 4.6% e il contri-buto delle farmacie a questo trend è stato pari all’1.4%.Tuttavia occorre considerare che la crescita registratasegue un anno di pesante flessione delle vendite e ripor-ta pertanto il mercato ai livelli del 2005 (+0.8%).L’incremento delle vendite rispetto al 2006, infatti, è ricon-ducibile più che altro a fenomeni epidemiologici e stagio-nali (ad esempio, nei primi mesi del 2007 vi è stato il pic-co dell’influenza della stagione 2006/2007, come pure lapatologia influenzale per l’ultimo inverno è stata piuttostoelevata già a partire dalla fine del 2007) e non all’effettodelle liberalizzazioni. Dei 241 milioni di confezioni vendu-te complessivamente nel 2007, le farmacie hanno assor-bito il 96.3% delle vendite (232 milioni di confezioni), i cor-ner della GDO il 2.2% (5.3 milioni) e le parafarmacie ilrestante 1.5% (3.5 milioni); in termini di valore (1588 milio-ni di Euro) il peso delle farmacie sale al 96.8%, quello del-la distribuzione organizzata scende all’1.7% e le parafar-macie mantengono lo stesso peso.In sintesi, i trend degli ultimi anni dimostrano che, in unmercato che vede nel cittadino il proprio interlocutoredi elezione, prezzi e distribuzione non rappresentano gliunici driver del mercato (nonostante le recenti normeabbiano introdotto elementi di competitività e dinami-smo); altri infatti sono gli elementi necessari a sostene-re quello sviluppo che finora è mancato. Il mercato ita-liano dell’automedicazione rimane penalizzato, nono-stante l’avvio di un ciclo positivo che si è lentamentemesso in moto, dalla scarsità di principi attivi disponi-bili rispetto agli altri Paesi europei, che non consentealle imprese di ampliare e innovare l’offerta terapeutica.Per sviluppare il settore, infatti, sarebbe indispensabileintervenire favorendo il passaggio dei farmaci dallo sta-tus di obbligo di prescrizione a quello di automedica-zione, il cosiddetto switch, per migliorare la qualità del-l’offerta terapeutica a disposizione dei cittadini e favo-rire gli investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende inun settore sempre più strategico non solo da un puntodi vista sanitario ma anche industriale. È poi necessa-rio favorire la conoscenza dei medicinali di automedi-cazione da parte dei cittadini con un uso più modernodei marchi.

Nel 2007 l’Associazione ha proseguito la propria azionedi sensibilizzazione e coinvolgimento di tutti gli attori del-la sanità italiana su temi e priorità del comparto dei far-maci di automedicazione.Anifa ha infatti preso parte, avanzando proposte e richie-ste per le prospettive del comparto dei farmaci OTC, alTavolo sulla politica farmaceutica aperto nella prima

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metà dell’anno dai Ministeri della Salute, dell’Industria,dell’Economia, dall’Aifa e dalle Regioni.Nel mese di luglio si è tenuta l’edizione 2007 dell’OsservatorioAnifa sull’automedicazione che ha rappresentato l’occa-sione di analisi e confronto istituzionale sull’impatto delprimo anno della Legge Bersani e sulle proposte di svi-luppo del settore avanzate dall’Associazione. Inoltre, nel mese di novembre vi è stato un incontro con la stam-pa specializzata sull’andamento del settore a commentodella settima edizione del volume Anifa “Numeri e Indicidell’Automedicazione”.Nell’ambito dei rapporti con le Autorità Sanitarie, Anifa hapreso parte attivamente a Tavoli di confronto e Gruppi dilavoro costituiti dal Ministero della Salute e dall’Agenziadel Farmaco, avanzando proposte migliorative nell’ambi-

to dei provvedimenti adottati nel corso dell’anno e sotto-lineando la necessità di adottare misure per snellire le pro-cedure di switch, modernizzare l’uso dei marchi e age-volare l’informazione in linea con quanto già avviene neiPaesi di riferimento UE.

Nel corso dell’anno, poi, Anifa ha promosso e realizza-to, in collaborazione con l’Unione Nazionale Consumatori,due opuscoli informativi sull’automedicazione respon-sabile “Automedicazione. Istruzioni per l’uso” e sul cor-retto uso dei farmaci OTC per chi si reca in vacanza“Automedicazione in vacanza. Istruzioni per l’uso” vei-colati su numerose testate a livello nazionale per aiuta-re i cittadini a identificare più facilmente e accedere consicurezza ai farmaci di automedicazione.

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Dalla fine del 2007, l’Italia è un paese che può vantareun importante primato mondiale nel settore dei farma-ci veterinari. Infatti, con il Decreto Legge del 17 dicem-bre 2007, il Ministero della Salute ha introdotto l’obbli-go di impiego del codice a barre sulle confezioni deimedicinali per animali. Si tratta di un importante tra-guardo raggiunto, che contribuisce a rendere l’industriafarmaceutica veterinaria un settore altamente innovati-vo e moderno. AISA, l’Associazione che rappresenta 24 aziende delsettore e che conta oltre 1000 addetti, si è a lungo impe-gnata per il raggiungimento di questo obiettivo, da con-siderarsi come un primo fondamentale passo verso latracciabilità completa del farmaco veterinario: dall’aziendache lo produce, fino all’utilizzatore finale. L’Associazioneha concluso così questo importante capitolo di lavoro,coronato dal fatto che i suggerimenti di AISA e di IFAH(l’Associazione che opera a livello europeo), sono statipienamente recepiti e tenuti in alta considerazione dalMinistero della Salute nella stesura del Decreto.Per quanto riguarda l’impatto sui produttori, va eviden-ziato che il codice a barre è un sistema in grado di miglio-rare l’efficienza dell’intero comparto dell’industria dei far-maci veterinari. Esso infatti permette di monitorare eidentificare, sulla singola confezione, il lotto di produ-zione e la data di scadenza del medicinale e ciò deter-mina diversi effetti positivi, fra i quali, senz’altro, il miglio-ramento dell’organizzazione logistica interna delle azien-de produttrici e soprattutto una maggiore garanzia ditutela della salute animale e quindi della sicurezza ali-

mentare. Il codice a barre potrebbe infine essere unodegli strumenti efficaci per la lotta all’uso illegale di far-maci veterinari, un fenomeno che assume oggi una cer-ta rilevanza, come confermano le operazioni condotterecentemente dai NAS di Bari e Cagliari. Questi fatti con-fermano l’esistenza di un “mercato grigio”, ovvero l’im-missione di materie prime o medicinali non autorizzatisul territorio nazionale, un problema che il codice puòcontribuire ad arginare.

Per l’industria farmaceutica veterinaria, l’ultimo anno èstato un periodo in cui, oltre al raggiungimento di impor-tanti obiettivi strategici, si possono agevolmente evi-denziare alcuni importanti segnali positivi, specie dalpunto di vista della crescita economica complessiva delcomparto. I dati, infatti, confermano i buoni trend già fat-ti registrare nel corso del 2006. Complessivamente, ilcomparto dei prodotti per la salute animale, ha chiuso il2007 con un fatturato pari a 656 milioni di Euro, facen-do registrare una significativa crescita del 5.5% rispet-to al 2006. Nonostante i buoni risultati, i tre segmenti delmercato – i medicinali per animali da reddito, i farmaciper gli animali da affezione e i prodotti destinati all’usonei mangimi – devono fronteggiare alcune problemati-che di carattere congiunturale.

Farmaci per animali da redditoFra i tre segmenti del mercato della salute animale, quel-lo relativo agli animali da reddito, è quello che rappresentacirca il 40% del mercato. Una disamina attenta dei dati

PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE

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emersi nel 2007 non deve tralasciare alcune considera-zioni preliminari relative a problematiche congiunturali chestanno coinvolgendo questo comparto.

L’aumento dei prezzi delle materie prime, e soprattuttodei cereali, ha determinato un incremento indiscriminatodel costo dei mangimi con conseguente impatto sullazootecnia italiana e sull’industria dei farmaci per animalida reddito. I comparti che più risentono di questa situa-zione sono quello bovino e suino.Nel corso del 2007, per quanto riguarda il settore bovi-no, l’aumento dei costi della materia prima da cui si rica-vano i mangimi ha determinato una drastica diminuzionedelle importazioni pari al 7% rispetto al 2006 (l’Italia impor-ta il 40% della carne bovina consumata). Questa diminu-zione delle importazioni di carne bovina, ha causato paral-lelamente un calo nel consumo dei farmaci, una tenden-za negativa che si sta confermando, anche con contornipiù accentuati, nel 2008. Fra l’altro, i recenti casi di BlueTongue, hanno indotto le Autorità competenti a proibire,dal 4 marzo 2008, l’importazione di bovini, salvo vacci-nazione e quarantena di almeno 40 giorni. Questo com-porta l’ulteriore riduzione del volume complessivo delleimportazioni. L’aumento del costo della materia prima sta mettendo adura prova anche il comparto suino, segnato nel corsodel 2007 e ancora nel 2008 da un calo di produzione; ciòè dovuto anche al fatto che gli standard produttivi italia-ni prevedono l’ingrasso del suino fino al raggiungimento,prima della macellazione, di un peso compreso fra i 160e i 180 kg (ottimale per la produzione di salumi) a frontedei 110 kg della maggioranza degli altri Paesi europei.L’aumento dei costi di produzione, determina un calo del-la stessa e, come è ovvio, flessioni nel consumo di far-maci. Le problematiche congiunturali stanno determi-nando, specie nel caso del comparto bovino e suino, unasorta di “scomparsa dei pazienti”, per usare una metafo-ra un po’ forte ma efficace. Non risente dell’aumento della materia prima, invece, ilsettore avicolo, un comparto che, al contrario di quel-lo bovino e suino, nel 2007 ha aumentato del 6% la spe-sa destinata ai farmaci e che sta confermando – sep-pure con una lieve frenata – questo dato anche nel-l’anno in corso.

Il comparto dei medicinali per animali da reddito ha fat-to registrare, nel corso del 2007, una crescita in valore

pari al 3.4%, rispetto all’anno precedente. Dopo unaforte spinta iniziale durata 9 mesi, la crescita ha inizia-to a rallentare. Il minore dinamismo si è via via confer-mato anche nel corso dei primi mesi del 2008, in cui lacrescita si è attestata intorno al 3%. Il motivo dell’in-cremento in valore risiede sostanzialmente nell’immis-sione di nuovi farmaci sul mercato; d’altro canto, nonsi registrano pari incrementi dei consumi finali. A ripro-va di ciò, il sell in verso i grossisti è aumentato del 3%,mentre è in calo il sell out verso i consumatori finali.

I farmaci per animali da compagniaIl 2007 è stato un anno sicuramente positivo per il set-tore dei farmaci per animali da compagnia: il mercato ècresciuto in valore del 13.5%. In forte crescita il setto-re dei piccoli animali, in particolare il consumo di anti-parassitari, un mercato, questo, molto legato alla sta-gionalità. Gli ottimi fondamentali registrati nel corso del2007, si spiegano anche grazie al clima particolarmen-te mite. Fra i fattori di crescita, va di certo menzionataanche l’immissione sul mercato di nuovi prodotti, men-tre si segnala un calo dei consumi di antibiotici e antin-fiammatori. A fronte della notevole crescita registratanel 2007, si rileva, invece, una contrazione nei primimesi del 2008: le stime quantificano questa flessione inun calo pari al 10% rispetto ai primi mesi del 2007. Dauna parte, i nuovi prodotti immessi sul mercato non han-no ottenuto i risultati sperati; dall’altra, senz’altro, il calodei consumi di antiparassitari è dovuto al mantenimen-to delle basse temperature autunnali nei primi mesi del2008, laddove il 2007 si era caratterizzato per una pri-mavera particolarmente lunga.

Comparto Feed e prodotti destinati all’uso nei mangimiComplessivamente, nel 2007, il comparto feed è cresciutoa valore del 3.5%. In aumento i consumi di additivi (+3.3%),di mangimi complementari (+4.2%) e di premiscele sem-plici (+3.3%). Il trend positivo sembra confermarsi anche nell’anno incorso: il segmento feed, nei primi mesi del 2008 sta facen-do registrare un incremento in valore pari al 6%. Anche in questo caso, l’aumento del valore del mercatoè attribuibile in primis all’introduzione sul mercato di nuo-vi prodotti e ai maggiori investimenti pubblicitari, che han-no consentito alle aziende produttrici una più efficacepenetrazione sul mercato e un consolidamento delle rispet-tive quote.

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Il settore biotecnologico in Italia – come emerge dal“Rapporto sulle biotecnologie in Italia 2008”, a cura diAssobiotec e Blossom Associati – può contare su 228aziende, di cui il 74% dedicate alla cura della salute. Ilcomparto ha registrato nel corso del 2006 un giro di affa-ri di oltre 10 miliardi di Euro, di cui 4.8 derivanti dalla ven-dita di prodotti biotecnologici, con un saggio di crescitanell’ultimo anno del 11%. Gli investimenti in Ricerca &Sviluppo biotech ammontano a 1.3 miliardi di Euro, in cre-scita del 9% nel corso dell’ultimo anno. Sono oltre 26000gli addetti impiegati complessivamente in Italia di cui oltre6600 impegnati in attività di R&S.Il dato relativo al numero di imprese, si presenta estre-mamente interessante anche in virtù del trend di cresci-ta dimostrato negli ultimi anni. Quasi il 60% delle impre-se censite sono state infatti costituite, o si sono insedia-te in Italia, negli ultimi dieci anni e, di queste, 96 (il 42%dell’intero universo) a partire dal 2000, anno dal quale siregistra un’impennata con una media di circa 13 nuoveimprese all’anno, pari a circa il 10% delle imprese su baseannua. A fianco delle nuove nate si trovano 63 impresefondate prima dell’inizio degli anni Novanta. Si tratta direaltà che hanno consolidato la loro posizione sul mer-cato attraverso lo sviluppo di tecnologie tradizionali e che,negli ultimi anni, hanno diversificato la propria attività conle nuove tecnologie di derivazione biotecnologica.Segmentando l’analisi per ambiti di applicazione emergecon chiarezza un’assoluta predominanza del compartodelle biotecnologie applicate alla cura della salute: 168realtà operano infatti in questo ambito (le cosiddette “RedBiotech Companies”), 30 in ambito agricolo, zootecnicoe veterinario (le cosiddette “Green Biotech Companies”),19 in quello industriale e ambientale (“White BiotechCompanies”) e 11 sono orientate alla Ricerca e Sviluppoin ambito bioinformatico. Va segnalato inoltre come tra le228 imprese vi siano 31 filiali di aziende multinazionali. Diqueste, 18 appartengono alla categoria “Pharma-bio-tech”. A livello numerico emerge quindi una netta preva-lenza di aziende a capitale italiano nel settore.

In termini occupazionali, il settore biotech dimostra unaforte propensione verso le attività di Ricerca e Sviluppo:gli addetti complessivi censiti nell’ambito delle impresebiotech sono infatti 6652 (pari al 57% degli addetti com-plessivi). Questo dato tiene conto dei ricercatori attivi nel-le aziende Red Biotech (92%), Green (3%), Bioinformatics(3%) e White (2%): tali numeri tendono comunque a sot-

tostimare la dimensione del settore che presumibilmentecomprende, soprattutto nei casi di realtà aziendali didimensioni meno grandi, un numero rilevante di profes-sionisti e collaboratori esterni.Per quanto concerne la distribuzione territoriale, ciò chequalifica il settore biotecnologico italiano è la forte con-centrazione geografica. Infatti, se da un lato quasi tuttele regioni del nostro paese vedono la presenza sul pro-prio territorio di imprese biotech, ad oggi solo pocheospitano aggregazioni di imprese significative in termininumerici ed economici. Tra queste la Lombardia, dovesono presenti 78 imprese (il 35% del totale), il Piemontecon 31 imprese (12%), la Toscana con 22 (10%) e il FriuliVenezia Giulia con 16 (7%). Complessivamente in que-ste sei regioni è concentrato il 76% delle imprese bio-tecnologiche italiane.Andando a valutare la morfologia del settore si rileva unanetta prevalenza di piccole imprese: 170 delle 228 realtàaccreditate (pari al 75%) sono infatti imprese con meno di50 dipendenti e con un fatturato inferiore a 10 milioni diEuro. Per quanto concerne le rimanenti, 28 (pari al 12%)sono aziende di media dimensione (ossia che occupanomeno di 250 dipendenti e con un fatturato annuo nonsuperiore a 50 milioni di Euro), mentre le restanti 30 (il 13%)sono grandi imprese con oltre 250 dipendenti e 50 milio-ni di Euro di fatturato. Le grandi imprese, per quanto nonprevalenti in termini di numerosità, ricoprono un ruolo domi-nante in termini sia di fatturato sia di dipendenti. A questesono infatti riconducibili l’80% del fatturato complessivoprodotto dalle società biotecnologiche in Italia e oltre l’80%degli addetti. Occorre comunque ricordare che tra que-ste vengono comprese le filiali delle aziende multinazionalipresenti sul nostro territorio, che occupano il 50% degliaddetti totali del settore e dalle quali origina oltre il 50%del fatturato biotech complessivo.

In termini di fatturato complessivo, nel 2006 le 228 azien-de censite hanno realizzato oltre 10.8 miliardi di Euro, evi-denziando una patrimonializzazione complessiva in signi-ficativa crescita del 56%, un EBIT in forte crescita del213%, con un’evidente flessione del 30% delle passivitàfinanziarie attestatesi a 1.6 miliardi di Euro. Ciò è estre-mamente significativo anche in considerazione del fattoche le biotecnologie costituiscono uno dei settori emer-genti, dove le prospettive future si basano più sulla pipe-line dei prodotti in sviluppo che non sull’evoluzione delfatturato derivante da prodotti esistenti.

BIOTECNOLOGIE

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La consistenza del comparto biotech in Italia è stretta-mente legata al settore farmaceutico, che in Italia mani-festa una presenza consolidata e un mercato di assolu-ta rilevanza. In tale ambito si rileva un’innegabile matu-rità, che trova riscontro in primo luogo nel rafforzamen-to della capacità di produrre valore, testimoniato nei fat-ti dalla corposa pipeline che, in ambito farmaceutico,vede aumentare costantemente il numero dei prodottiin sviluppo clinico, frutto della ricerca italiana. Tali pro-dotti sono infatti pressoché triplicati in pochi anni, pas-sando dai 30 del marzo 2006 agli 84 del marzo 2008(crescita del 280%). Di questi, 33 sono in Fase I, 35 inFase II, 16 in Fase III. Dei prodotti in sviluppo, 8 hannoottenuto la “orphan drug designation” (tre dall’EMEA ecinque sia dall’EMEA che dalla FDA): si tratta in preva-lenza di prodotti che trovano applicazione nell’area onco-logica. A questi dati vanno aggiunti 63 prodotti in fasedi sviluppo preclinico e 99 molecole in fase di discove-ry, che rappresentano un’interessante promessa per ilsettore nei prossimi anni.

In conclusione dai dati illustrati emerge come il compar-to biotecnologico italiano, per i traguardi raggiunti in ter-mini di massa critica di imprese, addetti e fatturato, abbiaassunto le forme caratteristiche della maturità. Si tratta diun processo ben noto, che ha interessato altri Paesi nelmondo, e che oggi è realtà anche in Italia. Le biotecno-

logie italiane vivono infatti una specifica fase evolutivasegnata dal perdurare della crescita di nuove realtà diimpresa ma, soprattutto, dal consolidamento di moltealtre, accompagnato dalla fisiologica scomparsa dellerealtà più deboli.La sfida a livello di sistema Paese appare quella di esse-re sempre più in grado di intercettare flussi crescenti diinvestimenti e, al contempo, di evitare fenomeni di deflus-so. In altri termini, occorre creare le condizioni affinché,da un lato, sempre più imprese scelgano l’Italia comelocation per le proprie attività e i propri investimenti e, dal-l’altro, perché le imprese già insediate non modifichino lescelte di localizzazione compiute. Ciò interessa sia leimprese domestiche sia quelle a capitale estero. È inoltre indispensabile supportare chi ha un’idea vin-cente a trasformarla in realtà d’impresa. In questo sen-so Assobiotec ha varato “Sportello Biotech”, nuova areadel proprio sito che fornisce consulenza gratuita allacreazione di start-up e spin-off nel settore biotecnologi-co. Con un obiettivo analogo l’Associazione ha promossoinoltre la manifestazione BioInItaly (aprile 2008), dovequindici aziende (selezionate su circa 30 applicant) han-no potuto presentare i propri progetti di ricerca a più diquaranta investitori finanziari internazionali. Occorre ades-so puntare ancora di più sulla capacità del Paese didiventare attrattivo: per chi ha un’idea vincente e per chivuole investire.

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Il fabbisogno di GPL nell’anno 2007 è stato stimato (datiancora provvisori) dal Ministero per lo Sviluppo Economicoin 3129000 tonn., di cui:� uso combustione: 2183000 tonn.;� uso autotrazione: 946000 tonn.Rispetto ai consumi registrati nel 2006 si è rilevata unaflessione (seppur più contenuta rispetto al dato registra-to nel 2005) nell’impiego del GPL pari al 5.2%, con unandamento del settore del GPL combustione (-5.5%) peg-giore del GPL autotrazione (-4.3%).Nei primi tre mesi dell’anno 2008 si sono registrati iseguenti dati provvisori:� GPL uso combustione: tonn. 713000 (+1.7% rispetto

a gennaio/marzo 2007);� GPL uso autotrazione: tonn. 236000 (+5.9% rispetto

a gennaio/marzo 2007/);� GPL totale: tonn. 949000 (+4.9% rispetto a genna-

io/marzo 2007).

Emerge, quindi, un rialzo dei consumi che si sta regi-strando dall’inizio del 2008 nel settore sia combustionesia autotrazione. Tale andamento positivo trova la suaragion d’essere nell’andamento climatico per quantoriguarda il primo comparto e nell’aumento delle immatri-colazioni e trasformazioni delle auto alimentate a GPL perquanto riguarda il secondo.

La produzione di GPL si è attestata per l’anno 2007 su2107000 tonnellate lorde (cioè comprensive dei consumidi raffineria), mentre l’importazione di GPL ha registratocirca 1517000 tonnellate di prodotto così suddivise pertipo di trasporto: � via ferrovia: tonn. 166016;� via nave: tonn. 1298290;� via terra: tonn. 52662.Il trasporto via nave ha rappresentato l’85% delle impor-tazioni nazionali del prodotto.

GAS DI PETROLIO LIQUEFATTI

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Per quanto concerne l’andamento delle quotazioni inter-nazionali del GPL, va evidenziato che nel 2007 il propa-no ha segnato una variazione in aumento pari a:� + 40% per il prodotto proveniente dal Mare del Nord;� +16% per il prodotto proveniente dall’Algeria;� + 29% per il prodotto proveniente dall’Arabia Saudita.Il butano ha, invece, registrato i seguenti andamenti: � + 15% per il prodotto proveniente dal Mare del Nord;� + 17% per il prodotto proveniente dall’Algeria;� + 20% per il prodotto proveniente dall’Arabia Saudita.

GPL combustioneL’anno 2007 ha visto le aziende e il settore del GPL nelsuo complesso molto impegnate nell’attuazione delle nuo-ve e importantissime norme di riordino del comparto, con-tenute nel D.Lgs 128/06. Inoltre, è stata svolta un’azionevolta a “portare a sistema” il nuovo sistema di monito-raggio delle attività regolate dal nuovo D.Lgs 128/06, attra-verso l’implementazione di un apposito sistema informa-tico in essere presso il Ministero per lo Sviluppo Economicoe in grado di svolgere una funzione sia statistica sia –soprattutto – di controllo del rispetto delle disposizioni dicui al suddetto provvedimento. In proposito, va eviden-ziato che il nuovo sistema di monitoraggio garantisce l’ac-cesso a tutte le amministrazioni competenti ad effettua-re i controlli sulle attività inerenti lo stoccaggio e la distri-buzione del settore.Assogasliquidi ha costantemente seguito le aziendeimpegnate nel fornire i dati richiesti al Ministero per loSviluppo Economico, così come in un’azione costantedi sensibilizzazione nei confronti delle amministrazionicompetenti al fine di rendere veramente attuato il nuo-vo quadro normativo.L’anno 2007 ha anche visto il raggiungimento di una fasedi maturità delle verifiche periodiche dei piccoli serbatoiattraverso la metodologia dell’Emissione Acustica.L’impegno congiunto di aziende distributrici, società diverifica e ISPESL ha consentito di portare a maturazionela fase di certificazione dei serbatoi testati, confermandogli ottimi risultati della tecnica. La metodologia ha dimo-strato l’ottimo stato di conservazione dei serbatoi inter-rati e ha evidenziato punti di miglioramento della proce-dura applicata. In accordo a quanto stabilito dal Decreto,Assogasliquidi ha collaborato con ISPESL per definire lemigliorie da apportare alla procedura al fine di velocizza-re la fase di certificazione, che si è dimostrata essere ilpunto nodale del sistema. Nel corso del 2007 le aziende sono state chiamate a dareattuazione del nuovo regolamento di semplificazione del-le procedure di prevenzione incendi per l’installazione dei

serbatoi di GPL di capacità non superiore a 5 mc (DPR12.04.06, n° 214). Nella prima fase di attuazione dellanuova norma sono state riscontrate alcune difformità inter-pretative a livello periferico e, di conseguenza, l’azionesvolta da Assogasliquidi è stata indirizzata ad ottenerechiarimenti da parte del Ministero dell’Interno, chiarimen-ti che hanno contribuito in maniera sostanziale a garan-tire una certa standardizzazione e omogeneizzazione deiprocedimenti adottati a livello locale.Dal punto di vista fiscale è da segnalare quanto previ-sto nel D.L. 262/06 in materia di telematizzazione dellacontabilità e dei documenti in materia di oli minerali, tracui ovviamente anche il GPL. Si tratta di un progettomolto ambizioso che sta portando avanti l’Agenzia del-le Dogane tramite la consultazione aperta con leAssociazioni di categoria, tra cui ovviamente ancheAssogasliquidi. Il 2007 si è caratterizzato per una forteaccelerazione del progetto che ha visto un suo primostart up il 1° giugno 2008. Il progetto viene seguito daAssogasliquidi con la massima attenzione in relazioneagli importanti obiettivi di omogeneizzazione dei com-portamenti e di semplificazione degli adempimenti con-tabili che il progetto stesso intende raggiungere.Alcune importanti modifiche sono poi intervenute nel-l’ambito della regolamentazione dettata dall’Autorità perl’Energia Elettrica e il Gas in materia di reti urbane a GPL.Infatti, per tale segmento di mercato, la normativa è incontinua evoluzione e lo sforzo compito costantemen-te da Assogasliquidi è volto a far sì che le nuove dispo-sizioni tengano in debito conto le peculiarità delle reti ali-mentate a GPL.

Va poi evidenziato il continuo impegno delle aziende edell’Associazione per un sempre maggiore aumento deilivelli di sicurezza connessi all’impiego del GPL, nella con-vinzione che solo una gestione in sicurezza può garanti-re uno sviluppo del comparto. Invero, Assogasliquidi haprovveduto a dotare il Corpo nazionale dei Vigili del Fuocodi apposite attrezzature dedicate alla formazione deglioperatori chiamati ad effettuare interventi di svuotamen-to in sicurezza di autocisterne di GPL coinvolte in inci-denti stradali. Le suddette attrezzature, realizzate su spe-cifiche del Corpo, sono state consegnate al CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco durante una conferenzapubblica avvenuta a seguito dell’assemblea annuale diAssogasliquidi. Il Corpo ha successivamente provvedu-to ad allocare le suddette attrezzature presso i comandilocali accuratamente identificati. Nel campo del trasporto di merci pericolose, Assogasliquidiha supportato l’Associazione europea nell’organizzazione

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della riunione del gruppo di lavoro che si sta occupandodell’analisi delle metodologie di riduzione del rischio diBLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion) neltrasporto di GPL. In tale occasione Assogasliquidi ha rite-nuto indispensabile sensibilizzare l’Amministrazione com-petente sull’importanza che la questione discussa rico-pre per il settore. L’Amministrazione, conscia dell’atten-zione che Assogasliquidi, a nome del settore, dedica allagestione delle emergenze nel trasporto, ha partecipatoalla riunione presentando l’elevatissima competenza deicorpi specializzati impiegati negli interventi e la tecnolo-gia d’avanguardia a loro disposizione e sottolineando lospirito di proficua collaborazione con cui dialoga con leaziende di GPL.Sempre in materia di sicurezza va evidenziato che, dal-l’analisi della banca dati incidentali istituita presso ilCorpo nazionale dei Vigili del Fuoco, sono emersi risul-tati altamente positivi. Invero, i suddetti risultati sottoli-neano che nella distribuzione di GPL in piccoli serbatoie in reti canalizzate non sono stati riscontrati incidentiper l’anno 2007. Le statistiche elaborate confermanoinoltre la tendenza decrescente del numero di inciden-ti derivanti dall’uso di bombole di GPL. Peraltro, proprioa seguito dell’analisi incidentale e in relazione a un appo-sito studio svolto dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco,è stato realizzato proprio in collaborazione conl’Amministrazione citata un apposito “Decalogo dellabombola” che contiene in modo chiaro alcune regoleper un corretto impiego della bombola.

GPL autotrazione Per quanto concerne il Settore Autotrazione, il mercatoincomincia a far registrare segnali molto positivi di cre-scita: le conversioni a GPL confermano un trend in salitae, in assoluto, i numeri risultano molto vicini ai record sto-rici del settore.Le immatricolazioni di vetture native a gas sono, infatti,in crescita straordinaria in un contesto che vede le imma-tricolazioni generalmente in calo rispetto ai primi mesi del-l’anno 2007. Le vendite di carburante, pur essendo stret-tamente legate all’andamento del parco circolante, seguo-no, tuttavia, dinamiche leggermente più lente. Il 2008dovrebbe, comunque, dare un ulteriore impulso al setto-re in quanto la situazione dei prezzi internazionali dei deri-vati liquidi del petrolio nell’uso autotrazione e quindi deiprezzi alla pompa favorisce la diffusione del GPL. A ciò siaggiungono gli incentivi alla conversione a gas dei veico-li circolanti che quest’anno, rispetto al 2007, dovrebberorivelarsi ancor più efficaci grazie alle modifiche apportateal programma ministeriale di erogazione delle agevola-

zioni, ottenute attraverso il Decreto Legge di fine annorecante, accanto alle proroghe termini, misure urgenti dicarattere finanziario.

Venendo invece al contesto normativo inerente agli aspet-ti commerciali, le novità riformatrici contenute nel DDLBersani sulle liberalizzazioni sono tramontate con la pro-posta di legge stessa. Ciò però non ha fermato del tuttoil processo di ulteriore liberalizzazione del settore - comin-ciato nel 1998 con il D.Lgs 32/98 – perché sta proce-dendo, invece, la procedura di infrazione comunitaria rela-tiva alla normativa italiana in questione, avviata dallaCommissione Europea nel 2006. A tal proposito, le Regioni– che hanno la competenza esclusiva in materia del com-mercio – stanno modificando i propri piani carburanti pro-prio per adeguarli ai rilievi sollevati dalla CommissioneEuropea, pur dopo aver consultato le categorie, o nelleCommissioni Carburanti (laddove istituite di legge) o attra-verso incontri informali. Assogasliquidi è, quindi, nuova-mente impegnata nell’affermare le specificità della distri-buzione del GPL carburante, stavolta in un nuovo qua-dro di regolamentazione del settore rispetto al quale stan-no venendo a mancare alcuni parametri importanti chesono stati finora utilizzati per una programmazione razio-nale e qualificata della rete.Sempre con riferimento alla rete carburanti, vanno evi-denziate due novità in materia di prevenzione incendi chehanno un impatto notevolmente positivo sulle modalitàcostruttive e di esercizio dei punti vendita stradali: il self-service e le colonnine multi-dispenser. È già possibile, conalcune modifiche all’impianto, erogare il prodotto in moda-lità self-service, mentre è in via di approvazione uno sche-ma di Decreto Ministeriale che permetterà di servire il GPLnello stesso spazio riservato finora ai soli carburanti liqui-di, con una consistente semplificazione del lay-out dellastazione oltre che con un notevole miglioramento del-l’immagine del carburante gassoso.Sul fronte dei veicoli, molte sono le novità che ci atten-dono e che potrebbero rivelarsi un vantaggio per il setto-re del GPL carburante. Il Regolamento europeo Euro 5/6dovrebbe potersi applicare già nei prossimi mesi: il rego-lamento attuativo della Commissione consente ai costrut-tori di sistemi autogas di poter accedere a tutte le infor-mazioni tecniche sull’auto necessarie alla progettazionee costruzione di impianti di alimentazione retrofit a gassempre più ottimizzati per la specifica autovettura. La pro-posta di Regolamento Comunitario “CO2 da veicoli leg-geri” dovrebbe avvantaggiare i costruttori di auto a GPL,stimolando sia coloro che hanno già una gamma di modellibi-fuel (benz-GPL) ad espanderla, sia coloro che non sono

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ancora nel mercato ad entrarvi. Ciò dovrebbe aumenta-re l’offerta di modelli a gas direttamente offerti dalle caseautomobilistiche e quindi garantiti e promossi dalle stes-se, attraverso le loro importanti campagne pubblicitarie.Assogasliquidi si sta impegnando affinché la nuova nor-mativa comunitaria sia appunto favorevole al settore einneschi i meccanismi virtuosi suddetti.

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APPENDICESTRUTTURA E ORGANIZZAZIONE

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Federazione nazionaledell’industria chimica

Federchimica è la denominazione abbreviata dellaFederazione Nazionale dell’Industria Chimica.

Costituitasi nel 1920 come Federazione Nazionale delle Associazioni fra Industriali Chimici, divenuta nel 1945Aschimici – Associazione Nazionale dell’Industria Chimica– si è trasformata in Federazione nel 1984.

Attualmente aderiscono a Federchimica circa 1300 impre-se, per un totale di quasi 100 mila addetti, raggruppatein 16 Associazioni di settore, a loro volta suddivise in 41Gruppi merceologici.Federchimica fa parte di Confindustria e del CEFIC,European Chemical Industry Council.

Federchimica, i cui obiettivi primari sono il coordinamen-to e la tutela del ruolo dell’industria chimica italiana, non-ché la promozione delle proprie capacità di sviluppo, haquali compiti principali:� elaborare linee di politica economica, industriale,

sindacale, nonché in materia di ecologia e ambiente,sviluppo e innovazione, politica energetica;

� promuovere tali politiche verso l’Autorità pubblica, leOrganizzazioni economiche nazionali, le altre Organiz-zazioni imprenditoriali, le Organizzazioni internazionalicui la Federazione partecipa, i Sindacati dei lavorato-ri, le Organizzazioni ambientaliste e dei consumatori;

� contribuire alla formazione di una corretta immaginedell’industria chimica nella opinione pubblica;

� condurre studi e ricerche che ispirino e legittimino lescelte imprenditoriali;

� concorrere alla costante promozione del livello quali-tativo delle imprese associate, organizzando in parti-colare iniziative nel campo dell’innovazione.

L’attività di Federchimica è affidata alla Direzione Generale e a sei Direzioni Centrali: Analisi Economiche-Internazionalizzazione, Comunicazione-Immagine, RelazioniIndustriali, Relazioni Interne, Relazioni Istituzionali, TecnicoScientifica.

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La Direzione Generale sovraintende eassicura il coordinamento tra le DirezioniCentrali di Federchimica e le sueAssociazioni di settore per la realizza-zione degli obiettivi fissati dagli organidirettivi.

DIREZIONE GENERALE

Direttore GeneraleCLAUDIO [email protected]

Vice Direttore GeneraleANDREA [email protected]

AssistenteLorenzo [email protected]

SegreterieTel. +39 02 34565.405/409/415Fax +39 02 34565.404/[email protected]

La Delegazione promuove e gestisce ilrapporto tra il Sistema Federchimica ele Istituzioni Comunitarie

DirettoreMARCELLO [email protected]

Tel. +32 22861232Fax +32 22306908

Delegazione Bruxelles

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Tra le diverse attività seguite dallaDirezione, il Centro Studi si concentrasulla realizzazione di scenari di tipomacroeconomico, settoriale o focaliz-zati su specifici comparti chimici. A ciòsi affianca la realizzazione di studi e rap-porti sulle tematiche di maggior inte-resse per l’industria chimica, per i qualivengono talvolta realizzate indagini adhoc con la collaborazione delle impre-se associate. Gli ultimi studi si sonoconcentrati sulla realtà delle piccole emedie imprese, sui fabbisogni formati-vi delle imprese, sui processi innovati-vi, sul ruolo delle imprese a capitaleestero in Italia.Sono di responsabilità della DirezioneCentrale Analisi Economiche-Internazio-nalizzazione l’elaborazione e lo studiodelle statistiche riguardanti il settore chi-mico e la stima delle principali variabilieconomiche, la raccolta delle informa-zioni congiunturali internazionali, il con-fronto continuo con gli operatori e leindagini statistiche di interesse per leAssociazioni di settore. Tale attivitàassume particolare rilevanza per la rea-lizzazione due volte l’anno del PanelCongiunturale Federchimica, per ilRapporto annuale “L’industria chimicain Italia” e per l’aggiornamento periodi-co de “L’industria chimica in cifre” che,affiancando le statistiche ai commentiqualitativi, descrive il settore, il suo ruo-lo e le sue problematiche. Vengono inoltre periodicamente aggior-

nate e rese disponibili sul sito Internetdi Federchimica una dettagliata docu-mentazione statistica e le analisi deglieffetti dello scenario macroeconomicosull’industria chimica e sui suoi settori.La Direzione è altresì responsabile del-le tematiche relative alla formazione; èstato lanciato il Progetto Federchimica-Stage e sono stati pubblicati due opu-scoli informativi diretti al mondo acca-demico e studentesco: la guida per lostudente e il laureato chimico “Costruirsi

un futuro nell’industria chimica” e la gui-da alla scelta del corso di laurea in chi-mica “Chimica: una buona scelta”.Sono più direttamente indirizzate alleimprese le altre attività, come quella sul-la Promozione dell’Internazionalizza-zione, sviluppata in particolare con lacollaborazione dell’ICE, che proponealle imprese opportunità di partecipa-zione a manifestazioni fieristiche, mis-sioni di operatori da Paesi ritenuti com-mercialmente interessanti e studi dimercato. Anche la normativa del CommercioEstero è oggetto di particolare atten-zione, soprattutto per quanto riguardala nomenclatura doganale, i dazi, lesospensioni e i contingenti tariffari, lepreferenze tariffarie e le problematicheantidumping. I quesiti sulla normativadel commercio estero e le richieste diprodotti italiani provenienti da altri Paesidanno luogo a centinaia di contatti conle imprese nel corso dell’anno.

DIREZIONE CENTRALE ANALISIECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE

Direttore CentraleVITTORIO [email protected]

• Servizio Centro [email protected]

• Servizio Commercio [email protected]

• Servizio Promozione Internazionalizzazione

[email protected]

• Servizio Rapporti con la Scuola

[email protected]

Tel. +39 02 34565.337Fax +39 02 [email protected]

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L’attività della Direzione Centrale Comu-nicazione-Immagine consiste princi-palmente nell’assicurare, anche in col-laborazione con le Associazioni di set-tore, un’ampia e corretta proiezione del-la realtà, dei progetti e dell’immaginedell’industria chimica in Italia verso ilmondo esterno. Questo obiettivo richie-de, in modo sinergico, la gestione deirapporti con i media, nonché l’orga-nizzazione di attività di pubbliche rela-zioni comprendenti gli eventi e tutte lealtre iniziative finalizzate ad incremen-tare, sulla base della chiarezza e dellatrasparenza, la conoscenza reciprocacon gli opinion leader, l’opinione pub-blica, i collaboratori dell’industria chi-mica, dando luogo a dialogo, confron-to, collaborazione e legittimazione.

In tale ottica rientrano i progetti e leiniziative di comunicazione sull’impe-gno assunto dall’industria chimica ver-so lo sviluppo sostenibile, con parti-colare riguardo all’ambiente, alla sicu-rezza e alla salute. In questo modo sivuole contribuire a riaffermare la fun-zione, la responsabilità e la credibilitàdell’industria chimica nel contestosocio-economico del Paese.

Ai messaggi sulla compatibilitàambientale nel tempo affiancata unacomunicazione più ampia e articola-ta, in grado di valorizzare al massimoil contributo della chimica alla qualitàdella vita dei cittadini e l’impulso inno-vativo che essa offre a tutto il settoremanifatturiero.

Questi messaggi sono divenuti col tempo assi portanti dell’attività dellaDirezione Centrale Comunicazione-Immagine, e prevedono una puntualee coordinata informazione ai pubbliciesterni sui prodotti del settore, rac-contando il ruolo, spesso sottinteso oaddirittura sconosciuto, che la chimicaha negli oggetti di tutti i giorni. I singolisettori della chimica offrono in praticaspunti concreti ed efficaci per rappre-sentarne con immediatezza il ruolo nel-le società moderne.

Questo tema, basato sulle numerosearee di prodotto dell’Industria Chimica(plastica, biotecnologie, detergenza, ecosì via) si integra con la comunicazio-ne della Federazione, basata su gran-di tematiche trasversali (ambiente, inno-vazione, relazioni industriali...).

DIREZIONE CENTRALE COMUNICAZIONE-IMMAGINE

Direttore CentraleFABIO [email protected]

• Servizio Immagine

• Servizio Stampa

[email protected]@federchimica.it

Tel. +39 02 34565.279Fax +39 02 [email protected]

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Sono di competenza della DirezioneCentrale Relazioni Industriali: la tuteladegli interessi delle imprese associate inmateria di lavoro; la difesa dei diritti e del-le prerogative della libera imprenditorianel rispetto della dignità dei lavoratori,della tutela della loro sicurezza e salutenonché la salvaguardia dell’Ambiente; lapromozione della cultura industriale edella crescita professionale dei lavorato-ri; la creazione di un contesto e di rela-zioni che rendano possibile la realizza-zione dei principi enunciati; la promo-zione della previdenza integrativa setto-riale (Fonchim) e del Fondo di assisten-za sanitaria settoriale (FASCHIM).

Per il conseguimento di tali obiettivi laDirezione opera principalmente attra-verso: la stipula e gestione del ContrattoCollettivo Nazionale di Lavoro, l’attivitàdell’Osservatorio Chimico Nazionalecontrattuale, l’orientamento della poli-tica sindacale delle imprese, la presenzaattiva nelle sedi internazionali per l’areadi competenza, il costante e stretto col-legamento con le imprese e il Sistemaimprenditoriale, la rilevazione di elementi

conoscitivi e dati statistici inerenti tral’altro il costo del lavoro, le retribuzioni,gli inquadramenti.La Direzione assiste le imprese sugliaspetti normativi, giuridico interpreta-tivi, previdenziali e di formazione con-nessi con la disciplina legislativa e con-trattuale che regola i rapporti di lavo-ro; elabora e promuove le linee guidasulla contrattazione integrativa azien-dale finalizzata a rendere la stessa coe-rente con le scelte elaborate a livellosettoriale.

Inoltre la Direzione svolge un ruolo pro-attivo per lo sviluppo culturale e pro-fessionale delle risorse umane median-te la realizzazione e gestione di corsiper managers, realizza specifiche pub-blicazioni e iniziative congiunte relativealla formazione continua dei lavoratorinell’ambito sia dell’Organismo Bilateraleper la Formazione Chimica (OBC) siadi Fondimpresa, oltre a un’attività for-mativa congiunta con le organizzazio-ni sindacali per i Rappresentanti deiLavoratori per la Sicurezza, Salute eAmbiente (RLSSA).

DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INDUSTRIALI

Direttore CentraleANDREA [email protected]

• Servizio Contrattuale/Sindacale

• Servizio Legislazione Socialee del Lavoro

• Servizio Rilevazioni e Studi Sindacali

[email protected]@federchimica.it

Tel. +39 02 34565.286Fax +39 02 [email protected]

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L’attività della Direzione CentraleRelazioni Interne si concretizza in mol-teplici funzioni di supporto, assisten-za, coordinamento e gestione dell’in-tera struttura federativa, nonché in rap-porti con le imprese associate e conle altre Organizzazioni imprenditorialinazionali ed internazionali.Ad essa è anche affidato il compito digarantire un equilibrato rapporto di rap-presentanza tra le diverse impreseassociate, agendo come Organismocentrale di controllo; di studiare edanalizzare le esigenze delle aziendeaderenti, verificando che i servizi offer-ti da Federchimica siano costante-mente adeguati e, anche in collabo-razione con le Associazioni di settore,definirne di nuovi.

È affidata alla Direzione la gestione,l’amministrazione, il controllo e la finan-za dell’intero Sistema federativo, oltrela gestione delle Società partecipate.Rientra nelle sue competenze la re-sponsabilità del Personale.

È compito della Direzione la designa-zione di rappresentanti Federchimicanell’ambito di Associazioni, Fondazioni,Istituzioni pubbliche e private – com-

prese le Istituzioni specializzate –Consorzi, Società, Enti, Organizzazioni;nazionali, esteri e sovranazionali, conparticolare attenzione a CEFIC eConfindustria.

Spetta inoltre alla Direzione l’area atti-nente il sistema informativo ovvero assi-curare assistenza e consulenza in mate-ria all’intero Sistema; analizzare e pro-porre soluzioni informatiche in linea con le esigenze organizzative dellaFederazione, assicurare la gestione el’ottimizzazione delle risorse hardware.

È affidato alla Direzione il coordina-mento e la gestione del sito Internet diFederchimica www.federchimica.it, delRepertorio dell’industria chimica, cheriporta dati anagrafici, produzioni e mar-chi delle aziende associate, nonché del-la Banca Dati Documentale, strumentodi informazione alle imprese associate.

La gestione degli acquisti per la Federa-zione e per le società partecipate è affidata in outsourcing ad AccademiaS.p.A., che è preposta all’organizza-zione interna dei servizi, oltre che aquella di convegni, manifestazioni eTravel Business.

DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INTERNE

Direttore CentraleANDREA [email protected]

• Servizio Controllo,Amministrazione e Finanza

[email protected]

• Servizi Generali(in outsourcing a Accademia S.p.A.)

[email protected]

• Servizio Organizzazione e Marketing Associativo

[email protected]

• Servizio Sistemi [email protected]

Tel. +39 02 34565.405/410Fax +39 02 [email protected]

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Compito della Direzione CentraleRelazioni Istituzionali è quello di forniresupporto agli Organi Statutari diFederchimica e alle Associazioni di settore nella decisione e attuazione del-le iniziative volte alla rappresentanza,tutela e assistenza delle imprese asso-ciate nei rapporti con le Istituzioni,Amministrazioni ed Enti collegati.A tal fine, la Direzione Centrale promuovee gestisce il rapporto tra il SistemaFederchimica e le Istituzioni pubblicheLegislative Nazionali, le PubblicheAmministrazioni Centrali e Regionali e

gli Enti collegati di ogni livello.La Direzione promuove e coordina lapartecipazione delle diverse compo-nenti della Federazione al dibattito chesi svolge nelle sedi istituzionali; assicu-ra un flusso informativo costante sul-l’attività delle Istituzioni LegislativeNazionali, approfondendo la normati-va in formazione d’interesse diretto oindiretto per le imprese associate; defi-nisce ed esprime il punto di vista dellaFederazione nelle competenti sedi isti-tuzionali, anche promuovendo appro-fondimenti e incontri.

DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI ISTITUZIONALI

Direttore CentraleANDREA [email protected]

• Servizio Relazioni con il Parlamento

[email protected]@[email protected]

• Servizio Relazionicon Pubbliche AmministrazioniCentrali e Regionali

[email protected]

ROMATel. +39 06 54273.1Fax +39 06 [email protected]

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La Direzione Centrale Tecnico Scientificaha la missione di tutelare la competiti-vità dell’industria chimica in Italia, con-tribuendo al suo sviluppo sostenibile.Le aree di intervento della Direzionesono: la Sicurezza dei Prodotti e l’IgieneIndustriale; le problematiche tecnico-giuridiche degli Impianti, dei Processi edei Rifiuti; la Logistica; l’Energia; il Pro-gramma Responsible Care e il ServizioEmergenze Trasporti, la Ricerca e loSviluppo.

Su queste problematiche la Direzione:fornisce informazioni sul sistema nor-mativo, tecnico e scientifico; interpre-ta l’evoluzione e l’impatto di esso sul-

l’industria chimica; fornisce pareri alleImprese Associate e alle Associazionidi settore; supporta le attività delleImprese Associate nei confronti delleAA.PP.; contribuisce a definire la poli-tica socio-ambientale per il sostegnodell’Industria Chimica.La Direzione assicura l’interfaccia conle Imprese Associate attraverso 73Comitati, Commissioni, Gruppi di Lavoroe Task Forces; organizza seminari e cor-si di Formazione; produce circolari inter-pretative, posizioni, rapporti periodici.

A tal fine la Direzione Centrale TecnicoScientifica coopera con Istituzioni nazio-nali e internazionali.

DIREZIONE CENTRALE TECNICO SCIENTIFICA

Direttore CentraleSERGIO [email protected]

• Servizio Energia, Responsible Care e Ambiente

[email protected]

• Servizio Impianti,Processi e Risorse

[email protected]

• Servizio [email protected]

• Servizio Ricerca e [email protected]

• Servizio Sicurezza Prodottie Igiene Industriale

[email protected]

Tel. +39 02 34565.267Fax +39 02 [email protected][email protected]@set-emergenze.it

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AGROFARMA è l’Associazione delleimprese del comparto agrofarmaci, pro-dotti per la difesa delle colture dai paras-siti animali e vegetali. Tali prodotti si pos-sono suddividere nelle seguenti famiglie:insetticidi, fungicidi, erbicidi, microrga-nismi e virus, prodotti biologici.Ad AGROFARMA aderiscono 31 impre-se, con un fatturato in Italia di circa 740milioni di Euro, pari al 95% del fattura-to del comparto. Gli agrofarmaci rap-presentano l'1,8 % del fatturato italia-no annuo della chimica italiana.Gli obiettivi dell’Associazione sono:• promuovere l’utilizzo ottimale degli

agrofarmaci, integrato con gli altri fat-tori della produzione agricola, diffon-dendo così anche una cultura del-l’agricoltura sostenibile che concili leesigenze della produttività con la salu-brità dei raccolti e la protezione del-l’ambiente;

• favorire la ricerca, la produzione e lacommercializzazione di prodotti e tec-nologie efficaci e sicuri a tutela del distri-butore e dell’utilizzatore, così come delconsumatore e dell’ambiente;

• promuovere, come valore fonda-mentale, la correttezza del compor-tamento industriale e commerciale

delle imprese associate nel rispettodegli interessi del settore e dellacomunità in cui esso opera;

• contribuire alla formazione di una cor-retta e migliore conoscenza della real-tà e delle problematiche del compar-to presso l’opinione pubblica;

• costituire un valido punto di riferimen-to per gli organismi normativi, esecu-tivi, di controllo, scientifici, e simili;

• promuovere obiettivi comuni al com-parto e sviluppare gli interessi a livel-lo delle diverse realtà associate, attra-verso un’attività di consulenza, infor-mazione e coordinamento costante.

AGROFARMAAssociazione nazionale imprese agrofarmaci

Presidente LUIGI RADAELLI

Direttore MARCO [email protected]

Tel. +39 02 34565.334Fax +39 02 [email protected]://agrofarma.federchimica.it

AISA è l'Associazione italiana delle impre-se del comparto della salute animale.Ad essa aderiscono 24 imprese ope-ranti nel mercato dei medicinali veteri-nari e delle premiscele per l'alimenta-zione animale, con un fatturato di cir-ca 650 milioni di Euro, pari all’80% cir-ca dell'intero comparto.Scopi primari di AISA: promuovere la

crescita del mercato dei prodotti dellasalute animale; favorire la ricerca scien-tifica, migliorare la produzione e la com-mercializzazione di prodotti efficaci esicuri a tutela del benessere degli ani-mali, dell’ambiente e del consumatore;promuovere il progresso scientifico etecnologico volto a migliorare costan-temente la qualità dei suoi prodotti.

Aisa promuove regole di comporta-mento eticamente sostenibili sia perquanto riguarda la politica industrialeche commerciale delle aziende asso-ciate, nel rispetto degli interessi dei cit-tadini e a difesa del patrimonio zoo-tecnico; sicurezza e qualità delle der-rate alimentari di origine animale rap-presentano uno dei principali obiettivi.

AISAAssociazione nazionale imprese salute animale

Presidente ALBERTO MONDELLINI

Direttore ALESSANDRA [email protected]

Tel. +39 02 34565.226Fax +39 02 [email protected]://aisa.federchimica.it

Associazioni di settoree gruppi merceologici

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AISPECAssociazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici

Presidente MARTINO VERGA

Direttore VITTORIO [email protected]

Tel. +39 02 34565.225Fax +39 02 [email protected]://aispec.federchimica.it

• Gruppo abrasivi

• Gruppo additivi e ausiliari per industria tessile, cartaria, conciaria e per il trattamento delle acque

• Gruppo additivi e ausiliari per la detergenza, per la polimerizzazione e tensioattivi

• Gruppo additivi e ausiliari per materie plastiche, elastomeri,coating e altri

• Gruppo additivi e coadiuvanti per alimenti

• Gruppo amidi e derivati

• Gruppo aromi e fragranze

• Gruppo aziende industriali della lubrificazione - Gail

• Gruppo imprese finanziarie, dei servizi, ingegneria e ricerca dell'industria chimica - Serchim

• Gruppo intermedi, principi attivi,catalizzatori e prodotti di chimica fine

• Gruppo materie prime per l’industria cosmetica e additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica - Mapic

• Gruppo materie prime per integratori alimentari e alimenti funzionali - Miaf

• Gruppo produttori membrane bitume polimero - MBP

• Gruppo prodotti sensibili

AISPEC rappresenta 290 imprese dichimica fine, prodotti specialistici e ser-vizi per l’industria, con 15.700 addet-ti e un fatturato complessivo di oltre 9miliardi di Euro.

Queste aziende sono attive in diversearee merceologiche, relative sia allematerie prime sia ai prodotti finiti.

L’area della chimica fine comprendeimprese produttrici di principi attivi,formulati, additivi, materie prime eausiliari destinati a molteplici settoridell’industria manifatturiera.

Nell’area dei settori “specialistici” sonopresenti aziende produttrici di oli lubri-ficanti, guaine bituminose impermea-

bilizzanti, utensili abrasivi destinati allalavorazione di altri materiali, prodottidell’agroindustria, additivi, enzimi eingredienti funzionali per l’industria ali-mentare, aromi e fragranze, apparec-chiature, materiali e sistemi per il trat-tamento dell’immagine utilizzati nellastampa, nella fotografia e nella dia-gnostica medicale.

Completano il profilo le imprese che offro-no servizi all’industria chimica nell’areadella finanza, dell’ecologia, dell’ambien-te, dell’ingegneria e della ricerca.

Le imprese aderenti ad AISPEC sono fortemente impegnate nell’innovazione esi distinguono per l’elevato livello tecno-logico e la grande varietà dei mercati.

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ANIFA è l’Associazione che rappresen-ta i produttori di farmaci di automedi-cazione, ovvero, quei medicinali che siacquistano in farmacia senza obbligodi ricetta medica e pubblicizzabili alpubblico.

Le Aziende associate ad Anifa rappre-sentano la quasi totalità del fatturato delsettore, pari a circa 1,6 miliardi di Euro.

Sostenere, sviluppare e diffondere lacultura dell’automedicazione respon-sabile è uno tra i principali obiettividell’Associazione.

L’Associazione elabora linee guida tec-niche ed economiche per le imprese,volte al perseguimento degli obiettiviassociativi; promuove tali linee guidapresso l’Autorità sanitaria, le Organiz-

zazioni del mondo sanitario, le Asso-ciazioni dei consumatori e le Organiz-zazioni internazionali del settore far-maceutico; conduce studi e ricerche incampo sanitario; contribuisce alla for-mazione di una immagine corretta delfarmaco per l’automedicazione nel-l’opinione pubblica e promuove cam-pagne di educazione nei confronti delcittadino.

ANIFAAssociazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione

Presidente SERGIO DANIOTTI

Direttore ENRICO ALLIEVIe.allievi@federchimica

Tel +39 02 34565.324 Fax +39 02 [email protected]://anifa.federchimica.it

ASCHIMFARMA è l’Associazione delleimprese appartenenti al settore dellematerie prime farmaceutiche, in partico-lare di principi attivi e intermedi.Ad ASCHIMFARMA aderiscono 62 im-prese italiane e multinazionali, che rap-presentano un fatturato superiore ai 2

miliardi di Euro e producono sostanzechimico-organiche ottenute con proces-si industriali caratterizzati da un elevatocontenuto tecnologico, nella fase sia disviluppo sia di realizzazione.L’Italia detiene una posizione di primo pia-no nel mercato mondiale ed esporta oltre

l’85% della produzione in più di 90 Paesi.Le imprese associate ad ASCHIMFARMAsi caratterizzano per la rigorosa appli-cazione delle Norme di Buona Fab-bricazione che consente loro di rag-giungere i più elevati livelli di qualità edaffidabilità.

ASCHIMFARMAAssociazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica

Presidente GIAN MARIO BACCALINI

Direttore ANDREA [email protected]

Tel. +39 02 34565.246Fax +39 02 [email protected]://aschimfarma.federchimica.it

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ASSOBIOTEC è l’Associazione dellabioindustria italiana. Rappresenta iparchi scientifici e tecnologici e leimprese attive in tutti i campi appli-cativi delle biotecnologie: farmaceu-tica, diagnostica, chimica, agro-ali-mentare, impiantistica, strumentale eambientale.In più di vent’anni di attività, grazie alcontributo determinante delle aziende

associate, ASSOBIOTEC ha collabo-rato con le istituzioni locali, nazionali ecomunitarie nella definizione delle poli-tiche finanziarie e fiscali finalizzate all'in-novazione e nella regolamentazionedelle attività biotecnologiche (ricercae sviluppo, produzione, commercia-lizzazione e utilizzo dei prodotti, pro-prietà intellettuale).Oggi ASSOBIOTEC, tra i vari impegni

istituzionali, siede nel Comitato per labiosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita istituito presso laPresidenza del Consiglio dei Ministri, epartecipa ai lavori del Tavolo sullaFarmaceutica presso il Ministero dellaSalute, lavorando affinché il tema del-l’innovazione diventi un punto fermonell’agenda degli organi di governonazionali e locali.

ASSOBIOTECAssociazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie

Presidente ROBERTO GRADNIK

Direttore LEONARDO [email protected]

Tel. +39 02 34565.306Fax +39 02 [email protected]://assobiotec.federchimica.it

ASSOBASE è l’Associazione delle im-prese del comparto chimica di baseorganica, inorganica e materie primeper la detergenza.Ad ASSOBASE aderiscono 47 impre-se, con un fatturato di oltre 9 miliardi diEuro, pari al 90% del mercato.

L’Associazione sviluppa le sue attivitàattraverso tre Gruppi merceologici.Tra i compiti principali dell’Associazionevi sono la tutela degli interessi del set-tore sia dal punto di vista economicosia dell'immagine e l’attenzione all’evo-luzione della normativa.

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ASSOBASEAssociazione nazionale imprese chimica di base inorganica ed organica

Presidente MICHELE FALZONE

Direttore GIUSEPPE [email protected]

Tel. +39 02 34565.309Fax +39 02 [email protected]://assobase.federchimica.it

• Gruppo chimica inorganica

• Gruppo chimica organica

• Gruppo tensioattivi e materie primeper la degenza

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ASSOCASA è l’Associazione delle impre-se del comparto prodotti per la casache rappresenta i settori: detergenti eprodotti affini; presidi medico-chirurgici“disinfettanti e disinfestanti” (biocidi),prodotti per la pulizia e la manutenzio-ne; saponi da bucato.ASSOCASA rappresenta circa 100imprese nazionali e multinazionali ope-

ranti in Italia, con un fatturato globaleche supera i 3 miliardi di Euro, pari allaquasi totalità del mercato.L’Associazione costituisce un punto diriferimento per il coordinamento delleattività del settore e per la promozio-ne delle sue capacità di sviluppo, conl’obiettivo primario di conciliare le esi-genze dei consumatori con le neces-

sità di uno sviluppo economico edindustriale sostenibile da parte degliassociati. Dal punto di vista normati-vo l’Associazione oltre a offrire servizidi consulenza sulle normative italianeed estere che regolano il settore, offrela propria esperienza scientifica in fasedi studio preliminare delle normativestesse.

ASSOCASAAssociazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa

Presidente VINCENZO VITELLI

Direttore GIUSEPPE [email protected]

Tel. +39 02 34565.236/7/9Fax +39 02 [email protected]://assocasa.federchimica.it

ASSOFERTILIZZANTI è l’Associazionedelle imprese del comparto fertilizzan-ti e rappresenta le imprese produttriciin Italia di concimi, ammendanti, cor-rettivi, concimi idrosolubili e fogliari,meso e microelementi, concimi pergiardinaggio ed uso hobbistico.ASSOFERTILIZZANTI raggruppa laquasi totalità degli operatori del set-tore dei fertilizzanti, con un fatturatocomplessivo di oltre il 90% dei circa950 milioni di Euro relativi all’interomercato nazionale.

Obiettivo primario dell’Associazione èquello di rappresentare e tutelare a livel-lo nazionale ed internazionale gli inte-ressi e l’immagine del settore.

ASSOFERTILIZZANTI elabora le lineetecniche, giuridiche e normative atti-nenti la produzione e l’impiego di ferti-lizzanti e promuove tali linee nei con-fronti della Pubblica Amministrazione,delle altre organizzazioni imprenditorialie di tendenza, del mondo della comu-nicazione, delle comunità scientifiche.

ASSOFERTILIZZANTIAssociazione nazionale produttori di fertilizzanti

Presidente NARCISO SALVO di PIETRAGANZILI

Direttore MARCO [email protected]

Tel. +39 02 34565.383Fax +39 02 [email protected]://assofertilizzanti.federchimica.it

• Gruppo concimi minerali

• Gruppo fertilizzanti organo-minerali, organici, ammendanti e substrati

• Gruppo fertilizzanti specialistici

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ASSOFIBRE CIRFS ITALIA è l’Associa-zione delle imprese produttrici di fibreartificiali e sintetiche.Ad ASSOFIBRE CIRFS ITALIA aderisco-no 11 imprese. Il fatturato totale del set-tore nel 2007 è stato di 1660 miliardi di Euro.All’Associazione è affidata la trattazio-ne dei problemi di specifico interessedelle fibre artificiali e sintetiche, l’assi-stenza sul piano tecnico-economicoalle imprese associate, nonché la tute-la dell’immagine del settore. Un’intensaed efficace collaborazione con il CIRFS,l’Associazione europea dei produttoridi fibre man-made, permette lo svilup-po di iniziative comuni, dotate dellanecessaria massa critica per ottenererisultati concreti.Tra gli interventi che caratterizzano l’at-tività di ASSOFIBRE CIRFS ITALIA sisegnalano: il monitoraggio delle impor-tazioni di fibre che spesso giungono inItalia senza rispettare le regole della fair

competition promuovendo, se del caso,specifiche azioni antidumping; l’attivitàdi normazione e standardizzazione del-le fibre; l’attività di promozione e di for-mazione; la realizzazione di scenari eco-nomici e di statistiche di settore, lo svi-luppo di proposte di politica industria-le e di specifici progetti di interesse set-toriale quali quelli nell’ambito della ricer-ca industriale. Allo scopo di promuovere proficue col-laborazioni tra imprese produttrici di fibreartificiali e sintetiche e Enti di ricerca pub-blici e privati, ASSOFIBRE CIRFS ITALIAha recentemente organizzato alcuniincontri al fine di individuare tematiche diricerca di interesse comune. L’attività nel-l’area della ricerca ha inoltre portato allaformalizzazione di un Progetto settoria-le di forte impatto innovativo in grado ditradursi in innovazioni di tipo radicaledenominato “Fibre innovative per il Madein Italy” sviluppato nell’ambito dell’inizia-tiva “Industria 2015”.

ASSOFIBRE CIRFS ITALIAAssociazione nazionale fibre artificiali e sintetiche

Presidente PAOLO PIANA

Direttore VITTORIO [email protected]

Tel. +39 02 34565.242Fax +39 02 [email protected]://assofibre.federchimica.it

• Gruppo fibre per usi industriali

• Gruppo fili per abbigliamento e arredamento

• Gruppo fiocchi per abbigliamento e arredamento

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ASSOGASLIQUIDI è l’Associazione del-le imprese del comparto distribuzionegas di petrolio liquefatto (GPL) per usocombustione e/o autotrazione e delleimprese che costruiscono apparec-chiature ed impianti per GPL, o che for-niscono servizi connessi o comunqueattinenti sempre al settore. Attualmente isoci aderenti complessivamente sono 92.Obiettivo dell’Associazione è la rappre-sentatività del settore a livello naziona-le, come autorevole interlocutore nei

confronti della Pubblica Amministrazione,nonché a livello internazionale per la tute-la degli interessi e dell’immagine del set-tore, aderendo ad Associazioni a carat-tere europeo e mondiale.ASSOGASLIQUIDI collabora proficua-mente con le amministrazioni e gli entipubblici nella preparazione di nuove nor-me, informa e orienta gli operatori sulleinnovazioni tecnico/legislative e sulla loropratica attuazione, promuovendo quin-di anche l’immagine del settore.

ASSOGASLIQUIDIAssociazione nazionale imprese gas di petrolio liquefatti

Presidente DUILIO RAMONDELLI

Direttore RITA [email protected]

Tel. +39 06 54273213/5Fax +39 06 5919633/[email protected]://assogasliquidi.federchimica.it

• Gruppo GPL autotrazione

• Gruppo GPL combustione

ASSOGASTECNICI è l’Associazionedelle imprese del comparto gas tecni-ci, speciali e medicinali, quali: ossige-no, azoto, argon, idrogeno, acetilene,anidride carbonica, anidride solforosa,idro/cloro/fluorocarburi.Ad ASSOGASTECNICI aderiscono 26imprese, con un fatturato di circa 1miliardo di Euro, pari ad oltre il 95%del mercato nazionale.I gas tecnici entrano, in modo estre-mamente diffuso, in tutti i processiindustriali, dai più importanti a quellirelativi a nicchie tecnologiche tradi-zionali od avanzate.

I gas medicinali sono medicinali di pri-maria importanza in ambito terapeuti-co e diagnostico per i quali il Gruppogas medicinali promuove i più elevatistandard di qualità e sicurezza nellaloro produzione e distribuzione.Questa diffusione viene continuamenteaccresciuta dall’attività delle impreseassociate ad ASSOGASTECNICI, im-pegnate nel ricercare e proporre aipropri clienti nuove tecnologie appli-cative che consentano il migliora-mento dei processi produttivi e dellaqualità dei prodotti nel pieno rispettodell’ambiente.

ASSOGASTECNICIAssociazione nazionale imprese gas tecnici, speciali e medicinali

Presidente ALDO FUMAGALLI ROMARIO

Direttore ANDREA [email protected]

Tel. +39 02 34565.242Fax +39 02 [email protected]://assogastecnici.federchimica.it

• Gruppo gas medicinali

• Gruppo gas tecnici e speciali

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A CERAMICOLOR, l’Associazione na-zionale colorifici ceramici e produttori ossidi metallici, aderiscono 20 impre-se con un fatturato di oltre 500 milionidi Euro, produttrici di fritte, smalti, colo-ranti e ausiliari per ceramica, pigmentiinorganici e ossidi metallici.

L’Associazione rappresenta i seguentisettori:• colorifici ceramici: tradizionalmente

comprendono la produzione di smalti,fritte, pigmenti, coloranti usati in tuttal’industria ceramica (piastrelle, stovi-

glieria, sanitari, ecc.) e in misura mino-re nell’industria meccanica (soprattut-to per finiture superficiali di elettrodo-mestici e prodotti per la casa);

• produttori di ossidi metallici: tali pro-dotti trovano diffusione, per ben oltrela metà del loro impiego, nei proces-si di reazione chimica intesi all’otteni-mento di pigmenti e fritte. Sono pre-senti, grazie alle loro intrinseche qualità di tipo reologico, anche nellacomposizione di prodotti antirugginee di stabilizzanti. Tra gli altri, si anno-verano in questa famiglia gli ossidi di

piombo, di ferro e il biossido di titanio.All’Associazione è affidato:• il compito di rappresentare e tutelare

a livello nazionale ed internazionale gliinteressi e l’immagine del settore;

• l’elaborazione delle linee tecniche,economiche, giuridiche, attinenti laproduzione e l’impiego dei prodotti;

• l’assistenza sul piano tecnico - nor-mativo alle imprese associate;

• la promozione di iniziative in Italia edall’Estero finalizzate allo sviluppo del-l’industria dal punto di vista tecnico -scientifico e commerciale.

CERAMICOLORAssociazione nazionale colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici

Presidente DANIELE BANDIERA

Direttore GIUSEPPE [email protected]

Tel. +39 02 34565.236/7/9Fax +39 02 [email protected]://ceramicolor.federchimica.it

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AVISA è l’Associazione che rappresentale Imprese nei settori: • adesivi per calzature, cartotecnica ed

imballaggio, legno; adesivi e sigillan-ti per dettaglio, edilizia, mezzi di tra-sporto; materie prime per adesivi esigillanti;

• inchiostri da stampa e serigrafici;• pitture e vernici per auto e mezzi

di trasporto, carrozzeria, industria,legno, marina, yachting, edilizia; ver-nici in polvere; protective coatings.

Ad AVISA aderiscono circa 100 impre-se con un fatturato di oltre 2,5 miliardidi Euro, pari al 65% del mercato.

Compiti primari dell’Associazione sono:favorire il progresso dell’industria pro-duttrice di adesivi e sigillanti, inchiostrida stampa e serigrafici, pitture e verni-ci; curare l’assistenza e la tutela degliinteressi delle Imprese associate; rap-presentare le Imprese stesse negliOrganismi nazionali ed internazionali.

AVISAAssociazione nazionale vernici, inchiostri, sigillanti e adesivi

Presidente ARAM MANOUKIAN

Direttore ANDREA [email protected]

Tel. +39 02 34565.256Fax +39 02 [email protected]

• Gruppo adesivi e sigillanti

• Gruppo inchiostri da stampae serigrafici

• Gruppo pitture e vernici

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PLASTICSEUROPE ITALIA è l’Associa-zione delle imprese del comparto mate-rie plastiche (termoplastiche, termoin-durenti, materiali avanzati, compoundsed ausiliari per materie plastiche).

A PLASTICSEUROPE ITALIA aderi-scono 50 imprese, con un fatturato di8,3 miliardi di Euro, pari al 90% del mer-cato nazionale.

L’Associazione promuove e tutela l’im-magine del settore. Svolge un ruolo rilevante in rapportoalle tematiche ambientali, ai progetti ealle iniziative che contribuiscono a raf-forzare e sviluppare la centralità e l’in-sostituibilità della plastica nella societàattuale e nel suo futuro, nell’ambito diuna visione equilibrata dei limiti e dellerisorse del pianeta.

PLASTICSEUROPE ITALIAAssociazione italiana dei produttori di materie plastiche

Presidente GIUSEPPE ROSSI

Direttore GIUSEPPE [email protected]

Tel. +39 02 34565.309Fax +39 02 [email protected]://plasticseuropeitalia.federchimica.it

• Gruppo resine e sistemi termoplastici

• Gruppo resine e sistemi termoindurenti

• Gruppo compounds e ausiliari per materie plastiche, plastificanti e altri prodotti affini

• Gruppo materiali avanzati

UNIPRO è l’organismo di rappresen-tanza del sistema industriale italianodella cosmesi.Di questo comparto fanno parte oltre500 imprese produttrici e distributrici diprodotti cosmetici. UNIPRO rappresen-ta oltre il 95% del fatturato delle impre-se legate alla specifica filiera della chi-mica di consumo, particolarmente atten-te alla “cultura del benessere”.Da oltre quarant’anni UNIPRO affianca leaziende italiane e ne stimola la crescita elo sviluppo attraverso una qualificata assi-stenza in materia tecnica, normativa,fiscale, economica e promozionale.Promuove e favorisce all’estero e in Italiainiziative tese allo sviluppo dell’industria

sul piano tecnico-normativo e commer-ciale. Tra queste vi sono le più impor-tanti e prestigiose rassegne a livello inter-nazionale nel settore cosmetico:• Cosmoprof a Bologna,• Cosmoprof Asia a Hong Kong, • Cosmoprof North America a Las Vegas, • Cosmoprof a Shanghai.Completano il panorama del “pianetaUNIPRO”, le strutture RTC e UniproServizi che hanno per scopo primario laformazione di comparto e l’erogazionedi servizi specifici per le imprese e ilConsorzio Cosmexport che rappresen-ta il braccio operativo dell’Associazionenell’attività di internazionalizzazione delle PMI.

UNIPROAssociazione italiana delle industrie cosmetiche

Presidente FABIO FRANCHINA

Direttore MAURIZIO [email protected]

Via Accademia, 33 - 20131 MilanoTel. +39 02 281773.1 - Fax +39 02 [email protected]

• Gruppo cosmetici in farmacia

• Gruppo cosmetici per estetiste

• Gruppo prodotti professionali per acconciatori

• Gruppo produzioni conto terzi

• Gruppo vendite in erboristeria

• Gruppo vendite in profumeria

• Comitato accademia del profumo

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ACCADEMIA S.p.A. è una Società con-trollata interamente da Federchimicaattraverso Sc Sviluppo chimica S.p.A..

La Società con un capitale sociale di200.000 Euro opera fondamental-mente nel campo immobiliare e forni-sce tutti i servizi collegati alla gestio-ne degli immobili, curandone la cor-retta gestione.

ACCADEMIA assicura anche il suppor-to logistico in occasione di incontri, con-

vegni e corsi organizzati dalla Federa-zione o da altri soggetti collegati alSistema Federchimica, e per gli stessicura tutti gli aspetti relativi al servizio diTravel Business tramite la contrattazio-ne diretta con gli operatori di settore.

Provvede, nell’ambito di budget defini-ti, all’approvvigionamento dei beni e deiservizi necessari.

Dispone inoltre di un attrezzato CentroStampa, per la realizzazione e stampa

di locandine, brochure, cataloghi equant’altro necessario per lo svolgi-mento dell’attività della Federazione edegli Enti ad essa collegati.

Nel corso del 2007, il Servizio Acquisti eLogistica Interna di Federchimica è sta-to interamente trasferito in outsourcingalla Società. La stessa inoltre gestiscegli stessi servizi anche per altre realtàquali Anigas, Assobiomedica, CentroReach, Fonchim, Faschim, Sc Sviluppochimica.

ACCADEMIA S.P.A.

Presidente CLAUDIO BENEDETTI

Direttore SIMONA DI GIUSTO

Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 MilanoTel. 02 34565.233Fax 02 [email protected]

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Società controllate, partecipatee istituti collegati

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Il CENTRO REACH è una Società aresponsabilità limitata costituita il 20 febbraio 2007, su iniziativa diFederchimica e di Assolombarda. Nelcorso dell’anno, si sono aggiunte allacompagine societaria 10 Istituzioni, inrappresentaza delle imprese operantiin ogni settore produttivo nel Paese(AssICC; Confapi; Confindustria Emilia-Romagna; Confindustria Lazio; Confin-dustria Liguria; Confindustria Lombar-dia; Confindustria Piemonte; Confindu-stria Puglia; Confindustria Toscana;Confindustria Veneto).Attualmente il CENTRO REACH S.r.l.ha un capitale sociale di 800.000 Euro.

Il CENTRO REACH offre i propri servi-zi consulenziali, in 4 aree di attività:

Consulenza alle Imprese

� Analisi del Portafoglio Prodotti.� Verifica dei dati esistenti e dei dati

mancanti (compresa la consultazio-ne di Banche Dati).

� Valutazione dell’impatto del REACHsul Portafoglio Prodotti e pianifica-zione delle azioni da intraprendere.

� Raccolta e trasmissione delle infor-mazioni sugli usi delle sostanze, lun-go la catena di approvvigionamento.

� Supporto per la:• presentazione della Domanda di Pre-

registrazione;• preparazione del Fascicolo Tecnico

di Registrazione;• preparazione della Relazione sulla

Sicurezza Chimica (Valutazione del-la Sicurezza Chimica degli Usi Iden-tificati, definizione degli Scenari diEsposizione e delle appropriateMisure di Gestione del Rischio);

• presentazione della Domanda diRegistrazione, mediante l’inserimentodei dati in IUCLID5;

• presentazione del Fascicolo diAutorizzazione (Valutazione delRischio ed eventuali Analisi Socio-Economica, Piano di Sostituzione ePiano di R&S di alternative, per lesostanze/usi soggetti a tale proce-dura); e l’interfacciamento con l’ECHAe con le Autorità Competenti Nazionali,per le procedure di Valutazione edeventuali Autorizzazione o Restrizione;

• aggiornamento della Schede Dati diSicurezza e della Classificazione edEtichettatura.

Formazione

� Presso i Clienti, su specifiche tema-tiche di interesse.

� In generale, Corsi di Formazione su:• la procedura di Preregistrazione;• la gestione degli Strumenti Informa-

tici, in particolare IUCLID5 e IT-SIEF;• il ruolo e i compiti degli Utilizzatori a

Valle e dei Produttori e Importatori diarticoli contenenti sostanze chimiche;

• l’interfacciamento con le AutoritàCompetenti Nazionali e le relativeprocedure.

SIEF (Substance Information Exchange

Forum) e Consorzi

� Supporto nella fase di condivisionedelle informazioni sulle sostanze chi-miche, all’interno del SIEF.

� Assistenza nella formazione e nellapartecipazione ai Consorzi per laRegistrazione; eventuale assegna-zione di mandato.

R&S e Metodologie

� Identificazione e gestione di Pro-grammi di R&S per la messa a pun-to di:

• test alternativi al sacrificio di animalidi laboratorio;

• Q-SAR;• Read-Across;• Metodologie di Analisi Socio-Economica

di sostanze chimiche.

CENTRO REACH S.R.L.

Presidente GIORGIO SQUINZI

Coordinatore BRUNO BRIANZOLI

Direttore SERGIO TREICHLER

Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 MilanoTel. 02 34934.666 - Fax 02 [email protected]

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CERTIQUALITY è un organismo al ser-vizio delle imprese e specializzato nel-la certificazione dei sistemi di gestioneaziendale per la qualità, l’ambiente e lasicurezza, nella certificazione di pro-dotto e nella formazione.CERTIQUALITY è stato fondato nel 1989da Federchimica ed Assolombarda eoggi occupa una posizione di assolu-to rilievo nel campo della certificazio-ne, con più di 13.000 certificazioni.

A livello internazionale CERTIQUALITYaderisce al circuito IQNet (InternationalCertification Network), che riunisce i piùprestigiosi Organismi di certificazionedi 36 Paesi del mondo.CERTIQUALITY ha rilasciato certifica-zioni in Europa ed in molti altri Paesiextraeuropei.La collaborazione con le Associazioniimprenditoriali di categoria, la parteci-pazione alle attività di normazione alivello nazionale e internazionale, lacostituzione di gruppi di lavoro per laredazione e la pubblicazione delle lineeguida per l’interpretazione delle normenei diversi contesti produttivi, permet-te a CERTIQUALITY di approfondire laconoscenza delle reali necessità delleimprese e di offrire quindi un servizio dicertificazione sempre adeguato alle loronuove esigenze.

Specializzazione e competenza carat-terizzano l’operato di CERTIQUALITY

nei diversi campi delle attività industriali,commerciali e dei servizi.Nella chimica e nei settori tecnologi-camente affini (ceramica, vetro, gom-ma, carta, cosmetica, farmaceutica)CERTIQUALITY detiene un’assolutaposizione di leadership per numero dicertificazioni rilasciate in Italia.

Analogamente, nei servizi logistici,CERTIQUALITY è leader assoluto dimercato.La professionalità dei suoi specialisti haconsentito di raggiungere una posizio-ne di rilievo anche nell’intera filiera delsettore agroalimentare dove la certifi-cazione CERTIQUALITY è garanzia diperfetta integrazione tra i requisiti diqualità, sicurezza e igiene dei prodottie delle produzioni del settore.

Nella Sanità e nei servizi socialiCERTIQUALITY ha rilasciato le primecertificazioni in Italia ad impianti e strut-ture mediche e ospedaliere, nonché alleAziende che producono e distribui-scono dispositivi medici, strumenti bio-medicali e diagnostici.

L’Istituto è inoltre presente nelle diver-se realtà dei servizi pubblici e industriali,quali le imprese di costruzione, i servi-zi turistici, le banche, la formazione pro-fessionale, la pubblica amministrazio-ne, dove la domanda di certificazionesta sensibilmente crescendo, anche

sulla spinta dell’evoluzione della nor-mativa nazionale e comunitaria.

Nella certificazione dei sistemi di gestio-ne dell’ambiente (ISO 14001 e Regola-mento EMAS) e della sicurezza (OHSAS18001, UNI 10617) CERTIQUALITY èstato il primo organismo ad operare atti-vamente in Italia ed ha raggiunto signi-ficativi risultati in termini di accredita-menti ricevuti e di certificati rilasciati.

CERTIQUALITY è inoltre riconosciutoda parte del Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio per effettuarel’attività di Verifica di gas ad effetto ser-ra, secondo quanto previsto dall’art 15della Direttiva Emissions Trading.L’attività di verifica, corredata da atte-stato fornito da un Organismo VerificatoreRiconosciuto, è richiesta per poter pro-cedere alla restituzione delle quoteassegnate agli impianti autorizzati rien-tranti nel Piano Nazionale di Allocazione.

Nel panorama attuale risulta peraltrosempre più importante programmareuna gestione razionale dell’energia, icui costi incidono anche significativa-mente nella gestione delle imprese. Alloscopo di individuare gli interventi piùidonei per un utilizzo ottimale del-l’energia, CERTIQUALITY ha recente-mente sviluppato nuovi servizi di valu-tazione nel campo dell’efficienza ener-getica (Audit Energetico).

CERTIQUALITY S.R.L.Istituto di Certificazione della Qualità

Presidente GIAMPIERO BELLINI

Direttore PAOLO GIUIUZZAGenerale [email protected]

Via G. Giardino 4 - 20121 MilanoTel. +39 02 8069171 - Fax +39 02 [email protected]

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SC SVILUPPO CHIMICA S.p.A. è unasocietà di servizi costituita ed intera-mente controllata da Federchimica.

Forte di una più che ventennale espe-rienza maturata svolgendo attività per conto di Federchimica e delle sueAssociazioni di settore, SC ha pro-gressivamente ampliato la propria offer-ta di servizi alle Imprese Chimiche, alleIstituzioni Scientifiche e Tecnologichein Italia e negli altri Paesi Europei, aIstituzioni private e pubbliche quali As-sociazioni, Enti di Certificazione, Centridi Ricerca e Pubbliche Amministrazioni.

L’obiettivo di SC è di favorire e di soste-nere la competitività dell’IndustriaChimica, contribuendo a creare valo-re aggiunto sostenibile, producen-do: pubblicazioni; software gestionali; corsi di formazione per le ImpreseChimiche e per i settori utilizzatori disostanze, preparati, intermedi e pro-dotti chimici.

L’offerta si articola su aree strategicheper il settore della chimica quali: logi-stica; sicurezza di impianti e processi;ambiente; energia; gestione dei pro-dotti ed igiene industriale; risk e crisismanagement; normativa del lavoro.

SC è inoltre attiva nel fornire consulen-za e servizi nei campi della:• Sicurezza industriale e logistica pro-

muovendo l’eccellenza professiona-le nella gestione della sicurezza e del-la salute delle persone nei luoghi dilavoro; della sicurezza dei prodotti chi-mici; della protezione dell’ambiente edei Consumatori.

• In particolare SC gestisce, per contodi Federchimica, il “S.E.T. - ServizioEmergenze Trasporto” che assiste gliinterventi delle Autorità Pubbliche incaso di incidenti nei trasporti chimicisu strada, su ferrovia e via mare.

• Sviluppo del territorio promuovendola riqualificazione di aree geografichea vocazione chimica (poli industriali,

distretti tecnologici, aree con poten-zialità di crescita locale), al fine di assicurare lo sviluppo sostenibiledell’Industria Chimica e dei settori diutilizzo a valle.

• Venture Capital collaborando conFondi di Venture e DevelopmentCapital, nazionali ed esteri, conIstituzioni Finanziarie pubbliche e pri-vate per: l’individuazione; il montag-gio; la gestione; la realizzazione del-la strategia di uscita, di spin-off, distart-up e di imprese in fase di firstexpansion nell’Industria Chimica.

• EDP Support, offrendo servizi di con-sulenza per la progettazione e la rea-lizzazione di strumenti informatici, finoall’outsourcing globale del sistemainformativo di Piccole e MedieImprese.

Al fine di costruire una più ampia gamma offerta al cliente, SC integra le risorse interne collaborando con qualificati partners pubblici e privati, nazionali ed esteri.

SC SVILUPPO CHIMICA S.P.A.

Presidente CLAUDIO BENEDETTI

Amministratore ANDREA LAVAGNINIDelegato

Via Giovanni da Procida 11 - 20149 MilanoTel. +39 02 34565.1Fax +39 02 [email protected]

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UNICHIM - Associazione per l’Unificazionenel settore dell’Industria Chimica - èl’ente di normazione tecnica operantenel settore chimico, federato all’UNI, lacui fondazione risale al 1947.Normazione tecnica nel settore chimi-co significa emissione di documenti diriferimento (norme) riguardanti per lopiù specifiche di prodotto, metodi dicontrollo di materie prime e prodotti fini-ti, controlli di tipo ambientale. Tali nor-me, la cui applicazione può avere carat-tere cogente oppure volontario, costi-tuiscono un ausilio nella commercializ-zazione dei prodotti, nella definizionedei contratti di compravendita e nellecontroversie legali.UNICHIM provvede alla stesura di que-ste norme in ambito nazionale attra-verso proprie Commissioni Tecniche,delle quali sono chiamati a far parte rap-

presentanti di riconosciuta competen-za provenienti dall’industria, da Entipubblici e da Organizzazioni private.Inoltre, designa esperti che partecipa-no ai lavori di Commissioni CEN ed ISOper la stesura di norme in ambito inter-nazionale.

UNICHIM è molto attiva sul fronte dellaformazione, rivolta sia ai laboratori chealle imprese. A tale scopo organizza Corsie Seminari su argomenti di particolareattualità ed interesse collegati all’attivitàdelle proprie Commissioni Tecniche, siapresso la propria Sede che presso Sedidi Organizzazioni che ne facciano richie-sta. Attraverso questa attività viene for-nito un supporto importante a laborato-ri pubblici e privati interessati all’adozio-ne di un Sistema Qualità conforme allanorma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.

Un terzo filone di attività, che sta aven-do uno sviluppo crescente, è quello del-le Prove Interlaboratorio, che UNICHIMorganizza e gestisce a beneficio dei pro-pri associati, avendo tra l’altro attuato,a questo scopo specifico, un SistemaQualità conforme alla normativa inter-nazionale in materia. Tali prove, che rientrano tra gli adem-pimenti principali della norma sopraricordata sul Sistema Qualità dei labo-ratori di prova, comprendono proce-dimenti analitici di largo utilizzo, inclu-si quelli di tipo microbiologico, riguar-danti la qualità di acque potabili, diacque di scarico, di prodotti destinatiall’alimentazione, di prodotti petrolife-ri e lubrificanti, oltre alla determinazio-ne di inquinanti organici persistenti(diossine, IPA, PCB) in matrici ambien-tali (suoli, rifiuti).

UNICHIMAssociazione per l’Unificazione nel settore dell’industria chimica

Presidente ALFREDO POLITO

Direttore GIOVANNI [email protected]

P.le R. Morandi 2 - 20121 MilanoTel. +39 02 76004450 - Fax +39 02 [email protected]

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COMITATO DI PRESIDENZA

PresidenteCav. Lav. Dott. Giorgio SquinziMapei S.p.A.

Vice PresidentiDott. Mauro ChiassariniBayer S.p.A.

Dott. Ing. Giorgio ClariziaPolimeri Europa S.p.A.

Cav. Lav. Vittorio GhisolfiAcetati S.p.A.

Cav. Lav. Dott. Paolo LambertiLamberti S.p.A.

Cav. Lav. Cesare PuccioniPuccioni S.p.A.

Dott. Roberto RettaniBracco Imaging S.p.A.

TesoriereDott. Ing. Giuseppe RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

ComponentiProf. Roberto De SantisMontefibre S.p.A.

Dott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

Dott. Ing. Luigi MansiNuova Solmine S.p.A.

Dott. Erwin RauheBasf Italia S.r.l.

Dott. Vincenzo VitelliHenkel Italia S.p.A.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Cav. Lav. Dott. Giorgio SquinziPresidenteMapei S.p.A.

Dott. Gian Mario BaccaliniZach System S.p.A.

Dott. Giorgio BasileIsagro S.p.A.

Dott. Giampiero BelliniCertiquality S.r.l.

Cav. Lav. Dott.ssa Diana BraccoPast PresidentBracco S.p.A.

Dott. Mario BuzzellaC.O.I.M. S.p.A.

Dott. Mauro ChiassariniVice Presidente relazioni esterneBayer S.p.A.

Dott. Ing. Giorgio ClariziaVice PresidentePolimeri Europa S.p.A.

Prof. Roberto De SantisMontefibre S.p.A.

Dott. Sergio DompéBiogen Dompè S.r.l.

Dott. Alberto DonatiOFI Off. Farm. Italiana S.p.A.

Dott. Fabio FranchinaFramesi S.p.A.

Dott.ssa Laura Iris FerroGentium S.p.A.

Dott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

Cav. Lav. Vittorio GhisolfiVice PresidenteAcetati S.p.A.

Dott. Cleanto GiustoRadici Chimica S.p.A.

Cav. Lav. Dott. Paolo LambertiVice Presidente relazioni economicheLamberti S.p.A.

Dott. Ing. Luigi MansiNuova Solmine S.p.A.

Dott.Ing. Marco MartinelliSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Stefano MeloniPolynt S.p.A.

Dott. Federico NazzariRecordati S.p.A.

Cav. Lav. Cesare PuccioniVice Presidente relazioni internePuccioni S.p.A.

Sig. Angelo RadiciRadici Chimica S.p.A.

Dott. Ing. Piero RaffaelliPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Erwin RauheBasf Italia S.r.l.

Dott. Roberto RettaniVice Presidente relazioni industrialiBracco Imaging S.p.A.

Dott. Umberto RissoAutogas Nord S.p.A.

Dott. Ing. Giuseppe RossiTesoriereBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Enrico Seccomandi3V Sigma S.p.A.

Prof. Renato Ugo

Dott. Martino VergaCaglificio Clerici S.p.A.

Dott. Vincenzo VitelliHenkel Italia S.p.A.

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Organi Federchimica

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GIUNTA

Dott. Giovanni AffabaS.I.P.C.A.M. S.p.A.

Dott. Remo AlessandriniEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

Dott. Ing. Giovanni ArdizzoneCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Antonio ArgentieriL’Erbolario S.r.l.

Dott. Massimo ArmadaCognis S.p.A.

Gr. Uff. Dott. Mario Artalidi nomina presidenzialeSigma Tau S.p.A.

Dott.ssa Paola ArutaProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Gian Mario BaccaliniZach System S.p.A.

Dott. Ing. Maurizio BacciBasell Italia S.r.l.

Dott. Carlo BaiesiBarex Italiana S.r.l.

Dott. Daniele BandieraFerro Spain S.A. Italy Branch

Dott. Andrea BarellaSiapa S.r.l.

Dott. Ing. Francesco BarettiPerstorp S.p.A.

Dott. Giorgio BasileIsagro S.p.A.

Dott. Giampiero BelliniCertiquality S.r.l.

Cav. Lav. Dott. Ing. Ottorino Beltramidi nomina presidenziale

Dott. Luca BenatiGiusto Faravelli S.p.A.

Cav. Lav. Dott. Benito BenediniCabefin S.p.A.

Dott. Ruggero BenediniCabefin S.p.A.

Dott. Roberto BertaniNovartis Consumer Health S.p.A.

Dott. Ing. Gino BiggiDow Italia S.r.l.

Dott. Massimo BononiCHT Italia S.r.l.

Sig. Emilio BorioloMontefibre S.p.A.

Sig. Paolo BottazziSABO S.r.l.

Dott. Ing. Giulio BottesSOL S.p.A.

Dott. Paolo BozzettoGiovanni Bozzetto S.p.A.

Cav. Lav. Dott.ssa Diana BraccoBracco S.p.A.

Dott. Franco BrambillaBeiersdorf S.p.A.

Dott. Ing. Bruno BrianzoliCentro Reach S.r.l.

Dott. Mario BuzzellaC.O.I.M. S.p.A.

Dott. Osvaldo CampariFujifilm Medical Systems Italia S.p.A.

Dott. Claudio CapobiancoTimac Italia S.p.A.

Dott. Giorgio CappellariF.O.M.E.T. S.p.A.

Dott. Domenico CarboneRoquette Italia S.p.A.

Dott. Daniele CardosoLaboratorio Chimico Internazionale S.p.A.

Sig. Edoardo CaremoliVariati & Co. S.p.A.

Dott. Diego CarmelloIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Valerio CarsettiSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Paolo CasoniPerfetti Van Melle S.p.A.

Dott. Piercarlo CavenaghiSapio Produzione IdrogenoOssigeno S.r.l.

Dott. Sergio CettaButangas S.p.A.

Dott. Mauro ChiassariniBayer S.p.A.

Dott. Ing. Giorgio ClariziaPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Modestino ColarussoEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

Dott. Ing. Marco ColatarciSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Claudio Colombi3M Italia S.p.A.

Dott. Ing. Roberto CominiCasteggio Lieviti S.r.l.

Dott. Pierluigi CrippaMerial Italia S.p.A.

Dott. Donato D’AgostinoChimica Dr. Fr. D’Agostino S.p.A.

Dott. Ing. Diego Dal PuppoFarchemia S.r.l.

Dott. Sergio DaniottiBoehringer Ingelheim Italia S.p.A.

Dott. Ing. Maurizio de CostanzoCFP Flexible Packaging S.p.A.

Dott. Ing. Roberto Del BiancoArkema S.r.l.

Dott. Luigi Della BeffaIndena S.p.A.

Prof. Roberto De Santisdi nomina presidenzialeMontefibre S.p.A.

Dott. Amedeo De SimoneGTS Group S.p.A.

Avv. Enrico De TomaColgate Palmolive Italia S.r.l.

Dott. Ing. Andrea De VirgiliisChemial S.p.A.

Dott. Sergio DompéBiogen Dompé S.r.l.

Dott. Alberto Donatidi nomina presidenzialeOFI Off. Farm. Italiana S.p.A.

Dott. Agostino FacchiniRes Pharma Industriale S.r.l.

Dott. Michele FalzonePolimeri Europa S.p.A.

Dott.ssa Laura Iris FerroGentium S.p.A.

Dott. Ugo Filippidi nomina presidenzialeSait-Abrasivi S.p.A.

Prof. Elio FontanaSanofi-Aventis S.p.A.

Dott. Fabio FranchinaFramesi S.p.A.

Dott. Cosimo FrancoEndura S.p.A.

122

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 122

Dott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

Dott.ssa Nadia GagliardiniOxon Italia S.p.A.

Dott. Lorenzo GhioldiRohm and Haas Italia S.r.l.

Cav. Lav. Vittorio GhisolfiAcetati S.p.A.

Dott. Cleanto GiustoRadici Chimica S.p.A.

Dott. Roberto GradnikMerck Serono S.p.A.

Dott. Ing. Patrick JozonAir Liquide Italia S.p.A.

Cav. Lav. Dott. Paolo LambertiLamberti S.p.A.

Dott. Walter LanosaTotalgaz Italia S.r.l.

Dott. Roberto LeoniMapei S.p.A.

Sig. Ernesto LomazziAkzo Nobel Chemicals S.p.A.

Dott. Ing. Marco MacciòInfineum Italia S.r.l.

Dott. Paolo ManicaManica S.p.A.

Dott. Aram ManoukianLechler S.p.A.

Dott. Ing. Luigi MansiNuova Solmine S.p.A.

Dott. Ing. Bernardo ManzulliSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Gianni MariniZ-Cube S.r.l.

Dott. Marco MartinelliS.A.P.I.C.I. S.p.A.

Dott. Ing. Marco MartinelliSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Andrea MattiussiSnia S.p.A.

Dott. Ing. Franco MazzaliRivoira S.p.A.

Dott. Stefano MeloniPolynt S.p.A.

Dott. Filippo MeroniJohnson Wax S.p.A.

Dott. Ing. Duilio MombelliFlint Group Italia S.p.A.

Dott. Alberto MondelliniCopyr S.p.A.

Dott. Giuseppe NataleValagro S.p.A.

Dott. Federico NazzariRecordati S.p.A.

Dott. Ing. Piero NulliEsseco S.r.l.

Dott. Ernesto OppiciIntendis Manufacturing S.p.A.

Dott. Ing. Tommaso PaoliniPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Paolo ParatoMaraschi & Quirici S.p.A.

Dott. Ing. Massimo ParavidinoPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Fabio ParodiViscol S.p.A.

Dott. Giuseppe PecciChemial S.p.A.

Dott. Ing. Bartolomeo PescioYara Italia S.p.A.

Sig. Paolo PianaSinterama S.p.A.

Sig. Rodolfo PiniColorveggia S.r.l.

Dott. Paolo PirroSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Luciano PizzatoReckitt Benckiser Italia S.p.A.

Dott. Carlo PizzocaroAntibioticos S.p.A.

Dott. Alfredo PolitoStazione Sperimentale Combustibili

Cav. Lav. Cesare PuccioniPuccioni S.p.A.

Sig. Mario PuccioniPuccioni S.p.A.

Dott. Luigi RadaelliSyngenta Crop Protection S.p.A.

Sig. Angelo RadiciRadici Chimica S.p.A.

Dott. Ing. Piero RaffaelliPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Duilio RamondelliEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

Dott. Erwin RauheBasf Italia S.r.l.

Dott. Roberto RettaniBracco Imaging S.p.A.

Dott. Giordano RighiniCiba S.p.A.

Dott. Umberto RissoAutogas Nord S.p.A.

Sig. Guido Rivadi nomina presidenziale

Dott. Ugo RomanoEni S.p.A. Div. Refining & Marketing

Dott.ssa Dina Laura RoncaroloSestriere Vernici S.r.l.

Prof. Umberto Rosadi nomina presidenzialeSnia S.p.A.

Dott. Ing. Fabio RosselloPaglieri Profumi S.p.A.

Dott. Ing. Giuseppe RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Paolo RussoloCambrex Profarmaco Milano S.r.l.

Dott. Ing. Guido SafranSasol Italy S.p.A.

Dott. Narciso Salvo di PietraganziliFabbrica Cooperativa PerfosfatiCerea S.r.l.

Sig. Giacomo SantusBiophil S.r.l.

Dott. Ing. Sandro ScaravaggiBayer S.p.A.

Sig. Renato SchieppatiViscolube S.p.A.

Dott. Gianni ScottiSaint-Gobain Abrasivi S.p.A.

Dott. Enrico Seccomandi3V Sigma S.p.A.

Dott. Giuseppe SeccomandiE.R.C.A. S.p.A.

Dott.ssa Anna SegattiAvon Cosmetics S.r.l.

Dott. Bernardo SestiniSIAD S.p.A.

123

pg_93_148:Layout 1 6-06-2008 8:48 Pagina 123

Dott. Roberto SestiniSIAD S.p.A.

Dott. Alessandro SidoliAxxam S.r.l.

Sig. Massimo SignoriniIlco Industriale S.r.l.

Dott. Riccardo SolliniFreudenberg Politex S.r.l.

Cav. Lav. Dott. Giorgio SquinziMapei S.p.A.

Rag. Luigi TagliorettiClariant Masterbatches (Italia) S.p.A.

Sig. Flavio TerruzziDow Italia S.r.l.

Dott. Vincenzo TrabaceLanxess S.r.l.

Prof. Renato Ugodi nomina presidenziale

Dott. Giovanni Venerucci ManzaroliACS Dobfar S.p.A.

Dott. Martino VergaCaglificio Clerici S.p.A.

Dott. Andreu VilàCiba S.p.A.

Dott. Giovanni VillaZschimmer & Schwarz S.p.A.

Dott. Vincenzo VitelliHenkel Italia S.p.A.

Sig. Arrigo ZanardoIMPA S.p.A.

Sig. Giovanni ZanchettaPolyglass Europa S.p.A.

Dott. Ing. Agostino ZattaSasol Italy S.p.A.

Dott. Antonio Zoncadadi nomina presidenzialeStazione Sperimentale Oli e Grassi

CONSULTA DEI PRESIDENTI

AGROFARMADott. Luigi RadaelliSyngenta Crop Protection S.p.A.

AISADott. Alberto MondelliniCopyr S.p.A.

AISPECDott. Martino VergaCaglificio Clerici S.p.A.

ANIFADott. Sergio DaniottiBoehringer Ingelheim Italia S.p.A.

ASCHIMFARMADott. Gian Mario BaccaliniZach System S.p.A.

ASSOBASEDott. Michele FalzonePolimeri Europa S.p.A.

ASSOBIOTECDott. Roberto GradnikMerck Serono S.p.A.

ASSOCASADott. Vincenzo Vitelli Henkel Italia S.p.A.

ASSOFERTILIZZANTIDott. Narciso Salvo di PietraganziliFabbrica Cooperativa PerfosfatiCerea S.p.A.

ASSOFIBRE CIRFS ITALIASig. Paolo PianaSinterama S.p.A.

ASSOGASLIQUIDIDott. Duilio RamondelliEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

ASSOGASTECNICIDott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

AVISADott. Aram ManoukianLechler S.p.A.

CERAMICOLORDott. Daniele BandieraFerro Spain S.A. Italy Branch

PLASTICSEUROPE ITALIADott. Ing. Giuseppe RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

UNIPRODott. Fabio FranchinaFramesi S.p.A.

COLLEGIO

DEI REVISORI CONTABILI

PresidenteDott. Antonino Pizzini

Revisori effettiviRag. Sandro Bertasi

Rag. Enrico Pian

Revisori supplentiRag. Cesare Orsenigo

Rag. Carlo Pecchi

PROBIVIRI

Dott. Ing. Giancarlo Berti

Avv. Carlo Del Pennino

Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari

Dott. Saverio Impastato

Avv. Claudio Signini

124

pg_93_148:Layout 1 6-06-2008 8:49 Pagina 124

Direzione CentraleANALISI ECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE

COMITATO FISCALE

PresidenteDott. Antonino Pizzini

ComponentiDott. Cesare AntoniazziSorin S.p.A.

Dott.ssa Manuela BelloniTotal Italia S.p.A.

Dott.ssa Aurora BianchiRoche S.p.A.

Dott. Carlo BongiorniSanofi-Aventis S.p.A.

Dott. Franco BrambillaBeiersdorf S.p.A.

Dott. Andrea CamerinelliEni S.p.A. Div. Refining & Marketing

Dott. Michele CireniUnipro

Dott.ssa Maria Grazia De FeoSyngenta Crop Protection S.p.A.

Rag. Francesco FossatiSyngenta Crop Protection S.p.A.

Dott. Fabrizio FrancaniRoquette Italia S.p.A.

Dott. Vincenzo GioffréColgate Palmolive Italia S.r.l.

Dott. Francesco GiustiPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Fabio GrimaldiZach System S.p.A.

Dott. Nicolò GulottaEsso Italiana S.r.l.

Dott. Giuseppe IngaHenkel Italia S.p.A.

Dott.ssa Chantal MacauDow Italia S.r.l.

Rag. Pietro MascherpaBracco S.p.A.

Dott. Marco MassaProcter & Gamble S.p.A.

Dott. Angelo Migliore3M Italia S.p.A.

Dott. Giorgio MorroneSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Pierluigi OrlandiUnilever Italia S.r.l.Div. Home and P. Care

Dott. Cesare Orsenigo

Dott.ssa Zahira QuattrocchiShell Italia S.p.A.

Rag. Vincenzo RivaNovartis Farma S.p.A.

Dott.ssa Stefania RuggieroBayer S.p.A.

Direzione CentraleCOMUNICAZIONE-IMMAGINE

COMITATO COMUNICAZIONE

E IMMAGINE

PresidenteDott. Mauro ChiassariniBayer S.p.A.

ComponentiDott.ssa Maria Teresa AgazzaniIsagro S.p.A.

Dott. Franco CasolaSyngenta Crop Protection S.p.A.

Dott.ssa Linda CenaBracco S.p.A.

Dott.ssa Nadia DaneluzzoArkema S.r.l.

Dott. Filippo De CaterinaL’Oréal Italia S.p.A.

Dott.ssa Anna GaldoSyndial S.p.A. - Attività diversificate

Dott.ssa Gabriella GianniniClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Ing. Roberto Mauri3M Italia S.p.A.

Dott. Fabio NovelliSolvay Italia S.p.A.

Dott.ssa Chiara PellegriniDu Pont De Nemours Italiana S.r.l.

Dott.ssa Manuela PellizzonIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott.ssa Teresa PetronelliPolimeri Europa S.p.A.

Dott.ssa Sabine RobertAir Liquide Italia S.p.A.

125

Comitati Federchimica

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 125

Dott. Daniele RosaBayer S.p.A.

Dott.ssa Enrica RossiDow Italia S.r.l.

Dott. Luca ScanaviniBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Marco ScottiBasf Italia S.r.l.

Dott.ssa Adriana SpazzoliMapei S.p.A.

Direzione CentraleRELAZIONI INDUSTRIALI

COMITATO PERMANENTE

SINDACALE

PresidenteDott. Roberto RettaniBracco Imaging S.p.A.

ComponentiDott. Piergiorgio AccroccaSara Lee Household and Body CareItaly S.p.A.

Dott. Antonio AngioniAir Liquide Italia S.p.A.

Dott. Salvatore AricòL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Antonio BargeBoehringer Ingelheim Italia S.p.A.

Dott.ssa Carla BernabèBayer S.p.A.

Dott. Marcello BianchiMapei S.p.A.

Dott. Claudio BonasiaFater S.p.A.

Dott. Nino BonicelliAir Liquide Italia S.p.A.

Sig. Roberto BosiaButangas S.p.A.

Dott. Massimo BottelliAssolombarda

Rag. Francesco BovaSun Chemical Group S.p.A.

Dott. Alberto BusnelliBasf Italia S.r.l.

Dott.ssa Rita ButteriLinde Gas Italia S.r.l.

Avv. Beatrice BuzzellaC.O.I.M. S.p.A.

Dott. Luchino CairoliBracco S.p.A.

Dott. Emanuele CampanellaUnione Industriale Torino

Dott.ssa Paola CanutiLabocos S.r.l.

Rag. Sergio CapuzziClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Dott.ssa Lorenza CarràLamberti S.p.A.

Dott. Paolo CasattiSaint Gobain Abrasivi S.p.A.

Ing. Luigi CauzerVeneziani S.p.A.

Dott.ssa Cristina CavadiniProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Alessandro CiaramelliSadepan Chimica S.r.l.

Dott. Claudio Colombi3M Italia S.p.A.

Dott. Massimo ConsonniSealed Air S.r.l.

Dott. Enrico ContiniUnilever Italia S.r.l.

Dott. Giorgio CotturaSorin S.p.A.

Rag. Giuliano CremonesiHuntsman Surface Sciences Italia S.r.l.

Dott. Giuseppe D’AgostinoKedrion S.p.A.

Dott. Umberto D’AlessandroBracco Imaging S.p.A.

Dott. Gianni De AngelisYara Italia S.p.A.

Dott. Giovanni De FeliceDSM Capua S.p.A.

Dott. Mario De GirolamoJohnson & Johnson S.p.A.

Dott. Marco Del PuntaCiba S.p.A.

Dott. Vespasiano Di SpiritoConfindustria Latina

Dott.ssa Michela DonesanaC.O.I.M. S.p.A.

Dott. Giacomo FabbriFillattice S.p.A.

Dott.ssa Patrizia FabricatoreAstra Zeneca S.p.A.

Dott. Giacomo FacchinettiRivoira S.p.A.

126

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 126

Dott. Alessandro FerrariGuaber S.r.l.

Dott. Duilio FerriTessenderlo Italia S.r.l.

Dott. Fernando FerriZambon Italia S.p.A.

Dott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

Dott. Dario GallinariPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Antonio GaudenziBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott.ssa Franca GayPolynt S.p.A.

Dott.ssa Alessandra GentilucciEndura S.p.A.

Dott. Gian Luca GiannettiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Paolo GiazziFedervarie

Dott. Armando GirardMontefibre S.p.A.

Dott. Nicola GrittiRadici Chimica S.p.A.

Rag. Luigi LandonioAgrolinz Melamine International Italia S.r.l.

Dott. Roberto LombardiDow Italia S.r.l.

Dott. Gianluca MagnaniNovartis Vaccines and Diagnostics S.r.l.

Dott.ssa Loredana MaioccoTazzetti Fluids S.r.l.

Dott. Ing. Luca ManzoniNuncas Italia S.p.A.

Dott. Andrea MarinucciSasol Italy S.p.A.

Dott. Roberto MariottiSOL S.p.A.

Dott. Marcello MartelliIneo Vinyls Italia S.p.A.

Rag. Ruggero MasciottiUltragas C.M. S.p.A.

Dott. Giacomo MazzarielloDott. Formenti S.p.A.

Dott. Massimo MazzettaColgate Palmolive Italia S.r.l.

Dott. Arturo MazzoniIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Alessandro MerlinoBristol Myers Squibb S.r.l.

Dott. Francesco MessinaEcolab S.r.l.

Dott. Luigi MigliazzaPolynt S.p.A.

Dott. Ing. Duilio MombelliFlint Group Italia S.p.A.

Sig. Alberto MoschettiHenkel Italia S.p.A.

Dott. Aldo PaglieriPaglieri Sell System S.p.A.

Dott. Gian Battista PavetoConqord Oil S.r.l.

Sig.ra Rossana PelosiNuova Solmine S.p.A.

Dott. Carlo PeroneNovartis Farma S.p.A.

Dott. Giorgio PizzutiConfindustria Firenze

Sig. Gian Domenico QuadroneAutogas Nord S.p.A.

Dott. Ettore RadaelliPPG Industries Italia S.r.l.

Dott. Alessandro RampollaProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Carlo RastrelliSnia S.p.A.

Dott. Luca Maria RecalcatiSyngenta Crop Protection S.p.A.

Dott. Ing. Francesco RicciRoquette Italia S.p.A.

Sig. Giordano RisiACS Dobfar S.p.A.

Dott. Marco RomussiConfindustria Genova

Dott. Pierangelo RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Alberto SalaLiquigas S.p.A.

Dott.ssa Maria Luisa SartoreIntendis Manufacturing S.p.A.

Rag. Secondo ScassaSanofi-Aventis S.p.A.

Sig. Riccardo SforziniS.I.P.C.A.M. S.p.A.

Dott. Antonio SparavignaSoc. Italo Britann.Manetti & Roberts S.p.A.

Dott. Otello SpinelliFreudenberg Politex S.r.l.

Dott. Carlo StiattiUnione degli Industriali e delleImprese di Roma

Dott. Stefano SvetoniFarmindustria

Dott. Roberto TargettiNovartis Farma S.p.A.

Dott. Giorgio TestuzzaSasol Italy S.p.A.

Dott. Roberto TocciPfizer Italia S.r.l.

Dott. Maurizio TurciItalmatch Chemicals S.p.A

Dott. Aldo UrruIsagro S.p.A.

Rag. Giovenzio VariscoSapio Produzione IdrogenoOssigeno S.r.l.

Dott. Paolo VerdianiTioxide Europe S.r.l.

Dott.ssa Alexia Jean VerganiACS Dobfar S.p.A.

Dott. Carmine VisoneInfineum Italia S.r.l.

127

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 127

Direzione CentraleTECNICO SCIENTIFICA

COMITATO AFFARI LEGALI

PresidenteDott. Roberto FrigerioCiba S.p.A.

ComponentiDott. Claudio AggioCroda Italiana S.p.A.

Dott.ssa Linda AmbrosioProcter & Gamble S.r.l.

Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Stefano ArpisellaCentro REACH S.r.l.

Avv. Alessandro ArtomBolton Manitoba S.p.A.

Dott.ssa Alice ArtomBolton Manitoba S.p.A.

Dott. Luca BardiCertiquality S.r.l

Dott. Domenico BindaCognis S.p.A.

Dott.ssa Tiziana BottaniClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Dott. Roberto ColoriniAgfa Gevaert S.p.A.

Dott. Guido CorrealePfizer Italia S.r.l.

Dott. Gianfranco CutelliSolvay Chimica S.p.A.

Dott. Paolo DevalbaInfineum Italia S.r.l.

Dott.ssa Simona ErcolessiSyndial S.p.A.

Dott.ssa Susanna FasolisBayer S.p.A.

Dott. Leonardo FroioCertiquality S.r.l.

Dott. Antonio GaetaChemial S.p.A.

Dott.ssa Emanuela GalloSyndial S.p.A.

Dott.ssa Silvia GorlaniSasol Italy S.p.A.

Avv. Giuseppe MonacoBracco S.p.A

Dott.ssa Silvia MontisciReichhold S.r.l.

Dott. Paolo MusiccoDow Italia S.r.l.

Dott. Domenico PappaletteraHenkel Italia S.p.A.

Dott. Francesco PedilarcoPaglieri Profumi S.p.A.

Dott.ssa Valentina RannoL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Aldo RepetiAbiogen Pharma S.p.A.

Dott. Massimo RigamontiKodak S.p.A.

Dott. Armando RomanielloCertiquality S.r.l.

Avv. Maria SalaBracco S.p.A.

Dott.ssa Monica SoldiniHenkel Italia S.p.A.

Dott.ssa Katrin SteinbuechelHenkel Italia S.p.A.

Dott. Guido VenegoniIsagro S.p.A.

Dott.ssa Francesca ScorrettiEni S.p.A.- Div. Refining & Marketing

Invitati PermanentiAvv. Gaetano Iorio

Avv. Orsola Jaselli

Avv. Ivano Saltarelli

Avv. Valeria Tartara

COMITATO AMBIENTE

E TERRITORIO

PresidenteDott. Ing. Sandro ScaravaggiBayer S.p.A.

ComponentiDott. Gianni AbbruzzeseBracco S.p.A.

Dott. Claudio Valerio AggioCroda Italiana S.p.A.

Dott. Ing. Enrico AgnesiAcetati S.p.A.

Dott. Pietro AldrovandiCiba S.p.A.

Avv. Linda AmbrosioProcter & Gamble Italia S.r.l.

Dott. Ing. Giovanni ArdizzoneCaffaro Chimica S.r.l.

Dott.ssa Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Pier Maria ArzuffiBayer S.p.A.

Dott. Ing. Giancarlo BarberoSasol Italy S.p.A.

Dott. Ing. Domenico BaroneThe It Group Italia S.r.l.

Dott. Ing. Andrea Bergamasco3V Sigma S.p.A.

Dott. Valter BertaniIndena S.p.A.

Dott. Lauro BertoIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Luigi BocconiReichhold S.r.l.

Dott. Ing. Mario BottinoAgrolinz Melamine Italia S.r.l.

Dott.ssa Marina BozzolascoSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Ing.Stefano BrivioSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott.ssa Raffaella BuscemiRohm & Haas Italia S.r.l.

Dott. Ing. Maurizio BusoIneos Vinyls Italia S.p.A.

Sig. Tiziano CandianiViscolube S.p.A.

Dott Giorgio CantiSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Giorgio CarimatiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Ing. Alessandro CastelliSOL S.p.A.

Dott. Ing. Giambattista CavalliC.O.I.M. S.p.A.

Dott.ssa Livia CavallitoTheolab S.r.l.

Dott. Roberto CerretaSanofi-Aventis S.p.A

Dott. Ing.Gionata CinquantaSasol Italy S.p.A.

128

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 128

Dott. Ing. Carlo CiottiIneos Vinyls Italia S.p.A.

Rag. Marco CiresaCiresa S.p.A.

Dott. Ing. Fabrizio CocquioYara Italia S.p.A.

Dott.ssa Ing. Francesca ColomboLinde Gas Italia S.r.l.

Dott. Maurizio ColomboLamberti S.p.A.

Dott. Romano ColomboPfizer Italia S.r.l.

Dott. Ing. Antonio ConziInfineum Italia S.r.l.

Dott. Guido CorrealePfizer Italia S.r.l.

Dott.ssa Ing. Debora CostaRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Claudio D’AngeliEquipolymers S.r.l.

Sig. Pierluigi DegiovanniTessenderlo Italia S.r.l.

Dott. Ing. Giuseppe Della ValleBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Avv. Paolo DevalbaInfineum Italia S.r.l.

Dott. Andrea FerroInfineum Italia S.r.l.

Dott. Alessandro FotiEvonik Goldschmidt Italia S.r.l.

Dott. Ing. Antonio GaetaChemial S.p.A.

Dott. Ing. Edoardo GalatolaSindar S.r.l.

Dott. Ing. Paolo GardiniCaffaro Chimica S.r.l.

Dott.ssa Annamaria GarreffaPolimeri Europa S.p.A.

Dott.ssa Rosaria GigantePfizer Italia S.r.l.

Dott. Danilo GiulianiFlexsys S.p.A.

Dott.ssa Silvia GorlaniSasol Italy S.p.A.

Dott. Bruno GrassiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Giuseppe GravinaSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Ing. Marco MacciòInfineum Italia S.r.l.

Dott. Luca MandelliFillattice S.p.A.

Dott. Ing. Luca ManzottiPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Paolo MarabottiSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Ing. Patrizio MaragnoBasf Italia S.r.l.

Dott. Gualtiero MarangoneRadici Chimica S.p.A.

Dott. Marzio MarzianiItalmatch Chemicals S.p.A.

Dott. Ing. Antonino MassettiPfizer Italia S.r.l.

Dott. Ing. Giovanni MatarresePolimeri Europa S.p.A.

Dott. Fabio MazzilliA.S.I.A. S.r.l.

Dott. Ing. Marziale MessaAir Liquide Italia S.p.A.

Dott.ssa Maria MiliciaSyndial S.p.A - Attività Diversificate

Dott.ssa Silvia MontisciReichhold S.r.l.

Dott. Giancarlo MontorfanoLechler S.p.A.

Dott. Sergio MorenoPolynt S.p.A.

Dott. Gianni NatteroInfineum Italia S.r.l.

Dott. Ing. Maurizio OrsiSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Ing. Tommaso PaoliniPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Maurizio PellizzonLamberti S.p.A.

Dott. Arturo PetrosilloAntibioticos S.p.A.

Sig. Renato PilliBasf Italia S.r.l.

Dott. Roberto PirottaMapei S.p.A.

Dott. Domenico PrestiaThe It Group Italia S.r.l.

Dott. Cecilia PresuttiSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Cesare RampiGolder Associates S.r.l.

Dott. Pasquale RelviniArkema S.r.l.

Sig. Aldo RepetiAbiogen Pharma S.p.A.

Dott. Massimo RigamontiKodak S.p.A.

Dott. Ing. Giuseppe RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Antonello RotaPerstorp S.p.A.

Dott. Giuseppe SamanniWictor S.p.A.

Dott. Ing. Edoardo Slavik3V Sigma S.p.A.

Dott. Ing. Gianfranco SoffiottoSipcam S.p.A.

Dott. Francesco SpiniGiovanni Bozzetto S.p.A.

Dott. Ing. Patrizio StecconiVinavil S.p.A.

Dott.ssa Raffaella TalientoCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Giovanni TedescoMirato S.p.A.

Dott. Alessandro TodaroCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Enrico TorreTranspetrol Italia S.p.A.

Dott.ssa Giovanna TrombySicor S.r.l.

Dott. Ing. Joannis TzovanasBayer S.p.A.

Dott. Ing. Domenico ValentiniEni S.p.A. - Div. Refinig & Marketing

Dott.ssa Ing. Francesca VenanziIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Mauro ZanetteIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Ing. Luciano ZaninettaSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Claudio ZaninettiPfizer Italia S.r.l.

129

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 129

COMITATO ENERGIA

PresidenteDott. Ing. Olivier ImbaultAir Liquide Italia S.p.A.

ComponentiDott.ssa Katia AbondioKeminova Italiana S.r.l.

Dott. Ing. Enrico AgnesiAcetati S.p.A.

Sig. Franco AguannoNational Starch & Chem.Div. della ICI S.r.l.

Dott. Michele AnnunziataSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Massimo BagginiYara Italia S.p.A.

Sig. Vittorio BalsamoAir Liquide Italia S.p.A.

Dott. Ing. Franco BertiniSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Ing. Massimo BianchessiMapei S.p.A

Sig. Giuseppe BonizziSipcam S.p.A.

Dott. Ing. Giorgio BrunettiBracco S.p.A.

Dott. Ing. Renzo CampiFerrania Technologies S.p.A.

Dott. Pietro CanovaSinterama S.p.A.

Dott. Ing. Daniele CasatiEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

Dott. Ing. Fabio CastanoLamberti S.p.A.

Dott. Mauro CatellaniCiba S.p.A.

Dott. Emanuele ColangeloAgrolinz Melamine Int. Italia S.r.l.

Dott.ssa Francesca ColomboLinde Gas Italia S.r.l.

Dott. Giovanni CortiACS Dobfar S.p.A.

Dott. Ing. Antonio CorvinoHenkel Italia S.p.A.

Dott. Ing. Giuseppe Della ValleBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Ing. Sebastiano DuranteSasol Italy S.p.A.

Dott. Flavio FalezzaSOL S.p.A.

Sig. Maurizio FanniUltragas Tirrena S.p.A

Dott.ssa Cristiana FattoriniNuova Solmine S.p.A.

Dott. Andrea FedrigaKeminova Italiana S.r.l.

Ing. Stefano GoriPolynt S.p.A.

Dott. Errico GasbarroBasf Italia S.r.l.

Dott. Nicola GaverinaFreudenberg Politex S.r.l.

Dott. Ing. Giorgio GioloMiteni S.p.A

Dott. Ing. Claudia GistriCertiquality S.r.l.

Sig. Paolo GronchiColorobbia Italia S.p.A

Dott. Ing. Alfonso GuzziNovartis Farma S.p.A.

Dott. Ing. Fabio LuzziNational Starch & Chem. Div. della ICI S.r.l.

Dott. Ing. Luca ManzottiPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Guido MarcheggianiArkema S.r.l.

Dott.ssa Ornella MartinelliLinde Gas Italia S.r.l.

Dott. Ing. Matteo MascioniCognis S.p.A.

Sig. Pierluigi MazzoleniCalor Systems S.p.A.

Dott. Carlo MeregagliaMapei S.p.A.

Dott. Ing. Renato MiglioraSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Alessandro MilanesiFillattice S.p.A.

Dott. Ing. Raoul MilesiDow Italia S.r.l.

Sig. Vincenzo MinutoloWictor S.p.A

Dott. Ing. Andrea MontiSOL S.p.A.

Sig. Rodolfo MoriconiRivoira S.p.A.

Dott. Ing. Gianni PaciYara Italia S.p.A.

Dott. Ing. Edoardo PassaniCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Ing. Roberto Paudice3M Italia S.p.A

Dott. Giovanni PavesiLinde Gas Italia S.r.l.

Dott. Giuseppe QuartaroneBP Italia S.p.A.

Dott. Paolo RadiceBasf Italia S.r.l.

Dott. Andrea RossoSapio S.r.l.

Dott. Ing. Antonio RubinoNuova Solmine S.p.A.

Dott. Ing. Danilo SchiavinaRoquette Italia S.p.A.

Ing. Adriano TorchianaITS Detergenti S.p.A.

Dott. Ing. Fausto TropeanoPolimeri Europa S.p.A

Dott. Ing. Francesco ViaroIndex S.p.A.

Dott. Ing. Michele VinciIneos Vinyls Italia S.p.A.

COMITATO IGIENE

INDUSTRIALE

PresidenteDott. Alfonso GelorminiEni S.p.A. - Div. Refining & Marketing

ComponentiDott. Ing. Fabio AllasiaGum Base Co. S.p.A.

Dott. Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Michele BarbaroPolimeri Europa S.p.A

Dott. Luigi BocconiReichhold S.r.l.

Dott. Paolo BonettiSolvay Chimica Italia S.p.A.

130

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 130

Dott. Fiorenzo BosticcoElastogran Italia S.p.A.

Dott. Massimo BroiPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Maurizio BusoIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Mauro BuzziPro.Bio.Sint S.p.A.

Dott.ssa Daniela CandiviEuticals S.p.A.

Dott. Mario CappelliniCHT Italia S.r.l.

Dott. Alvaro CasatiColoritalia S.p.A.

Dott. Giambattista CavalliC.O.I.M. S.p.A.

Dott. Giorgio ChiericoBasf Italia S.r.l.

Dott. Dante CidariaPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Carlo CiottiIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Maurizio ColomboLamberti S.p.A.

Dott. Oscar ColonettiBayer Cropscience S.r.l.

Ing. Alberto Consolo3M Italia S.p.A.

Dott. Claudio D’AngeliEquipolymers S.r.l.

Dott.ssa Valentina DelbonoElastogran Italia S.p.A.

Dott. Sandro Delle PianeSO.RI.S. S.p.A.

Sig. Giuseppe DettoriIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott.ssa Anna FarolfiEsso Italiana S.r.l.Direzione Vendite Prodotti Chimici

Dott. Alessandro FerioliNuova Solmine S.p.A.

Dott.ssa Fiorenza FogaleDu Pont De Nemours Italiana S.r.l.

Ing. Alessia GalbiatiBasf Italia S.r.l.

Dott. Riccardo GhiniSanofi-Aventis S.p.A.

Dott. Angelo GirellaFratelli Ricci S.r.l.

Dott. Fulvio LattuadaIndena S.p.A.

Dott. Paolo LeghissaBayer Cropscience S.r.l.

Dott. Roberto LeoniMapei S.p.A.

Dott. Carlo LessiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Gabriele LionSalchi Metalcoat S.r.l.

Dott.ssa Giovanna MalagutiBeiersdorf S.p.A.

Dott. Gaetano MarchioroGum Base Co. S.p.a.

Dott. Marzio MarzianiItalmatch Chemicals S.p.A.

Dott. Gabriele MinottiPromox S.r.l.

Dott.ssa Silvia MontisciReichhold S.r.l.

Dott. Lorenzo PalvariniIndena S.p.A.

Dott. Mauro PanichiNuova Solmine S.p.A.

Dott. Francesco PeroneBracco S.p.A.

Dott. Roberto PirottaMapei S.p.A.

Dott. Alessandro PorrettiRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Giovanni ReggioDow Italia S.r.l.

Dott. Alessandro RisolutoRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Antonello RotaPerstorp S.p.A.

Dott. Silvano SerenaAgrolinz Melamine International Italia S.r.l.

Ing. Roberto SipsAkzo Nobel Chemicals S.p.A.

Dott. Luca TattiPromox S.r.l.

Dott. Alessandro TodaroCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Michele TroniSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott.ssa Giovanna TrombyTeva P.F.C S.r.l.

Dott. Mario VastaSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

COMITATO LOGISTICA

PresidenteDott. Ing. Francesco CarciottoDow Italia Div. Commerciale S.r.l.

ComponentiDott. Ing. Federico AgressiICR Ind. Cosmetiche Riunite S.p.A.

Sig. Salvatore AloisioSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Ing. Giorgio BarsacchiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Giuseppe BernardiniPolynt S.p.A.

Sig. Claudio BersaniConqord Oil S.r.l.

Dott. Daniele BianchiBP Italia S.p.A.

Dott. Marco BoscoloSasol Italy S.p.A.

Sig. Maurizio BuizzaPPG Industries S.r.l.

Sig. Davide CavalloClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Dott. Duccio CoccoRadici Chimica S.p.A.

Dott. Gaetano ContiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Sig. Walter ContoliDow Italia S.r.l.

Sig. Nicola CorsoAir Liquide Italia Service S.r.l.

Sig. Luigi CremonaAssogasliquidi

Dott. Mario De LucaTorggler Chimica S.p.A.

131

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 131

Sig.ra Valentina Del FrateIneos Vinyls Italia S.p.A.

Sig.ra Angela EsborniBayer S.p.A.

Sig.ra Monica FavaBP Italia S.p.A.

Dott. Andrea FavaroZapi Industrie Chimiche S.p.A.

Dott. Ing. Diego FioreEcolab S.r.l.

Dott. Ing. Francesco GaldieriHenkel Italia S.p.A.

Dott. Riccardo GhiniSanofi-Aventis S.p.A.

Sig. Fabio GianiBayer Cropscience S.r.l.

Sig. Maurizio IaccioMarbo Italia S.p.A.

Dott. Davide ItaliaAir Liquide Italia Service S.r.l.

Dott. Ennio LachinHenkel Italia S.p.A.

Sig.ra Patrizia LanzettiGiusto Faravelli S.p.A.

Dott. Maurizio LombardiMontefibre S.p.A.

Dott. Ing. Simone LucchettaInfineum Italia S.r.l.

Dott. Ing. Guido MarcheggianiArkema S.r.l.

Dott. Carlo MeregagliaMapei S.p.A.

Dott. Ing. Vincenzo MichelangeliPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Claudio MingozziBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Roberto MinozziProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Ing. Stefano MontorfanoLechler S.p.A.

Geom. Angelo NegroniSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Marco Orsi3M Italia S.p.A.

Dott. Luca PaganiSun Chemical Group S.p.A.

Dott. Ing. Astrid PalmieriBasf Italia S.p.A.

Sig. Gianfranco PatruccoRoquette Italia S.p.A..

Dott. Maurizio PontonioCaffaro Chimica S.r.l.

Sig. Andrea PoppiRhodia Italia S.p.A.

Dott. Mauro ProvezzaBayer Cropscience S.r.l.

Sig. Renato RudmannInfineum Italia S.r.l.

Dott.ssa Erika SaccocciaZapi Industrie Chimiche S.p.A.

Sig. Mario SerrantiCiba S.p.A.

Sig. Pierluigi TagliabueSolvay Solexis S.p.A

Dott. Enrico TorreTranspetrol Italia S.p.A.

Sig. Mauro VercellesiRecordati Ind. Chim. Farmaceutica S.p.A.

COMITATO RICERCA,

SVILUPPO E INNOVAZIONE

PresidenteProf. Roberto De SantisMontefibre S.p.A.

ComponentiDott. Antonio AddeoBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Maurizio AnastasioPromox S.r.l.

Dott. Vincenzo ArcellaSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Giovanni BaldiColorobbia Italia S.p.A.

Dott. Nicola BarbiniEudermic S.r.l.

Dott. Giovanni BazzocchiFer.bi S.n.c.

Dott. Massimo BeccaliSOL S.p.A.

Dott. Damiano BeccariaHexion Specialty Chemicals S.r.l.

Prof. Giuseppe BiardiPolitecnico di Milano

Dott. Giorgio BissolottiSIAD S.p.A.

Dott.ssa Donatella CavalliL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Antonuccio CepparroneColortex S.p.A.

Dott. Enrico ColomboSelerant S.r.l.

Dott. Andrea CominiBaerlocher Italia S.p.A.

Dott. Esterino ConcaSued Chemie Catalysts Italia S.p.A.

Dott. Pietro DeloguSerichim S.r.l.

Dott. Roberto De GiovanniFer.bi S.n.c.

Dott. Sergio De Masi3M Italia S.p.A.

Dott.ssa Alessia Di SandroUniversità di Bologna

Dott. Lucio FilippiniIsagro Ricerca S.r.l.

Dott. Mario Forte3M Italia S.p.A.

Dott. Maurizio LeonardiPolynt S.p.A.

Dott. Giuseppe Li BassiLamberti S.p.A.

Dott. Giuseppe MalinvernoSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Francesco MenconiPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Massimo MigliavaccaFreudenberg Politex S.r.l.

Dott. Pierfrancesco MorgantiMavi Sud S.r.l.

132

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 132

Dott. Renato PaludettoDow Italia S.r.l.

Dott.ssa Maria Cristina PasiMerck S.p.A.

Dott. Giuseppe PecciChemial S.p.A.

Prof.ssa Patrizia PeregoUniversità degli Studi di Genova

Dott.ssa Aurelie PerroyBiofin Laboratories S.r.l.

Dott. Francesco PignataroVinavil S.p.A.

Dott.ssa Francesca PischeddaHenkel Italia S.p.A.

Dott. Emanuele PivottoSinterama S.p.A.

Dott. Paolo PredieriACME S.r.l.

Prof. Vittorio RagainiUniversità di Milano

Dott.ssa Maria Assunta Rossi OdelloTazzetti Fluids S.r.l.

Dott. Antonio RubinoNuova Solmine S.p.A.

Dott.ssa Elisabetta RussoProcter & Gamble S.r.l.

Prof. Saverio RussoUniversità di Genova

Dott. Virginio SartoBasf Italia S.r.l.

Prof. Elio SantacesariaUniversità di Napoli

Dott. Luca ScanaviniBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Auro TaglianiACS Dobfar S.p.A.

Dott. Fulvio UggeriBracco Imaging S.p.A.

Dott. Marco VanziConfindustria Bergamo

Dott. Aurelio VigliaAIDIC

Dott. Matteo Zanotti RussoRiservice S.r.l.

COMITATO SICUREZZA

PRODOTTI

PresidenteDott. Giuseppe MalinvernoSolvay S.A.

ComponentiDott. Fulvio AnzaniEuticals S.p.A.

Dott. Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Antonio ArzuDow Italia S.r.l.

Dott. Marco BanfiLubra S.p.A.

Dott. Carlo BanzattiBolton Manitoba S.p.A.

Gianpiero BasettiE.R.C.A. S.p.A.

Dott. Silvio BassiFlint Group Italia S.p.A.

Dott.ssa Antonella BernardiPolimeri Europa S.p.A.

Dott.ssa Franca BertarelliCiba S.p.A.

Dott. Ing. Luigi BolzoniHenkel Italia S.p.A.

Dott.ssa Silvia BoracchiAger S.r.l.

Dott. Massimiliano BranchiniJohnson Wax S.p.A.

Dott.ssa Patrizia BusiBasell Italia S.r.l.

Dott.ssa Simona BussiBracco Imaging S.p.A.

Dott. Ing. Giulia CabellaClariant Masterbatches (Italia) S.p.A.

Dott. Daniela CandiviEuticals S.p.A.

Dott. Rinaldo CanofariAssICC

Dott. Mario CappelliniCHT Italia S.r.l.

Dott. Giuseppe CaramaschiPolynt S.p.A.

Dott. David CardenValagro S.p.A.

Dott. Alvaro CasatiColoritalia S.p.A.

Dott. Pietro CastiDiachem S.p.A.

Dott. Giorgio ChiericoBasf Italia S.r.l.

Dott.ssa Graziella ChiodiniSolvay Solexis S.p.A.

Dott.ssa Silvana CiceriBayer S.p.A.

Dott.ssa Alessandra ColomboPolimeri Europa S.p.A.

Dott.ssa Ilaria ColomboSolvay Solexis S.p.A.

Dott. Maurizio ColomboLamberti S.p.A.

Dott. Roberto ColoriniAgfa Gevaert S.p.A.

Dott.ssa Manuela CorazzaCiba S.p.A.

Dott. Guido CorrealePfizer Italia S.r.l.

Ing. Stefano Constantinescu3M Italia S.p.A.

Dott. Carlo CortiPolynt S.p.A.

Dott. Claudio D’AngeliEquipolymers S.r.l.

Dott.ssa Anna Lucia D’OrazioProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Enrico DallaraSasol Italy S.p.A.

Dott. PierGiorgio DalzeroUnilever Italia S.r.l.Div. Home & Pers. Care

Dott. Ing. Bruno Del MolinoRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Alessandro FantoniClariant Masterbatches (Italia) S.p.A.

Dott.ssa Anna FarolfiEsso Italiana S.r.l.Direzione Vendite Prodotti Chimici

Dott. Ing. Giuseppe FinocchiaroKiter S.r.l.

133

pg_93_148:Layout 1 4-06-2008 14:31 Pagina 133

Dott. Claudio FontanaLanxess S.r.l.

Dott.ssa Anna Maria FrascariaDow Italia S.r.l.

Avv. Roberto FrigerioCiba S.p.A.

Dott.ssa Anna FumagalliLusochimica S.p.A.

Dott.ssa Cristina GaburriProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Ing. Paolo GardiniCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Leo GiannantonioValagro S.p.A.

Dott. Paolo GianneriniBasf Italia S.r.l.

Dott. Angelo GirellaFratelli Ricci S.r.l.

Dott. Bruno GrassiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Ing. Claudio GrecoDu Pont De Nemours Italiana S.r.l.

Dott.ssa Silvia GrilloArchimica S.r.l.

Dott. Stefano GusiReagens S.p.A.

Dott.ssa Sonia KhandjianRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Emilio LanghiBottega Verde S.r.l.

Dott. Roberto LeoniMapei S.p.A.

Dott. Carlo LessiSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott.ssa Laura LoveraBP Italia S.p.A.

Dott. Gianflavio LunardonDow Italia Divisione Commerciale S.r.l.

Dott. Giorgio MarchesiniA.chi.tex S.r.l.

Sig. Sergio MaritanAlbesiano Sisa Vernici S.r.l.

Dott.ssa Maja MarussichCognis S.p.A.

Dott. Marzio MarzianiItalmatch Chemicals S.p.A.

Dott. Vincenzo MascadriCiba S.p.A.

Dott. Giorgio MerlanteCiba S.p.A.

Dott. Gabriele MinottiPromox S.r.l.

Dott. Luigi MorelliStahl Italia S.r.l.

Dott. Elio NerciF.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.

Dott. Guglielmo PaganettoBasell Italia S.r.l.

Dott.ssa Paola PappaleporeBioindustry Park del Canavese S.p.A.

Dott. Ezio PedroniSalchi Metalcoat S.r.l.

Dott.ssa Chiara PellegriniDu Pont De Nemours Italiana S.r.l.

Dott.ssa Anna PeregoSun Chemical Group S.p.A.

Dott. Stefano PiattiClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Dott. Augusto PioliniClariant Servizi (Italia) S.p.A.

Dott. Roberto PirottaMapei S.p.A.

Dott. Paolo PirroSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Fulvio PiselliCambrex Profarmaco Milano S.r.l.

Dott. Luciano PizzatoReckitt Benckiser Italia S.p.A.

Sig.ra Paola PozziTFL Italia S.p.A.

Dott. Marco RadiceUnivar S.p.A.

Dott. Giuseppe RapisardaIsagro S.p.A.

Dott. Pasquale RelviniArkema S.r.l.

Dott. Massimo RigamontiKodak S.p.A.

Dott. Marco RotaBayer Materialsciences S.r.l.

Dott. Angelo SacchiVWR International S.r.l.

Dott. Ing. Reza SaeeTotalgaz Italia S.r.l.

Dott. Giuseppe SamanniWictor S.p.A.

Dott. Rudi SaviIsagro S.p.A.

Dott. Ing. Sandro ScaravaggiBayer S.p.A.

Dott. Luca SegatoCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Alberto SerafiniEcolab S.r.l.

Dott.ssa Rossella SilvaniSolvay Solexis S.p.A.

Dott.ssa Chiara SimondiBayer S.p.A.

Ing. Roberto SipsAkzo Nobel Chemicals S.p.A.

Dott.ssa Alessandra SorrentinoCognis S.p.A.

Dott.ssa Lucia TalamonaIneos Vinyls Italia S.p.A.

Dott. Luca TattiPromox S.r.l

Dott.ssa Daniela TolentinoPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Edoardo TomeiPPG Industries Italia S.r.l.

Dott. Joannis TzovanasBayer S.p.A.

Dott.ssa Irene VeronesiUnitecta Italiana S.p.A.

Dott. Fulvio UggeriBracco S.p.A.

Dott. Danilo VogliHenkel Italia S.p.A.

Dott. Claudio ZaninettiPfizer Italia S.r.l.

134

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AGROFARMA

PresidenteDott. Luigi RadaelliSyngenta Crop Protection S.p.A.

Vice PresidenteDott. Andrea BarellaSiapa S.r.l.

ComponentiDott. Giovanni AffabaS.I.P.C.A.M. S.p.A.

Sig. Mirko BeviniScam S.p.A.

Dott. Lorenzo BordoniDow AgroSciences Italia S.r.l.

Dott. Sergi VizosoBasf Italia S.r.l.

Dott. Gabriele FontanaMonsanto Agricoltura Italia S.p.A.

Dott. Felice Lo FasoOxon Italia S.p.A.

Dott. Paolo ManicaManica S.p.A.

Dott. Massimo ScagliaIsagro S.p.A.

Dott. Paolo SgattoniDiachem S.p.A.

Dott. Paolo TassaniCerexagri Italia S.r.l.

Sig. Frank TerhorstBayer CropScience S.r.l.

Dott. Sergio TogniMakhteshim Agan Italia S.r.l.

Dott. Aldo TrombiniDu Pont De Nemours Italiana S.r.l.

Dott. Giorgio ZenaItal-Agro S.r.l.

AISA

PresidenteDott. Alberto MondelliniFatro S.p.A.

Vice PresidentiDott. Philippe BruneauFilozoo S.r.l.

Dott. Pierluigi CrippaMerial Italia S.p.A.

ComponentiDott.ssa Patrizia BaroniIntervet Italia S.r.l.

Dott.ssa Arianna BollaFort Dodge Animal Health S.p.A.

Dott.ssa Manuela BristotBayer S.p.A.

Dott.ssa Roberta D’AmoreNovartis Animal Health SpA

Sig. Renato Della ValleInnovet Italia S.r.l.

Dott. Gianluca DonelliEli Lilly Italia S.p.A.

Dott. Carlo GazzaFatro S.p.A.

Dott. Andrea MencarelliPfizer Italia S.r.l.

Dott. Gianni MucciniSchering-Plough S.p.A.

Dott. Paolo PredieriACME S.r.l.

Dott. Isidoro SchachterCeva Vetem S.p.A.

Dott. Donald VanettiFormevet S.p.A.

AISPEC

PresidenteDott. Martino VergaCaglificio Clerici S.p.A.

Past PresidentDott. Giordano RighiniCiba S.p.A.

Vice PresidenteDott. Valerio CarsettiSolvay Solexis S.p.A.

ComponentiDott. Ing. Franco AmadoriCargill S.r.l.Div. Amidi Derivati Specialità

Dott. Mario ArtaliSigma-Tau S.p.A.

Dott. Luca BenatiGiusto Faravelli S.p.A.

Dott. Massimo BononiCHT Italia S.r.l.

Dott. Osvaldo CampariFujifilm Medical Systems Italia S.p.A.

Dott. Domenico CarboneRoquette Italia S.p.A.

Sig. Edoardo CaremoliVariati & Co. S.p.A.

Dott. Paolo CasoniGum Base Co. S.p.A.

Dott. Vincenzo Da DaltDow Italia S.r.l.

Sig. Domenico D’AngeloBasf Italia S.r.l.

Dott. Fausto FerrazziSerichim S.r.l.

Dott. Cosimo FrancoEndura S.p.A.

135

Commissioni DirettiveAssociazioni di Settore

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Dott. Cesare GuaitaBP Italia S.p.A.

Dott. Giuseppe PecciChemial S.p.A.

Sig. Giacomo SantusBiophil S.r.l.

Dott. Gianni ScottiSaint-Gobain Abrasivi S.p.A.

Dott. Giuseppe SeccomandiErca S.p.A.

Dott. Giovanni VillaZschimmer & Schwarz S.p.A.

Sig. Giovanni ZanchettaPolyglass Europa S.p.A.

ANIFA

PresidenteDott. Sergio DaniottiBoehringer Ingelheim Italia S.p.A.

Past PresidentDott. Ing. Angelo ZanibelliSanofi-Aventis S.p.A.

Vice PresidentiDott. Roberto BertaniNovartis Consumer Health S.p.A.

Dott. Stefano BrovelliBayer S.p.A.

Dott. Ing. Gianluigi FrozziACRAF S.p.A.

ComponentiDott. Mauro CaimiGlaxoSmithKlineCons. Healthcare S.p.A.

Dott. Gian Bruno CalderoniMcNeil S.r.l.

Dott. Paolo CavalloReckitt Benckiser Italia S.p.A.

Dott.ssa Francesca CavazzaAvantgarde S.p.A.

Dott. Luigi ColaCombe Italia S.r.l.

Dott. Gaetano ColabucciPfizer Consumer Health Care S.r.l.

Dott. Giuseppe ColomboMontefarmaco OTC S.p.A.

Dott.ssa Paola Corna PellegriniZambon Italia S.r.l.

Dott.ssa Barbara Del NeriProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Massimo GalloWyeth Consumer Healthcare S.p.A

Dott. Giovanni GiovanniniRecordati S.p.A.

Dott. Giampaolo GirottiAlfa Wassermann S.p.A.

Dott. Alberto PelisBracco S.p.A.

Dott. Raffaele SanguigniBiofutura Pharma S.p.A.

ASCHIMFARMA

PresidenteDott. Gian Mario BaccaliniZach System S.p.A.

Vice PresidentiDott. Daniele CardosoLaboratorio Chimico Internazionale S.p.A.

Dott. Paolo RussoloCambrex Profarmaco Milano S.r.l.

ComponentiDott. Sergio AlbertazziFarchemia S.p.A.

Dott. Fulvio BenigniIndustriale Chimica S.r.l.

Dott. Antonio CantaluppiBracco S.p.A.

Dott. Michele CrocettaACRAF S.p.A.

Dott. Giovanni De FeliceDSM Capua S.p.A.

Dott. Benedetto Della BeffaIndena S.p.A.

Dott.ssa Alessandra GarganiErregierre S.p.A.

Dott. Guido GnemmiLusochimica S.p.A.

Dott. Sante LanziArchimica S.r.l.

Dott. Federico NazzariRecordati S.p.A.

Sig. Adriano PicchiòProdotti Chimici e Alimentari S.p.A.

Dott. Carlo PizzocaroAntibioticos S.p.A.

Dott. Maurizio SilvestriEuticals S.p.A.

Dott.ssa Giovanna TrombySicor S.r.l.

Dott. Giovanni VenerucciACS Dobfar S.p.A.

Dott. Enrico ZodioProcos S.p.A.

ASSOBASE

PresidenteDott. Michele FalzonePolimeri Europa S.p.A.

Vice PresidenteDott. Paolo PirroSolvay Chimica Italia S.p.A

ComponentiSig. Domenico D’AngeloBasf Italia S.r.l.

Dott. Ing. Ottorino LoliniNuova Solmine S.p.A.

Dott. Ing. Francesco NulliEsseco S.r.l.

Dott. Ing. Edoardo PassaniCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Zaverio RoveaVinavil S.p.A.

Dott. Ing. Gianfranco RussoSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Vladimiro SimonettiDow Italia S.r.l.

Dott. Ing. Agostino ZattaSasol Italy S.p.A.

ASSOBIOTEC

PresidenteDott. Roberto GradnikMerck Serono S.p.A.

Vice PresidentiDott. Marco RenoldiAmgen Dompé S.p.A.

Dott. Alessandro SidoliAxxam S.p.A

136

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ComponentiDott. Luca BenattiNewron Pharmaceuticals S.p.A.

Dott. Gianluca BreghiSiena Biotech S.p.A.

Dott. Germano CarganicoFondazione Toscana Life Sciences

Dott. Piervincenzo ColliNycomed S.p.A.

Dott. Fabrizio ConicellaBioIndustry Park Canavese S.p.A.

Dott.ssa Marina Del BueMolMed S.p.A.

Dott. Sergio DompéBiogen Dompé S.r.l.

Dott. Edoardo FerriMonsanto Agricoltura Italia S.p.A.

Dott. Maurizio GuidiEli Lilly Italia S.p.A.

Dott. Giovanni ManteroBiodiversity S.p.A.

Dott. Paolo MarchesiniPioneer Hi-Bred Italia S.r.l.

Dott. Enrico NataliTakeda Italia Farmaceutici S.p.A.

Dott. Federico NazzariRecordati S.p.A.

Dott.ssa Maria Luisa NolliAreta International S.r.l.

Dott. Ennio OnginiNicox S.r.l.

Dott. Riccardo PalmisanoGenzyme S.r.l.

Dott. Massimo ScaccabarozziJanssen-Cilag S.p.A.

Dott. Francesco SinigagliaBioxell S.r.l.

Dott.ssa Daniela UbezioBiopolo S.c.r.l.

Prof. Renato Ugo

ASSOCASA

PresidenteDott. Vincenzo VitelliHenkel Italia S.p.A.

Vice PresidentiDott. Giorgio Dal PratoDeco Industrie S.coop.p.a.

Dott. Luciano PizzatoReckitt Benckiser Italia S.p.A.

ComponentiDott. Sergio AntoniuzziI.C.E. FOR S.p.A.

Dott. Sergio ArmariBayer Cropsciences S.r.l.

Avv. Alessandro ArtomBolton Manitoba S.p.A.

Ing. Paola AvogadroUnilever Italia S.p.A.

Dott. Marzio BoldiniGuaber S.r.l.

Dott. Alessio CassinelliMA-FRA S.p.A.

Dott. Maurizio Della CunaMadel S.p.A.

Avv. Enrico De TomaColgate Palmolive Italia S.r.l.

Ing. Giuseppe Antonio FontanariProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Filippo MeroniJohnson Wax S.p.A.

Dott. Alberto MondelliniCopyr S.p.A.

Dott. Mario MorsianiMcBride S.p.A.

Dott.ssa Debora PaglieriPaglieri Profumi S.p.A.

Dott. Vittorio PizzolottoPizzolotto S.p.A.

Dott. Roberto SilvaITS Detergenti S.r.l.

Ing. Aldo SutterSutter Industries S.p.A.

Ing. Domenico ZacconeSara Lee H&BC Italy S.p.A.

Dott. Pierpaolo ZambottoZapi Industrie Chimiche S.p.A.

ASSOFERTILIZZANTI

PresidenteDott. Narciso Salvo Di PietraganziliFabbrica Cooperativa PerfosfatiCerea S.r.l.

Vice PresidenteDott. Claudio CapobiancoTimac Italia S.p.A.

ComponentiSig. Mirko BeviniScam S.r.l.

Sig. Luca BoniniItalpollina S.p.A.

Sig. Carlo BorgioliCerealtoscana S.p.A.

Sig. Giorgio CappellariF.o.m.e.t. S.p.A.

Dott. Donato D’AgostinoChimica D’Agostino S.p.A.

Dott. Gianni De AngelisYara Italia S.p.A.

Dott. Roberto Di MajoUnimer S.p.A.

Dott.ssa Nadia GagliardiniS.I.P.C.A.M. S.p.A.

Dott. Paolo GirelliIlsa S.p.A.

Dott. Federico GuaraldiSadepan Chimica S.r.l.

Dott. Enrico LorenziniCompo Agricoltura S.p.A.

Dott. Ing. Gianantonio MeninFabbrica Cooperativa PerfosfatiCerea S.r.l.

Dott. Giuseppe NataleValagro S.p.A.

Dott. Ing. Bartolomeo PescioYara Italia S.p.A.

Sig. Mario PuccioniPuccioni S.p.A.

Dott. Giovanni ToffoliAdriatica S.p.A.

Dott. Enrico VillaSiriac S.r.l.

ASSOFIBRE CIRFS ITALIA

PresidenteSig. Paolo PianaSinterama S.p.A.

Vice PresidenteSig. Emilio BorioloMontefibre S.p.A.

ComponentiIng. Arturo AndreoniRadici Fibres S.p.A.

Dott. Antonio Belloni

137

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Dott. Ing. Giancarlo BertiSnia S.p.A.

Dott. Giulio BonazziAquafil S.p.A.

Dott. Ing. Fabrizio CalentiAquafil S.p.A.

Dr. Giuliano ControFidion S.r.l.

Dott. Giacomo FabbriFillattice S.p.A.

Dott. Gianpaolo FiorlettaMeraklon S.p.A.

Dott. Franco FrancalanciMontefibre S.p.A.

Dott. Francesco LongoMontefibre S.p.A.

Dott. Alberto MaroliAlcantara S.p.A.

Sig. Maurizio RadiciRadici Fibres S.p.A.

Dott. Riccardo SolliniFreudenberg Politex S.r.l.

Sig. Piero TerzoloFil. Miroglio - Div.Miroglio S.p.A.

ASSOGASLIQUIDI

PresidenteDott. Duilio RamondelliEni S.p.A. - Div. Refining e Marketing

Vice PresidentiDott. Sergio CettaButangas S.p.A.

Dott. Walter LanosaTotalgaz Italia S.r.l.

Past PresidentDott. Umberto RissoAutogas Nord S.p.A.

ComponentiDott. Mario CosentinoAversana Petroli S.r.l.

Dott. Paolo Dal LagoLiquigas S.p.A.

Sig. Floriano D’EsteFiamma 2000 S.p.A.

Dott. Ing. Riccardo DorrucciCostiero Gas Livorno S.p.A.

Dott. Marino ErboliShell Gas Italia S.p.A.

Dott. Giacomo FabbriSoc. Italiana Gas Liquidi S.p.A.

Dott. Ing. Antonio FedeleTotalgaz Italia S.r.l.

Dott. Ing. Attilio FontanaUltragas C.M. S.p.A.

Dott. Mario GuareschiLampogas S.p.A.

Dott. Alberto LicciItalfiamma S.r.l.

Rag. Dino MenaleEnergas S.p.A.

Dott. Luciano NiccolaiBeyfin S.p.A

Dott. Arnaldo PensieriAntonio Merloni S.p.A.

Dott. Enrico PertusiTecnogas S.r.l.

Rag. Franco PetroliniGoldengas S.p.A.

Dott. Ing. Luigi PisapiaAPI S.p.A.

Dott. Ing. Mario SillaEni S.p.A. - Div. Refining e Marketing

Dott. Luciano ValenteGas Point S.r.l.

Dott. Paolo ZaniBrixia Finanziaria S.r.l.

Dott.ssa Patrizia ZucchiSocogas S.p.A

ASSOGASTECNICI

PresidenteDott. Ing. Aldo Fumagalli RomarioSOL S.p.A.

Vice PresidenteDott. Ing. Roberto SestiniSIAD S.p.A.

ComponentiDott. Piercarlo CavenaghiSapio S.r.l.

Dott. Enrico ColomboAir Liquide Italia S.p.A.

Dott. Fabrizio EliaLinde Gas Italia S.p.A.

Rag. Claudio GrigatoSico S.p.A.

Ing. Patrick JozonAir Liquide Italia S.p.A.

Ing. Franco MazzaliRivoira S.p.A.

AVISA

PresidenteDott. Aram ManoukianLechler S.p.A.

Past PresidentDott. Assuero ManciniHenkel Italia S.p.A.

ComponentiDott. Stefano AntoniazziBecker Acroma Italia S.p.A.

Dott. Roberto LeoniMapei S.p.A.

Dott. Ing. Duilio MombelliFlint Group Italia S.p.A

Dott. Ing. Carlo Maria ParodiAlcea S.r.l.

Dott. Biagio SavarèSavarè I.C. S.r.l.

Sig. Francesco VeltriMetlac S.p.A.

Sig. Arrigo ZanardoImpa S.p.A.

CERAMICOLOR

PresidenteDott. Daniele BandieraFerro Spain S.A. - Italy Branch

Vice PresidentiDott. Angelo LamiINCO Industria Colori S.r.l.

Sig. Rodolfo PiniColorveggia S.r.l.

ComponentiSig. Marco BitossiColorobbia Italia S.p.A.

Dott. Lucio CapiluppiSincer S.r.l.

138

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Dott. Carlos FerrerEsmalglass S.p.A.

Dott. Ing. Enrico GarinoPemco Emails S.r.l.

Sig. Tarcisio LamecchiColoritalia S.r.l.

Dott. Ing. Valter MussoTioxide Europe S.r.l.

Dott. Carlo Alberto OviSmalticeram Unicer S.p.A.

Dott. Ing. Roberto PassarottoPenox Italia S.r.l.

Sig. Gino RomaniEndeka Ceramics S.p.A.

Dott. Graziano VignaliMetco S.r.l.

PLASTICSEUROPE ITALIA

PresidenteDott. Ing. Giuseppe RossiBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Vice PresidenteDott. Ing. Massimo ParavidinoPolimeri Europa S.p.A.

ComponentiDott.ssa Catia BastioliNovamont S.p.A.

Dott. Stefano BazzanoIneos Italia S.p.A.

Dott. Didier CarougePetrofina S.A.

Dott. Ing. Antonello CiottiEquipolymers S.p.A.

Dott. Ing. Roberto Del BiancoArkema S.r.l.

Dott. Ing. Luigi GerollaRadici Novacips S.p.A.

Cav. Lav. Sig. Vittorio GhisolfiM. & G. Polimeri Italia S.p.A.

Dott. Ing. Paolo GroppiSolvin Italia S.p.A.

Dott. Ing. Piero MontorfanoBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott. Ing. Antonio ProtopapaPolimeri Europa S.p.A.

Sig. Giampietro RivaBasf Italia S.r.l.

Dott.ssa Maria Rosa RondenaDSM Composite Resins Italia S.r.l.

Dott. Cino SerraoBorealis Italia S.p.A.

Dott. Ing. Nicola VosoNGP S.p.A.

UNIPRO

GIUNTA

PresidenteDott. Fabio FranchinaFramesi S.p.A.

Past PresidentDott. Alberto DonatiOFI Off. Farm. Italiana S.p.A.

Vice PresidentiDott. Franco BrambillaBeiersdorf S.p.A.

Avv. Enrico De TomaColgate Palmolive S.p.A.

Dott.ssa Giorgina GalloL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Fabio RosselloPaglieri Profumi S.p.A.

Consiglieri incaricatiDott. Antonio ArgentieriL’Erbolario S.r.l.

Dott.ssa Paola ArutaProcter & Gamble S.r.l.

Dott. Amedeo De SimoneGTS Group S.p.A.

Dott. Domenico GanassiniIstituto Ganassini S.p.A.

ComponentiDott. Paolo AgostininiI.C.I.M. International S.r.l.

Dott. Renato AncorottiGamma Croma S.p.A.

Dott. Carlo BaiesiBarex Italiana S.r.l.

Dott. Paolo BraguzziDavines S.p.A.

Sig. Giancarlo BrusonDermagib S.n.c.

Dott. Luca CampagnaPatricia Milton S.r.l.

Dott.ssa Valeria CavalcanteVagheggi S.p.A.

Dott. Giampiero ChiusanoL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Antonio Di LoretoStar Dust Production S.r.l.

Dott. Fabrizio GelatiJacques Bogart Italie S.p.A.

Dott. Adriano GhirardiniBottega Verde S.r.l.

Dott. Matteo LocatelliPink Frogs S.r.l.

Dott. Gianni ManzettiFarmen S.p.A.

Dott. Roberto MartoneI.C.R. S.p.A.

Dott. Decio MasuCosmint S.p.A.

Dott. Marco MazzolaBiokosmes S.r.l.

Dott. Jean Luc MichelotPA.CO. DIS S.p.A.

Sig. Giuseppe MontaltoMontalto S.n.c.

Dott.ssa Maria Rosaria MontiroliRevlon S.p.A.

Dott. Pierfrancesco MorgantiMavi Sud S.r.l.

Dott. Fabio PastoriGlaxosmithklineConsumer Healthcare S.p.A.

Dott. Piergiuseppe PrandoniMuster e Dikson Service S.p.A.

Dott. Luigi PratesiCosmeta S.r.l.

Dott. Roberto RicciJohnson & Johnson S.p.A.

Dott. Gabriele RusconiHenkel Italia S.p.A.

Dott. Stefano SarraTocco Magico S.p.A.

Dott. Orna Schezen NofarberEstee Lauder S.r.l.

Dott. Giovanni SgariboldiEuroitalia S.r.l.

Dott. Fabio StillitanoEskivel & Co.

Dott. Roberto Tiberi

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COMMISSIONE DIRETTIVA

PresidenteDott. Ing. Marco MacciòInfineum Italia S.r.l.

Past PresidentDott. Ing. Sandro ScaravaggiBayer S.p.A.

Vice PresidenteDott. Ing. Luigi MansiNuova Solmine S.p.A.

ComponentiDott. Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Ruggero BenediniCabefin S.p.A.

Dott. Ing. Vincenzo CamparadaSOL S.p.A.

Dott. Ing. Guido ChiognaL’Oréal Italia S.p.A.

Dott. Duccio CoccoRadici Chimica S.p.A.

Dott.ssa Alessandra ColomboPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Contu EnricoCaffaro Chimica S.r.l.

Dott. Ing. Antonio CorvinoHenkel Italia S.p.A.

Dott. Ing. Giuseppe Della ValleBasell Poliolefine Italia S.r.l.

Dott.ssa Nadia GagliardiniSipcam S.p.A.

Dott.ssa Ing. Alessia GalbiatiBasf Italia S.r.l.

Dott.ssa Anna GaldoSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Ing. Guido MarcheggianiArkema S.r.l.

Dott. Ing. Roberto PeressuttiAir Liquide Italia S.p.A.

Dott. Stefano PiccoliSolvay Chimica Italia S.p.A.

Dott. Roberto PirottaMapei S.p.A.

Dott. Alessandro PorrettiRohm and Haas Italia S.r.l.

Dott. Paolo PregnolatoCiba S.p.A.

Sig. Mario PuccioniPuccioni S.p.A.

Dott. Federico TonelliScam S.r.l.

Invitati PermanentiSig. Sergio BenedettiAssICC

Ing. Carlo CiottiIneos Vinyls Italia S.p.A.

Sig. Marco LupiUilcem Uil

Dott. Bernardo ManzulliSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott.ssa Roberta RossiFilcem-Cgil

Dott. Ing. Stefano RuvoloFemca-Cisl

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Responsible Care®

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COMMISSIONE DIRETTIVA

PresidenteDott. Ing. Bernardo ManzulliSyndial S.p.A - Attività Diversificate

Vice PresidenteDott. Ing. Giorgio BarsacchiSolvay Chimica Italia S.p.A.

ComponentiDott.ssa Ing. Daniela ArnoldiBracco S.p.A.

Dott. Giuseppe BullaPPG Industries Italia S.r.l.

Dott.ssa Ing. Rita CaroselliAssogasliquidi

Dott. Ing. Antonio CorvinoHenkel Italia S.p.A.

Dott.ssa Ing. Antonella CuppiniDow Italia Divisione Commerciale S.r.l.

Dott. Andrea FerroInfineum Italia S.r.l.

Dott. Ing. Paolo GardiniCaffaro Chimica S.r.l.

Sig. Fabio GianiBasf Italia S.r.l.

Dott. Ing. Paolo MarabottiSyndial S.p.A. - Attività Diversificate

Dott. Vincenzo MascadriCiba S.p.A.

Dott. Ing. Carlo MeregagliaMapei S.p.A.

Dott. Ing. Vincenzo MichelangeliPolimeri Europa S.p.A.

Dott. Ing. Gianfranco SoffiottoSipcam S.p.A

P. Ch. Piero Luigi TagliabueSolvay Solexis S.p.A.

Invitati PermanentiDott. Ing. Francesco CarciottoDow Poliuretani S.r.l.

Dott. Ing. Dario D’AmbrosioDirezione Vigili del FuocoRegione Lombardia

Dott. Ing. Marco MacciòInfineum Italia S.r.l.

Dott. Ing. Francesco MistrettaTrenitalia S.p.A.- Divisione Cargo

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Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.)

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ASSOCASACERAMICOLORGiuseppe Abello

ASSOGASLIQUIDIRita Caroselli

UNIPROMaurizio Crippa

ASSOGASTECNICIAndrea Fieschi

ASCHIMFARMAAVISAAndrea Lavagnini

AISPECASSOFIBRE CIRFS ITALIAVittorio Maglia

AGROFARMAASSOFERTILIZZANTIMarco Rosso

ANIFAEnrico Allievi

ASSOBASEPLASTICSEUROPE ITALIAGiuseppe Riva

AISAAlessandra Vallisneri

ASSOBIOTECLeonardo Vingiani

Struttura organizzativa della Federazione

Direttore GeneraleClaudio Benedetti

Vice Direttore GeneraleAndrea Lavagnini

AssistenteLorenzo Faregna

Direttore Centrale Relazioni IstituzionaliAndrea Cortesi

Direttore Centrale Relazioni InterneAndrea Lavagnini

Direttore Centrale Analisi Economiche-InternazionalizzazioneVittorio Maglia

Direttore Centrale Comunicazione-ImmagineFabio Minoli

Direttore Centrale Relazioni IndustrialiAndrea Piscitelli

Direttore Centrale Tecnico ScientificoSergio Treichler

DIREZIONI CENTRALI

Delegazione Bruxelles

ASSOCIAZIONI DI SETTORE

DirettoreMarcello Accorsi

DIREZIONE GENERALE

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Stampato da: Industria Grafica SIGNUM - Bollate (Milano) - www.signumsrl.itGraphic design: Sabina Ragazzi - www.sabwaydesign.it

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