Sapete che e perché stiamo arrivando?

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Sapete che...e perché stiamo

arrivando?

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INTRODUZIONE

Per accogliere qualcuno bisogna sapere che sta arrivando; chiaccoglie, probabilmente, vorrebbe sapere anche perché deveaspettare l'arrivo di qualcuno e perché deve riceverlo. Nel casodell'arrivo di profughi in uno stato, i mass-media svolgono unafunzione importante per informare sugli avvenimenti coloro chevedranno arrivare gente sconosciuta all'interno dei propri confini,spiegando i motivi per cui si sta verificando una tale situazione. Diconseguenza – ovviamente se e quando affrontano l'argomento –sono proprio i mass-media a svolgere un compito fondamentale nellacreazione delle opinioni della gente.

Oggi i mass media sono tanti, chiunque può formarsi la propria ideasu un determinato argomento leggendo libri, giornali, usandointernet, ascoltando la radio, guardando la TV. Nel febbraio 1947,mese in cui viene firmato il trattato di pace (conseguenza della IIguerra mondiale) per quanto concerne l'Italia, i mezzi dicomunicazione delle notizie non sono tanti: radio e giornali. La prima,più costosa, non possono permettersela in tanti nell'Italia del 2°dopoguerra; i secondi sono sicuramente più accessibili a buona partedella popolazione.

Proprio alcuni giornali del febbraio 1947 sono i principali oggetti dellostudio degli alunni della 3^B della Scuola Secondaria di Polcenigo(PN): quanto e come parlano dei profughi? Spiegano i motivi per cuichi abita in Istria e soprattutto, nel periodo considerato, a Pola lasciale proprie case? Spiegano come accogliere i connazionali in fuga?

LE FASI DEL LAVORODopo aver letto dei brani relativi al 1943-47 e legati agli eventiaccaduti al confine orientale dell'Italia, gli studenti hanno analizzatotestate giornalistiche diverse per orientamento politico e diffusione(L'Unità, La Stampa, L'Osservatore Romano, Il Popolo – giornale delladiocesi di Concordia-Pordenone) per capire se, quanto e come siparlasse dei profughi nei giorni in cui a Parigi il trattato di pacesanciva la perdita di territori in cui la percentuale di italiani erapredominante. Di seguito il risultato del lavoro svolto.

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02-02Nessuno parla contro la fuga da Pola e secondo l'autore (Togliatti) ciòè un errore. La fuga significa ammettere che l'Italia ha occupato unacittà non italiana, che chi abita lì non si è mai sentito italiano.Nessuno ha imposto ai polesani di scappare, non c’è richiesta disgombero. Abbandonare Pola significa che non sarà più una cittàitaliana. Questi spostamenti sono ingiustificati. Qualcuno obietta chegli italiani fuggono per paura di atrocità nei loro confronti, ma,ricorda l'autore, non si può dimenticare cosa è stato fatto in epocafascista agli slavi. Questa rivalità bisogna superarla, non bisognaalimentare l’idea di alcuni di scappare oggi per tornare domani conl’esercito. Il compito degli abitanti di Pola è di rimanere e diventare“ponte e anello di congiunzione tra due popoli, due stati, due civiltà”.

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05-02 A Pola le fabbriche chiudono, la disoccupazione aumenta,le autorità non danno segno di poter gestire la situazione. Èassurdo dire che le truppe Jugoslave stiano per entrare in città,quindi è chiaro che si vuole “distruggere” la città italiana erenderla “terra bruciata”. Ciò viene detto solo per fare paura: glialleati e alcuni partiti che li appoggiano vogliono “speculare sullamiseria e sulle sventure di coloro che essi stessi costringono adabbandonare la loro città” trasformando Pola in un punto diattrito tra Italia e Jugoslavia.

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14-02 In questo articolo si parla di chi abbia sollecitato i profughi avenire in Italia. Si vuole smentire che il terrore sia causato dai titini,che sono gli jugoslavi a mettere in fuga i nostri connazionalidall’Istria; la fuga è indotta dalla commissione pontificia e dalgoverno.Si promette lavoro, alloggio e cibo a chiunque parta senza sapere seciò si possa realizzare, anche perché in Italia sono milioni idisoccupati e i senzatetto e quindi accogliere altre persone sarebbeun enorme problema, mentre in Jugoslavia non sanno nemmeno cosasia la disoccupazione. Però parlare non serve più a niente, perchésiamo arrivati “ad un punto di non ritorno”: i profughi arrivano amigliaia e vengono accolti in campi mantenuti dallo Stato e quindipagati da tutti gli italiani. Si suggerisce di usare castelli e palazzidella spodestata monarchia che hanno migliaia di stanze, camere ebagni per accogliere i profughi.

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04-02 Prima pagina; l'articolo inizia con la notizia che il giorno precedente ilprimo contingente di esuli (1000 circa) ha lasciato Pola con ilpiroscafo Toscana, accolti ed assistiti a bordo da crocerossine efunzionari del Ministero dell'assistenza postbellica e salutati primadella partenza dal vescovo. Con i profughi sarebbe dovuta partireanche la salma di Nazario Sauro, eroe della 1^ guerra mondiale, mail trasporto è stato rimandato. Dopo il saluto alla loro terra al grido di“Viva l'Italia” e dopo un viaggio di 8 ore i profughi sono giunti aVenezia, dove si sono visti “particolari e significativi episodi disolidarietà” e sindaco, prefetto e altre autorità si sono recati a bordoper porgere “il cordiale saluto della città”.

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07-02 Campo profughi, Torino. Il giornalista elenca ciò che vede e sente:bambini che corrono e giocano a nascondino, le “casermette” chefungevano da case e al loro interno le corde a cui erano appesi ivestiti e le coperte; soprattutto sente parlare il dialetto veneto, e ciòsta a significare che i profughi sono italiani.Questo articolo evidenzia anche il fatto che i profughi riportano chegli slavi pensano che gli italiani siano tutti fascisti e pronunciano lafrase “Italiano? Italiano uguale fascista!”; uno di loro mostra algiornalista un pugno di terra di Pola dicendo che molto probabilmente

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non ci sarebbe più tornato.

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12-02 Prima pagina: si parla di Pola, della sua desolazione.Da quando gli esuli hanno iniziato ad andare in Italia la città si èchiusa in un aspetto tetro che come sfondo ha le case distrutte dallebombe; appaiono affollati gli uffici per le partenze.Prima di partire tutti i polesi pendono una pietra dall'arena perchèessi non ritengono di trovare la loro terra madre in Italia, maconfidano di trovare solidarietà nei fratelli italiani.Prima di partire gli esuli partecipano a un gran ballo sotto l'egidadella lega nazionale; a mezzanotte sono tutti nel teatro addobbato datricolori a cantare canzoni tradizionali d'Istria. Si preannuncia che gliultimi a partire saranno le autorità, i dirigenti del comitato dell'esodoe il vescovo. Insieme a loro partiranno le guardie della polizia, versoTrieste. E dopo? Pola muore per rinascere più viva e più liberaaltrove.

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13-02Prima pagina.Pola è deserta: negozi senza porte, banchi imballati e spediti aVenezia o utilizzati come legna da ardere, masserizie spedite in Italia.La maggior parte della popolazione abbandona Pola per insediarsi inItalia, è costretta ad abbandonare le proprie case e non potersiinginocchiare sulle tombe dei propri cari. Un evento colpisce Pola:Maria Pasquinelli uccide Winton, generale britannico che aveva ilcompito di difendere Pola dopo la firma del trattato di pace. Il 12-02arrivano migliaia di slavi che vogliono che Pola sia Jugoslava. DonOdoriso, anima dell’assistenza polesana, alcuni contadini e gli abitantidi alcuni paesi della costa istriana decidono di costruire una nuova

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Pola vicino a Roma, decidono di imbarcarsi e partire prima possibile.______________________

14-02De Gasperi, durante un dibattito tenutosi in una sedutadell'Assemblea Costituente, ricorda che le autorità alleate di Polaerano state avvisate che la Pasquinelli manifestava propositipericolosi. De Gasperi dopo l’accaduto invita tutti a unirsi con altosenso di responsabilità.

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15-02Sono 1200 i profughi a Torino; i primi sono accolti in struttureattrezzate con infermeria, servizi igienici perfetti, vengono anchenutriti bene (180 grammi dicarne e tutte le mattine caffelatte); quelligiunti dopo sono sistemati in camerate, tutti assieme. I profughiesprimono riconoscenza a Torino e preannunciano che lascerannoPola 28000 dei 32000 abitanti.

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16-02Giani Stuparich racconta che l'atmosfera presso il confine orientale èplumbea, i muri sono tappezzati da proclami di protesta. Lamaggioranza della popolazione è contro l'oltraggio commesso “dagliassertori di libertà e giustizia” dopo la firma del trattato. Oltre allevarie proteste c'è l'esodo da Pola dove il giorno 10 una donna,

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conscia delle conseguenze del suo gesto disperato, stende a terra ilcomandante inglese, innocente capro espiatorio. La responsabilitàche incombe sugli italiani è che questo lembo di terra è diventatoterra di tutti e di nessuno. Gli italiani possono solo sperare in unarevisione del trattato, che rivaluti la cessione alla Jugoslavia di unterritorio che mai le era appartenuto; la speranza è che i cittadini diqueste zone non siano dimenticati e abbandonati.

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22-02Consiglio comunale. Il sindaco di Torino sa all’ultimo momentodell’arrivo di un gruppo di profughi e propone di farli sostare nellecaserme;il comandante del corpo d’armata di Torino respinge larichiesta. Il comune decide di rivolgersi al governo. Durante la sedutaviene fatta da un consigliere del Partito Liberale la proposta diutilizzare le sedi dei partiti per il ricovero dei profughi, avversatasoprattutto dagli esponenti socialisti. Alla fine si trova un accordoperché “si aprano le porte” del Palazzo Reale e di quello dell’Unioneindustriali.

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09-02 L'articolo ricorda che a Venezia col Piroscafo Toscana è arrivatoda Pola il secondo scaglione di 2180 profughi; una metà parte intreno per varie località del Paese, gli altri sono sistemati in città. Siricorda l'assistenza ai profughi fornita nel breve soggiorno a Veneziae durante il viaggio in ferrovia fino a destinazione. A Vercelli sonogiunti 75 profughi accolti da autorità provinciali e ospitati in un postodi ristoro. A Biella per invito del prefetto, i sindaci della zona, in granparte socialisti e comunisti, si riuniscono per esaminare la questionedei profughi: non vogliono accoglierli; i profughi sono aiutati da cleroe Pontificia Opera di Assistenza.

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10/11-02 Prima pagina, breve articolo, difficile da notare: si trovanella parte finale di un altro articolo, poi si interrompe per passare suun’altra colonna quasi introvabile. Il testo parla del senso di ribellioneche parte dall’animo degli italiani contro la sciagura dei profughiistriani e di nuovo ricomincia a parlare del tema iniziale e a dire che ilnostro è un grande Stato.

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Questo articolo parla dei profughi in generale, citando quelli di altri Paesi, come se il “problema dei profughi” non fosse anche dell’Italia.

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13-02 e 15-02Viene data la notizia dell'omicidio da parte di Maria Pasquinelli italiana che lavora a Pola presso il comitato italiano per l’esodo del generale De Winton, evento che provoca disordini e fa stabilire il coprifuoco, e della celebrazione del suo funerale ad Adeglia (UD): sono presenti uomini del corpo diplomatico e molte persone. La bara è avvolta nell’Union Jack. La moglie ha un’espressione di profondo dolore, ma rimane calma durante la cerimonia.

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22-02Un gruppo di profughi resta a Roma in stazione mentre viaggia versosud. Le donne si dice, dormono, e gli uomini sorvegliano i bagagliprima di ripartire ma l'articolo non ha una vera e propria fine inquanto, già di poche righe, resta in sospeso. Le ultime parole difatti(gruppo che) non rappresentano una fine di un discorso. Questo è unproblema, perché chi fosse stato interessato non avrebbe potutofinirlo.

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02-02Si cita il card. Schuster, che a Milano si rivolge ai suoi diocesaniperché accolgano i profughi di Pola, costretti ad abbandonare le lorocittà. Schuster ricorda di fare agli altri ciò che vorremmo fosse fatto anoi.

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09-02 Il giornale si schiera contro le accuse de l’Unità, ovvero che la Chiesanon doni viveri ai profughi, tenendoli per sé. Tonnellate di viveri sonostate donate dal papa! Intanto il grano italiano viene portato inJugoslavia.

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09-02Gli ufficiali britannici che vigilano sui profughi, abituati alla bella vita,non sono toccati dalla situazione tragica che li circonda. Vengonodescritti distratti, mentre abbracciano una mula (ragazza in triestino)e troppo superficiali per accorgersi di cosa succede.Questi soldati appartengono alla categoria di chi non può capire letragiche conseguenze del dopoguerra.C’è anche la categoria di chi non vuol capire, come Togliatti, che

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rimprovera i polesani di essere venuti in Italia per nessunamotivazione apparente. Che un italiano esprima tali opinioni èmostruoso. I polesani avevano una patria e ne sono stati divisi, comedalle loro religioni, dalle loro case e probabilmente dalle loro stessefamiglie.I profughi si riversano nelle città, ma Venezia ha insegnato chebisogna accoglierli da fratelli, in quanto è come se si accogliesseCristo.

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CONCLUSIONI

L'UNITA', giornale comunista, tratta molto l'argomento dei profughi,ma dice che non c'è bisogno di scappare perché se sono italianidovrebbero difendere la loro italianità anche lì. Secondo questogiornale il governo jugoslavo non ha intenzioni repressive neiconfronti dei polesani e forse quelli che scappano lo fanno perchéricordano i soprusi che avevano fatto quando era al potere ilfascismo.

LA STAMPA, che dei profughi parla spesso in prima pagina, ha unpensiero neutro né a favore né contro l'arrivo dei profughi e faemergere 2 fattori:-la presenza dei profughi nelle città italiane in particolar modo inPiemonte;-gli ostacoli posti da parte dei comuni e di alcuni partiti politici allapossibilità di ospitare i profughi.

Ne L'OSSERVATORE ROMANO l'argomento dei profughi è difficile datrovare, non ci sono molti articoli che lo riguardano e non è facilerintracciarli perché messi in posti impensabili o difficili da vedere.Alcuni articoli sono addirittura mischiati, spezzati o senzaconclusione, sono lunghi al massimo 15 righe e trattano l'argomentoin modo vago.

IL POPOLO è strettamente legato ai temi religiosi, non si occupatantissimo dell'argomento profughi ma in un articolo intitolato 'Esuli'posto in prima pagina il 9 febbraio sostiene l'importanza di accoglierei profughi, perché sono fratelli, e critica la posizione di Togliatti e ingenerale dei comunisti che sostengono l'inutilità di scappare e che lascelta di andarsene è personale.

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