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Sant’Andrea Avellino News – Anno 2 – numero 4 – 31 luglio 2006 pag. 1 Duemilaotto, solo apparentemente lontano l prossimo anno, dal mese di maggio, con l’inizio della peregrinatio di Sant’Andrea Avellino che porterà le sue sacre spoglie a Monasterace (Reggio Calabria), a Tursi (Matera) e a Castronuovo di Sant’Andrea (Potenza), inizieranno le manifestazioni del Quarto Centenario del Transito al Cielo del santo teatino. Sarà l’Anno Giubilare dedicato al grande lucano. La gestione dell’unico portale al mondo dedicato a Sant’Andrea Avellino, attivo dal febbraio 2004 e sotto l’Alto patronato del Preposito Generale dei Chierici Regolari Teatini, è un osservatorio privilegiato: le notizie raccolte da persone e da luoghi disseminati in tutto il mondo ci permettono di avere “il polso della situazione”. In questi ultimi due anni si è avuta, sicuramente, una crescita di attenzione nei confronti del santo teatino, la cui figura, qualche anno fa, venne descritta in questo modo dal giornalista cattolico Vittorio Messori: “un tempo tra i più venerati, è diventato un santo disoccupato”. C’è stato un notevole risveglio del culto del santo, specialmente nei castronovesi, suoi concittadini, e c’è stato un risveglio nella rilettura della sua vita con la pubblicazione di quattro opere: “Compendio della vita di S.Andrea Avellino” di P. Olimpio Du I logo realizzato dal prof. R. Giamminelli Sant’Andrea Avellino News Anno 2 – numero 4 – 31 luglio 2006 a cura di Nicola Arbia www.santandreaavellino.it - [email protected] Periodico in preparazione del Quarto Centenario del Transito al Cielo di Sant’Andrea Avellino Castronuovo (Pz) 20 agosto 1521 Napoli 10 novembre 1608 Editoriale

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Duemilaotto, solo apparentemente lontano

l prossimo anno, dal mese di maggio, con l’inizio della peregrinatio di Sant’Andrea

Avellino che porterà le sue sacre spoglie a Monasterace (Reggio Calabria), a Tursi (Matera) e a Castronuovo di Sant’Andrea (Potenza), inizieranno le manifestazioni del Quarto Centenario del Transito al Cielo del santo teatino. Sarà l’Anno Giubilare dedicato al grande lucano.

La gestione dell’unico portale al mondo dedicato a Sant’Andrea Avellino, attivo dal febbraio 2004 e sotto l’Alto patronato del Preposito Generale dei Chierici Regolari Teatini, è un osservatorio privilegiato: le notizie raccolte da persone e da

luoghi disseminati in tutto il mondo ci permettono di avere “il polso della situazione”.

In questi ultimi due anni si è avuta, sicuramente, una crescita di attenzione nei confronti del santo teatino, la cui figura, qualche anno fa, venne descritta in questo modo dal giornalista cattolico Vittorio Messori: “un tempo tra i più venerati, è diventato un santo disoccupato”.

C’è stato un notevole risveglio del culto del santo, specialmente nei castronovesi, suoi concittadini, e c’è stato un risveglio nella rilettura della sua vita con la pubblicazione di quattro opere: “Compendio della vita di S.Andrea Avellino” di P. Olimpio Du

I

logo realizzato dal prof. R. Giamminelli

Sant’Andrea Avellino NewsAnno 2 – numero 4 – 31 luglio 2006

a cura di Nicola Arbia www.santandreaavellino.it - [email protected]

Periodico in preparazione del Quarto Centenario del Transito al Cielo di

Sant’Andrea Avellino

Castronuovo (Pz) 20 agosto 1521 Napoli 10 novembre 1608

Editoriale

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Marché, tradotto dal prof. Nicola Vita (2004); “El cielo está siempre más alto – Itinerario espiritual de San Andrés Avelino, C.R.” di padre Valentín Arteaga (2005); “Sant’Andrea Avellino scrittore” di Luis Ruiz De Cardenas (2005); “Lancillotto Avellino, l’avventura di una vita senza compromessi” di padre Vincenzo Cosenza (2006). Inoltre, la parrocchia di Castronuovo di Sant’Andrea ha realizzato il periodico L’Avellino .

Nonostante questi parziali aspetti positivi, ritengo che Sant’Andrea Avellino continua ad essere “un santo disoccupato” e, aggiungerei, anche ignorato e trascurato. Di sicuro non seguiamo i suoi insegnamenti: siamo sintonizzati su una diversa lunghezza d’onda. Egli riteneva che “cessa di essere buono chi non si impegna ad essere migliore” e noi ignoriamo la sua preoccupazione di crescere e migliorare ogni giorno di più.

Con rammarico dobbiamo evidenziare

che il poco esaltante consuntivo ci porta a segnalare iniziative isolate, senza un coordinamento efficace e senza alcuna organicità. Si sta perdendo una grande occasione per mettere sotto la giusta luce questo grande uomo di cultura, curatore spirituale sia dei poveri sia dei più potenti nobili del suo tempo, affascinati dal carisma e dall’insegnamento di questo infaticabile uomo di Dio.

I suoi scritti editi e inediti sono

ancora oggi attuali e andrebbero studiati ed approfonditi per focalizzare il pensiero e gli insegnamenti di Sant’Andrea Avellino.

Gli scritti autografi, reliquie religiose e documentazione di un importante periodo

della Chiesa cattolica e di un’epoca storica ricca di importanti avvenimenti, andrebbero salvaguardati, organizzando la loro giusta conservazione, archiviandoli su supporto digitale per incentivare e facilitare le ricerche da parte degli studiosi e per assicurarsi la loro conservazione perpetua, considerando che, nel corso degli anni, alcuni manoscritti sono andati persi. Cosa sicuramente molto grave.

Gli scritti, dimostrano che è stato uno scrittore eccelso e prolifico: solo per questo andrebbe studiato in modo adeguato per farlo uscire dalla “disoccupazione”.

Nel corso dei secoli molti studiosi

hanno scritto biografie e pubblicato saggi sul santo lucano: bisognerebbe aggiornare la bibliografia.

Parallelamente andrebbe portata avanti un’azione di recupero e di conservazione di tutta la documentazione riguardante il “santo vecchio”: i suoi scritti

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pubblicati e non pubblicati; i libri e le riviste che hanno trattato la vita e le opere del santo; tutta l’iconografia (incisioni, stampe, quadri, statue, ecc.); gli atti dei vari processi fatti, per la canonizzazione, nelle diverse località dove il santo visse e dove furono registrati miracoli (Castronuovo, Sorrento, Senise, Napoli, ecc.); le musiche e i canti dedicati a lui.

La raccolta di questi documenti potrebbe essere fatta nel paese natale del santo, creando un museo non solo come luogo di conservazione della memoria storica, ma come centro vitale di nascita e di stimolo di azioni di studio, di ricerca su quanto il suo più illustre figlio ha fatto durante la sua vita terrena e continua a fare dall’alto.

Andrebbe restaurata la stanza del

santo, le cui pietre ancora oggi sono testimoni dell’infaticabile lavoro che egli svolgeva, creando percorsi adeguati per la fruizione del patrimonio disponibile.

Le presenze iconografiche e il culto

del santo, registrati in moltissime località italiane e straniere, impongono uno studio organico e completo per poter constatare che, ancora oggi, è una figura illuminata e illuminante.

I principali luoghi che potrebbero essere meta di pellegrinaggi dovrebbero essere resi accoglienti, soprattutto per “narrare” l’opera di Sant’Andrea Avellino. Andrebbero creati percorsi adeguati e descritte, in forma leggibile, le varie tappe in diverse lingue. Inoltre, si dovrebbero preparare degli accompagnatori per i gruppi

che giungeranno, in modo particolare, a Napoli e a Castronuovo di Sant’Andrea.

Il pellegrinaggio collettivo programmato a Napoli, per il prossimo 12 novembre, sarà una prova generale di quanto potrà succedere o non succedere a novembre 2007 in occasione dell’apertura dell’Anno Giubilare.

Il duemilaotto è dietro l’angolo. E

con esso non terminerà una stagione che si presenta ricca e lunga: 2012, terzo centenario della canonizzazione (22 maggio 1712); 2021, quinto centenario della nascita (20 agosto 1521); 2025, quarto centenario della beatificazione (10 giugno 1625).

Va denunciato un forte ritardo su tutti i fronti. Speriamo che domani non si debba dire: peccato che non ci siamo dati da fare in modo adeguato, unendo le forze di tutti. Abbiamo perso una grande occasione!

Infine, vogliamo far presente che

molti documenti, come la Bolla di Canonizzazione, finora non erano mai stati tradotti e/o studiati. Abbiamo iniziato questo lavoro che sta dando dei buoni frutti: la Bolla di Canonizzazione, emessa il 22 maggio 1712, lo stesso giorno della canonizzazione, è stata tradotta e, presto, si spera possa essere pubblicata e divulgata con uno studio critico.

È allo studio l’analisi di un importante manoscritto inedito del santo, che si riteneva perduto e che invece abbiamo ritrovato, seguendo le tracce lasciate nella sua peregrinatio che, nel corso dei secoli, l’ha portato da Napoli a Parigi, per poi giungere a Roma, dove viene conservato.

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lla fine del 2004 ho chiesto al prof. Raffaele Giamminelli, artista puteolano, mio amico, di

realizzare un logo per il Quarto Centenario del Transito al Cielo di Sant’Andrea Avellino (10 novembre 2008). A

Eventi Storia di un logo

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La sua disponibilità è stata totale e mi ha detto che bisognava individuare dei simboli che potessero rappresentare con immediatezza la figura del Santo.

Nelle mie ricerche, studi e letture dei documenti di Sant’Andrea Avellino per quasi un anno ho tenuto presente questa necessità e alla fine di novembre 2005 sono arrivato alla conclusione che i simboli più importanti legati a Sant’Andrea Avellino, da considerare per lo studio del logo, erano quattro:

- “Salirò all’altare di Dio”, ultima frase pronunciata dal Santo prima del Suo Transito al Cielo

- il Rosario, per il suo legame alla Madonna sin da quando era piccolo

- l’Eucarestia - il simbolo dei Chierici Regolari

Teatini: la Croce sul Calvario. La vigilia di Natale mi ha inviato

per posta elettronica la foto del grafico realizzato: era molto bello ed è stato sicuramente uno dei migliori regali avuti per un Natale. Era qualcosa di speciale. Sant’Andrea Avellino aveva ben ispirato questo maestro, il quale, vista la mia devozione per il Santo, ha voluto donarmi una magnifica opera.

L’amico Lello sul retro del quadro

ha sintetizzato le principali caratteristiche del logo, su una etichetta contenente le seguenti informazioni:

1608 – 2008 IV CENTENARIO

DEL TRANSITO AL CIELO DI S.ANDREA AVELLINO

(da riportare a rilievo o incisa sul retro della medaglia e sotto il logo

della carta intestata)

*** Carta Fabriano pesante ruvida su masonite laminata bianca.

Colori acrilici con più strati di vernice finale.

PROF. RAFFAELE GIAMMINELLI

DICEMBRE 2005 Bozzetto eseguito per l’amico ingegnere

Nicola Arbia e a lui dedicato.

L’autore del logo

i seguito viene riportata una sintesi, che mette in risalto solo le attività legate al suo lavoro nel

campo della grafica e dell’arte sacra.

Il prof. Raffaele Giamminelli è nato a Pozzuoli (Napoli), il 19 maggio 1939.

Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Napoli: Maestro d’Arte (1955) e Magistero d’Arte (1957); diplomato al Liceo Artistico Statale di Napoli (1957);

D

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ha frequentato la facoltà di Architettura di Napoli, lasciando gli studi per dedicarsi all’insegnamento. Titolare di cattedra di Educazione Artistica nelle Scuole Medie Statali (dal 1962 al 1981) e di Disegno e Storia dell’Arte negli Istituti Superiori Statali (dal 1981 al 1999).

- È stato membro della Commissione Diocesana d’Arte Sacra e presidente parrocchiale di Azione Cattolica della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dal 1976 al 1979.

- Ha collaborato con materiale iconografico e grafico alla pubblicazione di Domenico Ambrasi e Angelo D’Ambrosio (Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Pozzuoli), La Diocesi e i Vescovi di Pozzuoli, “ecclesia sancti proculi puteolani episcopatus” (1990).

- Per il XXV centenario della fondazione di Pozzuoli (1972) ha realizzato la medaglia commemorativa, l’annullo speciale e la targhetta pubblicitaria postale.

- Ha progettato e diretto il Monumento ai Caduti sul Lavoro (1980), in via Carlo Rosini, su commissione del Gruppo Amicizia Vincenziana operante nella Casa Pio XII delle Figlie della Carità.

- Ha progettato e diretto la sistemazione delle aree presbiteriali di alcune chiese della Diocesi di Pozzuoli: Santa Maria delle Grazie (1975), San Marco (1978), Sant’Antonio Abate (1982), Immacolata a Fuorigrotta (1986), San Paolo Apostolo (1992) poi distrutta per dar posto

all’“anfiteatro ligneo”, Santa Maria degli Angeli e Santa Chiara (1993).

- Nel 1986, in occasione del 250° anniversario della morte di Giovan Battista Pergolesi, con la collaborazione dell’Ufficio Beni Culturali del Comune di Pozzuoli, ha ricomposto, nella chiesa di San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova, il cenotafio del musicista jesino ed ha realizzato, per la mostra filatelica, la cartolina ricordo e l’annullo speciale postale, auspice Filippo Milazzo.

- Ha curato il trasferimento del monumento del vescovo Martìn de León y Cárdenas da via Carlo Rosini in piazza della Repubblica (1987).

- Come membro della Commissione Diocesana d’Arte Sacra, è stato impegnato, assieme al professore Angelo D’Ambrosio, in molte operazioni di recupero del patrimonio artistico del rione Terra, della cattedrale e dell’episcopio.

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- Ha coniato le medaglie per il 350° anniversario della elevazione a parrocchia della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli e per il 20° anniversario della fondazione delle Scuole Pie Napoletane (1974).

- Con l’orafo Raffaele Nerino, ha realizzato le medaglie di alcuni monumenti puteolani, col titolo “Città di Pozzuoli”: chiesa dell’Assunta a mare, Arco Felice, fontana dei “quattro cannelli”, tempio di Serapide e Anfiteatro neroniano-flavio (1982-1983); stemma di Pozzuoli, Città di Fondi, Giochi della Gioventù - Pozzuoli.

- Per la visita pastorale di Sua Santità

Giovanni Paolo II a Pozzuoli (12 novembre 1990), oltre all’opuscolo Sulle orme di Paolo, edito dal Consorzio per la Valorizzazione dei Campi Flegrei, ha realizzato i disegni per i doni del Vescovo e del Comune al Papa, la lapide su via dell’Emporio

(testo di Angelo D’Ambrosio), la cartolina-ricordo con l’annullo speciale postale (la cui composizione è stata utilizzata sugli adesivi, sui palloncini e sul verso della medaglia commemorativa) e il progetto dei palchi del porto di Pozzuoli (via dell’Emporio - lungomare Cristoforo Colombo) e di Monterusciello. Sull’originale della cartolina-ricordo, su sua specifica richiesta, il Santo Padre appose la sua firma. Per questi impegni, il 15 marzo 1991, il Papa l’ha insignito dell’onorificenza di “Cavaliere Commendatore dell’Ordine Equestre di San Gregorio Magno”, su indicazione del vescovo di Pozzuoli, mons. Salvatore Sorrentino, il quale ha voluto così gratificarlo per la ultratrentennale e disinteressata partecipazione alla vita artistico-culturale della Diocesi.

- Ha progettato il restauro e la sistemazione del trittico maiolicato della chiesa di San Vincenzo Ferrer a Pozzuoli, in collaborazione con la dottoressa Rita Pastorelli della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Napoli (1996).

- Per il VII centenario del passaggio da Castrum feudale a Civitas di Pozzuoli (1296-1996) ha realizzato la cartolina-ricordo, l’annullo speciale e la targhetta pubblicitaria postale, la medaglia commemorativa, la lapide (testo di Angelo D’Ambrosio), l’adesivo, il logogramma della celebrazione, il pieghevole col saggio sull’urbanistica di Pozzuoli nel Medio Evo, ed ha contribuito, in qualità di

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consulente storico-urbanistico-iconografico, alla realizzazione del plastico di Pozzuoli nei secoli XIV-XV, eseguito dal maestro Claudio Indiveri; ha curato la pubblicazione Pozzuoli dal cielo (1996-1997), il bozzetto delle insegne e della pergamena per le onorificenze civiche comunali.

- In occasione del Grande Giubileo 2000, ha disegnato la cartolina-ricordo, l’annullo speciale postale e il monumentino a Paolo di Tarso sulla banchina di via dell’Emporio a Pozzuoli.

- Ha progettato, ma non realizzato, la

medaglia commemorativa e il grande monumento a Paolo di Tarso sulla scogliera centrale dell’area portuale puteolana.

- Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, il 2 giugno 2002, il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha conferito l’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.

- In occasione del secondo centenario della morte del pittore puteolano Giacinto Diano (1731-1803) ha progettato la lapide marmorea commemorativa sulla facciata, sotto il campanile, della chiesa di Santa

Maria delle Grazie nel borgo di Pozzuoli, nella quale fu battezzato l’artista, con testo di Angelo D’Ambrosio e Raffaele Giamminelli, scoperta nel dicembre 2003; depliant dal titolo 2° centenario della morte di Giacinto Diano, a cura del Comune di Pozzuoli e dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo; annullo postale e la cartolina ricordo.

- Nei primi mesi del 2005, per il Comune di Pozzuoli ha curato la lussuosa cartella, a tiratura limitata, Pozzuoli in dieci acqueforti del 1766 di Filippo Morghen, scegliendo e commentando dieci pregevoli e significative stampe della collezione dell’Azienda del Turismo di Pozzuoli, realizzata dalla tipografia Grafica Montese di Monte di Procida, col saggio Iconografia dei Campi Flegrei dalla seconda metà del Settecento ai primi decenni dell’Ottocento e l’opera di Filippo Morghen, Le antichità di Pozzuoli, Baja, e Cuma.

- A fine dicembre 2005 ha consegnato al nuovo Vescovo di Pozzuoli, Sua Eccellenza Gennaro Pascarella, la grafica del nuovo logo del Vescovo.

Nicola Arbia

Le immagini riportate sono relative a opere realizzate dal prof. Raffaele Giamminelli

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Lancillotto Avellino – L’avventura di una vita senza compromessi di Vincenzo Cosenza, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2006

l libro di padre Vincenzo Cosenza, C.R., Preposito Provinciale dei Teatini d’Italia, è un inno di amore

verso Lancillotto Avellino, un lucano nato sul lato settentrionale del monte Pollino, che il 25 gennaio 1558, insieme al Beato Paolo Burali, emise la sua professione religiosa entrando definitivamente tra i Chierici Regolari Teatini – lo stesso Ordine al quale appartiene padre Vincenzo, rivestendo un importante ruolo – Ordine dove era stato accolto il 14 agosto 1556, vigilia della festa dell’Assunzione di Maria.

Dalla lettura traspare chiaramente anche l’amore verso la terra e gli uomini di Lucania, cioè verso quella civiltà contadina alla quale Sant’Andrea Avellino attinse i valori a base della sua crescita, che lo accompagnarono per tutta la vita terrena e gli aprirono le porte del “Regno di Dio” subito dopo aver pronunciato la sua ultima frase terrena “Salirò all’altare di Dio”.

Padre Vincenzo tratta in un modo

semplice, poetico e spirituale la vita e i fatti legati al santo teatino senza trascurare il

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Eventi La più recente biografia

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rigore scientifico e la precisione degli elementi biografici e degli eventi importanti della sua vita.

Questo libro mi è piaciuto tanto: l’ho

letto due volte. Mi sembra che alla base dei sentimenti dell’autore, oltre allo spirito di appartenenza allo stesso Ordine, c’è la sua origine contadina e la sua formazione adolescenziale costruita nelle terre che guardano il Pollino dal lato meridionale. Nel corso dei secoli questa montagna è stata testimone di tanti eventi, tante immagini, tanti sentimenti; è custode della storia di quella civiltà contadina sviluppatasi con semplici e solidi valori spirituali e culturali.

Vide la mamma Margherita accompagnare il figlio Lancillotto fino alla chiesa della Madonna della Stella per salutarlo alla partenza per Napoli nel 1547: andava nella città partenopea non per conquistare ricchezze ma per “conquistare il Cielo”. Come dice padre Valentín Arteaga nel suo libro “El Cielo está siempre más alto – Itinerario espiritual de San Andrés Avelino, C.R.” Sant’Andrea Avellino “mirava verso traguardi sempre più alti”.

Padre Vincenzo riesce a descrivere oltre ai fatti, anche i sentimenti che li animano: penso sia dovuto al fatto che lui stesso provò delle sensazioni analoghe. Sì, c’è una similitudune in alcune esperienze. Anche padre Vincenzo, sull’altro lato del Pollino, aveva avuto un importante riferimento nella madre che gli “aveva insegnato le prime preghiere e la familiarità con Dio”. Anche padre Vincenzo, in partenza per Roma, il 3 ottobre 1955 fu accompagnato dalla madre alle porte del suo paese natale: a quindici anni andava in

seminario dai padri teatini. Le parole di commiato della madre furono di protezione “Il Signore ti accompagni e … fatti volere bene … Io pregherò per te”.

Le partenze sono state le stesse per

tanti costretti ad emigrare, ognuno con proprie motivazione, con differenti aspettative, con l’ansia, la preoccupazione per l’incerto, per mondi nuovi e diversi. Ogni partenza era uno sradicamento ed una sfida, quasi sempre motivata dalla necessità di trovare luoghi e ambienti dove poter crescere.

Le mamme accompagnavano i propri figli e quasi sempre sapevano che sarebbero stati sradicati dalla comunità di origine.

Sant’Andrea Avellino si è formato

in modo solido già a Castronuovo dallo zio, a Senise e con il contatto continuo con i giovani e con i vecchi della terra lucana: li aiutava e riceveva aiuto ed elementi di crescita spirituale.

La sua formazione continua si è basata sempre sul motto “crescere nella virtù”, applicando la filosofia secondo cui “cessa di essere buono chi non si impegna ad essere migliore”.

Interessanti ed equilibrati sono i

collegamenti tra le interpretazioni di padre Vincenzo e la documentazione vera: lettere, biografie, ecc.

Nicola Arbia

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Si riportano i programmi elaborati dalla diocesi di Tursi e dal Consiglio Generale pleno dei Teatini in vista del prossimo Quarto Centenario del transito al Cielo di Sant’Andrea Avellino. Sono iniziative interessanti e importanti, ma fatte senza un coordinamento generale.

Un anno di preparazione nella diocesi di Tursi

a diocesi di Tursi – Lagonegro ha stabilito un anno di speciale preparazione al Quarto

Centenario del Transito al Cielo di Sant’Andrea Avellino.

Lo scorso 18 febbraio a San Brancato di Sant’Arcangelo (Potenza), durante una riunione presieduta da mons. Francesco Nolè, vescovo della diocesi Tursi – Lagonegro, alla quale hanno partecipato padre Vincenzo Cosenza, Preposito Provinciale dei Teatini d’Italia e don Adelmo Iacovino, parroco di Castronuovo di Sant’Andrea (Potenza) è stato stabilito il seguente programma:

– la diocesi di Tursi – Lagonegro crea una Commissione diocesana che sarà integrata da padre Vincenzo Cosenza, da don Cesare Lauria, parroco di Sant’Arcangelo delegato dal Vescovo, da don Adelmo Iacovino, parroco di Castronuovo di Sant’Andrea e dal Sindaco di Castronuovo o da un suo delegato – il prossimo novembre, la diocesi darà inizio all’Anno Andreano (2006-2007) caratterizzato dalle seguenti iniziative: a – incontri sulla Spiritualità Avelliniana b – “peregrinatio” delle spoglie del santo nella sua terra e precisamente dal 14 al 19 maggio 2007 a Tursi; dal 20 maggio al 10 settembre a Castronuovo di Sant’Andrea. Entrambi gli eventi saranno preceduti dalla “peregrinatio” a Monasterace (RC), cittadina calabrese che elesse Sant’Andrea Avellino suo patrono sin dal 1663, dal 1° al 14 di maggio 2007 – il 19 maggio, in Tursi, si terrà una concelebrazione dell’Eucarestia alla presenza di tutti i Vescovi della Lucania – sia la Lucania che la Calabria hanno sollecitato il dono dell’Indulgenza plenaria durante il tempo in cui le spoglie del santo

L

EventiProgrammi in vista del

Centenario

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resteranno nei rispettivi territori. Il Vescovo investirà del problema padre Gianfranco Girotti, francescano come lui, Reggente del Tribunale della Penitenziaria Apostolica – il 3 ottobre 2006 padre Valentín Arteaga, Padre Generale dei Teatini, (o padre Vincenzo Cosenza, Preposito dei Teatini d’Italia), presenterà Sant’Andrea Avellino al Clero diocesano di Tursi – Lagonegro.

Consiglio Generale pleno dei Teatini

al 10 al 13 gennaio 2006 si è tenuto, a Roma e a Napoli, il Consiglio Generale Pleno dei

Teatini al quale hanno partecipato tutti i Prepositi Provinciali del mondo, il Padre Generale e il Consiglio.

Il Consiglio è giunto alla

conclusione che «Come persone e come Teatini, nella

preghiera, nell’uso del tempo, nella cultura personale, nello studio, nella dedizione al lavoro pastorale, nella disponibilità, teniamo presente l’esempio di S.Andrea Avellino, che scelse per sé un cammino di crescita quotidiana: “Oggi meglio di ieri!”».

Di seguito vengono elencate alcune

delle decisioni prese:

- il 10 novembre 2007 ci sarà, a Napoli, l’apertura dell’Anno Avelliniano a Napoli, alla presenza del Padre

Generale e dei Prepositi Provinciali o di un loro delegato - dal 14 al 20 luglio 2008 ci sarà un pellegrinaggio dei giovani e della famiglia secolare teatina a Napoli - ciascuna Provincia o anche singoli religiosi faranno pervenire, entro il 10 novembre 2006, al responsabile incaricato, padre Vincenzo Cosenza, l’individualiz-zazione di uno specifico per incentivare maggiormente l’interesse delle loro comunità alla figura di Sant’Andrea. La raccolta di queste focalizzazioni sarà partecipata a tutti per l’arricchimento delle tematiche da trattare nell’Anno Avelliniano - il 10 di ogni mese sarà dedicato, in modo speciale, al Santo - per l’Anno Avelliniano, è stata fatta formale richiesta al Procuratore Generale di chiedere alla competente Congregazione l’Indulgenza Plenaria per tutti coloro che visiteranno il Santo in San Paolo Maggiore e per i fedeli che ogni mese parteciperanno, alle richieste condizioni, a una funzione celebrata nelle nostre diverse chiese nel mondo - la Provincia italiana si sta adoperando per rendere quanto più possibile accogliente la Casa di San Paolo Maggiore per l’evento del Quarto Centenario del Transito al Cielo del Santo e sta progettando quanto necessario alla propaganda e alla conoscenza del Santo (statue, immaginette, medaglie…). Tutto questo richiede uno sforzo economico considerevole, per cui, nello spirito della condivisione, ci deve essere, da parte di tutti, la disponibilità ad un aiuto concreto sia per la ristrutturazione della Casa che per le spese della oggettistica necessaria.

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a Sacra Congregazione dei Riti, dopo un rigorosissimo esame, il 25 maggio 1704, con proprio

decreto, approvò tre degli otto miracoli presentati a supporto del processo di canonizzazione. Si tratta del terzo, del quarto e del sesto miracolo.

Nella Bolla di canonizzazione, firmata da papa Clemente XI il 22 maggio 1712, cioè lo stesso giorno della canonizzazione, avvenuta in Piazza San Pietro, si fa riferimento a tali miracoli. Con l’approvazione dei miracoli si concludeva il lento processo di canonizzazione.

I suddetti miracoli sono ben descritti da padre Gaetano Maria Magenis Chierioc Regolare Teatino, uno dei primi biografi di Sant’Andrea Avellino, nel suo libro “Vita di S.Andrea Avellino”. «Il terzo d’un Fanciullo, il quale da pertinace febre etica restò sì estenuato, disseccato, ed attratto, particolarmente dalla metà inferiore del corpo, che nelle sue coscie, e gambe non vi si sarebbe trovata una mezza uncia sola di carne. Aggiuntasegli poi un’ernia sì mostruosa, che discendeva a toccargli il Tallone de’ piedi, reso dell’intutto incapace a moversi; E pure il Santo lo guarì in un’istante da tutti quei mali sofferti per trè anni continui».

È un miracolo operato dal Santo a Giacomo Giovio di Senise il 25 aprile 1669. «Il quarto d’un’Adulto che oppresso dalle ruine d’una stanza caduta trovossi col braccio sinistro totalmente infranto, e con una ferita nelle tempia sì profonda, che ne usciva smidollato il cervello con orrore di ch’il vedeva s’ mal concio: Ma ancor’egli in un subito fu s’ perfettamente risanato, e nel braccio, e nel capo, e nell’occhio, quale se gli era sterminatamente gonfiato, che di tante infermità mortali non gli restò un minimo segno, nemen picciola cicatrice». Si tratta di un miracolo avvenuto a Giovan Battista Corizzo, a Senise (PZ), il 28 aprile 1675. «Il sesto d’un Giovanetto di trè anni, il quale precipitando dall’alto al fondo d’una rupe scoscesa con urtar la fronte contro del sasso, cadde in mano della morte, ordinando il Medico alla Madre che il sepelisse pure perché dal vederlo senza polso, senza respiro, e senza movimento alcuno il giudicava asseverantemente privo do vita; Quando in un momento all’Intercessione di S.Andrea risorse il morto fanciullo tutto ridente, e festoso.»

L

Il SantoApprovazione dei miracoli di Sant’Andrea Avellino

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Quest’ultimo miracolo riguarda un

bambino castronovese di tre anni. Siamo nel 1678, a Castronuovo,

nella parte bassa chiamata Manca. Mentre giocava con altri compagni sulla cima di un monte, il piccolo Scipione scivolò, precipitando “per quelle balze fin’al profondo della montagna”. Morì sul colpo e la povera madre, Giulia Giura, dopo aver inutilmente portato il bambino dal medico, che solo poté constatarne il decesso, non rassegnandosi, si recò, col cadaverino tra le braccia, alla chiesa di Santa Maria della Stella e “supplicava quella Madonna miracolosa a risuscitare il figlio: Ma la Vergine” – è Magenis che racconta - “che volle cedere questa gloria al suo dilettissimo, e divotissimo Servo Andrea, si compiacque di non compiacerla”. Disperata, la madre, col figlio morto tra le braccia, accompagnata da altre donne piangenti, s’incamminò verso la chiesa di Castronuovo, per seppellirvi il figlioletto. E qui lasciamo la parola a Magenis:

Quando inoltratasi nel viaggio giunge ad un a divota Cappella fabbricata in onore del B. Andrea in quelle Case medesime dove Egli nacque. Vi fu allora chi compassionando all’afflitta Madre, la esortò ad entrarvi, ed a supplicar il Santo di far ancor nel suo Figlio questo nuovo miracolo da aggiungersi a tanti altri, che vedevansi espressi nelle Tabelle, e Voti innumerabili appesi attorno alla detta Cappella.

Giulia accettò il consiglio delle donne,

sicchè entrando nella Chiesetta con gran fede, pose […] il piccolo Cadavero su la Mensa dell’Altare, poi retrocedendo fuori della porta, ivi prostratasi rientrò colla bocca per terra, strascicando la lingua sopra il pavimento di tutta la Cappella sino, dove stava il suo Figlio morto, ma di quando in quando con quella bocca polverosa, e pupille lacrimanti andava replicando: Beato Andrea mio risuscitami questo Figlio, fammi, ti priego, questa grazia. Gran forza della fede! Gran potenza de’ Santi! Quando giunge la supplicante Madre all’Altare, così boccone per terra, nel voler rialzare la testa per guardare il Figlio, vede alzarsi su de suoi piedi risuscitato, e camminando sopra l’Altare prendersi in mano una delle candele accese innanzi l’Immagine del Santo, verso di cui faceva vezzi, e feste tutto giulivo, e ridente, come che il ringraziasse dall’avergli ridonato la vita.

“Quando arriva un Santo” – è sempre

Magenis che parla - “a dar la vita a Cadaveri, allora è che appresso del Mondo giunge al sommo della gloria, e de’ pubblici applausi, per essere la risurrezione de’ Morti uno de’ maggiori Miracoli della Divina Onnipotenza”.

Sant’Andrea Avellino News – Anno 2 – numero 4 – 31 luglio 2006 pag. 15

Biografia in inglese

n questi giorni si sta completando l’inserimento di una biografia di Sant’Andrea Avellino in lingua

inglese. È un adattamento, con correzioni di

dati non precisi, di quanto scrisse Margaret Oyler nel 1997 nel libro Heroic virtue – Theatine lives. La parte dedicata al santo lucano ha per titolo There was a priest called Andrew – The story of Saint Andrew Avellino (C’era un prete chiamato Andrea – La storia di Sant’Andrea Avellino).

Con questa operazione, oltre ad aver arricchito il portale dedicato al santo,

abbiamo reso possibile a quanti si collegano dall’estero di avere a disposizione una biografia in una delle lingue più conosciute al mondo.

È in programma l’inserimento, di una biografia in lingua spagnola.

Record di visitatori

o scorso mese di maggio è

stato registrato il record nei collegamenti al nostro portale.

Ci sono stati 1062 vistatori da tutto il mondo. Il precedente record risaliva a maggio 2005 con 771 visitatori.

Oltre che dall’Italia ci sono stati collegamente dall’Argentina, dal Brasile, da Malta, dalla Svizzera, dall’Olanda, dall’Ungheria, dalla Germania, dagli Stati Uniti d’America, dalla Tanzania, dalla Francia, dalla Polonia, dal Canada, dall’Austria, dall’Australia, dalla Repubblica Ceca, dal Perù, dalla Norvegia, dal Giappone, da Israele, dalla Gran Bretagna e dalla Spagna.

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