Sanificazione in ambito zootecnico

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1 UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013 IGIENE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE: SANIFICAZIONE IN AMBITO ZOOTECNICO Il benessere degli animali e l’igiene delle produzioni agricole sono due cardini fondamentali della sicurezza alimentare che deve essere perseguita dai produttori. La sanificazione è una delle strategie che un produttore deve mettere in atto e che va attuata tramite l’uso di mezzi fisici e chimici efficaci per ottenere un ambiente che dal punto di vista microbiologico sia a un livello accettabile. L’allevamento zootecnico non sfugge a questa logica pertanto la pulizia, il lavaggio, la detergenza, la disinfezione, il risciacquo ecc. eseguite negli allevamenti svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento del più alto livello di sicurezza alimentare. L’attività di sanificazione negli allevamenti deve rappresentare un’attività costante da ripetere in un arco di tempo definito in quanto l’esperienza ha dimostrato che gli interventi di sanificazioni spesso si sono rilevati fondamentali nel limitare e/o bloccare la diffusione di agenti infettanti nell’interno degli allevamenti e tra allevamenti, soprattutto in quelle aree con elevata densità di animali. Le pratiche di disinfezione hanno l’effetto massimo quando vengono utilizzate insieme alla tecnica del “tutto pieno-tutto vuoto” perché si creano le condizioni per la diminuzione dei tempi di sopravvivenza della maggior parte degli agenti infettivi la cui vita dipende dal grado di contaminazione iniziale, dalla loro protezione da parte del materiale organico e dall’esposizione al secco e ai raggi solari. In generale si può considerare che le elevate temperature, il secco, e i raggi solari sono fattori negativi per la vita dei patogeni, mentre al contrario l’umidità, l’oscurità e le basse temperature sono condizioni favorevoli alla vita microbica. L’obiettivo di ogni allevatore è quello di allevare i propri animali in un ambiente il più salubre possibile che può essere ottenuto sostanzialmente con due interventi: “la sanificazione e la disinfestazione” . Più precisamente per disinfezione si intende comunemente il complesso delle operazioni meccaniche, fisiche e chimiche, intese a distruggere i microrganismi patogeni (virus, batteri, protozoi, lieviti, funghi ecc.), mentre per disinfestazione si intende la distruzione di microrganismi superiori come: insetti, acari, elminti, artropodi, roditori ecc. Gli interventi di sanificazione in un allevamento possono essere molto diversificati e molto legati alla situazione ambientale, alla capacità dei microrganismi di creare un danno, al substrato presente ecc., e che richiedono comportamenti differenziati per le scelte dei mezzi utilizzati in relazione al loro modo di agire. QUANDO SANIFICARE In bibliografia la sanificazione viene divisa in base al momento delle sua effettuazione, più precisamente: Sanificazione periodica: intesa come intervento eseguito per motivi precauzionali anche in assenza di particolari patologie infettive, soprattutto prima che si proceda all’introduzione di animali. Essa può riguardare l’intera struttura di allevamento o parti di esso, nonché le attrezzature e i mezzi di trasporto. Sanificazione continua: intervento effettuato durante l’evoluzione di un’infezione con lo scopo di diminuire la carica di agenti infettivi che possono essere diffusi nell’ambiente da animali ammalati al fine di ridurre il rischio di propagazione dell’infezione ai capi sani; Sanificazione finale: operazione effettuata al termine di un evento infettivo e può interessare strutture, attrezzature ecc. PROCEDURE DI SANIFICAZIONE DELLE STRUTTURE E ATTREZZATURE ZOOTECNICHE La sanificazione di un’attività zootecnica si compone di due operazioni distinte realizzate in fasi successive: La detersione: l’allontanamento dello sporco per sottrarre ai microorganismi i substrati per il loro sviluppo;

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Opuscolo: Igiene delle produzioni agricole, Sanificazione in ambito zootecnico

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UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013

IGIENE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE: SANIFICAZIONE IN AMBITO ZOOTECNICO

Il benessere degli animali e l’igiene delle produzioni agricole sono due cardini fondamentali della sicurezza alimentare che deve essere perseguita dai produttori. La sanificazione è una delle strategie che un produttore deve mettere in atto e che va attuata tramite l’uso di mezzi fisici e chimici efficaci per ottenere un ambiente che dal punto di vista microbiologico sia a un livello accettabile. L’allevamento zootecnico non sfugge a questa logica pertanto la pulizia, il lavaggio, la detergenza, la disinfezione, il risciacquo ecc. eseguite negli allevamenti svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento del più alto livello di sicurezza alimentare. L’attività di sanificazione negli allevamenti deve rappresentare un’attività costante da ripetere in un arco di tempo definito in quanto l’esperienza ha dimostrato che gli interventi di sanificazioni spesso si sono rilevati fondamentali nel limitare e/o bloccare la diffusione di agenti infettanti nell’interno degli allevamenti e tra allevamenti, soprattutto in quelle aree con elevata densità di animali. Le pratiche di disinfezione hanno l’effetto massimo quando vengono utilizzate insieme alla tecnica del “tutto pieno-tutto vuoto” perché si creano le condizioni per la diminuzione dei tempi di sopravvivenza della maggior parte degli agenti infettivi la cui vita dipende dal grado di contaminazione iniziale, dalla loro protezione da parte del materiale organico e dall’esposizione al secco e ai raggi solari. In generale si può considerare che le elevate temperature, il secco, e i raggi solari sono fattori negativi per la vita dei patogeni, mentre al contrario l’umidità, l’oscurità e le basse temperature sono condizioni favorevoli alla vita microbica. L’obiettivo di ogni allevatore è quello di allevare i propri animali in un ambiente il più salubre possibile che può essere ottenuto sostanzialmente con due interventi: “la sanificazione e la disinfestazione” . Più precisamente per disinfezione si intende comunemente il complesso delle operazioni meccaniche, fisiche e chimiche, intese a distruggere i microrganismi patogeni (virus, batteri, protozoi, lieviti, funghi ecc.), mentre per disinfestazione si intende la distruzione di microrganismi superiori come: insetti, acari, elminti, artropodi, roditori ecc. Gli interventi di sanificazione in un allevamento possono essere molto diversificati e molto legati alla situazione ambientale, alla capacità dei microrganismi di creare un danno, al substrato presente ecc., e che richiedono comportamenti differenziati per le scelte dei mezzi utilizzati in relazione al loro modo di agire. QUANDO SANIFICARE In bibliografia la sanificazione viene divisa in base al momento delle sua effettuazione, più precisamente: Sanificazione periodica: intesa come intervento eseguito per motivi precauzionali anche in assenza di particolari patologie infettive, soprattutto prima che si proceda all’introduzione di animali. Essa può riguardare l’intera struttura di allevamento o parti di esso, nonché le attrezzature e i mezzi di trasporto. Sanificazione continua: intervento effettuato durante l’evoluzione di un’infezione con lo scopo di diminuire la carica di agenti infettivi che possono essere diffusi nell’ambiente da animali ammalati al fine di ridurre il rischio di propagazione dell’infezione ai capi sani; Sanificazione finale: operazione effettuata al termine di un evento infettivo e può interessare strutture, attrezzature ecc. PROCEDURE DI SANIFICAZIONE DELLE STRUTTURE E ATTREZZATURE ZOOTECNICHE La sanificazione di un’attività zootecnica si compone di due operazioni distinte realizzate in fasi successive:

La detersione: l’allontanamento dello sporco per sottrarre ai microorganismi i substrati per il loro sviluppo;

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La disinfezione: l’impiego di agenti fisici o chimici in grado di uccidere i microrganismi. Per raggiungere il risultato soddisfacente l’operazione di sanificazione deve essere realizzata secondo un criterio che impone all’operatore di muoversi lungo un percorso obbligato partendo da un punto iniziale e proseguendo fino al suo completamento. Le operazioni di sanificazione possono avvenire in due differenti situazioni: In presenza di animai; In assenza di animali.

SANIFICAZIONE IN PRESENZA DI ANIMALI E’ la situazione in cui non è possibile allontanare gli animali e pertanto occorre prestare molta attenzione nella:

a. scelta dei disinfettanti, che saranno liquidi, eventualmente aerosolizzati; b. fase pratica operativa evitando rumori improvvisi e movimenti bruschi, nonché tenere bassa

la pressione di irrorazione in caso di utilizzo di prodotti distribuiti tramite pompe ecc.; c. scelta del tempo di intervento che deve essere il più breve possibile.

L’esperienza maturata nel tempo ha dimostrato che gli interventi di sanificazione in presenza di animali non sono sempre risultati efficaci e risolutivi con l’effettuazione di un solo intervento, pertanto spesso è opportuno ricorrere alla ripetizione a distanza di qualche giorno. Procedura di intervento Per ottenere una buona efficacia dall’operazione è necessario:

1. procedere all’asportazione del letame, dei mangimi, dei foraggi ecc, presenti nell’allevamento;

2. procedere all’allontanamento degli alimenti dalle mangiatoie e dell’acqua dagli abbeveratoi; 3. disattivare e proteggere gli impianti elettrici; 4. pulire a fondo gli ambienti da disinfettare effettuando:

4.1. – la raschiatura dei pavimenti; 4.2. – la scrostatura dei muri nei punti in cui l’intonaco risulta danneggiato e/o parzialmente staccato. Lo scrostamento può provocare la rimessa in circolazione di germi e spore che si trovavano aderenti all’intonaco stesso e pertanto lo scrostamento è preferibile che avvenga dopo che la parte interessata sia stata inumidita. 4.3. – raschiare o spazzolare le pareti e i divisori, i macchinari, ecc.; 4.4. – asportare le ragnatele, i nidi di volatili ecc.; 4.5. – asportare eventuali depositi di polvere; 4.6. – asportare tutti i depositi o incrostazioni di materiale organico, ecc.

5. trattenere gli animali alla posta, o in caso di allevamento in box, spostare gli animali in box chiudibili, lasciando uno o più box vuoti che verranno sanificati a turno;

6. procedere alla sanificazione dei box e delle poste vuote con disinfettanti tollerati dagli animali e ad azione rapida, utilizzabili a temperatura ambiente, senza essere riscaldati o vaporizzati.

La sanificazione può prevedere anche il trattamento dell’aria tramite l’uso di soluzioni acquose che vengono distribuite mediante speciali apparecchi di aerosolizzazione per micronizzare la soluzione e produrre particelle di dimensioni variabili tra 0,5 e 5 micron di diametro che possono diffondersi liberamente nell’ambiente come un semplice gas. L’aerosol non deve essere confuso con la nebulizzazione che invece consiste nella produzione di particelle con diametro superiore a 30 micron. Le particelle generate dalla nebulizzazione risultano di peso più elevato per cui rimangono in sospensione nell’ambiente per tempi molto brevi (alcuni minuti) e hanno un’azione bagnante. L’aerosol si diffonde nell’aria e la sua azione disinfettante si determina quando le sue particelle, dotate di una bassa tensione superficiale, inglobano i microrganismi e il puliviscolo atmosferico portandolo al suolo. A questo punto, in seguito al contatto con la sostanza disinfettante, vengono completamente uccisi.

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SANIFICAZIONE IN ASSENZA DI ANIMALI Risulta essere la situazione più adatta perché l’assenza di animali permette l’uso di disinfettanti molto efficaci e di prolungare l’intervento secondo tempi che permettono l’ottenimento del miglior risultato possibile. E’ la situazione dell’allevamento tutto pieno/tutto vuoto, oppure di strutture di allevamento organizzate in più ricoveri indipendenti, ecc. Procedura di intervento Per ottenere un risultato soddisfacente occorre procedere:

1. allo sgombero degli animali; 2. alla pulizia a secco con l’allontanamento del letame, dei mangimi, dei foraggi ecc.; 3. a lavare con acqua in pressione pavimenti, pareti, attrezzature ecc; 4. là dove è possibile, allo smontaggio delle attrezzature lasciandole nell’interno del locale da

sanificare; 5. allo svuotamento delle mangiatoie e degli abbeveratoi; 6. a disattivare e proteggere gli impianti elettrici; 7. alla pulizia a fondo degli ambienti da disinfettare attraverso:

7.1 – la raschiatura dei pavimenti; 7.2 – la scrostatura dei muri nei punti in cui l’intonaco risulta danneggiato e/o parzialmente staccato. Lo scrostamento può provocare la rimessa in circolazione di germi e spore che si trovavano aderenti all’intonaco stesso e pertanto lo scrostamento è preferibile che avvenga dopo che la parte interessata sia stata inumidita. 7.3 – l’asportazione della ragnatele, dei nidi di volatili ecc; 7.4 – l’asportazione di eventuali depositi di polvere ecc.;

8. là dove è possibile effettuate un’operazione di pre-ammollo/ammollo, che consente di facilitare la rimozione delle sostanze organiche ottenendo una diminuzione della quantità di acqua nella fase successiva di lavaggio; 9. al lavaggio delle strutture e delle attrezzature per avere superfici pulite a “colpo d’occhio” e

predisposte all’azione efficace delle soluzioni detergenti. Per ottenere un lavaggio efficace è opportuno utilizzare elevati volumi di acqua ad adeguate pressioni di esercizio;

10. alla distribuzione di un prodotto detergente e lasciarlo agire per il tempo indicato nella scheda tecnica del prodotto o nell’etichetta. L’impiego di un detergente viene ritenuto opportuno per ridurre ai minimi termini i probabili biofilm(1) che possono formare i batteri che possono essere di ostacolo e/o ridurre l’attività dei principi attivi detergenti. Quando si usa un formulato ad azione detergente occorre:

a. distribuirlo in modo uniforme su tutta la superficie e sulle attrezzature; b. rispettare scrupolosamente la dose indicata dalla ditta produttrice; c. evitare l’essiccazione della soluzione distribuita.

11. alla rimozione del detergente con acqua pulita che deve avvenire in maniera particolarmente attenta ottenendo strutture e attrezzature perfettamente pulite, senza residui di detergenti o di sostanza organica, che risulta essere la condizione indispensabile per permettere alla soluzione disinfettante di agire in maniera efficace e risolutiva.

12. alla distribuzione di un idoneo disinfettante che dovrà essere lasciato agire secondo i tempi indicati dal fabbricante nella scheda tecnica o nell’etichetta;

13. al risciacquo con acqua pulita ponendo particolare attenzione alle mangiatoie e agli abbeveratoi per evitare il rischio di intossicazione degli animali.

SANIFICAZIONE DEI RICOVERI ALL’APERTO La sanificazione dei ricoveri all’aperto in assenza di pavimento è la situazione più difficile su cui agire e ottenere soddisfacenti risulti perché è impossibile effettuare una radicale azione di pulizia preventiva che è la causa principale della probabile riduzione dell’attività dei disinfettanti per la presenza dello sporco. 1 Biofilm: si intende una comunità batterica aderente a una superficie.

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Procedura di intervento Quando si interviene in questa situazione occorre: Rimuovere con mezzo meccanico lo strato di letame e terriccio; Irrorare la palizzata e le eventuali pareti con disinfettanti forti; Spargere sul terreno calcianamide in polvere o finemente granulata alla dose di circa 50

grammi per metro quadrato, oppure calce spenta; Se possibile lasciare vuoto il paddock per una/due settimane.

MEZZI DI TRASPORTO Quando non si siano trasportati animali infetti, generalmente è sufficiente un lavaggio a fondo con detergenti/disinfettanti del cassone, della parte inferiore del mezzo, delle ruote, del parafango, delle sospensione ecc. perché sono queste le parti del mezzo a cui più facilmente aderiscono gli schizzi di terriccio e di feci raccolti nei piazzali delle strutture di gestione degli animali che possono facilmente veicolare e diffondere eventuali patogeni. Qualora vengono utilizzati automezzi in aree con presenza di malattie infettive contagiose nella scelta dei disinfettanti si dovrà essere particolarmente attenti e si dovrà prevedere il passaggio degli automezzi attraverso una vasca della lunghezza tale da consentire la bagnatura dell’intera circonferenza delle ruote. La soluzione disinfettante dovrà essere in quantità tale la riuscire a bagnare e disinfettare le scanalature dei battistrada delle ruote. SALA, MACCHINE E ATTREZZATURE, PER LA MUNGITURA. Le strutture e le attrezzature dove si svolge la mungitura devono essere giornalmente sanificate con opportuni detergenti/disinfettanti veicolati attraverso l’acqua calda e fredda seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate nelle schede tecniche o nelle etichette. Inoltre bisogna utilizzare ogni settimana una soluzione acida a circa 60 °C, per sciogliere i depositi della cosidetta “pietra del latte”. MAMMELLE Prima della mungitura se le mammelle sono sporche vanno lavate con acqua potabile tiepida e accuratamente asciugate. Dopo la mungitura delle vacche è indispensabile disinfettare i capezzoli con prodotti adatti. MEZZI UTILIZZABILI PER LA REALIZZAZIONE DELLA SANIFICAZIONE. Per la realizzazione della sanificazione di strutture e attrezzature possono essere utilizzati in maniera singola o in associazione i seguenti mezzi:

a. meccanici; b. fisici; c. biologici; d. chimici.

MEZZI MECCANICI Con l’uso di mezzi meccanici si procede all'allontanamento dello sporco e dei materiali che possono proteggere gli agenti patogeni. Se la pulizia meccanica è ben eseguita si riesce ad asportare dall’ambiente una notevolissima quantità di agenti infettanti e a porre le basi per il raggiungimento di una sua efficace sanificazione. Si utilizzano raschietti, spazzole, stracci, meglio ancora acqua bollente ad alta pressione (idropulitrici). MEZZI FISICI Con l’uso dei mezzi fisici si persegue l’obiettivo di uccidere gli agenti patogeni. I mezzi fisici utilizzabili sono:

a. Calore secco; b. Calore umido; c. Radiazioni ultraviolette.

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Calore secco Il calore secco viene prodotto da appositi lanciafamme ed è utilizzabile sui materiali da disinfettare, da distruggere ecc.. Il calore secco agisce direttamente sugli organismi fino ad arrivare all’incenerimento. Una sua utilizzazione prolungata porta alla morte anche i microrganismi più resistenti come ad es. gli artropodi (2). Da non utilizzare su metalli verniciati, zincati, su oggetti di plastica o di legno. Calore umido Per la produzione di calore umido si usa l'acqua bollente, oppure l'acqua surriscaldata (fino a 120-140°C) e distribuita ad alta pressione mediante pompe idropulitrici. Agisce per coagulazione delle proteine ed è capace di generare un effetto devitalizzante, sgrassante e pulente. Radiazioni ultraviolette. In zootecnica si sfruttano quelle contenute nella luce solare diretta per la disinfezione dei pascoli e dei paddok esterni perché è dimostrato che tutte le forme vegetative dei comuni patogeni vengono uccise, o sottoposte ad effetti negativi, entro un tempo di esposizione più o meno lungo. Verso le forme sporigene l’azione delle radiazioni ultraviolette può avvenire ritardandone la germinazione e lo sviluppo successivo, oppure arrestando la germinazione con la totale soppressione del potere germinativo ecc.. Es l’azione deleteria della luce solare diretta sulle spore carbonchiose può manifestare già dopo poche ore di intensa irradiazione solare. Sono in commercio lampade produttrici di radiazioni ultraviolette che devono agire a breve distanza (poche decine di centimetri al massimo) e su superfici perfettamente pulite, in quanto è sufficiente una leggera patina di polvere o di sporco per filtrarle e quindi neutralizzarle. In pratica esse si utilizzano solo negli ambulatori veterinari e nei laboratori. E’ da tener presente che i raggi ultravioletti sono dannose agli occhi. MEZZI BIOLOGICI Vuoto sanitario: i patogeni - tranne i microrganismi sporigeni(3), le uova di artropodi e di elminti(4), le forme di resistenza dei protozoi(5) - hanno bisogno di ospiti viventi per svilupparsi, e comunque di materiali organici per sopravvivere. Su questa necessità si fonda l’azione di risanamento degli allevamenti attraverso l’adozione della forma di gestione del ciclo “tutto-pieno-tutto-vuoto”, oppure mediante il cosiddetto vuoto sanitario. In relazione al tipo di patogeno in causa, un allevamento adeguatamente pulito può sufficientemente autodisinfettarsi se lasciato vuoto per un tempo sufficiente che varia in relazione al grado di resistenza del microrganismo da debellare. In assenza di patogeni e dopo aver effettuato una buona pulizia, per ridurre drasticamente la carica microbica dell’ambiente è sufficiente un vuoto biologico di una decina di giorni. Competizione biologica: i patogeni presenti in un substrato ricco di saprofiti(6) in piena attività biologica (concimaia, depuratore, fossa settica) vengono in parte sopraffatti e devitalizzati dai prodotti metabolici dei saprofiti stessi o di altri esseri viventi. MEZZI CHIMICI Sono i mezzi più comunemente usati per la sanificazione dell’ambiente. I mezzi chimici che vengono utilizzati appartengono a due categorie con caratteristiche chimiche e biologiche molto variabili:

Detergenti; disinfettanti.

2 Artropodi: Gli artropodi sono animali provvisti di uno scheletro esterno (esoscheletro) e di zampe articolate. 3 Microrganismi sporigeni: Sono microrganismi capaci di produrre una particolare cellula caratterizzato da un rivestimento che le rende estremamente resistente anche a marcate variazioni termiche o ai disinfettanti. 4 Elminti: Sono parassiti pluricellulari simili a vermi che vivono a spese di un ospite traendone sostentamento e arrecandogli più o meno danni evidenti. 5 Protozoi: I protozoi sono organismi unicellulari. 6 Saprofiti: organismi che vivono e si nutrono di materia organica morta o in decomposizione

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DETERGENTI I detergenti sono prodotti in grado di svolgere la propria attività biocida(7) quando possono agire su superfici pulite in seguito alla rimozione della sostanza organica presente. In questo modo i detergenti possono dimostrare la loro efficacia e limitare lo sviluppo di resistenza ai disinfettanti. La scelta dei detergenti si basa sui criteri di seguito riportati:

Superficie da trattare: liscia o con anfratti, cemento o plastica ….; Materiale organico: quantità, incrostazione, tipo di sporco in funzione della solubilità e della

difficoltà di rimozione. Per es. gli zuccheri sono solubili in acqua e pertanto facili da rimuovere, le proteine sono insolubili in acqua, solubili in alcali e molto difficili da asportare;

Soluzione del detergente: durezza dell’acqua, concentrazione; Requisiti di intervento: disponibilità di attrezzature quali idropulitrici, modalità di

applicazione, ugelli, tempi di contatto. Un corretto lavaggio e l’uso di un detergente adatto sono le condizioni necessarie ed indispensabili per ottenere la massima efficacia di un disinfettante. I risultati di apposite ricerche mettono in evidenza che un idoneo lavaggio e l’uso scrupoloso delle indicazione della ditta produttrice di un detergente hanno la capacità di ridurre del 99% la carica batterica originale. A seconda della carica elettrica che assumono in soluzione acquosa i detergenti si classificano in: Anionici; Cationici; Anfoliti.

DETERGENTI ANIONICI I detergenti anionici sono caratterizzati da: Una forte attività detergente; Scarso potere disinfettante; Non possiedono né potere corrosivo né tossico; Possono essere impiegati senza particolari precauzioni.

DETERGENTI CATIONICI I più comuni sono i sali quaternari d’ammoni che sono dotati di scarso potere detergente e di discreto potere disinfettante, sono privi di effetti tossici, caustici, corrosivi, tanto da poter essere impiegati in presenza di animali senza particolari precauzioni. Sono dotati di forte potere bagnante, che consente ad essi di penetrare facilmente nelle crepe e nelle rugosità delle superfici trattate, e, dopo l’asciugatura, lasciano un sottile film batterio-repellente. Il potere disinfentante dei quaternari viene particolarmente limitato dalla sporcizia, dalla presenza di detergenti anionici o di saponi, dagli ambienti acidi, dall’acqua ad elevato grado di durezza (ricca di calcio). Non sono efficaci negli allevamenti con brucellosi, tubercolosi, malattie virali. Nelle confezioni originali ben chiuse mantengono le loro proprietà per molti mesi, mentre nelle soluzioni pronte per l’uso mantengono la stabilità per poche ore. I detergenti cationico non possono essere miscelati con i detergenti anionici perché vengono annullate le caratteristiche sia pulenti che disinfettanti. I detergenti cationici costituiscono un gruppo di grande interesse nella pratica zootecnica, ma non bisogna pretendere azioni disinfettanti troppo radicali. Sono prodotti facili da usare e l’assenza di inconvenienti fa sì che l’impiego viene consigliato degli ambienti con basso contenuto di inquinamento batterico. DISINFETTANTI CHIMICI I disinfettanti sono un mezzo valido per il risanamento e la prevenzione di focolai di infezione in ambiente zootecnico, ma il loro uso non è l’unico mezzo per la risoluzione di problemi infettivi. Le misure di prevenzione dirette e indirette nella lotta contro le malattie devono essere sempre alla base di ogni attività zootecnica. Al disinfettante si richiede innanzi tutto di essere efficace. In molti

7 I biocidi: principi attivi e i preparati contenenti uno o più principi attivi, presentati nella forma in cui sono consegnati all'utilizzatore, destinati a distruggere, eliminare, rendere innocui o impedire l'azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici.

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casi quando l’azione viene mirata verso determinati microrganismi si richiede una specifica attività verso il microorganismo bersaglio, mentre nella maggior parte dei casi si esige che il disinfettante abbia una certa polivalenza e risulti efficace verso il maggior numero possibile di specie microbiche e possibilmente anche contro le eventuali forme durevoli (spore). I disinfettanti disponibili appartengono a differenti famiglie chimiche che agiscono con meccanismi d’azione diversi, che se correttamente impiegati HANNO UN EFFETTO BATTERICIDA con devitalizzazione dei batteri. Un loro non corretto utilizzo può provocare effetti negativi definibili come effetto: batteriostatico; inibizione della moltiplicazione dei batteri; instaurarsi di veri e propri stati di resistenza.

Nella scelta di un disinfettante non va sottovalutata l’azione negativa che può avere su alcuni prodotti a seguito degli odori e dei sapori sgradevoli che possono lasciare. L’attività dei disinfettanti viene condizionata da numerosi fattori, i più importante dei quali vengono di seguito illustrati:

a. contatto: il disinfettante agisce in maniera corretta se entra in contatto con il patogeno, quindi con molta difficoltà riuscirà ad essere efficace se i patogeni:

a.1 – si trovano dislocati in fessure e crepe di intonaco e pavimenti; a.2 – in fessure e strette fenditure, crepe, buchi ecc. dei macchinari

a meno che il prodotto disinfettante non sia molto “bagnante” o un gas ad elevata capacità di diffusione. Inoltre un disinfettante avrà scarsa capacità di azione se il patogeno è protetto da sangue, escrementi, grasso, sporcizia, ecc.

b. presenza di sostanza organica. La sostanza organica può avere effetti negativi sull’azione di un disinfettante sia per protezione fisica del patogeno che chimica, soprattutto se essa è di natura proteica.

c. Sensibilità del patogeno: non esiste un disinfettante efficace su tutti i patogeni che possono essere pericolosi per la vita degli animali; ogni disinfettante agisce più efficacemente su una categoria di patogeni.

d. Durata del contatto: fra disinfettante e patogeno il contatto deve essere efficace e durare il tempo necessario alla sua azione secondo quanto indicato dal produttore.

e. Concentrazione del disinfettante. Per concentrazione si intende il rapporto percentuale di sostanza attiva del prodotto commerciale. La concentrazione del disinfettante è importante per avere la garanzia della sua attività sui microrganismi. Anche se in genere la concentrazione è direttamente proporzionale alla sua efficacia non va dimenticato che alcune sostanze agiscono correttamente a percentuali minime di concentrazione superate le quali non si ottiene un potenziamento dell’effetto disinfettante, ma solo di rendere difficile la rimozione favorendo la contaminazione dell’ambiente e un ingiustificato aumento dei costi.

f. Quantità di soluzione disinfettante: La quantità di soluzione disinfettante è importante al fine di ottenere una uniforme distribuzione sull’intera superficie da trattare. Una ridotta quantità di soluzione non sarebbe in grado di portare il principio attivo a contatto con tutti i punti della superficie, mentre una eccessiva soluzione porterebbe ad un esagerato dilavamento della stessa.

g. Temperatura: generalmente più è alta la temperatura d’uso delle soluzioni di disinfettanti, o la temperatura ambientale in caso di disinfettanti gassosi, più è veloce e completa l’attività battericida. Le basse temperature possono ridurre l’efficacia del disinfettante come avviene per certi disinfettanti contenenti aldeidi, iodio e cloro.

h. Eventuale resistenza dei patogeni: h.1 - è un potere specifico dei microorganismi, indipendentemente dalla loro natura sporigena o meno. Ne consegue che sostanze attive su determinati microrganismi possono risultare inattive, alla stessa concentrazione, su altri; h.2 - può essere indotta da una prolungata errata utilizzazione del disinfettante che

permette al microrganismo di sviluppare efficaci contromisure. i. Durezza dell’acqua: La durezza dell’acqua rappresenta un aspetto importante per la reale

efficacia dei disinfettanti. Il frequente utilizzo di acque dure rende necessario procedere al controllo di laboratorio di tale parametro;

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j. Sinergismo: l’azione degli agenti chimici di disinfezione può essere aumentata facendo agire contemporaneamente due o più sostanze il cui risultato è maggiore di quello che si otterrebbe utilizzando singolarmente i prodotti.

PASCOLI La disinfezione dei pascoli riguarda, nella pratica, soltanto quelli contaminati da larve o uova di parassiti intestinali; in caso infatti di contaminazione con spore batteriche non vi è praticamente nulla in grado di risanare il pascolo stesso, mentre per contaminazioni con microrganismi patogeni non sporigeni è sufficiente attendere un certo tempo, variabile a seconda del grado di resistenza del patogeno, e delle condizioni ambientali (temperatura, insolazione, umidità). Nei pascoli contaminati con parassiti, specialmente con nematodi gastro-intestinali, buoni risultati si ottengono con calciocianammide, sparsa in ragione di 150-200 Kg per ettaro (in pratica la stessa quantità usata come concime). SICUREZZA DELLE OPERAZIONI I detergenti e i disinfettanti sono sostanze che possono causare danni agli operatori che necessariamente devono conoscere le caratteristiche del prodotto. Gli effetti negativi che i prodotti utilizzati possono avere sull’operatore possono essere di tipo: Cronico: es. i tensiattivi sono principi attivi in grado di asportare il film idrolipidico della pelle

predisponendo la stessa ad una disidratazione e se il prodotto viene utilizzato più volte e per lungo tempo può causare l’insorgenza di: a. Dermatiti irritative e allergie da contatto; b. Dermatiti allergiche da contatto; c. Orticaria e fotodermatiti.

Acuto: legato all’utilizzo di prodotti che hanno una elevata tossicità. Fenomeni acuti negativi si possono evidenziare anche con prodotti a bassa tossicità ma che vengono utilizzati in maniera scorretta.

Per gli operatori è fondamentale conoscere quali mezzi di protezione personale utilizzare in quanto non esiste un dispositivo di protezione generale che sia utilizzabile in qualsiasi situazione. Oppure al contrario possono essere utilizzati dispositivi di protezione particolarmente costosi e complessi al posto di altri meno costosi. La scelta dei mezzi di protezione sarà in funzione della tossicità/causticità dei disinfettanti usati e del tempo di esposizione. CONCLUSIONE Nell’uso dei mezzi chimici per l’effettuazione di un’efficace sanificazione l’operatore deve:

a. utilizzare scrupolosamente prodotti autorizzati per l’uso che si prevede farne: b. rispettare nel dettaglio le indicazione riportate nella scheda tecnica che dovrebbe

accompagnare ogni prodotto utilizzato o le indicazione specifiche che vengono riportate in etichetta;

c. deve essere informato e formato sui prodotti utilizzati per non incorrere in errori che possono portare a danni per l’operatore stesso, per l’ambiente e per gli animali.

Il Servizio Veterinario ASUR interviene con supervisione alle operazioni di sanificazione solo in caso di risanamento degli allevamenti colpiti da malattie infettive indicate nel D.P.R. n° 320/1954 (Regolamento di polizia veterinaria) e successive modifiche.

Elaborato realizzato nell’ambito del progetto di informazione nel settore agricole e forestale - n° 4589/2010 – Bando PSR Misura 1.1.1. b)c) dal titolo “Condizionalità e pacchetto igiene: valorizzazione delle produzioni nella media e bassa collina maceratese”, con la partecipazione comunitaria. La bibliografia è presso la Federazione Provinciale Coldiretti Macerata