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SANGUE E PIETRA AMANDA PITTO MELLING

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SANGUE E PIETRA

AMANDA PITTO MELLING

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SANGUE E

PIETRADedicato a tutti gli scrittori,rose di pietra in un giardino illusorio.Eternamente osservate dal mondo,in attesa di un senso compiuto,tra le mura del tempo.

Amanda Pitto Melling

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Quando guardo i suoi occhi, mi sembra di scorgere un lampo di vita, tra le palpebre dell’immobilità. Qualcosa, attor-no alla sua grigia e statica pelle, mi ricorda uno spazio sospeso nel tempo, da cui forse provengo, come tutti gli altri sognatori. Vorrei definirlo amore, ma il sentimento che provo è simile a un masochistico desiderio inconscio di annul-lare la carne, separazione tra esistenza meschina ed esistenza libera di superare i limiti umani. Per questo motivo, se qualcuno mi chiede perché io continui a proteggere il suo corpo dal fitto dei rovi e dal muschio putrido, io rispondo che preservo semplicemente la sua infinita bellezza. Non è forse mera brama di bellezza l’illusione dell’amore? E così come nasce, il sentimento più abusato, grazie alla superficialità della nostra mente, allo stesso modo muore, seccando tra il vento autunnale e i colori vividi di una sta-gione florida ormai lontana. Una spazzola morbida l’accarezza, eliminando le impurità che si depositano tra le pie-ghe smussate dagli anni. A volte mi guarda e pare abbozzare un sorriso. Credo di poter comprendere le sue preoccu-pazioni intime. Se un giorno la morte dovesse rapirmi, nessuno potrebbe mai sostituire la mia passione per lei.‘Amami, dolce anima, perché il mio cuore di pietra nulla può contro il mare impetuoso del tempo’, sembra sussurrar-mi, seppur muta, nei nostri pomeriggi .Vorrei unirmi al suo destino. Quando l’estate mi assale con il suo caldo penetrante, e gli umani raggiungono il giardi-no murato, non ho modo di sentirla veramente al sicuro. Così spesso rimango oltre l’orario di lavoro, per farle compa-gnia, e sentirmi meno in colpa. Gocce salate di sudore scivolano sulle tempie, mentre con i guanti estirpo ogni difetto. Dopo il tramonto, mio malgrado, esco dalla proprietà per raggiungere la mia dimora. Le stanze rimbombano di vuo-to, i quadri mi osservano. Barche di legno, pescatori di montagna, bordi di torrenti scuri e pini. Schizzi di una pacata giovinezza. Mentre scrivo questi pensieri, di cui in fondo mi imbarazzo, le sue parole si ripetono all’infinito nella mia testa: ‘Amami, dolce anima.’Le rare rose all’interno del giardino sono diventate di interesse pubblico da una decina d’anni. Ho creato, ispirando-mi proprio a lei, un ibrido. Una rosa mutevole allo sguardo, come la sua essenza. L’ho chiamata semplicemente ‘Sweet Rose’. I suoi petali appaiono cangianti, complici i raggi di sole che si insinuano tra le fessure dell’imponente muro di pietra. A volte sono bianco perla, con un giallo pallido che sporca le estremità, altre invece il candore si mac-chia di puro oro, mostrando una maestosa raffinatezza.

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Oggi è l’ultimo giorno. L’ultimo istante, sospeso tra lo spazio e il tempo, in cui ho potuto toccare i suoi capelli di velluto. Il mondo, distratto e desolato, pare non comprendere cos’è realmente l’amore, per un uomo che non può tornare indietro, dopo aver incontrato la sua anima affine. Ecco quindi il nostro destino, crudele solo nella sua scelta di unione tra due anime: sangue e pietra.il vostro è un pensiero di marmo, di fatua levatura, se credete che io possa vivere senza.Nulla è più vita, se non potrò estirpare i pericoli intorno alla sua terra fertile. L’edera, regina incontrastata dei luo-ghi incolti, si attaccherà saldamente alla sua esistenza, soffocandone la perfezione. Ogni istante, dedicato alla sua cura, ogni gesto delicato, ogni attenzione, saranno dunque gettati nell’oblio per deliberata volontà. Non ho modo di fermarli, agire non è strategia. Di fronte a un grande cancello di ferro robusto, che si chiude per sempre al pub-blico, e necessariamente, al mio umano passaggio, nulla possono fare le mie mani o i miei desideri. Sarà dunque la mia essenza, quel piccolo globo ancora vitale, a valicare i cancelli, dopo che lascerò il mondo terre-no. Questa notte poggerò il bicchiere sul tavolo, ed eliminando per sempre il mio sguardo stanco, raggiungerò la mia dolce anima, che di certo tra i sentieri di rose ancora perfette, mi attende con un sorriso sopito. E non saremo mai più sangue e pietra, danzando negli immensi giardini del paradiso.

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