Sandro Cruciani - La vista dei sistemi locali

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La vista dei sistemi locali Una nuova chiave lettura del territorio Statistiche per le politiche di sviluppo a supporto dei decisori pubblici Sandro Cruciani, Roma 7 luglio 2015

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La vista dei sistemi localiUna nuova chiave lettura del territorio

Statistiche per le politiche di sviluppo a supporto dei decisori pubblici

Sandro Cruciani, Roma 7 luglio 2015

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La vista dei sistemi locali del lavoro, Sandro Cruciani, Roma, 7 luglio 2015

1. Una nuova chiave lettura del territorio: i sistemi locali

2. Le innovazioni di processo e di prodotto

3. Un nuovo approccio, una nuova metodologia

4. Una nuova politica di trasparenza 5. Gli indicatori di qualità6. Il link con l’Europa7. Una nuova politica di diffusione8. La diffusione, a breve9. I SL come griglia di analisi dei

fenomeni socio-economici10. Caratteri socio-demografici dei SL11. Le specializzazioni produttive dei

territori

12. Una nuova mappa del sistema produttivo italiano

13. I differenziali di produttività e costo del lavoro

14. I risultati economici dei territori15. Performance e dinamica della

performance all’export 2008-1216. Gli scambi di beni con l’estero nei SL17. Il consumo di suolo18. Il valore culturale del territorio19. Alcune conclusioni

Sommario

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Cosa sono i sistemi locali (SL) I SL sono quei luoghi (precisamente identificati

e simultaneamente delimitati su tutto il territorio nazionale) dove la popolazione risiede e lavora e dove quindi indirettamente tende ad esercitare la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche

Come sono costruiti Costruiti sulla base dei flussi di pendolarismo

casa-lavoro, non rispettano i limiti amministrativi di regioni e province (56 sono a cavallo di più regioni, 185 di più province)

Sono 611 nel 2011, erano 683 nel 2001 La diminuzione di 72 unità (-10,5%) è l’effetto

di un incremento delle dimensioni medie, in particolare dei sistemi afferenti ai grandi centri urbani

Una nuova chiave lettura del territorio

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Un nuovo approccio, una nuova metodologia

Una nuova politica di trasparenza sulla quale l’Istat ha molto insistito

Un nuovo link con l’Europa Una nuova politica di diffusione dei

dati e dei risultati Nuove prospettive per studi e analisi

Le innovazioni di processo e di prodotto

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Le attese della comunità scientifica e di Eurostat hanno spinto l’Istat ad investire, più che in passato, nella definizione dei nuovi SLL

L’importanza scientifica ed analitica dei SLL hanno suggerito la costituzione di un Comitato tecnico-scientifico (CTS) di indirizzo ed orientamento: Presidenza (Istat) 4 membri interni 3 esperti provenienti dall’Università 4 esperti provenienti da Istituzioni o enti di ricerca

Revisione (ma non rivoluzione) dell’approccio e del metodo, adeguamento alle esperienze internazionali

Un nuovo approccio, una nuova metodologia

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Tutte le scelte fatte sono state quindi discusse internamente e successivamente sottoposte alla valutazione del CTS

L’algoritmo è descritto nel dettaglio e si caratterizza per:

Permettere l’adattamento a flussi di intensità estremamente diversa

Controllare l’auto-contenimento dei flussi di pendolarismo, sia rispetto alla domanda che all’offerta di lavoro, e la dimensione minima delle partizioni ottenute

Non richiede definizioni esterne (quali la definizione di core)

È un algoritmo single-step

Gli interventi effettuati nella fase di «fine tuning» (riallocazione dei comuni isolati e delle enclaves) sono stati puntualmente documentati

La produzione dei nuovi sistemi locali 2011 e la revisione dei sistemi locali 2001 è quindi replicabile

In accordo con CBS ed Eurostat, Istat è intenzionata a produrre un pacchetto nel SW open source R (EURO) che sarà rilasciato liberamente

Per ognuno dei 611 SLL 2011 sono stati prodotti e diffusi una serie di indicatori di qualità

Una nuova politica di trasparenza

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Gli indicatori di qualità

a) Auto-contenimento dal lato della domanda di posti di lavoro. È il rapporto tra spostamenti interni e posti di lavoro

b) Numero di comuni del SLL con indice di centralità (rapporto tra domanda e offerta netta di lavoro) superiore a 1 e con almeno 100 posti di lavoro

c) Indice di intensità relazionale all’interno del SLL: è definito come la percentuale di flussi all’interno di un SLL che connettono comuni diversi (al netto quindi degli occupati che risiedono e lavorano all’interno dei singoli comuni) sul totale dei flussi all’interno del SLL per 100. Varia tra 0 e 100.

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Il link con l’Europa

Eurostat ha lanciato una Task Force al fine di pervenire alla definizione di LMA (labour market areas) a livello europeo (hanno aderito UK, NL, PL, DE, IT, FR e HU)

La Task Force ha prodotto delle linee guida, tra le quali: I SLL sono aree appropriate per la diffusione di statistiche territoriali e per

definizione di policy I SLL completano la superficie totale dello stato; ciascun SLL è costituito da un

insieme di comuni non frazionati I SLL non devono essere troppo estesi territorialmente o troppo numerosi in

termini di occupati Istat ha partecipato attivamente ai lavori:

Sullo sviluppo teorico del concetto di LMA applicato ai paesi europei Ha realizzato lo script in R per l’applicazione di EURO Molte dei casi «anomali» sono stati evidenziati dall’applicazione di EURO al caso

italiano Questo script genera automaticamente, oltre ai SLL (lista di comuni che

appartengono ai SLL), anche statistiche sulle partizioni e cartografia

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Una delle critiche fatte in passato è stata quella di aver dato poca attenzione alla valorizzazione dei SLL

In questa tornata: È stata realizzata un’area dedicata del sito istituzionale (

http://www.istat.it/it/strumenti/territorio-e-cartografia/sistemi-locali-del-lavoro ) che contiene dati (CIS e CENPOP, matrici pendolarismo, file cartografici SHP e KMZ, cartogrammi, indicatori di qualità)

Due sistemi di interrogazione e visualizzazione dei flussi di pendolarismo: http://www.istat.it/pendolarismo/grafici_province_cartogra

fia_2011.html http://gisportal.istat.it/bt.flussi/

Il sito ospiterà i nuovi prodotti che saranno via via realizzati, compresi studi e ricerche

Una nuova politica di diffusione

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L’attività di valorizzazione dei SLL prevede anche: Il rilascio di nuovi prodotti, quali i SL 1991, una

dashboard per la consultazione dei dati Due e-book, uno dedicato ai SL, l’altro ai

distretti industriali La partecipazione dell’Istat a un Grant europeo

sulla fattibilità di «esportare» l’esperienza italiana anche negli altri paesi

Un workshop dedicato ai SL (previsto per fine ottobre)

La diffusione, a breve

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Nel Rapporto Annuale 2015 (vedi soprattutto Cap. 2) si fa un uso intensivo della griglia territoriale dei SLL, come una possibile declinazione del concetto di «luogo»

Classificazione dei SL per caratteri socio-demografici e dell’insediamento residenziale

Classificazione dei SL secondo la specializzazione produttiva prevalente

Analisi dei redditi, della ricchezza e dei conti economici delle imprese (Frame-Sbs)

La vocazione all’export Il consumo di suolo Il valore culturale del territorio: cinque gruppi di SL secondo la

loro vocazione culturale e imprenditorialità

I SL come griglia di analisi dei fenomeni socio-economici

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Caratteri socio-demografici dei SL

Nella geografia funzionale dei sistemi locali si possono distinguere 7 raggruppamenti di sistemi, omogenei rispetto alla struttura demografica, alla dinamica della popolazione e alle forme dell’insediamento residenziale. Essi presentano una marcata caratterizzazione geografica che ricalca la dicotomia Centro-nord/Mezzogiorno e delinea nettamente, in questi due macro-ambiti, le aree urbane e i territori a connotazione rurale.

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Le specializzazioni produttive dei territori

La classificazione dello spazio economico nazionale secondo le specializzazioni prevalenti dei sistemi locali, consente di delineare 17 aggregazioni

Le 17 tipologie di specializzazione produttiva dei sistemi locali individuate sono state ricomposte in 4 classi e 6 sotto-classi omogenee

Il tessuto produttivo del nostro Paese, concentrato su particolari settori e su dimensioni medio-piccole delle imprese, ha mantenuto in molti casi (272) queste caratteristiche anche a distanza di dieci anni.

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Una nuova mappa del sistema produttivo italiano

Le sotto-classi individuate sono: Sistemi locali del tessile,

abbigliamento e cuoio (60) Altri sistemi locali del made

in Italy (129) Sistemi locali della

manifattura pesante (85) Sistemi locali urbani (91) Altri sistemi locali non

manifatturieri (133) Sistemi locali non

specializzati (113)

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I differenziali di produttività e costo del lavoro (Fonte:Frame-Sbs)

Valore aggiunto per addetto (produttività) Costo del lavoro per dipendente

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I risultati economici dei territori (a)

Nei SL urbani si concentra il 50,1% del VA prodotto dalle imprese e il 45,8% degli addetti

I sei gruppi di SL del made in Italy superano di poco il 25% del valore aggiunto, mentre quelli della manifattura pesante sfiorano il 19%; per contro i 113 sistemi non specializzati non arrivano al 2,0 per cento

La distribuzione territoriale del VA per abitante presenta una variabilità molto elevata (il campo di variazione è di quasi 35 mila euro). I tre sistemi con i valori più elevati sono quelli di Pomarance (34,7), Canazei (29,1) e Milano (26,2)

Sono in totale 103 i sistemi locali, 35 dei quali sono anche distretti industriali, che presentano una produttività superiore alla media nazionale; questi sistemi pesano complessivamente per quasi il 60% del VA e per poco meno della metà degli addetti totali

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I risultati economici dei territori (b)

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Performance e dinamica della performance all’export 2008-12

Export per addetto Dinamica 2008-12 della performance all’export

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Gli scambi di beni con l’estero nei SL

Nel 2012 sostanzialmente tutti i sistemi locali esportano (l’unico sistema che non ha esportato è quello di Perdasdefogu in Sardegna)

Sono 20 i SL che contribuiscono almeno all’uno per cento dell’export nazionale (oltre il 53% del totale)

In cima alla graduatoria troviamo i sistemi locali di Milano, Torino e Roma che insieme superano il 27 per cento dell’export nazionale

Le esportazioni non caratterizzano quindi solo i sistemi a vocazione manifatturiera

La distribuzione territoriale della capacità di export risulta fortemente concentrata (indice di concentrazione 0,85)

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Il consumo di suolo

• In 160 sistemi locali (sx) c’è una forte pressione sul territorio (località edificate compatte e presenza di sprawl urbano).

• Sono molto diffusi nel Nord (dx) sistemi con densità elevata delle località edificate di grande superficie (99 sistemi)

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Il valore culturale del territorio

Legame tra territorio e risorse culturali (concetto di soft-power):

patrimonio culturale e paesaggistico

tessuto produttivo/culturale

«La grande bellezza» (70 SL, 8,1 per cento della superficie, 38,1 per cento della popolazione) è caratterizzato dalla compresenza di eccellenze sul piano della vocazione culturale dei territori

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Alcune conclusioni

La griglia dei SL, ed in particolare la loro classificazione secondo la specializzazione produttiva prevalente, consente di osservare il “paese reale” nelle sue differenze e nelle sue particolarità: il quadro che si è ottiene è quindi profondamente diverso da quello descritto dalle tradizionali partizioni amministrative

La rappresentazione del “paese reale” suggerisce che i SL siano un’ottima partizione per l’implementazione di politiche sul territorio, nell’ottica della massimizzazione degli effetti

Lo studio della performance territoriale, sia per caratteristiche strutturali che per risultati economici, ha fatto emergere il ruolo rilevante delle aree a vocazione urbana che rappresentano un asset sempre più strategico per la nostra economia .

Una alta remunerazione del fattore lavoro è uno degli elementi centrali a sostegno della tenuta e del successo di un’impresa, e dunque della prosperità di un territorio

Ha inoltre messo in luce l’importanza di alcune vocazioni produttive nei territori – come nei SL della fabbricazione di macchine e nella produzione di gioielli – che mantengono una funzione importante nel sistema economico, anche in periodi di crisi o declino del comparto manifatturiero.

Export fortemente concentrato sul territorio e ruolo non secondario delle aree urbane Maggiori approfondimenti su:

http://www.istat.it/it/archivio/159350 (Rapporto Annuale 2015) http://www.istat.it/it/strumenti/territorio-e-cartografia/sistemi-locali-del-lavoro

(area dedicata ai SL) http://www.istat.it/it/files/2015/05/ClassSL.zip (classificazioni dei SL)

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