SAN SALVATORE - SANTA GIULIA 6IORNALB DI Sabato 4 luglio ...

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6IORNALB DI BRESCIA Sabato 4 luglio 1998 IV .> 7 SAN SALVATORE - SANTA GIULIA Il vicesindaco di Brescia Giovanni Comboni e la direttrice dei Musei Renata Stradiotti tracciano le linee di gestione per il futuro La scommessa da vincere: 5Omila visitatori l’amo. Il nuovo Museo dellaCittà farà daperno per 1 intero sistema espositivo bresciano la mostra del Duemila, per la comunicazione e per le mostre temporanee. La scommessa, ora, è lan- ciata sul lungo periodo, e sulla capacità di far funzio- nare la struttura. L’obietti- vo del Comune è di racco- gliere 50mila presenze nei primi 12 mesi di apertura del Museo. «Sui musei bre- sciani muoviamo già 70mila visitatori all’anno. L’obietti- vo che ci siamo posti - spie- ga ancora il dott. Comboni - è fondato sulla consapevolez- za che sarà determinante il lavoro futuro di promozione e gestione. La mostra del Duemila dovrebbe far cre- scere ulteriormente le pre- senze (la cifra potrebbe rad- doppiare) anche attraverso un lavoro di intercettazione del flusso di turisti dall’este- ro, quelli che arriveranno in Italia attraverso i canali tradizionali del turismo esti- vo, e quelli che giungeranno anche in occasione del Giu- bileo». Il successo della nuova sede espositiva non può co- munque prescindere dal si- stema museale cittadino. Una rete non solo diffusa sul territorio, ma radicata nella storia e nella tradizio- ne, «a partire da quel Museo Patrio che proprio a Santa Giulia trovò la sua sede alla fine del secolo scorso» ricor- da la direttrice dei Civici Musei, Renata Stradiotti. «Di questa tradizione, il Mu- seo della Città esalta certi aspetti, ne recupera molti, ne approfondisce altri. Il fat- to che a Santa Giulia già nel 1882 fosse stato aperto il Museo Cristiano, ci l’ idea che nella società e nella cultura bresciana il progetto di unire il monaste- ro al concetto di musealizza- zione di una parte delle no- stre raccolte era già ben chiaro e delineato dal secolo scorso. Con il progetto di recupero si è ripensato a questa struttura museale in senso più attuale, riordinan- do e valorizzando materiali e collezioni raccolti nel cor- so dei secoli anche attraver- so donazioni e lasciti». La valorizzazione non po- teva prescindere dal luogo in cui questi materiali veni- vano collocati, e che è stato recuperato alla proprietà pubblica nella sua comple- tezza solo da pochi decenni. «Il recupero del monastero ha portato alla consapevolez- za di poter dare in questo luogo una panoramica della storia cittadina intesa nel senso più ampio del termi- ne, come storia culturale con i suoi agganci sociali e politici, perchè il monastero stesso è di per sè uno spacca- to di questa storia cittadina dall’età romana fino al seco- lo scorso, e fino ai nostri giorni se vogliamo compren- dere anche la storia del recu- pero. Il progetto non com- prende solo Santa Giulia - prosegue la dott. Stradiotti - ma da Santa Giulia arriva fino al Capitolium e Casa Pallaveri, dove il Museo Ro- mano verrà rivisto con un progetto ad hoc». Santa Giulia, insomma, sa- rà il perno centrale dell’ inte- ro sistema museale brescia- no, al quale rimanderà conti- nuamente attraverso pun- tuali riferimenti, e dell’ inte- ro! compleeso riwnumentale bresciano,,dove il visitatore potrà verificare e leggere direttamente la storia viva re sulle tre scadenzefissate, quella del 4 luglio, del 24 ottobre e del marzo ‘99. Alla volontà politica di voler aprire è seguita la costruzio- ne di una rete di rapporti nuovi con chi si doveva occupare dell’allestimento e della promozione, e con la Fondazione Cab. Un’ iniezio- ne di nuove energie, non solo finanziarie ma anche imprenditoriali e gestionali, grazie alle quali siamo riu- sciti a lavorare con uno sforzo enorme ma anche con una linearità che fino a quel momento l’ impresa non ave- va mai avuto». La collaborazione con la Fondazione Cab è nata an- che sulla base di conoscenze personali, di rapporti prece- denti con i Musei, e di una ricerca di sinergia tra pub- blico e privato portata avan- ti negli ultimi anni dagli Assessorati alla cultura di Comune e Provincia, anche attraverso Brescia Mostre. Il rapporto con la Fondazio- ne Cab si è poi sviluppato a vari livelli, attraverso la co- stituzione di quattro comita- ti paritetici, che vedono la presenza di rappresentanti della Fondazione stessa: il comitato per il Museo, per F” rse piu che la ricchezza svelata del Museo della Città di Santa Giulia, a fare scalpore, al momento del- l’apertura del complesso mo- numentale di via Musei, è l’accelerazione che il Comu- ne ha impresso, grazie an- che all’apporto della Fonda- zione Cab, ad una vicenda di recupero che, dopo vent’anni di lavori, rischia- va di diventare un monu- mento a se stessa, una «mu- sealizzazione degli scavi ar- cheologici», insomma, trop pe volte vista nel nostro Paese. La svolta è arrivata in un momento particolare: di rinnovata attenzione de- gli italiani per la cultura nazionale; di «scoperta» da parte dei bresciani - grazie anche ad una serie di mani- festazioni di livello che si sono intensificate in città e in provincia negli ultimi an- ni - di un patrimonio fino ad oggi considerato marginale rispetto ad una economia fondata sull’ industria e la finanza; di una focalizzazio- ne, infine, dell’attenzione mondiale sull’ Italia, in vista del Giubileo del Duemila. Un concorso di circostan- ze da prendere al volo, forse l’ultima occasione per ag- ganciare anche la nostra cit- tà a quell’«economia dei ser- vizi», nei quali rientrano anche i servizi culturali, che ormai fa girare il mon- do. «Il progetto di Santa Giu- lia era in stallo da molti anni - ricorda il vicesindaco di Brescia, Giovanni Combo- ni - aperto vent’anni fa co- me cantiere e proseguito tra le vicissitudini e gli impedi- menti che ben conosciamo. Di fronte a questa situazio- ne abbiamo capito che o si prendeva in mano la situa- zione, e la si gestiva in termini molto efficienti e molto manageriali, con un obiettivo preciso, oppure il progetto sarebbe morto, e Santa Giulia non si sarebbe mai aperta. Da qui la volon- ta, parten- fissazione apertura». i!lYr ’una vessa,,qui.n- ‘a vincere o ‘da perdere. &bbiamo iniziato a lavora- Come sono stati impiegati i fondi messi a disposizione del progetto Un parto d secolo di lavori e 43 miliardi e mezzo di spesa U n quarto di secolo di interventi e di lavori, soste prolungate e riprese accelerate, progettisti sul- l’altare e poi quasi nella polvere. Ma quanto è costa- to, dall’ inizio alla fine, que- sto itinerario dentro la no- stra storia e per restituire a Brescia il complesso che ospiterà il Museo della cit- tà? La risposta secca è di 43 miliardi e mezzo; ma non bastano perché il completa- mento delle opere progetta- te o solo previste richiede- rà un altro investimento significativo. Il linguaggio dei numeri è arido per definizione, ma è giusto che i bresciani i abbiano un sommario ren-X diconto di dove sono anda- ti a finire i soldi stanziati, messi a disposizione e spe- si. Cominciamo dall’ inizio, non senza avvertire che il progetto, diciamo così, per Santa Giulia comprende il Capitolium, il Teatro Ro- mano e la Casa Pallaveri. Le opere appaltate ed ese- guite più alcune forniture (opere edili, impianti elet- trici, termosanitari, di sicu- rezza, opere in ferro, vetri- ne standard e speciali, arre- damenti diversi) sono co- state 19.678 milioni, con l’arrotondamento. Per l’acquisizione delle aree ex Artigianelli, revi- sioni prezzi e Iva sono stati spesi 4.616 milioni. Altre opere già eseguite ed alcune ancora da appalta- re, forniture diverse relati- ve agli allestimenti coste- ranno circa 600 milioni. [In totale, per la voce piu con- sistente, sono stati spesi 20.852 milioni e devono,es- sere aggiunti: 917 milioni per il completamento della Loggetta e l’arredamento, 4.615milioni per spese tec- niche, acquisto immobili e Iva; 624 milioni per spese varie, revisioni prezzi e Iva. Per arrivare a 27 mi- liardi. Ai quali vanno ag- giunti 6 miliardi e mezzo spesi dal ‘79 a11’88,4 miliar- di per il Teatro Romano (lavori previsti nel W-2000,finanziamento Fri- sl) e i 3 miliardi messi a disposizione dalla Fonda- zione Folonari e altri 3 dall’Amministrazione. Per un totale, appunto di 43 miliardi e mezzo. Ventisette miliardi pro- vengono dal Fio, tre dai privati, il resto pagati dal Comune di Brescia. e. m. Il campanile della chiesa di Santa Giulia e, a destra, i lavori nel chiostro che ospita la Sezione romana della città. «L’ intervento in Santa Giulia ha comportato tutta una serie di studi e appro- fondimenti sul patrimonio artistico locale; che hanno portato a conoscenze ulterio- ri concretizzate poi nelle due mostre “Materiale per un museo” e “Brescia roma- na”, e in un convegno dedi- cato a Santa Giulia, un baga- glio di conoscenze che va visto nel suo complesso. In- sieme agli Amici dei musei e alla Regione Lombardia stiamo preparando tre volu- mi dedicati proprio a questi nuovi studi su Santa Giulia. In particolare al periodo al- tomedievale, tra i Longobar- di e i Franchi, al quale sarà dedicata la mostra del Due- mila, preparata da seminari e da un convegno». Giovanna Capretti L’antico refettorio durante i lavori (foto Eden) Il presidente della Fondazione Credito Agrario Bresciano, Alberto Folonari, ricostruisce le motivazioni che hanno portato all’accordo con il Comune per la valorizzazione del complesso 1 I Santa Gìidà, unqìàcìmnto~~ ìn cuì rìscoprire valori secohi e opportunità economiche 1 t t Un incontro tra pubblico e privato nel nomedella gestione moderna e manageriale dell’offerta culturale,conpositivi riscontriper tutta la comunità j 1 Dal 1983 opera a sostegno di iniziative culturali e sociali C ircoscrivere la collabora- zione tra la Fondazione L%npe o della Fondazione Cab nella ettura della nostra storia Ar qualcosa che fosse collegato e vicino al centro storico. Poi ci siamo resi conto del- l’ importanza e del significa- to di Santa Giulia, e del fatto che l’apertura, il far rivivere Santa Giulia poteva essere un grosso richiamo per il turismo. Ecco quindi il nostro sforzo su questo complesso monumentale. L a Fondazione Cab, che offre il suo determinan- te contributo all’apertura del Museo della città, opera dal 1983al sostegno di ini- ziative culturali e sociali. Finora si è distinta per la rilettura della propria storia nell’ intreccio con l’ intera storia economica, sociale e civile di un secolo di vita della comunità bre- sciana. La cultura e la so- cietà locale sono state infat- ti lette, nel lavoro conflui- to nei quattro volumi pro- mossi all’origine della Fon- dazione, nel centenario del- la Banca Credito Agrario Bresciano (Storia dell’eco- Ma la collaborazione at- tuale col Comune e i Civici Musei, oltre che con Bre- scia Mostre per attività edi- toriale, promozionale ed eventi espositivi, si segna- la, oltre che per l’onere economico di 7 miliardi, che ne fa la più significati- va sinergia in campo cultu- rale avviata finora a Bre- scia, per la sistematicità in più direzioni, dal concorso diretto negli arredi del er- corso espositivo in S. e iu- lia, al sostegno alla linea di produzione editoriale, alla grande mostra in program- ma per il Duemila, che celebrerà l’e oca che pre- annuncia Il uturo dei L.on- P gobardi. Credito AgrarioI%esciano e il Comune di Brescia all’ in- terno di un rapporto di ((sponsorizzazione)) - che pu- re si è rivelata preziosissi- ma per il completamento dei lavori nel complesso di San Salvatore e Santa Giu- lia - è certamente riduttivo. L’ impegno della Fondazione Cab, infatti, ha una storia ben più complessa, che va letta assieme all’opera di riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico, arti- stico e culturale cittadino, sintetizzata nella scheda qui a fianco. una partecipazione attiva al- la gestione del museo, e alla valorizzazione del patrimo- nio di arte e di cultura che ruota attorno allo storico complesso. Anche attraver- so una attività editoriale, la pubblicazione, in collabora- zione con gli specialisti del Museo, di guide e di testi monografici di divulgazione e approfondimento, che ver- ranno poi commercializzati attraverso il book-shop di Santa Giulia. f. lor. «Da tempo la Fondazione stava studiando il mezzo per prendere delle iniziative - spiega il presidente dott. Al- berto Folonari - che accanto al significato culturale aves- sero anche un significato economico. Nel senso che potessero inserire Brescia in un flusso turistico che avesse un riflesso sulle atti- vità legate al settore. Per questo avevamo pensato a grosse iniziative di livello europeo da trasferire a Bre- scia, che fossero di richia- mo per i potenziali visitato- ri e allargassero l’offerta ai musei, ai palazzi privati, alla provincia. Abbiamo a lungo cercato un contenito- re per queste manifestazio- ni, senza trovarlo. Abbiamo anche pensato a un certo momento di costruirlo, ma non era facile realizzare «L’ idea è nata un po’ alla volta, da rapporti e contatti con esponenti del Comune e dei Musei, e si è concretizza- ta l’anno scorso in una for- ma che io apprezzo moltissi- mo, perchè il Comune, oltre che affidarci la figura dello sponsor ci ha coinvolti in pieno, creando delle commis- sioni paritetiche sia per quanto riguarda l’apertura e la gestione del museo, sia per la comunicazione, sia per quanto riguarda l’even- to straordinario che sarà il culmine di questa iniziati- va, la grande mostra del Duemila, e per le altre mo- stre settoriali che verranno allestite fino al 2004. «La nostra intenzione è quella di presentare sì il Museo ma anche l’ intera città, l’ intero sistema musea- le bresciano, il complesso di opere monumentali della cit- tà e della provincia, in mo- do da preparare un “pacchet- to” di offerta culturale da proporre ai turisti che ven- gono in visita alla città». All’ interno di questo proget- to, in futuro l’attenzione del- la Fondazione Cab si focaliz- zerà sul patrimonio di palaz- zi nobiliari che arricchisce il centro storico della città. «Sono palazzi di grande tra- dizione, spesso abitati dai discendenti delle stesse grandi famiglie che li fecero costruire secoli fa - aggiun- ge il dott. Folonari - e stia- mo lavorando per coinvolge- re i proprietari nel progetto di apertura al pubblico di questi monumenti». «Questa formula sta dan- do i propri frutti perchè all’ interno delle commissio- ni paritetiche nascono idee estremamente interessanti sulla gestione di questi pro- blemi. Sono riflessioni di tipo economico, gestionale, ma anche artistico e di valo- rizzazione di tutta la struttu- ra museale)). Un’esperienza innovativa, almeno in Italia, che potreb- be fare da pilota per una gestione più moderna del patrimonio artistico e cultu- rale. Una concezione della gestione dell’arte che ragio- na in termini di profitto, «non per avere un utile fine a se stesso - spiega ancora il dott. Folonari - ma che vada a vantaggio del museo stes- so, per arricchirlo con nuo- ve acquisizioni 0 con ulterio- ri investimenti. A vantaggio dello sviluppo della cultura, insomma». E la riflessione non può non far tornare alla mente quell’ idea di «etica del profitto» che Albertano da Brescia, il notaio del Duecento a cui proprio la Fondazione Cab ha dedicato un convegno di studi qual- che anno fa, propugnava in anticipo sui tempi. «La gestione dell’arte e della cultura non può esiste re al di fuori delle regole nelle quali noi viviamo og- gi, La cultura ha dei costi notevoli: si pensi alla manu- tenzione dei monumenti, o alla gestione ordinaria di un Un’ iniziativa sicuramente importante per arricchire l’offerta culturale nei con- fronti dei visitatori che arri- vano a Brescia da fuori, ma anche per gli stessi brescia- ni, spesso inconsapevoli del- la ricchezza che la loro stes- sa città può offrire. La ftioso- fia del Museo della Città è anche questa: far riscoprire ai cittadini il patrimonio culturale di cui spesso loro stessi sono inconsapevoli, per renderli fruitori respon- sabili e, in questo modo, in grado di poter proporre con orgoglio anche ai turisti il godimento delle bellezzebre- sciane. L’attenzione e la curiosità che negli ultimi anni i bre- sciani hanno rivolto alle ma- nifestazioni artistiche che sempre piu numerose vengo- no offerte da enti pubblici e privati, fa ben sperare in un futuro in cui il «giacimento culturale» nostrano possaes- sere valorizzato e sfruttato appieno. In modo che l’arric- chimento, non solo cultura- le, possa riversarsi sull’ inte- ra comunità. gio.ca. nomia bresciana. Un secolo di sviluDioo 1883-1983) sem- pre sulfo*sfondo dei grandi mutamenti culturali e so- ciali italiani ed europei. La Fondazione Cab si è poi caratterizzata per con- vegni e pubblicazioni su personaggi-chiave del pen- siero economico e giuridi- co bresciano, dal notaio Albertano da Brescia pre- cursore nel Duecento di un’etica del capitalismo, al- l’agronomo Agostino Gal- lo, promotore nel Cinque- cento di una vera e propria riforma agraria. Altro filone d’ intervento, il sostegno alle campagne archeologiche del prof. Em- manuel Anati, fondatore e responsabile del Centro ca- muno di studi preistorici, nel deserto del Neghev. Di grande rilievo, nel 1987, è stata l’acquisizione all’asta di Christie’s a Lon- dra dei manoscritti auto- grafi di sette opere di Ga- briele d’Annunzio, in parti- colare del prezioso mano- scritto delle Vergini delle Rocce, anteriore alle versio- ni note del romanzo, del 1895 e 1896. Nel 1996 la Fondazione ha consegnato l’edizione in facsimile dei sette autogra- fi alla Biblioteca nazionale centrale «Vittorio Emanue- le II» di Roma ed al Vitto- riale degli Italiani di Gar- done Riviera. --- - .--.-.-- ~ Ritratto di donna appartenente alla famiglia dei Flavi museo. Ci sono costi incredi- bili che non è giusto che la società sopporti senza chie dere un contributo a chi utilizza questi beni. E que- sta sfida, o meglio incontro tra economia e cultura, l’ab- biamo già vissuta con il Fai (Fondo per 1 ‘Ambiente Italia- no, ndr). Mi aveva affascina- to moltissimo l’ idea di indi- viduare dei beni culturali e renderli indipendenti dal punto di vista gestionale. Ora mi ritrovo a rivivere quell’esperienza nell’ambito di Santa Giulia». Un complesso monumen- tale di grande significato storico e artistico per la città, visualizzato proprio nel Museo che si apre oggi. «La storia di Brescia impli- ca rapporti profondi con la storia nazionale e con la storia europea. Da qui il collegamento con il mondo dei longobardi e con il mon- do carolingio, su cui si im- pernierà la grande mostra del Duemila. “Il futuro dei Longobardi”.’ E una storia portatrice di valori notevoli, che sono alla base della no- stra società, del nostro vive- re e del nostro convivere. Sono valori in cui io credo moltissimo, e che sussistono nel nostro modo di fare poli- tica, di fare impresa, trasfe- riti al giorno d’oggi. «La mostra del Duemila, che sarà il momento in cui verrà consacrata l’apertura completa dell’area di Santa Giulia, sarà inoltre collega- ta alle manifestazioni sullo stesso tema dell’Europa ca- rolingia, in programma a Barcellona, York e Pader- born. Dopo questa grande esposizione, l’attività del museo proseguirà ancora con una serie di manifesta- zioni mirate, di cui si sta occupando una delle com- missioni formate in collabo- razione con il Comune)). Insomma, l’ impegno della Fondazione Cab sarà sem- pre più caratterizzato da Uno scorcio del nuovo allestimento: la Sezione romana dedicata alle necropoli (foto Eden)

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6IORNALB DI BRESCIA Sabato 4 luglio 1998 IV

.> 7 SAN SALVATORE - SANTA GIULIA

Il vicesindaco di Brescia Giovanni Comboni e la direttrice dei Musei Renata Stradiotti tracciano le linee di gestione per il futuro

La scommessa da vincere: 5Omila visitatori l’amo. Il nuovo Museo della Città farà da perno per 1 ‘intero sistema espositivo bresciano

la mostra del Duemila, per la comunicazione e per le mostre temporanee.

La scommessa, ora, è lan- ciata sul lungo periodo, e sulla capacità di far funzio- nare la struttura. L’obietti- vo del Comune è di racco- gliere 50mila presenze nei primi 12 mesi di apertura del Museo. «Sui musei bre- sciani muoviamo già 70mila visitatori all’anno. L’obietti- vo che ci siamo posti - spie- ga ancora il dott. Comboni - è fondato sulla consapevolez- za che sarà determinante il lavoro futuro di promozione e gestione. La mostra del Duemila dovrebbe far cre- scere ulteriormente le pre- senze (la cifra potrebbe rad- doppiare) anche attraverso un lavoro di intercettazione del flusso di turisti dall’este- ro, quelli che arriveranno in Italia attraverso i canali tradizionali del turismo esti- vo, e quelli che giungeranno anche in occasione del Giu- bileo».

Il successo della nuova sede espositiva non può co- munque prescindere dal si- stema museale cittadino. Una rete non solo diffusa sul territorio, ma radicata

nella storia e nella tradizio- ne, «a partire da quel Museo Patrio che proprio a Santa Giulia trovò la sua sede alla fine del secolo scorso» ricor- da la direttrice dei Civici Musei, Renata Stradiotti. «Di questa tradizione, il Mu- seo della Città esalta certi aspetti, ne recupera molti, ne approfondisce altri. Il fat- to che a Santa Giulia già nel 1882 fosse stato aperto il Museo Cristiano, ci dà l’idea che nella società e nella cultura bresciana il progetto di unire il monaste- ro al concetto di musealizza- zione di una parte delle no- stre raccolte era già ben chiaro e delineato dal secolo scorso. Con il progetto di recupero si è ripensato a questa struttura museale in senso più attuale, riordinan- do e valorizzando materiali e collezioni raccolti nel cor- so dei secoli anche attraver- so donazioni e lasciti».

La valorizzazione non po- teva prescindere dal luogo in cui questi materiali veni- vano collocati, e che è stato recuperato alla proprietà pubblica nella sua comple- tezza solo da pochi decenni. «Il recupero del monastero ha portato alla consapevolez- za di poter dare in questo luogo una panoramica della storia cittadina intesa nel senso più ampio del termi- ne, come storia culturale con i suoi agganci sociali e politici, perchè il monastero stesso è di per sè uno spacca- to di questa storia cittadina dall’età romana fino al seco- lo scorso, e fino ai nostri giorni se vogliamo compren- dere anche la storia del recu- pero. Il progetto non com- prende solo Santa Giulia - prosegue la dott. Stradiotti - ma da Santa Giulia arriva fino al Capitolium e Casa Pallaveri, dove il Museo Ro- mano verrà rivisto con un progetto ad hoc».

Santa Giulia, insomma, sa- rà il perno centrale dell’inte- ro sistema museale brescia- no, al quale rimanderà conti- nuamente attraverso pun- tuali riferimenti, e dell’inte- ro! compleeso riwnumentale bresciano,,dove il visitatore potrà verificare e leggere direttamente la storia viva

re sulle tre scadenze fissate, quella del 4 luglio, del 24 ottobre e del marzo ‘99. Alla volontà politica di voler aprire è seguita la costruzio- ne di una rete di rapporti nuovi con chi si doveva occupare dell’allestimento e della promozione, e con la Fondazione Cab. Un’iniezio- ne di nuove energie, non solo finanziarie ma anche imprenditoriali e gestionali, grazie alle quali siamo riu- sciti a lavorare con uno sforzo enorme ma anche con una linearità che fino a quel momento l’impresa non ave- va mai avuto».

La collaborazione con la Fondazione Cab è nata an- che sulla base di conoscenze personali, di rapporti prece- denti con i Musei, e di una ricerca di sinergia tra pub- blico e privato portata avan- ti negli ultimi anni dagli Assessorati alla cultura di Comune e Provincia, anche attraverso Brescia Mostre. Il rapporto con la Fondazio- ne Cab si è poi sviluppato a vari livelli, attraverso la co- stituzione di quattro comita- ti paritetici, che vedono la presenza di rappresentanti della Fondazione stessa: il comitato per il Museo, per

F” rse piu che la ricchezza svelata del Museo della

Città di Santa Giulia, a fare scalpore, al momento del- l’apertura del complesso mo- numentale di via Musei, è l’accelerazione che il Comu- ne ha impresso, grazie an- che all’apporto della Fonda- zione Cab, ad una vicenda di recupero che, dopo vent’anni di lavori, rischia- va di diventare un monu- mento a se stessa, una «mu- sealizzazione degli scavi ar- cheologici», insomma, trop pe volte vista nel nostro Paese. La svolta è arrivata in un momento particolare: di rinnovata attenzione de- gli italiani per la cultura nazionale; di «scoperta» da parte dei bresciani - grazie anche ad una serie di mani- festazioni di livello che si sono intensificate in città e in provincia negli ultimi an- ni - di un patrimonio fino ad oggi considerato marginale rispetto ad una economia fondata sull’industria e la finanza; di una focalizzazio- ne, infine, dell’attenzione mondiale sull’Italia, in vista del Giubileo del Duemila.

Un concorso di circostan- ze da prendere al volo, forse l’ultima occasione per ag- ganciare anche la nostra cit- tà a quell’«economia dei ser- vizi», nei quali rientrano anche i servizi culturali, che ormai fa girare il mon- do.

«Il progetto di Santa Giu- lia era in stallo da molti anni - ricorda il vicesindaco di Brescia, Giovanni Combo- ni - aperto vent’anni fa co- me cantiere e proseguito tra le vicissitudini e gli impedi- menti che ben conosciamo. Di fronte a questa situazio- ne abbiamo capito che o si prendeva in mano la situa- zione, e la si gestiva in termini molto efficienti e molto manageriali, con un obiettivo preciso, oppure il progetto sarebbe morto, e Santa Giulia non si sarebbe mai aperta. Da qui la volon-

ta, parten- fissazione apertura».

i!lYr ’ una vessa,,qui.n-

‘a vincere o ‘da perdere. &bbiamo iniziato a lavora-

Come sono stati impiegati i fondi messi a disposizione del progetto

Un parto d secolo di lavori e 43 miliardi e mezzo di spesa

U n quarto di secolo di interventi e di lavori,

soste prolungate e riprese accelerate, progettisti sul- l’altare e poi quasi nella polvere. Ma quanto è costa- to, dall’inizio alla fine, que- sto itinerario dentro la no- stra storia e per restituire a Brescia il complesso che ospiterà il Museo della cit- tà?

La risposta secca è di 43 miliardi e mezzo; ma non bastano perché il completa- mento delle opere progetta- te o solo previste richiede- rà un altro investimento significativo.

Il linguaggio dei numeri è arido per definizione, ma è giusto che i bresciani

i abbiano un sommario ren-X diconto di dove sono anda- ti a finire i soldi stanziati, messi a disposizione e spe-

si. Cominciamo dall’inizio, non senza avvertire che il progetto, diciamo così, per Santa Giulia comprende il Capitolium, il Teatro Ro- mano e la Casa Pallaveri. Le opere appaltate ed ese- guite più alcune forniture (opere edili, impianti elet- trici, termosanitari, di sicu- rezza, opere in ferro, vetri- ne standard e speciali, arre- damenti diversi) sono co- state 19.678 milioni, con l’arrotondamento.

Per l’acquisizione delle aree ex Artigianelli, revi- sioni prezzi e Iva sono stati spesi 4.616 milioni. Altre opere già eseguite ed alcune ancora da appalta- re, forniture diverse relati- ve agli allestimenti coste- ranno circa 600 milioni. [In totale, per la voce piu con- sistente, sono stati spesi

20.852 milioni e devono, es- sere aggiunti: 917 milioni per il completamento della Loggetta e l’arredamento, 4.615 milioni per spese tec- niche, acquisto immobili e Iva; 624 milioni per spese varie, revisioni prezzi e Iva. Per arrivare a 27 mi- liardi. Ai quali vanno ag- giunti 6 miliardi e mezzo spesi dal ‘79 a11’88,4 miliar- di per il Teatro Romano (lavori previsti nel W-2000, finanziamento Fri- sl) e i 3 miliardi messi a disposizione dalla Fonda- zione Folonari e altri 3 dall’Amministrazione. Per un totale, appunto di 43 miliardi e mezzo.

Ventisette miliardi pro- vengono dal Fio, tre dai privati, il resto pagati dal Comune di Brescia.

e. m.

Il campanile della chiesa di Santa Giulia e, a destra, i lavori nel chiostro che ospita la Sezione romana

della città. «L’intervento in Santa

Giulia ha comportato tutta una serie di studi e appro- fondimenti sul patrimonio artistico locale; che hanno portato a conoscenze ulterio- ri concretizzate poi nelle due mostre “Materiale per un museo” e “Brescia roma- na”, e in un convegno dedi- cato a Santa Giulia, un baga- glio di conoscenze che va

visto nel suo complesso. In- sieme agli Amici dei musei e alla Regione Lombardia stiamo preparando tre volu- mi dedicati proprio a questi nuovi studi su Santa Giulia. In particolare al periodo al- tomedievale, tra i Longobar- di e i Franchi, al quale sarà dedicata la mostra del Due- mila, preparata da seminari e da un convegno».

Giovanna Capretti L’antico refettorio durante i lavori (foto Eden)

Il presidente della Fondazione Credito Agrario Bresciano, Alberto Folonari, ricostruisce le motivazioni che hanno portato all’accordo con il Comune per la valorizzazione del complesso 1 I

Santa Gìidà, un qìàcìmnto~~ ìn cuì rìscoprire valori secohi e opportunità economiche 1 t t Un incontro tra pubblico e privato nel nome della gestione moderna e manageriale dell’offerta culturale, con positivi riscontri per tutta la comunità j

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Dal 1983 opera a sostegno di iniziative culturali e sociali C ircoscrivere la collabora- zione tra la Fondazione

L%npe o della Fondazione Cab nella ’ ettura della nostra storia Ar

qualcosa che fosse collegato e vicino al centro storico. Poi ci siamo resi conto del- l’importanza e del significa- to di Santa Giulia, e del fatto che l’apertura, il far rivivere Santa Giulia poteva essere un grosso richiamo per il turismo. Ecco quindi il nostro sforzo su questo complesso monumentale.

L a Fondazione Cab, che offre il suo determinan-

te contributo all’apertura del Museo della città, opera dal 1983 al sostegno di ini- ziative culturali e sociali.

Finora si è distinta per la rilettura della propria storia nell’intreccio con l’intera storia economica, sociale e civile di un secolo di vita della comunità bre- sciana. La cultura e la so- cietà locale sono state infat- ti lette, nel lavoro conflui- to nei quattro volumi pro- mossi all’origine della Fon- dazione, nel centenario del- la Banca Credito Agrario Bresciano (Storia dell’eco-

Ma la collaborazione at- tuale col Comune e i Civici Musei, oltre che con Bre- scia Mostre per attività edi- toriale, promozionale ed eventi espositivi, si segna- la, oltre che per l’onere economico di 7 miliardi, che ne fa la più significati- va sinergia in campo cultu- rale avviata finora a Bre-

scia, per la sistematicità in più direzioni, dal concorso diretto negli arredi del er- corso espositivo in S. e iu- lia, al sostegno alla linea di produzione editoriale, alla grande mostra in program- ma per il Duemila, che celebrerà l’e oca che pre- annuncia Il uturo dei L.on- P gobardi.

Credito AgrarioI%esciano e il Comune di Brescia all’in- terno di un rapporto di ((sponsorizzazione)) - che pu- re si è rivelata preziosissi- ma per il completamento dei lavori nel complesso di San Salvatore e Santa Giu- lia - è certamente riduttivo. L’impegno della Fondazione Cab, infatti, ha una storia ben più complessa, che va letta assieme all’opera di riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico, arti- stico e culturale cittadino, sintetizzata nella scheda qui a fianco.

una partecipazione attiva al- la gestione del museo, e alla valorizzazione del patrimo- nio di arte e di cultura che ruota attorno allo storico complesso. Anche attraver- so una attività editoriale, la pubblicazione, in collabora- zione con gli specialisti del Museo, di guide e di testi monografici di divulgazione e approfondimento, che ver- ranno poi commercializzati attraverso il book-shop di Santa Giulia.

f. lor.

«Da tempo la Fondazione stava studiando il mezzo per prendere delle iniziative -

spiega il presidente dott. Al- berto Folonari - che accanto al significato culturale aves- sero anche un significato economico. Nel senso che potessero inserire Brescia in un flusso turistico che avesse un riflesso sulle atti- vità legate al settore. Per questo avevamo pensato a grosse iniziative di livello europeo da trasferire a Bre- scia, che fossero di richia- mo per i potenziali visitato- ri e allargassero l’offerta ai musei, ai palazzi privati, alla provincia. Abbiamo a lungo cercato un contenito- re per queste manifestazio- ni, senza trovarlo. Abbiamo anche pensato a un certo momento di costruirlo, ma non era facile realizzare

«L’idea è nata un po’ alla volta, da rapporti e contatti con esponenti del Comune e dei Musei, e si è concretizza- ta l’anno scorso in una for- ma che io apprezzo moltissi- mo, perchè il Comune, oltre che affidarci la figura dello sponsor ci ha coinvolti in pieno, creando delle commis- sioni paritetiche sia per quanto riguarda l’apertura e la gestione del museo, sia per la comunicazione, sia per quanto riguarda l’even- to straordinario che sarà il culmine di questa iniziati- va, la grande mostra del Duemila, e per le altre mo- stre settoriali che verranno allestite fino al 2004.

«La nostra intenzione è quella di presentare sì il Museo ma anche l’intera città, l’intero sistema musea- le bresciano, il complesso di opere monumentali della cit- tà e della provincia, in mo- do da preparare un “pacchet- to” di offerta culturale da proporre ai turisti che ven- gono in visita alla città». All’interno di questo proget- to, in futuro l’attenzione del- la Fondazione Cab si focaliz- zerà sul patrimonio di palaz- zi nobiliari che arricchisce il centro storico della città. «Sono palazzi di grande tra- dizione, spesso abitati dai discendenti delle stesse grandi famiglie che li fecero costruire secoli fa - aggiun- ge il dott. Folonari - e stia- mo lavorando per coinvolge- re i proprietari nel progetto di apertura al pubblico di questi monumenti».

«Questa formula sta dan- do i propri frutti perchè all’interno delle commissio- ni paritetiche nascono idee estremamente interessanti sulla gestione di questi pro- blemi. Sono riflessioni di tipo economico, gestionale, ma anche artistico e di valo- rizzazione di tutta la struttu- ra museale)).

Un’esperienza innovativa, almeno in Italia, che potreb- be fare da pilota per una gestione più moderna del patrimonio artistico e cultu- rale. Una concezione della gestione dell’arte che ragio- na in termini di profitto, «non per avere un utile fine a se stesso - spiega ancora il dott. Folonari - ma che vada a vantaggio del museo stes- so, per arricchirlo con nuo- ve acquisizioni 0 con ulterio- ri investimenti. A vantaggio dello sviluppo della cultura, insomma». E la riflessione non può non far tornare alla mente quell’idea di «etica del profitto» che Albertano da Brescia, il notaio del Duecento a cui proprio la Fondazione Cab ha dedicato un convegno di studi qual- che anno fa, propugnava in anticipo sui tempi.

«La gestione dell’arte e della cultura non può esiste re al di fuori delle regole nelle quali noi viviamo og- gi, La cultura ha dei costi notevoli: si pensi alla manu- tenzione dei monumenti, o alla gestione ordinaria di un

Un’iniziativa sicuramente importante per arricchire l’offerta culturale nei con- fronti dei visitatori che arri- vano a Brescia da fuori, ma anche per gli stessi brescia- ni, spesso inconsapevoli del- la ricchezza che la loro stes- sa città può offrire. La ftioso- fia del Museo della Città è anche questa: far riscoprire ai cittadini il patrimonio culturale di cui spesso loro stessi sono inconsapevoli, per renderli fruitori respon- sabili e, in questo modo, in grado di poter proporre con orgoglio anche ai turisti il godimento delle bellezze bre- sciane.

L’attenzione e la curiosità che negli ultimi anni i bre- sciani hanno rivolto alle ma- nifestazioni artistiche che sempre piu numerose vengo- no offerte da enti pubblici e privati, fa ben sperare in un futuro in cui il «giacimento culturale» nostrano possa es- sere valorizzato e sfruttato appieno. In modo che l’arric- chimento, non solo cultura- le, possa riversarsi sull’inte- ra comunità.

gio.ca.

nomia bresciana. Un secolo di sviluDioo 1883-1983) sem- pre sulfo*sfondo dei grandi mutamenti culturali e so- ciali italiani ed europei.

La Fondazione Cab si è poi caratterizzata per con- vegni e pubblicazioni su personaggi-chiave del pen- siero economico e giuridi- co bresciano, dal notaio Albertano da Brescia pre- cursore nel Duecento di un’etica del capitalismo, al- l’agronomo Agostino Gal- lo, promotore nel Cinque- cento di una vera e propria riforma agraria.

Altro filone d’intervento, il sostegno alle campagne archeologiche del prof. Em- manuel Anati, fondatore e responsabile del Centro ca- muno di studi preistorici, nel deserto del Neghev.

Di grande rilievo, nel 1987, è stata l’acquisizione all’asta di Christie’s a Lon- dra dei manoscritti auto- grafi di sette opere di Ga- briele d’Annunzio, in parti- colare del prezioso mano- scritto delle Vergini delle Rocce, anteriore alle versio- ni note del romanzo, del 1895 e 1896.

Nel 1996 la Fondazione ha consegnato l’edizione in facsimile dei sette autogra- fi alla Biblioteca nazionale centrale «Vittorio Emanue- le II» di Roma ed al Vitto- riale degli Italiani di Gar- done Riviera.

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Ritratto di donna appartenente alla famiglia dei Flavi

museo. Ci sono costi incredi- bili che non è giusto che la società sopporti senza chie dere un contributo a chi utilizza questi beni. E que- sta sfida, o meglio incontro tra economia e cultura, l’ab- biamo già vissuta con il Fai (Fondo per 1 ‘Ambiente Italia- no, ndr). Mi aveva affascina- to moltissimo l’idea di indi- viduare dei beni culturali e renderli indipendenti dal punto di vista gestionale. Ora mi ritrovo a rivivere quell’esperienza nell’ambito di Santa Giulia».

Un complesso monumen- tale di grande significato storico e artistico per la città, visualizzato proprio nel Museo che si apre oggi. «La storia di Brescia impli- ca rapporti profondi con la storia nazionale e con la storia europea. Da qui il collegamento con il mondo dei longobardi e con il mon- do carolingio, su cui si im- pernierà la grande mostra

del Duemila. “Il futuro dei Longobardi”.’ E una storia portatrice di valori notevoli, che sono alla base della no- stra società, del nostro vive- re e del nostro convivere. Sono valori in cui io credo moltissimo, e che sussistono nel nostro modo di fare poli- tica, di fare impresa, trasfe- riti al giorno d’oggi.

«La mostra del Duemila, che sarà il momento in cui verrà consacrata l’apertura completa dell’area di Santa Giulia, sarà inoltre collega- ta alle manifestazioni sullo stesso tema dell’Europa ca- rolingia, in programma a Barcellona, York e Pader- born. Dopo questa grande esposizione, l’attività del museo proseguirà ancora con una serie di manifesta- zioni mirate, di cui si sta occupando una delle com- missioni formate in collabo- razione con il Comune)).

Insomma, l’impegno della Fondazione Cab sarà sem- pre più caratterizzato da

Uno scorcio del nuovo allestimento: la Sezione romana dedicata alle necropoli (foto Eden)