San Francesco di Paola e S. Pio di Pietralcina, due Santi a confronto...

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a c u r a d i G E R A R D O B O N I F A T I

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Amministrazione Comunale di CastrovillariSindaco: Franco BlaiottaAssessore al Turismo: Anna De Gaio

Pro Loco di CastrovillariPresidente: Paolo SalvaggioDirettore: Gerardo Bonifati

Con il contributo di:

In collaborazione con:

Consulenza storica: Gianluigi TrombettiFotografie: Giovanni Amato, Pino IazzolinoConsulenza scientifica: Renato Mannarino, Minella Bloise, Luigi Troccoli

Ufficio StampaComune di Castrovillari - Resp. Giampiero BrunettiPro Loco di Castrovillari - Resp.Michele Martinisi, Marianna Vetere

Grafica: Davide De SeptisStampa: Print Design

Si ringrazia:JOLLY HOTEL • COMAUTO • TORRE INFAME • SITEL COSTRUZIONIPUBBLIGAIA • NEW IMAGE • PRINT DESIGN • VIDEO GAMES

COMUNE DI SAN GIOVANNI ROTONDOAssessore al Turismo: Giuseppe Siena

COMUNE DI PAOLA

ASSOCIAZIONE CULTURALE PAOLA MOSTRA

FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARIPresidente: Benito Ripoli

si ringraziano inoltre:I Parroci di Castrovillari

Don Nicola ArcuriChiesa SS. Trinità

Don Carmine De FrancoChiesa Sacri Cuori

Padre Adolfo della TorreChiesa San Francesco

Don Franco OlivaDon Giovanni MaurelliChiesa San Girolamo

Don Federico BarattaDon Norberth SethoChiesa Santa Maria dell’Aiuto

Don Carmine De BartoloSantuario Santa Maria del Castello

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Indice

IntroduzioneFranco Blaiotta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5Sindaco della Città di Castrovillari.Paolo Salvaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6Presidente della Pro Loco del Pollino.Anna De Gaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7Assessore al Turismo Città di CastrovillariGesualdo Panebianco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8Presidente del Lions Club di Castrovillari.Andrea Caparelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8Presidente del Rotary Club di Castrovillari.Lucia Sancineto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 9Presidente del Kiwanis Club di Castrovillari.Vincenzo Elio Stabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 9Presidente Gas Pollino di Castrovillari.

Francesco di Paola e Padre Pio: due esempi di singolare santità ed umanità. . . . . . pag. 10di Gerardo BonifatiL’attualità di Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 11di P. Giovanni Cozzolino, O.M.Francesco di Paola: testimonianze. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13a cura del comune di Paola.

Vita, messaggio e opere di San Francesco di Paolae dell’Ordine dei Minimi dal 1500 ad oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 14a cura del Comitato Nazionale del Quinto Centenario della Morte di San Francesco e dellaCuria Generalizia dell’Ordine dei MinimiFrancesco di Paola in Italia e nel Mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28a cura della rivista “La Voce del Santuario”Francesco di Paola: “Miracoli” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34di Mario Montalto.

San Francesco di Paola e San Padre Pio da Pietrelcina,Due umiliati della carità lungo le strade degli uomini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 38di Giovanni ScaraleSan Francesco di Paola e San Padre Pio da Pietrelcina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 39di Don Nicola Arcuri.Il cammino di Padre Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 40di Elia Stelluto.La vita di San Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 59nelle illustrazioni del Perrimezzi a cura di Gianluigi Trombetti.Iubilaeum Figurarum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 86di Giacomo Vercillo.Collettiva d’arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 94a cura di Enzo Bruno e Pino Iazzolino.Da Francesco di Paola a Padre Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 95di Francesco Di VastoSan Francesco di Paola alla corte dei Re di Francia, apostolo di conversione . . . . . pag. 108di Michele BartelliSan Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 110a cura di Gianluigi Trombetti sotto l’egida dei Lions Club di CastrovillariFrate Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 111di Gianluigi TrombettiCastrovillari e le sue Radici Francescane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 122a cura di Pietro De LeoLa storia dei due Santi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 123

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Franco BlaiottaSindaco dellaCittà di Castrovillari

È con grande gioia e con grande orgoglio che la Città di Castrovillari siappresta a vivere un altro momento di grande interesse culturale e sociale, que-sta volta, legato alla cultura più profonda, quella dell’anima, della fede e dellacarità. Con le mostre dedicate a due straordinarie figure della Cristianità, qualisono San Francesco di Paola e San Pio da Pietrelcina, esempi luminosi e pro-fetici di fede e coerenza spirituale, che hanno scritto pagine splendide e ricched’insegnamenti, si vuole offrire al visitatore una meditazione visiva sul messag-gio e l’immagine stessa dei due Santi, che certamente può fornire stimoli e sug-gestioni per la crescita morale e culturale di ognuno. I santi sono come dei fari;hanno indicato agli uomini le possibilità di cui l’essere umano dispone. Perquesto sono interessanti anche culturalmente, indipendentemente dall’approc-cio culturale, religioso e di studio con cui li si avvicini. Un grande filosofo fran-cese del XX secolo, Henry Bergson, ha osservato che i più grandi personaggi dellastoria non sono i conquistatori ma i santi. In tempi più recenti il Papa ha definito isanti come coloro che traducono il divino nell’umano, l’eterno nel tempo. In sessant’annidi vita religiosa, trascorsi quasi tutti a San Giovanni Rotondo, Padre Pio si èdedicato interamente alla preghiera ed al ministero della riconciliazione e delladirezione spirituale. Tutto raccolto in Dio, portando sempre nel suo corpo lapassione di Gesù, la sua vita è stata un incessante combattimento spirituale,sostenuto con le armi della preghiera, centrata nei sacri gesti quotidiani dellaConfessione e della Messa. Le sue stimmate, come quelle di San Francescod’Assisi, erano opera e segno della divina misericordia, che mediante la Crocedi Cristo ha redento il mondo. I Gruppi di preghiera e la Casa Sollievo dellaSofferenza: ecco due “doni” significativi che Padre Pio ci ha lasciato. Pensatae voluta da lui come ospedale per i malati poveri, la Casa Sollievo dellaSofferenza fu progettata fin dall’inizio come struttura sanitaria aperta a tutti,ma non per questo meno attrezzata degli altri ospedali. Padre Pio la volle, anzi,dotata dei più avanzati strumenti scientifici e tecnologici, perché fosse luogo diautentica accoglienza, di amorevole rispetto e di efficace terapia verso ognipersona sofferente. Quanto, poi, ai Gruppi di preghiera, essi furono da luivoluti come baluardi di luce e d’amore nel mondo. Al contrario del Santo diPietralcina, San Francesco di Paola ha attraversato per tutta la sua esistenza,mari e monti, portando la parola di Dio in ogni dove. La mostra iconograficadedicatagli cade nei festeggiamenti dedicati al cinquecentenario della suamorte; il Santo è il figlio più illustre della Calabria e rappresenta per tutti unsimbolo di fede ma anche e soprattutto un esempio di responsabilità, altruismoed impegno civico. San Francesco ha inciso profondamente nella storia del suotempo e continua ad incidere grazie all’autorevole spiritualità di membridell’Ordine dei Minimi da lui fondato; con una vita segnata da un profondoamore alla preghiera, dal desiderio di solitudine per entrare in colloquio conDio; difensore dei poveri e degli emarginati, ha fatto sì che la devozione popo-lare di tutti i tempi nei suoi confronti si sviluppasse in gran parte proprio tra iceti sociali più poveri, a testimonianza di quanto egli li abbia amati e aiutati.Dunque due momenti assolutamente unici per la nostra Città, che, speriamo,servano ad avvicinarci ancora di più al fascino e al mistero di questi “fari”immensi di spiritualità. E, forti di un passato civile e culturale ancorato profon-damente nelle radici cristiane, possano essere esempi da imitare per costruire,insieme alle nuove generazioni, un domani migliore.

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Due Santi a confronto: San Pio da Pietrelcina e San Francesco di

Paola. Il primo ha lasciato la vita terrena nel 1968 per raggiungere la

casa del Padre, il secondo ci ha lasciato cinquecento anni fa ma è sem-

pre vivo e venerato dalle generazioni passate e presenti. San Pio e San

Francesco, due uomini dall’animo semplice e nobile, umili servi di Dio,

due uomini con caratteri diametralmente opposti ma entrambi spinti

ad agire dalla grande fede in nome di Dio. Animati entrambi dalla giu-

stizia sociale, l’uno, San Pio, è inserito ormai a pieno titolo, tra le più

grandi ed amate personalità della Chiesa; l’altro, San Francesco di

Paola, la cui vita segnata da grandi miracoli, lunghe meditazioni, ed

assoluta povertà, fa dell’amore verso Dio e verso gli uomini l’unico

scopo della propria esistenza. Il Santo calabrese, inoltre, pur vivendo

in Calabria, si caratterizzò come grande europeista. Non rimase, infat-

ti, estraneo alle vicende dell’antico continente, tanto che si occupò di

questioni politiche a favore della Santa Sede, intervenendo, tra l’altro,

presso il Re di Francia.

La Pro Loco di Castrovillari non poteva restare insensibile nell’oc-

casione del quinto centenario della morte di San Francesco ed ha volu-

to rendere omaggio al nostro Santo ed a San Pio, ricordandoli nel tra-

mite di un’importante manifestazione, quale è “Due Santi a con-

fronto”, con proiezioni di film e documentari, collettive d’arte e per-

sonali, mostre figurative e fotografiche, e con un importante convegno

che dovrà sottolineare il confronto delle due importanti figure religiose.

L’occasione è giusta per rimarcare ancora una volta che la Pro

Loco di Castrovillari, sempre vicina ai grandi eventi che hanno segna-

to la nostra terra, non è soltanto folklore, ma anche storia e cultura.

Paolo SalvaggioPresidente della

Pro Loco del Pollino

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E’ sicuramente una delle iniziative più importanti chel’Amministrazione patrocina per i contenuti e la portata. In occasionedei 500 anni della morte di San Francesco di Paola, essa ha volutounire, in un gemellaggio, tutto mediterraneo, i tratti più salienti delpatrono principale della Calabria e di uno dei Santi più venerati delMezzogiorno d’Italia: Padre Pio da Pietrelcina.L’evento è grande, pregno di significato, sia per la gente del Pollino

che per la cittadinanza di San Giovanni Rotondo con cui Castrovillariha voluto creare questa sinergia, grazie anche alla collaborazione dellaPro loco, del Lions, Rotary e Kiwanis, consapevoli del messaggio chesi eleva e parte dal momento che si va a creare tra enti locali per unapiù profonda cooperazione.Cultura, tradizione, senso religioso, devozione popolare si mescole-

ranno, così, nel segno della integrazione tra i popoli per la quale lanostra città ha antiche consuetudini. Queste ribadiscono il senso del-l’appuntamento che vuole rimettere al centro, oltre la personalità,l’umanità e la tensione di due grandi Santi, anche l’amore dei popolicalabrese e pugliese per la propria identità, di cui Castrovillari, da sem-pre, è una stazione geografica spartiacque.Insomma l’iniziativa è uno strumento straordinario, d’azione inter-

culturale fra regioni diverse, che favorisce un incontro umano , cuce le“diversità”, crea autentici legami di amicizia fra giovani e persone allaluce di quella ecumenicità di cui è intrisa e pervasa l’iniziativa “DueSanti a confronto”.Con questa consapevolezza la chiesa locale sosterrà il percorso

dove tutto è stato pensato per far conoscere la storia e le antiche radi-ci di due comunità al fine di evidenziarne non solo l’immenso valoredel loro patrimonio religioso, culturale e artistico, ma anche per trac-ciarne la motivazione di un comune sentire in un cammino teso allacomunione e all’affetto fra le genti, quale più alto valore della nostraterra, notoriamente patria di Santi e Beati.

Anna De GaioAssessore al TurismoCittà di Castrovillari

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Il venire a conoscenza, da parte del Direttivo del Lions Club diCastrovillari, del cinquecentenario della morte di San Francesco di Paola nel-l’anno 2007 ed il decidere di celebrare questo evento con la manifestazionepiu’importante del nostro anno sociale è stato un tutt’uno.Con la conferenza sulla figura del Santo e sulle testimonianze del suo pas-

saggio nel territorio del Pollino, prevista per il 21 aprile p.v. e con la mostra ico-nografica che seguirà, fino al 29 aprile, abbiamo voluto dare testimonianzadella vita e dell’opera di un grande santo, si, ma anche di un uomo coraggio-so e forte, calabrese nel modo di sentire ed europeo, ante litteram, nella visio-ne della storia.Con gioia e con orgoglio abbiamo aderito all’invito, da parte della Pro

Loco del Pollino e della Amministrazione Comunale, di inserire le nostremanifestazioni nell’ambito della rassegna di eventi “Due Santi a confronto” alfine di dare maggiore spessore e visibilità al pacchetto di proposte culturali, nelloro insieme.Un ringraziamento sincero, personale ed a nome del nostro sodalizio, a

chi, con la propria disponibilità e collaborazione, ha reso possibile la realizza-zione delle manifestazioni:-a tutti i proprietari degli oggetti esposti, per la fiducia accordataci;-al Comando dell’Arma dei Carabinieri, per l’accoglienza offertaci;-all’impareggiabile Gianluigi Trombetti per la pazienza, la dedizione e

l’amicizia dimostrataci.

E’ stato con grande piacere che ho accolto l’invito rivoltami dalla localePro Loco e dall’ Amministrazione Comunale, a partecipare, insieme agli altridue Club di servizio presenti in Città, all’organizzazione di una così rilevantemanifestazione, che nel 500° Anniversario della morte di San Francesco diPaola, vuole lasciare una traccia indelebile della presenza del Santo e del Suoordine nella Città del Pollino.Il piacere di essere presente come CLUB ROTARY di Castrovillari, si

accresce ulteriormente per la concomitanza, nelle stessa manifestazione, deltributo che si vuole ossequiare ad un altro Santo, SAN PIO da PIETRELCI-NA, che nella nostra popolazione ha da tempo rappresentato un costante rife-rimento in termini di devozione, di culto e di preghiera.Nella consapevolezza mia personale, e di tutto il C.D. del Club, che mi

onoro di presiedere, di aver contribuito, se pur in minima parte, alla realizza-zione di una manifestazione che avrà un sicuro successo atteso che, l’imposta-zione artistica –culturale che è stata data dalla Pro Loco di Castrovillari chespazia dalla mostra di pittura e di fotografia, alla proiezione di film e documen-tari, al convegno storico – religioso che mette a confronto la vita e l’attivitàsvolta dai due Santi, e per finire alla realizzazione del catalogo che ci ha vistiimpegnati direttamente, mi piace ricordare che questo nostro intervento rien-tra nei canoni del dettato internazionale del Rotary, che ha voluto, in partico-lare per A. R. 2006/2007, porre in essere tutte le azioni possibili finalizzate allapromozione del territorio in cui ogni Club opera.

Gesualdo PanebiancoPresidente del

Lions Club di Castrovillari

Andrea CaparelliPresidente del

Rotary Club di Castrovillari

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È con entusiasmo che il Kiwanis Club di Castrovillari ha accolto l’invito acollaborare alla manifestazione “Due Santi a Confronto”, organizzatadall’Amministrazione Comunale di Castrovillari e dalla Pro Loco, in occasio-ne dei 500 anni dalla morte di San Francesco di Paola. L’entusiasmo nascedalla pregevole iniziativa di mettere a “confronto” San Francesco di Paola eSan Pio, due santi per i quali la popolazione di Castrovillari nutre una grandedevozione.La manifestazione, ricca di avvenimenti, offre l’opportunità di avere una

visione d’insieme della grandezza e, soprattutto, del forte senso religioso che haanimato e contraddistinto la vita dei due santi. La realizzazione di un catalo-go per documentare parte della manifestazione, nasce dall’intento di finalizza-re l’evento a scopi benefici seguendo quella “caritas” umana che i due santicelebrati ci hanno lasciato in eredità, e perseguendo quella finalità di “servi-zio” che anima l’esistenza di ogni Club Service. Grazie, quindi, a tutti coloroche, con il loro contributo, si renderanno parte attiva nella realizzazione dellapregevole manifestazione.

Impossibile non sostenere un’ammirevole iniziativa che mette aconfronto due frati che, per diverse situazioni, rappresentano l’orgogliodei Calabresi. Da un lato l’Uomo della Carità, San Francesco di Paola,che ha convertito i più potenti della terra e sostenuto con forza inegua-gliabile gli umili, dall’altro, Padre Pio, che con la sua carità sociale siadoperò e si impegnò per alleviare dolori e miserie di tante famiglie.Una prestigiosa iniziativa e un pensiero generoso per tutti i castro-

villaresi, e non solo, ai quali si fornisce un’occasione ineguagliabile perl’approfondimento della conoscenza di due uomini di così alto valore.

Lucia SancinetoPresidente delKiwanis Club di Castrovillari

Vincenzo Elio StabilePresidenteGas Pollino di Castrovillari

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FRANCESCO DI PAOLA E PADRE PIO: DUE ESEMPI DI SINGOLARE SANTITA ED UMANITA

Ricorre l’anniversario della morte di S. Francesco di Paola. Sono trascorsi cinquecento anni, ma il carisma del Santo Calabrese e’ancora vivo ed operante tra la gente. Pertanto l’occasione e’ propizia per patrocinare un evento culturale che intende promuovere unariflessione a tutto campo su due eminenti figure di Santi che hanno segnato indelebilmente la spiritualità cristiana con il marchio delfuoco ardente della loro carita’ e del sentimento profondo della fede che trasforma e suggella la vita dell’uomo e della sua storia: SanFrancesco di Paola e San Pio da Pietrelcina.Il confronto tra questi due “campioni” della Chiesa richiama alla memoria antiche consuetudini, peraltro rammentate da Dante

Alighieri, nell’XI del Paradiso, quando il domenicano S. Tommaso pronuncia il panegirico di S. Francesco d’Assisi, così come un fran-cescano e’ chiamato a tessere gli elogi di S. Domenico.Noi, molto più umilmente rispetto alle vette raggiunte dal divin poeta, intendiamo fornire uno stimolo ed un contributo alla rea-

lizzazione di questo evento celebrativo, in cui arti come la pittura, la scultura, la fotografia, il cinema, sono chiamate ad illustrare ed adivulgare ancor più la vita e l’opera dei due Santi.Diversi anzitutto i contesti e le epoche storiche in cui vissero: età umanistico/rinascimentale per il primo, età dell’individualismo e

della crisi della ragione per il secondo. Diversi anche i temperamenti: S. Francesco di Paola rivelo’ fin dall’infanzia doti di umiltà edocilità all’obbedienza, vocazione all’eremitaggio, slancio verso la preghiera e predilezione per uno stile di vita rigorosamente austero;punto di riferimento essenziale per la gente ed i poveri della Calabria, consigliere nelle necessità spirituali, ma soprattutto pratiche dellavita; instancabile divulgatore del suo modello di vita Cristiana, santo taumaturgo e prediletto dai potenti della corte gallica, suo mal-grado - (fu strumento di pacificazione politica tra la Francia di Luigi XI ed il papa ed il re di Napoli, favorevoli ad un accordo tesoall’abolizione della Pronumatica Sanzione di Bourges – 1438 – ); apprezzato e ricercato tanto dalla gente semplice che dai dotti dellaSorbona, fu santo anche flessibile e promotore dal puro eremitismo del vero e proprio cenobitismo (Giulio II approvò nuovi ordini perle suore ed i laici – 1506); famoso in vita, oggetto di culto dopo la morte.Ben altro temperamento quello di San Pio, personalità visionaria e di intrigante valenza mistica; cultore in età giovanile, di studi

classici e particolarmente filosofici, oltre che teologici. Fautore, anche suo malgrado, di una popolarità del passa parola, propenso adesperienze mistiche soprannaturali, particolarmente quelle della coronazione di spine e della flagellazione, famoso per la straordinariacapacità di intercessione per le grazie fisiche e spirituali, “fenomeno mistico”, ma altresì capace di malcelata ritrosia e netta chiusuraverso l’autorità ecclesiastica, cosa che alimentò continue polemiche ed accuse di “bluff ”, psicopatologie di natura isterica, autolesioni-smo, persino l’etichettatura di “imbroglione” e plagiatore. Dunque, una personalità definita “istrionica”, alimentatore di forme di fedepopolare ritenute arcaiche, ma proprio per questo di grande fervore passionale.In conclusione, portatore di un desiderio di serenità fatto di inquietudine ed immani lotte interne ed esterne. Due temperamenti,

due diverse maniere di vivere la fede ed il fervore mistico e tuttavia entrambi, sia pure in modi diversi, presenti tra la gente, l’uno amiracolare itinerando, l’altro a scuotere e stigmatizzare risanando e travolgendo.

Gerardo Bonifati

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L’ATTUALITA DI FRANCESCO DI PAOLA

S. Francesco è UNA PREDICA SALUTARE che fa della comunicazione, dell’azione concreta, dell’impegno mora-le i veicoli per la contaminazione del bene, una esemplarità che stimola l’atto di libertà personale del soggetto, di liberae cosciente adesione ai valori della vita, della libertà del bene attraverso non il verbalismo-tipico dei nostri tempi, mamediante la concretezza dell’agire, che fa della comunicazione lo strumento per diffondere e affermare i principi delladignità e della sacralità dell’uomo. Tutta la vita di Francesco di Paola è attraversata dalla ricerca dell’ESSENZIALITÀ,di ciò che riconduce l’uomo alla verità dell’esistenza. Lontano dalla mondanità e dal consumismo l’essenzialità rappre-senta per l’uomo del XXI secolo un vero e proprio richiamo a tutti quei principi vitali che possono garantire uno svilup-po sostenibile e trasmettere ai giovani quel patrimonio naturale che l’umanità del passato ci ha tramandato.Al discorso sull’essenzialità si lega quello sulla meditazione. MEDITAZIONE intesa come ritorno a se stessi, come

ricerca del silenzio quale bisogno del soggetto-persona di ritrovare il senso della propria esistenza allontanandosi dalrumore caotico di una quotidianità che brucia il tempo a vantaggio del nulla, che rincorre ciò che è superficiale a disca-pito del vero. La meditazione è ritorno alla Natura ed ai suoi valori e in Francesco di Paola vi è una comunione spiritua-le con la natura e con il mare tanto da poter affermare che in Lui il pensiero ecologico è vita, è quotidianità, è ricerca diconsonanze con la Natura vissuta all’insegna del dialogo, del rispetto e della tutela responsabile. IL PEREGRINAREdi Francesco di Paola si intreccia anche con il suo impegno per la pace che trova nei suoi viaggi un motivo conduttore.E’ evidente che il viaggiare si lega alla speranza che costituisce per Francesco di Paola un atteggiamento fondamentale eun timbro che lo caratterizza come viaggiatore in cammino verso Dio. Inoltre, FRANCESCO È L’UOMO CHE SCE-GLIE E SI LASCIA SCEGLIERE: l’impegno per la scelta della vita è il valore fondamentale che un giovane può coglie-re in San Francesco di Paola. Scegliere non è facile, perché la paura di assumersi delle responsabilità fa rimandare al futu-ro ogni decisione. Si rischia così di non vivere, ma di lasciarsi vivere, perché non si può fare a meno di confrontarsi congli avvenimenti, che, o si governano con intelligenza e responsabilità o si impongono a noi. La vita richiede che l’uomone assuma il comando, guidandola con le proprie scelte e decisioni, non lasciandosi trasportare dalle correnti come unabarca alla deriva Per questo, FRANCESCO È L’UOMO TUTTO DI UN PEZZO: Su questo aspetto San Francescodi Paola può dare un’altra lezione di vita, perché, conoscendo i suoi comportamenti, lo possiamo definire un uomo tuttodi un pezzo. Non ha ceduto dinanzi alla cultura dominante del tempo, incline ad una visione mondanizzata e secolariz-zata della vita, scegliendo il rigore dell’austerità eremitica e quaresimale.Quando gran parte della chiesa reputava sorpassate certe forme penitenziali e i suoi stessi frati lo giudicavano un po’

esagerato nelle disposizioni penitenziale lasciate nella Regola, egli tenne ferme le sue scelte, appellandosi all’amore di Dio(A chi ama Dio tutto è possibile) e alla libera scelta dell’uomo (accettare la penitenza in spirito di libertà). FRANCESCO,poi, CI INSEGNA L’IMPREVEDIBILITÀ della vita cristiana secondo lo Spirito Santo “Con Cristo nello Spirito alPadre”: si consegna all’azione dello Spirito Santo, tanto che da eremita diventa,poi, il fondatore più giovane di un Ordine

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religioso ed è in continuo dinamismo, seguendo la volontà del Signore sin dalla tenera età. Non rimane a S. MarcoArgentano perché non è la volontà di Dio, compie un pellegrinaggio vocazionale per comprenderla, si ritira in una grot-ta a Paola, accoglie i primi compagni, fonda altri eremi in Calabria e a 67 anni per volontà del Papa va in Francia.RECUPERA LA DIMENSIONE CRISTIANA DELLA “PERICOLOSITÀ”: in una società e in una Chiesa mon-danizzata, Francesco recupera la sequela autentica e radicale nel praticare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo e, perquesto, tutta la sua vita diventa pericolosa contro la comoda quiete, le false sicurezze, va controcorrente e diffonde, conil suo carisma penitenziale, voglia di vivere contro una vita insignificante . Per questo, TESTIMONIA LA DIMEN-SIONE CRISTIANA DEL “PORTARE SCOMPIGLIO”: egli non è innocuo per chi lo incontra, diventa problemaper i potenti difendendo l’uomo da ogni ingiustizia, porta scompiglio nella vita di chi si ritiene giusto e arrivato e a tuttiinsegna l’esigenza fondamentale della conversione, come capacità di riconoscersi peccatore e di progredire sempre dibene in meglio sino alla fine della vita. FRANCESCO INCARNA IL DONO CRISTIANO CHE È “IL CORAG-GIO DI NON AVERE PAURA”: non presenta una vita cristiana facile ma austera, è chiaro nella sua proposta peni-tenziale che sfocia nella carità per vivere una vita dignitosa umanamente e per seguire il Signore e, per, questo, non scen-de a compromessi con la mediocrità e una vita senza sogni. Francesco, pieno di Spirito Santo è UN GIGANTED’EQUILIBRIO, che emerge nella storia della Chiesa per l’unità che ha saputo dare nel vivere in perfetto equilibro ladimensione contemplativa che è già azione e la dimensione attiva che è piena di contemplazione.Infine, Francesco è l’uomo dellaGIOIA che è una delle note caratteristiche della sua vita: egli ha dato serenità e gioia

a quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo in vita. Nelle testimonianze rilasciate ai Processi di Canonizzazione è ricor-rente l’osservazione: “e tutti ritornavano contenti”.La gioia che egli offriva non dipendeva solo dall’utile che la gente poteva trarre dall’incontro con lui, perché non tutti

ottenevano il miracolo che chiedevano. Quanti di loro hanno dovuto accettare l’invito a prepararsi a ben morire! La gioiaera frutto di una pace interiore che S. Francesco dava, prospettando i valori della vita, indicando la radice e il fondamen-to del senso della vita.La gioia può nascere solo quando sono chiare le motivazioni per cui vivere è il significato che dobbiamo dare alla fati-

ca del vivere quotidiano. Era quanto San Francesco offriva invitando a vivere nel timore di Dio, a guardare verso l’eter-nità, a vivere nell’onestà del dovere quotidiano, ad accettare i sacrifici della vita come spazio di crescita della propriadignità.

P. Giovanni Cozzolino, O. M.

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Francescodi Paola:testimonianzemostra itinerante delSanto Calabresea cura del Comune di Paola

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“Vita, messaggio e opere di

San Francesco di Paola e

dell’Ordine dei Minimi

dal 1500 ad oggi”.

Ventisette iconografie a cura del Comitato

Nazionale del Quinto Centenario della Morte

di San Francesco e della Curia Generalizia

dell’Ordine dei Minimi

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“Francesco di Paola

in Italia e nel mondo”.

Fotografie e didascalie a cura della

rivista “La Voce del Santuario” -

Basilica San Francesco di Paola

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Paola 1440-1446 Paterno Calabro 1444

Corigliano 1458Spezzano 1453

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Milazzo 1464 Napoli 1483

Roma 1494

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Genova 1487 PalermoPiazza San Francesco di Paola

CagliariVia Sardegna

FirenzeQuartiere Oltrarno

TorinoVia Po

ParmaVia D’Azeglio

GrottaglieVia XXV Luglio

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Lugo di RomagnaCorso Garibaldi

MilanoVia Montenapoleone

BrasileRio de Janeiro

MessicoSaltillo

SpagnaSiviglia

Rep. CecaVranov

SpagnaBarcellona

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FranciaTours

Stati UnitiLos Angeles

Chicago - TexasNew York

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Francesco di Paola:

“Miracoli”.

Dieci sculture in bronzo del maestro

Mario Montalto

San Francesco fa restituire i ferri dal suo asinelloal fabbro avaro.

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San Francesco guarisceil barone di Belmonteda una piaga cancrenosa.

San Francesco richiama invita dalla fornace ardente

l’agnello Martinello.

San Francesco spezza unamoneta d’oro e ne fa uscire

vivo sangue.

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San Francesco resuscita ilnipote Nicola.

San Francesco trattiene imacigni mentre precipitano.

San Francesco fa tornare invita i pesci alla tavola di ReFerdinando d’Aragona.

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San Francesco guariscela cieca di Paola.

San Francesco attraversalo stretto di Messina sul

mantello.

San Francesco tiene tra lemani carbone acceso

innanzi al legato del Papa.

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SAN FRANCESCO DI PAOLA E SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA, DUE UMILIATI DELLA CARITA LUNGO LE

STRADE DEGLI UOMINI.

Una curiosità: cosa può accomunare Francesco di Paola e Padre Pio da Pietrelcina, due santi vissuti a circa mezzo millen-nio di distanza l’un l’altro? Il primo ha percorso quasi tutto il XV secolo in cui si conclude il medioevo e si apre l’era moderna;il secondo invece è stato testimone di due sanguinosi conflitti mondiali e di ideologie aberranti che hanno segnato profonda-mente l’umanità avviandola verso una trionfante mercificazione globale. Due contesti storici tanto diversi ma che ribadisconola solitudine delle creature.Riconsiderando quanto si sa della biografia del Santo calabrese e confrontandola con quella dello Stimmatizzato del

Gargano, si possono evidenziare differenze che finiscono per convergere e analogie belle e buone. San Francesco intraprende lavia del Signore dopo l’esperienza traumatica del pellegrinaggio a Roma e in altri santuari. Ha dodici anni e, nauseato dalmondo, si rifugia in una grotta per vivere in penitenza e preghiera fino a quando alcuni giovani lo scovano e si uniscono a luiformando il primo nucleo degli Eremiti di San Francesco d’Assisi, che poi saranno i Frati Minimi. Con l’aiuto del popolo costruiscela prima Casa, rimanendo per umiltà frate laico. Il ragazzo Francesco Forgione, nato povero,sente naturaliter la chiamata allaregola dell’Assisiate ed entra in un convento cappuccino col nome di Fra Pio ed è ordinato sacerdote. Il suo corpo è ben pre-sto aggredito da malanni che non l’abbandoneranno più; il suo regime alimentare ordinario richiama la penitenza quaresima-le del Santo di Paola. La grotta calabrese è la cella garganica. Uguale la devozione alla Madonna e all’Arcangelo Michele, l’al-tissimo messaggero della Charitas che unisce i due santi quotidianamente. San Francesco raccomandava la devozione alle cin-que piaghe, che Padre Pio portò visibili nel suo corpo per mezzo secolo. Ambedue meravigliarono la terra d’elezione: SanFrancesco con miracoli straordinari come quello del passaggio dello Stretto di Messina sul suo mantello, una soluzione attualis-sima che metterebbe d’accordo tutti ad eccezione degli uomini d’affari; Padre Pio trasformando un deserto di pietra in un for-midabile centro di cura del corpo e dello spirito.Difesero i diseredati della dignità umana l’uno con memorabili invettive contro i signorotti e i principi, l’altro con la parola

e attivando posti di lavoro.La loro popolarità ha due origini diverse: l’uno attraversò a piedi scalzi le strade del prossimo; l’altro restò nel suo conven-

to per 52 anni. Si pensi al viaggio verso la Francia del 1483, impostogli da Papa Sisto IV, per volere di Luigi XI, alla sua per-manenza nella corte nella più totale rinuncia e alle folle che accorrevano. Folle che continuano a salire su per i gradoni delPromontorio garganico. Un altro ideale li accomunava: la famiglia. La volevano serena numerosa, in armonia con gli insegna-menti di Gesù.Due uomini di preghiera assidua necessaria come l’ossigeno; due uomini che in epoche di trionfante raziocinio colsero la

maestà di Dio con l’estasi, col trasfondersi nella Luce suprema. Spesso si è parlato di loro come di due attardati taumaturghimedievali, di campioni di un modo di vivere la fede tipico del Sud.Si è parlato a torto, si è usato il solito luogo comune dei superficiali.Che cosa rende unici, senza tempo e quindi attualissimi questi due protagonisti del sentire cristiano?Per ritrovare se stessi, per imporsi a se stessi, per attuare la liberazione assoluta, bisogna rinunciare a tutto per il prossimo:

essere gli umiliati della carità, dove il termine umiliati richiama il suo etimo humus. Il motto dei Frati Minimi è Charitas; sulla fac-ciata di Casa Sollievo vi è la laude francescana della Caritate.Chi si spoglia di tutto, ha tutto, perché ha la piena dignità di creatura. Ecco perché San Francesco di Paola poteva parlare

con fierezza contro gli oppressori, scardinare i loro convincimenti di potenza e di violenza; ecco perché la realtà crocifissa diPadre Pio mandava in crisi i responsabili del convivere civile.

Il mondo si salva abbandonando la brama mercificante. Padre Pio ha rivissuto l’ideale che fu di Francesco di Paola edel loro padre comune il serafico Francesco d’Assisi. Liberare l’opulenza dal suo carico di violenza.

Giovanni Scarale

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SAN FRANCESCO DI PAOLA E SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA.

Studiare i santi, scrutare la loro ansia d’Infinito, tentare di sollevare i veli del mistero che li avvolge, il più delle volteesprime una dolce, recondita nostalgia d’Assoluto, un inconsapevole desiderio di santità. E se la santità, tra l’altro, signi-fica incarnare, per quanto è possibile a creatura umana, la perfezione evangelica, non contiene anche l’anelito di trasfon-dere in altri tale desiderio?In un momento in cui molti, malati di angoscia, lamentano una insoddisfazione interiore, un vuoto esistenziale, una

vita priva di significato, quest’evento diventa una proposta: riscoprire il bisogno metafisico dell’essere umano, così benindividuato e soddisfatto dai “Due Santi a Confronto”: San Pio da Pietrelcina e San Francesco di Paola.L’unica fonte di santità è Dio. Ma per giungere alla Fonte e placare la sete di eternità che lo tormenta, lo spirito via-

tor deve percorrere una via “stretta”, lunga, difficile, disseminata di ostacoli, in cui corre il rischio di smarrirsi, di cadere.Una via che solo i santi, cioè coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione (Ap. 9,14), avendola già battuta, possonoindicare. San Pio da Pietrelcina, immagine vivente di Cristo, dopo averla percorsa ne è divenuto segno, punto di riferi-mento e perciò itinerario che conduce a Dio. San Francesco di Paola, dopo 500 anni, è rimasto segno tangibile di chi hapercorso la stessa strada scegliendo la libertà, la giustizia e la carità, come qualità della vita proposta da Gesù Cristo, pene-trandola nel pragmatismo dell’agire per comunicare ancora al mondo contemporaneo la dignità e la sacralità dell’uomo.In queste pagine li seguiremo in tutte le loro tappe, dall’infanzia al beato transito, nell’evoluzione ascetica che sconfi-

nerà nella più alta mistica, cercando di penetrare, in punta di piedi e per quanto ci sarà consentito dalla Grazia, gli arca-ni misteri di due anime immense.In genere, la scoperta di un uomo e della sua risposta ai doni trascendenti che lo Spirito effonde può e deve aiutare a

vivere la santità cristiana cui sono chiamati “i figli della luce”.Posto l’assunto che la conoscenza genere l’ammirazione, l’ammirazione la devozione e la devozione l’imitazione,

anch’io mi auguro, insieme a tutti i sacerdoti della città di Castrovillari - grati alla Pro Loco e all’AmministrazioneComunale, in particolare al Dott. Gerardo Bonifati e alla Prof.ssa Anna De Gaio – che la celebrazione di quest’eventocon le sue belle ed armoniche iniziative, con la lettura di questo sussidio, porti tutta la nostra gente a puntare lo sguardocon fede verso la realtà escatologica. Si incammini spedita su questa via, bagnata dalla sofferenza di chi ci ha già prece-duto, ma altresì cosparsa da tanto amore.

Don Nicola Arcuri

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Il camminodi Padre Pio

mostra fotografica delSanto di Pietrelcina

di Elia Stelluto

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ELIA STELLUTO

Negli anni quaranta frequentavo molto il convento di S.Giovanni Rotondo ero ragazzo e anda-vo spesso dai frati, sia per servire la S.Messa che per mangiare qualcosa, erano tempi duri e i fratici aiutavano. Non potrò mai dimenticare P. Agostino da S. Marco in Lamis (il Padre spirituale diP. Pio n.d.r.) che sembrava burbero ma in realtà con noi ragazzi era tanto dolce. La prima cosa checi insegnò fu la dottrina cristiana. Durante questi momenti ho conosciuto Padre Pio.Un giorno dopo aver servito la messa andammo in giro per il convento, ma non c’era niente

da mangiare, neanche per i Padri cappuccini, era una giornata nera. Andammo verso il paese (eraprimavera e i mandorli già davano i frutti), ci fermammo poco lontano dal convento vicino a unabacheca dove c’era l’immagine di P. Pio e ci mettemmo a mangiare le mandorle fresche. Ad uncerto momento uscì una signora che ci rimproverò perché avevamo rubato le mandorle ancoraamare. Io risposi che non stavamo rubando ma mangiando. Tanta era la fame che non c’eravamoresi conto del sapore. Allora la signora ci invitò a scendere gli scalini verso il piano sottostante.Timidi e impauriti ci preoccupammo: pensavamo che la signora chiamasse i carabinieri o ci dessedelle botte. Invece fu tanto gentile e ci offrì un pezzo di pane con un po’ di zucchero. Guardandociintorno scoprimmo che quella non era una casa ma un negozio (il primo negozio di souvenir dedi-cato a P.Pio, n.d.r.). Abresh il titolare,aveva delle foto bagnate da fare asciugare sul tavolo. La signo-ra disse a me personalmente: “Cosa fai durante il giorno” risposi “vagabondo per il paese”.Purtroppo a causa della guerra, le scuole servivano ad accogliere gli sfollati di Foggia duramentebombardata dagli alleati. Allora la signora mi chiese se ero disponibile a comprare qualcosa persuo conto nelle case private perché non c’erano negozi a S. Giovanni Rotondo e la casa degliAbresh era distante tre chilometri dal paese al quale era collegata da una mulattiera. Fu così checominciai a frequentare casa Abresh e ad appassionarmi all’arte della fotografia.Poco tempo dopo comprai una modesta macchina fotografica con la quale cominciai a scatta-

re foto a P. Pio nel convento, cosa tassativamente proibita a tutti i fotografi professionisti, compre-so il mio maestro Abresh.Quando P. Pio mi vide per la prima volta con la macchina fotografica mi chiese: “Guagliò, che-

v’è chella macchina” (“ragazzo cosa è quell’aggeggio). Gli risposi che era una macchina fotografi-ca e subito cominciai a scattargli le prime foto e dopo averle sviluppate e stampate, il giorno dopole mostrai a P. Pio, il quale mi disse apertamente che alcune di esse non gli piacevano. Il mio mae-stro Abresh era invece contentissimo del fatto, perché le foto erano bellissime.Da allora tutti i giorni andavo al convento e scattavo tante foto, giocando con la macchina foto-

grafica che lo stesso P. Pio prendeva spesso in mano per osservarla.Io ero un adolescente ed Abresh era contento in quanto riusciva ad arricchire, tramite le foto

che io scattavo, il suo archivio fotografico.

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Casa natia aPietrelcina.

Antico convento di S. Giovanni Rotondo.

Padre Pio da giovane.

Padre Pio da gio-vane con le stim-mate, ricevute il

20 settembre 1918.

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Padre Pio incontra ifigli spirituali.

Padre Pio benedice una Corona del Rosario.

Elia Stelluto avvisa Padre Pio che stava perscattare una foto col flash.

Padre Pio benedi-ce una statuettadella Madonna diFatima.

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Padre Pio con alcunigiocatori del Foggia.

Padre Pio benedice l’assemblea.

Padre Pio ammalato, 1959.

Padre Pio celebrala messa nel-

l’inaugurazionedella Casa

Sollievo dellaSofferenza (1956).

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Inaugurazione dellaCasa Sollievo della

Sofferenza.

Padre Pio dialoga con i bambini.

Inaugurazione della Casa Sollievo dellaSofferenza.

Inaugurazionedella CasaSollievo dellaSofferenza.

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Nel decennale dellaCasa Sollievo unfiglio spirituale dialo-ga con P. Pio (1966).

Padre Pio recita il Rosario sul matroneo.

Padre Pio si reca al seggio elettorale.

Padre Pio al seg-gio elettorale.

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Padre Pio benediceun reparto della Casa

Sollievo.

Il Cardinale Lercaro celebra la Messa inoccasione del decennale della Casa Sollievo(1966).

Padre Pio celebra la Messa insieme con gliammalati nella Casa Sollievo dellaSofferenza.

Panoramica dellaCasa Sollievo neldecennale del-l’inaugurazione(1966).

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Padre Pio recita ilRosario nella veranda.

Padre Pio confessa un bambino.

Padre Pio confessa gli uomini.

Padre Pio confes-sa le donne.

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Elia Stelluto riesce afar posare Padre Pio

in veranda.

Padre Pio con l’attore Carlo Campanini.

Padre Pio benedice P. Antonio Gambaleprima della sua missione in Africa.

Padre Pio conAldo Moro.

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I Vescovi di varienazioni visitano P. Piodurante il ConcilioVaticano II.

Padre Pio a colloquio con lanipote Pia Forgione.

I Vescovi di varie nazioni visitano P. Piodurante il Concilio Vaticano II.

Padre Pio allaFesta dei

Carabinieri(5 giugno 1962).

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Padre Pio riceve lacorrispondenza.

I volti di Padre Pio.

Padre Pio legge ai presenti un pensiero scrit-to per un battesimo (anni ‘50).

I volti di Padre Pio.

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Padre Pio si ritiranella sua stanza.

Padre Pio impartisce la prima comunione atre ragazzi nella sua ultima messa

(22 settembre 1968).

Un fedele offre alcune mentine a P. Pio.

Padre Pio impartiscela prima comunione atre ragazzi nella sua

ultima messa(22 settembre 1968).

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Padre Pio dona la suabenedizione alla fine

della sua ultimamessa

(22 settembre 1968).

Padre Pio e Francesco Morcaldi, sindaco diSan Giovanni Rotondo.

Padre Pio dona la sua benedizione alla finedella sua ultima messa(22 settembre 1968).

I volti di Padre Pio.

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Padre Pio dialoga conun bambino.

Padre Pio riceve un suo figlio spirituale.

Padre Pio benedice una statua di GesùBambino.

Padre Pio celebrala Messa nell’an-niversario dellasua ordinazione(10 agosto 1968)quaranta giorniprima della sua

morte.

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Padre Pio dopo averbenedetto l’assemblea

viene colto daun collasso.

Padre Pio dopo aver benedetto l’assembleaviene colto da un collasso.

Padre Pio celebral’ultima messa(22 settembre1968).

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Il corteo funebre.

Il corteo funebre nel centro storico di SanGiovanni Rotondo.

Il corteo funebre.

La morte di Padre Pio.

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San Giovanni Rotondo,2 maggio 1999.

Roma, Piazza San Pietro, 16 giugno 2002.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II in pellegri-naggio a San Giovanni Rotondo.

San Giovanni Rotondo, 2maggio 1999.

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Roma, Piazza San Pietro,16 giugno 2002.

San Giovanni Rotondo, 16 giugno 2002.

Reliquia di SanPadre Pio daPietrelcina venera-ta nella Chiesa diSan Pietro diFiesso Castenaso -Bologna.

San Giovanni Rotondo, 16 giugno 2002

Roma, PiazzaSan Pietro, 16giugno 2002.

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La vita diSanFrancescodi Paolanelle illustrazioni delPerrimezzia cura di Gianluigi Trombetti

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LE 120 TAVOLE TRATTE DALLA VITA DI S. FRANCESCO DI PAOLA SCRITTA

DA MONS. GIUSEPPE M. PERRIMEZZI

La prima edizione della sua “ Vita di San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine deiMinimi” venne scritta da Giuseppe Maria Perrimezzi, dello stesso Ordine e poi Vescovodi Ravello e Scala nel 1719.Sin da allora questa biografia è stata considerata tra le più complete , una vera miniera

di notizie storiche che attraverso un apparato critico e rigoroso ha permesso di risolvere ipunti più controversi della vita del Santo Taumaturgo Calabrese. Certo lo stile in cui erastata compilata non era scevro da ampollosità e barocchismi tipici, però, del tempo e delloscrivere di un prelato che con il suo dire tendeva alla glorificazione e maggiore conoscenzadella vita, delle opere e dei miracoli del Grande Fondatore dell’Ordine dei Minimi.Questa prima edizione in italiano faceva seguito a una più antica biografia in latino che

lo stesso Perrimezzi aveva pubblicato a Roma nel 1707. Edizione mai più ripetuta.Nel corso dell’Ottocento furono diverse le riedizioni della versione del 1719 e quella di

cui presentiamo le tavole illustrative, ben 120, è precisamente quella del 1841, in due volu-mi, editi a Napoli per i tipi della ”Reale Tipografia della Guerra”, curati da LuigiBaccigalupi.Come si diceva ben 120 tavole disegnate e incise da diversi autori: Morelli, Molino,

Duglia, Mariani, Sardi, Riccio e in massima parte da un certo Recchia, che risulta disegna-tore e incisore, secondo le ormai sperimentate tecniche di stampa che facevano dellaCapitale del Regno delle Due Sicilie, uno dei mercati librari più attivi e conosciuti d’ Italia.Esse mostrano un tratto semplice ed accattivante che ben riflette i vari episodi della vita delSanto, rappresentata in maniera completa anche negli episodi che sono da ritenersi piùmarginali.Significative per noi abitanti dell’area del Pollino, sono le due tavole che illustrano il

miracolo delle impronte che il Paolano lasciò su Monte Sant’Angelo, posto tra Castrovillarie Morano, all’atto di benedire la Calabria durante il viaggio che lo portò alla corte di LuigiXI di Francia e il recupero della pietra da parte di un monaco dell’Ordine, che, stranamen-te, è del tutto simile, nelle fattezze, al Santo.Queste orme sono oggi custodite metà a Roma e metà a Morano nella chiesa della

Maddalena.Gianluigi Trombetti

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S. Francesco di Paola. Effige ritratta dal-l’originale che si trova nel Vaticano.

Veduta del Monastero di Paola.

Voti che si fanno da’genitori del nostroSanto a ragion di una malsania di occhi

che grandemente trafiggevalo.

Dice i più aspri rimproveri a taluni cherecitavan la prece del SS. Rosario seduti e

col capo scoperto.

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E’ veduto estatico in una Cappella dellasua Chiesa quando dovea in vece essere incucina a dispor le imbandigioni, le qualinon però di meno bellamente apprestate

trovaronsi.

Arrivo al Monastero di San Marco ove ilPaolano vestì le lane sacrifiche del Santo

di Assisi.

Adorazione che fa il santo di conserva coigenitori al limitare della stanza di S.

Francesco d’Assisi.

Con un mucchio di incesi carboni cheprende con le ignude mani induce un oltra-montano ad aggiustar fede ai suoi veridici

detti.

Conferenza che egli tiene co PP. Cassinesicirca il suo divisamento di voler ridursi in

solitudine.

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S. Francesco di Paola predica alle gentiaccorse nella grotta per ammirarlo.

Apparizione dell’Eterno Padre a S.Francesco di Paola.

S. Francesco d’Assisi apparisce al Santo diPaola e segna col bastone la pianta della

Chiesa.

S. Francesco di Paola fa miracolosamentealzare e trasportare da un operajo una pie-

tra di enorme peso.

Fa addurre a tal Giovanni della Rocca duepesantissime travi, una su gli omeri, l’altra

sotto il braccio.

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Entra impavido in una ardente fornace dicalcina che era lì lì per ruinare, e rafferma

le pietre, ed ammorza le fiamme.

Cavallo senza guida che adduce aFrancesco due sacchi di bianco e caldopane per satisfare la fame degli Operai.

Estasi di Francesco di cui il capo vedesicircondato di tre folgoreggiante Corone.

I discepoli istantemente preganoFrancesco per avere le regole dell’Ordine.

Un Angelo dal Cielo reca al Santo daPaola il Cappuccio.

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L’Arcangelo Michele presenta a Francescouno splendente scudo su cui è scritto

Charitas.

Il Santo da Paola fa che torni miracolosa-mente in vita Niccolò figlio di sua sorella

Brigida.

Il santo fa uscir vivo da fornace ardente dicalcina un suo agnellino mangiato

da taluni operai.

Il Paolano mercè di alcune frutta restitui-sce incontinente a perfetta sanitàPolissena Marchesa di Geraci.

Convince di furto un suo operaio invitan-dolo a tuffare le braccia in una caldaia di

bucato bollente.

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Inalzasi con la mente a Dio, mentre friggealcuni pesci, i quali sebbene abbrustolati,pure, con le sue mani che mette nell’oliobollente li piglia ben cotti e senza danno.

Lanciasi impavido entro le fiamme, e conatto di potestà sovrumanal’estingue incontinente.

Inteso Francesco in una valle al travaglio,gli cade addosso dall’alto della collina uncarro da portar legna, per forma che, but-tatolo a terra, gli sloga tutte le coste esemivivo il lascia su di quel suolo.

Conforta Francesco di soavi speranze ilgenitore presso all’ultima dipartita.

Perviene Francesco in Paterno, ed onore-vole incontro riceve da quella gente.

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Ad argomento di innumerevoli guarigionidispensa il Paolano ingente quantità difrutta miracolosamente da lui ritrovate.

Arresta nel nome dell’Onnipotente unosmisurato sasso, la caduta di cui a molti

arrecava irreparabil morte.

Era lì lì per ruinare giu una muraglia, enel nome glorioso di Gesù sì la fermò il

Paolano che per lunga stagionerimase in quella postura.

Al cader d’abbondosa pioggia, mentre tuttifuggono, egli solo non si move puntoi e ditanta acqua neppure una goccia videsi

caduta su le vestimenta.

Niun fonte essendo, con cui ammorzarpotessero gli operai l’ardente sete, con uncolpo di bastone ne provvide abbondevol-

mente Francesco da Paola.

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Comanda ad uno smisurato sasso, che siscosta, e pronto quello ubbidisce

al cenno di Lui.

A torre dall’altrui animo un mal concepitosdegno, fa crescere Francesco bellamente,ed in un attimo sette piante di castagne.

Forma il Paolano con lo sputo angelicovolto da mostruoso pezzo di carne, cheappiccato a simmetrico corpicciuolo erasi

dato alla luce da mobilissimadonna di Paterno.

richiama dall’eterno sonno di morte un talGiovanni di Torre, cui un gran tralcio dicastagno avea spento le aure di vita.

Sana al postutto Angiola da Figlino conspedirle alcune fragole, che coglie a pièd’una quercia nella brunale stagione.

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Risana Francesco con una mela un fanciul-lo, cui si erano gravamenteenfiati gli occhi ed il viso.

Unge con l’olio di una lampana la pestamano di Giovanni della Porta, cui tostorende sana ed atta agli usitati lavori.

Con uno strumento da lavorare fa racqui-stare la salute a Domenicodetto Minico da Paterno.

Tagliassi con un fendente il piede unlegnaiolo, e Francesco applicandovi del-l’erba saldò la piaga ed il fè spedito al

consueto cammino.

Fa sparire il Paolano ogni cicatrice dalcapo di Bernardino di Florio, che era stato

segno a contusioni,e ad ammaccature.

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Con un bagno di acqua tiepida risana ilPaolano il braccio di Antonio d’Alessio suocongiunto, cui ostinata enfiagione apporta-

va indicibile sommo dolore.

Travagliate eran due femmine dalle scrofo-le orribilmente; ed il Santo da Paola sol il

toccandovi disperse quellacagion morbosa.

Invia una candela di bianca cera a giovi-netta, che travagliata veniva da atrocidolori di parto, e tosto quella da in luce

leggiadro e vezzoso bimbo.

Un Casentino racquista il ben dell’intellet-to mercè di Francesco, sendo vana tornata

ogni cura igienica.

Il Santo arresta l’incendio di una selva esalva i suoi legnami a questa vicini.

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Il Paolano fa ad un tratto inverminire lacarne portata da un Secolare

al suo refettorio.

Ripiegato il pio Paolano a misericordiarende libero un villico daldiabolico invasamento.

Fa cenno ad una pianta di moro, che sidividesse per mezzo, con che attuta gli adi-

rati animi di due nobili germani.

Sovrumana virtù del Santo di Paola nelsoffrire e domare la insolenza del

principe delle tenebre.

Con volto sereno tollera Francesco chedue demoni si fan bersagliodell’innocente suo corpo.

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Ritrae in nulla offeso da calcinosa voragi-ne un suo fraticello, ed alcuni giovinastri

ivi miseramente caduti perdivina disposizione.

Fassi il pio Paolano a riconfortare un idro-pico; e non si tosto il segna di croce che

sano lo rende nel corpo emigliore nel cuore.

Predizione di Francesco nel gittare le fon-damenta del suo Monistero in Corigliano.

Fa tornare a coscienza e ravvedimento unainiqua maliarda con averle discoperte le

occulte sue ribalderie.

I seguaci di Maometto invano cercano didar l’assalto al monistero di Corigliano,

chè a sua difesa vegliavadall’alto il Santo Paolano.

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Patrocinio di Francesco del suo monisteroin Corigliano con liberarlodall’invasione de Turchi.

Dona tre fichi a Giovanni Magrino, cuipredice improvviso incendio (come al

postutto avverassi) tosto chedivisi quei venissero.

Mirabile portento! Comandava Francescoad un rivoletto di seguire la traccia segna-

ta dal suo bastone ed il rivolettoubbidiente il seguiva.

Assicura il ben della vista a suo professoche ciechi ed in pericolo evidente di per-

derla affatto.

Rende al pristino stato una paralitica conimporle che ne gisse a portar pietre per la

sua fabbrica.

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Egli lo vide da lungi l’uomo tormentatodalla paralisìa, lo vide ed il risanò.

Fa uscire miracolosamente dagli orecchi diGiovanni Cadurio puzzolente verme perrimettergli in sesto il senno smarrito.

Con un pane, che tragge fuora di bisacciasatolla una folta di persone,che seco viaggiavano.

Valica l’onde del fortunoso Faro diMessina sovra d’un logoro di molto

rattoppato mantello.

Il cadavere d’uno impiccato ritrova suavita nelle braccia del buon Francesco.

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Fa sopra dell’acqua salsa il segno dellaCroce, e tantosto quella dolce si trova, ed

acconcia al palato.

Attacca alle corna di due giovenchi unascritta; di poi senz’altro da Milazzo alla

volta di Palermo gli spedisce.

I torelli al cenno di Lui passano a nuoto ilmare, e pervenuti al monistero inginocchio

si presentano al Superiorecon lo scritto in testa.

A meglio, che a trecento persone in ungiorno solo apporta spediente acconcio, e

secondo la bisogna.

All’ombra di una cuercia rincora, e sanarende la mano a Roberto di Borgo.

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Il Paolano torna in salute Gregorio –Massa affetto da 17 anni da una

piaga cancrenosa.

Il Paolano fa dono di quattro candelette dicera a Pierangelo da Nicastro, che datoneuna alla moglie costei si trovò sceverata da

invecchiato malore.

Il Paolano risana un prete da una piagache avea nel naso.

Due corvi cavano gli occhi ad un caparbioRomito spregiatore di Francesco che ricu-

sò ammetterlo nel suo ordine.

Un grosso becco, il demonio si tragge seconell’oceano lo sciagurato, cipria cavò

gli occhi dall’orbita.

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Francesco con due pani, ed un boccalettodi vino diede lautissimo pasto a molti

rigunati nel refettorio.

Dona al Conte d’Arena e ai suoi delle can-dele benedette impromettendo loro

prosperità di ovento.

Il Paolano cavassi di bocca un dente mola-re, e donollo per ricordo aBrigida sua sorella.

Una straniera di male affare spacciandosiper Dama volle baciare le reliquie diFrancesco, ma il dente si franse,

ed essa si convertì.

Parte il Paolano e per ricordo lascia unmiracoloso pane a Paolo della Porta.

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Un religioso del suo ordine toglie dalmonte la venerata pietra, ove rimasero le

piante del Paolano impresse.

Il Paolano messosi nell’alto di un montebenedisse i campi delle Calabrie.

Comanda al suo asinello che restituisca iferri allo scortese artigiano.

Ad argomento di sua memoria il Paolanodipinge la sua immagine su d’una porta.

Impromette numerosa discendenza, dipoi,con un pomo rende la smarrita sanità.

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E’ ricevuto in Salerno dall’Inviato diFrancia e da due nobili

Napoletani_Vaticinio d’una casa apparte-nente al suo istituto.

Ferdinando il Cattolico, il BaronaggioNapoletano, il Sindaco una col popolo ren-

dono onore alla virtù e Santità diFrancesco da Paola.

La Regina Isabella e l’Infante sua figliuolanel Castello-nuovo prestano omaggio al

Santo Paolano.

E’ veduto dal Re Ferdinando in estasi,mentre Iddio dolcemente lo accarezzava

con angelica melodia.

Ad istanza di Francesco, che avea data lavita a’morti pesci il Re concede la libertà

ai detenuti nelle prigioni.

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Un paggio da parte del Re gli presentaalcuni pesci fritti, ed egli col segno diCroce fa ritornarli vivi e guizzanti.

Vedi maraviglia! Parla Francesco e tostouna botte vuota è ripiena di vino.

Per ordine sovrano fassi un pittore, che nolconsentiva il Santo, a ritrarre le di lui fat-

tezze per le fissure di sua stanza.

Il Paolano ricusa un bacino pieno dimonete d’oro, e d’argento offertogli dal ReFerdinando per far prova di sua virtù.

Promette ad una madre la guarigione disua figlia dal mal di S. Lazzaro tosto cherestituita avesse la fama ingiustamente

tolta a suo marito.

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E’ accolto dal Sommo Pontefice Sisto, chebenignamente abbracciollo e gl’impresse

nella fronte il bacio di pace.

Predice il Papato a Lion X, essendo questifanciullo di anni 7.

Il Papa Sisto impartisce la pontificia bene-dizione al Santo da Paola e suoi compagni

nel dipartirsi da Roma.

Al suon delle parole di Francesco si spa-lancano le porte di Borme, ritrovate chiuse

a ragion di contagioso malore.

Si porta al Lazzaretto e benedicendo gliappestati, fa che avesse fine ilcontagioso infestamento.

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Assalito dalla divota avidità de’Dormesigli vien tagliato l’abito il quale (vedi mara-viglia!) si rattrova del postutto integro.

Nel montare Francesco sulla Galea perandare a Roma, il Re inginocchio gli bacial’abito, e da lui si divide con espressione di

tenerezza e di dolore.

Incagliata la galea in un banco d’arenaappo la foce del Tevere, la spinge collespalle il Paolano, e la rimette in mare.

Fastoso ricevimento con cui è onorato dalDelfino di Francia presso il fiume Loira.

Con decorosa e maestevol pompa è accoltoda Luigi XI non altrimenti qua legato a

latere del Papa.

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Vita che visse nell’antro del Real Palagiodi Tours.

Irrefragabile santità di Francesco superio-re ad ogni umana lusinga.

Morte di Luigi XI, a cui lietamente appa-recchiollo il Santo Paolano.

Carlo VIII fa’ dono al Paolano delMonistero d’Ambuosa da lui eretto inmemoria d’aver ivi ricevuto il Santo.

Il Santo per lunga pezza s’intertiene conLuigi XII in dimestici e spirituali

ragionamenti.

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Illuminato dallo Spirito Santo scrive leregole per lo suo Istituto, e quelle per le

persone secolari.

Ad esempio del Redentore pria di morirelavar vuole a dodici suoi religiosi i piedi.

Di anni 91 in venerdi di Parasceve del-l’anno 1507 rende Francesco da Paola lo

spirito al suo Creatore.

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IubilaeumFigurarumSan Francesco di Paola

acquerelli diGiacomo Vercillo

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ACQUERELLI

Dalle pagine ingiallite di un antico libro dedicato alla vita di San Francesco di Paola, il maestro Giacomo Vercillo estrapola leimmagini che Lo raccontano nei suoi momenti più significativi e suggestivi così da dare nuova vita alle stesse ma soprattutto regalan-dole ad un pubblico più numeroso, un pubblico che spesso della vita del Santo conosce solo gli episodi più noti, un pubblico che cosìdiventa partecipe di quello che è stato un evento storico e religioso del quale, spesso, ha solo passivamente colto gli echi fastosi.Gli episodi sono riproposti al pubblico con un raffinato uso del colore, velato e sfumato così da creare effetti suggestivi, in una atmo-

sfera pacata e rasserenante. Il colore è fluido, trasparente, etereo.. .perciò l’uso della tecnica dell’acquerello, tra le più complesse madalla resa finale più affascinante, la scelta sicuramente più difficile ma anche quella più giusta per la tematica prescelta.Eleganti e suggestivi acquerelli nascono, così, dall’abilità artistica del maestro Vercillo e quelle stesse immagini pubblicate sul libro

che per caso il maestro Vercillo si è trovato tra le mani, o forse non proprio per caso ma per “disegno divino” diventano immagini“nuove” immagini che si vestono di nuova forza e rinnovato vigore, immagini che ridanno emozione così come può fare una foto facen-do rivivere un ricordo ormai lontano.Con la “rivisitazione” di immagini già edite che il maestro Vercillo ci propone siamo dinnanzi a quello che nel linguaggio specifi-

co dell’arte contemporanea è definita “Cover”; di cover siamo più abituati a sentirne parlare come “rielaborazione” di un brano musi-cale famoso, in realtà il termine è ormai consueto anche in ambito pittorico, così si parla di “cover” come “re-interpretazione” di famo-se opere d’arte del passato. E’ però opportuno riflettere che la novità è solo nell’uso lessicale, quindi nel termine ‘cover’ ma non nel-l’essenza di una tecnica già da svariato tempo esistente, quella della reinterpretazione, infatti, annovera già dai tempi della pop art gran-di nomi, come non ricordare le “reinterpretazioni” che Andy Warhol che operò su medesimi soggetti e oggetti, o la “reinterpretazio-ne” della Monnalisa ad opera di Duchamp, la stessa Monnalisa è stata più volte oggetto di cover, ricordiamo famosi spots pubblicita-ri...; Interrogarsi sul perchè di una tecnica che appare impersonale sembra automatico, e pure a chi si chiede che senso abbia rielabo-rare qualcosa di già esistente si possono dare infinite spiegazioni: il “reinterpretare” un’immagine è un atto che implica la capacità dicogliere le mille sfaccettature che la stessa identica cosa può avere, cogliere quel senso effimero, fugace, e pur pregnante, della relativi-tà di ogni cosa ed ogni essere, implica la curiosità e la capacità di cogliere l’essenza di una immagine per poi rielaborarla e ricostruir-la in modo del tutto personale ed unico, innalzarla ad “idea” di un concetto che si toglie il peso del concreto per assurgere ad idealeastratto. In fondo ognuno di noi opera quotidianamente delle “cover” magari inconsapevolmente ma lo fa...lo fa usando il codice piùnaturale ed immediato: quello della parola, verbalmente nel momento stesso in cui si esprime un giudizio, un’opinione, in effetti si effet-tua una in-terpretazione personale, e quanto più il giudizio è supportato da una intelligenza creativa e dinamica, capace di utilizzarediversi codici e linguaggi tanto più si può parlare di re-interpretazione; un artista adopera, per esprimere una personale interpretazio-ne, il suo linguaggio specifico e cioè la pittura, in questo modo è già ad un livello superiore, quello della re-intrpretazione. E’ così chedietro alla cover di un’opera già nota possiamo leggere il personale punto di vista del pittore, la sua capacità di adottare uno schemagià esistente per poi renderlo nuovamente unico ed irripetibile,così come la natura inventa e crea mille fiori uguali ma mai identici,mille esseri umani simili e pur diversi, è tutto un abilissimo gioco che presuppone, però, una profonda capacità di dominare l’oggetto,l’idea, il messaggio sul quale operare il proprio intervento artistico. Altra importante riflessione deve nascere dall’analisi della scelta del-l’opera che il pittore decide di re-interpretare, dobbiamo cogliere, nella scelta operata, le finalità poichè è evidente che la ricerca delsoggetto è nata sicuramente dall’intento dell’artista che potrebbe essere quella di “provocare’; di “rivalutare’; di “pubblicizzare”...nelcaso del maestro Vercillo la finalità è sicuramente quella della “diffusione”: fare, cioè, in modo che in tanti possano cogliere attraver-so il linguaggio nuovo l’antica grandezza del Santo.La mostra, itinerante dall’anno 2000, anno del Giubileo, è perciò testimonianza non solo di una innegabile capacità artistica, della

quale tra l’altro il maestro Vercillo ci ha dato più volte la prova, ma anche di una profonda spiritualità e religiosità del maestro stesso,diuna grandezza artistica e umana, là dove il messaggio religioso parla di un messaggio da estendere, un messaggio da amplificare inogni modo, con ogni linguaggio e in ogni forma in modo che tutti possano cogliere la suggestione e il carisma di un evento che smuo-va realmente gli animi e la collettività.

Paola Posteraro

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Uomo ridato alla vita a Milazzo. Dona da mangiare ad un mendicante. Le pietre del miracolo.

Le impronte. Richiama alla ragione un uomo.

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Richiama in vita Martinello. Incontro con un altro frate. Incontra due viandanti.

Invita una malata ad avere fede. Ogni contrada che il Santo attraversabeneficia del suo potere taumaturgico.

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Ritorno a Paterno del bue. Il bimbo deforme. Negli occhi spenti di due ciechitorna la luce.

Francesco e i suoi fedeli. A Paterno.

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La cucchiarella. Francesco a Napoli. Francesco in estasi.

La morte del Re. Pianta “Le sette castagne”.

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L’architrave di Paterno. La traversata dello stretto. Francesco e i suoi fedeli.

Allegerisce due tronchi ad un operaio. Il miracolo della canna.

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Saluta la Calabria. Il dente molare alla sorella Brigida.

Lava i piedi ai suoi frati. La morte del Padre.

Giacomo Vercillo, miracolo di SanFrancesco.

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Collettivad’artea cura di

Enzo Bruno e Giuseppe Iazzolino

presentazione diFrancesco Di Vasto

allestimento mostra diCarmine Zicari

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DA FRANCESCO DI PAOLA A PADRE PIO

La figura di San Francesco di Paola (ivi 1416 - Tours 1507) riemerge in tutta la sua complessità dalle celebrazioni peril quinto centenario della sua morte (1507-2007).Nel febbraio del 1483, durante il suo viaggio dalla Calabria a Parigi per recarsi dal re Luigi XI, che lo attendeva con

impazienza perché infermo, il santo faceva sosta a Napoli, dove veniva accolto alla corte aragonese. La tradizione secon-do la quale San Francesco sarebbe stato ospitato da re Ferrante nel Castelnuovo di Napoli, in una delle sale più belle pereleganza d’apparati, quale si presenta quella della volta stellare, di stile catalano-aragonese, perde di credibilità. Nondimentichiamo che ci troviamo di fronte alla personalità di un santo incline per fama al raccoglimento in una modestis-sima cella piuttosto che in una reggia, oltremodo sontuosa. I biografi lo ricordano intrepido e autorevole, temerario difronte alla maestà di Ferrante: - Ecco il sangue dei tuoi sudditi, che grida vendetta al cospetto di Dio! Il sovrano arago-nese sarebbe rimasto atterrito alla vista delle gocce di sangue, stillanti da una moneta d’oro spezzata dal frate. Qui, nellachiesa di Santa Barbara in Castelnuovo, per una scaletta a chiocciola, si sale alla cappella di San Francesco, portata a ter-mine nel XVII secolo. Essa comportò discutibili trasformazioni, specie per quanto attiene alla volta lignea quattrocente-sca, espressione della corrente artistica del momento, in auge a Napoli perché favorita dalla casa d’Aragona. Il grandio-so convento con la sua chiesa, fondato nella capitale partenopea in pieno Rinascimento nel 1483, si deve alla magnani-mità di Ferrante. Di poco posteriori sono quelli di Trinità dei Monti a Roma (1494), dove nel 1483 fu accolto da papaSisto IV, e di Genova (1487), sorti anch’essi, per quanto si dice, in luoghi indicati dal santo.In Sicilia, il convento di Milazzo fu fondato nel 1464. In Calabria, il convento di Paola, sorto nella selvosa gola del

torrente Isca, sulla piccola chiesa fondata dal santo nel 1435, fu ultimato sotto Alfonso Il Magnanimo nel 1446. Qui, l’ar-dito ponte, che scavalca il torrente con un ampio arco, sostiene parte dell’edificio con il suo bel chiostro, improntato a leg-giadria; qui, nel santuario, si custodiscono alcune testimonianze della vita miracolosa di Francesco, che opera all’insegnadella charitas. Dopo quello paolano, sono da ricordare i conventi di Paterno (1444), di Spezzano della Sila (1453) e diCorigliano (1458), realizzati sotto lo stesso cattolicissimo monarca. Il chiostro del convento di Corigliano ricordo che siapriva al mio sguardo, nella sua sobrietà di stile, dalla finestra della scuola dove insegnavo alla fine degli anni Settanta. ACorigliano, per la venuta di Francesco, era stata apparecchiata ospitalità principesca, nel proprio palazzo, da BernardinoSanseverino, all’epoca solo conte di Chiaromonte. Anche qui le magnifiche stanze si rivelarono inadatte all’indole delfrate, umile e solitario, tanto che egli non volle rimanervi un solo giorno, preferendo dimorare in un piccolo romitorio,da lui stesso apprestato a valle del palazzo. In un sito un poco più a monte del romitorio, che è quello attuale, il frate indi-cò la costruzione del convento di Corigliano.I Paolotti fondarono a Castrovillari il loro convento nel 1666, con il lascito di Marsio La Monica e il concorso di altri

cittadini, in un sito, oggi al centro della città, ma a quel tempo, come altri monasteri, poco distante dall’abitato. Tuttaviaun ospizio dei Minimi, come ricorda il Pepe, era sorto precedentemente non lontano dalla chiesa di Santa Maria delCastello. Dopo l’eversione della feudalità nel 1806 e la soppressione degli ordini religiosi attuata dai Francesi, il conven-to dei Paolotti di Castrovillari, soppresso tra il 1808 e il 1809 come già quello di Corigliano, ebbe diversa destinazione sottola restaurazione borbonica, fino a divenire, all’indomani dell’Unità d’Italia, Palazzo della Sottoprefettura e caserma deicarabinieri. Nel 1997, nel corso dei lavori di restauro dell’edificio, per la prima volta ebbi modo di osservare dall’esternol’ornato del chiostro, con a fianco le tracce delle decorazioni parietali barocche riferibili a quella che era stata la chiesadel convento (vidi 22. 1. 97). Qui, a Castrovillari, si può tranquillamente affermare che il congruo numero dei monaste-ri, tra i quali il grandioso ‘Protoconvento’ di San Francesco d’Assisi, con i suoi due chiostri e la ricca biblioteca andatapurtroppo dispersa, testimonia del grado di cultura del centro.Tutti questi edifici religiosi attestano la vita di fede e di forza di un santo, la cui figura leggendaria ha oltrepassato i

modesti confini della Calabria, impressionando l’Europa occidentale. La devozione popolare conserva ovunque ricordidella capacità taumaturgica di Francesco: la traversata miracolosa dello Stretto di Messina con i due compagni lo fa assur-gere a patrono della gente di mare. Con questa iconografia lo commemora un francobollo della Repubblica Italiana nel450° anniversario della morte (1507-1957) ed un ultimo del 2007 in occasione del quinto centenario della sua morte.

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La vicenda umana di Padre Pio (Pietrelcina 1887 - San Giovanni Rotondo 1968), al secolo Francesco Forgione, è cro-nologicamente più vicina a noi ed è comprensibile come la vita spirituale del frate non possa essere ancora valutata nellasua pienezza e la sua storia scritta con la massima obiettività. Il silenzio di papa Giovanni XXIII riguardo a Padre Pio èsconcertante. Il frate di Pietrelcina, diversamente dal fondatore dell’Ordine dei Minimi, subisce umilianti episodi, che rie-sce a superare con la sua vita vissuta all’insegna del francescanesimo, accettando sempre la volontà di Dio. La beatifica-zione di Padre Pio, proclamata il 2 maggio 1999 da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, a Roma, rappresenta un attod’amore ufficiale da parte della Chiesa, che riconosce finalmente nella faticosa vita terrena del frate la sua instancabilemissione sacerdotale. In tale occasione la Città del Vaticano ha dedicato a Padre Pio una busta filatelica con medaglia,francobollo e annullo postale. Riguardo al santo anche l’Italia ne ha commemorato filatelicamente l’opera (si pensi alla‘Casa Sollievo della Sofferenza’, diventata uno dei migliori ospedali d’Europa) in due emissioni: l’una nel 1998, nellaricorrenza del trentennale della sua morte, l’altra nel 2002 per la sua santificazione.Per la celebrazione del quinto centenario della morte di San Francesco e per San Pio, artisti diversi concorrono alla

realizzazione di questa rassegna d’arte, che s’inserisce in una serie di celebrazioni paolane di ampia risonanza, anche d’ol-tralpe. I nostri artisti si adoperano per interpretare, ciascuno secondo la propria sensibilità e gusto estetico, non solo attra-verso il ritratto noto dagli originali, ma spesso anche con inventiva iconografica, l’opera compiuta da questi due grandiprotagonisti della Chiesa, lontani nel tempo e diversi tra loro, ma entrambi in cammino lungo la via indicata da Cristo.

Francesco Di Vasto

Nota bibliograficaLa bibliografia sul santo di Paola è sterminata: cito a titolo esemplificativo: G. M. Perrimezzi, Vita S. Francisci de Paula notis et dissertationibus illustrata,

Roma 1707; Id., La vita di S. Francesco di Paola, Napoli 1713; Venezia - Milano 1764; Napoli 1841; Roma 1855; Cosenza 1856; M. Rolland, Histoire deSt. François de Paule, Paris 1874; G. N. Dabert, Histoire de Saint François de Paule et de l’Ordre des Minimes, Paris 1875; N. Misasi, La mente e il cuore di Francescodi Paola, Lanciano 1907; G. M. Roberti, S. Francesco di Paola. Breve storia della vita, Genova 1923; G. Minozzi, San Francesco di Paola, Milano 1957; P. F.Russo, Bibliografia di S. Francesco di Paola, “Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi”, 3, 1957, pp. 1-137; Id., S. Francesco di Paola era poeta?, ibid., 3, 1957,n. 3, pp. 268-274; Id., S. Francesco di Paola nella luce di S. Francesco di Assisi, “Luce Serafica”, 31, 1958, pp. 154-161; I. Giordani, Francesco di Paola. Un ere-mita in una reggia, Napoli 1958; R. Fiot, Jean Bourdichon et Saint François de Paule, Tours 1961; P. G. Roberti, S. Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi(1416-1507). Storia della sua vita, Roma 19632, con altra bibl.; P. F. Russo, Sulle reliquie di S. Francesco di Paola, “Minimum”, 1, 1964, n. 8, pp. 310-316; Id.,Bibliografia di S. Francesco di Paola, vol. II, “Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi”, 12, 1966, pp. 200-329; Id., S. Francesco di Paola, il Santo dei Calabresi,Quaderni del “Brutium”, Roma 1967; Id., Conferma archivistica ad una lettera di S. Francesco di Paola, “Magna Graecia”, 2, 1967, n. 1, p. 4; Anonimo, VitaS. Francisci de Paula, Paola 1967; P. A. Galluzzi, Origini dell’ordine dei Minimi, Roma 1967; P. F. Russo, Ritorna alla luce la primitiva Chiesa di S. Francesco di Paola,“La Voce del Santuario di Paola”, 40, 1968, nrr. 7-8, pp. 105-110; Id., Concistori e solennità della canonizzazione di San Francesco di Paola, ibid., 41, 1969, n.4, pp. 64-66; Id., Sul V centenario dell’approvazione dell’Ordine dei Minimi, “Studi Meridionali”, 9, 1976, pp. 446-451; Id., I codici autografi per i processi della cano-nizzazione di S. Francesco di Paola [Atti dei due primi convegni del Santo di Paola (1979-1980)], Milazzo 1981, pp. 28-44; P. A. Galluzzi, Chi era S. Francescodi Paola [Atti del 3° e 4° congresso milazzese], Milazzo 1981-1982; AA. VV., S. Francesco di Paola. Chiesa e società del suo tempo [Atti del Convegno interna-zionale di studio, Paola 20-24 maggio 1983], Roma 1984; M. M. Minervino, Rappresentazioni della santità. I protocolli di canonizzazione di San Francesco diPaola. Teorie, metodi e problemi per una storia etnografica, “Daedalus”, 2, 1989, pp. 152-179 (= “Rivista Storica Calabrese”, n. s., 9, 1988, nrr. 1-4, pp. 115-133); AA. VV., San Francesco di Paola. 500 anni nella Fede e nella Storia, “La Provincia di Cosenza”, marzo 2007. Per alcuni accenni nel testo rinvio a: P. T.Pugliesi, Istoria apologetica dell’antica Ausonia oggi detta Corigliano, Napoli 1707, Cosenza 19782, pp. 111-127; G. Amato, Crono-istoria di Corigliano Calabro, ivi1884, pp. 80-81; C. Pepe, Memorie storiche della Città di Castrovillari, ivi 1880, 19302, p. 31; Roberti, op. cit., p. 348 ss.; A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol.VIII-2, L’architettura del Quattrocento, Milano 1924, Nendel, Liechtenstein 1967, p. 29; R. Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, vol. II, Milano 1977, p. 309.

Anche la bibliografia sul santo di Pietrelcina è diventata copiosa. Sempre a titolo esemplificativo, ricordo: R. Allegri, Padre Pio: l’uomo della speranza,Mondadori, Milano 1974; A. Da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina, Foggia 1974; A. Da Ripabottoni - G. e C. Micheli, L’umanità di Padre Pio.Testimonianze, S. Giovanni Rotondo 1975; A. Gallo, Omaggio a P. Pio, Napoli 1975; P. Pellegrino Funicelli, Sofferenze firmate da Padre Pio, “Voce di PadrePio”, giugno 1976; P. G. Di Flumeri, Il richiamo di Padre Pio su Gabriele D’Annunzio, ibid., maggio 1977, p. 16; Id., I carismi di P. Pio, in Padre Pio da Pietrelcina,S. Giovanni Rotondo 1981; G. Leone, Padre Pio e la sua opera, S. Giovanni Rotondo 1981; A. D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina. Ricordi, esperienze, testimo-nianze, S. Giovanni Rotondo 1983; F. D’Ariese, Padre Pio da Pietrelcina: crocifisso senza croce, S. Giovanni Rotondo 1984; G. Preziuso, Padre Pio, un martire,Lucera 1985; D. M. Gaudiose,Maria l’«americana». La vita di Mary Pyle all’ombra di padre Pio, ed. San Paolo, 1995; P. C. Durante, Padre Pio, uomo santo di Dio,Martina Franca 2002; R. Fabiano, Una biografia di Padre Pio incompiuta e il suo autore, in Studi su Padre Pio, 3, sett. - dic. 2002; G. Leone, Giorni di quaresimanello spirito di Padre Pio, “La Casa Sollievo della Sofferenza”, 54, 2003, n. 5-6; P. M. IasenzaNiro, “Il Padre” San Pio da Pietrelcina, parte I-II, S. GiovanniRotondo 2004, 2006; E. Stelluto, il cammino di Padre Pio, Bologna 2006.

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AINO DAVIDEAINO LOREDANABETTARINI PIETRO MARIABIANCHINI MAURABIANCINI VENANZIOCASTAGNARO PIETROCHERILLO GIANNIDE FRANCO GIUSEPPEDI GAETANI GIUSEPPEDIODATI GIUSEPPEDONI SALVATOREFALCONE CLAUDIAFERRARI MARCELLOGALEANDRO ROSA ALBAGIANGRANDE LUCIAGRISOLIA MATTEOLAUZZANA GIAMPAOLO

MAGARO’ RICCARDOMORRONE LUCIAPRANTERA FRANCESCOPUGLIESE MAURIZIOPUGNO LUIGIREGINA ROCCORINALDI FRANCOROTONDARO SALVATORESANTANDREA SAVERIOSCILLONE MICHELANGELOSTASI MENAVERCILLO GIACOMOZACCARO FRANCESCOZICARI CARMINEZICARI LEONARDOZUCCARELLI DOMENICO

E L E N C O P A RT E C I P A N T I

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Bettarini Pietro Maria, Francesco diPaola, olio su tela, cm 50 x 70.

Bianchini Maura, Padre Pio, pastello sucartoncino, cm 33 x 48.

Biancini Venanzio, Padre Pio, olio su tela,cm 30 x 40.

Castagnaro Pietro, Miracoli di San Francesco, serigrafia colorata, cm 33 x 24.

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Castagnaro Pietro, Padre Pio anziano, ter-racotta colorata, cm 14 x 19.

Castagnaro Pietro, Padre Pio giovane, ter-racotta, cm 15 x 20.

Castagnaro Pietro, Padre Pio vecchio, ter-racotta, cm 19 x 25.

Cherillo Gianni, Matrice in gesso utilizzataper la statua di Padre Pio.

Cherillo Gianni, Padre Pio, olio su tela,cm 50 x 70.

De Franco Giuseppe, L'incontro, spatola epennello, cm 50 x 70.

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Falcone Claudia, Francesco di Paola, olio su tela,cm 50 x 50.

Ferrari Marcello, Francesco di Paola,patrono dei marittimi, mista su cartoncino,

cm 50 x 70.

Ferrari Marcello, Padre Pio, matita conté,cm 35 x 50.

Diodati Giuseppe, Charitas, tecnica mista,cm 50 x 70.

Doni Salvatore, Francesco di Paola, oliosu tela, cm 30 x 40.

Doni Salvatore, Padre Pio, olio su tela,cm 40 x 50.

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Giangrande Lucia, Francesco diPaola, olio su tela, cm 35 x 50.

Galeandro Rosa Alba, Francesco di Paola,olio su tela, cm 35 x 50.

Giangrande Lucia, Padre Pio, olio su telacm 40 x 50.

Grisolia Matteo, Le tentazioni di San Francesco, pastello su carta, cm 33 x 48. Lauzzana Giampaolo, Padre Pio, matita sucartoncino, cm 33 x 24.

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Magarò Riccardo, nel deserto di Paola.

Magarò Riccardo, braci ardenti nelle manidavanti a padre Antonio Scozzetta.

Magarò Riccardo, il gelso divisoin due parti.

Magarò Riccardo, la grotta di Paterno. Magarò Riccardo, il passaggiosullo stretto.

Magarò Riccardo, le pietre del miracolo.

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Morrone Lucia, Il giovane Francesco, olio sutela, cm 24 x 30.

Prantera Francesco, Sullo stretto, acrilico su tela, cm 50 x 70.

Pugliese Maurizio, Padre Pio, olio su tavola,cm 29 x 35.

Pugno Luigi, Padre Pio, matita su carton-cino, cm 34 x 47.

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Regina Rocco, La potenza della fede, olio su tela, cm 50 x 70.

Rinaldi Francesco, Francesco diPaola, pastello e acquerello,

cm 24 x 30.

Rinaldi Francesco, Padre Pio, olio su tela,cm 24 x 30.

Regina Rocco, Il novizio Francesco, olio su tela, cm 50 x 70.

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Scillone Michelangelo, Francesco di Paola,olio su cartone telato, cm 40 x 50.

Scillone Michelangelo, Padre Pio, olio sucartone telato, cm 40 x 50.

Zaccaro Francesco, Padre Pio, matitacolorata su cartoncino, cm 23 x 32.

Rotondaro Salvatore, Padre Pio, tempera epastelli, cm 50 x 70.

Santandrea Saverio, tecnica mista,cm 50 x 70.

Vercillo Giacomo, miracolo di SanFrancesco.

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Zicari Leonardo, Beato Santo Pio, pastellosu carta, cm 20 x 30.

Zuccarelli Domenico, Padre Pio, sculturasu pietra.

Zicari Carmine, Francesco di Paola, grafite sucartoncino, cm 27 x 27.

Zicari Carmine, Padre Pio, grafite su cartoncino,cm 27 x 27.

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S. Francesco di Paola,statua votiva in cartapesta,alt. cm 55. Fine sec. XIX.Coll. Giuseppe Di Gaetani.

S. Francesco di Paola,statua votiva, alt. cm 60.

Fine sec. XIX.Coll. Giampaolo Lauzzana.

S. Francesco di Paola, gesso,alt. cm 18. Arte popolare

della prima metà del XX sec.Coll. Giampaolo Lauzzana.

S. Francesco di Paola, terracotta,alt. cm 36. Fine sec. XIX.

Santuario di Santa Maria delCastello.

S t a t u e v o t i v e

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IL TEATRO PER CONOSCERE SAN FRANCESCO DI PAOLAdue testi teatrali di Michele Bartelli

“ SAN FRANCESCO DI PAOLA ALLA CORTE DEI RE DI FRANCIA, APOSTOLO DI CONVERSIONE”.

Lo scopo di un autore di teatro è in fondo quello di generare, attraverso la rappresentazione scenica, che è verosimi-glianza della realtà, “scuotimento d’animo” negli spettatori.Non è stato certamente questo, però, l’obiettivo da proporsi con la composizione di due opere su San Francesco di

Paola.Con questo gigante della santità, come è stato giustamente definito, nell’arco di questi cinque secoli trascorsi dalla sua

morte, si sono confrontati diversi scrittori che hanno contribuito a scuotere gli animi e a tenere viva la fama di taumatur-go alimentata dalla fede e dalla pietà popolare.Dalla seconda metà dell’ Ottocento e via via rafforzandosi fino ai giorni nostri, l’opera meritoria dell’ ordine dei

Minimi, a partire da padre Giuseppe Roberti, ci ha fornito gli strumenti per una lettura più completa della figura di que-sto Santo, scandagliandone la personalità e procedendo parallelamente, attraverso interessanti indagini storiografiche,con la ricerca di nuovi documenti, a un approfondimento sulla spiritualità del grande eremita paolano.Nella ricorrenza del V Centenario della morte tra le tante altre iniziative che in ogni parte della Calabria e non solo

si vanno registrando si inserisce l’ allestimento teatrale “Un eremita alla corte di Francia”, la cui prima è avvenuta aPaola il 2 marzo 2007 al cinema - teatro Odeon con la regia di Antonello Lombardo.Il testo è stato pubblicato per i tipi dell’ Editoriale Progetto 2000 di Cosenza, insieme all’altro lavoro “Esodo” avente

per argomento la partenza del santo paolano per la Francia nel 1483.In queste due opere ho voluto far tesoro dei risultati finora raggiunti dagli studi recenti per uscire fuori dal cliché con-

venzionale del santo burbero e zirrusu o soltanto taumaturgo che la tradizione popolare, ma anche le opere letterarie,poetiche e teatrali, nel passato hanno descritto e divulgato.Attraverso l’azione scenica del teatro, attraverso i dialoghi serrati e verosimili dei personaggi che vivono intorno a

Francesco, ho cercato di far emergere il ruolo di riformatore e di uomo di pace e di grande spiritualità, rivestito dal pao-lano nella sua lunga vita, svoltasi a cavallo del XV e XVI secolo, tra il Medioevo e il Rinascimento sia in Italia che inFrancia, in un periodo quindi di grandi fermenti culturali, spirituali e artistici, ma anche di grande ansia di rinnovamen-to e di ritorno alla purezza evangelica, riscontrabili in movimenti riformatori sviluppatisi all’interno della stessa Chiesae che troveranno compimento nel Concilio di Trento.Per quanto riguarda il primo lavoro “Esodo”, padre Giuseppe Fiorini Morosini nell’introduzione tra l’altro scrive:

“L’azione teatrale vuole cogliere di questo viaggio il lato umano e sociale, il distacco di Francesco dalla sua gente di Calabria, umile, povera edoppressa, della quale era diventato voce di libertà e di giustizia. Una missione quella di Francesco, maturata con un lungo processo di libera-zione da lui compiuto attraverso la scelta di una vita penitente…. Il lamento corale delle donne di Paola, semplici ma forti, è il presagio chealtri esodi la gente di Calabria avrebbe conosciuto, e che solo il ricordo e l’esempio di Francesco ne avrebbero mitigato l’ amarezza e irrobustitola tempra”.Nel secondo lavoro teatrale, “Un eremita alla corte di Francia”, ho mirato soprattutto a fare emergere attraverso un

dialogo forte, quasi biblico, ma nello stesso tempo semplice e che va dritto al cuore, la figura di Francesco, Santod’Europa.In fondo, Francesco, vivendo per 24 anni alla corte di Francia svolgendo in pratica funzione di consigliere, con il suo

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essenziale stile di vita, con il suo messaggio penitenziale e di conversione delle coscienze, ha additato ai regnanti diFrancia e, quindi, a quanti frequentavano la corte di Francia, dignitari, nobili, ambasciatori, quale deve essere la missio-ne dei re.Conservando sempre il suo stile di vita umile e penitente, vivendo in mezzo alla gente semplice e povera, sia in

Calabria e sia in Francia, ne ha incarnato i bisogni e ne ha difeso la dignità, in base ai principi della carità e della giu-stizia, intese nel senso evangelico, senza assumere atteggiamenti di ribellione.Il dialogo tra il re Luigi XI e Francesco si snoda così attraverso un’analisi psicologica durante la quale la superbia

del re si confonde e si prostra davanti all’umiltà del frate.Al potente re di Francia alla fine non resta che dire “…Mentre pensavo di stabilire a mio piacimento la durata della mia vita,

questa è già finita, è passata come il bagliore di un fulmine. Così mi ritrovo con la testa appesantita dal dolore che non sopporta più la coro-na, e le mani… non più capaci di stringere né la spada, né lo scettro… Francesco, aiutami almeno a morire”.L’azione teatrale si protrae oltre la morte di Luigi XI proprio con l’intento di sottolineare il ruolo svolto da Francesco

alla corte di Francia che ha consentito l’approvazione definitiva dell’ Ordine dei Minimi da parte della Santa Sede, il suoconseguente consolidamento e la sua rapida diffusione in Italia e nell’ Europa.Il lettore dei due testi, o lo spettatore della rappresentazione degli stessi, alla fine, sarà indotto a ripensare la figura di

san Francesco alla luce dei grandi valori che ancora oggi interpellano ciascun uomo.

Michele Bartelli

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SanFrancescodi Paola

Dipinti, sculture, stampe e reliquie dalXVII al XIX secolo

a cura di Gianluigi Trombettifotografie di Giovanni Amato

sotto l’egida delLions Club di Castrovillari

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FRATE FRANCESCO DI PAOLA

Correva l’anno del Signore 1483 quando il Santo Paolano intraprese il lungo viaggio che lo avrebbe portato dal pove-ro e spesso selvaggio, territorio calabrese alla più raffinata corte di Luigi XI re di Francia, che lo aveva richiesto con insi-stenza per ottenere la guarigione da una grave malattia.Dopo un ultimo giro nei suoi conventi di Paterno e Corigliano, il Santo si diresse verso i confini della regione e, natu-

ralmente, passò per Castrovillari e Morano ultimi centri prima della Basilicata, dove transiterà, facendo dei miracoli, pergli abitati di Castelluccio e Lauria.Non si sa se il Santo avesse gia visitato l’area del Pollino, ma si crede di no in quanto non se ne trova traccia in nes-

sun antico documento né nelle numerose biografie che lo riguardano.San Francesco giunse sotto Saracena dove incontrò alcuni membri della nobile famiglia Mastromarchi che gli recava

un bimbo morente, prontamente guarito dal Santo il quale lasciò in ricordo una lettera e alcune noci delle quali nesopravvive una gelosamente conservata dagli eredi di quella famiglia.Giunto a Castrovillari, allora scossa da continue ribellioni alla corona aragonese, in quel tempo regnante sul trono di

Napoli, predisse, secondo una tradizione locale, che di li a cent’anni un monastero del suo Ordine sarebbe stato fondatonella Città.In verità il primo convento venne fondato nel 1595 nelle vicinanze della Madonna del Castello, convento che picco-

lo e disagiato venne abbandonato verso il 1610 quando se ne iniziò uno nuovo grande e elegante nel Piano dei Peri, nellevicinanze della cappella di San Marco. Il convento venne portato a temine nel 1666 e restò in vita fino al 1809, quandovenne soppresso dai francesi insieme a tutte le altre istituzioni religiose. Il grande fabbricato fu adibito prima a casermadella Guardia Nazionale e dopo il 1860 dei Carabinieri. La chiesa, a navata unica con cappelle laterali, fu adibita daprima a scuderia e, dopo un inutile tentativo di Ferdinando II di riattivarla (1852), definitivamente annessa alla sede dellaSottointendenza borbonica, poi Sottoprefettura, soppressa sotto il Fascismo e in seguito adibita a sede del CircoloCittadino.Una parte degli arredi, compresa la statua lignea del Taumaturgo, vennero trasferiti nella vicina chiesa di S. Chiara

che, dopo la soppressione del convento delle Clarisse, prese il titolo di S. Francesco di Paola.Ma torniamo al viaggio. Tra Castrovillari e Morano si erge un colle di circa 800 m. conosciuto come Monte

Sant’Angelo per via di una cappella, allora esistente, dedicata a S. Michele Arcangelo, figura divina molto veneratadall’Ordine dei Minimi e spesso raffigurata mentre sorregge lo scudo dorato con il motto “CHARITAS” . Su questomonte il Santo salì e ai suoi occhi apparve un vasto panorama che andava dai monti della Sila, al Mar Ionio, alle asprevette del Pollino e da lì, presagendo che non sarebbe più tornato in Calabria, benedisse e diede l’addio alla sua amatapatria, lasciando come imperitura testimonianza le orme dei suoi piedi impresse in una roccia che dopo molti anni furo-no recuperate da un frate minimo e in seguito divise tra la chiesa del santo a Roma e la chiesa di S. Bernardino a Moranodalla quale passarono alla Maddalena, dove oggi si venerano.Disceso dal monte si recò a Morano e si fermò nella locanda di una certa Bianca, dove operò un miracolo che fece

diventare Bianca sua grande devota. La donna fece dipingere l’immagine del Santo nella chiesa della Sanità e sulla stra-

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da percorsa da Francesco lungo la gola dell’Ospedaletto, la Dirupata e Campotenese fece costruire due cappelle votivededicate una al Santo detta di S. Francesco alla Pirrupata , dalla quale prese anche il nome la sorgente di fresche acqueche ancora disseta gli abitanti di quelle contrade e attraverso un antico acquedotto fornisce le antiche fontane di S. Nicolae della Maddalena, l’altra venne dedicata alla Madonna della Neve, titolo poi passato ad una chiesetta moderna che netramanda il ricordo.La mostra che si è voluta allestire vuole ricordare il passaggio del grande Calabrese nelle nostre zone nelle celebra-

zioni dei 500 anni dalla sua morte avvenuta il 2 aprile 1507.Le opere presenti provengono per la maggioranza da collezioni private e tra esse sono rimarchevoli diversi dipinti su

tela dei secoli XVII, XVIII e XIX.Le sculture sono dominate dalla bella statua in legno del Santo del ‘600 a cui fanno seguito statuette in terracotta, car-

tapesta, cera che, anche se di estrazione più popolare, ben rappresentano una sempre tenace devozione.Sono presenti un certo numero di stampe ottocentesche di produzione napoletana e un numero discreto di reliquie

contenute anche in preziosi supporti.La mostra si completa con una buona quantità di libri antichi, contenenti le più accreditate biografie e i libri di devo-

zione al Taumaturgo, pubblicati a Napoli e Venezia.Sono presenti anche due rarissimi libri scritti dal padre Antonio Costantini, castrovillarese e appartenente all’Ordine

dei Minimi, sul finire del ‘600.Un posto d’onore occupa il dipinto del 1750 che rappresenta il Patrocinio del Santo su Castrovillari del quale è in

mostra il testo redatto in una copia coeva.La benevolenza del Paolano, come terzo patrono della Città fu dimostrata anche in occasione di una alluvione nel

1896, durante la quale fu visto placare le acque impetuose. In ricordo di questo avvenimento il 26 maggio di ogni annosi alleste una solenne processione in cui sono presenti i tre simulacri dei santi protettori: La Madonna del Castello, San,Giuliano e, appunto San Francesco di Paola.

Gianluigi Trombetti

Il Lions Club di Castrovillari, nella persona del suo Presidente Dott. Gesualdo Panebianco ringrazia tutti coloro chemettendo a disposizione le loro opere, gelosamente conservate, hanno permesso l’allestimento della mostra

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DipintoIgnoto pittore meridionaleSec. XVII-XVIIIVilla Manco

DipintoIgnoto pittore meridionale

Sec. XVIII-XIXPalazzo Grandinetti –Aloe,

Paterno

F. Apicella incisore – NapoliXIX secolo

Serie di piccole incisioniColl. Gianluigi Trombetti

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F. Apicella incisore – NapoliXIX secoloSerie di piccole incisioniColl. Gianluigi Trombetti

Santino dipintoNapoli sec. XIX

Coll. Gianluigi Trombetti

IncisioneF. Apicella incisore – Napoli

XIX secoloColl. Gianluigi Trombetti

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Tavole del PerrimezziNapoli 1841Biblioteca Gianluigi Trombetti

Tavole del PerrimezziNapoli 1841

Biblioteca Gianluigi Trombetti

Padre Antonio CostantiniCastrovillari 16.96

Provinciale dell’Ordine dei MinimiOpere

Coll. Gianluigi Trombetti

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I Tredici Venerdì, la Regola dei Minimi e laVita del SantoEdizioni del XVIIIColl. Gianluigi Trombetti

Custodia perreliquie

Argentierenapoletano

Fine sec. XVIIIColl. Gianluigi

Trombetti

DipintoIgnoto pittore locale del 1750Patrocinio di S. Francesco

Chiesa di S. Francesco di Paola

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Progetto per ilMonumento

di Monte S. Angeloideato da Peppino Bellizzi

(1956)

Evoluzione architettonicadel Convento dei Paolotti diCastrovillariAnni 1666-1900Elaborati grafici arch.Ileana Manco

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Statuetta in pastigliaSec. XIXColl. Pietro Castagnaro

Reliquie di S. FrancescoSec. XIX

Coll. Giuseppe Maradei

Stampa oleografica1870 - 1880

Chiesa di S. Maria delle ArmiSaracena

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Placca in metalloSec. XXcoll. privata.

Statuetta in terracotta e stoffaSec. XIX

Coll. Giuseppe MaradeiBusto in pastiglia

Sec. XIXColl. Angelo Cherillo

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Reliquiario a ostensorioSec. XIXColl. Giuseppe Maradei

Statuetta in ceraSec. XVIII-XIXColl. Leonardo Di Maio

StatuaIgnoto scultore meridionale

Fine del XVII secoloChiesa di S. Francesco di Paola

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DipintoIgnoto pittore meridionaleFine sec, XVIIIPropr. n.d. Maria Cappelli

DipintoIgnoto pittore meridionale

Sec. XIXChiesa di S. Francesco di

Paola

Statuetta in gessoInizi sec. XX

Associazione “Suor Semplice”

Tecainizi sec. XX

coll. Rocco Russo

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CASTROVILLARI E LE SUE RADICI FRANCESCANE

Castrovillari è la prima città in Calabria che già nel sec. XIII accolse il messaggio di Francesco d’Assisi rendendolopercettibile e visibile nel suo “protoconvento”.A quell’ideale, rimodulato da gioachiniti e fraticelli, si ispirò Francesco di Paola (1416 –1507) allorché fondò, alle falde

dell’Appennino Paolano, il protocenobio dei Minimi.È noto che l’eremita paolano si allontanò dalla propria terra unicamente per ubbidire a papa Sisto IV, che accoglien-

do una supplica di Luigi XI, re di Francia, bisognoso di cure, ordinò a frate Francesco di raggiungerlo.Alcuni biografi ricostruendo il tragitto via terra del Santo, lungo la sconnessa e dissestata Popilia hanno immaginato

che egli, raggiunto il Pollino e guardando Castrovillari, abbia in lacrime dato addio alla sua patria, ma di ciò non v’èriscontro nel Processo di Beatificazione, in cui né la città del Pollino né alcun suo cittadino vengono menzionati. Legamicerti si sarebbero stabiliti più tardi.Come è noto il 2 luglio 1555 la città di Paola subì una pesante incursione da parte della pirateria turca guidata da

Dragut Rais. Se insieme al castello e ad altri edifici ecclesiastici e laici - compreso il convento e la chiesa edificati daFrancesco da Paola – vennero distrutti, non così la fede e la pietà dei paolani, che si prodigarono subito a porre in attouna intelligente ricostruzione.A guidarli e a sostenerli fu Isabella di Toledo, figlia di don Pedro viceré di Napoli, che alcuni anni prima, nel 1546,

aveva ricevuto in dono la terra di Paola dal marito Giovanbattista Spinelli, duca di Castrovillari, morto poi nel 1551.Questi nel 1529 aveva autorizzato un mercato, che si trasformò poi nella importante fiera di San Francesco, che si tennenella città tirrenica agli inizi del mese di aprile, frequentata da moltissimi mercanti.La famiglia dei duchi Spinelli si adoperò moltissimo non solo per la ricostruzione del Santuario di San Francesco ma

anche per la elargizione di beni mobili e immobili, come terre, case, mulini. I frati Minimi le furono riconoscenti con unaserie di suffragi che la comunità ogni anno riservava ai suoi membri defunti.

E non mancarono castrovillaresi che in segno della loro devozione all’Eremita paolano contribuirono a sostenere ladiffusione dell’Ordine.Nel V Centenario della morte di san Francesco di Paola Castrovillari ha inteso ripercorrere i sentieri che svelano “tra

passato e futuro le profonde radici cristiane e in particolar modo francescane”, collegando il Protettore della Calabria alSanto francescano Pio da Pietralcina, che - come affermò Giovanni Paolo II - in tutta la sua esistenza, cercò una sem-pre maggiore conformità al Crocifisso, avendo ben chiara coscienza di essere stato chiamato a collaborare in modo pecu-liare all’opera della redenzione.Lo ha fatto con una bellissima mostra, che si commenta da sé e aggiunge un nuovo tassello alle notevoli iniziative che

grazie alla Pro-Loco ha prodotto negli ultimi decenni.

Pietro De Leo

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Francesco, nato a Paola, in Calabria, nel 1416, è unodei più giovani fondatori di Ordini religiosi che la storiaregistri. All'età di tredici anni aveva vestito l'abito france-scano, ma due anni più tardi era letteralmente sparito dallacircolazione. Trascorsero alcuni anni prima che un caccia-tore, guidato da un capriolo, ne scoprisse il rifugio tra leaspre montagne nei pressi di Cosenza. La fama della suasantità e dei suoi miracoli attirò al suo seguito uno stuolo digiovani desiderosi di seguirne l'esempio. Ai suoi seguaci, gliEremiti di S. Francesco di Paola o Minimi, lasciò un ecce-zionale invito alla penitenza, riducendo il loro menù per365 giorni all'anno a pane, pesce, acqua e verdura.Tuttavia le sue dure penitenze non accorciarono affatto lasua vita, tanto che visse fino alla bella età di 91 anni. Morìin un venerdì santo, il 2 aprile 1507, durante il suo soggior-no in Francia, a Plessis-les-Tours. Fu canonizzato nel 1519,a soli dodici anni dalla morte e viene proposto ancora ogginon solo come modello di penitenza, ma anche di coraggionel denunciare "le malversazioni dei potenti" (Paolo VI, 27maggio 1977).

Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nasce aPietrelcina, piccolo borgo del Sannio in provincia diBenevento, il 25 maggio del 1887 da Grazio Forgione eMaria Giuseppa Di Nunzio. All'età di sedici anni in unavisione vede il futuro della sua vita e decide di entrare nelnoviziato cappuccino di Morcone, dove il successivo 22gennaio veste l'abito francescano assumendo il nome di fraPio. Il 10 agosto 1910, nel duomo di Benevento fra Pio èconsacrato sacerdote nelle mani di monsignor PaoloSchinosi, arcivescovo di Marcianapoli; il 14 agosto celebraa Pietrelcina la prima messa solenne. In una lettera a padreBenedetto confessa di avere le stimmate invisibili e più tardidirà di subire la coronazione di spine e la flagellazione. Ilmese di agosto del 1918 un misterioso Personaggio celestetrapassa il suo cuore con una lancia lasciandogli una feritache sanguina sempre: è la trasverberazione. Il successivo 20settembre rivede il misterioso Personaggio grondante disangue e si ritrova piagato alle mani, ai piedi e al costato.Padre Pio inizia da questo giorno a portare nel corpo isegni visibili della Passione di Cristo, stimmate che scompa-riranno misteriosamente alla sua morte, il 23 settembre del1968. La notizia della stimmatizzazione si diffonde in tuttaItalia e migliaia di pellegrini salgono sul Gargano richia-mati dai suoi numerosi carismi.Il 16 maggio 1947 viene posata la prima pietra bene-

detta da Padre Pio ed iniziano i lavori di spiano per lacostruzione della Casa Sollievo della Sofferenza.Il 5 maggio 1956 si inaugura la Casa Sollievo della

Sofferenza. Alla grandiosa manifestazioni intervengonoautorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimilafedeli. Successivamente nel discorso tenuto in occasione delprimo anniversario dell'Ospedale, Padre Pio traccia le lineeprogrammatiche della sua opera che definisce "tempio dipreghiera e di scienza" e profetizza un centro di studi inter-nazionale, una casa per anziani, un cenacolo per gli eserci-zi spirituali e la costituzione di "una nuova milizia" al ser-vizio dell'ammalato.Il 22 settembre alle cinque del mattino Padre Pio cele-

bra la sua ultima messa, per poi morire serenamente alle2,30 del 23 settembre 1968 pronunciando le parole "Gesùe Maria".

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