Salviamo la pelle

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Salviamo la pelle Sembra difficile da credere, eppure colletti, imbottiture, cappelli, scarpe e borse spesso costano la vita a qualcuno LE NOSTRE ATTIVITA’ Ci battiamo attivamente contro lo specismo e contro ogni forma di sfruttamento. Facciamo informazione: tramite la stampa di materiale gratuito, conferenze, tavoli informativi e volantinaggi. Facciamo attivismo: organizzando proteste, partecipando a campagne di pressione e al salvataggio diretto di animali. Facciamo documentazione: reperendo dati e immagini sullo sfruttamento animale. Se vuoi aiutare gli animali visita il nostro sito o contattaci. Ognuno di noi può fare la differenza! Attivismo - Informazione - Liberazione www.nemesianimale.net [email protected] - Tel: 342-0509174 Quelli che oggi sono abiti nelle vetrine dei negozi prima erano lo splendido manto di un animale, un individuo a cui è stato strappato per una moda futile e crudele. Si tratta di uno fra i tanti modi in cui l’essere umano ha deciso di sfruttare gli animali. Ogni anno vengono uccisi più di 60 milioni tra visoni, volpi, conigli, procioni e foche, costretti per tutta lo loro vita nelle gabbie di un allevamento o strappati con metodi cruenti alla natura. Solo per farne pellicce. Dietro ad ogni capo in pelle e pelliccia o ad un semplice inserto si nasconde la sofferenza di questi animali, uccisi per profitto e vanità. Ma non solo, la sofferenza si nasconde dietro alla produzione di lana, seta, piume d’oca. I prodotti derivati dallo sfruttamento animale sono perfettamente sostituibili con prodotti alternativi, fibre vegetali e sintetiche: fai attenzione alle etichette! Per generare reali cambiamenti è necessario andare oltre l’indignazione e diventare consapevoli e responsabili delle proprie scelte. Ognuno di noi continuamente varca l’entrata di negozi e supermercati per fare acquisti. Siamo stati trasformati in clienti da un’economia consumista e le nostre scelte risultano determinanti. I prodotti derivati dallo sfruttamento animale sono perfettamente sostituibili con prodotti alternativi, fibre vegetali e sintetiche: basta fare attenzione alle etichette. Ma la consapevolezza può anche guidarci fuori dalle logiche di una società che ci vuole consumatori e consumatrici, alla ricerca di una dimensione il più possibile indipendente e autosufficiente, verso l’autoproduzione e la responsabilità individuale. Viviamo in un sistema che si fonda solo ed unicamente sulla propria crescita economica, che poggia su settori futili e che non tengono minimamente in conto questioni etiche, tra cui quello della moda è solo un esempio. Tutti noi veniamo sottoposti a una pubblicità ingannevole e insistente che cerca di farci credere nostri desideri e bisogni decisi a tavolino da altri. Strateghi del marketing fanno di tutto per spegnere la capacità di ragionamento dei consumatori e spingerli a comprare sempre di più, e lavorano per instillare subdolamente nelle nostre menti stereotipi e pregiudizi sulla bellezza, il fisico adeguato, il vestito giusto, il modello perfetto di uomo o di donna cui somigliare. La pratica per ottenere le piume che vengono utilizzate per l’imbottitura dei piumini è particolarmente cruenta: esse vengono quasi sempre strappate direttamente alle oche coscienti senza alcuna anestesia, provocando ferite e un fortissimo dolore. Questa pratica, definita “spiumaggio”, viene effettuata per la prima volta all’età di otto settimane, per poi essere ripetuta ogni due mesi. Quando, dopo due o “Baco da seta” è il nome comune utilizzato per designare la larva di molte specie differenti di farfalle. La seta non è altro che la sostanza secreta da tali larve per crearsi un bozzolo dove poter effettuare la metamorfosi in farfalle. Essa si ottiene pertanto mediante l’uccisione delle larve prima che possano trasformarsi. Gli animali non sono indumenti NEMESI ANIMALE è un progetto per la liberazione animale, di ogni animale, umano e non-umano. Nasce per creare un cambiamento culturale e sociale, per contrastare chi lucra sulla vita di altri animali e per salvarne direttamente il più possibile dalle attività distruttive così diffuse in questa società. Nella mitologia greca Nemesi era considerata in origine la dea che distribuiva a ciascun mortale la sua sorte, non a caso, ma secondo giustizia e merito, per assumere in seguito la prerogativa dell’indignazione verso i potenti e i superbi sui quali faceva ricadere la sua inesorabile vendetta. La nostra lotta vuole portare giustizia agli essere viventi e alla Terra violata che non possono resistere e combattere, facendo in modo che essi possano vivere liberi. SOSTIENI NEMESI ANIMALE Per aiutare le nostre attività e il salvataggio diretto di animali puoi fare una donazione sul conto corrente postale n. 001002124376 intestato a “Associazione Liberazione Animale”. La crudele via della seta Pelle d’oca Cosa puoi fare? La seta viene prodotta principalmente in Tailandia (dove l’attività è svolta per lo più da contadini, a loro volta sfruttati, che spesso la lavorano a mano), in Giappone e in Cina. La seta tailandese viene filata a mano dai bozzoli, che contengono la crisalide ancora viva. Essa non viene uccisa prima perchè ciò renderebbe più difficoltoso il lavoro di filatura. Servono fino a 50.000 bachi per una stola di seta. Il fatto che il baco e le farfalle siano esseri viventi è assolutamente irrilevante: vengono considerati dei semplici oggetti, eliminati dopo che hanno svolto il loro “compito”. Oche appena spiumate L’unico desiderio degli animali è la libertà, sta a noi dargliela. Quella che va spezzata è la logica che vede tutti gli esseri viventi, noi compresi, parte di un continuo ciclo di produzione e consumo, cercando di uscirne, di limitare i propri consumi e sprechi. Non comprare e consumare prodotti derivanti dallo sfruttamento animale è solo il primo passo. Se per prime non vengono abbattute le fondamenta della mentalità impostaci fin dalla nascita attraverso una cultura che passivamente accettiamo e riproduciamo quotidianamente, non saremo mai in grado di far crollare questa piramide di sopraffazione. tre mesi, la qualità delle piume inizia a diminuire le oche vengono mandate al macello o in alcuni allevamenti dove verranno sottoposte al gavage. Si tratta di un’iperalimentazione forzata che dura diverse settimane, essa avviene tramite un tubo metallico infilato nell’esofago delle oche, con lo scopo di farne ingrossare e ammalare il fegato, per produrre, una volta uccise, il paté di foie gras. Non tutte le piume provengono da animali spennati vivi. Altre vengono strappate dopo la macellazione, spesso da macchine elettriche, ma in ogni caso la piuma proviene dalla sofferenza o la morte di un animale.

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Un pieghevole a 8 facciate dettagliato e ricco di immagini sullo sfruttamento degli animali per farne indumenti e per l’industria della moda. Pellicce, pelle, lana, seta, sono tutti prodotti derivanti dalla morte o dalla sofferenza di animali. Prendere coscienza di questo può portare a cambiamenti nei propri consumi e nelle proprie scelte ed è un argomento su cui fare molta informazione. Potete ordinarlo in più copie e distribuirlo nella vostra città. Scrivete a: [email protected]

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Page 1: Salviamo la pelle

Salviamo la pelle

Sembra diffi cile da credere, eppure colletti, imbottiture, cappelli, scarpe e borse spesso

costano la vita a qualcuno

LE NOSTRE ATTIVITA’

Ci battiamo attivamente contro lo specismo e contro ogni forma di sfruttamento.

Facciamo informazione: tramite la stampa di materiale gratuito, conferenze, tavoli informativi e volantinaggi.

Facciamo attivismo: organizzando proteste, partecipando a campagne di pressione e al salvataggio diretto di animali.

Facciamo documentazione: reperendo dati e immagini sullo sfruttamento animale.

Se vuoi aiutare gli animali visita il nostro sito o contattaci. Ognuno di noi può fare la differenza!

Attivismo - Informazione - Liberazione

www.nemesianimale.net

[email protected] - Tel: 342-0509174

Quelli che oggi sono abiti nelle vetrine dei negozi prima erano lo splendido manto di un animale, un individuo a cui è stato strappato per una moda futile e crudele. Si tratta di uno fra i tanti modi in cui l’essere umano ha deciso di sfruttare gli animali.Ogni anno vengono uccisi più di 60 milioni tra visoni, volpi, conigli, procioni e foche, costretti per tutta lo loro vita nelle gabbie di un allevamento o strappati con metodi cruenti alla natura. Solo per farne pellicce.

Dietro ad ogni capo in pelle e pelliccia o ad un semplice inserto si nasconde la sofferenza di questi animali, uccisi per profi tto e vanità.Ma non solo, la sofferenza si nasconde dietro alla produzione di lana, seta, piume d’oca.

I prodotti derivati dallo sfruttamento animale sono perfettamente sostituibili con prodotti alternativi, fi bre vegetali e sintetiche: fai attenzione alle etichette!

Per generare reali cambiamenti è necessario andare oltre l’indignazione e diventare consapevoli e responsabili delle proprie scelte.

Ognuno di noi continuamente varca l’entrata di negozi e supermercati per fare acquisti. Siamo stati trasformati in clienti da un’economia consumista e le nostre scelte risultano determinanti. I prodotti derivati dallo sfruttamento animale sono perfettamente sostituibili con prodotti alternativi, fi bre vegetali e sintetiche: basta fare attenzione alle etichette.

Ma la consapevolezza può anche guidarci fuori dalle logiche di una società che ci vuole consumatori e consumatrici, alla ricerca di una dimensione il più possibile indipendente e autosuffi ciente, verso l’autoproduzione e la responsabilità individuale.

Viviamo in un sistema che si fonda solo ed unicamente sulla propria crescita economica, che poggia su settori futili e che non tengono minimamente in conto questioni etiche, tra cui quello della moda è solo un esempio. Tutti noi veniamo sottoposti a una pubblicità ingannevole e insistente che cerca di farci credere nostri desideri e bisogni decisi a tavolino da altri. Strateghi del marketing fanno di tutto per spegnere la capacità di ragionamento dei consumatori e spingerli a comprare sempre di più, e lavorano per instillare subdolamente nelle nostre menti stereotipi e pregiudizi sulla bellezza, il fi sico adeguato, il vestito giusto, il modello perfetto di uomo o di donna cui somigliare.

La pratica per ottenere le piume che vengono utilizzate per l’imbottitura dei piumini è particolarmente cruenta: esse vengono quasi sempre strappate direttamente alle oche coscienti senza alcuna anestesia, provocando ferite e un fortissimo dolore.

Questa pratica, defi nita “spiumaggio”, viene effettuata per la prima volta all’età di otto settimane, per poi essere ripetuta ogni due mesi. Quando, dopo due o

“Baco da seta” è il nome comune utilizzato per designare la larva di molte specie differenti di farfalle. La seta non è altro che la sostanza secreta da tali larve per crearsi un bozzolo dove poter effettuare la metamorfosi in farfalle. Essa si ottiene pertanto mediante l’uccisione delle larve prima che possano trasformarsi.

Gli animali non sono indumenti

NEMESI ANIMALE è un progetto per la liberazione animale, di ogni animale, umano e non-umano. Nasce per creare un cambiamento culturale e sociale, per contrastare chi lucra sulla vita di altri animali e per salvarne direttamente il più possibile dalle attività distruttive così diffuse in questa società.

Nella mitologia greca Nemesi era considerata in origine la dea che distribuiva a ciascun mortale la sua sorte, non a caso, ma secondo giustizia e merito, per assumere in seguito la prerogativa dell’indignazione verso i potenti e i superbi sui quali faceva ricadere la sua inesorabile vendetta. La nostra lotta vuole portare giustizia agli essere viventi e alla Terra violata che non possono resistere e combattere, facendo in modo che essi possano vivere liberi.

[email protected] - Tel: [email protected] - Tel:

SOSTIENI NEMESI ANIMALEPer aiutare le nostre attività e il salvataggio diretto di animali puoi fare una donazione sul conto corrente postale n. 001002124376 intestato a “Associazione Liberazione Animale”.

La crudele via della seta

Pelle d’oca

Cosa puoi fare?

La seta viene prodotta principalmente in Tailandia (dove l’attività è svolta per lo più da contadini, a loro volta sfruttati, che spesso la lavorano a mano), in Giappone e in Cina.La seta tailandese viene fi lata a mano dai bozzoli, che contengono la crisalide ancora viva. Essa non viene uccisa prima perchè ciò renderebbe più diffi coltoso il lavoro di fi latura. Servono fi no a 50.000 bachi per una stola di seta.Il fatto che il baco e le farfalle siano esseri viventi è assolutamente irrilevante: vengono considerati dei semplici oggetti, eliminati dopo che hanno svolto il loro “compito”.

Oche appena spiumate

L’unico desiderio degli animali è la libertà, sta a noi dargliela.

Quella che va spezzata è la logica che vede tutti gli esseri viventi, noi compresi, parte di un continuo ciclo di produzione e consumo, cercando di uscirne, di limitare i propri consumi e sprechi.

Non comprare e consumare prodotti derivanti dallo sfruttamento animale è solo il primo passo. Se per prime non vengono abbattute le fondamenta della mentalità impostaci fi n dalla nascita attraverso una cultura che passivamente accettiamo e riproduciamo quotidianamente, non saremo mai in grado di far crollare questa piramide di sopraffazione.

tre mesi, la qualità delle piume inizia a diminuire le oche vengono mandate al macello o in alcuni allevamenti dove verranno sottoposte al gavage. Si tratta di un’iperalimentazione forzata che dura diverse settimane, essa avviene tramite un tubo metallico infi lato nell’esofago delle oche, con lo scopo di farne ingrossare e ammalare il fegato, per produrre, una volta uccise, il paté di foie gras.Non tutte le piume provengono da animali spennati vivi. Altre vengono strappate dopo la macellazione, spesso da macchine elettriche, ma in ogni caso la piuma proviene dalla sofferenza o la morte di un animale.

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Non meno cruenta è la cattura di animali selvatici, che spesso arrivano ad automutilarsi pur di liberarsi dalle tagliole, e, se non ce la fanno, rimangono in agonia per giorni.I metodi di uccisione spaziano dall’elettrocuzione anale e vaginale, a bastonate sul cranio, camere a gas e rottura delle ossa del collo.Per un solo capo si scuoiano fi no a 240 animali (conigli, visoni, linci, foche, coyote, cani, gatti, cincillà e procioni sono le specie più utilizzate).

I principali paesi produttori di pelli sono Danimarca, Finlandia, Svezia, Olanda, Polonia, Norvegia, Cina e Stati Uniti. L’Italia fi gura però tra i principali importatori

In Italia esistono una quindicina di allevamenti di visoni e un allevamento di cincillà. La produzione italiana è di circa 150.000 pelli di visone ogni anno. Uno sterminio che avviene vicino a casa nostra.

Quanto detto per la pelliccia di coniglio vale per la pelle, ottenuta come sottoprodotto dell’industria della carne.Va specifi cato che non si tratta in ogni caso semplicemente di uno scarto, bensì la pelle costituisce la metà dei profi tti dei mattatoi ed è quindi un motivo per aumentare l’uccisione di animali nei macelli.

A ciò va aggiunto il commercio di pelli esotiche (di coccodrillo, serpente, zebra, elefante, canguro, ecc.). Si tratta spesso di animali in via di estinzione, cacciati e uccisi unicamente per questo scopo.

Poche settimane dopo la nascita, gli agnelli vengono sottoposti al taglio della coda e alla castrazione (praticate quasi sempre senza anestesia).Nel corso della storia sono state selezionate le razze che producessero una quantità innaturale di lana. Questo causa spesso problemi durante i periodi piu’ caldi, poiché gli animali sono sfi niti dal caldo, e nelle pieghe della pelle si accumulano facilmente urine e feci. Quest’ultime attirano le mosche a deporre le uova, causando notevoli problemi agli animali quando nascono le larve. Per questo gli allevatori strappano larghi brandelli di pelle alle pecore nella zona vicino alla coda, una pratica chiamata mulesing. Ciononostante, spesso le mosche depongono le uova sulle ferite sanguinanti, prima che abbiano il tempo di guarire. Di fronte alle proteste contro il mulesing l’industria della lana australiana, la più importante al mondo, sta testando un altro metodo chiamato clipping: applicare delle clip che stringono brandelli di pelle e non fanno passare il sangue, in modo che i brandelli vadano in cancrena e si stacchino da soli.

La tosatura avviene in primavera. Il pagamento avviene di solito “per volume” e questo signifi ca che i tosatori lavorano il più velocemente possibile, senza la benché minima cura per l’animale. Inoltre ogni anno un gran numero di pecore muore perché esposta alle intemperie dopo una tosatura troppo prematura.

Per un pelo

Gli animali cosiddetti “da pelliccia” vengono tenuti in gabbia per tutta la loro breve vita, ammassati in spazi ridotti, condannati a un’incessante sofferenza fi sica (sono frequenti le deformazioni dovute al continuo sfregamento sulla rete metallica) e psicologica (lo stress e la reclusione forzata causano comportamenti ripetitivi, cannibalismo e autolesionismo) GLI INSERTI DI PELLICCIA

Uno dei più grandi tentativi dell’Industria della pelliccia di vendere i propri prodotti a ignari consumatori è l’utilizzo sempre più massiccio di inserti in giacche, sciarpe, cappelli e scarpe. Il pelo è ovviamente meno evidente che in un capo intero e spesso viene venduto a prezzi molto economici e rasato o colorato, in modo che non sia facilmente

identifi cabile come vero e aqcquistato anche da persone che non comprerebbero mai una pelliccia. In questo modo la pelliccia è uscita dalle boutique ed è entrata anche nei grandi magazzini.

Una tra le pellicce più utilizzate negli ultimi anni è quella di coniglio: essa viene spacciata come un sottoprodotto dell’industria della carne e ha così trovato un appoggio anche da stilisti e marchi che avevano cessato l’utilizzo di pelliccia. In realtà una buona parte della produzione proviene da varietà di conigli allevati esclusivamente per la loro pelliccia, come il Rex e l’Orylag.

Il costo inferiore delle pelli di coniglio ne permette la vendita a basso prezzo e la diffusione come inserto. In ogni caso poco importa se un animale viene imprigionato o ucciso per fi nire in un piatto o in un negozio di moda, quello che conta è che ogni animale dovrebbe vivere ed essere libero.Una volpe visibilmente malata e sofferente fotografata in un allevamento

fi nlandese nel 2010 - foto OikeuttaElaimille

Visone con infezione agli occhi Danimarca 2010 - Foto Anima

Macellazione di conigli OrylagFrancia 2007 - Foto Caft

Conigli 80 - 100Agnello Karakul 18 - 26Castoro 16 - 20Cincillà 130 - 200Coyote 12 - 16Ermellino 180 - 240Foca (cucciolo) 5 - 8Lince 8 - 18Lontra 10 - 20Lupo 3 - 5Martora 40 - 50Nutria 25 - 35Opossum 30 - 45Procione 20 - 35Visone 30 - 50Volpe 10 - 20

Quanti animali per una pelliccia

PELLICCIA ETICA?Per ingannare l’opinione pubblica l’industria della pelliccia europea ha creato il marchio “Origin Assured”. Questo garantisce che le pelli provengono da allevamenti certifi cati per il benessere animale. In realtà gli allevamenti certifi cati OA sono esattamente uguali agli altri e durante investigazioni animaliste sono stati trovati animali nelle stesse pessime condizioni di maltrattamento e sofferenza.

L’IMPATTO ECOLOGICO DI PELLE E PELLICCIAAltro punto oscuro dell’industria della pelle/pelliccia è l’inquinamento che essa produce. Gli allevamenti di animali “da pelliccia” e i cicli di produzione e concia di pelle e pellicce utilizzano e rilasciano un gran numero di sostanze tossiche e altamente inquinanti nell’ambiente.Le deiezioni degli animali allevati vengono spesso scaricate nel terreno e nei fi umi, contaminandoli e provocando gravi ripercussioni sulla natura circostante. Un visone prima di essere ucciso e scuoiato produce circa 20 chilogrammi di feci. Solo negli USA gli allevamenti creano approssimatamene 62000 milioni di tonnellate di feci l’anno e cioè immettono 1000 tonnellate di fosforo ogni anno nell’ambiente.Dopo che l’allevatore si è impadronito della pelliccia dell’animale, essa viene trasferita in conceria, dove avviene il ciclo produttivo conciario, costituito da una serie di trattamenti chimici e meccanici che fanno si che la pelliccia “grezza” venga trasformata da materiale organico (il manto di un animale) a “prodotto per capo di pellicceria” (pelliccia, accessorio, inserto).L’industria conciaria provoca inquinamento al suolo, ai fi umi e ai mari a causa della composizione chimica dei prodotti usati. Le sostanze pericolose e gli acidi impiegati per la lavorazione del cuoio sono causa di patologie come tumori, disordini nervosi, infezioni, irritazioni della pelle e morte prematura.Le concerie producono scarichi con notevole carico inquinante sia chimico che biologico e immettono nelle acque altissime dosi di cromo. Non a caso alcuni distretti su cui si concentra prevalentemente questa industria coincidono con aree a rischio ambientale.

Pellicce di coniglio

100% vera pelle Contiamo le pecore

Pecora utlizzata per sperimentare il clipping

La lana fa parte di quei prodotti che a prima vista non sembrano particolarmente “crudeli”, ma nascondono la stessa sofferenza che deriva da ogni sfruttamento degli animali in nome del profi tto.

Le greggi sono composte da migliaia di pecore, e, come diretta conseguenza, l’attenzione per le necessità ed i problemi del singolo animale diventa impossibile e anti-economica.

Agnello legato che ha appena subito il mulesing

Mostrando ancora una volta la perfetta analogia con gli altri tipi di allevamento moderni, quando le pecore iniziano a diventare “improduttive”, vengono immediatamente mandate al macello per essere sostituite con animali più giovani e redditizi.

Cuoio Cuoio rivestitoMaterie naturali o sintetiche Altro