Salve, io sono Primus e vi accompagnerò alla scoperta dei reperti archeologici di Ciampino Ciao, io...

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Salve, io sono Primus e vi accompagnerò alla scoperta dei

reperti archeologici di Ciampino

Ciao, io sono Repertus con il mio aiuto capirete

come è importante amare e difendere il

territorio in cui viviamo. Quindi andiamolo a

conoscere …

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• Nell’ estate del 2012, nella zona all’incrocio tra Via dei Laghi e via dell’ Ospedaletto è stato portato alla luce un tesoro archeologico di straordinaria bellezza: la piscina della sontuosa villa romana del console

È proprio

qui che andremo a scoprire la villa del console

Messalla!

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Ma chi era Marco Valerio Messalla

Corvino?

Era un esponente della “gens Valeria”, la quale era di ideali repubblicani, si schierò dalla Parte di Cassio e Bruto nella “battaglia di Filippi “ per poi passare dalla parte di Antonio e unirsi alle fila del giovane Ottaviano, col quale partecipò alla battaglia di “Anzio” proprio contro Antonio, col titolo di console nel 31 a.C. Successivamente è ricordato come vincitore sugli Aquilani rivoltosi, impresa che gli diede un trionfo nel 27°a.C. Era soprattutto un sostenitore delle lettere e delle belle arti, tra gli artisti che lo circondavano ricordiamo Orazio, Ovidio e Tibullo.

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Era coraggioso e lieto di andare a cercare la gloria in guerra ma gli piaceva anche godersi la sua grandiosa villa

Fu valente generale e scrittore ,

mecenate di grandi artisti, per i quali aveva eletto un

circoLO letterario. gli artisti venivano ospitati NELLA SUA

VILLA vivendo a spese del padrone

di casa.

Che caldo! non vedo l’ora di mettermi a bagno nella mia piscina, circondato dai miei artisti!

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Nella foto a sinistra possiamo vedere la planimetria di una villa Romana. La domus romana era di pianta rettangolare, solidamente costruita su un solo piano con mattoni o calcestruzzo. Aveva in genere, 12 camere, un atrio su cui ogni camera si affacciava, uno studio e un peristilio. Nella foto sotto vediamo una villa romana dall’esterno.

Esternamente la domus romana aveva un aspetto rigoroso, lineare, e, se c'erano, poche e strette finestre sulla strada.

Ripassiamo insieme la struttura di una “domus” romana, per

riconoscerne gli elementi tipici all’interno del nostro scavo

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La stanza del triclinium era fornita di tre letti, detti triclinari

Lo splendore della casa quindi si notava principalmente dalla qualita' di marmi, statue, e affreschi parietali. Da ricordare comunque tra l'arredo, le sedie, delle quali si conoscono molti tipi, come la sella o seggiola senza schienale, la sedia con schienale e braccioli (cathedra) e la sedia con un sedile lungo (longa).

Il soffitto era a cassettoni (lacunari) intarsiati o decorati con stucchi. Il pavimento era ricoperto da mosaici

Ecco l’interno di una Ecco l’interno di una villa romana! villa romana!

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Nella tenuta del Barco dei Colonna sulla via dei Laghi si aprono due grandi vasche di diverse dimensioni , la più grande misura circa 20x12 metri. Le due vasche non furono costruite contemporaneamente, la prima quella più piccola venne abbandonata per poi costruire una più grande.

Quest’ultima aveva una basamento rettangolare di peperino; il fondo era in marmo bianco mentre i lati della vasca erano dipinti di azzurro vivo per creare un effetto marino. Lungo il bordo della piscina e sul basamento centrale dovevano essere posizionate 15 statue di marmo alte circa 250 cm che raffiguravano il mito di Niobe. Poi nel II sec. d.C. un terremoto le avrebbe fatte cadere all’interno della vasca, dove sono rimaste sepolte ed inviolate per secoli.

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Questo mito è così straziante che

nell’antichità greca e romana è stato spesso fonte di ispirazione per gli artisti. Le 7 statue ritrovate nella villa di

Messalla rappresentano

appunto la tragedia di Niobe e dei suoi figli

Dovete sapere che Niobe poteva considerarsi una donna fortunata. Da suo marito Anfione re di Tebe aveva avuto 14 figli, 7 maschi e 7 femmine. Il suo orgoglio di madre

crebbe fino a trasformarsi in superbia, Arrivò ad impedire che i Tebani facessero dei sacrifici alla dea Latona. Disse che la dea era meno degna di onori di lei avendo

solo 2 figli, Apollo e Artemide. Terribile fu la vendetta di Latona,

che mandò i suoi figli, armati di arco e frecce , a vendicarla.

Apollo mirò ai maschi e Artemide alle ragazze. L’infelice Niobe,

distrutta dal dolore, sarebbe stata tramutata da Giove in una roccia. Nonostante il suo nuovo aspetto continuò a soffrire e piangere. Dalla roccia cominciarono a

colare incessantemente gocce d’acqua.

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In primo luogo il mito è legato all’acqua, dal momento che Niobe

viene trasformata in una fonte, era molto comune

trovare fontane nelle ville. In secondo luogo l’

episodio narrato ha come tema centrale la

superbia punita, che era ben visto all’ elite

aristocratica romana, in linea con Augusto, in quanto costituiva un avvertimento per la

società e quindi rafforzava il predominio

imperiale

Perché la scelta di un mito tanto macabro e violento per

adornare una tipica villa dell’

Otium?

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Ovidio fu un celebre poeta romano, dopo aver intrapreso la carriera pubblica si dedica agli studi letterari. Inizialmente ha contatti con il circolo di Messalla Corvino che lo stimola a dedicarsi alle lettere, in seguito entra nel circolo di Mecenate conoscendo i più importanti poeti dell’epoca.

Si pensa che proprio frequentando il circolo di Messalla il poeta ha avuto modo di vedere il gruppo dei Niobidi in tutto il suo splendore e di rimanerne ispirato. Non è un caso che la descrizione più reale del mito di Niobe si trovi nel suo capolavoro «Le metamorfosi»

«Niobe si accascia tra i cadaveri dei figli e delle figlie [..] la lingua si

congela nel palato irrigidito e le vene perdono la forza di

pulsare [….], anche dentro le viscere non v’è

che pietra.»

Ovidio scrisse un gran numero di opere, che possono essere facilmente divise in tre gruppi: le opere giovanili o amorose, le maggiori o della maturità e le opere dell'esilio.

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Saltiamo sulla macchina del tempo e

catapultiamoci nella villa di Messalla, per

trascorrere una giornata tipica della bella vita

romana, tra banchetti e simposi!

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Chiudete gli occhi ed immaginate lo splendore del luogo al tempo dell’antica Roma, quando arte, architettura e cultura erano valori importanti, sinonimo di vanto e raffinatezza d’animo…

Finalmente sono stata ospitata presso la villa di Marco Valerio Messalla Corvino, uno dei più famosi mecenati romani. Quando mi mandò a chiamare non volevo credere alle mie orecchie! E’ stato grazie a mia madre che mi sono trasferita lontano dalla mia città per dipingere e scolpire in modo da far conoscere agli altri il mio talento, ma non pensavo di essere diventata così famosa! Vivere nella villa di Messalla non è stato un grosso sacrificio, perché qui si conduce una bella vita, in compagnia di nobili che non fanno altro che divertirsi dalla mattina alla sera. La cosa più bella è stata incontrare altri artisti molto più bravi di me a cui rubare alcuni segreti. Adesso voglio raccontarvi la vita lussuosa condotta dai nobili in casa di Messalla. Al mattino un servo svegliava tutti gli ospiti della domus, mentre gli altri servitori pulivano il pavimento in mosaico con pietra pomice. Ai nobili veniva portato in camera l’occorrente per l’abluzione mattutina: un bacile , un catino di bronzo, asciugamani di lino e infine spazzolino e dentifricio. Per trattare la pelle con cura usavano cenere di faggio, una speciale creta tritata e pietra pomice. La pelle con questo trattamento rimaneva secca, quindi gli schiavi la idratavano e la ammorbidivano. Un prodotto molto raro, riservato ai ricchi era il lomentum: un preparato di farina e fave, usato come maschera per il viso e crema antirughe. Le donne venivano acconciate con pettinature assurde e molto complicate, infatti per sistemarsi solo i capelli ci mettevano delle ore. Nei capelli si trovava, letteralmente, una gioielleria: erano pieni di diamanti e oro; per non parlare delle mani, pesavano molto di più del resto del corpo a causa dei grossi anelli. Gli uomini invece ogni mattina si rasavano la barba con il rasoio e dopo passava uno schiavo con delle pinzette per levare i peli ancora rimasti. Si faceva una colazione molto veloce per poi rilassarsi tutto il giorno. A me non spettavano tutti questi trattamenti anche se venivo lavata e cosparsa di oli e profumi. Per fortuna mi risparmiavano l’acconciatura sofisticata, che io odiavo! Il mio primo incarico fu quello di affrescare la sala del triclinium dove si mangiava. Messalla vedendo i miei dipinti rimase stupefatto, da quel momento dovetti affrescare ogni parete della villa. Mentre io e gli altri artisti eravamo impegnati a dipingere e scolpire, la mattina i nobili la trascorrevano nelle terme private, passando da una piscina all’altra tra scherzi, schizzi e chiacchiere. Dopo essere stati a mollo per un paio d’ore, passavano alla palestra. Qui facevano esercizi per mantenersi in forma e dopo si concedevano un massaggio ad opera di schiavi più esperti. All’ora di pranzo, i nobili si riunivano nel triclinium, che avevo decorato con tanta fatica. Mangiavano sdraiati su lettini e aspettavano che i servi passassero con il pranzo servito su un vassoio. I commensali prendevano il cibo senza posate e buttavano i resti per terra, a fine pranzo uno schiavo passava a pulire. Dopo pranzo c’era il riposo seguito da un bagno nella lussuosa piscina della villa circondata da alberi e da statue raffiguranti il mito di Niobe. Erano statue bellissime molto dettagliate che scolpì un mio amico conosciuto lì. A proposito delle statue, ogni giorno veniva a trovare Messalla un caro amico nonché poeta, Ovidio, che scrisse un’opera molto importante e famosa: «Le metamorfosi» in cui si parla anche del mito di Niobe. Messalla , per onorare il suo migliore amico, fece costruire queste statue accanto alla piscina in modo che tutti potessero ammirarle. Dopo il bagno in piscina donne e uomini si preparavano per la cena, si trattava di una vera e propria festa in cui il padrone invitava molti ospiti illustri. Per noi artisti al calar del sole finiva il lavoro e così potevamo concederci una pausa e prepararci per la cena. Questa vita era molto faticosa però ci ricompensavano la soddisfazione del padrone di casa e i complimenti degli ospiti per i capolavori realizzati.

MARTINA GUIDA e ILARIA TURANO

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Immaginate Ovidio e gli altri poeti elegiaci seduti a bordo piscina all’ombra delle drammatiche ed espressive statue di Niobe, magari al tramonto, intenti a comporre i loro capolavori!

Salve! Sono Publio Ovidio Nasone e oggi andrò a trovare Marco Valerio Messalla Corvino per parlare di letteratura. Sono arrivato nella sua fantastica villa la mattina, poco dopo che lui aveva immerso le mani e la faccia nell’acqua per levare il torpore del sonno. Giusto in tempo per la sostanziosa colazione che avremmo fatto insieme: focacce con miele e formaggio, una vera bontà!! Successivamente Messalla mi ha mostrato la sua domus, molto spaziosa. Mi ha accolto in un grande perystilium ovvero un portico affrescato, con molte statue che circondavano il giardino ricco di enormi fontane. Alcune statue sputavano acqua dentro vasche di marmo con un simpatico gorgoglio. Poi mi ha mostrato le altre stanze come la sua camera da letto, molto spaziosa ma povera di mobili con un letto a una piazza in legno lavorato, una cassapanca in legno rivestita in bronzo ed un armadio; la cucina e il tablinium dove Messalla tratta gli affari e riceve ospiti come me. Dopo una chiacchierata siamo andati nel triclinium o sala da pranzo: mentre eravamo sdraiati su letti con la mano sinistra reggevamo il piatto, mentre con le dita della mano destra mangiavamo la puls: polenta di frumento e cereali bolliti… Dopo pranzo ho fatto una sosta nel balineum, dove ho potuto lavare le mani addirittura con acqua corrente e ne avevo proprio bisogno dopo la puls mangiata con le mani senza il coclear , come usiamo in città. Il pomeriggio ci siamo rilassati nelle terme mentre discutevamo di letteratura, ma io ero distratto dai magnifici mosaici in bianco e nero realizzati alla perfezione, poi, poiché il tempo lo permetteva, siamo andati in giardino e ci siamo concessi un bagno nella natatio, ovvero nella piscina all’aperto, l’acqua era un po’ fredda ma le statue che la circondavano sono state il tema di tutta la nostra chiacchierata. Messalla mi ha raccontato il significato di quelle quattordici sculture: stavano ad indicare il mito di Niobe e dei suoi quattordici figli, di cui si vantava. La donna era così orgogliosa dei suoi sette figli maschi e delle sue sette figlie femmine che finì con il deridere Latona , che aveva solo due gemelli: Apollo e Artemide. Fu così che scattò la vendetta: i gemelli di Latona uccisero a colpi di frecce tutti i figli della sventurata Niobe…. Insomma una vera strage! Rimasi colpito ed appassionato da questa storia e la presi come spunto per la mia opera che ho intitolato «Le Metamorfosi». Le mie visite da Messalla sono state sempre «produttive», sarà che a casa sua noi letterati possiamo sempre esprimerci e parlare con libertà di tutto e da questi confronti nascono spesso degli scritti. Non è come da Mecenate a Roma, lì guai a parlare male dell’imperatore Augusto! Nei nostri scritti dobbiamo solo fargli complimenti! A me non piace molto l’aria che si respira lì ed è per questo che vengo volentieri da Messalla, oltre tutto amo anche la sua villa appena alle porte di Roma, ma immersa nel verde di una tranquilla campagna. Chissà quanto durerà la tranquillità di questo posto!! Comunque tra un discorso e una riflessione stavano calando le tenebre e forse era ora di rientrare nella mia Urbs. Messalla mi aveva anche invitato a cena, ma non volevo fare tardi nelle buie strade che mi avrebbero riportato a Roma. Avevo appena indossato la mia toga e allacciato i miei calcei, quando assistetti ad un bellissimo tramonto nella campagna romana. Ero quasi tentato dall’invito a cena, famose erano le polpette di aragosta della cucina di Messalla... E il suo vino, anzi penso che questo diventerà un giorno famoso perché l’uva da queste parti è davvero speciale! Avevo però l’ansia del ritorno… Roma è vicina, ma i cavalli della mia lettiga non sono poi così veloci… e poi non sempre una giornata rilassante non stanca!! Comunque anche questa volta andavo via con un’ispirazione letteraria, che ho il presentimento che mi porterà bene!!!

PAOLA MANES

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Il nostro progetto è quello di realizzare un parco archeologico per tutelare, valorizzare e far crescere il nostro territorio, il sito ritrovato ha infatti grandi potenzialità ambientali e turistiche. Ci proponiamo di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto, con l’apporto di nuove tecnologie, la vita, l’economia e gli aspetti cerimoniali in una villa romana. L’obiettivo finale è quello di incrementare la qualità di vita dei residenti e attivare nuovi flussi di turismo culturale.All’interno del sito si possono creare percorsi tematici (piste ciclabili, escursioni a cavallo,..), segnalati da un logo o da un colore che accompagneranno il visitatore consentendogli anche attraverso un apparato didattico, di conoscere la villa di Messalla sia da un punto di vista architettonico, sia nei vari aspetti e momenti dell’otium e del negotium. Il visitatore potrà essere condotto all’interno degli ambienti residenziali della villa, nel tablinum, in cui il domus gestiva gli affari e riceveva i clientes, nel triclinium, in cui trascorreva momenti di otium, intrattenendosi in banchetti allietati dalla musica e dalle danze e nella natatio adornata dalle monumentali statue . Potrebbe essere realizzato un supporto multimediale che, riproducendo in 3D l’impianto della villa e della zona termale, consentirà di compiere un viaggio virtuale nel loro interno.

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Un’attenzione particolare sarà riservata alla didattica per la scuola primaria e secondaria di primo grado mediante la creazione di personaggi-mascottes dell’antica Roma, che accompagneranno i più piccoli nella visita e con i quali potranno interagire in attività di intrattenimento educativo.Speriamo che questo progetto possa divenire anche strumento per evidenziare la pluralità di culture avvicendatesi sul nostro territorio.Affinchè il sito possa diventare visibile al pubblico, bisognerà quindi migliorare il sistema di accesso all’area archeologica, proseguire le campagne di scavo e realizzare interventi di restauro.

Aspettatemi Primus e Repertus, fatemi conoscere il sito archeologico di Ciampino!

Ciao, vieni con

noi!

Benvenuto, saremo le tue guide.

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Per noi ragazzi l’archeologia è come una magia!Porta alla luce tracce del passato e bellezze ritrovate,racconta storie legate a quei luoghi e da noi ignorate.Solo così le antiche civiltàdiventeranno per noi motivo di curiosità,una realtà da proteggere, difendere e curareinfatti conoscere ci insegna ad amare.Quindi urliamo ad alta voce con coraggio: «Non distruggete con il cemento il nostro paesaggio!!» CLASSE 2D

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LAVORO REALIZZATO

DALLA CLASSE II D

CURATO

DALLA PROF.SSA ZITO ANNA

PER LA REALIZZAZIONE DEL PLASTICO GLI ALUNNI SI SONO AVVALSI DEL

CONTRIBUTO DELLA

PROF.SSA DIGILIO ANNA